Proprietaria operata, cane "adottato"
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Proprietaria operata, cane "adottato"
Articoli stampa 02 aprile 2014 da IL GAZZETTINO Proprietaria operata, cane "adottato" Guardie zoofile e un vicino di casa per aiutare la donna La padrona dev'essere ricoverata e il piccolo meticcio viene "adottato". Insolito intervento delle guardie zoofile di Padova, le Gadit, che domenica scorsa hanno eseguito un sopralluogo in un condominio a Saletto di Vigodarzere. La pattuglia, su segnalazione dell'assessorato all'ambiente del Comune, a sua volta sollecitato dai Servizi sociali, si è recata verso le 11.30 in via Galilei dove abita la proprietaria del cane. La donna ha raccontato alle guardie che a breve dovrà recarsi in ospedale e che sarà assente da casa per una decina di giorni. La signora ha spiegato che il problema da affrontare era legato alla custodia del suo meticcio di piccola taglia in quanto non c'è nessuno di sua conoscenza, amici o parenti, cui poter affidare l'animale per il periodo di assenza. L'agente Marcello Griggio, insieme al collega Lorenzo Toson, ha rassicurato la donna che le guardie si sarebbero occupate del cane e che sarebbe stato custodito in una struttura adeguata fino al rientro in casa della proprietaria. Mentre la donna e gli agenti si stavano accordando, alcuni condomini, attratti dalla presenza della pattuglia delle guardie in divisa, si sono avvicinate alla signora per capire cosa stesse accadendo. «Ho spiegato il motivo per cui eravamo intervenuti - ha detto l'agente Griggio - ovvero l'imminente ricovero della signora e la necessità di trasferire momentaneamente il suo cane in una struttura idonea per tutto il periodo del ricovero in ospedale. A quel punto uno dei condomini ha detto di essere disponibile ad accudire il cane al domicilio della proprietaria, facendogli visita per portare acqua e cibo ed accertarsi delle sue condizioni. La soluzione è piaciuta alla padrona del meticcio e il problema è stato così risolto». A quel punto i due agenti intervenuti hanno contattato l'assistente sociale che si occupa della donna che dovrà essere ricoverata informando dell'esito positivo del sopralluogo. Articoli stampa 02 aprile 2014 A fuoco ricovero attrezzi e scatta una denuncia (L.Lev.) A fuoco un ricovero attrezzi: il proprietario denunciato per incauta custodia di armi ed esplosivi. La scorsa notte i vigili del fuoco di Padova sono intervenuti in via Cesare Battisti a Vigodarzere per domare le fiamme che si sprigionavano da un ricovero attrezzi annesso ad un'abitazione. Dopo aver domato le fiamme e la densa colonna di fumo che hanno divorato gli oggetti che erano accatastati nella baracca, i vigili del fuoco hanno eseguito un sopralluogo per accertare che tutti i possibili focolai fossero spenti e per accertare le cause del rogo. E dopo l'esame del ricovero attrezzi i vigili hanno verificato che le fiamme si sono scatenate da un corto circuito partito dal frigorifero. Durante l'ispezione sono state trovate alcune pallottole da caccia, della polvere da sparo che appartengono al proprietario del capanno, un cacciatore di 78 anni. Il pensionato è stato così denunciato per incauta custodia di armi ed esplosivi: solo un colpo di fortuna ha evitare che le fiamme non provocassero un'esplosione dalle conseguenze ben più gravi. da IL MATTINO DI PADOVA I VICINI DI CASA DIVENTANO DOG-SITTER PER DUE SETTIMANE La solidarietà tra condomini ha fatto sì che un cagnolino non finisca in un ricovero per animali, ma possa continuare a rimanere nell’abitazione in cui vive finché l’anziana padrona tornerà dall’ospedale. Di lui si occuperà una vicina di casa. La padrona del piccolo meticcio può quindi ricoverarsi in ospedale con il cuore più leggero: dovendo assentarsi per alcuni giorni, era appunto preoccupata di dove poter sistemare il cagnolino che vive con lei e che le fa compagnia. Non avendo parenti prossimi cui lasciarlo, non sapeva a chi rivolgersi. Del caso sono venute a conoscenza le guardie zoofile del Gadit, avvertite del problema dal vicesindaco Moreno Boschello. Hanno quindi raggiunto l’abitazione della signora, in via Galilei a Saletto: parlando con lei, sono venuti a sapere che dovrà ricoverarsi tra qualche giorno e rimanere un paio di settimane circa in ospedale. Le guardie zoofile allora le hanno prospettato come soluzione di prendere in custodia il cagnolino fino alla dimissione della padrona. Soluzione che andava bene anche alla signora, in quanto non aveva veramente nessuno cui affidarlo. Sennonché, notando l’auto delle guardie, i vicini di casa della donna si sono avvicinati, chiedendo cosa fosse accaduto. Appreso quindi del motivo per cui si trovavano lì, una delle vicine della signora si è offerta di accudire il cagnolino, portandogli acqua e cibo e controllando che stia bene, senza spostarlo dalla casa in cui è abituato a vivere. La padrona del cane non aveva mai pensato di domandare ai vicini di farle un piacere, forse per riservatezza o per paura di disturbare e di impegnare troppo gli altri condomini. Invece ha trovato qualcuno di buon cuore, disposto a dare un aiuto a lei e al suo amico a quattro zampe. (cri.s.) Articoli stampa 02 aprile 2014 LA “GUERRA DEL TERRENO” STRISCIONE DEL NOMADE MORTISE Zoran Hudorovic, cittadino italiano di origine rom, nato a Piove di Sacco e residente a Vigodarzere in una linda casetta, ha indossato l’abito della domenica e si è recato da solo, in auto, in via Bergamini, a Mortise, per affrontare a viso aperto i residenti. Prima di parlare direttamente con tre famiglie del posto e i consiglieri della Circoscrizione 3, Marco Schiesaro e Michele Russi, ha affisso due striscioni davanti al pezzo di terra, oggi incolto, di 300 mq, dove ha progettato di realizzare una piattaforma asfaltata, sulla quale parcheggiare, da buon commerciante, una decina di auto usate in attesa della rivendita. «Nessun campo nomadi. Parola di Hudorovic. Metto nero su bianco. Sono un cittadino italiano. Non sto costruendo nessun campo. Solo un parcheggio per auto private, che mi è stato concesso e poi negato». Questo il contenuto letterale del primo striscione. Nel secondo, invece, il rom italiano che, ieri, si è portato dietro i due diplomi di licenza media conseguiti dai figli, fa riferimento al “no al razzismo” e al fatto che “non ha ammazzato nessuno” e alla “Scia presentata al Comune, come fanno, in questi casi, tutti i cittadini italiani”. Ancora una volta, però, i residenti, specialmente quelli che abitano nella limitrofa via Cavalieri di Vittorio Veneto, hanno dimostrato di non credere nella “parola d’onore” data dal signor Hudorovic e gli hanno chiesto, di nuovo, di poter acquistare, con i propri soldi, il pezzo di terra conteso. Naturalmente ad un prezzo accettabile, ma il commerciante di auto usate sembra andare avanti per la sua strada. Nel frattempo, Russi e Schiesaro hanno voluto chiarire tutta la vicenda dal punto di vista politico-amministrativo. «Va bene che siamo in piena campagna elettorale e, quindi, sono permessi anche i colpi bassi» ha detto Michele Russi, «ma anche la decenza politica ha un limite. Come fa l’assessore Andrea Micalizzi a vantarsi che sarebbe stato il Comune a bloccare il disegno degli Hudorovic e che, adesso, si va dritti all’esproprio del terreno che il nomade ha comprato da Emanuele Zecchin, quando la legge del settore, risalente al 2001, prevede tempi lunghi e non ha una facile applicazione?». Più caustico il commento di Schiesaro: «La verità è che in questa infelice vicenda, il Comune ha commesso un pasticciaccio, grande come una montagna, da cui non sa come uscirne fuori». Felice Paduano FUOCO NEL CAPANNO PIENO DI MUNIZIONI di Cristina Salvato. Scoppia l’incendio in un ricovero attrezzi e dentro vi trovano un centinaio di munizioni e polvere da sparo. Materiale che non avrebbe certo fatto saltare in aria il capanno, ma fatto un bel botto, quello sì. E l’anziano, oltre ad avere il ricovero danneggiato, è pure stato denunciato per non aver denunciato il possesso dei proiettili e della polvere a sparo. Un atto dovuto, perché tutto ciò che ha a che fare con le armi da fuoco, dal possesso dei fucili a quello delle munizioni che non vengono più utilizzati, deve essere denunciato. E conservato in un luogo sicuro. Non certo in un capanno incustodito. Intorno alle 23 di lunedì sera arriva la richiesta di aiuto ai vigili del fuoco, che si sono recati in via Battisti, dove il ricovero attrezzi aveva preso fuoco. È di proprietà di un anziano, di 78 anni, che vi tiene attrezzi e anche un vecchio frigorifero. Articoli stampa 02 aprile 2014 Appunto quello, accerteranno i pompieri, è stato all’origine dell’incendio, per un corto circuito che avrebbe innescato le fiamme. Una volta che i pompieri hanno spento le fiamme, controllando da dove avesse avuto origine il rogo, hanno trovato le decine di munizioni e i bossoli da caccia e la polvere da sparo per riempirli, come si usava un tempo, quando i cacciatori si confezionavano le cartucce da soli. Hanno avvertito i carabinieri i quali hanno chiesto all’anziano proprietario se avesse anche un’arma. L’uomo ha mostrato loro un vecchio fucile da caccia, che probabilmente non sparava da una trentina d’anni, regolarmente denunciato e riposto in casa. Ha poi ammesso di avere anche delle cartucce e della polvere da sparo sfusa, di cui però non aveva mai denunciato il possesso. Un errore in buona fede, ma la legge sulle armi da fuoco, datata 1975, è piuttosto chiara. Alla fine i carabinieri hanno denunciato l’anziano per omessa denuncia di munizionamento. Per l’uomo si profilerà, per bene che gli vada, il pagamento di una sanzione amministrativa di alcune centinaia di euro. Se la polvere da sparo fosse stata raggiunta dalle fiamme, non avrebbe provocato un’esplosione violenta, in quando non compressa, ma libera. Certo avrebbe comunque alimentato l’incendio e fatto un bello scoppio.