l`attesa è finita su Fox la 5 stagione
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l`attesa è finita su Fox la 5 stagione
• Sons of Anarchy • Damages • Jarod il Camaleonte tc fanzine la telefilm -central .org magazine amatoriale di www.telefilm-central.org • numero 05 - giugno-luglio 2009 Lipstick Jungle + Speciale Star Trek, una saga lunga una vita i personaggi del mese Juliet Burke e Joshua Jackson Interviste Zachary Quinto J.J. Abrams Lost l’attesa è finita su Fox la 5 stagione Ü analisi di un successo Ü i temi ricorrenti Ü i protagonisti Ü l’isola e Stephen King Editoriale Ed eccoci qua con il 5° numero della Telefilm Central Fanzine, la rivista amatoriale gratuita redatta dai telefilm maniac di Telefilm-Central.org. Sulla scia del successo registrato con la scorsa uscita, anche questa volta vogliamo proporvi un magazine doppio, più ricco di articoli e speciali dedicati al mondo dei serial televisivi. Magazine amatoriale gratuito a cura della redazione di Telefilm-Central.org Anno I Numero 05 www.telefilm-central.org [email protected] Redazione: Valentina Colombo, Mara Dallefrate, Micaela Motta Supervisione: Mara Dallefrate Progetto grafico e impaginazione: Valentina Colombo Hanno collaborato a questo numero: Viviana Bonetti, Cayu, Valentina Colombo, Mara Dallefrate, Marco Merghetti, Micaela Motta, Giuseppe Sambuco. © copyright 2009 Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione dei contenuti, totale o parziale, in ogni genere e linguaggio è espressamente vietata. Tutte le immagini e i marchi citati sono di proprietà dei rispettivi aventi diritto. A cominciare da Lipstick Jungle, uno degli eredi (che dite?) di Sex and the City, e Sons of Anarchy, una via di mezzo tra I Soprano e Easy Riders. A seguire articoli di approfondimento dedicati a due protagonisti telefilmici come l’attrice Elizabeth Mitchell, amata/odiata Juliet Burke di Lost e Joshua Jackson, indimenticabile Pacey Witter del teen drama Dawson’s Creek e ora enigmatico Peter Bishop di Fringe. Tra gli articoli dedicati alle “altre serie tv”, ecco l’amatissimo Lost, la rivelazione Damages e il serial vintage Jarod il Camaleonte. A seguire uno speciale su Star Trek che dal piccolo schermo ha conquistato anche il cinema e l’intervista a due fautori di questo successo: il regista J.J. Abrams e l’attore Zachary Quinto che ha vestito i panni di Spock. Cari telefilm maniac, buona lettura e arrivederci al prossimo numero! Sommario n. 5 giugno-luglio 2009 PREVIEW Jungle 06 diLipstick Giuseppe Sambuco of Anarchy 10 diSons Cayu delle serie o d n o m al i collabodedicato d o i s n o a r li e a it id l, portale rima esperienza, des a r t n e C p m nche alla i Telefil a d , e e z n z io a z g a ra La red ragazzi e a c r e c , e del sito. li ia r o televisiv it d ); ntenuti e e italiane rare ai co li a n io z a rn no: ; erial inte s i Le aree so magazine online d ie iz t o i serial) e n r d e e i t p im is li lt n o u o lle ag ) ; - artic te ai prot successo articoli su scelta, old e new) i is i d v v r e e r t lm b ( fi in s i le d te - new telefilm a ll’italiano odi per i a u is s e ( p s i e i n le t g io n s n u ’i ll ss - recen uzioni da chede, ria d s a i r t d ( o e t t n is e im rg - interv lm (inser fi le e central.o t e m s l a fi b e a l t e a t -d il a staff@ a m ’e n u da sato man s e r e t in i Se se ALTRE SERIE SPECIALE Seriale: Star Trek 48 Zachary Quinto 30 Cinema di Giuseppe Sambuco di Valentina Colombo PERSONAGGI Mitchell 36 Elizabeth di Micaela Motta 16 di Viviana Bonetti Burke 38 Juliet di Micaela Motta Damages 22 diITalia: Marco Merghetti Jackson 42 Joshua di Micaela Motta ITalia: Lost L’INTERVISTA Pacey Witter VINTAGE: Jarod il Ca- 43 di Micaela Motta 26 maleonte di Mara Dallefrate Bishop 45 Peter di Micaela Motta Abrams 52 J.J. di Valentina Colombo RUBRICHE 25 47 What’s hot on TV Home Video ?! Serie Preview Sex in a N ell’anno televisivo americano 2007/2008 arrivano due serie tv pubblicizzate entrambe come l’erede di Sex and the city: la prima è Cashmere Mafia creata da Darren Star (autore di SATC – serie tv) e l’altra è Lipstick Jungle di Candace Bushnell (autrice di SATC – romanzo). Entrambi i telefilm, però, sono vittime dello sciopero degli sceneggiatori così Cashmere Mafia si ferma a soli sette episodi e – a causa degli scarsi ascolti – viene cancellata mentre Lipstick Jungle riesce ad arrivare a tredici episodi ed ottiene la conferma per una seconda stagione che, però, ha una sorte simile a quella della sua “cugina” e non va oltre altri tredici episodi. In sostanza: un erede di Sex and the city non c’è ancora! Tuttavia Lipstick Jungle, pur non essendo a livello della serie a cui fa riferimento, presenta alcune caratteristiche degne di nota. telefilm central No! Dopotutto la mano della Bushnell si sente e non è cosa da poco. Il telefilm in questione parla di tre donne in carriera nella New York di oggi in cui il cosiddetto sesso debole mette in luce tutte le sue qualità riuscendo, spesso, ad adombrare la figura prepotente dell’uomo che si sente superiore senza riuscire a dimostrarlo. Le tre protagoniste sono: Wendy (Brooke Shields), moglie e madre di due figli, è a capo di un’industria cinematografica; Nico (Kim Raven), sposata ad un uomo più grande di lei che era il suo professore al tempo del college, lavora nel compo dell’editoria; Victory (Lindsay Price), single in cerca d’amore, è un’affermata stilista ma in crisi dopo una clamorosa debacle all’ultima sfilata. Queste tre donne sono considerate tra le cinquanta più influenti, ma cosa succede nella loro vita privata? Avere successo in campo lavorativo, infatti, non di Giuseppe Sambuco implica riuscire ad avere altrettanta fortuna anche in campo affettivo! Così troviamo Nico in crisi con il marito con cui non ha più rapporti sessuali tanto da cedere alla lussuria e tradirlo con il fotografo poco più che ventenne Kirby; Wendy, che qualcuno direbbe indossare i pantaloni in casa, non nota la voglia del marito di non fare più il casalingo e sentirsi inferiore alla realizzata moglie; Victory, infine, è alla continua ricerca dell’anima gemelle e sembra trovarla nel multimilionario Joe fino a quando quest’ultimo acquista la società ormai in bancarotta della stilista a sua insaputa. Le tre attrici sanno il fatto loro. Brooke Shields dimostra di essere poliedrica dopo gli anni nella parte comica della protagonista in Susan telefilm central Serie Preview e rispetto ai suoi inizi poco vestiti dalle parti di quella Laguna Blu molto famosa. Kim Raven assume un altro ruolo da donna forte dopo essere stata la compagna (miracolosamente – dato la piega del telefilm – ancora viva) di Jack Bauer nello stracult 24 e il flop di The Nine. Cosa dire, poi, di Lindsay Price? Probabilmente un’altra attrice non sarebbe riuscita a rendere telefilm central in pieno questo personaggio poco maturo che, a volte, potrebbe sembrare antipatico ma la Price ce lo fa amare dopo un iniziale “rodaggio”, tanto da diventare quasi il centro di tutta la vicenda nella prima parte della seconda stagione. Anche questo telefilm è tratto da un romanzo di successo di Candace Bushnell ma, a differenza di Sex and the city in cui l’attenzione è incentrata sulle storie d’amore delle quattro protagoniste (anche se nel romanzo Miranda, Samantha e Charlotte fanno sem- plicemente da sfondo alle storie di Carrie), qui le storie vissute dalle tre donne riguardano maggiormente la loro vita professionale (descritta più a fondo nel romanzo rispetto al telefilm) mentre quella personale è rappresentata solo in maniera marginale. Questa tendenza, però, cambia leggermente nella seconda stagione in cui Wendy inizia ad avere problemi con il marito (che, comunque, vengono risolti in fretta); Nico, dopo aver seppellito il marito fedifrago, inizia una relazione con Kirby (anche qui, però, i problemi ar r iv an o : il ragazzo non è fatto per fare il “mantenuto” ed aspira a diventare un famoso fotografo) mentre Victory si divide tra il multimilionario e il carpentiere che l’ha aiutata nella costruzione dello show-room: quando prenderà la decisione sui due sarà troppo tardi? Sicuramente questa “giungla di rossetti” ha poco di quello che ha reso memorabile quel racconto sul “sesso e la città” ma, dopotutto, c’è chi ha definito SATC l’unico vero e proprio cult degli anni ’90! (ok: è opinabile… ma fa riflettere se c’è qualcuno che lo pensa, no?!) Lipstick Jungle, in conclusione, si difende bene in questo enorme mare delle serie tv dopotutto, come dice lo slogan del telefilm: “Loro non cercano Mr Big, loro sono Mr Big!” e questo dice molto. telefilm central Serie Preview C’ e’ un serial che ci fa vedere una parte di America che, solitamente, si tende a nascondere. Quell’America dove “il sogno” non solo si e’ infranto, ma forse non e’ mai esistito, quell’America fatta di paesini dove il futuro sembra un’ipotesi se non addirittura un’utopia. Sons of Anarchy apre una finestra proprio su uno di questi paesi, Charming, in California, che niente ha a che vedere con la California tutta sole, mare, bagnini e teenagers che siamo abituati a vedere sul piccolo schermo. E’ una storia creata da Kurt Setter (gia’ produttore di The Shield) che si ispira addirittura all’Amleto. La critica statunitense la descrive come una via di mezzo tra I Soprano e Easy Riders e la risposta del pubblico e’ stata tale da spronare l’emitten- 10 telefilm central Sons of Anarchy te FX a rinnovare immediatamente il serial per una nuova stagione. Siamo di fronte alla realtà difficile e pericolosa di un paese dove una giustizia “casalinga” manda avanti la baracca e questa sorta di autogestione arriva proprio dai Sons of Anarchy, un gruppo di mo- tociclisti fondati da Sam Teller, padre di Jax, protagonista della nostra storia. Iinterpretato da Charlie Hunnam, Jax e’ un ragazzo sulla trentina, terribilmente somigliante a Kurt Cobain, erede naturale al comando della banda. Al momento, però, i Sons of Anarchy sono sotto la guida di Clay (impersonato dal bravissimo Ron Perlman), l’uomo che ha sposato la madre di Jax, Genna (interpretata da Katey Sagal), dopo la morte di Sam. Due momenti sono fondamenta- li nella vita di Jax: la nascita del suo primo figlio concepito con l’ex moglie tossicodipendente e il ritrovamento del manifesto che il padre aveva scritto alla fondazione della banda. Gli ideali che avevano portato il padre di Jax a creare la banda però, sembrano essere svaniti per lasciare posto solamente a traffici illegali di armi e corruzione tanto da portare i bikers a diventare una vera e propria mafia su due ruote. L’amore e la lealtà di Jax nei confronti della banda è infinito ma si rende conto che qualcosa si è rotto, che di fronte a lui non esiste più quello che suo padre aveva creato e riconosce i responsabili di questo cambiamento proprio in Clay e in sua madre. Clay, al contrario di Sam, di idealistico ha ben poco e non pensa nemmeno lontanamente a lasciare lo scettro che tanto aveva desiderato e, come di norma, dietro ad un “grande” uomo c’è sempre una “grande” donna e chi meglio della perfida Gemma, abituata ad essere la pupa del capo, p u ò aiutarlo? E’ una donna avida di potere, perfida e manipolatrice. Tal- di Cayu mente gelosa del figlio da fare di tutto pur di allontanare qualsiasi donna da lui come successo con l’ex moglie Wendy, ma soprattutto con Tara, amore adolescenziale di Jax, l’unica che potrebbe dare del filo da torcere all’arpia visto il suo carisma e l’affetto che ancora la lega al ragazzo. Attorno ai protagonisti della vicenda gira un telefilm central 11 gruppo di personaggi che definire “minori” e’ sicuramente riduttivo. Ognuno di loro viene definito quasi a pennellate fino al punto di prendere una consistenza tale da risultare reali. Come ogni gruppo di bikers che si rispetti, i Sons Of Anarchy sono sostanzialmente una famiglia, sempre pronti a difendersi in caso di necessità e spietati con i membri che non dedicano la loro vita alla causa. Sono perennemente in guerra con bande rivali per mantenere sicura la cittadina in cui vivono e si mantengono economi- “ “ Serie Preview Oltre allo splendido cast, che annovera volti noti di televisione e cinema, ci troviamo di fronte ad un prodotto con una buona regia e una fotografia accurata e coinvolgente che riesce a valorizzare ambienti e personaggi con luci e colori caldi e sfumati. Personalmente ho apprezzato molto la scelta, un po’ inusuale, delle American Chopper, questa scelta bene si amalgama con la realtà che il serial vuole presentarci. Ottima anche la caratterizzazione dell’America di provincia con le sue facciate da mantenere erette come paravento per il marcio che c’è da nascondere. Una nota di merito va anche ai dialoghi, molto crudi e caratterizzati da molto slang che, purtroppo, nell’adattamento italiano perdono un po’ del loro smalto. Sons of Anarchy è sicuramente un serial che negli Stati Uniti può andare in onda solamente su un canale via cavo, visti i dialoghi e la violenza che vengono proposti, e che in Italia viene trasmesso, per il momento, solo sul canale satellitare FX per gli stessi motivi. Se volete dare un’occhiata ad un prodotto un po’ più realistico del solito sulla vita dei bikers, Sons of Anarchy fa per voi. Con le dovute riserve e licenze cinematografiche, riesce comunque a dare un sapore diverso ad un argomento che in tanti hanno trattato, dal già citato Easy Riders, al comico Svalvolati on The Road. Sicuramente non vi svelerà il modus operandi degli Hell’s Angels, ma è sicuramente uno dei migliori serial della scorsa stagione che, fortunatamente, ci accompagnerà almeno per un altro anno. A true outlaw finds the balance between the passion in his heart and the reason in his mind. The outcome is the balance of might and right. camente grazie ad un’officina meccanica che fa da copertura ai loro traffici d’armi con l’Ira. 12 telefilm central moto. Non le classiche cavalcature dannate di molti film e nemmeno motociclet- te troppo modificate e se in un primo momento può un po’ deludere chi sperava di assistere ad uno spin-off di telefilm central 13 la prima convention italiana dedicata a Supernatural we heard Italians do it better.. ..well, we’re here to check. 2-3-4 aprile 2010 ROMA Jus in Bello w w w. j u s i n b e l l o. i t Serie Italia Lost 16 telefilm central Dopo mesi di attesa ritorna sugli schermi italiani Lost, il serial statunitense firmato da Damon Lindelof, Carlton Cuse e dal grande J.J. Abrams. di Viviana Bonetti telefilm central 17 Serie Italia S ettembre 2004: il volo 875 della Oceanic Air, con rotta Sidney - Los Angeles, si schianta nell’oceano e i 48 sopravvissuti si ritrovano su un’isola apparentemente deserta. Il gruppo, puntata dopo puntata, dovrà fare i conti con le misteriose creature che si aggirano sull’isola, un magico fumo nero, gli orsi polari e i fantasmi del proprio passato. Ogni episodio ha per protagonista un personaggio e gli eventi della sua vita pre-island si intrecciano con le difficoltà quotidiane: due storie, quindi, si alternano continuamente e il telespettatore viene trasportato nel passato o nel futuro, per poi ritornare, sul più bello, nel presente. In occasione della presentazione ufficiale Lost Experience (il videogame di Lost) J. J. Abrams, il creatore, ha ammesso di essersi ispirato a un videogioco del 1993, Myst, uno dei più venduti degli anni Novanta. Ideato dai fratelli Robyn e Rand Miller, il videogame è ambientato in un’isola disabitata e piena di strani congegni e macchinari arrugginiti dal tempo. «In Lost – scrive massimo Triulzi sul Corriere della Sera -, Abrams escogita l’attuale fobia dell’incidente aereo per trasferire non una ma un gruppo di persone, condizione indispensabile per la fruizione televisiva, nelle medesime condizioni del videogioco». L’isola è l’elemento centrale del serial: è un’entità suprema, un grande magnete che genera attrazione e ripugnanza. Tutto accade perché è 18 telefilm central l’isola che vuole che accada («The Island chooses who the Island chooses» dice Richard Alpert nella quinta stagione). «Il segreto, la storia che noi vogliamo raccontare - afferma J. J. Abrams durante un’intervista rilasciata al sito Wired.com -, sono le relazioni tra i personaggi, i quali ritrovano sé stessi in questa situazione». E l’isola affascina e intriga non solo i sopravvissuti ma anche gli spettatori: trasmesso in 207 paesi Lost ha un immenso seguito di pubblico, sia attraverso i canali tradizionali sia attraverso la rete. I creatori sembrano divertirsi a disseminare nella rete indizi atti a confondere lo spettatore, cercando di convincerlo della realtà delle sue invenzioni e assottigliando sempre di più quel filo invisibile che divide realtà e fiction. On line troviamo il sito delle industrie Dharma (www.dharmaindustries. com) che gestiscono le varie stazioni dell’isola; esiste il sito personale del fondatore del progetto Dharma, Alvar Hanso (www.thehansofoundation.org); troviamo addirittura il sito della compagnia aerea Oceanic (www.Oceanic-air.com) che avverte i suoi clienti della sospensione dei servizi a causa della caduta del volo 815 Sidney – Los Angels. Nemmeno gli stessi creatori riescono a capire come Lost sia potuto diventare un così grande fenomeno. Racconta Carlton Cuse al giornalista dell’ABC Jake Tapper: «Noi abbiamo violato tutte le regole degli show televisivi. Abbiamo un grande e disordinato cast, abbiamo personaggi che sono antipatici e sgradevoli – sono assassini -, abbiamo una storia molto complicata. Tutte queste cose intrigano noi, come sce- neggiatori, e io credo abbiamo reso lo show differente rispetto alle altre cose che circolano in televisione» (fonte: www.abcnews.go.com). Oltre a questi personaggi così particolari, diversi dai solito protagonisti dei serial televisivi, domande su domande si accavallano puntata dopo puntata, e la risposta, quando viene data, resta comunque enigmatica e confusa. Un serial diverso da tutti quelli che l’hanno preceduto, un nuovo modo di fare televisione: la scenografia, la sceneggiatura, le inquadrature e il gran numero di personaggi consentono di paragonare Lost ai grandi film hollywoodiani. Anche se la serie ha qualcosa in più: il feedback. Seguire ogni episodio (perché perdersene uno, in questo caso, significa perdersi passi fondamentali delle vicende) è comunque un impegno; il serial deve, quindi, riuscire a catturare l’attenzione del pubblico, coinvolgerlo e spingerlo a restare fedele alla sua scelta iniziale, senza abbandonarla a metà percorso. Ed è molto più difficile catturare l’interesse del pubblico per 22 puntate rispetto alle 2 ore di pellicola. Ma le domande che Lost lascia senza risposta alla fine di ogni episodio diventano la molla che spinge lo spettatore a guardare il successivo, e via dicendo. Lost, grazie al suo grande successo, non si trova solo sul piccolo schermo: videogames, giochi on-line e libri (ultimo tra i tanti il nuovo libro di Simone Regazzoni La filosofia di Lost) si susseguono, creando siner- gicamente una ragnatela comunicativa indissolubile e inossidabile nel tempo. Tra cinquantanni i futuri analisti televisivi potranno studiare Lost come precursore di un nuovo genere contenitore inteso attraverso nuova accezione del termine. Un genere in cui tutti i livelli dei media vengono toccati e collaborano tra loro per soddisfare (e suscitare) la curiosità dello spettatore. telefilm central 19 Serie Italia I temi ricorrenti Inside LOST Ci sono alcuni temi che ricorrono costantemente nel telefilm, usati come legame tra le vite dei protagonisti oppure semplicemente per catturare ancor di più l’attenzione dello spettatore. Molti personaggi sono hanno rapporti difficili con il proprio padre. Il papà di Sun è dispotico e potente che non lesina sull’uso della forza e non si risparmia di commissionare omicidi per ottenere ciò che vuole; Jin, di contro, nasconde alla moglie la verità su suo padre perché si vergogna delle sue umili origini. Il padre di Hugo lo abbandona da bambino e ritorna quando vince la lotteria; Kate uccide il proprio patrigno, Sawyer è presente quando suo padre uccide sua madre e poi si toglie la vita. Charlie si impegna per essere un buon padre per il figlio di Claire (il vero papà non ha voluto saperne del bambino) ma muore alla fine della terza serie. Ben ha rapporti difficili con il padre e finirà per ucciderlo ma, diversamente dagli altri personaggi, ha difficoltà di relazione anche con la figlia (rapita alla Rosseau) e fi- 20 telefilm central nirà per far uccidere pure lei. I rapporti che più di tutti torneranno nelle varie stagioni sono quelli tra Jack e John e i rispettivi genitori. Il primo si sente in colpa per aver denunciato il padre, il quale operava ubriaco mentre il secondo, dopo aver ritrovato il padre naturale e avergli donato un rene, viene abbandonato di nuovo e, addirittura, viene spinto da una finestra. Sull’isola gli Altri chiederanno a Locke di uccidere il proprio padre, chiamato da Richard Alpert “l’uomo di Tallahassee”, prima di unirsi a loro: sarà Sawyer, tuttavia, che premerà il grilletto, dopo aver scoperto che il papà di John è il responsabile dell’omicidio suicidio dei sui genitori. Un altro tema ricorrente è quello della redenzione: molti personaggi che, prima dell’isola, hanno compiuto cattive azioni cercano di sistemare le cose grazie alla seconda possibilità che hanno avuto. Tra questi troviamo Kate, Jin (che uccideva per conto del suocero), Sun (che tradiva il marito e progettava la fuga con un altro uomo), Sawyer e Sayd (torturatore per conto dell’esercito iracheno). Uno dei fili conduttori della serie sono i numeri 4, 8, 15, 16, 23, 42, che compaiono per la prima volta sul biglietto della lotteria (vincente) di Hugo. Oltre ad averlo reso milionario, questi numeri hanno portato Hurley verso una sequen- za di incidenti spiacevoli, come la morte del nonno, l’incendio nella sua casa nuova, la caduta di un meteorite nel fast-food in cui lavorava: Hugo, quindi, pensa che questi numeri siamo maledetti e siano la causa della caduta d e l l’aere o. Ques t e cifre compaiono più e più volte nella serie, assieme (sono sulla botola che Locke e Boone trovano nella prima serie, sono le cifre che deve digitare Desmond ogni 108 minuti, sono i numeri che hanno portato la squadra della Rosseau sull’isola e sono quelli che si trovano sulla boccetta di siero che Ethan inietta a Claire) o separati (sono i 48 sopravvissuti della sezione centrale dell’aereo cioè 4+8 oppure i 23 della sezione di coda, sono il volo Oceanic 815 ovvero il quarto volo della giornata partito dall’uscita 23 e contenete 42 file di sedili e così via). Il videogioco Lost Experience rivela che 4, 8, 15, 16, 23, 42 sono i numeri dell’equazione di Valenzetti che predice il numero esatto di anni e mesi prima dell’estinzione dell’umanità (per maggiori informazioni sull’argomento cercare su Wikipedia la voce “numeri di Lost”). I protagonisti Nella fase di pre-produzione molte cose sono state cambiate rispetto all’idea originale, specialmente per quanto riguarda i personaggi. Il ruolo di Jack Shepard (Matthew Fox) inizialmente doveva durare un solo episodio ma i dirigenti della ABC convinsero gli autori a mantenere in vita il personaggio temendo che la sua morte avrebbe avrebbe avuto un impatto negativo sui telespettaori. L’attrice Youjin Kim, che ora interpreta Sun, si era presentata al provino per il ruolo di Kate ma i creatori, dopo averla vista, crearono un ruolo apposta per lei. Ben (interpretato da Michel Emerson) doveva restare nella serie solo per qualche episodio nella seconda stagione; l’interpretazione dell’attore, tuttavia, colpì così tanto che decisero di evolvere il suo ruolo, trasformandolo in una delle figure principali. Molti personaggi, inoltre, portano nomi di filosofi, scrittori o storici. Facendo alcuni esempi possiamo ricordare John Locke (filosofo), Kate Austin (come Jane Austin, la scrittrice), Mr. Eko (Meister Eikart, teologo e filosofo), Juliet Burke (Edmund Burke, politologo e filosofo), Goodwin (William Goodwin, filosofo), Mikail Bakunin (Michail Bakini, rivoluzionario e filosofo), Daniel Faraday (Michael Faraday, chimico e fisico). Stephen King’s Island Stephen King, maestro indiscusso dell’horror, è stato ed è una delle più grandi fonti d’ispirazione della serie. Molti dei suoi romanzi e racconti sono presi da spunto per creare situazioni al limite del verosimile e l’ammirazione reciproca tra King e i tre creatori di Lost ha permesso appassionati scambi di vedute e opinioni. I più grandi capolavori del maestro del brivido, quindi, hanno influenzato gli eventi e i personaggi della serie e L’ombra dello scorpione è il libro che più di tutti ha similitudini con il telefilm. Larry Underwood, uno dei principali protagonisti del romanzo, è un musicista con problemi di droga alle spalle, come Charlie; Nick Andros e John Locke sono (o erano) disabili: Nick è sordomuto mente John paralizzato e, nell’episodio Ulteriori istruzioni (serie 3 episodio 10), perderà temporaneamente l’uso della parola. Il capo dei buoni è Mother Abigail, una donna di 108 anni (4+8+15+16+23+42= 108) e Stuart Redman parla spesso del libro La collina dei conigli, lo stesso che aveva Boone prima dello schianto e che si vede più volte in mano a Sawyer. Altre similitudini sono la capanna sudatoria costruita dai sette bambini protagonisti di It, simile a quella costruita da Locke e Boone, le guarigioni miracolose messe in atto da John Coffey ne Il miglio verde, il protagonista dei romanzi Il talismano e La casa nel buio Jack Sawyer e la ragazzina del libro La bambina che amava Tom Gordon la quale, perdendosi nel bosco, ha delle strane visioni relative ai parenti e a quelli che lei chiama i suoi personali “dei”. All’interno di Lost non vengono ricordati solo i romanzi, ma anche lo scrittore stesso: Benjamin Linus chiede a Locke se ha qualche libro di Stephen King da leggere durante la prigionia e, in alcune scene, il teles p e t tatore trova sullo sfondo Carrie, Cuori in Atlantide e L’ultimo cavaliere (per maggiori dettagli sull’argomento cercare la voce Stephen King su Lostpedia.wikia.com). Nel corso dell’intervista che King fa a i tre creatori di Lost, pubblicata su Ew.com lo scrittore propone la sua personale visone del finale della serie. «Se qualcuno mi puntasse una pistola alla testa e mi chiedesse di fare un finale per Lost, altrimenti sparerebbe a me o al mio cane – racconta Stephen King – ecco quello che farei. Prenderei il ragazzo principale, Jack, ovvero il primo occhio su cui abbiamo un primo piano all’inizio della serie, okay? Quello che mi sono sempre detto è che tutto quello che è accaduto, tutto quello che ho visto, veniva dall’occhio di Jack. Così io farei tutto questo: alla fine, attraverso un flashback nell’aeroporto di Sidney, farei portare via Jack da alcune persone che cercano informazioni da lui […]. L’intera serie sarebbe un’allucinazione di Jack, costruita attraverso i frammenti della sua vita, persone del passato, persone viste all’aeroporto, suo padre e, certamente, i numeri […]. So che scricchiola, ma io lo farei funzionare» telefilm central 21 Serie Italia U na giovane donna esce da un ascensore e vaga per le vie di New York in evidente stato confusionale, insanguinata e mezza nuda. Flash back: sei mesi prima, la stessa donna in uno studio legale nel momento in cui le viene offerto un posto di lavoro quale giovane associata. Questo è l’incipit della prima stagione di Damages nella quale il telespettatore scoprirà come unire le due sequenze iniziali. Le protagoniste sono due avvocati: una, la giovane donna di cui sopra, Ellen Parsons, interpretata da Rose Byrne (già vista in “28 settimane dopo”), l’altra, la fredda calcolatrice Patricia “Patty” Hewes, alias Glenn Close, semplicemente perfetta nel ruolo di cattiva. Non si tratta della classica serie che racconta di avvocati (vedi The Practice o Boston Legal) nella quale vengono narrati svariati processi, a volte anche nella stessa puntata. Quello a cui si assiste nelle tredici puntate della prima stagione è la narrazione di un unico caso giudiziario, quello che riguarda 22 telefilm central la presunta truffa perpetrata dal magnate Arthur Frobisher ai suoi dipendenti. Frobisher (interpretato da Ted Denson, protagonista della fortunata sit-com anni ’80 Cin Cin e di numerosi film), scagionato nel processo penale, si vede ora costretto ad affrontare quello civile con in ballo un risarcimento di centinaia di milioni di dollari. Patty Hewes, in collaborazione con il suo studio legale nella quale è appena stata assunta la giovane Ellen, rappresenta le persone che sarebbero state truffate dal ricco industriale. La serie si basa in gran parte sulla contrapposizione tra l’esperta, cinica e manipolatrice Patty e la giovane, ingenua e idealista Ellen, la quale è combattuta tra la famiglia (sta infatti per sposarsi) e la carriera. Facendo un paragone neanche troppo azzardato troveremmo molte somiglianze nel rapporto tra le due donne e quello delle due di Marco Merghetti telefilm central 23 Serie Italia 24 telefilm central protagoniste de Il diavolo veste Prada. Le vicende narrate oltre che spingere le due donne ad azioni che non avrebbero creduto possibili, finiranno per cambiarle entrambe e in modo per niente scontato… In Damages l’aula di tribunale è ovviamente un punto di riferimento ma la si vede raramente. E’ una serie che si rifà ai romanzi di John Grisham: poco dibattimento in aula, molta suspense, colpi di scena e omicidi. Si inserisce quindi nel filone dei legal thriller che tanto successo hanno sul grande schermo e in libreria. Le sorprese aumentano di episodio in episodio fino a che lo spettatore arriva a dubitare di ogni personaggio, delle motivazioni delle sue azioni e a riflettere se ci possa essere qualcosa di losco o di nascosto legato anche agli avvenimenti più banali. Il titolo scelto deriva dai danni (che in misura diversa colpiranno tutti i protagonisti) che la ricerca della verità e della giustizia a tutti costi può provocare. Soprattutto se queste ricerche sono dovute a fini utilitaristici, venali o alla pura smania di successo degli avvocati. Questi ultimi non ne escono certo bene. Sono rappresentati come bugiardi, subdoli, doppiogiochisti come la migliore tradizione dei lungometraggi di questo genere narrativo ci ha fatto vedere. Esce da questo stereotipo l’avvocato di Frobisher, Ray Fisk (interpretato da Željko Ivanek ), che pare l’unico con un briciolo di moralità (non troppa comunque) ma soprattutto, pur essendo un legale di successo, non veste particolarmente elegante, non ha uno studio lussuoso e ha l’aspetto di un comune impiegato. Ben lontano quindi da come il cinema usualmente ci rappresenta personaggi come lui. L’aspetto più interessante della serie è l’alternanza tra presente (che viene narrato con una fotografia dai colori intensi) e passato (caratterizzato da colori tenui). Nei primi episodi è il passato che la fa da padrone ma proseguendo nella serie il presente ha sempre più spazio. Vengono così narrati degli eventi che non hanno ancora una spiegazione a causa del salto temporale nella storia. Si capirà tutto solo negli ultimi due episodi quando i due diversi stili, e periodi, di narrazione si fondono. In questo modo, non particolarmente originale ma efficace, si creano grandi aspettative e curiosità. Damages in definitiva è un ottimo prodotto, realizzato con professionalità, ben recitato e che riesce sempre a stupire e a non essere mai scontato. Si tratta comunque di qualcosa di ampiamente già visto, soprattutto al cinema, che nulla aggiunge al panorama televisivo. Avvincente ma poco originale. Curiosità • Nelle tredici puntate della prima stagione si alternano ben dodici registi diversi. • La seconda stagione è già stata girata e trasmessa negli USA. Da poco è in onda anche su AXN, canale 120 di Sky. La terza è in lavorazione. • Damages ha raccolto svariate nominations agli Emmy e ai Golden Globes. Glenn Close ha vinto entrambi i premi quale migliore attrice in una serie TV drammatica. What’s hot Lunedì on TV LOST, stagione 5 (Fox) TRUE BLOOD, stagione 1 (Fox) Martedì CHUCK, stagione 1 (Italia 1) GHOST WHISPERER, stagione 3 (Rai 2) CRIMINAL MINDS, stagione 4 (Fox Crime) Mercoledì N.C.I.S., stagione 5 (Fox Crime) THE L WORD, stagione 3 (Sky Uno) Giovedì ANGEL, stagione 1 (Rai 4) MENTAL, stagione 1 (Fox) Venerdì HEROES, stagione 3 (Steel) ROBIN HOOD, stagione 2 (Joi) Sabato FRINGE, stagione 1 (Steel) TERMINATOR: THE SARAH CONNOR CHRONICLES, stagione 2 (Steel) Domenica STUDIO 60 (Joi) 30 ROCK, stagione 1 (Lei) Tutti i giorni ALIAS (Rai 2, Rai 4) NIKITA (Rete 4) ONE TREE HILL (Rai 2) DUE UOMINI E MEZZO, stagione 2 (Fox) telefilm central 25 Serie Vintage Jarod il camaleonte di Mara Dallefrate P “ Esistono tra noi individui straordinari, dei simulatori capaci di diventare chiunque vogliano essere. Un’organizzazione chiamata “Il Centro” ha isolato un giovane simulatore di nome Jarod e ha sfruttato le sue capacità per le proprie ricerche. Ma un giorno, Jarod fugge ... 26 telefilm central ossiamo tranquillamente affermare che queste poche righe, che appartenevano alla sigla del serial The Pretender - Jarod il Camaleonte, sono diventate oramai una leggenda per i fan del telefilm, un po’ come avvenne anni addietro con la sigla di A-Team. Qualsiasi telefilm maniac oggi reciterebbe a memoria questi “main theme” e anche noi con Jarod non possiamo farne a meno! Ma andiamo con ordine e illustriamo prima, a coloro che hanno perso questo serial, cos’è Jarod il Camaleonte e cosa racconta... The Pretender, ambizioso progetto del duo Craig W. Van Sickle e Steven Long Mitchell (Cobra), narra le (dis)avventure di Jarod (Michael T. Weiss), un giovane genio che viene rapito nel 1963 a soli 4 anni da “Il Centro”, una misteriosa organizzazione con sede a 431 Mountain Spring Road, Blue Cove Delaware, che lo obbliga per 30 anni a condurre esperimenti in grado di risolvere ipotetiche situazioni di pericolo. Ma ben presto Jarod scopre che il Cen- tro, nato inizialmente per fare del bene tanto da aver avuto in passato un ruolo rilevante negli accordi di pace coreani, ha subito un diabolico mutamento diventando solamente uno strumento di morte. Con il passare degli anni, l’organizzazione è infatti riuscita a siglare moltissimi accordi con la mafia giapponese, con i militari e con gli alti esponenti della politica e ha utilizzato i suoi esperimenti, segretamente e illegalmente effettuati anche sugli esseri umani, con l’unico scopo di accrescere il suo potere. A causa delle sue “missioni scientifiche”, Jarod apprende nel corso della sua gioventù concetti di fisica, medicina, psicologia e molte altre discipline riuscendo a risolvere al meglio tutti i problemi che gli vengono sottoposti. Ma dopo anni di segregazione e la continua costrizione a partecipare a numerose simulazioni utilizzate poi per attività malvage, Jarod decide di scappare per cercare i suoi veri genitori per vivere così una vita normale e felice. Peccato che il Centro non possa telefilm central 27 Serie Vintage permettersi di perdere il suo pupillo per svariate ragioni... Jarod rappresenta innanzitutto il progetto più riuscito dell’organizzazione e la sua fuga rappresenta, in primis, un grande danno di immagine e un’ingente perdita economica. Fuggendo, il simulatore si è anche appropriato di tutti i DSA (Digital Simulations Archive) che contengono le registrazioni dei suoi esperimenti, unica prova della diaboleria del 28 telefilm central Centro e delle costrizioni subite. Ma esiste una ragione più importante che spinge il Centro ad inseguire il fuggitivo. Jarod è infatti l’eletto, conferma che viene indicata anche alla fine del secondo film televisivo che chiude il serial; nelle mistiche pergamene su cui si basa il Centro, appare infatti una scritta che non lascia dubbi: “l’eletto sarà trovato, un bambino di nome Jarod”. Proprio per tali ragioni, l’organizzazione decide di creare un team e affidargli il compito di catturarlo. Al suo inseguimento vengono così chiamati Miss Parker (Andrea Parker), figlia di uno dei direttori de Il Centro e amica di infanzia di Jarod, Sydney (Patrick Bauchau), mentore di Jarod che ha seguito, sin dagli inizi, tutte le sue simulazioni e che lo considera praticamente come un figlio, e Broots (Jon Gries), un genio dei computer. Altri personaggi si susseguono nel corso delle stagioni sempre con l’unico obiettivo di catturare il fuggitivo. Primo fra tutti troviamo Mr. Raines (Richard Marcus), un personaggio inquietante che vive 24 ore su 24 al 431 Mountain Spring Road e che, per sopravvivere, deve trascinarsi dietro una bombola di ossigeno. Al suo fianco c’è sempre Mr. Parker (Harve Presnell), padre di Miss Parker che, dopo aver perso sua moglie Catherine (interpretata dalla stessa Andrea Parker) a causa del Centro, si pone come unico scopo quello di tenere nascosta la verità a suo figlia. Dopo 30 anni, l’uomo ha l’opportunità di rincontrare Mr. Lyle (Jamie Denton), il secondo figlio che gli venne sottratto subito dopo la nascita e dato in adozione. Cresciuto sotto la custodia di Mr. Raines, l’uomo torna al Centro oramai 30enne e si dimostra immediatamente un serial killer senza scrupoli, psicologicamente instabile e incapace di provare qualsiasi emozione. Sarà proprio il fratello di Miss Parker ha compiere un assassinio che getterà Jarod nello sconforto: l’uccisione di Kyle (Jeffrey Donovan), il fratello che Jarod riuscirà ad incontrare una volta fuggito dal Centro e che scoprirà esser stato utilizzato dal Centro come cavia per un altro esperimento da simulatore. Tra gli inseguitori assoldati dall’organizzazione troviamo poi Brigitte (Pamela Gidley), una “cleaner” addetta alle “pulizie” e alla cancellazione di qualsiasi traccia che possa ricondurre, dopo le missioni, all’operarato del Centro. Il suo arrivo a Blue Cove com- bacia con quello di Mr. Lyle e ben presto la donna riesce a dimostra il suo grande desiderio di primeggiare riuscendo a sposare Mr. Parker nel 1999 e dando alla luce un bambino un anno d o p o , parto che però la porterà alla morte. Infine c’è Angelo (Paul Dillon), un uomo capace di assorbire le personalità delle altre persone ma profondamente tormentato a causa dei continui elettroshock e pesanti esperimenti a cui venne sottoposto da giovane da parte del dottor Raines. Composta di quattro stagioni e da due film per la tv prodotti dalla MTM Entertainment insieme alla Nbc Studios, The Pretender - Jarod il Camaleonte è un serial assolutamente di nicchia rispetto ai più quotati Lost o Prison Break ma è indubbiamente un cult nel suo genere. Ogni episodio spicca per l’originalità delle storie narrate e per i numerosi misteri che avvolgono il Centro, tanto da riuscire facilmente ad ipnotizzare il telespettatore generando in quest’ultimo un mix di ansia e curiosità oltre al forte desiderio di ottenere delle risposta ai numerosi quesiti che caratterizzano la trama del serial. Se non l’avete mai visto, vi consiglio di dargli una chance godendovi le repliche attualmente in onda su FX perchè, se amate i telefilm drammatici che mescolano un po’ di thriller con alcuni aspetti sci-fi, sono sicura che non ve ne pentirete! E ricordatevi, come dice lo stesso Jarod “la vita è uno strano cammino e per viverla a fondo bisogna essere là fuori...” Curiosità • La struttura utilizzata nelle riprese esterne del Centro è in realtà un centro di depurazione dell’acqua di Toronto (Canada). • Il personaggio di Jarod è basato sulla figura di Ferdinand Waldo Demara, un uomo passato alla storia per aver dimostrato la capacità di esercitare in vita numerose professioni diverse tra loro, pur non avendo conseguito alcun diploma specifico. La sua vita da “simulatore” venne però fermata dall’FBI che arrestò l’uomo dopo aver condotto un’operazione a cuore aperto. • Michael T. Weiss ha interpretato il personaggio di Jarod anche in due episodi della serie televisiva Profiler. telefilm central 29 Speciale di Giuseppe Sambuco ultima frontiera? S tar Trek è una serie creata da Gene Roddenberry, arriva nei teleschermi americani nel lontano 1966 e fa storia: da lì in avanti diventerà un’icona fantascientifica venerata da milioni e milioni di fan in tutto il mondo. Il successo vero e proprio, però, non arriva immediatamente: la serie tv, infatti, viene cancellata dopo appena tre stagioni e settantanove episodi prodotti. Negli anni 30 telefilm central di Giuseppe Sambuco successivi alla sua fine televisiva, si assiste ad una crescente popolarità del telefilm e si inizia a farne un gran parlare con dibattiti, party con sosia, visione degli episodi in gruppi: il mito di Star Trek era iniziato! STAR TREK – serie classica La storia raccontata in questa serie tv inizia quando una nave spaziale intraprende un viaggio nell’universo alla ricerca di nuovi mondi e nuove forme di vita con intenzioni pacifiche; la nave spaziale è l’Enterprice. (anche chi non ha mai visto un episodio del telefilm avrà sicuramente almeno sentito nominare questa nave!) Gli avvenimenti narrati si riferiscono al XXXIII secolo ma si sprecano riferimenti alla cultura pop del tempo. L’equipaggio dell’astronave, interamente vestito con tute di diverso colore che sembrano ricordare più dei pigiami, è il più multirazziale di tutti i tempi: il capitano è James Kirk (William Shatner, già: proprio quel Danny Crane di Boston Legal) che intraprende ogni missione con i capelli al loro posto (infatti in ogni episodio riesce ad avere una nuova avventura amorosa con la donna di turno); il “tuttologo” Spock (Leonard Nimoy), metà terrestre e metà vulcaniano (“quello con le orecchie a punta”), intraprende ogni avvenimento con freddezza e distacco senza, però, perdere la sua logica disarmante; il dottor Leonard McCoy (DeForest Kelley), ufficiale medico; il capomacchine Montgomery “Scotty” Scott (James Doohan) destinato a ripristinare gli eventuali danni della nave; il tenente Uhura (Nichelle Nichols) addetta a decifrare le comunicazioni che arrivano in ogni lingua (e non solo terrestre); il pilota Sulu (George Takei); il guardiamarina Pavel Chekov (Walter Koenig). Fin a quel momento non si era mai vista in tv una tale varietà di razze (e, forse, non si vedrà mai più): vi sono donne di colore, uomini asiatici e russi… e vulcaniani! Star Trek sarà sempre ricordata per questo motivo: è stata la prima a cercare di abbatte le barriere razziali vigenti in quegli anni. È anche scenario del primo bacio interraziale di tutti i tempi: quello tra Kirk e Uhura. Dicevamo che la serie, in un primo momento, non ha avuto successo. Tutto quello che le si è creato attorno, però, ha convinto gli addetti a produrre dei film: Star Trek (1979), Star Trek II – L’ira di Khan (1982), Star Trek III – Alla ricerca di Spock (1984) e Rotta verso la Terra (1987). A questi è seguita una nuova serie per la tv dal titolo significativo: Star Trek – the next generation. STAR TREK – the next generation è il 1987 quando arriva la nuova serie tv ispirata a Star Trek. Questa nuova creatura di Roddenberry ha tutto lo spirito del serial precedente ma ora le cose si fanno serie: gli effetti speciali sono degni dei film per il grande schermo (ovviamente del tempo) tanto che la nave spaziale (una nuova Enterprice) è lunga il doppio della precedente e con molto più estensione interna per fare spazio all’enorme equipaggio. In questa nuova avventura ci troviamo ben 78 anni dopo rispetto alla serie derivata, nel XXXIV secolo: i protagonisti sono ovviamente cambiati e tra i posti di comando compaiono più telefilm central 31 Speciale figure femminili. Al comando della nuova nave troviamo il capitano Jean-Luc Picard (Patrick Stewart) che è più riflessivo del suo predecessore: si potrebbe quasi dire sia una via di mezzo tra Kirk e Spock. Gli altri membri dell’equipaggio sono: il comandante William T. Riker (Jonathan Frakes); il tenente comandante Data (Brent Spiner), la versione androide (e con memoria universale) di Spock; il tenente Worf (Michael Dorn), umanoide appartenente ai Klingon, una razza prima nemica ed ora in pace con i nostri 32 telefilm central eroi; il tenente Geordi LaForge (LeVar Burton), dotato di un impianto che gli permette di guardare oltre la “nostra” dimensione; la psicologa Deanna Troi (Marina Sirtis), metà umana e metà betazoide, ha il potere di leggere nel pensiero (utile per uno psicologo, no?!); la dottoressa Beverly Crusher (Gates McFadden) e l’addetto al teletrasporto Miles O’Brien (Colm Meaney). Questa nuova “costola” ha un successo più immediato: ben sette stagioni e centosettantotto episodi al suo attivo. Nel corso del passaggio televisivo, al cinema continuavano ad arrivare nuovi film con protagonista il vecchio equipaggio: Star Trek V – L’ultima frontiera (1989) e Rotta verso l’ignoto (1991) fino ad arrivare a Generazioni (1994) in cui assistiamo al passaggio di consegna del comando dall’equipaggio di Kirk a quello di Picard. Questo mentre in tv nasce una nuova serie, spin-off di questa, dal titolo Star Trek – Deep Space 9. STAR TREK – Deep Space 9 Il terzo telefilm su Star Trek inizia portandosi dietro i personaggi di Miles O’Brien, Worf e Jean-Luc Picard: è il 1993. Questa volta, però, al centro della storia non c’è una nave spaziale ma un’intera stazione orbitante intorno al pianeta Bajor. Il capitano della stazione è Benjamin Sisko (Avery Brooks) in conflitto con Picard, ora comandante. L’equipaggio è formato da: il primo ufficiale Kyra Nerys (Nana Visitor); il barman Quark (Armin Shimerman); il dottor Julian Bashir (El Fadil); il capo della sicurezza Odo (Rene Auberjonois), alieno dall’aspetto gelatinoso ed il tenente Jadzia Dax (Terry Farrell) che è semplicemente l’involucro di un parassita. In questo nuovo capitolo sembra che l’attenzione si sposti maggiormente alle relazioni interpersonali dei componenti dell’equipaggio rispetto ai presupposti della ricer- ca di nuovi mondi e nuovi popoli. Di nuovo sette stagioni e centosettantasei episodi per questa nuova trasposizione, ma i premi iniziano a diminuire così come l’interesse del pubblico. Al cinema, però, continuano a spuntare film: Primo Contatto (1996), Star Trek – l’insurrezione (1998) e Star Trek – la Nemesi (2002) con protagonisti i personaggi di ST – tNG. A soli due anni di distanza dell’inizio di questa serie, nasce la quarta costola: Star Trek – Voyager. STAR TREK – Voyager La serie non è considerata in tutto e per tutto uno spin-off. È, semplicemente, una nuova serie basata sul franchise di Star Trek (in alcuni episodi compaiono vecchi personaggi, attraverso viaggi temporali, ma niente di più). L’ e q u i p a g g i o della nave Voyager si trova disperso nell’universo e deve affrontare un lungo viaggio verso casa, trovandosi a settantacinque mila anni luce dalla Terra. Il capitano della nave (udite udite!) è una donna: Kathryn Janeway (Kate Mulgrew). L’equipaggio comprende: il primo ufficiale Chakotay (Robert Beltran); il capo ingegnere B’Elanna Torres (Roxann Biggs-Dawson), metà umana e metà klingon; il timoniere Tom Paris (Robert Duncan McNeill); l’addetto alla sicurezza Tuvok (Tim Russ), vulcaniano come Spock; il cuoco Neelix (Ethan Phillips) innamorato di Kes (Jennifer Lien); il medico ologramma Robert Picardo; il guardiamarina Harry Kim (Garret Wang) e Sette di Nove (Jeri Ryan), sogno erotico di molti ragazzi. Questa nuova trasposizione è quella meno premiata ma che, forse, ha avuto maggiore successo dalle nostre parti: forse per un approccio più semplice e meno fantascientifico alle storie. Il telefilm, comunque, è composto di centosettantadue episodi spalmati lungo ancora sette stagioni. Come per il suo predeces- sore, nessuna trasposizione cinematografica. Prima della sua conclusione, però, arriva una nuova serie per il piccolo schermo: Star Trek – Enterprice. STAR TREK – Enterprise Il quinto e (per ora) ultimo telefilm su Star Trek ci porta alle origine: la storia è ambientata circa cento anni prima la serie madre. Il centro di tutta la storia è l’Enterprice, la prima nave spaziale in grado di superare la barriera della velocità così da raggiungere nuovi ed inesplorati mondi. Il primo capitano, quindi, è Jonathan Archer (Scott Bakula, per molti l’indimenticabile Sam Baket di In viaggio nel tempo) in contrasto con la vulcaniana (la prima razza aliena che i terrestri hanno incontrato) T’Pol (Jolene Blalock), sub-comandante. Accanto a loro troviamo: l’ufficiale medico Phlox (John Billingsley); il guardiamarina Joe Mayweather (Anthony Montgomery); il tenente addetto alle armi Malcom Reed (Dominic Keating); l’addetta alle comunicazioni Hoshi Sato (Linda Park) ed il capo ingegnere Charlie Tucker (Connor Trinneer). Per mancanza di fonti per pagare i diritti sul nome Star Trek, la serie è arrivata sugli schermi americani nel 2001 semplicemente con il titolo Enterprice. Gli scarsi ascolti, però, hanno indotto i produttori ad aggiungere anche il nome della serie da cui trae spunto. Anche se i fan di prima linea non hanno visto di buon occhio questa nuova trasposizione televisiva della loro amata telefilm central 33 Speciale serie, probabilmente è quella fatta meglio a livello di sceneggiatura di base. Il successo, però, non è arrivato, così l’ultima costola di Star Trek si ferma a quota novantotto episodi e con solo quattro stagioni. A chi decidesse di guardare questa saga telefilmica, sembrerebbero ridicole le tute indossate dai protagonisti, le ambientazioni degli altri mondi che si capisce lontano un miglio essere cartonati e i trucchi usati per gli umanoidi extra-terrestri, ma Star Trek può vantare fan illustri (Isaac Asimov e Stephen Hawking 34 telefilm central vi sembrano poco?!), ha generato più di cento romanzi, una serie a cartoni animati, una collana di fumetti, un parco a tema a Los Angeles, una mostra itinerante in giro per il mondo e milioni di appassionati che litigano tra loro (più o meno bonariamente) su quale popolazione, citata nelle varie serie, sia la migliore! Un tale successo può essere spiegato dal fulcro centrale raccontato: l’uguaglianza di tutte le razze. I vari attori, infatti, arrivano da tutte le parti della Terra: compaiono uomini e donne afro-americani, nativi americani e asiatici. Tutto questo senza mai essere sottolineato in alcun modo. Dopo cinque serie tv e dieci film per il cinema, la saga di Star Trek è finita? No! È appena uscito nei cinema il nuovo film di Star Trek! STAR TREK – il film L’undicesimo film di Star Trek è un re-start, molto “di moda” negli ultimi anni in America in svariate opere. Alla regia troviamo J.J. Abrams (chi non lo conosce? Va be’: se vi dico: “il creatore di Lost”?! Ecco!) che, con la sua squadra di sceneggiatori, opera un restyling e va a toccare anche tutte le certezze che lo spettatore ha. La storia ha inizio quando una nave spaziale capitanata da Nero (un irriconoscibile Eric Bana) torna nel passato attaccando il primo equipaggio della Flotta Stellare. Da questo fatto si “mescolano le carte in tavola”: il capitano Kirk (che nasce proprio durante l’attacco) non conosce il padre, morto cercando di salvare l’equipaggio; Spock entra subito in conflitto con il capitano ed assiste alla distruzione del suo ama- to pianeta Vulcano ed alla perdita della madre (cosa che nella serie non è successa); alcuni personaggi compaiono fin dal primo viaggio dell’Enterprice mentre nel telefilm arrivano in stagioni successive; c’è una storia d’amore tra il dottor Spock e Uhura mai neanche accennata da nessuna parte. Come pare ovvio, i personaggi hanno nuovi volti: James Kirk è interpretato dal novellino Chris Pine, credibile nel suo ruolo; davvero bravo a ricreare il distacco e la razionalità di Spock, troviamo Zachary Quinto (il Sylar di Heroes); Karl Urban per il dottor McCoy; Simon Pegg nei panni di Scotty; Anton Yelchin in quelli di Pavel Chekov; John Cho ha il compito di interpretare Sulu mentre Zoe Saldana quello di Uhura. Abrams gioca con i viaggi del tempo (deve averci preso gusto dopo Lost) e ci mostra una specie di realtà alternativa della serie classica di Star Trek. Qualcuno (probabilmente ha ragione) potrebbe dire che ha imbrogliato, ma il risultato non è da buttar via. Guardando quest’opera da una prospettiva critica, si può dire che è sicuramente un ottimo film che mischia una buona sceneggiatura (anche se con alcune piccolissime pecche) ad una magistrale regia; effetti speciali di ultima generazione ed attori ad alto livello. Quello che, però, si può notare fin da subito è la non completa aderenza con la storia originale di Star Trek e, forse, non si è pienamente riusciti a centrare quello che la serie tv voleva raccontare: l’unione dei popoli. Il successo auspicato dai produttori c’è stato e J.J. Abrams è riuscito a riportare in auge il mito di Star Trek: si parla già di un seguito (probabilmente ancora diretto da Abrams) ed una nuovo serie per la tv. Siamo tutti pronti, quindi, a tornale “là, dove nessun uomo era mai giunto prima”! telefilm central 35 I Personaggi del mese Elizabeth Mitchell di Micaela Motta 36 telefilm central genitori di Elizabeth, subito dopo la sua nascita, si sono trasferiti a Dallas. Fin da piccola ha sempre sognato di diventare un’attrice e all’età di 7 anni ha iniziato a recitare presso il Dallas Theater Center dove ha interpretato Alice in Alice in the Looking Glass. Dopo essersi diplomata presso il liceo Booker T. Washington per le arti e il teatro ha continuato a studiare teatro presso il Stephens College. In seguito ha studiato approfonditamente Shakespeare presso l’accademia americana britannica a Londra dove ha potuto interpretare Rosaline nella commedia As you like it. Una volta tornata negli Stati Uniti Elizabeth ha ricevuto la prima proposta ed ha accettato il ruolo di Dinah-Lee Mayberry nella soap Loving (Quando si ama). Ma l’educazione ricevuta presso le scuole di Londra le fece prendere il ruolo seriamente e le sue continue richieste di modificare la sceneggiatura le causarono il licenziamento. Ma Elizabeth non si fece scoraggiare e poco dopo era tornata in teatro interpretando Three Tall Women. Altri piccoli ruoli in serie TV sono stati quelli in Sentinel e in J.A.G. La critica iniziò a notarla grazie alla sua performance in Gia al fianco di Angelina Jolie dove interpretava Linda, l’amante di Gia, una delle prime top model morte di AIDS. Dopo aver partecipato con piccoli ruoli in episodi di serie come Time of Your Life (Cenerentola a New York), lo spin-off di Party of Five, Elizabeth ricevette la parte da protagonista per il film televisivo della NBC The Linda McCartney Story, in cui recitava nei panni di Linda, una fotografa prossima al matri- Scheda monio che lotta contro il cancro. Nome Nel 2000 le venne offer: Eliza ta una piccola parte nel beth M itchell medical drama E.R. dove Data di nas avrebbe dovuto interprecita: 2 tare la dott. Kim Legaspi 7 mar zo 197 0 per un episodio, ma la Luogo di nas cita: L sua performance stupì i os An Altezz geles a: 1,75 produttori che decisero cm Occhi di prolungare la sua pre: Blu senza per un totale di 14 Capel li: Bio ndi episodi. Sposa ta con Dopo ruoli in picco: Chris Solde F i g villa il li: Chr li film come Frequency 13 giu istoph gno 2 e r J r nato 004 (Frequency - Il futuro è il 4 dic embre in ascolto), Nurse Bet2005 ty (Betty Love) e alcune guest star in show come Spin City nel 2001, CSI (CSI: Scena del crimicritica ma anche dal grande pubbline) nel 2003 e nel 2004 Everwood, co guadagnandosi anche una nomiBoston Legal e House, registrò nel nation nel 2007 ai Saturn Award 2004 l’episodio pilota per una nuo- come miglior attrice non protagoniva serie per la ABC chiamata Gra- sta per un serial televisivo. mercy Park che raccontava le vite di alcune donne ricche di Manhattan ma lo show non venne mai scelto dai produttori. Nel giugno del 2004 Elizabeth convola a nozze con il fidanzato Chris Soldevilla e l’anno seguente nasce il loro primogenito Christopher. Una volta terminata la gravidanza Elizabeth torna a dedicarsi al lavoro ma l’ennesimo pilota girato, intitolato Haskett’s Chance, non viene scelto dai network per essere proposto al pubblico finale. Nel 2006 accetterà però il ruolo che le cambierà la vita. Si tratta del personaggio di Juliet Burke nel telefilm di grande successo Lost che le ha permesso di essere nuovamente notata dalla telefilm central 37 Personaggi del mese attenzione spoiler! Juliet Burke Prima dell’isola Juliet Burke, dopo aver conseguito una laurea in biologia e un dottorato, lavora con il marito, Edmind Burke, al Laboratorio di Ricerca Medica della Miami Central University. Nel frattempo, e in segreto, Juliet amministra un trattamento sperimentale sulla sorella, Rachel, che non può avere figli in seguito ad un trattamento di chemioterapia. Sarà il “Dott. Alpert” a presentare a Juliet la proposta di diventare il capo di un team di specialisti con fondi indipendenti e libertà di ricerca. Juliet è intrigata ma sa benissimo che il marito non la lascerebbe mai andare via. In seguito Edmund rimarrà vittima di uno strano incidente e Juliet sarà così libera di accettare l’offerta, spinta anche dai successi avuto con la sorella, incredibilmente rimasta incinta e rassicurata dal fatto che sarà di ritorno per il parto della sorella. La vita con gli Altri Juliet si dedica alla ricerca anche sull’isola, tentando di capire come mai nessuna donna riesca a portare a termine una gravidanza iniziata sull’isola ma rimane sempre più delusa per le continue perdite di pazienti. Juliet decide allora di tornare a casa per assistere la so- 38 telefilm central rella durante la gravidanza ma Ben (il capo) la informa che a Rachel è tornato il cancro, e le mostra delle radiografie, e che morirà ben prima del parto. Juliet è infuriata per non essere stata avvisata prima e Ben per farla restare le promette che chiederà a Jacob di curare la sorella. (“Una di noi” ep. 3.16) Sull’isola Juliet inizia una relazione con Goodwin, già spostato con la psicologa dell’isola Harper, creando una gelosia da parte di Ben. Un giorno, tre anni dopo il suo arrivo sull’isola, Juliet dice a Goodwin che il giorno seguente saranno tre anni dal suo arrivo sull’Isola. Proprio in quel momento Juliet riceve delle radiografie e scopre che Ben ha un tumore. Juliet è arrabbiata perché crede che Ben le abbia mentito sulla sorella mostrandole i suoi raggi x e lo implora di lasciarla tornare a casa, ma lui rifiuta. (“Una di noi” ep. 3.16) Dopo la caduta del volo Oceanic 815 Al momento della caduta, Juliet si trova con Altri ad un incontro del Club del Libro. Ben la porta alla stazione Fiamma per farle vedere l’accaduto sulle televisioni e mostrarle così delle immagini in diretta in cui si vede Rachel che gioca con suo figlio Julian dimostrandole di non averle mai mentito. Qualche tempo dopo, Juliet legge un file di Ben in cui sono contenute delle informazioni riguardo a Jack , un chirurgo spinale, che si trovava sul volo Ocea- nic 815 e nasce da qui l’idea di far operare Ben da questo chirurgo. Juliet conosce ufficialmente Jack 69 giorni dopo la caduta del volo mentre lui si trova prigioniero nella stazione Idra. Tra i due sembra che stia nascendo una relazione e Jack cerca di portare Juliet dalla sua parte. Durante un’operazione urgente, Jack vede appese le lastre di Ben e capisce il vero motivo per cui è stato catturato. Prima dell’operazione Juliet chiederà a Jack di uccidere Ben durante l’operazione dicendogli quanto sia pericoloso. Questo tradimento causa a Juliet una prigionia e solo grazie all’aiuto di Jack le viene risparmiata la vita. Jack e Juliet sono liberi di tornare a casa ma pochi minuti prima della loro partenza Locke distrugge il sottomarino che avrebbero dovuto usare con dell’esplosivo C-4. Dopo l’esplosione, Juliet viene mandata da Ben all’accampamento dei superstiti e finge di essere stata emarginata dagli Altri. Durante il suo primo giorno alla spiaggia Claire si ammala e Juliet afferma di poterla aiutare somministrandole una medicina da lei ideata ma tutto questo fa parte del piano di Ben telefilm central 39 Personaggi del mese per aiutarla a guadagnare la fiducia degli sopravvissuti. Sun chiede aiuto a Juliet per sapere se anche la sua gravidanza è a rischio e dopo un’ecografia presso la stazione Caduceo le rivela che il figlio è effettivamente di Jin perché è stato concepito sull’isola e proprio per questo è a rischio. Sawyer scopre che Juliet sta lavorando per gli Altri e la smaschera davanti a tutti ma Jack la protegge affermando di essere sempre stato a conoscenza della cosa. Una volta a conoscenza dei piani degli Altri di rapire tutte le donne incinte tra i sopravvissuti e di uccidere gli altri, i superstiti decidono di sorprenderli attaccandoli in un piccolo gruppo mentre la maggior parte si dirige alla torre radio. Ma qualcosa va storto e dopo poco Sawyer, Juliet e Sayid tornano alla spiaggia per andare in soccorso al piccolo gruppo che si trovava in difficoltà permettendo così a Juliet di dimostrare la sua lealtà verso i sopravvissuti. (“L’economista” ep. 4.03) All’arrivo della nave cargo, su cui si trovano Charlotte, Miles e Daniel, il pilota del loro elicottero si ferisce e viene curato proprio da Juliet. Frank, questo è il nome del pilota, scopre che la donna non era sulla lista passeggeri e inizia a domandarle dove si trova “lui” mostrandole una foto di Ben. (“Morte accertata” ep. 4.02) Durante una spedizione per cercare Charlotte e Daniel, misteriosamente spariti, Juliet viene contat- 40 telefilm central tata da Harper che le dà ordini da parte di Ben. Juliet deve impedire ai due di raggiungere la Tempesta dove intendono liberare un gas per uccidere tutte le persone presenti sull’isola. Ma una volta raggiunti i due, Daniel afferma il contrario dicendo di voler disattivare il gas e raccontano di come Ben lo avesse già usato in passato. Dopo un primo momento di sfiducia Juliet gli lascia completare l’operazione salvando tutti. Superata questa crisi Juliet confida a Jack di avere paura che Ben possa sconfiggere i nuovi arrivati e che se così fosse lui dovrà starle il più lontano possibile perché la gelosia di Ben nei suoi confronti potrebbe creare dei problemi soprattutto visto quello che lei prova per il dottore sopravvissuto. Jack dopo averla ascoltata la bacia e le dice che Ben sa benissimo dove trovarlo. (“L’altra donna” ep. 4.06) La vita con la Dharma Initiative Juliet fa parte del gruppo che rimane sull’isola alla fine della quarta stagione assieme a Sawyer, con cui si ritrova insieme in spiaggia nel momento in cui Ben muove l’isola. Spaesati il gruppo cerca un motivo plausibile alla sparizione prima del campo sulla spiaggia e poi della stazione Cigno e la spiegazione di Daniel Faraday è ancora più sconvolgente: viaggi nel tempo. Dopo diversi cambiamenti temporali anche Juliet inizia ad avere perdite di sangue dal naso, come Charlotte. I salti temporali diventano sempre più frequenti e Charlotte viene lasciata indietro, assieme a Daniel, dopo l’ennesimo svenimento. Al loro ritorno Daniel è solo e afferma che all’ultimo salto temporale Charlotte non ha viaggiato con loro perché morta. Durante il viaggio di ritorno alla spiaggia il gruppo incontra una donna degli Altri in difficoltà e, dopo averla salvata, questa li inganna facendogli perdere i sensi durante l’attraversamento della barriera sonica. Il gruppo viene quindi preso dalla Dharma Initiative. Grazie a degli accordi con Horace il gruppo inizia a lavorare alla Dharma e resteranno li per tre anni, fino a quando i sopravvissuti che erano sull’elicottero che aveva abbandonato l’isola prima dei salti temporali ritornano convinti di doverli salvare. Durante questi tre anni Sawyer e Juliet si sono innamorati ma una mattina una chiamata di Jin lo avvisa che Hurley, Jack e Kate sono tornati. (“LaFleur” ep. 5.08) Siamo nel 1977 e Ben è ancora un ragazzino ma questo non impedi- sce a Sayid di sparargli per ucciderlo. Dopo aver tentato inutilmente di salvarlo, Juliet spediasce Kate e Sawyer a portarlo dagli Altri, gli unici in grado di salvarlo. (“Whatever Happened, Happened” ep. 5.11) Phil, che fa parte della sicurezza, vede però il filmato in cui vengono ripresi Kate e Sawyer nella giungla e va a chiedere spiegazioni proprio a Sawyer che, non sapendo come difendersi, gli da un cazzotto facendogli perdere i sensi. La situazione precipita e sono costretti ad andarsene dalla Dharma Initiative ma Sawyer e Juliet rimangono indietro e vengono catturati da Radzinsky che li porta in una stanza della sicurezza dove inizia a interrogarli. Dopo che Sawyer ha disegnato una mappa per trovare gli Ostili, Radzinsky accetta di farli salire sul primo sottomarino in partenza. Una volta li vengono ammanettati ad un tavolo e vengono raggiunti b e n presto da Kate. (“Follow the L e a der” ep. 5.15) Nel sottormarino, Kate informa Juliet e Sawyer che Jack vuole far esplodere una bomba che ucciderà tutti quelli sull’Isola e prova a convincere Sawyer a tornare indietro e fermare Jack. Sawyer si rifiuta ma inaspettatamente Juliet si schiera dalla parte di Kate e dopo aver attaccato un membro del sottomarino riescono a tornare sull’isola. Durante la battaglia tra la Dharma Initiative e il gruppo dei Losties per fermare i lavori alla futura stazione Cigno, Juliet viene avvolta da una catena di metallo e, a causa della forza di elettromagnetismo emanata dalla buca, viene attratta verso di essa. Sawyer e Kate cercano in tutti i modi di aiutarla ma quando Juliet capisce che non ci sono possibilità urla a Sawyer il suo addio dicendogli che lo ama e lascia così la sua mano, precipitando nel vuoto. Ma la caduta non è sufficiente a uccidere Juliet, che si risveglia viva e da sola sul fondo della buca, gravemente ferita con al suo fianco la bomba inesplosa. Decide quindi di sacrificarsi definitivamente prendendo a sassate la bomba che, dopo otto colpi, viene detonata e un flash bianco invade tutto, lasciando il dubbio sul suo destino, e su quello di tutti gli altri sull’Isola. (“The Incident, Parts 1 & 2” ep. 5.16 e 5.17) telefilm central 41 J Personaggi del mese Joshua Carter Jackson di Micaela Motta 42 telefilm central oshua Carter Jackson nasce a Vancouver l’11 giugno 1978 ma vive, fino agli otto anni, in California. Quando i suoi genitori decidono di separarsi, la madre Fiona Jackson decide di far adottare a Joshua e alla sorella il suo cognome da nubile Jackson, eliminando il cognome del loro padre ovvero Carter. La donna con i due figli si trasferisce a Seattle dove rimane per alcuni anni ovvero fino a quando non deciderà di ristabilirsi a Vancouver. La carriera di Josh inizialmente è composta da semplici partecipazioni in spot pubblicitari ma il primo momento di svolta avviene con l’ottenimento della parte di Charlie Conway nella trilogia della Disney The Mighty Ducks all’età di 14 anni. Si vocifera che Joshua sia riuscito a “soffiare” la parte a Jake Gyllenhaal che riaffronterà in seguito per la parte di Batman in Batman Begins (parte assegnata a Christian Bale). La serie in Italia esce con i seguenti titoli: Stoffa da campioni, Piccoli grandi eroi, Ducks: una squadra a tutto ghiaccio. Ma il vero successo arriva con Dawson’s Creek e il ruolo dell’amabile fannullone Pacey Witter. DC, come viene affettuosamente chiamato dai fan, andò in onda sull’ormai defunto network WB dal 1998 al 2003 ottenendo un gran seguito di fan. Durante le riprese l’intero cast si trasferisce a Wilmington, cittadina che presta i luoghi al fittizio Capeside, ed è proprio in questo periodo che Joshua e Katie Holmes hanno una relazione in seguito finita ma che li ha legati molto l’uno all’altro a tal punto che, anche anni dopo la fine del telefilm, i due continuano a mantenere una bella amicizia. Nei periodi di pausa delle riprese del telefilm Josh appare in numerosi film come The Skulls, The Safety of Objects, The Laramie Project ed è visibile in un breve cameo nelle parti di se stesso in Ocean’s Eleven mentre gioca una partita a poker con altre giovani star. Joshua partecipa anche ad un episodio dei Simpson durante la dodicesima stagione donando la sua voce a Jesse Grass, un ambientalista che attira l’attenzione di Lisa Simpson. Concluso il felice periodo di Dawson’s Creek, Joshua Jackson si sposta a Londra dove si dedica al teatro ricevendo ottime critiche e un buon successo al botteghino. Josh ha ammesso di avere voglia di rimettersi alla prova con il teatro e ha dichiarato di desiderare una parte in uno spettacolo di Broadway. Dopo sei anni di assenza dal mondo telefilmico Josh è tornato quest’anno con il ruolo di Peter Bishop nel nuovo telefilm di J.J.Abrams intitolato Fringe, serie nuova di maggior successo della stagione che promette di aiutare i fan di Lost (altro telefilm di J.J. Abrams) a superare la fine del loro amato telefilm visto che la prossima sarà l’ultima stagione. Pacey Witter Pacey J. Witter è il figlio del capo della polizia di Capeside e ha diversi fratelli tra cui il poliziotto Doug e le sorelle Gretchen e Carrie. Un’infanzia difficile, soprattutto a causa di un brutto rapporto col padre, lo hanno portato ad e s s e re u n a perso na schiva che difficilmente mostra i propri sentimenti in pubblico prefe rendo utilizz a r e l’umorismo e il sarcasmo per sviare l’attenzione. A scuola Pacey ha sempre avuto dei problemi e per questo viene considerato dalla sua famiglia la “grande delusione” e viene spesso chiamato “perdente” da entrambi i genitori, cosa che ha ovviamente contribuito ad diminuire ulteriormente la sua autostima. In suo soccorso arrivano gli amici di sempre: Dawson Leery, che sogna di diventare un regista di successo, e Joey Potter, la ragazza che i due amici per la pelle finiranno per contendersi nel corso del telefilm. In fatto di amore, Pacey telefilm central 43 Personaggi del mese 44 telefilm central è uno che non si tira mai indietro rischiando, a volte, di mettersi in situazioni imbarazzanti o alquanto difficili. Il suo primo rapporto è infatti con la professoressa di letteratura inglese Ta m a r a Jacobs (stagione 1) e verrà casualmente ripreso dalla telecamera dell’amico Dawson. Ma l’amore arriva con Andie McPhee (stagione 2) che riuscirà a infondere a Pacey un po’ di fiducia in se stesso e a farlo innamo rare veramente per la prima volta. La storia tra i due ha però delle forte complicazioni quando Andie, in seguito a delle strane visioni, scopre di avere problemi psicologici causati dalla prematura morte del fratello Tim che la costringono a sottoporsi a delle cure particolari in un centro. Una volta uscita il loro rapporto non sarà più lo stesso. Andie infatti confessa a Pacey un tradimento avvenuto durante la sua reclusione. Pacey si dedica quindi all’amicizia e promette a Dawson di stare vicino a Joey (stagione 3) e col passare del tempo è chiaro che i suoi sentimenti per la ragazza stanno diventando qualcosa di più che una semplice amicizia. Ma affrontare ques t i sent i menti è d i f ficile perché Pacey non è sicuro dei sentimenti di Joey ma soprattutto ha paura della reazione che potrebbe avere Dawson. Col passare del tempo Pacey non riesce più a nasconde i suoi sentimenti e decide di affrontare Joey che, dopo un primo rifiuto, si rende conto di provare lo stesso sentimento. I due cercano di tenere nascosta la loro relazione agli amici e soprattutto a Dawson ma inevitabilmente il segreto non dura a lungo. L’amore che li lega è molto forte e la loro storia durerà fino alla fine della quarta stagione, anche se non definitivamente. Ma il rapporto con Joey è, assieme a quello con Andie, uno di quei rapporto che segna il futuro di Pacey. Pacey dopo il liceo decide di lavorare su una barca e in seguito diventerà aiuto cuoco al Civilization di Boston, dove gli altri ragazzi di Dawson’s Creek stanno frequentando il college. Grazie al padre di Audrey, compagna di stanza di Joey e attuale ragazza di Pacey (stagione 6), trova lavoro in uno studio di broker che cambierà completamente il suo modo d’essere e proprio per questo Audrey deciderà di porre fine alla loro storia. Nell’episodio finale troviamo un Pacey 25enne diventato proprietario del nuovo Ice House (il vecchio ristorante della famiglia Potter che aveva preso fuoco) che confessa a Joey di non averla mai dimenticata in tutti questi anni e di ricordarla sempre con affetto.. Negli ultimi istanti Pacey e Joey, nella loro nuova casa, ricevono una telefonata di Dawson da L.A. ed è chiaro che i due non sono più solo dei semplici amici. Peter Bishop Peter Bishop è il figlio di Walter Bishop, scienziato che ha dedicato la sua vita alla fringe science ovvero a quella scienza che cerca di trovare una logica in avvenimenti altrimenti inspiegabili per le normali regole della natura. Peter ha abbandonato la scuola nonostante abbia un quoziente d’intelligenza pari a 190. E’ un nomade per natura che non è mai riuscito a mantenere un lavoro per più di due mesi e con debiti a causa della passione per il gioco d’azzardo. Peter riesce anche a farsi pubblicare alcuni testi grazie ad una laurea falsa all’MIT, ma viene in seguito scoperto. Olivia Dunham, agente FBI che necessità del suo aiuto, lo incontra per la prima volta a Baghdad mentre sta organizzando un affare particolare. Peter inizialmente non vuole collaborare con la donna poiché, essendo arrestato più volte in passato, “ You may think you know what he’s capable of, but you have no idea what I’m capable of. è convinto che potrebbe tutto ritorcersi contro di lui. Invece Olivia ha bisogno di Peter per far uscire Walter da un istituto mentale e in seguito sarà anche utile per telefilm central 45 Homevideo Personaggi del mese far tornare il padre alla realtà o per tradurre il suo linguaggio fin troppo tecnico. Da bambino Peter stava viaggiando in macchiattenzione na con il padre Walter ! spoiler per arrivare in tempo a casa per la cena del Ringraziamento. La macchina scivola bruscamente e viene sballottata fino a ritrovarsi al centro di un lago gelato che si rompe facendo affondare la macchina. Walter e Peter, oramai sconsolati, vengono salvati da un Osservatore verso il quale Walter è in debito. Walter ricorda a Peter (episodio 1.10 Safe) di quando si era ammalato di un rarissimo morbo. Durante la ricerca di una cura Walter viene a conoscenza del fisico svizzero Dott. Alfred Gross, l’unico uomo che aveva curato un caso simile. Ma il dott. Gross era sfortunatamente morto nel 1936. Walter decide quindi di inventare un dispositivo che gli permetta di tornare indietro nel tempo e riportare in vita il dott. Gross. Durante quest’episodio Walter dice però di non aver utilizzato il dispositivo poiché Peter era guarito da solo. Da questo punto in poi la vita di Peter è confusa. Secondo alcune teorie Peter sarebbe effettivamente morto nel 1985 (si vede infatti la sua tomba nell’episodio 1.20 There’s More Than One of Everything) e Walter, dopo aver scoperto, as- 46 telefilm central ite Le ultime usc 03 Giugno TERMINATOR - TSCC stagione 1 Box: 3 dvd Video: 1.78:1 Anamorfico Durata: 368’ Distribuzione: Warner Bros Extra: Commenti del produttore esecutivo Josh Friedman, del cast e della troupe; Creating The Chronicles: il making of in 3 parti; 2 versioni dell’episodio 7; Provini; Scene inedite; Sequenze dallo storyboard; Le prove di ballo di Summer Glau; Gag. sieme al collega Bell, un modo per visitare delle realtà alternative, ne avrebbe visitata una per riportare con sé il duplicato del figlio nella sua realtà. Si sa per certo, invece, che quando Walter Bishop fu rinchiuso in un istituto mentale, Peter si trasferì ad Allston con la madre poiché non poteva permettersi di pagare il mutuo della casa del padre a Cambridge. Ma una domanda è rimasta aperta anche dopo il finale di stagione: perché ci sono così tanti fatti di cui Peter non ha memoria? Curiosità • Joshua ha cittadinanza sia americana sia canadese. • Aveva un cane, Shumba, a cui era molto legato, che morì nel luglio 2006. • I suoi nonni erano cantanti d’opera a Dublino, in Irlanda. • Ha una sorella, Aisleagh Jackson, e due fratellastri, Jonathan e Lyman, dal primo matrimonio di suo padre. • Suona l’armonica nel tempo libero. • Soffre d’asma. • Dal 2008 vive a New York con la fidanzata Diane Kruger. JERICHO stagione 2 Box: 2 dvd Video: 1.78:1 Anamorfico Durata: 292’ Distribuzione: Paramount Extra: Ricostruzione di Jericho; Le Noccioline; Scene Inedite; A Ferro e Fuoco: Finale alternativo non mandato in onda. TUTTI PAZZI PER AMORE 09 Giugno AI CONFINI DELLA REALTà, stagione 3 vol. 1 JERICHO, stagione 2 10 Giugno H2O, stagione 2 RIS DELITTI IMPERFETTI, stagione 5 23 Giugno C.S.I. NEW YORK, stagione 3 vol. 1 SMALLVILLE, stagione 7 TERMINATOR - THE SARAH CONNOR CHRONICLES, stagione 1 GUERRE FRA GALASSIE 22 Luglio C.S.I. MIAMI, stagione 4 vol. 1 telefilm central 47 Z I nterviste achary Quinto Rimanendo in tema Star Trek - J. J. Abrams, vi proponiamo un estratto dell’intervista rilasciata da Zachary Quinto, noto ai più per aver prestato il volto al villain d’eccezione di Heroes, Sylar, e recentemente indossato i panni (e le orecchie a punta) di Spock. L’intervista ompleta è disponibile in inglese su Buzzine.com e presto su Telefilm-Central.org in italiano. 48 telefilm central Quella di Spock è stata una parte che desideravi di persona e per cui hai lottato? Sapevi che stavano cercando qualcuno e sei andato all’audizione? Beh sì. Ero in tour promozionale per Heroes quando scoprii che avrebbero fatto un nuovo film su Star Trek, così in una delle mie prime interviste con la testata locale della mia città, il giornalista mi chiese se vi fossero altri ruoli a cui ero interessato oltre Sylar, al che risposi “Beh, è strano che tu me lo chieda. Ho appena scoperto che faranno un film su Star Trek e mi piacerebbe in- di Valentina Colombo terpretare Spock.” Quell’intervista è stata in un certo senso etichettata a tal punto che tutte le interviste successive che ho fatto per Heroes, ad un certo punto finivano con “Sappiamo che Spock è il ruolo dei tuoi sogni” ed io rispondevo sempre di sì. Pertanto, quando era giunto il momento effettivo per il casting, la produzione era a conoscenza di quelle interviste, e siamo stati in grado di mandare dei piccoli pac- chetti stampa che le includessero. Tutto ciò ha reso più semplice la situazione. Fui la prima persona che videro per Spock, e credo che sia proprio andata bene. Ovviamente preusmo che conoscessi il personaggio piuttosto bene. Quindi, che cosa hai portato personalmente al ruolo? Il tuo backround, conoscenze particolari..? Naturalmente riprenderai la parte di Spock in un modo inedito, ma hai aggiunto qualcosa che appartiene al tuo bagaglio personale di esperienze? Beh, credo che ogni attore porti con sè il suo “ba- telefilm central 49 I nterviste gaglio”, in fondo è questo ciò con cui lavoriamo: le nostre credenze e i nostri punti di riferimento, quindi sì. Penso di aver conferito al mio personaggio una più completa comprensione di cosa significhi dividersi tra cuore e ragione. E’ qualcosa a cui posso facilmente relazionarmi, per il resto credo che sia già tutto incluso nella sceneggiatura incredibile di Bob (Roberto Orci, ndr) e Alex (Kurtzman). Come attore, tutte le risposte dovrebbero essere nello script, quindi ho trascorso molto tempo impegnato nella sceneggiatura e nel comprendere fino in fondo a che punto era il personaggio mentre affrontavamo questo tipo di viaggio. So che hai incontrato Leonard Nimoy. Come è stato? Io e Leonard siamo diventati buoni amici grazie a questo film, è un uomo incredibile. Provo un immenso rispetto e affinità nei suoi confronti, e spesso penso che se potessi vivere la metà della vita che ha vissuto lui quando avrò la sua età, sarò profondamente soddisfatto. Ha uno spirito formidabile. Si è evoluto così spesso negli anni, nonostante abbia dovuto affrontare un certo tipo di restrizioni come attore a causa dell’associazione col suo ruolo più famoso, ed è notevole vedere come non è rimasto intrappolato nel suo personaggio. Si è semplicemente rinnovato come regista, scrittore, fotografo e collezionista d’arte, e il risultato è una 50 telefilm central vita meravigliosa. Vi sono numerose lezioni per me in tutto questo. Sono convinto che più lasci andare le tue aspettative e più aperto sei con ciò che la vita ti offre, più felice sarai. In effetti Sylar è il ruolo che più potrebbe limitarti, rispetto a Spock, perchè è quello con cui sei emerso al grande pubblico. Beh sì, in un certo senso. Il fatto è, qualunque cosa io decida di fare in futuro, credo che non dovrebbe includere green screen, raggi laser o superpoteri. Mi piacerebbe molto vedere cosa significa lavorare in un progetto su persone reali alle prese con situazioni reali, in cui possiamo tutti identificarci più facilmente piuttosto che deformare il fattore di velocità 3 al sistema di lancio. Com’è lavorare con J.J.? E’ sicuramente una figura eccezionale negli ultimi anni. Come ti sei trovato? Ero in profonda ammirazione. Per me è piuttosto incomprensibile come qualcuno così affermato e dotato di talento sia contemporaneamente così affabile e coi piedi per terra e presente. E’ responsabile nei confronti di molte persone coinvolte in altrettanti progetti e nonostante questo, ciò che si trova di fronte a lui ha il 110% della sua attenzione, ed è così abile nel comunicare ciò che vuole ottenere, e il modo in cui vede le cose..lo rispetto moltissimo ed ho avuto modo di apprezzarlo realmente durante tutto il processo di realizzazione del film. In mani differenti sono sicuro che il film avrebbe preso direzioni molto diverse, molte delle quali non sarebbero state altrettanto efficaci. La cosa importante per J.J. era ciò che si riusciva ad ottenere entro quella giornata, la dinamica tra lui e chiunque fosse nella scena, e questo non è mai cambiato. http://www.buzzine.com/2009/05/zachary-quintointerview/ telefilm central 51 I nterviste quel piccolo genio Perchè pensi che tutto questo universo di Star Trek esista ancora oggi, quando molti dei temi che avevano reso la serie così speciale, come la Guerra Fredda e il movimento per i Diritti Civili, risultano ormai datati? Beh, prima di tutto ora che il timore dell’Unione Sovietica se ne è andato vi sono altre paure che hanno preso il suo posto. Il movimento per i Diritti Civili non sarà allo stesso punto di dov’era negli anni ‘60, ma ha ancora una lunga strada davanti a sè. Avrei da sottolineare sul senso di ottimismo racchiuso in Star Trek, che non si svolge mol- 52 telefilm central to tempo fa in una galassia lontana lontana, ma nel futuro, sicuramente fantastico, ma una visione del nostro futuro in cui prosperiamo insieme, tra culture e pianeti diversi. Vi è un ottimismo necessario in tempi di crisi. L’eco- nomia è quella che è, e vi sono timori ed incertezze. Questo può essere un motivo. L’altra ragione è che c’è un grossa casa di produzione che detiene i diritti. Cinicamente vogliono sfruttare questo franchise. Il segreto è non fare un film solo per il gusto di farlo, quello potrebbe essere la norma dei proprietari del copyright, ma i cineasti vogliono fare film perchè ci tengono e perchè questa è la loro passione. Ho incontrato Chris Nolan prima che girasse Batman, e quel tizio aveva una visione. Lui adora Batman, aveva già in mente come sarebbe stato. Ed è chiaro nel film che quella visione ha preso vita, è una finestra più dark sul nostro mondo, ma è stato bello vedere qualcuno farlo perchè sono sicuro che la WB stava già dicendo di aver bisogno di un altro film su Batman, che poi si è associata con un regista a cui interessava moltissimo il progetto e l’ha fatto funzionare. Sei d’accordo nell’affermare che questo è un periodo senz’altro migliore per un film di Star Trek rispetto agli anni ‘80 e ‘90? Dipende da quale film su Star Trek sarebbe stato realizzato in quegli anni. La serie esiste da così tanto tempo in diverse versioni (alcune hanno avuto più successo di altre). J.J. abrams di Valentina Colombo telefilm central 53 I nterviste Il bello di tutto questo è che si può adattare e diventare un’allegoria per ciscuna epoca. Ma per me Star Trek è sempre stato sinonimo di Kirk e Spock. So bene che vi sono grandi fans di The Next Generation e delle altre serie, ma per me è sempre stato Kirk e Spock, mentre negli altri spin-off non è mai stato chiaro quale fosse il denominatore comune. Questo film si collega bene a ciò che [Gene] Rodenberry fece sin dall’inizio, e lo fa ricorrendo ad un ritmo più serrato e colmo di effetti visivi che non erano possibili allora. Hai creato numerose serie TV strepitose. Ho avuto la fortuna di incontrare Chris Carter lo scorso anno, e il tuo nome è stato presto nominato e lui disse di fare attenzione ai diritti che possiedi. Ha consigliato di mantenere i tuoi diritti creativi di tua proprietà. E’ incredibilmente difficile far parte del sistema pur non essendo parte di quel sistema che detiene i diritti di ciò che tu hai creato. Vi è una certa protezione nei tuoi riguardi, ma ad un certo punto se c’è qualcosa che vuoi che sia solo tua, il che è sempre più possibile data tutta questa tecnologia oggigiorno, lo puoi fare. Al momento mi sento molto fortunato nel fare quello che sto facendo con le persone con cui ho lavorato. Come riesci a gestire tutti i pro- 54 telefilm central getti con cui ti destreggi contemporaneamente? Fino a che punto sei coinvolto in essi, come ad esempio in Lost? Non sono più coinvolto in Lost ora. Il mio socio, Damon Lindelof, che ha prodotto Star Trek e creato Lost con me, si occupa della serie ora. Ogni volta che qualcuno mi dice “Adoro quell’episodio di Lost in cui..” io rispondo sempre “Ti ringrazio da parte di Damon.” Lui è grandioso. Tempo fa stavamo lavorando su Cloverfield e la sua preproduzione, e contempo raneamente scrive n d o Fringe e imp e gnati nella pre produ- E’ più la soddisfazione che ottieni dopo esserti completamente dedicato per molto tempo ad una storia o ad un personaggio. La regia è quello che amo fare in reltà, e scrivere è il passo necessario da compiere per poter gridare “Azione!” http://www.buzzine.com/2009/05/jj-abrams-interview/ Curiosità zione di Star Trek. Lavoro con persone eccezionali con cui ho un bel rapporto. Con Alex (Kurtzman) e Bob (Roberto Orci) avevo lavorato in Alias, e insieme abbiamo poi fatto Mission Impossible. Il tizio che ora si occupa di Fringe è Jeff Pinkner con cui lavorai per Alias e Lost. Non faccio tutto io. Bryan Burk, il mio socio nella produzione, era presente mentre giravano Fringe quando io stavo girando Star Trek. Di solito quando metto i miei figli a nanna, lavoro per altre cinque ore la notte. [Ride] Quando ti sei reso conto di essere bravo a scrivere? Ti farò sapere quando succede. [Ride] Scrivere è dura, come sai. • Laureato al Sarah Lawrence College nel 1988. • Alla protagonista di Alias, Jennifer Garner, ha regalato una bicicletta rosa per il suo compleanno. L’attrice, salutava spesso la crew suonando il campanello del manubrio. • Sostiene di aver ottenuto la regia di Mission: Impossible III dopo che Tom Cruise ha guardato i primi episodi di Alias su dvd e ne è rimasto colpito. I due hanno iniziato a frequentarsi e Cruise gli offrì il lavoro. • Quando scriveva sceneggiature al college, usava Ordinary People di Alvin Sargent come guida. • Nominato da Fade Magazine tra i “100 People in Hollywood You Need to Know” nel 2005. • Ha tre figli dalla moglie Katie: Henry nato nel 1998, Gracie nel 1999 ed il piccolo August nel 2006. • Il suo debutto alla regia per il grande schermo con Mission: Impossible III è stato il film più costoso realizzato da un neo-regista. • Era in trattative per essere più coinvolto nella terza stagione di Lost in quanto non era stato direttamente presente nella serie dal sesto episodio della prima stagione. • Ha venduto lo script di Forever Young per 2 milioni di dollari. • In una vita precedente era un ispettore di immobili nella San Fernando Valley e lavorava con Jay Fesler e Dan Johnson. • Nel 2007 è stato classificato da EW al 29° posto tra le 50 persone più intelligenti di Hollywood. telefilm central 55 ...l’avventura continua su www.telefilm-central.org D E D A RELO
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