“La Vita Scolastica”, “Scuola dell`infanzia” e “SesamOnline” per “La

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“La Vita Scolastica”, “Scuola dell`infanzia” e “SesamOnline” per “La
per
la rivista dell’istruzione primaria
www.scuoladellinfanzia.it
“La Vita Scolastica”, “Scuola dell’infanzia” e “SesamOnline”
per “La Buona Scuola”
“La Vita Scolastica”, “Scuola dell’infanzia” e “SesamOnline” (Giunti Scuola) – le riviste
professionali più diffuse tra gli insegnanti e i dirigenti delle scuole dell’infanzia e delle
scuole primarie – hanno seguito con interesse e partecipazione, insieme con i loro lettori,
la presentazione del documento “La Buona Scuola”. Accogliendo l’invito del MIUR alla
discussione, le riviste hanno aperto uno spazio di dibattito e hanno offerto ai propri lettori
i contributi di alcuni collaboratori sui principali temi presenti nel testo.
Qui di seguito, raccogliamo i dieci punti messi a fuoco dagli esperti, che, insieme a noi, ben
volentieri offrono le loro riflessioni per costruire una scuola e una società migliori.
1. Autonomia e professionalità docente
Il documento “La Buona Scuola” affida il futuro del nostro sistema educativo all’autonomia
didattica e professionale dei docenti. Un buon insegnante, si legge nel testo, è colui che sa
lavorare in classe motivando gli studenti attraverso didattiche innovative e partecipate; è
impegnato nella vita della scuola che continua oltre le pareti dell’aula; sviluppa la propria
professionalità attraverso la formazione continua e la ricerca didattica. Sono questi gli
aspetti da cui scaturiscono i crediti didattici, professionali, formativi in base ai quali
dovranno essere premiati i migliori. Tali crediti dovranno essere documentati, validati e
riconosciuti da un nucleo di valutazione interno alla scuola, secondo procedure che al
momento rimangono da definire.
Alcuni elementi critici rilevati: manca una riflessione organica sul tema degli insegnanti di
“sostegno”; non sono ben delineate le risorse e i tempi necessari alla realizzazione dei
cambiamenti generali auspicati del sistema scolastico; si dichiara che l’accesso al ruolo di
ispettore (Dirigente Tecnico), figura riconosciuta strategica, avverrà per chiamata diretta
e non per concorso; discutibile inoltre che tale ruolo venga riservato ai soli dirigenti, come
sviluppo di carriera, escludendo i docenti, come avviene finora.
- Giancarlo Cerini, Docenti a credito
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/piano-scuola-docenti-acredito/]
- Raffaele Iosa, Un proposta coraggiosa e incredibile
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/il-patto-sulla-scuolacoraggioso-e-incredibile/]
- Silvana Loiero, Tra il dire e il fare…
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/piano-scuola-tra-il-dire-e-ilfare/]
- Mario Maviglia, E gli ispettori tecnici?
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/e-gli-ispettori-tecnici/]
- Paolo Mazzoli, Buona Scuola: facciamo il punto?
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/buona-scuola-facciamo-il-punto/]
2. Intercultura: buone pratiche e buone definizioni
Nel documento “La Buona Scuola” non si dà sufficiente rilievo alle trasformazioni in senso
multiculturale e plurilingue della società e della scuola italiana. Il 10% degli alunni hanno
origini culturali e linguistiche diverse; tuttavia, solo una parte di questi bambini tra i 3 e i 6
anni frequenta la scuola dell’infanzia; nel prosieguo del percorso scolastico, sono gli alunni
di altra origine culturale e linguistica a ottenere mediamente esiti poco soddisfacenti (ben
evidenti nel corso delle Prove INVALSI). Al compimento della scuola dell’obbligo, la
maggioranza degli alunni “stranieri” che continuano gli studi si iscrive a scuole
professionali e istituti tecnici, spesso rinunciando alla possibilità di accedere alle
professioni più e più prestigiose. Una “buona scuola” che sia davvero tale dovrebbe essere
buona per tutti e attenta a ciascuno, dovrebbe fare uguaglianza, perseguire l’equità e la
giustizia sociale, dovrebbe ispirarsi ai principi delle tre dell’Inclusione, dell’Italiano seconda
lingua, dell’Intercultura.
Da salutare in maniera positiva l’attenzione che il rapporto “La Buona Scuola” dedica alle
“scuole aperte”, che potrebbero costituire un modello per realizzare una vera inclusione,
tramite il dialogo attivo tra scuole, famiglie, associazioni e territorio, come già accade in
alcune realtà virtuose (due esempi per tutti: a Roma, le scuola “Pisacane”, la scuola “Di
Donato”, dove è molto attiva l’Associazione dei Genitori, i “Cortili scolastici” a Torino).
- Graziella Favaro, Le (altre) tre “i” per una scuola di tutti e di ciascuno.
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/le-altre-tre-i-per-una-scuola-di-tutti-e-di-ciascuno/].
- Lorenzo Luatti, La scuola aperta che c’è.
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/la-scuola-aperta-che-c-e/].
3. Scuola digitale: modelli e risorse necessarie
Il documento “La Buona Scuola” accetta pienamente la sfida dell’alfabetizzazione digitale
ispirandosi ad alcune esperienze europee (Inghilterra e Francia) e statunitensi, dove la
programmazione (coding) è stata inserita come disciplina autonoma e altamente formativa
(oltre che assai richiesta dai genitori). La sfida aperta, a questo punto, è la formazione dei
docenti, a partire da quelli che operano nella scuola primaria. È da salutare positivamente
l’enfasi posta sulla connettività, sulla effettiva diffusione della banda larga e il minor
interesse per acquisti di hardware (strumenti esposti a forte rischio di obsolescenza). Si
attende però maggior chiarezza sul piano finanziario in base al quale sarà possibile attuare
“scuole tutte connesse” e avviare la digitalizzazione dei servizi amministrativi.
- Antonio Fini, Internet in ogni aula: ma dove sono i soldi?
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/piano-scuola-internet-inogni-aula-ma-dove-sono-i-soldi/]
- Gianfranco Garotta, Coding e produzione digitale
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/coding-e-produzione-digitale/]
- Silvana Loiero, Tra il dire e il fare…
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/piano-scuola-tra-il-dire-e-ilfare/]
- Tiziano Pera, Come sollecitiamo i ragazzi a diventare “produttori digitali”?
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuola-discutiamone-qui/lamia-bella-scuola-come-sollecitiamo-i-ragazzi-a-essere-produttori-digitali/%5D
4. Formazione dei docenti: la didattica delle discipline al centro
Il documento “La Buona Scuola” sottolinea a più riprese la centralità della didattica e della
funzione strategica dei docenti. Affinché gli insegnanti possano formare alunni
competenti, è necessario che essi stessi abbiano un sicuro possesso della disciplina che
insegnano (ovvero che aggiornino costantemente le proprie conoscenze e affinino la
capacità di trasposizione e comunicazione a livello didattico dei saperi). Riguardo alla
formazione iniziale, tuttavia, poco si dice riguardo a ciò l’università può e deve fare per
dotare gli insegnanti della scuola primaria e secondaria dei saperi e delle competenze
necessarie. Nella formazione universitaria, non viene ancora riconosciuto il ruolo strategico
della didattica delle singole discipline; ci si limita a raccomandare a tener conto a principi
pedagogici di carattere generale. Quanto alla formazione in servizio, è senz’altro positivo
che venga dichiarata obbligatoria. Tuttavia, nonostante lodevoli iniziative a livello regionale
e provinciale, manca un piano organico e qualificato a livello nazionale. Appare rischioso
delegare l’aggiornamento e la formazione in servizio a docenti “innovatori naturali” e a
scambi di buone pratiche tra colleghi. Allo stesso modo, non è pensabile che per
promuovere una didattica laboratoriale, capace di coinvolgere e motivare gli alunni, sia
sufficiente allestire un’aula attrezzata dal punto di vista tecnologico e strumentale.
- Bruno D’Amore, Un modesto contributo al famoso documento “La Buona Scuola”
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/un-modesto-contributo-sul-famoso-documento-la-buona-scuola/]
- Ivo Mattozzi, Per una buona scuola… eccellente
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/non-basta-una-buona-scuola-ne-vogliamo-una-eccellente/]
- Maria Cristina Peccianti, La formazione dei docenti tra scambi di ricette e “innovatori
naturali”.
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/la-formazione-dei-docenti-tra-scambi-di-ricette-e-innovatori-naturali/]
- Tiziano Pera, Quale “saper fare”?
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/la-mia-bella-scuola-quale-saper-fare]
5. Lettura a scuola: la grande assente
Nel documento “La Buona Scuola”, a fronte di un grande e doveroso rilievo dato
all’innovazione “digitale” della scuola, si parla poco di libri, di promozione alla lettura e di
biblioteche scolastiche. In questo modo si rischia di contrapporre i libri cartacei al digitale
e alle nuove tecnologie, mentre tutti questi strumenti, assai diversi, possono interagire
efficacemente per formare cittadini responsabili, all’altezza della sfide della società della
conoscenza. Come ricorda l’associazione “Forum del libro”, inoltre, le indagini
internazionali continuano a evidenziare le cattive performance dell’Italia nella diffusione
della lettura e nel possesso di piene competenze linguistiche, condizioni necessarie per
esercitare in maniera piena di diritto di cittadinanza, sviluppare il pensiero critico e
creativo, e non ultimo usare in maniera attiva le tecnologie digitali. L’attenzione al libro e il
sostegno alle biblioteche scolastiche possono consentire a tutti i ragazzi, anche quelli in
condizioni familiari disagiate, di essere cittadini a pieno titolo.
Della Passarelli, Libri e lettura scomparsi dalla buona scuola?
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/libri-e-lettura-scomparsi-dalla-buona-scuola/]
- Giovanni Solimine, Lettori si diventa?
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/lettori-si-diventa/]
-
6. Musica e attività espressive: la creatività al centro
Tra i pregi del documento “La Buona Scuola” vanno annoverati l’attenzione nei confronti
di discipline a volte trascurate, come la musica e le attività espressive, nonché l’enfasi sul
ruolo formativo che tali ambiti rivestono nella crescita armonica della persona. Tuttavia, il
rilievo dato a queste educazioni non può esser ridotto a un aumento di ore curriculari:
musica, arte ed educazione motoria chiamano in gioco la creatività, che è anzitutto
relazione tra persone (insegnanti e alunni, insegnanti e colleghi, bambini e ragazzi),
pensiero critico e divergente. Restano da definire due aspetti: da un lato la formazione dei
docenti, dall’altro, per quanto riguarda la musica, l’opportunità di assegnare insegnanti
specialisti di scuola secondaria alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria.
Manca, inoltre, un’indicazione precisa sull’insegnamento della musica nella Scuola
secondaria di secondo grado e una chiara presa di posizione in merito alle nuove classi di
concorso per i Licei musicali.
- Luigi Berlinguer, Benedetta Toni, Musica nella buona scuola: un’opportunità storica.
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/]
- Mario Piatti, La musica nella “buona scuola”: cosa c’è e cosa manca.
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/la-musica-nella-buona-scuola-cosa-c-e-e-cosa-manca/]
- Gianfranco Staccioli, Una buona scuola paradossale
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/una-buona-scuola-paradossale/]
7. Lingue comunitarie: in primo piani la formazione dei docenti
Nel documento “La Buona scuola” è apprezzabile la grande attenzione riportata alle lingue
straniere, considerate come competenze essenziali per i ragazzi e i cittadini d’Europa. Le
due strade indicate per raggiungere questo obiettivo sono l’attivazione di percorsi di
apprendimento della lingua straniera fin dalla scuola dell'infanzia e l’estensione della
metodologia CLIL a partire dalla scuola primaria. Manca un rigoroso protocollo di
valutazione delle competenze necessarie ai docenti per attivare percorsi didattici in lingua
straniera e renderli realmente efficaci. Scarso approfondimento anche sulla formazione
iniziale e continua (si veda al proposito anche la voce “Formazione dei docenti: la didattica
delle discipline al centro”).
Paola Traverso, Più lingua straniera per i bambini=più formazione per gli insegnanti
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/piano-scuola-docenti-acredito/]
8. Scuola collaborativa e competenza di cittadinanza
La professionalità dei singoli non può prescindere dalla dimensione collaborativa di tutta la
comunità scolastica che partecipa attivamente alla vita del territorio in cui è inserita.
Docente competente è colui che si occupa concretamente del miglioramento complessivo
del sistema scuola.
La collaborazione tra docenti, più volte richiamata nel documento, dovrebbe essere intesa
come cooperazione didattica, educativa e organizzativa. Da questo scambio ciascun
membro della comunità scolastica potrebbe trovare risposte e spunti per i propri bisogni
formativi e di crescita professionale.
- Cesare Moreno, La buona scuola cura i giovani ed ancor di più a chi dei giovani si cura
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/la-buona-scuola-cura-i-giovani-ed-ancor-di-piu-chi-dei-giovani-si-cura]
- Tiziano Pera, Quali competenze per i nostri docenti?
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/la-mia-bella-scuola/]
- Tiziano Pera, Quale “saper fare”?
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/la-mia-bella-scuola-quale-saper-fare]
Gianfranco Staccioli, Una buona scuola paradossale
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/una-buona-scuola-paradossale/]
9. E la scuola dell’infanzia?
La scuola dell’infanzia, una scuola realmente buona e ben funzionante nella
maggior parte dei casi, non trova abbastanza spazio nel documento “La Buona
Scuola”. Per questo corre il rischio di avere meno voce in questa grande possibilità
di dialogo, mentre vi sono questioni aperte di vivo interesse per tutti, insegnanti e
famiglie (come il tema dell’anticipo, dell’edilizia scolastica, della formazione, della
qualità degli incontri culturali e formativi che i bambini vivono, per esempio con la
musica, i libri, l’arte). La scuola dell'infanzia si affida a chi ha a cuore la cultura
dell’infanzia.
Maurizia
Butturini,
Pensieri
sulla
Buona
scuola
(anche
dell’infanzia)
[http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/piano-scuoladiscutiamone-qui/buona-scuola-facciamo-il-punto/]
- Speciale La questione dell’anticipo
[http://www.giuntiscuola.it/scuoladellinfanzia/magazine/articoli/la-questione
-dell-anticipo/]
- Luoghi che accolgono. Intervista a Sergio Govi
[http://www.giuntiscuola.it/scuoladellinfanzia/magazine/articoli/luoghi-cheaccolgono/%5D
10. Dove vogliamo far andare la scuola? Filo diretto con
l’attualità
“La Buona scuola” ha avuto il merito di porre la questione della formazione e
dell’istruzione al centro del dibattito politico e culturale del Paese. Per questo motivo, ci è
sembrato opportuno seguire da vicino le discussioni e anche le polemiche innescate dalla
pubblicazione del testo (3 settembre 2014). Già in precedenza, i nostri esperti hanno
riflettuto sulle anticipazioni diffuse dalla stampa e dai media al proposito delle linee guida
su cui voleva insistere il documento. Contemporaneamente, abbiamo letto, attraverso
interviste e commenti, due progetti tangenti la proposta contenuta nella “Buona Scuola”:
il nuovo Piano per l’edilizia scolastica (analizzato in dialogo con Roberto Reggi e con altri
esperti di edilizia e politica scolastica) e il Piano Musica Scuola (con Luigi Berlinguer e
Benedetta Toni). Nei primi giorni di settembre, abbiamo invitato tutti i nostri lettori a
partecipare alla consultazione pubblica. Dopo la pubblicazione del testo, abbiamo avviato
un blog (per i contributi esperti) e un Gruppo Facebook per il commento e la muta
informazione da parte dei nostri amici e lettori. Per guidare i nostri lettori nell’esplorazione
del dibattito tra Miur e sindacati abbiamo quindi intervistato i maggiori esponenti sindacali
su merito e anzianità, ruolo dei Dirigenti, organico funzionale, precariato. Il 7 ottobre, in
occasione della presentazione delle 100 proposte di Confindustria per l’Education, i nostri
esperti hanno discusso col responsabile Claudio Gentili su scuole paritarie, alternanza
scuola-lavoro, “anomalie” della scuola italiana rispetto al panorama europeo e
internazionale (per esempio il ritardo nella digitalizzazione). Recentemente, il nostro
esperto di normativa e politica scolastica ha commentato la proposta di legge di stabilità
valutandone la coerenza con le proposte del Rapporto. Nell’ultimo contributo pubblicato
sui Magazine delle riviste (il 14 novembre 2014), abbiamo dato la parola a un dirigente
scolastico per fare il punto sui temi del documento che sono stati più discussi nel nostro
Gruppo Facebook. Si è dunque fatto il punto su autonomia, scatti in base al merito,
valutazione e burocrazia zero. Da questo intervento esperto sono emerse inoltre tre
“domande secche” al Miur e al Governo, che rilanciamo in questa sede come spunti di
riflessione e di lavoro per tutti: 1) Che senso ha proporre un cambiamento della scuola
molto oneroso e, contemporaneamente, varare tagli che rendono più difficile il loro
funzionamento quotidiano come l’abrogazione degli esoneri, la riduzione delle supplenze
ATA e la riduzione dei fondi della legge 440?; 2) Non si potrebbero utilizzare i 150.000
precari da assumere per aumentare il tempo pieno il prossimo anno?; 3) Perché i 10
milioni per la formazione (obbligatoria!) previsti dal decreto Carrozza ancora non si
vedono?
Maria Pia Bucchioni (a c. di), Scuole belle sicure e nuove. A che punto siamo?
Intervista a Roberto Reggi.
- [http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/scuole-belle-sicure-enuove-a-che-punto-siamo/]
- Giancarlo Cerini, Aspettando le slides da Palazzo Chigi
- [http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/aspettando-le-slidesda-palazzo-chigi/]
- Mario Maviglia, Novità di inizio anno
- [http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/opinioni/speaker-s-corner/lenovita-di-quest-anno/].
- Piano scuola: parlano i sindacati. Intervengono Di Meglio (GILDA), Di Menna (UIL),
Pantaleo (CGIL), Rembado (ANP), Scrima (CISL).
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http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/piano-scuola-parlano-isindacati/
- Maria Pia Bucchioni (a c. di), Le 100 proposte di Confindustria per l’Education
- [http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/-le-100-proposte-diconfindustria-per-l-education/]
- Paolo Bonanno, Legge di stabilità: teoria e pratica
- [http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/?term=categoriearticoli-vita-scolastica-e-scuola-dell-infanzia/piano-scuola]
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