Tacito, La Germania

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Tacito, La Germania
LA GERMANIA
ESTRATTI. DI TACITO
© GSCATULLO
(
Tacito, Germania
L’Autore
Biografia
Nato nel 55 d.C., Publio Cornelio Tacito fu uno storico romano di età imperiale. Per alcuni fu originario
dell’Italia Transpadana, dove il nome Cornelius Tacitus era diffuso; per altri di Terni, luogo natale
dell’imperatore Marco Claudio Tacito (200-276) che ne vantava la discendenza; l’ipotesi più probabile appare
però più quella che lo vuole originario della Gallia Narbonese, da cui proveniva anche il suocero Giulio
Agricola.
Giovane, si trasferisce a Roma dove studia alla scuola di Quintiliano e si appassiona di Sallustio. Nel 78 d.C.
sposa la figlia di Giulio Agricola, grazie al quale intraprende la carriera politica sotto Domiziano. Supponiamo
che nel 93 d.C. Tacito avesse un incarico in Gallia in quanto si dice impossibilitato a partecipare al funerale
del suocero a Roma. Nel 97 d.C. fu console suffectus e proconsole in Asia, anche parte del Concilium Principis,
una sorta di Consiglio costituito da senatori aristocratici che dovevano coadiuvare l’imperatore nella politica,
fu l’organo che indicò l’adozione di Traiano. Tacito morì nel 121 sotto l’imperatore Adriano.
Opere
Tacito scrisse una serie di opere storiche:
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Il De vita et moribus Iulii Agricolae ("La vita e i costumi di Giulio Agricola"), nel 98;
Il De origine et situ Germanorum ("L'origine e la posizione dei Germanici"), anch’esso nel 98;
Il Dialogus de oratoribus (“Dialogo sull’oratoria”), nel 101-102;
Le Historiae (“Le Storie”) nel 110 circa;
Gli Annales o Ab excessu divi Augusti (“Annali”), ne7-121 circa.
Pensiero e Stile
Il metodo storiografico di Tacito è quello annalistico, di forte impronta repubblicana (gli Annales), legato
infatti al susseguirsi annuale dei consoli. Non si può però concludere fosse attaccato ad una forma statale
superata per riproporla ma per sottolinearne la continuità con la storia presente: l’Impero romano è figlio di
quella Repubblica tanto rimpianta, ed è legittimo per Tacito chiedersi il perché si sia arrivati al principato.
Per questo infatti Tacito scrive di storia: per chiarire a sé stesso il perché dei tempi contemporanei. Ma non
solo, c’è anche nello storiografo la gratitudine verso Traiano che gli ha riportato quella libertà che aveva persa
sotto Domiziano, qualcuno lo accuserà di collusione con quel regime corrotto, ma lui, nell’Agricola, ribadirà
che il servizio l’ha reso non all’imperatore (Domiziano) ma allo Stato romano. Scrivere di storia è inoltre segno
di amore per la realtà e di capacità di analisi, nonché di fare politica vivendo nell’Impero i valori repubblicani.
Come molti altri intellettuali del suo tempo dovrà inoltre riconoscere all’Impero, al prezzo della libertà, di
aver riportato la pace.
L’Opera
Il De origine et situ Germanorum o la Germania è un trattato storico, con un impianto decisamente
etnografico, scritto nel 98 d.C. incentrato sui territori ad est del Reno non soggetti al dominio romano. L’opera
tende a sottolineare le differenze tra il “mondo” romano, dell’autore, e quello dei popoli teutonici, anche per
sottolineare la pericolosità dei secondi sulle debolezze dei primi.
L’opera è articolata in due parti:
-
Una prima, che va dal capitolo I al XXVII, in cui parla della Germania, dei modi e dei costumi;
Una seconda in cui tratta della tribù.
Il genere
Nella letteratura che possediamo la possiamo considerare un unicum, le altre, attribuibili a Seneca o a
Sallustio, che trattano dell’India e dell’Egitto sono andate perdute. Secondo gli storici il testo faceva
originariamente parte delle historiae, assumendo solo successivamente lo stato di un’opera etnografica vera
e propria, anche se alcune caratteristiche proprie del genere sono individuabili:
-
La messa in relazione da parte di Tacito del comportamento della popolazione con l’ambiente in cui
vive;
La discussione sull’autoctonia;
La curiosità per i popoli lontani e diversi da quelli romani.
Fonti
Le notizie che Tacito riporta nella Germania non sono frutto di una sua testimonianza diretta, come potevano
essere quelle presenti in Cesare ad esempio, in quanto non possediamo informazioni circa incarichi di Tacito
in Germania né lui fa menzione di esserci stato, e l’unica menzione di una sua lontananza da Roma, in
occasione dei funerali di Giulio Agricola non riporta informazioni circa il luogo dove si trovava. È legittimo
pensare che Tacito si sia avvalso di fonti scritte per comporre la sua opera: Sallustio, Cesare, Plinio il Vecchio;
sembra inoltre che le informazioni che riporta non siano aggiornate alla sua epoca.
Perché l’ha scritta?
Alcuni pensano che Tacito l’abbia scritta per esaltare la civiltà germanica, non corrotta come quella romana
sua contemporanea, per altri invece questo aspetto idealizzante risulta caratteristico della letteratura
etnografica, sottolineando – su influenza della filosofia cinica – l’eccellenza dello stato di natura, sposando
così la sua opera al fine moralistico.
Per altri l’opera fu un tentativo di evidenziare la pericolosità del popolo, forte e coraggioso, che la società
romana sua contemporanea non sarebbe stato in grado di affrontare. Bisogna però considerare che Tacito
mette in luce anche i difetti dei Germani: dediti alla birra, al gioco, rissosi e indolenti; forse però legato ad un
topos letterario.
Ancora, l’opera potrebbe essere legata alla situazione del momento, con Traiano che si trova lì in quel
momento a controllare un confine ritenuto insicuro, Tacito tenterebbe così di stimolare l’imperatore alla
conquista dei Germani perché sono pericolosi. La Germania sarebbe, in linea con le direttive della politica
traianea di espansione del confine settentrionale, uno studio del nemico. Chi è convinto che Tacito spingesse
per lo scontro con questa popolazione potrebbe evidenziare l’esaltazione negli Annales della figura di
Germanico, che avrebbe voluto attaccare, fermato da Tiberio; ed in generale il pensiero di Tacito che riteneva
più importante consolidare i confini vicini piuttosto che intraprendere battaglie lontane, come può essere
quella orientale contro i Parti.
Testi
Germania 2,1-3
Dopo una breve descrizione geografica delle terre che costituiscono la Germania, Tacito si concentra sui popoli
che la abitano, illustrando dapprima la sua opinione sulla loro origine e poi la loro, cogliendo l’occasione per
elencare alcune delle tribù che lo formano.
1
Testo
Traduzione
Ipsos Germanos indigenas crediderim
minimeque aliarum gentium adventibus et
hospitiis mixtos, quia nec terra olim, sed
classibus advehebantur qui mutare sedes
quaerebant, et inmensus ultra utque sic
dixerim adversus Oceanus raris ab orbe
nostro navibus aditur.
Crederei che gli stessi Germani siano autoctoni e
assolutamente non mescolati alle invasioni di altri
popoli e a causa di rapporti di ospitalità, poiché un
tempo, non per terra ma con la flotta, coloro che
desideravano cambiare residenza viaggiavano, e
(poiché) l’oceano posto al di là, immenso, smisurato
e per così dire è toccato da pochissime navi
provenienti dal nostro mondo.
Quis porro, praeter periculum horridi et ignoti
maris, Asia aut Africa aut Italia relicta
Germaniam peteret, informem terris,
asperam caelo, tristem cultu adspectuque,
nisi si patria sit?
Chi mai, oltre il pericolo di uno spaventoso e
sconosciuto mare, abbandonata l’Asia o l’Africa o
l’Italia avrebbe potuto recarsi in Germania,
inospitale per la terra, rigida per il clima e desolante
per la coltivazione e l’aspetto, se non sia la sua
patria?
Comprensione
Grammatica
Note
Indigenas è un complemento predicativo di Germanos, così anche il successivo mixtos. Crediderim è un
congiuntivo potenziale, alla prima persona indica generalmente un’affermazione prudente. Regge un verbo
essere sottinteso. Hospitis, ablativo di causa, come anche adventibus; Quia…quaerebant causale oggettiva.
Terra, moto per luogo. Classibus, complemento di mezzo. Qui mutare sedes quaerebant, quanti volevano
migrare. Et inmensus...aditur, proposizione causale coordinata, retta dal quia precedente. Utque sic dixerim,
incidentale finale: “per così dire”.
2
Quis, interrogativa diretta di carattere retorico. Porro, praeter periculum, si noti l’allitterazione. Aut…aut,
anafora. Asia Africa Italia relicta, ablativi assoluti dipendenti tutti da relicta. Peteret, congiuntivo potenziale.
Informem…adspectuque, asindeto trimembre: il primo e il secondo formati da aggettivo e ablativo di
limitazione, il terzo da aggettivo e due ablativi di limitazione. Nisi, congiunzione eccettuativa.
Ipsos Germanos: lett. anche quanto ai Germani. Si sottintende il passaggio ad un altro argomento rispetto ad
uno precedentemente trattato. Hospitis Gli hospitia sono i rapporti di ospitalità e cordialità tra uomini di regioni
diverse. Quia…quaerebant, Tacito da una spiegazione della sua convinzione circa l’autoctonia dei Germani:
non si sa di migrazioni via terra né via mare, su quest’ultime insiste essendo per la mentalità di allora le più
comuni, essendo le strade di terra poco praticabili prima della civilizzazione romana. Ab orbe nostro, è
ovviamente il Mediterraneo, il mondo romano, il punto di vista di Tacito è quello di Roma.
Horridi, aggettivo, adatto più alla poesia che alla prosa con cui Tacito eleva lo stile, ha un significato doppio che
significa sia duro che spaventoso e cui Tacito ricorre nel corso del passo.
Celebrant carminibus antiquis, quod unum
apud illos memoriae et annalium genus est,
Tuistonem deum terra editum. Ei filium
Mannum, originem gentis conditoremque,
Manno tris filios adsignant, e quorum
nominibus proximi Oceano Ingaevones, medii
Herminones, ceteri Istaevones vocentur.
Tramandano con canti antichi, che è l’unico modo
(genere) presso quelli di tradizione storica, che
Tuistone nacque come dio della terra. E celebrano
che il figlio di quello, Manno, sia il fondatore e capo
del popolo, a Manno altri attribuiscono tre figli dal
nome dei quali prenderebbero nome quelli che
stanno vicino all’Oceano gli Ingevani, quelli al centro,
gli Erminoni, e i restanti gli Istevoni.
Grammatica
Quidam, ut in licentia vetustatis, pluris deo
ortos plurisque gentis appellationes, Marsos
Gambrivios Suebos Vandilios adfirmant,
eaque vera et antiqua nomina.
Alcuni, come accade nelle cose remote che lasciano
libertà di invenzione, affermano che i più siano nati
dal dio (Manno) e che si sono più nomi del popolo,
Marzi, Gamrbivi, Suevi e Vandilli, e che questi sono i
nomi genuini e antichi.
Celebrant usato con il significato più antico di tramandare, soggetto sottinteso sono i Germani. Carminibus,
complemento di mezzo. Quod, concorda con genus. memoriae et annalium, considerabili come endiadi.
Genus, nome del predicato. Vocentur, congiuntivo obliquo. Adfirmant, regge le infinitive ortos (esse), ea
nomina (esse) e additum (esse).
Comprensione
adsignant, i tre figli di Manno, Inguo, Ermino e Istuo sono i mitici fondatori di questi tre popoli, per
alcuni c’è un parallelismo con gli Elleni: Eo, Doro e Ione. Ingaevones, gli Ingevi, i Timbri e i Teutoni.
Herminones, gli Erminoni, Svevi e Catti. Istaevones, gli Istevi, abitanti del Reno. Marsos, i Marzi,
stanziati a nord-est. Gambrivios, i Gambrivi ci sono sconosciuti. Suebos, gli Svevi sul baltico.
Vandilios, i Vandali.
3
Ceterum Germaniae vocabulum recens et
nuper additum, quoniam qui primi Rhenum
transgressi Gallos expulerint ac nunc Tungri,
tunc Germani vocati sint: ita nationis nomen,
non gentis evaluisse paulatim, ut omnes
primum a victore ob metum, mox etiam a se
ipsis, invento nomine Germani vocarentur
Grammatica
Carminibus, verosimilmente canti di genere epico. Tuistonem, divinità maschile per alcuni in relazione con il
gotico Twai (che diventa two in inglese), divinità bifronte come il romano Giano. Poiché nato dalla Terra ha
fatto pensare a parallelismi con Crono, nato da Gea. Non si hanno però altre testimonianze. Manno tris filios
Quoniam introduce una causale al congiuntivo soggettivo. Nationis, nazione = tribù per noi. Evaluisse, infinito
del discorso indiretto. Ut…vocarentur, subordinata consecutiva. A victore, complemento di orgine. Ob metum,
timore che i Germani suscitavano nei Galli. A se ipsis, è complemento di agente.
Del resto il nome di Germania è recente e introdotto
da poco poiché quelli che per primi attraversando il
Reno scacciarono i Galli e che ora (sono chiamati)
Tungri, allora erano chiamati Germani: così il nome
della tribù, non del popolo, cominciò a prevalere
poco a poco così che tutti erano chiamati dapprima
dal nome del vincitore per paura, poi da se stessi
venivano chiamati Germani una volta trovato il
nome.
Germania 4,1
Tacito torna sul tema dell’autoctonia dei Germani portando a sostegno della sua tesi l’aspetto e le
caratteristiche fisiche. Questo passo è tristemente noto per essere stato utilizzato a favore delle teorie raziali
ariane, come quella dell’Urvolk, popolo originario tedesco di “razza pura”.
Testo
1 Ipse eorum opinionibus accedo, qui Germaniae
populos nullis [aliis] aliarum nationum conubiis
infectos propriam et sinceram et tantum sui
similem gentem exstitisse arbitrantur. Unde
habitus quoque corporum, tamquam in tanto
hominum numero, idem omnibus: truces et
caerulei oculi, rutilae comae, magna corpora et
tantum ad impetum valida: laboris atque
operum non eadem patientia, minimeque sitim
Traduzione
Quanto a me io concordo con le opinioni di quelli
che credono che i popoli della Germania vissero non
contaminati da unioni con altre stirpi e che sia una
stirpe particolare, genuina e uguale a sé stessa.
Donde anche l’aspetto dei corpi per quanto è
possibili in un così grande numero di uomini:
(hanno) gli occhi torvi e cerulei, le chiome rosse,
grandi corpi, ma validi all’assalto. Loro possiedono
non la medesima sopportazione delle fatiche e
assolutamente non sono abituati a sopportare la
Comprensione
Grammatica
aestumque tolerare, frigora atque inediam sete e il caldo, mentre invece sono abituati a
caelo solove adsueverunt.
sopportare il freddo e la fame a causa del clima e del
suolo.
Note
Aliis, pleonastico, generalmente espunto dagli editori. Propriam…gentem, complemento predicativo del
soggetto dell’infinitiva (populus). Extitisse, infinito perfetto con valore resultativo, esprime il risultato di un
processo avvenuto nel tempo. Laboris…patientia, sottinteso eis est. Adsueverunt, perfetto logico che regge
l’infinito tolerare. Sitim, aestum, frigora e inediam sono accusativi che dipendono da tolerare, sono disposti in
chiasmo.
Ipse, quanto a me, Tacito esprime la sua idea dopo aver riportato nel capitolo precedente una tradizione diffusa
per la quale Eracle e Ulisse sarebbero approdati in Germania, lo storico concorda con altre tradizioni.
Populos…nationum…gentem, i tre termini si concentrano nello stesso periodo ed indicano tutti una
popolazione: il primo è giuridico, indica l’insieme dei cittadini, il secondo dalla radice nascor quanti sono nati
nello stesso luogo, ed il terzo gentem, da gigno, è un gruppo discendente da uno stesso antenato. Extitisse,
l’uso di un verbo con valore resultativo sottolinea per Tacito la formazione nel tempo delle caratteristiche di
un popolo che non ha subito contaminazioni.
Germania 20,1-5
In questo passo Tacito riporta la descrizione del sistema familiare germanico, educazione dei figli e rapporti
di parentela compresi.
Testo
1 In omni domo nudi ac sordidi in hos artus, in
haec corpora, quae miramur, excrescunt. Sua
quemque mater uberibus alit, nec ancillis ac
nutricibus delegantur.
2 Dominum ac servum nullis educationis deliciis
dignoscas: inter eadem pecora, in eadem
humo degunt, donec aetas separet ingenuos,
virtus adgnoscat.
3 Sera iuvenum venus, eoque inexhausta
pubertas. Nec virgines festinantur; eadem
iuventa, similis proceritas: pares validaeque
miscentur, ac robora parentum liberi referunt.
4 Sororum filiis idem apud avunculum qui ad
patrem
honor.
Quidam
sanctiorem
artioremque
hunc
nexum
sanguinis
arbitrantur et in accipiendis obsidibus magis
exigunt, tamquam et animum firmius et
domum latius teneant.
5 Heredes tamen successoresque sui cuique
liberi, et nullum testamentum. Si liberi non
sunt, proximus gradus in possessione fratres,
patrui, avunculi. Quanto plus propinquorum,
quanto maior adfinium numerus, tanto
gratiosior senectus; nec ulla orbitatis pretia.
Traduzione
In ogni famiglia crescono nudi e sporchi fino a questi
arti e a questi corpi, che ammiriamo. Ogni madre
nutre con il seno il proprio figlio e (i bambini) non
sono affidati alle ancelle e alle nutrici.
Non potresti distinguere un padrone dallo schiavo,
non ha nessuna raffinatezza nell’educazione. Passa
del tempo tra le stesse – perché l’età distingua i nati
liberi e il valore li metta in evidenza.
L’attività sessuale dei giovani (è) tardiva, e perciò la
virilità è vigorosa. Nemmeno le fanciulle si affrettano
alle nozze. E stesso medesimo vigore giovanile,
statura quasi uguale: si sposano non inferiori (lett.
“pari”) ai mariti e altrettanto robuste, e i figli ripetono
la vigoria dei genitori.
I figli delle sorelle hanno il medesimo onore presso lo
zio paterno che presso il padre. Alcuni considerano
più santo e più forte questo legame di sangue e, nel
ricevere ostaggi, lo richiedono di più, come se
vincolassero con più forza l’animo e più ampiamente
la famiglia.
Tuttavia come eredi e successori hanno i figli, o
(addirittura) non hanno nessun testamento. E se non
ci sono figli, prossimi nella successione sono i fratelli,
gli zii paterni e quelli materni. Quanto più sono i
parenti, quanto maggiore il numero degli affini, tanto
più vengono onorati i vecchi; e l’essere privi di figli
non dà alcun vantaggio.
Grammatica
Comprensione
Note
Domo, complemento di stato in luogo, metonimia per famiglia. In hos…corpora, espressione molto raffinata
data dal parallelismo tra i due sintagmi, con anafora di in e poliptoto tra i dimostrativi. Sua
quemque…delegantur, due coordinate adindetiche con cambiamento di soggetto mater -> infantes
(sottinteso). Dignoscas, congiuntivo potenziale, nella frase che regge dominum…dignoscas si nota la prolessi
dell’accusativo e l’allitterazione tra l’incipit e l’excipit: dominum…delicis dignoscas. Inter eadem…humo,
parallelismo con poliptoto dei determinativi. Donec, congiunzione, introduce due tempoirali di concomitanza
coordinate asindeticamente, vuole il congiuntivo per indicare una sfumatura eventuale. Magis, comparativo
assoluto, sottintende hunc nexum, i nipoti. Teneant, congiuntivo obliquo. Quanto…senectus, sequenza
trimembre con forte parallelismo; anafora e variatio dei primi due membri.
Hos, haec, l’uso dei deittici testimonia una conoscenza diretta dei Germani da parte dei Romani. Sua
quemque…delegantur, Tacito istituisce un paragone implicito tra le donne dei Germani che allattano i propri
figli al seno, e le donne romane che, abbandonata una tradizione, che Tacito conferma nel Dialogus de
oratoribus (28,1-29,4), delegano questo compito a balie e schiave. Questa sorta di polemica contro le balie,
deriva dal filone di pensiero per cui con il latte si trasmettessero al bambino nella sunzione anche le
caratteristiche, l’allattamento delle balie avrebbe trasmesso ai piccoli quelle di una classe servile.
Dominum…dignoscas, si intende ovviamente i domini e i servi, bambini. Sera…festinantur, era credenza presso
i Germani che l’attività sessuale precoce – prima dei 20 anni – indebolisse e svigorisse, presso i Romani invece
le bambine venivano date in sposa già a 12-14 anni, il che avrà sicuramente colpito i romani. Eadem…referunt,
ancora si sottolinea la differenza con Roma dove i mariti erano mediamente più vecchi di dieci anni rispetto
alle giovani mogli, che fisicamente preferivano più gracili ed esili. Parentum liberi referunt, la somiglianza
padre-figlio è tema molto caro a Roma in quanto prova di fedeltà della mulier, Tacito la riferisce per i Germani
ad entrambi i genitori, impensabile per un Romano che si riteneva possessore esclusivo dei figli. Avunculum, a
riprova della grande importanza delle madri presso i Germani, anche il particolare status dello zio materno che
godeva di rispetto pari a quello che si doveva al padre e questo si traduceva anche nella trattazione degli ostaggi
ad esempio, come Tacito chiarisce poco dopo. Heredes...testamentum, per quanto riguarda i lasciti
testamentari presso i Germani ad avere la meglio è sempre il rapporto di parentela: prima i figli, poi gli
ascendenti, e non si servivano per questo di testamento, pratica ben strana a Roma dove la successione era
svincolata dal sangue. Quanto…senectus, particolare attenzione riservata anche agli anziani, si presume
accuditi dai parenti. Ne culla orbitatis pretia, il non avere figli non è vantaggioso presso i Germani: come già
detto non essendo contemplato neanche come strumento culturale il testamento, non ha senso tentare di
entrare nelle grazie di chi non ha figli non potendo quello lasciare nulla, come invece accadeva a Roma con gli
heredipetae.
Realizzato il 10/04/2016 da Paolo Franchi, 5°BC (A.S. 2015-2016), con gli appunti della prof.ssa Angela Preziosi
e l’ausilio del libro Autori latini 3, di Mario Lentano.
AMDG