Lubrorefrigeranti specifici per la rettifica
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Lubrorefrigeranti specifici per la rettifica
VETRINA di Aldo Fiacco Lubrorefrigeranti specifici per la rettifica Nelle lavorazioni di metallo duro o acciaio superrapido HSS, i prodotti per raffreddare e lubrificare devono garantire innanzitutto la detergenza della mola che altrimenti ridurrebbe progressivamente la sua efficacia. I risultati emersi da un seminario organizzato da Ridix La Ridix di Torino, importatore unico per l’Italia dei prodotti Blaser Swisslube, organizza in diverse località italiane dei 'mini seminari', per raggiungere in modo capillare nicchie di mercato di utilizzatori di prodotti lubrorefrigeranti. Lo scorso aprile se ne è svolto uno, a Pregnana Milanese, indirizzato ai costruttori di utensili in metallo duro e acciaio HSS, dedicato esclusivamente alle operazioni di rettifica, e in calendario ne sono previsti altri che si svolgeranno a Torino, Verona e in Emilia Romagna. In questo incontro milanese, Claudio Invernizzi, technical manager della Ridix, ha illustrato ai convenuti - fabbricanti di utensili ma anche costruttori di mole - le principali caratteristiche e funzioni degli oli minerali e lubrorefrigeranti in generale, le materie prime L 70 RMO n. 110 giugno 2007 che vengono impiegate, un breve ex- (quindi le proprietà lubrificanti) capacursus sulle varie tipologie delle mole e cità di detergere la mola (la materia prima impiegata deve avere proprietà sugli impianti di filtrazione. lavanti detergenti), corretta viscosità (in grado di consentire l’evacuazione OLI INTERI Il primo aspetto affrontato da Claudio delle polveri di rettifica e agevolare la Invernizzi è stato quello degli oli interi filtrazione del fluido). in rettifica, la cui funzione primaria non Negli ultimi tempi, da parte dei coè quella di eliminare calore, come ad struttori di nuove macchine e nuovi imesempio con l’utilizzo di emulsioni so- pianti e da parte degli utilizzatori c’è la lubili in acqua, bensì quella di evitare tendenza ad abbandonare l’impiego di lubrorefrigeranti solubili in acqua, che questo si formi. Quando si parla di oli interi si parla di che hanno grandi vantaggi (ma che materie prime che non hanno come ca- generano anche diversi problemi), pacità primaria quella di eliminare il ca- per passare all’impiego degli oli interi. lore, ma quella di ridurre l'attrito e, di Il mondo degli oli interi è però molto conseguenza, di generare meno calo- vasto e occorre capire quali siano le re. In particolar modo le caratteristiche materie prime idonee per le diverse principali degli oli interi per rettifica e applicazioni. affilatura del metallo duro e dell’acciaio Per la scelta di un olio di base, in relaHSS sono: capacità di ridurre l’attrito zione al tipo di lavoro, si devono consi- derare i seguenti aspetti: un’idonea viscosità; un effetto lubrificante buono, mediocre, od ottimo a seconda delle lavorazioni; un alto punto di infiammabilità (è sempre preferibile, a pari viscosità, scegliere il prodotto con il più alto punto di infiammabilità); scegliere una materia prima con una tendenza all’evaporazione e alla formazione di nebbia e fumi molto bassa. Una volta individuata la materia prima che corrisponde ai valori indicati bisogna scegliere gli additivi: mentre la materia prima non si formula, perché si acquista dalle industrie petrolchimiche, è l’additivazione il know how tipico dell’azienda che poi immette sul mercato il prodotto lubrificante. E anche qui la scelta può essere molteplice: additivi che favoriscono la prestazione al taglio, additivi che favoriscono la detergenza, additivi antischiuma, antinebbia, antiossidanti e additivi che aiutano a prevenire eventuali problemi di corrosione. Le basi che si possono utilizzare per la formulazione di un olio per la rettifica di utensili in MD metallo duro o HSS acciaio superrapido, sia in produzione dal pieno sia in riaffilatura, (si pensi alle placchette o alle operazioni di scanalatura) sono le seguenti: - olio minerale classico; - oli bianchi (alimentare e medicale); - oli minerali raffinati (hydrothreated – hydrocrack); - oli sintetici PAO (polialfaolefine), prodotti molto nobili che stanno conqui- stando quote di mercato; - esteri naturali ricavati da colza, girasole o grassi animali; - esteri sintetici a base vegetale; - esteri sintetici. Con l’additivazione si modificano le proprietà degli oli nel: - comportamento nei processi (tribologia e chimica); - comportamento sulla macchina (schiuma, filtrazione, compatibilità); - comportamento nell‘ambiente (salute, sicurezza, stabilità). Le basi vengono additivate per migliorarne il rendimento con additivi polari e/o con additivi estrema pressione (EP): tutti gli additivi hanno un loro campo di lavoro e servono a favorire la prestazione del lubrificante. In questo campo, sottolinea Claudio Invernizzi, bisogna prestare molta attenzione perché nelle lavorazioni di rettifica di utensili in MD o acciaio HSS, contrariamente a quanto avviene per altre lavorazioni, additivi quali cloro, fosforo, zolfo, zinco, non sono così necessari, anzi tendono a creare anomalie, e a peggiorare la caratteristica di detergenza della materia prima, che è la caratteristica primaria da salvaguardare. La detergenza favorisce la pulizia della mola, in abbinamento alle pompe ad alta pressione. Pensiamo alla mola come un utensile politagliente, tanti piccoli microutensili agglomerati da un legante, dove ogni singolo tagliente, in conseguenza di un movimento rotatorio e della pressione specifica esercitata, incide sulla superficie geClaudio Invernizzi, technical manager della Ri- nerando un microtruciolo e/o polvere. dix, presenta gli oli minerali interi per la rettifica Ogni mola ha una diversa porosità che del metallo duro e dell‘acciaio superrapido. è determinata dallo spazio che inter- corre tra i singoli grani abrasivi. Il lubrorefrigerante deve garantire la migliore evacuazione dello sfrido che potrebbe occludere la porosità della mola. Se la mola è sporca tende a slittare, se la mola è pulita taglia correttamente e questo si può notare anche da un minor assorbimento in kW del mandrino porta mola. Nei laboratori della Blaser sono stati eseguiti diversi test per misurare e individuare la migliore materia prima e la corretta additivazione nelle diverse lavorazioni di scanalatura e affilatura del metallo duro e dell’acciaio superrapido. REQUISITI DEL LUBROREFRIGERANTE INTERO IN RETTIFICA Per riassumere quanto sin qui esposto, i requisiti indispensabili di un olio lubrificante per le lavorazioni in rettifica di utensili in metallo duro e acciaio HSS devono essere: - spiccate doti di lavaggio e detergenza tali da assicurare una efficace pulizia della mola e asportazione dello sfrido generato; - stabilità viscosimetrica; - stabilità chimico fisica; - riduzione del coefficiente di attrito (deve generare meno calore); - alto punto di infiammabilità (flash point); - viscosità idonea; - scarsa emissione di fumi e vapori nell’ambiente; - bassa tendenza alla formazione di schiuma. Per mantenere queste qualità nel tempo è fondamentale che l’olio non si carichi di particelle meccaniche, che accelerano tutti i processi ossidativi e danno luogo a composti insolubili, saponi metallici e polimeri, che aumentano il volume dei fanghi. Le reazioni chimiche che ne conseguono deteriorano gli additivi (anti usura, antiossidanti) e questo rende necessaria una riadditivazione; inoltre, l’effetto catalizzatore delle particelle metalliche in sospensione dà luogo a una accelerazione dell’ossidazione dell’olio, aumentandone l’acidità e rendendo più pressante il cambio periodico dello stesso. Per il metallo duro la viscosità cinematica ideale, a 40 °C, deve porsi tra 5 cST a 10 cST, per l’Acciaio HSS la viRMO n. 110 giugno 2007 71 VETRINA Contenuto di particelle non solubili negli oli da taglio secondo la norma ISO 4406 OTTIMO: inferiore a 15 mg/l. Mantiene inalterate le caratteristiche dell’olio. BUONO: tra 15 e 50 mg/l. Non idoneo per operazioni di rettifica con rugosità richiesta inferiore a Rz 1 micron. TOLLERABILE: tra 50 e 100 mg/l. Hanno inizio le reazioni chimiche segnalate in precedenza. L’olio inizia a perdere le proprie caratteristiche specifiche di rendimento è richiesta una nuova additivazione. INADEGUATO: tra 100 e 200 mg/l. Formazione di saponi, le particelle in sospensione si comportano come abrasivi danneggiando tanto la superficie dei pezzi lavorati, quanto le parti delicate della macchina. Se questa impurità si combina con H2O > 0,1% si favoriscono molte reazioni di idrolisi e polimerizzazione che provocano l’aumento dell’acidità. Procedere alla sostituzione. ECCESSIVO: più di 200 mg/l: deterioramento rapido dell’olio, perdita di rendimento e aumento dell’acidità. Maggiore usura degli utensili. Pessime finiture superficiali. Formazione di strati collosi sulle macchine e sui pezzi. Consumo eccessivo di olio. scosità cinematica ideale, a 40 °C, deve porsi tra 5 cST a 22 cST. Allo scopo di mantenere il più a lungo possibile una qualità ottimale del liquido lubrorefrigerante, all’interno delle vasche della macchine utensili, occorre prevedere un’adeguata filtrazione. rante con scarsa tendenza all’evaporazione, un lubrorefrigerante con alto punto di infiammabilità (> 180°C), portata e getto dello stesso abbondante per annegare mola/pezzo, mantenere la vasca termorefrigerata a 25 - 30 °C. METALLO TEMPERATURA DI COMBUSTIONE E RISCHIO D‘INCENDIO Il punto di infiammabilità (sarebbe più corretto chiamarlo flash point), rappresenta la temperatura alla quale l’olio, se riscaldato, emette un quantitativo di vapori tale da formare con l’aria una miscela che si accende in presenza di una fiamma libera e si spegne non appena questa viene allontanata. La determinazione del punto di infiammabilità viene effettuata in due modi: ASTM D 93 vaso chiuso e ASTM D 92 vaso aperto. Per il medesimo prodotto, utilizzando il metodo di vaso aperto, il flash point è generalmente superiore di circa 10-20 °C. Tutte le macchine che lavorano con oli interi sono potenzialmente a rischio incendio o esplosione, ciò può accadere a causa della presenza di: combustibile (olio) + comburente (Ossigeno) + innesco (scintilla). Per ridurre al minimo il rischio incendio occorrere scegliere un lubrorefrigeTabella additivi EP (estrema pressione). La presenza degli additivi negli oli lubrificanti consente di modificare le proprietà degli oli. 72 RMO n. 110 giugno 2007 DURO… QUALE LUBROREFRIGERANTE USARE? Fino a qualche tempo fa la tendenza era quella di lavorare il metallo duro (micrograni di carburo di tungsteno + cobalto legante) con lubrorefrigeranti solubili (soluzioni sintetiche trasparenti), formulate per inibire la soluzione del cobalto in acqua. Era sconsigliabile l’uso di lubrorefrigeranti miscibili in acqua a base minerale o semisintetici, perché non compatibili con le mole diamantate. La progressiva soluzione del cobalto in acqua generava infatti un problema tecnico e uno tossicologico. Problema tecnico: essendo il metallo duro un insieme di micrograni di carburo di tungsteno legati dal cobalto, se si verifica una parziale soluzione del cobalto in acqua l’utensile prodotto potrebbe essere meno resistente all’usura nella zona dove una parte di cobalto si è disciolta. Problema tossicologico: la letteratura riporta vari effetti del Cobalto sulla salute dei lavoratori esposti (dermatiti e patologie dell’apparato respiratorio quali asma, fibrosi polmonare). È accertata l’insorgenza di tumori negli animali. La Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) inserisce il cobalto nel gruppo 2B (possibile fattore cancerogeno per l’uomo). Il limite di esposizione TLV-TWA fissato dalla ACGIH (2000) è pari a 0,02 mg/m3. LA STRUTTURA DELLE MOLECOLE Dopo aver illustrato in dettaglio le peculiarità delle basi che vengono utilizzate per la formulazione di oli lubrificanti (olio minerale classico, oli bianchi (alimentare e medicale), oli minerali raffinati (hydrothreated – hydrocrack), oli sintetici PAO (polialfaolefine), esteri naturali ricavati da colza, girasole o grassi animali, esteri sintetici a base vegetale, esteri sintetici, Claudio Invernizzi si è soffermato in particolare sulle strutture delle molecole di idrocarburi che sono essenzialmente di due tipi: il primo è quello naftenico (anche aromatico) con basso indice di viscosità, eccellente solubilità (generalmente l’utilizzo è per formulare LR miscibili), molecole più reattive e meno stabili chimicamente. Il secondo è quello paraffinico con buon indice di viscosità, stabilità chimica, ridotta evaporazione. Esistono inoltre gli idrocarburi ciclici e policiclici aromatici, questi ultimi devono essere esclusi per problemi tossicologici. La direttiva 94/69/CEE recante il 21° adeguamento della direttiva 67/548/CEE stabilisce che non è necessaria la classificazione di cancerogeno per le sostanze derivate dal carbone e dal petrolio, se si può dimostrare che la sostanza contiene : - meno dello 0,1% peso/peso di benzene; - meno dello 0,1% peso/peso di 1,3 butadiene; - meno dello 0,005% peso/peso (50 ppm) di benzo (a) pirene; - meno del 3% di estratto DMSO secondo misurazione IP 346; - se si conosce l‘intero iter di raffinazione e si può dimostrare che la sostanza da cui il prodotto deriva non è cancerogena (vedi D.Lgs.03-02-1997, n°52 e DM28/041997). Parlando di olio minerale paraffinico, se queste basi vengono sottoposte a un processo spinto di idrogenazione si ottiene la quasi totale eliminazione degli atomi di azoto, ossigeno e zolfo; il prodotto è ulteriormente stabilizzato e vengono denominati idrogenati o hydrotrattati o hydrocraccati. L‘hydrothreated è il trattamento con idrogeno con cui vengono eliminati i componenti indesiderati, come gli aromatici, gli olefini, gli atomi di zolfo, azoto e ossigeno. L’hydrocrack è il trattamento di separazione termica o catalitica in atmosfera idrogenata, dove si raggiunge una purezza più elevata nei confronti di oli hydrothreated. Gli oli hydrocrack hanno una stabilità termica maggiore, un miglior comportamento della viscosità al variare della temperatura e una ridotta evaporazione. LE PROPOSTE BLASER Per la rettifica e l’affilatura di metallo duro e acciaio HSS, Blaser propone alcune famiglie di prodotti ma decisamente punta sulla famiglia degli oli paraffinici hydrocrak, il Blasogrind HC 5 e 10 quest’ultimo caratterizzato da: - viscosità 10 cst 40 °c; - alto punto di infiammabilità (flash point) 186°C (per Blasogrind HC 5 144°C); - bassa tendenza all’evaporazione; Durante il processo produttivo, l’emulsione/olio da taglio viene contaminato oltre che da oli estranei anche da microparticelle di materiale in sospensione, che, reagendo con gli additivi, si comportano da agente catalizzatore, degradando prematuramente i liquidi in oggetto. Evaporazione e infiammabilità dei diversi oli presenti sul mercato. - elevate proprietà detergenti (mola pulita – pezzi puliti); - elevato rendimento; - riduzione assorbimento kW mandrino portamola; - stabilità fisico-chimica; - minima variazione della viscosità al variare della temperatura; - ottima compatibilità con gomme e elastomeri; - assenza di schiuma; - incolore e inodore. Con alcune riserve di applicazione dispone di esteri sintetici naturali, Vascogrind SE 5 – 10 (viscosità 10 cSt a 40 °C) con punto di infiammabilità rispettivamente di 170 ° e 208 °C . Un’importante novità sono le polialfaolefine PAO 5 con punto di infiammabilità a160 °C e il PAO 10 con il flash point a 178 °C. CONCLUSIONI I fattori di successo e la corretta scelta del lubrorefrigerante nella rettifica metallo duro e acciaio HSS devono attentamente tenere presente: caratteristiche e prestazioni della macchina utensile; caratteristiche e prestazioni della mola; caratteristiche e prestazioni del lubrorefrigerante; volume adeguato di lubrorefrigerante (portata pompe e volume vasche); caratteristiche del sistema filtrante, adeguato al processo e in grado di mantenere pulito il fluido; termorefrigerazione del lubrorefrigerante. readerservice.it n.12 RMO n. 110 giugno 2007 73