Moderiamo i decibel nelle discoteche (da L`ambiente, anno V n.3)

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Moderiamo i decibel nelle discoteche (da L`ambiente, anno V n.3)
MODERIAMO I DECIBEL NELLE DISCOTECHE
Autore:Andrea Cerniglia
Estratto dalla rivista '' L'AMBIENTE '' Maggio/Giugno 1998
Il D.P.C.M. del 18 settembre 1997 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.233 del 6 ottobre 1997 ed entrato in
vigore quindici giorni dopo la pubblicazione), prescrive i requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di
intrattenimento danzante, "ivi compresi i circoli privati a ciò abilitati, o di pubblico spettacolo, in ambiente
chiuso o aperto". In pratica il decreto stabilisce i limiti di livello di pressione sonora da non superarsi e prevede
una serie di obblighi per il gestore del locale. Tra gli obblighi previsti c'è anche quello di dotarsi, entro sessanta
giorni dall'entrata in vigore del decreto stesso, di un sistema di registrazione in continuo e di un sistema di
controllo automatico del livello. Il citato termine di sessanta giorni è stato successivamente prorogato con
D.P.C.M. 19 dicembre 1997 (pubblicato sulla G.U. n.296 del 20 dicembre 1997 ed entrato in vigore il giorno
successivo alla pubblicazione), di un periodo di sei mesi dall'entrata in vigore di quest'ultimo. Dal 21 ottobre
1997 devono quindi essere rispettati i limiti imposti dal decreto. Inoltre, entro lo scadere dei termini concessi
dalla proroga, tutti i locali contemplati dall'articolo 1 del provvedimento dovranno dotarsi delle sopra
menzionate apparecchiature previste e descritte negli allegati B e C del decreto stesso. Le apparecchiature
dovranno essere utilizzate secondo le modalità specificate nel testo della norma. Si rimanda alla consultazione
del D.P.C.M. per una completa comprensione degli adempimenti necessari al fine della regolarizzazione della
propria posizione.
I valori limite
L'articolo 2 del provvedimento indica due valori limite da non superarsi. I livelli, misurati con adeguata
strumentazione (vedi allegato A del decreto), devono essere rilevati nel punto accessibile al pubblico di
maggiore livello di pressione sonora. I valori considerati sono il massimo livello ponderato A con costante di
tempo slow (LASmax), ed il livello equivalente ponderato A (LAeq). I limiti imposti dal decreto sono di 103
dB(A) per LASmax e 95 dB(A) per LAeq. Detti limiti sono riferiti al tempo di funzionamento dell'impianto nel
periodo di apertura al pubblico. Per essere in regola, nessuno dei due limiti deve essere superato. La misura di
controllo dei livelli di pressione sonora di cui sopra, deve essere affidata ad un tecnico competente (vedi legge
26 ottobre 1995, n. 447).
Gli obblighi del gestore
Oltre ovviamente al rispetto dei limiti sopracitati, come già anticipato il gestore ha, tra i diversi obblighi
previsti e descritti dall'articolo 3 del decreto, anche quello di dotarsi di un sistema di registrazione in continuo
dei livelli di pressione sonora e di un sistema di controllo automatico del livello. La norma stabilisce le
modalità di esercizio degli apparecchi citati. Scopo del sistema di registrazione è la documentazione del clima
acustico dell'ambiente. Tale documentazione - che deve essere conservata per un periodo di almeno tre mesi deve avvenire per mezzo di un adeguato sistema (secondo quanto descritto nell'allegato B del decreto) che
esegua in modo automatico la stampa ad intervalli di tre minuti, di data ed ora, livello LAS max e livello LAeq.
Al termine del periodo di funzionamento il sistema deve stampare anche il tempo globale ed il livello
equivalente riferito all'intero periodo di funzionamento dell'impianto di sonorizzazione. La figura 1 mostra un
esempio di stampa fornito da uno dei sistemi reperibili sul mercato e commercializzato dalla soc. Spectra di
Brugherio.
figura 1: esempio di stampa del sistema di registrazione.
Scopo del sistema di controllo automatico (descritto nell'allegato C del decreto), è regolare automaticamente la
potenza del sistema di sonorizzazione, in modo tale da non superare il limite di 103 dB(A) slow, imposto dal
decreto. Tale sistema sarà quindi collegato sia al fonometro di misura relativo al sistema di documentazione
(per ricevere l'informazione circa il livello di pressione sonora), sia all'impianto di sonorizzazione del locale
sul quale opererà un controllo automatico (in altre parole: lo strumento abbasserà automaticamente il volume
della musica, ogni qualvolta il fonometro rileverà livelli che si avvicineranno pericolosamente al limite definito
dalla norma). Il gestore ha inoltre l'obbligo di verificare il corretto funzionamento di tutto il sistema e deve
redigere periodicamente una relazione tecnica secondo quanto indicato nell'allegato D del decreto.
L'ottimizzazione dell'ambiente dal punto di vista acustico.
Senza entrare nel merito della norma che -in quanto tale- deve essere rispettata, ed evitando di ripetere ciò che
autorevoli colleghi hanno già messo in evidenza su come potrebbe eventualmente svilupparsi la procedura di
adeguamento dei livelli di pressione sonora (vedi ad esempio Backstage n. 6, pag. 52-58), emerge sicuramente
la necessità di studiare, per il futuro, la distribuzione del campo acustico negli ambienti oggetto del decreto.
Infatti, un oculato studio preventivo del campo acustico nell'ambiente (che è ovviamente funzione non soltanto
del tipo di casse acustiche utilizzate, ma anche del loro orientamento, della geometria dell'ambiente, delle
caratteristiche dei materiali che lo compongono, ecc..), consente di raggiungere l'ottimale obiettivo di una
fedele riproduzione del suono nei punti appropriati, senza uso di eccessiva potenza che troppe volte produce
suoni distorti e poco intelligibili, cercando inoltre di creare -ove possibile- zone di rispetto all'interno del
locale, nelle quali sia consentito conversare con qualcuno, senza per questo rischiare di compromettere le
proprie corde vocali.
Modelli acustici previsionali
Oggi la tecnologia mette a disposizione una serie di strumenti software per studiare preventivamente
l'ottimizzazione acustica di un ambiente. Tali sistemi permettono di realizzare a computer un modello acustico
dell'ambiente, e consentono quindi di simulare le diverse modifiche possibili in termini di: tipo di diffusori,
loro posizionamento, caratteristiche geometriche del locale e materiali che lo costituiscono. La figura 2 mostra
lo studio della distribuzione del suono in una discoteca, realizzato per mezzo del modello previsionale
Ramsete. Nel caso raffigurato è stato possibile raggiungere, con opportuni accorgimenti, un elevato livello di
pressione sonora a centro pista, pur mantenendo livelli decisamente più contenuti nelle aree destinate al bar, ai
salottini conversazione, e più in generale nelle aree non destinate al ballo. A sinistra della pianta dell'ambiente
è presentata la scala cromatica di lettura dei livelli (dal colore violetto che corrisponde a livelli intorno ai 45
dB, fino al colore rosso che indica livelli di 110 dB).
figura 2: Studio di previsione acustica (per gentile concessione Paolo Galaverna).
Auralizzazione
L'ulteriore passo tecnologico è costituito dalla auralizzazione. Con questo termine si fa riferimento alla tecnica
che consente di "combinare" un suono reale (ad esempio registrato in camera anecoica, ossia in un ambiente
privo di riflessioni acustiche), con il modello acustico dell'ambiente oggetto di studio. Il risultato della
auralizzazione è l'ascolto in cuffia della simulazione di come si presenterebbe il suono, immesso in un
determinato punto dell'ambiente 'virtuale', all'ascolto di un ipotetico individuo posto nella posizione prescelta.
E' palese come una tecnica di questo tipo associata al modello previsionale classico, permette di valutare, oltre
la rispondenza dei livelli di pressione sonora alle aspettative, anche la 'bontà acustica' dell'ambiente in esame.
Molto sovente infatti, il mero valore in decibel non si dimostra un descrittore sufficiente per la valutazione
delle caratteristiche acustiche di un ambiente.
Conclusione
Le tecniche previsionali e di auralizzazione (che non sono assolutamente limitate all'impiego per lo studio del
campo acustico nelle discoteche, ma che anzi trovano le loro principali applicazioni in acustica architettonica,
urbana ed industriale), consentono di progettare un ambiente più consono alle nostre aspettative. Vale la pena
ricordare come inoltre, a parità di potenza sonora emessa da un impianto, suoni distorti o comunque non
opportunamente diffusi, possono creare una situazione di disagio rispetto a suoni correttamente riprodotti.
Non è infine da trascurare il problema della propagazione del suono anche al di fuori dell'ambiente a cui esso è
destinato. Una attenta valutazione a priori di questo aspetto, peraltro egregiamente eseguibile con i mezzi già
citati, può evitare gli interminabili contenziosi tra "disturbati" e "disturbanti".