La Gazzetta dell`Economia
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la Gazzetta 25/11 new PDF Adobe ati su Registr t azeco.i www.g verla per rice il a -m e via Sistemi economici e sociali di Puglia e Basilicata Anno XVI – / luglio –€ , – Settimanale di informazione economica – www.gazeco.it – Spedizione in abb. postale Una ricerca dell’I-Com rivela % Art c. /B L. / – Filiale di Bari Turismo – Megasconti e servizi Scandalo – I Monopoli si difendono Energia e risparmio Gargano fa il pieno Il Calcioscommesse? la Puglia in ritardo e se ci fosse il “Lisa” Trionfo dell’illegalità P L’ L uglia solo ª tra le regioni per efficienza energetica. Lo dice l’Istituto per la competitività, che ha calcolato il rapporto tra risparmio e consumi con i principali incentivi con cui l’Italia promuove l’“uso intelligente dell’energia”. invasione dei turisti nordeuropei – principalmente scandinavi – è la piacevole sorpresa dell’estate sul Gargano. Un risultato frutto di “megasconti” e nuovi servizi, ma che non cancella i problemi insoluti dell’aeroporto Gino Lisa. o scandalo del calcioscommesse ha riportato sotto i riflettori il comparto delle scommesse sportive: nel , milioni di scommettitori (Puglia quarta nella raccolta di inizio ). Monopoli di Stato: “In prima linea contro l’illegalità”. DAPONTE PAGG. 2 E 3 LEVANTACI PAGG. 10 E 11 TRAVERSA PAGG. 12 E 13 LOGISTICA IN SANITA’ Rapporto Ipres – Il Pil ristagna e i giovani... RIFLESSIONI Organizzazione in corsia quanti sprechi Economia e Puglia tanti brutti segnali Una terra e tanto Coraggio Q P iù ombre che luci nell’annuario statistico regionale ‘Puglia in cifre ’ con cui l’Ipres (Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali) fotografa lo stato dell’economia della nostra regione. Siamo al di sotto della media nazionale e sui livelli di paesi come Romania, Polonia e Bulgaria per PIL pro-capite misurato in parità di potere d’acquisto. Calano tasso di attività e occupazione (ma è in lieve rialzo quella femminile), aumentano disoccupazione (specie di lunga durata) e giovani NEET (generazione che non studia né lavora). Qualche buon segnale viene invece dai dati su flussi aeroportuali, energia pulita ed esportazioni. di FABRIZIO BALDASSARRE uanti chilometri percorrono i medici, i materiali biologici, le barelle, i visitatori di un ospedale pubblico? Quanto dura il percorso pre-operatorio di un paziente? Quanto tempo deve attendere un paziente per una visita specialistica? Dove è opportuno dislocare i punti d’informazione sui servizi? Quanto è tortuoso il percorso della cartella di dimissione ospedaliera e quante persone coinvolge? Quanto è sovradimensionata la richiesta dei farmaci e dei dispositivi medici da parte dei reparti ospedalieri rispetto alle esigenze effettive? A queste e ad altre domande ha cercato di rispondere un recente convegno svoltosi a San Giovanni Rotondo e organizzato dall’Ailog, l’Associazione Italiana di Logistica e Supply Chain Management, dal titolo “La logistica in camice bianco”. La mission delle aziende ospedaliere e delle strutture sanitarie, com’è naturale, si va concentrando sempre più sulla capacità di erogare le migliori prestazioni possibili a tutela della salute dei cittadini. Il tutto in un’ottica che privilegi l’efficienza, l’economicità e la qualità dei servizi prestati. Ne consegue che tutta una serie di attività, non prettamente sanitarie, devono essere necessariamente professionalizzate per fornire un valido contributo al raggiungimento di tale obiettivo. Non c’è “carta dei servizi” che garantisca la tanto sbandierata qualità se non è affrontato alla radice il problema delle operations. Con operations ci si riferisce alle attività di produzione del servizio – compresa la logistica e gli acquisti – che in un’azienda sanitaria è complessa e coinvolge pazienti, personale, attrezzature, farmaci, letti, reparti, sale operatorie e sale d’attesa. Non si può garantire la qualità se non si affronta in modo razionale e quantitativo il processo di produzione. L’operations management, insegnata in tutte le business school del mondo (e in Italia solo in alcune università) è, tuttavia, puntualmente ignorata nella progettazione e nel miglioramento dei servizi nella sanità pubblica, con alcune rare eccezioni. Uno degli approcci più popolari ed efficaci dell’operations management è la “lean production”, ovvero la “produzione snella”. Il termine è nato negli Usa all’inizio degli anni ‘ e diffuso dal best seller “La macchina che ha cambiato il mondo”, di Womack e Jones. È una filosofia sviluppata dalla Toyota e ispirata al modo frugale di pensare e di produrre dei giapponesi: evitare sprechi, rimuovere ostacoli e tortuosità al fluire della produzione. “Muda”, in giapponese, significa spreco; ma anche sub-ottimizzazione, n una società pervasa dalle occasioni di acquisto, il consumatore è diventato sempre più “critico” nelle proprie scelte. Il fenomeno, su cui devono le aziende devono avere massima attenzione, è analizzato in “Consumo critico, alimentazione e comunicazione” (Franco Angeli). L’opinione del coautore Vincenzo Russo. SEGUE A PAG. 17 SCHIRONE A PAG. 20 di AGOSTINO MARENGO D er cinquant’anni l’Europa ha inciso sulla stabilità politica ed economica dei Paesi aderenti. Un aiuto concreto, quello dell’Ue, fatto di finanziamenti e sostegno alle iniziative. Un’occasione, dunque, da non perdere, ma a cui bisogna presentarsi preparati: i progetti hanno bisogno di un’impostazione “a regola d’arte” per quanto riguarda criteri, documenti e procedure professionali. omenica pomeriggio di un giorno assolato e caldo. Di quella torrida estate tipicamente nostrana. Niente mare per me. Sono irrequieto. Mi avvicino al mio Mac e inizio a scrivere. L’argomento è a me caro, quale ricercatore all’Università e quale imprenditore (piccolo). Coraggio, voglio parlare di Coraggio, quello con la C maiuscola. Il Coraggio delle persone e delle aziende di questo territorio, un territorio cha amo profondamente, un territorio fortunato sotto molti aspetti, in evoluzione sotto certi altri, che vede realtà belle e creative, aziende e uomini che credono ancora di potercela fare, qui ed ora! La Puglia, la mia Puglia, che però ha ancora bisogno di tanto di quel Coraggio. Ancora. Il Coraggio dei miei studenti. Quelli che si laureano all’Università di Bari. Una Università che offre preparazione e competenza ai suoi studenti. Eppure tutto questo non basta! Il Coraggio dei miei tesisti, quelli di Marketing, quelli di Economia e Commercio, persone dedite allo studio, gente che vive di passioni e che scommette su se stessa. Poi al coraggio si deve sommare il Coraggio: arriva il momento di svolta, la decisione al momento della Laurea e a volte anche prima…”Rimanere o andare?”. Rimanere a cercare lavoro nelle realtà e aziende del proprio territorio o andare via, cercare fortuna altrove? Rimanere e sacrificarsi per uno o due anni con lavori occasionali (e parliamo di laure- IACOBELLIS A PAG. 21 SEGUE A PAG. 17 BUONO A PAG. 7 Cresco Index – Un rapporto de Il Sole ore alza il velo Cresce poco e male il Sud segna il passo I l Sud cresce poco e cresce male. A certificarlo è il rapporto “Cresco Index” curato da Il Sole Ore sulla qualità della vita delle province italiane. In particolare nelle classiche di sostenibilità ambientale e occupazione giovanile, la Puglia ne esce a pezzi. SERVIZI A PAG. 5 Recensione – Nuovi stili di vita Tesi – Come presentarsi nel migliore dei modi Consumo critico e comunicazione Per le risorse europee progetti a regola d’arte I P 2 02-08 luglio 2011 Energia ơ Ƥ ǤȋȌ ͯǡͭ ͮǡͨ ͬǡͭ ͫǡͨ ͩǡͭ ͨǡͨ Ǧͭǡͫ Ǧͮ Ǧͩǡͫ Ǧͨǡͫͬ ΪͨǡͨͰͮ Ϊͨǡͪͩ Ϊͨǡͩ ΪͨǡͬͰ ͫͩȀͨͭȀͪͨͨͮ ͫͩȀͨͭȀͪͨͨͯ ͫͩȀͨͭȀͪͨͨͰ ͫͩȀͨͭȀͪͨͨͱ ͫͩȀͨͭȀͪͨͩͨ ͫͩȀͨͭȀͪͨͩͩ ͫͩȀͨͭȀͪͨͩͪȗ ͫͩȀͨͭȀͪͨͩͫ Nota: * Si riporta il valore massimo della previsione Fonte: Elaborazione I-Com su dati AEEG Ƥ Risparmio/Consumi Puglia solo dodicesima tra le regioni italiane per migliore rapporto tra risparmio e consumi energetici (intorno al 2%). I-Com – Una ricerca sulle aree virtuose Troppi sprechi in energia per la Puglia P uglia solo dodicesima tra le regioni italiane per migliore rapporto tra risparmio e consumi energetici di elettricità e gas registrati in ciascuna regione nel settore civile, che ha beneficiato per più del % degli interventi di risparmio energetico. Rapporto che nella regione è vicino al %. La più virtuosa, invece, è l’Umbria (oltre il %), seguita da Toscana e Molise, in una classifica in cui non mancano le sorprese, come il quarto posto di una outsider, la Calabria, o le ultime posizioni di due insospettabili, Trentino Alto Adige (ultimo) e Valle d’Aosta (penultima). È quanto emerge da una ricerca condotta da I-Com (Istituto per la competitività), che ha calcolato, a parità di consumi energetici (escluso il consumo di gas per la generazione elettrica), il maggior numero di risparmi attestati a livello regionale da Enea (Agenzia nazionale per nuove tecnologie, energia e sviluppo economico sostenibile) e Aeeg (Autorità per l’energia elettrica e il gas) con i certificati bianchi e le detrazioni fiscali, i due strumenti principali con cui l’Italia promuove l’efficienza energetica. Si risparmia energia riducendo gli sprechi (ad esempio, sostituendo lampadine ad incandescenza con quelle a basso consumo, infissi obsoleti o caldaie vecchie, riscaldando gli edifici con valvole termostatiche o cronotermostati o realizzando isolamenti termici delle pareti) ma anche utilizzando tecnologie che trasformano l’energia da una forma all’altra in modo più efficiente o ricorrendo all’auto-produzione (in Olanda, per dirne una, la pressione dei passanti su pavimenti speciali posti sulle scale della metro produce energia elettrica). Per efficienza o “uso razionale” (se non “intelligente”) dell’energia, dunque, si intende qualsiasi soluzione che consenta il risparmio di petrolio, metano, combustibili solidi e materiali fissili altrimenti indispensabili, ossia di fonti diverse dalle rinnovabili (per definizione inesauribili). Il risparmio energetico, pertanto, è una forma di energia rinnovabile e viceversa. Non a caso la direttiva Ue “ - - ” include tra gli obiettivi strategici cui i Paesi dell’Unione devono allinearsi entro il , accanto alla riduzione del % delle emissioni di anidride carbonica (CO ) e all’incremento del % di energia prodotta da fonti rinnovabili, anche il raggiungimento di un + % di efficienza energetica. E se per Bruxelles “il risparmio di energia è una delle misure più efficienti per migliorare la sicurezza e la fornitura di energia, e ridurre le emissioni di gas serra e altri inquinanti” (così il commissario Ue responsabile dell’energia, Gunther Oettinger), in un Paese come l’Italia, spiega l’I-Com, con prezzi più alti per l’energia, un’elevata dipendenza dall’estero e costi marginali di abbattimento di CO molto elevati, appare ancora più prioritaria. Dal , ben sono state le direttive europee approvate e gli interventi normativi e regolatori che hanno definito le azioni italiane in materia. Misure che si sono accavallate e hanno raccomandato, a distanza di pochi anni, obiettivi, scadenze e modalità di conseguimento differenti: nel , ad esempio, l’Italia ha annunciato per il un risparmio del , %, pari a , Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) rispetto ai consumi tendenziali, mentre nel , due anni più tardi, ha previsto per il un risparmio complessivo di , Mtep. Più ambizioso è stato il Regno Unito, che per il ha puntato a un - %. L’Italia ha programmato e investito in risparmi nel comparto edile, industriale e terziario. Meno nei trasporti. E nel settore pubblico, diversamente dalla maggioranza dei Paesi Ue, non ha fissato obiettivi. Nel Piano di Azione per le fonti rinnovabili al , poi, ha annunciato obiettivi di risparmio energetico (trasporti - %, altri settori - %). Ma per l’I-Com le misure finora sono state tardive e spesso incerte, eccetto il sistema dei certificati bianchi, sviluppato in Italia, “tra le migliori pratiche a livello internazionale – riferisce I-Com – per promuovere l’efficienza energetica”. I meccanismi di incentivazione (certificati bianchi e detrazioni) sono programmati a livello nazionale. Quindi le politiche di sostegno regionali non hanno inciso direttamente sulla graduatoria delle regioni italiane. Ha fatto la differenza, invece, il diverso peso che hanno, a livello regionale, i consumi nei settori domestici e residenziali rispetto a quelli di altri ambiti. Una recente ricerca elaborata da BIC (Business integration partners), ha mostrato, infatti, come gli obiettivi per il previsti dal Piano di azione nazionale per l’efficienza energetica (Pan) in materia di certificati bianchi sono stati raggiunti solo nel residenziale, nel arrivato al % del target previsto. Terziario e industriale, invece, hanno raggiunto rispettivamente il e lo , % degli obiettivi. Altro elemento che ha influito sulla classifica regionale è la presenza sul territorio di Esco (società di servizi energetici abilitate ad accedere al mercato dei certificati bianchi, come i distributori di energia elettrica e gas con più clienti finali), maggiore in Lombardia di . ( ), Lazio ( ), Piemonte ( ), Puglia ( ) e Campania ( ). Ultimo elemento, l’avvio di specifiche politiche regionali e locali per promuovere l’efficienza energetica. Certificati bianchi e detrazioni fiscali, riferisce I-Com, hanno forti ricadute positive, portano “beneficio non solo alle tasche ma anche ai polmoni degli italiani, con costi decisamente minori rispetto alle stesse rinnovabili”. Secondo le previsioni dell’Enea, infatti, la detrazione fiscale, ad esempio, porterà, entro il , non solo a benefici monetari (pari a , miliardi di euro) ma soprattutto a una significativa riduzione della CO prodotta e a un incremento dell’occupazione (solo nel + . unità). Nello stesso anno, d’altra parte, “il risparmio derivato dai certificati bianchi – riferisce lo studio – pari a , Mtep ha superato nettamente quello realizzati con detrazione fiscale (solo , Mtep). E nel è più che raddoppiato, mentre la detrazione fiscale ha segnato una flessione. GIUSEPPE DAPONTE % Numero di schede standardizzate ͪͨͨ ͩͮͨ ͩͪͨ Ͱͨ ͬͨ ͨ Trasporti Industria Francia Edilizia terziario Fonte: Elaborazione I-Com su dati AEEG, ADEME ǯƥ ȋͪͨͨͱȌ UMB TOS MOL CAL ABR BAS CAM PIE MAR LAZ EMR PUG LOM SIC FVG SAR VEN LIG VDA TAA ͨǡͨΨ ͩǡͨΨ ͪǡͨΨ ͫǡͨΨ ͬǡͨΨ ͭǡͨΨ ͮǡͨΨ Fonte: Elaborazione I-com su dati ENEA, AEEG Italia ancora indietro Carta vincente è l’efficienza A parità di riduzione di emissioni, secondo i maggiori studi quantitativi l’efficienza energetica costa molto meno delle rinnovabili. E gli strumenti principali con cui in Italia si incentiva il risparmio energetico sono le detrazioni fiscali (del % per gli interventi di riqualificazione degli edifici) e soprattutto i certificati bianchi (a sostegno di interventi che consentono risparmio di energia elettrica, di gas naturale e di altri combustibili): l’osservanza dei limiti di risparmio energetico è premiata con un contributo economico. È possibile guadagnare anche vendendo i certificati bianchi (Tee, titoli di efficienza energetica) in eccesso rispetto al risparmio stabilito per legge. Mentre chi è al di sotto della soglia è sanzionato e deve acquistare sul mercato i titoli per raggiungere l’obiettivo minimo. Possono accedere al mercato dei certificati bianchi i distributori di energia elettrica e gas con più di . clienti finali (rispettivamente e operatori) e le società di servizi energetici (Esco). Di recente anche le società con obbligo di nomina di un energy manager. “In Italia – rileva lo studio I-Com – lo strumento dei certificati bianchi ha ottenuto buoni risultati. Ora però emergono criticità. Il numero di schede standardizzate (il meccanismo più semplice per ottenere i titoli: quantifica il risparmio di un intervento non misurandolo direttamente ma assimilandolo a uno standard prestabilito, ndr) sembra insufficiente”. Lo studio, infatti, dimostra come il sistema francese (più simile al nostro) abbia potenzialità di ben superiori a quello italiano. Con schede standardizzate può coprire più settori e tecnologie. In Italia sono in vigore meno di e quelle che hanno dato i maggiori risultati nel non sono più operative, ossia le lampadine fluorescenti compatte (il % del totale dei risparmi) e gli erogatori per doccia a basso flusso (il %). “Sarebbe opportuno – rileva lo studio – che la gestione operativa del meccanismo sia affidata a una agenzia ad hoc, con la possibilità di ridefinire modalità di utilizzo dei certificati e di ideare nuove schede che permettano di coprire i settori ignorati. Il meccanismo dei certificati bianchi andrebbe rivisto anche per promuovere le rinnovabili termiche, ineludibili per centrare l’obiettivo rinnovabili al , e conseguire risparmi certificati nel settore dei trasporti. g.d. Consumo interno lordo nell’Ue (toe* pro capite) EU. . Belgio . . Bulgaria . . Repubblica Ceca . . Danimarca . . Germania . . Estonia . . Irlanda . . Grecia . . Spagna . . Francia . . Italia . . Cipro . . Lettonia . . Lituania . . Lussemburgo . . Ungheria . . Malta . . Olanda . . Austria . . Polonia . . Portogallo . . Romania . . Slovenia . . Slovacchia . . Finlandia . . Svezia . . Gran Bretagna . . Islanda . . Norvegia . . Svizzera . . Croazia . . Repubblica di Macedonia (ex : : Jugoslavia) . . Turchia Fonte: Eurostat *toe: tonne of oil equivalent. In Italiano: TEP di misura dell’energia Energia e in vigore in Italia e in Francia Il ritardo Ue Ue vicina a due obiettivi della strategia 20-20-20, in ritardo sul risparmio energetico, dato nel 2020 a -10% e non a -20%. Italia Ȁơ Edilizia domestico - . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . : . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . : . . . ͨ . : : : . . . ͪ ͬ ͮ Ͱ ͩͨ . P, tonnellata equivalente di petrolio, unità Unione Europea le nuove regole N ͪͨͨͯ ͪͨͨͰ ͪͨͨͱ ͪͨͩͨ ͪͨͩͩȗ ͪͨͩͪȗ Ƥ Ƥ ȗȗ I Le proposte del 22 giugno Indice ( = ) ͪͨͨͮ ȗ ȗȗͮͬͬͳǡͮͬͬʹͮͬͬ͵ ǣǦǡ “Rinnovabili da primato, ma il resto...” Ǧͪͯ Lussemburgo Finlandia Belgio Svezia Olanda Estonia Repubblica Ceca Francia Germania Austria Slovenia Danimarca Cipro Irlanda United Kingdom Slovacchia Spagna Italia Grecia Lituania Ungheria Bulgaria Polonia Portogallo Malta Lettonia Romania pro capite di energia a Risparmi energetici realizzati (MTep) ͫǡͭ ͪǡͰ ͪǡͩ ͩǡͬ ͨǡͯ ͨǡͨ Intervista –StefanodaEmpolisullasituazionepugliese ͪͨͨͰ (tonnellata equivalente di petrolio) Foto Fabrizio Montanaro % 3 02-08 luglio 2011 uove regole in arrivo nell’Ue sul fronte dell’efficienza energetica. Il commissario europeo all’Energia, Gunther Oettinger, ha presentato lo scorso giugno a Bruxelles una proposta di direttiva per rilanciare il risparmio energetico e centrare l’obiettivo di riduzione dei consumi del % entro il , terzo pilastro della strategia “ - - ” dell’Ue per far fronte ai cambiamenti climatici. L’Unione, infatti, è sulla buona strada per centrare gli obiettivi di riduzione di emissioni di gas serra e di incremento di energia da fonti rinnovabili, ma in ritardo sul risparmio energetico. In assenza di interventi, otterrà solo la metà delle riduzioni previste (- %). La Commissione europea (Ce), pertanto, ha proposto misure vincolanti. Il presidente della Ce, José Manuel Barroso, si era detto contrario a Piani d’azione nazionali “obbligatori e controllabili”. Ma nei mesi scorsi lo stesso Barroso ha denunciato l’inadeguatezza dei Piani attuali, non vincolanti e diversi da uno Stato all’altro. La proposta di Oettinger prevede l’obbligo per tutti i Paesi di elaborare piani di risparmio energetico, con linee fondamentali comuni, tra cui, il vincolo per i fornitori di energia di incoraggiare i clienti a rendere più efficienti i consumi, e di ridurre dell’ , % le vendite annuali. I governi dovranno sostenere lo sforzo con programmi di finanziamento, ma anche controllare l’efficienza delle nuove centrali elettriche, promuovere il recupero del calore residuo, ridurre ogni anno il consumo di energia in almeno il % degli edifici pubblici e tener conto dell’efficienza energetica nell’acquisto di beni e servizi. Oettinger ha auspicato l’adozione di standard tecnici comuni entro il , come le “smart grid”, reti intelligenti in grado di far arrivare la corrente dove e quando serve al prezzo più basso. Centrare il target del + % di efficienza energetica, secondo la Ce taglierebbe le emissioni di gas serra fino al %, farebbe risparmiare ogni anno circa euro a famiglia, migliorerebbe la competitività del sistema industriale europeo con la creazione di milioni di posti di lavoro. L’Italia intanto mette a punto la bozza del Piano . Il precedente, del , a dicembre ha favorito un’efficienza energetica corrispondente ad un risparmio economico in bolletta pari a . miliardi di euro (di cui . nel residenziale, nel nel trasporti). g.d. terziario, nell’industria, risultati emersi dallo spaccato del risparmio energetico delle diverse regioni italiane hanno sorpreso lo stesso Istituto per la competitività. La Puglia, la più “verde” per produzione di energia da eolico e fotovoltaico, “quanto a risparmi energetici – conferma il presidente di I-COm Stefano da Empoli – di fatto appare appena sotto la media nazionale, sia per il numero di certificati bianchi rilasciati, che per le detrazioni fiscali”. Il dato di altre Regioni, come la Calabria, sorprende. “Sì. Abbiamo cercato di individuare possibili correlazioni che giustifichino certe performance. Gli incentivi, certificati bianchi e detrazioni, vanno essenzialmente verso il settore residenziale e terziario e non agli impianti industriali. Può darsi allora che in Puglia ci sia una quota di impianti industriali, magari non di grande taglia, che si approvvigionano alla rete di distribuzione su cui però non si fanno interventi di efficienza energetica. La Calabria, invece, purtroppo notoriamente ha un settore industriale molto più esiguo che, paradossalmente, potrebbe averla avvantaggiata nella nostra statistica”. Il quadro normativo europeo e nazionale nel settore sembra destinato a cambiare sotto la spinta della Commissione europea. “Si prospettano novità a livello comunitario che potranno integrare in Italia il secondo (dopo quello del ) Piano d’azione, annunciato più volte ma fermo nel cassetto da anni. Ci attendiamo una svolta, visto anche l’esito del referendum sul nucleare e la scelta di tagliare i costi degli incentivi alle rinnovabili. Avevamo già previsto che sarebbe stato l’anno dell’efficienza energetica, il non è poi così tanto lontano. E in questo campo non ci si può muovere all’ultim’ora. Il risparmio energetico finora è stato un po’ trascurato: in passato si è ritenuto che, tra i pilastri della strategia - - , fosse l’obiettivo meno costoso da raggiungere, anche perché, in teoria, è in grado di autosostenersi a differenza delle rin- STEFANO DA EMPOLI A sorpresa spicca la Calabria. Il ruolo dei fornitori novabili. Per questo non si sono nemmeno stabiliti obiettivi vincolanti: ancora oggi la riduzione del % dei consumi resta un target indicativo, mentre quelli di rinnovabili ed emissioni di gas serra se non rispettati, danno luogo a sanzioni a carico degli Stati membri”. Diventerà vincolante anche il tetto minimo per l’efficienza energetica? “Buona parte dell’Europa a sembra non volerlo. L’Italia è stata tra i pochi Paesi a caldeggiarlo, anche nell’ultimo anno. Per ora ci sono solo tante misure a livello europeo, a tutti i livelli, dal residenziale ai trasporti, solo alcune vincolanti. Ma non c’è un obiettivo unico”. È solo inerzia o i fornitori di energia hanno un interesse contrario? “Difficile rispondere. L’efficienza energetica può ridurre gli introiti per chi produce e distribuisce energia. Però non mi sembra stiano remando contro. Anche loro, d’altra parte, beneficiano di strumenti come i certificati bianchi”. Come Istituto avete avanzato proposte per rilanciare il risparmio energetico. “A nostro avviso l’ostacolo maggiore (su cui lavoreremo anche nei prossimi mesi) sono le difficoltà che frenano il finanziamento degli investimenti. Molti interventi si autosostengono ma ripagano lo sforzo nel lungo periodo (dai ai anni), troppo per soggetti con ridotte capacità di finanziamento, come famiglie o piccole aziende. Forse solo chi ha una casa di proprietà ed è sicuro di rimanervi almeno per altri anni può avere convenienza ad investire, ammesso che possa sostenerne la spesa. Dovrebbe intervenire il sistema bancario. Ma alcune banche non sanno bene cosa sia l’efficienza energetica, anche perché – secondo problema – a differenza delle rinnovabili, è più difficilmente individuabile, essendo un insieme di tanti interventi di cui è più difficile quantificare il rendimento. Ci vuole pertanto uno sforzo supplementare per superare l’inerzia iniziale. L’efficienza energetica, pertanto, allo stato attuale resta un prodotto di nicchia”. Su quale efficienza energetica può puntare la Puglia in base alle sue caratteristiche e potenzialità? “Date le sue peculiarità climatiche, deve investire soprattutto nel settore dell’elettricità e realizzare interventi legati alle rinnovabili, che grande penetrazione hanno avuto nel territorio. Ora ci sono anche i nuovi indirizzi della giunta regionale che intende puntare molto sul fotovoltaico sui tetti. L’efficienza energetica nel residenziale spesso e volentieri si collega alle rinnovabili, ad esempio attraverso la programmazione e gestione intelligente dei consumi”. g.d. Rapporti 02-08 luglio 2011 5 Foto Kai Krueger_fotolia Sostenibilità ambientale Indagine Sole Verbania Parma Trento Bolzano Siena La Spezia Pordenone Bologna Livorno Bari Brindisi Taranto Lecce Foggia S i chiama Cresco Index, laddove “Cresco” sta per “crescita compatibile”, e si tratta di un indice che deriva dalla classifica delle province italiane per qualità della vita, curata dal Sole Ore da oltre vent’anni. Realizzato da Sodalitas (la fondazione di Assolombarda per il sociale) con l’intento di segnalare i territori italiani a più alto potenziale di crescita sostenibile, si basa su sette parametri: ambiente, natalità, disponibilità di asili comunali, numero di laureati, tasso di occupazione giovanile e femminile, popolazione straniera residente regolare. Tutti indicatori che mirano ad andare oltre i freddi numeri del PIL, che badano alla mera crescita economica depurata delle componenti benessere e sostenibilità. Ebbene, su un totale di province, quella di Bari occupa l’ .a piazza. Sono i capoluoghi Sodalitas Social Award Ecosostenibilità ecco i premiati L Ore – Il “primato” del Sud Crescere poco crescere male Belluno a presentazione del Cresco Index è avvenuta in occasione della consegna del Sodalitas Social Award , il premio che, giunto ormai alla sua nona edizione, costituisce forse il più importante riconoscimento annuale oggi in Italia nel campo delle pratiche produttive ecosostenibili, della responsabilità sociale delle imprese, ma anche degli enti pubblici, dato che una categoria riguardava specificamente la migliore iniziativa realizzata da un ente locale, un’istituzione scolastica o un’istituzione pubblica (premio assegnato alla Provincia di Cagliari). Per la cronaca, le aziende candidate hanno presentato progetti e sono stati i vincitori. Oltre alla Provincia di Cagliari, si sono aggiudicati i riconoscimenti in palio Barilla, Unicredit, Sodexo Italia, Ikea, Wellness Innovation Project e il Cna di Rimini, mentre menzioni speciali sono andate a Coop Italia, al Comune di Gorgonzola e alla Camera di Commercio di Rimini. a.b. Occupazione giovanile ( - anni, % popolazione) Lecco Cuneo Belluno Biella Bolzano Verona del Nord e del Centro a dominare la prima metà della classifica: la top ten è appannaggio di ben cinque province emiliane (Parma è prima in assoluto e precede Bologna e Modena, ma ci sono anche Reggio Emilia e Piacenza, .a e .a) e di tre toscane (Siena, Firenze e Pisa, rispettivamente .a, .a e .a), cui si aggiungono Trento e Bolzano ( .a e .a). Bari guida, si fa per dire, il gruppo delle pugliesi, precedendo Taranto ( .a), Lecce ( .a), Brindisi ( .a) e Foggia ( .a). Scarse prospettive di crescita sostenibile lasciano intravedere anche le altre due capitali del Sud, con Napoli .a e Palermo penultima. Discrete, invece, le performance di Milano ( .a), Roma ( .a) e Torino ( .a). Bergamo Prato Milano Firenze Bari Lecce Taranto Brindisi Foggia ANDREA BUONO Il dettaglio – Spulciando tra i dati emerge il solito desolante quadro Asili nido e occupazione al Sud si segna il passo Asili Bologna Parma Pisa Modena Siena Ferrara Firenze Bolzano Trento Piacenza Taranto Brindisi Lecce Bari Foggia A nalizzando la classifica delle province italiane per potenzialità di crescita sostenibile, se da un lato balza agli occhi che occorre scendere addirittura alla .a posizione per trovare Teramo, prima tra le città del Sud (ammesso che la si voglia considerare tale…), e che a ruota delle prime province abruzzesi ne troviamo alcune sarde e solo al esimo posto c’è il primo centro indubbiamente meridionale, Potenza (dietro, nemmeno l’ombra di una provincia settentrionale), dall’altro sembra arduo riuscire a tirare un sospiro di L’indagine – Progetti concreti e non promesse sollievo per il Mezzogiorno se si guarda alle graduatorie per singolo parametro. A partire da quello relativo alla sostenibilità ambientale (indice realizzato in collaborazione con Legambiente), che vede primeggiare le città del Centro-Nord, con Salerno ( .a) e Potenza ( .a) unici baluardi del Sud. Va meglio nella classifiche su natalità (con Napoli, Caserta, Palermo e Ragusa in top ten) e numero di laureati (fascia anni) residenti, con la presenza tra le prime dieci di Catanzaro ( .a), Isernia ( .a), Campobasso, Potenza e Matera (e con le province pugliesi tra le prime ). La situazione non cambia invece per quanto riguarda asili nido e occupazione giovanile e femminile (prime a Sud Isernia e Campobasso, rispettivamente .a e .a per quota di donne occupate). Qualche sorpresa, infine, la riserva il parametro basato sugli stranieri regolari residenti (con Ragusa, .a, prima rappresentante meridionale), dato che ai primi posti figurano Brescia ( .a), Treviso, Verona e Pordenone, province a forte presenza leghista. a.b. Cresco Index – Le “isole” del benessere Umanità e ambiente Le buone pratiche per una crescita vera non sono parole... “I l futuro delle provincie italiane dipenderà dal potenziale di crescita che sapranno esprimere”. Così Alessandro Beda, consigliere d’indirizzo di Fondazione Sodalitas, che ha sottolineato: “Il Cresco Index, derivato dalla collaborazione tra Sodalitas e il Sole Ore, misura il livello di potenzialità di crescita sul piano umano ed ambientale del territorio. Riteniamo che possa essere un utile strumento di conoscenza ed emulazione per i cittadini e le amministrazioni locali”. Ugo Castellano, consigliere delegato di Sodalitas, ha invece evidenziato che le città rappresen- tano un po’ una somma di tutto quello su cui è necessario agire (consumi, energia, rifiuti, traffico, inquinamento, ecc.) per cercare di imprimere una sterzata allo sviluppo del pianeta nel senso della sostenibilità. Un pianeta che sta diventando difficile salvare dall’effetto serra: “È quasi troppo tardi. Le emissioni di gas nocivi hanno subito l’anno scorso un aumento record, arrivando a sfiorare la soglia che gli esperti giudicano pericolosa, varcata la quale sarebbe impossibile evitare una catastrofe”. a.b. C resco Index è un’iniziativa del progetto di Fondazione Sodalitas, “Cresco Crescita Compatibile”, che mira a realizzare sul territorio italiano un’alleanza innovativa tra imprese, comuni, cittadini e università “per passare da una sostenibilità predicata a una sostenibilità praticata”. Ventiquattro imprese leader (tra le altre Abb, Autogrill, Edison, Enel, Eni, Fiat, Pirelli, Siemens e Telecom) si sono unite per trasferire le loro buone pratiche di sostenibilità alle comunità locali. Sono tre gli aspetti fondamentali al centro del concetto di sostenibilità su cui il progetto Cresco si focalizza: energia ed acqua; recupero, riciclo e smaltimento; mobilità sostenibile. Le prime quattro “Isole Cresco” italiane sono i comuni di Abbiategrasso (provincia di Milano, . abitanti), Calusco d’Adda (Bergamo, . abitanti), Carugate (Milano, . abitanti) e Morbegno (Sondrio, . abitanti). Il progetto è realizzato in collaborazione con Anci, Cittadinanzattiva, Legambiente, Natural Step e Politecnico di Milano e con il sostegno della Regione Lombardia. a.b. Rapporti La preoccupazione del presidente Di Cagno: “Abbiamo problemi serissimi di occupazione, invecchiamento e inattività giovanile”. L’occupazione rosa ok Rapporto Ipres 02-08 luglio 2011 7 Nel 2009 il Pil pro capite nella regione è di 13.233 euro a fronte di 20.043 nazionale. In Europa va peggio solo in Estonia, Romania e Bulgaria – Le potenzialità di crescita ci sono, ma il presente è buio. Bene l’export I numeri della crisi pugliese per reddito fanalino della Ue “S iamo in presenza di dati in chiaroscuro, che ci dicono però che la nostra rimane una regione con notevoli potenzialità di crescita”. È il quadro tracciato da Nicola Di Cagno in occasione della presentazione dell’annuario statistico regionale “Puglia in cifre ”, curato dall’IPRES (Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali), di cui è presidente. “Abbiamo problemi serissimi di occupazione, invecchiamento ed inattività giovanile – ha rilevato Di Cagno – ma va meglio a livello di occupazione femminile, export e università”. Passando ai principali numeri contenuti nel volume (giunto quest’anno alla esima edizione), preoccupa l’abisso che separa il PIL pro-capite (espresso in PPA, ovvero in parità di potere d’acquisto) pugliese (a quota . euro nel ) da quello nazionale, pari a . euro. A fronte di un dato nazionale di poco superiore alla media dell’UE a , il valore della Puglia prevale solo sui redditi pro-capite di paesi come l’Estonia, la Romania e la Bulgaria. Negativi, rispetto al dato medio nazionale, sono anche gli indicatori del mercato del lavoro regionale, con un ampliamento delle aree dell’inattività, dello “scoraggiamento” e del sommerso. Nel il tasso di attività complessivo è stato del , %, quello delle donne del , % (rispettivamente - , % e - , % sul dato italiano). L’occupazione è calata di circa mila unità (- , %), con la quota delle lavoratrici che è però aumentata dell’ % (+ . persone), mentre la disoccupazione è cresciuta del , % (tasso al , %, rispetto all’ , % nazionale), con quella a lunga durata schizzata a + , %. Solo il , % dei giovani laureati in Puglia, poi, viene assorbito dal mercato del lavoro a tre anni dal conseguimento del titolo ( , % per i laureati in Italia). Brutte notizie anche per la raccolta differenziata (al , %): nonostante il rialzo del , % nel , resta al di sotto degli standard non solo italiani ( , %), ma dell’intero Mezzogiorno ( , %). Qualche bel segnale viene invece dai flussi aeroportuali (con l’incremento del numero di passeggeri dei voli da e per Bari e, in parte, Brindisi), dall’energia da fonti rinnovabili (col primato a livello nazionale nell’eolico, a livello meridionale negli impianti a biomassa e gli investimenti nel fotovoltaico) e dalle esportazioni (+ , % nel primo trimestre : performance, però, da collocare tra il + , % della media nazionale e il + , % della media delle regioni del Sud e da leggere insieme al parallelo e più spiccato boom delle importazioni). “Nello scenario delle regioni del Sud, ci guardano con un certo interesse”, ha sottolineato il direttore generale dell’Ipres, Angelo Grasso, aggiungendo che tuttavia “ci vuole più coesione istituzionale, con una maggiore attenzione per il ruolo del Consiglio regionale, del Consiglio delle Autonomie locali e della Conferenza regionale permanente per la programmazione economica, sociale e territoriale, organi attraverso i quali si potrebbe predisporre un Piano regionale di sviluppo”. “Analogamente – ha continuato Grasso – sarebbe necessaria una maggiore cooperazione istituzionale tra le regioni del Sud mediante la Conferenza delle Regioni Meridionali, per poter incidere maggiormente sulle politiche di sviluppo a livello nazionale e comunitario”. Mario de Donatis, vicepresidente dell’Ipres, ha invece evidenziato “la necessità di recuperare la logica della programmazione e di uscire da quella dell’emergenza”. ANDREA BUONO Il fenomeno – I ragazzi non lavorano e non studiano Prospettive – Ci sono alcuni segnali positivi La Generazione NEET Debiti e conti pubblici numeri preoccupanti opportunità… federale Foto Robert Kneschke_fotolia O rmai ha un sua precisa denominazione e, soprattutto, finisce sempre più spesso sulla bocca di politici e analisti. Si chiama “Generazione NEET”: è la generazione di chi non lavora, né studia o si forma (Not in Employment, Education or Training) e le sue fila si rimpinguano anno dopo anno. Nel , a livello OCSE, questo gruppo ammontava in media al % (dei ragazzi tra i e i anni), oscillando tra il - % di alcuni paesi del Nord-Europa e il % di Turchia e Messico. L’Italia faceva registrare valori di poco superiori al %. Valori arrivati oggi al - % dei giovani tra i ei anni: circa milioni di persone. Nel , in Puglia, si sono contati circa mila giovani NEET, ovvero il , % del totale della stessa classe di età. In particolare, la riduzione dell’occupazione ha dato luogo ad un aumento significativo dell’inattività, piuttosto che della disoccupazione. Nell’ambito della componente degli “scoraggiati”, poi, è verosimile che ci sia una presenza di lavoro irregolare (stimato in Puglia al , % nel ). a.b. Foto Jakub Krechowicz_fotolia A partire dal – rileva l’annuario – la Regione Puglia ha ridotto gradualmente il proprio debito, passando da , miliardi di euro nel a , mld nel . In leggero calo anche il passivo dei Comuni pugliesi (da . del a . mld nel ), mentre quello delle Province è aumentato (da del a milioni nel ). Nel , poi, Comuni pugliesi sui monitorati dalla Corte dei Conti (e tutte le Province) hanno rispettato il patto di stabilità, generando una differenza positiva tra saldo- obiettivo e saldo conseguito pari a , milioni di euro ( , milioni per le Province). Interessanti per la Regione, secondo gli autori dello studio, sono le prospettive connesse alla cosiddetta regionalizzazione del patto di stabilità e crescita, che potrà favorire lo sblocco e il razionale utilizzo delle risorse disponibili, così come gli effetti derivanti dal nuovo sistema di finanza federale sull’efficienza della spesa corrente (ma occhio alla “transizione dalla spesa storica ai livelli standard”). a.b. 8 02-08 luglio 2011 Agroalimentare Bruxelles – L’obiettivo contenuto nella proposta di riforma Politica agricola priorità sicurezza U na politica agricola europea più “verde”, più equa, più competitiva; e soprattutto in grado di garantire la sicurezza alimentare per milioni di cittadini europei. Questo è l’obiettivo della proposta di riforma della PAC (politica agricola comune, appunto) che giovedì della settimana scorsa il Parlamento europeo ha approvato a larghissima maggioranza in occasione della “mini-sessione” di Bruxelles. E che ora costituirà un punto di riferimento del quale la Commissione europea dovrà tener conto nella preparazione delle proposte legislative che entro la fine dell’autunno trasmetterà al Consiglio e al Parlamento europei. Il Rapporto, redatto dall’eurodeputato tedesco Albert Dess e approvato meno di un mese fa con un solo voto contrario e quattro astensioni dalla commissione parlamentare Agricoltura e Sviluppo rurale, scopre subito le carte del Parlamento. Che “chiede il mantenimento in futuro di una PAC forte e sostenibile con una dotazione di bilancio all’altezza degli obiettivi ambiziosi da perseguire per affrontare le nuove sfide”. Ed è “categoricamente contrario a qualsiasi misura volta alla rinazionalizzazione della PAC”. Il Rapporto chiede poi che l’architettura della politica agricola comune resti imperniata su due pilastri: il primo finanziato al % dal bilancio UE su base annuale, il secondo impostato sulla programmazione settennale e cofinanziato dagli Stati membri. Ma sollecita modifiche “ineludibili” per focalizzare meglio le misure e le modalità di finanziamento per ciascuno dei due pilastri. Poiché la sicurezza alimentare, si afferma nel documento, resta “la ragion d’essere dell’agricoltura” non soltanto nel contesto europeo ma a livello mondiale, l’Unione europea sarà chiamata, con le altre regioni più prospere del mondo, ad affrontare l’immane sfida di contribuire a nutrire i nove miliardi di persone (due miliardi in più rispetto a oggi) che nel abiteranno il nostro pianeta. E allo stesso tempo dovrà ridurre il consumo di risorse (acqua, energia, terra) già oggi insufficienti. Ecco perché a partire dal la PAC riformata dovrà essere “sostenibile, produttiva e competitiva”, e in grado di contribuire alle priorità (crescita intelligente, inclusiva e sostenibile) della strategia Europa , nonché alla lotta contro il cambiamento climatico. Obiettivo, quest’ultimo – si legge nel documento – che potrà essere raggiunto “creando nuovi posti di lavoro attraverso la crescita ‘verde’ e fornendo energia da fonti rinnovabili”. E continuando ad offrire prodotti alimentari sicuri e di alta qualità, oltre che a garantire sicurezza alimentare ai consumatori europei. Inoltre il Parlamento euro- peo chiede che, per il prossimo periodo di programmazione finanziaria ( ) il bilancio agricolo annuale dell’Unione “mantenga per lo meno lo stesso importo di quello del ”. E possa disporre di “adeguate risorse finanziarie per far fronte alle sfide della sicurezza alimentare, della tutela dell’ambiente, del cambiamento climatico, dell’equilibrio territoriale in un’Unione europea allargata”, nonché del contributo alla strategia Europa . Il Parlamento sottolinea inoltre l’esigenza che la PAC, ispirandosi a criteri di sostenibilità, di competitività e di equità, sia messa in condizione di fornire “quantità sufficienti di prodotti alimentari sicuri, sani e a prezzi adeguati”, di garantire “l’approvvigionamento di materie prime per un’efficiente industria agro-alimentare”, di produrre energia da fonti rinnovabili. E chiede che la PAC garantisca anche nel contesto della concorrenza internazionale il rispetto delle rigorose norme europee in tema di sicurezza alimentare, di tutela dell’ambiente, di benessere degli animali e di rispetto delle norme sociali minime. La semplificazione, si legge poi nel Rapporto, “deve rappresentare un obiettivo-guida della futura PAC, con la riduzione dei costi di gestione della politica a livello degli Stati membri dell’UE”. La politica della qualità dei prodotti alimentari, inoltre, deve essere rafforzata ulteriormente e costituire una priorità della politica agricola comune. E vanno intensificati gli sforzi nel campo della ricerca e dello sviluppo per promuovere l’innovazione e la promozione. Quanto alle motivazioni alla base delle richieste e delle sollecitazioni dell’Europarlamento, il Rapporto offre un’elencazione adeguata. Nel contesto mondiale è necessario tener presente l’accrescimento sostanzioso della popolazione, che nei prossimi quarant’anni dovrebbe crescere dagli attuali quasi sette miliardi a nove miliardi di abitanti. E che conseguentemente, secondo le previsioni della FAO, la produzione agricola mondale dovrà aumentare del %. Il reddito pro capite degli agricoltori, sottolinea il documento, negli ultimi due anni ha subito una “drastica contrazione”; e oggi è più basso di quello di quindici anni fa. I redditi agricoli, rispetto a quelli del resto dell’economia, sono inferiori del %. Nelle aree rurali il reddito pro capite è pari alla metà di quello delle aree urbane. Il numero dei posti di lavoro nel settore agricolo fra il e il si è ridotto del %. Infine il Rapporto segnala l’invecchiamento degli agricoltori europei, dei quali solo il % hanno meno di anni. Mentre nei prossimi dieci anni ben , milioni andranno in pensione. ORESTE BARLETTA Foto © EC Dai prezzi alla produzione Lunga storia dal ‘57 e molti cambiamenti L a politica agricola europea nasce sostanzialmente con i Trattati di Roma del , dove si legge che la produzione di alimenti a prezzi accessibili per i consumatori e un reddito equo per gli agricoltori costituiscono uno degli obiettivi prioritari della Comunità economica europea (oggi Unione europea), che quei Trattati avevano istituito. La politica agricola comune prende vita propria poco più avanti, nel . Fondata sul principio del sostegno dei prezzi agricoli, è a quel tempo l’unica autentica politica comune europea. Ed è finanziata dagli Stati membri (allora erano sei: Belgio, Francia, Germania Federale, Italia, Lussemburgo e Olanda) attraverso contributi proporzionati alla ricchezza di ciascuno di essi. Nel corso di un cinquantennio la PAC è stata oggetto di numerose modifiche. Ma gli obiettivi stabiliti all’atto della sua fondazione sono rimasti sostanzialmente stabili, anche se gli strumenti per raggiungerli sono cambiati nel tempo. Se agli esordi la PAC doveva produrre cibo sufficiente per un’Europa i cui abitanti risentivano ancora delle carenze alimentari originate dalla guerra, nei decenni successivi il surplus produttivo aveva portato l’Europa a una politica di acquisto su larga scala delle eccedenze alimentari. Oggi l’UE punta a modernizzare e a semplificare la PAC abolendo le restrizioni nei confronti degli agricoltori, come per esempio l’obbligo di mettere a riposo il % dei terreni coltivabili. E incrementa gradualmente le quote latte, la cui abolizione è programmata per il . La quota del bilancio dell’Unione europea destinata alla politica agricola comune, per effetto del sopravvenire di nuove esigenze nate anche in seguito agli allargamenti che hanno portato a i Paesi membri, è andata riducendosi progressivamente nel tempo. Nel questa quota raggiungeva ancora l’ % del budget europeo. Nel era pari a quasi tre quarti della spesa comunitaria. E nel , ultimo anno del settennio di programmazione finanziaria in corso, si attesterà al , %. In cifre assolute però la spesa europea indirizzata all’agricoltura è cresciuta costantemente, senza far conto però dell’inflazione, passando dell’equivalente di o.b. miliardi di euro spesi cinquant’anni fa ai circa miliardi previsti per il . Agroalimentare 02-08 luglio 2011 9 Intervista – De Castro, presidente commissione agricoltura “Risorse ai giovani per evitare la fuga” “P Foto © EC PAOLO DE CASTRO Strasburgo – Raggiunta l’intesa Sull’etichettatura lunedì votazione Foto © EC DE CASTRO (a dx) con JERZY BUZEK, presidente Europarlamento DE CASTRO (a dx) con il commissario all’Agricoltura DACIAN CIOLOS (centro) e JOSEPH DAUL (a sx) S ono dovuti trascorrere tre lunghi anni, ma alla fine la settimana scorsa i negoziatori dell’Europarlamento e del Consiglio europeo hanno trovato un compromesso. Così che, nel corso della sessione che si aprirà lunedì prossimo a Strasburgo, il Parlamento europeo voterà in seconda lettura l’intesa raggiunta dai negoziatori sulla proposta di nuove e più stringenti regole riguardo all’etichettatura dei prodotti alimentari. E parallelamente, anche se in tempi meno immediati, il Consiglio (dove sono rappresentati i Paesi membri dell’UE, e presumibilmente il voto si presenta incerto) dovrà fare altrettanto. Nell’ipotesi invece in cui l’accordo non dovesse essere ratificato da entrambe le istituzioni, si dovrà far ricorso alla procedura di conciliazione; e i tempi per giungere al varo delle nuove norme sull’etichettatura si allungherebbero ulteriormente. L’obiettivo di questa proposta legislativa è di “aggiornare, semplificare e rendere più chiare” le etichette sulle confezioni dei prodotti alimentari. “Con un vantaggio sia per i consumatori sia per i produttori”, ha sottolineato la deputata tedesca Renate Sommer, relatrice del progetto messo a punto dalla commissione Ambiente, Sicurezza alimentare e Sanità pubblica dell’Europarlamento. L’intesa raggiunta da Consiglio e Parlamento europei prevede di mantenere nelle etichette degli alimenti alcune indicazioni obbligatorie (ingredienti, data di scadenza, condizioni specifiche di consumo). L’obbligo riguarderà anche le informazioni nutrizionali importanti per la salute: valore energetico, quantità di lipidi, di acidi grassi saturi, di glucidi (con riferimento specifico agli zuccheri). Nell’elenco degli ingredienti dovranno essere compresi obbligatoriamente anche quelli allergenici. Per l’indicazione degli acidi grassi “trans” (una variante di quelli insaturi), che in alcuni Paesi sono stati banditi, nell’intesa viene introdotta una moratoria. Su richiesta del Parlamento, il Consiglio ha accettato che l’obbligo di indicare l’origine – già esistente per carne bovina, miele, olio d’oliva, frutta e verdure fresche – sia esteso alla carne di maiale, di montone, di capra, e al pollame. Le nuove norme entreranno in vigore solo anni ( per le informazioni nutrizioo.b. nali) dopo l’approvazione definitiva del Consiglio e del Parlamento. iù equi criteri nella ripartizione delle risorse finanziarie europee destinate all’agricoltura, aiuti specifici per sostenere l’occupazione e per incoraggiare i giovani agricoltori a non abbandonare i campi, nuove misure di sostegno per far fronte alle ricorrenti crisi di mercato. Questi elementi di novità, contenuti nella proposta di riforma della politica agricola comune approvata dall’Europarlamento a larghissima maggioranza, risponderanno – ne sono convinto – alle attese degli agricoltori italiani, in particolare di quelli del Mezzogiorno, una volta che si sarà completato il processo legislativo necessario per introdurre le nuove norme”. Paolo De Castro, presidente della commissione Agricoltura e Sviluppo rurale del Parlamento europeo, sottolinea gli aspetti positivi per l’agricoltura italiana (e in particolare per quella meridionale) contenuti nella proposta di riforma della PAC in questa intervista alla “Gazzetta dell’Economia”, rilasciata a Bruxelles giovedì della scorsa settimana subito dopo la votazione in assemblea plenaria del Rapporto predisposto appunto da quella commissione parlamentare. Presidente, innanzi tutto: a quanto ammontano per l’Italia gli aiuti al settore agricolo? “Sono , miliardi l’anno: , come aiuti diretti, , per lo sviluppo rurale. Una cifra di dimensioni ragguardevoli, che corrisponde al % del reddito complessivo degli agricoltori italiani”. Perché definisce più equi i nuovi criteri di suddivisione dei fondi europei? “Perché non dovranno avere effetti distorsivi creando squilibri fra un Paese e un altro o fra una Regione e un’altra. Obiettivo che sarà più facile conseguire dal momento che la proposta di riforma, oltre al parametro della superficie (che viene mantenuto), introduce anche quelli del livello di occupazione e del valore della produzione. Questa novità ridurrà sensibilmente in Italia, dove la superficie media delle proprietà agricole è inferiore a quella di molti Paesi europei, la fondata preoccupazione di chi teme che, se si tenesse conto soltanto della superficie, gli agricoltori sarebbero penalizzati sensibilmente”. Perché considera importante per l’Italia l’introduzione di aiuti specifici per l’occupazione e i giovani? “Non soltanto a causa del drammatico livello della disoccupazione giovanile complessiva nel Mezzogiorno, che conosciamo tutti. Ma anche perché da noi la percentuale dei giovani occupati in agricoltura è fra le più basse nell’Unione europea. E quindi questo tipo di sostegno potrà essere particolarmente utile sia per sostenere il ricambio generazionale (misura che già esiste) sia per contribuire a frenare la tendenza da parte dei giovani all’abbandono del lavoro nei campi”. E, in tema di sostegno agli agricoltori per far fronte alle crisi di mercato, quali strumenti offrirà la riforma della PAC? “Noi soffriamo di difficoltà ricorrenti: abbiamo avuto la crisi dell’uva, la crisi del latte, ora c’è la crisi dell’ortofrutta. Per questo motivo la commissione Agricoltura e Sviluppo rurale ha chiesto espressamente, nel Rapporto approvato poi dall’assemblea plenaria dell’Europarlamento, di introdurre nuove misure che possano aiutare gli agricoltori a gestire queste crisi. E ci auguriamo che la proposta legislativa della Commissione possa contenere una risposta positiva a queste sollecitazioni”. Anche la proposta di riforma della politica agricola comune, come le altre politiche settoriali europee, tiene in conto l’obiettivo della tutela dell’ambiente. Come si concilia questo obiettivo con le aspettative degli agricoltori? “Questo è un tema che preoccupa un po’ gli agricoltori i quali dicono: il nostro compito precipuo è assicurare la produzione di cibo. La posizione assunta dalla commissione Agricoltura è che una PAC più ‘verde’ va bene. Ma non a tutti i costi. La svolta in questo senso deve essere legata alla semplificazione. Se il ‘verde’ significa più burocrazia, non lo vogliamo. E dunque il Rapporto approvato propone aiuti specifici per gli agricoltori che attuano pratiche rispettose dell’ambiente: per esempio, per coloro che si impegnano a consumare meno acqua, meno energia, meno suolo, a ridurre le emissioni di carbonio, a tutelare le biodiversità”. Presidente, come definirebbe la nuova politica agricola comune disegnata dal Rapporto approvato dall’Europarlamento? “Una PAC meno burocratica, più semplice; in grado di rispondere alle sfide sempre più impegnative che vanno al di là della politica agricola in senso stretto, ma che toccano anche il tema della sicurezza alimentare. Una sfida enorme se si pensa che oggi il mondo necessità di una quantità di cibo ben più grande di quella che produce E che ogni giorno che passa ci sono . bocche da sfamare in più”. A questo proposito è spontaneo chiederle: che cosa pensa degli OGM? “Non sono né favorevole né contrario. Nel ’ , da ministro dell’Agricoltura, ho introdotto la moratoria in Italia. Oggi il contesto è mutato. L’Europa importa il % dei suoi consumi di soia, quasi tutti OGM. E, certo, non può restare sorda all’innovazione tecnologica né estranea alla ricerca in questo campo”. o.b. 10 02-08 luglio 2011 Turismo Turismo – Da metà giugno invasione dal Nord Europa. La rivoluzione dell’offerta Il Gargano sold out grazie ai megasconti Gli operatori si sono adeguati alle richieste di nuove attività da offrire al tradizionale pacchetto “sole & mare” e i risultati ci sono N orvegesi e danesi, ma anche molte famiglie di tedeschi: è la nuova frontiera del turismo garganico. Il promontorio quest’anno si è riempito come un uovo già da metà giugno, merito – dicono gli albergatori – della riduzione fino al % delle tariffe nei centri vacanze e di un adeguamento alle esigenze dei nuovi villeggianti dettato dai tempi che cambiano anche nello scenario immutabile della Montagna del sole. In vista del campionato mondiale di orienteering (uno sport a metà strada fra il piacere dell’escursione e la capacità di orientarsi fra i luoghi) in programma sul Gargano nell’ottobre del , gli operatori hanno risposto alla domanda dei vacanzieri noerdeuropei aprendo le loro strutture ad attività decisamente alternative rispetto alla vacanza “sole & mare” che da queste parti è ancora la norma per il turismo canonico di luglio e agosto, quando i prezzi salgono e le strutture diventano inaccessibili se non si è riusciti a prenotare in tempo. Oggi la nuova clientela chiede la possibilità di svolgere attività extrabalneari sul promontorio, un assist imperdibile per gli operatori che puntano così a destagionalizzare per davvero il turismo sul Gargano oltre i mesi canonici di luglio e agosto. Nei pacchetti dei tour operator compaiono perciò attività di trekking e di geocaching, una sorta di caccia al tesoro con il Gps praticata dai turisti nordeuropei e che pare sia stata importata sul promontorio proprio dai tedeschi. Molto gettonato anche il nordic walking, ovvero la camminata nordica che si pratica con le racchette lungo i sentieri impervi dei percorsi interni, gli stessi in pratica sui quali si sono già misurati gli atleti dell’orienteering un anno fa sul Gargano per testare il territorio in vista del mondiale tra due anni. Sulla provinciale , la litoranea che collega Mattinata con Vieste, sono centinaia le mountain bike che sfidano tra le auto i saliscendi e i tornanti con coraggioso spregio del pericolo. Le spiagge pullulano, ma di italiani. MASSIMO LEVANTACI Collegamenti – Insoluto il problema del “Gino Lisa” “C’è più organizzazione” La Montagna del sole bella e irraggiungibile M a come arrivano i turisti scandinavi sul Gargano? Non ci sono informazioni precise a tal riguardo, ma solo indizi. Il più concreto lo fornisce la navetta Puglia Airbus, che dal maggio scorso collega l’aeroporto di Bari Palese con il Gargano per due volte al giorno. In un mese e mezzo (il nostro rilevamento si ferma al giugno) sono saliti sulla navetta passeggeri. La gran parte sono turisti che provengono dal Nord Europa, sbarcati da uno degli aerei che collegano il capoluogo regionale con quasi tutti i più importanti nodi aeroportuali tedeschi, ma anche con Zurigo e Londra. Questo spiega che gli scandinavi comunque prendono un altro aereo per raggiungere questi aeroporti, dal momento che non esiste (ancora) un collegamento diretto Bari-Copenaghen o Bari-Oslo che ridurre il viaggio della metà. Sì, perchè a queste condizioni oggi raggiungere il Gargano è davvero un’impresa degna della miglior sorte. Facciamo un po’ di conti: serve almeno un’ora di volo dalle capitali danese o norvegese fino all’hub di riferimento (Monaco di Baviera o Zurigo), quindi altre due vole piene di volo per raggiungere la Puglia. E infine, il colpo di grazia, tre ore di navetta per giungere finalmente a destinazione stanchi e stremati. “È chiaro che in queste condizioni il turismo non può decollare – denunciano gli albergatori – quella navetta l’abbiamo voluta noi proprio perchè riteniamo che il Gargano senza collegamenti aerei sarebbe completamente fuori mercato. Ma i dati del Puglia Airbus rafforzano in noi la certezza che ci siano le condizioni per attivare collegamenti charter dal prossimo anno dal Gino Lisa di Foggia, perchè è quello il nostro aeroporto di riferimento: tre ore di pullman sono troppe anche per turisti di una certa tempra”. Tuttavia, conti alla mano, il Gino Lisa non potrà essere competitivo potendo contare al momento (in attesa che venga allungata la pista) su aerei fino a un massimo di passeggeri. Oltretutto un ipotetico volo Oslo-Foggia durerebbe almeno tre ore, i costi lieviterebbero e di conseguenza anche il prezzo dei pacchetti diventerebbe poco conveniente per i tour operator. C’è dunque bisogno di un incentivo: a questo pensano gli albergatori viestani per coprire i costi eccedentari (si calcola intorno al % del prezzo medio del pacchetto). “Dobbiamo garantirci pacchetti vacanze per almeno - collegamenti charter da maggio a settembre con base l’aeroporto di Foggia, solo così – spiegano dal consorzio Gargano Mare – possiamo ammortizzare il contributo per i voli che intendiamo tirare fuori di tasca nostra, recuperandolo dagli sconti che solitamente pratichiamo durante i periodi di bassa stagione”. I tempi stringono, a luglio dovranno essere già pronti i cataloghi per la prossima stagione estiva. La corsa contro il tempo è dunque cominciata, per lanciare l’offerta sul campione scandinavo gli albergatori per la prima volta sono disposti a metterci qualcosa pure di tasca loro. Nel frattempo il territorio si riorganizza attraverso la nascita di consorzi per venire incontro alle esigenze di un turismo che vuole scoprire le bellezze interne del promontorio. È nato su queste basi “Daunia tour”, escursioni e visite guidate dal Gargano alle zone umide del Tavoliere fino alle aree interne dei Monti dauni. m.l. Ma i tedeschi preferiscono la Romagna U na volta il Gargano era la meta incontrastata dei tedeschi. Arrivavano già da fine maggio, molti con la tenda al seguito dove trovavano osiptalità negli innumerevoli camping, si alternavano in gruppi sempre più numerosi fino alla fine di giugno quando poi sparivano per cedere il posto al turismo di massa di luglio e agosto. Da qualche anno la presenza di turisti germanici si è invece molto attenuata nelle “roccaforti” delle vacanze di un tempo tra Vieste e Peschici e anche il litorale di spiaggia lunga, mèta dei surfisti, non sembra più quella di una volta agli occhi dei residenti. Cosa è cambiato in questi anni lo dice una tour operator con base in Germania, a Colonia, ma italianissima anzi foggiana per la precisione, Giada Panzano. “I turisti tedeschi negli ultimi anni scelgono molto di più la riviera romagnola piuttosto che il Gargano – spiega – un po’ perchè cambiare rientra tra le prerogative di un popolo a cui piace girare il mondo, ma lo fa con parsimonia e molto senso pratico”. Ma cosa c’è che non va del Gargano tanto da determinare il calo denunciato dagli albergatori? “Negli ultimi anni la clientela tedesca lamenta una scarsa organizzazione nelle strutture alberghiere come nei centri vacanze, in molte strutture si parlano poco le lingue straniere e questo aspetto non è da trascurare. Resta un gran bel posto il Gargano, ma bisogna saperlo coltivare». Il mondiale di Orienteering può costituire una valida occasione per riportarli in Puglia? “Stiamo lavorando per questo – aggiunge la tour operator italiana – per le sue bellezze naturalistiche, ma anche l’accoglienza direi che il Gargano continua a essere la meta ideale del turismo tedesco proprio perchè non richiede strutture a cinque stelle e non rincorre le mode dei resort e dei soggiorni esclusivi. Chiedono un turismo di qualità, ma semplice, vissuto all’aria aperta e senza troppe limitazioni. Ci sono i presupposti perchè ritornino, ma anche gli albergatori devono fare uno sforzo in più per rimetterli a proprio agio”. m.l. Turismo 02-08 luglio 2011 11 Previsioni – La scommessa è con i mondiali di orienteering I turisti scandinavi sono il nuovo target C Foto Michele Campini_fotolia onsapevoli del turismo che cambia, anche sul Gargano, quest’anno gli organizzatori dell’annuale borsa hanno rivolto le loro richieste di attenzione quasi esclusivamente ai tour operator del Nord Europa. “Abbiamo pensato che sia arrivato il momento di settorializzare la domanda – ha spiegato Rossella Rinaldi, presidente del consorzio Gargano Mare che ha organizzato l’evento – noi puntiamo a destagionalizzare la nostra offerta coprendo più mesi dell’anno: non solo da maggio a settembre, ci piacerebbe andare oltre. E i turisti scandinavi ci offrono oggi questa opportunità. Sappiamo che il Gargano può offrire varie alternative: dalla varietà dei boschi, ai centri storici, dagli agriturismi agli eremi religiosi delle aree interne fino alla variegata offerta della nostra gastronomia”. Ma con chi impostare questo ragionamento, se il turismo che ha finora praticato il Gargano si è fermato soprattutto nelle località balneari concedendosi al massimo un’escursione da San Pio? Ecco che il mondiale di orienteering del diventa una felice intuizione: la candidatura, ufficializzata dalla Provincia di Foggia tre anni fa, ha avuto il via libera l’anno scorso e da allora sembra quasi si sia aperto un canale privilegiato con il turismo scandinavo, grande appassionato di questa disciplina che si pratica in boschi e luoghi ameni quale il Gargano sa offrire. Così all’invito della borsa garganica hanno risposto tour operator che mai si sarebbero sognati di farlo in passato, come la svedese Natasha Flodin di Travel in Style di Stoccolma, che ha confessato di essere capitata “per la prima volta in Puglia”: segno di un mercato, quello svedese, ancora troppo distante (e non solo geograficamente) da queste latitudini. “Da quanto abbiamo visto in questi giorni – ha spiegato – credo che il Gargano possa interessare il turista svedese a patto che sia in grado di scegliere per la sua vacanza strutture d’élite e di combinare un giusto mix tra il mare e le escursioni in montagna. Riteniamo possa esservi una buona offerta anche per quanto riguarda meeting e attività congressuali”. Per il momento il turismo nordeuropeo sembra in grado di rispondere a questa sollecitazione, i dati di riempi- mento di strutture e centri vacanze sono lì a dimostrarlo. “Da un paio di anni facciamo il tutto esaurito a giugno, cosa che prima era quasi impossibile da raggiungere”, spiega Gino Notarangelo del resort Gattarella di Vieste dove si è tenuta la borsa del turismo sul Gargano. “Una tendenza incoraggiata da noi operatori locali nel modo più semplice e efficace possibile: abbassando a giugno e settembre le tariffe del soggiorno in mezza pensione. Io – aggiunge Notarangelo – mi sono ispirato alle compagnie low cost che puntano a vendere l’invenduto per poi alzare il prezzo. A noi non serve tenere le camere vuote a giugno, meglio riempirle anche se questo comprta l’abbattimento dei ricavi durante la stagione estiva. Ma così riusciamo ad ammortizzare meglio i costi di gestione, perchè è sempre meglio avere camere piene a euro che riempire solo camere a cento euro”. È una svolta importante sul Gargano, una vero cambio di rotta. Di questi tempi in passato i centri vacanze erano tutti vuoti, scorrazzavano soltanto i tedeschi che però sono i portabandiera di un turismo povero che predilige i camping agli alberghi. E gli operatori locali non facevano granchè per incoraggiarne l’arrivo nelle strutture alberghiere. “Si preferiva orgogliosamente tenere alta la bandiera dell’appartenenza – ricorda Rossella Rinaldi, figlia d’arte – per cui meglio tenere su i prezzi che abbattere i parametri dell’accoglienza che poi questo voleva dire tenere bassi i prezzi. Noi oggi invece stiamo allargando il discorso a una platea di villeggianti che chiede comunque la qualità nelle strutture in cui viene ospitata, ma naturalmente non disdegna di pagare un prezzo inferiore se ciò significa dover trascorrere le vacanze a giugno o settembre”. La destagionalizzazione del turismo balneare è anche in funzione del metà prezzo, ma il turista nordeuropeo ha capito che sul Gargano può fare anche altro anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, il mare gli interessa relativamente perchè prima vengono le escursioni, il trekking e le attività all’aria aperto un campionario di alternative che il Gargano può offrire a piene mani. m.l. Consorzio Start Varanosviluppo La cucina Arcangelo e San Pio una leva di successo un tesoro T urismo e gastronomia, binomio inscindibile. Per promuovere i prodotti tipici dell’agroalimentare foggiano è nato un consorzio, Start, che punta a sviluppare i canali della distribuzione commerciale a beneficio dei turisti e dei consumatori. “Il consorzio – spiega Enza Sacco, portavoce – punta a facilitare la distribuzione delle produzioni tipiche della Capitanata, dall’agroalimentare a tutto quanto viene realizzato qui”. L’idea nasce da “Foggia propositiva”, il comitato tenuto a battesimo da un gruppo di volenterosi foggiani il aprile scorso. “Ci siamo autocostituiti per lanciare l’offerta di produzioni locali – aggiunge la portavoce – molte piccole aziende non sono collegate alla distribuzione commerciale, i costi da sostenere sono troppo alti. Noi ci proponiamo come il tramite di questa operazione e il turismo in questo c’entra moltissimo, perché il cibo di qualità delle produzioni tipiche locali spesso non viene offerto nei centri vacanze della nostra provincia proprio a causa di questi vincoli”. m.l. C’ è il Gargano del turismo balneare della costa e quello interno legato soprattutto al culto di San Pio e all’asse San Giovanni RotondoMonte Sant’Angelo. C’è il Gargano da scoprire, quello del trekking e dell’orienteering delle aree interne. Ma quello a metà strada fra entroterra e mare, quello che parte da Ischitella per specchiarsi nel bacino di Foce Varano, resta in cerca di un’identità. A questo pensa il consorzio «Varano sviluppo», fondato da tredici imprenditori che nel corso di un incontro a Carpino con i vertici della Banca di Credito cooperativo hanno lanciato una serie di proposte per uscire dall’isolamento. “Chiediamo connessioni wireless per i collegamenti internet – spiega Annarita Russo, presidente di Varano sviluppo – più manutenzione sulle strade, acqua potabile senza limitazioni per cominciare a rendere più attraente un luogo che risente tantissimo del fenomeno del turismo mordi e fuggi che naturalmente non lascia nulla sul m.l. territorio”. 12 02-08 luglio 2011 PrimoPiano Scandalo calcio – Ministero dell’Interno Scommesse sportive: ora si cambia Nasce un nuovo organismo di controllo sugli eventi che si avvarrà di un Gruppo investigativo specializzato. Il giro d’affari clandestino in Italia è di 1,5 miliardi I l recente scandalo del calcioscommesse ha riportato sotto i riflettori un comparto, quello delle scommesse sportive, che nel ha interessato , milioni di scommettitori (fonte: Agicos) e che anche negli ultimi mesi ha dato vita a un indotto economico di grande rilievo. Diventano fondamentali, allora, i controlli. Sono i due livelli su cui agirà il nuovo organismo varato dal Ministero dell’Interno. Tutto partirà dall’Unità investigativa sugli eventi sportivi, che darà vita al database per PUGLIA RACCOLTA gennaio febbraio New Slot + VLT Bingo , Giochi a base ippica , , FABIO TRAVERSA maggio , , , , , , Giochi a base sportiva , , , , Gratta & Vinci – Lotterie , , , , Lotto , , , , Superenalotto + Win for Life , , , , Skill Games – Poker on line , TOTALE PUGLIA ERARIO , , , , , , , gennaio febbraio marzo aprile New Slot + VLT , , , , , Bingo , , , , , maggio Giochi a base ippica , , , , , Giochi a base sportiva , , , , , Gratta & Vinci – Lotterie , , , , , Lotto , , , , , Superenalotto + Win for Life , , , , , Skill Games – Poker on line , , , , , TOTALE , , , , zione del gioco ufficiale e che “erano state fatte segnalazioni su flussi di gioco anomali, ma in molti casi il risultato più giocato dagli scommettitori non era uscito”. Alla fine delle indagini “è possibile che i Monopoli chiedano un eventuale risarcimento se verranno certificati danni subiti per ammanco erariale. È un’attività che facciamo in tutti gli ambiti”. E, in merito a un possibile finanziamento al mondo dello sport per controllare la correttezza delle gare, Turchi osserva: “Dalle scommesse arrivano soldi anche al mondo dello sport. Il Coni distribuisce soldi alle federazioni e questi servono anche a pagare le spese a chi deve controllare la correttezza dei risultati”. Quanto alle ipotesi per arginare il problema delle combine proposte dal Cio Turchi ritiene che l’organismo olimpico non abbia “possibilità” di limitare i palinsesti: non si contrasta un fenomeno con la limitazione del prodotto, anzi in Italia con un prodotto certificato si dà un’arma in più in mano ai concessionari regolari. No, dunque, alla limitazione delle scommesse legali in Italia che metterebbe solo dei paletti agli operatori regolari spingendo gli utenti verso gli irregolari. In questo senso è emblematico proprio l’ultimo caso italiano, in cui quasi tutto il gioco era effettuato su mercati asiatici completamente fuori controllo. Ma quanto vale il mercato illegale delle scommesse? I dati analizzati da Antonio Costanzo, board member dell’Essa (European Sport Security Association), parlano di miliardi di dollari sul mercato asiatico e di miliardi di dollari in quello statunitense. Dati molto più alti rispetto all’Italia dove il giro d’affari illegale ammonta a , miliardi di euro. Maurizio Ughi, consigliere di AssoSnai, attacca gli operatori irregolari: “È indecente che in Italia esista una rete di accettazione parallela che è anche più estesa di quella dello Stato. Bisogna mettere alla porta chi è in Italia senza essere regolarmente autorizzato”. aprile , , Provincia RAFFAELE FERRARA incrociare i dati del Ministero con quelli forniti da Coni, Figc, Monopoli di Stato e Unire. Il flusso di dati, se evidenzierà anomalie, servirà poi alla fase operativa di contrasto al gioco anomalo: una fase di cui si occuperà il secondo livello del team creato da Ministero, il Gruppo Investigativo Specializzato Scommesse che si avvarrà della collaborazione della Sco, Gico, Ros e Dia (Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia). Il ministro Roberto Maroni sottolinea: “Non abbiamo assolutamente intenzione di mettere limitazioni alle scommesse. Interrompere le partite? Non dipende da me, ma non ritengo sia fondamentale considerando che le scommesse anomale riguardano anche il gioco ‘live’ e che con il nuovo organismo i controlli saranno più serrati. Ci siamo resi conto che le segnalazioni dei concessionari da sole non bastano: bisogna innalzare i livelli di controllo sulle partite, incrociando i dati con la Figc, e mettere insieme vari elementi per capire se c’è il rischio di una possibile combine. Dobbiamo applicare risposte semplici a problemi complessi. Finora le segnalazioni non erano fatte a noi, siamo entrati nel problema solo negli ultimi giorni. La Figc non aveva gli strumenti, il massimo che poteva fare era una segnalazione alla procura della Repubblica”. E i Monopoli di Stato? Il responsabile dell’ufficio scommesse, Luca Turchi, sottolinea come essi stiano attualmente “collaborando con l’autorità giudiziaria, inviando dati e report per verificare se ci siano stati dei comportamenti che abbiano leso gli scommettitori”. Parlando a margine di un convegno sul gioco online Turchi sottolinea che da anni i Monopoli sono impegnati nella promo- marzo , Ferrara – Monopoli di Stato “Noi di Aams in prima linea” “A ltro che inermi, noi di Aams siamo in prima linea nella lotta all’illegalità e lo dimostreremo con i fatti, ma preferiamo mantenere un basso profilo pur collaborando continuativamente con gli organi inquirenti”: lo afferma Raffaele Ferrara, direttore generale dei Monopoli di Stato. Sui flussi anomali delle giocate: “Dal abbiamo realizzato con Sogei (società di Information and Communication Technology del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ndr) e i concessionari ufficiali un programma informatico, che elabora i flussi della raccolta secondo criteri variabili e dinamici, al fine di individuare anche gli indici di anomalia. In casi di gioco particolarmente anomalo inviamo le opportu- ne segnalazioni agli organismi sportivi. Ma non è di nostra competenza valutare eventuali irregolarità dell’evento”. Maroni ha varato una task force per indagare su questo genere di reato: “Ci vuole la giustizia ordinaria per fare luce su scandali con ramificazioni di portata internazionale, quella sportiva purtroppo ha un raggio d’azione limitato. E Aams opererà con la massima collaborazione. Già ad ottobre si è insediato il Comitato di Alta Vigilanza, un vero e proprio comitato interforze, per pianificare e coordinare interventi articolati sul territorio contro il gioco illegale”. I Monopoli potranno anche controllare i conti bancari: “È una norma voluta fortemente da Aams che, al pari dell’Agen- Napoli Taranto Salerno Pescara Rimini Bari Palermo Caserta Roma Lucca Brindisi Benevento Prato Ascoli Piceno Avellino Siracusa Latina Pistoia Ravenna Livorno Firenze Parma Lodi Catania Foggia Frosinone Lecce Chieti Forli’-Cesena Milano Bologna Modena Trapani L’aquila Teramo Reggio Calabria Pisa Pesaro-Urbino Ragusa Messina Piacenza Massa-Carrara Terni Matera Torino Reggio Emilia Rieti Genova Perugia Vibo Valentia Ancona Alessandria Arezzo , Raccolta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Spesa pro capite PrimoPiano giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre 13 02-08 luglio 2011 TOTALE , , , , , , , , , giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre TOTALE , , , , , , , , , Provincia Bolzano Macerata Grosseto Siena Potenza Cosenza Verona La Spezia Isernia Savona Varese Campobasso Bergamo Viterbo Asti Brescia Novara Ferrara Enna Catanzaro Venezia Mantova Trieste Gorizia Imperia Pavia Caltanissetta Crotone Como Agrigento Aosta Vicenza Lecco Padova Sondrio Vercelli Trento Cuneo Sassari Treviso Udine Cremona Pordenone Rovigo Verbano-CusioOssola Biella Cagliari Belluno Nuoro Oristano Raccolta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . (fonte: Agicos) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . – Ma nei primi mesi c’è un calo La Puglia è 4ª nelle “giocate” . . SPESA MEDIA ITALIA Dati Spesa pro capite GIOCHI PRIMI CINQUE MESI Diff % Lotto . , Superenalotto . , Win for Life Gratta & Vinci – Lotterie , . Concorsi pronostici Giochi a base sportiva , , , % , , , - , % , , , , - . % , , , , % , - , % , , , . . , , , , - , % , , , , - , % , , , Bingo , , , % , , , , Videolotteries Skill Games – Poker on line TOTALE . , . , , , Giochi a base ippica . , Erario procapite , . , Apparecchi da intrattenimento “La proposta di limitare le puntate a 2mila euro? Il rischio è di alimentare il mercato nero” . Spesa procapite Erario . , . , . , . , % . - , , Dati in milioni di euro , . , , , , , , , , , , , , Dati in euro FONTE AGIPRONEWS zia delle Entrate e delle Guardia di Finanza, potrà utilizzare questo strumento per contrastare le attività illegali. L’operatività scatterà dopo la sottoscrizione di un protocollo con il sistema bancario”. Il mondo dei giochi non avrebbe bisogno di un Tar unico, informato e competente (nel calcio ha funzionato): “Posto che tutti i giudici amministrativi sono competenti e informati sarebbe di grande aiuto concentrare la materia dei giochi su un numero ristretto di giudici amministrativi per agevolare sia la nostra attività che quella degli organi di p.s., come già avviene in Francia”. All’interno di alcuni concessionari sono state scoperte figure vicine a mafia, camorra e ‘ndrangheta. Per ovviare “la normativa attuale richiede la certificazione antimafia solo per i componenti del CdA. La legge di stabilità ha da poco introdotto requisiti più stringenti in tema di trasparenza degli assetti proprietari. Sarebbe ancora più efficace estendere gli accertamenti anche alle proprietà di controllo e ai dirigenti-funzionari con forte autonomia decisionale”. C’è una proposta di legge per limitare a . euro la singola scommessa: “Il rischio è che potrebbe alimentare il mercato illegale. Ma la normativa antiriciclaggio, in vigore da tempo, impone l’identificazione dello scommettitore che gioca o vince più di mille euro in una o più puntate”. f.t. N ei primi cinque mesi del la raccolta complessiva dei giochi online è stata di oltre miliardi di euro, in calo del , % rispetto ai , miliardi dell’analogo periodo . La raccolta erariale – stima Agipronews a partire dai dati Aams – ha raggiunto i , milioni di euro. Quasi milioni provengono dalle scommesse sportive. Nei primi quattro mesi, invece, le scommesse sportive hanno raggiunto , miliardi di euro – di cui oltre , miliardi solamente sul pallone ( , %) – un dato in calo del % rispetto a , miliardi dell’analogo periodo dello scorso anno. All’Erario sono andati circa milioni di euro. Per quanto riguarda la finale di Champions League la somma totale di tutte le scommesse sulla partita è stata di circa , milioni di euro, di cui , raccolti nella rete fisica di vendita. La scommessa antepost sulla squadra vincitrice della Champions League ha totalizzato quasi , milioni. La Campania è la regione che ha giocato di più, con una spesa di milioni di euro, il % del totale nazionale. Al secondo posto la Lombardia con poco più di milioni ( , %), seguita dal Lazio con milioni ( %). In top five anche Puglia e Sicilia, rispettivamente con ( %) e milioni ( %). Con una raccolta superiore ai milioni di euro anche Emilia Romagna ( milioni) e Toscana ( milioni). Inoltre, secondo Agicos, è Napoli la provincia italiana dove si è scommesso di più sia a livello generale (oltre milioni di euro puntati nel ) sia a livello pro capite ( euro contro la media italiana di euro). In generale è il Sud a primeggiare in questa particolare graduatoria visto che sul podio delle province con la più alta spesa pro capite si trovano Taranto ( euro) e Salerno ( ). Ovviamente le scommesse online non sono contestualizzabili sul territorio. Da inizio anno le scommesse sportive hanno distribuito vincite per oltre , miliardi di euro, oltre il % della raccolta. Il si era, invece, chiuso con una raccolta totale di oltre miliardi, di cui , miliardi ( , %) solamente sul pallone. f.t. 14 02-08 luglio 2011 PrimoPiano Credito – Indagine di Prestiti.it sulle nuove abitudini Se la vacanza vale un mutuo A lla vacanza non si può rinunciare anche a costo di richiedere un prestito. Con l’inizio dell’estate gli italiani tornano a pensare alle ferie, ma anche chi non potrebbe permettersi lunghe vacanze o viaggi in mete esotiche sembra non volerci rinunciare. Secondo i dati di un’analisi diffusa da Prestiti.it (www. prestiti.it, il portale che mette a confronto le offerte di prestiti personali di banche e finanziarie), nel corso dello scorso anno più di . italiani hanno richiesto un finanziamento per andare in vacanza. L’indagine di Prestiti.it rivela come chi richieda un prestito per partire abbia all’incirca anni, cerchi un finanziamento di poco meno di . euro e pianifichi un piano di rimborso della durata di mesi, vale a dire poco più di tre anni. Po- La classifica – Pugliesi decimi che le distinzioni tra uomini e donne, sostanzialmente i due sessi dimostrano lo stesso atteggiamento di fronte ad un prestito viaggi: l’unica differenza è riscontrabile nell’ammontare richiesto, in media gli uomini chiedono poco più di . euro, contro i quasi . delle donne. “Il viaggio rappresenta un bisogno vero e proprio per gli italiani – dice Marco Giorgi di Prestiti.it – e con l’arrivo dell’estate registriamo un aumento rilevante di richieste di questo tipo: + % da aprile a oggi. Evidentemente, sono sempre di più i cittadini che preferiscono pianificarne il pagamento attraverso un prestito personale, che rende indolore la spesa diluendola sul lungo periodo”. SANTA COLELLA La classifica regionale in base alla somma richiesta Sicilia € . Calabria € . Sardegna € . Friuli Venezia Giulia € . Veneto € . Lazio € . Toscana € . Basilicata € . Trentino Alto Adige € . Puglia € . Lombardia € . Campania € . Emilia Romagna € . Molise € . Piemonte € . Liguria € . Umbria € . Abruzzo € . Marche € . Valle d’Aosta n.d. Lo studio – L’Adusbef ha elaborato i dati della Banca d’Italia Regione che vai Le famiglie sono in difficoltà usanza che trovi meno risparmi e più debiti N egli ultimi anni l’indebitamento delle famiglie italiane è cresciuto di oltre il %. Lo sostiene l’Adusbef (associazione difesa utenti servizi bancari e finanziari), che ha elaborato i dati forniti dalla Banca d’Italia. Più precisamente i debiti complessivi delle famiglie sono passati da , a , miliardi di euro, con un aumento pari al % e, nel contempo, le risorse risparmiate si sono quasi dimezzate, segnando una discesa del %, da a , miliardi. Lo studio spiega come il peso della passività sulle famiglie risenta “dell’impennata dei debiti a medio e lungo termine”, cresciuti nei cinque anni di oltre la metà, da , a , miliardi di euro. La causa più frequente delle difficoltà risiede nell’acquisto dell’abitazione e una buona parte delle pas- P iù che le differenze di genere a far riflettere sono le diversità riscontrare a livello regionale. È dalle regioni meridionali infatti che provengono le richieste più elevate per partire in vacanza. Secondo l’indagine di prestiti.it quasi . euro per i siciliani, oltre . per calabresi e sardi: nonostante i posti da favola e il mare più bello d’Italia siano per loro davvero vicini, il viaggio esotico o la meta oltreoceano sembrano desideri irrinunciabili. La prima regione del Nord è il Friuli-Venezia Giulia, quarta con i suoi . euro medi di finanziamento. Le zone più oculate, in cui si richiedono finanziamenti minori, sono invece al CentroSud: sotto la media nazionale troviamo le Marche ( . euro), l’Abruzzo ( . euro) e l’Umbria ( . euro). La Basilicata occupa l’ottava posizione con una richiesta di . euro, decima la Puglia con . euro. Mancano invece i dati per la Valle d’Aosta. s.c. sività, infatti, deriva dai mutui per la casa. L’associazione a tutela del consumatore, ancora, evidenzia come dal al sia notevolmente aumentato il numero delle famiglie in difficoltà nell’onorare i propri impegni. Le sofferenza, in totale, sono salite del , %, mentre il tonfo dei risparmi diventa ancora peggiore se si fa riferimento al periodo che va dal al (- , %). Sulla stessa lunghezza d’onda anche i dati presentati dall’ufficio studi di Confcommercio: negli ultimi anni il risparmio complessivo si è ridotto di circa miliardi. Se nel euro di reddito ne generavano di risparmio, lo scorso anno la soglia è scesa sotto i euro. s.c. Scenari / – I dati di un’indagine di Nomisma Scenari/ – Lannutti: “Risparmio privato in calo” L’acquisto della casa Agli italiani va meglio è sempre una priorità rispetto ai Paesi Ue L a tendenza negativa e preoccupante nel lungo periodo, evidenziata da Adusbef, mette però l’Italia in una posizione di vantaggio rispetto ad altri Paesi europei. Nello studio l’associazione sottolinea come “pur cresciuti dal , i nostri debiti privati del superano appena il % del reddito disponibile”, mentre le famiglie francesi si avvicinerebbero all’ %, le tedesche al %, le spagnole al % e va ancora peggio per i Paesi anglosassoni. Ma l’associazione esprime comunque preoccupazioni per il futuro: “Le finanze familiari, che rappresentano l’unico nostro baluardo finanziario, stanno velocemente dando fondo sia ai risparmi, sia al merito di credito conquistato in decenni di corretta ed accorta gestione economica”. Per il presidente Adusbef, Elio Lannutti, e il segretario, Mauro Novelli “il risparmio privato diminuisce velocemente al perdurare della crisi finanziaria internazionale e un numero sempre maggiore di famiglie in difficoltà vede chiudersi il canale bancario e deve far ricorso alle finanziarie, a tassi crescenti”. s.c. C hi comprerà una casa nei prossimi mesi contrarrà in caso su un mutuo: il fenomeno riguarda il , % delle famiglie, mentre lo scorso anno lo stesso dato riguardava soltanto una famiglia su due. È quanto rileva Nomisma nell’indagine “La situazione economico finanziaria delle famiglie italiane e l’investimento immobiliare”, sottolineando l’aumento della domanda di credito (seppure potenziale, corrispondente a , milioni di famiglie). Il fenomeno riguarderebbe in particolare le famiglie giovani con un picco dell’ , % per i ca- pofamiglia con età fino a anni, in particolare residenti al centro ( , %) e al sud ( , %), con meno di membri ( , %). Sul fronte del risparmio, negli ultimi mesi il % circa degli intervistati non è riuscito a mettere niente da parte (un anno fa era il %) non tanto per le difficoltà legate al lavoro, quanto all’inadeguatezza del proprio reddito a sostenere le spese familiari. Particolarmente colpite in questo senso le fasce centrali di età; il % tra gli intervistati tra i / anni. s.c. Interventi 02-08 luglio 2011 15 Rapporto Eurispes-Coldiretti – Il primo studio congiunto rivela scenari preoccupanti degni di attenzione N ei giorni scorsi Eurispes e Coldiretti hanno pubblicato il ° Rapporto congiunto sui crimini agroalimentari in Italia. Il volume d’affari complessivo dell’agromafia è stato quantificato in , miliardi di euro ( , % del totale), di cui , miliardi di euro sono riconducibili a reinvestimenti in attività lecite ( % del totale) e , miliardi di euro ad attività illecite ( % del totale). Il caso specifico dell’agroalimentare in Italia Il valore aggiunto complessivo (in media , miliardi di euro su base annua nel quinquennio ) rappresenta per la criminalità un forte incentivo, sul piano della massimizzazione del profitto, all’investimento dei proventi delle attività illecite nei comparti dell’agricoltura, caccia e silvicoltura (valore aggiunto medio , miliardi di euro, , % del Sistema Paese), dell’industria alimentare, delle bevande e del tabacco (valore aggiunto medio , miliardi di euro, , % del Sistema Paese), Agricoltura e crimini la mafia “raccoglie” della pesca, piscicoltura e servizi connessi (valore aggiunto medio , miliardi di euro, , % del Sistema Paese); la minore appetibi-lità, in termini di profittabilità degli investimenti, del settore agroalimentare rispetto ad altri settori a più alto valore aggiunto (attività immobiliari, costruzioni, trasporti, sanità e assistenza sociale) è compensata dalla persistenza e, in taluni casi, dall’aggravarsi, di molteplici fattori di criticità (effetto moltiplicatore), quali: un calo del , % del numero di occupati e del , % del reddito reale agricolo per occupato tra il e il ; il crollo significativo e generalizzato dei prezzi alla produzione; l’assoluta prevalenza di imprese individuali ( , % delle attive) rispetto a società di persone e di capitali (rispettivamente , % e , % delle attive); l’elevata diffusione di piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, e del fenomeno del sommerso. La criminalità organizzata come holding Essendo riuscita a consolidare e rafforzare il proprio status di grande holding finanziaria, nel corso del tempo, la criminalità organizzata opera sull’intero territorio nazionale con un giro d’affari complessivo stimato dall’Eurispes in circa miliardi di euro l’anno (l’ % del Pil). Contestualmente alle attività criminose, la criminalità organizzata ha sviluppato, infatti, una crescente capacità di infil- trazione nel tessuto imprenditoriale italiano, avvalendosi di quest’ultimo quale luogo privilegiato di riciclaggio del denaro proveniente dalle attività illecite. Tale vocazione “imprenditoriale”, che trova terreno ancora più fertile nell’attuale quadro congiunturale di grave e generalizzata crisi, si manifesta seguendo i principi e le regole proprie della finanza. La holding del crimine organizzato tende a privilegiare i settori e comparti economici in grado di generare un più alto valore aggiunto (attività immobiliari, commercio all’ingrosso e al dettaglio, trasporti, magazzinaggio e comunicazioni; costruzioni, sanità e assistenza sociale). I diversi aspetti che caratterizzano la criminalità or- ganizzata (diversificazione del rischio, massimizzazione del profitto, effetto moltiplicatore) influenzano le sue scelte di investimento in maniera profondamente diversa, integrandosi o compensandosi tra loro a seconda del contesto economico e territoriale. Le agromafie più diffuse nel Meridione I crimini agroalimentari trovano terreno fertile soprattutto a Sud mediante la produzione di attività illecite e alimentandosi per effetto delle difficoltà in cui si trovano le imprese agricole, sempre più esposte agli effetti devastanti della scarsa disponibilità di risorse finanziarie. Il bisogno di credito immediato spinge gli imprenditori agricoli a trovare nuove forme di finanziamento (usura e racket). Inoltre, come denunciato dalla Coldiretti, attraverso le suddette pratiche estorsive le associazioni criminali finiscono per determinare l’aumento dei prezzi dei beni al consumo. Così la mafia assume il controllo politico ed economico dell’impresa e dell’imprenditore. Intervenendo direttamente nel meccanismo di formazione dei prezzi, inoltre, l’agromafia diventa soggetto autorevole di intermediazione tra i luoghi della produzione e il consumo, assumendo l’identità di un centro autonomo di potere. I ricchi proventi che derivano da crimini di questo genere vengono girati in attività agricole, nel settore commerciale e nella grande distribuzione. Senza dimenticare la contraffazione dei marchi e degli imballaggi di vendita dei prodotti agricoli, un filone il cui volume di affari non è certamente roba di poco conto. ALESSANDRO SCHIRONE La truffa “italian sounding” La tracciabilità calpestata L’ Italian sounding rappresenta la forma più diffusa e nota di contraffazione e falso Made in Italy nel settore agroalimentare. Sempre più spesso, la pirateria agroalimentare internazionale utilizza, infatti, denominazioni geografiche, marchi, parole, immagini, slogan e ricette che si richiamano all’Italia per pubblicizzare e commercializzare prodotti che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale. A livello mondiale, le stime indicano che il giro d’affari dell’Italian sounding superi i miliardi di euro l’anno ( milioni di euro al giorno), cifra , volte superiore rispetto all’attuale valore delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari ( , miliardi di euro nel ). Gli effetti economici diretti sulle esportazioni di prodotti agroalimentari realmente Made in Italy, si traducono in effetti indiretti sulla bilancia commerciale, in costante deficit nell’ultimo decennio. a.s. L a contraffazione alimentare va oltre l’italian sounding. L’elenco dei prodotti dell’agricoltura e dell’industria agroalimentare per i quali non è obbligatoria l’indicazione d’origine, rendendone di fatto impossibile la tracciabilità, comprende pasta, formaggi, latte a lunga conservazione, carne di maiale, di coniglio e ovicaprine, derivati del pomodoro, frutta e verdura trasformate, derivati dei cereali. Alcune indicazioni in merito alle dimensioni del problema Fine tuning sono desumibili dall’analisi delle importazioni di singoli prodotti agroalimentari come il grano duro, che rappresenta da anni uno dei principali prodotti merceologici d’importazione italiana dell’agricoltura. Circa un milione di tonnellate di grano duro ( , % del totale) sono state destinate alla sola provincia di Bari, che così conferma il proprio primato rispetto alle altre province italiane. a.s. a cura di Fabio Poli La forza del messaggio sostenuta da una strategia capace di modulare le parole e scegliere i canali Tutti in Chiesa a scuola di comunicazione I l direttore mi perdonerà e forse non mi pubblicherà, ma approfitterò dello spazio concessomi per non parlare di marketing ne di comunicazione. Oggi vorrei parlare di religione e, in particolare, della Chiesa Cattolica. Il tema, si sa, è delicato tanto più se si considera che siamo in Italia, il Paese che “ospita” lo Stato del Vaticano e che, per ragioni storiche e politiche, contribuisce a sostenerne alcune spese. Il crescente spazio riservato dai media ai religiosi, nel ruolo di opinionisti e ospiti, rappresenta un indice di un nuovo modo di fare proselitismo e di diffondere la dottrina [ovvero il “messaggio” in termini di comunicazione]. Se, in effetti, è difficile pensare che questi interventi rientrino in un quadro strategico unitario è certo che essi proseguano idealmente un modo di rapportarsi al mondo dei fedeli e dei non fedeli [le due grandi categorie di target del “prodotto religione”] che sottostà alle regole della comunicazione e che è stato efficamente avviato da uno dei personaggi mediatici più rilevanti della storia moderna: Papa Giovanni Paolo II. D’altro canto, il primo grande comunicatore della Chiesa era stato Gesù in persona, con la sua capacità di dimostrare che un messaggio può essere più forte di un sistema, se si utilizzano i canali giusti. Alcuni sono arrivati persino ad ipotizzare un parallelismo [speriamo di non esser tacciati di blasfemia] tra i miracoli e degli eccezionali eventi promozionali. A ben guardare, utilizzando prospettive critiche, tutta la storia della Chiesa è attraversata da operazioni di marketing [intese come strategie di comunicazione di un “prodotto”: la fede!] di vastissima proporzione e di incredibile efficacia. Dalla caccia alle streghe alla Santa inquisizione, dalla pubblicazione delle encicliche all’otto per mille, la storia dimostra la forza della Chiesa nel trasmettere un messaggio unitario, secondo uno schema condiviso. Il vantaggio è dato, inoltre, dal fatto che i “punti di distribuzione” [le Chiese, gli oratori, i talk show cui partecipano i religiosi, senza contare il balcone di Piazza San Pietro] sono capillarmente diffusi su tutto il territorio nazionale e mondiale. Il “tempo di esposizione” al messaggio è, inoltre, mediamente alto e solitamente riscuote un altissimo livello di attenzione da parte degli ascoltatori, considerato che, per esempio, durante le funzioni religiose le sollecitazioni esterne sono assenti [vedi i telefoni cellulari o la possibilità di interagire con altre persone presenti]. Il “messaggio”, infine, è coerente da secoli, ovvero da un periodo di tempo che può essere definito congruo, per un ciclo di vita di “prodotto” che non va misurato in anni ma in millenni. E la coerenza tra gli elementi, l’abbiamo già dimostrato, è una regola fondamentale per il successo di un messaggio. Ovviamente e per non incorrere in polemiche sterili, non azzarderemo un discorso sul “prezzo”, unico elemento mancante alla nostra analisi in termini di marketing tradizionale. Soltanto una riflessione: tutto ha un prezzo, e questo non è necessariamente economico. Un prezzo in termini di tempo dedicato, di energie spese per svolgere un’azione o di rinunce da fare rispetto ad altre. In questo senso, allora, anche per questo “servizio” può essere ipotizzato un “prezzo” ragionevole. D’altro canto la Chiesa è stato il primo “servizio” di grande distribuzione [ovviamente la definizione è forzata e me la si perdonerà] a rendersi conto che il proprio messaggio doveva essere univoco ma che andavano differenziati i canali e le modalità di comunicazione. I campi sportivi spesso annessi alle strutture delle chiese sono una dimostrazione di strategia promozionale. Non sono direttamente collegati o propedeutici al “servizio” essenziale [il proselitismo o la diffusione della dottrina] ma costituiscono un modo per attrarre una categoria di “utenti”, i giovani, storicamente refrattari all’ascolto del messaggio. In sostanza, allora, possiamo concludere che esista un rapporto di scambio Chiesa-Fedele e, che esistendo tale rapporto, sussite anche un “mercato della Fede”. “Ubi marketing, ibi market”, ovvero: non può esserci Marketing, e la sua esistenza mi pare dimostrata nel caso della Chiesa, senza un Mercato. La domanda da porsi è, allora, qual è il mercato della Fede? Che sia l’otto per mille? 16 02-08 luglio 2011 Opinioni di Vito RAIMONDO Pare che il Comune lo stia progettando, ma intanto il San Nicola... A Bari si fa il terzo stadio? diciamolatutta Non lo paghino i cittadini Bari: in progetto un terzo stadio? Ma che non lo paghino i cittadini! la Sera” , riferendosi al dibattito sul “Decreto Sviluppo”, afferma, in sintesi, che il solito, petulante richiamo del premier Berlusconi sul Piano per il Sud “suscita ormai rabbia e ilarità”. di redditi da mila euro in su. Un pensionato risparmierebbe euro all’anno; un operaio ; un insegnante ; un dirigente di banca . ; un docente universitario . ; un magistrato . . Capitolo Iva. Si parla di passare dal all’ % e dal al % e c’è lo stop della Confcommercio che parla di un aggravio di euro per famiglia e, conseguentemente, di un della spesa di famiglia tra lo , e lo , %, con una discesa dei consumi dell’ %. “Materia da psichiatria” l’ha definita il sottosegretario Guido Corsetto. Quei sospetti sulle acrobazie dell’Agenzia di rating Moody’s Lo stadio San Nicola di Bari Pare che in Comune si stia progettando la costruzione di un nuovo Stadio che sia più funzionale rispetto a quello gigantesco del San Nicola, sul cui destino è tutto da decidere. OK. Ci può stare l’idea. Però, sia chiaro: i cittadini non debbono tirare fuori nemmeno un euro. Gli stadi, ormai, li costruiscono in proprio le Società di calcio che, così, possono cominciare, finalmente, a patrimonializzarsi. Quel “Piano per il Sud” sempre soltanto ventilato Aldo Cazzullo, editorialista del “Corriere del- RAFFAELE FITTO Pensi un po’, l’illustre collega, cosa provochi in noi meridionali, sapendo pure che quel Piano il gestore – diciamo così – è (ma è?) il pugliese Ministro Fitto! Irpef e Iva “ballerine” E Tremonti …trema! La riforma fiscale, nel “sistema-Tremonti”, prevederebbe meno Irpef e più Iva. Ma il progetto non è semplice da digerire, ovviamente. Intanto, con le tre aliquote Irpef previste ( % – % – %) risultano favoriti i percettori GIULIO TREMONTI Insomma: + Iva = -consumi e -crescita. E Tremonti trema… “Non vi offendo, perché io non vi ho insultato, ma vi ho descritto” A pensare male, qualche volta, ci si azzecca! Moody’s, l’Agenzia di rating internazionale, spesso nell’occhio del ciclone, la scorsa settimana, ha ventilato il possibile declassamento dei rating bancari e le Borse – soprattutto Piazza Affari – sono andate “in altalena”. Non è che Moody’s sta manipolando il mercato italiano?, sospettano i Magistrati di Trani che, da tempo, indagano sull’Agenzia che si trova con tre funzionari indagati per manipolazione del mercato, aggiotaggio e divulgazione di notizie false? Appunto: A pensar male… Indro Montanelli Rubriche segue dalla prima 02-08 luglio 2011 17 segue dalla prima Organizzazione in corsia quanti sprechi Una terra e tanto Coraggio disordine, sovra-dimensionamento. In altre parole è “muda” qualunque attività che non aggiunge valore al processo. Mentre il giapponese ha una repulsione naturale, potremmo dire “zen”, per il “muda”, gli occidentali hanno dovuto imparare a riconoscere e a combattere questo nemico invisibile: la fabbrica nascosta in ogni fabbrica che lavora giorno e notte per produrre ritardi, scarti, giacenze, prodotti scadenti, disservizi, e che dopo averli prodotti si dedica a rilevarli e poi a porvi rimedio, generando costi e non valore e allungando inutilmente i tempi di produzione. Dove la pressione competitiva è ridotta, ad esempio nei servizi della pubblica amministrazione, la convivenza con i “muda” è la regola. Sprechi legati spesso a lunghi percorsi che dovrebbero essere abbreviati e ricondotti a procedure di elaborazione e trasferimento delle informazioni che potrebbero essere snellite con l’informatica e con sistemi di tracciabilità. Un esempio su tutti: i farmaci che ogni anno in Italia si disperdono all’interno del ciclo distributivo ospedaliero costano alla collettività circa milioni di euro. A questi vanno aggiunti altri milioni tra farmaci e altri beni sanitari che non vengono somministrati ai degenti perché acquistati, ma nel frattempo scaduti. Sono sufficienti questi numeri per spiegare le potenzialità di crescita della logistica in campo ospedaliero. Attualmente, nel processo di approvvigionamento di prodotti farmaceutici e dispositivi medicochirurgici, le aziende ospedaliere e sanitarie tendono a comportarsi co- me agenti individuali, con un ufficio acquisti, una farmacia e un sistema distributivo chiuso, basato sul classico processo ordine-consegna. L’insieme dei flussi riguardanti gli ordini e i materiali è scarsamente orientato alla condivisione con le altre aziende ospedaliere. Ne consegue un elevato numero di transazioni rivolte a una moltitudine di fornitori, con conseguente scarsa capacità di abbassare il prezzo di acquisto. La maggior parte dei farmaci presso le aziende ospedaliere viene acquistato a scorta o addirittura direttamente dai singoli reparti, in maniera autonoma. Tutto ciò rende difficile una pianificazione nella fruizione e nell’approvvigionamento, con conseguente generazione di giacenze improduttive e maggiori costi di stoccaggio. Il pensiero snello è un approccio che si avvale di strumenti di analisi dei processi che in sanità non possono che essere orientati allo studio del percorso ottimale per patologia dalla prevenzione alla riabilitazione. Il cosiddetto disease management coincide con l’indispensabile attività di riprogettazione tecnico-economica dei processi clinico-assistenziali lungo tutta la serie di livelli integrati di assistenza e di attività concatenate che generano, più che la cura, la salute per il cittadino. Tali principi si ispirano alla regola di “fare bene la cosa giusta”: possiamo considerare molto “snello” tutto ciò che va in favore dell’appropriatezza della cura, basata sull’evidenza, sulla misurabilità. L’intuizione del lean thinking è che ci sono infiniti modi con cui le organizzazioni sprecano tempo, energie e risorse in attività che non aggiungono valore al cliente, nel nostro caso il paziente. È molto facile che l’accumularsi di questi sprechi generi attività senza valore che si stratificano facendo si che la percentuale di attività senza valore superi quelle a valore aggiunto, soffocando spesso il reale potenziale. Si potrà finalmente parlare di qualità totale in sanità solo quando gli strumenti del management saranno patrimonio diffuso delle aziende sanitarie. C’è ancora molto cammino da fare per integrare, a livello individuale, l’attuale cultura medica e gestionale del manager sanitario con i principi e le buone pratiche manageriali emergenti, ad esempio con i principi di gestione delle operations, della logistica, degli acquisti. Ancora più critica sarà la resistenza al cambiamento delle organizzazioni. Il percorso dovrà essere accompagnato da un forte investimento in formazione che punti alla diffusione di questa nuova cultura “lean” dei medici, visto come un passaggio obbligato per la carriera, oltre che uno strumento di crescita. L’approccio “lean” non si realizza da sè. Ha bisogno di leadership e di leaders. Persone che ci credono e che riescono a coinvolgere i colleghi individuando in che modo farlo e ottenendo il sostegno della direzione. Ha bisogno di manager con questa visione che diano al personale la possibilità di provare, naturalmente senza rischi per il paziente. FABRIZIO BALDASSARRE Docente di Gestione della Produzione – Facoltà di Economia – Università di Bari ati a pieni voti) sperando che giri il vento, che qualcuno si ricordi di loro o andare a cercare lavoro in lidi più prosperi, Milano per esempio, in cui sopravvivere (letteralmente) per uno o due anni con contratti di stage capestro da euro al mese, quando pagare un affitto per una misera camera costa quasi quanto lo “stipendio” che ti promettono? Mi sono domandato più volte cosa farei io al posto loro? Cosa fareste voi al posto loro? “Rimanere” sulle spalle dei vostri genitori in Puglia, a casa, sperando in un futuro che possa rivelarsi migliore e scommettendo sul vostro territorio (che finora vi ha dato tutto, anche la vostra formazione) o “andare” sempre sulle spalle dei vostri genitori a valorizzare un nuovo territorio che, di sicuro, vi darà un futuro migliore, ma che finora non vi ha dato nulla, ma vi sfrutta e vi allontana dagli affetti? Che farei? Che fareste? Questo è il Coraggio dei miei studenti, sia che restino credendo nel proprio territorio, sia che vadano a finanziare (letteralmente!) altri territori. I miei studenti sono dei Coraggiosi! Con la C maiuscola. Vengono pubblicati bandi, in questi giorni, che non fanno altro che aumentare la dose di finanziamento, in termini di risorse umane, in favore di realtà territoriali diverse dalla nostra Puglia. Come? Beh, immaginate di essere un neo-laureato in Marketing, che riesce ad ottenere la borsa di studio “Ritorno al Futuro” per un Master a Milano (un ottimo Master, quelli che vanno per la maggiore, Publitalia , Sole Ore etc…) e decide quindi di andarlo a seguire. Lui sa che ha firmato un “contratto etico” in cui si impegna a ritornare e sa di aver Coraggio da vendere. E allora fa le valigie e parte, emigrante del XXI secolo. Segue il Master per un anno o giù di lì, conosce realtà nuove, diverse, un dinamismo differente, persone nuove, opportunità nuove, poi, alla fine del Master lo stage, la prima chiamata in stage da parte di un’azienda del nord… che fare? Il Coraggio gli serve più per ritornare o per restare? Il fenomeno si è invertito! E, se decide di restare a Milano, allora, il bando Bollenti Spiriti ha finanziato la Puglia o la Lombardia? Tutto questo senza pensare al finanziamento ulteriore e inconsapevole concesso gentilmente alla Lombardia dall’Università degli Studi di Bari per aver formato lo studente per anni. Il Coraggio di questi ragazzi, sia che rimangano sia che vadano via, in un senso o nell’altro, interessa solo ai loro parenti, raramente ai loro professori. Di sicuro, non interessa a coloro che davvero potrebbero cambiare la vita di molti con scelte “dinamiche” per il nostro territorio. Le imprese, per esempio, che per fare un sito web preferiscono dare euro sottobanco al figlio della sorella dell’amico (così pensano di fare anche un favore!) e gli enti locali che di tutto si occupano tranne che del futuro delle nuove generazioni. Il Coraggio che viene da questi ragazzi, invece, dovrebbe essere preso ad esempio…soprattutto da coloro …che, invece, il Coraggio di agire secondo canoni differenti e propulsivi per il territorio, non lo hanno mai avuto. E del diman non v’è certezza! Sinceramente. AGOSTINO MARENGO Docente di Informatica e sistemi informativi – Facoltà di Economia Università di Bari leNewsdaTerritorioeImprese inviate le vostre notizie a [email protected] PUGLIA Banca Popolare di Puglia e Basilicata: nuovo sito internet La Banca Popolare di Puglia e Basilicata (BPPB) lancia il suo nuovo sito internet, www.bppb.it, completamente rinnovato nella grafica, arricchito nei contenuti e semplificato nel layout, in linea con le attuali tendenze del Web . . Con l’obiettivo di migliorare la navigazione e la fruizione da parte dell’utente e rispondere maggiormente ai criteri di usabilità, il nuovo portale offre una serie di strumenti nuovi o rinnovati, come quotazioni di borsa, news in tempo reale, notizie via RSS, invio automatico del CV. Grazie poi alla geolocalizzazione delle filiali, sarà sempre possibile individuare lo sportello BPPB più vicino e conoscere il percorso per arrivarci, gli orari di apertura e i contatti. Confindustria Bari e Bat: corsi di formazione per aziende Asso Service srl, società di servizi di Confindustria Bari e Bat, ha previsto una serie di Corsi di formazione sul D. Lgs / , dedicate www.gazeco.it Direttore responsabile: Dionisio Ciccarese Direttore editoriale: Vito Raimondo Redazione: Via delle Orchidee, 3 - 70026 - Z.I. Modugno-Bari – Tel. 0805857444 Fax 0805857428 - [email protected] Responsabile trattamento dati personali: Dionisio Ciccarese alle aziende, che si svilupperanno nei mesi di settembre e ottobre : Corso di formazione Base e Aggiornamento RLS (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza); Corso di formazione RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione dei rischi) per il datore di lavoro; Corso di formazione Antincendio (rischio medio); Corso di formazione Primo Soccorso. Tutte le informazioni relative alle date dei corsi, i costi e le schede di iscrizioni sono presenti sul sito internet di Confindustria Bari e Bat www.confindustria.babt.it. Persone e Associazioni: nasce il forum E’ nato in Puglia il “Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro”. Le organizzazioni aderenti (ACLI, Cisl, Confcooperative, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Confartigianato e Movimento Cristiano Lavoratori) intendono rispondere agli appelli fatti dal Papa Benedetto XVI, affinché i cattolici impegnati nelle Istituzioni e nella società si facciano classe dirigete attiva, propositiva e percettibile nell’affrontare la grave crisi economica, sociale e culturale che investe la società. Francesco Sgherza, Presidente Confartigianato Puglia, è stato nominato portavoce del Forum Puglia. Giuseppina Leonetti, Responsabile Regionale Puglia-Basilicata del Movimento Cristiano Lavoratori, invece, è stata nominata segretaria. BASILICATA Regione e Università Arti Londra: progetto “Wather or Not” Regione Basilicata e l’Università delle Arti di Londra (Artakt -Central Saint Martins College of Art and Design) hanno sottoscritto un’intesa per la realizzazione di un progetto innovativo dal titolo “Weather or Not”, che consiste in una serie di eventi interattivi che hanno come soggetto il cambiamento climatico ed il nostro legame con la Terra e l’ambiente. Il cambiamento climatico rientra tra i temi strategici individuati dall’Unione Europea in vista del ; per questo si è scelto di sviluppare, di comune accordo con la prestigiosa istituzione britannica, un progetto culturale che sarà strettamente legato alle attività già messe in atto dalla Regione Basilicata nel campo dell’innovazione e dell’utilizzo delle risorse ambientali e paesaggistiche per lo sviluppo territoriale quali ArtePollino e Visioni Urbane. In particolare, l’idea progettuale che dovrà ora essere meglio approfondita, è quella di realizzare in Basilicata quattro eventi dedicati ai quattro elementi, ossia terra, aria, acqua e fuoco a metà tra spettacolo e approfondimento scientifico. Il costo previsto dall’intesa e posto a carico della Regione è di mila euro. Ogni riproduzione anche parziale è vietata ai termini di legge – Chiuso in tipografia il 30 giugno 2011 Società editrice: Via delle Orchidee, 1 70026 - Z.I. Modugno-Bari Tel. 0805857439 - Fax 0805857427 P.Q.S. Periodici e Quotidiani del Sud © Copyright P.Q.S. Registrazione Trib. Bari n. 1276 del 19/4/1996 Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo settimanale può essere riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali. Ogni violazione sarà perseguita a norma di legge. 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Il fico, infatti, è pianta molto generosa: arriva a dare frutti anche tre volte l’anno e allora la raccolta inizia a giugno con i “fioroni” e termina ad autunno avanzato con i “cimaroli”. Altre piante di fico danno un solo raccolto (unifere), altre due e sono dette bifere. La Puglia è stata per molto tempo la prima in Italia per la produzione di fichi poi s’è fatta surclassare da Campania e Calabria, restando, però, in prima posizione per i fichi secchi. Sino al l’Italia è stata la maggior produttrice al mondo di fichi scavalcata ora dalla Turchia. Seguono Grecia, Algeria, Spagna, Libia, Marocco, Egitto, Palestina, Francia, Portogallo, Siria, Russia, Arabia, India, Giappone, California, Argentina, Australia. Diverse le qualità di fico: nero a buccia scura e polpa rossa, bianco a buccia verde a polpa chiara o rossa. Il frutto si presta all’essicazione e una volta nelle campagne dell’Italia meridionale o peninsulare era assai comune vedere tanti fichi che, spaccati a metà, erano esposti al sole sulle “cannizze” di canne intrecciate. Una squisitezza sono i fichi maritati così detti perché, dopo l’essiccazione sono richiusi con dentro una mandorla. “Chi ha cura del suo fico ne mangia i frutti”. Così nella Bibbia (Proverbi , ) e nel Deuteronomio si mette tra le meraviglie della Terra Promessa assieme al frumento, l’orzo, la vite, i melograni gli olivi e il miele. Tutto questo in contrasto con una parabola del Nuovo Testamento in cui si legge che Gesù riducesse in un mucchietto di rami secchi un fico ritenendolo, forse, infima pianta. Se lo fece Lui, avrà avuto le sue buone ragioni che non è detto debbano per forza essere condivise. A molti, infatti,il fico piace tanto per la sua dolcezza, il profumo e perché, come scriveva André Gide è “... Fiore senza bellezza, frutto di delizie...” Prima ancora che a Gide, piaceva molto a Platone detto appunto “mangiatore di fichi”. Nel a.C. Siddharta, Buddha per meglio intenderci, ricevette la bodhi, la rivelazione della verità, sotto un fico e sempre sotto questa bellissima pianta furono allattati dalla lupa Romolo e Remo. Gli Egizi ne utilizzavano il legno – ritenuto incorruttibile – per farne sarcofagi. Cesti di fichi sono stati trovati tra le offerte funebri dei notabili Egizi. Il fico era considerato un rimedio contro la frigidità e l’impotenza e si donava per scaramanzia agli sposi. Al dio Pan, noto per le sue capacità amatorie, i greci dedicarono il fico. Adamo ed Eva dopo il peccato originario, persero la loro spontaneità e rendendosi conto d’essere nudi e coprirono le “vergogne” A DISO FESTA INTORNO AL VECCHIO ALBERO. A MIGLIONICO MATRIMONIO CON LE MANDORLE La ricetta – Come fare il vincotto T Magico cotto È una preparazione lunga ma tanto legata alla tradizione contadina da far prendere in considerazione di prepararla. Tanto più che si conserva a lungo e l’utilizzazione del cotto di vino non è solo per le cartellate. Va bene anche nell’impasto dei sasanelli, per intingervi le pettole e alcuni cuochi di buona fantasia ci condiscono minestre di legumi, pesce d’acqua dolce, carni lesse o alla griglia. Il cotto è indicato anche sulla frutta, sui gelati e sulle torte a base di pasta di mandorle. Nella medicina popolare il cotto era utilizzato contro la tosse. Per la preparazione di un litro e mezzo di vincotto servono venti/venticinque chili di fichi ben maturi e dolci. Si tagliano a metà, si coprono d’acqua e si cuoce sino a ridurli in poltiglia. Questo con foglie di fico. Originario dell’Asia Minore il fico che non è un frutto vero e proprio, bensì un’infiorescenza, una margherita, si diffuse poi in tutto il bacino del Mediterraneo, grazie anche alla Blastophaga psenes, minuscola vespa, un moscerino che, andando di fico in fico, provvede all’impollinazione e a provocare l’infruttescenza. Si contano centinaia di specie. I frutti che maturano alla fine della primavera sono detti fioroni, e sono generalmente più grossi e meno dolci di quelli che maturano a luglio e agosto (fichi forniti), e in settembre (tardivi). Assai apprezzati sono i fichi della varietà dottati e borgiotti. I fichi sono molto dolci, con un alto contenuto di calorie hanno un indice di sazietà medio, sono lassativi. Si prestano ad essere seccati al sole o in forno, maritarli con noci o mandorle, coprirli di cioccolato e anicini, farne marmellate, crostate, candirli o caramellarli. Eccellenti con il prosciutto crudo per il contrasto dolce/salato. Il fico fresco è una buona fonte di fibre e potassio. Il secco fornisce più calorie di quello fresco: grammi del primo forniscono settantaquattro calorie, il secondo . composto va messo, ancora bollente, in un telo a trama fitta da chiudere a mo’ di sacco. Appendetelo e fate colare il liquido in una grande pentola. Strizzate anche con le mani per far uscire tutto il composto possibile. Ponete la pentola su fuoco lento e fate cuocere per almeno tre ore, rimestando spesso con un cucchiaio di legno. Il cotto di fichi sarà pronto quando sarà denso e filante. La prova del nove è porre su un piattino un po’ di cotto e un cucchiaino. Se questo scivola, lentamente, il prodotto è ben fatto e non come certi in commercio che sono troppo acquosi. E adesso l’imbottigliamento. Va fatto quando il cotto è ancora caldo e quando si raffredda, chiudete ermeticamente le bottiglie e sterilizzate bollendole per una mezz’ora. re sono le sagre dedicate ai fichi in Puglia e Lucania: a Marittima, frazione di Diso (Le) il agosto, nota come delle “fiche”, a settembre a Miglionico e a Montesaglioso (Mt). Quella di Diso è nata come sagra a cavallo tra la goliardia, per il suo bonario riferimento al “dolce frutto femminile”, e l’intenzione di conservare la memoria delle tantissime specie di fichi salentini: la “Festa della fica” è oggi diventata una vera e propria mostra pomologica che ha anche varcato i confini nazionali gemellandosi con la cittadina francese di Vèzenobrès per la “Journèes mediterranèes de la figue”. La sagra si svolge intorno ad un vecchio albero di “Fica maranciana” dove sono offerti gratuitamente fichi raccolti all’alba, ma anche diverse specialità gastronomiche a base di fichi, come le confetture, i dolci e i caratteristici fichi secchi con la mandorla tostata all’interno. La sagra è l’occasione per passare in rassegna (e assaggiare) i migliori fichi del Salento: il fico lumicella, verde fuori e bianco dentro, il fico melanzana, che ha la forma dell’ ortaggio ma dentro è rosso rubino, il fico albalunga, che ha la for- ma piatta, nero all’esterno e rosso all’interno. Il tutto per onorare la biodiversità che caratterizza questo frutto dalle sessanta varietà distribuite su un territorio che va da Latiano a Santa Maria di Leuca. A Miglionico il settembre in concomitanza con la festa della Madonna della Particella. Festa patronale che dicono voluta da Ettore Fieramosca, proprio quello della Disfida di Barletta. Il paese è famoso per la produzione di fichi e per i loro... matrimoni con le mandorle. Si tratta di una leccornia la cui origine è da ricercarsi nell’atavica povertà dei contadini lucani e meridionali in genere. Inventarono il dolcetto senza ingredienti come zucchero semolato, farina o uova: fichi tagliati per lungo, fatti seccare al sole e farciti con una sola mandorla e, quando si poteva, abbelliti con confettini colorati. fraBoschi,SentierieTorrenti Nel Salento il tempo delle sagre per tutti i golosi Comincia la stagione delle sagre. In Puglia e in Lucania sono tante e riservate a un’infinità di prodotti agricoli, ittici presentati in pietanze della tradizione. È il Salento a distinguersi per numero e qualità. Da giugno, sino a settembre avanzato in quella parte di Puglia, si organizzano sino a duecento sagre dedicate all’anguria, alla frisella, alle lumache, al pesce, alla focaccia grica... Duecento sagre duecento prodotti in festa con pizziche, bande musicali, fuochi d’artificio. Sagre per scoprire pietanze della tradizione e piccoli borghi, corti e cortili, piazze e piazzette te lu Salentu e della Grecìa che augurano una felice estate co la bona salute e in grecanico kalos irtatè, benvenuti! *L’ luglio a San Cesario, terza edizione di “Pizza in festa” in Via Gramsci. Tre pizzaioli insieme a tanti volontari preparano pizze per tutti i gusti. *Il quinta edizione della Notte Bianca a Lecce. Coinvolti nella manifestazione gli scorci più belli del centro storico e angoli della Lecce moderna. *Sino al a Salice Salentino, terza edizione del concorso Vernice Fresca dedicato alla pittura, alla fotografia e alla grafica digitale. *Sino al Martignano, uno dei nove paesi della Grecìa Salentina, XX edizione della sagra dell’insalata grika e della salsiccia, in largo Convento. *Sino al in onore della santa patrona Domenica, le corti e le stradine di Scorrano sono protagoniste della cucina salentina. Si possono gustare ortaggi, vino, salumi, carne pasta e tanto altro ancora. *A Casarano sino al Festa della comunità organizzata la parrocchia del Sacro Cuore in collaborazione con i produttori che aderiscono al marchio Made in Casarano. *Sagra del pesce il a Gallipoli. In una città dove il mare e il pesce sono i protagonisti, non può mancare una festa in loro onore. Pasta con le cozze, pesce fritto, “purpu alla pignata” e tante altre delizie ittiche. *A Corsano il terza edizione del carnevale estivo, con la sfilata dei carri allegorici,musica e molto altro ancora. * E ora spostiamoci sui Monti Dauni dove Orsara ospita il luglio la esima edizione della Festa del Vino e Galleria Enogastronomica Orsarese, vetrina delle migliori produzioni vinicole e dei sapori autentici della Puglia. I visitatori disporranno di guide per visitare i luoghi d’interesse del borgo. Nella Galleria Enogastronomica degustazioni di pietanze tipiche e vino di Pagina a cura qualità. di Vittorio Stagnani Sanità 02-08 luglio 2011 19 Una molecola (Imatinib) che si sta rivelando preziosa in molti casi Se il farmaco è mirato risparmio assicurato I matinib, farmaco rivoluzionario che interrompe la sequela di molecole antitumorali che aggiungono qualche mese (un paio o poco più o meno) di vita al malato. E costano anche, a volte, oltre . euro per ciclo di terapia fino al punto di far dubitare sul vantaggio nel rapporto costo/ beneficio “anche perché – dice Silvio Garattini del Mario Negri – la qualità della vita aggiunta è molto bassa in quanto questi farmaci non vengono utilizzati da soli ma necessariamente in combinazione con la tanto vituperata chemioterapia antitumorale. E la tossicità di quest’ultima viene potenziata dall’aggiunta del nuovo farmaco”. Imatinib, come rarissime altre nuove molecole, no. Con la sua azione a bersaglio molecolare preciso (“intelligente”) ha dimostrato, sul campo, che riesce a puntare direttamente sul problema maligno della cellula cancerosa e bloccarlo, consentendo guarigione definitiva o cronicizzazione della malattia in atto assicurando buona qualità di vita e durata della stessa paragonabile a coloro che il tumore non l’hanno. Risale al il primo studio su pazienti con leucemia mieloide cronica cui hanno fatto seguito altri studi che hanno convinto l’FDA – questa volta con ragione perché dimostratosi “farmaco salvavita” –ad assegnargli un iter registrativo accelerato concluso in solo otto giorni. In pratica, mesi dopo la prima somministrazione a un paziente, Imatinib ha ottenuto la registrazione presso gli Enti regolatori. Imatinib agisce bloccando la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule tumorali e soltanto di queste. I ricercatori, dopo il successo ottenuto nella leucemia mieloide cronica, hanno esteso la sperimentazione del farmaco al trattamento dei GIST, tumori del tessuto connettivo gastrointestinale o sarcoma dei tessuti molli. Un tumore che colpisce . italiani ogni anno e che affligge, allo stato, . che convivono con la sua presenza o recidiva. Il meccanismo alla base delle due forme tumorali – grosso modo – è analogo e, quindi, si poneva l’ipotesi che Imatinib potesse funzionare bene in ambedue. L’ipotesi si è rivelata vincente e, per la prima volta, il farmaco fu utilizzato in una signora finlandese affetta da GIST. Un successo che si è ripetuto e confermato successivamente. Questo GIST è classificato tra i tumori “rari” (non è ancora riconosciuto come tale e, quindi – denuncia la dr. Anna Costato, presidente associazione italiana GIST – non riceve benefici ed incentivi per la ricerca), Esso, una volta su due, dopo l’asportazione chirurgica della massa, recidiva (nel % dei casi entro i anni) e si avvia verso un tragico cammino di metastasi e loro sequele. La diagnosi è complicata – dice il prof. Alessandro Gronchi (istituto tumori, Mlano) – dalla loro localizzazione e dalla loro modesta sintomatici- tà (dolori, qualche perdita di sangue). La svolta terapeutica – dice Gronchi – è venuta da imatinib che si è ripetuto dopo il successo risolutore per la leucemia mieloide cronica. La sperimentazione e, successivamente, la clinica hanno dimostrato che questa terapia orale (una volta al giorno in permanenza), dopo l’intervento chirurgico di asportazione della massa tumorale, usata per anni, previene l’insorgenza della ricaduta e delle metastasi, triplicando la sopravvivenza globale dei pazienti. “Una “rivoluzione” – dice il prof. Paolo Dei Tos (istituto Tumori, Milano) – nella storia naturale della malattia”. Si ricerca ancora e, questa volta, per combattere il fattore limitante di una ipotizzabile resistenza, nel tempo, da parte del tumore. Il costo della terapia con Imatinib, per il Servieuro per anzio Sanitario Nazionale, è di . no. Il rapporto costi/benefici è abbondantemente a favore di questi ultimi che, a parte quelli sociali ed effettivi apportati al paziente, potrebbero essere quantificati in un risparmio-guadagno per la comunità, di oltre milioni di euro per caso risolto. Imatinib ha fatto anche “scuola”ed è stato “modello avanzato” poiché – dice il prof. Paolo Casali (istituto Tumori, Milano) – ha dato il via ad un rivoluzionario modo di ricercare e realizzare farmaci nuovi che diventano sempre più rarità. “La carenza di innovazione farmaceutica – accusa Garattini – sta creando paradossalmente la diminuzione degli investimenti in ricerca da parte dell’industria farmaceutica... Molte Big Pharma non hanno più il coraggio di affrontare ricerche. L’industria, finora unica depositaria della possibilità di sviluppare farmaci, sta gettando la spugna”. Nel contesto sono entrate le associazioni volontarie di pazienti le quali, oltre che interferire e suggerire ricerca, hanno, per la prima volta, realizzato, da sole, uno studio clinico apprezzabile e, negli Usa, le comunity dei pazienti propongono nuovi studi. L’attuale classificazione dei tumori è in crisi perché ogni tipo, oggi, grazie anche agli studi molecolari e genetici, si suddivide in numerosi sottotipi, ognuno dei quali ha proprie caratteristiche sulle quali può agire un determinato farmaco. E quello giusto usato contro il sottotipo giusto nel momento giusto renderà ogni costo più economico e non “sprecato” e guarigione o cronicizzazione più a portata di mano. Università di Bologna e Agenzia del farmaco rivelano Aumenta l’età media di infezione Innovazioni importanti: solo tre farmaci su dieci Quattromila persone ogni anno con l’Hiv Foto Alexander Raths_fotolia U no studio del dell’università di Bologna e dell’Agenzia del Farmaco (Aifa) ha accertato che solo il % di tutti i farmaci approvati dall’Emea nei primi anni di attività ( principi attivi registrati) è classificabile come innovazione terapeutica importante che, cioè, può essere in grado di offrire, al paziente, più benefici rispetto alla terapie fino ad allora in uso. Più del % dei principi attivi è risultato semplice innovazione farmacologica o tecnologica modesta o moderata come, per esempio, nuovi metodi di rilascio (spray, cerotti, ecc). Le autorizzazioni sono facilmente raggiungibili poiché la legislazione europea non richiede ai nuovi farmaci capacità di azione aggiuntiva e migliorativa rispetto a quelli già esistenti aventi lo stesso bersaglio di patologia. Gli viene richiesto soltanto qualità, efficacia, sicurezza e nessuna competizione con i farmaci già in uso dei quali, addirittura, potrebbero, persino, essere meno efficaci. “Unica cosa sicura è – dice Garattini – che il loro prezzo è sempre superiore a quello dei farmaci già in commercio”. “Progressi si sono registrati in alcune aree terapeutiche come, per esempio, l’aids ed il carcinoma mammario dove si è anche assistito ad un notevole calo di mortalità ed incremento di valida qualità di vita prolungata. Nella massima pare delle altre aree terapeutiche – dice la prof. Flavia Franconi, farmacologa, università Sassari – l’innovazione è stata modesta se non assente”. Le imprese si difendono chiamando in causa i notevoli costi, difficilmente riassorbibili, della ricerca e la burocrazia con le richieste di adempimenti normativi, fiscali, procedurali che, anche per piccole e medie imprese, ha costi esplosivi: le spese di registrazione sono aumentate del , % rispetto alla crescita totale dei costi in R&S, mentre in altri Paesi la sburocratizzazione è regola. L’Agenzia europea del farmaco dà un esempio paradigmatico: un ufficio creato per le Pmi, tra incentivi e semplificazioni, applica tariffe al ribasso fino al % con possibilità di pagare solo a registrazione effettuata. Si calcola che, riducendo le spese del %, si otterrebbe un aumento del PIL dell’ , %. Vince chi semplifica. E l’Italia, invece, complica. O gni anno in Italia circa quattromila persone si infettano con il virus Aids (HIV) e in oltre il % dei casi il virus è acquisito per via sessuale. Aumenta l’età media di infezione che sfiora i anni. La modalità di acquisizione dell’infezione è cambiata rispetto al primo decennio dell’epidemia quando, in oltre il % dei casi, veniva acquisita attraverso la tossicodipendenza. Oggi, galeotto è il sesso. Nel è diminuita l’incidenza di nuove infezioni rispetto al ma sono aumentati i sieropositivi: . . L’età media di infezione sfiora i anni. Si infetta, in Italia, quasi una persona ogni ore e italiani su scoprono di aver contratto il virus a malattia ormai conclamata. Una persona su Hiv-positiva è di nazionalità straniera. Un sieropositivo su non sa di essere infetto e non solo perde tempo prezioso per curarsi, ma è anche potenziale infettante di altri a mezzo rapporti sessuali. “Il mistero di questo virus – diceva Kary Mullis, Nobel per la chimica, schieratosi tra i contestatori del virus causa dell’aids – è stato generato dai duemila milioni all’anno che vi sono stati spesi. Se prendi un altro virus e ci spendi duemila miliardi di dollari potrai ricamarci sopra tutti i misteri che vuoi”. L’Aids costa: ogni infettato oltre mila € l’anno per farmaci ed esami di controllo. Nel l’Aids compirà anni e il mondo si troverà a dover sostenere costi record: milioni di dollari dovranno pagare i Paesi in via di svilup- po. L’aumento della diffusione del virus (il trend del prossimo futuro è stimato intorno al milione di nuovi infetti all’anno) – dice l’economista Robert Hecht – implica un innalzamento delle spese mediche. L’insostenibilità economica porta all’aggravarsi del quadro clinico. Un maggiore investimento oggi, unito al radicamento delle pratiche di prevenzione, potrebbe significare un costo minore domani. L’unica speranza di far fronte alla crisi prossima ventura viene dall’avanzamento delle ricerche e dalla loro diffusione e conoscenza. Per incoraggiarlo, è stato realizzato, con sostegno Pfizer, un Master “Le Scienze della vita nel Giornalismo e nei rapporti Politico-istituzionali” promosso dall’università La Sapienza di Roma ed è stato bandito il IV Premio Giornalistico Riccardo Tomassetti (giornalista scientifico romano scomparso nel ), “informazione e salute Next Generation”. Saranno premiati giornalisti under che con i loro elaborati (articoli e servizi giornalistici, in formato testo, audio o video, realizzati tra ° gennaio e ottobre ) abbiano contribuito alla conoscenza delle ricerche più all’avanguardia in campo bio-medico e delle terapie innovative che concorreranno a migliorare la salute delle nuove generazioni. Un premio è riservato al tema Aids. Bando e notizie in www.premiotomassetti.it Pagina a cura di Nicola Simonetti 20 02-08 luglio 2011 Libri&Riviste Consumo critico, alimentazione e comunicazione Valori e comportamenti per un consumo sostenibile Autore: Vincenzo Russo, Sergio Marelli, Aurelio Angelini Editore: Franco Angeli Collana: Comunicazione Pubblicazione: Numero di pagine: Prezzo: € Stili di acquisto – Consumatori sempre più esigenti L Ora il prodotto è “sotto esame” a pratica di organizzare le proprie abitudini di acquisto e di consumo in modo da esprimere la propria preferenza per tutti quei prodotti che hanno determinati requisiti di qualità differenti da quelli comunemente riconosciuti dal consumatore medio significa fare consumo critico. Il tema del libro scritto da Vincenzo Russo e Sergio Marelli è proprio questo. Il consumatore critico è colui che riconosce come componenti essenziali della qualità di un prodotto alcune caratteristiche delle sue modalità di produzione, il comportamento etico con cui vengono trattati i lavoratori, le caratteristiche che collocano l’azienda produttrice una spanna sopra la media. Fare consumo critico significa effettuare una scelta consapevole che non riguarda solo gli acquisti di beni materiali. Il consumo critico, infatti, può anche riguardare le scelte inerenti al risparmio, quindi parliamo di finanza etica, e all’uso di servizi come ad esempio i trasporti o le telecomunicazioni. Ma nel testo edito da Franco Angeli gli autori si soffermano principalmente su alimentazione e comunicazione, due filoni concatenati che esprimono valori e comportamenti per un consumo sostenibile. Il lavoro, inoltre, raccoglie contributi di autori di ambiti disciplinari ed esperienziali diversi, accomunati dall’interesse per lo studio dei processi di produzione, consumo e distribuzione in ambito agroalimentare. Sempre più spesso la comunicazione si serve del tema della sostenibilità, dei colori della natura, dei valori della semplicità per promuovere una visione del mondo coerente con il rispetto dell’ambiente e con i valori del benessere comune. Si tratta di un trend in ascesa, che sembra coincidere anche con i desideri dei consumatori che dopo la sbornia dell’iperconsumo cercano, con le loro scelte di acquisto, di agire responsabilmente. Questo testo si pone l’ambizioso obiettivo di dare senso al termine “consumo critico” nel campo dell’ali- mentazione e di definire il ruolo che la comunicazione ha nel promuovere questa sensibilità nei consumatori. Partendo da un’analisi dei processi di comunicazione, il libro si sofferma sui principali cambiamenti di questi ultimi anni sottolineando come la dimensione etica stia diventando pervasiva dei processi di comunicazione. Dopo una presentazione dei temi legati al concetto di sostenibilità, declinati in termini di politiche alimentari (produzione e consumo), il testo approfondisce la questione della sovranità alimentare e si conclude evidenziando il ruolo che la comunicazione ha nella promozione di comportamenti di consumo critico. Nella prima parte, in cui viene offerta al lettore una chiave di lettura sul contesto sociale, politico e giuridico, Vincenzo Russo si sofferma sulle “nuove” sensibilità dei consumatori e sul cambiamento nei processi di comunicazione. Si parla dunque del significato simbolico del termine “consumo critico”, quindi anche di alimentazione, motivazioni al consumo in una società in crisi, nuovi valori e nuovi stili di consumo. Aurelio Angelini, che ha curato il lavoro, sottopone alla lente d’ingrandimento i temi di alimentazione, biodiversità e sostenibilità. Sergio Marelli, invece, si sofferma sul ruolo dei Paesi ricchi (rischi, costi e reali benefici). Nella seconda parte il discorso viene dirottato su consumo e comunicazione. Si parla di sicurezza alimentare, ma anche del concetto di comunicare bene per consumare meglio. Da non sottovalutare, inoltre, il focus sull’obesità infantile della quale si parla nella terza ed ultima parte del libro. Che ruolo assume la famiglia nella scelta del prodotto? Vincenzo Russo ci parla di stili di vita, comunicazione e consumo alimentare fino a concludere l’analisi provando a spiegare il grado di influenza del concetto di sostenibilità sulle aspettative e sul giudizio di preferenza del consumatore. ALESSANDRO SCHIRONE Consumo critico: conoscenza delle caratteristiche e dei valori Intervista – Parla il prof. Russo, uno dei due autori “Siamo tutti più consapevoli e lo sanno anche le aziende” V incenzo Russo è Professore di Psicologia e Consumi nell’ambito del corso di laurea in Relazioni Pubbliche e Pubblicità della Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano. Dopo avere svolto un Master in Business Administration (MBA) presso l’ISIDA (Istituto Superiore per Imprenditori e Dirigenti di Azienda di Palermo) ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in “Uomo e Ambiente: le culture, i diritti, le teorie e i movimenti”. Si è specializzato presso l’Auburn University (USA) sui processi decisionali e comportamenti organizzativi per la sostenibilità e la sicurezza. Si occupa di metodologia di ricerca sul consumatore, comunicazione organizzativa e comunicazione sociale, processi cognitivi, percettivi e di apprendimento in relazione al comportamento di consumo. Su questi temi ha pubblicato numerosi contributi teorici e di ricerca. Il Prof. Russo, inoltre, è Coordinatore dell’Osservatorio sui Consumi Alimentari della Fondazione IULM. Si è interessato per anni di psicologia e consumi, approfondendo gli studi sul comportamento dei consumatori e i nuovi trends, ma anche di consumo etico ed ecologico. E proprio di queste aree di interesse scientifico abbiamo parlato con lui a margine della lettura del “Consumo critico, alimentazione e comunicazione. Valori e comportamenti per un consumo sostenibile”. Professore, cosa si intende generalmente per “consumo critico” in ambito alimentare? “Si tratta di un consumo consapevole, di una scelta che produce al contempo benessere sociale e personale. Il consumatore critico è un soggetto che si comporta in maniera differente rispetto alla massa, ricercando il prodotto di valore. Eppure, nell’ambito di una società soffocata dalla crisi economica, la scelta del prodotto viene veicolata principalmente da due fattori: il prezzo e l’acquisto ponderato. Ma per effettuare un acquisto oculato è necessaria una corretta informazione. Se non riusciamo a reperire informazioni utili che ci aiutano nel processo decisionale, infatti, siamo fuori strada. La crisi produce una forbice che si allarga a causa delle differenti condizioni economiche in cui vive la popolazione. Per questo motivo, ad esempio, abbiamo preso in considerazione mila famiglie milanesi, di cui mila non sono di origine italiana. Ne abbiamo ricavato una casistica attendibile che ci ha suggerito qualche dato importante su cui riflettere. Poste di fronte al problema della scelta, la maggior parte di queste persone si è orientata alla spesa presso i discount. Tra gli elementi di criticità rilevati nell’ambito del consumo critico, infatti, vi è un edonismo maturo in linea col rispetto dei propri desideri. Il lusso sfrenato è superfluo. Il consumatore critico, infatti, ricerca quasi spasmodicamente autenticità e veridicità”. Che ruolo assume la comunicazione nel promuovere la sensibilità tra i consumatori? “L’importanza di fornire informazioni più adeguate per effettuare una scelta matura davanti allo scaffale è importante, ma difficile da realizzare. Nella società moderna, infatti, si comunica in maniera sbagliata. Spesso il consumatore non riesce a distinguere un prodotto artigianale da uno industriale. Il problema sta nell’etichettatura. Qual è la differenza? Questa è una domanda cui molta gente non riesce a rispondere perché il problema, in effetti, sta a monte. Il produttore non è in grado, nella maggior parte dei casi, di vendere il suo prodotto associandogli il giusto valore. Perché tra un bene artigianale ed uno industriale ce ne passa. Eppure la differenza pare così sottile da creare confusione. Per questa ragione un gruppo di consumatrici mamme, qualche anno fa, ha creato un movimento che oggi è diventato un punto di riferimento per quanti ricercano la garanzia di qualità nei prodotti. Good guide, infatti, oggi è un motore di ricerca in cui sono presenti oltre mila prodotti recensiti che producono un punteggio variabile a seconda della qualità del prodotto. E la cosa interessante è che risulta davvero affidabile. Good guide è un elemento di forza che ha rotto l’asimmetria informativa. E lo ha fatto fornendo notizie inerenti qualità, garanzia di impatto ambientale e impatto sociale rispetto ai principali competitor. Praticamente una svolta rispetto al recente passato”. Si parla di soluzioni per il Nord e il Sud Italia, ma cos’è la sovranità alimentare? “Significa essere sovrani del know-how. La sovranità alimentare rilancia la forza dei produttori locali, che non rispondono correttamente a determinate esigenze imposte dalla società. Produttori che dovrebbero cercare di promuovere in qualche modo la valorizzazione e la tipicità del proprio territorio per far girare l’economia locale. Dopo la nascita del CISA (Comitato Internazionale per la Sovranità Alimentare, ndr) nel quale si unirono organizzazioni della società civile allo scopo di far sentire la propria voce e proporre delle proprie strategie nei summit internazionali dedicati alle politiche alimentari, in Italia è venuto alla luce il Comitato Italiano per la Sovranità Alimentare, che agisce nell’ambito del più ampio Comitato Internazionale. Si tratta di una piattaforma che vede coinvolte oltre organizzazioni, associazioni, ONG, movimenti ecologisti e sindacati per facilitare il dialogo tra la società civile e le istituzioni, nazionali e internazionali, nell’elaborazione di politiche e strategie volte a garantire la sicurezza alimentare. Il Comitato sostiene con azioni di lobbying il principio della sovranità alimentare quale presupposto per definire le politiche agroalimentari di ogni Paese, attraverso una regolamentazione del commercio agroalimentare che tuteli i produttori, i lavoratori, i consumatori e i mercati locali”. a.s. Università uni latesisulgiornale In questa pagina, dedicata ai laureati di Puglia e Basilicata, pubblichiamo le migliori tesi su temi di economia, marketing e comunicazione che vengono discusse nelle Università di tutto il mondo allo scopo di far conoscere all’imprenditoria le energie più vivaci dei giovani che affrontano il delicato periodo post-universitario. Studenti e docenti che volessero segnalare tesi attinenti ai temi dell’economia, del marketing, della comunicazione, della gestione e della strategia d’impresa possono inviare il materiale direttamente all’indirizzo [email protected]. Il materiale deve essere costituito da un articolo che vada da . a . battute (spazi bianchi compresi), una fotografia in buona risoluzione ( dpi) e una breve scheda biografica ( battute). 02-08 luglio 2011 21 curriculum G iulio Iacobellis, di Bari, anni, ha conseguito con lode la laurea specialistica in marketing all’Università degli studi di Bari, con una tesi dal titolo “EU Projects: strumenti per l’europrogettazione”. Ha frequentato un master in europrogettazione tra l’Università del Salento e la WSGE di Varsavia. Attualmente è inserito nel dipartimento di Finanziamenti e Fondi Europei della Osel Consulting srl. Progettazione – Come presentarsi all’Europa con criteri, documenti e procedure professionali Sfruttare le risorse dell’Unione con progetti a regola d’arte... O rmai per più di cinquanta anni l’UE è stata determinante di stabilità politica ed economica. La creazione del mercato unico e l’euro hanno conferito una spinta al processo di sviluppo europeo. L’Unione Europea si conferma potenza economica mondiale e maggiore erogatore di contributi verso i paesi più poveri, promuove la stabilità degli equilibri tra nazioni, continenti e culture e si proietta verso l’espansione tra i paesi democratici nel continente. Inoltre la comunità è impegnata a mantenere rapporti amichevoli con le nazioni limitrofe e al suo interno accomuna le diverse caratteristiche degli Stati Membri, mediante l’impegno univoco nei confronti della pace, dello stato di diritto e dei diritti umani. In questo contesto le politiche di finanziamento europee propongono un approccio allo sviluppo che venga dai promotori di iniziative presentate a progetto, selezionando le più meritevoli di realizzazione. I programmi stabiliti dall’UE mirano ad ottenere risultati macro, agendo in diversi ambiti mediante finanziamenti. Si è fatta la distinzione tra fondi diretti e fondi strutturali e capirne le diverse modalità di accesso è il primo passo di un europrogettista per avviare un progetto così finanziato. È necessaria una certa impostazione per la presentazione di progetti europei. Si parte da conoscenze di contesto e si perviene a pratiche operative con consapevolezza delle origini di tali opportunità. Come start-up della formazione della figura professionale preposta a questo si parte dalla conoscenza delle vicende che hanno portato all’UE e le istituzioni che ne compongono i vertici. Conoscere i trattati, soprattutto quello di Lisbona, è consigliato per capire l’ottica e l’ambito di applicazione. Entrando più nello specifico, e quindi una volta selezionati i fondi a cui fanno capo le azioni alle quali si vuole partecipare, bisognerà leggere i regolamenti comunitari che li regolano. Questo significa che è invocata la lettura del regolamento generale / , quello relativo al FESR / , quello del FSE / e infine il regolamento di attuazione dei fondi: il / . Avvicinandosi alla fase operativa ci si allontana da quello che si può definire come “Strumento Giuridico” e ci si pone a ridosso dei tool, che potremmo dire ingegneristici. Gli strumenti di Project Management sono indispensabili per un’organizzazione efficiente e professionale del lavoro. L’esperienza come libero professionista è una spinta razionalizzante non indifferente, ma dato il carico di lavoro consistente in fase di presentazione alla valutazione di un progetto è adeguato affidarsi a pratiche consolidate di organizzazione e gestione del team, di predisposizione degli obiettivi di lavoro e di schedulazione. Strumenti di PM quali Gantt, Wbs e Pert e molti altri, sono richiesti anche in termini formali, che si operi nella finanza agevolata per lo starting-up aziendale sia e a maggior probabilità che si operi in programmi, ad esempio, di cooperazione internazionale, apprendimento permanente ed altri. Gli applicativi informatici sono indispensabili per presentare un prodotto professionale. Software come Excel e MSP sono fondamentali e Dati su corso di Laurea Laurea triennale in marketing e comunicazione Laurea specialistica classe S in marketing Facoltà di Economia Università degli studi di Bari – Aldo Moro Master Borsa di studio Ritorno al Futuro – FSE obiettivo - asse IV capitale umano Titolo master: EU Projects – master in europrogettazione WSGE – www.wsge.edu.pl Tel. + ( ) - Fax: + fax ( ) UNISALENTO www.unisalento.it – Tel. + - Fax: + Relatore tesi: Agostino Marengo (Facoltà di Economia – Università degli studi di Bari – Aldo Moro) E-mail [email protected] Recapito telefonico +39 0805049211 a.a. 2010-2011 Insegnamenti • Abilità informatiche • Information & comunication technology permettono di disporre la parte contabile e quella organizzativa richiesta nella modulistica, soprattutto nel plico cartaceo. A questo punto si può affermare di aver formato la figura denominata europrogettista con caratteristiche determinati, varie provenienze come ancora più svariati punti di arrivo. È una figura generalmente definita per essere preposta alla realizzazione dei processi, alla consulenza e alla predisposizione della modulistica. Ogni componente di un team di lavoro nell’ambito può definirsi tale. Cercare una definizione precisa su manuali e on-line non da i risultati sperati e mi è sembrato doveroso dare un volto e una posizione nell’universo a questo incarico definendone le mansioni, la forma mentis e il cursus studiorum seguito. Quelli che ho individuato come strumenti sono utilizzati dall’europrogettista, all’interno di un “Project Cycle Management” dei progetti europei. Si parte dalla “Idea generation and partership development”, per l’analisi delle condizioni correnti, dei problemi, bisogni e opportunità e che conferisce un concetto generale di progetto contestualizzato nel framework di appartenenza e nella strategia del programma europeo al quale si partecipa. All’idea deve essere conferita rilevanza, che è testata mediante la ricerca di progetti pilota lanciati in precedenza e dai quali possono essere tratte good practices da applicare. A questo punto è possibile avere un primo contatto col programma e passare alla fase di sviluppo del progetto e all’ application. Formato il partenariato si procede alla determinazione degli obiettivi specifici, si individua il contesto di applicazione e i risultati attesi. Poi si definiscono le risorse e si accordano alle attività con relativo scheduling. Successivamente si prepara il budget e si indica il Lead Partner di progetto che sarà la figura di riferimento che avrà diretti contatti con le istituzioni degli Stati Membri che partecipano al programma, quali la Commissione e MSC (Monitoring and steering Committee) e altre quali le Managing, Certifying e Audit Authorities, oltre che le JTS (Joint Techincal Secretariat), gli Intermediate Bodies e i GoA (group of auditors). In questa fase è anche presentata l’application. Nel frattempo vengono firmati gli atti di impegno tra i partner nella fase di Contracting and start up e così formalizzati i task assegnati e le risorse. In questo modo può iniziare l’Implementation, ossia la fase esecutiva delle attività. L’ultima fase è quella di Closure, nella quale sono preparati i report e sottoposti all’analisi da parte del programma, previa ricezione del pagamento finale. È necessario stabilire una exit strategy che assicuri rapida chiusura e permetta il Followup, il riuso delle pratiche acquisite nel progetto e la pubblicizzazione dei risultati. Intervistando chi da anni opera in questo modo ed in più si inquadra professionalmente con la dicitura europrogettista sono emerse ulteriori questioni. I progetti spaziano in molti settori e la preparazione base rimane quella definita negli strumenti sopracitati, ma di caso in caso necessitano specialisti in grado di affrontare i temi propri delle azioni. Solitamente si cerca di divenire specialisti di determinate tipologie di progetti in modo da assumere informazioni riutilizzabili e rielaborabili in modo migliorativo anno dopo anno senza upgrade dispendiosi in termini di impegno e tempo. Individuando alcune problematiche ne è emersa una fra tutte quale la consegna dei plichi cartacei, necessaria in quasi tutti gli accessi alle call for proposal. Innanzitutto consiste in un costo sia in termini monetari che di tempo ed inoltre è spesso motivo di esclusione. La preparazione del cartaceo in questo secolo dovrebbe essere eliminata. È possibile digitalizzare ogni documento e ottenerlo più rapidamente e di migliore qualità in formato elettronico. Per non parlare dell’impatto ambientale che questo spreco di carta comporta. Fortunatamente la tendenza è proprio questa grazie all’uso della PEC e delle piattaforme on-line. Questi strumenti sono necessari alla formazione di una figura professionale capace di affrontare la progettazione europea in tutti i possibili aspetti. Alcuni sono conoscenze base e altri veri e propri tool concreti come ad esempio gli applicativi e le tecniche operative. Avere nozioni nell’utilizzo di ognuno di questi quanto meno permette un coordinamento ottimale. Affrontare la multidisciplinarità richiesta, d’altra parte è compito di più individui, ma in tal modo si spinge l’operare “parlando nella stessa lingua”, volendo utilizzare un concetto tipico del team-working. GIULIO IACOBELLIS 22 02-08 luglio 2011 Fiscalmente Utile risoluzione dell’Agenzia delle Entrate Per IVA, IRES e IRAP vale la “continuità” I n caso di grandi imprese in crisi e ammesse all’amministrazione straordinaria, a differenza di quanto previsto per l’IVA, ai fini IRES e IRAP vale il principio della continuità del periodo d’imposta. L’apertura dell’amministrazione straordinaria non interrompe, infatti, il periodo d’imposta delle società incluse nel consolidato fiscale né è causa di esclusione, ai sensi dell’articolo del Tuir. Lo ha chiarito l’A.E. con recentissima risoluzione. Come noto, ai sensi dell’articolo , comma , del D.L. n. / , “L’impresa che si trovi nelle condizioni di cui all’articolo può richiedere (…) l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria, tramite la ristrutturazione economica e finanziaria di cui all’articolo , comma , lettera b), del decreto legislativo n. , ovvero tramite la cessione dei complessi aziendali di cui al comma , lettera a), del medesimo articolo .”. A sua volta, l’articolo , comma , lettera b), del D.Lgs. n. / , dispone che il recupero dell’equilibrio economico dell’impresa dichiarata insolvente deve potersi realizzare “tramite la ristrutturazione economica e finanziaria dell’impresa, sulla base di un programma di risanamento di durata non superiore a due anni («programma di ristrutturazione»).”. prescritto, in via telematica”. Qualora la liquidazione si prolunghi oltre il periodo d’imposta in corso alla data in cui ha effetto la deliberazione di messa in liquidazione, “sono presentate, nei termini stabiliti dall’articolo , la dichiarazione relativa alla residua frazione del detto periodo e quelle relative ad ogni successivo periodo d’imposta.”. Tali dichiarazioni sono presentate “esclusivamente ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive e soltanto se vi è stato esercizio provvisorio.”. Il senso della norma richiamata, quindi, è quello di “distinguere il caso in cui sia stata disposta la continuazione provvisoria dell’attività dal caso in cui tale continuazione sia stata negata o cessata. Solo in quest’ultima ipotesi, l’impresa in amministrazione straordinaria non deve presentare la dichiarazione dei redditi per i periodi intermedi alla cessazione dell’attività imprenditoriale e alla chiusura della procedura, essendo iniziata la fase che persegue esclusivamente finalità liquidatorie, ossia l’accertamento del passivo, la liquidazione dell’attivo e la ripartizione tra i creditori.”. Questo orientamento interpretativo ribadisce, peraltro, quanto già chiarito dall’A.E. con la ris. n. /E/ , in cui si afferma che “nel caso in cui la procedura di amministrazione straordinaria (…) si chiuda con un concordato, si conferma quanto già precisato con le risoluzio- Sul punto, la risoluzione n. /E/ aveva già chiarito che la procedura di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi “persegue finalità tra loro alternative: il risanamento della società (con continuazione dell’esercizio d’impresa) o, qualora questo si riveli impossibile o economicamente non conveniente, la liquidazione della medesima; in quest’ultima ipotesi si applicano le norme dettate dalla legge fallimentare per la liquidazione coatta amministrativa.”. Ed, inoltre, si stabiliva che le imprese ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria in fase di liquidazione determinano il reddito d’impresa ai sensi dell’articolo del T.u.i.r., di cui al Dpr n. / , ed assolvono i corrispondenti obblighi dichiarativi ai sensi dell’articolo del Dpr n. / . Infatti, l’articolo dispone che, in caso di liquidazione di soggetti IRES, il liquidatore o, in mancanza, il rappresentante legale, presenta in via telematica “la dichiarazione relativa al periodo compreso tra l’inizio del periodo d’imposta e la data in cui ha effetto la deliberazione di messa in liquidazione entro l’ultimo giorno del nono mese successivo a tale data”. Presenta, inoltre, “la dichiarazione relativa al risultato finale delle operazioni di liquidazione entro nove mesi successivi alla chiusura della liquidazione stessa o al deposito del bilancio finale, se ni nn. / del e / del , secondo cui in caso di imprese assoggettate alla procedura di amministrazione straordinaria non autorizzate alla continuazione dell’esercizio dell’attività imprenditoriale, il reddito d’impresa deve essere determinato, ai sensi degli artt. del Tuir [attuale articolo , n.d.a.] e del D.P.R. n. / [attuale articolo del D.P.R. n. / , n.d.a.], relativamente al periodo compreso tra la data di cessazione dell’autorizzazione alla continuazione dell’esercizio d’impresa e la data di chiusura della procedura di amministrazione straordinaria.”. In conclusione, la presentazione della dichiarazione dei redditi è dovuta per i periodi in cui l’amministrazione straordinaria ha come obiettivo il risanamento della società “con la continuazione dell’esercizio d’impresa”. In presenza di una richiesta ex articolo , comma , del D.L. n. / , di ammissione alla procedura di amministrazione stra- l Fondo Patrimoniale non può essere oggetto di ipoteca da parte dell’Agente della Riscossione per crediti erariali estranei ai “bisogni della famiglia”. Tale preclusione opera anche se l’iscrizione ha il solo fine di garantire la possibile e futura sottrazione dei beni protetti. Ciò in quanto, l’ipoteca costituisce pur sempre una limitazione alla disponibilità dei beni del fondo patrimoniale, entità distinta, che non può soggiacere ai vincoli restrittivi dell’ipoteca. A questa, condivisibile, conclusione sono giunti i giudici della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce in una recentissima ed interessante sentenza in tema di atti “preesecutivi” e patrimonio del contribuente. Il fatto Con tempestivo ricorso un contribuente salentino si opponeva, dinanzi la Commissione Tributaria Provinciale di Lecce, all’ipoteca iscritta per alcune centinaia di migliaia di Euro da Equitalia s.p.a, ai sensi dell’art. D.P.R. / . L’iscrizione, secondo quanto sostenuto dal Concessionario, conseguiva al EMILIA CIMINIELLO CHIARA DAMMACCO a cura di Giuseppe Ciminiello FiscoinAula I ordinaria “tramite la ristrutturazione economica e finanziaria di cui all’articolo , comma , lettera b), del D.Lgs. n. / ”, non si fa luogo, nel corso dell’ordinaria attività antecedente l’apertura della liquidazione, all’applicazione dell’articolo -bis del D.P.R. n. del . Per l’effetto, il commissario straordinario assolverà tutti gli adempimenti fiscali secondo le modalità ordinarie. In altre parole, nell’ambito della procedura disciplinata dal D.L. n. / , il perseguimento della predetta “ristrutturazione economica e finanziaria” con prosecuzione dell’ordinaria attività d’impresa, impone la continuità del periodo d’imposta e, dunque, l’assolvimento degli obblighi dichiarativi ai fini IRES, IRAP e IVA in modalità ordinaria fino all’apertura della fase liquidatoria. Se il fisco aggredisce il fondo di famiglia mancato pagamento di alcune cartelle esattoriali per imposte, sanzioni ed altri contributi. Nelle proprie difese il contribuente eccepiva l’illegittimità della iscrizione ipotecaria per essere stati attinti beni destinati “al fondo patrimoniale” della famiglia e costituito ben dieci anni prima dell’iscrizione. Eccepiva, tra le altre, anche la nullità dell’atto per inesistenza della notifica delle cartelle di pagamento a fondamento dell’azione esecutiva. La posizione dell’Esattore Dal proprio punto di vista, invece, Equitalia S.p.A. riteneva corretto il proprio operato, ricordando che il Ministero dell’Economia e delle Finanze con risoluzione n. / del / / , aveva stabilito che l’art. c.c. – che prevede il diniego di esecuzione sui beni del fondo patrimoniale – non è applicabile nei confronti dei crediti fatti valere dall’Amministrazione Finanziaria. La decisione della Commissione Tributaria Provinciale Il Collegio, prima di affrontare la specifica problematica afferente il ricorso, ha ritenuto doveroso illustrare l’istituto del “fondo patrimoniale” di cui all’art. e segg. c.c. Il suddetto istituto, spiegano i Giudici, rappresenta un sistema per garantire un substrato patrimoniale alla famiglia, anche se non costituisce un regime patrimoniale della stessa ma soltanto un vincolo su determinati beni. A norma del codice civile detto fondo si può catalogare come un complesso di beni determinati, assoggettati ad una disciplina particolare di amministrazione e a limiti per la alienabilità e la espropriabilità da parte di creditori. Premesso quanto sopra il Collegio, focalizzando le proprie attenzioni sui riflessi in ambito tributario dell’Istituto, ha concluso rigettando le richieste di Equitalia s.p.a. Quest’ultima, infatti, si era li- mitata a ribadire che l’iscrizione di ipoteca ai sensi dell’art. D.P.R. / sui beni facenti parte del fondo patrimoniale “costituisce una azione tipicamente cautelare e non in funzione dell’espropriazione forzata vera e propria”. Secondo i giudici, invece, pur a voler assegnare una valenza cautelare all’ipoteca, il collegamento al successivo atto espropriativo è insito nella medesima natura cautelare dell’atto ipotecario. Essendo, quest’ultimo, teso a conservare appunto cautelarmente il bene, in vista ed a rafforzamento della successiva esecuzione forzata. In sintesi, dunque, la ipoteca è prevista, in luogo del pignoramento immediato, come strumento di acquisizione del bene, svolgendo la funzione preventiva di conservarlo al potere di aggressione del creditore”. Posizione, peraltro, avvallata dallo stesso giudice di legittimità che ha più volte precisato come l’ipoteca abbia natura di “atto funzionale all’espropriazione forzata e, quindi, mezzo di realizzazione del credito”. Tuttavia, pur rilevata la pacifica ed assoluta strumentalità e correlazione dell’ipoteca esattoriale immobiliare alla relativa esecuzione forzata, ci si deve chiedere se sia iscrivibile l’ipoteca in esame quando è vietata per disposizione legislativa l’espropriazione immobiliare. Data la strumentalità in parola, il Collegio ha ritenuto che “non è consentito promuovere una ipoteca immobiliare se non è poi possibile procedere alla relativa espropriazione forzata, cui appunto è funzionale la medesima iscrizione ipotecaria”. Ciò in quanto, nell’ipotesi in cui è vietata l’esecuzione immobiliare l’ipoteca diventerebbe fine a se stessa e perciò non funzionale alla successiva espropriazione dell’immobile ipotecato. Argomentando diversamente, infatti, si giungerebbe ad un evidente contrasto con il rilevato assetto normativo, che relega l’ipoteca ad una funzione strumentale ed as- segna preminenza comunque all’esecuzione forzata. La conclusione Il Collegio salentino ha sottolineato, in conclusione, che la costituzione del fondo patrimoniale per atto pubblico, la sua trascrizione e la sua annotazione rendono opponibile a terzi il fondo medesimo, per cui l’iscrizione ipotecaria – prodromica all’azione esecutiva – se pure abbia natura e finalità cautelare tale da non provocare effetto spoliativo del patrimonio del debitore, comporta pur sempre limitazioni alla disponibilità dei beni del fondo patrimoniale, entità patrimoniale e distinta, che non può soggiacere ai vincoli restrittivi dell’impugnata iscrizione ipotecaria. Poiché nel caso di specie il fondo patrimoniale era stato costituito dal contribuente e dal proprio coniuge fin dal , peraltro con bene immobile di proprietà del coniuge e non anche del ricorrente, i giudici non hanno avuto alcun dubbio nell’accogliere il ricorso proposto dal contribuente, stante la palese illegittimità dell’iscrizione ipotecaria impugnata. LE SCADENZE FISCALI MERCOLEDÌ LUGLIO Termine per il versamento, senza maggiorazioni, del primo acconto della cedolare secca, % dell’ % dell’imposta dovuta, se pari o superiore a € , . I codici tributo, da indicare nella sezione “erario” del mod. F , sono: (primo acconto), (secondo accon- to), (saldo). Termine per il pagamento delle imposte IRPEF e IRAP, saldo e acconto , da parte delle persone fisiche, senza alcuna maggiorazione. Termine per il pagamento delle imposte IRES e IRAP, saldo e acconto , da parte delle società di persone e di capitale interessate dagli studi di settore, senza alcuna maggiorazione. Termine per il pagamento del diritto annuale alla Camera Commercio da parte delle società di persone e di capitale soggette agli studi di settore e da parte di tutte le imprese individuali senza alcuna maggiorazione. VENERDÌ AGOSTO Termine per il pagamento delle imposte, saldo e acconto , da parte delle persone fisiche, delle società di persone e delle società di capitale, non versate entro la precedente scadenza del luglio, con la maggiorazione dello , % a titolo di interessi. Chi va&Chi viene Partenze da BARI Destinazione Compagnia Part. Arr. Barcellona Spanair Airberlin Berlino TXL Airberlin Airberlin Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Bologna Alitalia Alitalia Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Brussels Ryanair Charleroi Ryanair Ryanair W!ZZ Bucarest Carpatair W!ZZ Budapest W!ZZ W!ZZ Ryanair Cagliari Ryanair Catania blu express germanwings germanwings Colonia germanwings germanwings Airberlin Airberlin Dusseldorf Airberlin Dusseldorf Weeze Ryanair Francoforte Hahn Ryanair Ryanair Ryanair Genova Ryanair Hannover germanwings Ryanair Karlsruhe Ryanair Ryanair Kos Ryanair Londra Gatwick British airways Ryanair Londra Stansted Ryanair Ryanair Luxair Luxair Lussemburgo Luxair Luxair Madrid Ryanair Ryanair Malta Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Milano Lin Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia AirOne Alitalia Easyjet Easyjet Easyjet Easyjet Easyjet Air One Air One Easyjet Air One Easyjet Lufthansa Milano MXP Lufthansa Lufthansa Air One Air One Air 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Berna Bologna Brussels Brussels Charleroi Colonia Cuneo Eindhoven Francoforte Ginevra Girona Barcellona Londra Stansted Milano Lin Milano MXP Milano Orio al Serio Monaco Norimberga Parigi BVA Parigi ORY Pisa Roma CIA Roma FCO Stoccolma Torino Treviso Venezia Verona Zurigo Frequenza Note helvetic Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Jetair : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : V da M da V da L da M da V da D da M G da V da S da da M S da Jetair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin Ryanair Ryanair Ryanair Tuifly Tuifly Easyjet Easyjet Easyjet Easyjet : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : Ryanair : : M S da Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Easyjet Easyjet Air One Air One Air One Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin Airberlin Ryanair Easyjet Easyjet Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia blu express blu express Alitalia Alitalia Alitalia blu express Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia Ryanair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin helvetic helvetic : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : M M M G S G S GV S da da da da D da da D da da D da da D da da D da D da da D da da D da da da da da da D da da da da da da da da da da da D da da da da D da da da D da D da D da D da da da da da D da da D da da da D da D da D da D da da da D da D da da da da D da da da D da da da da da da D da L V da da V da D da D da S da L V da G da L da D da M da M da S da M L L MM G V S L MM G V S L MM G V S S L MM G V L MM G V S L MM G V L MM G V L MM G V S L MG V M S V S G L M M V M S G G S G G S M G L V MM G M L S V MM G M G MM G S S S G S M V M MM G V S MM G V S MM G V S MM G V L MM G V S L MM G V S L MM G V S L L L L L M V M M G G L S S V M L V M G S G S M M M L G G / / / / / / / / / / / / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a / a nota / / a nota / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / a / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a / / / / / / / / / / / / / Brussels / / / / / / / / / / / / / Brussels Charleroi / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / Partenze da FOGGIA Isole Tremiti Milano Mxp Palermo Torino Alidaunia : : Alidaunia : : Alidaunia : : Alidaunia : : Frequenza MM G L V SD MM G Alidaunia : : Alidaunia : : Alidaunia : : L Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia : : L MM G V : : ORARI IN VIGORE dal : / / L V : : : : : : : : : : : al V SD MG V V LM S / / G / / / / a / / / a / scalo Vieste : / : / / a / / / a / scalo Vieste : / : / / a / / / a / scalo Vieste : / : / / a / da / / a D da / / a LM LM da da da S M da da S D da da MM G : : Note L M M G V S D da / / a Berna Bologna ORARI IN VIGORE dal / / AL / / note: ) Il volo effettua uno stop a Dubrovnik. Destinazione Compagnia Part. Arr. Arrivi a BRINDISI Destinazione Compagnia Part. Arr. / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / da / / a / / da / / a / / D da / / a / / da / / a / / da / / a / / da / / a / / 23 02-08 luglio 2011 Colonia Colonia Eindhoven Francoforte Ginevra Girona Barcellona Londra Stansted Milano Lin Milano MXP Milano Orio al Serio Monaco Norimberga Parigi BVA Parigi ORY Pisa Roma CIA Roma FCO Stoccolma Torino Treviso Venezia Verona Zurigo Frequenza : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : Ryanair : : M S da Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Easyjet Air One Easyjet Air One Air One Air One Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin Airberlin Ryanair Easyjet Easyjet Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia blu express Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Alitalia Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Alitalia Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin helvetic helvetic : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : : M M M G S G S GV S da da da da D da da D da D da da D da da da D da D da da D da da D da da da da da D da da da da da da da da da da da D da da da da D da da da D da da da da D da da da da da D da da D da D da D da D da D da da da D da D da da da da D da da da D da da da da da da D da ORARI IN VIGORE dal / / AL V Note helvetic Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Ryanair Jetair Jetair Ryanair Ryanair Airberlin Airberlin Ryanair Ryanair Ryanair Tuifly Tuifly Easyjet Easyjet Easyjet Easyjet M L V M V M G V S M S L V M V S L V G L M M S L L MM G V S L MM G V S L MM G V S S L MM G V L MM G V S S L MM G V L MM G V S S L MG V M S V G L M M V M S G G S G G S M G L V MM G M L S V M S G MG MG G S M L L L L L L L L V M MM G MM G MM G MM G MM G MM G MM G M V S V V V V V M M G G L S S V M M G L S V M M G S M L V G / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / a / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a a / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / Arrivi a FOGGIA Frequenza Alidaunia Alidaunia : : : : Alidaunia : : L Alidaunia : : L Alidaunia Alidaunia Alidaunia Alidaunia Alidaunia Alidaunia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Milano Mxp Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Palermo Alitalia Darwin/ Alitalia Darwin/ Alitalia Torino Darwin/ Alitalia ORARI IN VIGORE dal / : : : : : : : : : : : : L : : LM : : L MM G V : : MM G MM G V V MM G MM G L L V V MM G V : : MG V : M : : : : : : : : V LM S LM / / G Note da / / a / S D da / / a / da / / a / scalo Vieste : / : da / / a / SD scalo Vieste : / : da / / a / S D da / / a / da / / a / S D da / / a / da / / a / S D da / / a / S : al S V / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / / Destinazione Compagnia Part. Arr. / S S S da da da da da da D da da da da da da da da da D da D da da da da da D da da da da / / / / / / / / / / da / / a / / da / / a / / da / / a / / D da / / a / / da / / a / / D da / / a / / da / / a / / da / / a / / da / / a / /