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TITOLONE
&
S
O
C
I
di
Alberto Bramanti (*)
E T À
VENETO ECONOMIA & SOCIETÀ
Rivista di cultura socio-economica dell’Associazione Artigiani e Piccole
Imprese Mestre CGIA
Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - filiale di
Venezia
Nr. 28 - 1° quadrimestre 2010
Abonement Poste - Taxe perçue
Direttore responsabile: Renato Mason
Direttore: Giuseppe Bortolussi
Redazione: Ufficio Studi CGIA Mestre
Direzione, redazione e amministrazione
Mestre, via Torre Belfredo 81/d
e-mail [email protected]
Stampa: Artigrafiche Molin - Via Torino - Mestre-Venezia
I manoscritti inviati non saranno resi e la redazione non assume responsabilità per la loro perdita Veneto Economia & Società rimane a disposizione dei titolari dei copyright che non fosse riuscita a raggiungere.
ISSN 1590-2951
Registrazione del Tribunale di Venezia
del 15.06.1999 n. 1336 del Registro della Stampa
INDICE
VENETO E NORD EST
Presentazione...................................................................... pag. 5
L’economia fa bene alla cultura?..................................... pag. 9
di Michele Trimarchi
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?............. pag. 27
di Roberto Daneo
Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso...... pag. 65
di Marilena Vecco
Gli eventi culturali a Venezia............................................ pag. 83
di Manuela Bertoldo
La geografia culturale post industriale del Veneto..... pag. 107
di Guido Ferilli
COMMENTI A MARGINE
1° Forum Mondiale sulla Cultura
e sulle Industrie Culturali, Monza 2009........................... pag. 125
di Sandro Bondi
Innov(e)tion Valley: la valorizzazione del Nord-Est
come fucina di innovazione e creatività....................... pag. 133
di Cristiano Seganfreddo
Comuni e cultura: spesa o investimento?..................... pag. 141
di Chiara Tullio
La testimonianza................................................................. pag. 147
di Francesco Olivieri
DALL'EUROPA
La politica europea per il turismo:
nuove opportunità per il territorio................................. pag. 153
di Lorella Di Giambattista
AUTORI DI QUESTO NUMERO
Manuela Bertoldo
Urbanista Socio di Società Sistema
Sandro Bondi
Ministro per i Beni e le Attività Culturali
Roberto Daneo
Direttore del Comitato di Candidatura
Expo 2015 della città di Milano
Lorella di Giambattista Docente di European Commercial Law ed
European Competition Law presso la Facoltà
di Economia dell'Università di Roma "Tor Vergata"
Guido Ferilli
Docente di Economia del Design presso
l'Università IUAV di Venezia
Francesco Olivieri
Scrittore emergente
Cristiano Seganfreddo
Presidente di Innov(e)tion Valley
Michele Trimarchi
Docente di Economia della Cultura presso
la Facoltà di Economia dell’Università di Bologna
Chiara Tullio
Assessore alla Cultura del Comune di
Roncade, Treviso. Laureata in Storia dell’Arte,
si occupa di comunicazione culturale e di
educazione museale
Marilena Vecco
Professore a contratto in Economia dell’Arte
e della Cultura presso l’Università Ca’ Foscari
di Venezia e altre università straniere
Si ringraziano gli autori di questo numero per avervi contribuito con
entusiasmo e professionalità.
Il presente numero di Veneto Economia&Società è stato interamente
curato da Fondazione Impresa che ha fatto dell’economia dell’arte
e della cultura uno dei propri campi di ricerca.
4
PRESENTAZIONE
pur
istituzionalisti americani, negli
carattere
anni ’70, ad impegnarsi nel
particolare del lavoro artistico,
definire la rilevanza delle arti
consideravano la cultura come
nella vita economica: Boulding
l’ambito naturale del lavoro
nel 1978 considera le arti come
non
un mezzo per creare e far
Smith
e
riconoscendo
Ricardo,
il
produttivo;
in
poche
parole, secondo loro, la cultura
circolare
non poteva contribuire alla
Galbraith nel 1973 prevede che
ricchezza dello Stato. Marshall
le arti saranno chiamate ad
aprì la strada all’analisi dei
assumere
consumi artistici, sostenendo
economica crescente; Baumol
la legge per cui “più si ascolta la
e Bowen, con i loro studi
musica, più la si apprezza”;
sull’economia dello spettacolo
riconoscendo,
i
dal vivo, tracciano le linee della
consumi artistici costituiscono
futura economia della cultura.
l’eccezione alla teoria della
E, tuttavia, l’economia della
diminuzione
cultura, sebbene nel 1994
cioè,
che
dell’utilità
l’informazione;
un’importanza
marginale. Keynes, invece, che
abbia
pure
riconoscimento
era
un
accorto
ricevuto
il
proprio
istituzionale
collezionista di opere d’arte,
quando David Throsby pubblicò
trascurò l’approccio economico
un survey nel “Journal of
alla
Economic Literature”, fatica
cultura.
Furono
gli
5
Presentazione
ancora oggi a guadagnare
sono in Veneto: nel 2009 i
spazio, anche all’interno degli
visitatori sono stati 924.172, di
accademici1.
cui 636.427 paganti, per un
ambienti
E,
invece,
dell’economia
il
tema
della
cultura
incasso di oltre 2 milioni e
trecentomila
euro.
Senza
dovrebbe interessarci molto,
contare i 177.445 scontrini
soprattutto in un Paese, come
effettuati per servizi aggiuntivi
l’Italia,
come
il
cui
patrimonio
visite
guidate,
culturale, artistico, naturalistico
prenotazioni
ha un valore inestimabile. Un
vendita di gadget, audio guide
valore,
va
e i relativi 807.811 euro di
riconosciuto non solo sul piano
incassi lordi2. In Italia, gli istituti
storico, ma anche su quello
non statali, dipendenti da altri
economico. I dati forniti dal
soggetti pubblici e privati, sono
Ministero per i Beni e le Attività
4.340. Nel 2006, secondo i dati
Culturali ci dicono, ad esempio,
ISTAT, i visitatori sono stati oltre
che in Italia abbiamo 4.739 tra
60 milioni, di cui oltre 35 milioni
musei e istituti similari. 399 di
paganti. In Veneto, i musei e gli
questi sono statali e nel 2009
istituti non statali sono 312. Nel
hanno aperto le porte a oltre
2006 i visitatori sono stati oltre
33 milioni di visitatori, di cui
7 milioni, di cui quasi 6 milioni
oltre 15 milioni paganti, per un
paganti, per oltre 33 milioni di
incasso complessivo di oltre
euro lordi di incassi3.
questo,
che
104 milioni di euro. 18 di questi
e
I numeri della cultura, oltre a
1 F. Benhamou, L’economia della cultura, il Mulino, Bologna, 2004.
2 Fonte: MiBAC.
3 Fonte: ISTAT.
6
prevendite,
Presentazione
quelli relativi a musei, visitatori,
dà occupazione e crea valore
biglietti venduti, sono anche
aggiunto. La cultura innerva il
quelli degli archivi e delle
territorio ed è funzionale allo
biblioteche. Sono quelli delle
sviluppo socio-economico del-
industrie culturali: libri, musica
lo stesso, per esempio in ter-
e cinema. Sono anche quelli dei
mini di innovazione, giusto per
beni architettonici, dei beni e
usare un termine e un modo di
dei
dei
fare – l’innovare – ormai accre-
Sono
ditato da tutti come indispen-
quelli delle pratiche culturali, di
sabile per accrescere la compe-
chi domanda, consuma, offre
titività delle imprese nel merca-
cultura. Delle fondazioni, delle
to globale o, soprattutto in
associazioni
Sono
questi ultimi due anni, per riu-
quelli dei turisti mossi dalla
scire quantomeno a sopravvi-
cultura verso la cultura. Beni,
vere agli effetti perversi della
industrie,
crisi
siti
archeologici,
paesaggi
naturalistici.
culturali.
pratiche
fanno
economico-finanziaria.
numeri, danno occupazione,
Anche la fabbrica di tondini di
creano
aggiunto.
ferro – per intenderci – ha
Smith
e
qualcosa da guadagnare quan-
alla
do il territorio in cui è insediata
valore
Contraddicendo
Ricardo
contribuiscono
ricchezza
un’economia
dello
della
Stato:
è vivace, creativo, innovativo.
cultura
esiste.
Ma l’economia della cultura
Il presente numero di Veneto
Economia&Società è pertanto
non è solo questo. E la cultura
dedicato
all’Economia
della
non va sostenuta e finanziata
Cultura. Raccoglie un insieme
solo perché “conviene”, perché
eterogeneo di contributi, punti
7
Presentazione
di vista diversi, tutti comunque
orientati a dare il proprio apporto ad una materia “scoperta” pochi decenni fa, i cui contorni attendono ancora di essere tratteggiati. Ma forse è
proprio questa la sua fortuna:
“non si può, infatti, parlare
dell’economia della cultura come di una disciplina a sé stante,
ma piuttosto di un campo di
applicazione che per molti versi presenta più gradi di libertà
che vincoli”4.
4 M. Trimarchi, “Prefazione”, in F. Benhamou, L’economia della cultura, il Mulino,
Bologna, 2004.
8
L'ECONOMIA FA BENE ALLA CULTURA?
di Michele Trimarchi
L’economia fa bene alla cul-
fatto molti passi avanti, co-
tura? A partire dagli anni
stretta com’è spesso stata tra
Sessanta la questione è all’ordi-
le maglie rigide di modelli alge-
ne del giorno di un gruppo
brici e astratti, o dall’ossessio-
non troppo numeroso ma
ne di misurare grandezze inaf-
molto appassionato di studiosi
ferrabili come la motivazione
internazionali. Alla radice, la
del fruitore, l’appagamento
percezione che i bilanci pubbli-
cognitivo, il valore della condi-
ci non siano illimitati (oggi va
visione, l’innovazione proget-
molto peggio, anche da que-
tuale.
sto punto di vista), e che le or-
Alcuni risultati, tuttavia, van-
ganizzazioni culturali debbano
no considerati comunque im-
saper fare di conto, ammini-
portanti: fra tutti, l’uscita della
strandosi come piccole e me-
cultura da una nebulosa un po’
die imprese anziché come
enfatica in cui soltanto gli
strutture informali in cui si fa
esperti di settore possono
molta poesia ma poco reddito.
svolgere valutazioni e prendere
Punti di vista, ovviamente.
decisioni, e il suo ingresso cau-
Inutile sottolineare che l’analisi
to ma deciso tra le attività eco-
economica della cultura – pur
nomiche: a ben guardare, oggi
mossa da economisti con inte-
un’organizzazione
ressi artistici personali – non ha
non è che un’impresa produt-
culturale
9
MICHELE TRIMARCHI
tiva di media dimensione, forte
tura presenta comunque un
di input dall’elevata specializza-
difetto di fondo, al quale si so-
zione, di tecnologia piuttosto
no aggrappati in molti per i
sofisticata, di un bacino poten-
vantaggi che esso rappresenta-
ziale notevole (e spesso solo in
va: la disciplina nasce con la
parte sfruttato).
presa d’atto dell’endemica de-
Il passaggio dall’oleografia
bolezza finanziaria delle orga-
dell’artista matto e indigente
nizzazioni come musei e teatri,
verso una lettura imprendito-
e della conseguente necessità
riale dell’attività culturale non è
di attingere a fondi pubblici
comunque indolore, meno che
per poter sopravvivere, quanto
meno in un Paese come il no-
meno mantenendo le dimen-
stro che della cultura ha prete-
sioni originarie. Questo assio-
so sempre di fare la propria
ma, piuttosto banale e di fatto
carta d’identità, salvo poi ab-
legato al bilancio più che alle
bandonarla materialmente e
attività, ha finito per fornire
finanziariamente. La visione
una specie di giustificazione
economica, comunque la si vo-
generale a tutti gli operatori
glia impostare, presuppone e
culturali, che da allora fanno
richiede l’osservabilità della
ricorso all’ipsi dicerunt per pre-
condotta e la valutazione della
tendere denaro pubblico.
performance delle organizza-
È una mescola esplosiva, fi-
zioni culturali stesse, il che
glia del matrimonio tra morali-
spinge alla ribellione contro la
smo post-crociano e calcoli da
possibile “censura” che tale va-
pallottoliere. Sul versante filo-
lutazione comporterebbe.
sofico, la cultura viene ancora
La stessa economia della cul10
ritenuta fonte di edificazione
L'economia fa bene alla cultura?
morale (dimenticando tutti i
le proprie percezioni, i propri
dittatori che amano l’architet-
meccanismi cognitivi, le pro-
tura e la musica sinfonica); su
prie aspettative emotive.
quello economico, il problema
La cultura che gli economisti
cruciale viene identificato nel
prendono in esame nel secolo
bilancio e nel suo pareggio,
scorso è fatta ancora di musei
usato come un feticcio per
e monumenti, di teatri e libri.
chiedere la trasformazione del-
Tutti luoghi esclusivi, di rara
le organizzazioni culturali in
frequentazione, cui è compli-
aziende for profit, e sbolo-
cato accedere come consuma-
gnandone così le preoccupa-
tori, quasi impossibile parteci-
zioni al mercato.
pare come produttori di conte-
Il punto nodale è un altro:
nuti. Certo, è ancora questo il
l’analisi economica della cultura
paesaggio culturale che ci tro-
si sviluppa lungo un cinquan-
viamo di fronte, soprattutto
tennio nel corso del quale il
nelle città italiane, magnifica-
mondo e la società cambiano
mente decorate da beni archi-
radicalmente. Dalla cibernetica
tettonici e artistici di unico pre-
degli anni Sessanta, che per
gio, e spesso gravate per que-
fare una moltiplicazione appe-
sto motivo dell’onere di attrar-
na complessa riempiva di val-
re turisti internazionali, impre-
vole stanzoni enormi, all’iPad
se desiderose di investire in
che viaggia con noi insieme a
Italia, consenso mondiale.
giornali, musica, film e applica-
È su questo che, in prima
zioni d’ogni genere, la società
battuta, dobbiamo riflettere.
ha visto alterarsi in modo irre-
La presenza di beni culturali nel
versibile (e del tutto virtuoso)
territorio e la conseguente at11
MICHELE TRIMARCHI
trazione di turisti stranieri rien-
attriti e per sempre: il sostegno
tra per molti versi in una visio-
pubblico incondizionato e il
ne post-agricola del nostro
consenso della platea interna-
Paese che, incapace di far altro,
zionale generato dalla meravi-
offre alla pubblica ammirazione
glia per la cultura italiana. Al
i propri gioielli di famiglia in
contrario, nel corso del tempo
cambio di valuta forte. Passati i
il sostegno pubblico è stato
decenni continuiamo a essere
progressivamente ridotto, so-
visitati (e congestionati) da
prattutto a livello statale, e co-
frotte di turisti internazionali,
munque è stato rimescolato
che però mano a mano perce-
spesso a vantaggio di “eventi”
piscono il contrasto incom-
e di effetti speciali di vario ge-
prensibile tra la bellezza e l’im-
nere. E i turisti, insieme agli
portanza del nostro patrimo-
italiani, hanno mostrato inte-
nio culturale da una parte, e
resse per Paesi che noi snob-
l’assoluta carenza di infrastrut-
bavamo a causa di un’offerta
ture, servizi, itinerari e tecnolo-
culturale meno importante (se-
gia, cosa che viene liquidata nei
condo noi) e che però hanno
casi più benevoli come folclo-
saputo investire nell’accoglien-
re, ma in una proporzione cre-
za, nella logistica, nel piacere
scente di casi genera la sempli-
della visita, e hanno vinto la
ce scelta di andare altrove.
scommessa.
In questo modo, e nel volgere di pochi anni, abbiamo per-
La reazione a questa lampan-
duto due ormeggi che ci ren-
te evidenza è stata piuttosto
devano tranquilli e ci sembra-
scomposta, e di norma è consi-
vano poter funzionare senza
stita nell’accusa di non capire:
12
L'economia fa bene alla cultura?
ecco i nuovi barbari, con la co-
moria le opere liriche, ma è
scienza assopita davanti a uno
come meravigliarsi che un ven-
schermo televisivo, con la so-
tenne di oggi conosca a me-
glia dell’attenzione ridotta al
moria musica e versi del rock
lumicino da un telecomando,
mondiale. Per di più in molti
con il desiderio di raffinate bel-
casi questa conoscenza era (è
lezze ottuso da veline e sbu-
tuttora) soltanto mnemonica e
dellamenti. Un tempo la cultu-
superficiale, in una parola eru-
ra era all’ordine del giorno,
dizione anziché cultura.
adesso è un’occupazione car-
Che la cultura possa apparire
bonara di pochi superstiti. La
sempre più negletta dipende,
società è rozza e immorale.
in sostanza, dal fatto che è sta-
Bella giustificazione, se fosse
ta la società a ingrandirsi e a
corretta. Ma a guardare con un
democratizzarsi; l’accesso alla
po’ di attenzione le cose sono
cultura, più che oggettivamen-
molto più complesse.
te costoso, appare sempre più
Innanzitutto, rimpiangere la
legato a riti e stili non condivisi
società ottocentesca è quanto
e meno ancora compresi da
meno superficiale: coloro che
una parte sempre più ampia
intasavano i teatri d’opera era-
della società. È la cultura a dia-
no animati da una varietà di
logare con sempre meno indi-
ragioni, dalla socializzazione al
vidui, per il semplice fatto che
corteggiamento, inclusa la pas-
mentre la società evolve – nel
sione per il gioco d’azzardo,
bene e nel male, ma certo
grazie ai proventi del quale gli
evolve rapidamente – la cultura
impresari riuscivano a non falli-
pretende di mantenersi immu-
re. Certo, conoscevano a me-
tabile, e ne risulta per molti
13
MICHELE TRIMARCHI
versi mummificata.
questo crescendo di aspettati-
Nella percezione di incom-
ve nessuno mette in evidenza
prensione generale, una parti-
la necessità di reali e profonde
colare messa a fuoco spetta
motivazioni per il sostegno alla
allo stato, alla pubblica ammini-
cultura, mentre l’atmosfera
strazione in generale, e poi –
della discussione vira immedia-
per li rami – a tutti quei pretesi
tamente sui principi morali: è
finanziatori di ultima istanza
dovere che lo stato finanzi la
che dovrebbero intervenire
cultura, e così le imprese e le
quando lo stato non ha fondi
fondazioni. Il tema è declinato
sufficienti: le imprese private e
con forza e con una certa cat-
le fondazioni di origine banca-
tiveria, rivelando una concezio-
ria. Naturalmente il sistema do-
ne ermetica della cultura stes-
vrebbe funzionare con un cer-
sa, che solo i suoi diretti pro-
to automatismo, secondo i se-
duttori sarebbero in grado, se-
guaci dell’economia della cul-
condo questa lettura a dir poco
tura modello anni Sessanta:
bizzarra, di comprendere e va-
mancano i soldi dal mercato,
lutare.
l’intervento pubblico quindi è
Uno dei più gravi effetti di
doveroso; le casse pubbliche
questa visione delle cose risie-
non sono più così tanto floride,
de nella mancanza di un qua-
allora è giusto che della cultura
dro di riferimento per le politi-
si faccia carico l’impresa; e se
che culturali, a livello tanto sta-
l’impresa è assente, il ricorso
tale quanto territoriale. Il riferi-
alle fondazioni bancarie è d’ob-
mento a principi etici, il richia-
bligo.
mo alla Costituzione (che può
Inutile sottolineare che in
14
essere interpretato come si
L'economia fa bene alla cultura?
crede, tanto generico e ampio
un ulteriore effetto perverso,
risulta, inevitabilmente), le af-
facendo prevalere una visione
fermazioni sciovinistiche sul
omogeneizzante della cultura,
primato della cultura come fe-
come se si trattasse di un bloc-
nomeno italiano finiscono per
co compatto di beni e attività
far sfumare la necessità di forti
all’interno del quale non è pos-
motivazioni e di chiari obiettivi
sibile discernere in alcun mo-
relativamente al sostegno della
do. Quando un teatro mette in
cultura nelle sue varie forme;
scena La Traviata, si tratta co-
appare del tutto evidente che
munque di un bene culturale,
quando manca un reale “per-
come ogni tanto capita di sen-
ché” risulta estremamente dif-
tire nei dibattiti e nelle tavole
ficile ragionare sul “come”, os-
rotonde. Dimenticando che tra
sia su principi, criteri e mecca-
le mille opzioni in mano a diret-
nismi del finanziamento pub-
tore, regista, maestro del coro,
blico. La regola è molto sempli-
scenografo, artisti e tecnici
ce, e conveniente: la pubblica
ogni messa in scena dell’opera
amministrazione si limiti a fi-
può risultare in un capolavoro
nanziare la cultura in modo
oppure in una schifezza. Auto
acritico e comunque in misura
accreditarsi come produttori di
sufficiente, al resto ci pensano
cultura non fornisce alcuna ga-
gli addetti ai lavori. Come se i
ranzia quanto alla qualità del
soldi piovessero dal cielo.
prodotto, ossia quanto alla sua
La sensazione di incomprensione e arroccamento, sempre
capacità dialogica ed espressiva.
più forte a partire dagli anni
Così, nonostante il convinci-
Ottanta, ha finito per generare
mento di rappresentare un
15
MICHELE TRIMARCHI
avamposto di qualità, il settore
ca più musica dal web; non
culturale percepisce con cre-
frequenta le librerie ma acqui-
scente evidenza che le direzio-
sta i libri in edicola; legge meno
ni della società sono altre, e
quotidiani ma scambia idee e
che i meccanismi tradizionali e
fantasie sui blog. In una parola,
consolidati del produrre e di-
consuma più cultura, ne pro-
stribuire
risultano
duce anche di notevole qualità,
quanto meno obsoleti rispetto
soprattutto la associa alla pro-
alla varietà cangiante di mezzi
pria vita quotidiana e non più a
di creazione, produzione e
un regime eccezionale e oniri-
scambio di prodotti legati alla
co.
cultura
conoscenza: basti pensare, per
In questo senso, un segnale
tutti, ai settori del design indu-
molto importante è dato dalle
striale e della moda che, forti di
imprese, che da sempre basa-
efficaci canali di distribuzione
no le proprie strategie su una
di massa, entrano di fatto in
combinazione idiosincratica di
tutte le case con idee creative,
ragionamento e intuizione.
nuovi materiali, forme inedite.
Produrre oggetti utili e funzio-
Inoltre, a fronte della reni-
nali significa sempre di più sa-
tenza dell’establishment cultu-
per inventare nuovi legami tra
rale rispetto alla sperimenta-
l’efficacia e la bellezza, tradu-
zione di nuove modalità pro-
cendo la friendliness di oggetti
duttive, la società mostra un
complessi nella loro forma
forte interesse nei confronti
esteticamente
dei prodotti culturali anche se
Non solo bella, se vogliamo,
ne rifiuta i riti e le cerimonie:
ma anche e soprattutto capace
compra meno dischi ma scari-
di riflettere l’identità dell’uten-
16
significativa.
L'economia fa bene alla cultura?
te e della sua comunità; la sua
dirimente perché possano libe-
cultura, in una parola. Ecco le
rare la propria capacità creativa
imprese, dunque, organizzare
e la propria intelligenza colletti-
gli spazi fisici e i processi pro-
ve, incorporandole in prodotti
duttivi in modo da incorporare
sempre più utili e belli.
innovazioni creative, magari attingendo al patrimonio visuale
Dalla società e dall’impresa
e percettivo del nostro passato
giungono dunque segnali di
(o del nostro futuro immagina-
cambiamento radicale, e di ri-
rio, come suggerisce la pop
posizionamento della cultura
art): una buona biblioteca d’ar-
come snodo della crescita, del
te, un laboratorio creativo,
benessere, della prospettiva.
spazi condivisi e aree per “per-
Per quanto precisi, questi se-
der tempo” insieme sono gli
gnali non sono tuttora valutati
strumenti che un numero cre-
nella loro pienezza dal settore
scente di imprese adotta per
culturale, che continua a rite-
poter qualificare in senso crea-
nersi incompreso e cerca di
tivo la propria attività. Con van-
“inseguire” l’economia con ar-
taggio dei consumatori finali,
gomenti dimensionali e di bre-
naturalmente, che si trovano a
ve periodo. L’ossessione turisti-
poter scegliere tra oggetti
ca, unita ad alcune innovazioni
sempre più densi di significato
organizzative come i ristoranti
da una parte, ma anche con
nei musei, hanno dato fiato ai
innegabile beneficio per i lavo-
cosiddetti studi d’impatto, nei
ratori del comparto industriale,
quali si cerca di dimostrare che
la cui qualità della vita profes-
la cultura è capace di generare
sionale diventa una condizione
un forte impatto monetario
17
MICHELE TRIMARCHI
sull’economia locale, a causa
all’istante due secoli di percepi-
della cascata di scambi e spese
ta inferiorità economica è vitti-
occasionate dalla produzione e
ma perfino il Ministero per i
dal
culturale.
Beni e le Attività Culturali, di-
L’argomento è piuttosto diffu-
chiarando con orgoglio che
so, Notti Bianche e mostra
ogni euro speso per la cultura
blockbuster hanno contribuito
ne genera diciassette nell’eco-
a farlo diventare un ritornello
nomia. Siamo alla sfera di cri-
frequente di molte pubbliche
stallo.
consumo
amministrazioni. Contribuendo
L’argomento dell’impatto è
ad attenuare un endemico
di grande importanza ma di al-
senso di colpa della cultura,
trettanta delicatezza. E va af-
talvolta accusata di “inutilità”.
frontato senza ansie dimostra-
Gli studi d’impatto affermano
tive. Per andare dritti al punto,
una relazione piuttosto rudi-
il limite più vistoso dell’impo-
mentale tra quanto viene spe-
stazione corrente risiede pro-
so inizialmente per un’iniziativa
prio nella domanda di fondo.
culturale e quanto viene conta-
Più che chiederci quanto reddi-
bilizzato alla fine come somma
to (o scambi, o occupazione) la
di redditi distribuiti, o di scambi
cultura sia capace di generare,
effettuati, o ancora di occupa-
la domanda pertinente do-
zione generata. Come dire:
vrebbe riguardare la qualità e la
avete visto che non siamo inu-
tipologia dell’impatto stesso.
tili? Anche la cultura è impor-
Su che cosa la cultura incide? In
tante, perché mette in circolo il
quale modo? Quali benefici ge-
denaro e lo moltiplica. Di que-
nera per la comunità e la sua
sto
economia? E soprattutto, l’im-
18
assioma
che
cancella
L'economia fa bene alla cultura?
patto che riteniamo generato
dono di norma un elevato in-
dalla cultura è conseguibile an-
vestimento iniziale.
che per effetto di altre attività,
La preferenza per i profili di-
o al contrario risulta del tutto
mensionali
infungibile?
dunque interpretata in chiave
dell’impatto
va
Il punto non è insignificante.
psicologica: dal momento che
Se infatti perseguiamo reddito,
la cultura costa alla collettività,
scambi o occupazione la co-
attingendo
struzione di un centro com-
pubblici anche notevoli, possia-
merciale – giusto per fare un
mo dimostrare che essa “resti-
esempio facile – ne genera cer-
tuisce” quanto ottenuto atti-
tamente molto di più che un
vando un indotto finanziario di
teatro o un museo. Certo, un
tutto rispetto. Peccato che,
evento culturale attiva spese
come osservato prima, qualsia-
per trasporti, pernottamenti,
si attività consegue un impat-
pasti, acquisti di libri e catalo-
to: è l’economia stessa a gene-
ghi, di souvenirs e visite guida-
rarlo con le sue interdipenden-
te, e così indefinitamente. Ma
ze e il suo reticolo di scambi e
si tratta di dimensioni negligi-
relazioni causali incrociate.
a
finanziamenti
bili, se parliamo di attività per-
Il ragionamento sotteso agli
manenti; solo nel caso delle
studi d’impatto rivela altre os-
Notti Bianche, o delle mostre
sessioni: la prevalenza del mer-
di impressionisti l’impatto di-
cato come unico parametro di
mensionale della cultura può
riferimento valoriale, e la ten-
assumere livelli di qualche inte-
denziale arbitrarietà della spesa
resse, ma stiamo parlando di
pubblica come fonte di soste-
eventi straordinari, che richie-
gno della cultura. Entrambi gi
19
MICHELE TRIMARCHI
assiomi si fondano sulla cre-
crescente rilevanza ai profili
denza che l’economia del capi-
qualitativi della nostra vita quo-
talismo manifatturiero rappre-
tidiana. Basti pensare, per tutti,
senti l’unico possibile paradig-
all’inversione di tendenza nelle
ma cui fare riferimento nella
scelte alimentari delle famiglie,
valutazione delle attività e delle
che gradualmente sostituisco-
scelte umane. Si tratta di un’il-
no la varietà di una tavola ali-
lusione ormai vecchia di due
mentata dai mercati interna-
secoli, che serviva ai borghesi
zionali con la qualità del cibo a
imprenditori per accreditarsi
chilometri zero; la frutta esoti-
come classe dominante contro
ca sparisce dalla tavola, e al suo
l’aristocrazia. Se i nobili si rite-
posto si sceglie la frutta di sta-
nevano direttamente nominati
gione coltivata nelle vicinanze.
da Dio, i borghesi cercano di
Questa combinazione di consa-
dimostrare che il loro mondo è
pevolezza e qualità diventa la
il capolinea della storia, e per-
traccia che governa le nostre
tanto oggettivamente vincen-
scelte in una molteplicità di
te.
campi.
Il mondo è cambiato, negli
ultimi anni, e ha avuto modo di
In questo mondo del quale
revocare in dubbio tutti i pila-
stiamo disegnando i tratti, la
stri dimensionali e monetari
cultura svolge una funzione
dell’economia
borghese.
ben più importante che non
Scambi e valori continuano a
quella di generare reddito mo-
essere determinati nel merca-
netario. La stessa scala dei valo-
to, ma è proprio questo a mo-
ri è fortemente condizionata
strare connotati nuovi e a dare
dalle idee creative e dalla capa-
20
L'economia fa bene alla cultura?
cità decorativa (e pertanto rap-
pertinente che ciascun indivi-
presentativa) degli oggetti e
duo, comunità o organizzazio-
delle attività. Superando dun-
ne che riceva dalla produzione
que la consueta visione gerar-
culturale vantaggi e utilità dia
chica che vede primeggiare il
alla cultura una congrua con-
mercato e mette lo stato nella
tropartita, sia essa finanziaria,
condizione di stampella finan-
simbolica, intangibile. Così, su-
ziaria per le organizzazioni “in-
perando la povertà di un’inter-
capaci” di portare il proprio bi-
pretazione
lancio in pareggio, la cultura
monetaria del mondo, possia-
appare oggi al centro di un re-
mo cominciare a guardare in
ticolo molteplice di relazioni:
profondità nel complesso fe-
individui, comunità di diverse
nomeno culturale: anche nei
dimensioni, imprese e altre or-
confronti dei diretti consuma-
ganizzazioni traggono dalla
tori, che di norma pagano il
cultura (ossia, dall’esistenza,
biglietto, talvolta può essere
dalla produzione e dalla distri-
strategicamente più importan-
buzione di cultura) benefici al-
te aspettarsi – e chiedergli –
trimenti impossibili da conse-
che tornino, che portino i pro-
guire, benefici infungibili e
pri amici e conoscenti, che fac-
qualitativi.
ciano un incoraggiante “passa-
Pertanto, più che fare appello a presunti doveri morali di
esclusivamente
parola”, che partecipino attivamente.
sostenere e finanziare la cultu-
E allo stesso modo si può ar-
ra, basta più semplicemente
gomentare in merito a tutti gli
mettere a fuoco tali benefici
altri benefici che la cultura pro-
per concludere che è del tutto
duce in modo infungibile. A
21
MICHELE TRIMARCHI
partire dal senso di apparte-
nessa diffidenza – quando non
nenza della comunità locale,
aperta inimicizia – nei confron-
dalla conoscenza delle radici e
ti di ogni individuo o gruppo
dell’identità del territorio (e
che appaia diverso o nuovo,
sempre di più della complessa
come se la società non fosse
identità che risulta dall’evolu-
per propria natura un corpo
zione e dagli scambi di una
pulsante e in continua crescita;
comunità
intelligentemente
anche in questo caso la cultura
aperta); per continuare, ad
è la chiave di volta per una con-
esempio, con la qualità della
creta integrazione tra le diver-
vita urbana che soltanto la pre-
se parti che costituiscono la
senza di una diffusa offerta
nostra società.
culturale può garantire; con la
socializzazione, la riqualificazio-
Un benessere diffuso, dun-
ne di quartieri nei quali le aree
que, e altrimenti non conse-
della produzione culturale ven-
guibile appare il risultato più
gono chiuse al traffico, regi-
specifico della cultura nel terri-
strando il fiorire di ulteriori at-
torio. In questo senso si riesce
tività culturali, l’apertura di gal-
a comprendere quale può es-
leria d’arte e di librerie e altri
sere il ruolo dell’impresa ai fini
spazi commerciali; e per con-
della crescita del mondo cultu-
cludere con l’inclusione sociale,
rale. La vulgata tuttora domi-
tema quanto mai cruciale negli
nante vuole l’impresa come un
ultimi anni in cui si registra da
finanziatore di ultima istanza
una parte una separazione
delle organizzazioni culturali:
sempre più rigida tra centro e
quando si è esaurito quel poco
periferie, e dall’altra una con-
che può fare il mercato in sen-
22
L'economia fa bene alla cultura?
so tradizionale, e quando le
giante di quanto non risulti
casse pubbliche hanno fatto
negli altri Paesi avanzati. Perché
quello che potevano, allora si
allora le sponsorizzazioni italia-
ricorre all’impresa come po-
ne sono tuttora così basse?
tenziale sponsor. Lo scambio,
Perché non hanno mai lambito
in questo caso, è piuttosto
il tetto previsto dalla legislazio-
semplice: l’impresa dà denaro,
ne, che a suo tempo era sem-
la cultura restituisce reputazio-
brato un ostacolo?
Per capirlo basta guardare
ne.
Si è detto per anni che le
con attenzione. Innanzitutto
sponsorizzazioni nel nostro
l’esperienza degli Stati Uniti
Paese erano bloccate dalla
suggerisce un dato preciso: è
mancanza di incentivi fiscali.
vero che il finanziamento della
Guardando agli Stati Uniti, dove
cultura è di fatto privato, e che
il finanziamento della cultura è
i fondi pubblici rappresentano
in grande prevalenza privato, si
una proporzione molto bassa
è argomentato che andava ri-
dell’intero fabbisogno finanzia-
prodotto il sistema lì vigente di
rio di musei e teatri. È altret-
forti sgravi fiscali per le impre-
tanto vero che di questo finan-
se che avessero sostenuto le
ziamento circa l’80% è costitu-
organizzazioni culturali. Dal
ito da donazioni individuali, che
2000 l’Italia gode di una legisla-
comprendono un ventaglio
zione di estremo favore nei
molto eterogeneo di casi, dal
confronti
che
miliardario che morendo lascia
sponsorizzi la cultura, attraver-
tutto al museo della propria
so un sistema di esenzione fi-
città alla miriade di singoli indi-
scale che appare più incorag-
vidui che donano poco ma rie-
dell’impresa
23
MICHELE TRIMARCHI
scono insieme a costituire una
natario dell’offerta culturale è
massa critica di tutto rispetto.
la comunità residente. Ecco,
L’esenzione fiscale opera in en-
negli Stati Uniti ogni comunità
trambi i casi, ma va sottolinea-
territoriale percepisce il museo
to che – negli Stati Uniti come
o il teatro come “proprio”, ci
in Italia – essa non può essere
porta i bimbi a giocare, ci tra-
considerata una motivazione
scorre l’ora di pranzo nei giorni
diretta della donazione, consi-
feriali, ci va a fare acquisti e
stendo al più nella rimozione di
regali. È del tutto comprensibi-
un vincolo. Se non ci fosse do-
le, quindi, che gli individui ab-
nare sarebbe svantaggioso. Ma
biano il desiderio di sostenere
essendo operativa non basta
questi spazi multidimensionali
certo a motivare imprese e in-
che consentono loro così tante
dividui.
occasioni di benessere. Ed è
altrettanto consequenziale che
Il punto è un altro, e passa
le imprese, di fronte a un con-
attraverso la funzione che mu-
senso così diffuso ed evidente,
sei e teatri (e biblioteche, e
abbiano tutta la convenienza
monumenti, e tutto il resto)
strategica ad associare il pro-
svolgono nei confronti della
prio brand alla cultura, a quella
società, in particolare della co-
specifica cultura che dialoga
munità residente. A furia di in-
con la propria comunità e le
seguire i turisti internazionali,
offre un ampio ventaglio di
l’umanità
benefici.
della
lista
del
Patrimonio dell’Unesco, abbia-
Ma non basta. Il vero e inso-
mo finito per dimenticare che
stituibile beneficio che la cultu-
il primo e imprescindibile desti-
ra produce per la società, e in
24
L'economia fa bene alla cultura?
particolare per le sue compo-
tutti i gangli dell’economia ter-
nenti più dinamiche e attive, è
ritoriale, che si avvantaggia di
il motore dell’innovazione. La
un diffuso atteggiamento in-
creatività non è una merce che
novativo, di una propensione al
si possa impacchettare e scam-
rischio più elevata della media,
biare. È piuttosto un modo di
della capacità di prefigurare e
essere, un’atmosfera positiva
interpretare scenari inediti e
che si può riscontrare in alcuni
della velocità nel disegnarne gli
luoghi e in alcuni periodi. La
sbocchi. Un territorio ricco di
Firenze del Rinascimento, ricca
cultura è un bel luogo da visita-
tanto da poter attrarre talenti
re. Lo stesso territorio, quando
eccellenti e da poterne realiz-
mette la propria cultura in cir-
zare le idee e i progetti, non
colo facendola diventare una
dura in eterno, e così la Parigi
traccia condivisa, può trasfor-
dell’alta moda o la Milano del
marsi in un propulsore di be-
design industriale. Si tratta di
nessere. La creatività e la capa-
ondate, scaturite da un germe
cità simbolica ed espressiva di-
di varia natura (un principe illu-
ventano così il vocabolario della
minato, così come la prossimi-
crescita, espandendosi presso
tà con i mercati di sbocco o la
l’intera comunità e traducen-
connessione tra produzioni
dosi in un’acuta percezione e
eterogenee) e cresciute molti-
anticipazione
plicandosi per attrazione e in-
nell’innovazione di processo e
cremento, per fertilizzazione e
di prodotto, nell’attrazione di
diffusione.
talenti, competenze, visioni.
dei
bisogni,
Si tratta comunque di un fe-
Così come la cultura contadi-
nomeno capace di innervare
na, nel suo empirismo artigia25
MICHELE TRIMARCHI
nale, ha plasmato l’Italia dei di-
dei valori della nostra società
stretti industriali e delle piccole
significa promettere a noi stes-
e medie imprese diffuse nel
si una crescita di lungo periodo
territorio per una produzione
fondata sulla consapevolezza e
di qualità inarrivabile, allo stes-
sulla fantasia. Rendendoci con-
so modo la cultura dell’intangi-
to che, sempre di più, è la cul-
bile e la creatività artistica pos-
tura a far bene all’economia.
sono
diventare
il
germe
dell’economia dei prossimi anni, che dovrà fondarsi sulla capacità di combinare efficacia
funzionale e condivisione dei
valori, morbidezza e intensità
nelle relazioni, responsabilità e
sostenibilità nelle scelte. Non è
un caso che la corporate social
responsibility stia entrando
prepotentemente nell’agenda
di un numero crescente di imprese, e che i comportamenti
individuali risultino sempre più
consapevoli delle interdipendenze e si costruiscano sul rispetto reciproco.
È una scommessa importante, e per molti versi ineludibile.
Rimettere la cultura al centro
26
NORD EST CAPITALE EUROPEA
DELLA CULTURA 2019?
di Roberto Daneo
Concepito come un mezzo
per avvicinare i vari cittadini
1. Nord Est come Metropolitana Culturale
europei, la “Città Europea della
Cultura” venne istituita nel
La scelta di una candidatura
1985 dal Consiglio dei Ministri
estesa ad un territorio sovra-
su iniziativa del Ministro della
regionale ha dei precedenti si-
Cultura greco Melina Mercouri.
gnificativi: Lussemburgo e la
Da allora l’iniziativa ha avuto
Grande Regione 2007 è stata
sempre più successo tra i citta-
addirittura
dini europei ed un crescente
Europea della Cultura sovra-
impatto culturale e socio-eco-
nazionale, coinvolgendo un
nomico sui numerosi visitatori
territorio di oltre 65.000 kmq e
che ha attratto. Dopo Firenze
di 11 milioni di abitanti che
nel 1986, Bologna nel 2000 –
comprendeva le regioni confi-
per un’edizione straordinaria
nanti di Francia, Belgio e
che prevedeva numerose città
Germania. La stessa candidatu-
contemporaneamente capitali
ra di Essen, una delle tre Capitali
– e Genova nel 2004, l’Italia –
2010, richiama nello stesso
insieme alla Bulgaria – avrà
claim l’intera regione della
nuovamente diritto ad ospitare
Ruhr.
la
Capitale
Europea
Cultura nel 2019.
della
una
Capitale
La candidatura delle “Tre
Venezie” – Venezia Euganea,
27
ROBERTO DANEO
Venezia Tridentina e Venezia
ni, il dato che distingue il
Giulia – ha come concetto chia-
Triveneto,
ve quello di offrirsi come regio-
identitario riconosciuto a livello
ne metropolitana. L’alta densità
internazionale, è di certo quel-
antropica, imprenditoriale e
lo culturale.
come
elemento
culturale del territorio, insieme
Da questo presupposto na-
alla sua policentricità – legata
sce l’idea di sfruttare un po-
all’assenza di un centro domi-
tenziale fattore di debolezza
nante – ben si presta, infatti, ad
della candidatura – l’estensione
una lettura di “rete”: una trama
territoriale, che può portare ad
fitta di insediamenti urbani,
una frammentazione delle atti-
produttivi e conoscenze che
vità sul territorio – quale punto
possono pienamente esprime-
di forza. La cultura, infatti, può
re il proprio potenziale attra-
assurgere a paradigma della
verso una maggiore integra-
rete metropolitana: l’elemento
zione e sinergia fra le sue sin-
che sottende e che unisce
gole componenti.
questo modello di sviluppo po-
Si tratta di esperienze di svi-
licentrico, secondo uno sche-
luppo che accomunano il Nord
ma assimilabile a quello di altri
Est a numerose altre aree pro-
contesti europei, può rappre-
duttive dell’Europa che hanno
sentare
svolto un ruolo fondamentale
l’ambizione del Nord Est di cre-
nella crescita e nel rafforza-
are un sistema fortemente in-
mento dell’identità europea:
tegrato, fondato su strumenti
dalla
Fiandre,
di coordinamento fra le sue
Midlands.
diverse articolazioni territoriali
Ruhr
dall’Olanda
alle
alle
Rispetto a queste macro-regio28
anche
ed urbane.
visivamente
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
In altri termini, la Capitale
affinché si provveda, anche in-
Europea della Cultura su un
frastrutturalmente, allo svilup-
territorio come il Triveneto può
po di connessioni e servizi più
rafforzare la visione strategica
efficienti fra i diversi poli regio-
di una regione metropolitana.
nali.
Non a caso, la suggestione
proposta è quella di creare una
vera a propria “Metropolitana
Culturale” del Nord Est: 14 linee ispirate ad altrettanti itinerari culturali, che il visitatore
può percorrere a piacimento,
costruendo il proprio percorso
ed effettuando dei “cambi”
nelle stazioni di coincidenza
per coniugare esperienze culturali diverse. Una scelta che
vuole essere evocativa di un
concetto di sostenibilità, sottolineando l’urgenza del Nord Est
Linea 1: Architettura
29
ROBERTO DANEO
Verona è metafora del so-
hanno punteggiato tutto il ter-
vrapporsi armonioso di epoche
ritorio a Nord Est. Padova si
storiche diverse. Città romana,
presenta come città sede delle
medievale, rinascimentale e
grandi istituzioni religiose (in
moderna, ma oggi anche città
primis
del quadrante Europa, crocevia
Sant’Antonio) ed universitarie.
di due corridoi europei fonda-
Il sistema delle Ville del Brenta
mentali (il Corridoio V Lisbona-
ci restituisce intatta l’immagine
Kiev e il Corridoio I Berlino-
di una ricca civiltà fluviale che
Palermo), è sede di grandi ope-
rende ancora oggi il percorso
razioni urbane che possono
tra Venezia e Padova un per-
rinnovarne il volto proprio in
corso culturale unico al mon-
vista di una grande visibilità
do. Treviso non va disgiunta dal
europea. Come poi Vicenza,
suo territorio, il quartiere del
che lega il suo fascino alle ope-
fiume Piave fino a Vittorio
re architettoniche di una figura
Veneto, perché il sistema che
universale come il Palladio e
ne esce rappresenta un vero
che di conseguenza funge da
laboratorio agripolitano, capa-
fulcro del grande sistema delle
ce di far convivere la tradizione
Ville Venete (se ne contano al-
del paesaggio rurale caro a
meno
e
Giorgione e Cima da Conegliano,
Marostica rappresentano i due
la sua storia recente (i percorsi
primi poli pedemontani della
turistici della Grande Guerra
direttrice Ovest Est. Sono giun-
stanno divenendo un vettore
ti fino a noi mantenendo visibi-
di comunicazione importante,
li i caratteri delle città murate
soprattutto nell’ottica di avvici-
medievali che per lungo tempo
namento al Centenario previ-
30
5.000).
Bassano
il
culto
legato
a
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
sto per il 2018, giusto un anno
mente in Venezia il proprio
prima della scadenza per la
fulcro, con la quale concorrono
Capitale Europea della Cultura)
a creare un affresco di paesag-
e futura (la nuova strada
gio architettonico unico al
Pedemontana, oggi in fase di
mondo, tanto da divenire un
avvio, rappresenterà di fatto la
vero e proprio brand territoria-
circonvallazione esterna della
le di immediato richiamo e co-
Metropoli Nord Est), le ormai
stantemente attualizzato gra-
consolidate vocazioni (Treviso è
zie al contributo della Biennale.
Capitale dello Sport) e attrazio-
Di questo percorso, ben cin-
ni (il turismo eno-gastronomi-
que “siti” sono iscritti nella lista
co può contare sulla Terra del
dell’UNESCO: Vicenza e le Ville
Prosecco e del Radicchio).
Palladiane, la Città di Verona,
E poi le terre udinesi e giulia-
Venezia e la sua laguna, L’Orto
ne, Cividale, Aquileia e Palma-
Botanico di Padova e Aquileia
nova, quest’ultima un modello
con la sua basilica patriarcale e
in scala reale di “città ideale” (la
la zona archeologica.
stella a 6 punte del perimetro
murato è giunta fino a noi del
tutto intatta).
Infine Trieste, la città mitteleuropea per antonomasia, con
le sue sequenze di luoghi architettonici neo-classici, storicisti, art-nuveau e moderni.
Tutti questi luoghi, e molti
altri ancora, ritrovano ovvia31
ROBERTO DANEO
Linea 2: Arti visive
Un percorso ricco a tal punto
un lato, il percorso si snoda poi
da potersi sdoppiare in più sot-
lungo la direttrice delle grandi
tolinee, esattamente come una
mostre delle principali località
metropolitana su un territorio
venete (basti citare le recenti
urbano. Se Venezia resta nodo
mostre su Giorgione, Canaletto,
di interscambio fondamentale,
Bassano, Cima) e, dall’altro,
con la Biennale e il ruolo delle
raggiunge le principali località
principali fondazioni (Palazzo
del Friuli, sede di proposte di
Grassi,
primissimo piano, qui sintetiz-
Fondazione
Guggenheim,
Cini,
Quercini
Stampalia, Bevilacqua la Masa),
l’esperienza
del
MART
di
Rovereto e Trento può rappresentare un’ottima stazione di
capolinea, per proseguire su
Vicenza, Verona e Padova. Da
32
zate da Udine e Trieste.
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
Linea 3: Letteratura
Il Triveneto come terra di ri-
Ma questo percorso tocca
ferimento per la letteratura ita-
principalmente quelli che pos-
liana ed europea. La cultura
sono essere considerati dei ve-
letteraria
ri e propri parchi letterari, a
quest’area
nasce
e
già
infatti
Dante
in
e
partire
da
Verona
dove
Petrarca si trasferiscono qui,
Shakespeare ambienta trage-
mentre a Venezia nasce l’edito-
die e commedie immortali, a
ria. Il percorso nasce alle porte
Vicenza, città di Piovene e
di Verona, da due linee che lì vi
Parise, Asiago con l’altopiano
convergono: da Nord una linea
tanto caro a Rigoni Stern, la
parte dalla Rovereto di Rosmini,
Padova del Ruzante e di Galileo,
da sud parte da Mantova, sede,
Arquà Petrarca, Mira e la Riviera
assieme a Pordenone che con-
del Brenta, prosegue poi per
clude idealmente il percorso, di
Venezia, sede del Campiello e
uno dei due Festival letterari
di una delle case editrici più
più importanti a livello naziona-
prestigiose a livello nazionale,
le.
ma anche riferimento culturale
33
ROBERTO DANEO
per autori immortali come
Thomas Mann. Di qui la linea
ideale si dirama, da un lato, per
Treviso
sede
Comisso,
del
premio
proseguendo
per
Feltre e Belluno, patria di
Buzzati, e si inerpica fino a
Cortina sede di Cortina Incontra
e scende a Pordenone sede di
Pordenone Legge. A sud, invece,
la
linea
viaggia
verso
Portogruaro ed i luoghi di
Ippolito Nievo, per proseguire
nel Collio di Ungaretti e poi
concludersi a Trieste, mitico
luogo della letteratura mitteleuropea, da Svevo a Joyce per
arrivare a Magris.
Linea 4: Musica
34
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
Verona, tempio internaziona-
Jamming Festival a Mestre,
le della lirica, è a ben diritto
permette di proseguire verso
uno degli snodi fondamentali
esperienze più contempora-
dell’itinerario musicale metro-
nee (Udine e CONTEMPORANEA)
politano, che si presenta estre-
e di universalità (Gorizia, con la
mamente complesso nella co-
sua esperienza del progetto
struzione, per la grande quan-
pilota riconosciuto dall’ONU:
tità di siti prestigiosi lungo i
“Nei Suoni nei Luoghi”).
quali può snodarsi. Partendo
da Riva del Garda con il Riva
Festival e passando per Verona,
il percorso procede toccando
tutti i principali centri sede di
importanti
(Bassano,
Festival
Vicenza,
Jazz
Padova,
Rovigo). Venezia, sede della
Biennale
Musica,
della
Fondazione Lirica del Teatro la
Fenice, ma anche di appuntamenti “pop” come l’Heineken
Linea 5: Festival
35
ROBERTO DANEO
I Festival offrono l’occasione
Impresa), Verona, Vicenza con il
per dibattere e presentare in
festival biblico, e successiva-
chiave divulgativa argomenti e
mente Schio, Montebelluna (al-
riflessioni che solitamente affe-
tre
riscono a gruppi d’interesse
Impresa). Da Vittorio Veneto
più ristretti o fortemente spe-
(dove si tiene anche Comoda_
cializzati in determinati settori.
Mente) si procede poi verso
L’opportunità di ragionare sul
Maniago e infine Udine, dove si
passato e sul presente per trar-
tiene Vicino/Lontano: una con-
re indicazioni sulle strategie da
ferma del fermento culturale
adottare e sulle politiche da
che anima anche centri di me-
mettere in atto per perseguirle
dia e piccola dimensione, come
trova nel Triveneto numerosi
paradigma della vitalità del no-
esempi di valenza nazionale e
stro continente.
internazionale. Il Percorso dei
Festival Parte da Trento con il
Festival
dell’Economia,
per
procedere verso Rovereto (una
delle sedi del festival Città e
Linea 6: Teatro e Danza
36
sedi
del
festival
Città
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
Teatro e danza costituiscono
Biennale Teatro, eventi di sicu-
tradizionalmente uno dei seg-
ro richiamo; ma anche la città
menti culturali più importanti
di Carlo Goldoni inventore della
delle Capitali Europee della
Commedia dell’Arte italiana. La
Cultura, anche perché meglio
Linea Teatro-Danza prosegue
si prestano a sviluppare colla-
verso Vittorio Veneto, con il
borazioni per l’allestimento di
festival teatrale di Serravalle,
spettacoli ed eventi di dimen-
per poi trovare episodi signifi-
sione veramente europea. Se
cativi in Friuli, con il festival del
Rovereto, con il suo festival
Teatro di Strada di Spilimbergo
Oriente Occidente, può rappre-
e
sentare il punto di partenza,
“Amici del Balletto” di Udine.
il
festival
internazionale
senza dubbio una delle “ferma-
Una menzione specifica me-
te” più significative è rappre-
rita il “Mitteleuropa Festival” di
sentata da Verona, città simbo-
Cividale, momento di confron-
lo del teatro shakespeariano e
to fra le esperienze teatrali e di
testimonianza del forte intrec-
spettacolo
cio culturale che ha caratteriz-
dell’Europa centro-orientale,
zato il nostro continente e di
che è ormai diventato un ap-
cui l’Italia è stata sicura prota-
puntamento riconosciuto nel
gonista nel Rinascimento. Il
panorama nazionale e interna-
percorso
verso
zionale. Il percorso si chiude
Bassano, sede dell’Opera Estate
infine con il Festival Interna-
Festival e poi verso Venezia,
zionale del Castello di Gorizia.
si
snoda
più
significative
ancora una volta al centro del
Palcoscenico mondiale grazie
alla Biennale Danza e alla
37
ROBERTO DANEO
Linea 7: Cinema e nuovi media
Ancora una volta il prestigio
(con l’omonimo Film Festival) e
di Venezia e della sua Mostra
Trento (Festival Internazionale
Internazionale del Cinema può
del
rappresentare il pretesto per
Dall’altro lato, Maniago (che
presentare un territorio forte-
ambisce ad ospitare il Centro
mente vocato a sperimentazio-
ad alta specializzazione di for-
ni ed esperienze di tipo multi-
mazione e produzione dell’Au-
mediale e per costruire part-
diovisivo), Udine con il Far East
nership di livello europeo in
Film Festival, Gorizia (Festival
grado di affermare i nuovi cen-
dedicato alla sceneggiatura) e
tri di produzione. Pordenone
Trieste
(Festival del Cinema Muto) fun-
Commission e il Festival del
ge da interscambio verso Asolo
Cinema Latino-americano.
38
Cinema
con
di
la
Montagna).
Friuli
Film
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
Linea 8: Scienza e innovazione
Trieste può a buon diritto
gia dove si prevede, tra circa 10
vantare un ruolo di primo pia-
anni, l’insediamento di 1000
no nel panorama scientifico
aziende
internazionale grazie a centri di
Padova, altro importantissimo
ricerca pubblici e privati (l’Area
cluster di ricerca e innovazione
Science Park su tutti) e a un
(da Veneto Nanotecnologie alla
cluster di centri ONU per la ge-
Fondazione per la ricerca bio-
netica
medica, dai laboratori del CNR
e
le
biotecnologie
e
10.000
addetti.
for
e dell’INFM, al Parco scientifico
Science and High Technology,
Galileo). L’esperienza di piccoli
International Center for Genetic
centri come Asolo, con la
Engineering and Biotechnology,
Fondazione
International
for
Schio, culla dell’industria inno-
Theoretical Physics). Il percorso
vativa e sociale italiana in cam-
prosegue verso Udine, sede di
po
Friuli Innovazione; Marghera,
Verona,
poi, rappresenta la nuova fron-
Scientifico, per poi approdare a
tiera, grazie al progetto VEGA
Trento, con la Fondazione
(VEnice GAteway for Science
Bruno Kessler e il Festival
and Technologies), la città della
dell’Economia.
(International
Center
Centre
tessile,
La
Fornace,
e
conduce
verso
il
Parco
e
suo
conoscenza, scienza e tecnolo39
ROBERTO DANEO
Linea 9: Università
Il sistema di Alta Formazione
tenariati internazionali, diventa
e Università trova in Veneto un
un “moltiplicatore” di cono-
momento
eccellenza.
scenza, produzione scientifica
Partendo da Trento, storica fu-
e sapere, potendo giovarsi di
cina di saperi, si procede verso
numerosi programmi di soste-
Verona, Università costituita
gno
solo nel 1959, ma che ha rag-
Significativo è inoltre il pro-
giunto livelli di eccellenza in
gramma di scambio fra stu-
diversi settori. Dopo Padova,
denti che, tenuto conto del
seconda Università italiana per
numero di Università coinvolte,
data di Fondazione che ha an-
potrebbe generare un nuovo
noverato fra i suoi docenti
modello interpretativo della
scienziati del calibro di Galileo,
Capitale Europea della Cultura,
e centro di ricerche per eccel-
anche per le edizioni successi-
lenza del Triveneto, la linea pro-
ve.
di
segue con Venezia, Udine per
approdare a Trieste. Un network di Università che, interagendo attraverso la rete di par40
dell’Unione
Europea.
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
Linea 10: Creatività (moda e design)
La straordinaria esperienza di
guaggi, di mostre e contami-
Fuoribiennale e della mappatu-
nazioni culturali di luoghi unici
ra della creatività nella Regione
in cui prende forma il pensiero
Veneto denominata “Please di-
senza
sturb”, rappresenta senza dub-
“Creatività”
bio un punto di riferimento
spazi creativi e li unisce in un
per rappresentare fortemente
percorso a tal punto ricco di
un territorio e per estenderlo
suggestioni da superare il valo-
anche alle altre province del
re stesso dell’oggetto e della
Nord Est inserite nella Capitale
produzione, per diventare, a
Europea della Cultura. Un terri-
pieno titolo, una forma di
torio che, come scritto dal
espressività artistica del territo-
Direttore del Corriere Veneto,
rio (tessuti, abbigliamento, ac-
“…deve cominciare a guardarsi
cessori moda, occhiali, mobili,
dentro per scoprire cose che
oggetti di design, arredamen-
forse non immagina neppure
to, elettrodomestici, gioielli,
di avere, a prendere coscienza
mosaici, vetri artistici). Un per-
del suo ruolo di incubatore di
corso che è anche sapere e
idee e progetti, di nuovi lin-
conoscenza, come testimonia-
schemi”.
La
intreccia
linea
questi
41
ROBERTO DANEO
no le Università, scuole di design e gli studi privati che contribuiscono a far crescere il capitale umano e ad assicurare
un continuo ricambio di idee e
di produzioni creative. Centro
nevralgico e “distributivo” è naturalmente Venezia, sede di
una delle manifestazioni che
da sola potrebbe rappresentare in se stessa una Capitale
Europea
della
Cultura:
la
Biennale, con le sue diverse
articolazioni.
Linea 11: Natura e montagna
42
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
L’ormai sottile confine fra pa-
linea “verde” che lega alcune
trimonio culturale e naturale
delle più belle aree e località
trova la testimonianza più di-
montane del Nord Est simbo-
retta nel recente riconosci-
leggia quindi un percorso di ri-
mento delle Dolomiti da parte
flessione sulle politiche di svi-
dell’UNESCO
“World
luppo e sostenibilità della mon-
Cultural Heritage”. Il patrimo-
tagna, attraverso la condivisio-
nio montano, con le sue tradi-
ne di metodologie, approcci,
zioni e le sue peculiarità cultu-
buone pratiche e strategie di
rali, rappresenta in Europa il
diversificazione per affermare
40% circa del territorio e inte-
nuovi paradigmi di sviluppo.
come
ressa la maggior parte dei paesi membri dell’Unione Europea.
Malgrado ciò, non sono state
sinora
adottate
dall’Unione
Europea politiche mirate per la
valorizzazione, salvaguardia e
protezione della montagna da
fenomeni quali lo spopolamento e la fragilità ambientale. La
Linea 12: Lago, Mare e Laguna
43
ROBERTO DANEO
Venezia è laguna. Questo bi-
al Delta del Po e ad altre località
nomio, che è diventato un
come Chioggia, Jesolo, Bibione,
brand in tutto il mondo, è em-
Caorle, Lignano, Grado fino a
blematico di tutto il territorio
Trieste: un pretesto per valoriz-
del Nord Est, che trova nell’ac-
zare e mettere a confronto
qua la propria sublimazione, e
esperienze, tradizioni e produ-
fornisce lo spunto per una ri-
zioni culturali di buona parte
flessione sul valore culturale di
dei paesi dell’Unione Europea.
un eco-sistema che è stato in
passato non solo elemento di
sviluppo, comunicazione e difesa dei territori, ma anche
fonte di produzione culturale e
di tradizioni popolari (basti
pensare alla Barcolana di Trieste
o alla Festa del Redentore di
Venezia). L’itinerario, oltre a
Venezia, collega il Lago di Garda
Linea 13: Cultura della vite
44
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
Il valore culturale della pro-
Valdobbiadene, raggiungere il
duzione vitivinicola in Europa è
Friuli con le sue produzioni di
ormai acquisito. Si tratta di un
bianchi.
“saper fare” che trae origini
dalle più antiche civiltà che dal
Mediterraneo hanno gettato le
fondamenta della cultura europea e a poco a poco si è esteso
a buona parte dell’Europa centrale. Il Nord Est resta una delle
aree tradizionalmente vocata a
produzioni pregiate ed una
delle aree in cui è più forte il
movimento del turismo del vino:
il
percorso
parte
dal
Trentino, per scendere nella
zona della Valpolicella e passare
per il Vinitaly a Verona e, passando
per
Conegliano
e
Linea 14: Memoria
45
ROBERTO DANEO
La storia dell’Unione Europea
memoria aiuta a ricostruire il
è intessuta di momenti che
passato, accomunando il Nord
hanno contribuito a forgiare
Est a tutti quei territori e quei
una coscienza collettiva e a
popoli che in Europa hanno
guidare il continente verso una
dovuto subire analoghe ferite,
prospettiva di pace, democra-
per offrire un monito alla nuo-
zia, rispetto dei diritti dell’uo-
ve generazioni europee.
mo e dei popoli, coesione sociale, attenzione ai più deboli,
sostenibilità nell’utilizzo delle
2. Hard Legacy della Capitale
risorse ambientali. Si tratta di
Europea della Cultura
un cammino lungo e faticoso,
che non si è totalmente esauri-
Le Capitali Europee della
to e che ancora pochi anni fa
Cultura, analogamente a nu-
ha visto l’Europa protagonista
merosi altri grandi eventi an-
di conflitti devastanti e di tra-
che di diversa natura (sportiva,
gedie (personali e collettive) di
espositiva, congressuale) si ca-
immani
ratterizzano solitamente per
proporzioni.
Il
Triveneto, anche per la sua col-
due tipologie di eredità:
locazione geografica “di fron-
• l’eredità materiale o “hard
tiera”, ha sperimentato, sul
legacy”, che si riferisce ad
proprio territorio, esperienze
aspetti tangibili, quali ad
che restano impresse nella me-
esempio la realizzazione di
moria collettiva: catastrofi na-
infrastrutture per il territorio
turali, tragedie causate dall’in-
ospitante, l’incremento di
curia dell’uomo, guerre, ster-
occupazione e di valore ag-
mini di massa. La linea della
giunto legato alla spesa turi-
46
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
stica, la realizzazione di even-
La valutazione economica
ti, l’ammodernamento delle
dell’impatto dell’organizzazio-
strutture ricettive, la disponi-
ne della Capitale Europea della
bilità di nuovi servizi pubblici
Cultura riguarda aspetti che
permanenti, etc;
hanno a che fare sia con l’of-
• l’eredità immateriale o “soft
ferta sia con la domanda in
legacy”, che è rappresentata
senso economico nelle regioni
da tutti quegli elementi in-
interessate. Vi sarà un’organiz-
tangibili, spesso di difficile
zazione e vi saranno degli
misurazione, che sono però
eventi. Tutto questo implica
in grado di modificare per-
una spesa che di per sé ha un
manentemente l’offerta e
impatto sull’economia dell’a-
l’immagine della città/regio-
rea, anche nell’ipotesi astratta
ne ospitante. Si tratta, ad
che la Capitale Europea della
esempio, di elementi quali
Cultura non interessi e non at-
l’accresciuta partecipazione
tragga pubblico locale e turisti.
dei cittadini e l’orgoglio di
L’impatto diretto e indiretto
appartenenza, il riposiziona-
viene valutato partendo dal
mento sulla mappa mondia-
budget e sulla base di ipotesi di
le, la diffusione di valori cul-
minima e di massima, ma per
turali, lo sviluppo di pro-
essere accurato deve avvalersi
grammi educativi nelle scuo-
di un modello Input Output re-
le e l’incentivo allo sviluppo
gionale.
di nuove attività imprendito-
È solo per scopi esemplifica-
riali legate alla creatività, alla
tivi che nella tabella di seguito
cultura, alle nuove tecnolo-
si riportano risultati ottenuti
gie digitali.
con parametri validi per l’eco47
ROBERTO DANEO
nomia nazionale. Per il mo-
partire dagli importi tratti dal
mento è possibile utilizzare un
Budget a prezzi 2010 si stima
modello nazionale assumendo
che l’impatto da domanda
che nelle tre regioni del Nord
dell’organizzazione
Est l’impatto sia pari a quello
Capitale Europea della Cultura
che si avrebbe se valessero i
sia quello evidenziato nelle ulti-
parametri nazionali. Pertanto,
me righe della tabella 1.
della
in via del tutto preliminare e a
Tabella 1. Stima dell’impatto diretto e indiretto della Capitale
Europea della Cultura
Impatto diretto e indiretto (stima preliminare, Aprile 2010)
Ipotesi di minima
Personale Staff
Amministrazione
TOTALE personale
Progetti ed eventi
Contributi a istituzioni e associazioni
Concorsi per nuovi talenti
Altri costi
TOTALE programma culturale
Materiale promozionale
Eventi e road-show
Advertising
Media relations
Nuove tecnologie
Altri costi di promozione
TOTALE promozione e comunicazione
Altri costi e contingency
TOTALE altri costi e contingency
TOTALE
Impatto
Impatto
Impatto
Impatto
Impatto
48
diretto
indiretto
Totale (consumi intermedi e valore aggiunto)
di Valore Aggiunto
sui Consumi Intermedi
Val. Ass.
(milioni di €)
5.05
0.50
5.55
9.80
9.80
2045
5.45
24.50
1.44
1.92
1.92
0.96
0.96
2.40
9.60
2.10
2.10
41.75
55.95
10.01
65.96
37.07
%
1.00
1.34
0.24
1.58
0.89
0.69
Ipotesi di massima
Val. Ass.
(milioni di €)
9.20
0.90
10.10
21.65
21.65
5.45
5.45
54.20
3.10
4.10
4.10
2.05
2.05
5.15
20.55
4.45
4.45
89.30
131.74
23.58
155.32
87.26
%
1.00
1.48
0.26
1.74
0.98
0.76
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
Vi sono poi i turisti attratti
alla durata del soggiorno, in
che produrranno un aumento
media tra i più brevi e pari a 4,7
nelle presenze nell’area. Vi sarà
giorni, quanto invece all’eleva-
anche un afflusso di fruitori
to flusso di turisti.
locali, ma in questo caso è pro-
Se si tiene conto che la spesa
babile che si tratti di consuma-
media giornaliera sostenuta dal
tori che per fruire degli eventi
turista straniero nel 2008 in
della Capitale Europea della
Veneto è stata di 90,2 € al gior-
Cultura rinunciano ad altri
no, e si applica per semplicità,
eventi. Volendo giungere ad
tale parametro all’intero flusso
una stima approssimativa del
di visitatori stimati (anche per-
potenziale impatto generato
ché non è al momento ipotiz-
dalle presenze turistiche sup-
zabile una ripartizione fra le tre
plementari legate alla Capitale
regioni
Europea della Cultura, si può
Capitale Europea della Cultura)
partire dal dato medio di spesa
si otterrebbero valori partico-
registrato da parte dei turisti.
larmente significativi per il ter-
Secondo le stime, in Veneto la
ritorio, pari a 11 milioni di pre-
spesa dei turisti stranieri è stata
senze aggiuntive nel 2019, una
nel 2008 pari a 4,2 miliardi di
spesa turistica totale generata
euro, 2,4% in meno rispetto al
di 1.001.000.000 di € e un in-
2007. Nonostante tale diminu-
cremento del valore aggiunto
zione, il Veneto si conferma la
di 710.000.000 di €.
interessate
dalla
seconda regione italiana per
entrate economiche derivanti
dal turismo straniero. Questo
risultato è dovuto non tanto
49
ROBERTO DANEO
Tabella 2. Ricadute turistiche stimate nel 2019
Presenze turistiche aggiuntive nel 2019
11.100.000
Spesa turistica totale generata
1.001.000.000 €
Incremento valore aggiunto stimato1
710.000.000 €
Le valutazioni sul valore ag-
ma non esistevano. La soluzio-
giunto tengono conto degli ef-
ne praticabile consiste nel co-
fetti diretti e indiretti del feno-
struire un settore economico
meno. I settori che partecipano
del tutto speciale o ad hoc che
alla formazione dell’indicatore
si aggiunge temporaneamente
sono: alberghi e ristoranti;
a quelli preesistenti nell’area. In
commercio; locazione di fab-
tal modo si otterrà un modello
bricati; attività artigianali; attivi-
I-O regionale modificato, cioè
tà agro-alimentari; attività cul-
in grado di tener conto del fat-
turali e ricreative; trasporti e
to che l’organizzazione è capa-
carburanti; costruzioni e altri
ce di produrre servizi altrimenti
servizi.
non disponibili.
L’organizzazione della Capita-
Oltre allo studio di impatto
le Europea della Cultura eserci-
economico ed occupazionale
ta un impatto sulla domanda
della Capitale Europea della
ma anche uno sull’offerta nel
Cultura, si può tentare di effet-
senso che durante l’organizza-
tuare alcune stime sul gettito
zione la struttura economica
fiscale
delle tre regioni è in grado di
dall’evento, che potrebbe rap-
offrire servizi ed eventi che pri-
presentare un interessante ele-
aggiuntivo
prodotto
1 Utilizzando il moltiplicatore del valore aggiunto registrato in media nell’economia
veneta rispetto alla spesa turistica complessiva.
50
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
mento di persuasione, nei con-
una cifra consistente, non sti-
fronti del Governo, circa la pos-
mabile in tale sede. Poiché il
sibile candidatura del Nord Est.
periodo di occupazione sti-
In base alle simulazioni con-
mato è di cinque anni (perio-
dotte, è realistico stimare un
do di riferimento per l’orga-
gettito fiscale dalle sole impo-
nizzazione
ste indirette complessivo (IVA)
gettito fiscale complessivo
per lo Stato non inferiore a 220
dell’evento),
il
sarebbe quintuplicato;
milioni di €, a fronte di un inve-
• gettito aggiuntivo da impo-
stimento in conto capitale pari
ste dirette, generato da lavo-
a 8,75 milioni di € (ipotesi di
ratori autonomi e categorie
scenario elevato). È corretto
professionali che incremen-
affermare, quindi, che anche
tano il loro volume d’affari
per la parte di investimento la
(tassisti, commercianti, etc.).
Capitale Europea della Cultura è
Una stima quantitativa, in
in grado di produrre un bilancio
questa sede, non è effettua-
in utile. A tale riguardo, si pos-
bile e verrà pertanto tralascia-
sono individuare le seguenti
ta dal calcolo;
componenti di gettito fiscale:
• gettito da imposte dirette
• gettito da imposte dirette
aggiuntivo generato da red-
dall’occupazione
diti d’impresa. Anche tale ci-
creata. Se si ipotizza un livello
fra non appare al momento
retributivo medio di € 20.000
quantificabile;
derivante
annuo e un’aliquota fiscale
• gettito da imposte indirette
del 25%, il gettito fiscale an-
(IVA) sugli investimenti effet-
nuo proveniente dai lavora-
tuati a valere su fondi di sog-
tori creati ammonterebbe a
getti pubblici. Trattandosi di
51
ROBERTO DANEO
IVA non detraibile, tale gettito
rappresentano tradizionalmen-
è stimabile almeno in 17 mi-
te un’opportunità di catalizzare
lioni di €, pari al 20% del tota-
investimenti e/o di accelerarne
le degli investimenti operativi
la realizzazione, soprattutto in
(89 milioni di €);
un contesto di contrazione del-
• gettito da imposte indirette
le spese di investimento, quale
(IVA) sulla vendita di biglietti.
quello attuale. Per il Nord Est
Si ipotizza un ricavo da bi-
rappresenta
glietti pari a € 4,4 milioni, ri-
un’occasione per migliorare ul-
spetto ai quali il gettito previ-
teriormente l’assetto comples-
sto è di 1 milione di €;
sivo dell’accessibilità sul territo-
in
particolare
• gettito da imposte indirette
rio. Importanti investimenti so-
(IVA) sulle spese sostenute dai
no già oggi programmati allo
visitatori che pernotteranno
scopo di potenziare complessi-
per almeno una notte. La
vamente il sistema viabilistico,
spesa media giornaliera dei
ferroviario, aeroportuale e di
visitatori stranieri in Veneto,
trasporto pubblico locale.
Friuli Venezia Giulia e Trentino
(secondo
l’Ufficio
Italiano
Cambi) è di 200 milioni di €.
Secondo uno studio condotto nel 2005 da Ance-Ambrosetti
sulle città creative, lo scenario
Va detto infine che non sono
mondiale dovrebbe essere rap-
stati considerati in questa sede
presentato da quattro “capitali
costi infrastrutturali, avendo
mondiali” – New York, Londra,
ipotizzato di non dover ricorre-
Shanghai e Tokyo – destinate a
re a investimenti specifici in tal
divenire centri di comando e
senso: tuttavia i grandi eventi
controllo dei processi globali
52
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
economici, politici e culturali. A
passato luoghi importanti dello
queste big four si aggiungono
sviluppo economico all’interno
circa venti “capitali regionali”
del singolo Paese, ma che
che si propongono sulla scena
nell’evoluzione verso il paradig-
mondiale come centri d’eccel-
ma dell’economia della cono-
lenza in alcune aree specifiche
scenza o della creatività ricopri-
della creatività e proprio nella
ranno un ruolo marginale ri-
loro specializzazione (nella mo-
spetto alle dinamiche prevalen-
da, nel design, nelle biotecno-
ti a livello planetario.
logie, nell’alimentazione, nel
Non v’è dubbio che il model-
cinema, nei nuovi media, etc.)
lo proposto dal Nord Est può
consisterà la loro forza d’attra-
modificare, se non addirittura
zione sul mercato nazionale e
sovvertire, questo schema di
internazione dei talenti. Tra
posizionamento, introducendo
queste, le città più accreditate a
il concetto di “regione metro-
svolgere il ruolo di “capitali re-
politana” che guarda al di fuori
gionali” vi sono Parigi, Milano,
degli schemi legati prettamen-
Berlino, Madrid, Mosca, Singa-
te alla “cinta daziaria” di un
pore. Appartengono alla cate-
centro urbano per costruire dei
goria delle cosiddette “capitali
cluster e delle reti di innovazio-
provinciali di terzo livello” circa
ne con un significativo effetto
cento città, con un ruolo di se-
moltiplicatore.
condo piano nella competizio-
In questo senso, ospitare un
ne globale, magari esprimendo
evento come la Capitale Euro-
eccellenze in nicchie molto ri-
pea della Cultura diventa stra-
strette. Esisteranno infine un
tegico per il Nord Est: non solo
migliaio di centri provinciali, in
un evento capace di incidere
53
ROBERTO DANEO
sui flussi turistici e sulla pro-
sione competitiva sulle imprese
grammazione culturale, ma un
che le spinge ad innovare e ri-
vero e proprio “evento promo-
cercare nuove soluzioni. La ri-
zionale” utile ad affermare nel
cerca di soluzioni fa leva sulla
mondo la dimensione creativa
capacità creativa individuale
del Triveneto, proponendolo
che utilizza come “strumenti” e
come una delle capitali regio-
“materiali” i dati, le informazioni
nali dell’innovazione capace di
e le conoscenze per produrre
competere alla pari con le altre
innovazioni.
capitali di secondo livello.
Le città, in questi processi
La Capitale Europea della
d’innovazione, forniscono il ca-
Cultura deve pertanto inserirsi
pitale umano necessario a so-
in un preciso piano strategico
stenere i vantaggi competitivi
di sviluppo regionale che sia
delle imprese. L’innovazione
capace, costruendo le proprie
però non si realizza solo perché
politiche sulla notorietà e sul
un individuo o un’impresa por-
posizionamento di cui la ma-
ta un’idea sul mercato: il pro-
cro-regione già gode a livello
cesso richiede un’interazione
internazionale grazie alle sue
continua tra individui che in-
numerose eccellenze culturali,
gaggiano processi collaborativi
di accompagnare gradualmen-
costruiti attorno a team di cre-
te il Triveneto ad occupare una
ativi, cluster di aziende che fan-
posizione di riferimento e di
no dell’innovazione la chiave di
leadership nazionale ed euro-
sopravvivenza
pea nei processi creativi.
modalità di trasferimento di
La ricerca del miglioramento
continuo determina una pres54
sul
mercato,
conoscenze, anche secondo
processi informali.
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
Le tre T e le due S della creatività
L’economista americano Florida, nel celebre saggio
“L’ascesa della classe creativa”, individua tre fattori chiave
funzionali a comprendere la geografia economica della
creatività e i suoi effetti sulla performance dell’economia
locale. Questa teoria è racchiusa nelle cosiddette tre T:
• Tecnologia (intesa come propensione all’innovazione e
specializzazione nell’high-tech);
• Talento (cioè persone occupate in attività di intrattenimento, cultura e spettacolo);
• Tolleranza (intesa come apertura del territorio alla diversità).
A queste tre “T” un successivo studio, curato dell’Università Bocconi per conto di Assolombarda sul tema della creatività, aggiunge anche altri due indicatori che misurano
l’innovazione, conosciuto come modello delle due S:
• la prima “S” è definita dalla presenza d’imprese “highsymbolic” quali ad esempio la consulenza economica e
legale, l’editoria, l’architettura, il cinema, la pubblicità,
radio, TV e cultura e creatività in senso lato;
• la seconda “S” si misura in riferimento alle imprese dello
spettacolo e dell’offerta culturale (musei, cinema, teatri,
Festival, concerti, biblioteche).
55
ROBERTO DANEO
Il combinato disposto di que-
tà autentiche e culturalmente
sti cinque fattori trova nel Nord
aperte in grado di favorire lo
Est un “humus” particolarmen-
scambio continuo di esperienze
te fertile, che tuttavia può esse-
e sempre pronte ad accogliere
re stimolato mediante adegua-
e a servire le loro esigenze di
te politiche di accompagna-
informazione, di apprendimen-
mento. Le città e le regioni
to e di intrattenimento.
possono diventare esse stesse
competitive grazie alla capacità
Come evidenziato dalle con-
di attrarre e di concentrare ta-
clusioni del 2° Forum di Avigno-
lenti dotati di competenze ele-
ne su “Cultura, economia e me-
vate. I lavoratori che generano
dia” svoltosi lo scorso novem-
idee, creatività e immaginazio-
bre, esistono una serie di “inva-
ne per le produzioni ad elevata
rianti” nella definizione di stra-
intensità di conoscenza e per
tegie di sostegno delle politiche
l’innovazione sono una compo-
culturali e della creatività, che si
nente chiave dei sistemi econo-
fondano su:
mici ad elevato valore aggiunto.
• la creazione di un programma
Questa classe particolare di la-
specifico, che comprenda ini-
voratori è mobile ed è attratta
ziative coordinate e preveda
dai luoghi in grado di offrire lo-
idonei meccanismi di gover-
ro un mercato del lavoro denso,
nance;
un mercato che propone mol-
• la definizione di una strategia
teplici opportunità di lavoro e di
di almeno 10 anni, con una
carriera. A questo si aggiunge
precisa traiettoria e una chiara
anche la richiesta di località sti-
prioritarizzazione degli obiet-
molanti, tolleranti, con comuni-
tivi;
56
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
• lo sviluppo di sinergie fra diversi settori (pianificazione
tivazione di spin-off aziendali;
urbana, cultura, alta educa-
- Strumenti di facilitazione di
zione e ricerca e industria
accesso al credito (Fondi di
culturale della creatività);
rotazione, capitale di ri-
• l’incrocio fra le iniziative culturali e gli stakeholders nello
schio, linee di credito dedicate, etc.);
sviluppo economico, per incentivare nuove imprendito-
• Azioni di sistema
rialità.
- Programmi di ricerca congiunti fra aziende private e
Di seguito, a titolo meramen-
centri di ricerca pubbliche;
te indicativo e non esaustivo, si
- Azioni di supporto all’integra-
propone una rassegna di alcuni
zione di filiera fra aziende del
possibili ambiti di intervento
territorio;
che il decisore pubblico può
- Creazione di incubatori di im-
proporre per incentivare il raf-
presa anche sotto forma di
forzamento competitivo del
incubatori “soft” che consen-
Nord est nel settore:
tano limitati investimenti in-
• Interventi diretti alle imprese:
frastrutturali;
- Regimi di aiuto agli investi-
- Recupero di aree dismesse
menti per imprese ad alto
per la creazione nuove aree di
contenuto di creatività;
insediamento produttivo ad
- Regimi di aiuto per ricerca e
trasferimento tecnologico
ad aziende creative;
- Regimi di aiuto per l’incen-
alto contenuto di creatività;
- Costituzione
di
Agenzie
(North East Creativity Commission) per incentivare l’in57
ROBERTO DANEO
sediamento di nuovi talenti
considerare un grande evento,
internazionali sul territorio,
forse il più importante nell’am-
attraverso una serie di servizi
bito delle manifestazioni cultu-
amministrativi e di servizio;
rali, per dimensioni, potenzialità di visitatori e durata.
• Incentivi alla produzione cul-
L’eredità infrastrutturale per
turale
il territorio è sicuramente uno
- Sviluppo di azioni promo-
dei risultati più immediati e
zionali congiunte per i
importanti: infrastrutture ri-
principali eventi culturali
cettive, di trasporto, di teleco-
del territorio;
municazione e importanti in-
- Incentivi alla produzione ci-
terventi di riqualificazione ur-
nematografica, teatrale, e
bana solitamente accompa-
legate alle nuove tecnolo-
gnano la realizzazione di un
gie media;
grande evento.
- Recupero e valorizzazione
Tuttavia, oltre all’effetto ge-
del patrimonio culturale
nerato dalla spesa pubblica che
esistente;
solitamente accompagna un
- Sviluppo di azioni di “franchising” culturale.
grande evento quale la Capitale
Europea della Cultura, generando valore per le imprese e
occupazione, occorre guardare
3. Soft Legacy della Capitale
anche agli effetti “permanenti”
Europea della Cultura
sull’offerta del territorio ospitante, che sono in grado di
La Capitale Europea della
modificare in modo strutturale
Cultura si può a buon diritto
il proprio assetto competitivo.
58
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
Fra questi, la letteratura attuale
flussi turistici, attraverso la
sposta sempre di più l’atten-
creazione di nuovi prodotti o
zione anche sugli effetti di lun-
l’allungamento nella fruizio-
ga durata generati dalla cosid-
ne di quelli già consolidati;
detta “eredità intangibile” o
• programmi educativi per le
“soft legacy”, contribuendo a
nuove generazioni;
rendere l’evento effettivamen-
• il miglioramento dei servizi al
te sostenibile per la collettività.
cittadino e al visitatore, attraverso l’introduzione di solu-
Tali effetti, per un evento
quale la Capitale Europea della
Cultura, comprendono, fra l’al-
zioni
tecnologicamente
avanzate;
• la creazione di un bacino di
tro:
volontari, esperti nell’orga-
• il consolidamento dell’imma-
nizzazione di grandi eventi,
gine della città e della regio-
che rimarranno a disposizio-
ne ospitante su scala interna-
ne del territorio anche per
zionale;
eventi futuri.
• nuove iniziative imprenditoriali in ambito culturale, con
A questi effetti, occorre ag-
effetti positivi sui processi
giungere come, ospitando la
innovativi e legati all’industria
Capitale Europea della Cultura,
della creatività;
tutto il Nord Est può beneficia-
• la qualificazione del capitale
re di un’opportunità unica per
umano e il rafforzamento
rafforzare la sua dimensione
dell’occupazione;
europea, attraverso lo sviluppo
• la qualificazione dell’offerta
di partnership economiche,
turistica e lo sviluppo dei
culturali, scientifiche, universi59
ROBERTO DANEO
tarie e formative con la crea-
costruire il progetto in stretto
zione di reti durevoli anche ol-
coordinamento con le altre
tre il 2019.
Regioni italiane, che trovereb-
Lo stesso senso di apparte-
bero occasione per lo sviluppo
nenza all’Unione Europea risul-
di progetti di interesse nazio-
terebbe
nale.
considerevolmente
rafforzato,
consentendo
al
Triveneto di affermarsi definiti-
Venezia e il Nord Est sono il
vamente su scala europea co-
candidato ideale in Italia per
me uno dei motori di innova-
l’evento del 2019 perché:
zione e creatività del continen-
• sono al centro di una macro-
te, in grado di rafforzarne
regione di circa 7 milioni di
complessivamente la capacità
abitanti,
competitiva verso altri paesi.
Londra o Parigi;
paragonabile
a
• rappresentano il primo polo
turistico nazionale sia per nu4. Nord Est Capitale Europea
mero di arrivi che di presen-
della Cultura: i vantaggi
ze e sono quindi in grado di
massimizzare il ritorno eco-
Venezia e il Nord Est, ospi-
nomico per il nostro Paese,
tando la Capitale Europea della
anche sul piano delle entrate
Cultura 2019, potrebbero rap-
fiscali;
presentare al meglio l’immagi-
• possono contribuire al rilan-
ne dell’Italia e di tutte le sue
cio del settore turistico na-
componenti territoriali al resto
zionale, in linea con gli obiet-
del mondo. Per queste ragioni,
tivi posti dalla Presidenza del
Venezia e il Nord Est possono
Consiglio e dal Ministero del
60
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
Turismo (20% del PIL naziona-
struire, con poche risorse
le entro il 2020);
aggiuntive, un programma di
• rappresentano un polo cul-
assoluta qualità;
turale prestigioso e multipo-
• presentano una realtà im-
lare, capace di organizzare
prenditoriale vivace e strut-
un grande evento che si può
turata, che rappresenta una
innestare in una traiettoria di
garanzia di investimento dei
assoluto rilievo che caratte-
privati chiamati ad interveni-
rizzerà il decennio entrante
re con operazioni di sponso-
– da Italia 150 nel 2011, al
rizzazione;
Forum Internazionale delle
• è un terreno fertile su cui
Culture di Napoli 2013, all’Ex-
possono essere avviate nuo-
po di Milano 2015;
ve esperienze imprenditoriali
• non necessitano di interventi
infrastrutturali ad hoc per
legate al settore della cultura
e della creatività.
l’evento e non graverebbero
quindi con investimenti ag-
Se si guarda alla storia delle
giuntivi sul bilancio dello
Capitali Europee della Cultura
Stato, che sarà solo impe-
precedenti, si possono distin-
gnato a portare a compi-
guere con una certa precisione
mento i progetti già pro-
due fasi distinte. Un primo pe-
grammati sul territorio (au-
riodo, compreso fra il 1985 e il
spicabilmente entro il 2019);
1998, in cui i paesi ospitanti la
• sono sede di prestigiose isti-
manifestazione
designavano
tuzioni culturali e manifesta-
come Capitale città altamente
zioni che possono rappre-
rappresentative della storia cul-
sentare una base su cui co-
turale europea e nazionale. In
61
ROBERTO DANEO
questa fase, ritroviamo ad
come obiettivo quello di incen-
esempio numerose capitali fra
tivare la crescita del settore
le città sede della manifestazio-
culturale e delle potenzialità
ne (Atene, Amsterdam, Parigi,
imprenditoriali
Berlino,
Dublino,
nell’ambito di realtà non tradi-
Lisbona, Copenaghen, Stoc-
zionalmente conosciute a livel-
colma, Lussemburgo) o città
lo europeo come poli culturali
con un retroterra artistico e
di primaria importanza.
Madrid,
collegate
culturale di primaria importan-
Fermo restando tale approc-
za (Firenze, Anversa). Uniche
cio, non v’è dubbio che l’Unio-
eccezioni in questo panorama
ne Europea deve la sua rilevan-
sono state le città di Glasgow e
za internazionale, sul piano
di Salonicco. Un secondo pe-
culturale, soprattutto alla stra-
riodo più recente, che dal 1999
ordinaria concentrazione di
arriva fino ad oggi, nel quale la
territori e città caratterizzate
scelta degli Stati si è orientata a
da una storia millenaria e dalla
privilegiare città meno presti-
presenza di eccellenze artisti-
giose sul piano culturale, ma
che e culturali uniche. La stessa
spesso impegnate in un pro-
manifestazione della Capitale
cesso di trasformazione urba-
Europea della Cultura non può
na e di riqualificazione econo-
che trarre vantaggio e raffor-
mica, sociale e culturale (con
zarsi come immagine se, con
alcune eccezioni quali Bruges,
cadenza periodica, la città pre-
Salamanca, Bologna, Cracovia,
scelta faccia parte di quella rete
Praga).
più elitaria di centri artistici e
È del tutto evidente che questo cambio di prospettiva ha
62
culturali che rappresentano
meglio l’Europa nel mondo.
Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?
Venezia e il Nord Est possono
re, avrebbero maggiori garan-
rappresentare un connubio
zie di continuità anche nelle
unico in questo senso. Da una
fasi successive alla manifesta-
lato,
giustamente
zione. Dall’altro, il territorio del
considerarsi come uno dei poli
Nord Est è forse uno degli
culturali di riferimento mon-
esempi più esplicativi e sponta-
diale, che hanno contribuito a
nei di fertilizzazione culturale.
forgiare la storia e l’identità
Sia al proprio interno, grazie
culturale dell’Europa: Venezia,
alla disponibilità del territorio
Verona, Padova, Trieste, Vi-
all’accoglienza di etnie, popola-
cenza, Trento, Treviso, Udine. Il
zioni e tradizioni culturali varie-
patrimonio architettonico e ar-
gate (basti pensare alle nume-
tistico delle città del Nord Est,
rose comunità straniere che
accanto ad un’eccezionale ca-
hanno trovato rifugio a Venezia
pacità di programmazione cul-
o al ruolo mitteleuropeo di cit-
turale fondata su manifestazio-
tà come Trieste e Udine). Sia
ni di primaria importanza nel
all’esterno del suo territorio,
panorama europeo e mondia-
per la capacità di influenzare
le, rappresentano un “unicum”
con la propria cifra stilistica e
su cui strutturare un program-
architettonica e con il proprio
ma di straordinaria qualità, ca-
sapere tutta l’Europa, fino ad
pace di innalzare il livello della
assurgere a polo di riferimento
manifestazione e su cui costru-
per gli intellettuali di diverse
ire le iniziative più “coraggiose
epoche storiche.
possono
e innovative” che, proprio grazie al fertile terreno culturale
su cui si verrebbero a innesta63
ROBERTO DANEO
Riferimenti bibliografici
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Europea,
L
304/1
del
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neto contemporaneo 2007
- LabforCulture.org,
“Come
fare tesoro della cultura:
l’impatto
delle
Capitali
Europee della Cultura sul
settore culturale indipendente a livello locale”
64
Capitale
Europea della Cultura per
gli anni dal 2007 al 2019”
IL PATRIMONIO CULTURALE:
TRA CONSERVAZIONE E RIUSO
di Marilena Vecco
un’istanza sentita ed interpre-
Introduzione
tata a livelli e con metodologie
dell’economia
spesso assai dissimili nelle varie
della cultura, gli ultimi decenni
epoche1. L’approccio di carat-
sono stati caratterizzati da un
tere storico-estetico è andato
dibattito che ha visto, da un
arricchendosi nel corso del
lato, il riconoscimento della ri-
tempo e, in particolare, in coin-
levanza del patrimonio cultura-
cidenza con la problematica
le posseduto e dei benefici –
ambientale, ha assunto un si-
oltre che di tipo culturale an-
gnificato sociale, esplicitatosi
che economico – generati dal
compiutamente nel corso degli
turismo culturale; e dall’altro,
anni Novanta del secolo scor-
della necessità di intervenire su
so.
Nell’ambito
tale patrimonio al fine di pre-
Il processo di conservazione
servarlo dalla dispersione e dal
consta di due distinte fasi che
degrado.
sono tra loro interdipendenti:
La conservazione del patrimonio
esistente
è
stata
la valutazione, ossia la stima del
valore esistente, e la valorizza-
1 Per un’esauriente panoramica dei diversi approcci adottati nel corso del tempo si
veda Giovinazzo M., “Le patrimoine, une resource économique? Essai de présentation du concept”, 2e Conférence Internationale sur le Management des Arts et de la
Culture (AIMAC), Groupe HEC, Jouy-en Josas 23-25 giugno 1993, 15-20; e Cortese W.
(1997), Lezioni di legislazione dei beni culturali, Padova, Cedam, 2-13.
65
MARILENA VECCO
zione, intesa come creazione
trimonio è pienamente giustifi-
di valore aggiunto. Queste due
cato, poiché tale concetto, in
diverse fasi generano valori di
termini economici, indica un
natura distinta: la valutazione
fattore
crea valore di ordine economi-
scarso, che diviene l’input fon-
co, mentre la valorizzazione,
damentale di un processo eco-
accanto al valore economico
nomico, finalizzato al conse-
esistente del bene, spesso ri-
guimento di un’utilità in termi-
generato, produce valore di
ni di investimento o di consu-
ordine culturale.
mo.
produttivo,
spesso
Il patrimonio diviene oggetto
La conservazione del patri-
di restauro, di conservazione e
monio ha un impatto econo-
quindi
stadio
mico evidente, innanzitutto,
quest’ultimo finalizzato alla sua
nella fase, che potremmo defi-
rivalorizzazione, che si compie
nire passiva, che consta nel re-
grazie all’attribuzione di una
cupero, durante la quale il pa-
nuova funzione sociale alla
trimonio è oggetto di inter-
struttura esistente e allo spazio
vento, e successivamente, in
in cui essa è inserita. Il restauro
quella attiva di produzione, av-
non è quindi inteso in una me-
venuta l’attribuzione di una
ra prospettiva conservativa,
nuova destinazione funzionale,
quanto piuttosto in una pro-
che vede il patrimonio sogget-
spettiva rivalutativa, trattando
to agente nel contesto econo-
il patrimonio quale risorsa eco-
mico-produttivo. Il patrimonio
nomica e produttiva.
è un bene culturale oggetto di
di
riutilizzo,
L’uso del termine “risorsa”
tutela e conservazione, ma an-
nell’ambito del discorso sul pa-
che un bene capitale, la cui
66
Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso
produttività si esplica in termini
preso nell’accezione di cambia-
di esternalità.
mento, ossia rigenerare le ri-
Il concetto di capitale culturale2
sorse significa modificare la
consente di riflettere sul
modalità di destinazione (e non
patrimonio sia in termini eco-
semplicemente, il non uso
nomici che culturali, infatti, il
temporaneo, al fine di consen-
capitale culturale è definibile
tirne il rinnovamento). La rige-
come uno stock di valore cul-
nerazione del patrimonio, che
turale incorporato in un bene.
si compie, come si vedrà,
Questo stock può generare un
sull’esempio di quella che ca-
flusso di beni e servizi (aventi
ratterizza la dimensione am-
essi stessi un valore sia econo-
bientale, consiste in un inter-
mico sia culturale), che posso-
vento sui processi di produzio-
no essere immediatamente
ne o di consumo, in cui essi
consumati e/o contribuire alla
sono parte integrante.
produzione futura di beni e
Parallelamente al processo
servizi, incluso nuovo capitale
economico connesso alla rige-
culturale3.
nerazione, il patrimonio è sot-
Nel processo di conservazio-
toposto ad un processo di ac-
ne del patrimonio si attua pro-
cumulazione-sedimentazione
priamente una rigenerazione.
di nuovo valore di matrice sto-
Tale termine deve essere com-
rico-culturale. Spesso queste
2 Cfr. Throsby D. (1999), “Cultural Capital”, Journal of Cultural Economics, 23: 3-12.
L’autore propone, accanto alle tre forme di capitale accettate tradizionalmente in
ambito economico (capitale fisico, capitale umano e capitale naturale), quella di
capitale culturale “…we need to identify a fourth type of capital, namely cultural
capital, as a distinctly different category from the other three”.
3 Cfr. Throsby D., op. cit., 7.
67
MARILENA VECCO
due dimensioni entrano in
comportato l’affermazione di
conflitto: l’intervento di riutiliz-
nuovi orientamenti nelle politi-
zo
rispettoso
che culturali. Se inizialmente la
dell’identità storico-culturale e
legge n. 1089/39 privilegiava la
non scadere nella logica del
dimensione estetica, parlando,
white cube. Nei limiti del pos-
genericamente, di “bellezze
sibile, un bene culturale, e
naturali” e di “cose di interesse
nell’accezione più ampia il pa-
storico artistico”, successiva-
trimonio, riutilizzato in termini
mente, viene elaborato un
produttivi, deve mantenere, e
concetto più articolato di bene
quindi, veicolare il messaggio
culturale, inteso quale docu-
culturale che gli era stato origi-
mento significativo della storia
nariamente attribuito; un bene
della civiltà e del costume, ap-
ben rigenerato sarà portatore
prezzato ed apprezzabile per la
di evoluzione sia culturale che
sua utilità sociale, meritevole di
economica.
tutela, di conservazione e della
deve
essere
più estesa fruibilità. Nel corso
degli anni Ottanta a questa
1. La
conservazione4
prospettiva sociologico-conservativa si affianca un orienta-
1.1. Il calcolo economico
della
conservazione5
mento economico, che qualifica il bene culturale quale “bene
L’evoluzione del concetto di
economico produttivo”, ossia
bene culturale comporta e ha
un bene che può essere og-
4 Le seguenti parti 2 e 3 sono già state pubblicate in Mossetto G., Vecco M. (a cura
di, 2003), L’economia del patrimonio monumentale, Milano, F. Angeli, pp. 23-33.
5 Cfr. Mossetto G. (1992), L’economia delle città d’arte, Milano, Etaslibri, cap. VIII.
68
Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso
getto di investimento pubbli-
svincolato spesso da un utilizzo
co, una risorsa che, se giusta-
in chiave economica; e infine,
mente valorizzata, è capace di
la sua produttività futura, ossia
produrre reddito. Vengono
il patrimonio quale giacimento,
quindi poste le premesse per
che sebbene non attualmente
una fruizione, capace di conci-
utilizzato, lo può essere diven-
liare esigenza conservativa e
tando a tutti gli effetti produt-
valorizzazione, in termini di
tivo per le generazioni succes-
produttività.
sive alla nostra. Ne consegue
La fase di conservazione del
che l’economia del patrimonio
bene culturale in senso lato,
deve necessariamente com-
del patrimonio edificato, in
prendere:
senso stretto (quale insieme
• la manutenzione, volta al
delle attività di diagnostica e
mantenimento dell’esisten-
monitoraggio, nonché di inter-
te, evitando ulteriori deperi-
vento restaurativo), non deve
menti;
essere fine a se stessa, ma de-
• l’ammortamento, che nel ca-
ve essere seguita da quella
so specifico del patrimonio
propriamente di “uso produtti-
artistico e storico, in virtù
vo” del bene in questione.
dell’unicità delle risorse esi-
Tre diversi motivi giustificano
stenti, si traduce in un pro-
la necessità di questa operazio-
cesso di rigenerazione, che si
ne: in primo luogo, l’unicità del
compie sul modello rigene-
patrimonio storico e artistico
rativo del patrimonio natura-
(come del resto unici sono il
le (rigenerazione dell’acqua,
patrimonio naturale e quello
del suolo, dell’aria, etc.).
ambientale); il suo uso attuale,
69
MARILENA VECCO
L’economia d’impresa fa rife-
storico del bene conservato.
rimento a degli oggetti sostitu-
Affrontando il discorso sul
ibili e che nel medio-lungo pe-
processo di conservazione, ci si
riodo, a causa dell’usura e
imbatte inevitabilmente in tre
dell’obsolescenza, devono es-
paradossi, che limitano la por-
sere sostituiti, mentre l’econo-
tata della sua azione, renden-
mia dell’arte si occupa di og-
do, molto spesso, problemati-
getti che, in apparenza, non
co lo stesso intervento conser-
sono sostituibili.
vativo.
Qualsiasi scelta di carattere
Il primo paradosso della con-
conservativo è sottoposta alla
servazione implica che la capa-
logica qui di seguito esposta:
cità economica di conservazione decresce con l’aumentare
Vc > Vnc o, ancora,
dell’impegno di conservazione,
Vac = Vc - Vcn ≥ Cc
in ragione della scarsità crescente delle risorse destinate
Il valore del bene (Vc) a segui-
propriamente alla conservazio-
to dell’azione di conservazione
ne. Questo primo paradosso è
deve essere maggiore della
connesso ai cambiamenti con-
sommatoria del suo valore pre-
cettuali del termine conserva-
cedente (Vnc) con il costo della
zione:
conservazione = riuso
conservazione (Cc).
Si giunge, in questo modo, al
valore aggiunto indotto dalla
scelta conservativa (Vac), risultato di un atto di apprezzamento-ricognizione del valore
70
conservazione = ri-fare
(“re-ficere”)
conservazione = restauro
conservazione = preservazione
filologica
Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso
Questi diversi significati ac-
zione concettuale del termine
centuano l’importanza attribu-
“cultura” (fino a quella di “cul-
ita al peso del giudizio storico
tura materiale”), una ridefini-
ed artistico nell’ambito della
zione del vincolo temporale a
decisione di quantificare in ter-
partire dal quale si può interve-
mini economici l’intervento di
nire con un’azione di conserva-
conservazione, e in secondo
zione (la tendenza è quella di
luogo, accrescono il costo mar-
conservare tutto ciò che abbia
ginale della stessa conservazio-
più di cinquant’anni, mentre in
ne.
precedenza il vincolo tempora-
L’epoca attuale si distingue
le era di cent’anni) e infine
da tutte le precedenti per una
l’esplosione dei prodotti mani-
sorta di “ossessione” della con-
fatturieri verificatasi durante
servazione culturale, che va al
questo secolo, notevole se pa-
di là della mera e giustificata
ragonata a quella dei secoli
preoccupazione di conservare
precedenti.
il capitale accumulato nella storia dell’uomo.
In base al secondo paradosso, la conservazione intesa co-
Inoltre, bisogna ricordare che
me massimizzazione delle ca-
il patrimonio soggetto a tutela,
pacità di scelta delle generazio-
quindi a conservazione, nel
ni future, comporta la minima-
corso del XX secolo si è amplia-
lizzazione delle scelte di consu-
to tanto quanto il costo totale
mo delle generazioni presenti,
della conservazione. Tre diversi
impasse imputabile alla scarsità
elementi hanno condotto a
intergenerazionale delle risor-
questa situazione: innanzitut-
se.
to, l’uso estensivo della defini-
Le politiche di conservazione
71
MARILENA VECCO
sono essenzialmente fondate
servazione è rappresentato dal
sulla tutela dell’interesse di co-
riuso, in quanto l’intervento
loro che oggi non sono in gra-
conservativo crea valore ag-
do di decidere di poter godere
giunto, necessario per coprire i
in futuro del patrimonio cultu-
costi crescenti della conserva-
rale prodotto nei secoli prece-
zione, e per uscire dai parados-
denti. Non conoscendo le pre-
si prima considerati.
ferenze delle generazioni futu-
L’azione conservativa pone le
re, si tende a conservare l’inte-
condizioni per successivi inter-
ro patrimonio del passato, in
venti di natura prettamente
modo tale che esse abbiano la
economica: infatti, la creazione
massima possibilità di scelta
di valore aggiunto implica il
per il futuro.
riuso dei beni conservati e a
Infine, il terzo paradosso
sua volta tale utilizzo conduce
concerne la limitatezza delle
alla necessità di rigenerazione.
risorse totali a disposizione in
un dato periodo: ogni quantità
marginale destinata a conser-
1.2. È possibile rigenerare
vare X è sottratta alla conserva-
un bene culturale?
zione di Y (che rappresenta
relativa).
Il termine rigenerazione deve
L’alternativa può essere assolu-
essere compreso nell’accezio-
ta: “Salvare X o salvare Y?”
ne di cambiamento, ossia rige-
Scelta che si presenta estrema
nerare le risorse significa modi-
in relazione alla scarsità assolu-
ficare le modalità d’uso e di
ta tra alternative rilevanti.
destinazione (e non semplice-
un’alternativa
Lo stadio successivo alla con72
mente il non uso temporaneo,
Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso
al fine di consentirne il rinnova-
gruppi dominanti), che porta
mento). Come la rigenerazione
alla corrispondenza tra rigene-
del suolo si attua attraverso la
razione e arbitrio.
rotazione delle colture (ciclo
Inizialmente, è stata presa in
artificiale), quella boschiva me-
considerazione la logica che
diante il taglio razionale (ciclo
guida qualsiasi intervento con-
artificiale) e quella dell’acqua,
servativo, e quindi individuato
come dell’aria, mediante diffe-
il valore aggiunto indotto dalla
renti cicli (naturali) dell’idroge-
scelta di conservazione, che
no, dell’ossigeno, nello stesso
sfugge ad una valutazione
modo la rigenerazione dei beni
quantitativa-oggettiva,
culturali consiste nell’interven-
vando da un apprezzamento-
to sui processi di produzione o
ricognizione del valore storico
di consumo in cui essi sono
del bene in questione. Si pone
parte integrante.
ora il problema di individuare
deri-
Questa azione di intervento è
l’agente preposto a decidere
essenzialmente esplicata pre-
sulla validità della proposizione.
stando particolare attenzione
alla loro destinazione e ai loro
Vac => Vc - Vnc ≥ Cc
standard di utilizzo. In quest’ottica la rigenerazione può esse-
Il problema non è di facile
re interpretabile come un pro-
soluzione, poiché sebbene sia
cesso storico di distruzione-ri-
possibile individuare più agenti
costruzione (la conservazione
(il mercato, i “mandarini”, i go-
come “hijacking of history by
vernanti), non è fattibile attri-
the ruling classes”, cioè l’as-
buire unicamente a uno di
salto della storia da parte dei
questi tale operazione di certi73
MARILENA VECCO
ficazione. Se in precedenza la
duttivo (turistiche, immobiliari,
conservazione è stata intesa
etc.).
quale arbitrio, ora il non-inter-
Considerando le esternalità
vento, quindi la non-rigenera-
non culturali, la produttività del
zione può essere interpretata
patrimonio culturale viene de-
come sfiducia nelle odierne ca-
finita quale funzione del riuso,
pacità creative.
mentre il valore è una funzione
crescente della produttività e
perciò anche del riuso. Tanto
2. La gestione
maggiore è il riuso e tanto
maggiore è il valore (prezzo)
2.1. Il patrimonio edificato
del bene, poiché tanto mag-
come bene capitale
giore è la sua produttività.
Il patrimonio edificato è un
bene capitale6, la cui produttività si esplica in termini di
esternalità7. Le esternalità prodotte possono essere ricondotte a due categorie: esternalità culturali, ossia quelle connesse alla sfera educativa, comunicativa, etc., e quelle non
culturali, legate al contesto più
propriamente economico-pro6 Cfr. Throsby D. (1999), “Cultural Capital”, Journal of Cultural Economics, 23: 3.
7 Mossetto G. (1992), op. cit., cap. II.
74
Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso
Figura 1 - Funzione di domanda del patrimonio culturale come bene capitale in relazione al suo riuso
2.2. Il patrimonio edificato
si configura come una funzio-
come bene di consumo
ne decrescente della soddisfazione del consumatore e quin-
Il patrimonio edificato è però
di del riuso.
analizzabile anche come un bene di consumo e quindi è possibile definire la soddisfazione
del consumatore quale funzione decrescente del riuso (si è in
presenza di un’utilità marginale
decrescente), mentre il valore
75
MARILENA VECCO
Figura 2 - Funzione di domanda del patrimonio culturale come bene di consumo in relazione al suo riuso
A seguito di questa duplice
tipi di agenti corrispondono
configurazione della sua do-
due differenti funzioni di do-
manda, la gestione del patri-
manda: alla domanda del patri-
monio edificato produce una
monio come bene di consumo
serie di conseguenze sul mer-
(Dc)
cato, caratterizzato così da due
funzione di domanda, dove la
categorie di agenti che posso-
quantità domandata decresce
no esprimerne la domanda:
in funzione del prezzo; alla do-
l’utilizzatore consumatore fi-
manda del patrimonio cultura-
nale e l’utilizzatore del patri-
le come bene capitale (Dnc)
monio culturale come bene
corrisponde, invece, una fun-
capitale. A questi due differenti
zione in cui la quantità cresce
76
corrisponde
un’usuale
Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso
con il prezzo: i consumatori in
manda deriva una sopravvalu-
questo caso sono tanto più di-
tazione della quantità di equili-
sposti a pagare per il capitale
brio ottimale sul mercato.
culturale, quanto più ampio è
l’uso del patrimonio.
L’utilizzatore non consumatore finale richiede generalmente una quantità superiore
a quella domandata dall’utiliz-
2.3. Le conseguenze di mer-
zatore consumatore finale, co-
cato
me evidenziato nella figura 3.
Dall’esistenza contemporanea delle due funzioni di doFig. 3 – Conseguenze di mercato della domanda del patrimonio culturale come bene capitale e come bene di consumo in
relazione al suo riuso
77
MARILENA VECCO
Inoltre, si crea un potenziale
conflitto di interessi tra gli utilizzatori: ciò che si presenta
come positivo per l’uno, può
rivelarsi addirittura negativo
per l’altro.
Fig. 4 – Costruzione della domanda totale di patrimonio culturale
78
Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso
2.4. La formula “Venezia”
mento del modo di riuso, cambiamento necessario per con-
Passiamo, quindi, ad applica-
trastare il circolo vizioso8:
re quanto detto finora sul processo di rigenerazione ad un
caso concreto, rappresentato
da un bene culturale molto
particolare: Venezia.
Nel caso della città lagunare
la rigenerazione si esplica effettivamente in un cambia-
8 Mossetto G. (1992), op. cit., cap. III.
79
MARILENA VECCO
La cultura diviene un input
Il cambiamento del modo del
del processo economico, essa
riuso è premessa indispensabi-
viene consumata nel processo
le per l’affermazione del circolo
produttivo cittadino, senza che
virtuoso:
nuova ne venga prodotta. Si
tende ad utilizzare il capitale
culturale esistente fino al suo
esaurimento ed il turismo, che
può essere culturale e non,
non partecipa mai alla produzione di cultura, ma esclusivamente alla sua distruzione.
80
Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso
Il circolo virtuoso lega la cre-
stione, ossia quell’insieme di
scita economica, gli investi-
investimenti volti a modificare,
menti in arte e cultura ed i loro
razionalizzandola, l’affluenza
effetti esterni. La cultura si
stagionale delle visite.
configura quale strumento,
Fondamentale non è restau-
fattore produttivo della cresci-
rare, quanto piuttosto riutiliz-
ta; il suo consumo, infatti, im-
zare; ossia, il restauro non deve
plica la formulazione di una
essere fine a se stesso, ma de-
nuova offerta culturale, un au-
ve rientrare in un progetto di
mento degli investimenti di
recupero e di reinserimento
conservazione, che a sua volta
del bene restaurato nel conte-
crea una nuova offerta turisti-
sto socio-economico, affer-
ca.
mando in toto la natura del
Questo stato dei fatti è rag-
bene culturale come bene pro-
giungibile mediante l’utilizzo di
priamente economico produt-
determinati strumenti propri
tivo.
della politica. In particolare, essenziali divengono gli investimenti di ripristino, finalizzati al
riuso degli edifici, quelli sull’immagine e sull’attività comunicativa (paradosso Guggenheim:
il museo non è rappresentato
dalla
sua
collezione,
bensì
dall’immobile sua sede). Un altro intervento utile è costituito
da investimenti di deconge81
MARILENA VECCO
- Throsby D. (1999), “Cultural
Riferimenti bibliografici
Capital”, Journal of Cultural
- Cortese W. (1997), Lezioni di
legislazione dei beni culturali, Padova, Cedam, 2-13
- Giovinazzo M. (1993), «Le patrimoine, une ressource
économique? Essai de présentation du concept», 2e
Conférence
Internationale
sur le Management des Arts
et de la Culture (AIMAC),
Groupe HEC, Jouy-en Josas
23-25 giugno 1993, 15-20
- Koboldt
Ch.
(1997),
“Optimizing the Use of
Cultural
Heritage
in
Economic Perspectives on
Cultural Heritage”, in Hutter
M. e Rizzo I. (1997), Economic
Perspectives on Cultural
Heritage, London, MacMillan,
155-169
- Mossetto
G.
(1992),
L’economia delle città d’arte, Milano, Etaslibri, cap. III
82
Economics, 23: 3-12
GLI EVENTI CULTURALI A VENEZIA
di Manuela Bertoldo
Premessa
all’offerta culturale permanente, si è affiancato e consolidato
Venezia, grazie alla presenza
nel tempo il ricco e numeroso
di una ricca e variegata offerta
universo rappresentato dagli
di musei, palazzi e chiese, risul-
eventi temporanei. Un’attività
tato della sua storia, del lavoro
culturale consolidata che vede
e delle attenzioni dedicate alla
coinvolti in molti casi gli stessi
conservazione e valorizzazione
enti impegnati nella conserva-
del patrimonio, costituisce un
zione del patrimonio a cui però
polo culturale di eccezionale
si aggiungono numerose asso-
rilevanza. L’offerta culturale ve-
ciazioni culturali attive nell’or-
neziana comprende oltre 40
ganizzare conferenze, concerti
strutture museali articolate in
e mostre, localizzate in tutto il
altrettante collezioni perma-
territorio veneziano.
nenti, i palazzi, le numerose
I Rapporti sulla produzione
collezioni antiche e quelle con-
culturale a Venezia giunti alla
temporanee, le oltre 1.000
loro 6° edizione a cura della
chiese veri e propri musei sem-
Fondazione di Venezia, pubbli-
pre aperti.
cati con cadenza annuale dal
Venezia rappresenta un im-
2004, risultano un importante
portante centro culturale an-
appuntamento annuale utile
che per un’altra ragione, oltre
per misurare il panorama degli
83
MANUELA BERTOLDO
eventi promossi ogni anno e
ferta culturale, grazie al data
per riflettere sull’incidenza del
base del sito Agenda Venezia1,
settore culturale nell’economia
che censisce quotidianamente
e nei luoghi della città. I
gli eventi temporanei che si
Rapporti hanno permesso ne-
svolgono in città e in alcune
gli anni di fotografare e analiz-
luoghi significativi della provin-
zare questa ricca e vivace of-
cia di Venezia.
Tabella 1. Numero eventi per tipologia per anno negli ultimi 5
anni nel Comune di Venezia
2009
2008
2007
2006
2005
Tipologia
v.a.
%
v.a.
%
v.a.
%
v.a.
%
v.a.
%
Arti visive
235
12,1
188
10,2%
226
11,8
198
11,1
222
13,3
Musica
391
20,1
310
16,9%
396
21,3
380
21,2
367
21,9
Teatro
173
8,9
183
10,0%
260
14,0
252
14,1
235
14,0
Danza
39
2,0
38
2,1%
42
2,3
37
2,1
38
2,3
Rassegne
cinematografiche
283
14,6
315
17,1%
352
19,0
349
19,5
208
12,4
Tradizioni
veneziane
14
0,7
8
0,4%
16
0,9
22
1,2
17
1,0
Sport
7
0,4
15
0,8%
30
1,6
24
1,3
28
1,7
793
40,8
776
42,2%
535
28,9
525
29,3
557
33,3
9
0,5
5
0,3%
4
0,2
3
0,2
2
0,1
Conferenze e
convegni
Fiere e
mercati
Totale
1944
100,0 1838
100,0
1861 100,0 1790 100,0 1674 100,0
Fonte: elaborazione Sistema su dati Agenda Venezia.org.
1 Il sito www.AgendaVenezia.org, è un sito prodotto dalla Fondazione di Venezia, la ideazione e redazione è della società Sistema snc di Venezia. AgendaVenezia.org, configurata come una vera e propria agenda, consente di rintracciare gli
eventi suddivisi per settore di interesse, data, orari, modalità di accesso. Fornisce
inoltre il link per collegarsi con i promotori dei singoli eventi e la mappa per rintracciare i luoghi delle manifestazioni.
84
Gli eventi culturali a Venezia
I dati analizzati nei Rapporti
Nonostante una parte di que-
nel corso degli anni hanno
sto incremento possa essere
confermato l’ampiezza e la
ascritto ad una maggior cono-
consistenza della produzione
scenza del peculiare strumento
culturale nella città: il numero
di raccolta delle informazioni e
degli eventi, chi li organizza, i
alla crescente cura della reda-
luoghi dove si svolgono e in
zione del sito AgendaVenezia.
particolare il numero delle
org, siamo comunque in pre-
giornate su cui questi si svilup-
senza di un tasso di crescita
pano durante il corso dell’anno
sorprendente, in particolare se
testimoniano l’importanza di
si considera che in Italia si orga-
questo settore per la città e
nizzano in media 1800 mostre
come l’espansione di questo
l’anno, cui la sola Venezia con
fenomeno abbia registrato un
le 235 esposizioni (anno 2009),
processo di selezione e conso-
contribuisce per quasi il 13%.
lidamento che coinvolge competenze professionali, operatori pubblici e privati ma anche
1. Gli organizzatori di eventi
istituzioni, che al di là del proprio mandato, interpretano la
Sono oltre 150 gli enti e i
funzione culturale, rivolta alla
soggetti
che
città e al mercato, come un
eventi
proprio compito.
Venezia. Questo ricco e com-
e
organizzano
manifestazioni
a
Le iniziative censite sono pas-
plesso universo composto da-
sate dalle 1.222 del 2002 alle
gli organizzatori è stato classifi-
1.944 del 2009, con un incre-
cato in 4 gruppi omogenei per
mento
caratteristiche, peso e ruolo
di
circa
il
60%.
85
MANUELA BERTOLDO
occupato nell’organizzazione
zione di incontri e conferenze;
degli eventi temporanei, che
il Teatro la Fenice con la sua
comprende: le Fondazioni e le
annuale programmazione or-
Istituzioni, gli Enti Pubblici, le
ganizza più di 40 eventi di mu-
Associazioni culturali e le strut-
sica e teatro ogni anno, per un
ture private.
totale di oltre 100 giornate di
Il primo gruppo comprende
eventi, mentre alla Fondazione
le Fondazioni e le Istituzioni
Giorgio Cini, si organizzano, an-
veneziane, ai primi posti per
che in partnership con altri
numero di eventi e giornate.
produttori, più di 90 eventi
Qui la Fondazione La Biennale,
ogni anno.
articolata nelle molteplici sezio-
Per numero significativo di
ni: arti visive, architettura, dan-
giornate evento, si segnalano:
za, musica, teatro e cinema,
la
occupa la scena veneziana con
Stampalia,
oltre 1.000 giornate di pro-
Bevilaqua la Masa, la Biblioteca
grammazione ogni anno, men-
Marciana,
tre la Fondazione Musei Civici
Peggy Guggenheim Collection.
nelle sue numerose sedi tra cui
Nel secondo gruppo sono
Museo Correr, Ca’ Rezzonico,
compresi gli Enti pubblici, al
Ca’ Pesaro, Museo del Vetro,
primo posto il comune di
organizza in media circa 50
Venezia nelle sue molteplici ar-
eventi l’anno per oltre 2.300
ticolazioni: il Centro Culturale
giorni di programmazione.
Candiani, con una programma-
Le Università di Ca’ Foscari e
Fondazione
la
Fondazione
Palazzo
Grassi
e
zione distribuita in 750 giorni di
IUAV con l’Ateneo Veneto sono
manifestazioni,
ai primi posti per l’organizza-
Cinema,
86
Querini
l’Area
il
Circuito
Produzioni
Gli eventi culturali a Venezia
Culturali e Spettacolo con circa
Numerosissime
anche
le
200 rappresentazioni di teatro,
Associazioni culturali che orga-
musica e danza organizzati nei
nizzano spettacoli di teatro e
teatri della Terraferma: Toniolo,
danza nei vari teatri cittadini,
Momo e Aurora, ma anche gli
soprattutto
altri assessorati, la Biblioteca
Questa
Civica,
Associazione Teatro per Mestre,
la
Galleria
in
terraferma:
Nave,
l’Avogaria,
Contemporaneo. Tra gli altri
Caffè
enti pubblici: la Provincia di
Fondamenta
Sconcerto,
Venezia, la Regione Veneto, il
Compagnia Tocnadanza.
Teatro
Nuove
e
Ministero dei Beni Culturali e la
Anche il settore musica rac-
Soprintendenza per il Polo
coglie numerose associazioni
Museale Veneziano.
attive nell’organizzare concerti
Il terzo gruppo è costituito
e spettacoli in relazione al tipo
dal ricco e complesso mondo
di musica: Veneto Jazz, Vortice,
formato dalle Associazioni cul-
Società Veneziana Concerti,
turali presenti sul territorio e
Associazione Culturale Frari,
attive nell’organizzare mostre
Accademia Musicale, Amici del-
di arte visive come Arte e
la musica, Festival Galuppi e
Communications
molti altri.
e
Ikona
Venezia che allestisce mostre
Tra le associazioni attive negli
di fotografia e istallazioni, ma
eventi di cinema da segnalare
anche Nuova Icona, Spazio
Circuito Off con l’importante
Culturale Svizzero, l’Associazio-
Venice International Short fe-
ne Italo Tedesca, il circolo
stival e le rassegne in lingua
Fotografico La Gondola e molti
originale di Alliance Française.
altri.
Per le conferenze e convegni
87
MANUELA BERTOLDO
tra i più attivi in città Chorus,
ma fra tutte per numero di
Centro Tedesco di Studi Vene-
eventi e numero di giornate di
ziani, Associazione Wigwan,
apertura la libreria Mondadori,
Club Giardini Storici.
il Telecom Future Centre che
Infine, nel quarto gruppo so-
ospita anche numerosi conve-
no state riunite le strutture
gni internazionali, le Bistrot de
private attive nell’organizzare
Venise, San Servolo Servizi e
eventi temporanei in città, pri-
altre librerie e locali.
Tabella 2. Numero di eventi per ripartizione territoriale
Fonte: elaborazione Sistema su dati Agenda Venezia.org
88
Gli eventi culturali a Venezia
2. I luoghi degli eventi
vegni dell’Università di Ca’
Foscari.
La distribuzione degli eventi
In Terraferma si conferma il
per ripartizione territoriale evi-
Centro Culturale Candiani co-
denzia
concentrazione
me il luogo con il maggior nu-
maggiore delle manifestazioni
mero di manifestazioni ospita-
nella città storica, anche se au-
te nel comune di Venezia.
una
Tra le isole, l’isola di San
mentano le iniziative e i luoghi
dedicati ad eventi temporanei
Servolo,
nella Terraferma e al Lido. Il
International University, e l’Isola
numero degli eventi localizzati
di
nella città storica è pari al 65,3%
Fondazione Giorgio Cini.
San
sede
Giorgio
della
Venice
sede
della
del totale mentre una quota
minore di eventi temporanei, il
31%, si svolge in Terraferma, al
Lido e nelle isole il rimanente
3,8% .
Tra le sedi più utilizzate nel
Centro
Storico:
l’Ateneo
Veneto, la libreria Mondadori, il
teatro La Fenice, la nuova Casa
del Cinema e la videoteca
Pasinetti che ospitano le numerose rassegne cinematografiche,
ma
anche
Palazzo
Malcanton Marcorà, sede di
numerose conferenze e con89
MANUELA BERTOLDO
3. La durata e la densità del-
giorno, con una durata media
le iniziative
di circa 6 giorni per evento. Nel
periodo di maggior concentra-
Il numero di giornate di rap-
zione, che per la città storica va
presentazione degli eventi è
da settembre a novembre, si
un dato molto significativo che
svolgono oltre 60 iniziative
indica quanto sia presente
contemporaneamente
l’animazione culturale in città.
giorno.
ogni
A Venezia si assiste ad una me-
La durata degli eventi varia a
dia di 13 mila giornate di even-
seconda della tipologia, il set-
ti all’anno, che corrispondono
tore delle arti visive domina
mediamente a 30/40 eventi al
assolutamente il panorama cul-
90
Gli eventi culturali a Venezia
turale veneziano con circa
di giornate le attività convegni-
l’89% del totale delle giornate
stiche che durano in media
evento. Tale fenomeno risulta
solo uno o due giorni, gli spet-
spiegato dalla durata delle mo-
tacoli di musica, teatro e dan-
stre mediamente superiore ai
za, vengono replicati al massi-
70 giorni, seguono per numero
mo per due giorni.
Tabella 3. Densità delle manifestazioni per giorno – Anno 2008
Fonte: elaborazione
Sistema su dati
Agenda Venezia.org
91
MANUELA BERTOLDO
4. Gli eventi e la città: rela-
sogni di cultura e intratteni-
zioni e opportunità
mento ad un campione casuale
di cittadini in alcuni luoghi di
Già dalla edizione del primo
aggregazione,
del
Centro
Rapporto si è cercato di analiz-
Storico, Terraferma e Lido. Il
zare consistenza, caratteristi-
primo livello di analisi dei com-
che e peso del fenomeno degli
portamenti culturali si riferisce
eventi temporanei e la loro ri-
al grado di fruizione di bibliote-
caduta e il loro impatto sulla
che, musei, teatri cinema e
città in termini culturali, eco-
conferenze. I risultati hanno
nomici e sociali.
evidenziato una elevata frequenza, almeno una volta al
mese, di biblioteche ( 24,8%) e
4.1 Eventi e residenti
cinema (17,9%), e la minor frequenza da parte dei residenti
Una prima “indagine” ha vo-
di importanti strutture cultura-
luto indagare la dimensione
li quali sedi espositive e teatri.
della domanda proveniente
Un aspetto significativo dei ve-
dalla popolazione residente,
neziani con la fruizione cultu-
probabilmente la meno appari-
rale è dato dalla partecipazione
scente, anche se sicuramente
ad associazioni culturali e attivi-
la più stabile. L’indagine con-
tà formative, circa il 22,5% de-
dotta attraverso interviste di-
gli intervistati è iscritto a qual-
rette con l’ausilio di un que-
che associazione culturale, tra
stionario si è posta l’obiettivo
queste: Circuito Cinema, Amici
di raccogliere informazioni in
dei Musei, Amici della Musica e
merito a comportamenti e bi-
della Fenice. Complessivamente
92
Gli eventi culturali a Venezia
non viene rilevata una carenza
gno ed agosto.
di offerta culturale, ad eccezio-
Confrontando questo dato
ne di cinema (centro storico) e
con gli eventi culturali si evince
punti di aggregazione: centri di
come questo periodo coincida
lettura e centri sociali (in parti-
con un numero più ridotto di
colare da parte dei giovani).
eventi, mentre la densità maggiore di giornate evento si concentra nei mesi di settembre e
4.2 Eventi e turismo
ottobre.
A fronte di questo quadro
Il rapporto turismo e città a
conoscitivo l’elemento di inte-
Venezia sta assumendo da al-
resse deriva dal rapporto even-
cuni anni una dimensione con-
ti e presenze turistiche; infatti
flittuale e tutte le iniziative di
questo indice, qualora lo si mi-
qualsiasi carattere: culturale,
suri, sia per numero di eventi
infrastrutturale ed economico,
sia per giorno/evento, mette
rischiano di venir interpretate
in rilievo come l’offerta di
come strumenti che possono
eventi funzioni come un ele-
accentuare la cosiddetta “mo-
mento di attrazione turistica
nocultura turistica”.
nei periodi di minor affluenza,
La consistenza delle presenze
svolgendo anche nei confronti
turistiche, quelle registrate ne-
di questi fruitori la funzione di
gli esercizi alberghieri ed ex-
attrattiva culturale per cui sono
tralberghieri,
raggiunto
stati promossi. Il rapporto tra
quasi i 9 milioni, ed evidenzia
eventi culturali e presenze turi-
una concentrazione più elevata
stiche ha evidenziato inoltre
nel periodo compreso tra giu-
l’esigenza di un offerta di rice-
ha
93
MANUELA BERTOLDO
zione e accoglienza in grado di
strutture a costi convenzionati
soddisfare le esigenze di un
e più economici, senza con-
pubblico sempre più differen-
trapporsi al settore della ricet-
ziato e sofisticato. Emerge in-
tività alberghiera, ma identifi-
fatti l’esigenza, da alcuni turisti
cando possibili elementi di
quali: studenti, ricercatori, gio-
convergenza.
vani artisti, di poter accedere a
Tabella 4. Presenze turistiche per numero e giorni di evento –
Anno 2008
Fonte: elaborazione Sistema su dati AgendaVenezia.org e Comune di Venezia - Ufficio
Statistica, 2009
94
Gli eventi culturali a Venezia
4.3 Le imprese di servizio
fanno riferimento alle mansio-
agli eventi
ni di servizio alle manifestazioni
culturali che nella provincia di
Lo scenario emerso dallo stu-
Venezia sono oltre 200.
dio effettuato nel 2007 sui soggetti promotori di eventi temporanei presenti nel repertorio
di Agenda Venezia, ha evidenziato come questi enti, oltre
150, mettano in azione una
struttura operativa che, comprese le collaborazioni a tempo
determinato,
impiega
oltre
3.000 unità. Ma un ulteriore
elemento è stato l’emergere di
una diffusa rete di lavoro indotto, determinata dalla esternalizzazione di molte funzioni,
attivate dai promotori degli
eventi temporanei, e impegnate a supporto dei promotori di
manifestazioni culturali: dalle
esposizioni ai congressi, agli
spettacoli di teatro, di danza di
musica. Lo studio ha analizzato
le aziende catalogate negli annuari Seat sotto le voci che
95
MANUELA BERTOLDO
Elenco categorie riferite alle mansioni di servizio
alle manifestazioni culturali comprese negli Annuari
Seat 2007
- Addobbo floreale
- Agenzie di spettacolo e animazione
- Amplificazione sonora
- Audiovisivi apparecchi ed impianti:
produzione, commercio e noleggio
- Cinema e tv: produzione e studi
- Congressi e conferenze: impianti e attrezzature
- Congressi e conferenze: organizzazione e servizi
- Congressi e conferenze:sedi e centri
- Costumi teatrali, da spettacolo e da cerimonia
- Fiere, mostre e saloni: allestimento e servizi
- Fiere, mostre e saloni: enti organizzatori
- Fotografia: servizi, studi, sviluppo e stampa
- Nautica: noleggio
- Pirotecnica e fuochi d’artificio
- Pubblicità: concessionari pubblicità esterna e mobile
- Ristorazione collettiva e catering
- Stands progettazione, allestimento e noleggio
- Traduttori e interpreti
- Vetrinisti
96
Gli eventi culturali a Venezia
La maggioranza delle imprese che lavorano nel territorio
società, con sede fuori Venezia.
La
struttura
produttiva
veneziano (53%) risiede in cen-
dell’indotto del settore cultu-
tro storico, il 27,4% in terrafer-
rale è confermata anche dalla
ma e il 19,4% nel resto della
relazione e dalle collaborazioni
provincia di Venezia .
che le ditte hanno tra loro e
Tale dato risulta particolar-
dalle molteplici attività in cui
mente significativo in quanto
ogni ditta risulta impegnata.
alle imprese localizzate in cen-
Quasi tutte le ditte sono impe-
tro storico spesso si appoggia-
gnate in più ambiti contempo-
no anche le società che risiedo-
raneamente, ciò evidenzia, una
no fuori provincia e fuori re-
sorta di struttura lavorativa a
gione. In particolare le grosse
“grappolo” che fa si che spesso
società che lavorano nella pro-
molte ditte si avvalgano degli
duzione cinematografica (Eta
stessi collaboratori, che a loro
Beta film, Film Master, Rancati
volta prestano servizi per gli
Bibi film e altri) si avvalgono
stessi committenti. La struttura
delle ditte localizzate a Venezia
che queste aziende si sono
per ruoli di service.
date si caratterizza in modo
Molte attività legate alla pro-
prevalente per la natura “multi-
duzione che vanno dai traspor-
servizi”, in molti casi senza una
tatori agli elettricisti, dal cate-
precisa specializzazione che
ring alla sicurezza, dalle sceno-
esprime la volontà di essere
grafie ai costumi e al reperi-
attrezzate al fine di soddisfare
mento delle comparse, vengo-
le articolate e diversificate esi-
no quindi svolte da ditte vene-
genze degli enti che si trovano
ziane che collaborano con altre
ad affrontare l’organizzazione
97
MANUELA BERTOLDO
di un qualche evento tempora-
gressi. Tale attività impegna,
neo.
oltre a due tre importanti so-
Si possono comunque sinte-
cietà che forniscono un servi-
tizzare in tre ambiti le funzioni
zio completo ai promotori di
e le attività principali di azione
conferenze e convegni: dall’al-
delle ditte che operano a sup-
lestimento delle sale alla regi-
porto degli eventi culturali
strazione e traduzione, dagli
temporanei:
impianti elettrici al servizio di
• allestimento di esposizioni e
hostess e catering, anche una
mostre,
• supporto all’organizzazione
di congressi e convegni,
• le attività collegate alle riprese cinematografiche.
quantità di piccoli “artigiani”
che collaborano con le società
più grosse ma che operano
singolarmente sul mercato come: traduttori, elettricisti, falegnami, fabbri etc.
Il 40,3% delle imprese si occupa di allestimenti e esposizioni, attività che comprende
dall’allestimento di mostre e
palcoscenici, al trasporto dei
materiali, dalla sicurezza, agli
impianti elettrici, fino al servizio di frontline e custodia. Nella
stessa percentuale (40,3%) sono le ditte che dichiarano di
essere impegnate nella organizzazione di convegni e con98
Gli eventi culturali a Venezia
Tabella 5. Ambito di attività delle imprese di servizio agli eventi
Ambito
%
Esposizioni
46,8
Musica
38,7
Teatro
27,4
Danza
16,1
Cinema
45,2
Tradizioni
37,1
Sport
9,7
Conferenze
61,3
Fiere
29,0
Musei
30,6
Convegni
50,0
Totale diverso da 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: elaborazione su indagine Sistema
Una particolare attenzione
4.4 La qualità degli eventi
meritano le attività di supporto
ai set cinematografici, che han-
Una questione non risolta dai
no il centro storico come am-
dati riferiti al numero di eventi
bientazione, tra le attività pre-
e di giornate evento che i
valenti: regia, riprese cinema-
Rapporti puntualmente docu-
tografiche,
mentano, si riferisce alla valu-
sonorizzazione,
produzione video.
tazione qualitativa degli eventi.
Si tratta di un tema sicuramente difficile che, come è stato
99
MANUELA BERTOLDO
più volte sottolineato, attiene
stazioni, anche molto diverse
alla critica specializzata e riferi-
tra loro, con il Quinto Rapporto
ta al singolo prodotto culturale
si è provato a verificare in che
piuttosto che ad un Rapporto
misura alcuni indicatori sono in
che si preoccupa innanzitutto
grado di spiegare la qualità de-
di far emergere un settore,
gli eventi promossi, fermo re-
all’interno dell’universo più va-
stando le considerazioni di ca-
sto della produzione culturale,
rattere culturale sul tema, e in
che si occupa degli eventi tem-
che misura è possibile costruire
poranei e non della gestione,
un “profilo” che rappresenti in
valorizzazione e conservazione
qualche misura il carattere e/o
del patrimonio che è una que-
il riconoscimento qualitativo
stione ben più complessa. Per
attribuibile.
valutare un insieme di manifeTabella 6. Peso percentuale indicatori sugli eventi considerati
%
Rilevazione nazionale
96,3
Rilevanza internazionale
66,7
Vendita biglietti
32,1
Articoli pubblicati
82,1
Pubblicazione atti/cataloghi
53,6
Evento prodotto in proprio
58,9
Evento acquistato
12,5
Sito web specifico dedicato all’evento
17,9
Fonte: elaborazione su indagine Sistema
100
Gli eventi culturali a Venezia
L’analisi è stata condotta uti-
che nell’analisi degli altri indica-
lizzando un campione di circa
tori conferma la sua rilevanza
57 eventi svoltisi nel 2007, nelle
internazionale. Seguono la mo-
tre tipologie: mostre, convegni
stra organizzata dalla Collezione
e spettacoli di musica, teatro,
Guggehenim sull’arte america-
danza.
na con oltre 100 mila visitatori,
Una prima chiave di lettura
che come già affermato sconta
per attribuire un peso al tipo di
un
evento è senza dubbio il nu-
perché comprende anche i visi-
sovradimensionamento
mero di fruitori che l’evento ha
tatori alla collezione perma-
registrato: visitatori per le mo-
nente, e la mostra “Venezia e
stre, partecipanti per convegni
l’Islam” organizzata da Musei
e conferenze e spettatori per
Civici e Fondazione di Venezia
spettacoli di musica teatro e
con quasi 82 mila visitatori at-
danza.
tribuibili
esclusivamente
Tale indicatore seppur non
all’evento temporaneo svoltosi
sempre omogeneo, comun-
a Palazzo Ducale che ha com-
que evidenzia come alcuni
preso anche una serie di eventi
eventi emergono nettamente
collaterali, gli altri eventi espo-
rispetto ad altri per attrattività
sitivi esaminati contano tutti
anche per una popolazione ag-
meno di 50 mila visitatori.
giuntiva e per i turisti che visitano la città.
Per gli spettacoli di teatro,
musica e danza, al numero di
Tra le arti espositive emerge
fruitori totali va affiancato an-
al primo posto con oltre 350
che il numero di spettatori per
mila visitatori la “52° Esposizione
rappresentazione, emerge al
Internazionale D’Arte”, che an-
primo posto per numero com101
MANUELA BERTOLDO
plessivo di spettatori il “5°
100 partecipanti, con meno di
Festival della Biennale di Danza”
100 partecipanti si posizionano
con oltre 10 mila spettatori e
le associazioni culturali .
34 rappresentazioni con una
Un altro elemento strategico
media di 300 spettatori a spet-
per definire il peso di un even-
tacolo e punte di oltre 1400
to è verificare il suo impatto a
spettatori per alcune sere, se-
livello internazionale, la distri-
guono due spettacoli di teatro
buzione degli eventi che han-
al Teatro Goldoni di Venezia e al
no rilevanza internazionale ha
Toniolo di Mestre con quasi
riguardato il 64% delle mostre,
3000 presenze totali e 590
il 22% dei convegni e il 13%
spettatori a rappresentazione.
degli spettacoli.
Tra i convegni con durata
Anche la capacità della realtà
maggiore di un giorno emerge
veneziana di essere “produtto-
con 800 partecipanti un conve-
re” e non solo “vetrina” degli
gno scientifico tenuto all’Istitu-
eventi culturali, risulta un indi-
to Veneto e una serie di confe-
catore di qualità, la consistenza
renze alla Biblioteca Civica di
della quota di eventi prodotta
Mestre con oltre 600 persone
in proprio, rappresenta la capa-
seguono altri convegni orga-
cità operativa raggiunta in am-
nizzati da Chorus e dall’Ateneo
bito culturale e nello stesso
con oltre 300 partecipanti.
tempo anche il ruolo che que-
Generalmente il numero di
sto settore esprime nella realtà
partecipanti ai convegni e con-
economica cittadina. La quota
ferenze organizzati dalle istitu-
di eventi “prodotti in proprio”
zioni veneziane, vede media-
risultante dall’indagine risulta
mente una presenza di oltre
piuttosto rilevante è pari infatti
102
Gli eventi culturali a Venezia
al 59% degli eventi, la distribu-
Conclusioni
zione percentuale per tipologia
di evento fa emergere una
Dalla lettura dei dati dei
quota maggiore di mostre pro-
Rapporti e dall’analisi della loro
dotte in proprio (45,5%), se-
evoluzione nel tempo, emer-
guono conferenze e convegni
gono alcune considerazioni; la
(30,3%) e spettacoli (24,2%).
prima attiene ai numeri e alla
Circa un quarto degli eventi, è
valutazione che questi espri-
stato organizzato con la colla-
mono in merito al rafforza-
borazione di sponsor, anche in
mento e al consolidamento del
questo caso le attività espositi-
settore degli eventi tempora-
ve risultano in percentuale
nei a Venezia. Questo proces-
maggiore sponsorizzate da al-
so, non certo pienamente
tri enti e società. Per quanto
compiuto e non certamente
riguarda gli indicatori sulla visi-
partecipato da parte di tutti i
bilità, emerge che gli eventi
produttori e tutti i settori che
con il maggior numero di arti-
coinvolgono gli eventi, esprime
coli pubblicati dalla stampa ri-
comunque, nei valori medi, un
guarda le mostre, seguono gli
indice sicuramente positivo.
spettacoli e i convegni. La pub-
La seconda considerazione
blicazione di atti e cataloghi ri-
attiene direttamente ai sog-
guarda in misura maggiore le
getti promotori e produttori di
mostre.
eventi, e all’impatto sulla città
determinato dalla loro attività
in termini economici e occupazionali. La consistenza delle
professioni e degli operatori
103
MANUELA BERTOLDO
coinvolti non è rilevante solo (e
e sicuramente non limitata alla
non è poco) in termini numeri-
platea dei cittadini residenti. La
ci, sono 3.000 gli addetti diretti
dimensione del fenomeno in-
stimati ma è rilevante per il
dica come gli organizzatori sia-
processo di selezione e conso-
no proiettati verso un pubblico
lidamento professionale e im-
che comprende anche i turisti.
prenditoriale che attiva. Il set-
L’insieme dell’offerta sembra
tore degli eventi culturali, a
infatti delineare una politica
fianco e spesso in stretta rela-
culturale degli eventi indirizza-
zione con la struttura culturale
ta a: fruitori tradizionali, sia lo-
e museale permanente, dise-
cali che internazionali, fruitori
gna una città, produttiva e cre-
attenti all’innovazione e alla
ativa, affatto marginale e sicu-
sperimentazione, fruitori turi-
ramente non secondaria ri-
stici. Si tratta quindi di una of-
spetto alla città del turismo e
ferta che favorisce anche l’au-
alla città dell’apparato pubbli-
mento della permanenza me-
co.
dia dei turisti in città.
La terza considerazione, si ri-
L’ultima considerazione attie-
ferisce alle reazioni che il feno-
ne alle modalità con cui la città
meno degli eventi culturali in-
si attrezza per ospitare gli
trattiene con il fenomeno turi-
eventi. Le mappe che eviden-
stico. I dati sulla consistenza
ziano i luoghi delle rappresen-
degli eventi e delle giornate
tazioni disegnano una realtà di
evento mettono in luce come
estrema diffusione nel Centro
l’offerta sia sicuramente un’of-
storico, offerta che sembra es-
ferta ricca, prevalentemente
sere capace di mettere a dispo-
concentrata nel Centro Storico
sizione molti spazi e molti con-
104
Gli eventi culturali a Venezia
tenitori in ogni parte della città
di zone considerate, nel re-
ed una struttura opposta a
cente passato, periferiche.
Mestre che invece tende a specializzare alcune aree e alcuni
contenitori, entrambi centrali.
Si profila un processo, del
quale forse non si è ancora
preso pienamente coscienza,
che può rivelarsi molto incidente nella struttura urbana:
• di Mestre dove siamo in presenza, anche grazie alla consistenza degli eventi e al rafforzamento del ruolo di alcuni contenitori (il Candiani e i
Teatri), di una polarizzazione
che può portare finalmente
ad un riconoscimento anche
identitario della parte centrale della città di Terraferma;
• di Venezia dove attraverso il
consolidamento della produzione culturale si vanno a recuperare ed aprire contenitori “chiusi” ad un uso pubblico, oltre ad ampliare la
fruizione a cittadini e turisti
105
LA GEOGRAFIA CULTURALE POST INDUSTRIALE
DEL VENETO
di Guido Ferilli
Introduzione
ne dell’offerta dipende sempre
più dal contesto generale in cui
Gli studi e i dibattiti sulla cul-
è localizzata e che può influen-
tura, sui suoi significati e sul
zarla in modo crescente grazie
suo ruolo per lo sviluppo delle
anche al processo di crescita
economie post industriali si è
del sistema sociale nel quale è
rapidamente sviluppato negli
generata e sviluppata.
ultimi anni a livello internazio-
In altri termini, lo sviluppo del
nale (Kea 2006, 2009). A livello
territorio prende luogo e for-
locale e regionale le politiche di
ma attraverso la realizzazione
sviluppo, spontaneo o indotto
di forme distrettuali, intese co-
che sia, è stato un campo ferti-
me concentrazione geografica
le di studi multidisciplinari che
di vari elementi endogeni ed
hanno cercato di comprendere
esogeni di tipo ambientale e
le componenti che caratteriz-
sociale, che si combinano gli
zano i nuovi modelli di svilup-
uni con gli altri favorendo la
po. Gli elementi che determi-
competizione di un territorio.
nano il successo di un territorio
Da ciò deriva l’emergere di re-
sono dati sempre più dall’au-
lazioni tra economia, società e
mento delle correlazioni tra
territorio come sistema com-
produzione e sistema sociale
plesso capace di generare svi-
ed ambientale. La competizio-
luppo e competitività, con una
107
GUIDO FERILLI
chiara tendenza nel contesto
di beni e servizi insieme alle
post-industriale di una compe-
relazioni tra gli individui di un
tizione che trasla da quella tra
territorio, grazie alla creazione
singoli individui ad una tra si-
e scambio di nuova conoscen-
stemi territoriali in cui lo svilup-
za favoriscono l’aumento delle
po organico di elementi tangi-
forze di agglomerazione. La
bili ed intangibili diventa la con-
letteratura più recente ha ini-
dizione necessaria per lo cre-
ziato ad affrontare i fenomeni
scita della competitività del si-
di agglomerazione competitiva
stema stesso e per la sua capa-
del territorio grazie allo svilup-
cità di attrarre risorse esterne;
po teorico dei concetti di di-
nel contempo il concetto di
stretto (Evans, 2001; Santagata,
valore assume un nuovo signi-
2006) o cluster (Scott, 2000;
ficato, quale quello di forza
Valentino, 2003), come possibi-
strategica per lo sviluppo terri-
le sintesi teorica dei processi di
toriale.
sviluppo legato alla cultura,
Lo sviluppo e la competitività
con numerose ricerche su spe-
di un territorio riflettono la
cifici casi di studio, pur dimo-
nuova struttura della catena
strando in alcuni momenti una
del valore post-industriale, do-
certa confusione concettuale e
ve gli elementi tangibili (idee,
di analisi. Si tratta in molti casi
conoscenza, interazioni sociali
dell’utilizzo della cultura in mo-
e identità), diventano impor-
do strumentale per intervenire
tanti quanto quelli tangibili (ca-
a livello territoriale in diverse
pitale fisico e naturale). Le rela-
scale, da quella di quartiere ur-
zioni tra consumatore e pro-
bano a intere aree urbane o
duttore attraverso lo scambio
regionali.
108
La geografia culturale post industriale del Veneto
Quanto emerge ad oggi è
scelta di una categoria partico-
che le condizioni in cui stru-
lare, come è molto in voga
menti di intervento sistematico
oggi quando si fa riferimento
e riproducibile si riscontrano
alla classe creativa quale pana-
solo in specifiche condizioni di
cea delle problematiche di svi-
partenza. Le evidenze empiri-
luppo locale. La stessa distin-
che dimostrano sempre più
zione tra approcci di interven-
che l’intervento sul territorio
to di tipo top down o bottom
con una forza di sviluppo, co-
up sembrano non essere più
me ad esempio l’innovazione,
alternative, ma piuttosto com-
non riescono ad intercettare
plementari per giungere al giu-
tutti gli elementi che lo carat-
sto mix di politiche di incentivo
terizzano, con evidenti segni di
e di riconoscimento della ne-
trascuratezza per le complesse
cessità di un’attiva partecipa-
dinamiche che lo costituisco-
zione degli stakeholder locali
no. Anche le forme di agglo-
evitando così il rischio di uno
merazione, come nel caso
scarso coordinamento e alloca-
dell’enfasi data alle industrie
zione delle risorse o l’incapaci-
creative (Florida, 2002), non
tà di favorire processi parteci-
necessariamente sono in grado
pativi delle forze vitali che ca-
di favorire lo sviluppo dell’inno-
ratterizzano il territorio, anche
vazione di un territorio o la
in modo responsabile. Il terri-
crescita del capitale umano o
torio, come luogo dello svilup-
sociale. Lo sviluppo del territo-
po post industriale, richiede la
rio grazie alla cultura richiede
partecipazione di tutte le for-
una lettura più articolata e
me di capitale che lo costitui-
complessa dello stesso e non la
scono, materiale (fisico, natu109
GUIDO FERILLI
rale) ed immateriale (umano,
un sistema produttivo sul terri-
identitario, sociale) e il sistema
torio, caratterizzato in molte
culturale è parte integrante dei
aree da una costellazione di
processi di sviluppo, fornendo
imprese organizzate in distretti
nuovi input al sistema econo-
industriali, focalizzati in parti-
mico e guidando le scelte pro-
colari settori produttivi che og-
duttive e localizzative delle atti-
gi, però, stanno affrontando il
vità economiche.
passaggio ad un sistema produttivo globalizzato che richiede un radicale cambiamento
Il progetto DiCE e la geografia culturale del
Veneto1
dei propri asset competitivi,
molto diverso e rapido rispetto
alle evoluzioni incrementali ti-
La Regione Veneto è tutt’og-
piche dei distretti industriali
gi una delle aree trainanti l’eco-
che hanno avuto un proficuo
nomia del sistema paese sia dal
sviluppo fino agli anni ’90.
punto di vista produttivo che
In passato, la ricetta del suc-
in quello della ricerca di una
cesso del Veneto era attribuibi-
nuova traiettoria di sviluppo
le, infatti, al modello iper-spe-
verso l’economia post indu-
cializzato della suddivisione in
striale, cosiddetta anche “in-
distretti, metadistretti e filiere,
tangibile e della conoscenza”.
profondamente radicati sul
Si tratta di una regione che ha
territorio. Tale modello sullo
saputo sviluppare nel tempo
scorcio degli anni Ottanta ave-
1 Il progetto DiCE è stato realizzato dalla Regione del Veneto con l’apporto scientifico e metodologico del gruppo di ricerca del Prof. Pierluigi Sacco,
dell’Università IUAV di Venezia.
110
La geografia culturale post industriale del Veneto
va cominciato a risentire di un
verso la ricerca, l’innovazione e
processo di crisi dovuto alla
la specializzazione, cui corri-
competizione globale, fino a
sponde un crescente bisogno
realizzare i processi di deloca-
di manodopera specializzata,
lizzazione produttiva ed una
ma non altrettante politiche ed
parziale ri-allocazione (con ele-
investimenti a favore della for-
menti di maggior successo nel
mazione. Date le interessanti
terziario che nel primario o nel
condizioni di partenza, restare
secondario, dove le attività di
vincolati a settori relativamente
ricerca scarseggiano) della pro-
tradizionali risulta non solo
duzione in Veneto, con un pro-
svantaggioso per il Veneto, ma
gressivo miglioramento degli
anche controproducente per-
standard della qualità dei pro-
ché priva di risorse e quindi di
dotti, e conseguenti promo-
opportunità di crescita i nuovi
zione dell’innovazione e biso-
settori, nei quali il capitale
gno crescente di manodopera
umano e culturale rivestono il
altamente specializzata.
ruolo di pilastri nei processi di
Da una lettura dei dati stati-
sviluppo economico/produtti-
stici regionali emerge uno sce-
vo, che necessitano quindi di
nario variegato, fatto di una
investimenti e politiche innova-
forte tradizione di matrice in-
tive indirizzate all’accrescimen-
dustriale e modelli mutuati dal-
to delle competenze, della co-
la old economy cui si contrap-
noscenza, della capacità cogni-
pone l’emergenza di nuovi set-
tiva.
tori legati al terziario, caratte-
La stessa geografia della pro-
rizzati dall’eccellenza produtti-
duzione regionale è influenza-
va e da una forte tensione
ta da questi nuovi paradigmi,
111
GUIDO FERILLI
cercando in vari modi di trova-
gionale in cui old economy e
re un nuovo assetto territoriale
new economy si coniugano in
che in alcuni casi ne ha propo-
una nuova rilettura del territo-
sto una lettura unitaria del ter-
rio.
ritorio coniata con il termine
Il punto di partenza dello stu-
Innovation Valley proprio per
dio è stato quindi quello di ri-
considerare le prossimità dei
leggere la geografia culturale
centri produttivi del territorio
del Veneto, attribuendo al con-
come aree di collegamento di
cetto di cultura fondamenti
un unico sistema produttivo
molto ampi, che fanno riferi-
regionale e non come confini
mento, tra le molte possibili
di competenze e vocazioni in-
connessioni, alla libertà degli
dustriali o pseudo-industriali.
individui, all’innovazione, alla
La geografia dei distretti in-
creatività, alla qualità della vita,
dustriali del Veneto sta oggi
ossia ad una gamma molto
affrontando la riconfigurazione
ampia di presupposti immate-
della geografia produttiva con
riali. In questi termini il concet-
l’emergere di nuovi fattori che
to di sviluppo non è più legato
caratterizzano lo sviluppo, la
ai soli fattori tangibili, ossia alla
competitività e sostenibilità del
possibilità di valorizzare, ad
territorio. La cultura ed il ruolo
esempio, le risorse artistiche
che essa assume nelle econo-
architettoniche e paesaggisti-
mie più avanzate è stato l’ele-
che, ma anche a quelli intangi-
mento che ha caratterizzato lo
bili. Questi presupposti sono
sviluppo del progetto DiCE,
stati alla base della fase di rac-
con lo scopo di mostrare un
colta dati sul territorio regiona-
nuovo quadro di insieme re-
le.
112
La geografia culturale post industriale del Veneto
I dati raccolti sono organizza-
contenitori sono: industrie in-
ti per contenitori ed attività, i
novative, musei, centri di for-
primi intesi come strutture
mazione (non universitari), isti-
materiali che contengono le
tuzioni di rappresentanza cul-
varie attività, le seconde solo se
turale, biblioteche/archivi, tea-
ritenute rilevanti e regolari e
tro/cinema, beni architettonici,
segnalate per tipologie.
archeologia industriale, beni
Per contenitori si sono intesi
archeologici, università, centri
così le forme di capitale fisico
di ricerca, centri culturali, galle-
(perciò materiale) che conte-
rie, spazi espositivi.
nessero al proprio interno una
Per le attività, si sono prese
o più attività culturali, potendo
in considerazione quelle atti-
segnalarle in tal caso come
nenti alle varie forme di espres-
contenitori “pieni” (considerati
sione culturale, che rappresen-
quindi come spazi con una
tano, a differenza dei conteni-
funzione culturale attuale); in
tori, le forme di sviluppo eco-
caso di rilevamento di conteni-
nomico dei settori culturali e
tori potenziali per queste tipo-
creativi, così come è stato re-
logie di attività, è stato comun-
centemente definito dal rap-
que ritenuto utile tenerli in
porto
considerazione
segnalandoli
Europea sull’’Economia della
escludendo
Cultura in Europa (Kea 2006).
quindi anche il caso in cui le
Ciononostante la nomenclatu-
attività realizzate in un dato
ra e tipologia di attività indivi-
contenitore fossero occasiona-
duate per lo studio della
li.
Regione del Veneto è più am-
come
“vuoti”,
Le quattordici tipologie di
della
Commissione
pio di quello del Rapporto
113
GUIDO FERILLI
Figel, proprio perché lo scopo
sign, moda, film e video, edito-
del progetto era quello di rico-
ria, spettacoli di intrattenimen-
struire la geografia culturale
to,
del Veneto, che ha al suo inter-
musica (produzione, sale pro-
no elementi che sono distintivi
ve, etc.).
di questo territorio, che non
Una
pubblicità,
scelta
architettura,
metodologica
possono ricondursi ad una di-
fondamentale è stata quella
mensione comunitaria, ma che
della separazione tra conteni-
sono da considerarsi assoluta-
tori e attività, anche pertinenti
mente rilevanti per avere un
ad uno stesso luogo, in modo
quadro veritiero e il più possi-
da cogliere al meglio la geome-
bile completo. Le attività consi-
tria variabile dell’associazione
derate hanno come requisito
di una o più attività ad uno o
fondamentale una program-
più contenitori, che dà luogo
mazione culturale attiva e su
ad un’impressionante varietà di
base regolare.
casi possibili.
Le diciotto tipologie di attivi-
Ad ogni provincia è stato as-
tà individuate sono: industrie
segnato un numero di rilevato-
creative (altre), televisione e ra-
ri, in quantità proporzionale al-
dio, arti visive, arti performati-
la grandezza dell’area, e cer-
ve (spettacolo dal vivo), pro-
cando un criterio che avesse
grammazione
multimediale,
loro facilitato la ricerca; una
rassegne ed eventi della tradi-
volta delineati i gruppi ognuno
zione sacra e laica, eventi (altri),
di essi si è organizzato per ini-
servizi educativi e didattici in
ziare il lavoro, che in varie riu-
ambito culturale, documenta-
nioni organizzate nei primi me-
zione di attività artigianali, de-
si di sviluppo del progetto han-
114
La geografia culturale post industriale del Veneto
no potuto apprendere e condi-
uffici pubblici e privati, parlan-
videre le basi teoriche su cui si
do direttamente con il perso-
fonda il progetto e la metodo-
nale adatto a fornire tutte le
logia
informazioni utili ai fini della ri-
di
rilevazione
dati.
Elemento fondamentale nella
cerca.
scelta dei componenti il grup-
Il risultato della mappatura è
po è stata quella di utilizzare
stato la rilevazione di 2.042
persone che risiedessero pre-
contenitori e 2.507 attività, per
feribilmente in Veneto e, nella
un totale di 4.549 oggetti.
maggior parte dei casi, nelle
I risultati definitivi compren-
cui
dono anche le integrazioni dei
avrebbero svolto la raccolta dei
dati ad opera degli stakeholder
dati. Ciascun gruppo si è suddi-
del territorio (istituzioni, enti,
viso il lavoro in base alle tipolo-
operatori culturali), che dopo
gie di attività/contenitori o per
alcuni workshop di progetto
aree della provincia, in base al
finalizzati alla condivisione dei
grado di conoscenza di ciascun
dati hanno avviato un’attiva e
membro interno al gruppo.
proficua collaborazione con il
specifiche
province
in
In base alle norme di rileva-
gruppo di ricerca.
zione è stata avviata l’attività di
Sul territorio regionale, la nu-
ricerca, dapprima attraverso
merosità dei contenitori si divi-
uno screening preliminare su
de in questo modo per singola
internet ed una serie di contat-
tipologia: 86 beni di archeolo-
ti con rappresentanti del setto-
gia industriale, 19 beni archeo-
re tramite telefono e posta
logici, 342 beni architettonici,
elettronica, ed in seguito re-
480 biblioteche ed archivi, 44
candosi personalmente negli
centri di formazione (non uni115
GUIDO FERILLI
versità), 28 centri di ricerca,
mostra la distribuzione spaziale
131 centri culturali, 91 gallerie,
delle attività (colore rosso) e
9 industrie innovative, 65 isti-
dei contenitori (colore nero)
tuti di rappresentanza cultura-
nella regione.
le, 347 musei, 139 spazi espositivi, 211 teatri/cinema, 50 università.
Le attività, invece, si suddividono in: architettura 41, arti
performative (spettacolo dal vivo) 538, arti visive 115, attività
artigianali 42, design 28, documentazione 97, editoria 157,
film e video 48, industrie creative (altre) 49, moda 23, musica
(produzione, sala prove, ecc.)
77, programmazione multimediale 15, pubblicità 106, rassegne ed eventi di tradizione sacra e laica 145, servizi educativi
e didattici in ambito culturale
476, software di intrattenimento 4, televisione e radio 100,
eventi (altri) 446.
Ogni record della maschera
di rilevazione è stato georeferenziato in GIS e la figura 1
116
La geografia culturale post industriale del Veneto
Figura 1
Da una prima lettura dell’im-
stesso di farle emergere. Un
magine si può notare come la
altro dato interessante è quello
distribuzione sul territorio pre-
relativo alle aree del territorio
scinda in molti casi dai confini
in cui vi sono le maggior con-
amministrativi provinciali, a
centrazioni. Contrariamente a
conferma che la regione è una
quanto si potrebbe pensare,
grande area in cui le forme di
quando si parla di cultura
capitale materiale ed immate-
nell’accezione utilizzata nello
riale hanno avuto origine e si
studio il quadro della geografia
sono sviluppate nel tempo gra-
territoriale riserva alcune im-
zie alle capacità del territorio
portanti sorprese. Se visti nel
117
GUIDO FERILLI
loro insieme i dati confermano
comuni, quale quello della lea-
una consistente concentrazio-
dership di Venezia siano con-
ne nelle aree di Venezia, Padova
fermati,
e Verona, con una rilevante
dell’importanza di Verona e
concentrazione anche nell’area
Padova, ma se andiamo a ve-
vicentina e in quella tra Belluno
dere le mappe di alcune tipolo-
e Treviso. In sostanza l’area
gie di contenitori e attività si
Pedemontana, tradizionalmen-
noteranno delle dissonanze ri-
te riconosciuta per la presenza
spetto a questa affermazione.
delle attività economico-industriali evidenzia una interessante ed alquanto diffusa presenza di capitale culturale materiale ed immateriale, mentre le
aree a nord di Belluno, come
pure quelle dell’area sud veneta risultano meno rilevanti.
Venezia ha un continuum
con l’area limitrofa di Mestre,
che procede fino a giungere a
Padova, mentre Verona mostra
una
alta
concentrazione
nell’area urbana e una altrettanta rarefazione nella periferia.
A prima vista si potrebbe
pensare che parte dei luoghi
118
così
come
quelli
La geografia culturale post industriale del Veneto
MUSEI
La concentrazione dei musei
premazia di Venezia in un set-
(nelle aree della regione con il
tore tradizionale per il quale la
colore più scuro) evidenzia la
città tutt’oggi focalizza la pro-
preminenza di Venezia sull’in-
pria attenzione, quale leva per
tero contesto regionale, con
lo sviluppo del settore turisti-
una secondaria importanza di
co.
Padova e di Vittorio Veneto.
Questo dato conferma la su119
GUIDO FERILLI
BENI ARCHITETTONICI
ARTI FIGURATIVE
La conferma di quanto detto
regionale per quanto riguarda
precedentemente è data dal-
la geografia della “cultura tradi-
l’immagine sui beni architetto-
zionale”, quella cioè che emer-
nici, anch’essi fortemente loca-
ge dalle analisi svolte fino ad
lizzati a Venezia con una pre-
oggi. Le considerazioni sulla si-
senza rilevante (ma puntuale)
tuazione cambiano quando ve-
su Verona che assume, invece,
diamo i risultati delle elabora-
un ruolo primario nel settore
zioni dei dati raccolti, attraver-
degli spettacoli dal vivo. Questi
so l’utilizzo di algoritmi evoluti-
ultimi si riscontrano anche a
vi1 che permettono di indivi-
Padova e in misura significativa
duare le aree regionali in cui
anche nell’area vicentina.
sono espresse al meglio le vo-
È confermata quindi la su-
cazioni del territorio per cia-
premazia di Venezia sul quadro
scuna tipologia di attività e
1 Nel caso specifico del Veneto è stato utilizzato il Topological Weighted Centroid – TWC, sviluppato dal centro Ricerche Semeion di Roma, che ha concesso
l’uso del software a titolo gratuito a questo progetto in via eccezionale alla luce
dei rapporti di collaborazione scientifica in atto con l’Università IUAV.
120
La geografia culturale post industriale del Veneto
contenitori. Nelle figure che
ottimi risultati, al fine di poter
seguono i punti rossi esprimo-
implementare attraverso l’as-
no i centri delle vocazioni di
set cultura, lo sviluppo sociale
una particolare tipologia di atti-
ed economico del territorio.
vità o contenitore, mentre i
Un risultato rilevante che
cerchi gialli e blu indicano le
conferma quanto precedente-
loro aree di influenza.
mente detto sulla presenza di
La lettura delle vocazioni po-
tipologie di attività, per lo più
trà essere utilizzata come ausi-
non riconducibili ai settori tra-
lio per intraprendere politiche
dizionali è evidente osservando
culturali, che a livello interna-
le figure che seguono.
zionale stanno già dando degli
MUSICA
(produzione, sale prove, ecc.)
CENTRI CULTURALI
CENTRI DI RICERCA
TELEVISIONI E RADIO
121
GUIDO FERILLI
Si tratta di un risultato interessante perché evidenzia come le aree storicamente considerate il volano della cultura
del Veneto non sono pronte ad
evolvere verso forme più avanzate di produzione sulla conoscenza, benché mantengano
tutt’oggi una posizione rilevante all’interno dell’economia regionale. Al contrario, le aree a
vocazione industriale risultano
essere caratterizzate da una
dinamicità della struttura sociale ed economica che le rende
più pronte a rispondere all’evoluzione dell’economia contemporanea.
122
La geografia culturale post industriale del Veneto
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Sperling Kupfer, Milano
the
European
Commission, 2006
123
1° FORUM MONDIALE SULLA CULTURA
E SULLE INDUSTRIE CULTURALI,
MONZA 2009
di Sandro Bondi
Quando l’UNESCO ha proposto al Governo italiano di orga-
plesso, patrimonio dell’intera
umanità.
forum
L’iniziativa tenutasi alla Villa
mondiale sulla cultura e sulle
Reale di Monza lo scorso set-
industrie culturali, il Ministro
tembre non vuole essere per-
degli Esteri Frattini ed io abbia-
tanto un episodio unico, pur
mo accolto con entusiasmo e
importante, ma l’inizio di un
orgoglio questa sfida.
percorso duraturo a livello in-
nizzare
insieme
un
Entusiasmo, perché si tratta
ternazionale, fatto di momenti
di un incontro di cui si sentiva
di riflessione e di confronto sui
da tempo il bisogno, soprat-
vari segmenti dell’industria cul-
tutto da quando è cresciuta la
turale.
consapevolezza del legame fe-
A Monza si sono riuniti a fine
condo che può instaurarsi tra
settembre esponenti istituzio-
cultura ed economia.
nali, esperti, imprenditori e
Orgoglio, perché la scelta
operatori, attori pubblici e pri-
dell’Italia rappresenta un rico-
vati, accomunati dalla volontà
noscimento internazionale del-
di valorizzare l’apporto dell’in-
la peculiarità del nostro Paese e
dustria culturale alla crescita
del suo immenso patrimonio
civile ed economica di una so-
artistico, che giustamente vie-
cietà, nel contesto di una crisi
ne considerato, nel suo com-
economica internazionale che
125
SANDRO BONDI
ci spinge, proprio grazie all’aiu-
crisi stringono e fanno male;
to della riflessione culturale, a
ma, dall’altro, esse sono neces-
ripensare molti aspetti della
sarie, aiutano gli uomini e le
nostra vita.
donne a ripensare il mondo nel
La crisi se non si cerca di go-
quale vivono e a progredire.
vernarla comporta grandi mu-
In questo contesto qual è il
tamenti e drammatiche conse-
ruolo della cultura? E’ evidente
guenze sociali. D’altronde non
oggi più di prima che non è più
si tratta della crisi del capitali-
possibile limitarsi alla tutela del
smo o del mercato, bensì
patrimonio culturale, né pen-
dell’assenza di regole del mer-
sarlo solo nella sua pur fonda-
cato, anzi della loro sistematica
mentale funzione di scrigno
violazione. La crisi è dunque
dell’identità, né a maggior ra-
anche un’occasione per cam-
gione ritenerlo una ricchezza
biare strada, per indirizzare lo
statica. Oltre alla tutela di que-
sviluppo verso la giustizia so-
sto patrimonio, oltre a consi-
ciale e l’umanizzazione della
derare l’immenso patrimonio
società. La parola “crisi”, infatti,
storico e artistico che abbiamo
etimologicamente dal greco
ereditato come motore di un
“giudicare”, evoca molto più di
nuovo sviluppo, dobbiamo an-
un semplice rallentamento o
che porci l’obiettivo di stimola-
mutamento: indica infatti la
re la produzione di nuova bel-
necessità di un “giudizio” e poi
lezza per lasciare ai posteri te-
di una scelta, una scelta di ca-
stimonianze alte e nobili della
rattere morale, culturale e poli-
nostra civiltà.
tico.
Ecco perché, da un lato, le
126
Una commissione, incaricata
di produrre un rapporto sulla
1° Forum Mondiale sulla Cultura e sulle Industrie Culturali, Monza 2009
creatività in Italia, ha concluso i
mondo, e che sono settori trai-
suoi lavori sostenendo che “co-
nanti dell’economia italiana an-
sì come un’attività è redditizia
che nei momenti di crisi.
quando i ricavi superano i costi,
Uno dei fattori che tradizio-
così un Paese è culturalmente
nalmente caratterizza il pro-
redditizio quando la produzio-
dotto italiano e che ha senza
ne di cultura supera la conser-
dubbio contribuito al suo suc-
vazione”.
cesso e alla sua diffusione, è lo
Inoltre, se l’Italia è fiera di
stretto legame tra manufatto e
annoverare tra i suoi tesori na-
sensibilità estetica: la cultura si
turali e artistici innumerevoli
è così trasformata in un impor-
siti divenuti parte del patrimo-
tante strumento di sviluppo
nio UNESCO, è però necessario
economico. Ritengo che il cuo-
per il futuro migliorare i rap-
re pulsante delle nostre indu-
porti fra cultura ed economia,
strie culturali risieda proprio
in modo che la prima guidi la
nel saper fare italiano; un saper
seconda, la seconda supporti la
fare che si sostanzia di tradizio-
prima.
ni attraverso l’opera di artigiani
Obiettivo del Forum UNESCO
che, grazie alla secolare fre-
di Monza è stata la valorizzazio-
quentazione con la bellezza
ne dei cosiddetti “mestieri
che li circonda, hanno matura-
d’arte”, collegati all’artigianato,
to una creatività unica che è il
al design e alla moda, che per il
vero tratto che li distingue nel
nostro Paese costituiscono un
mondo intero.
fondamentale,
Al tempo stesso, il “saper fa-
avendo generato marchi di alta
re bene” è diventato l’elemen-
qualità noti e apprezzati nel
to caratterizzante e imprescin-
patrimonio
127
SANDRO BONDI
dibile dell’eccellenza ricono-
sign e modelli da parte di im-
sciuta al nostro Paese e il sim-
prese italiane, ossia il 17% del
bolo di uno stile di vita incon-
totale dei depositi.
Una
La moda, a sua volta, è un
cultura di prodotto radicata,
fenomeno ancora più com-
che però ha la forza di evolver-
plesso che si situa, al pari e
si incessantemente nel tempo:
forse più del design, alla con-
dalle botteghe rinascimentali
giunzione di due sistemi: quel-
alla cultura manifatturiera con-
lo del bisogno materiale del
temporanea.
consumo e della produzione e
fondibilmente
italiano.
Per quanto riguarda il comparto del design, la compo-
quello immateriale della creatività.
nente creativa che sta alla base
Il sistema della moda deve
del design è tipica delle produ-
quindi rapportarsi strettamen-
zioni delle economie post-in-
te al sistema produttivo e a
dustriali, in cui la qualità e l’uni-
quello creativo operanti su un
cità del prodotto costituiscono
dato territorio. La moda è un
variabili fondamentali su cui
bene culturale di grande valore
misurare il grado di competiti-
simbolico ed esprime identità e
vità sui mercati internazionali,
appartenenza ad un gruppo
al pari della tecnologia e del
sociale. È presente in tutti i
prezzo.
continenti, in quanto ogni real-
Per dare un’idea quantitativa
tà
locale
geograficamente
della vitalità di questo settore
identificabile con una cultura
in Italia, ricordo che nel 2009
presenta una moda, uno stile e
sono state depositate all’ufficio
una filiera produttiva. È inoltre
brevetti europeo 10.434 de-
parte di un mercato mondiale
128
1° Forum Mondiale sulla Cultura e sulle Industrie Culturali, Monza 2009
sul quale si confrontano sia le
eccellenza in tale campo e oggi
idee degli stilisti, sia il valore
sono attive ben 80.000 impre-
economico delle tradizioni in-
se nel settore, con più di 66
corporate nei tessuti, negli abi-
miliardi di euro di fatturato e
ti e nel loro design.
786.000 occupati.
In quest’ottica, l’ambito delle
Il tema prescelto dal Forum è
industrie culturali influenza an-
stato di notevole rilevanza an-
che il campo del turismo cultu-
che per lo “sviluppo sostenibi-
rale e sostenibile.
le” dei Paesi più poveri, in
Nel mondo vi sono circa 90
quanto in molti di essi la tradi-
musei dedicati alla moda, ai
zione dell’artigianato è ancora
tessuti e agli accessori, consi-
viva e può essere la molla per
derando anche i numerosi mu-
l’avvio di industrie culturali su-
sei nazionali e delle arti decora-
scettibili di valorizzare, insieme
tive che hanno una o più sezio-
alla creatività, anche le risorse
ni tematiche sul settore. La
umane di quei popoli.
maggior parte di essi ha sede
Oggi, infatti, le politiche di
nelle nazioni storicamente pro-
produzione di cultura, tese a
duttrici di tessuti e di moda. In
sostenere e incentivare la crea-
Italia, il numero preponderante
tività contemporanea, e le poli-
di tali collezioni museali è lega-
tiche che puntano a migliorare
to a specializzazioni produttive
la qualità e la capacità attrattiva
e del territorio, in particolare la
dei territori e del paesaggio,
produzione di tessuti, di acces-
acquistano un peso sempre
sori e di oggetti.
maggiore nella prospettiva di
Il nostro è un Paese che ha
solide e antiche tradizioni di
crescita
economica
di
un
Paese.
129
SANDRO BONDI
In questo senso creatività e
agli altri Paesi avanzati e alle
cultura sono un pilastro di
loro
quello che oggi viene definito
un’enorme attenzione anche
FIL (Felicità Nazionale Lorda),
per i Paesi in via di sviluppo e la
inteso come l’indice per misu-
loro grande tradizione cultura-
rare non più solo la produzione
le. Con i primi compete per in-
come il Pil, ma anche la qualità
novazioni ed economia della
della vita.
conoscenza, con i secondi col-
Creatività e cultura sono
dunque un binomio indissolu-
tecnologie,
ma
nutre
labora per valorizzare le loro
culture e la loro creatività.
bile, un meccanismo di succes-
Sottolineo inoltre il ruolo
so che può consentire a un
centrale svolto dalle donne nei
Paese di affrontare con mag-
settori in questione, in partico-
giori probabilità di successo le
lare l’artigianato e la moda, ove
sfide della globalizzazione.
la creatività femminile ha do-
La cultura rappresenta anche
nato al mondo emozioni e so-
una componente importante
gni che contribuiscono a for-
per la qualità sociale, perché la
giare la parte più affascinante
sua produzione e consumo
del nostro immaginario collet-
quotidiani favoriscono un mi-
tivo.
glioramento del tessuto sociale
Aggiungo, a titolo di esem-
in termini di coesione della co-
pio, per evidenziare il crescen-
munità, qualità delle relazioni
te riconoscimento di tale ruo-
umane, sentimento di fiducia,
lo, che in Lombardia negli ulti-
disponibilità alla cooperazione,
mi 15 anni la presenza delle
senso di identità.
donne tra i “quadri” nel settore
L’Italia guarda ovviamente
130
manifatturiero è aumentata
1° Forum Mondiale sulla Cultura e sulle Industrie Culturali, Monza 2009
del 49% e tra i dirigenti del
alla luce tutte le potenzialità
106%.
del settore culturale sia in ter-
La scelta di ospitare questo
mini di contributo alla forma-
Forum nella Villa Reale di
zione del Prodotto Interno
Monza, fornendo all’evento
Lordo di un Paese – in Italia tale
un’opportuna cornice sceno-
settore, se si considera l’intera
grafica, vuole dunque dare il
filiera di produzione, rappre-
senso concreto del legame tra
senta il 9,31% del PIL e impiega
storia, cultura e creatività.
più di 2,8 milioni di lavoratori –
Diceva il poeta Thomas Eliot:
sia dal punto di vista degli ef-
“Avere senso storico significa
fetti sui processi di evoluzione
essere consapevole non solo
e cambiamento delle nostre
che il passato è passato, ma
società anche in chiave di mi-
che è anche presente”.
glioramento della democrazia.
Monza inoltre rappresenta
Non a caso, alcuni economi-
già nei fatti una realtà in cui
sti contemporanei sottolinea-
prosperano l’industria cultura-
no che la cultura, nel lungo
le, intesa come industria che fa
periodo, fa la differenza nel
sue l’originalità del design, la
successo delle nazioni, ricono-
ricchezza della moda e oggi
scendo il rapporto diretto che
anche, in questa magnifica se-
sussiste tra la cultura e la cre-
de che è villa Reale, pone una
scita di uno Stato, tra la cultura
forte scommessa sulla cultura.
e la democrazia.
Dunque Monza capitale dell’in-
Questo è un tema fonda-
dustria e al tempo stesso an-
mentale, che mi auguro possa
che della cultura.
presto divenire centrale nel di-
Il Forum di Monza ha portato
battito tra i decisori economici
131
SANDRO BONDI
e politici provenienti dal Sud e
dal Nord del mondo. Una chiave per costruire un futuro di
crescita e sviluppo in cui la cultura sia protagonista.
132
INNOV(E)TION VALLEY: LA VALORIZZAZIONE
DEL NORD-EST COME FUCINA
DI INNOVAZIONE E CREATIVITÀ
di Cristiano Seganfreddo
Il Nordest. Il Nordest. La loco-
prese, 15.000 Suv e un reddito
motiva d’Italia, la sacrestia del
pro-capite tra i più alti al mon-
Bel Paese, la terra della Lega e
do (anche non considerando il
delle tensioni
sommerso).
secessionistiche. Il posto dei
La sola provincia di Vicenza
“schei” ovvero dei soldi. Un
(l’Associazione Artigiani conta
luogo pensato spesso per luo-
22 mila associati, quella indu-
ghi comuni, dove amano anda-
striale 10 mila) esportava nel
re gli inviati speciali dei grandi
2001 quanto la Grecia e il
giornali, italiani ed esteri, per
Portogallo insieme. Un territo-
capire dove si addensa parte
rio di 700 mila abitanti come
della ricchezza mondiale e rela-
due
tive contraddizioni.
piattaforma economica, mai
nazioni.
Un’incredibile
Il Nordest è una megalopoli
verificata e mai letta nella sua
inconsapevole, con 6 milioni di
complessità e unicità, che ri-
abitanti,
Los
serva un’altrettanto curiosa e
Angeles (tra Veneto, Friuli e
bulimica capacità contempora-
Trentino), con una decina di
nea, legata al design industria-
province, emblema della città
le, in un atipico quanto fortu-
diffusa, come scrive Richard
nato dialogo tra produzione,
Burdett: quasi 3000 zone indu-
arte e invenzione.
estesa
come
striali, 350 musei, 500 mila im-
Nel 1973 il Nordest portava il
133
CRISTIANO SEGANFREDDO
colore rosa nella cartina econo-
così veloce hanno prodotto in-
mica dell’Italia. Un rosa che
fatti l’incapacità politica interna
aveva la stessa intensità della
di generare un racconto, di
Calabria: regione depressa e
leggerne le fasi epiche (perdo-
contadina. Solo dieci anni dopo
nate il termine) per la creazio-
quelle terre contadine vengo-
ne e gestione di un territorio
no sostituite da micro - zone
proprio perché non se ne co-
industriali. I garage diventano
noscono realmente i termini,
piccoli laboratori, le villette uni-
gli attori ne le scene. E tutto è
familiari proto aziende, gli al-
stato ridotto a numeri, prodot-
beri degli zoccoli quelli della
ti, merci e mai a contenuti.
ricchezza. Tutti cominciano ad
Proviamo invece a vedere co-
“intraprendere”, a mettersi in
sa succede se prendo come
proprio. E in settori tra loro
metro di misura e di racconto
così diversi e spesso senza nes-
un raggio di 250 metri. Per
sun legame. Il tutto ad una ve-
spiegare cos’è il nuovo nordest
locità frenetica e senza alcun
che ha trovato un nuovo no-
dispositivo di controllo o di ge-
me, partirò piazzando un com-
stione urbanistica. Arrivano i
passo a Vicenza Ovest. Uscendo
soldi, arriva il benessere. E così
da una delle due gallerie sull’A4,
arriva anche una attenzione-
la Milano-Venezia, ci si trova
tensione nazionale ed interna-
immersi in una oscura e appa-
zionale verso questo territorio
rentemente grigia zona indu-
a grande capacità produttiva
striale. Appare sulla destra un
ma a cui non viene mai conces-
grande capannone con un lo-
sa la patente creativa ed ideati-
go anni ‘50. E’ la Campagnolo
va. Uno sviluppo e uno strappo
che mezzo secolo fa inventa il
134
Innov(e)tion Valley: la valorizzazione del Nord-Est come fucina di innovazione e creatività
cambio della bicicletta. Gli in-
ve si fermano settimanalmente
granaggi ciclistici confinano
i signori di Alaya o di Yves Saint
con Zambon, storica azienda
Laurent, o la Sonus Faber, che
farmaceutica (il Fluimocil per
per gli appassionati di musica
capirci), che guarda il cubo ne-
corrisponde
ro di Dainese, leader mondiale
nell’acustica.
al
massimo
dell’abbigliamento per motoci-
E a pochi passi una villa
clisti e non solo. Dainese guar-
Veneta, è la sede del Cuoa, (12
da Bottega Veneta, storico
mila masteristi/studenti l’anno)
marchio, rilanciato, del fashion
pensato oltre mezzo secolo fa
mondiale che ha fatto dell’arti-
per formare la classe dirigente.
gianalità un must internaziona-
Per chiudere questa veloce
le. Il fashion è “protetto” da
compassata-comparsata
Valbruna e Beltrame, due ac-
pensa Bisazza con una sede
ciaierie leader nelle lavorazioni
museale. Bisazza in meno di 5
speciali. Dall’altra parte della
anni ha reinventato semantica-
strada si vedono invece gli ot-
mente il mosaico, portato ad
tovolanti o i paperi giganti di
essere lusso.
ci
Zamperla, massimo riferimen-
Quello di Vicenza Ovest è
to nel mondo delle giostre. Da
semplicemente un piccolo, pic-
quel capannone nascono i par-
colissimo, episodio che capita
chi Disney. A proteggere invece
altre centinaia di volte in
il confine nord ci pensa il “ma-
Veneto. Ma è la rappresenta-
gnete” della Fiera di Vicenza,
zione perfetta del Nord-Est
primo polo al mondo per l’oro.
nella sua parcellizzata incapaci-
E vicino la Miles, con il più gran-
tà di trasformare la somma di
de archivio della maglieria, do-
migliaia di storie di successi in
135
CRISTIANO SEGANFREDDO
una storia da raccontare al
ne secondo una prospettiva
mondo.
inedita.
Oggi
nasce
così
Innov(e)tion Valley come rispo-
Possibilmente rimescolando-
sta ai noiosi, qualunquisti, pre-
li, e intravedendo nuovi legami
giudizi di chi considera questa
e chiavi di lettura che suppor-
terra capace di produrre solo
tati da una visione sensata con-
“schei”. Nella sua criticità politi-
feriscano nuovo valore e forza.
ca ed economica questa rima-
Da questo parte Innov(e)tion
ne la terra della nuova classe
Valley. Dall’idea che il Nord-Est
creativa, della produzione e
sia essenzialmente un territo-
creazione di beni immateriali,
rio di eccellenze e imprendito-
che poggia su un incredibile ed
riale, che solo nel 2000 era in
indiscutibile piattaforma stori-
grado di esportare come la
ca ed artistica, che va da
Spagna e il Portogallo insieme.
Venezia a Verona. Il problema
Un territorio composto da pic-
reale è che non sa di avere
cole e medie aziende che han-
questa unicità. Non se lo dice.
no prodotto fatturati impres-
E non lo comunica. Che la crisi
sionanti. Un’area che oggi deve
ci sia è un dato di fatto. E ogni
affrontare la crisi globale chie-
crisi richiede un ripensamento.
dendosi quali siano i cambia-
Senza distruggere o negare
menti, micro e macro da met-
quel che si è o quel che c’è già,
tere in atto per risultare con-
si può semplicemente sceglie-
temporaneo. Per risultare uni-
re di operare un processo che
co. Per riuscire nuovamente ad
sia creativo nella sua capacità di
essere uno dei contesti più
leggere lo stato dell’arte e rive-
competitivi del mondo, in una
dere gli elementi a disposizio-
fase di calo dei consumi, satu-
136
Innov(e)tion Valley: la valorizzazione del Nord-Est come fucina di innovazione e creatività
razione dei mercati e di avan-
si legge su svolte all’insegna
zamento dei cosiddetti paesi
della
emergenti. Un’area che nei de-
rivitalizzato territori e rimesso
cenni passati ha raggiunto ri-
in
sultati strabilianti, ma che oggi
dell’Innov(e)tion Valley, però, è
deve confrontarsi con nuovi
che ogni caso sia a sé, che non
scenari e nuove impellenze,
ci siano ricette predefinite e
che richiedono necessariamen-
totalmente trasferibili, e che
te strumenti adeguati, idonei
per parlare di “rinnovamento”
ad affrontare un contesto
e “riqualificazione” del Nord-
competitivo che dà sempre più
Est sia indispensabile osservare
valore al significato simbolico
e analizzare le sue imprese.
della merce e del consumo.
Cercando una modalità per
Rendendo necessario un rap-
dare vita in modo sensato ad
porto stretto e innovativo tra
una
le imprese e il territorio in cui
orientata
sono radicate, l’interazione tra
all’innovazione sulla base delle
la parte economica e un conte-
ricchezze e le attività che già
sto culturale e sociale di eccel-
animano il territorio. Cercando
lenza in grado di favorire la
essenzialmente
creazione di prodotti e proces-
nuove forme di produzione di
si di alta qualità.
senso e significato, e far
creatività
piedi
che
economie.
vera
fase
alla
hanno
L’idea
economica
creatività
di
e
attivare
La letteratura e le teorie sulla
convergere le singole storie in
crisi e sul post-industriale non
un’unica narrazione condivisa,
mancano. Così come i casi
capace di dare forza a nuovi
internazionali da cui prendere
stimoli
spunto. Tanto si dice, si scrive e
internazionale.
a
livello
locale
e
137
CRISTIANO SEGANFREDDO
Potendo osservare questo
studi di artisti, designer e
sette
grafici, dove ci sono scuole
province, ma più simile ormai
d’eccellenza e dove l’arte e la
ad una grande città diffusa
cultura
contemporanea
vasta come Los Angeles, non è
convivono
con
difficile
architettonici
territorio
fatto
rendersi
di
conto
di
capolavori
di
fama
quanto sia abitato da aziende
internazionale. Questo è il
che in moltissimi casi sono
Nord-Est
diventate leader mondiali nel
Valley, sul quale esso lavora
proprio settore, dalla moda al
cercando
design, alla tecnologia. Aziende
fornire quel che manca per
i cui risultati impressionanti
ridare a questo territorio una
sono stati sempre analizzati in
forza
termini quantitativi e poco
momento sembra vacillare.
qualitativi, dando poco spazio
Una forza che può provenire
ad una valutazione dei processi
solo dalla capacità di attivare
unici e alle peculiarità di cui
un
ogni soggetto era capace.
concertazione tra territorio,
Osservandolo, il Nord-Est è ben
istituzioni e imprese, e da uno
lontano dall’essere una terra
scambio fitto e continuo di
dove contano solo gli “schei”,
esperienze,
ma
un
informazioni tra questi mondi,
territorio nel quale le aziende
che non possono più limitarsi
hanno una naturale familiarità
entro confini settoriali. L’unica
con la creatività (dato il proprio
possibilità di recupero si può
core
intravedere
risulta
piuttosto
business),
dove
numerosissimi sono i piccoli
138
dell’Innov(e)tion
di
provvedere
competitiva
profondo
che
processo
competenze
dunque
a
al
di
e
nella
capacità di attivare processi di
Innov(e)tion Valley: la valorizzazione del Nord-Est come fucina di innovazione e creatività
eccellenza che coinvolgano
dall’essere
un
progetto
cittadini, imprese e artisti, di
studiato a tavolino, è nato
proporre progetti e processi
come conseguenza naturale di
culturali che non abbiano nulla
un processo durato alcuni anni,
di naif o folkloristico ma siano
guidato da Fuoribiennale di
in grado di produrre senso,
Vicenza e fatto di incontri con
aprire la strada all’inaspettato,
il pubblico, eventi sul territorio,
aumentare
raggio
di
rapporti con le associazioni di
l’accesso
ad
categoria, con le maggiori
esperienze di qualità per il
istituzioni pubbliche, con gli
singolo e per la collettività. Solo
imprenditori e gli artisti. Un
così, attraverso lo scambio e
progetto scaturito da una
l’ibridazione tra le aziende e la
conoscenza approfondita delle
cultura contemporanea, e con
tante
il supporto delle istituzioni, si
imprenditoriali,
potrà produrre innovazione e
istituzionali
avere aziende consapevoli delle
accomunate da esperienze di
proprie radici ma pienamente
indubbia eccellenza e dal forte
contemporanee,
bisogno di trovare un filo
possibilità
il
e
capaci
di
realtà
locali
-
culturali
e
-
sempre
attivare processi di alto livello e
conduttore
competitivi, capaci di porsi
proiettarle
domande inedite. Trovando
includerle in un network per
risposte che aprono la strada a
sentirsi parte di una collettività
percorsi mai sondati, quindi
in cui riconoscersi, capace di
innovativi.
dare
Questo il punto di vista di
Innov(e)tion Valley, che lontano
un
capace
nel
di
futuro,
nuovo
slancio
di
e
autorevolezza internazionale.
Innov(e)tion
Valley
è
nato
139
CRISTIANO SEGANFREDDO
quindi come risposta ad una
equilibrio (culturale, sociale,
domanda
che
economico). Un territorio in
prescindesse dall’appartenenza
grado di nutrire i talenti, attirarli
politica,
e favorire progetti sperimentali
di
o
network
dalla
categoria
economica, è scaturito dal
e
bisogno di trovare codici di
internazionale. Per rendere
comunicazione
tra
quest’area la capitale di un
settori e individui che pur
Made in Italy all’avanguardia e
abitando
realmente contemporaneo.
e
comuni
agendo
nel
innovativi
di
standard
medesimo territorio hanno
È da questa lunga con-
spesso parlato lingue diverse o
certazione che si è cominciato
perseguito
a
obiettivi
poco
lavorare
sul
Nord-Est
Innov(e)tion
intendendolo come Innov(e)
Valley è nato con l’intento di
tion Valley, l’area al mondo con
avvicinare tutte le eccellenze
il più alto tasso di industrie
del
confrontabili.
attivare
della creatività e dell’inno-
processi veramente creativi e
vazione: una rete di 450 mila
innovativi
imprese tra il mondo del
Nord-Est
ed
che
mettano
le
fashion, del design, della tec-
imprese e il territorio. Per
nologia estesa su una vasta
generare in primis azioni e poi
area metropolitana con circa
comunicazione. Per creare un
4.738.313 abitanti, che vivono
territorio capace di pensarsi e
nel cuore del vortice della
agire come sistema, anzi, come
ricerca,
un eco-sistema in cui ogni
dell’arte.
direttamente
parte
è
in
gioco
indispensabile
al
mantenimento di un buon
140
della
tecnologia
e
COMUNI E CULTURA: SPESA O INVESTIMENTO?
di Chiara Tullio
Cosa significa oggi “fare cultura” in un Comune veneto?
che, se per il passato gli enti
locali compensavano in parte i
Questo è uno degli interro-
tagli statali investendo in cultu-
gativi ai quali gli amministratori
ra e turismo, ora i Comuni, nel
locali sono chiamati a dare ri-
medesimo settore, da un inve-
sposta, in un momento in cui
stimento medio del 3,5% sono
governare deve voler dire tro-
scesi al 2,7% dei propri bilanci1.
vare delle nuove strategie di
Questi dati, certo, devono
sviluppo economico e sosteni-
essere relazionati alla generale
bile del territorio.
crisi economica del Paese e per
Che esista un nesso tra cultu-
i Comuni ai tagli dei trasferi-
ra ed economia, e quale esso
menti statali e ai vincoli di bi-
sia, non è ancor oggi così evi-
lancio imposti dal patto di sta-
dente, tanto che lo scorso an-
bilità interno, ma sono anche
no il bilancio del Ministero per i
una spia di come la cultura non
Beni e le Attività Culturali è pas-
sia considerata un elemento
sato a 1.568 milioni di euro, dai
strategico di sviluppo econo-
2.037 milioni dell’anno prece-
mico.
dente, e tale cifra è in ulteriore
Un vero paradosso, dato che
riduzione. Inoltre, va rilevato
le statistiche indicano come le
1 Dati inseriti nel VI Rapporto Annuale Federculture.
141
CHIARA TULLIO
risorse turistiche e culturali del
Ritengo semplicistico snoc-
nostro Paese abbiano delle
ciolare le cifre della crisi, credo
enormi potenzialità e ancora
invece che per dare risposta a
grande margine di sviluppo.
questo interrogativo sia neces-
L’Italia, infatti, continua ad
sario riflettere sui termini: gli
esercitare sugli stranieri il fasci-
enti pubblici, ad esempio, uti-
no del gran tour, al quale va
lizzano la parola “spesa” e non
aggiunto l’interesse per le tra-
“investimento” culturale.
dizioni locali e per il nostro patrimonio enogastronomico.
Questo a riprova del fatto
che la cultura è ancor oggi per-
Anche le famiglie italiane si
cepita come costoso passa-
dimostrano più disposte a in-
tempo e non come valore fon-
vestire in cultura e tempo libe-
damentale per la crescita di
ro, tanto che la spesa in questo
una comunità, nonché come
settore è passata dai 48 miliardi
possibile settore di traino eco-
del 1998 ai 64 miliardi del 2008,
nomico.
con un incremento del 34%.2
Per invertire la tendenza va
Se, dunque, gli utenti del
innanzitutto modificata questa
servizio esistono e sono dispo-
miope visione, cominciando da
sti a spendere, la materia prima
coloro che sono competenti in
non manca – visto l’enorme e
materia di valorizzazione e pro-
diversificato patrimonio cultu-
mozione del patrimonio cultu-
rale italiano – e le professionali-
rale. Tali compiti, a partire dal
tà del settore abbondano, per-
1998, sono stati trasferiti dallo
ché il settore pubblico investe
Stato alle Regioni, che sono
sempre meno in cultura?
dunque chiamate ad elaborare
2 Ibidem
142
Comuni e cultura: spesa o investimento?
nuove politiche di sviluppo del
pensamento sulla mobilità, il
settore turistico e culturale.
trasporto pubblico dovrebbe
Dalle
rilevazioni
di
essere infatti finalizzato a facili-
Regione
tare l’accesso e la raggiungibili-
Veneto si attesta al decimo po-
tà dei centri minori e andrebbe
sto in Italia per investimento in
incentivata la realizzazione di
cultura e al dodicesimo posto
un piano per la mobilità soste-
turismo3.
nibile. Quindi andrebbe poten-
Due posizioni piuttosto basse
ziata e qualificata l’accoglienza
nelle graduatorie nazionali, se
turistica, favorendo anche la
pensiamo che la nostra Regione
creazione di alberghi diffusi.
è ai primi posti, assieme a Lazio
Sarebbe utile inoltre creare una
e Toscana, per quantità di ope-
rete promozionale che sfrutti i
re d’arte e vanta pregiate risor-
centri culturali di eccellenza e
se naturalistiche ed ambientali.
di maggior richiamo per far
Federculture,
la
per investimento in
In questo panorama, ritengo
conoscere ai turisti anche l’of-
che l’impegno della Regione
ferta culturale delle piccole re-
debba andare nella direzione di
altà, possibilmente attraverso
puntare ad una progettazione
biglietti unici per la visita di di-
sul lungo periodo che abbia
versi musei e istituti culturali
come obiettivo la creazione un
dislocati. Necessaria è anche
“sistema turistico - culturale”.
un’azione di programmazione
Provo ad ipotizzare alcuni in-
e coordinamento delle mag-
terventi prioritari: la pianifica-
giori iniziative e manifestazioni
zione regionale dovrebbe pre-
realizzate nel territorio regio-
vedere in primo luogo un ri-
nale.
3 Elaborazione Federculture su dati TCI 2007.
143
CHIARA TULLIO
Credo, infatti, che il migliora-
getti titolari della gran parte
mento dell’offerta culturale
degli istituti cultuali non statali
della nostra Regione passi at-
del Veneto e a loro compete la
traverso il sostegno e la messa
gestione degli stessi e l’orga-
in rete di quelle iniziative che
nizzazione di iniziative volte a
vanno a valorizzare le specifici-
promuovere la cultura e la sto-
tà culturali territoriali. Il model-
ria delle singole realtà. Molto
lo museale tipico dell’Italia è
spesso, i Comuni si trovano
infatti quello del “museo diffu-
anche a gestire indirettamente
so” e carattere locale hanno
gli istituti culturali, tramite fon-
anche le manifestazioni cultu-
dazioni o enti strumentali, o ad
rali, espressione del genius lo-
attuare sinergie pubblico-pri-
ci.
vate con collezionisti, enti reli-
Lo stretto rapporto tra i luo-
giosi, aziende.
ghi di cultura e le comunità lo-
Ritengo in ogni caso fonda-
cali è evidente anche nella no-
mentale il riconoscimento da
stra Regione, prova ne è il fatto
parte degli amministratori lo-
che in Veneto esistono 18 mu-
cali del valore della partecipa-
sei statali e 312 non statali, di
zione della società civile (rap-
cui 130 privati e 182 pubblici;
presentata da associazioni, co-
tra questi ultimi 2 sono di pro-
mitati o gruppi informali) all’at-
prietà della Regione, 7 della
tività culturale dei Comuni.
Provincia
“L’uomo è veramente uomo
e
ben
133
dei
Comuni4.
I Comuni sono dunque i sog-
solo grazie alla cultura”, afferma Hegel nelle sue Lezioni di
4 Istat, Indagine sugli istituti di antichità e d’arte e i luoghi della cultura non
statali.
144
Comuni e cultura: spesa o investimento?
storia della filosofia. In virtù
stici e culturali permetterebbe
di tale assunto, tuttavia, non si
di ampliare l’offerta di lavoro.
può abusare del concetto di
Il ragionamento porterebbe
sussidiarietà, perché il coinvol-
ad affermare, dunque, che “fa-
gimento esclusivo di volontari
re cultura” significa “produrre
nelle attività turistico - cultura-
ricchezza”, creando occupazio-
li, al fine di risparmiare, svaluta
ne, richiamando nuovi seg-
sia il lavoro degli stessi volonta-
menti di domanda turistica, ma
ri che il valore dell’attività cul-
anche incentivando la coesione
turale.
sociale.
In riferimento a quest’ambi-
Perché “fare cultura” in un
to, va rilevato che il Veneto è
Comune veneto non può voler
all’ultimo posto tra le Regioni
dire solamente tenere aperta
del Centro e del Nord Italia per
una biblioteca o sponsorizzare
occupati nell’ambito culturale,
la sagra paesana, ma significa
infatti la quota di unità di lavo-
valorizzare l’identità di una co-
ro impiegate nel settore cultu-
munità, coinvolgere i nuovi cit-
ra e ricreazione è all’1,1%, al di
tadini e l’associazionismo locale
sotto di 0,3 punti percentuali
nella ricerca di valori comuni e
italiana5.
di modalità di diffusione di
Tornando a fare i conti con la
questi ultimi, trasmettere alle
crisi, anche in questo caso è
nuove generazioni l’amore per
evidente che, in un momento
la storia, il teatro, la musica, le
in cui la disoccupazione giova-
opere d’arte, la letteratura, at-
nile si attesta al 28,6%, incenti-
traverso una progettualità con-
vare l’economia dei servizi turi-
divisa con le realtà educative
rispetto alla media
5 Istat, Conti economici regionali.
145
CHIARA TULLIO
del territorio; tutto ciò attra-
re: gli amministratori pubblici
verso il riconoscimento e l’ade-
“faranno cultura” solo se cre-
guamento a standard qualitati-
deranno che i loro enti non
vi delle già note realtà museali
“spendono” in cultura, ma “in-
ma anche di collezioni ed archi-
vestono” in essa.
vi minori e di privati, mediante
la creazione di un calendario di
eventi ricco ed eterogeneo,
l’individuazione di strategie di
marketing territoriale atte a richiamare i turisti italiani e stranieri e, in particolare, la creazione di una rete progettuale
ed operativa sovra comunale,
finalizzata alla promozione turistica e culturale di aree territoriali più ampie rispetto ai singoli Comuni. L’ipotesi di creazione di una sinergia tra diverse
amministrazioni comunali e tra
queste e le realtà private permetterebbe una ancor maggiore sostenibilità finanziaria
delle iniziative culturali.
Credo tuttavia che dati e proposte, da soli, non siano sufficienti a rilanciare questo setto146
LA TESTIMONIANZA
di Francesco Olivieri
Se entrate in una libreria, vi
quello che ho venduto col mio
rendete conto di quanto possa
primo romanzo, per poi diveni-
essere difficile fare lo scrittore.
re famosissimo dopo la morte.
In particolar modo se siete un
Anche
emergente, ovvero un essere
Mann è uno scrittore da ta-
che aspira a emergere da quel-
gliarsi le vene. Se poi associato
la marea di libri che sovrastano
a Visconti, il taglio è netto di-
gli scaffali che avete di fronte.
rettamente sull’aorta. Avevo
Per quanto mi riguarda, l’inizio
questo blog, scrivevo per esse-
della mia avventura nel mondo
re considerato, anche perché
della scrittura è avvenuta due
tutti sul blog scrivono degli af-
anni fa. Scrivevo su un blog di
fari loro nella speranza che ci
una piattaforma ormai molto
siano persone a cui interessi
nota in Italia, Splinder per in-
quello che viene scritto. In
tenderci, e diciamo che usavo
questo mondo virtuale, avevo
questo mezzo più per intorta-
cominciato a delineare a grandi
re cybernaute che per real-
linee, tutte quelle caratteristi-
mente scrivere cose degne di
che del mondo maschile e
nota. Insomma non ero certo
femminile. Senza pudore e
un Thomas Mann, per fortuna
senza ritegno, scrivevo esatta-
dico io, anche perché magari
mente quello che migliaia di
oggi venderei forse meno di
persone pensano ancora oggi,
perché
diciamocelo,
147
FRANCESCO OLIVIERI
ma non dicono perché non sta
ormai anzi ero convinto che il
bene. Il perbenismo, i tabù,
mio libercolo di 96 pagine non
l’ipocrisia regnano ancora so-
venisse preso in considerazio-
vrani in questa società.
ne. Poi arriva un giorno la chia-
Scrivo, vedo che piace, met-
mata da parte di un micro edi-
to tutto in un file word, crean-
tore, nuovo sulla scena lettera-
do una storia che avesse un
ria, mi fa capire che il romanzo
senso cronologico e spedisco il
è bello e che sarebbe intenzio-
tutto a otto case editrici.
nato a pubblicarlo senza chie-
Ovviamente le grandi, non mi
dermi un euro.
hanno mai risposto. Le piccole
Nasce il mio romanzo, “La
invece sì, subito. In particolare
milonga dei maroni cotti” pub-
quelle che promettevano un
blicato da Leone editore, e la
contratto editoriale, come “Il
mia gioia è alle stelle.
Filo Editore”, con stampa di tot
Nel panorama culturale ve-
copie, a patto di pagare una
neto non ho ricevuto molto
somma pari a circa 1500 euro.
appoggio per questo mio ro-
Proposte del genere ne ho ri-
manzo. Ho girato tutta Italia,
cevute parecchie. Ed è estre-
ma Verona, città dove vivo,
mamente triste, vedere quanti
non ha nemmeno preso in
autori o pseudo tali, pur di ve-
considerazione il mio libro, ne-
dere il proprio file word stam-
anche per una presentazione,
pato con tanto di copertina, si
anche minima in qualsiasi libre-
svendano per questi editori, se
ria della città. Troppo diretto?
così li possiamo chiamare. Io
Troppo dissacrante per una cit-
non ho cacciato un soldo, mi
tà che comunque non vanta
sono affidato alla fortuna, e
certo tra le sue caratteristiche
148
La testimonianza
l’apertura mentale? Fatto sta,
montagna? Non so, forse farei
che solo dopo parecchio tem-
bene a darli alla Chiesa.
po, sono riuscito a ottenere
Il Veneto è una strana regio-
una presentazione nella città
ne, si vanta di essere leghista e
scaligera, grazie ad un amico
porta come bandiera un leone
all’interno di un circolo cultura-
che di certo non fa parte della
le. La scena è stata comunque
fauna autoctona, e in questo
stupenda. Io le copie del mio
paesaggio culturale, gli scritto-
romanzo non le avevo, e quin-
ri, quelli emergenti come me,
di mi sono fiondato alla Fnac,
tentano di raccontare la real-
ho comprato tutte le copie che
tà senza false demagogie.
avevano sugli scaffali e le ho
Verona è il centro della cultura
portate alla presentazione, cer-
della lirica, ma per i giovani
cando così di vendere qualco-
esordienti non ha fatto un
sa. Effettivamente è stato un
granché. Le amministrazioni lo-
successo. Ho venduto parec-
cali, dovrebbero tenere più in
chio per essere un emergente
considerazione i giovani esor-
“sommerso” dalle migliaia di
dienti, e cercare di renderli
copie di romanzi di milioni di
protagonisti
scrittori di ogni genere che in-
Questo non è avvenuto. La cit-
vadono le librerie. Sono felice
tà e la sua amministrazione
di aver venduto in soli sei mesi
non hanno fatto nulla per sup-
ben 436 copie per un ammon-
portare non solo la mia opera
tare di guadagno lordo pari a
ma anche le opere di altri gio-
76 euro. Ora però sono indeci-
vani esordienti veronesi, che
so come spenderli. Una villa al
ogni giorno sul loro sito perso-
mare? Uno yacht? Una casa in
nale,
sulla
sul
loro
territorio.
pagina
di
149
FRANCESCO OLIVIERI
Facebook, fanno a gomitate
trici importanti non vendano
per avere un minimo di visibili-
più di mille copie, ma diciamo
tà. Sarebbe opportuno che le
che la pubblicità e la distribu-
amministrazioni locali, dessero
zione sono dei canali fonda-
maggiore attenzione alla cultu-
mentali per farsi conoscere.
ra che si manifesta all’interno
Ricordo ancora quando ho
delle proprie mura, prima di
mandato a mie spese, il mio li-
chiamare i soliti personaggi fa-
bercolo non so a quanti maga-
mosi che essendo famosi, di
zine, giornali e periodici del
certo non necessitano di visibi-
settore. Essendo giornalista,
lità.
credevo comunque di riuscire
Per quanto riguarda il mon-
ad avere un aiuto dai miei col-
do dell’editoria, beh noi scrit-
leghi. A parte il capo redattore
tori emergenti siamo spesso
della pagina cultura del quoti-
presi per il collo. Nel mio caso
diano
specifico non posso lamentar-
Bellomo (anche lui scrittore) e
mi, il mio editore è serio, ha
la redazione del Corriere del
stipulato un contratto con una
Veneto (con la quale ho colla-
della più importanti agenzie di
borato 4 anni), non ho avuto
distribuzione e questo dà la
nessuna recensione. Perché?
possibilità ai lettori di trovare il
Perché, come mi ha spiegato
romanzo anche in zone sper-
una mia amica giornalista di
dute della penisola. Ebbene sì,
Roma, le recensioni vengono
perché quando uno ha scritto
fatte ai nomi che si conoscono
e pubblicato, non è detto che
e a quelli nuovi, solo se hanno
sia poi letto. Verissimo il fatto
una
che titoli anche delle case edi-
Quindi per quanto possa esse-
150
“L’Arena”,
distribuzione
Donatello
capillare.
La testimonianza
re un libro meraviglioso, per
no, recensire lo scritto lasciato
quanto magari possa essere
nella pagina web. Così, lo pseu-
anche geniale ( non è il mio
do scrittore, naviga nella rete,
caso, il mio è nato per farsi
crea catene di amicizie virtuali,
quattro amare risate), rimane il
e leggiucchiando qua e là, cer-
fatto che se non si ha una di-
ca il consenso di bloggers per
stribuzione totale, non si riesce
dimostrare una cosa: “Io esi-
ad ottenere una recensione.
sto”. Ecco, la scrittura contem-
Scrivere è una passione, e in
poranea si basa anche su que-
Italia spesso ci sono più scritto-
sto, sull’affermazione del pro-
ri che lettori, questo perché
prio essere. Scrivendo in un
con l’avvento di internet e dei
mondo virtuale, si interagisce
blog, la gente si dedica a mo-
con gente di tutto il mondo, e
strare le proprie capacità (spes-
questo può essere un ottimo
so pari allo zero, diciamocelo).
mezzo, per raccogliere gli
La scrittura che nasce dal blog,
spunti e i consigli di persone,
nasce dall’esigenza da parte di
che senza internet non avreb-
chi posta in un blog di avere un
bero mai avuto modo di dare
immediato riscontro di quello
una loro opinione allo scrittore
che si ha scritto. Non è solo un
in erba di turno. Internet è la
foglio di parole che viene rin-
nuova forma di democrazia
chiuso in un cassetto, e che
letteraria e un ottimo trampo-
magari lo si fa leggere alla pro-
lino per affermare la propria
pria ragazza, o all’amico di tur-
identità e dimostrare il proprio
no. Diviene un diario persona-
talento. Credo che sempre più
le, dove tutti possono libera-
il mondo della scrittura sarà le-
mente commentare e perché
gato a questo mezzo, e sem151
FRANCESCO OLIVIERI
pre più le recensioni di gente
comune avranno maggior peso dei critici letterari, spesso
obbligati a recensire libri perché indotti amorevolmente o
meno, dalle grandi case editrici.
www.olivierifrancesco.it
152
LA POLITICA EUROPEA PER IL TURISMO:
NUOVE OPPORTUNITÀ PER IL TERRITORIO
di Lorella Di Giambattista
Il Trattato di Lisbona, entrato
ambiente propizio allo sviluppo
in vigore il 1 dicembre 2009, ha
delle imprese e a favorire la
attribuito all’Unione europea
cooperazione tra Stati membri,
una competenza specifica in
in particolare attraverso lo
materia di turismo. In base
scambio delle buone pratiche.
all’articolo 6 del Trattato sul
Al fine di realizzare questi
funzionamento
dell’Unione
obiettivi, le istituzioni europee
europea, il turismo rientra tra
deliberano secondo la proce-
le materie nelle quali l’Unione
dura legislativa ordinaria, ovve-
ha competenza per svolgere
ro con decisione a maggioran-
azioni intese a sostenere, coor-
za qualificata, stabilendo le mi-
dinare o completare l’azione
sure specifiche destinate a
degli Stati membri. L’articolo
completare le azioni svolte ne-
195 del medesimo Trattato affi-
gli Stati membri, ad esclusione
da all’Unione il compito di
di
completare l’azione degli Stati
delle disposizioni legislative e
membri nel settore del turi-
regolamentari nazionali.
qualsiasi
armonizzazione
smo, in particolare promuovendo la competitività delle
In effetti, il turismo è un set-
imprese; più precisamente,
tore chiave dell’economia eu-
l’azione dell’Unione è intesa a
ropea, che comprende un in-
incoraggiare la creazione di un
sieme molto variegato di attivi153
LORELLA DI GIAMBATTISTA
tà e di aree geografiche e coin-
della forza lavoro totale (ap-
volge soggetti ed operatori sia
prossimativamente 9,7 milioni
pubblici che privati; l’esercizio
di posti di lavoro), percentuali
delle competenze in materia è
che si innalzano a circa il 10%
fortemente decentrato, con
del PIL dell’Unione europea e il
un ruolo di primo piano delle
12% della forza lavoro, se si
autorità
locali.
considerano i settori correlati. Il
L’Unione europea è il più im-
turismo è importante anche
portante mercato turistico del
per l’offerta di opportunità la-
mondo, sia come fonte di turi-
vorative per i giovani, che in
sti che come destinazione: nel
questo settore costituiscono il
2008 il numero di viaggi effet-
doppio della forza lavoro ri-
tuati dai cittadini europei ha
spetto agli altri settori dell’eco-
superato il miliardo, mentre
nomia. Negli ultimi anni, inol-
con 380 milioni di arrivi di turi-
tre, la crescita occupazionale
sti internazionali, pari al 42%
nel turismo è stata notevol-
degli arrivi a livello mondiale,
mente superiore rispetto a
l’Europa è la principale regione
quella di altri settori, mentre la
turistica mondiale.
contrazione dei consumi con-
regionali
e
Il turismo rappresenta la ter-
nessa alla crisi economica at-
za attività economica più rile-
tuale ha colpito il turismo in
vante d’Europa, in termini di
misura inferiore rispetto agli
volume d’affari e di numero di
altri comparti; la riduzione del
addetti; esso genera il 5% del
numero di turisti internazionali
PIL totale, con quasi 2 milioni di
in arrivo in Europa è stata infat-
imprese che danno impiego
ti controbilanciata dall’aumen-
approssimativamente al 5,2%
to dei viaggi dei cittadini
154
La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio
dell’Unione all’interno dei con-
ternet e della crescente impor-
fini nazionali ed europei.
tanza dell’organizzazione individuale dei viaggi, con una for-
motivi,
te riduzione del ruolo dell’in-
dall’Unione europea giunge
termediazione nell’attività turi-
oggi un forte impulso ad una
stica. Secondo quanto osserva-
nuova politica del turismo.
to nella Dichiarazione, l’indu-
L’obiettivo è quello di accresce-
stria europea del turismo si
re la visibilità dell’Europa quale
trova oggi ad affrontare la sfida
destinazione turistica e di pro-
di mantenere e rafforzare la
muovere
competitività
propria posizione in un conte-
dell’industria di settore unita-
sto sempre più competitivo,
mente ad un modello di turi-
caratterizzato dall’emergere di
smo sostenibile e socialmente
mercati molto forti sia come
responsabile, secondo quanto
concorrenti sia come fonte di
affermato
Per
tutti
questi
la
del
nuovi visitatori. In un contesto
Turismo dei 27 Stati membri
di questo tipo, il mantenimen-
dell’Unione europea con la
to di competitività del turismo
Dichiarazione di Madrid del 15
europeo richiede una strategia
aprile 2010. Negli ultimi anni, il
basata sull’eccellenza, sostenu-
turismo ha conosciuto signifi-
ta dalla creazione di reti di
cative trasformazioni a causa
esperti e di destinazioni, in mo-
della globalizzazione dell’eco-
do da facilitare la creazione,
nomia, dello sviluppo nel mer-
condivisione e diffusione di co-
cato europeo di compagnie
noscenza, innovazione, ricerca
aeree low-cost, della rivoluzio-
e sviluppo tecnologico.
dai
Ministri
ne tecnologica connessa ad in-
L’industria turistica europea è
155
LORELLA DI GIAMBATTISTA
costituita essenzialmente da
realizzare nell’Unione europea
piccole e medie imprese, che
una crescita intelligente (pro-
richiedono misure ed azioni
muovendo la conoscenza, l’in-
per il miglioramento dei risul-
novazione, l’istruzione e la so-
tati economici e per il rafforza-
cietà digitale), sostenibile (ren-
mento della competitività del
dendo la produzione più effi-
settore; al tempo stesso, però,
ciente sotto il profilo delle ri-
appare indispensabile poten-
sorse e rilanciando contempo-
ziare il contributo del turismo
raneamente la competitività)
allo sviluppo sostenibile, facili-
ed inclusiva (incentivando la
tando la creazione di posti di
partecipazione al mercato del
lavoro e di ricchezza, ma anche
lavoro, l’acquisizione di com-
la partecipazione attiva delle
petenze e la lotta alla povertà).
imprese e degli attori economici e sociali e la cooperazione
Sulla base delle indicazioni
tra Stati membri. Più precisa-
del Consiglio informale dei
mente, la sostenibilità del turi-
Ministri
smo europeo si articola in “cin-
Commissione europea in au-
que pilastri”, ovvero sostenibili-
tunno presenterà una Comu-
tà economica, sociale, territo-
nicazione per l’avvio delle nuo-
riale, ambientale e culturale;
ve azioni di dimensione euro-
valorizzando ciascuna di que-
pea a sostegno del settore. Le
ste dimensioni, il turismo potrà
quattro direttrici fondamentali
utilmente contribuire alla nuo-
di tali azioni sono state illustra-
va strategia economica “Europa
te da Antonio Tajani, Vicepre-
2020”, varata dalla Commissione
sidente della Commissione eu-
il 3 marzo 2010 allo scopo di
ropea, responsabile della DG
156
del
Turismo,
la
La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio
Imprese e industria, nel discor-
strumenti finanziari dell’Unio-
so di apertura alla Conferenza
ne europea.
europea degli stakeholders del
Per attuare queste priorità
Turismo, svoltasi a Madrid il 15
saranno presto avviate a livello
e 16 aprile u.s. Secondo il
europeo numerose iniziative.
Commissario europeo, l’obiet-
La Commissione intende in-
tivo principale della politica del
nanzitutto rafforzare l’impiego
turismo sarà il rafforzamento
delle tecnologie dell’informa-
della competitività sostenibile
zione e delle comunicazioni da
dell’industria europea del turi-
parte di soggetti pubblici e pri-
smo e la promozione della sua
vati attivi nel settore turistico
crescita sostenibile nell’Unione,
e, in particolare, da parte delle
con le seguenti linee di inter-
piccole e medie imprese, in
vento: stimolo alla competitivi-
modo da facilitare un accesso
tà e all’innovazione dell’indu-
ampio ed efficace ai servizi tu-
stria del turismo dell’Unione
ristici. A tale scopo, saranno
europea; promozione di un tu-
promosse attività di sensibiliz-
rismo sostenibile e responsabi-
zazione e partenariato, favo-
le nell’Unione europea e nei
rendo un più agevole accesso
Paesi emergenti e in via di svi-
al credito e una partecipazione
luppo; rafforzamento dell’im-
attiva ai diversi programmi eu-
magine e della visibilità dell’Eu-
ropei di ricerca ed innovazione.
ropa come insieme di destina-
La Commissione propone altre-
zioni sostenibili e di qualità,
sì un approccio globale che
presso i cittadini europei e dei
contemperi la prosperità eco-
Paesi terzi; integrazione del tu-
nomica del settore con la coe-
rismo nelle politiche e negli
sione sociale, la tutela dell’am157
LORELLA DI GIAMBATTISTA
biente e la promozione della
massimo le potenzialità attrat-
cultura delle destinazioni turi-
tive dell’Europa rispetto ai turi-
stiche europee; in tale ottica,
sti provenienti da paesi terzi.
essa intende sostenere e promuovere l’adozione da parte
In Italia il settore turistico
delle imprese turistiche euro-
rappresenta circa l’11% del PIL
pee delle pratiche più sosteni-
nazionale. Già da alcuni anni,
bili e socialmente responsabili e
malgrado il nostro Paese si
incoraggiare comportamenti
contraddistingua per la ric-
responsabili da parte dei turisti
chezza delle risorse naturali e
europei nei confronti dell’am-
per un immenso patrimonio
biente, della cultura e delle
storico, artistico e culturale, si
popolazioni locali visitate, sia in
registra, tuttavia, una situazio-
Europa che nei Paesi terzi.
ne di grave difficoltà. Nell’aprile
Infine, la Commissione propo-
2008
ne di sviluppare, in cooperazio-
Internazionale ha segnalato
ne con gli Stati membri e con i
una riduzione delle quote di
rispettivi enti nazionali del turi-
mercato italiane nel settore tu-
smo, nonché con l’industria
rismo rispetto ai principali Stati
europea, un “marchio Europa”,
dell’area mediterranea, sia per
che consenta di rafforzare l’im-
numero di turisti che per spesa
magine e la percezione dell’Eu-
media dei visitatori1, mentre
ropa come un insieme di desti-
nel
nazioni turistiche sostenibili e
Competitiveness Report 2009
di qualità, così valorizzando al
predisposto
il
Fondo
Travel
&
dal
Monetario
Tourism
World
1 IMF Country Report No. 08/145 “France, Greece, Italy, Portugal, and Spain –
Competitiveness in the Southern Euro Area”, 25 aprile 2008, p. 75.
158
La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio
Economic Forum2 l’Italia risulta
Italia anche l’inadeguatezza del
classificata al 28° posto su 133
sistema informativo e dei servi-
Paesi, superata di molte posi-
zi al turista, la mancanza di in-
zioni da Francia, Spagna e
frastrutture turistiche e la valu-
Grecia. Le cause individuate dal
tazione negativa del rapporto
FMI per la perdita di competiti-
qualità-prezzo. Altri fattori che
vità nazionale in questo ambito
incidono negativamente sul
sono di tipo essenzialmente
settore turistico sono gli osta-
strutturale: scarsa capacità di
coli normativi e burocratici:
attrazione degli investimenti
sotto il profilo della capacità
esteri e restrizioni alla proprietà
della legislazione nazionale di
straniera, inadeguatezza delle
attrarre imprese, lo studio
infrastrutture ferroviarie e por-
“Doing Business” della Banca
tuali e mancanza di politiche
Mondiale colloca l’Italia ultima
governative specifiche, basso
tra i paesi OCSE e 78° a livello
livello di professionalità dei di-
mondiale tra i 183 Paesi esami-
pendenti del settore. Accanto
nati4.
a tali carenze, uno studio
dell’Istituto Nazionale Ricerche
Turistiche3
I risultati italiani sono palese-
indica tra i principali
mente inadeguati rispetto alle
fattori che possono incidere
potenzialità del Paese. Per di
sfavorevolmente sul turismo in
più, grazie alle sue elevate ca-
2 “The Travel & Tourism Competitiveness Report 2009 - Managing in a Time of
Turbulence”, 2009 World Economic Forum, p. XV.
3 ISNART – Istituto Nazionale Ricerche Turistiche, Dossier n. 1 “I nodi del turismo
italiano”, ottobre 2009.
4 World Bank “Doing business 2010 – Reforming through difficult times”, settembre 2009.
159
LORELLA DI GIAMBATTISTA
pacità di produrre crescita e
europee
d’eccellenza),
che
occupazione, il turismo è in
promuove le destinazioni eu-
grado di diventare elemento
ropee emergenti e offre soste-
trainante del rilancio dell’eco-
gno a quelle che perseguono
nomia per il superamento della
lo sviluppo turistico in modo
crisi in corso. Per tali ragioni,
da garantirne la sostenibilità
risulta quanto mai indispensa-
sociale, culturale ed ambienta-
bile un’azione coerente ed effi-
le. Il progetto si basa su con-
cace degli operatori del setto-
corsi nazionali che si svolgono
re, volta a trarre massimo be-
ogni anno e sfociano nella sele-
neficio dalle nuove opportuni-
zione di una “destinazione turi-
tà offerte dall’Unione europea.
stica di eccellenza” per ciascun
Dal canto loro, gli enti territo-
paese partecipante; ogni anno
riali sono chiamati a individuare
viene selezionato un tema di-
ed attuare soluzioni e azioni
verso da premiare, che per il
concrete, disegnando i princi-
2010 è il turismo acquatico.
pali indirizzi della politica del
EDEN contribuisce a diffondere
turismo in armonia e sinergia
le pratiche di sostenibilità uti-
con il contesto europeo di rife-
lizzate nelle destinazioni sele-
rimento.
zionate in tutta l’Unione, trasformando questi luoghi in lo-
Tra le nuove opportunità of-
calità d’attrazione per tutto
ferte dall’Unione europea, la
l’anno e decongestionando le
prima iniziativa che merita di
destinazioni turistiche troppo
essere segnalata è il progetto
sfruttate.
“European destinations of ex-
Altro importante programma
cellence” (EDEN, destinazioni
europeo è CALYPSO, volto a
160
La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio
favorire lo sviluppo del turismo
(VisitEurope). Si tratta di uno
sociale, con misure di favore
strumento di grande utilità che
per anziani, giovani, persone a
si rivolge principalmente al tu-
mobilità ridotta e famiglie in
rismo internazionale, metten-
difficoltà. Si tratta di un’iniziati-
do a disposizione di coloro che
va particolarmente significati-
intendono a trascorrere le va-
va, che mira a dare impulso alla
canze in Europa molte infor-
domanda turistica al di fuori
mazioni riguardanti l’Europa in
dei picchi stagionali, favorendo
generale e gli Stati membri in
gli scambi turistici tra Stati
particolare. Per utilizzare al
membri nella bassa stagione e
meglio il portale, a tali informa-
rafforzando così anche l’occu-
zioni di base potrebbero essere
pazione. Rendendo il patrimo-
aggiunte altre, quali percorsi
nio turistico pienamente ac-
turistici, itinerari culturali o altri
cessibile a coloro che hanno
prodotti tematici di dimensio-
difficoltà a viaggiare si garanti-
ne europea o plurinazionale, in
sce il diritto dei cittadini ad es-
modo da indirizzare l’offerta
sere turisti, facilitando al tem-
turistica ad un insieme di desti-
po stesso l’emersione di un
natari che sia il più ampio e va-
bacino di utenza costituito da
riegato possibile.
decine di milioni di persone,
Nell’elaborazione di tali infor-
con effetti positivi di allunga-
mazioni ulteriori appare indi-
mento della stagione turistica.
spensabile il contributo delle
Essenziale per il rafforzamen-
Regioni e degli enti locali, chia-
to dell’immagine e della visibili-
mati a valorizzare le peculiarità
tà dell’Europa è l’iniziativa del
di interesse turistico del pro-
portale europeo del turismo
prio territorio.
161
LORELLA DI GIAMBATTISTA
Un altro profilo di particolare
rurale offre un sostegno per
importanza è quello relativo
migliorare il paesaggio rurale e
agli strumenti di finanziamento
la qualità della produzione agri-
per gli operatori del settore. A
cola e per rivalorizzare il patri-
livello europeo esistono già nu-
monio culturale, allo scopo di
merose opportunità, ad esem-
sviluppare il turismo rurale e
pio gli Stati membri e le regioni
diversificare l’economia rurale,
possono finanziare progetti tu-
in particolare nei nuovi Stati
ristici attraverso i fondi struttu-
membri e nei paesi candidati. Il
rali (Fondo europeo di sviluppo
Fondo europeo per la pesca
regionale e Fondo sociale eu-
propone l’ecoturismo come
ropeo), grazie ai quali è possibi-
nuovo settore in grado di as-
le dare sostegno tra l’altro allo
sorbire i pescatori colpiti dalla
sviluppo delle imprese e dei
ristrutturazione del settore
servizi turistici, oltre che alla
della pesca; potranno benefi-
mobilità professionale, ai pro-
ciare di questo aiuto le piccole
grammi educativi e alla forma-
aziende ittiche e le infrastrut-
zione. Il Fondo di coesione può
ture turistiche. Di grande inte-
invece essere utilizzato per il
resse è anche il settimo pro-
sostegno alle infrastrutture
gramma quadro per le attività
dell’ambiente e dei trasporti.
di ricerca, sviluppo tecnologico
Le prassi turistiche sostenibili
e dimostrazione, che può esse-
ed innovative sono poi indicate
re utilizzato per il turismo at-
come criteri prioritari nei diver-
traverso studi relativi a temi
si obiettivi dei vari strumenti
quali le tecnologie dell’infor-
finanziari europei. Il Fondo eu-
mazione e della comunicazio-
ropeo agricolo per lo sviluppo
ne, le applicazioni satellitari, il
162
La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio
patrimonio culturale e l’utilizzo
finanziario per il turismo.
del territorio; al riguardo va
Gli enti territoriali possono
evidenziato che la priorità rela-
inoltre utilmente sviluppare
tiva ai cambiamenti climatici
una cooperazione con i paesi
include anche l’impatto sul tu-
terzi nel settore del turismo.
rismo. Il turismo è considerato
Iniziative di questo tipo po-
come settore pilota potenziale
trebbero essere elaborate pa-
anche
programma
rallelamente a quelle già avvia-
“Leonardo da Vinci”, con il qua-
te dalla Commissione europea,
le è stata introdotta una misura
e sarebbero quindi rivolte non
specifica per gli apprendisti e i
solo ai paesi “BRIC” (Brasile,
giovani che seguono formazio-
Russia, India e Cina), ma anche
ni professionali e con un pro-
agli
getto in corso, relativo all’anali-
EUROMED e ai paesi e regioni in
si e allo sviluppo delle qualifi-
via di sviluppo. Tali attività raf-
che
per
il
Stati
della
regione
interesse.
forzano lo scambio di best
Piccole e medie imprese attive
practices tra istituzioni e pro-
nel settore turistico possono
muovono all’estero l’immagine
usufruire
“Programma-
del territorio, con evidenti ef-
quadro per la competitività e
fetti positivi sull’afflusso turisti-
l’occupazione”, volto a fornire
co.
nell’area
del
di
sostegno alla competitività del-
Un importante strumento di
le imprese dell’Unione. Per il
cooperazione e di partecipa-
futuro, appare verosimile l’in-
zione del territorio alla politica
serimento nel nuovo quadro
europea
finanziario pluriennale 2014-
NECSTouR, network che unisce
2020 di un apposito strumento
le regioni europee per un turi-
del
turismo
è
il
163
LORELLA DI GIAMBATTISTA
smo sostenibile e competitivo
che il rafforzamento della com-
e crea connessioni tra destina-
petitività delle attività turistiche
zioni turistiche con caratteristi-
non può prescindere da un
che analoghe. Si tratta di una
forte impegno per assicurare e
rete che consente un migliore
perfezionare le competenze
coordinamento tra gli attori
professionali degli operatori
istituzionali, garantendo l’at-
turistici. Appare dunque indi-
tuazione degli obiettivi di inte-
spensabile sostenere e miglio-
resse generale e l’uso ottimale
rare la formazione dei lavorato-
dei finanziamenti europei se-
ri, con particolare riferimento
condo le priorità stabilite dalla
alle conoscenze linguistiche e
Commissione.
alle nuove tecnologie, raffor-
Nuove opportunità di cresci-
zando così la capacità di rispo-
ta per il territorio possono de-
sta alle domande del mercato e
rivare anche dallo sviluppo di
agevolando la mobilità interna
attività speciali di turismo o
al settore. Per gli enti territo-
forme turistiche alternative. Si
riali l’organizzazione di corsi di
tratta, ad esempio, del turismo
formazione e la promozione di
culturale, eno-gastronomico,
specializzazioni sia geografiche
religioso e conventuale, del tu-
che tematiche, di sistemi di
rismo sportivo e congressuale,
accreditamento e di elevati
dell’ecoturismo e del turismo
standard qualitativi nei servizi
della salute, in particolare ter-
turistici è dunque un compito
male, in grado di attrarre cate-
fondamentale.
gorie di turisti che richiedono
servizi altamente specifici.
Merita di essere sottolineato
164
Il turismo può svolgere un
ruolo decisivo a favore dello
La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio
sviluppo e dell’integrazione
compatibili con le esigenze
economica e sociale nelle re-
della comunità locale e dell’am-
gioni rurali, periferiche o in ri-
biente. Essa richiede una piani-
tardo di crescita. Al tempo
ficazione efficace dell’impiego
stesso, se sviluppato nelle sue
dello spazio e del terreno e una
forme sostenibili, il turismo
presa in considerazione delle
rappresenta per le economie
esigenze di
locali una fonte duratura di
biente nelle decisioni di investi-
reddito e un mezzo per pro-
mento in infrastrutture e servi-
muovere un’occupazione sta-
zi; in questo modo il turismo
bile, consentendo di salvaguar-
può rappresentare la forza mo-
dare e valorizzare il patrimonio
trice per la tutela e lo sviluppo
paesaggistico, culturale, stori-
delle destinazioni.
tutela dell’am-
co e ambientale. Lo sviluppo
delle destinazioni turistiche è
Per operare una gestione di
infatti strettamente collegato
questo tipo sono però indi-
al loro contesto ambientale,
spensabili il sostegno del con-
alle caratteristiche culturali,
testo e la partecipazione di
all’interazione sociale, alla sicu-
tutti gli operatori, inquadrati
rezza e al benessere delle po-
nell’ambito una struttura effi-
polazioni locali. La gestione so-
ciente che coinvolga soggetti
stenibile può rafforzare i risul-
pubblici e privati. Appare dun-
tati economici e la concorren-
que necessario un forte impe-
zialità di una destinazione nel
gno a livello locale e regionale
lungo periodo, garantendo che
che sia in grado di mettere in
lo sviluppo del turismo avven-
relazione ambiti territoriali con
ga a livelli e secondo modalità
caratteristiche simili e di mo165
LORELLA DI GIAMBATTISTA
dulare i propri interventi a se-
biente. Il turismo può inoltre
conda delle peculiarità delle
contribuire allo sviluppo soste-
aree di riferimento (montane,
nibile anche nelle aree urbane,
rurali, urbane e costiere). Più
migliorando la concorrenzialità
precisamente, le zone monta-
delle aziende, venendo incon-
ne devono poter contare su
tro alle esigenze sociali e tute-
prospettive politiche di svilup-
lando l’ambiente culturale e
po che integrino sia le prescri-
naturale; tali destinazioni esi-
zioni di tutela di tale particolare
gono dunque l’adozione di una
ambiente naturale, volte a pre-
strategia globale, basata sui
servare il ricco patrimonio na-
principi dello sviluppo sosteni-
turale di molti spazi montani
bile. Le zone costiere presenta-
vulnerabili, sia il sostegno al
no tipicamente un’alta densità
benessere degli abitanti. Nelle
turistica e richiedono interventi
zone rurali l’investimento nel
volti a prevenire il depaupera-
turismo risponde ad esigenze
mento e la congestione delle
di diversificazione delle econo-
aree, rendendo il turismo più
mie, strategia necessaria a ga-
sostenibile e più competitivo.
rantire crescita, occupazione e
sviluppo sostenibile; queste
È evidente che il sostegno e
zone hanno potenzialità con-
lo sviluppo del turismo richie-
crete, ad esempio offrono con-
dono un forte impegno comu-
dizioni favorevoli di vita e lavo-
ne, volto a coinvolgere e coor-
ro e dispongono di ampie ri-
dinare le forze di soggetti pri-
sorse naturali e attrattive pae-
vati e istituzionali, chiamati ad
saggistiche, ma richiedono mi-
operare in sinergia tra loro. Si
sure di salvaguardia dell’am-
tratta di un processo laborioso
166
La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio
ed articolato, ma assolutamente irrinunciabile. Va infatti rammentato che le attività e i prodotti turistici non sono delocalizzabili: lo sviluppo turistico rimane patrimonio del territorio
su cui viene generato, così determinandovi condizioni stabili
di sviluppo economico, sociale
e culturale.
167