FUOCO GRECO

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FUOCO GRECO
Marzo 2011 n. 5
La scienza migliore è quella che cambia la nostra concezione dell'universo e del posto che occupiamo in esso, aiutandoci a capire e adattarci ai cambiamenti
che vanno oltre il nostro controllo
SCIENCE NEWS
Sono esploratori cattivi quelli che pensano che non ci sia
terra se vedono solo mare
Francesco Bacone
EDITORIALE
Per mobilitare l'attenzione dell'opinione pubblica
sulle problematiche forestali l'ONU al pari di quanto
già effettuato per altre risorse naturali quali la
biodiversità, ha proclamato il 2011 "Anno
Internazionale delle Foreste" (AIF): un'iniziativa di
ampio respiro volta a diffondere la conoscenza sulle
azioni globali a sostegno della gestione forestale
sostenibile, della protezione e valorizzazione di
alberi e foreste. L’Assemblea generale dell’ONU ha
dichiarato il 2011 Anno Internazionale delle
Foreste.
Ciò
servirà
per
aumentare
la
consapevolezza della popolazione mondiale su come
migliorare la salute di tutti i tipi di foreste, che
coprono il 31% della superficie della Terra. L’Anno
Internazionale delle Foreste è iniziato ufficialmente
il 24 gennaio con il Forum delle Nazioni Unite sul
tema che si terrà a New York. Le foreste del mondo
permettono la vita di diverse creature in tutto il
pianeta, e di conseguenza possono aiutare l’umanità
a sopravvivere, ma anche a realizzare alcuni dei suoi
più grandi obiettivi: ridurre la povertà, lottare contro
i cambiamenti climatici e raggiungere uno sviluppo
sostenibile, secondo quanto dichiarato dalla Lega
Internazionale per la Conservazione della Natura. Il
direttore generale dell’IUCN, ha dichiarato: “Foreste
2011 sarà una celebrazione internazionale della
centralità della persona nella gestione, conservazione
e sviluppo sostenibile delle foreste del mondo. L’aria
che respiriamo, l’acqua, il cibo e le medicine di cui
abbiamo bisogno per sopravvivere, la varietà della
vita sulla Terra, il clima che modella il nostro
presente e futuro, tutti dipendono dalle foreste, ed il
2011 deve essere l’anno in cui il mondo riconosce
tale importanza”. Durante tutto il 2011, l’IUCN
evidenzierà i nuovi risultati della ricerca,
promuoverà il lavoro di ripristino forestale e si
baserà sui recenti successi internazionali del 2010
(riduzione delle emissioni da deforestazione e
degrado forestale) per migliorarli ulteriormente.
Casa per l’80% della biodiversità mondiale e 300
milioni di esseri umani, le foreste forniscono
sostentamento ad 1,6 miliardi di persone, quasi un
quarto dell’umanità, secondo l’IUCN. Inoltre esse
rappresentano il più grande deposito di carbonio al
mondo, attualmente equivalente all’importo presente
nell’atmosfera. E’ facile dunque intuire che salvarle
è il mezzo più rapido ed economico per ridurre le
emissioni globali e l’effetto serra. Dimezzare le
emissioni tra il 2010 e il 2020 farebbe risparmiare
una cifra stimata in 3.700 miliardi di dollari, e per
questo, dopo l’Anno
Internazionale della
Biodiversità, le Nazioni Unite hanno deciso di
continuare con queste politiche, proclamando
l’intero periodo 2011-2020 “Decennio della
Biodiversità”.
F. V.
FUOCO GRECO
Fuoco greco era l'espressione usata per indicare una miscela incendiaria usata dai bizantini
per dar fuoco al naviglio avversario o a tutto quello che poteva essere aggredito dal fuoco.
Questo termine era utilizzato soprattutto da popoli stranieri, poiché i bizantini lo
chiamavano fuoco romano, artificiale o liquido. La formula della miscela che componeva
il "fuoco greco" era nota soltanto all'imperatore e a pochi artigiani specializzati, inoltre era
custodita tanto gelosamente che la legge puniva con la morte chiunque avesse divulgato ai
nemici questo segreto. L’invenzione del fuoco greco si attribuisce a un personaggio
originario della città di Eliopolis (oggi in Libano), di nome Callinico; oggi si ritiene fosse
una miscela di pece, salnitro, zolfo, nafta e calce viva, contenuta in un grandi vasi di pelle
o di terracotta (sifones) collegato ad un tubo di rame, montato su navi bizantine. La
miscela veniva spruzzata con la semplice pressione del piede sulle imbarcazioni nemiche
oppure contenuta dentro anfore di terracotta che venivano lanciate sul naviglio nemico
tramite delle catapulte. La caratteristica che rendeva temuti questi primitivi lanciafiamme
era che il "fuoco greco", a causa della presenza della calce viva, non poteva essere spento
con acqua, che anzi ne ravvivava la forza, e di conseguenza le navi, realizzate in quel
periodo in legno, anch'esse ricoperte di pece, erano destinate a sicura distruzione. Fu
proprio l'utilizzo del "fuoco greco" che fece fallire il secondo assedio di Costantinopoli,
condotto dagli Arabi musulmani fra il 717 e il 718 a.C. Ma anche in altre occasioni l'arma
fornì servigi essenziali a Costantinopoli e ad altre città dell'Impero bizantino per sfuggire
ai loro assedianti.
Daniel Demere e Schiraldi Davide
Marzo 2011 n. 5
IL MITO DELLE SIRENE
Pochi miti sono pervasivi come quello delle Sirene. La loro voce seducente e letale ha
incantato per millenni le generazioni; le ha attratte, spaventate, intenerite, scandalizzate.
Si è fatta sentire, nella letteratura, nel cinema, nei cartoni animati, persino nelle arti
figurative. Le Sirene affascinano per almeno due aspetti: la teratologia, su base ora
ornitologica, ora ittica, spesso, ma non sempre, accompagnata da una forte connotazione
erotica, e il mistero di una voce letterariamente ineffabile, su cui i commentatori di ogni
tempo hanno avanzato le ipotesi più disparate. Il mito delle sirene ha origine in Grecia
ma si narra di loro avvistamenti in tutti i mari del mondo. Le sirene vengono paragonate
alle arpie figure mostruose della mitologia greca, che sarebbero in grado di creare
burrasche marine, sotto forma di terribili venti, impersonando divinità infernali che
derubavano l’anima alle persone morenti. Le sirene attirano, sempre nella mitologia
greca, i marinai con le loro irresistibili melodie facendoli naufragare sugli scogli delle
loro isole rocciose pronte a rapirli o a divorarli. Le sirene descritte come figlie di
Acheloo, dio fluviale, sarebbero nate da tre gocce di sangue perse da Acheloo durante
un combattimento. Si narra anche che le sirene non amassero i piaceri dell'amore e per
questo Afrodite punì queste creature trasformando i loro corpi di donna in metà donna e
metà uccello. Nel periodo del Medioevo esse subirono un’ulteriore trasformazione, da
esseri a forma di uccello, dotate di ali, si trasformarono in esseri acquatici con il corpo
metà donna e metà pesce. Le sirene nel folklore europeo infatti sono descritte come
bellissime creature per l’appunto metà pesce (dalla cinta in giù) e metà donna (dalla
cinta in su) con uno specchio in una mano e un pettine nell’altra, con voce melodiosa e
soave che incanta gli sventurati esseri umani che incrociano la loro strada. Le sirene nei
vari racconti assumono nel collettivo immaginario una traccia positiva di bontà,
perdendo il loro originale significato di esseri ammaliatori e crudeli di sventurati marinai
portati verso morte certa per essere uccisi, divorati o rapiti. Si narra che i marinai
venivano talvolta rapiti e portati nella profondità degli abissi dando loro la possibilità di
respirare sott’acqua e di vivere nella ricchezza da parte di questi esseri fantastici.
Chiara Forgiarini
THE ARK
Una struttura capace di resistere a qualsiasi catastrofe e
di produrre energia. Si chiama “The Ark”, come l’arca
che salvò Noè dal diluvio universale, e in un futuro
minacciato dalle conseguenze del riscaldamento globale
potrebbe rivelarsi una risorsa preziosa. È una sorta di
mega rifugio di emergenza adatto ad ambienti estremi,
come il deserto, ma che all’occorrenza è in grado, grazie
al suo “guscio” impermeabile e alla particolare carena a
nido d’ape, anche di galleggiare sull’acqua. È un bunker
ecosostenibile edificabile in tempi brevi (3 o 4 mesi),
economico (più o meno lo stesso costo di un edificio
“verde”) e compatibile con ogni clima. Nasce da un’idea
dell’architetto russo Alexander Remizov, in collaborazione con un team di ingegneri
tedeschi e con lo scienziato moscovita Lev Britvin, responsabile delle soluzioni
energetiche. La struttura comprende 14 mila metri quadrati calpestabili e potrà
accogliere fino a 10 mila persone. L’ossatura è antisismica, composta da archi di
legno e funi d’acciaio, e sarà ricoperta da uno strato di un polimero autopulente,
resistente e più leggero del vetro. Grondaie metalliche utilizzabili anche come
collettori solari per il riscaldamento dell’acqua connetteranno il rivestimento al
telaio. Con la sua curvatura la cupola, attrezzata di pannelli solari, favorirà la
confluenza delle correnti d’aria intorno al condotto centrale, una galleria verticale
che contiene tutti i sistemi di comunicazione e sostentamento dell’arca. Qui saranno
installati i generatori eolici e gli impianti per la produzione di tornado artificiali che
potenzieranno la resa delle turbine. Il calore attinto dall’esterno (dal Sole, dal vento,
dal sottosuolo o dall’acqua del mare) sarà accumulato o convertito in altre forme di
energia, mentre i rifiuti verranno smaltiti senza inquinamento grazie a un trattamento
di termoscissione (combustione in assenza di ossigeno). L’arca può galleggiare
anche nelle acque più agitate e può essere equipaggiata di motori propulsivi “verdi”.
L’arca è molto resistente agli stress: l’energia di eventuali terremoti o maremoti si
distribuirebbe su tutta la struttura lungo gli archi e i cavi d’acciaio. All’interno è
dotata di spazi verdi e ampie balconate. Il costruttore assicura che 3 o 4 mesi siano
sufficienti alla sua installazione, e che la struttura possa essere posizionata in ogni
parte del mondo, anche direttamente sull’acqua grazie a un’apposita carena a nido
d’ape. Remizov ha proposto il progetto immaginando un edificio utile e in armonia
con l'ambiente circostante. Chissa' se la sua visione uscira' dai rendering e prendera'
forma nella realta'?
Victoria Basso
CERVELLO AL 100% IN OGNI ISTANTE?
Prima di tutto , potremmo eseguire operazione anche a 1000.000.000.000 di cifre(lo dimostra
il fatto che un pc è un ha un infinitesimo di capacità rispetto ad un solo neurone!).
Riusciremmo a coagulare la materia , e riuscire ad attraversare i muri.
La
nostra
tecnologia
si
svilupperebbe
al
massimo
in
pochi
secondi.
Ricorderemmo ogni istante della nostra vita. Riusciremmo persino a volare!(dimostrato dal
fatto che riusciremmo a controllare le forze gravitazionali grazie alle onde dell'encefalo)
Tutte le malattie sarebbero curate : dato che gli anticorpi sarebbero avanzati al massimo , e
comunque grazie alla "super-medicina". Avremmo controllo totale di noi (potremmo anche
riuscire a far smettere il cuore di pompare). Sviluppare "super-poteri" data l'influenza dei
neuroni sulle cellule , e anche grazie all'ingegneria genetica. E tante altre cose inimmaginabili
(dopo
tutto
la
fantasia
con
il
100%
del
cervello
volerebbe!)
Ovviamente sono solo ipotesi di alcuni scienziati.
Damiano Fornasiere
Marzo 2011 n. 5
MANGIATORI DI STELLE
Risucchiano grandi quantità di materia e
proiettano ad intervalli regolari getti di gas rovente
ad altissima velocità, capaci di penetrare per
milioni di anni luce gli ammassi galattici,
riscaldandoli e compensando così il calore
disperso nello spazio esterno. Ecco perché
l'universo è più povero di stelle e meno giovane di
quanto ci si aspetta. Oltre a fagocitare qualsiasi
cosa incontrino sul loro cammino, i buchi neri
riescono ad ostacolare la nascita di nuove stelle e
il ringiovanimento delle galassie anche a milioni
di anni luce di distanza. Uno studio italiano spiega
per la prima volta come. I conti tornano tutti e, in
un articolo in via di pubblicazione sulla rivista
scientifica della Royal Astronomical Society
Britannica, offrono una spiegazione finalmente
plausibile e convincente del perché l’universo sia
più povero di stelle e meno giovane di quanto ci si
aspettasse. I buchi neri si trovano nei grandi
ammassi galattici. Questi ammassi sono enormi
palle di gas che, inglobando fino a migliaia di
galassie, rappresentano gli oggetti più grandi del
cosmo. Il loro centro è solitamente occupato da
una galassia gigante con un buco nero nel cuore.
Vista l’incredibile quantità di energia che gli
ammassi irradiano nello spazio circostante, ci si
aspetterebbe che il gas al loro interno si raffreddi e
addensi in nuove stelle, ripopolando le galassie di
giovani astri. E invece no. Le nuove nascite sono
piuttosto rare e le galassie già presenti sono più
smilze e attempate di quanto ci si attenderebbe.
Cosa succede in realtà? L’ipotesi che va per la
maggiore è che la scarsa fecondità degli ammassi
possa dipendere dai buchi neri. I buchi neri possono
effettivamente inibire la formazione di nuove stelle
fino al margine estremo dell’ammasso. Oltre a
risucchiare grandissime quantità di materia, i buchi
neri proiettano ad intervalli regolari getti di gas
rovente ad altissima velocità, capaci di penetrare
l’ammasso per milioni di anni luce, riscaldandolo e
compensando così il calore disperso nello spazio
esterno. Funzionano insomma come delle stufe
cosmiche in grado di mantenere la temperatura
dell’ammasso galattico sufficientemente alta da
impedirne l’addensarsi in nuove stelle. E’ anche a
causa loro che l’80 per cento circa di tutta la materia
che vediamo permane allo stato gassoso. Ed è
ancora più sorprendete, osservano gli studiosi, se
pensiamo che un buco nero, rispetto all’ammasso
galattico circostante, ha le dimensioni di uno spillo
in confronto all’intero pianeta Terra.
Gaia Papinutto
GALAXY TAB
Il Galaxy Tab e' l'ultimo arrivato nell'universo tecnologico, un vero e proprio gioiellino
della tecnologia! Dalle ridotte dimensioni dello schermo, che non supera i 7 pollici, il
Galaxy Tab non è solo un telefono, ma anche un computer con possibilità di navigare in
internet con la tecnologia wireless, un navigatore satellitare, una fotocamera, una
videocamera, una consolle...che sta tranquillamente nella tasca della giacca! Anche se
come telefono può risultare un po' ingombrante! Il Galaxy Tab, è prodotto dalla Samsung
ed è ai loro tecnici che va tutta la nostra ammirazione. Sono riusciti a realizzare un
computer delle dimensioni così ridotte con così tante funzioni diverse e tutte
tecnologicamente avanzate, quando solamente pochi anni fa sia i telefoni cellulari che i
computer avevano dimensioni decisamente più ingombranti! Il tablet Samsung Galaxy Tab
è la futura alternativa ad iPhone 4 e iPad. Il device ha uno schermo da 7 pollici touchscreen
con risoluzione di 1024 x 600 pixel e processore ARM Cortex A8 con PowerVR SGX540.
Samsung Galaxy Tab ha interfaccia utente TouchWiz 3.0 e supporto per i servizi di
Google. Non manca SamsungApps, Google Maps Navigation, tastiera Swype, ThinkFree
Office (applicazione per l'editing di documenti), e funzioni di e-book reader. Samsung
Galaxy Tab è dotato di un chip 2.5G (GSM/GPRS/EDGE) 850/900/1800/1900 MHZ, 3G
(UMTS/HSDPA) 900/1900/2100 MHz e può effettuare chiamate su reti cellulari (come
ViewSonic ViewPad 7). Nella parte anteriore è collocata una fotocamera da 1.3 megapixel,
mentre posteriormente è presente una fotocamera da 3 megapixel con autoforcus e LED
Flash, in grado di registrare video HD a 720p. La dotazione è completata da 512MB di
memoria RAM, jack audio da 3.5mm, WiFi 802.11n, GPS, 16GB/32GB, slot per microSD
(fino a 32GB), giroscopio, sensore geomagnetico, accelerometro e batteria da 4000mAh
con (fino a) 7 ore di riproduzione video. Il tablet Samsung ha dimensioni di
190.1x120.45x11.98 millimetri e peso 380 grammi. Sarà disponibile in Europa entro la
metà di settembre, e nei prossimi mesi sarà distribuito in Sud Corea, Stati Uniti ed Asia. Il
prezzo non è ancora noto, ma dovrebbe essere compreso tra 699 e 799 euro.
PET-THERAPY
L’intuizione che gli animali potessero costituire
un valido rapporto terapeutico, risale a tempi
molto lontani. Recentemente si è sviluppata una
metodologia
appropriata
ad
impieghi
terapeutici mirati a specifiche psicopatologie: la
Pet-Therapy, termine coniato dallo psichiatra
infantile Boris Levinson nel 1953. Vide che un
bambino con tratti autistici, in cura presso di
lui, si dimostrò più spontaneo e più disponibile
all'interazione, dopo aver avuto un contatto da
lui stesso voluto, con il cane (cocker) di
proprietà di Levinson. Nel 1961 nasce
ufficialmente la "terapia con gli animali" come
tecnica d'intervento terapeutico: l'animale
diventa "co-terapeuta" nel processo di
guarigione, rivestendo il ruolo di "mediatore
emozionale" e "catalizzatore" dei processi
socio-relazionali. Studi recenti indicano
chiaramente che il contatto con un animale
oltre a garantire la sostituzione di affetti mancati
o carenti, è particolarmente adatto a favorire i
contatti offrendo spunti di conversazione, di
ilarità e di gioco, nonché l’occasione di
interagire con altre persone per mezzo
dell’animale stesso. L’animale può fungere da
ammortizzatore in condizioni di stress e di
conflittualità, può rappresentare un valido aiuto
per pazienti con problemi comportamentali e di
Comunicazione specie nei bambini o negli
anziani, ma anche per chi soffre di alcune forme
di disabilità e di ritardo mentale. La Pet Therapy
in Italia è stata riconosciuta come cura ufficiale
dal Decreto del 28 febbraio 2003, recante
disposizioni in materia di benessere degli
animali. Gli animali che vengono abitualmente
coinvolti nella pet-therapy sono cani, gatti,
criceti, conigli, asini, capre, mucche, cavalli,
uccelli, pesci, delfini.
Anna Mattioni
Marzo 2011 n. 5
PERCHE’ VENGONO I CAPELLI BIANCHI?
Gli elementi presenti nel patrimonio genetico che conferiscono il colore delle chiome sono i pigmenti di
melanina presenti nella corteccia prodotti dai melanociti all'interno del bulbo. Queste sostanze, le stesse
che danno il colore alla nostra pelle e sono responsabili dell'abbronzatura, sono caratteristiche della razza
cui si appartiene, ma dipendono anche dall'età e da fattori ereditari. La capacità di produrre pigmenti
diminuisce gradatamente con l'avanzare dell'età, la mescolanza di capelli colorati e bianchi crea l'effetto
delle chiome brizzolate. I capelli bianchi sono dovuti all'improvvisa e totale perdita dei melanociti di
un'unità pilare. Si ritrovano solo due tipi di capelli: quelli pigmentati e quelli depigmentati. Qualche volta
si può osservare un singolo capello con una zona di transizione da pigmentato a bianco. Il pigmento che
colora il capello è la melanina che è identica in tutti i colori dei capelli, ciò che cambia è solo la quantità
presente. I capelli grigi iniziano a comparire in età diverse per fattori ereditari, quando il pigmento della
melanina non è generato alla radice dei capelli. Può essere un segno di invecchiamento del capello,
dovuto al deterioramento delle funzioni delle cellule del bulbo del capello che pigmentano il capello
stesso. Solitamente il fenomeno dell'ingrigimento dei capelli inizia intorno ai 30 anni per gli uomini ed
intorno ai 35 anni per le donne. E' quindi certamente anche un fattore ereditario l'età dell'insorgenza dei
primi capelli bianchi. L'età d'inizio di questo processo dipende prima di tutto dall'ereditarietà, ma
possono essere importanti anche altri fattori. Lo stress in seguito a uno shock può provocare la caduta dei
capelli che ricresceranno bianchi. Può sopraggiungere anche prima: chi ha avuto genitori precocemente
incanutiti vedrà sbiancare le sue chiome altrettanto presto. Esistono inoltre varie malattie che rendono i
capelli bianchi anche ai giovani: le maggiori responsabili sono l'anemia perniciosa e i disturbi della
tiroide. I capelli grigi iniziano a comparire in età e percentuali diverse per fattori ereditari:
Anche la dieta influenza questo fenomeno e deve perciò essere bilanciata ma soprattutto avere quantità
sufficienti di vitamine e sali minerali, quindi frutta e verdura in abbondanza per sufficienti periodi di
tempo. Particolare importanza hanno i radicali liberi che concorrono ad accelerare il fenomeno
dell'invecchiamento. E' stato dimostrato inoltre che il fumo facilita la comparsa dei capelli bianchi.
Esistono anche alcuni prodotti che sostituiscono la melanina che non è più presente nei capelli con un
pigmento simile, che si combina con le proteine dei capelli, dando gradatamente il colore desiderato. I
capelli bianchi non sono necessariamente un segnale di vecchiaia ma soltanto un segnale della maturità di
determinati geni.
Irene Spiz
IL SINGHIOZZO
Il singhiozzo è la contrazione ripetuta e involontaria del muscolo diaframma dovuto ad
un'alterazione del nervo frenico, deputato al controllo delle contrazioni del diaframma. Il tipico
suono è dovuto alla brusca chiusura della glottide ad ogni contrazione del diaframma. Il
singhiozzo può verificarsi ad esempio a seguito della repentina dilatazione dello stomaco, di
bruschi sbalzi di temperatura (passare dal caldo al freddo oppure bere una bevanda bollente o
gelata), in caso di ingerimento non corretto di un liquido o ancora a seguito di danneggiamento
della mucosa gastrica che può indirettamente irritare il diaframma o per episodi di emotività:
quando ci si trova in una condizione di forte disagio, si ingoia una quantità di aria superiore al
normale; ciò provoca come diretta conseguenza l'irritazione del diaframma e quindi la comparsa
del singhiozzo (suono che si ripete in modo ritmico e continuo). Il singhiozzo si manifesta
improvvisamente perché coinvolge alcune parti del sistema nervoso e una parte del cervello non
controllabile dalla nostra volontà. Alcuni possibili rimedi al problema sono: ingerire rapidamente
dell’acqua a piccoli sorsi, favorire il verificarsi di uno starnuto, inghiottire un cucchiaio di
zucchero oppure bere del succo di limone puro. Il singhiozzo occasionale, quello che dura pochi
minuti, si risolve facilmente con piccoli accorgimenti facilmente attuabili. Già 2000 anni fa, il
medico greco Ippocrate consigliava quello che tuttora rimane il metodo più usato ed efficace:
trattenere il fiato e restare in apnea per 10-15 secondi. Questa manovra è utile perché induce il
diaframma a rilassarsi e deve essere preceduta da una inspirazione profonda. Il singhiozzo
occasionale e transitorio non deve destare preoccupazione. Possono verificarsi, però, casi in cui
esso è particolarmente persistente. Il fenomeno può arrivare a durare anche diverse ore o
addirittura giorni, senza smettere o solo con brevissime pause. In questi casi il singhiozzo può
essere determinato da problemi agli organi interni, come per esempio una infiammazione della
guaina che fascia il cuore; disturbi dell'apparato digerente (reflusso gastro-esofageo, per cui il
contenuto dello stomaco tende a risalire verso l'alto); gastrite, ossia l'infiammazione della mucosa
gastrica che riveste le pareti interne dello stomaco; alterazioni dei centri nervosi che controllano il
singhiozzo: è sufficiente per esempio l'occlusione di un vaso sanguigno che nutre questi centri,
perché il disturbo si manifesti.
Federico Miserini