Fuga da Fazio: ascolti in calo, due milioni di
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Fuga da Fazio: ascolti in calo, due milioni di
CON IL PDL ANNO LXI N.37 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Parte il festival anti-Berlusconi. Tutto come previsto Marcello de Angelis Prendi una campagna elettorale da fine dei tempi, dove tutti si giocano il tutto per tutto. Prendi un leader politico che un anno fa veniva indicato dalle tv del mondo intero come un rais il cui regime ventennale era stato abbattuto dalla furia dei cittadini (paragoni con Mussolini, Mubarak e Gheddafi) e che sconvolge tutti con una ripresa di consensi che lo riporta quasi in vetta. Prendi che bisogna fermarlo a tutti i costi. Prendi che il servizio pubblico è sotto il controllo totale dei suoi avversari techno-comunisti. Prendi i due “comici” più politicizzati esistenti in Italia. Stanzia milioni di denaro pubblico per trasformare il festival canoro in una kermesse elettorale a spese dei cittadini. E allora lʼunica cosa che genera stupore sono le contestazioni! E infatti la stampa montian-bersaniana spara subito la teoria del complotto, delle contestazioni organizzate e pilotate. Le contestazioni contro qualcuno del centrodestra, invece (come quelle dei finti precari contro Brunetta quando era ministro), sono sempre “spontaneee”… Risulta insomma sorprendente a qualcuno che dinanzi a uno spettacolo che inizia con una serie di battute su Berlusconi (e solo su di lui), con cori dellʼArmata rossa e con un ulteriore show di Crozza contro Berlusconi possa aver destato in qualcuno del pubblico un sincero fastidio. Anzi: Fazio e Littizzetto sono già diventati vittime del tentativo (fascista) di tappare la bocca alla critica! E siccome non si può accusare di censura il governo – perché ci stanno loro – né i media – perché li controllano loro – né la Rai – perché la controllano loro – siamo tornati indietro alla teoria delle trame: due (sic!) squadristi in smoking – prontamente allontanati – si sarebbero introdotti nel teatro per fischiare Crozza e lanciargli insulti (“vai a casa, fascista!”, gli WWW.SECOLODITALIA.IT d’Italia ➼ Fuga da Fazio: ascolti in calo, due milioni di spettatori in meno rispetto alla edizione di Bonolis ➼ giovedì 14/2/2013 I pm non si smentiscono: a gamba tesa contro il centrodestra SABATINI PAG.2 Edilizia: la “Giornata della collera”, i costruttori invadono Piazza Affari FARRO PAG.3 ➼ ➼ ➼ Arrivano i dati sullʼImu: ha ragione Berlusconi, può essere restituita PAG.2 ➼ avrebbero urlato…) per impedire le critiche a Berlusconi. Chi ha visto il Festival ha visto un altro spettacolo. Lo spettacolo, purtroppo, che avremo tutti i giorni in Italia se vince- ranno Monti e Bersani, con i cori sovietici in Piazza a coprire il fruscio dei soldi che ruberanno agli italiani i banchieri speculatori e i due o tre dissenzienti che avranno il coraggio di contestare esposti al pubblico ludibrio come provocatori e condannati senza processo. Noi di destra ci siamo già passati e purtroppo sappiamo tutto questo a cosa porta. Francesco Signoretta Se nʼè accorto. E questa è già una notizia. Dopo più di un anno ha capito che può anche essere un uomo potentissimo, ma se inciampa (e lui è inciampato tante volte) viene bersagliato da Facebook, dai link, dalle vignette, dalle foto taroccate. Dio perdona, internet no. Monti lʼha scoperto ora, in questo rush finale della campagna elettorale, e non sa come venirne fuori. Lo chiamano in causa per i poteri forti, la massoneria e il club Bilderberg. E lui: «Quello che fa pensare è il seguito che ha sul web». Proprio per questo, in un forum dellʼAnsa, parla del suo passato di consulente della Goldman Sachs senza mai citare il nome della banca. Gli serve unʼimmagine più umana per rosicchiare qualche voto, dopo le delusioni che arrivano dagli ultimi sondaggi, e il suo amore per il cagnolino s poco si concilia con il fatto di essere uno degli uomini più potenti del mondo. Perché il gruppo Bilderberg, lo voglia ammettere o meno, è lo strumento con cui le oligarchie finanziarie impongono le loro politiche agli Stati. Monti allora rilancia: «Non è una setta segreta, ma magari qualche politico ci andasse, ci aiuterebbe ad uscire dallʼisolamento politico e culturale». Un modo come un altro per riconoscere che proprio lì vengono prese molte delle decisioni che contano e che gli italiani spesso le hanno subite, con tutto quello che ha potuto significare in termini di attacchi sui mercati, di spread e di aumento dei tassi dʼinteresse. Del resto, non è un mistero che questo club di economisti e uomini della finanza si riunisce periodicamente per esaminare la situazione economica mondiale, con lʼobiettivo evidente di farla evolvere secondo i propri desideri. E Monti che cosa rappresenta in questo consesso? Il Professore non lo spiega, ma non nega neppure di aver partecipato a degli incontri. Quali e in quale occasione non è dato sapere. Comunque rende noto che non considera le lobby qualche cosa da evitare a tutti i costi. E, in ogni caso, di tanto in tanto anche altri italiani si sono seduti a quel tavolo. Chi? Lilli Gruber, per esempio. E cʼè da credergli, solo che ad ogni tavolo che si rispetti ci sono sempre i titolari e i comprimari ma cʼè chi prende le decisioni e chi le subisce. Monti ha paura del web e balbetta sul suo passato, sui poteri forti e sulla Goldman Sachs Alfano e Maroni: i pm non si smentiscono. A gamba tesa contro il centrodestra 2 Gloria Sabatini Il giorno dopo la conclusione dell'istruttoria della procura di Milano che accusa Roberto Formigoni di associazione a delinquere per l'affaire Maugeri, è difficile non nutrire “qualche sospetto” sulla tempistica dei giudici. Mentre l'ex governatore lombardo fa notare che non è emerso nulla di nuovo («cosa non si fa per cercare di nascondere lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena che sta mettendo in difficoltà la sinistra»), Angelino Alfano respinge l'ennesimo attacco a orologeria di “certa” magistratura. «A 10 giorni dal voto escono delle carte che fanno emergere chiaramente come sia abnorme l'attacco a Formigoni e alla sua giunta, addossandogli pure l'associazione a de- linquere. Credo che nessun cittadino lombardo e italiano di buonsenso – dice il segretario del Pdl – possa immaginare che Formigoni e la sua giunta siano coinvolti in un'associazione a delinquere». Anche Roberto Formigoni sente puzza di bruciato, «dopo un anno di indagini, guarda caso dieci giorni prima delle elezioni i pm chiudono l'inchiesta di Roberto Formigoni». Non è giustizia ad orologeria?, si chiede il candidato a successore di Formigoni, «non sono complottista però... é l'uso che si fa in campagna elettorale». La magistratura politicizzata, del resto, non è nuova a discese in campo per sparare i suoi fuochi d'artificio contro il centrodestra. Per Gaetano Quagliariello gli ultimi due botti pirotecnici sono quelli riservati a Roberto Formigoni e Raffaele Fitto. «Da un lato i magistrati vorrebbero far credere, giusto in tempo per la scadenza elettorale, che la Regione più efficiente d'Italia sia stata governata per quasi vent'anni da una sorta di cupola del malaffare. Dall'altra – continua il presidente dei senatori del Pdl esprimendo solidarietà a Fitto e Berlusconi – il fatto che un calvario giudiziario lungo ben sette anni, segnato dalla chiara connotazione politica di alcuni pm al punto tale che uno è diventato assessore nella giunta Vendola, abbia trovato la sua conclusione in primo grado a dieci giorni dalle elezioni, è un fatto che si commenta da sé». Chiamato in causa il partito dei giudici, Antonio Ingroia replica stizzito: «È molto strano che nel nostro Paese vengano rivolte accuse ai magistrati come me che si impegnano in politica e non a imputati, come per esempio Formigoni, che vogliono andare in Parlamento». Ospita di Coffee Break su La7, l'ex pm perde le staffe e se la prende anche con Tabacci che gli ha rimproverato di non aver fatto almeno un anno sabbatico prima di candidarsi con Rivoluzione Civile. «Questa richiesta mi sembra una vera ipocrisia». Touché. Storace: ho smesso di fumare "aiutato" da Che Guevara Gigi Sigona La breve esposizione di Francesco Storace all'immagine di Che Guevara è stata determinante nella sua sofferta scelta di smettere di fumare. La notizia che ha del “miracoloso" viene raccontata dallo stesso Storace durante il Forum dell'Ansa. E stupisce lo stesso candidato alla presidenza della Regione Lazio: «Nn ci avevo mai pensato≥" di essere stato aiutato da Che Guevara. Ricostruisce con dovizia di dettagli l'inconsueto fenomeno: «Ho smesso di fumare un paio d'anni fa perché fui vittima di un riflusso gastro-esofageo, che è simile a un infarto. Arrivò l'ambulanza a casa... una paura terribile perché sono dolori lancinanti e scoprii con mia sorpresa che non c'era il medico sul nostro 118. Arrivarono tre infermieri e uno di loro aveva la maglietta di Che Guevara... mi portarono in ospedale e passai una notte di inferno sulle carrozzine del Pronto soccorso e ho scoperto la sanità che cosa è». Da quella drammatica notte, aggravata dall'esposizione all'immagine del rivoluzionario cubano, «ho deciso di smettere di fumare». Arrivano i dati sull'Imu: ha ragione Berlusconi, può essere agevolmente restituita Redazione Il giorno dopo in cui sono stati resi noti i dati dell'Imu, appare sempre più chiara la validità del ragionamento di Silvio Berlusconi sulle modalità di restituzione della tassa voluta dal governo Monti. Vediamo: l'incasso dell'Imu è stato di 23,7 miliardi di euro, 1,2 in più rispetto alle previsioni per il 2012. Dalla casa di abitazione sono arrivati solo 4 miliardi. Il versamento medio è stato di 918 euro, incluso però anche quanto pagato dalle grandi aziende, mentre per la prima casa sono stati versati in media 225 euro. Oltre un quarto del gettito Imu derivante dalle manovre deliberate dai Comuni proviene da cinque grandi città (Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli) con importi medi dei versamenti che vanno dai 917 euro di Roma a 585 di Napoli. Circa un quarto delle abitazioni principali risulta esente. Le imprese hanno pagato un conto abbastanza salato: 6,3 miliardi di euro, con una media di 9.313 euro ciascuna. Cosa significa? Significa che quanto versato per la prima casa è una parte minoritaria del gettito totale, che quindi può essere restituita senza gravami o difficoltà per l'erario. Altro dato importante, è che non c'è stata una significativa evasione dall'Imu. A non pagare l'imposta è stato circa il 5% dei contribuenti a cui spettava, ossia un dato tutto sommato fisiolo- gico. Ne consegue che quello che dice Monti, ossia che la restituzione dell'Imu appartiene al regno dell'impossibile, non è vero, semmai è vero il contrario. Quello che è impossibile, oltre che incoerente, è che Monti abbia davvero intenzione di diminuirla gradualmente. E anche nei giorni scorsi Berlusconi ha ribadito che l'Imu è il primo fattore di crisi perché le famiglie sono indotte a rallentare i consumi e a dismettere ogni voglia di investimento. Edilizia: la "Giornata della collera", i costruttori invadono Piazza Affari Gabriele Farro Diecimila caschetti gialli da lavoro punteggiavano il selciato di Piazza Affari, a Milano. Così a preso corpo la manifestazione di protesta di Assimpredil Ance e di altri 19 enti e associazioni di settore, in rappresentanza di imprese, operatori e professionisti, svolta con l'obiettivo di sollecitare la politica a farsi carico di iniziative in grado «di fermare un inarrestabile declino e per rilanciare un settore fondamentale per la tenuta sociale ed economica dell'intero Paese». La protesta, pacifica, cui a un certo punto ha preso anche parte assieme ad altri politici anche Ignazio La Russa, in rappresentanza di Fratelli D'Italia, ha inteso anche richiamare l'attenzione sul settore delle costruzioni che, tra il 2008 e il 2012, ha segnato una perdita produttiva del 26 per cento, pari a 23 miliardi di euro, con il livello della produzione tornato indietro di 40 scorgere nessuna luce in fondo al tunnel. «Dal 2009 ad oggi – fanno notare le organizzazioni sindacali– si è consumata la tempesta perfetta, con il settore che ha perso circa 120mila posti di lavoro l'anno, vale a dire 328 al giorno. In tutto almeno 50mila unità produttive tra edilizia, materiali da costruzione, cemento, lapidei, industria del legno e dell'arredo». IL settore segna rosso stabile da 19 trimestri consecutivi, ha perso il 30 per cento della produzione e il 40 per cento degli investimenti pubblici, con un crollo del fatturato che tra il 2008 e il 2010 ha raggiunto il 16 per cento. In totale circa 60mila imprese fallite nel solo settore dell'edilizia, con 240mila addetti in meno rispetto al 2008 e una caduta verticale per quanto attiene alle ore lavorate (meno 400 milioni), con una massa salariale in meno di 2 miliardi di euro. Su questi numeri ha impattato alla fine anche l'Imu, che ha scoraggiato gli acquisti di immobili e rallentato ancora di più quelle compravendite che già scontavano l'incidenza della crisi economica originata dalla bolla immobiliare del 2008. Gli unici numeri che continuano a crescere sono quelli dell'elusione e dell'evasione contributiva. I dati presentati recentemente sulle ispezioni in edilizia ci dicono che il 59 per cento delle imprese sono irregolari, mentre le cifre sui morti nelle costruzioni segnalano 144 decessi in dieci mesi , contro gli 86 dello stesso periodo del 2011. Tutto questo nonostante il crollo degli occupati faccia pensare che oggi meno persone in Italia vivano di edilizia. Liliana Giobbi Le cifre parlano chiaro, l'anno di Monti è stato il peggiore, un anno orribile con la crisi che ha lasciato ferite dolorosissime soprattutto per il numero di imprese che hanno chiuso: tra fallimenti (12mila), liquidazioni (90mila), procedure non fallimentari (2mila) sono state 104mila le aziende italiane perse. Lo affermano dati Cerved, secondo i quali è in corso un boom dei concordati preventivi. La forte crescita delle nuove forme di concordato preventivo è nata con la riforma entrata in vigore a settembre: Cerved, il gruppo specializzato nell'analisi della situazione finanziaria delle imprese, stima che nel solo quarto trimestre del 2012 siano state presentate circa 1.000 do- mande, soprattutto nella forma del concordato con riserva. Il dato totale sulla chiusura delle aziende l'anno scorso è stato superiore del 2,2% al record toccato nel 2011. "Il picco toccato dai fallimenti - commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato del Cerved - supera del 64% il valore registrato nel 2008, l'ultimo anno precrisi: sono stati superati anche i livelli precedenti al 2007, quando i tribunali potevano dichiarare fallimenti anche per aziende di dimensioni microscopiche". Nel 2012 la recessione ha avuto un impatto violento nel comparto dei servizi (+3,1%) e nelle costruzioni (+2,7%), mentre la manifattura - pur con un numero di fallimenti che rimane a livelli critici - ha L'annus horribilis di Monti: hanno chiuso 104mila imprese 3 Confindustria-sindacati: accordo per la formazione Redazione Confindustria e organizzazioni sindacali hanno firmato un'intesa sulla formazione, i giovani e la crescita: una sorta di alleanza per la scuola. Si tratta di un documento al cui centro c'è l'innovazione nell'orientamento, nell'istruzione tecnica e nell'apprendistato, perché «se si vuole favorire la crescita e l'occupazione giovanile, la formazione deve essere al centro delle politiche». Il superamento delle divergenze su questi temi ha rappresentato «un fortissimo segnale di svolta culturale – ha detto il vicepresidente di Confindustria, Ivan Lo Bello – efficienza, equità, produttività, merito e lavoro possono andare avanti di pari passo con una riqualificazione della scuola». «La valorizzazione dell'istruzione tecnica e professionale é uno degli strumenti per uscire dalla crisi e la garanzia del diritto allo studio è un elemento fondamentale della lotta alle disuguaglianze», ha aggiunto il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino. Mentre Francesco Lauria della Cisl ha osservato che "«bisogna aumentare il rapporto tra formazione e lavoro e per noi il primo strumento, il più importante è l'apprendistato. Oggi solo il 2 per cento degli apprendisti frequenta la scuola e i giovani iscritti a corsi di istruzione tecnica superiore (Its) sono solo l'1,2 per cento. Al tempo stesso 3 dottori di ricerca su 4 non potranno essere assorbiti dalle università. «Questo documento é uno strumento che pensiamo di utilizzare per scuotere il dibattito – ha concluso il segretario confederale della Uil,Guglielmo Loy – ma basta riforme della scuola, che non se ne può più. Cerchiamo di far funzionare quello che c'é». registrato un calo rispetto all'anno precedente (-6,3%). Dal punto di vista territoriale, le procedure sono fortemente aumentate nel Nord Ovest (+6,6%) e nel Centro (+4,7%), mentre sono rimaste ai livelli dell'anno precedente nel Sud e nelle Isole (-0,4%). Nel Nord Est i casi sono invece più chiaramente diminuiti (-4,3%), un dato compensato dal forte incremento delle liquidazioni, che ha portato il totale di chiusure in quell'area a superare quota 20mila (+8,6% sul 2011). Gli interrogativi senza risposta dopo l'addio del Papa 4 Priscilla Del Ninno Un lungo e caloroso applauso ha accolto Benedetto XVI nell'Aula Paolo VI, dove si è tenuta la penultima udienza generale del suo pontificato, prima del ritiro annunciato per il 28 febbraio. Al suo ingresso, il Papa è stato accolto con affetto dalla folla che gremiva la Sala Nervi, e fra le acclamazioni dei fedeli, ha salutato la platea con viso sorridente. La rinuncia, ufficializzata nelle ul- time ore dalle diverse adempienze imposte dal commiato dal pontificato, lascia aperte ancora diverse questioni. Interrogativi che non hanno richiesto fino ad oggi una risposta, e per i quali padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, prova a formulare delle indicazioni. Come si chiamerà il «Papa emerito»? Di sicuro non potrà continuare a usare il nome Benedetto XVI, legato al ministero di vescovo di Roma, che si concluderà la sera del 28 febbraio. «Ancora non sappiamo quale titolo avrà Joseph Ratzinger dopo la sua rinuncia», ha detto padre Lombardi, che poi ha aggiunto: «Non abbiamo ancora pronta la risposta a questa domanda. Non mi sento neanche di fare delle ipotesi, aspettiamo che le persone competenti si pronuncino in modo autorevole e attendibile». Al vaglio degli esperti canonisti della Santa Sede, anche la questione del ruolo del pontefice dopo la rinuncia. Quanto alla nuova abitazione, Ratzinger ha già annunciato il suo ritiro in un convento di clausura interno alle mura vaticane, dopo i primi giorni che trascorrerà a Castel Gandolfo: destinazione per cui partirà alle 17 del 28 febbraio in elicottero, quando lascerà il Vaticano per l'ultima volta come Papa. «La nuova casa del papa sarà economica; in questi anni ha dimostrato di non avere particolari pretese», ha dichiarato a riguardo padre Federico Lombardi, aggiungendo che «non sarà un grande aggravio per le spese della Santa Sede». L'inizio del Conclave, che dovrà essere stabilito tra i 15 e i 20 giorni dall'inizio della sede vacante, dovrebbe essere affrontato dal 15 marzo in poi: data dell'inizio di una nuova fase storica. Redazione Centodieci anni fa nasceva a Liegi, in Belgio, uno dei personaggi più celebri della letteratura europea, Georges Simenon, famoso ai più per aver creato il personaggio del commissario Maigret. Ma Simenon non fu soltanto il papà di Jules Maigret, ma uno dei più prolifici scrittori di lingua francese. Per dare un'idea della sua facilità nello scrivere (si racconta che sia riuscito a produrre anche 100 pagine in un giorno) diremo che tutte le sue opere sono state stampate, nel mondo in circa 700 milioni di copie, e che i suoi lavori sono stati tradotti in quasi cinquanta lingue. È il terzo autore francese di sempre, superato solo da Verne e Dumas. È vero che ha iniziato presto a scrivere, trovando la sua vocazione, a quanto pare, a soli se- dici anni, ma è pur vero che ha spaziato in quasi tutti i generi letterari, dal poliziesco al noir al romanzo sentimentale a quello d'appendice a quello popolare a quello psicologico. Trasferitosi a Parigi dopo la morte del padre in quelli che furono senza dubbio gli anni migliori i irripetibili per la letteratura e l'arte in genere, i Venti, firmò i suoi libri soltanto quando apparve Maigret, poiché prima si firmava Georges Sim, anche se di pseudonimi ne ha utilizzati a decine, tanto che ciclicamente gli viene attribuito questo o quel romanzo. Ma la caratteristica più saliente di Simenon era che la sia vita fu molto avventurosa: a parte i due matrimoni, ebbe centinaia di relazioni e cambiò decine di case e Paesi di residenza. E infatti era nato venerdì 13, di cattivo auspicio per la famiglia, tanto che dichiarò che era nato il giorno precedente. Il successo che il suo romanzo popolare incontrà quasi subito, gli garantirono un notevole successo economico. Nel successivo decennio, gli anni Trenta, si dedica ai viaggi insieme con la prima moglie. Nel 1939 nasce il primogenito e l'anno successivo si stabilisce in Vandea. Alla fine della guerra in Francia scatta la caccia alle streghe collaborazioniste e Simenon ripara negli Stati Uniti, mentre il fratello Christian, condannato alla pena capitale, si arruola nella Legione straniera dove poi morirà in combattimento nel 1947. Negli Usa Simenon conosce la sua seconda moglie dalla quale avrà altri tre figli. Solo negli anni Cinquanta torna in Francia, in Costa Azzurra , per poi trasferirsi a Losanna, in Sviz- Simenon, il "collaborazionista" nato di venerdì 13, 110 anni fa Elezioni del Pontefice: occorre sempre la maggioranza dei due terzi Redazione Per eleggere il Papa sarà sempre necessaria una maggioranza qualificata di due terzi degli elettori. Il "motu proprio" di Benedetto XVI del 2007, che reca la data dell'11 giugno di quell'anno, ripristina la norma tradizionale sulla maggioranza richiesta nell'elezione del Sommo Pontefice. In base a tale norma, perché il Papa «possa considerarsi validamente eletto è sempre necessaria la maggioranza dei due terzi dei cardinali presenti in Conclave». Secondo le nuove disposizioni, inoltre, dopo la 33/a o 34/a votazione, si passerà direttamente, e obbligatoriamente, al ballottaggio fra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell'ultimo scrutinio. Anche in questo caso, però, sarà necessaria una maggioranza dei due terzi. Viene inoltre specificato che i due cardinali rimasti in lizza per l'elezione non potranno partecipare attivamente al voto, avranno quindi solo voce passiva. Papa Ratzinger, cancellando l'ipotesi della maggioranza semplice della metà più uno degli elettori, è andato così a ritoccare, con un'importante modifica nel regolamento per l'elezione in Conclave del Sommo Pontefice, la Costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis” promulgata nel 1996 da Giovanni Paolo II, che stabiliva - al punto 75 - che dopo il 33/o o 34/o scrutinio, qualora gli elettori non avessero trovato un'intesa, si sarebbe potuto procedere anche a votazioni per le quali fosse sufficiente «la sola maggioranza assoluta». zera. Nel 1978 una delle sue figlie muore suicida, e Simenon le dedica il libro "Memorie intime". Nel 1989 muore nella città svizzera per un tumore. Dai suoi romanzi sono stati tratti numerosi film, sceneggiati e serie tv. Il suo più riuscito personaggio, Jules Maigret, è tra l'altro stato interpretato da attori del calibro di Jean Gabin e Gino Cervi. Erika, che orrore quell'ossessione morbosa dei giornali e della tv.... 5 A Matera "setta degli orrori": stupri, ricatti e forse messe nere Antonella Ambrosioni Continua sui media l'attenzione morbosa verso Erika De Nardo, la ventottenne di Novi Ligure che dodici anni fa uccise (insieme con il fidanzatino Omar) la madre e il fratellino. Una storia o per meglio dire una ttragedia che ancora lascia sgomenti tutti. Tutti tranne i curiosi dell'orrore. L'interesse suscitato dalle foto pubblicate dal settimanale “Oggi” non accenna a diminuire. La ragazza dopo aver scontato la pena è libera e le foto la immortalano proprio mentre guida l'automobile che fu di sua madre, Susy Cassini. Il settimanale mostra le foto della ragazza e i documenti del Pubblico registro automobilistico. La Volkswagen Polo grigia immatricolata nel novembre del 2000 , secondo quanto riferisce il giornale, è stata regalata a Erika dal padre che è sempre stato vicino alla figlia negli 11 anni di carcere, nel periodo di comunità, e ancora adesso. Sul caso del delitto di Novi Ligure, una delle vicende di cronaca nera che più ha scioccato lʼopinione pubblica i media hanno sviluppato una sorta di ossessione feticista e non da oggi. Ricordiamo l'indignazione che suscitò nel 2009 la riproposizione a “Matrix” di un video, agli atti del processo, video nel quale l'allora 16enne Erika raccontava la sua versione dei fatti a poche ore dalla morte della madre e del fratellino. Il massacro era, secondo la ragazza, opera di due albanesi non meglio identificati che erano stati sorpresi durante un tentativo di furto. Nonostante i tentativi degli inquirenti la ragazza non ebbe alcun cedimento. La messa in onda a 7 anni di distanza, del video ormai non più segretato a tutti gli italiani, scatenò la reazione indignata di tutti. È lecito domandarsi se giornalisticamente abbia un senso tutto ciò o se non si tratti di una speculazione “malata” su un caso di cronaca nera che sarebbe meglio archiviare nel museo degli orrori. Senza compiacimento. Franco Bianchini «Lui resta, si deve abituare a queste cose». Lui è un bambino di cinque anni, figlio di un mago a capo di una vera e propria ʻsetta", e deve assistere a una violenza sessuale: È solo un frammento “del mosaico degli orrori” scoperto dalla Polizia, a Matera, che ha coinvolto sei “discepoli” e decine di vittime, che hanno subito per anni estorsioni, minacce e ricatti, versando al gruppo decine di migliaia di euro per magie, riti “voodoo”, pozioni e richieste di guarigioni. Sette le persone finite agli arresti: cinque in carcere, due ai domiciliari. L'operazione “Agates" prende il nome dallo “spirito" a cui si rivolge il mago “Sal", di 66 anni, tarantino di origine ma a Matera da anni, a capo della setta. Ma lui non è il classico mago “imbonitore" e teatralmente televisivo, o con annunci sui giornali. Ha un altro lavoro, e negli anni ha costituito nell'ombra la “setta esoterica" coinvolgendo anche, in alcuni casi, quelle che erano le sue prime vittime, e che poi si sono trasformate in discepoli e sacerdotesse di “Agates”. Sono loro a cercare, poi, altre vittime, sei quelle certe da 2007, ma decine secondo gli investigatori: questo avveniva per diretta conoscenza, o con veri e propri "stazionamenti" davanti alle Caritas o alle associazioni di sostegno. Si tratta, infatti, di persone con problemi fisici o psichici. Anche il web piange il coccodrillo più grande del Pianeta Antonio La Caria La notizia ha fatto il giro del mondo in meno di ventiquattr'ore e nessuno se l'aspettava. Ma oggi, con il web, emergono storie che in passato sarebbero rimaste quasi sconosciute. Il popolo della rete, con un passaparola, ha pianto Lolong, il coccodrillo in cattività più grande del Pianeta, che è morto nelle Filippine due giorni fa. Secondo la Bbc, che ha dato la notizia, l'enorme rettile era lungo oltre sei metri e aveva un peso superiore ai 1.000 chilogrammi. Il coccodrillo era stato catturato nel settembre del 2011 nella città di Bunawan, nella Regione di Caraga, dopo una caccia durata oltre tre settimane. Nel 2012 per le sue misure - 6,4 metri di lunghezza e 1.075 kg di peso - era entrato a far parte dei Guinness World Records e da allora aveva cominciato ad attirare i turisti locali e stranieri in città. «Dal mese scorso si rifiutava di mangiare e abbiamo notato un cambiamento nel colore delle feci – ha dichiarato il sindaco della città, Edwin Elorde –. Il nostro personale ha anche osservato un rigonfiamento insolito sulla pancia del rettile». Il veterinario locale ha inoltre aggiunto che anche il tempo insolitamente freddo potrebbe aver influito sul coccodrillo. Da quanto si apprende, ora il primato per il coccodrillo in cattività più grande della Terra possa ora passare a Cassio: un rettile lungo 5.48 metri, ospitato presso un allevamento di coccodrilli vicino a Cairns nel Queensland. Famoso al momento della cattura, ancora più famoso al momento della scomparsa. L'ultima battaglia di Dorner, il killer dei poliziotti 6 Antonio Pannullo Sembra esser finita in uno chalet in fiamme sulle montagne innevate del Sud della California la fuga dell'ex poliziotto assassino diventato nell'ultima settimana il criminale "most wanted" degli Usa, il ricercato numero uno, su cui è stata posta una taglia da un milione di dollari. Ma c'è un giallo sul suo corpo, come in ogni thriller che si rispetti. Di certo da fuori si è sentito un singolo sparo, mentre il ultimo rifugio veniva divorato da un incendio. Ma la notizia diffusa poi da tutti media Usa che il suo corpo carbonizzato era stato ritrovato carbonizzato e stata smentita dalla polizia. Dopo una vasta caccia all'uomo nei boschi della regione del Big Bear Lake, la situazione è precipitata quando Chris Dorner, 33 anni, afroamericano, oltre un metro e 80 di altezza per 120 chili di peso, è stato intercettato da un agente della forestale, mentre cercava di allontanarsi dalla zona con un pick-up bianco rubato. Ne è nato un inseguimento e una sparatoria, in cui alla fine il ricercato è stato costretto a proseguire a piedi, e a ad asserragliarsi poi in uno chalet. Dopo aver dichiarato una Mentre Hollande pensa alle nozze gay un altro disoccupato si dà fuoco "guerra asimmetrica e non convenzionale" al Dipartimento della polizia di Los Angeles (Lapd), da cui era stato cacciato nel 2009, a suo dire ingiustamente, e aver iniziato a dare la caccia ai suoi ex colleghi e alle loro famiglie, e a ucciderli, è finito braccato e solo contro tutti. Ma non senza aver prima ucciso quattro persone. Prima la figlia e il suo fidanzato di un ex capitano della Lapd. Poi un altro agente di polizia che era stato assegnato a protezione di un altro dei suoi bersagli, che aveva indicato assieme a decine di altri in una sorta di manifesto pubblicato sul suo profilo Facebook. E infine un altro poli- ziotto, un vice sceriffo della contea di San Bernardino, che era con centinaia di altri sulle sue tracce sulle montagne. Dallo chalet accerchiato, Dorner ha iniziato a sparare contro gli agenti che erano lì fuori. L'audio del conflitto è stato registrato da un reporter e sembrava quello di una battaglia, centinaia di colpi nell'arco di pochi minuti. Dopo un paio d'ore, la polizia ha iniziato a lanciare gas lacrimogeni nella casa, si è udito quel singolo colpo di pistola e visto lo chalet andare a fuoco. Successivamente si è appreso che la polizia ha poi ritrovato alcuni resti umani. Rubio a Obama: «Sei ossessionato dalle tasse, così non si produce ricchezza» Giovanni Trotta Alla fine gli sherpa di Obama hanno trovato lo slogan per i prossimi quattro anni, e non è neanche male: «We can fix this», ossia «Siamo in grado di risolvere questo problema». Un po' ambizioso, ma efficace. Al discorso sullo Stato dell'Unione di Obama ha risposto per i repubblicani Marco Rubio, il giovane senatore della Florida, che ha definito il presidente come «ossessionato dalle tasse». L'astro nascente del partito conservatore e verosimilmente prossimo candidato del Grand Old Party nel 2016, ha aggiunto che «aumentare le imposte non creerà certo posti di lavoro nel settore privato. E non produrrà una riduzione del deficit. Per questo - ha aggiunto - spero che il presidente abbandonerà questa sua ossessione per lavorare al contrario a misure che assicurino davvero la crescita della nostra economia». Obama nel suo discorso ha tra l'altro anticipato uno stop agli sgravi fiscali per le imprese che delocalizzano e per le industrie che operano nel settore energetico. Così ha continuato il 41enne parlamentare di origine cu- bana: «Il successo arriva da un'economia libera, ma Obama ritiene che la libera impresa sia la causa dei nostri problemi. Signor presidente non mi oppongo ai suoi piani perché voglio proteggere i ricchi», ha rassicurato Rubio, ricordando inoltre che lui abita sempre nello stesso quartiere e che i suoi vicini sono operai, immigrati, «gente del popolo». Ma in queste ore la stampa e i network americani si stanno concentrando più che sui contenuti della replica di Rubio, alla presunte gaffe che ha fatto durante il discorso, ossia il bere un bicchiere d'acqua nel mezzo di una frase. Gli americani notoriamente stanno molto attenti a questo tipo di cose, tanto che il "Miami Herald" ha fatto addirittura tre articoli su questo argomento. Il problema, a sentire le tv e il web americano, è che per compiere questa azione banale, cioè bere, Rubio si sia spostato alla sua sinistra, di fatto uscendo per qualche istante dall'inquadratura televisiva. Una sciocchezza che però, nella politica americana ossessionata dall'autocontrollo sotto l'occhio delle telecamere, potrebbe avere qualche conseguenza. Redazione Mentre il socialista Hollande pensa alle nozze gay, all'invasione del Mali, i problemi reali del Paese si propongono con tutta la loro drammatica attualità: un uomo si è dato fuoco ed è morto davanti all'ufficio di collocamento di Nantes, nell'ovest della Francia: disoccupato, non aveva più diritto ad alcuna indennità statale. Aveva 43 anni. Se- condo fonti della polizia, l'uomo aveva annunciato il suo gesto a diversi media locali. Questi avevano ricevuto una mail in cui l'uomo spiegava che sarebbe passato all'atto se la sua richiesta di aiuti fosse stata rifiutata. I pompieri sono arrivati troppo tardi. Gravemente ustionato, l'uomo è morto davanti all'ingresso del centro dell'impiego. E non è la prima volta in Francia che succede. Già nel mese di agosto un disoccupato di 51 anni era morto per essersi dato alle fiamme davanti al suo consigliere dell'ufficio di collocamento. Era successo nella periferia di Parigi. In Francia la crisi si fa sentire con tutto il suo peso, è emergenza sociale: proprio due giorni fa abbiamo visto scuole chiuse, scioperi e cortei ovunque per protestare contro la riforma degli orari scolastici avviata dal governo nelle scuole elementari: in particolare, i maestri chiedono il suo rinvio al 2014. "Prendiamo tempo per i nostri figli", si leggeva su alcuni striscioni a Parigi, dove diverse centinaia di persone hanno sfilato per un lungo corteo, tra la piazza del municipio e il ministero dell'Educazione. Si tratta del quinto sciopero degli insegnanti in Francia in tre settimane. altro che nozze gay... Kim Novak, 80 anni da bionda ammaliatrice Bianca Conte Kim Novak, mito biondo che per generazioni ha incarnato sul grande schermo la seduzione algida e misteriosa, ha compiuto ottant'anni. Risposta austera alla sensualità calda della rossa Rita Hayworth e alla prorompenza rotonda di Marilyn Monroe, ma anche replica decisamente più conturbante alla bellezza glaciale di Grace Kelly, l'attrice americana di origine ceca – al secolo Marilyn Pauline Novak – ha esordito, ironia della sorte, nel 1951, in una campagna pubblicitaria di una marca di frigoriferi. Hollywood è dietro l'angolo, e l'occasione arriva nel '54 con il rifiuto della mitica Gilda ad unirsi al cast di Criminale di turno, diretto da Richard Quine, dove Kim recita accanto a Fred Mac Murray: sarà il suo primo ruolo da scaltra mangiatrice di uomini. Elegante e inaccessibile, il suo charme enigmatico conquisterà anche Hitchocock, che la volle in uno dei suoi titoli più celebri, e in quella che resterà senz'altro la più matura prova interpretativa della Novak: La donna che visse due volte, girato nel 1958. Anche in quel caso il destino calò una carta in favore dell'attrice: Vera Miles, chiamata a rivestire il doppio ruolo di Madeleine/Judy, era incinta e dovette declinare l'invito del regista, opportunamente raccolto dalla Novak che, nel frattempo, aveva contribuito al successo di titoli quali L'uomo dal braccio d'oro (1955) di Otto Preminger, dove recita al fianco di Frank Sinatra, e Picnic, (1956), di cui è la romantica protagoni- sta insieme a William Holden, dimostrando un'innata disinvoltura nel passare dal dramma sociale alla sceneggiatura brillante. Gli anni Cinquanta sono il periodo in cui l'attrice presta volto e avvolgenti fattezze in commedie garbate e disimpegnate di grande successo di pubblico, come Una strega in paradiso, (in cui forma un affiatato terzetto con James Stewart e Jack Lemmon), e Paul Joey, dove dà prova di una raggiunta maturità istrionica. E se gli anni Sessanta saranno quelli di successi come L'Affittacamere, accanto a Jack Lemmon, e Baciami, Stupido, in coppia con Dean Martin, diretta da Billy Wilder, gli anni Settanta saranno quelli della parabola discendente innescata dopo il film Quando muore una stella di Robert Al- 7 drich (1968), e interrotta solo dalle performances rese in Sfida a White Buffalo del '77, di J. Lee Thompson, e nel nutrito cast di Assassinio allo specchio (1980) dal romanzo di Agatha Christie. Sposata in seconde nozze con il veterinario Robert Malloy l'attrice, abbandonato il jet set, si è da tempo ritirata in un ranch nell'Oregon, dove alleva cavalli e lama. Lettere Quelle due copertine sulle persone dell'anno... Time ha realizzato due copertine distinte per Europa e Stati Uniti come spesso accade. Nella versione a ovest dell'Oceano Atlantico imperava la foto di Obama, nella versione europea la persona dell'anno si chiama Fabiona Gianotti. C'è una concreta differenza tra i due personaggi. La scienziata italiana ha ottenuto successi che passeranno alla storia come pietra miliare della conoscenza dell'uomo. Clementina Nosemi Il relativismo e la società delle illusioni Lʼimmagine raccapricciante di questʼepoca insensata, pregna di relativismo, è la rappresentazione iconografica di unʼumanità svuotata da ogni più remoto barlume di passione e di bellezza. Gli individui della società delle illusioni, ricurvi sulle loro debolezze, paure e incapaci di qualsiasi rinuncia si sono resi responsabili e complici. Gianni Tirelli Il tunnel è lungo, occorre una forte scossa Ultimi crolli in ordine di tempo. La fiducia delle famiglie è tornata ai livelli del 1996 mentre vedendo i consumi di benzina pare di rivivere gli anni '60. Peccato i prezzi siano ben diversi e non ci sia in giro alcun sentore di imminenti boom economici, né prospettive di miglioramenti della qualità della vita. Le uniche esplosioni che potrebbero essere imminenti sono di ben altro tipo. Riguardano la tenuta dell'Unione Europea, dalla quale i britannici stanno pensando seriamente di uscire a gambe levate. Candido Munopano Le urne puniranno i metodi da Santa Inquisizione Leggo che i buoni propositi per il 2013 delle autorità fiscali siano di iniziare con controlli a tappeto sulle partite iva. Artigiani e piccole imprese che saranno regolarmente torchiate per cercare un'evasione che non c'è e che deve essere inventata per giustificare sprecopoli. Ma dalle urne potrebbe uscire di tutto, anche una maggioranza che decide di dire basta a questi metodi da santa inquisizione. Teodoro L. La libera circolazione delle armi negli Stati Uniti Certamente la responsabilità della strage di Newtown sia da addebitare esclusivamente al ragazzo suicidatosi dopo aver ammazzato in una scuola venti bambini e sei adulti. Resta però il fatto che la libera circolazione di armi da fuoco, almeno negli Stati Uniti, è spesso all'origine di tragedie come quella verificatasi nel Connecticut. Mario Pulimanti Monti “riveli" dove sono finiti i nostri sacrifici Se Monti ha un minimo di onestà intellettuale dica chiaramente chi ha beneficiato dei frutti delle nostre privazioni. Solo così gli italiani sapranno giudicare se i sacrifici saranno stati realmente sprecati a beneficio di pochi o se saranno stati utilizzati per nobili propositi a vantaggio dell'intera nazione. Fabio Presto Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250