viaggio di istruzione 26 - 31 marzo 2012 classi quinte
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VIAGGIO DI ISTRUZIONE 26 - 31 MARZO 2012 CLASSI QUINTE - LICEO SCIENTIFICO Primo giorno. Lunedì 26/3 Viaggio di andata a Madrid. Sistemazione in hotel. Prima presa di contatto con la città. Passeggiata per il centro, acquisizioni delle informazioni essenziali per potersi muovere in modo indipendente ed efficace nella città. Visione dall’esterno di alcuni importanti monumenti e luoghi significativi. Hostal Buenos Aires 1 Secondo giorno. Martedì 27/3 Visita di Toledo. Partenza in Autobus da Madrid, piazza Eliptica. (costo € 8,50 A/R). Cattedrale, fortezza Alcazar, la Sinagoga de Santa Maria la Blanca, casa del pittore El Greco, Iglesia de Santo Tomé, l’Ospedale di Tavera. Toledo è una cittadina di poco più di settantamila abitanti, saldamente ancorata alle tradizioni e alle leggende che trasudano dalle mura della parte vecchia della città. Toledo è stata proclamata patrimonio dell’Unesco. Il colpo d’occhio per il viaggiatore che si appresta a visitarla è davvero suggestivo, con il centro storico che si erge in posizione dominante e panoramica, le strade che la percorrono e salgono e scendono dalla sommità della collina dove si trova l’Alcazar, che ospita anche un interessante museo. Tito Livio fu il primo a parlare della città nel passato, citando una località denominata Toletum e dicendo dicendo che “parva urbs erat, sed loco munita”, 2 riferendosi alla sua strategica posizione per l’altura su cui era costruita e per la posizione di difesa essendo circondata per due terzi dal fiume. Molto più tardi la città divenne capitale durante il regno dei Visigoti. La città visse però il periodo di massimo sviluppo sociale, culturale e politico a partire dal 1085 anno della riconquista, o meglio della conquista cristiana della città da parte di Alfonso VI di León e Castiglia che la strappò ai musulmani insediatisi nella zona con Tarik a partire dal 711. Nei tre secoli di dominio musulmano Toledo diventa un melting pot di diverse culture e religioni, infatti convivevano più o meno pacificamente musulmani, ebrei, e mozarabi, ovvero cristiani spagnoli che si erano adattati alla lingua e cultura arabe e da esse profondamente influenzati che diedero luogo a forme particolari di arte e di liturgia. Il ritorno al cristianesimo come religione ufficiale non costituisce comunque un elemento di discriminazione per le altre religioni presenti, ovvero islam ed ebraismo, che vennero comunque tollerate, anche se la costruzione della nuova cattedrale sulle fondamenta della moschea principale (a sua volta costruita sul perimetro dell’antica cattedrale visigota) la dice lunga sul grado di tolleranza verso l’ormai considerato “straniero”. Nel corso del Basso Medioevo, Toledo conosce un periodo di forte crescita economica diventando una delle maggiori città spagnole nella produzione di armi e armature, nella lavorazione dei metalli, nel conio di monete, nell’industria della seta alla quale partecipò attivamente la comunità ebraica presente sul suo territorio fino alla definitiva espulsione avvenuta nel 1492. Toledo è stata per secoli capitale della Spagna, fino a quando Filippo II, figlio di Carlo V, trasferì la capitale della Spagna a Madrid e da questo giorno si ebbe un periodo di decadenza che coinvolse tutta la Spagna. Toledo dovette attraversare fasi alterne di svi- luppo e decadenza, fino a divenire zona repubblicana durante la guerra civile spagnola. Resta comunque un grande patrimonio artistico da ammirare, in un atmosfera decisamente più intima rispetto a Madrid e resta l’importanza religiosa, con l’armonica convivenza delle culture cristiana, musulmana ed ebraica. Come abbiamo anticipato prima Toledo è città facente parte del Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Forte di questa definizione può contare su un ricco patrimonio di beni artistici e culturali rappresentati da edifici di diversi stili e periodi derivati dalla convivenza nel corso dei secoli e più o meno pacifica delle tre cultura cristiana, ebrea e cattolica. Testimoni di questo periodo sono la Sinagoga di Santa Maria la Blanca, la Sinagoga del Transito e la Moschea del Cristo della Luce. 3 Terzo giorno. Mercoledì 28/3 Visita del Palazzo Reale. Visita della Cattedrale Almudena e del Monastero Descalzas reales. Pomeriggio visita della Plaza Mayor (Casa della Panaderia), Puerta del Sol. La casa del Re Il Palacio Real di Madrid è la residenza dei reali di Spagna ma viene usata solo per le cerimonie ufficiali; la famiglia reale, infatti, non abita lì ma al Palazzo della Zarzuela. Il palazzo sorge nel luogo dove nel IX secolo il regno musulmano di Toledo costruì una struttura difensiva che poi usarono anche i reali di Castilla. In questo luogo, nel XVI secolo si costruì L’Antiguo Alcazar distrutto da un incendio devastante la notte di Natale del 1734. Filippo V ordinò che il palazzo venisse ricostruito nello stesso luogo, ma che fosse fatto solo di pietra senza neanche un pezzo di legno (esclusi gli arredi) per evitare futuri incendi. I lavori durarono dal 1738 al 1755; il primo sovrano a stabilirsi nel palazzo fu Carlo III nel 1764. L’aspetto esteriore del Palazzo Reale di Madrid è compatto, con forme pulite come avevano voluto i due architetti. Sacchetti e Ventura Rodriguez, incaricati dal sovrano di modificare la facciata. Plaze de la Armeria La visita del Palazzo Reale di Madrid inizia dal cortile della Plaza de la Armeria, fiancheggiata da lunghi portici. Chi si trova a Madrid in un primo mercoledì del mese (esclusi luglio e agosto), può assistere al cambio della guardia che avviene proprio al centro della piazza. Non perdetevi una visita alla Real Armeria, a cui si accede dai portici a ovest della piazza. Una raccolta stupenda di armi ed armature 4 usate dai re di Spagna e altri membri della Famiglia Reale, tra cui quelle di Carlo V e Filippo II. Salon de Alabarderos, Columnas e Trono La visita delle sale inizia dopo essere saliti per il monumetale scalone (escalera principal) che conduce al primo piano: qui incrocerete il Salon de Alabarderos, con un soffitto affrescato dal Tiepolo, splendidi arazzi e alcuni dipinti di Luca Giordano. Segue ilSalon de Columnas, in cui ci sono diversi arazzi tessuti a Bruxelles su disegno di Raffaello e che raffigurano gli Atti degli Apostoli. In questa sala venne esposto la salma del dittatore Franco e sempre qui ci fu la cerimonia ufficiale per l’ingresso della Spagna nella Comunità Europea. Si arriva quindi al Salón del Trono, che presenta lo stesso aspetto dall’epoca di Carlo III. Gli affreschi sono del Tiepolo e rappresentano l’Allegoria della Monarchia Spagnola. I mobili dorati furono realizzati a Napoli, dove Carlo III regnava. Gli specchi, enormi e co- stosissimi per l’epoca, furono realizzati dalla Real Fábrica de La Granja mentre i lampadari provengono da Venezia, così come i Leoni dorati che difendono il trono del Re e della Regina. Gli appartamenti di Carlo III Le sale che portano agli appartamenti di Carlo III prendono il nome da Mattia Gasparini, l’artista napoletano che ne curò la decorazione. Si inizia dalla Saleta de Gasparni, usata da Carlo III come sala da pranzo a cui segue l’antecamera, con 4 quadri di Goya che ritraggono Carlo IV e Maria Luisa. La stanza successiva è la camera da letto di Carlo III a cui segue la Sala de porcelanasplendidamente decorata con piastrelle e un grande planetario. Era la sala destinata agli uomini fumatori, mentre le donne parlavano e mangiavano cioccolatini nella vicina Stanza Gialla. Seguono la sala del Comedor de Gala, luogo ufficiale per il banchetti di corte e, subito dopo, la sala più bella degli appartamenti e la Sala de Relojos, con molti orologi, di cui alcuni molto preziosi. Nelle sale successive ci sono piatti, pezzi di argenteria e molti strumenti musicali tra cui alcuni rarissimi Stradivari e una bellissima chitarra del 1796 tutta decorata di madreperla. Alla fine del percorso c’è la Real Capilla con imponenti colonne in marmo e la Farmacia Real, con vasi in maiolica. Campo del Moro Il Palazzo Reale di Madrid è circondato per tre lati dal Campo del Moro, degli splendidi giardini che prendono il nome dal fatto che durante l’assedio musulmano di Madrid i mori avevano il loro accampamento in questo luogo. Il giardino, fu sistemato a metà dell’800 durante il regno di Isabella II seguendo il gusto inglese dell’epoca. Alla fine dei giardini c’è un Museo delle Carrozze usate nei secoli dalla famiglia reale. 5 La Cattedrale Almudena Costruita solo dopo cinque secoli di scontri La Cattedrale dell’Almudena di Madrid si trova in pieno centro storico, proprio vicino al Palazzo Reale, ed è uno dei monumenti più visitati della capitale spagnola. La Cattedrale custodisce la statua della Madonna dell’Almudena, protettrice di Madrid, precedentemente conservata nella Chiesa di San Isidro, fino al 1993, quando la fu consacrata da Papa Giovanni Paolo II. La storia infinita della Cattedrale dell’Almudena La costruzione della Cattedrale dell’Almuneda è stato un argomento di discussione sempre presente nella vita di Madrid, tanto da aver attraversato i secoli. La volontà di erigere una Cattedrale nella Città di Madrid, è testimoniata in un documento del 1567, in cui si dichiara che la costruzione di un luogo di culto, è ormai indispensabile per i membri della comunità. Ma in quel periodo il Re Filippo II, diede la priorità alla costruzione dell’Escorial prima, e alla stesura di un progetto per la Cattedrale di Valladolid, sua città Natale. Successivamente, sotto il governo del Re Filippo III, Madrid tornò ad essere la Capitale della Spagna, e il progetto della Cattedrale tornò argo- 6 mento d’attualità. Questa volta, l’opposizione alla costruzione arrivò da parte dei potente arcivescovi di Toledo, che vedevano nella realizzazione della Cattedrale e nel conseguente trasferimento della sede vescovile, una seria minaccia alla loro influenza sul Re. Per tutto il 1500 i Re Cattolici non riuscirono a ridurre la forza degli ecclesiasti di Toledo, costringendo la città di Madrid a rimandare di un secolo la posa della prima pietra della Cattedrale. La trattativa condotta dai Re con i vescovi di Toledo sarà lunga, faticosa ed economicamente dispendiosa. I lavori per la realizzazione del progetto della Cattedrale, infatti, inizieranno soltanto nel 1624, sotto il Regno di Filippo IV e la ferma volontàdi sua moglie, Isabella dei Borbone, di realizzare una Cattedrale nel luogo dove sorgeva la Chiesa di Santa Maria de la Almudena, come offerta alla Madonna per il bambino che portava in grembo. Dal progetto alla realizzazione pratica però, per problemi economici, politici e rivolte,la prima pietra per la costruzione della Cattedrale, sarà posta soltanto nel 1883 e l’edificazione sarà conclusa nel 1983. E’ per questo motivo che l’aspetto della Cattedrale è un autentico puzzle di stili, una sorta di monumento al lunghissimo tempo che la sua realizzazione ha richiesto. le volte delle cupole. Le strette volte della cattedrale di Almudena, costruite su una pianta a croce latina, incorniciano i camminamenti che portano all’altare centrale, realizzato in marmo verde. Le cappelle che circondano l’altare centrale sono dedicate a Santi contemporanei. All’interno della Cattedrale si trovano 14 immagini rappresentati la Via Crucis, realizzate in stile neo gotico fiammeggiante. Il mix di stili rintracciabili nella Cattedrale di Almudena sembra raccogliere le numerose influenza che la cultura spagnola ha metabolizzato nel corso dei secoli, in particolare quella araba, ancora molto forte nella zona di Madrid e dintorni. La Cattedrale, infatti, sorge sopra l’antica moschea madrilena costruita dai mori durante la loro dominazione. Diversi stili della Cattedrale dell’Almudena La struttura della Cattedrale di Almudena ben rappresenta i dubbi e i ripensamenti che nel corso della sua lunga gestazione, ha avuto il progetto originale. L’Ingresso della Cattedrale mostra chiarissime influenze neo classiche, la cripta, che è stata la parte della Chiesa ad essere stata edificata, è costruita in stile neo romanico, mentre il suo interno èdisegnato in chiaro stile neo gotico, con guglie e volte in pietra bianca. La mescolanza di stili crea un effetto molto particolare che divide in due categorie i turisti:quelli che considerano la Cattedrale una delle costruzioni più belle di tutta Madrid, e quelli che vedono nella Chiesa un vero obbrobrio architettonico. L’interno della Cattedrale di Almudena, infatti, è stato costruito con marmi bianchi e coloratissimi mosaici che decorano Il Monastero Descalzas Reales Da palazzo dei reali a convento Il monastero de las Descalzas Reales si trova nella zona centrale di Madrid, ma non è uno dei monumenti più in vista della Capitale spagnola anche se si trova in Direccion Plaza de las Descalzas, a pochi passi della centralissima Puerta del Sol. Il monastero fu fondato da Giovanna d’Asburgo, figlia di Carlo V e Isabella del Portogallo, nel palazzo in cui lei stessa nacque. L’infanta di Spagna, in seguito alla morte del marito Giovanni Manuele d’Aviz, decise di aderire alla vita monacale, abbandonando l’unico figlio, avuto soltanto tre mesi prima del tragico lutto. Nel 1557 il palazzo reale divenne un convento di monache di clausura, appartenenti all’ordine del7 le Clarisse. Il palazzo ha conservato molti dei tratti della costruzione originale, soprattutto negli elementi decorativi, e si presenta come un’artistica testimonianza della storia di Madrid. Maestri diversi per una bellezza che si conserva nel tempo La realizzazione del monastero Descalzas Reales ha visto all’opera diversi maestri dell’architettura. L’interno della struttura, infatti, è opera di Antonio Sillerio, mentre la bella facciata è stata realizzata da Juan Bautista de Toledo. Diversi anni dopo, per abbellire ulteriormente il monastero, Juan Gomez de Mora prestò la sua opera nella realizzazione della sacrestia, dell’altare e della parte in cui si sistemava il coro durante le funzioni religiose. Il monastero ha ospitato diverse nobili Clarisse, che hanno accresciuto l’importanza museale del monastero, portando all’interno della struttura le opere d’arte della loro dote, molte delle quali sono esposte al Descalzas Reales ancora oggi. Nel 1862 diverse opere conservate nel monastero, furono distrutte da un terribile incendio. Oltre ai ritratti di Pantoja de la Cruz, andarono completamente distrutti i bellissimi dipinti della volta, e la pala d’altare, realizzata nel 1565 da Gaspar Becerra. Que8 sta fu sostituita da una nuova, per la cui realizzazione furono chiamati ad operare diversi artisti. L’opera fu inizialmente realizzata, nel 1716, da Camillo Rusconi, ma il completamento delle parti laterali, fu affidato a Jos� Bellver. La pala, oggi ospitata all’Università di Madrid, fu realizzata per salutare la beatificazione del gesuita San Francesco Regis. Alcune delle opere presenti nel monastero Descalzas Reales Tra le opere conservate nel monastero Descalzas Reales, ci sono alcune sculture di assoluta bellezza. Una di queste è la statua della Principessa Giovanna, realizzata interamente in marmo bianco e attribuita a Pompeo Leoni, scultore italiano autore di alcune opere esposte all’Escorial di Madrid. Nella cappella del chiostro edificata per Giovanni d’Austria, è possibile ammirare la bella tavola raffigurante la “Vergine del Miracolo”. Ma il monastero Descalzas Reales custodisce numerose opere di bellezza assoluta, che ripercorrono la grande storia dell’arte spagnola, dagli arazzi realizzati sui progetti di Pieter Paul Rubens, ai quadri di Tiziano, Francisco de Zurbaran e Alonso Sanchez Coello. Molto bello è anche il caratteristico chiostro della struttura, all’interno del quale, durante la Settimana Santa, si svolge una delle processioni più emozionanti di tutta la Spagna. Alcuni studi hanno accertato che il chiostro del monastero Descalzas Reales, è una delle parti più antiche di tutta la struttura. Pare infatti che esso appartenga alla costruzione originale del palazzo, uno dei più antichi della capitale spagnola e che rappresenta un bell’esempio di architettura madrilena del 1500. Il chiostro, infatti, era presente quando il tesoriere imperiale Alonso Gutierrez, ne entrò in possesso, prima ancora che avvenisse il trasferimento di Carlo V e Isabella del Portogallo. Plaza Mayor La rivale di Puerta del Sol La statua di Filippo III, giusto al centro di Plaza Mayor, rende omaggio al sovranno che volle la costruzione della piazza che insieme al Palazzo Reale e alla Basilica di San Francesco il Grande ha rappresentato il centro della vita di Madrid da quando Filippo II, monarca della dinastia degli Asburgo, trasferì nel 1561 la Corte a Madrid. Fino a quel momento la piazza, chiamata Plaza del Arrabal si trovava all’esterno del centro abitato e svolgeva il ruolo di mercato principale della città. Con l’arrivo degliAsburgo, Filippo II fa avviare i lavori di ristrutturazione e ne affida il compito a Juan de Herrera.Dopo vari progetti successivi e tre incendi, nel XVII secolo la piazza acquisisce il suo aspetto attuale. Da allora Plaza Mayor è stata non solo il centro commerciale della città ma anche il luogo della vita sociale, politica e religiosa di Madrid. Plaza Mayor ha visto canonizzazioni, Inquisizioni, esecuzioni pubbliche, corride di tori, rappresentazioni teatrali e incoronazioni dei reali di Spagna. Un ruolo di centro civico e sociale della capitale che la piazza si contende con la vicina Puerta del Sol. Plaza Mayor oggi Oggi Plaza Mayor è una delle tappe obbligate per chi visita Madrid. E’ molto scenografica, con i grandi palazzi che la chiudono, gli ampi spazi e i tavolini dei caffè e dei ristoranti allineati. E’ lunga 129 metri e larga quasi 100; gli edifici che la circondano hanno tutti tre piani; 237 balconi si affacciano sulla piazza. L’edifico più importante della Piazza è la Casa de la Panaderia facilmente riconoscibile dagli affreschi (allegoria dello zodiaco) che colorano la facciata e dalle torri che la adornano. Da questo palazzo per secoli i reali spagnoli hanno assistito alle manifestazioni in loro onore ma anche alle corride, al car9 nevale e alle esecuzioni dei condannati. L’unico elemento che resta del palazzo originale è il portale Proprio di fronte c’è la casa della Carniceria. Arco de Cuchilleros Si accede a Plaza Mayor attraverso nove porte; la più famosa e la più amata dai turisti e l’Arco de Cuchilleros che conduce direttamente all’omonima via. Questo è il luogo di incontro degli studenti di Madrid prima di andarsene in giro le Tapas della Piazza. Sia la via che l’arco prendono il nome dalla corporazione dei coltellinai che qui si erano insediati con le loro botteghe. Nella Calle Cuchilleros ci sono alcuni dei ristoranti tradizionali più vecchi di Madrid; uno in particolare Sobrinos de Botin, è entrato nel Guinness dei primati come il ristorante più antico del mondo: è stato fondato nel 1725. Calle Mayor Calle Mayor era la via più importante della Madrid Asburgica. Il suo tracciato si snoda da Puerta del Sol fino alla Cuesta de la Vega. Anche se oggi ha un solo nome, nei secoli scorsi aveva diversi nomi legati alle attività commerciali più o meno legali che vi erano insediate: c’era la Puerta de Guadalajara, punto di raduno di mercanti e imbonitori. Da qui fino a Plaza de la Villa si chiamava Platerias perchè c’erano gli argentieri. Alcuni di questi negozi funzionano tuttora. Quarto giorno. Giovedì 29/3 Visita del Museo del Prado. Pranzo. Visita del Parco del Buen Retiro. Palacio De Cristal. Palacio De Velasquez. Quartiere Chueca. Palacio de Cibeles. 10 Il Prado Solo capolavori dell'arte mondiale 8.600 quadri; 5.000 disegni; 2.000 stampe; 1.000 tra medaglie e monete; 2.000 oggetti d'arte; 700 sculture. Questo è il patrimonio del Prado, il museo più importante e visitato del mondo subito dopo il Louvre. Goya, Ribera, Murillo, El Greco, Caravaggio, Velazquez, Botticelli sono solo alcuni dei nomi degli artisti le cui opere sono ospitate al Prado. La struttura del Prado Il Prado occupa l'edificio che Carlo III fece costruire per ospitare alcuni istituti scientifici, tra cui un'accademia scientifica al piano terreno ed un museo di storia naturale al piano superiore. Il progetto venne affidato e realizzato dall'architetto Juan de Villanueva. Il complesso divenne sede di collezioni d'arte a partire dal 1816, prendendo come esempio il Louvre. Le collezioni sono distribuite su questi due piani e sul pianterreno. Come per ogni museo di importanza mondiale, non si può vedere tutto con una sola visita. Qundi è meglio scegliere in anticipo cosa vedere per non perdersi i capolavori. Purtroppo, scegliere non è così facile perchè è uno dei pochi musei al mondo che raccoglie quasi esclusivamente capolavori e pochissime "opere minori". Vi consigliamo un itinerario diviso per piani consigliandovi le opere appartenenti alla Pittura spagnola, Fiamminga, Tedesca, Olandese e italiana. Avvertenza: lavori in corso, interventi di restauro e altri eventi potrebbero cambiare la disposizione delle opere rispetto a come noi ve la indichiamo. Pianterreno Subito dopo l'ingresso dalla Porta del Goya, nell’Ala Nord del Museo nella sala 51C sono stati riposizionati gli i Murales de la ermita de la Santa Cruz de Maderuelo affreschi trovati vicino Segovia. La cappella è grande poco più di 20 metri quadrati con affreschi che rappresentano angeli, scene evangeliche e bibliche, come laCreazione di Adamo ed Eva e l’Offerta di Caino e Abele. Il tutto dominato nella volta da un Cristo Pantocratore seduto in trono. Il resto del pianterreno è dedicato quasi esclusivamente alla pittura italiana: è una vera e propria parata di capolavori. Nella sala 49 c’èl’Annunciazione del Beato Angelico e la Storia di Nastagio degli Onesti di Sandro Botticelli, ispiratosi alla famosa novella del Boccaccio. L’opera 11 era quasi certamente la decorazione di un mobile. Sempre al pianterreno ci sono la Sacra Famiglia di Raffaello e anche il suo Ritratto di Cardinale che nella sua sgargiante veste rossa e con lo sguardo enigmatico rappresenta una sorta di Gioconda al maschile. Da non tralasciare il Transito della Vergine di Andrea Mantegna e il Cristo morto sostenuto da un angelo di Antonello da Messina. Le sale dalla 54 alla 58 ospitano opere di scuola fiamminga. Nella sala 58 l’opera più rappresentativa è laDiscesa dalla croce di Rogier van der Weyden con volti magnificamente dipinti e la veste della Vergine decorata con polvere di lapislazzulo. Nella sala 57 ci sono opere di Bruegel e Bosch (El Bosco) il cui Giardino delle Delizie, un misto di estasi e sensualità, attira sempre molti spettatori. Più bello di tutti, però, è il Trionfo della Morte di Bruegel che ricorda a tutti i lutti delle guerre e la sofferenza delle pene capitali. A partire dalla sala 75 ci sono i capolavori italiani di scuola veneta:Tintoretto, Tiziano, Veronese. In particolare, da non perdere, laLavanda dei Piedi del Tintoretto, con la straordinaria prospettiva e due ope12 re di Tiziano: Danae riceve la pioggia d’oro e Carlo V a cavallo alla Battaglia di Muhlberg. Tiziano era il pittore preferito dall’Imperatore e ne era affascinato, quasi deferente. Si racconta che una volta si sia inchinato a raccogliergli un pennello. Prima di lasciare le sale dedicata ai pittori veneti, merita una visita anche ilMosè salvato dalla acque del Veronese. Le sale 60A, 61A e 62A sono riservate ad alcuni pittori spagnoli, tra cui spicca El Greco con il suo Cavaliere con la mano sul petto è la singolare Fabula, in cui una scimmia e un personaggio picaresco sono colpiti da un improvviso bagliore. Primo piano Prima di entrare nel regno di Goya, andate a omaggiare uno dei capolavori assoluti di Caravaggio: Davide e Golia, con un Davide ancora bambino che si prepara il trofeo con la testa del gigante, a cui Caravaggio ha dato il suo volto. Subito dopo ci sono le sale dedicate all’arte fiamminga; vi acco- glie l’Artemide di Rembrandt e subito dopo le splendide scende di vita popolare del Matrimonio Campestre e del Banchetto Nuziale di Pietre Bruegel il Giovane. Le tele di Rubens si dividono tra soggetti mitologici (Perseo e Andromeda, Il Giudizio di Paride, Le tre Grazie) e i ritratti, come gli splendidi Ritratti degli Apostoli e le 6 Tele del Trionfo dell’Eucarestia. Arte spagnola Dopo i quadri di Ribeira (Ritratti di antichi filosofi) si arriva allo spazio dedicato a Velazquez il più grande pittore spagnolo di tutti i tempi. Il 40% delle opere delle sue opere è conservato qui è Las Meninas (o Famiglia di Filippo IV). Il dipinto è un’istantanea della vita di corte e ritrae il momento in cui la Principessa Margherita accompagnata dalle dame di corte (Meninas) entra nella sala dove Velazquez sta dipingendo il ritratto della coppia reale, come si nota dallo specchio. È un quadro, ma sembra una foto. Altro capolavoro da non perdere del genio spagnolo è Il Trionfo di Bacco. Ritornando nel grande corridoio si arriva alle sale dedicate a Goya. Sono sette, dominate dal grande ritratto collettivo della Famiglia di Carlo IV. Sullo sfondo c’è il pittore con espressione meditativa. Seguono le Pinturas Negras , dipinti neri realizzati tra il 1820 e il 1823 durante un periodo di profonda depressione seguita alla morte della moglie e dei figli. Il più singolare è quello chiamatoPerro (Cane) con sullo sfondo solo la testa di un cane. L’uso del colore è molto moderno, quasi espressionista. Sempre in queste sale, le Fucilazioni del 3 di maggio che ricordano la repressione ad opera dei francesi di Murat nel 1808. Secondo piano Le opere di Goya continuano al secondo piano. Qui ci sono le dueMajas, quella Vestida e quella Desnuda. Sono certamente le due opere più famose di Goya. Alla loro presentazione provocarono uno scandalo. Le pose ammiccanti, il corpo nudo della Desnuda, la posa sensuale, concorsero a creare intorno a questo quadro l’aurea mitica che ancora oggi resiste. 13 Parque del Buen Retiro Il polmone verde di Madrid Madrid non ha molti spazi verdi quindi il parco del Buen Retiro, che sorge alle spalle del Museo del Prado, è il posto migliore per passare qualche ora a contatto con la natura. Il Parco del Buen Retiro è una delle mete preferite dagli abitanti della città di Madrid, soprattutto di domenica, quando le famiglie escono per portare in giro i bambini. Il Parco si trasforma in un circo a cielo aperto con musicisti, saltimbanchi, giocolieri e tanta vitalità, colorata e contagiosa, che regala ai giardini la tipica atmosfera di Madrid. Un po' di storia del Parque del Buen Retiro La costruzione del parco iniziò nel 1630 e si concluse nel 1640, dopo che il Duca di Olivares regalò al Re Filippo IV, alcuni terreni da adibire a luoghi per il bivacco della nobiltà. Le terre sulla quale iniziò la costruzione del Parco del Buen Retiro, si estendevano per circa 145 ettari, nelle vicinanze del "Monastero de los Jerònimos". Già nelle intenzioni degli architetti Alonso Carbonell e Giovani Battista Crescenzi, che avviarono i lavori,il parco doveva essere un luogo molto parti- 14 colare, rilassante e stravagante allo stesso tempo. Per accontentare tutte le esigenze della nobiltà spagnola, furono costruite strutture per diversi tipi di intrattenimento. Furono edificati, infatti, il "Teatro del Buen Retiro", per accogliere gli attori e gli autori più in voga del "Secolo d'oro" spagnolo (1500-1600), il "Cason del Buen Retiro", una bellissima sala da ballo dove lasciarsi andare alle danze durante le eleganti feste organizzate per la nobiltà, e l'attuale "Museo del Ejército" un tempo denominato "Salòn de Reinos". Anche i bellissimi giardini furono concepiti come palcoscenico per spettacoli ed eventi: furono installate due grandi gabbie, una per raccogliere gli uccelli esotici e un'altra per consentire lo spettacolo con animali feroci. Nel corso dei secoli, il Parco del Buen Retiro subì diversi rifacimenti e trasformazioni, durante le quali, fu costruito il grande lago rettangolare, la "Fabbrica reale di porcellana" e l'"Osservatorio Astronomico". Il Re Carlo III concesse l'utilizzo del Parco del Buen Retiro anche ai cittadini comuni, a patto che tenessero un comportamento decoroso al suo interno, fossero puliti, e indossassero abiti eleganti. La definitiva apertura del parco all'utilizzo pubblico, avvenne dopo la rivoluzione del 1868, quando i giardini divennero proprietà municipale. Il Palazzo di Cristallo Il "Palazzo di Cristallo" del parco Buen Retiro è stato costruito in soli 5 mesi ed è una delle costruzioni più belle che si trovano all'interno del polmone verde di Madrid. Il "Palazzo di Cristallo" fu eretto nel 1887 per ospitare l'esposizione delle molteplici specie botaniche provenienti dalle Isole Filippine. Per rendere ancora più reale e interessante la ricostruzione dell'ambiente filippino, oltre agli animali e alle piante tipiche, fu allestita una ricostruzione minuziosa di un vero villaggio indigeno. Nel lago che si trova ai piedi del palazzo, cresce il particolarissimo "Cipresso calvo", un albero che ha le radici e una parte del tronco, sotto il livello dell'acqua. Oggi il "Palazzo di Cristallo" ospita diverse collezioni di arte contemporanea. Il Monumento al Re Alfonso XII Il monumento al Re Alfonso XII è un'altra, imponente opera, presente all'interno del parco del Buen Retiro. Inaugurato nel 1922 è diventano nel corso degli anni, un punto di ritrovo per la popolazione di Madrid e non solo. L' architetto José Grases Riera vinse il concorso, presentando un progetto grandioso, che prevedeva la statua del Re a cavallo, circondata da altre, numerosissime, statue. L'installazione è posta al lato del lago e ritrae il Re Alfonso XII sul suo destriero, poggiato su un ampio colonnato semi circolare, alla base del quale ci sono altre statue raffiguranti, tra gli altri, leoni e donne. L'imponenza del monumento che abbraccia una parte del lago del Parco del Buen Retiro testimonia l'attaccamento del popolo spagnolo alla propria Monarchia: infatti la statua fu realizzata con sottoscrizioni popolari. Oggi, tutte le domeniche, decine di percussionisti provenienti da tutto il mondo e diversi gruppi di giocolieri, si ritrovano ai piedi del monumento per allestire uno spettacolo improvvisato che coinvolge sia i turisti che i cittadini di Madrid, in un turbinio di colori e balli all'insegna del divertimento. La Fontana dell'Angelo caduto La "Fontana dell'Angelo" caduto fu costruita nel 1874 dallo scultore madrileno Ricardo Bellver. Quando il Duca Fernàn Nùñez commissionò la realizzazione dell'opera all'artista, si scatenò un gran vespaio di polemiche. Secondo la tradizione cristiana, 15 Lucifero era l'Angelo più vicino a Dio che, peccando di presunzione, si ritenne superiore all'Altissimo. Fu così che, una volta radunati gli angeli ribelli, mosse guerra a Dio e alle potenze celesti, tentando di imporsi come Sovrano dell'universo. Una volta vinta la battaglia, Dio scaraventò l'angelo Lucifero giù dal Paradiso, confinandolo per sempre all'Inferno.La scelta di ritrarre per una fontana del Parco del Buen Retiro un soggetto così particolare e malvagio, scatenòveementi reazioni. Ma il duca Fernàn Nùñez incoraggiò lo scultore da lui incaricato per la realizzazione dell'opera, stanziando una cifra di 55000 pesetas per i lavori necessari a portare a termina la fontana. "La Fontana dell'Angelo caduto" ritrae Lucifero abbandonato su una roccia, che urla verso il cielo la sua rabbia e la sua frustrazione per aver perduto il Paradiso. Ai suoi piedi, grossi serpenti si inerpicano lungo le gambe, conferendo all'espressione del soggetto, una drammaticità emozionante. I getti d'acqua che riempiono la vasca della fontana, escono 16 da bocche demoniache poste alla base della colonna che regge l'angelo caduto, dando a questa scultura un aspetto unico nel suo genere. La particolarit� della fontana fu premiata durante l'Esposizione nazionale del 1878. La Rosaleda La "Rosaleda" è un roseto costruito nel 1915 per assecondare la moda di quegli anni, che vedeva già diverse capitali europee attrezzate con splendidi roseti al centro della città. Il sindaco Carlos Pratas volle che anche Madrid avesse il suo roseto, così affidò l'incarico al giardiniere maggiore e direttore del Dipartimento dei Parchi e Giardini del Comune di Madrid, Cecilio Rodriguez. Per la sua raffinatezza e particolare bellezza, fu scelto il roseto di Bagatelle di Parigi come modello di riferimento per la costruzione della "Rosaleda". Durante la Guerra Civile spagnola però, la bellissima collezione fu completamente distrutta. Bisognerà aspettare il 1941 per rivedere le rose nel parco del Buen Retiro, quando furono piantate ben 4000 nuove rose. Il Museo Reina Sofia Picasso, Mirò, Dalì Il Reina Sofia è il naturale completamento del Paseo de L'Arte che unisce il Prado, il Thyssen-Bornemisza e, appunto il Reina Sofia. Mentre il Prado contiene solo capolavori della pittura fino al 1800 e ilThyssen opere del 1800 americano ed europeo, il Reina Sofia è dedicato a tutta la produzione artistica dall'inizio del '900 ad oggi. Anche se ospita opere internazionali si concentra soprattutto sull'arte spagnola. Il pezzo forte è il Guernica di Picasso che attira quasi tutti i visitatori del Museo. La visita al Reina Sofia Il secondo piano Al secondo piano sono esposte le opere che mostrano l'evoluzione dell'arte spagnola dalla fine del XIX secolo fino agli anni posteriori alla Seconda Guerra Mondiale. In 17 sale sono raccolte le opere delle cosiddette "avanguardie storiche " del XX secolo. Qui troverete le opere di JoséGutiérrez Solana, Juan Gris, Pablo Picasso, Joan Mirò, Julio Gonzàlez, Salvador Dalì e altri. Al quarto piano ci sono le opere che vanno dalla fine degli anni '40 agli anni attuali. In queste sale ci sono opere di Antoni Tàpies, Antonio Saura ed Eduardo Chillida. Picasso, il Guernica Nel 1937, il 26 aprile, l'aviazione nazista tedesca venuta in aiuto ai falangisti (fascisti) spagnoli bombarda la cittadina basca di Guernica. E' il primo bombardamento della storia ed è un atto di estrema atrocità perchè la cittadina era al di fuori del teatro militare che allora vedeva i fascisti spagnoli cercare di rovesciare il governo della sinistra. I nazisti bombardano Guernica come semplice esperimento per vedere se funzionano i loro bombardieri. Muoiono 2000 persone, soprattutto donne e bambini. Picasso stava allora lavorando ad un'opera che rappresentasse la Spagna all'Esposizione Universale di Parigi.Le reazioni nel mondo sono di rabbia e condonna e l'artista esprime questi sentimenti con un quadro che dimostri al mondo l'orrore che era stato compiuto. In soli due mesi Pi- 17 opere comunque importanti, come l'Autoritratto Cubista, La ragazza affacciata alla Finestra (la sorella di Dalì) e il Gran Masturbador. Nelle sale successive ci sono opere dedicate al Surrealismo e agli altri autori spagnoli, come Fernandez, Gonzalez e Sanchez. casso realizza 36 schizzi preparatori e poi realizza un quadro di 3,50 metri per 7,75. Il bianco e nero riprende le immagini di morte e distruzione che Picasso aveva visto sui giornali; i corpi sono sfatti, macellati, con i visi stravolti da smorfie di dolore. La composizione riunisce sette gruppi di personaggi: al centro c'è un cavallo con in bocca una bomba ad indicare la furia del bombardamento; vicino a lui una lampada che illumina la scena e sottolinea come la vita quotidiana è stata distrutta dalla guerra. A sinistra c'è il toro, simbolo della Spagna offesa; subito sotto al toro una donna si dispera con il proprio figlio morto in braccio; sulla destra un uomo brucia nel fuoco della propria casa incendiata dalle bombe. Tutte le opere di Picasso si trovano nella Sala 6. Le altre opere delle Avanguardie La sala 7 è dedicata a Joan Mirò in cui spicca la splendida Lumaca, Donna, Fiore, Stella e la Femme en transe par la fuite des toiles filantes. Nella sala 10 sono raccolte le opere visionarie di Salvador Dalì, anche se il miglior luogo dove scoprire tutto il genio di questo autore e l'immaginifico Museo a lui dedicato che si trova a Figueres, in Costa Brava. Qui potete ammirare 18 Il quarto piano Nelle sale 34 e 35 sono raccolte le opere di Tàpies, uno dei maggiori esponenti internazionali dell’informale materico, si trovano opere rappresentative di questo autore che fin dall'inzio della sua attività artistica ha impiegato materiali poveri, come terre, sabbie, oggetti quotidiani, colle, frammenti di legno. Le altre sale sono un percorso attraverso l'Informalismo, l'Astrattismo fino alle utlime manifestazioni dellArte contemporanea. Il Thyssen-Bornemisza La più grande raccolta privata del mondo Il Museo Thyssen-Bornemisza, a pochi passi dal Prado e dal Reina Sofia, chiude il cosiddetto Paseo del'Arte. Il Thyssen è un museo che unisce i capolavori classici del Prado con l'arte contemporanea del Reina Sofia. Il Thyssen raccoglie la più importante collezione privata di arte del mondo,quella dei baroni ThyssenBornemisza, in parte acquistata dal Governo Spagnolo e in parte donata dalla vedova del barone, Carmen Thyssen-Bornemisza. Le opere Il museo contiene circa 1.000 quadri. A questi si sono aggiunti nel 2004, circa 2.000 oggetti d'arte. La struttura, laVillahermosa, è divisa su due piani. Anche in questo caso vale la solita raccomandazione: le opere esposte sono tutte importanti e non si possono vedere tutte in una sola visita. Quindi, se avete poco tempo, pianificate bene cosa vedere. Noi vi consigliamo di non perdere queste opere. Ve le indichiamo divise per piano. Secondo piano Qui ci sono le opere dal 1200 al 1600. Gli autori più importanti sono gli italiani: Simone Martini, Duccio, Paolo Uccello, Benozzo Gozzoli, Antonello da Messina e anche una piccola opera di Raffaello. Di Duccio di Buoninsegna ammirate Cristo e i Samaritiani; Duccio era l'unico artista dell'epoca che firmava le sue opere. Nella sala 3 ci sono i pittori fiamminghi; splendida l'Annunciazione, un dittico in bianco e nero di Van Dick talmente ricco di dettagli da sembrare una scultura; soprattuto non perdetevi la Madonna in Trono di Wan der Weyden, molto singolare perchè mostra il seno che allatta Gesù. La sala 7 accoglie tele di Tiziano, Giambellino e Sebastiano del Piombo mentre nella 12 ci sono opere di Rubens, Rembrandt e Caravaggio. Primo Piano Le sale del primo piano ospitano le opere più importanti del Museo Thyssen. Nelle sale 29 e 30 è possibile ammirare la più importante raccolta di dipinti nordamericani del 1800 che si trovi oggi al di fuori degli Usa, come la splendida Stanza d'albergo di Edward Hopper. Superata la sala 31 con le opere dei romanticisti europei come Delacroix, si arriva alle opere degli impressionisti e post-impressioni- 19 sti: si susseguono Renoir, Van Gogh, Degas, Tolouse-Lautrec, Cézanne, Gauguin. Di questi autori da non perdere: Van Gogh, "Les Vessenots" in Auvers. Il solito e grande Van Gogh: campi, colori eccezionali, pennellate spesse. Poco più avanti la incanta la delicatezza della Ballerina Inchinata di Degas, ripresa dall'alto, come in una ripresa cinematografica. Sempre come in un film, la Donna in giardino con l'ombrello di Renoir, sembra avvicinarsi lentamente. Nel Mata Mua di Gauguin, ritroviamo tutto il suo genio nell'uso dei colori e tutto il suo amore per i paradisi tropicali. Nelle sale successive ci sono le opere degli EspressionistiKokoschka, Schiele, Ensor. Pianterreno Grandi nomi e grandi opere distribuite nelle sale dedicate alle avanguardie, al cubismo e ai movimenti contemporanei. Picasso con l'Arlecchino e il Combattimento di Tori; Mirò, Matisse con laConversazione sotto gli alberi di olivo, Mondrian con le sue composizioni geometriche. Ben rappresentata anche l'arte statunitense del 1900 con opere di Pollock, Gorky e Rothko. 20