Stefanizzi - Agenzia CasaClima
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Stefanizzi - Agenzia CasaClima
Tecnologia Valentina Augenti, Pietro Stefanizzi Considerazioni su soluzioni di involucro opaco in regime termico dinamico La condizione di benessere termico che si realizza in edifici con involucro dotato di adeguata inerzia termica, soprattutto in stagioni intermedie ed estive, è legata alla proprietà della parete di smorzare e sfasare l’onda di temperatura esterna nella sua propagazione verso l’ambiente interno. Il confronto di differenti soluzioni di involucro opaco, tutte caratterizzate dalla stessa trasmittanza termica stazionaria e dalla stessa massa superficiale, ha dimostrato la migliore prestazione in regime dinamico della parete omogenea rispetto alle soluzioni multistrato con isolamento concentrato I n un clima temperato mediterraneo, come quello dell’Italia, la massa svolge un compito fondamentale nel garantire il benessere termoigrometrico, non solo in condizioni invernali, ma anche e soprattutto in condizioni estive. In molte situazioni climatiche tipiche dell’Italia, un appropriato sfruttamento dell’inerzia termica consente di mantenere adeguate condizioni di benessere senza impianto di riscaldamento invernale o di condizionamento estivo. Le soluzioni di architettura vernacolare tipiche di zone a clima temperato – sassi di Matera e trulli nell’Italia meridionale, costruzioni in terra cruda nel Nuovo Messico – costituiscono una risposta intuitiva all’ambiente ed al clima, precursore della “moderna” architettura bioclimatica. La sensazione di benessere termico che si realizza in tali abitazioni, in assenza di impianto di condizionamento, è il risultato dello sfasamento che il flusso termico subisce nell’attraversamento dell’involucro, con un valore minimo di temperatura interna in corrispondenza del valore massimo della temperatura esterna. In pratica, quando le caratteristiche termofisiche della parete sono tali da produrre un ritardo di circa 12 ore, il fresco della notte arriva all’interno durante le ore più calde della giornata, realizzando un condizionamento naturale. Negli ultimi anni la difficoltà del progettista nella scelta di una chiusura opaca verticale che garantisca buone prestazioni termiche, e allo stesso tempo sia in linea con il progetto architettonico, è amplificata dalla presenza di innumerevoli prodotti sul mercato e dalla continua evoluzione normativa. L'approccio ideale del progettista verso la legislazione attuale dovrebbe essere di tipo critico, rivolto cioè non soltanto al rispetto dei limiti prescrittivi ma an- 50 CIL 125 che ai risultati e alle evoluzioni in campo scientifico. Questo, molto spesso, non accade, per cui la soluzione scelta ricade tra i prodotti magari maggiormente pubblicizzati o economicamente più convenienti in termini di costo iniziale. In questo studio si confrontano due soluzioni di chiusure verticali opache apparentemente simili (stessa massa superficiale, stesso spessore e stessa trasmittanza termica) dimostrando come esse diano risultati prestazionali in regime dinamico anche molto differenti. Il regime estivo nell’attuale normativa Attualmente manca un quadro normativo completo per il calcolo della prestazione energetica in regime estivo dell’edificio, come quello disponibile per il calcolo invernale. In attesa di un più articolato e dettagliato metodo di calcolo della prestazione energetica estiva, caratterizzata da un regime ter- mico tipicamente dinamico, a causa della periodicità dell’apporto solare, la legislazione vigente si limita a fissare dei limiti per alcuni parametri che hanno influenza sui consumi energetici in questo periodo. Il D.Lgs. 311/06 (allegato I, comma 9, lettera b) prescrive che in tutte le zone climatiche, ad esclusione della F, per le località nelle quali il valore medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale nel mese di massima insolazione estiva sia maggiore o uguale a 290 W/m2, la massa superficiale delle pareti opache verticali, orizzontali o inclinate debba essere superiore a 230 kg/m2. Nelle bozze di linee guida per la certificazione energetica (previste dallo stesso D.Lgs. 311/06, art. 6, comma 9), si richiede che in tutte le zone climatiche ad esclusione della F, per le località nelle quali il valore medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale nel mese di massima insolazione estiva sia maggiore o uguale a 290 W/m2, il valore del modulo della trasmittanza termica periodica YIE delle pareti opache verticali, orizzontali o inclinate sia inferiore a 0,12 W/m2K. La trasmittanza termica periodica, YIE (W/m2K) è il parametro che valuta la capacità di una parete opaca di sfasare ed attenuare il flusso termico che la attraversa nell’arco delle 24 ore. Il calcolo della trasmittanza termica periodica è il risultato del rapporto di due numeri complessi, cosa che può risultare di non facile esecuzione da parte del progettista sfornito di adeguati strumenti software. Rispetto al parametro “massa superficiale”, la trasmittanza termica periodica risulta però più rappresentativa del comportamento della parete in regime termico dinamico. Infatti, come si dimostra più avanti in questa relazione, pareti con lo stesso valore di massa superficiale, spessore e trasmittanza termica stazionaria presentano prestazioni termiche differenti se valutate in regime termico variabile. Soluzioni di chiusura verticale opaca considerate nel calcolo (misure in cm). Stratigrafie analizzate per la soluzione 2. La trasmittanza termica periodica è legata al “fattore di decremento” (f ), risultando pari al prodotto di f [-] per la trasmittanza termica stazionaria U [W/(m2K)]. Soluzioni di chiusure verticali opache Al fine di mettere in evidenza la efficacia descrittiva dei vari parametri che influenzano la prestazione termica di una parete in regime termico dinamico, sono state prese in considerazione alcune soluzioni di involucro molto diffuse in edilizia. In particolare, si è analizzato il differente comportamento in regime dinamico di due tipologie murarie: una chiusura verticale opaca omogenea ed 51 TECNOLOGIA una multistrato, con isolante concentrato (fig. 1). Per questa ultima, si è verificata la prestazione termica al variare della posizione dello strato di isolante nella sezione della muratura (fig. 2). Tutte le soluzioni di parete considerate presentano volutamente alcune caratteristiche in comune: lo spessore di 33 cm, la massa superficiale di 210 kg/m2 circa e la trasmittanza termica stazionaria pari a 0,4 W/(m2K). Il valore di trasmittanza assunto rende la parete idonea in zona climatica C oltre il 2010, secondo i limiti fissati dal D. Lgs. 311/06. Risultati Con il metodo descritto nella norma EN ISO 13786:2007, è stato cal- Trasmittanza termica periodica (YIE) e fattore di decremento (f) per valori differenti della posizione dell’isolante nella parete (x = distanza dalla superficie interna, intonaco escluso). Trasmittanza termica periodica YIE) e fattore di decremento (f) per tutte le soluzioni considerate (soluzioni 2A÷F7). Valore del ritardo per tutte le soluzioni considerate. Andamento giornaliero della temperatura esterna. Trasmittanza termica periodica YIE (W/m2K) Andamento giornaliero del flusso termico entrante nell’ambiente interno nel caso di temperatura esterna variabile come in figura 6 e temperatura interna costante pari a 0°C. colato il valore del fattore di decremento, della trasmittanza termica periodica e del ritardo per ciascuna delle soluzioni di parete sopra descritte. Nel grafico di figura 3, è indicato l’andamento dei valori di trasmittanza termica periodica e del fattore di decremento in funzione della posizione dell’isolante all’interno della parete (soluzioni 2A÷E). Per confronto con la soluzione di parete omogenea, si riportano con linea tratteggiata anche i valori relativi a quest’ultima. Si nota che: • la migliore soluzione in assoluto è quella della parete omogenea, in quanto caratterizzata dal minor valore di trasmittanza termica periodica; • la peggiore soluzione è quella con isolante concentrato nella metà della parete prospiciente il lato interno (soluzioni 2.C e 2.D); • tra le pareti con isolante concentrato in unico spessore, il migliore comportamento lo si ottiene mettendo l’isolante sul lato esterno (soluzione 2.B); 52 CIL 125 • la parete omogenea (soluzione 1), pur avendo una massa superficiale inferiore al limite fissato dal D.Lgs. 311/06, presenta una trasmittanza termica periodica inferiore al limite di 0,12 W/(m2K) fissato nella bozza di linee guida. Nella figura 4 si riportano i risultati per tutte le configurazioni di parete analizzate. Si osserva che, in aggiunta alle considerazioni fatte in riferimento alla figura 3, la soluzione 2.F, con lo strato di isolante disposto per metà sul lato interno e per metà su quello esterno, 1 2 Composizione materica della parete omogenea (soluzione 1). Descrizione strato Intonaco di calce e gesso Laterizio forato Intonaco di calce e gesso Conduttività termica W/(m K) Diffusività termica m2/s Intonaco di calce e gesso 0,700 4,902E-7 2,948E-7 Laterizio forato 0,766 1,284E-6 4,902E-7 Polistirene espanso 0,040 1,067E-6 Spessore cm Conduttività termica W/(m K) Diffusività termica m2/s 1,5 0,700 4,902E-7 30,0 0,131 1,5 0,700 presenta il più basso valore di trasmittanza termica periodica. Nella figura 5 è indicato il valore del ritardo in ore per tutte le soluzioni analizzate: il maggior valore del ritardo è ottenuto con la soluzione di involucro senza isolamento concentrato. In particolare, si nota che tale valore si avvicina a quello ottimale di 12 ore. Dal punto di vista fisico, come sopra detto, questo comporta che in estate il fresco della notte arrivi nell’ambiente interno durante le ore di massima temperatura esterna, migliorando la sensazione di benessere anche in assenza di impianto di condizionamento. Un confronto esaustivo tra le soluzioni di involucro considerate non può prescindere dalla analisi igrometrica, in quanto la presenza di uno strato di materiale isolante concentrato, all’interno di una parete multistrato, può comportare in alcuni casi il raggiungimento di condizioni termoigrometriche critiche con conseguente formazione di condensa interstiziale. La verifica termoigrometrica è stata condotta in accordo alla UNI EN ISO 13788, ipotizzando condizioni climatiche esterne tipiche della zona climatica C. Per nessuna delle tipologie di parete considerate si sono raggiunte condizioni di condensa interstiziale La parete con il migliore comportamento termoigrometrico è risultata ancora quella omogenea (soluzione 1), mentre quella con un maggiore rischio di condensa è stata la parete con isolamento sul lato interno (soluzione 2.A). Un ulteriore confronto tra le soluzioni di involucro è stato operato calcolando il flusso termico entrante nell’ambiente interno in condizioni di regime 3 Composizione materica della parete isoltata (soluzione 2). Descrizione strato Possibili stratigrafie di pareti considerate nella soluzione 2. Soluzione Stratigrafia (da interno ad esterno) 2.A 1,5 cm intonaco + 8 cm polistirene + 22 cm laterizio + 1,5 cm intonaco 2.B 1,5 cm intonaco + 22 cm laterizio + 8 cm polistirene + 1,5 cm intonaco 2.C 1,5 cm intonaco + 5,5 cm laterizio + 8 cm polistirene + 16,5 cm laterizio + 1,5 cm intonaco 2.D 1,5 cm intonaco + 11 cm laterizio + 8 cm polistirene + 11 cm laterizio + 1,5 cm intonaco 2.E 1,5 cm intonaco + 16,5 cm laterizio + 8 cm polistirene + 5,5 cm laterizio + 1,5 cm intonaco 2.F 1,5 cmiIntonaco + 4 cm polistirene + 22 cm laterizio + 4 cm polistirene + 1,5 cm intonaco termico dinamico. Si è assunto un andamento giornaliero di temperatura dell’aria esterna, come in figura 6, variabile in modo sinusoidale con valore medio 0°C e semi-ampiezza di oscillazione 10°C. La temperatura dell’aria dell’ambiente interno è stata ritenuta costante, pari a 0°C, ipotizzando la presenza di un impianto di climatizzazione ideale in grado di mantenere costante l’aria interna. In figura 7 si riporta il flusso termico entrante nell’ambiente interno calcolato per ciascuna soluzione di involucro considerata. I risultati ottenuti in quest’ultima analisi confermano la migliore prestazione della soluzione 1, senza strato concentrato di isolante. Si osserva, infatti, che il flusso termico entrante nell’ambiente interno raggiunge il valore minimo in corrispondenza del valore massimo di temperatura esterna. Conclusioni La prestazione termica dell’involucro opaco in regime dinamico è influenzata sia dalle proprietà termofisiche dei materiali impiegati, sia dalla disposizione degli strati nella direzione del flusso termico. Lo studio condotto ha dimostrato che la solu- 53 TECNOLOGIA zione che presenta il migliore comportamento termoigrometrico è la parete monostrato omogenea, soprattutto nelle condizioni climatiche tipiche di stagioni intermedie ed estive, nelle regioni mediterranee. I risultati ottenuti in questo lavoro dimostrano che: • la massa superficiale della parete non è il solo parametro idoneo a stabilire la bontà della prestazione termica in regime variabile; • per confrontare differenti soluzioni di involucro in regime termico dinamico, bisogna fare riferimento anche alla coppia di parametri, fattore di decremento e sfasamento, oppure alla trasmittanza termica periodica, considerata come numero complesso (modulo e fase); • se proprio si deve fare ricorso all’inserimento di strati di isolante nello spessore della parete, la collocazione più performante è quella di metterne metà sul lato interno e metà sul lato esterno; • la soluzione monostrato, a parità di spessore, trasmittanza termica stazionaria e massa superficiale, è la soluzione che realizza uno sfasamento maggiore rispetto alle altre soluzioni. ¶