Protezione (in)civile
Transcript
Protezione (in)civile
www.saveriotommasi.it Protezione (in)civile 168 Protezione (in)civile Gli affari d’oro e le telefonate con l’ufficio del «grande capo» «Balducci gestiva il potere, ripartendo l’interesse tra più imprenditori» Fonti: http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_16/ bianconi-balducci_f8dd526e-1ac7-11df-af4a00144f02aabe.shtml http://www.ilgiornaledelfriuli.net/2010/02/11/casobertolaso-ecco-i-testi-delle-intercettazioni/ ROMA — A volte, nelle telefonate, lo chiamavano «il grande capo». È Angelo Balducci, già direttore del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del Turismo, poi provveditore ai Lavori pubblici e soprattutto — per quel che riguarda l’inchiesta che l’ha portato in carcere — responsabile della stazione appaltante per l’attribuzione dei lavori per i Grandi Eventi, nell’ambito della Protezione civile diretta da Guido Bertolaso. Secondo i magistrati di Firenze è uno dei vertici del triangolo intorno al quale s’è costruita la corruzione per la distribuzione di quel denaro. Molto denaro. 330 milioni, a dicembre 2007, per 11 opere destinate alle celebrazioni dei centocinquant’anni dall’unità d’Italia; altri 465, due mesi dopo, per 17 lavori relativi allo stesso progetto. In un passaggio della richiesta d’arresto nei suoi confronti, i pubblici ministeri Turco, Monferini e Mione dipingono in un inciso «la capacità di Balducci di gestire il proprio potere, ripartendo le proprie attenzioni tra più im- 169 www.saveriotommasi.it prenditori di suo interesse e componendo eventuali situazioni di contrasto derivanti dal mancato soddisfacimento di aspettative concernenti l’aggiudicazione degli appalti, così evitando possibili denunzie da parte di imprenditori scontenti». Come accadde nel 2008, quando uno dei nomi che ricorrono spesso nell’indagine svolta dai carabinieri del Ros — Valerio Carducci, responsabile della Giafi Costruzioni — rimase fuori dalla realizzazione del nuovo Teatro della musica a Firenze. Un affare da 80 milioni sfumato per presunte «illecite pressioni politiche» in favore del suo rivale. L’imprenditore deluso preparò un ricorso al Tar, ma Balducci lo convinse a «non coltivarlo in modo efficace». In cambio di altri lavori per il G8 alla Maddalena. L’8 luglio 2008 i due parlano al telefono e si danno appuntamento per l’indomani. Tre giorni più tardi i giochi sembrano ormai fatti e i carabinieri riferiscono che l’ingegner Fabio De Santis (numero due della struttura di Balducci, arrestato anche lui) fa capire a Carducci «che tutto procede come stabilito». Due ore dopo, un’altra telefonata. Carducci: «Ingegnere buonasera». De Santis: «Ah! Rallegramenti!». Carducci: «Grazie ingegnere... quando posso passare dal suo ufficio?». De Santis: «Io sto tornando... anche fra mezz’ora ». Il giorno successivo ancora una conversazione. Alla Giafi costruzioni di Carducci era stata assegnata la riconversione dell’ospedale militare in albergo, appalto da 73 milioni. 170 Protezione (in)civile Carducci: «Siamo già operativi noi», (i due ridono). De Santis: «Non ci posso credere.... sei sempre il primo...». Carducci: «Eh ... (ride)... diglielo... glielo hai detto al capo, e ringrazialo, io non voglio chiamare ». L’altro imprenditore coinvolto in questa vicenda e finito in cella, Diego Anemone, nello stessa tornata aveva ottenuto la costruzione del palazzo della conferenza, per 58 milioni. Ma i guadagni del giovane costruttore che s’incontrava spesso con Bertolaso e si preoccupava della tranquillità dei suoi massaggi al Salaria Sport Village, non dovevano limitarsi a quell’opera. A lui erano stati assicurati anche gli arredi del lussuoso hotel assegnato a Carducci, come gli ricorda Balducci in una telefonata del 27 agosto 2008. Balducci: «Era stata data l’indicazione di prendere contatti con voi per quanto riguarda la parte arredo per l’albergo...». Anemone: «Non m’ha detto niente... ma è una cosa che debbo fare o no?... eventualmente...». Balducci: «Come no! Eccome!». Tre giorni dopo è lo stesso Carducci che chiede all’architetto Marco Casamonti, progettista dalla Giafi, di fissare un appuntamento con i fratelli Anemone: «Perché poi il grande capo mi ha detto di collaborare con loro», spiega. Sempre Casamonti, un paio di settimane più tardi, parla con i rappresentanti della catena spagnola NH hotel. Bisogna indire una gara per la gestione dell’albergo, e Casamonti spiega al primo interlocutore: «Oggi mi sono incontrato con Angelo Balducci... L’idea sarebbe d’impostare questa gara... però la gara la 171 www.saveriotommasi.it vorremmo impostare con voi. (...) Non dico avere qualche bando tipo... ma avere un’idea di strategia su come impostare la gara». L’indomani, con un altro rappresentante della NH, aggiunge: «Se lei potesse aiutare la dottoressa Forleo (responsabile dei procedimenti di gare, ndr)... anche a dare tutte le indicazioni qualitative necessarie per costruire i documenti di gara... alla quale poi voi dovreste partecipare... quindi, insomma... una buona opportunità... ». Anche Diego Anemone, secondo il rapporto dei carabinieri, si muoveva con una certa disinvoltura negli uffici del Dipartimento guidato da Balducci e De Santis. Nell’agosto 2008, scrivono gli investigatori, chiama un funzionario «e gli chiede di “rallentare un pochino” l’iter di approvazione del mandato di pagamento a un’impresa impegnata nei lavori di ristrutturazione dell’ospedale alla Maddalena per agevolare il pagamento di un mandato per un’altra impresa non meglio specificata». A proposito di Anemone, tra i motivi per i quali ne hanno chiesto e ottenuto l’arresto i pubblici ministeri citano una telefonata tra lui e il padre «il cui tenore rende evidente che i due intendono proseguire impunemente i lavori edilizi nel cantiere del Salaria Sport Village, nonostante il sequestro dello stesso disposto dall’autorità giudiziaria». E proprio su quel sequestro, in una telefonata col commercialista Stefano Gazzani, Anemone si lascia andare a un commento che, chiosano gli inquirenti, «risulta paradossale rispetto alla gravità dei fatti accertati a carico degli indagati ». Gazzani: «Come stai?» 172 Protezione (in)civile Anemone: «Di merda, Stè... (...) il diritto in Italia non esiste». Giovanni Bianconi 16 febbraio 2010 Bertolaso I preparativi per la festa: «Quante situazioni devo creare?». «Due, io penso che lui si diverte» ROMA – Il 21 settembre 2008, annota il gip nella sua ordinanza, «l’Anemone, unitamente al Rossetti (Simone Rossetti, indagato, gestore del Salaria sport village – ndr)», si attiva per organizzare la «cosa megagalattica». Rossetti: …capo Anemone: …eccomi R.:…allora domenica prossima alle 8 S.: …di quello che parlavamo prima…? R.: … si si… cosa megagalattica S.: …ma li da voi? R.: …chiudo il circolo due ore prima…festa al Centro Benessere S.: …benissimo okay R.: … (inc)… con lui S.: …eh? R.: …tre persone con lui (…) S.: …grazie… quindi l’ora a che ora è? R.:…io direi per le 8 così ci organizziamo.. un po’ di frutta prima… champagne… frutta … un po’ 173 www.saveriotommasi.it di colori fuori… cose Il 23 settembre altra conversazione intercettata tra i due. Anemone: …2 cose… la prima al 99% domenica va bene Rossetti: …okay… perfetto S.: …me lo conferma sabato… però m’ha detto che al 99%… si R.: … okay… sicuramente ci costerà qualche soldino S.: non mi frega un c. Simò R.: …no, no, io ’ste cose S.:…sì, sì, però mi raccomando…la riservatezza tua e basta…Simò R.: … ah…Diè…tranquillo proprio… I due parlano ancora della festa il 25 settembre. Rossetti: …senti quante situazioni devo creare?…una…due Anemone: ….io penso due… lui si diverte… due R.: …tre?…che ne so! S.: …eh la Madonna! R.: …(ride) va bene… a posto S.: …di qualità! R.: …assolutamente Bertolaso, in una telefonata ad Anemone del 27 settembre, spiega però di non poter essere a Roma la sera dopo, domenica. Anemone: …quindi non ci sei domani sera Bertolaso: …no domani sera… ahimè non ci 174 Protezione (in)civile sono S.: … ho capito… B.: …però conto che l’offerta possa essere ripetuta ovviamente in un’altra occasione (…) S.: …come no! come no!…grazie…ci sentiamo in settimana. Scandalo Fastweb, le intercettazioni di Emiliano Fittipaldi Ecco come il senatore del Pdl Di Girolamo e gli imprenditori arrestati facevano affari milionari. Un gigantesco sistema di riciclaggio di denaro sporco che coinvolge anche Telecom. Ed emergono rapporti con Finmeccanica Fonte: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/scandalofastweb-le-intercettazioni/2121569 Ecco due colloqui tra il senatore e l’uomo accusato d’omidicio volontario, avuti il 30 gennaio 2008 e il 18 marzo 2008: D: «Pronto» R: «Nicola scusa è una cosa rapidissima. Mi hanno confermato che tra domani e dopodomani a Rimini mi hanno dato tutto. Tutti i documenti inerenti a quella cosa che ho discusso con Giovanni...io rientrerei giovedì, ma ti trovo per portarveli subito così ve li leggete...» D: «Io martedì sono già operativo il pomeriggio» R: «Perfetto» 175 www.saveriotommasi.it R: «Ti porto un po’ di pezzi di carta, per te». D: «bene, così riusciamo a reimpostà un po’, e niente da domani allora facciamo il punto su questo e su quell’altra cosa, oltretutto questa è un po’ una pratica “pilota”, perché se va avanti...tutto quello che mi ero fermato di prendere...perchè avevo vari dubbi su Paolo e quant’altro, capisci che dirottiamo tutto qua?» R: «Assolutamente si, perfetto». D: «Okay a posto». L’affare Finmeccanica Il gruppo a un certo punto decide di investire e punta in alto. Secondo gli inquirenti la banda avrebbe investito circa 8 milioni di euro per compare le quote della Digint srl, una società che dovrebbe produrre software e hardware nata nel 2007 e partecipata da una società anonima lussemburghese (la Financial Lincoln) e dal colosso pubblico Finmeccanica, che ne detiene il 49 per cento. Già. Mokbel e i suoi parlano spesso di Guarguaglini e altri dirigenti dell’azienda. «Io ieri sera sono stato a cena con uno dei capoccioni di Finmeccanica» spiega Mokbel a un amico «uno dei tre che comandano Finmeccanica. Lui però vive negli Usa, a Washington, è quello che ha firmato l’accordo da sei miliardi... sugli aerei... Finmeccanica, fa gli aerei degli Stati Uniti». A un altro interlocutore, Mokbel ripete che è stato a cena con «il numero tre della terza industria mi- 176 Protezione (in)civile litare del mondo e con due della Cia...Aveva una scorta de quelle che non se possono...armati, un cazzo de marchingegno, m’hanno offerto, non a me, ma tramite sempre l’avvocato Nicola (secondo gli inquirenti si tratta del senatore Di Girolamo, ndr) di aprire una loro agenzia per tutto il centro Asia, per la vendita di prodotti di sicurezza... e prodotti militari... elicotteri Augusta e via dicendo. Ci abbiamo una riunione lunedì». A un altro personaggio, Mokbel soggerisce di tenere la bocca chiusa sull’affare, perché le possibilità di fare altri soldi sono molte. «Incominci a comprare gli elicotteri Augusta...quanti amici vuoi? Che cazzo vuoi? Che sicurezza vuoi? Che tecnologia vuoi? Questa è una cosa ...che ci apre tutto un altro scenario che manco te lo voglio dì...» Un gruppetto si incontra a febbraio del 2008, qualche giorno dopo, al Circolo romano “Antico tiro a volo”. Ci sono Mokbel, Di Girolamo, altri indagati come Marco Toseroni, Vincenzo Sanguigni, Marco Iannilli e Lorenzo Cola. Toseroni spiega che la società è stata comprata, una scatola vuota, «è una partecipazione dove apparentemente c’è una “delega” da parte di Finmeccanica per la cessione del 51 per cento». Chissà se Guarguaglini e i suoi uomini di questa storia ne sanno qualcosa. 177 www.saveriotommasi.it L’Aquila e l’Abruzzo stanno appena cominciando a contare i loro morti: sono le 15,34. Al telefono ci sono gli imprenditori Francesco Maria De Vito Piscicelli e suo cognato, Gagliardi: Piscicelli dice: «...si». Gagliardi risponde: «...oh ma alla Ferratella occupati di sta roba del terremoto perché qui bisogna partire in quarta subito...non è che c’è un terremoto al giorno». Piscicelli: «..no...lo so (ride)». Gagliardi: «...così per dire per carità...poveracci». Piscicelli: «..va buò ciao». Gagliardi: «...o no?». Piscicelli: «...eh certo...io ridevo stamattina alle 3 e mezzo dentro il letto». Gagliardi: «...io pure...va buò...ciao». 178