l`attesa è finita su Fox la 5 stagione

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l`attesa è finita su Fox la 5 stagione
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Sons of Anarchy
•
Damages
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Jarod il Camaleonte
tc fanzine
la
telefilm
-central
.org
magazine amatoriale di www.telefilm-central.org •
numero 05 - giugno-luglio 2009
Lipstick Jungle
+
Speciale
Star Trek, una saga lunga una vita
i personaggi del mese
Juliet Burke e
Joshua Jackson
Interviste
Zachary Quinto
J.J. Abrams
Lost
l’attesa è finita
su Fox la 5 stagione
Ü analisi di un successo
Ü i temi ricorrenti
Ü i protagonisti
Ü l’isola e Stephen King
Editoriale
Ed eccoci qua con il 5° numero della Telefilm Central Fanzine,
la rivista amatoriale gratuita redatta dai telefilm maniac di Telefilm-Central.org.
Sulla scia del successo registrato con la scorsa uscita, anche questa volta vogliamo
proporvi un magazine doppio, più ricco di articoli
e speciali dedicati al mondo dei serial televisivi.
Magazine amatoriale gratuito a cura della redazione di Telefilm-Central.org
Anno I Numero 05
www.telefilm-central.org
[email protected]
Redazione:
Valentina Colombo, Mara Dallefrate, Micaela Motta
Supervisione:
Mara Dallefrate
Progetto grafico e impaginazione:
Valentina Colombo
Hanno collaborato a questo numero:
Viviana Bonetti, Cayu, Valentina Colombo, Mara Dallefrate, Marco Merghetti,
Micaela Motta, Giuseppe Sambuco.
© copyright 2009
Tutti i diritti sono riservati. La riproduzione dei contenuti, totale o parziale,
in ogni genere e linguaggio è espressamente vietata.
Tutte le immagini e i marchi citati sono di proprietà dei rispettivi aventi diritto.
A cominciare da Lipstick Jungle, uno degli eredi (che dite?) di Sex and the City, e
Sons of Anarchy, una via di mezzo tra I Soprano e Easy Riders.
A seguire articoli di approfondimento dedicati a due protagonisti telefilmici
come l’attrice Elizabeth Mitchell, amata/odiata Juliet Burke di Lost
e Joshua Jackson, indimenticabile Pacey Witter
del teen drama Dawson’s Creek e ora enigmatico Peter Bishop di Fringe.
Tra gli articoli dedicati alle “altre serie tv”, ecco l’amatissimo Lost, la rivelazione
Damages e il serial vintage Jarod il Camaleonte.
A seguire uno speciale su Star Trek che dal piccolo schermo ha conquistato anche
il cinema e l’intervista a due fautori di questo successo: il regista J.J. Abrams
e l’attore Zachary Quinto che ha vestito i panni di Spock.
Cari telefilm maniac, buona lettura e arrivederci al prossimo numero!
Sommario
n. 5 giugno-luglio 2009
PREVIEW
Jungle
06 diLipstick
Giuseppe Sambuco
of Anarchy
10 diSons
Cayu
delle serie
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Se se
ALTRE SERIE
SPECIALE
Seriale: Star Trek 48 Zachary Quinto
30 Cinema
di Giuseppe Sambuco
di Valentina Colombo
PERSONAGGI
Mitchell
36 Elizabeth
di Micaela Motta
16 di Viviana Bonetti
Burke
38 Juliet
di Micaela Motta
Damages
22 diITalia:
Marco Merghetti
Jackson
42 Joshua
di Micaela Motta
ITalia: Lost
L’INTERVISTA
Pacey Witter
VINTAGE: Jarod il Ca- 43 di Micaela Motta
26 maleonte
di Mara Dallefrate
Bishop
45 Peter
di Micaela Motta
Abrams
52 J.J.
di Valentina Colombo
RUBRICHE
25
47
What’s hot on TV
Home Video
?!
Serie Preview
Sex in a
N
ell’anno televisivo americano 2007/2008 arrivano due serie tv pubblicizzate entrambe come
l’erede di Sex and the city: la prima
è Cashmere Mafia creata da Darren
Star (autore di SATC – serie tv) e
l’altra è Lipstick Jungle di Candace
Bushnell (autrice di SATC – romanzo). Entrambi i telefilm, però, sono
vittime dello sciopero degli sceneggiatori così Cashmere Mafia si ferma a soli sette episodi e – a causa
degli scarsi ascolti – viene cancellata mentre Lipstick Jungle riesce ad
arrivare a tredici episodi ed ottiene
la conferma per una seconda stagione che, però, ha una sorte simile a
quella della sua “cugina” e non va
oltre altri tredici episodi. In sostanza: un erede di Sex and the city non
c’è ancora! Tuttavia Lipstick Jungle, pur non essendo a livello della
serie a cui fa riferimento, presenta
alcune caratteristiche degne di nota.
telefilm central
No!
Dopotutto la mano della Bushnell si
sente e non è cosa da poco.
Il telefilm in questione parla di tre
donne in carriera nella New York di
oggi in cui il cosiddetto sesso debole mette in luce tutte le sue qualità
riuscendo, spesso, ad adombrare la
figura prepotente dell’uomo che si
sente superiore senza riuscire a dimostrarlo. Le tre protagoniste sono:
Wendy (Brooke Shields), moglie
e madre di due figli, è a capo di
un’industria cinematografica; Nico
(Kim Raven), sposata ad un uomo
più grande di lei che era il suo professore al tempo del college, lavora nel compo dell’editoria; Victory
(Lindsay Price), single in cerca
d’amore, è un’affermata stilista ma in crisi dopo una clamorosa debacle
all’ultima sfilata. Queste tre donne
sono considerate tra le cinquanta
più influenti, ma cosa succede nella loro vita privata? Avere successo in campo lavorativo, infatti, non
di Giuseppe Sambuco
implica riuscire ad
avere altrettanta
fortuna anche in
campo affettivo!
Così
troviamo
Nico in crisi con il
marito con cui non ha
più rapporti sessuali tanto da
cedere alla lussuria e tradirlo con
il fotografo poco più che ventenne
Kirby; Wendy, che qualcuno direbbe indossare i pantaloni in casa, non
nota la voglia del marito di non fare
più il casalingo e sentirsi inferiore
alla realizzata moglie; Victory, infine, è alla continua ricerca dell’anima gemelle e sembra trovarla nel
multimilionario Joe fino a quando
quest’ultimo acquista la società ormai in bancarotta della stilista a sua
insaputa.
Le tre attrici sanno il fatto loro.
Brooke Shields dimostra di essere
poliedrica dopo gli anni nella parte
comica della protagonista in Susan
telefilm central
Serie Preview
e rispetto ai suoi inizi poco vestiti
dalle parti di quella Laguna Blu
molto famosa. Kim Raven assume
un altro ruolo da donna forte dopo
essere stata la compagna (miracolosamente – dato la piega del telefilm
– ancora viva) di Jack Bauer nello
stracult 24 e il flop di The Nine.
Cosa dire, poi, di Lindsay Price?
Probabilmente un’altra attrice non
sarebbe riuscita a rendere
telefilm central
in pieno questo personaggio poco
maturo che, a volte, potrebbe sembrare antipatico ma la Price ce lo fa
amare dopo un iniziale “rodaggio”,
tanto da diventare quasi il centro di
tutta la vicenda nella prima parte
della seconda stagione.
Anche questo telefilm è tratto da
un romanzo di successo di Candace Bushnell ma, a differenza di Sex
and the city in cui l’attenzione è
incentrata sulle storie d’amore delle quattro protagoniste (anche se
nel romanzo Miranda, Samantha e
Charlotte fanno sem-
plicemente da sfondo alle storie di
Carrie), qui le storie vissute dalle
tre donne riguardano maggiormente
la loro vita professionale (descritta
più a fondo nel romanzo rispetto al
telefilm) mentre quella personale è
rappresentata solo in maniera marginale. Questa tendenza, però, cambia leggermente nella seconda stagione in cui Wendy inizia ad avere
problemi con il marito (che, comunque, vengono risolti in fretta); Nico,
dopo aver seppellito il marito fedifrago, inizia
una relazione con Kirby (anche
qui, però,
i problemi
ar r iv an o :
il ragazzo
non è fatto per fare
il “mantenuto”
ed aspira
a diventare un
famoso
fotografo)
mentre
Victory si divide tra il multimilionario e il carpentiere che l’ha
aiutata nella costruzione dello
show-room: quando prenderà la decisione sui due
sarà troppo tardi?
Sicuramente
questa
“giungla di rossetti” ha
poco di quello che ha
reso memorabile quel
racconto sul “sesso e
la città” ma, dopotutto, c’è chi ha definito
SATC l’unico vero
e proprio cult degli anni ’90! (ok: è
opinabile… ma fa
riflettere se c’è qualcuno che lo pensa,
no?!) Lipstick Jungle, in conclusione,
si difende bene in
questo enorme mare
delle serie tv dopotutto, come dice lo
slogan del telefilm: “Loro non
cercano Mr Big,
loro sono Mr
Big!” e questo
dice molto.
telefilm central
Serie Preview
C’
e’ un serial che ci fa vedere una parte di America che, solitamente,
si tende a nascondere.
Quell’America dove “il sogno” non
solo si e’ infranto, ma forse non e’ mai
esistito, quell’America fatta di paesini
dove il futuro sembra un’ipotesi se non
addirittura un’utopia. Sons of Anarchy
apre una finestra proprio su uno di questi paesi, Charming, in California, che
niente ha a che vedere con la California tutta sole, mare, bagnini e teenagers
che siamo abituati a vedere sul piccolo
schermo. E’ una storia creata da Kurt
Setter (gia’ produttore di The
Shield) che si ispira addirittura all’Amleto. La critica
statunitense la descrive
come una via di mezzo tra
I Soprano e Easy Riders
e la risposta del pubblico e’ stata tale da
spronare l’emitten-
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telefilm central
Sons of Anarchy
te FX a rinnovare immediatamente il
serial per una nuova stagione.
Siamo di fronte alla realtà difficile e
pericolosa di un paese
dove una giustizia
“casalinga” manda avanti la baracca e questa sorta
di autogestione
arriva proprio dai Sons
of Anarchy,
un gruppo
di mo-
tociclisti fondati da Sam Teller, padre
di Jax, protagonista della nostra storia.
Iinterpretato da Charlie Hunnam, Jax e’
un ragazzo sulla trentina, terribilmente somigliante a Kurt Cobain, erede
naturale al comando della banda. Al
momento, però, i Sons of Anarchy sono
sotto la guida di Clay (impersonato
dal bravissimo Ron Perlman), l’uomo
che ha sposato la madre di Jax, Genna
(interpretata da Katey Sagal), dopo la
morte di Sam.
Due momenti sono fondamenta-
li nella vita di Jax: la nascita del suo
primo figlio concepito con l’ex moglie
tossicodipendente e il ritrovamento del
manifesto che il padre aveva scritto alla
fondazione della banda. Gli ideali che
avevano portato il padre di Jax a creare
la banda però, sembrano essere svaniti
per lasciare posto solamente a traffici
illegali di armi e corruzione tanto da
portare i bikers a diventare una vera e
propria mafia su due ruote. L’amore e
la lealtà di Jax nei confronti della banda
è infinito ma si rende conto
che qualcosa si è
rotto,
che di fronte a lui non esiste più quello
che suo padre aveva creato e riconosce
i responsabili di questo cambiamento
proprio in Clay e in sua madre. Clay,
al contrario di Sam, di idealistico ha
ben poco e non pensa nemmeno lontanamente a lasciare lo scettro che tanto
aveva desiderato e, come di norma,
dietro ad un “grande” uomo c’è sempre
una “grande” donna e chi meglio della perfida Gemma, abituata ad essere
la pupa del capo,
p u ò
aiutarlo? E’ una
donna avida di
potere, perfida
e manipolatrice. Tal-
di Cayu
mente gelosa del figlio da fare di tutto
pur di allontanare qualsiasi donna da lui
come successo con l’ex moglie Wendy,
ma soprattutto con Tara, amore adolescenziale di Jax, l’unica che potrebbe
dare del filo da torcere all’arpia visto il
suo carisma e l’affetto che ancora
la lega al ragazzo.
Attorno ai protagonisti della vicenda gira un
telefilm central 11
gruppo di personaggi che definire “minori” e’ sicuramente riduttivo. Ognuno
di loro viene definito quasi a pennellate
fino al punto di prendere una consistenza tale da risultare reali. Come ogni
gruppo di bikers che si rispetti, i Sons
Of Anarchy sono sostanzialmente una
famiglia, sempre pronti a difendersi in caso di
necessità e
spietati con i
membri
che non
dedicano la loro vita alla causa. Sono
perennemente in guerra con bande rivali per mantenere sicura la cittadina in
cui vivono e si mantengono economi-
“
“
Serie Preview
Oltre allo splendido cast,
che annovera volti noti di
televisione e cinema, ci
troviamo di fronte ad un
prodotto con una buona
regia e una fotografia accurata e coinvolgente che
riesce a valorizzare ambienti e personaggi con
luci e colori caldi e sfumati. Personalmente ho
apprezzato molto la scelta, un po’ inusuale, delle
American Chopper, questa scelta
bene si amalgama con la realtà che
il serial vuole presentarci. Ottima
anche la caratterizzazione dell’America di provincia con le sue facciate
da mantenere erette come
paravento per il marcio che c’è da nascondere. Una nota di merito va anche
ai dialoghi, molto crudi e caratterizzati da molto slang che, purtroppo, nell’adattamento italiano perdono un po’
del loro smalto.
Sons of Anarchy è sicuramente un serial che negli Stati Uniti può andare in
onda solamente su un canale via cavo,
visti i dialoghi e la violenza che vengono proposti, e che in Italia viene trasmesso, per il momento, solo sul canale
satellitare FX per gli stessi motivi. Se
volete dare un’occhiata ad un prodotto
un po’ più realistico del solito sulla vita
dei bikers, Sons of Anarchy fa per voi.
Con le dovute riserve e licenze cinematografiche, riesce comunque a dare
un sapore diverso ad un argomento che
in tanti hanno trattato, dal già citato
Easy Riders, al comico Svalvolati on
The Road. Sicuramente non vi svelerà
il modus operandi degli Hell’s Angels,
ma è sicuramente uno dei migliori serial della scorsa stagione che, fortunatamente, ci accompagnerà almeno per
un altro anno.
A true outlaw finds the balance
between the passion in his heart
and the reason in his mind.
The outcome is the balance
of might and right.
camente grazie ad un’officina meccanica che fa da copertura ai loro traffici
d’armi con l’Ira.
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telefilm central
moto.
Non le classiche cavalcature dannate
di molti film e nemmeno motociclet-
te troppo modificate e se in un primo
momento può un po’ deludere chi
sperava di assistere ad uno spin-off di
telefilm central 13
la prima convention italiana dedicata a
Supernatural
we heard Italians do it better..
..well, we’re here to check.
2-3-4 aprile 2010 ROMA
Jus in Bello
w w w. j u s i n b e l l o. i t
Serie Italia
Lost
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telefilm central
Dopo mesi di attesa ritorna sugli schermi
italiani Lost, il serial statunitense firmato
da Damon Lindelof, Carlton Cuse
e dal grande J.J. Abrams.
di Viviana Bonetti
telefilm central 17
Serie Italia
S
ettembre 2004: il volo 875
della Oceanic Air, con rotta Sidney - Los Angeles,
si schianta nell’oceano e
i 48 sopravvissuti si ritrovano su
un’isola apparentemente deserta.
Il gruppo, puntata dopo puntata,
dovrà fare i conti con le misteriose
creature che si aggirano sull’isola,
un magico fumo nero, gli orsi polari
e i fantasmi del proprio passato.
Ogni episodio ha per protagonista
un personaggio e gli eventi della sua
vita pre-island si intrecciano con
le difficoltà quotidiane: due storie,
quindi, si alternano continuamente
e il telespettatore viene trasportato
nel passato o nel futuro, per poi ritornare, sul più bello, nel presente.
In occasione della presentazione
ufficiale Lost Experience (il videogame di Lost) J. J. Abrams, il creatore, ha ammesso di essersi ispirato
a un videogioco del 1993, Myst, uno
dei più venduti degli anni Novanta.
Ideato dai fratelli Robyn e Rand
Miller, il videogame è ambientato in un’isola disabitata e piena di
strani congegni e macchinari arrugginiti dal tempo. «In Lost – scrive
massimo Triulzi sul Corriere della
Sera -, Abrams escogita l’attuale fobia dell’incidente aereo per trasferire non una ma un gruppo di persone, condizione indispensabile per la
fruizione televisiva, nelle medesime
condizioni del videogioco».
L’isola è l’elemento centrale del serial: è un’entità suprema, un grande magnete che genera attrazione e
ripugnanza. Tutto accade perché è
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telefilm central
l’isola che vuole che accada («The
Island chooses who the Island
chooses» dice Richard Alpert nella
quinta stagione).
«Il segreto, la storia che noi vogliamo raccontare - afferma J. J. Abrams
durante un’intervista rilasciata al
sito Wired.com -, sono le relazioni
tra i personaggi, i quali ritrovano sé
stessi in questa situazione».
E l’isola affascina e intriga non solo
i sopravvissuti ma anche gli spettatori: trasmesso in 207 paesi Lost ha
un immenso seguito di pubblico, sia
attraverso i canali tradizionali sia
attraverso la rete. I creatori sembrano divertirsi a disseminare nella rete
indizi atti a confondere lo spettatore, cercando di convincerlo della
realtà delle sue invenzioni e assottigliando sempre di più quel filo invisibile che divide realtà e fiction. On
line troviamo il sito delle industrie
Dharma (www.dharmaindustries.
com) che gestiscono le varie stazioni dell’isola; esiste il sito personale
del fondatore del progetto Dharma,
Alvar Hanso (www.thehansofoundation.org); troviamo addirittura il
sito della compagnia aerea Oceanic
(www.Oceanic-air.com) che avverte i suoi clienti della sospensione
dei servizi a causa della caduta del
volo 815 Sidney – Los Angels.
Nemmeno gli stessi creatori riescono a capire come Lost sia potuto
diventare un così grande fenomeno.
Racconta Carlton Cuse al giornalista dell’ABC Jake Tapper: «Noi abbiamo violato tutte le regole degli
show televisivi. Abbiamo un grande
e disordinato cast, abbiamo personaggi che sono antipatici e sgradevoli – sono assassini -, abbiamo
una storia molto complicata. Tutte
queste cose intrigano noi, come sce-
neggiatori, e io credo abbiamo reso
lo show differente rispetto alle altre
cose che circolano in televisione»
(fonte: www.abcnews.go.com).
Oltre a questi personaggi così particolari, diversi dai solito protagonisti
dei serial televisivi, domande su domande si accavallano puntata dopo
puntata, e la risposta, quando viene
data, resta comunque enigmatica e
confusa.
Un serial diverso da tutti quelli che
l’hanno preceduto, un nuovo modo
di fare televisione: la scenografia,
la sceneggiatura, le inquadrature e
il gran numero di personaggi consentono di paragonare Lost ai grandi film hollywoodiani. Anche se la
serie ha qualcosa in più: il feedback.
Seguire ogni episodio (perché perdersene uno, in questo caso, significa perdersi passi fondamentali delle
vicende) è comunque un impegno;
il serial deve, quindi, riuscire a catturare l’attenzione del pubblico,
coinvolgerlo e spingerlo a restare
fedele alla sua scelta iniziale, senza
abbandonarla a metà percorso. Ed
è molto più difficile catturare l’interesse del pubblico per 22 puntate
rispetto alle 2 ore di pellicola. Ma
le domande che Lost lascia senza
risposta alla fine di ogni episodio
diventano la molla che spinge lo
spettatore a guardare il successivo,
e via dicendo.
Lost, grazie al suo grande successo,
non si trova solo sul piccolo schermo: videogames, giochi on-line e
libri (ultimo tra i tanti il nuovo libro
di Simone Regazzoni La filosofia di
Lost) si susseguono, creando siner-
gicamente una ragnatela comunicativa indissolubile e inossidabile
nel tempo. Tra cinquantanni i futuri
analisti televisivi potranno studiare
Lost come precursore di un nuovo
genere contenitore inteso attraverso
nuova accezione del termine. Un
genere in cui tutti i livelli dei media
vengono toccati e collaborano tra
loro per soddisfare (e suscitare) la
curiosità dello spettatore.
telefilm central 19
Serie Italia
I temi ricorrenti
Inside LOST
Ci sono alcuni temi che ricorrono
costantemente nel telefilm, usati
come legame tra le vite dei protagonisti oppure semplicemente per
catturare ancor di più l’attenzione
dello spettatore.
Molti personaggi sono hanno rapporti difficili con il proprio padre. Il
papà di Sun è dispotico e potente
che non lesina sull’uso della forza
e non si risparmia di commissionare
omicidi
per ottenere ciò
che vuole; Jin, di
contro, nasconde alla moglie
la verità su suo
padre perché si
vergogna delle
sue umili origini.
Il padre di Hugo
lo abbandona da
bambino e ritorna
quando vince la
lotteria; Kate uccide il proprio patrigno, Sawyer è presente quando suo
padre
uccide sua madre e poi si toglie la
vita. Charlie si impegna per essere un buon padre per il figlio di
Claire (il vero papà non ha voluto
saperne del bambino) ma muore alla fine della terza serie. Ben
ha rapporti difficili con il padre e
finirà per ucciderlo ma, diversamente dagli altri personaggi, ha
difficoltà di relazione anche con
la figlia (rapita alla Rosseau) e fi-
20
telefilm central
nirà per far uccidere pure lei. I rapporti che più di tutti torneranno
nelle varie stagioni sono quelli tra
Jack e John e i rispettivi genitori. Il
primo si sente in colpa per aver denunciato il padre, il quale operava
ubriaco mentre il secondo, dopo
aver ritrovato il padre naturale e
avergli donato un rene, viene abbandonato di nuovo e, addirittura,
viene spinto da una finestra. Sull’isola gli Altri chiederanno a Locke
di uccidere il proprio padre, chiamato da Richard Alpert “l’uomo di
Tallahassee”, prima di unirsi a loro:
sarà Sawyer, tuttavia, che premerà il grilletto, dopo aver scoperto
che il papà di John è il
responsabile dell’omicidio suicidio dei sui
genitori.
Un altro tema ricorrente è quello della
redenzione: molti
personaggi che, prima dell’isola, hanno
compiuto
cattive
azioni cercano di
sistemare le cose
grazie alla seconda
possibilità che hanno avuto. Tra questi
troviamo Kate, Jin
(che uccideva per
conto del suocero), Sun (che tradiva il marito e progettava la fuga
con un altro uomo), Sawyer e Sayd
(torturatore per conto dell’esercito
iracheno).
Uno dei fili conduttori della serie
sono i numeri 4, 8, 15, 16, 23, 42,
che compaiono per la prima volta
sul biglietto della lotteria (vincente) di Hugo. Oltre ad averlo reso
milionario, questi numeri hanno
portato Hurley verso una sequen-
za di incidenti spiacevoli, come la
morte del nonno, l’incendio nella
sua casa nuova, la caduta di un meteorite nel fast-food in cui lavorava: Hugo, quindi, pensa che
questi
numeri
siamo
maledetti e
siano la
causa
della
caduta
d e l l’aere o.
Ques t e
cifre
compaiono più e più volte nella
serie, assieme (sono sulla botola
che Locke e Boone trovano nella
prima serie, sono le cifre che deve
digitare Desmond ogni 108 minuti,
sono i numeri che hanno portato
la squadra della Rosseau sull’isola
e sono quelli che si trovano sulla
boccetta di siero che Ethan inietta
a Claire) o separati (sono i 48 sopravvissuti della sezione centrale
dell’aereo cioè 4+8 oppure i 23
della sezione di coda, sono il volo
Oceanic 815 ovvero il quarto volo
della giornata partito dall’uscita 23
e contenete 42 file di sedili e così
via).
Il videogioco Lost Experience rivela
che 4, 8, 15, 16, 23, 42 sono i numeri dell’equazione di Valenzetti
che predice il numero esatto di
anni e mesi prima dell’estinzione
dell’umanità (per maggiori informazioni sull’argomento cercare
su Wikipedia la voce “numeri di
Lost”).
I protagonisti
Nella fase di pre-produzione molte
cose sono state cambiate rispetto
all’idea originale, specialmente per
quanto riguarda i personaggi.
Il ruolo di Jack Shepard
(Matthew Fox) inizialmente doveva durare
un solo episodio ma i
dirigenti della ABC convinsero gli autori a mantenere in vita il personaggio temendo che la sua
morte avrebbe avrebbe
avuto un impatto negativo sui telespettaori.
L’attrice Youjin Kim, che
ora interpreta Sun, si era
presentata al provino per
il ruolo di Kate ma i creatori, dopo
averla vista, crearono un ruolo apposta per lei.
Ben (interpretato da Michel Emerson) doveva restare nella serie solo
per qualche episodio nella seconda stagione; l’interpretazione dell’attore, tuttavia, colpì così tanto
che decisero di evolvere il suo
ruolo, trasformandolo in una delle
figure principali.
Molti personaggi, inoltre, portano
nomi di filosofi, scrittori o storici.
Facendo alcuni esempi possiamo
ricordare John Locke (filosofo),
Kate Austin (come Jane Austin, la
scrittrice), Mr. Eko (Meister Eikart,
teologo e filosofo), Juliet Burke
(Edmund Burke, politologo e filosofo), Goodwin (William Goodwin,
filosofo), Mikail Bakunin (Michail
Bakini, rivoluzionario e filosofo),
Daniel Faraday (Michael Faraday,
chimico e fisico).
Stephen King’s Island
Stephen King, maestro indiscusso
dell’horror, è stato ed è una delle più
grandi fonti d’ispirazione della serie.
Molti dei suoi romanzi e racconti sono
presi da spunto per creare situazioni
al limite del verosimile e l’ammirazione reciproca tra King e i tre creatori di
Lost ha permesso appassionati scambi
di vedute e opinioni.
I più grandi capolavori del maestro
del brivido, quindi, hanno influenzato gli eventi e i personaggi della serie e L’ombra dello scorpione è il libro
che più di tutti ha similitudini con il
telefilm. Larry Underwood, uno dei
principali protagonisti del romanzo,
è un musicista con problemi di droga
alle spalle, come Charlie; Nick Andros
e John Locke sono (o erano) disabili:
Nick è sordomuto mente John paralizzato e, nell’episodio Ulteriori istruzioni
(serie 3 episodio 10), perderà temporaneamente l’uso della parola. Il capo
dei buoni è Mother Abigail, una donna
di 108 anni (4+8+15+16+23+42= 108)
e Stuart Redman parla spesso del libro
La collina dei conigli, lo stesso che aveva Boone prima dello schianto e che si
vede più volte in mano a Sawyer.
Altre similitudini sono la capanna sudatoria costruita dai sette bambini
protagonisti di It, simile a quella costruita da Locke e Boone, le guarigioni
miracolose messe in atto da John Coffey ne Il miglio verde, il protagonista
dei romanzi Il talismano e La casa nel
buio Jack Sawyer e la ragazzina del
libro La bambina che amava Tom Gordon la quale, perdendosi nel bosco, ha
delle strane visioni relative ai parenti e
a quelli che lei chiama i suoi personali
“dei”.
All’interno di Lost non vengono ricordati solo i romanzi, ma anche lo scrittore stesso: Benjamin Linus chiede a
Locke se ha qualche libro di Stephen
King da leggere durante la prigionia e,
in alcune
scene,
il teles p e t tatore
trova sullo sfondo
Carrie, Cuori in
Atlantide e L’ultimo
cavaliere (per maggiori dettagli sull’argomento cercare la voce Stephen
King su Lostpedia.wikia.com).
Nel corso dell’intervista che King fa
a i tre creatori di Lost, pubblicata su
Ew.com lo scrittore propone la sua
personale visone del finale della serie.
«Se qualcuno mi puntasse una pistola
alla testa e mi chiedesse di fare un finale per Lost, altrimenti sparerebbe a
me o al mio cane – racconta Stephen
King – ecco quello che farei. Prenderei il ragazzo principale, Jack, ovvero il
primo occhio su cui abbiamo un primo piano all’inizio della serie, okay?
Quello che mi sono sempre detto è
che tutto quello che è accaduto, tutto
quello che ho visto, veniva dall’occhio
di Jack. Così io farei tutto questo: alla
fine, attraverso un flashback nell’aeroporto di Sidney, farei portare via Jack
da alcune persone che cercano informazioni da lui […]. L’intera serie sarebbe un’allucinazione di Jack, costruita
attraverso i frammenti della sua vita,
persone del passato, persone viste all’aeroporto, suo padre e, certamente, i
numeri […]. So che scricchiola, ma io
lo farei funzionare»
telefilm central 21
Serie Italia
U
na
giovane
donna
esce da un ascensore e
vaga per le vie di New
York in evidente stato
confusionale, insanguinata e mezza
nuda. Flash back: sei mesi prima,
la stessa donna in uno studio legale
nel momento in cui le viene offerto
un posto di lavoro quale giovane
associata. Questo è l’incipit della
prima stagione di Damages nella
quale il telespettatore scoprirà
come unire le due sequenze iniziali.
Le protagoniste sono due avvocati:
una, la giovane donna di cui sopra,
Ellen Parsons, interpretata da Rose
Byrne (già vista in “28 settimane
dopo”), l’altra, la fredda calcolatrice
Patricia “Patty” Hewes, alias Glenn
Close, semplicemente perfetta nel
ruolo di cattiva.
Non si tratta della classica serie
che racconta di avvocati (vedi The
Practice o Boston Legal) nella
quale vengono narrati svariati
processi, a volte anche nella stessa
puntata. Quello a cui si assiste nelle
tredici puntate della prima stagione
è la narrazione di un unico caso
giudiziario, quello che riguarda
22
telefilm central
la presunta truffa perpetrata dal
magnate Arthur Frobisher ai suoi
dipendenti. Frobisher (interpretato
da Ted Denson, protagonista della
fortunata sit-com anni ’80 Cin Cin
e di numerosi film), scagionato
nel processo penale, si vede ora
costretto ad affrontare quello
civile con in ballo un risarcimento
di centinaia di milioni di dollari.
Patty Hewes, in collaborazione
con il suo studio legale nella quale
è appena stata assunta la giovane
Ellen, rappresenta le persone che
sarebbero state truffate dal ricco
industriale.
La serie si basa in gran parte sulla
contrapposizione tra l’esperta,
cinica e manipolatrice Patty e la
giovane, ingenua e idealista Ellen,
la quale è combattuta tra la famiglia
(sta infatti per sposarsi) e la carriera.
Facendo un paragone neanche
troppo azzardato troveremmo
molte somiglianze nel rapporto
tra le due donne e quello delle due
di Marco Merghetti
telefilm central 23
Serie Italia
24
telefilm central
protagoniste de Il diavolo veste
Prada. Le vicende narrate oltre che
spingere le due donne ad azioni che
non avrebbero creduto possibili,
finiranno per cambiarle entrambe e
in modo per niente scontato…
In Damages l’aula di tribunale è
ovviamente un punto di riferimento
ma la si vede raramente. E’ una
serie che si rifà ai romanzi di John
Grisham: poco dibattimento in aula,
molta suspense, colpi di scena e
omicidi. Si inserisce quindi nel
filone dei legal thriller che tanto
successo hanno sul grande schermo
e in libreria. Le sorprese aumentano
di episodio in episodio fino a che lo
spettatore arriva a dubitare di ogni
personaggio, delle motivazioni
delle sue azioni e a riflettere se
ci possa essere qualcosa di losco
o di nascosto legato anche agli
avvenimenti più banali.
Il titolo scelto deriva dai danni
(che in misura diversa colpiranno
tutti i protagonisti) che la ricerca
della verità e della giustizia a tutti
costi può provocare. Soprattutto
se queste ricerche sono dovute a
fini utilitaristici, venali o alla pura
smania di successo degli avvocati.
Questi ultimi non ne escono certo
bene. Sono rappresentati come
bugiardi, subdoli, doppiogiochisti
come la migliore tradizione dei
lungometraggi di questo genere
narrativo ci ha fatto vedere. Esce
da questo stereotipo l’avvocato di
Frobisher, Ray Fisk (interpretato
da Željko Ivanek ), che pare l’unico
con un briciolo di moralità (non
troppa comunque) ma soprattutto,
pur essendo un legale di successo,
non veste particolarmente elegante,
non ha uno studio lussuoso e ha
l’aspetto di un comune impiegato.
Ben lontano quindi da come il
cinema usualmente ci rappresenta
personaggi come lui.
L’aspetto più interessante della serie
è l’alternanza tra presente (che viene
narrato con una fotografia dai colori
intensi) e passato (caratterizzato da
colori tenui). Nei primi episodi è
il passato che la fa da padrone ma
proseguendo nella serie il presente
ha sempre più spazio. Vengono così
narrati degli eventi che non hanno
ancora una spiegazione a causa
del salto temporale nella storia. Si
capirà tutto solo negli ultimi due
episodi quando i due diversi stili, e
periodi, di narrazione si fondono. In
questo modo, non particolarmente
originale ma efficace, si creano
grandi aspettative e curiosità.
Damages in definitiva è un
ottimo prodotto, realizzato con
professionalità, ben recitato e che
riesce sempre a stupire e a non essere
mai scontato. Si tratta comunque di
qualcosa di ampiamente già visto,
soprattutto al cinema, che nulla
aggiunge al panorama televisivo.
Avvincente ma poco originale.
Curiosità
• Nelle tredici puntate
della prima stagione
si alternano ben dodici registi diversi.
• La seconda stagione è già
stata girata e trasmessa negli USA. Da
poco è in onda anche su AXN, canale
120 di Sky. La terza è in lavorazione.
• Damages ha raccolto svariate
nominations agli Emmy e ai Golden
Globes. Glenn Close ha vinto
entrambi i premi quale migliore
attrice in una serie TV drammatica.
What’s hot
Lunedì
on TV
LOST, stagione 5 (Fox)
TRUE BLOOD, stagione 1 (Fox)
Martedì
CHUCK, stagione 1 (Italia 1)
GHOST WHISPERER, stagione 3 (Rai 2)
CRIMINAL MINDS, stagione 4 (Fox Crime)
Mercoledì
N.C.I.S., stagione 5 (Fox Crime)
THE L WORD, stagione 3 (Sky Uno)
Giovedì
ANGEL, stagione 1 (Rai 4)
MENTAL, stagione 1 (Fox)
Venerdì
HEROES, stagione 3 (Steel)
ROBIN HOOD, stagione 2 (Joi)
Sabato
FRINGE, stagione 1 (Steel)
TERMINATOR: THE SARAH CONNOR CHRONICLES, stagione 2 (Steel)
Domenica
STUDIO 60 (Joi)
30 ROCK, stagione 1 (Lei)
Tutti i giorni
ALIAS (Rai 2, Rai 4)
NIKITA (Rete 4)
ONE TREE HILL (Rai 2)
DUE UOMINI E MEZZO, stagione 2 (Fox)
telefilm central 25
Serie Vintage
Jarod il camaleonte
di Mara Dallefrate
P
“
Esistono tra noi individui straordinari, dei simulatori capaci di diventare chiunque vogliano essere. Un’organizzazione chiamata “Il Centro”
ha isolato un giovane simulatore di nome Jarod e ha sfruttato le
sue capacità per le proprie ricerche. Ma un giorno, Jarod fugge ...
26
telefilm central
ossiamo tranquillamente
affermare che queste poche righe, che appartenevano alla sigla del serial
The Pretender - Jarod il Camaleonte, sono diventate oramai una leggenda per i fan del telefilm, un po’
come avvenne anni addietro con la
sigla di A-Team. Qualsiasi telefilm
maniac oggi reciterebbe a memoria questi “main theme” e anche
noi con Jarod non possiamo farne a
meno! Ma andiamo con ordine e illustriamo prima, a coloro che hanno
perso questo serial, cos’è Jarod il
Camaleonte e cosa racconta...
The Pretender, ambizioso progetto
del duo Craig W. Van Sickle e Steven Long Mitchell (Cobra), narra le
(dis)avventure di Jarod (Michael
T. Weiss), un giovane genio che
viene rapito nel 1963 a soli 4 anni
da “Il Centro”, una misteriosa organizzazione con sede a 431 Mountain
Spring Road, Blue Cove Delaware,
che lo obbliga per 30 anni a condurre esperimenti in grado di risolvere
ipotetiche situazioni di pericolo. Ma
ben presto Jarod scopre che il Cen-
tro, nato inizialmente per fare del
bene tanto da aver avuto in passato
un ruolo rilevante negli accordi di
pace coreani, ha subito un diabolico
mutamento diventando solamente
uno strumento di morte. Con il passare degli anni, l’organizzazione è
infatti riuscita
a siglare moltissimi accordi
con la mafia
giapponese,
con i militari
e con gli alti
esponenti della politica e ha
utilizzato i suoi
esperimenti,
segretamente
e illegalmente
effettuati anche sugli esseri umani, con
l’unico scopo
di accrescere il
suo potere.
A causa delle sue “missioni scientifiche”, Jarod apprende nel corso
della sua gioventù concetti di fisica,
medicina, psicologia e molte altre
discipline riuscendo a risolvere al
meglio tutti i problemi che gli vengono sottoposti. Ma dopo anni di
segregazione e la continua costrizione a partecipare a numerose simulazioni utilizzate poi per attività
malvage, Jarod decide di scappare
per cercare i suoi veri genitori per
vivere così una vita normale e felice. Peccato che il Centro non possa
telefilm central 27
Serie Vintage
permettersi di perdere il suo pupillo
per svariate ragioni... Jarod rappresenta innanzitutto il progetto
più riuscito dell’organizzazione e
la sua fuga rappresenta, in primis,
un grande danno di immagine e
un’ingente perdita economica. Fuggendo, il simulatore si è anche appropriato di tutti i DSA (Digital Simulations Archive) che contengono
le registrazioni dei suoi esperimenti, unica prova della diaboleria del
28
telefilm central
Centro e delle costrizioni subite.
Ma esiste una ragione più importante che spinge il Centro ad inseguire
il fuggitivo. Jarod è infatti l’eletto,
conferma che viene indicata anche
alla fine del secondo film televisivo
che chiude il serial; nelle mistiche
pergamene su cui si basa il Centro,
appare infatti una scritta che non lascia dubbi: “l’eletto sarà trovato, un
bambino di nome Jarod”.
Proprio per tali ragioni,
l’organizzazione decide di
creare un team e
affidargli il compito
di catturarlo. Al suo
inseguimento vengono così chiamati
Miss Parker (Andrea Parker), figlia
di uno dei direttori
de Il Centro e amica
di infanzia di Jarod,
Sydney
(Patrick
Bauchau), mentore
di Jarod che ha seguito, sin dagli inizi,
tutte le sue simulazioni e che lo considera praticamente
come un figlio, e
Broots (Jon Gries),
un genio dei computer.
Altri
personaggi
si susseguono nel
corso delle stagioni
sempre con l’unico
obiettivo di catturare
il fuggitivo. Primo fra tutti troviamo
Mr. Raines (Richard Marcus), un
personaggio inquietante che vive 24
ore su 24 al 431 Mountain Spring
Road e che, per sopravvivere, deve
trascinarsi dietro una bombola di
ossigeno. Al suo
fianco c’è sempre Mr. Parker
(Harve Presnell),
padre di Miss
Parker che, dopo
aver perso sua
moglie Catherine
(interpretata dalla stessa Andrea
Parker) a causa
del Centro, si pone
come unico scopo
quello di tenere
nascosta la verità
a suo figlia. Dopo
30 anni, l’uomo
ha l’opportunità
di rincontrare Mr.
Lyle (Jamie Denton), il secondo
figlio che gli venne sottratto subito
dopo la nascita e
dato in adozione.
Cresciuto
sotto
la custodia di Mr.
Raines,
l’uomo
torna al Centro
oramai 30enne e
si dimostra immediatamente un
serial killer senza
scrupoli, psicologicamente instabile e incapace di
provare qualsiasi
emozione. Sarà
proprio il fratello di Miss Parker ha
compiere un assassinio che getterà
Jarod nello sconforto: l’uccisione di
Kyle (Jeffrey Donovan), il fratello
che Jarod riuscirà ad incontrare una
volta fuggito dal Centro e che scoprirà esser stato utilizzato dal Centro
come cavia per un altro esperimento
da simulatore. Tra gli inseguitori assoldati dall’organizzazione troviamo poi Brigitte (Pamela Gidley),
una “cleaner” addetta alle “pulizie”
e alla cancellazione di qualsiasi
traccia che possa ricondurre, dopo
le missioni, all’operarato del Centro. Il suo arrivo a Blue Cove com-
bacia con
quello di
Mr. Lyle
e
ben
presto la
donna
riesce a
dimostra
il
suo
grande
desiderio
di
primeggiare
riuscendo
a sposare
Mr.
Parker
nel 1999
e
dando
alla
luce un
bambino
un anno
d o p o ,
parto che
però la
porterà
alla morte. Infine
c’è Angelo (Paul
Dillon),
un uomo
capace
di assorbire
le
personalità delle
altre persone ma profondamente
tormentato a causa dei continui
elettroshock e pesanti esperimenti a cui venne sottoposto da giovane da parte del dottor Raines.
Composta di quattro stagioni e da
due film per la tv prodotti dalla
MTM Entertainment insieme alla
Nbc Studios, The Pretender - Jarod il Camaleonte è un serial assolutamente di nicchia rispetto ai più
quotati Lost o Prison Break ma è indubbiamente un cult nel suo genere. Ogni episodio spicca per l’originalità delle storie narrate e per i
numerosi misteri che avvolgono il
Centro, tanto da riuscire facilmente
ad ipnotizzare il telespettatore generando in quest’ultimo un mix di
ansia e curiosità oltre al forte desiderio di ottenere delle risposta ai
numerosi quesiti che caratterizzano
la trama del serial.
Se non l’avete mai visto, vi consiglio di dargli una chance godendovi le repliche attualmente in onda
su FX perchè, se amate i telefilm
drammatici che mescolano un po’
di thriller con alcuni aspetti sci-fi,
sono sicura che non ve ne pentirete!
E ricordatevi, come dice lo stesso
Jarod “la vita è uno strano cammino
e per viverla a fondo bisogna essere
là fuori...”
Curiosità
• La struttura utilizzata nelle riprese esterne del Centro è in
realtà un centro di
depurazione dell’acqua di
Toronto (Canada).
• Il personaggio di Jarod è basato sulla figura di Ferdinand Waldo Demara,
un uomo passato alla storia per aver
dimostrato la capacità di esercitare in
vita numerose professioni diverse tra
loro, pur non avendo conseguito alcun
diploma specifico. La sua vita da “simulatore” venne però fermata dall’FBI
che arrestò l’uomo dopo aver condotto un’operazione a cuore aperto.
• Michael T. Weiss ha interpretato il personaggio di Jarod anche in due episodi della serie televisiva Profiler.
telefilm central 29
Speciale
di Giuseppe Sambuco
ultima
frontiera?
S
tar Trek è una serie creata
da Gene Roddenberry, arriva nei teleschermi americani nel lontano 1966 e
fa storia: da lì in avanti diventerà
un’icona fantascientifica venerata
da milioni e milioni di fan in tutto il
mondo. Il successo vero e proprio,
però, non arriva immediatamente:
la serie tv, infatti, viene cancellata
dopo appena tre stagioni e settantanove episodi prodotti. Negli anni
30
telefilm central
di Giuseppe Sambuco
successivi alla sua fine televisiva,
si assiste ad una crescente popolarità del telefilm e si inizia a farne un
gran parlare con dibattiti, party con
sosia, visione degli episodi in gruppi: il mito di Star Trek era iniziato!
STAR TREK – serie classica
La storia raccontata in questa serie
tv inizia quando una nave spaziale
intraprende un viaggio nell’universo
alla ricerca di nuovi mondi e nuove
forme di vita con intenzioni pacifiche; la nave spaziale è l’Enterprice.
(anche chi non ha mai visto un episodio del telefilm avrà sicuramente almeno sentito nominare questa
nave!) Gli avvenimenti narrati si
riferiscono al XXXIII secolo ma
si sprecano riferimenti alla cultura
pop del tempo. L’equipaggio dell’astronave, interamente vestito con
tute di diverso colore che sembrano
ricordare più dei pigiami, è il più
multirazziale di tutti i tempi: il capitano è James Kirk (William Shatner, già: proprio quel Danny Crane
di Boston Legal) che intraprende
ogni missione con i capelli al loro
posto (infatti in ogni episodio riesce
ad avere una nuova avventura amorosa con la donna di turno); il “tuttologo” Spock (Leonard Nimoy),
metà terrestre e metà vulcaniano
(“quello con le orecchie a punta”),
intraprende ogni avvenimento con
freddezza e distacco senza, però,
perdere la sua logica disarmante; il
dottor Leonard McCoy (DeForest
Kelley), ufficiale medico; il capomacchine Montgomery “Scotty”
Scott (James Doohan) destinato a
ripristinare gli eventuali danni della
nave; il tenente Uhura (Nichelle Nichols) addetta a decifrare le comunicazioni che arrivano in ogni lingua
(e non solo terrestre); il pilota Sulu
(George Takei); il guardiamarina
Pavel Chekov (Walter Koenig). Fin
a quel momento non si era mai vista in tv una tale varietà di razze (e,
forse, non si vedrà mai più): vi sono
donne di colore, uomini asiatici e
russi… e vulcaniani! Star Trek sarà
sempre ricordata per questo motivo:
è stata la prima a cercare di abbatte
le barriere razziali vigenti in quegli
anni. È anche scenario del primo
bacio interraziale di tutti i tempi:
quello tra Kirk e Uhura.
Dicevamo che la serie, in un primo
momento, non ha avuto successo.
Tutto quello che le si è creato attorno, però, ha convinto gli addetti a
produrre dei film: Star Trek (1979),
Star Trek II – L’ira di Khan (1982),
Star Trek III – Alla ricerca di Spock
(1984) e Rotta verso la Terra (1987).
A questi è seguita una nuova serie
per la tv dal titolo significativo: Star
Trek – the next generation.
STAR TREK – the next generation
è il 1987 quando arriva la nuova
serie tv ispirata a Star Trek. Questa
nuova creatura di Roddenberry ha
tutto lo spirito del serial precedente ma ora le cose si fanno serie: gli
effetti speciali sono degni dei film
per il grande schermo (ovviamente
del tempo) tanto che la nave spaziale (una nuova Enterprice) è lunga il
doppio della precedente e con molto
più estensione interna per fare spazio all’enorme equipaggio. In questa
nuova avventura ci troviamo ben 78
anni dopo rispetto alla serie derivata, nel XXXIV secolo: i protagonisti sono ovviamente cambiati e tra
i posti di comando compaiono più
telefilm central 31
Speciale
figure femminili. Al comando della nuova nave troviamo il capitano
Jean-Luc Picard (Patrick Stewart)
che è più riflessivo del suo predecessore: si potrebbe quasi dire sia
una via di mezzo tra Kirk e Spock.
Gli altri membri dell’equipaggio
sono: il comandante William T.
Riker (Jonathan Frakes); il tenente
comandante Data (Brent Spiner), la
versione androide (e con memoria
universale) di Spock; il tenente Worf
(Michael Dorn), umanoide appartenente ai Klingon, una razza prima
nemica ed ora in pace con i nostri
32
telefilm central
eroi; il tenente Geordi LaForge (LeVar Burton), dotato di un impianto
che gli permette di guardare oltre la
“nostra” dimensione; la psicologa
Deanna Troi (Marina Sirtis), metà
umana e metà betazoide, ha il potere di leggere nel pensiero (utile per
uno psicologo, no?!); la dottoressa
Beverly Crusher (Gates McFadden)
e l’addetto al teletrasporto Miles
O’Brien (Colm Meaney).
Questa nuova “costola” ha un successo più immediato: ben sette stagioni e centosettantotto episodi al
suo attivo. Nel corso del passaggio
televisivo, al cinema continuavano
ad arrivare nuovi film con protagonista il vecchio equipaggio: Star
Trek V – L’ultima frontiera (1989)
e Rotta verso l’ignoto (1991) fino
ad arrivare a Generazioni (1994) in
cui assistiamo al passaggio di consegna del comando dall’equipaggio
di Kirk a quello di Picard. Questo
mentre in tv nasce
una nuova serie,
spin-off di questa,
dal titolo Star Trek
– Deep Space 9.
STAR TREK – Deep
Space 9
Il terzo telefilm
su Star Trek inizia
portandosi dietro i
personaggi di Miles O’Brien, Worf
e Jean-Luc Picard:
è il 1993. Questa
volta, però, al centro
della storia non c’è
una nave spaziale
ma un’intera stazione orbitante intorno
al pianeta Bajor. Il
capitano della stazione è Benjamin
Sisko (Avery Brooks) in conflitto con
Picard, ora comandante. L’equipaggio
è formato da: il primo ufficiale
Kyra Nerys (Nana Visitor); il barman Quark (Armin Shimerman);
il dottor Julian Bashir (El Fadil);
il capo della sicurezza Odo (Rene
Auberjonois), alieno dall’aspetto gelatinoso ed il tenente Jadzia
Dax (Terry Farrell) che è semplicemente l’involucro di un parassita.
In questo nuovo capitolo sembra
che l’attenzione si sposti maggiormente alle relazioni interpersonali
dei componenti dell’equipaggio
rispetto ai presupposti della ricer-
ca di nuovi mondi e nuovi popoli.
Di nuovo sette stagioni e centosettantasei episodi per questa nuova
trasposizione, ma i premi iniziano
a diminuire così come l’interesse del pubblico. Al cinema, però,
continuano a spuntare film: Primo
Contatto (1996), Star Trek – l’insurrezione (1998) e Star Trek – la
Nemesi (2002) con protagonisti i
personaggi di ST – tNG. A soli due
anni di distanza dell’inizio di questa
serie, nasce la quarta costola: Star
Trek – Voyager.
STAR TREK – Voyager
La serie non è considerata in tutto e
per tutto uno spin-off. È, semplicemente, una nuova serie basata
sul
franchise
di Star Trek (in
alcuni episodi
compaiono vecchi personaggi,
attraverso viaggi temporali, ma
niente di più).
L’ e q u i p a g g i o
della nave Voyager si trova
disperso
nell’universo
e
deve affrontare
un lungo viaggio verso casa,
trovandosi
a
settantacinque mila anni luce dalla
Terra. Il capitano della nave (udite
udite!) è una donna: Kathryn Janeway (Kate Mulgrew). L’equipaggio comprende: il primo ufficiale
Chakotay (Robert Beltran); il capo
ingegnere B’Elanna Torres (Roxann Biggs-Dawson), metà umana
e metà klingon; il timoniere Tom
Paris (Robert Duncan McNeill);
l’addetto alla sicurezza Tuvok (Tim
Russ), vulcaniano come Spock; il
cuoco Neelix (Ethan Phillips) innamorato di Kes (Jennifer Lien); il
medico ologramma Robert Picardo;
il guardiamarina Harry Kim (Garret
Wang) e Sette di Nove (Jeri Ryan),
sogno erotico di molti ragazzi.
Questa nuova trasposizione è quella meno premiata ma che, forse, ha
avuto maggiore successo dalle nostre parti: forse per un approccio
più semplice e meno fantascientifico alle storie. Il telefilm, comunque, è composto di centosettantadue
episodi spalmati lungo ancora sette
stagioni. Come per il suo predeces-
sore, nessuna trasposizione cinematografica. Prima della sua conclusione, però, arriva una nuova serie
per il piccolo schermo: Star Trek
– Enterprice.
STAR TREK – Enterprise
Il quinto e (per ora) ultimo telefilm
su Star Trek ci porta alle origine: la
storia è ambientata circa cento anni
prima la serie madre. Il centro di
tutta la storia è l’Enterprice, la prima nave spaziale in grado di superare la barriera della velocità così
da raggiungere nuovi ed inesplorati
mondi. Il primo capitano, quindi, è
Jonathan Archer (Scott Bakula, per
molti l’indimenticabile Sam Baket
di In viaggio nel tempo) in contrasto con la vulcaniana (la prima
razza aliena che i terrestri hanno
incontrato) T’Pol (Jolene Blalock),
sub-comandante. Accanto a loro
troviamo: l’ufficiale medico Phlox
(John Billingsley); il guardiamarina
Joe Mayweather (Anthony Montgomery); il tenente addetto alle armi
Malcom
Reed (Dominic Keating);
l’addetta alle
comunicazioni Hoshi
Sato (Linda
Park) ed il
capo ingegnere Charlie Tucker
(Connor
Trinneer).
Per mancanza di fonti
per pagare
i diritti sul
nome Star
Trek, la serie
è arrivata sugli schermi americani nel 2001 semplicemente con il
titolo Enterprice. Gli scarsi ascolti, però, hanno indotto i produttori
ad aggiungere anche il nome della
serie da cui trae spunto. Anche se i
fan di prima linea non hanno visto
di buon occhio questa nuova trasposizione televisiva della loro amata
telefilm central 33
Speciale
serie, probabilmente è quella fatta
meglio a livello di sceneggiatura di
base. Il successo, però, non è arrivato, così l’ultima costola di Star Trek
si ferma a quota novantotto episodi
e con solo quattro stagioni.
A chi decidesse di guardare questa
saga telefilmica, sembrerebbero
ridicole le tute indossate dai protagonisti, le ambientazioni degli altri
mondi che si capisce lontano un miglio essere cartonati e i trucchi usati
per gli umanoidi extra-terrestri, ma
Star Trek può vantare fan illustri
(Isaac Asimov e Stephen Hawking
34
telefilm central
vi sembrano poco?!), ha generato
più di cento romanzi, una serie a
cartoni animati, una collana di fumetti, un parco a tema a Los Angeles, una mostra itinerante in giro per
il mondo e milioni di appassionati
che litigano tra loro (più o meno
bonariamente) su quale popolazione, citata nelle varie serie, sia la migliore! Un tale successo può essere
spiegato dal fulcro centrale raccontato: l’uguaglianza di tutte le razze.
I vari attori, infatti, arrivano da tutte
le parti della Terra: compaiono uomini e donne afro-americani, nativi
americani e asiatici. Tutto questo
senza mai essere sottolineato in alcun modo.
Dopo cinque serie tv e dieci film per
il cinema, la saga di Star Trek è finita? No! È appena uscito nei cinema
il nuovo film di Star Trek!
STAR TREK – il film
L’undicesimo film di Star Trek è un
re-start, molto “di moda” negli ultimi anni in America in svariate opere.
Alla regia troviamo J.J. Abrams (chi
non lo conosce? Va be’: se vi dico:
“il creatore di Lost”?! Ecco!) che,
con la sua squadra di sceneggiatori,
opera un restyling e va a toccare anche tutte le certezze che lo spettatore ha. La storia ha inizio quando una
nave spaziale capitanata da Nero
(un irriconoscibile Eric Bana) torna nel passato attaccando il primo
equipaggio della Flotta Stellare. Da
questo fatto si “mescolano le carte
in tavola”: il capitano Kirk (che nasce proprio durante l’attacco) non
conosce il padre, morto cercando di
salvare l’equipaggio; Spock entra
subito in conflitto con il capitano ed
assiste alla distruzione del suo ama-
to pianeta Vulcano ed alla perdita
della madre (cosa che nella serie
non è successa); alcuni personaggi
compaiono fin dal primo viaggio
dell’Enterprice mentre nel telefilm
arrivano in stagioni successive;
c’è una storia d’amore tra il dottor
Spock e Uhura mai neanche accennata da nessuna parte. Come pare
ovvio, i personaggi hanno nuovi
volti: James Kirk è interpretato dal
novellino Chris Pine, credibile nel
suo ruolo; davvero bravo a ricreare
il distacco e la razionalità di Spock,
troviamo Zachary Quinto (il Sylar
di Heroes); Karl Urban
per il dottor McCoy; Simon Pegg nei panni di
Scotty; Anton Yelchin in
quelli di Pavel Chekov;
John Cho ha il compito
di interpretare Sulu mentre Zoe Saldana quello
di Uhura. Abrams gioca
con i viaggi del tempo
(deve averci preso gusto
dopo Lost) e ci mostra
una specie di realtà alternativa della serie classica
di Star Trek. Qualcuno
(probabilmente ha ragione) potrebbe dire che ha
imbrogliato, ma il risultato non è da buttar via.
Guardando quest’opera
da una prospettiva critica, si può dire che è sicuramente un ottimo film
che mischia una buona
sceneggiatura (anche se
con alcune piccolissime
pecche) ad una magistrale regia; effetti speciali
di ultima generazione
ed attori ad alto livello.
Quello che, però, si può
notare fin da subito è la
non completa aderenza con la storia
originale di Star Trek e, forse, non
si è pienamente riusciti a centrare
quello che la serie tv voleva raccontare: l’unione dei popoli.
Il successo auspicato dai produttori c’è stato e J.J. Abrams è riuscito a riportare in auge il mito di
Star Trek: si parla già di un seguito
(probabilmente ancora diretto da
Abrams) ed una nuovo serie per la
tv. Siamo tutti pronti, quindi, a tornale “là, dove nessun uomo era mai
giunto prima”!
telefilm central 35
I
Personaggi del mese
Elizabeth
Mitchell
di Micaela Motta
36
telefilm central
genitori di Elizabeth, subito
dopo la sua nascita, si sono
trasferiti a Dallas. Fin da piccola ha sempre sognato di diventare un’attrice e all’età di 7 anni
ha iniziato a recitare presso il Dallas
Theater Center dove ha interpretato
Alice in Alice in the Looking Glass.
Dopo essersi diplomata presso il liceo Booker T. Washington per le arti
e il teatro ha continuato a studiare
teatro presso il Stephens College.
In seguito ha studiato approfonditamente Shakespeare presso l’accademia americana britannica a Londra
dove ha potuto interpretare Rosaline nella commedia As you like it.
Una volta tornata negli Stati Uniti Elizabeth ha ricevuto la prima
proposta ed ha accettato il ruolo
di Dinah-Lee Mayberry nella soap
Loving (Quando si ama). Ma l’educazione ricevuta presso le scuole
di Londra le fece prendere il ruolo
seriamente e le sue continue richieste di modificare la sceneggiatura
le causarono il licenziamento. Ma
Elizabeth non si fece scoraggiare
e poco dopo era tornata in teatro
interpretando Three Tall Women.
Altri piccoli ruoli in serie TV sono
stati quelli in Sentinel e in J.A.G.
La critica iniziò a notarla grazie alla
sua performance in Gia al fianco di
Angelina Jolie dove interpretava
Linda, l’amante di Gia, una delle
prime top model morte di AIDS.
Dopo aver partecipato con piccoli
ruoli in episodi di serie come Time
of Your Life (Cenerentola a New
York), lo spin-off di Party of Five,
Elizabeth ricevette la parte da protagonista per il film televisivo della
NBC The Linda McCartney Story,
in cui recitava nei panni di Linda,
una fotografa prossima al matri-
Scheda
monio che lotta contro il
cancro.
Nome
Nel 2000 le venne offer: Eliza
ta una piccola parte nel
beth M
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medical drama E.R. dove
Data
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avrebbe dovuto interprecita: 2
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(Frequency - Il futuro è
il 4 dic
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in ascolto), Nurse Bet2005
ty (Betty Love) e alcune
guest star in show come
Spin City nel 2001, CSI
(CSI: Scena del crimicritica ma anche dal grande pubbline) nel 2003 e nel 2004 Everwood, co guadagnandosi anche una nomiBoston Legal e House, registrò nel nation nel 2007 ai Saturn Award
2004 l’episodio pilota per una nuo- come miglior attrice non protagoniva serie per la ABC chiamata Gra- sta per un serial televisivo.
mercy Park che raccontava le vite
di alcune donne ricche di Manhattan ma lo show non venne mai scelto dai produttori.
Nel giugno del 2004 Elizabeth convola a nozze con il fidanzato Chris
Soldevilla e l’anno seguente nasce
il loro primogenito Christopher. Una
volta terminata la gravidanza
Elizabeth torna a dedicarsi al
lavoro ma l’ennesimo pilota
girato, intitolato Haskett’s
Chance, non viene scelto dai
network per essere proposto al
pubblico finale.
Nel 2006 accetterà però il ruolo
che le cambierà la vita. Si tratta
del personaggio di Juliet Burke
nel telefilm di grande successo
Lost che le ha permesso di essere nuovamente notata dalla
telefilm central 37
Personaggi del mese
attenzione
spoiler!
Juliet Burke
Prima dell’isola
Juliet Burke, dopo aver conseguito una laurea in biologia e un
dottorato, lavora con il marito,
Edmind Burke, al Laboratorio di Ricerca Medica della Miami Central
University. Nel frattempo, e in segreto, Juliet amministra un trattamento sperimentale sulla sorella,
Rachel, che non può avere figli in
seguito ad un trattamento di chemioterapia.
Sarà il “Dott. Alpert” a presentare a Juliet la proposta di diventare il capo di un team di specialisti
con fondi indipendenti e libertà
di ricerca. Juliet è intrigata ma sa
benissimo che il marito non la lascerebbe mai andare via. In seguito Edmund rimarrà vittima di uno
strano incidente e Juliet sarà così
libera di accettare l’offerta, spinta
anche dai successi avuto con la
sorella, incredibilmente rimasta incinta e rassicurata dal fatto che sarà
di ritorno per il parto della sorella.
La vita con gli Altri
Juliet si dedica alla ricerca anche
sull’isola, tentando di capire come
mai nessuna donna riesca a portare a termine una gravidanza
iniziata sull’isola ma rimane sempre più delusa per le continue perdite di pazienti. Juliet decide allora
di tornare a casa per assistere la so-
38
telefilm central
rella durante la gravidanza ma Ben
(il capo) la informa che a Rachel è
tornato il cancro, e le mostra delle
radiografie, e che morirà ben prima del parto. Juliet è infuriata per
non essere stata avvisata prima e
Ben per farla restare le promette
che chiederà a Jacob di curare la
sorella. (“Una di noi” ep. 3.16)
Sull’isola Juliet inizia una relazione
con Goodwin, già spostato con la
psicologa dell’isola Harper, creando una gelosia da parte di Ben. Un
giorno, tre anni dopo il suo arrivo
sull’isola, Juliet dice a Goodwin
che il giorno seguente saranno tre
anni dal suo arrivo sull’Isola. Proprio in quel momento Juliet riceve
delle radiografie e scopre che Ben
ha un tumore. Juliet è arrabbiata perché crede che Ben le abbia
mentito sulla sorella mostrandole i
suoi raggi x e lo implora di lasciarla
tornare a casa, ma lui rifiuta. (“Una
di noi” ep. 3.16)
Dopo la caduta del volo
Oceanic 815
Al momento della caduta, Juliet
si trova con Altri ad un
incontro del Club del
Libro. Ben la porta alla
stazione Fiamma per
farle vedere l’accaduto
sulle televisioni e mostrarle così delle immagini in diretta in cui si
vede Rachel che gioca
con suo figlio Julian
dimostrandole di non
averle mai mentito.
Qualche tempo dopo,
Juliet legge un file di Ben in cui
sono contenute delle informazioni
riguardo a Jack , un chirurgo spinale, che si trovava sul volo Ocea-
nic 815 e nasce da qui l’idea di far
operare Ben da questo chirurgo.
Juliet conosce ufficialmente Jack
69 giorni dopo la caduta del volo
mentre lui si trova prigioniero nella stazione Idra. Tra i due sembra
che stia nascendo una relazione
e Jack cerca di portare Juliet dalla
sua parte. Durante un’operazione
urgente, Jack vede appese le lastre di Ben e capisce il vero motivo per cui è stato catturato. Prima
dell’operazione Juliet chiederà
a Jack di uccidere Ben durante
l’operazione dicendogli quanto sia
pericoloso.
Questo tradimento causa a Juliet
una prigionia e solo grazie all’aiuto
di Jack le viene risparmiata la vita.
Jack e Juliet sono liberi di tornare
a casa ma pochi minuti prima della loro partenza Locke distrugge il
sottomarino che avrebbero dovuto
usare con dell’esplosivo C-4. Dopo
l’esplosione, Juliet viene mandata da Ben all’accampamento dei
superstiti e finge di essere stata
emarginata dagli Altri. Durante
il suo primo giorno alla spiaggia
Claire si ammala e Juliet afferma di
poterla aiutare somministrandole
una medicina da lei ideata ma tutto questo fa parte del piano di Ben
telefilm central 39
Personaggi del mese
per aiutarla a guadagnare la fiducia degli sopravvissuti.
Sun chiede aiuto a Juliet per sapere se anche la sua gravidanza è a
rischio e dopo un’ecografia presso
la stazione Caduceo le rivela che il
figlio è effettivamente di Jin perché è stato concepito sull’isola e
proprio per questo è a rischio.
Sawyer scopre che Juliet sta lavorando per gli Altri e la smaschera
davanti a tutti ma Jack la protegge
affermando di essere sempre stato
a conoscenza della cosa. Una volta
a conoscenza dei piani degli Altri
di rapire tutte le donne incinte tra i
sopravvissuti e di uccidere gli altri,
i superstiti decidono di sorprenderli attaccandoli in un piccolo
gruppo mentre la maggior parte si
dirige alla torre radio. Ma qualcosa va storto e dopo poco Sawyer,
Juliet e Sayid tornano alla spiaggia
per andare in soccorso al piccolo
gruppo che si trovava in difficoltà
permettendo così a Juliet di dimostrare la sua lealtà verso i sopravvissuti. (“L’economista” ep. 4.03)
All’arrivo della nave cargo, su cui
si trovano Charlotte, Miles e Daniel, il pilota del loro elicottero si
ferisce e viene curato proprio da
Juliet. Frank, questo è il nome del
pilota, scopre che la donna non
era sulla lista passeggeri e inizia
a domandarle dove si trova “lui”
mostrandole una foto di Ben.
(“Morte accertata” ep. 4.02)
Durante una spedizione per cercare Charlotte e Daniel, misteriosamente spariti, Juliet viene contat-
40
telefilm central
tata da Harper che le dà ordini da
parte di Ben. Juliet deve impedire
ai due di raggiungere la Tempesta
dove intendono liberare un gas per
uccidere tutte le persone presenti
sull’isola. Ma una volta raggiunti i
due, Daniel afferma il contrario dicendo di voler disattivare il gas e
raccontano di come Ben lo avesse
già usato in passato. Dopo un primo momento di sfiducia Juliet gli
lascia completare l’operazione salvando tutti.
Superata questa crisi Juliet confida a Jack di avere paura che Ben
possa sconfiggere i nuovi arrivati
e che se così fosse lui dovrà starle
il più lontano possibile perché la
gelosia di Ben nei suoi confronti
potrebbe creare dei problemi soprattutto visto quello che lei prova
per il dottore sopravvissuto. Jack
dopo averla ascoltata la bacia e le
dice che Ben sa benissimo dove
trovarlo. (“L’altra donna” ep. 4.06)
La vita con la Dharma Initiative
Juliet fa parte del gruppo che rimane sull’isola alla fine della quarta
stagione assieme a Sawyer, con cui
si ritrova insieme in spiaggia nel
momento in cui Ben muove l’isola.
Spaesati il gruppo cerca un motivo
plausibile alla sparizione prima del
campo sulla spiaggia e poi della
stazione Cigno e la spiegazione di
Daniel Faraday è ancora più sconvolgente: viaggi nel tempo. Dopo
diversi cambiamenti temporali anche Juliet inizia ad avere perdite
di sangue dal naso, come Charlotte. I salti temporali diventano sempre più frequenti e Charlotte viene
lasciata indietro, assieme a Daniel,
dopo l’ennesimo svenimento.
Al loro ritorno Daniel è solo e afferma che all’ultimo salto temporale Charlotte non ha viaggiato
con loro perché morta. Durante il
viaggio di ritorno alla spiaggia il
gruppo incontra una donna degli
Altri in difficoltà e, dopo averla salvata, questa li inganna facendogli
perdere i sensi durante l’attraversamento della barriera sonica. Il
gruppo viene quindi preso dalla
Dharma Initiative. Grazie a degli
accordi con Horace il gruppo inizia
a lavorare alla Dharma e resteranno li per tre anni, fino a quando i
sopravvissuti che erano sull’elicottero che aveva abbandonato l’isola
prima dei salti temporali ritornano
convinti di doverli salvare. Durante
questi tre anni Sawyer e Juliet si
sono innamorati ma una mattina
una chiamata di Jin lo avvisa che
Hurley, Jack e Kate sono tornati.
(“LaFleur” ep. 5.08)
Siamo nel 1977 e Ben è ancora un
ragazzino ma questo non impedi-
sce a Sayid di sparargli per ucciderlo. Dopo aver tentato inutilmente
di salvarlo, Juliet spediasce Kate
e Sawyer a portarlo dagli Altri, gli
unici in grado di salvarlo. (“Whatever Happened, Happened” ep.
5.11) Phil, che fa parte della sicurezza, vede però il filmato in cui
vengono ripresi Kate e Sawyer nella giungla e va a chiedere spiegazioni proprio a Sawyer che, non sapendo come difendersi, gli da un
cazzotto facendogli perdere i sensi.
La situazione precipita e sono costretti ad andarsene dalla Dharma
Initiative ma Sawyer e Juliet rimangono indietro e vengono catturati da Radzinsky che li porta in
una stanza della sicurezza dove inizia a interrogarli. Dopo che Sawyer
ha disegnato una mappa per trovare gli Ostili, Radzinsky accetta di
farli salire sul primo sottomarino
in partenza. Una volta li vengono
ammanettati
ad un
tavolo e
vengono raggiunti
b e n
presto
da Kate.
(“Follow the
L e a der” ep.
5.15)
Nel sottormarino, Kate informa
Juliet e Sawyer che Jack vuole far
esplodere una bomba che ucciderà tutti quelli sull’Isola e prova
a convincere Sawyer a tornare indietro e fermare Jack. Sawyer si
rifiuta ma inaspettatamente Juliet
si schiera dalla parte di Kate e
dopo aver attaccato un membro
del sottomarino riescono a tornare
sull’isola.
Durante la battaglia tra la Dharma
Initiative e il gruppo dei Losties
per fermare i lavori alla futura stazione Cigno, Juliet viene avvolta
da una catena di metallo e, a causa
della forza di elettromagnetismo
emanata dalla buca, viene attratta
verso di essa. Sawyer e Kate cercano in tutti i modi di aiutarla ma
quando Juliet capisce che non ci
sono possibilità urla a Sawyer il
suo addio dicendogli che lo ama
e lascia così la sua mano, precipitando nel vuoto.
Ma la caduta non è sufficiente a
uccidere Juliet, che si risveglia viva
e da sola sul fondo della buca, gravemente ferita con al suo fianco la
bomba inesplosa. Decide quindi
di sacrificarsi definitivamente
prendendo a sassate la bomba
che, dopo otto colpi, viene detonata e un flash bianco invade
tutto, lasciando il dubbio sul suo
destino, e su quello di tutti gli altri
sull’Isola. (“The Incident, Parts 1 &
2” ep. 5.16 e 5.17)
telefilm central 41
J
Personaggi del mese
Joshua
Carter
Jackson
di Micaela Motta
42
telefilm central
oshua Carter Jackson nasce a
Vancouver l’11 giugno 1978
ma vive, fino agli otto anni,
in California. Quando i suoi
genitori decidono di separarsi, la
madre Fiona Jackson decide di far
adottare a Joshua e alla sorella il
suo cognome da nubile Jackson,
eliminando il cognome del loro padre ovvero Carter. La donna con i
due figli si trasferisce a Seattle dove
rimane per alcuni anni ovvero fino a
quando non deciderà di ristabilirsi a
Vancouver.
La carriera di Josh inizialmente è
composta da semplici partecipazioni in spot pubblicitari ma il primo momento di svolta avviene con
l’ottenimento della parte di Charlie Conway nella trilogia della Disney The Mighty Ducks all’età di
14 anni.
Si vocifera che
Joshua sia riuscito a “soffiare”
la parte a Jake
Gyllenhaal che
riaffronterà in
seguito per la
parte di Batman in Batman Begins
(parte assegnata a Christian Bale).
La
serie
in
Italia
esce con i
seguenti titoli:
Stoffa da
campioni, Piccoli grandi
eroi, Ducks: una squadra a tutto
ghiaccio.
Ma il vero successo arriva con Dawson’s Creek e il ruolo dell’amabile
fannullone Pacey Witter. DC, come
viene affettuosamente chiamato dai
fan, andò in onda sull’ormai defunto network WB dal 1998 al 2003
ottenendo un gran seguito di fan.
Durante le riprese l’intero cast si
trasferisce a Wilmington, cittadina
che presta i luoghi al fittizio Capeside, ed è proprio in questo periodo
che Joshua e Katie Holmes hanno
una relazione in seguito finita ma
che li ha legati molto l’uno all’altro
a tal punto che, anche anni dopo la
fine del telefilm, i due continuano a
mantenere una bella amicizia.
Nei periodi di pausa delle riprese
del telefilm Josh appare in numerosi film come The Skulls, The Safety
of Objects, The Laramie Project ed
è visibile in un breve cameo nelle
parti di se stesso in Ocean’s Eleven
mentre gioca una partita a poker con
altre giovani star. Joshua partecipa
anche ad un episodio dei Simpson
durante la dodicesima stagione donando la sua voce a Jesse Grass, un
ambientalista che attira l’attenzione
di Lisa Simpson.
Concluso il felice periodo di Dawson’s Creek, Joshua Jackson si sposta a Londra dove si dedica al teatro
ricevendo ottime critiche e un buon
successo al botteghino. Josh ha ammesso di avere voglia di rimettersi
alla prova con il teatro e ha dichiarato di desiderare una parte in uno
spettacolo di Broadway.
Dopo sei anni di assenza dal mondo
telefilmico Josh è tornato quest’anno con il ruolo di Peter Bishop nel
nuovo telefilm di J.J.Abrams intitolato Fringe, serie nuova di maggior
successo della stagione che promette di aiutare i fan di Lost (altro telefilm di J.J. Abrams) a superare la
fine del loro amato telefilm visto che
la prossima sarà l’ultima stagione.
Pacey Witter
Pacey J. Witter è il figlio del capo
della polizia di Capeside e ha diversi fratelli tra cui il poliziotto Doug e
le sorelle Gretchen e Carrie. Un’infanzia difficile, soprattutto a causa
di un brutto rapporto col padre, lo
hanno
portato ad
e s s e re
u n a
perso na schiva che
difficilmente
mostra
i propri
sentimenti
in pubblico
prefe rendo
utilizz a r e
l’umorismo e il sarcasmo per sviare
l’attenzione.
A scuola Pacey ha sempre avuto
dei problemi e per questo viene
considerato dalla sua famiglia la
“grande delusione” e viene spesso
chiamato “perdente” da entrambi i
genitori, cosa che ha ovviamente
contribuito ad diminuire ulteriormente la sua autostima.
In suo soccorso arrivano gli amici di sempre: Dawson Leery, che
sogna di diventare un regista di
successo, e Joey Potter, la ragazza
che i due amici per la pelle finiranno per contendersi nel corso del
telefilm. In fatto di amore, Pacey
telefilm central 43
Personaggi del mese
44
telefilm central
è uno che non si tira mai indietro
rischiando, a volte, di mettersi in
situazioni imbarazzanti o alquanto
difficili.
Il suo primo rapporto è infatti con
la professoressa
di letteratura
inglese
Ta m a r a
Jacobs
(stagione
1) e verrà
casualmente
ripreso
dalla telecamera
dell’amico Dawson. Ma
l’amore
arriva con
Andie
McPhee
(stagione 2) che
riuscirà a
infondere
a Pacey
un po’ di
fiducia in
se stesso
e a farlo
innamo rare veramente
per la prima volta.
La storia
tra i due
ha però
delle forte complicazioni
quando Andie, in seguito a delle strane visioni, scopre di avere
problemi psicologici causati dalla
prematura morte del fratello Tim
che la costringono a sottoporsi a
delle cure particolari in un centro.
Una volta uscita il loro rapporto
non sarà più lo stesso. Andie infatti confessa a Pacey un tradimento
avvenuto durante la sua reclusione.
Pacey si dedica quindi all’amicizia
e promette a Dawson di stare vicino a Joey
(stagione
3) e col
passare del
tempo è
chiaro che
i suoi sentimenti per
la ragazza
stanno diventando
qualcosa
di più che
una semplice amicizia. Ma
affrontare
ques t i
sent i menti è
d i f ficile
perché
Pacey
non è
sicuro
dei
sentimenti di Joey
ma soprattutto ha paura della reazione che potrebbe avere Dawson.
Col passare del tempo Pacey non
riesce più a nasconde i suoi sentimenti e decide di affrontare Joey
che, dopo un primo rifiuto, si rende conto di provare lo stesso sentimento. I due cercano di tenere
nascosta la loro relazione agli amici e soprattutto a Dawson ma inevitabilmente il segreto non dura a
lungo. L’amore che li lega è molto
forte e la loro storia durerà fino alla
fine della quarta stagione, anche
se non definitivamente. Ma il rapporto con Joey è, assieme a quello
con Andie, uno di quei rapporto che segna il futuro di
Pacey.
Pacey dopo il liceo decide
di lavorare su una barca e
in seguito diventerà aiuto
cuoco al Civilization di Boston, dove gli altri ragazzi
di Dawson’s Creek stanno
frequentando il college.
Grazie al padre di Audrey,
compagna di stanza di Joey
e attuale ragazza di Pacey
(stagione 6), trova lavoro
in uno studio di broker che
cambierà completamente il
suo modo d’essere e proprio
per questo Audrey deciderà
di porre fine alla loro storia.
Nell’episodio finale troviamo
un Pacey 25enne diventato
proprietario del nuovo Ice
House (il vecchio ristorante
della famiglia Potter che aveva preso fuoco) che confessa
a Joey di non averla mai dimenticata in tutti questi anni
e di ricordarla sempre con
affetto.. Negli ultimi istanti Pacey
e Joey, nella loro nuova casa, ricevono una telefonata di Dawson
da L.A. ed è chiaro che i due non
sono più solo dei semplici amici.
Peter Bishop
Peter Bishop è il figlio di Walter
Bishop, scienziato che ha dedicato
la sua vita alla fringe science ovvero
a quella scienza che cerca di trovare una logica in avvenimenti altrimenti inspiegabili per le normali
regole della natura. Peter ha abbandonato la scuola nonostante
abbia un quoziente d’intelligenza pari a 190. E’ un nomade per
natura che
non è mai
riuscito a
mantenere
un lavoro per più
di due mesi e con debiti
a causa della passione per il gioco
d’azzardo.
Peter riesce anche a farsi pubblicare alcuni testi grazie ad una laurea
falsa all’MIT, ma viene in seguito
scoperto. Olivia Dunham, agente
FBI che necessità del suo aiuto, lo
incontra per la prima volta a Baghdad mentre sta organizzando
un affare particolare. Peter inizialmente non vuole collaborare con
la donna poiché, essendo arrestato più volte in passato,
“
You may think you know
what he’s capable of, but you have
no idea what I’m capable of.
è convinto che potrebbe
tutto ritorcersi contro di lui. Invece
Olivia ha bisogno di Peter per far
uscire Walter da un istituto mentale e in seguito sarà anche utile per
telefilm central 45
Homevideo
Personaggi del mese
far tornare il padre alla realtà o per
tradurre il suo linguaggio fin troppo tecnico.
Da bambino Peter stava
viaggiando in macchiattenzione
na con il padre Walter
!
spoiler
per arrivare in tempo a casa per la cena
del Ringraziamento.
La macchina scivola bruscamente
e viene sballottata fino a ritrovarsi al centro di un lago gelato che
si rompe facendo affondare la
macchina. Walter e Peter, oramai
sconsolati, vengono salvati da un
Osservatore verso il quale Walter
è in debito.
Walter ricorda a Peter (episodio
1.10 Safe) di quando si era ammalato di un rarissimo morbo. Durante la ricerca di una cura Walter viene a conoscenza del fisico svizzero
Dott. Alfred Gross, l’unico uomo
che aveva curato un caso simile.
Ma il dott. Gross era sfortunatamente morto nel 1936. Walter decide quindi di inventare un dispositivo che gli permetta di tornare
indietro nel tempo e riportare in
vita il dott. Gross. Durante quest’episodio Walter dice però di non
aver utilizzato il dispositivo poiché
Peter era guarito da solo.
Da questo punto in poi la vita di Peter è confusa. Secondo alcune teorie Peter sarebbe effettivamente
morto nel 1985 (si vede infatti la
sua tomba nell’episodio 1.20 There’s More Than One of Everything)
e Walter, dopo aver scoperto, as-
46
telefilm central
ite
Le ultime usc
03 Giugno
TERMINATOR - TSCC stagione 1
Box: 3 dvd
Video: 1.78:1 Anamorfico
Durata: 368’
Distribuzione: Warner Bros
Extra: Commenti del produttore esecutivo Josh Friedman, del cast e della troupe;
Creating The Chronicles: il making of in 3
parti; 2 versioni dell’episodio 7; Provini;
Scene inedite; Sequenze dallo storyboard;
Le prove di ballo di Summer Glau; Gag.
sieme al collega Bell, un modo per
visitare delle realtà alternative, ne
avrebbe visitata una per riportare
con sé il duplicato del figlio nella
sua realtà.
Si sa per certo, invece, che quando
Walter Bishop fu rinchiuso in un istituto mentale, Peter si trasferì ad Allston con la madre poiché non poteva permettersi di pagare il mutuo
della casa del padre a Cambridge.
Ma una domanda è rimasta aperta anche dopo il finale di stagione:
perché ci sono così tanti fatti di
cui Peter non ha memoria?
Curiosità
• Joshua ha cittadinanza sia americana
sia canadese.
• Aveva un cane,
Shumba, a cui era molto
legato, che morì nel luglio 2006.
• I suoi nonni erano cantanti d’opera a
Dublino, in Irlanda.
• Ha una sorella, Aisleagh Jackson, e
due fratellastri, Jonathan e Lyman, dal
primo matrimonio di suo padre.
• Suona l’armonica nel tempo libero.
• Soffre d’asma.
• Dal 2008 vive a New York con la fidanzata Diane Kruger.
JERICHO stagione 2
Box: 2 dvd
Video: 1.78:1 Anamorfico
Durata: 292’
Distribuzione: Paramount
Extra: Ricostruzione di Jericho; Le Noccioline; Scene Inedite; A Ferro e Fuoco: Finale
alternativo non mandato in onda.
TUTTI PAZZI PER AMORE
09 Giugno
AI CONFINI DELLA REALTà, stagione 3 vol. 1
JERICHO, stagione 2
10 Giugno
H2O, stagione 2
RIS DELITTI IMPERFETTI, stagione 5
23 Giugno
C.S.I. NEW YORK, stagione 3 vol. 1
SMALLVILLE, stagione 7
TERMINATOR - THE SARAH CONNOR CHRONICLES, stagione 1
GUERRE FRA GALASSIE
22 Luglio
C.S.I. MIAMI, stagione 4 vol. 1
telefilm central 47
Z
I nterviste
achary Quinto
Rimanendo in tema Star Trek - J. J. Abrams, vi
proponiamo un estratto dell’intervista rilasciata da Zachary Quinto, noto ai più per
aver prestato il volto al villain d’eccezione
di Heroes, Sylar, e recentemente indossato i panni (e le orecchie a punta) di Spock.
L’intervista ompleta è disponibile in inglese su Buzzine.com e presto su Telefilm-Central.org in italiano.
48
telefilm central
Quella
di
Spock è stata una parte
che desideravi di persona e per
cui hai lottato? Sapevi che stavano cercando qualcuno e sei
andato all’audizione?
Beh sì. Ero in tour promozionale per Heroes quando scoprii che
avrebbero fatto un nuovo film su
Star Trek, così in una delle mie prime interviste con la testata locale della mia città, il giornalista mi
chiese se vi fossero altri ruoli a cui
ero interessato oltre Sylar, al che
risposi “Beh, è strano che tu me lo
chieda. Ho appena scoperto che
faranno un film su Star Trek e mi
piacerebbe in-
di Valentina Colombo
terpretare Spock.” Quell’intervista
è stata in un certo senso etichettata a tal punto che tutte le interviste
successive che ho fatto per Heroes,
ad un certo punto finivano con
“Sappiamo che Spock è il ruolo
dei tuoi sogni” ed io rispondevo sempre di sì. Pertanto, quando era giunto il
momento effettivo per il
casting, la produzione
era a conoscenza di
quelle interviste, e
siamo stati in grado di mandare
dei piccoli
pac-
chetti stampa che le includessero.
Tutto ciò ha reso più semplice la situazione. Fui la prima persona che
videro per Spock, e credo che sia
proprio andata bene.
Ovviamente preusmo che conoscessi il personaggio piuttosto bene. Quindi, che cosa hai
portato personalmente al
ruolo? Il tuo backround,
conoscenze particolari..? Naturalmente
riprenderai la parte di Spock in un
modo inedito, ma
hai aggiunto qualcosa che appartiene
al tuo bagaglio personale di esperienze?
Beh, credo che ogni
attore porti con sè il
suo “ba-
telefilm central 49
I nterviste
gaglio”, in fondo è questo ciò con
cui lavoriamo: le nostre credenze e i nostri punti di riferimento,
quindi sì. Penso di aver conferito
al mio personaggio una più completa comprensione di cosa significhi dividersi tra cuore e ragione.
E’ qualcosa a cui posso facilmente
relazionarmi, per il resto credo che
sia già tutto incluso nella sceneggiatura incredibile di Bob (Roberto
Orci, ndr) e Alex (Kurtzman). Come
attore, tutte le risposte dovrebbero essere nello script, quindi ho
trascorso molto tempo impegnato
nella sceneggiatura e nel comprendere fino in fondo a che punto era
il personaggio mentre affrontavamo questo tipo di viaggio.
So che hai incontrato Leonard
Nimoy. Come è stato?
Io e Leonard siamo diventati buoni amici grazie a questo film, è un
uomo incredibile. Provo un immenso rispetto e affinità nei suoi
confronti, e spesso penso che se
potessi vivere la metà della vita che
ha vissuto lui quando avrò la sua
età, sarò profondamente soddisfatto. Ha uno spirito formidabile.
Si è evoluto così spesso negli anni,
nonostante abbia dovuto affrontare un certo tipo di restrizioni come
attore a causa dell’associazione col
suo ruolo più famoso, ed è notevole vedere come non è rimasto intrappolato nel suo personaggio. Si
è semplicemente rinnovato come
regista, scrittore, fotografo e collezionista d’arte, e il risultato è una
50
telefilm central
vita meravigliosa.
Vi
sono
numerose
lezioni per
me in tutto
questo. Sono
convinto che
più lasci andare le tue
aspettative e
più aperto sei
con ciò che la
vita ti offre, più
felice sarai.
In effetti Sylar
è il ruolo che
più potrebbe limitarti, rispetto
a Spock, perchè
è quello con cui sei emerso al
grande pubblico.
Beh sì, in un certo senso. Il fatto è,
qualunque cosa io decida di fare
in futuro, credo che non dovrebbe
includere green screen, raggi laser
o superpoteri. Mi piacerebbe molto vedere cosa significa lavorare in
un progetto su persone reali alle
prese con situazioni reali, in cui
possiamo tutti identificarci più facilmente piuttosto che deformare
il fattore di velocità 3 al sistema di
lancio.
Com’è lavorare con J.J.? E’ sicuramente una figura eccezionale
negli ultimi anni. Come ti sei trovato?
Ero in profonda ammirazione. Per
me è piuttosto incomprensibile
come qualcuno così affermato e
dotato di talento sia contemporaneamente così affabile e coi piedi
per terra e presente. E’ responsabile
nei
confronti di molte persone coinvolte in altrettanti
progetti e nonostante questo, ciò
che si trova di
fronte a lui ha il
110% della sua
attenzione, ed è
così abile nel comunicare
ciò che vuole ottenere, e il modo
in cui vede le cose..lo rispetto moltissimo ed ho avuto modo di apprezzarlo realmente durante tutto
il processo di realizzazione del film.
In mani differenti sono sicuro che il
film avrebbe preso direzioni molto
diverse, molte delle quali non sarebbero state altrettanto efficaci.
La cosa importante per J.J. era ciò
che si riusciva ad ottenere entro
quella giornata, la dinamica tra
lui e chiunque fosse nella scena, e
questo non è mai cambiato.
http://www.buzzine.com/2009/05/zachary-quintointerview/
telefilm central 51
I nterviste
quel piccolo genio
Perchè pensi che tutto
questo universo di Star
Trek esista ancora oggi,
quando molti dei temi che
avevano reso la serie così
speciale, come la Guerra
Fredda e il movimento
per i Diritti Civili, risultano ormai datati?
Beh, prima di tutto ora che il timore dell’Unione Sovietica se ne è andato vi sono altre paure che hanno
preso il suo posto. Il movimento
per i Diritti Civili non sarà allo stesso punto di dov’era negli anni ‘60,
ma ha ancora
una lunga strada davanti a sè. Avrei da sottolineare sul senso di ottimismo racchiuso
in Star Trek, che non si svolge mol-
52
telefilm central
to tempo fa in una galassia lontana
lontana, ma nel futuro, sicuramente fantastico, ma una visione del
nostro futuro in cui prosperiamo
insieme, tra culture e pianeti diversi. Vi è un ottimismo necessario in
tempi di crisi. L’eco-
nomia è
quella che è, e vi sono timori ed
incertezze. Questo può essere un
motivo. L’altra ragione è che c’è un
grossa casa di produzione che detiene i diritti. Cinicamente vogliono
sfruttare questo franchise. Il segreto è non fare un film solo per il gusto di farlo, quello potrebbe essere
la norma dei proprietari del copyright, ma i cineasti vogliono fare film
perchè ci tengono e perchè questa
è la loro passione. Ho incontrato
Chris Nolan prima che girasse
Batman, e quel tizio aveva una
visione. Lui adora Batman, aveva già in mente come sarebbe
stato. Ed è chiaro nel film che
quella visione ha preso vita, è
una finestra più dark sul nostro mondo, ma è stato bello
vedere qualcuno farlo perchè
sono sicuro che la WB stava
già dicendo di aver bisogno
di un altro film su Batman,
che poi si è associata con
un regista a cui interessava
moltissimo il progetto e
l’ha fatto funzionare.
Sei d’accordo nell’affermare che questo è un
periodo senz’altro migliore per un film di Star
Trek rispetto agli anni ‘80 e ‘90?
Dipende da quale film su Star Trek
sarebbe stato realizzato in quegli
anni. La serie esiste da così tanto
tempo in diverse versioni (alcune
hanno avuto più successo di altre).
J.J.
abrams
di Valentina Colombo
telefilm central 53
I nterviste
Il bello di tutto questo è che si può
adattare e diventare un’allegoria
per ciscuna epoca. Ma per me Star
Trek è sempre stato sinonimo di
Kirk e Spock. So bene che vi sono
grandi fans di The Next Generation
e delle altre serie, ma per me è
sempre stato Kirk e Spock, mentre
negli altri spin-off non è mai stato
chiaro quale fosse il denominatore comune. Questo film si collega
bene a ciò che [Gene] Rodenberry
fece sin dall’inizio, e lo fa ricorrendo ad un ritmo più serrato e colmo
di effetti visivi che non erano possibili allora.
Hai creato numerose serie TV
strepitose. Ho avuto la fortuna di incontrare Chris Carter lo
scorso anno, e il tuo nome è stato presto nominato e lui disse
di fare attenzione ai diritti che
possiedi. Ha consigliato di mantenere i tuoi diritti creativi di tua
proprietà.
E’ incredibilmente difficile far parte del sistema pur non essendo
parte di quel sistema che detiene
i diritti di ciò che tu hai creato. Vi
è una certa protezione nei tuoi riguardi, ma ad un certo punto se
c’è qualcosa che vuoi che sia solo
tua, il che è sempre più possibile
data tutta questa tecnologia oggigiorno, lo puoi fare. Al momento
mi sento molto fortunato nel fare
quello che sto facendo con le persone con cui ho lavorato.
Come riesci a gestire tutti i pro-
54
telefilm central
getti con cui
ti destreggi
contemporaneamente?
Fino a che
punto
sei
coinvolto in
essi, come
ad esempio
in Lost?
Non
sono
più coinvolto in Lost ora.
Il mio socio,
Damon Lindelof, che ha
prodotto Star
Trek e creato
Lost con me,
si occupa della serie ora.
Ogni
volta
che qualcuno
mi dice “Adoro quell’episodio di Lost in
cui..” io rispondo sempre “Ti ringrazio da parte di
Damon.” Lui è grandioso. Tempo fa
stavamo lavorando su Cloverfield
e la sua
preproduzione,
e contempo raneamente
scrive n d o
Fringe
e imp e gnati
nella
pre produ-
E’ più la soddisfazione che ottieni
dopo esserti completamente dedicato per molto tempo ad una storia o ad un personaggio. La regia è
quello che amo fare in reltà, e scrivere è il passo necessario da compiere per poter gridare “Azione!”
http://www.buzzine.com/2009/05/jj-abrams-interview/
Curiosità
zione di Star Trek. Lavoro con
persone eccezionali con cui ho un
bel rapporto. Con Alex (Kurtzman)
e Bob (Roberto Orci) avevo lavorato in Alias, e insieme abbiamo poi
fatto Mission Impossible. Il tizio che
ora si occupa di Fringe è Jeff Pinkner con cui lavorai per Alias e Lost.
Non faccio tutto io. Bryan Burk, il
mio socio nella produzione, era
presente mentre giravano Fringe
quando io stavo girando Star Trek.
Di solito quando metto i miei figli a
nanna, lavoro per altre cinque ore
la notte. [Ride]
Quando ti sei reso conto di essere
bravo a scrivere?
Ti farò sapere quando succede.
[Ride] Scrivere è dura, come sai.
• Laureato al Sarah
Lawrence
College
nel 1988.
• Alla protagonista
di Alias, Jennifer Garner, ha
regalato una bicicletta rosa per il suo
compleanno. L’attrice, salutava spesso
la crew suonando il campanello del
manubrio.
• Sostiene di aver ottenuto la regia di
Mission: Impossible III dopo che Tom
Cruise ha guardato i primi episodi di
Alias su dvd e ne è rimasto colpito. I
due hanno iniziato a frequentarsi e
Cruise gli offrì il lavoro.
• Quando scriveva sceneggiature al
college, usava Ordinary People di Alvin
Sargent come guida.
• Nominato da Fade Magazine tra i
“100 People in Hollywood You Need
to Know” nel 2005.
• Ha tre figli dalla moglie Katie: Henry
nato nel 1998, Gracie nel 1999 ed il
piccolo August nel 2006.
• Il suo debutto alla regia per il grande
schermo con Mission: Impossible III è
stato il film più costoso realizzato da
un neo-regista.
• Era in trattative per essere più
coinvolto nella terza stagione di Lost
in quanto non era stato direttamente
presente nella serie dal sesto episodio
della prima stagione.
• Ha venduto lo script di Forever Young
per 2 milioni di dollari.
• In una vita precedente era un
ispettore di immobili nella San
Fernando Valley e lavorava con Jay
Fesler e Dan Johnson.
• Nel 2007 è stato classificato da EW al
29° posto tra le 50 persone più intelligenti di Hollywood.
telefilm central 55
...l’avventura continua
su www.telefilm-central.org
D
E
D
A
RELO

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