Fuga da Fazio: ascolti in calo, due milioni di

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Fuga da Fazio: ascolti in calo, due milioni di
CON IL PDL
ANNO LXI N.37
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Parte il festival
anti-Berlusconi.
Tutto come previsto
Marcello de Angelis
Prendi una campagna elettorale
da fine dei tempi, dove tutti si giocano il tutto per tutto. Prendi un
leader politico che un anno fa veniva indicato dalle tv del mondo intero come un rais il cui regime
ventennale era stato abbattuto
dalla furia dei cittadini (paragoni
con Mussolini, Mubarak e Gheddafi) e che sconvolge tutti con una
ripresa di consensi che lo riporta
quasi in vetta. Prendi che bisogna
fermarlo a tutti i costi. Prendi che il
servizio pubblico è sotto il controllo
totale dei suoi avversari techno-comunisti. Prendi i due “comici” più
politicizzati esistenti in Italia. Stanzia milioni di denaro pubblico per
trasformare il festival canoro in
una kermesse elettorale a spese
dei cittadini. E allora lʼunica cosa
che genera stupore sono le contestazioni! E infatti la stampa montian-bersaniana spara subito la
teoria del complotto, delle contestazioni organizzate e pilotate. Le
contestazioni contro qualcuno del
centrodestra, invece (come quelle
dei finti precari contro Brunetta
quando era ministro), sono sempre “spontaneee”… Risulta insomma sorprendente a qualcuno
che dinanzi a uno spettacolo che
inizia con una serie di battute su
Berlusconi (e solo su di lui), con
cori dellʼArmata rossa e con un ulteriore show di Crozza contro Berlusconi possa aver destato in
qualcuno del pubblico un sincero
fastidio. Anzi: Fazio e Littizzetto
sono già diventati vittime del tentativo (fascista) di tappare la bocca
alla critica! E siccome non si può
accusare di censura il governo –
perché ci stanno loro – né i media
– perché li controllano loro – né la
Rai – perché la controllano loro –
siamo tornati indietro alla teoria
delle trame: due (sic!) squadristi in
smoking – prontamente allontanati
– si sarebbero introdotti nel teatro
per fischiare Crozza e lanciargli insulti (“vai a casa, fascista!”, gli
WWW.SECOLODITALIA.IT
d’Italia
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Fuga da Fazio: ascolti
in calo, due milioni
di spettatori in meno rispetto
alla edizione di Bonolis
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giovedì 14/2/2013
I pm non si smentiscono:
a gamba tesa
contro il centrodestra
SABATINI PAG.2
Edilizia: la “Giornata
della collera”, i costruttori
invadono Piazza Affari
FARRO PAG.3
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Arrivano i dati sullʼImu:
ha ragione Berlusconi,
può essere restituita
PAG.2
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avrebbero urlato…) per impedire le
critiche a Berlusconi. Chi ha visto il
Festival ha visto un altro spettacolo.
Lo spettacolo, purtroppo, che
avremo tutti i giorni in Italia se vince-
ranno Monti e Bersani, con i cori sovietici in Piazza a coprire il fruscio
dei soldi che ruberanno agli italiani i
banchieri speculatori e i due o tre
dissenzienti che avranno il coraggio
di contestare esposti al pubblico ludibrio come provocatori e condannati senza processo. Noi di destra ci
siamo già passati e purtroppo sappiamo tutto questo a cosa porta.
Francesco Signoretta
Se nʼè accorto. E questa è già una
notizia. Dopo più di un anno ha capito che può anche essere un uomo
potentissimo, ma se inciampa (e lui è
inciampato tante volte) viene bersagliato da Facebook, dai link, dalle vignette, dalle foto taroccate. Dio
perdona, internet no. Monti lʼha scoperto ora, in questo rush finale della
campagna elettorale, e non sa come
venirne fuori. Lo chiamano in causa
per i poteri forti, la massoneria e il
club Bilderberg. E lui: «Quello che fa
pensare è il seguito che ha sul web».
Proprio per questo, in un forum
dellʼAnsa, parla del suo passato di
consulente della Goldman Sachs
senza mai citare il nome della banca.
Gli serve unʼimmagine più umana
per rosicchiare qualche voto, dopo le
delusioni che arrivano dagli ultimi
sondaggi, e il suo amore per il cagnolino s poco si concilia con il fatto
di essere uno degli uomini più potenti del mondo. Perché il gruppo Bilderberg, lo voglia ammettere o
meno, è lo strumento con cui le oligarchie finanziarie impongono le
loro politiche agli Stati. Monti allora
rilancia: «Non è una setta segreta,
ma magari qualche politico ci andasse, ci aiuterebbe ad uscire dallʼisolamento politico e culturale». Un
modo come un altro per riconoscere
che proprio lì vengono prese molte
delle decisioni che contano e che gli
italiani spesso le hanno subite, con
tutto quello che ha potuto significare
in termini di attacchi sui mercati, di
spread e di aumento dei tassi dʼinteresse. Del resto, non è un mistero
che questo club di economisti e uomini della finanza si riunisce periodicamente per esaminare la
situazione economica mondiale,
con lʼobiettivo evidente di farla evolvere secondo i propri desideri. E
Monti che cosa rappresenta in questo consesso? Il Professore non lo
spiega, ma non nega neppure di
aver partecipato a degli incontri.
Quali e in quale occasione non è
dato sapere. Comunque rende noto
che non considera le lobby qualche
cosa da evitare a tutti i costi. E, in
ogni caso, di tanto in tanto anche altri
italiani si sono seduti a quel tavolo.
Chi? Lilli Gruber, per esempio. E cʼè
da credergli, solo che ad ogni tavolo
che si rispetti ci sono sempre i titolari
e i comprimari ma cʼè chi prende le
decisioni e chi le subisce.
Monti ha paura del web e balbetta sul suo passato,
sui poteri forti e sulla Goldman Sachs
Alfano e Maroni: i pm non si smentiscono.
A gamba tesa contro il centrodestra
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Gloria Sabatini
Il giorno dopo la conclusione
dell'istruttoria della procura di
Milano che accusa Roberto
Formigoni di associazione a
delinquere per l'affaire Maugeri, è difficile non nutrire
“qualche sospetto” sulla tempistica dei giudici. Mentre l'ex
governatore lombardo fa notare che non è emerso nulla
di nuovo («cosa non si fa per
cercare di nascondere lo
scandalo del Monte dei Paschi di Siena che sta mettendo in difficoltà la sinistra»),
Angelino Alfano respinge l'ennesimo attacco a orologeria
di “certa” magistratura. «A 10
giorni dal voto escono delle
carte che fanno emergere
chiaramente come sia abnorme l'attacco a Formigoni e
alla sua giunta, addossandogli pure l'associazione a de-
linquere. Credo che nessun
cittadino lombardo e italiano
di buonsenso – dice il segretario del Pdl – possa immaginare che Formigoni e la sua
giunta siano coinvolti in un'associazione a delinquere».
Anche Roberto Formigoni
sente puzza di bruciato,
«dopo un anno di indagini,
guarda caso dieci giorni
prima delle elezioni i pm chiudono l'inchiesta di Roberto
Formigoni». Non è giustizia
ad orologeria?, si chiede il
candidato a successore di
Formigoni, «non sono complottista però... é l'uso che si
fa in campagna elettorale».
La magistratura politicizzata,
del resto, non è nuova a discese in campo per sparare i
suoi fuochi d'artificio contro il
centrodestra. Per Gaetano
Quagliariello gli ultimi due
botti pirotecnici sono quelli riservati a Roberto Formigoni e
Raffaele Fitto. «Da un lato i
magistrati vorrebbero far credere, giusto in tempo per la
scadenza elettorale, che la
Regione più efficiente d'Italia
sia stata governata per quasi
vent'anni da una sorta di cupola del malaffare. Dall'altra –
continua il presidente dei senatori del Pdl esprimendo solidarietà a Fitto e Berlusconi –
il fatto che un calvario giudiziario lungo ben sette anni,
segnato dalla chiara connotazione politica di alcuni pm al
punto tale che uno è diventato assessore nella giunta
Vendola, abbia trovato la sua
conclusione in primo grado a
dieci giorni dalle elezioni, è un
fatto che si commenta da sé».
Chiamato in causa il partito
dei giudici, Antonio Ingroia replica stizzito: «È molto strano
che nel nostro Paese vengano rivolte accuse ai magistrati come me che si
impegnano in politica e non a
imputati, come per esempio
Formigoni, che vogliono andare in Parlamento». Ospita
di Coffee Break su La7, l'ex
pm perde le staffe e se la
prende anche con Tabacci
che gli ha rimproverato di non
aver fatto almeno un anno
sabbatico prima di candidarsi
con Rivoluzione Civile. «Questa richiesta mi sembra una
vera ipocrisia». Touché.
Storace: ho smesso
di fumare "aiutato"
da Che Guevara
Gigi Sigona
La breve esposizione di Francesco
Storace all'immagine di Che Guevara è stata determinante nella sua
sofferta scelta di smettere di fumare. La notizia che ha del “miracoloso" viene raccontata dallo
stesso Storace durante il Forum
dell'Ansa. E stupisce lo stesso candidato alla presidenza della Regione Lazio: «Nn ci avevo mai
pensato≥" di essere stato aiutato da
Che Guevara. Ricostruisce con dovizia di dettagli l'inconsueto fenomeno: «Ho smesso di fumare un
paio d'anni fa perché fui vittima di
un riflusso gastro-esofageo, che è
simile a un infarto. Arrivò l'ambulanza a casa... una paura terribile
perché sono dolori lancinanti e scoprii con mia sorpresa che non c'era
il medico sul nostro 118. Arrivarono
tre infermieri e uno di loro aveva la
maglietta di Che Guevara... mi portarono in ospedale e passai una
notte di inferno sulle carrozzine del
Pronto soccorso e ho scoperto la
sanità che cosa è». Da quella
drammatica notte, aggravata dall'esposizione all'immagine del rivoluzionario cubano, «ho deciso di
smettere di fumare».
Arrivano i dati sull'Imu: ha ragione Berlusconi,
può essere agevolmente restituita
Redazione
Il giorno dopo in cui sono stati resi noti i dati dell'Imu, appare sempre più chiara la validità del ragionamento di Silvio Berlusconi sulle modalità di
restituzione della tassa voluta dal governo Monti.
Vediamo: l'incasso dell'Imu è stato di 23,7 miliardi di euro, 1,2 in più rispetto alle previsioni per
il 2012. Dalla casa di abitazione sono arrivati
solo 4 miliardi. Il versamento medio è stato di
918 euro, incluso però anche quanto pagato
dalle grandi aziende, mentre per la prima casa
sono stati versati in media 225 euro. Oltre un
quarto del gettito Imu derivante dalle manovre
deliberate dai Comuni proviene da cinque grandi
città (Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli) con
importi medi dei versamenti che vanno dai 917
euro di Roma a 585 di Napoli. Circa un quarto
delle abitazioni principali risulta esente. Le imprese hanno pagato un conto abbastanza salato: 6,3 miliardi di euro, con una media di 9.313
euro ciascuna. Cosa significa? Significa che
quanto versato per la prima casa è una parte minoritaria del gettito totale, che quindi può essere
restituita senza gravami o difficoltà per l'erario.
Altro dato importante, è che non c'è stata una significativa evasione dall'Imu. A non pagare l'imposta è stato circa il 5% dei contribuenti a cui
spettava, ossia un dato tutto sommato fisiolo-
gico. Ne consegue che quello che dice Monti,
ossia che la restituzione dell'Imu appartiene al
regno dell'impossibile, non è vero, semmai è
vero il contrario. Quello che è impossibile, oltre
che incoerente, è che Monti abbia davvero intenzione di diminuirla gradualmente. E anche
nei giorni scorsi Berlusconi ha ribadito che l'Imu
è il primo fattore di crisi perché le famiglie sono
indotte a rallentare i consumi e a dismettere
ogni voglia di investimento.
Edilizia: la "Giornata della collera",
i costruttori invadono Piazza Affari
Gabriele Farro
Diecimila caschetti gialli da lavoro punteggiavano il selciato di Piazza Affari, a Milano.
Così a preso corpo la manifestazione di
protesta di Assimpredil Ance e di altri 19 enti
e associazioni di settore, in rappresentanza
di imprese, operatori e professionisti, svolta
con l'obiettivo di sollecitare la politica a farsi
carico di iniziative in grado «di fermare un
inarrestabile declino e per rilanciare un settore fondamentale per la tenuta sociale ed
economica dell'intero Paese». La protesta,
pacifica, cui a un certo punto ha preso
anche parte assieme ad altri politici anche
Ignazio La Russa, in rappresentanza di Fratelli D'Italia, ha inteso anche richiamare l'attenzione sul settore delle costruzioni che,
tra il 2008 e il 2012, ha segnato una perdita
produttiva del 26 per cento, pari a 23 miliardi di euro, con il livello della produzione
tornato indietro di 40 scorgere nessuna luce
in fondo al tunnel. «Dal 2009 ad oggi –
fanno notare le organizzazioni sindacali– si
è consumata la tempesta perfetta, con il
settore che ha perso circa 120mila posti di
lavoro l'anno, vale a dire 328 al giorno. In
tutto almeno 50mila unità produttive tra edilizia, materiali da costruzione, cemento, lapidei, industria del legno e dell'arredo». IL
settore segna rosso stabile da 19 trimestri
consecutivi, ha perso il 30 per cento della
produzione e il 40 per cento degli investimenti pubblici, con un crollo del fatturato
che tra il 2008 e il 2010 ha raggiunto il 16
per cento. In totale circa 60mila imprese fallite nel solo settore dell'edilizia, con 240mila
addetti in meno rispetto al 2008 e una caduta verticale per quanto attiene alle ore lavorate (meno 400 milioni), con una massa
salariale in meno di 2 miliardi di euro. Su
questi numeri ha impattato alla fine anche
l'Imu, che ha scoraggiato gli acquisti di immobili e rallentato ancora di più quelle compravendite che già scontavano l'incidenza
della crisi economica originata dalla bolla
immobiliare del 2008. Gli unici numeri che
continuano a crescere sono quelli dell'elusione e dell'evasione contributiva. I dati presentati recentemente sulle ispezioni in
edilizia ci dicono che il 59 per cento delle
imprese sono irregolari, mentre le cifre sui
morti nelle costruzioni segnalano 144 decessi in dieci mesi , contro gli 86 dello
stesso periodo del 2011. Tutto questo nonostante il crollo degli occupati faccia pensare che oggi meno persone in Italia vivano
di edilizia.
Liliana Giobbi
Le cifre parlano chiaro, l'anno di Monti
è stato il peggiore, un anno orribile
con la crisi che ha lasciato ferite dolorosissime soprattutto per il numero di
imprese che hanno chiuso: tra fallimenti (12mila), liquidazioni (90mila),
procedure non fallimentari (2mila)
sono state 104mila le aziende italiane
perse. Lo affermano dati Cerved, secondo i quali è in corso un boom dei
concordati preventivi. La forte crescita
delle nuove forme di concordato preventivo è nata con la riforma entrata in
vigore a settembre: Cerved, il gruppo
specializzato nell'analisi della situazione finanziaria delle imprese, stima
che nel solo quarto trimestre del 2012
siano state presentate circa 1.000 do-
mande, soprattutto nella forma del
concordato con riserva. Il dato totale
sulla chiusura delle aziende l'anno
scorso è stato superiore del 2,2% al
record toccato nel 2011. "Il picco toccato dai fallimenti - commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore
delegato del Cerved - supera del 64%
il valore registrato nel 2008, l'ultimo
anno precrisi: sono stati superati
anche i livelli precedenti al 2007,
quando i tribunali potevano dichiarare
fallimenti anche per aziende di dimensioni microscopiche". Nel 2012 la recessione ha avuto un impatto violento
nel comparto dei servizi (+3,1%) e
nelle costruzioni (+2,7%), mentre la
manifattura - pur con un numero di fallimenti che rimane a livelli critici - ha
L'annus horribilis di Monti:
hanno chiuso 104mila imprese
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Confindustria-sindacati:
accordo per la formazione
Redazione
Confindustria e organizzazioni sindacali
hanno firmato un'intesa sulla formazione, i giovani e la crescita: una sorta
di alleanza per la scuola. Si tratta di un
documento al cui centro c'è l'innovazione nell'orientamento, nell'istruzione
tecnica e nell'apprendistato, perché «se
si vuole favorire la crescita e l'occupazione giovanile, la formazione deve essere al centro delle politiche».
Il
superamento delle divergenze su questi temi ha rappresentato «un fortissimo
segnale di svolta culturale – ha detto il
vicepresidente di Confindustria, Ivan Lo
Bello – efficienza, equità, produttività,
merito e lavoro possono andare avanti
di pari passo con una riqualificazione
della scuola». «La valorizzazione dell'istruzione tecnica e professionale é
uno degli strumenti per uscire dalla crisi
e la garanzia del diritto allo studio è un
elemento fondamentale della lotta alle
disuguaglianze», ha aggiunto il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino. Mentre Francesco Lauria della
Cisl ha osservato che "«bisogna aumentare il rapporto tra formazione e lavoro e per noi il primo strumento, il più
importante è l'apprendistato. Oggi solo
il 2 per cento degli apprendisti frequenta
la scuola e i giovani iscritti a corsi di
istruzione tecnica superiore (Its) sono
solo l'1,2 per cento. Al tempo stesso 3
dottori di ricerca su 4 non potranno essere assorbiti dalle università. «Questo
documento é uno strumento che pensiamo di utilizzare per scuotere il dibattito – ha concluso il segretario
confederale della Uil,Guglielmo Loy –
ma basta riforme della scuola, che non
se ne può più. Cerchiamo di far funzionare quello che c'é».
registrato un calo rispetto all'anno precedente (-6,3%). Dal punto di vista territoriale, le procedure sono fortemente
aumentate nel Nord Ovest (+6,6%) e
nel Centro (+4,7%), mentre sono rimaste ai livelli dell'anno precedente nel
Sud e nelle Isole (-0,4%). Nel Nord Est
i casi sono invece più chiaramente diminuiti (-4,3%), un dato compensato
dal forte incremento delle liquidazioni,
che ha portato il totale di chiusure in
quell'area a superare quota 20mila
(+8,6% sul 2011).
Gli interrogativi senza risposta
dopo l'addio del Papa
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Priscilla Del Ninno
Un lungo e caloroso applauso
ha accolto Benedetto XVI nell'Aula Paolo VI, dove si è tenuta la penultima udienza
generale del suo pontificato,
prima del ritiro annunciato per
il 28 febbraio. Al suo ingresso,
il Papa è stato accolto con affetto dalla folla che gremiva la
Sala Nervi, e fra le acclamazioni dei fedeli, ha salutato la
platea con viso sorridente. La
rinuncia, ufficializzata nelle ul-
time ore dalle diverse adempienze imposte dal commiato
dal pontificato, lascia aperte
ancora diverse questioni. Interrogativi che non hanno richiesto fino ad oggi una
risposta, e per i quali padre
Federico Lombardi, direttore
della sala stampa vaticana,
prova a formulare delle indicazioni. Come si chiamerà il
«Papa emerito»? Di sicuro
non potrà continuare a usare
il nome Benedetto XVI, legato
al ministero di vescovo di
Roma, che si concluderà la
sera del 28 febbraio. «Ancora
non sappiamo quale titolo
avrà Joseph Ratzinger dopo
la sua rinuncia», ha detto
padre Lombardi, che poi ha
aggiunto: «Non abbiamo ancora pronta la risposta a questa domanda. Non mi sento
neanche di fare delle ipotesi,
aspettiamo che le persone
competenti si pronuncino in
modo autorevole e attendibile». Al vaglio degli esperti
canonisti della Santa Sede,
anche la questione del ruolo
del pontefice dopo la rinuncia.
Quanto alla nuova abitazione,
Ratzinger ha già annunciato il
suo ritiro in un convento di
clausura interno alle mura vaticane, dopo i primi giorni che
trascorrerà a Castel Gandolfo:
destinazione per cui partirà
alle 17 del 28 febbraio in elicottero, quando lascerà il Vaticano per l'ultima volta come
Papa. «La nuova casa del
papa sarà economica; in questi anni ha dimostrato di non
avere particolari pretese», ha
dichiarato a riguardo padre
Federico Lombardi, aggiungendo che «non sarà un
grande aggravio per le spese
della Santa Sede». L'inizio del
Conclave, che dovrà essere
stabilito tra i 15 e i 20 giorni
dall'inizio della sede vacante,
dovrebbe essere affrontato
dal 15 marzo in poi: data dell'inizio di una nuova fase storica.
Redazione
Centodieci anni fa nasceva a
Liegi, in Belgio, uno dei personaggi più celebri della letteratura
europea,
Georges
Simenon, famoso ai più per
aver creato il personaggio del
commissario Maigret. Ma Simenon non fu soltanto il papà
di Jules Maigret, ma uno dei
più prolifici scrittori di lingua
francese. Per dare un'idea
della sua facilità nello scrivere
(si racconta che sia riuscito a
produrre anche 100 pagine in
un giorno) diremo che tutte le
sue opere sono state stampate, nel mondo in circa 700
milioni di copie, e che i suoi lavori sono stati tradotti in quasi
cinquanta lingue. È il terzo autore francese di sempre, superato solo da Verne e Dumas. È
vero che ha iniziato presto a
scrivere, trovando la sua vocazione, a quanto pare, a soli se-
dici anni, ma è pur vero che ha
spaziato in quasi tutti i generi
letterari, dal poliziesco al noir
al romanzo sentimentale a
quello d'appendice a quello popolare a quello psicologico.
Trasferitosi a Parigi dopo la
morte del padre in quelli che
furono senza dubbio gli anni
migliori i irripetibili per la letteratura e l'arte in genere, i Venti,
firmò i suoi libri soltanto
quando apparve Maigret, poiché prima si firmava Georges
Sim, anche se di pseudonimi
ne ha utilizzati a decine, tanto
che ciclicamente gli viene attribuito questo o quel romanzo.
Ma la caratteristica più saliente
di Simenon era che la sia vita
fu molto avventurosa: a parte i
due matrimoni, ebbe centinaia
di relazioni e cambiò decine di
case e Paesi di residenza. E
infatti era nato venerdì 13, di
cattivo auspicio per la famiglia,
tanto che dichiarò che era nato
il giorno precedente. Il successo che il suo romanzo popolare incontrà quasi subito, gli
garantirono un notevole successo economico. Nel successivo decennio, gli anni Trenta,
si dedica ai viaggi insieme con
la prima moglie. Nel 1939
nasce il primogenito e l'anno
successivo si stabilisce in Vandea. Alla fine della guerra in
Francia scatta la caccia alle
streghe collaborazioniste e Simenon ripara negli Stati Uniti,
mentre il fratello Christian, condannato alla pena capitale, si
arruola nella Legione straniera
dove poi morirà in combattimento nel 1947. Negli Usa Simenon conosce la sua
seconda moglie dalla quale
avrà altri tre figli. Solo negli
anni Cinquanta torna in Francia, in Costa Azzurra , per poi
trasferirsi a Losanna, in Sviz-
Simenon, il "collaborazionista"
nato di venerdì 13, 110 anni fa
Elezioni del Pontefice:
occorre sempre
la maggioranza
dei due terzi
Redazione
Per eleggere il Papa sarà sempre necessaria una maggioranza qualificata di due terzi
degli elettori. Il "motu proprio"
di Benedetto XVI del 2007, che
reca la data dell'11 giugno di
quell'anno, ripristina la norma
tradizionale sulla maggioranza
richiesta nell'elezione del
Sommo Pontefice. In base a
tale norma, perché il Papa
«possa considerarsi validamente eletto è sempre necessaria la maggioranza dei due
terzi dei cardinali presenti in
Conclave». Secondo le nuove
disposizioni, inoltre, dopo la
33/a o 34/a votazione, si passerà direttamente, e obbligatoriamente, al ballottaggio fra i
due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti
nell'ultimo scrutinio. Anche in
questo caso, però, sarà necessaria una maggioranza dei due
terzi. Viene inoltre specificato
che i due cardinali rimasti in
lizza per l'elezione non potranno partecipare attivamente
al voto, avranno quindi solo
voce passiva. Papa Ratzinger,
cancellando l'ipotesi della
maggioranza semplice della
metà più uno degli elettori, è
andato così a ritoccare, con
un'importante modifica nel regolamento per l'elezione in
Conclave del Sommo Pontefice, la Costituzione apostolica
“Universi Dominici Gregis” promulgata nel 1996 da Giovanni
Paolo II, che stabiliva - al punto
75 - che dopo il 33/o o 34/o
scrutinio, qualora gli elettori
non avessero trovato un'intesa, si sarebbe potuto procedere anche a votazioni per le
quali fosse sufficiente «la sola
maggioranza assoluta».
zera. Nel 1978 una delle sue figlie muore suicida, e Simenon
le dedica il libro "Memorie intime". Nel 1989 muore nella
città svizzera per un tumore.
Dai suoi romanzi sono stati
tratti numerosi film, sceneggiati
e serie tv. Il suo più riuscito personaggio, Jules Maigret, è tra
l'altro stato interpretato da attori
del calibro di Jean Gabin e
Gino Cervi.
Erika, che orrore quell'ossessione
morbosa dei giornali e della tv....
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A Matera "setta degli orrori":
stupri, ricatti e forse
messe nere
Antonella Ambrosioni
Continua sui media l'attenzione morbosa
verso Erika De Nardo, la ventottenne di
Novi Ligure che dodici anni fa uccise (insieme con il fidanzatino Omar) la madre
e il fratellino. Una storia o per meglio dire
una ttragedia che ancora lascia sgomenti tutti. Tutti tranne i curiosi dell'orrore. L'interesse suscitato dalle foto
pubblicate dal settimanale “Oggi” non
accenna a diminuire. La ragazza dopo
aver scontato la pena è libera e le foto la
immortalano proprio mentre guida l'automobile che fu di sua madre, Susy Cassini. Il settimanale mostra le foto della
ragazza e i documenti del Pubblico registro automobilistico. La Volkswagen Polo
grigia immatricolata nel novembre del
2000 , secondo quanto riferisce il giornale, è stata regalata a Erika dal padre
che è sempre stato vicino alla figlia negli
11 anni di carcere, nel periodo di comunità, e ancora adesso. Sul caso del delitto di Novi Ligure, una delle vicende di
cronaca nera che più ha scioccato lʼopinione pubblica i media hanno sviluppato
una sorta di ossessione feticista e non
da oggi. Ricordiamo l'indignazione che
suscitò nel 2009 la riproposizione a “Matrix” di un video, agli atti del processo,
video nel quale l'allora 16enne Erika raccontava la sua versione dei fatti a poche
ore dalla morte della madre e del fratellino. Il massacro era, secondo la ragazza, opera di due albanesi non meglio
identificati che erano stati sorpresi durante un tentativo di furto. Nonostante i
tentativi degli inquirenti la ragazza non
ebbe alcun cedimento. La messa in onda
a 7 anni di distanza, del video ormai non
più segretato a tutti gli italiani, scatenò
la reazione indignata di tutti. È lecito domandarsi se giornalisticamente abbia un
senso tutto ciò o se non si tratti di una
speculazione “malata” su un caso di cronaca nera che sarebbe meglio archiviare
nel museo degli orrori. Senza compiacimento.
Franco Bianchini
«Lui resta, si deve abituare a queste cose».
Lui è un bambino di cinque anni, figlio di un
mago a capo di una vera e propria ʻsetta", e
deve assistere a una violenza sessuale: È solo
un frammento “del mosaico degli orrori” scoperto dalla Polizia, a Matera, che ha coinvolto
sei “discepoli” e decine di vittime, che hanno
subito per anni estorsioni, minacce e ricatti,
versando al gruppo decine di migliaia di euro
per magie, riti “voodoo”, pozioni e richieste di
guarigioni. Sette le persone finite agli arresti:
cinque in carcere, due ai domiciliari. L'operazione “Agates" prende il nome dallo “spirito" a
cui si rivolge il mago “Sal", di 66 anni, tarantino di origine ma a Matera da anni, a capo
della setta. Ma lui non è il classico mago “imbonitore" e teatralmente televisivo, o con annunci sui giornali. Ha un altro lavoro, e negli
anni ha costituito nell'ombra la “setta esoterica" coinvolgendo anche, in alcuni casi, quelle
che erano le sue prime vittime, e che poi si
sono trasformate in discepoli e sacerdotesse
di “Agates”. Sono loro a cercare, poi, altre vittime, sei quelle certe da 2007, ma decine secondo gli investigatori: questo avveniva per
diretta conoscenza, o con veri e propri "stazionamenti" davanti alle Caritas o alle associazioni di sostegno. Si tratta, infatti, di persone
con problemi fisici o psichici.
Anche il web piange il coccodrillo più grande del Pianeta
Antonio La Caria
La notizia ha fatto il giro del
mondo in meno di ventiquattr'ore e nessuno se l'aspettava.
Ma oggi, con il web, emergono
storie che in passato sarebbero
rimaste quasi sconosciute. Il popolo della rete, con un passaparola, ha pianto Lolong, il
coccodrillo in cattività più
grande del Pianeta, che è
morto nelle Filippine due giorni
fa. Secondo la Bbc, che ha
dato la notizia, l'enorme rettile
era lungo oltre sei metri e aveva
un peso superiore ai 1.000 chilogrammi. Il coccodrillo era
stato catturato nel settembre del
2011 nella città di Bunawan,
nella Regione di Caraga, dopo
una caccia durata oltre tre settimane. Nel 2012 per le sue misure - 6,4 metri di lunghezza e
1.075 kg di peso - era entrato a
far parte dei Guinness World
Records e da allora aveva cominciato ad attirare i turisti locali
e stranieri in città. «Dal mese
scorso si rifiutava di mangiare e
abbiamo notato un cambiamento nel colore delle feci – ha
dichiarato il sindaco della città,
Edwin Elorde –. Il nostro personale ha anche osservato un rigonfiamento
insolito
sulla
pancia del rettile». Il veterinario
locale ha inoltre aggiunto che
anche il tempo insolitamente
freddo potrebbe aver influito sul
coccodrillo. Da quanto si apprende, ora il primato per il coccodrillo in cattività più grande
della Terra possa ora passare a
Cassio: un rettile lungo 5.48
metri, ospitato presso un allevamento di coccodrilli vicino a
Cairns nel Queensland. Famoso
al momento della cattura, ancora più famoso al momento
della scomparsa.
L'ultima battaglia di Dorner,
il killer dei poliziotti
6
Antonio Pannullo
Sembra esser finita in uno chalet in fiamme sulle montagne innevate del Sud della California
la fuga dell'ex poliziotto assassino diventato nell'ultima settimana il criminale "most wanted"
degli Usa, il ricercato numero
uno, su cui è stata posta una taglia da un milione di dollari. Ma
c'è un giallo sul suo corpo, come
in ogni thriller che si rispetti. Di
certo da fuori si è sentito un singolo sparo, mentre il ultimo rifugio veniva divorato da un
incendio. Ma la notizia diffusa
poi da tutti media Usa che il suo
corpo carbonizzato era stato ritrovato carbonizzato e stata
smentita dalla polizia. Dopo una
vasta caccia all'uomo nei boschi
della regione del Big Bear Lake,
la situazione è precipitata
quando Chris Dorner, 33 anni,
afroamericano, oltre un metro e
80 di altezza per 120 chili di
peso, è stato intercettato da un
agente della forestale, mentre
cercava di allontanarsi dalla
zona con un pick-up bianco rubato. Ne è nato un inseguimento e una sparatoria, in cui
alla fine il ricercato è stato costretto a proseguire a piedi, e a
ad asserragliarsi poi in uno chalet. Dopo aver dichiarato una
Mentre Hollande
pensa alle nozze gay
un altro disoccupato
si dà fuoco
"guerra asimmetrica e non convenzionale" al Dipartimento
della polizia di Los Angeles
(Lapd), da cui era stato cacciato
nel 2009, a suo dire ingiustamente, e aver iniziato a dare la
caccia ai suoi ex colleghi e alle
loro famiglie, e a ucciderli, è finito braccato e solo contro tutti.
Ma non senza aver prima ucciso
quattro persone. Prima la figlia
e il suo fidanzato di un ex capitano della Lapd. Poi un altro
agente di polizia che era stato
assegnato a protezione di un
altro dei suoi bersagli, che
aveva indicato assieme a decine di altri in una sorta di manifesto pubblicato sul suo profilo
Facebook. E infine un altro poli-
ziotto, un vice sceriffo della
contea di San Bernardino,
che era con centinaia di altri
sulle sue tracce sulle montagne. Dallo chalet accerchiato,
Dorner ha iniziato a sparare
contro gli agenti che erano lì
fuori. L'audio del conflitto è
stato registrato da un reporter
e sembrava quello di una battaglia, centinaia di colpi nell'arco di pochi minuti. Dopo
un paio d'ore, la polizia ha iniziato a lanciare gas lacrimogeni nella casa, si è udito
quel singolo colpo di pistola e
visto lo chalet andare a
fuoco. Successivamente si è
appreso che la polizia ha poi
ritrovato alcuni resti umani.
Rubio a Obama: «Sei ossessionato
dalle tasse, così non si produce ricchezza»
Giovanni Trotta
Alla fine gli sherpa di Obama hanno trovato lo slogan per i prossimi quattro anni, e non è neanche
male: «We can fix this», ossia «Siamo in grado di
risolvere questo problema». Un po' ambizioso, ma
efficace. Al discorso sullo Stato dell'Unione di
Obama ha risposto per i repubblicani Marco Rubio,
il giovane senatore della Florida, che ha definito il
presidente come «ossessionato dalle tasse».
L'astro nascente del partito conservatore e verosimilmente prossimo candidato del Grand Old Party
nel 2016, ha aggiunto che «aumentare le imposte
non creerà certo posti di lavoro nel settore privato.
E non produrrà una riduzione del deficit. Per questo - ha aggiunto - spero che il presidente abbandonerà questa sua ossessione per lavorare al
contrario a misure che assicurino davvero la crescita della nostra economia». Obama nel suo discorso ha tra l'altro anticipato uno stop agli sgravi
fiscali per le imprese che delocalizzano e per le industrie che operano nel settore energetico. Così
ha continuato il 41enne parlamentare di origine cu-
bana: «Il successo arriva da un'economia libera,
ma Obama ritiene che la libera impresa sia la
causa dei nostri problemi. Signor presidente non
mi oppongo ai suoi piani perché voglio proteggere
i ricchi», ha rassicurato Rubio, ricordando inoltre
che lui abita sempre nello stesso quartiere e che i
suoi vicini sono operai, immigrati, «gente del popolo». Ma in queste ore la stampa e i network americani si stanno concentrando più che sui contenuti
della replica di Rubio, alla presunte gaffe che ha
fatto durante il discorso, ossia il bere un bicchiere
d'acqua nel mezzo di una frase. Gli americani notoriamente stanno molto attenti a questo tipo di
cose, tanto che il "Miami Herald" ha fatto addirittura tre articoli su questo argomento. Il problema,
a sentire le tv e il web americano, è che per compiere questa azione banale, cioè bere, Rubio si sia
spostato alla sua sinistra, di fatto uscendo per
qualche istante dall'inquadratura televisiva. Una
sciocchezza che però, nella politica americana ossessionata dall'autocontrollo sotto l'occhio delle telecamere, potrebbe avere qualche conseguenza.
Redazione
Mentre il socialista Hollande pensa
alle nozze gay, all'invasione del
Mali, i problemi reali del Paese si
propongono con tutta la loro drammatica attualità: un uomo si è dato
fuoco ed è morto davanti all'ufficio
di collocamento di Nantes, nell'ovest della Francia: disoccupato,
non aveva più diritto ad alcuna indennità statale. Aveva 43 anni. Se-
condo fonti della polizia, l'uomo
aveva annunciato il suo gesto a diversi media locali. Questi avevano
ricevuto una mail in cui l'uomo
spiegava che sarebbe passato all'atto se la sua richiesta di aiuti
fosse stata rifiutata. I pompieri
sono arrivati troppo tardi. Gravemente ustionato, l'uomo è morto
davanti all'ingresso del centro dell'impiego. E non è la prima volta in
Francia che succede. Già nel
mese di agosto un disoccupato di
51 anni era morto per essersi dato
alle fiamme davanti al suo consigliere dell'ufficio di collocamento.
Era successo nella periferia di Parigi. In Francia la crisi si fa sentire
con tutto il suo peso, è emergenza
sociale: proprio due giorni fa abbiamo visto scuole chiuse, scioperi
e cortei ovunque per protestare
contro la riforma degli orari scolastici avviata dal governo nelle
scuole elementari: in particolare, i
maestri chiedono il suo rinvio al
2014. "Prendiamo tempo per i nostri figli", si leggeva su alcuni striscioni a Parigi, dove diverse
centinaia di persone hanno sfilato
per un lungo corteo, tra la piazza
del municipio e il ministero dell'Educazione. Si tratta del quinto
sciopero degli insegnanti in Francia in tre settimane. altro che
nozze gay...
Kim Novak, 80 anni da bionda ammaliatrice
Bianca Conte
Kim Novak, mito biondo che
per generazioni ha incarnato
sul grande schermo la seduzione algida e misteriosa, ha
compiuto ottant'anni. Risposta austera alla sensualità
calda della rossa Rita Hayworth e alla prorompenza rotonda di Marilyn Monroe, ma
anche replica decisamente
più conturbante alla bellezza
glaciale di Grace Kelly, l'attrice americana di origine
ceca – al secolo Marilyn Pauline Novak – ha esordito, ironia della sorte, nel 1951, in
una campagna pubblicitaria di
una marca di frigoriferi. Hollywood è dietro l'angolo, e l'occasione arriva nel '54 con il
rifiuto della mitica Gilda ad
unirsi al cast di Criminale di
turno, diretto da Richard
Quine, dove Kim recita accanto a Fred Mac Murray:
sarà il suo primo ruolo da
scaltra mangiatrice di uomini.
Elegante e inaccessibile, il
suo charme enigmatico conquisterà anche Hitchocock,
che la volle in uno dei suoi titoli più celebri, e in quella che
resterà senz'altro la più matura prova interpretativa della
Novak: La donna che visse
due volte, girato nel 1958.
Anche in quel caso il destino
calò una carta in favore dell'attrice: Vera Miles, chiamata
a rivestire il doppio ruolo di
Madeleine/Judy, era incinta e
dovette declinare l'invito del
regista, opportunamente raccolto dalla Novak che, nel
frattempo, aveva contribuito
al successo di titoli quali
L'uomo dal braccio d'oro
(1955) di Otto Preminger,
dove recita al fianco di Frank
Sinatra, e Picnic, (1956), di
cui è la romantica protagoni-
sta insieme a William Holden,
dimostrando un'innata disinvoltura nel passare dal
dramma sociale alla sceneggiatura brillante. Gli anni Cinquanta sono il periodo in cui
l'attrice presta volto e avvolgenti fattezze in commedie
garbate e disimpegnate di
grande successo di pubblico,
come Una strega in paradiso,
(in cui forma un affiatato terzetto con James Stewart e
Jack Lemmon), e Paul Joey,
dove dà prova di una raggiunta maturità istrionica. E
se gli anni Sessanta saranno
quelli di successi come L'Affittacamere, accanto a Jack
Lemmon, e Baciami, Stupido,
in coppia con Dean Martin, diretta da Billy Wilder, gli anni
Settanta saranno quelli della
parabola discendente innescata dopo il film Quando
muore una stella di Robert Al-
7
drich (1968), e interrotta solo
dalle performances rese in
Sfida a White Buffalo del '77,
di J. Lee Thompson, e nel nutrito cast di Assassinio allo
specchio (1980) dal romanzo
di Agatha Christie. Sposata in
seconde nozze con il veterinario Robert Malloy l'attrice,
abbandonato il jet set, si è da
tempo ritirata in un ranch nell'Oregon, dove alleva cavalli e
lama.
Lettere
Quelle due copertine sulle persone dell'anno...
Time ha realizzato due copertine distinte per Europa e Stati Uniti
come spesso accade. Nella versione a ovest dell'Oceano Atlantico
imperava la foto di Obama, nella versione europea la persona dell'anno si chiama Fabiona Gianotti. C'è una concreta differenza tra i
due personaggi. La scienziata italiana ha ottenuto successi che passeranno alla storia come pietra miliare della conoscenza dell'uomo.
Clementina Nosemi
Il relativismo e la società delle illusioni
Lʼimmagine raccapricciante di questʼepoca insensata, pregna di relativismo, è la rappresentazione iconografica di unʼumanità svuotata
da ogni più remoto barlume di passione e di bellezza. Gli individui
della società delle illusioni, ricurvi sulle loro debolezze, paure e incapaci di qualsiasi rinuncia si sono resi responsabili e complici.
Gianni Tirelli
Il tunnel è lungo, occorre una forte scossa
Ultimi crolli in ordine di tempo. La fiducia delle famiglie è tornata ai livelli
del 1996 mentre vedendo i consumi di benzina pare di rivivere gli anni
'60. Peccato i prezzi siano ben diversi e non ci sia in giro alcun sentore
di imminenti boom economici, né prospettive di miglioramenti della qualità della vita. Le uniche esplosioni che potrebbero essere imminenti sono
di ben altro tipo. Riguardano la tenuta dell'Unione Europea, dalla quale i
britannici stanno pensando seriamente di uscire a gambe levate.
Candido Munopano
Le urne puniranno i metodi da Santa Inquisizione
Leggo che i buoni propositi per il 2013 delle autorità fiscali siano di
iniziare con controlli a tappeto sulle partite iva. Artigiani e piccole
imprese che saranno regolarmente torchiate per cercare un'evasione che non c'è e che deve essere inventata per giustificare sprecopoli. Ma dalle urne potrebbe uscire di tutto, anche una
maggioranza che decide di dire basta a questi metodi da santa inquisizione.
Teodoro L.
La libera circolazione delle armi negli Stati Uniti
Certamente la responsabilità della strage di Newtown sia da addebitare esclusivamente al ragazzo suicidatosi dopo aver ammazzato in
una scuola venti bambini e sei adulti. Resta però il fatto che la libera
circolazione di armi da fuoco, almeno negli Stati Uniti, è spesso all'origine di tragedie come quella verificatasi nel Connecticut.
Mario Pulimanti
Monti “riveli" dove sono finiti i nostri sacrifici
Se Monti ha un minimo di onestà intellettuale dica chiaramente chi ha
beneficiato dei frutti delle nostre privazioni. Solo così gli italiani sapranno giudicare se i sacrifici saranno stati realmente sprecati a beneficio di pochi o se saranno stati utilizzati per nobili propositi a
vantaggio dell'intera nazione.
Fabio Presto
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
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d’Italia
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7 agosto 1990 n. 250