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nuovi paradigmi
Famiglie
arcobaleno
Nel nostro paese c’è ancora un vuoto
legislativo nei confronti delle famiglie
omogenitoriali, che di fatto priva i genitori
dei propri diritti. Ne parliamo con
Giuseppina La Delfa, presidente
dell’associazione Famiglie Arcobaleno, in
occasione dell’uscita dell’omonimo libro
di Terra Nuova Edizioni.
di Cecilia Gallia
I
n Italia le famiglie omogenitoriali sono una realtà di cui le istituzioni stentano ancora a prendere atto. Possiamo rendercene conto leggendo gli articoli che riguardano le polemiche sulla sostituzione, nei moduli di iscrizione alle scuole comunali, della dicitura «madre» e «padre» con la parola «genitore».
A Bologna e a Milano la proposta è diventata realtà, a Venezia
la consigliera che l’aveva presentata è stata minacciata di morte. A
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te a favore della città, con un’eccezione costituita dai piccoli centri periferici: molte famiglie ad esempio vivono a Bologna ma molte di più a Casalecchio di Reno».
La presenza numericamente rilevante di famiglie arcobaleno nei piccoli centri lascia supporre che non ci
siano problemi di accoglienza. Ne
chiediamo riscontro a La Delfa, che
parla dell’esperienza della sua famiglia residente in un paese in provincia di Avellino: «Se noi abbiamo un
atteggiamento sicuro, tranquillo e rilassato non ci sono problemi. È importante essere visibili, vivere la propria vita nel modo più «normale»
possibile, così dopo un po’ la gente
smette di considerarti la lesbica o il
gay e ti vede semplicemente come un
genitore, con gli stessi bisogni e preoccupazioni di tutti».
I diritti
Passiamo ora a un tasto dolente,
quello dei diritti, in particolare quelli della co-madre.
«In Italia la co-madre non ha
nessun diritto, almeno sulla carta» afferma lapidaria Giuseppina, salvo poi
aggiungere: «ma come dicevamo,
rendendosi visibili si può ricevere un
primo riconoscimento che almeno
facilita la vita. Per esempio nessuno
ha mai chiesto la delega alla mia
compagna quando va a prendere
nostra figlia a scuola, né ha mai
avuto problemi quando la accompagna dal pediatra: viene semplicemente riconosciuta come l’altra
mamma. È anche vero che non può
votare nelle elezioni del consiglio di
classe, perché in quel caso ci sono limiti amministrativi che possono essere superati solo a discrezione dei
dirigenti, infatti in altri centri genitori non legali partecipano e votano».
Sempre sul tema del vuoto legislativo che circonda queste famiglie,
Giuseppina puntualizza: «Io credo
che avendo visibilità sociale e pubblica, e forzando la legge con tanti
espedienti, dallo stato di famiglia alle
scritture private per tutelarci l’un l’altra, si possa ottenere un minimo di
sicurezza e serenità. Nella nostra fa-
Suzanne Johnson
Elizabeth O’Connor
Famiglie
arcobaleno
Consigli e testimonianze
di mamme lesbiche e single
per crescere figli felici
e orgogliosi di sé
segnaliIBro
Firenze, dopo un’iniziale apertura e
un susseguirsi di dichiarazioni controverse, ha prevalso lo status-quo,
con una minima apertura rappresentata dai moduli, privi di rilevanza formale, che servono per sapere
«chi chiamare» in caso di bisogno; al
loro interno, pur «senza cancellare
diciture che fanno parte del nostro
corredo storico e antropologico»,
verrà aggiunta una nuova formula
per evitare «asterischi, cancellature
e quant’altro possa essere testimonianza di inadeguatezza da parte del
Comune» (il testo virgolettato riprende le dichiarazioni dell’assessore
competente).
Un dettaglio nell’organizzazione
della vita familiare che però rispecchia
lo stato delle cose. Abbiamo l’occasione di parlare della situazione delle famiglie omogenitoriali in Italia con
Giuseppina La Delfa, presidente dell’associazione Famiglie Arcobaleno,
che comprende circa 900 iscritti, la
maggior parte nel Nord e Centro Italia e un 10% circa al Sud; i due terzi
sono donne, mentre i figli, bambini
e ragazzi, sono più o meno 300.
Apriamo la conversazione chiedendole se sia possibile dire con certezza quante sono le famiglie omogenitoriali in Italia e come sono dislocate sul territorio. «Non è facile
fornire delle cifre» ci risponde Giuseppina. «In mancanza di dati Istat,
prendiamo a riferimento l’indagine
Modi di del 2005, la prima ricerca
sulla salute e il benessere della popolazione omosessuale italiana, finanziata dall’Istituto superiore di sanità e realizzata su un campione di
circa 7000 individui.
Secondo la ricerca, gli omosessuali che dichiarano di essere genitori
sono il 5%, mentre per gli intervistati
di età superiore ai 40 anni il dato sfiora il 20%. Considerato che in Italia la
percentuale di omosessuali è stimata al 7%, risulta che nel nostro paese almeno un centinaio di migliaia di
bambini e giovani adulti hanno un genitore omosessuale. Per quanto riguarda la loro distribuzione sul territorio secondo l’asse Nord-Sud,
possiamo dire che rispecchia quella
degli iscritti all’associazione (vedi
sopra, ndr), mentre rispetto alla relazione città-campagna è sicuramen-
FAMIGLIE ARCOBALENO
Consigli e testimonianze di mamme lesbiche e
single per crescere figli felici e orgogliosi di sé
di S. Johnson, E. O’Connor - traduzione di Cecilia Gallia
cm 15 x 21 - cod. EA147 - pp. 288 - € 14,00
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Terra Nuova · aprile 2014
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nuovi paradigmi
miglia abbiamo redatto deleghe sanitarie reciproche riguardanti la nostra salute e quella dei nostri figli.
Abbiamo depositato documenti
presso un notaio in cui esprimiamo
il desiderio che se capitasse qualco-
sa a una di noi, il figlio biologico venga adottato dalla co-madre, come
previsto dalla casistica delle adozioni
speciali. Poi ci sono i documenti che
riguardano il patrimonio: per tutelare i nostri figli di fronte alle leggi
Genitori arcobaleno:
istruzioni per l’uso
Alcuni consigli dei genitori omogenitoriali tratti
dal libro «Famiglie Arcobaleno»
Mostrate ai vostri figli che siete a vostro agio con voi
stesse per quello che siete
Vostro figlio cresce in una famiglia formata da lesbiche: che
si senta a proprio agio, orgoglioso, imbarazzato o a disagio per questo fatto dipende in gran parte da voi. L’apertura che mostrate verso gli altri, la naturalezza con cui parlate di voi stesse, il livello di agio che provate rispetto alla
vostra vita inviano messaggi molto potenti a vostro figlio.
È di fondamentale importanza che mostriate a vostro figlio
che non vi vergognate di chi siete; infatti, siete orgogliose
di voi stesse e della vostra famiglia. Come fare?
Primo: non nascondete chi siete. Se è il caso, lasciate che
le persone sappiano che vostro figlio ha due madri. Se vostro figlio vede che evitate tutte le discussioni sulla composizione della famiglia, che siete disorientate o imbarazzate di fronte a domande personali, riceverà il messaggio
che la vostra famiglia è qualcosa di cui vergognarsi. Se pensate di averne bisogno, provate ad allenarvi a dire frasi
come: «Mio figlio ha due madri»; «Oggi verrà l’altra mamma
a prendere mia figlia»; «No, mio figlio non ha padre».
Quanta più pratica farete nel pronunciare frasi di questo tipo
(e ne avrete di occasioni!), tanto più vi sentirete a vostro
agio nel ripeterle.
Può darsi che abbiate bisogno di lavorare un po’ sull’idea
che avete di voi stesse. Non è raro per le lesbiche avere
emozioni e sentimenti irrisolti rispetto alla propria identità
e sessualità. A volte possono permanere sensi di colpa, inadeguatezza o vergogna anche dopo anni che pensavate di
averli superati. Avere figli metterà in risalto questi e altri
aspetti. Se avete ancora qualche residuale sentimento negativo rispetto alla condizione di lesbica, è necessario lavorarci sopra meglio che potete. Lo dovete a voi stesse ma
soprattutto lo dovete ai vostri figli.
Fornite ai vostri figli, maschi e femmine,
modelli maschili validi
Alcuni figli di lesbiche hanno padri con un ruolo attivo nelle
loro vite. Le madri di questi bambini non devono necessariamente trovare altrove i modelli maschili da seguire. Altre
hanno parenti maschi – nonni, zii, cugini – che sono presenti
con regolarità nella loro vita. In questi casi non dobbiamo
fare altro che assicurarci che vedano spesso i parenti.
Se non rientrate in nessuno di questi casi è necessario che
organizziate delle situazioni in cui i bambini trascorrano del
tempo con alcuni maschi adulti. Di solito non è difficile.
Molti allenatori e leader di attività per l’infanzia sono uomini. Sicuramente i vostri figli avranno amici con padri che
possono essere esempi meravigliosi. Di solito pensiamo ai
modelli maschili in rapporto ai figli maschi ma le femmine
ne hanno ancor più bisogno.
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dello stato, che discriminano tra
quelli legittimi e quelli non, ci vengono in aiuto le assicurazioni sulla
vita, dove in caso di morte puoi designare il beneficiario a tua discrezione. Tutto questo ci rende la vita
Non aspettatevi l’approvazione universale
Abbiamo verificato che alcuni eterosessuali, liberali e generalmente di larghe vedute, che non hanno problemi ad accettare i loro amici gay e lesbiche, hanno invece delle remore
quando questi diventano genitori. Generalmente camuffano
le loro preoccupazioni con atteggiamenti apparentemente solidali, suggerendo che potrebbe non «essere giusto» mettere
un bambino in situazioni che inevitabilmente espongono alla
derisione, all’ostracismo e via di seguito. Oppure dicono che
sono angustiati per le reazioni che avranno gli altri perché
siete lesbiche con bambini. Qualsiasi forma prenda questa
presunta preoccupazione, non dimostra altro che un’impressionante mancanza di sostegno alla vostra scelta.
Le donne che hanno avuto figli prima di diventare lesbiche
possono trovarsi ad affrontare sfide simili da parte delle loro
amicizie eterosessuali.
Il più delle volte gli amici dicono di volere la vostra felicità,
ma per alcuni di loro questo non contempla essere felice
con un’altra donna. Altri dicono di essere preoccupati per
il benessere dei bambini, che in parte può essere vero. Ma
il cruccio principale è che voi avete annunciato di essere lesbica e che a loro la cosa non fa piacere. Alcuni supereranno
il momento, hanno solo bisogno di tempo; altri purtroppo
non ce la faranno, e questo significherà una perdita, per voi
e per loro.
Quando diventiamo madri, ci aspettiamo che le nostre amiche lesbiche si schierino appassionatamente al nostro
fianco. Spesso abbiamo un’immagine romantica, idealizzata
di come le amiche si riuniranno per festeggiare la nostra famiglia ma non sempre la realtà coincide con le nostre fantasie. Le lesbiche possono non essere di aiuto esattamente
come gli amici etero di cui abbiamo appena parlato. Possono persino addurre preoccupazioni simili e insinuare che
non è giusto per il bambino, infatti le lesbiche non sono immuni da un’omofobia interiorizzata. Alcune semplicemente
non riescono a capire perché mai una lesbica dovrebbe volere dei figli, probabilmente hanno la sensazione che non
averne sia uno dei vantaggi di essere omosessuali, ovvero
che possiamo evitare il «tran-tran» della maternità e del
ruolo materno; altre possono sentirsi infastidite perché il
bambino assorbe tempo e attenzione.
Insomma, siate consapevoli che potreste non ricevere l’incoraggiamento e il sostegno che vi aspettavate dalle vostre
amiche.
Non sottovalutate i vantaggi che può portare l’essere
cresciuti da genitori omosessuali
Sotto molti punti di vista vostro figlio è molto fortunato ad
avere una madre lesbica. Questi bambini hanno esperienze,
valori e aspettative diversi dalla maggioranza. Cresceranno
sapendo che le donne sono in grado di fare qualsiasi cosa,
che ci sono molti tipi di persone nel mondo, che essere diversi è un valore e che l’amore è la cosa più importante in
assoluto. Vostro figlio avrà come madre una persona che
non mente a se stessa a prescindere da ciò che gli altri pensano. Vedrà che voi esigete rispetto dagli altri: potete e dovete essere orgogliose di ciò che state facendo, della lezione
che gli state insegnando.
molto complicata: chi dà tutto questo per scontato non riesce neanche
a immaginarlo. Quando chiediamo
il matrimonio e il riconoscimento
della filiazione, ci riferiamo a quei diritti che per tutte le altre famiglie
sono ovvi, mentre noi dobbiamo
continuamente arrabattarci e trovare degli escamotage per cercare di tutelare noi stesse e i nostri figli».
Dal 2000, anno dell’approvazione
della Carta dei diritti fondamentali
zione dei figli da parte del partner e
alcuni anche l’adozione da parte di
coppie dello stesso sesso e di singole persone omosessuali.
«Siamo nel 2014 e visti i cambiamenti che ci sono stati in Europa, ci
poniamo come obiettivo il matrimonio egualitario anche in Italia»
continua La Delfa. «Appoggiamo le
diverse proposte di legge basate sul testo redatto dalla Rete Lenford e presentate in parlamento da Movimento 5 Stelle, Sel, PD, gruppo misto».
Siamo arrivate alla fine della nostra conversazione e Giuseppina ci
lascia con l’invito «a guardare le persone per quello che sono, oltre le etichette e le categorie, perché la vita è
uguale per tutti e quando si è genidell’Unione europea che, tra le altre tori si vuole tutti la stessa cosa: il
cose, afferma per tutti i cittadini il di- bene per i propri figli».
l
ritto di sposarsi e formare una famiglia e contrasta ogni discriminazione
Per approfondire
motivata dall’orientamento sessuale,
• Famiglie Arcobaleno, associazione
l’estensione del matrimonio civile è
genitori omosessuali: www.famigliestata introdotta nei Paesi Bassi, in Spaarcobaleno.org
gna, Norvegia, Svezia, Finlandia, • Avvocatura per i diritti LGBTI / Rete
Portogallo, Islanda, Danimarca e
Lenford - www.retelenford.it
Francia. Inoltre numerosi paesi eu- • Per seguire l’iter delle proposte di
ropei hanno ormai riconosciuto la gelegge presentate in Parlamento:
www.eventiretelenford.it/?page_id=44
nitorialità sociale, che consente l’ado-