MARGHERITA

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MARGHERITA
Via T r e n t o
A N N O XV - V 7 L U G L I O 1982
4 - T e l . 86050 - M o n t e f i a s c o n e - S u p p . di S . M . N u o v a . S p e d . in abb. p o s t . Gr. Ili - N. 144
UN SANTO AL MESE
MARGHERITA
20 luglio
«Chi ama il padre o la madre più di me,
non è degno di me. Chi ama la vita più di
me, non è fatto per il Regno dei Cieli».
Parole di Gesù, che hanno scosso come
un terremoto il cuore giovanile di Marina
di Antiochia, non ancora sedicenne.
Può un'adolescente, orfana di madre
fin da bambina, non essere visceralmente
attaccata a! padre? E può brutalmente rinunciare alla propria esistenza, mentre si
apre alla vota?
Marina era però matura prima de! tempo.
Il padre Edesimo, sacerdote pagano,
l'aveva affidata piccolissima ad una campagnola umile e povera, ma ricca delta fede cristiana. Dio sa trasformare quelle che
noi crediano disgrazie in doni inaspettati.
La bambina cresce nei campi, dividendo
giochi e lavoro con poche pastorelle.
Grandicella, resta colpita dal coraggio dei
cristiani, che accettano serenamente il
martirio per non negare Cristo. La nutrice
ne approfitta per parlare del Figlio di Dio
fatto uomo; e Marina si innamora senza
riserve di Gesù, assaporando la gioia di essere figlia di Dio lei stessa.
Passano pochi anni: ormai è una bella
ragazza piena di vita. Pensa al giorno in
cui il padre verrà a riprenderla, per sposarla ad un ragazzo di famiglia nobile. E se
fosse presentata ad un gióvane non cristiano? Quale sarà la reazione del sacerdote
pagano nell 'apprendere che la figlia è seguace di Gesù di Nazareth?
Superati appena i 1-5 anni, la battaglia
decisiva arriva improvvisa.
Si trova al pascolo insieme alle amiche,
quando passa il governatore Olibrìo diretto ad Antiochia. Il giovane soldato è calamitato dalla bellezza della ragazza e, informato che è di buona condizione sociale, te propone il matrimonio.
Lei mette subito in chiaro che è cristiana, e non intende cambiare idea.. Inutili
promesse e minacce. Olibrio conosce la
fragilità delle quindicenni, e la fa mettere
in carcere: pochi giorni di solitudine e di
fame la piegheranno!
La tradizione cristiana non parla di una
volontà di Marina orientata alla vita consacrata. Come ogni ragazza, probabilmente aspirava al matrimonio; ma preferisce immolarsi vergine per non tradire la
Fede.
Le antiche immagini, presentandocela
con un drago sotto i piedi, la croce in una
mano ed i Vangeli nell'altra, spiegano
chiaramente sotto i simboli quale fu la lotta e come lei ne uscì vittoriosa.
Gesù aveva detto: «certi demoni si vincono solo con la penitenza e con la preghiera».
Il drago rappresenta la doppia tentazione di rinunciare all'affetto del padre, ed
all'amore di un giovane ricco e potente; o
rinunciare all'amore di Cristo. Come met-
tere sotto i piedi il demonio che si presenta
con legittime aspirazioni umane?
La croce del sacrificio accettato, e la
preghiera alimentata dalla parola di Dio,
unici ed eterni mezzi di salvezza, sostengono la debolezza della natura umana. Dopo
pochi mesi, Marina accetta il martirio.
Il popolo te cambia nome in Margherita, che vuol dire «perla», simbolo di verginità e di grande ricchezza spirituale.
Il suo corpo, portato dopo molti secoli
nella chiesetta di S. Pietro sulle rive de! lago di Bolsena, nel 1145 viene trasportato a
Montefiascone, che ha la fortuna di scegliere questa «perla» come patrona.
Una bellissima statua di Arnolfo da
Cambio, nella nostra cattedrale, ce la mostra con un visetto rotondo illuminato da
un meraviglioso sorriso. Ai suoi piedi il
demonio non può nulla davanti alla croce
che Margherita solleva nella destra, mentre con la sinistra stringe a! cuore i Vangeli.
Un invito alle adolescenti che, davanti
ai comprensivi problemi del cuore, oggi
troppo precoci, nella Parola di Dio e nello
spirito di sacrificio, hanno aperta la strada
per una soluzione dignitosa e felice, senza
lasciarsi avvelenare dal permessivismo facilone che ha già distrutto troppe esistenze.
VEDI
PROGRAMMA
DELLA
FESTA
A PAG.
11
d. Virginio Manzi
Anche il mese
di giugno
non porta nuove
in Comune
Ecco la solita cronistoria: dopo la
burascosa seduta del 28 maggio terminata con le dimissioni del Sindaco
Renato Belardi, dimissioni provocate dal mancato accordo all'interno
della Democrazia Cristiana, i giorni
stavano trascorrendo con lentezza,
senza scosse e, come dice un noto
uomo politico, «abbiamo un tempo
di riflessione». Ecco che il gruppo
dissidente DC capitanato da Vincenzo Danti insieme a Maurizio Minciotti, Marziantonio Franco e Luciano Femminella inviano alla Segreteria Provinciale, alla Sezione di Montefiascone e al Sindaco dimissionario
un comunicato che chiede fermamente la convocazione del Consiglio
Comunale nel più breve tempo possibile. Quasi nel medesimo tempo il
Sindaco Belardi convoca il Consiglio
per il 17 giugno.
<Segue a pag. 5)
Dalla vita umile, nascosta
di Crispino un messaggio
per l'umanità di oggi
Domenica 20 giugno, alla presenza di migliaia di Viterbesi,
guidati dal Vescovo Boccadoro, il Santo Padre ha annoverato tra il numero dei Santi, Fra Crispino d a Viterbo, pronunciando un'omelia, di cui ripotiamo la 2 a parte.
Il primo aspetto di santità che desidero rilevare in San Crispino è
quello della letizia, la sua affabilità
era nota a tutti gli orvietani ed a
quanti lo avvicinavano, e la pace di
Dio che sorpassa ogni intelligenza
custodiva il suo cuore ed i suoi pensieri. Letizia francescana la sua sostenuta da un carattere ricco di comunicativa ed aperto alla poesia, ma
soprattutto derivante da un grande
amore verso il Signore e da una fiducia invitta nella sua Provvidenza.
«Chi ama Dio con purità di cuore —
soleva dire — vive felice e poi contento muore».
Un secondo Atteggiamento esemplare è certamente quello della sua
eroica disponibilità verso i Confratelli, come pure verso i poveri ed i bisognosi di ogni categoria. A questo
proposito, infatti, si deve dire che
l'impegno principale di Fra' Crispino, mentre umilmente questuava i
mezzi di sussistenza per la sua famiglia conventuale, fu quello di donare
a tutti aiuto spirituale e materiale,
divenendo espressione vivente di carità. H a veramente dell'incredibile
l'opera da lui svolta in campo religioso ed assistenziale, per la pace, la
(Segue a pag.
Il)
pag. 2
LA V O C E
Sono entusiasta...!
Carissimo Padre Corba,
ho ietto sul n. 5 de «La Voce» la Sua lettera ai
«Cari amici di Montefiascone» e riletto su quanto
parlò agli alunni delle scuole elementari e meai.\
alle m a m m e ed alle giovani coppie.
Ne sono rimasto alquanto entusiasta e tengo ad
esternarLe, a mezzo del nostro caro giornale, che
sò viene spedito anche a Lei nel lontano Bangladesh, la mia modesta adesione alla sua abiltà
nell'espletare con umana semplicità la sua missione evangelica nel nome di Gesù Cristo che predicò
ed insegnò ad amarci, come Lui ha amato noi, e
considerarci, senza distinzione alcuna, tutti figli di
Dio. Sebbene Ella sia partito giovanissimo per le
lontane terre di missione, comprese che l'insegnamento del Vangelo va esteso a tutti gli esseri sia
mussulmani, indù, animisti, ecc., e con entusiasmo si mise all'opera, a f f r o n t a n d o serenamente e
coraggiosamente sacrifici e rinunce per conoscere
la loro vita e condividerla il più possibile ugualmente a tale gente, con il lavoro, con l'esempio,
con il dialogo e con la parola di amore di giustizia
di fratellanza, a gloria di Dio e per il bene
dell'umanità.
Prosegua sempre, Padre carissimo, con tali
principi e non le mancherà mai l'aiuto della Divina Provvidenza; sono certo che, alla fine, raccoglierà dei frutti copiosi che, soltanto con
quell'amore Divino di fratellanza cristiana, si potrano raggiungere.
Infine, sono pienamente d'accordo con Lei quando accenna di condividere il pane con quei tanti
fratelli sparsi per il mondo che veramente hanno
bisogno anche di un pugno di riso per sfamarsi!...
E quanta più pace e gioia ci sarebbe in questa nostra breve ed egoistica vita se tutti, anche in minima parte, potessimo essere utili agli altri!
Con p r o f o n d a stima ed ammirazione, accludo
alla presente una mia modestissima o f f e r t a che il
nostro attivo Decano Parroco farà la cortesia di
rimetterLe (spero insieme ad altre); La saluto caramente con i più sentiti auguri di VITA, VITA,
VITA e di buon lavoro. L'abbraccio fraternamente
'
Alfredo Gaddi
La polemica tra consumatori
e Panificatori continua!
Gentile Direttore,
quale consumatore sento l'obbligo di intervenire nella polemica in atto fra una Consumatrice e i
Panificatori di Montefiascone e le chiedo, pertanto,
ospitalità per questa mia.
Ritengo utile ricordare, per quanti non ne fossero
a conoscenza, che questa polemica è sorta in eguito
alle constatazioni fatte da una Consumatrice la quale, prendendo lo spunto dal prezzo del pane praticato dalla Cooperativa panettieri di Orvieto, accusava i
Panificatori falisci di panificare male e a caro prezzo.
Ovviamente la risposta dei Panficatori non si è
, fatta attendere ed è stata chiarissima. Infatti, i Panificatori, dopo una «lenzuolata» polemica su certe
abitudini mattutine (ognuno ha le sue!), ci spiegano
perché il pane costa tanto: «... il Comitato provinciale Prezzi con delibera n. 19 del 23-3-82, sentite le
Organizzazioni interessate, ha stabilito il prezzo del
pane in lit. 1.000 il Kg.».
Quindi i Panificatori della Provincia e in particolare i Montefiasconesi sono stati obbligati a rispettare questa decisione. Ha capito signore? Se invece il
prezzo non fosse stato imposto dal C . P . P . i nostri
panificatori forse avrebbero diminuito il pane. Già in
passato, infatti, non ricordo se tutti o alcuni di loro,
furono denunciati all'Autorità Giudiziaria per aver
diminuito il pane. Proprio così! Avevano diminuito,
a parità di prezzo, il pezzo di pane da mettere nella
classica busta della massaia.
Proseguendo nella loro nota i Panificatori affermano: «...noi siamo tra quelli che pensano che venga operato ai danni di chi produce il grano, e cioè i
contadini, un feroce sfruttamento, ma è bene precisare che il pane si fà con la farina, e la farina ha raggiunto prezzi astronomici (47.000 lire al quintale)».
Pertanto, signori Panificatori, secondo questa vostra tesi il pane costa caro perché il Mugnaio sfrutta,
al tempo stesso, contadini e panificatori. Ma che
porco questo mugnaio!!! Chi lo avrebbe mai immaginato che una figura così bianca e candida come
quella del mugnaio potesse nascondere il corpo nau-
seabondo di un aguzzino, affamatore di genti! Suvvia, panificatori falisci, approfittate del vento favorevole e continuate a fare pressioni (o forse volete
farci credere che è l'Unione Consumatori a farlo) sul
C . P . P . perché vi accordi nuovi aumenti ma abbiate
il pudore di rispettare se non la nostra tasca almeno
la nostra — poca per la verità se rapportata alla vostra — intelligenza. Credete veramente che il consumatore non sappia fare i conti? E che non abbia
orecchie e occhi per sentire e vedere quanto basta?
Il buon senso vi impone di rispettare e non deridere questi consumatori che, bene o male, ancora vi
sopportano.
Dimenticavo, ho firmato questa mia lettera, anche
se ho chiesto al Direttore di pubblicare le sole iniziali.
Grazie per l'ospitalità.
B.L.
Ancora sul pane
che arriva dall'Umbria
Gentile Direttore,
ho visto che il buon pane che arriva dall'Umbria
ha irritato i nostri amci panificatori al punto che si
sono sentiti costretti, «loro malgrado», ad intervenire, mentre ne avrebbero fatto tanto volentieri a meno...
Devo chiarire, innanzi tutto, a quei panificatori
che non mi hanno capito, che nella mia precedente
lettera mi lamentavo di «vari» panificatori ma non di
«tutti» i panificatori. Vedo però che — coalizzati in
un'unica risposta — hanno inveito contro di me anche i panificatori di alto prestigio che io escludevo
categoricamente dal gruppo degli accusati. Pazienza!
Al momento in cui scrissi la lettera il pane umbro
costava cento lire meno al chilo; ora, è vero, il prezzo
è stato portato alla pari col nostro. Ma i negozi che
rivendono pane umbro a Montefiascone sono almeno cinque e non uno come vorrebbero sostenere gli
amici fornai.
Provocazioni? Nessuna provocazione: ho inteso
esercitare un mio legittimo diritto facendo uso del
suo giornale. Tutto qui!
Se i fornai sono degli instancabili lavoratori che si
alzano alla mattina alle tre e anche prima, ciò non
giustifica la cattiva qualità del pane. È un lavoro di
sacrificio? Ognuno fa le sue scelte: io ho fatto la mia,
loro la loro. Quel che guadagnano lo riscuotono loro
e non io, e nessuno li ha costretti, pistola in pugno, a
fare il mestiere del fornaio, non le pare?
In quanto ai miei presunti pruriti da placare nel tepore delle lenzuola, dico subito, con dolore, ai cari
fornai, che quando una donna è vicina alla stazione
dei settant'anni, ben più poco le resta da placare!
Quando ero negli anni verdi della vita, anch'io ero
mattiniera come loro; ma il forno, ahimé, è ormai
definitivamente spento e, quel che è peggio, non c'é
più nulla che possa alimentare la speranza di vederlo
di nuovo divampare. Rimangono poche cose da infornare a questa età, cari panificatori dallo spirito di
patate! Tra queste cose una fetta di buon pane inzuppata nel latte o nel vino. Ma se il pane non è come deve essere, mi sapete dire cosa rimane da infornare in una povera vecchia sdentata come me? A
proposito: nella lettera i fornai hanno dato tre risposte.
Manca la risposta più importante, quella del pane
bruciato fuori e crudo dentro. Come mai?
Azienda Nazionale Autonoma
delle Strade
All'On. Franco Bruni
Deputato al Parlamento
Illustre O n o r e v o l e ,
in relazione alla Sua segnalazione in m e r i t o alla richiesta del c o m u n e di M o n t e f i a s c o n e per la rettifica del
d o s s o e della curva in c o r r i s p o n d e n z a del civico C i m i t e r o ,
al K m . 97 + 500 della SS. n. 2 «Via C a s s i a » , mi è g r a d i t o
c o m u n i c a r L e che la relativa perizia è già stata r e d a t t a d a
q u e s t o C o m p a r t i m e n t o ed a p p r o v a t a dal C o m p e t e n t e O r gano Consultivo.
Si assicura che a p p e n a sarà qui p e r v e n u t o il prescritto
d e c r e t o di finanziamento, d a parte della Direzione Generale, cui la perizia è stata inviata per le necessarie p r o c e d u re a m m i n i s t r a t i v e , si p r o v v e d e r à al sollecito a p p a l t o dei
lavori richiesti.
C o l g o l'occasione per inviarLe i miei migliori saluti,
PIERO CASALI
All'Ospedale di Montefiascone
si operano anche novantenni
M i o p a d r e , A n n i b a l e M o r i n c a s a di a n n i 89,
ricoverato
d ' u r g e n z a presso l ' O s p e d a l e di M o n t e f i a s c o n e per « E r n i a
strozzata i n c a n g r e n i t a » è s t a t o s o t t o p o s t o ad intervento
c h i r u r g o dal p r o f . R e n a t o Garinei e dalla sua équipe a
t e m p o di record.
I n f a t t i alle ore 11 del 21 m a g g i o scorso dal p r o n t o socc o r s o veniva p o r t a t o in sala o p e r a t o r i a , m e n t r e v e n i v a n o
eseguite le relative analisi e alle ore 12 iniziava l'intervento. Il p r o f . Garinei riservava la prognosi di tre giorni sia
per la gravità dell'intervento c o m e per l ' a v a n z a t a età del
paziente, m a si esprimeva in q u e s t o m o d o : « q u e s t o giovanottone è una quercia».
O r a m i o p a d r e sta bene e tutti gli amici e le p e r s o n e che
lo c o n o s c o n o lo r i v e d r a n n o di n u o v o passeggiare s o t t o il
p o r t i c a t o del Bar Vittoria o lo i n c o n t r e r a n n o l u n g o la
s t r a d a m e n t r e a piedi raggiungerà il L a g o , c o m e faceva
l'estate scorsa.
S o l t a n t o chi h a un p a d r e a n z i a n o c o m e m e p u ò c o m p r e n d e r e la gioia che si p r o v a q u a n d o un c h i r u r g o restituisce la vita.
Sulla p o r t a d ' i n g r e s s o della sala o p e r a t o r i a dell'Ospedale di M o n t e f i a s c o n e si p o t r e b b e a f f i g g e r e un cartello
c o n la scritta: «Qui si o p e r a n o a n c h e p e r s o n e n o v a n t e n n i m a s s i m a g a r a n z i a » . Sai che fila di vecchietti?!...
Ed o r a per m e z z o del giornale « L a Voce» mi è gradita
l'occasione per ringraziare il P r o f . G a r i n e i e tutti i suoi
Collaboratori.
ALDO MORINCASA
La Lega per la lotta contro i tumori ringrazia quanti hanno dato il loro contributo, anche modesto, e
particolarmente fa grata menzione dei seguenti contribuenti:
A w . G iusto Frigo
1.000.000
Famiglia Alfonso Saraca 500.000
Prof. Alessandro Fioretti 250.000
Dott. Amalia e Maria Alberigi
200.000
Paolo Fioretti
200.000
Sig.ra Anna Frigo
200.000
Siate tutti generosi nel difendere la
vita in una sacrosanta battaglia.
Ma quella risposta, volutamente omessa — voglio
essere buona e onesta — la darò io: dall'uscita della
mia lettera ad oggi, il pane è sensibilmente miglioralo, segno che i miei rimproveri sono stati sentiti. E
speriamo che vengano sentiti ancora per lungo tempo.
Grazie, miei simpatici fornai! Grazie anche perché, così facendo, i soldi dei montefiasconesi potranno rimanere a Montefiascone invece che imboccare
le pericolose strade dell'Umbria. Potranno rimanere
nelle vostre tasche in primo luogo. E tornare nelle
nostre col girotondo che i soldi sono abituati a fare.
E in gamba, ragazzi! Non fate spegnere i vostri forni! Sarebbero affaracci vostri! Velo dice chi in questo campo ne sa qualcosa più di voi....
Grazie, signor Direttore, dell'ospitalità e mi consideri, come sempre, sua appassionata lettrice.
Lettera firmata
Gentile Signora, la Sua risposta, anche se condita
con un pizzico di humor (che non guasta), è molto
onesta e serena. Mi auguro che anche i fornai la
considerino tale e gliene vogliano dare atto.
LA VOCE
Mensile di Montefiascone
.
'
j
Direttore
AGOSTINO BALLAROTTOy
Responsabile
ANGELO GARGIULI
Direzione, Redazione,
Amministra?.ione:
01027 M o n t e f i a s c o n e ,
Via
Trento, 4 T e l e f . 86050 - c . c . p . 12158010 i n t e s t a t o a :
P a r r o c c h i a d i S . M a r g h e r i t a 01027 M o n t e fiascone - Viterbo.
S u p p l . a S. M a r i a N u o v a Reg. T r i b . V T
n . 153 d e l 30-10-1967.
Tip.
Viale
Q u a t r i n i A r c h i m e d e & Figli s.n.c.
T r i e s t e 133 - V i t e r b o - T e l . 32895
pag. 3
LA VOCE
Vecchie foto
Qusta fotografia risale al 5 giugno
1933, festa annuale dell'Arma dei Carabinieri. Nella foto si vedono parecchi rappresentanti dell'Arma benemerita, primi tra tutti il capitano Fortunio
e un tenente, in mezzo ai quali è seduto il pretore Gamberale.
In prima fila sono seduti, oltre ai tre
già nominati, il sig. Manfredo RosiliLuciani, il dr. Rufo Rubbi, l'avv. Felice Basili-Luciani, il cav. Giuseppe Volpini (vice podestà), il dr. Alessandro
Tamburini (segretario comunale) ed
un 'altra personalità, di cui ci sfugge il
nome. In seconda fila si riconoscono i
sigg. Vincenzo Piergiovanni e Muranti, il dr. Messina, il sig. Marcello Romoli, il preside Antonio Clausi Schettini, il dr. Fernando Boiardo, il direttore
de! Banco S. Spirito Enrico Frontini e
il M° Piero Pieri, diètro il guale si vede
il M° Giuseppe Battiloro con accanto
il sig. Luigi Ercoli. Proprio in fondo si
notano il Maresciallo Achille Della
Rosa, il dr. Riccardo Terilli e la guardia comunale Bonaventura Lanzi, davanti al quale spuntano i volti dei sigg.
Ruggero sensi e Giovanni Morleschi.
La foto è stata scattata nel piccolo
piazzale retrostante la vecchia Caserma C.C. situata in Via Oreste Borghesi.
L'anno dell'anziano
Dopo la panoramica di quanto il
Comune di Milano ha fatto e sta facendo per l'Anno dell'Anziano siamo
scesi a Viterbo.
Dobbiamo subito premettere che
siamo rimasti sconcertati dalla diversità degli, intenti e dalla pochezza delle
azioni che Viterbo ha messo in pratica
in questi primi sei mesi.
Il nostro interlocutore è l'assessore
Giancarlo Bettini che, malgrado la
mole di lavoro e di impegni ci ha concesso un poco del suo tempo per parla-
PERSONAGGIO
DEL MESE
re di questi anziani.
In Viterbo città di 58.000 abitanti
non si riesce a sapere quanti sono coloro che hanno superato i 60 anni.
Le facilitazioni che Milano ha concesso agli anziani qui sono sconosciute
e ne elenchiamo alcune: la tessera di
anziano che il Comune di Milano distribuisce a 60 anni, inviandola a casa
al compimento di questa età NON
ESISTE
a Viterbo NESSUNO
SCONTO nei locali ricreativi: cinematografi, teatri, concerti, musei.
NESSUNA facilitazione sulle Ferrovie Nord. Non si riesce a sapere se
l'ACOTRAL si sia mai interessata degli anziani che spesso, hanno necessità
di spostarsi da un piccolo paese all'altro.
I TRASPORTI URBANI lasciano
viaggiare gratuitamente gli anziani dopo 70 anni compiuti, mentre a Milano
l'anziano diventa tale a 60 anni quando và in pensione.
Quelle poche cose che il Comune di
Viterbo è riuscito a realizzare erano già
in massima parte esistenti e si riducono
a 2 centri polivalenti atti a riunioni sociali; locali muniti di tutti i servizi ricreativi e che danno la possibilità di
svolgere hobbies artigianali.
5 turni di soggiorno climatico a Riccione con partecipazione di spesa
dell'anziano regolata da quattro fasce
relative ai redditi dei partecipanti. I
turni sono di 13 giorni e tutte le domande, 260 sono state accettate.
Gite di turismo sociale di un giorno
con partecipazione di spesa regolata
come sopra.
Impiego degli anziani in attività sociali in particolare sorveglianza davanti
alle scuole sia per la viabilità che per la
prevenzione antidroga.
Ora ci è sembrato che si poteva fare
molto di più; per esempio l'anziano diventa tale a Milano a 60 anni mentre a
Viterbo a quanti anni? Per i trasporti
urbani a 70 anni.
Perchè nessuna sala di ritrovo, cinema teatro musei non praticano sconti
agli anziani?
.
Perché nei lupghi termali non ci sono facilitazioni specialmente ora che
l'assistenza sanitaria ha tagliato tutte
quelle concessioni che le vecchie mutue
davano ai lavoratori e anche ai pensionati?
Perché le ferrovie Nord non si adeguano a quelle dello Stato e istituiscono la carta d'argento che consente agli
Il Comune di Montefiascone
SONETTO
/i.
DOTT. paAvent
PATOLO
Cot/ ut/o D& SUO! CLIENTI
Or finalmente il Comissario spunta
Dì, — bianco fiore, — questo è un bene o un male!
Sé tu, per qualche bega personale,
Sempre propensa a silurar la giunta.
Per maggioranza reale, o presunta,
Cercando, una poltrona comunale,
Almeno la poltrona fosse uguale
A quella che Cambise ebbe trapunta.
Chiedendo il voto a l'ingannata gente,
Non dite che volete il forchettone,
Pur corrode l'acciaio il vostro dente.
Quasi è vergogna, — qui a Montefiascone
Credo per tacitar certa corrente
L ' A t o m o occorre, — in più l'alta tensione.
PICIOLLO DIODATO
Disegno di
ZELINDO GIAN LORENZO
anziani di viaggiare con sensibili riduzioni?
I progetti che il Comune aveva preparato erano molti, naturalmente con
impegni di spesa che la Regione ha
drasticamente tagliato.
Questo è Viterbo dove gli anziani
sono diversi da quelli milanesi, dove
non si sà neanche quanti sono e dove
l'anno dell'anziano finirà come quello
dell'handicappato in una bolla di sapone.
VITTORIO APOLLONI
Si sta preparando
il Corteo Storico
La seconda domenica di agosto il
Corteo Storico percorrerà di nuovo
le vie e le piazze della nostra città, facendo rivivere tra il rullo dei tamburi, gli squilli delle chiarine, lo sventolio delle bandiere e una fantasmagoria di colori un episodio che la leggenda ha mitizzato e il folklore ha
tramandato per quasi nove secoli.
Passeranno per le nostre stade cavalieri, dame, armigeri, scudieri nei varopinti costumi del sec. XI ed in
mezzo a loro avanzerà solenne, simbolo della libertà comunale, il carroccio, sul quale saranno issati la
croce e il gonfalone cittadino.
Il Corteo, cosi ricco ed imponente, merita una degna cornice perché
possa risaltare tutta la sua bellezza.
E la cornice sarà costituita dall'addobbo con cui saranno adornate le
vie percorse dalla sfilata, addobbo
che sarà costituito da bandiere, stendardi, festoni, ma anche da balconi
fioriti. Il Comitato per il Corteo Storico infatti sta per bandire un Concorso per assegnare la 3 a Targa
«Borgo Pittoresco» che sarà attribuita alla Strada o alla piazza che sarà stata abbellita dai suoi abitanti
nelle forme qualitativamente e quantitativamente più decorative, ivi
compresi gli adornamenti floreali.
La Commissione giudicatrice sarà
composta da artisti locali.
pag. 4
LA VOCE
Il tunnel della crisi
Il Comune di Montefiascone è di nuovo nel tunnel
della crisi dal quale sembrava essere uscito un mese
fa, dopo la lunga paralisi dei cui effetti negativi, purtroppo, ne fa le spese l'ignara popolaziomne falisca e
non certo i politici che l'hanno provocata.
Ad un anno esatto dalla sua elezione, Renato Belardi, sindaco di Montefiascone, si è, infatti, dimesso
per la terza volta e ormai, sembra, definitivamente,
dall'incarico affidatogli, a suo tempo, da una DC logorata da rancori e già divisa da spaccature, rivelatesi, poi, insanabili.
Per dodici lunghi mesi, Belardi non ha potuto
«esercitare» il mandato, perché impedito di fatto
dalle minacce di alcuni suoi colleghi di partito (si parla, più che altro, dei soliti «boss» venuti da lontano)
che lo hanno continuamente ricattato, più o meno in
questi termini: «Non convocare il Consiglio Comunale perché te lo mandiamo deserto e ne provocheremo lo sciogliemento. Limitati a fare solo riunioni di
Giunta. Questo finché vorremo noi...».
La colpa di Belardi è stata indubbiamente quella,
gravissima, di non essersi ribellato in tempo ma di
aver subito il ricatto. Ad onore della verità occorre
dire che questi gravi impedimenti iniziali, non furono
frapposti dal gruppo «fanfaniano» che solo di recente si è affacciato alla ribalta della crisi come «fustigatore del costume politico locale e acerrimo critico di
Belardi, ma — stando ai soliti bene informati — da
una corrente ben nota (si è parlato dei Coltivatori Diretti) che impedì a Belardi di «governare» a causa di
1* Edizione 1981
FESTA DEL LAGO
Il ristorante «Da Corrado» ha organizzato per il
secondo anno consecutivo la «Festa del lago» che
costituisce ormai la «classica di apertura» della
stagione balneare sulle fresche rive del lago vulsinio.
Anche questa volta si è trattato di una giornata
semplice, trascorsa dalle migliaia di persone convenute lungo la spiaggia del lago, all'insegna
dell'allegria e della riscoperta di valori ecologici da
difendere.
Al mattino, dopo la S. Messa celebrata sul bagnasciuga dal parroco delle Coste, Don Giuseppe
Fucili, si è svolta una gara di motoscafi cui hanno
partecipato un folto numero di motonauti. Al pomeriggio giochi all'aperto del tipo della cuccagna,
corsa del sacco, tombola, ecc....
Un plauso va doverosamente all'intraprendente
Renato, figliolo di Corrado e gestore dell'omonimo rinomato locale che, come lo scorso anno, si è
accollato il maggior onere finanziario e organizzativo per la migliore riuscita della festa.
UMBERTO G. RICCI
—
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ANAGRAFE CITTADINA
NATI
Luca Saraca di Cesare e Stefanoni Patrizia
Davide Giannini di Paolo e Fiani A n n a Rita
Elisa Santini di Carlo e Tofanicchio Marilena
Gloria Rodolico di Mario e Bartoli Eva
Anna Rita Cimarello di Luciano e Salmistraro Daniela.
MORTI
Gatti Viviana 1988 - Bacheca Angelo 1907 -,Menghini Fermina 1909 - Trapè Guido 1909 - Cicoria
Giuseppe 1930 - Marianello Domenico 1894 - Basili Luciani 1918 - Lo Faro Iolanda 1962 - Cicoria
Guido 1918 - Mingarelli Anna 1901.
SPOSI
Lamarra Giancarlo - Fabianelli Nicolina
Stefanoni Pietro - Tabarrini Leonella
Lucarelli Pietro - De Rosa Maria Flora
Vanni Maurizio - Uvini Anna Maria
Cacalloro Massimo - Sensi Maria Marina
Alberti Primo - Lozzi Vera
Rinaldi Franco - Carlaccini Anna
aspettative non del tutto soddisfatte.
Fatto sta che al recente Consiglio comunale, tutte
le rivalità e le contraddizioni dello scudocrociato, sono venute ancora una volta a galla ed il foltissimo
pubblico che gremiva l'aula consiliare ha assistito di
nuovo a quella che è stata definita con acume una
«sceneggiata» degna del migliore Mario Merola.
Belardi che si era gà dimesso, per l'ennesima volta,
cercava come sempre, la «solidarietà» del partito di
cui si professava fedele esecutore di ordini fino
all'estremo sacrificio; Morleschi (suo alter-ego) che
ribadiva la fiducia della DC (ma quale DC gli è stato
chiesto) al sindaco implorandolo di restare al suo posto; Danti, capogruppo e «ribelle» che rintuzzava le
accuse del suo gruppo e non prendeva in considerazione la richiesta diMorleschi di votare la fiducia al
sindaco, ma chiedeva piuttosto l'anticipazione all'ordine del giorno del Bilancio «per andare avanti con o
senza questo sindaco»...
Dall'altro lato i comunisti che sparavano a zero oltreché sul Belardi e colleghi anche sul PSI e PSDI rei,
secondo i compagni, di «tenere il moccolo a quella
DC... senza vergognarsi, e, come urlava Bevilacqua
«solo per esercitare la gretta politica del clientelismo
più sfacciato...» Il missino Battiloro invitava il sindaco a ritirare le dimissioni per il «bene comune». Delle
Monache che tentava in extremis, con uno «show»
personale, di salvare il salvabile, ma si perdeva in
«labirintici» (il termine è suo) giri di parole che non
sortivano effetto alcuno. Il capo carismatico dei
CC.DD. concludeva affermando che lui aveva «un
dubbio piccolo, ma atroce... (sic!). Non s'è capito di
cosa si trattasse.
Al momento del voto sulla fiducia al sindaco i
quattro «fanfaniani» Danti, Minciotti, Marsiantonio, Femminella, abbandonavano l'aula e rientravano subito dopo la «débàcle» di Belardi che raccoglieva soltanto tredici suffragi e decideva di andarsene a
casa.
«Bagarre» finale tra chi voleva il proseguimento
dei lavori e chi si accodava all'Assessore anziano,
Paolo Cagnucci, predecessore di Belardi, che con parole rotte dall'emozione per lo «spettacolo indecoroso» offerto dai suoi colleghi alla popolazione, dichiarava «sciolta la seduta». La parola, ora, al Prefetto.
MALAPENNA
Ristoratori viterbesi
a Convegno all'Hotel Italia
Il presidente dell'Amministrazione Provinciale,
Ugo Sposetti, ha presieduto a Montefiascone, presso
il ristorante «Italia» una riunione di ristoratori viterbesi, aderenti all'A.M.I.R.A.» (Associazione Maitre
Italiani Ristoranti e Alberghi), guidati dal fiduciario
cav. Rodolfo Roncadin.
Scopo dell'incontro era quello di esaminare la situazione turistica del viterbese con particolare riguardo ai problemi connessi con la ricettività alberghiera
e dei locali di ristoro per vedere di migliorare tutte le
capacità che il settore attualmente offre.
Per quanto riguarda il reperimento di perosnale
specializzato, è venuta a proposito, l'offerta del direttore della Scuola Alberghiera gestita dalla Provincia che prepara annualmente i giovani d'ambo i sessi
che intendano lavorare nel settore turistico alberghiero.
Fra i presenti ricordiamo oltre ai già citati Sposetti
e Roncadin il segretario generale dell'AMIRA Gaetano Monti che è anche fiduciario a Ginevra dell'organizzazione, il rag. Mario Paternesi per l'Associazione Commercianti e Sposetti per la Confesercenti,
il cap. Gianfranco Contona dei CC, il dr. Vincenzo
Ceniti direttore dell'EPT con l'ex presidente del sodalizio dr. Italo Arieti (presidente dell'EPT al tempo
della fondazione a Viterbo dell'AMIRA). il sig. Primavera della Martini & Rossi, il ristoratore Giorgio
Ceolin, Nando del «Pallone», Roberto Nicolai della
«Rondinella» ed ancora gestori di ristoranti di Marta, Gradoli, Soriano nel Cimino ecc....
A far gli onori di casa con simpatia e competenza
la signora Adele Cosaro e suo marito Mario gestori
dell'Hotel ristorante «Italia» scelto dal prestigioso
sodalizio dei maestri della ristorazione per il loro incontro.
UMBERTO G. RICCI
Lettera a Viviana
Ciao Viviana,
Ciao da una tua vecchia amica.
Tu sei ormai lontana, non puoi più tornare, ma ugualmente ti scrivo perché tu senta vicino il mio dolore.
Ricordi, ricordi quante volte abbiamo
scherzato insieme?
Gli amici comuni, l'estate, tutte le volte che
un tuo ciao, un tuo sorriso ha ridato allegria;
eri sempre allegra tu, sempre piena di vita.
Oh, Viviana, come è possibile? Non ci sei
più; non rivedrò più la tua immagine se non
appesa al gelido marmo di una muta tomba.
No! Sono convinta che tu non sarai una delle
tante; non una delle tante fotografie sul bianco marmo, ma unica perché viva, fra tutta
una schiera di coetanei che tanto hanno preso
parte oggi al dolore, che la mancanza di te ha
fatto nascere.
Il sole oggi non vuole splendere nel cielo;
forse le nubi sanno della tua morte, forse il
sole stesso soffre per te.
Ho i brividi; mi partono dal cuore insieme
al sangue e si spandono per tutto il corpo.
Inesorabile, un nodo alla gola questa mattina
mi impedisce di piangere; è proprio come un
anno fa, alla morte di mio cugino: non una
lacrima, queste sono riservate al silenzio,
piangerò quando sarò sola.
Ecco di nuovo quella fitta al cuore.
Ti rivedo; rivedo il tuo modo di fare; la tua
voce la sento, la sento e soffro, soffro tanto.
È vero, la vita è come un campo di fiori, ma
quando la falce passa, ogni fiore in boccio o
no viene strappato alla madre terra; solo le
male erbe restano, perché più resistente e duro è il loro cuore.
Cosa mai avrai provato? La vita è fuggita
senza lasciarti il tempo di gridare. Grida ora,
Viviana mia, grida perché tutti possano apprezzare la vita fin quando t'hanno.
Ho paura, ho tanta paura, non di morire,
non per me stessa; temo di dover soffrire ancora come oggi, temo di provocare un giorno
tanto dolore al cuore delle persone che amo.
Io oggi soffro per te, soffro! Ma più di me
soffre chi più di me ti era vicino, chi più di me
ti amava; chi, per rimorso, piange incoso/abile.
Viviana, aiuta tutti noi!
Sono fiorite le rose, tante belle rose. Oh,
potessero appassire tutte, potesse sbocciare a
nuova vita il timido fiore della tua esistenza!
Ciao Viviana, saluta il Padre che ti siede
accanto.
LAURA
ZAMPETTA
3" D «Manzoni»
pag. 5
LA VOCE
Montefiascone ieri e oggi
Terre falische - La Valle e i suoi fedelissimi L'irrigazione
/ concittadini neI loro tempo libero e
coloro che si trattengono per turismo o per villeggiatura qui a Montefiascone, non possono fare a meno
di portarsi alla Terrazza di Borgheriglia, quale luogo obbligato per godere del meraviglioso quadro
panoràmico che vi si offre. La pittoresca
Valle lambita in fondo dalle acque
de1 luminoso lago appare in tutta la
sua armonia di forme in cui si adagiano piante e colture e che richiama
DALLA PRIMA PAGINA
Anche il mese di giugno
non porta nuove
in Comune
Oltre i soliti 100 argomenti da trattare, al numero due dell'ordine del
giorno si presenta la presa d'atto delle
dimissioni del Sindaco.
Data fatidica, 17 giugno, già i superstiziosi annotano la data e pronostica* no brutte novelle. La seduta programmala per le ore 16,00 inzia alle 17,00
con una poco educata ora di ritardo;
presenti 28 si apre la seduta con la parola al rappresentante della Lista Civica che richiede la lettura del verbale
precedente.
La lettura viene effettuata dal Segretario, Pro-Domo sua, , in quanto non
esistendo un microfono si sente soltanto un salmoniante mormorio interrotto di tanto in tanto da proteste dei
consiglieri e del pubblico che folto è
presente dietro la transenna.
Si passa al punto due, la parola al
consigliere della DC Morleschi, questi
chiede il ritiro delle dimissioni del Sindaco proposta che è accolta fra mormorii del pubblico e dai consiglieri
dell'opposizione; alla proposta Morleschi si associa il consigliere Delle Monache e si ha l'impressione che i partecipanti vogliono risolvere definitivamente la situazione per il bene del paese per scongiurare la venuta del Commissario Prefettizio con l'approvazione del bilancio.
La proposta di dare la fiducia al
Sindaco dimissionario viene posta ai
voti ed ecco la soluzione: votanti 28; si
13; no 11, astenuti 2.
I dissidenti DC hanno mantenuto
fede al loro punto. Il Sindaco lascia
definitivamente il suo mandato. L'assessore anziano Cagnucci dichiara
sciolta la seduta.
Montefiascone è acefala. S i attende
che il corego ratifichi le dimissioni di
Belardi poi si convocherà il nuovo
consiglio e le elezioni per il nuovo sindaco.
Previsioni? Impossibile farne; in
piazza le discussioni si accendono, gli
sguardi verso il Palazzo del Comune
non sono certo amorevoli e il riferimento alle elezioni future si fa sempre
più frequente anche se poi nella cabina
elettorale non cambierà quasi nulla e
tutto proseguirà come al solito.
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vare, vedere crescere alberi e piante,
l'origine del celebrato vino est! est!!
seminare, far sovesci, portare stallaest!!! Si estende per oltre 1600 ettari
tico un tempo a mezzo di asini, per
catastali nel perimetro che sta tra le
la concimazione;
godere del loro
due opposte strade Cassia e Verentana e che l'abbracciano in gran parte frutto costituito di granaglie, fagioli,
patate, ceci, ortaglie, frutta di sta
e le acque del lago e fin
dall'inizio
gione e più di tutto uva e olivi. Il solo
delle case delta città, in una posiziooliveto dei Mauri dava un prodotto
ne climatica privilegiata. Ha coltivadi 1000 quintali annue di olive.
zione intensiva di viti, olivi, orti e
frutta, ed è coronata alle pendici di
Certo è che la valle come si presenboschi e annosi castani.
ta attualmente,
con quelli spazi disalberati non ha niente a che vedere
La più elevata Rocca è certamente
con quella di 25-30 anni fa quando le
più ricca di sconfinate terre aperte
viti erano fittamente
sostenuti
da
all'intero campo visivo che presentano tante varietà e componenti
della pergole in stretti filari di vecchie vigne i cui tralci di varia qualità erano
natura, ma questa valle è la parte teratte a dare nel frutto mescolato la
riera di Montefiascone
la più antica,
specificità
del nostro Est!
Est!!
la più amata, la più famigliare, la più
Est!!!. Ad esse, si alternavano nei f i
curata dagli agricoltori abitanti nel
lari, le più alte piante di olivo così da
centro storico, legata da sempre ai
omogeneo
sudori di questa eletta proba gente. formare un ininterrotto
manto di verde. Le gelate de! 1929 e
L'affetto ad ogni pezzetto di terra in
1956, la filossera e soprattutto
la
cui è divisa, è ancora vivo da quelli,
ormai pochi, che sono rimasti attac- sproporzione del reddito in confron
to a quello ottenuto dalle nuove in
cati alla sua coltivazione dopo gli avdelle attività
venuti cambiamenti e trasformazioni dustrie e l'incremento
terziarie, hanno concorso allo scosociali che hanno determinato
lo
agriscoraggiamento
delle campagne. Ivi raggiamento della popolazione
si è svolta una specifica attività arti- cola. Qunate vecchie vigne esistono
tutt'ora?
Vi rispondono
con rimgianale ne! corso delle quattro stagioni per l'intera vita, nella dignitosa pianto indicandovi le poche rimaste
nelle zone del Cerquitello, delle Mo
libertà da soggezioni, sotto un vasto
lare, la Casetta, Balsemella, S. Ma
cielo che non dà restrizioni, né vincoli, in cui si può liberamente agire e ria, la Fratta, il Fuso, Ponte dell'Elimpianti
cantare insieme, in un immediato go- lero. Vi indicano i nuovi
con viti americane qua e là a S. Madimento di visualità e di
profumi.
ria, Cerquitello,
Pantano,
ValleroQui quelle famiglie hanno cresciuto
Palombaro.
figli e nepoti istruirsi all'arte agrico- sceto,
la, vera civiltà contadina, in un 'azioCosì come con dolore vi indicano
ne dell'animo immediata e diretta,
la ormai spoglia ma sorprendente deconcepita in una simbiosi di pensiero
e di opere ricambiati
generosamente lineata collinetta posta al centro della conca detta de! Montarone ed alin un fatto di amore (la terra si sa,
non è ingrata). Non era possibile en- cuni delimitati nuovi impianti di olivi canini, seguendo i percorsi delle
trare a coltivare nella valle se non si
varie caratteristiche stradette, con i
era riconosciuti capaci e degni, veri
loro
nomi. Ma ora, se anche i tempi
maestri per quel genere di lavori.
Appoggiati ai parapetti de! Belvede- abbiano permesso un notevole camre si ha occasione di incontrare i vec- biamento dell'antico ambiente agrìchi pensionati agricoltori a conversa- colo, ci si attende che le nuove piantagioni abbiano ad intensificarsi e
re e dialogare sul tempo,
sull'andamento delle stagioni, le previsioni in far scomparire quei poveri e brutti
ferite
relazione allo stato delle colture e le spazi vuoti, che sembrano
parole rimangono sospese e gli occhi aperte nel cuore di quella ferace terra
si fissano laggiù con la nostalgia del e si abbia a realizzare di nuovo una
valle, una conca d'oro
lussureggianlungo tempo vissuto tutt'uno
con
te
di
un
totale
meraviglioso
verde.
quella natura che diede loro la soddisfazione di vivere e piantare, conserVINCENZO
CARELLI
Giochi della Gioventù 1982
Gli alunni della «Manzoni» si sono fatti molto onore nella fase provinciale dei Giochi della Gioventù.
Hanno infatti partecipato a tre
tornei: calcio, pallacanestro e pallavolo.
Nel torneo di calcio (cat. B) la
squadra non è stata ammessa alla finale soltanto per la differenza reti (1
gol di meno rispetto al Grotte di
Castro).
Nella pallacanestro i ragazzi della
«Manzoni» (Camillo Castellani,
Mauro Mari, Augusto Calandrelli,
Antonio Marinelli, Massimo Fiorucci. Paolo Manzi, Marco Jacopucci,
Marco Cadau, Riccardo Guarducci e
Giuseppe Torri) hanno disputato la
finalissima provinciale con la squadra della Media di Tarquinia, classificandosi al secondo posto.
Nel torneo di pallavolo, mentre la
squadra B veniva eliminata nelle
qualificazioni, la squadra A, forma-
ta da Fabrizio Belli, Gennaro Centaro, Luigi Marziantonio, Maurizio
Mezzetti e Alessandro Naro (tutti ragazzi del 1970), vinceva il girone finale, di cui diamo i risultati:
MANZONI «A» - PINZI (2-0)
(15-13; 15-12)
MANZONI «A» - BLERA 2-0
(15-13; 15-13)
Questa squadra parteciperà in autunno alla fase nazionale. Bravi, ragazzi, e auguri!
Ma gli allori non sono stati soltanto per i maschi.
Le bambine Raffaela Napoli e
Francesca Pieretti, tesserate presso
una squadra di ginnastica artistica di
Viterbo, si sono classificate con la
loro formazione al primo posto nella
fase provinciale, conquistando cosi il
diritto di partecipare alla fase nazionale. Forza, farfalline, e anche a voi
«in bocca al lupo!».
Tutti sappiamo che l'acqua è il
principale costituente di tutti gli organismi viventi, vegetali compresi.
Da ciò si comprende quale importanza riveste l'irrigazione in agricoltura. Inoltre, l'acqua consente la traspirazione delle piante sotto f o r m a
di vapore acqueo, tale e quale agli
animali, contribuendo fra l'altro,
all'ascesa della linfa dall'apparato
radicale e all'attenuazione del calore
del sole sulla superficie fogliare. Non
p u ò sorprendere, pertanto, che l'acqua spesso sia fattore limitante della
produzione agraria e la causa prima
di un'agricoltura povera. Ma anche
dove le piante forniscono un certo
prodotto in coltura asciutta, l'introduzione della irrigazione, aumenta
enormemente la produzione. L'irrigazione p u ò conseguire progressi addirittura rivoluzionari, pur con le
difficoltà che essa presenta nei terreni argillosi.
L'esempio più evidente ci è dato
dall coste settentrionali ed orientali
della Sicilia, ove l'irrigazione consente la prosperità della coltura
agrumicola, a fianco di zone asciutte
dove si pratica una magra cerealicoltura. L'acqua consente estese colture
foraggere, già di per sé grandi miglioratrici del terreno, e queste, l'allevamento del bestiame, potente
fonte di lavoro e di reddito ed il cui
letame migliora ancora il terreno,
rendendolo idoneo a colture più esigenti e più ricche ed elevando ulteriormente le produzioni.
Fino a poco tempo fa i sistemi di
irrigazione erano tutti basati sullo
scorrimento dell'acqua al suolo, tenendo conto delle caratteristiche e
della formazione del terreno, ed alla
disponibilità di acque superficiali.
Oggi abbiamo il sistema d'irrigazione per aspersione o a pioggia, il più
recente ed anche il più diverso.
Chiunque sa che consiste nell'immettere l'acqua in pressine entro tubature metalliche munite di ugelli
spruzzatori, dai quali esce finemente
suddivisa. Si distinguono impianti
fissi, semifissi e mobili, a seconda
dell'entità delle- attrezzature da spostare nel corso dell'irrigazione. I
principali vantaggi consistono nel
fatto che il sistema richiede limitate
quantità di acqua e non esige alcuna
sistemazione del terreno.
Tali vantaggi si sono dimostrati,
in pratica, tanto preziosi da far sorvolare gli agricoltori sui difetti additati dagli studiosi: irregolare distribuzione dell'acqua se tira vento, più
facili attacchi crittogamici per la bagnatura delle foglie, ecc.
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I
pag. 6
LA VOCE
Sorridente è uscito di casa
per non fare più ritorno
È con tanta tristezza che comunichiamo la tragica e repentina scomparsa dell'Avv. Vincenzo
Basili-Luciani, avvenuta il 10 giugno u.s., per uno
spaventoso incidente d'auto.
Non mi è difficile parlare di Lui, perché in ogni
età, dalla fanciullezza al momento della sua morte, siamo stati profondamente e disinteressatamente amici.
Il caro Enzo, cosi lo chiamavamo, considerava
l'amicizia senza limiti di tempo e di spazio. E parlando di amicizia cosi si esprime in alcune lettere a
me indirizzate: «Ieri sono stato a pranzo da Rondinella con Vittorio Giusti, Rodolino Tonino...
Tutte le settimane stiamo insieme, a volte con
qualch'altro vecchio amico. E siamo contenti! E
mi è venuta malinconia e tristezza, non tanto perché tu non c'eri quanto per la tua... assenza estiva
da Montefiascone». E ancora: «Non so se te l'ho
mai detto (certamente no) quando ti trasferisti da
Montefiascone (a Roma) io piansi».
L'intelligenza vivissima, l'attitudine al lavoro e
il temperamento conciliante, la cordialità del sorriso (quando sorrideva) e la mitezza dell'arguzia
che naturalmente gli affioravano dalle labbra e
dagli occhi, lo rendevano caro a tutti, sia a Tarquinia dove risiedeva, sia a Montefiascone dove
era nato e dove spessissimo si recava, e così a Viterbo, a Civitavecchia e a Roma dove svolgeva il
suo lavoro di avvocato.
In tutte queste città, quanti lo avevano conosciuto hanno ampiamente manifestato profondo
cordoglio per la sua scomparsa. Nessuno,'infatti,
può dimenticare la signorilità dei suoi tratti, la
sensibilità del suo animo, la generosità verso gli
umili e i bisognosi, la sua disponibilità verso tutti.
Egli amava intensamente i fanciulli, anche perché figli non aveva. Dopo tanto lottare era riuscito
ad ottenere una bambina, che solo per poco rallegrò la sua vita. Quando gliela tolsero provò un dolore indicibile. A tale proposito mi scrisse: «Nella
debolezza di riflessi e percezione intellettiva, derivatami dalla sofferena per la perdita di
Barbara...». E in un'altra lettera: «... ero in una
prostrazione fisica e psichica per la perdita della
bambina!».
Ora che aveva ottenuto il conforto di avere con
sé la piccola e bella Sabina, della quale andava orgoglioso, ora che era felice di sentirsi chiamare
«papà», la morte l'ha voluto carpire con fulminea
violenza.
La sua immatura scomparsa ci sia di ammonimento a stare sempre pronti alla «divina chiamata». Ora possiamo essere vicini a Lui solo con le
nostre preghiere, con le quali imploriamo anche il
conforto della Fede per la cara e dolce moglie Maria, per il fratello Mario, per le sorelle Lola e Maria e per i familiari tutti.
CHECCO PRESCIUTTINI
CHE SUCCEDE ALLA U.S.L.?
Risponde il Dott. Francesco Rollo
Egregio Direttore,
Sono un operatore sanitario della USL VT/1 ed
ho avuto modo di leggere sul numero di Giugno 1982
del giornale da Lei diretto un articolo dal titolo «Che
succede alla USL?», firmato dal sig. Corrado Pigliavento. Le devo confessare che sono rimasto perplesso per alcune dichiarazioni fatte da questo signore ed
a tal proposito avrei delle osservazioni da fare.
In primo luogo mi sembra assai strano che un rappresentante della USL affermi che i problemi sanitari
del Presidio Ospedaliero di Acquapendente dovevano essere risolti prima dell'entrata in funzione della
Riforma sanitaria. Non è forse il Comitato di Gestione il rappresentate popolare delle aspettative di tutti i
cittadini della USL, acquesiani compresi? Perché
non dare la colpa delle attuali carenze del nosocomio
acquesiano non solo ai presidenti delle vecchie Amministrazioni Ospedaliere, ma addirittura al fondatore dell'Ospedale stesso?
Sono stato presente in qualità di rappresentante
sindacale medico della C.l.M.O. a numerose riunioni in cui era presente anche il sig. Pigliavento, il quale
non ha mai difeso l'Ospedale di Acquapendente o
quanto meno non ha mai maifestato la sua disponibilità a risolverne i problemi.
Il presidio ospedaliero di Acquapendente {e questo
IMPORTANTE
Lo scorso anno, per riparare il tetto
del coro, alcuni cornicioni ed altri lavori, con l'aiuto di tanti generosi ^che
ancora sentiamo il dovere di ringraziare, abbiamo speso circa 14 milioni.
Quest'anno abbiamo altri lavori urgenti: è letteralmente caduto il tetto
che dà sopra la cappellina, forse a causa della sporcizia lasciata dai piccioni,
e l'abbiamo dovuto rifare completamente, anzi pensiamo di coprirlo con
lastre di piombo, per impedire di nuovo sporcizia e deterioramento; abbiamo dovuto ritoccare il muro sottostante, rifare i canali per lo scarico dell'acqua, chiudere l'apertura vicino alla
porta d'ingresso della cripta, riporre in
sesto la pietra caduta dal cornicione
ecc. ecc.
La chiesa cattedrale non riceve sussidi da alcuno: né dallo Stato, né dal Comune, né da altri enti. Deve sopravvivere con le poche offerte che si racimolano la domenica in chiesa. A n d i a m o
avanti con ciò che si ricava dalla generosità dei falisci.
Il C a p i t o l o cattedrale, che ha già generosamente contribuito per le spese
dell'anno scorso, tende la m a n o a tutti
c o l o r o che s e n t o n o p r o p r i a e si v a n t a n o g i u s t a m e n t e della m o n u m e n t a l e
chiesa.
Ci permettiamo di ringraziare da
queste colonne la Banca Cattolica che
ha progresso di accollarsi il gravoso lavoro di ritoccare le pitture del coro, rovinate dall'acqua piovana, prima che
fosse aggiustato il tetto stesso del coro.
Ci permettiamo di ringraziare il Comune* di Montefiascone, che ha promesso di intervenire, in favore della
chiesa cattedrale, con il prossimo bilancio. M a , stante l'aria che tira, a
quando la realizzazione?
Infine vogliamo ringraziare in anticipo tutti coloro che vorranno fare
qualcosa per la loro chiesa cattedrale.
è bene che i suoi lettori lo sappiano) svolge attività
assistenziali che sono quanto meno pari se non superiori alle prestazioni dell'Ospedale Falisco, con una
organico medico e paramedico e ausiliario, che è della metà.
Per quanto riguarda poi il riferimento alla Divisione di Medicina di Montefiascone, la sua équipe è formata da persone preparate professionalmente, che il
personalmente conosco e stimo e che non mi sembra
abbiano bisogno di essere difeso dal sig. Pigliavento.
Semmai la decisione del Comitato di Gestione,
contrastata dal Pigliavento, di trasferire provvisoriamente uno dei due assistenti straordinari dal Nosocomio falisco a quello acquesiano era dettata da manifeste esigenze di servizio, che avrebbero garantito la
funzionalità del presidio.ospedaliero di Acquapendente in attesa di potenziare gli attuali organici.
SOSTENITORI: Scoponi Salvatore, Buroni
Concludo queste mie brevi osservazioni domandando a me stesso e a Lei, sig. Direttore, se non sia Vincenzo, Pigliavento Corrado, Lozzi Pietro, caopportuno che in seno al Comitato di Gestione della relli Bernardino, Morucci Adele, Belleggi Angelo,
USL vengano nominate persone che rappresentino le Bandini Angelina, Morleschi Checchino, Giraldo
istanze di tutti i cittadini e non solo di una parte di Venanzio, Ceccarelli Sr. Rita, Montebove Ruggero, Corba Angelo, Chicchiricchì Giorgio, Angeloessi (quelli che portano i voti).
ni Domenico, Vecchio Salvatore, Loreti Anna,
Cordiali saluti.
Dr. FRANCESCO ROLLO Rosetto Livio, Leonardi Francesco, Piciollo AdalAiuto Medico - Presidio Ospedaliero di Acquapendente gisa, Mezzoprete Franco, Pepponi Antonietta,
Andolfi Rosa, Iacoponi Giulio, Cesarini Domenico, Mecali Luigi, Carioti Pasquale, Liberti Calisto, Anna Crocetti in Piovanelli, Crocetti Assunta, Minciotti Guido, Brachetti Lanzi Anna, Carelli Alberto, Capocetti Ivan.
AMICI: Biagioni Adele, Maiucci Mimmo, Carletti Vincenzo, Piergiovanni Vittorio, Tacchi Agostino, Moschini Arzildo, Mecali Dante, Giraldo
COSTRUZIONI DI
Franco, Morleschi Olimpia, Gaietti Giovannina,
VERANDE PER BALScarino Avigno, Antonelli Teodoro, Severini Irene, Perello Cesare, Gentili Corinna, Fetoni Elsa,
CONI • RAMPE PER
Scoponi Amedeo, Pezzato Angelo, Giraldo GiuSCALE • CANCELLI
seppe, Belella Sante.
Benemeriti de La Voce
I. M. A.
Infissi Metallici Allumìnio
di VERZELLI ALBANO
Via Cannelle
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Montefiascone
PER CIMITERO •
VETRINE • PORTONI • TRAMEZZATURE INTERNE
Amici della Cattedrale
Sono entrati far parte degli amici della cattedrale: Tofi Marisa, Leonardi Enzo, Marina Sensi
e Cacalloro Massimo; i parenti in suffragio di Assunta Ricca; Volpini Settimia; Paolini Secondo;
Marzetti Dora, Rolletta Maria, Liverzani Francesca, Benedetto Rocchi, Palmira Stefanoni.
pag. 7
LA VOCE
C o n o b b i Alma a Montefiascone, dove io
risiedevo da alcuni anni.
Lasciati gli studi per motivi familiari (mia
madre era molto malata), entrai a far parte
dell'Azione Cattolica dove per anni militai
come dirigente diocesana e dove ebbi la possibilità di seguire la mia vera passione; dialogare con la gente e soprattutto scrivere.
Alle nostre adunanze di Consiglio prendeva parte la professoressa Ines Zanzani di Viserba (Rimini) che insegnava nell'Istituto
Magistrale delle Benedettine. Un giorno la
professoressa Zanzani ci presentò una giovane collega di Pesaro, che per un a n n o avrebbe insegnato lettere nel suo stesso Istituto: la
giovane professoressa, laureatasi da pochi
mesi alla Cattolica di Milano, si chiamava
Alma Ioni, oggi signora Forlani. Tra me e
Alma si stabilì una immediata corrente di
simpatia. Coetanea, ci somigliavamo anche
nel fisico, sebbene diverse nel temperamento; lei calma e ponderata, io esuberante e entusiasta, ma forse era proprio questa diversità nel m o d o di sprimerci e di essere, che compensava l'una e l'altra.
La mìa
amica
ALMA
FORLANI
Ciò che ci univa p r o f o n d a m e t e erano i sentimenti: l ' a m o r e per l'arte, per la natura, per
la letteraura e la poesia. Presentai Alma ai
miei genitori ed ella ritrovò nella mia famiglia, il calore della sua, che le era lontana.
Ancora oggi Alma ricorda con tenerezza e
a f f e t t o mia madre che l'accolse come una figlia e ogni volta che siamo insieme, non possiamo fare a meno di nominare i nostri genitori, dei quali conserviamo gelosamente
l'eredità di amore e di saggezza, lo spirito di
sacrificio, la fede che fu luce e guida alla loro
esistenza. Intanto Alma cominciava ad ambientarsi alla nuova vita e l'amore per l'insegnamento dava i primi frutti. Le alunne Alma Korlani (a destra) insieme a Laura Benedetti
dell'Istituto Magistrale, poco più giovani di Esposito.
lei, giudicavano impegnata, sicura, capace,
la loro professoressa di lettere che amava in consapevolezza del suo dire, la serietà che
particolare il Manzoni, sul quale ella aveva era il riflesso di una fede viva e radicata. Alfatto brillantemente la tesi di laurea, meri- ma continua a parlarmi di «lui», della sua
tando 110 e lode. Ancora oggi, mi parla con vocazione per la politica, verso la quale di
entusiasmo delle ore passate a Brera, nella già erano tese le sue forze e le sue aspiraziocasa del Manzoni in via del M o r o n e , per ap- ni. Di tanto in tanto sfugge ad Alma una paprofondire la sua conoscenza sullo scrittore, rola dolce nei riguardi del giovane ed io c o m ricercando e studiando manoscritti e docu- prendo la serietà del suo sentimento, che la
menti. Intanto Alma scopre insieme a me la pervade e ne riempie il cuore. Trascorrono i
stupenda cittadina che la ospita: Montefia- mesi e Alma è spesso a casa mia e, q u a n d o
scone. Visitiamo i monumenti più insigni, può, mi segue nei convegni di A . C . che si
dalla Cattedrale, alla Rocca dei Papi, il pun- tengono a R o m a o a Viterbo; a m a conosere
to più alto e suggestivo di Montefiascone, luoghi nuovi, si interessa ai loró costumi, aldove convenne anche il Petrarca, oltre ad es- la loro vita, alle opere d ' a r t e . Intanto conosere la residenza estiva di molti pontefici ro- sco sua madre e sua sorella che vengono a
mani. Ma ciò che più entusiasma Alma è la trovarla a Montefiascone. Si stabilisce anche
vista del Lago di Bolsena, una «perla» inca- con loro, una reciproca a f f e t t u o s a simpatia e
stonata tra i monti volsini e al quale si accede la m a m m a di Alma è felice che sua figlia abattraverso una valle rigogliosa e fertile. Su bia trovato una vera amica e una famiglia
quelle rive ancora incontaminate, sciogliamo dove ella possa sentirsi a suo agio.
i nostri sogni e le nostre speranze. Ci scamGiungono così le vacanze estive; d o p o gli
biamo le prime confidenze; Alma mi parla di
un giovane di Pesaro di nome A r n a l d o For- esami Alma parte per Pesaro per ritornare a
lani. Incuriosita le d o m a n d o chi è, cosa rap- Montefiascone soltanto per gli esami di ripa^
presenti per lei. Un p o ' vaga e sognante mi razione. Infatti ella resterà a Pesaro, anche
parla di «lui» come se parlasse a se stessa, perché era t r o p p a J a lontanaza che la divideforse per scoprire i propri sentimenti che la -vsrdai suoi cari. Inizia tra me e Alma una
lontananza stava certamente m a t u r a n d o . El- corrispondenza epistolare che tiene sempre
la ritorna con il pensiero indietro di qualche viva la nostra amicizia. Ci raccontiamo tutto
a n n o e continua a palarmi del giovane, di ciò ciò che ci accade e sentiamo; dai momenti di
che di lui fece maggiormente presa nel suo gioia a quelli di tristezza, agli avvenimenti
cuore. Una sera di un Venerdì Santo... Si più significativi che si susseguono intorno a
snodava per le vie di Pesaro la processione, i noi.
giovani di Azione cattolica commentavano la
Trascorrono due anni e Alma è ormai fiVia Crucis. Di uno di questi, Arnaldo Forla- danzata ufficialmente con Arnaldo, mentre
ni, la colpisce la voce pacata, la p r o f o n d a per me giunge il matrimonio. Con mio marito decidiamo che la prima tappa del nostro
viaggio di nozze, sarà Pesaro. Riabbraccio
Alma e i suoi genitori che mi accolgono con
gioia. Pochi attimi prima del nostro arrivo,
mi dice Alma, era uscito Arnaldo dalla sua
casa per partire per R o m a , dove svolgeva la
sua attività politica.
E a R o m a ci ritroviamo con Alma, d o p o
alcuni anni, felici di essere di nuovo vicine
d o p o tanti anni. Vado a trovarla nella sua
casa all'Eur e lì rivedo con gioia anche i suoi
genitori; ma f u l'ultima volta, perché, d o p o
qualche tempo Alma doveva perderli entrambi.
Ma non abbiamo il tempo di frequentarci;
di tanto in tanto ci sentiamo per telefono per
le cose più importanti. Io seguo attraverso i
giornali e la televisione l'escalation politica
di Arnaldo Forlani e mi sento spiritualmente
vicina ad Alma.
Intanto ho preso a scrivere su «La Voce»:
pubblico un diario a puntate; sono i miei ricordi di adolescente sull'ultima guerra. Ma
di t a n t o in tanto sullo stesso giornale cominciano ad apparire le mie poesie. Ad A l m a ,
che pure sapeva che avevo ripreso a scrivere,
non dico subito della mia attività poetica,
voglio che la scopre da sola. Due mie poesie,
una dedicata a R o m a straziata dalla violenza e sconvolta per l'uccisione di Aldo Moro, l'altra ispiratami d a l l ' A n n o Internazionale del Bambino, vincono il «Premio Roma».
Alma apprende da quotidiani che riportano il mio nome e il titolo delle poesie; mi telef o n a esultante di gioia! Immediatamente
m a n d a a prendere tutte le poesie fino allora;
vi si immerge riscoprendo sentimenti, ideali,
gli stessi che ci avevano a c c o m u n a t o e che le
vicissitudini non avevano minimamente scalfito o logorato. Da allora Alma segue attenta
la mia poesia; la legge sui quotidiani, l'ascolta alla Radio vaticana, si intenerisce q u a n d o
rievoco il mio incontro con M a d r e Teresa di
Calcutta.
È ripreso così il nostro dialogo, un dialogo
che, in un m o m e n t o tanto triste per il nostro
Paese, ci c o n f o r t a e molto spesso si tramuta
in attesa e preghiera.
Laura Benedetti Esposito
TIPOGRAFIA
GRAFFIETTI
Via O r v i e t a n a - Tel. 8 6 8 0 7
MONTEFIASCONE
Un modernissimo impianto
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partecipazioni
pag. 8
LA VOCE
FRATE CRISPINO
è ormai nella schiera dei Santi
Abbiamo mandato... Montefiascone a Roma, a
San Pietro, per prendere parte alla solenne cerimonia di Canonizzazione di quel figlio della nostra terra di nome Crispino.
I dirigenti della Compagnia teatrale «Giuseppe
Gianlorenzo» e della Pro-Loco, hanno messo in
un cesto alcune bottiglie di vino, lo hanno consegnato a due ragazze, vestite nell'antico costume
contadino locale, ed hanno detto loro: «Portate
questo vino al Papa e ditegli che è per Crispino,
per quel fraticello cappuccino che oggi Lui eleverà
all'onore degli altari. Ditegli che è lo stesso vino
che Crispino bevve presso i poveri quando andava
bussando, di porta in porta, nei casolari per racimolare elemosine».
Le due ragazze — Rosella Porroni e Paola Moscetti — sono andate, hanno consegnato al Papa il
dono per Crispino e al loro ritorno ci hanno raccontato, commosse, tante cose.
Mi è bastato leggere poche pagine della vita di
questo grande fraticello, per rendermi conto
quanto sia difficile essere buoni ed umili come
Lui.
Una vita serena anche se percorsa su sentieri
spesso irti di spine e di malvagità. Un'arguzia inesauribile. Una gran voglia d'amare, di donarsi agli
altri. Questo era fra Crispino.
Sempre allegro e instancabile nel suo peregrinare di questuante, elevava gloria a Dio con le note
del Cantico delle Creature. E con le stesse note accorreva al capezzale degli infermi per curarli e
confortarli, con grave rischio della propria pelle.
Egli non ammetteva mezze misure, compromessi, riserve; era tutto d'un pezzo come ogni buon
cristiano dovrebbe essere.
Fu poeta e molte delle sue massime le diceva in
versi. Come questa, che ripeteva a se stesso tutte le
volte che, per qualunque ragione, veniva a trovarsi in difficoltà: «Tanto è il bene che m'aspetto/che
ogni pena m'è diletto!».
Fu anche a Montefiascone, fra' Crispino. Soggiornò nel convento dei Cappuccini da dove potè
scorgere la Sua Viterbo e le vaste pianure della
Maremma che benedisse amorevolmente, conscio
di quanto in esse la fatica e le vicissitudini umane
fossero sempre presenti. Veniva a piedi da Orvieto
— dove dimorò per circa quarant'anni — cantando, ad alta voce, le ottave della Gerusalemme Liberata, che sapeva a memoria, accompagnato da
stuoli di uccelli coi quali amava conversare teneramente. Proprio come Santo Francesco, il Suo
umile predecessore.
Santi di queste dimensioni forse non ne nasceranno più. Almeno per ora. Perché se la parola
«umiltà» proviene dal sostantivo latino «humus»,
che vuol dire terra, come si può pensare che in una
terra da cui gli uomini sono fuggiti in nome di una
nuova civiltà che ha accresciuto il benessere materiale, ma cancellato i valori più preziosi, possa nascere un nuovo santo? Nessuno si china più sulla
terra per ascoltarne il palpito divino. Nessuno più
custodisce un seme toccando la terra con le proprie mani. Dei pochi contadini rimasti, nessuno
più si sente tale, quasi che praticare questo mestiere fosse diventato grave disonore.
Epoca di superbia, la nostra, e di stupidità!
Epoca di affannosa gara da vincere ad ogni costo
per dimostrare agli altri, pazzamente, che siamo
più grandi, più potenti, più «signori». Epoca di
raffreddore in cui nessuno riesce più a sentire i
miasmi di budellaglia putrefatta che il proprio
corpo emana!
Tanto più grande è l'uomo quanto più lo accompagnano modestia e umiltà. A questi principi
si ispirò sempre il caro fra' Crispino, principi che
dovevano portarlo alla santità.
Certo non tutti gli uomini possono essere dei
santi, ma tutti gli uomini hanno occhi, orecchi e
cervello per vedere, sentire e ragionare. Basterebbe farli funzionare cinque minuti al giorno questi
organi, per sentirsi, non dico santi, ma almeno un
pochino più uomini!
Fra' Crispino! Un Santo che io adoro e invidio
al tempo stesso per quella grande umiltà, che vorrei tanto possedere ma che mi sfugge dalle mani
tutte le volte che credo di averla conquistata.
Fra'Crispino, Santo della mia terra che io ancora coltivo con orgoglio ed amore. Santo che odora
di Pane, d'Olio, di Vino e di altri prodotti della
nostra campagna laziale, che Egli andò racimolando, con grandi sarifici, presso le famiglie abbienti
per donarli ai poveri.
La mattina della canonizzazione trovai Crispino
tra il mio grano appena imbiondito dal sole: «Non
c'era bisogno di tanto fasto — mi disse — per elevarmi alla dignità degli altari! Quel corpo diplomatico, quelle personalità sprizzanti superbia da
ogni poro, quelle fredde cerimonie misurate col
compasso, quanto poco si addicono alla mia modesta persona...». E se ne amdò scomparendo tra
le spighe senza darmi il tempo di potergli rispondere.
GIORGIO ZERBINI
C A S S A D I R I S P A R M I O DELLA P R O V I N C I A D I VITERBO
Patrimonio L. 9.669.100.508 al 31/XII/19S0
Qui, tra i Falisci questo Poverello
Passando fu dal popolo assalito
Per possedere un brano del mantello.
Miracolo, che un filo del vestito
Suturò il sangue, e il fatto ancor più bello
Che l'una e l'altra donna ebbe guarito.
PICIOLLO DIODATO
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SONETTO
Pietro Fioretti detto fra ' Crispino
Visse a lungo in Viterbo, ove era nato
Nella sua gioventù, fu ciabattino
Finché eletto, e da Cristo fu ispirato.
Così disposto, iniziò il bel cammino
Dietro l'esempio che Francesco ha dato.
Questo umile, e minore cappuccino
Vivente, già per Santo venerato.
C A S S A DI R I S P A R M I O DELLA P R O V I N C I A DI VITERBO
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(affitti, vitalizi, rate, effetti, c o n t r i b u t i , t a s s e , e c c . )
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Emissione a s s e g n i circolari
Emissione di Ixaveler's c h e q u e s
I n c a s s o effetti
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C a s s e t t e di sicurezza e depositi custoditi
C a s s a continua
P a g a m e n t o pensioni INPS
P a g a m e n t o stipendi per c o n t o di s o c i e t à e enti
Servizio cassa/tesoreria per enti e s o c i e t à
Auditing
C o n s u l e n z e finanziarle
O p e r a z i o n i di L e a s i n g e di Factoring
Assistenza EDP
-—_
LA VOCE
Amici miei cari continuiamo a parlare di fatti e persone puramente immaginari. Ci rifacciamo alle carriere di questo mondo dove, coloro che non hanno capito bene che cos'è la vita, si corrono dietro a vicenda, si pestano, si
molestano e alla fine sono costretti a sorridersi,
giù da Brucia, con tutte le ganasse superstiti. Vi
propongo perciò, sempre con l'avvertenza che
si tratta di pura immaginazione, senza riferimenti alcuni a cose e persone reali, questa:
Seconda Carriera
«Figliolo — gli dissero — c'è chi nasce pino,
chi quercia e chi porcacchia. E, a seconda della
sua natura va per l'insù o si spaparacchia per
terra. Tu non sei nato albero da fusto perciò: o
ti rassegni a stare di sotto, oppure, se vuoi stare
sui primi pali, attaccati!
Attaccati a chi è più forte di te, attaccati a
chi è alto. Attaccati al tramve, magari. M a attaccati! E non restare attaccato sempre a una
stessa pianta!
Passa di qua e di là! Vedrai che, alla fine, su
ci sarai a n d a t o ! »
Così gli dissero, papàie papàie. E lui cominciò l'arrampicata. Da piccolo fece tutto quello
che, in genere, si faceva per aver considerazione. Fu figlio della lupa, prima e lupetto degli
esploratori poi. Voi direte che sempre attinenze
lupine aveva; ma. che v ' h o da dì? In f o n d o la
differenza era tutta negli indumenti: prima
aveva camicia e brachette nere, poi brachette e
camicia verdi. Con tanto di t a m a n t o fazzoletto
attorno al collo. Prima aveva fatto ì cortei col
braccìno teso, poi i campeggi con la panza tirata, alla fine fece il chierichetto in sacrestia perché aveva vinto le elezioni del '49 « ' r partito
dele pretacce!».
In sacrestia era un cherubino: b u o n o , silenzioso, angelico! Q u a n d o si ruppero le ampolline non fu mai colpa sua, q u a n d o il prete, durante la predica, m a n d a v a il sacrestano a pigliare a sganassoni i sacrestanelli che facevano
cagnara, lui non c'era. O, per lo meno, non
c'era all'ultimo m o m e n t o , q u a n d o volavano
«le scaporzone». Che figlio d ' o r o !
Crebbe e ci fu chi si compiacque di lui. Gli
f u r o n o fatte buone raccomandazioni e si trovò
un buon impiego. M a l'impiego non basta per
arrampicare: bisogno entrare in politica. E n t r ò
in politica.
Dice: « C ' è un'occasione d ' o r o : bisogna
iscriversi alla lega anti sudori, c'è l'onorevole
tale, il senatore tal'altro e molti operatori economici!».
Il nostro còso disse: «Ci entro anche io!».
«Ma — gli obiettarono — tu sudi come carne
fratina! Ti puzzano i piedi e le ascelle che pari
una cipolla digerita male!».
«E che vuol dire? — disse il nostro — mi
faccio tagliare le ghiandole del sudore, nelle
fette e sotto il ciuccico!».
E n t r ò nella lega sudori e fece discorsi magnifici sul fatto che bisogna smettere una b u o n a
volta di impuzzolire la società. Gli dettero ragione e lui salì un pochetto.
Poi gli proposero di entrare nell'opera pia
dei nasi corti. Lui! Che ci aveva una piffera come il catarcione di Santa Margherita!
«E che je fa? — Rispose — Vado dal pellaro
e me lo faccio spuntare!»
E addirittura, riuscì a parlare perfino col naso. La sua arrampicata continuò. Ormai era
quasi importante. «Piglia moglie — ci f u chi gli
disse — ma moglie bella e decorativa che con la
suggestione del fisico dia decoro alla tua posizione sociale.!».
E lui la prese. Una povera figlia che si credeva di sposare un fusto e invece... m a n c o un
frustone di castagno! Anche perchè gli fecero
subito la proposta delle proposte; quella che
avrebbe rivoltato la sua vita come una frittata
nella padella: «Si va f o r m a n d o un gruppo attivo per i diritti della donna. È sostenuto da cotozzoni belli grossi, tu che fai?».
«Mi ci iscrivo subito! — disse lui — forse è
la volta b u o n a per entrare nella casa del comando!».
Dice: « M a come fai a iscriverti nella «Società D o n n a Rivalutata» con quella voce da montone che ci hai?».
Dice: «Faccio un'altra piccola operazione.
Mi sono tagliato tante cose! U n paio più, un
paio meno!» Dice: «E tua moglie?».
Dice: «Avrà pazienza, farà anche lei qualche
piccolo sacrificio. Q u a n d o sarà entrato nella
Ristorante LE CANNELLE «DA PINO»
Siamo particolarmente lieti di comunicarvi che
la Commissione di Selezione del C.I.P.E.M., in
collaborazione con esperti di gastronomia di tutto
il mondo Associazioni di categoria, Vi ha assegnato il Premio «COPPA D'ORO PER LA GASTRONOMIA INTERNAZIONALE», riservata
a quei ristoranti esclusivamente motivati dalle ricerche convenute.
Il premio «COPPA D'ORO PER LA GASTRONOMIA INTERNAZIONALE» istituito
dal C.I.P.E.M. (Italy), ha lo scopo di segnalare
all'opinione pubblica nazionale ed internazionale
quei ristoranti che si sono distinti e si distinguono
per l'eccellente qualità, genuinità e per la signorilità nel servizio.
Il premio «COPPA D'ORO PER LA GASTRONOMIA INTERNAZIONALE» verrà consegnato ufficialmente a ROMA alla presenza di alte autorità e del comitato esecutivo al completo.
Saranno inoltre presenti operatori della TV e
del Componenti d'attualità ed inviati stampa delle
varie redazioni mondiali.
Restiamo in attesa di un Vs. cenno di gradimento e cogliamo l'occasione per salutarvi ben distintamente.
IL PRESIDENTE
(Silvano Lanfranchi)
pag. 9
casa del c o m a n d o le comprerò tante di quelle
pellicce da farla puzzare di salvaticume!».
E si operò. E parlò alle d o n n e con voce fine
e modulata. E ottenne un successo puttangolo!
E gli proposero, alla fine, di entrare nella Casa
del C o m a n d o , spinto da una folla di donne che
avevano trovato in lui la perfetta identificazione di maschio-femmina.
Il giorno della sua entrata definitiva nella
Casa del C o m a n d o c'era la b a n d a e tutto.
Arrivò, sorrise, s'inchinò e si accinse ad entrare. M a , giunto sulla soglia rimbalzò indietro. Una volta, due volte, eccetera.
C o m e mai?
«Non ci p u ò entrare» a f f e r m a r o n o i tecnici.
«E perchè! — fece lui accorato — perchè
no?».
Dice: «Le corna!».
'R L U M A C O N E
COPPA D'ORO PER
LA GASTRONOMIA INTERNAZIONALE
LA VOCE
pag. 10
¥OC
QUESTA PAGINA VIENE "PREPARATA DALL'» ETRUSCA BASEBALL » A PROPRIE SPESE DIFFUSA
TRAMITE « L A V O C E » ALLC SCOPO DI DIFFONDERE LA CONOSCENZA DI QUESTO
GIOCO
E ancora buio
L'Etrusca Discount illude i tifosi e poi cede incredibilmente a metà partita regalando vittoria e gloria agli avversari.
Così si può riassumere il filo conduttore ricorrente delle ultime tre partite di campionato giocate
con Aprilia e Lazio in casa e con il Ceccano fuori.
E dire che i nostri si sono permessi il lusso (ultimi
in classifica) di mettere in soggezione e far tremare, finché sono rimasti con la concentrazione giusta, queste che sono le tre squadre in testa al campionato.
Il fatto può essere segno di una mancanza di resistenza psico-fisica allo stress di una partita, anche se la cosa sembra piuttosto strana e lascia un
po' perplessi sulla possibilità effettiva di salvezza
di questa squadra.
Ora le restanti cinque partite sono ovviamente
quelle decisive ma il fatto positivo è che, a parte
l'ultima contro l'Aprilia, sono tutte contro le
squadre che precedono immediatamente in classifica l'Etrusca Discount e non le prime della classe.
Si tratta di Viterbo, Acilia, Roma e Iglesias
nell'ordine: sarebbe un vero peccato, dopo quanto di buono si è visto nelle ultime partite, che i nostri non riuscissero a vincerne almeno un paio.
A complicare le cose a Massimo Fortunati, allenatore dell'Etrusca Discount, sarà senz'altro la
forzata rinuncia a schierare in campo Giuseppe
Viola, ancora inattivo,-la cui mancanza dal monte
di lancio ha rivoluzionato tutti i piani del coach
montefiasconese, che aveva puntato tutto sulla
battuta, fidando ciecamente nelle prestazioni difensive del pitcher mancino.
Il guaio vero è che il fatto ha colto tutti in contropiede, tanto che non c'è un solo lanciatore in
piena forma, se si eccettua il quindicenne Andrea
Bologna, il quale sfoggia dei buoni numeri ma
manca dell'esperienza necessaria a tenere testa a
degli avversari smaliziati, quali se ne trovano in
questa serie. Si è ritrovato lanciatore anche Carlo
Ballarono, senza aver fatto alcun allenamento
specifico, riuscendo, grazie a un po' di mestiere, a
mettere in crisi gli avversari per un paio di innings.
Ma chi ha deluso ed è mancato in questo delicato momento è stato Pietro Carletti che si è ritrovato completamente fuori forma, senza grosse possibilità di ritrovare la condizione ideale in poco tempo.
In fase d'attacco la squadra si è rivelata abbastanza valida nel box di battuta, con qualche ingenuità sulle basi, ma complessivamente non male,
mentre in difesa, il non eccezionale momento dei
lanciatori non è molto aiutato dai difensori che
commettono sempre degli errori che non sono
molto salutari per l'economia di una gara.
In queste partite si è notata soprattutto la tendenza dei nostri a perdere le partite in un solo inning, concedendo molti punti in una sola ripresa
dimostrando poi di poter tener testa agli avversari
nel resto della partita. Se a tutto questo si aggiunge il comportamento scorretto di qualche arbitro
come è avvenuto a Ceccano, si vede che quasi
niente va per il verso giusto per l'Etrusca Discount
in questo disgraziato 1982.
Molto probabilmente una svolta la darà la partita Rams Viterbo - Etrusca Discount, che, in caso
di vittoria montefiasconese, potrebbe dare la giusta carica psicologica per affrontare con la giusta
determinazione e fiducia i successivi scontri. Ne
potrebbero nascere delle piacevoli sorprese; in caso contrario sarebbe veramente difficile un recupero dei nostri.
Ma vediamo quello che è successo partita per
partita.
ETRUSCA DISCOUNT-APRILIA 10-17
Gran parte dei nostri, con Carletti in pedana di
lancio e la squadra intenzionata a dare il meglio.
Al primo inning un gran bel fuori-campo del nostro lanciatore portava in vantaggio per 2 a 0 la
squadra, ma doveva durare poco. L'inning successivo i nostri avversari segnavano ben 9 punti approfittando della evidente pessima forma del lanciatore montefiasconese e di alcuni errori del diamante «etrusco». Saliva così in pedana di lancio
Carlo Ballarono e verso la fine anche Andrea Bologna, i quali incassavano 8 punti; altrettanti ne
spuntavano i nostri in un tentativo di rush finale
iniziato purtroppo troppo tardi. Un'altra
mezz'ora di gara e il risultato sarebbe stato diverso. I segni di ripresa si sono comunque visti e solo
la mancanza di un elemento valido sulla pedana di
lancio ha provocato la sconfitta dei nostri.
ETRUSCA DISCOUNT - LAZIO 7-13
Ancora una valanga di punti per gli ospiti, ma
tanti solo in un inning, e questo lascia la bocca
amara. Parte in pedana di lancio Ballarono e
blocca i romani molto bene nell'inizio di partita,
concedendo loro molto poco: 3 a 2 dopo tre inning, e 5-6 dopo cinque e possibile facile pareggio
dei nostri sfumato in una bolla di sapone. Poi Fortunati Massimo rileva Ballarono e due innings dopo subisce 6 punti anche grazie ad errori difensivi.
Da quel momento in poi non c'è stata più storia e
non serviva Bologna sul monte di lancio a bloccare gli avversari ormai già lontani.
CECCANO - ETRUSCA DISCOUNT 13-6
Ancora una partenza a razzo dei nostri, e ancora un cedimento a metà partita. È il Ceccano a
giovarsene, e con molta paura, a rimanere in testa
alla graduatoria del campionato. Al terzo inning i
nostri conducevano per 5 a 3 grazie a 4 battute valide e un bel fuori campo di Mauro Monachino,
oltre a qualche errore dei ciociari. Due riprese dopo, il tracollo, con Ballarono lanciatore: qualche
valide, alcuni errori ed ecco che il Ceccano si ritro-
va in vantaggio per 10 a 5. Successivamente i ceccanesi toccavano per tre volte casa-base con Bologna in pedana, mentre i nostri una soltanto. Da
notare che i nostri avversari, dopo il secondo inning, sono ricorsi a Maurizio Calabretto, probabilmente il miglior lanciatore del campionato il
quale ha subito solo due punti. Alla fine 7 battute
valide per parte e due errori in più per la difesa
dell'Etrusca Discount. Da notare l'incredibile
comportamento dell'arbitro, che, probabilmente
intimorito dal volgarissimo e bellicoso pubblico
locale, ha più volte favorito i nostri avversari.
Il S U P E R M E R C A T O D I S C O U N T vi offre
la classifica del Campionato di Baseball Nazionale di serie B dopo il Girone d'andata
Squadra
S.S. LAZIO BASEBALL
CECCANO
B.C. APRILIA
ATHLETIC'S ACILIA
RAMS B.C.
COLDILANA BASEBALL
LIB. ROMA YALE
ETRUSCA DISCOUNT
g7
6
6
6
6
6
7
6
v.
P-
o/o
6
5
4
3
3
3
1
0
1
1
2
3
3
3
6
6
857
833
666
500
500
500
142
0
Largo ai giovanil
Q u a l c h e b u o n a notizia giunge dai c a m p i o n a ti giovanili a cui l ' E t r u s c a Discount sta partec i p a n d o con j u n i o r e s e pre-allievi.
In particolare le vittorie s o n o o p e r a dei
•primi, i quali h a n n o b a t t u t o R o m a Yale e
R a m s , rispettivamente per 6-2 e 8-8, e h a n n o
regalato la partita ai Lupi R o m a per 17 a 13,
decidendosi solo alla fine che era il caso di
cercare di f a r e qualcosa per vincere.
Per certi versi a n c h e la partita coi R a m s ha
a v u t o u n o svolgimento a n a l o g o m a con risult a t o o p p o s t o . All'inizio d e l l ' u l t i m o inning i
nostri si e r a n o fatti r i m o n t a r e il vantaggio
che avevano e d a l l ' 8 a 8 in un solo attacco
p a s s a v a n o al 18 a 8 finale in n o s t r o f a v o r e .
M o l t o bella e senza pecche è stata invece la
p a r t i t a con la R o m a Yale, vinta in m a n i e r a
m o l t o pulita senza i soliti m a d o r n a l i tipici errori delle nostre s q u a d r e .
I pre-allievi, invece, h a n n o subito due
sconfitte nelle due gare d i s p u t a t e c e d e n d o alla superiorità fisica dei Lupi R o m a e al gran
c a l d o delle C a p a n n e l l e .
Come non detto...
Ebbene si, anche noi abbiamo fatto la nostra «bufala»: nello scorso numero abbiamo scritto che
l'arbitro Claudi* Quatrini era stato squalificato a
vita, il che non è esatto (e ce ne scusiamo coi lettori e con l'Interessato) in quanto la sua squalifica
era temporanea ed è già stata scontata.
pag. 11
LA VOCE
DALLA PRIMA PAGINA
Dalla vita umile, nascosta di Crispino
un messaggio per l'umanità di oggi
giustizia e la vera p r o s p e r i t à .
Nessuno s f u g g e alla sua attenzione, alle sue p r e m u r e , al suo b u o n
cuore, ed egli va i n c o n t r o a tutti,
a t t i n g e n d o alle più perspicaci risorse ed anche ad interventi, che
si p r e s e n t a n o nella cornice dello
straordinario.
Altro particolare impegno della sua vita santa fu quello di
svolgere una catechesi itinerante.
Egli era un «laico d o t t o » , che
coltivava con i mezzi a sua disposizione la conoscenza della D o t trina Cristiana, non tralasciand o , al t e m p o stesso, di istruire gli
altri nella stessa verità. Il t e m p o
della questua era il t e m p o della
evangelizzazione.
Incoraggiava alla fede ed alla
pratica religiosa con un linguaggio semplice, p o p o l a r m e n t e gustoso, f a t t o di massime ed a f o r i smi. La sua saggia catechesi di-
PROGRAMMA DELLA FESTA
DI S. MARGHERITA
RELIGIOSO
16-17-18 LUGLIO
Triduo di preparazione.
19 LUGLIO
ore 21
I Vespri e Processione con la Sacra Testa per le vie: S.
Lucia - Piazza - Nazionale - O. Borghesi - Croce - Cavour -S. Lucia - Cattedrale.
Appena terminata la processione seguirà: «S. M A R G H E R I T A IERI E O G G I » sacra rappresentazione di
D. Mario Lozzi.
20 LUGLIO
Martedì - Festa della Santa
Sante Messe secondo l'orario festivo
ore 11 Solenne Pontificale.
ore 19 II Vespri e Benedizione eucaristica.
CIVILE
17 - 20 LUGLIO
1 a Mostra Collettiva dei Pittori di Montefiascone
17 LUGLIO
SPETTACOLO PER I GIOVANI
18 LUGLIO
ore 17
ore 21
Complesso bandistico di Grotte S. Stefano,
T O M B O L A DI M E Z Z O M I L I O N E .
20 LUGLIO
ore 17
ore 22
Complesso bandistico della Pubblica Sicurezza,
S P E T T A C O L O P I R O T E C N I C O alla Rocca dei
Papi.
Illuminazione della Chiesa Cattedrale.
Il 15 agosto: Grande Lotteria con ricchissimi premi, sempre a
favore della festa di S. Margherita.
%
"
^
venne ben presto n o t a ed a t t i r ò
personaggi d e l l ' a m b i e n t e ecclesiastico e civile, ansiosi di avvalersi del suo consiglio. Ecco, ad
esempio, una sua illuminante e
p r o f o n d a sintesi della vita cristiana: « L a p o t e n z a di Dio ci
crea, la sapienza ci governa, la
misericordia ci salva», le massim e t r a b o c c a v a n o dal suo c u o r e ,
sollecito di o f f r i r e col p a n e , che
sostenta il c o r p o , il cibo che n o n
perisce: la luce della fede, il coraggio della speranza, il f u o c o
dell'amore.
Infine, desidero sottolineare la
sua tenera ed insieme vigorosa
devozione a Maria Santissima,
che egli chiamava la «mia Signora Madre» e sotto la cui portezione condusse la sua vita di cristiano e di religioso. All'interecssione della M a d r e di Dio F r a '
C r i s p i n o a f f i d ò suppliche ed a f f a n n i u m a n i incontrati lungo la
strada del suo questuare, e q u a n d o veniva sollecitato a pregare
per gravi casi e situazioni soleva
dire: «Lasciami parlare un p o c o
con la mia Signora M a d r e e poi
r i t o r n a » . Risposta semplice, m a
t o t a l m e n t e intrisa di sapienza
cristiana, che d i m o s t r a v a totale
c o n f i d e n z a nella sollecitudine
m a t e r n a di M a r i a .
La vita nascosta, umile ed ubbidiente di San Crispino, ricca di
opere di carità e di saggezza ispiratrice, reca un messaggio per
l'umanità di oggi, che come
quella della prima metà del '700
attende il passaggio confortante
dei santi. Egli, autentico figlio di
Francesco d'Assisi, o f f r e alla n o stra generazione, spesso inebriata dai suoi successi, u n a lezione
di umile e fiduciosa adesione a
Dio ed ai suoi disegni di salvezza; di a m o r e alla p o v e r t à ed ai
poveri; di ubbidienza alla Chiesa; di a f f i d a m e n t o a M a r i a , segno g r a n d i o s o di misericordia divina anche nell'oscuro cielo del
n o s t r o t e m p o , secondo il messaggio incoraggiante scaturito
dal suo C u o r e I m m a c o l a t o per la
presente generazione.
Eleviamo la n o s t r a preghiera
al n o s t r o S a n t o che ha raggiunto
la gioia definitiva del Cielo dove
n o n esiste «né m o r t e , né lutto, né
a f f a n n o , perché le cose di p r i m a
s o n o passate».
O San Crispino, a l l o n t a n a da
noi la tentazione delle cose c a d u che ed insufficienti, inseganci a
c o m p r e n d e r e il vero valore del
n o s t r o pellegrinaggio terreno, infondici il necessario coraggio per
compiere sempre tra gioie e dolori, tra fatiche e speranze, la volontà dell'Altissimo.
Intercedi per la Chiesa e per
l ' u m a n i t à intera, bisognosa di
a m o r e , di giustizia e di pace.
A m e n ! Alleluia!
CALENDARIO
PARROCCHIALE
12 LUGLIO
Festa rionale della Madonna dell'Arco.
20 LUGLIO:
S. Margherita, titolare
della Basilica Cattedrale
e patrona della città.
26 LUGLIO:
Festa di S. Anna.
1 AGOSTO:
Domenica - Lega di perseveranza - Dal mezzogiorno del 1 ° agosto alla
mezzanotte del 2 agosto,
si può lucrare l'indulgenza della Porziuncola o
«Perdono di Assisi». Le
condizioni sono le solite.
4 AGOSTO:
S. Giovanni Maria Vianney, patrono dei parroci.
5 AGOSTO:
Festa della Chiesina della
Rocca.
6 AGOSTO:
Trasfigurazione del Signore - 1° Venerdì del
mese.
PRO DEFUNCTIS
9
16
17
23
24
luglio:
luglio:
luglio:
luglio:
luglio:
Guido Trapè
Giuseppe Cicoria
Viviana Gatti
Vincenzo Basili Luciani
Iolanda Lo Faro
pag. 12
LA VOCE
Nonnetti di 97 anni
La signora Costanza Canfora, vedova Chicchirichì, promossa bisnonna
per la 2 a volta, ha festeggiato il suo
compleanno di 97 anni il 28 maggio.
La signora Elisabetta Fanali, ancora
brava a lavorare a maglia, ha ricordato
il suo compleanno di 97 anni il 30 giugno.
La signora Adalgisa Zini, vedova
Lo Faro, compirà i suoi 97 anni il 5
agosto prossimo.
Sono le tre nonnine più longeve e ci
saranno sicuramente altre! di Montefiascone e noi auguriamo loro ancora
vita e salute. Quanta sapienza e bontà
insegnano a tutti quanti.
Guido Cicoria
Nozze d'oro
Il giorno 21 giugno alle ore 9, nella
Chiesa Cattedrale hanno celebrato le
nozze d'oro Benedetto Rocchi e Paimira Stefanoni, circondati dai figli
Domenico - Secondiano - Maria Oliva
e Elena, con le rispettive mogli e mariti. Erano naturalmente presenti anche i
nipoti: Norberto - Roberto
- Laura - Maria Cristina - Massimo.
I due sposetti hanno voluto ringraziare il Signore e per i 50 anni trascorsi
insieme e per la numerosa famiglia.
Sono pronti ad attendere i pronipoti
e con loro celebrare le nozze di diamante. Felicitazioni a non finire a nome di tutti i lettori de «La Voce».
Se n'è andato silenziosamente —
all'età di 64 anni — dopo aver subito
un'operazione chirurgica, per cercare
di liberarsi dal cosi detto «male del secolo». Guido non aveva figli e riversava tutto il suo affetto sulla sposa Isolina Severini. Ora continuerà dal cielo a
voler bene alla sua sposa, ai suoi cari,
a tutti gli amici di Montefiascone.
II gruppo dei cinquantenni a convegno - 13-6-1982
Un doloroso
anniversario
Il 22 luglio ricorre il 1° anniversario
della improvvisa scomparsa di Amerino Loreti. Ci piace ricordarlo ancora,
perché ha lasciato un grande vuoto
non solo nel cuore della sposa, dei figli, della madre, e delle sorelle ma anche nel cuore di noi tutti, perché Amerino era l'amico di tutti. E... continua
ad essere amico... anche se ora si trova
in cielo!
Ore 17: S. Messa d'anniversario nella
Chiesa di S. Flaviano.
Ore 9: S. Messa nella Chiesa di S.
Margherita.
Nozze d'argento
Il 24 aprile ricorrevano i 25 anni di
matrimonio di Pietro Rosetto e Maria
Maddalena Tacchi. Gli anni sono passati in un baleno, ma i due sposi se li
portano talmente bene, che a guardarli
nessuno direbbe che sono passati tanti.
Il figlio ormai giovane e laureando lo
sta a dimostrare.
Il 27 luglio p.v. è la volta del 25° di
matrimonio di Agostino Nevi e Maddalena Castra. Oltre ai parenti più
stretti, e ai figli Flaviano e Luciano,
tutti i conoscenti formulano loro l'augurio che possano giungere ancora
giovani a celebrare le nozze d'oro.
Nozze di primo pelo
Nella suggestiva chiesina dei Padri
Cappuccini, si sono giurati fede per
tutta la vita Primo Alberti e Vera Lozzi, presenti parenti ed amici. Auguriamo agli sposi di poter usufruire della
benedizione di S. Francesco.
• Il 12 giugno hanno celebrato le nozze
Massimo Cacalloro e Marina Sensi.
Celebrante Mons. Luigi Mocini, lettori: Leucio Fortini e la sposina stessa,
mentre un buon gruppo di amici hanno eseguito canti appropriati alla cerimonia.
• Il 4 luglio si sono detti il «si per sempre» Monica Cristina De Santis e Roberto Tassoni, nella basilica di S. Margherita.
• Il 18 luglio p.v. si uniranno in matrimonio nella basilica di S. Domenico a
Siena, Pietro Marenghi e Paola Vannini. Genitori, parenti, amici parteciperanno al rito, che sarà celebrato dal
Decano D. Agostino Ballarono.
A tutte le coppie auguriamo vita felice e abbondanza di marmocchietti di
fiocco azzurro e rosa!
Guido Trapè
Il 5 giugno ritornava alla casa del
Padre Guido Trapè, padre del parroco
di S. Giuseppe, D. Giuseppe.
Il sor Guido era dolce, di carattere
mite, sempre sereno, anche nei giorni
bui della malattia. Aveva la consapevolezza d'aver compiuto sempre il proprio dovere e non s'attendeva altro che
la ricompensa del Padre celeste.
Ai suoi funerali ha voluto presenziare Sua Ecc.za Mons. Vescovo, che ne
ha tracciato brevemente ma mirabilmente la vita, e molti sacerdoti hanno
concelebrato con il figlio D. Giuseppe,
al quale, còme a tutta la famiglia, va la
nostra sincera partecipazione con l'assicurazione che ci ricorderemo del «sor
Guido» nelle nostre preghiere.
Che gioia!
Il 6 giugno è nato a New York Paolo Raffaele Perello, con grande gioia
del padre Giampaolo e della madre
Marcella Laura Todriff.
Paolo, il cui onomastico ricade il 29
giugno, ha scomodato — con piacere
— i nonni paterni: Cesare Perello e
Teresa Ligas che sono partiti in aereo
per New York il 21 di giugno per unirsi
così alla gioia dei figli nonché dell'altra
nonna Venditti Iolanda.
Una volta in America festeggieranno la nascita e il battesimo di Paolo,
nonché il 10° anniversario di matrimonio (ricorre il 24 giugno) di Giampaolo
e Marcella e il 40° del loro matrimonio
che ricorre esattamente il 27 giugno.
Non possiamo non unirci a questa
molteplice festa di famiglia, formulando a tutti — anche se distanti — i nostri migliori auguri.
Un'artigiana falisca
a Roma
In piazzale del Colosseo n. 7 vi è un
piccolo laboratorio artigiano per la lavorazione del giunco e vimini che viene
gestito, da oltre 40 anni, da una nostra
concittadina la Signora Adriana Lozzi,
ved. Ridolfi.
Il locale si presenta alquanto modesto e non vi è alcuna reclame d'inse-,
gna, poiché tale laboratorio è moltd*
conosciuto e ben organizzato per forniture di arredamenti per giardini, salotti ecc., veramente a prez'zi onesti.
Ai nostri concittadini che eventualmente dovessero fare degli acquisti in
merito, la Signora Lozzi mi ha assicurato che userà loro particolari riguardi
e sconti speciali. Inoltre, ha promesso
che farà partecipare alla prossima Fiera di S. Bartolomeo un suo rappresentante con varia esposizione di canestri,
cesti, cestini e tanti, tanti Canestrini.
Alla brava Signora Adriana i più vivi rallegramenti e tanti auguri di buon
lavoro, anche da parte de «La Voce»
di cui è affezionata lettrice.
Aperta un'agenzia
immobiliare
a Montefiascone
La Società Immobiliare di Orvieto,
ha aperto recentemente a Montefiascone, Via Dante Alighieri, 17 -tel.
84644 - un'agenzia di affari e disbrigo
di pratiche amministrative. L'agenzia
si augura di ottenere, quanto prima,
l'autorizzazione per aprire una sub
agenzia dell'ACI di Viterbo. Quello
che proprio mancava a Montefiascone. Auguri!
Nuova
Gioielleria
di FRANCO
MENICHELLI
• GIOIELLI
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• OROLOGI DELLE
MIGLIORI
MARCHE
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MONTEFIASCONE
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di GIUSEPPE MOSCETTI
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RIVESTIMENTI ecc.
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