Scarica qui la rivista
Transcript
Scarica qui la rivista
TITOLONE & S O C I di Alberto Bramanti (*) E T À VENETO ECONOMIA & SOCIETÀ Rivista di cultura socio-economica dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre CGIA Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b legge 662/96 - filiale di Venezia Nr. 28 - 1° quadrimestre 2010 Abonement Poste - Taxe perçue Direttore responsabile: Renato Mason Direttore: Giuseppe Bortolussi Redazione: Ufficio Studi CGIA Mestre Direzione, redazione e amministrazione Mestre, via Torre Belfredo 81/d e-mail [email protected] Stampa: Artigrafiche Molin - Via Torino - Mestre-Venezia I manoscritti inviati non saranno resi e la redazione non assume responsabilità per la loro perdita Veneto Economia & Società rimane a disposizione dei titolari dei copyright che non fosse riuscita a raggiungere. ISSN 1590-2951 Registrazione del Tribunale di Venezia del 15.06.1999 n. 1336 del Registro della Stampa INDICE VENETO E NORD EST Presentazione...................................................................... pag. 5 L’economia fa bene alla cultura?..................................... pag. 9 di Michele Trimarchi Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019?............. pag. 27 di Roberto Daneo Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso...... pag. 65 di Marilena Vecco Gli eventi culturali a Venezia............................................ pag. 83 di Manuela Bertoldo La geografia culturale post industriale del Veneto..... pag. 107 di Guido Ferilli COMMENTI A MARGINE 1° Forum Mondiale sulla Cultura e sulle Industrie Culturali, Monza 2009........................... pag. 125 di Sandro Bondi Innov(e)tion Valley: la valorizzazione del Nord-Est come fucina di innovazione e creatività....................... pag. 133 di Cristiano Seganfreddo Comuni e cultura: spesa o investimento?..................... pag. 141 di Chiara Tullio La testimonianza................................................................. pag. 147 di Francesco Olivieri DALL'EUROPA La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio................................. pag. 153 di Lorella Di Giambattista AUTORI DI QUESTO NUMERO Manuela Bertoldo Urbanista Socio di Società Sistema Sandro Bondi Ministro per i Beni e le Attività Culturali Roberto Daneo Direttore del Comitato di Candidatura Expo 2015 della città di Milano Lorella di Giambattista Docente di European Commercial Law ed European Competition Law presso la Facoltà di Economia dell'Università di Roma "Tor Vergata" Guido Ferilli Docente di Economia del Design presso l'Università IUAV di Venezia Francesco Olivieri Scrittore emergente Cristiano Seganfreddo Presidente di Innov(e)tion Valley Michele Trimarchi Docente di Economia della Cultura presso la Facoltà di Economia dell’Università di Bologna Chiara Tullio Assessore alla Cultura del Comune di Roncade, Treviso. Laureata in Storia dell’Arte, si occupa di comunicazione culturale e di educazione museale Marilena Vecco Professore a contratto in Economia dell’Arte e della Cultura presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e altre università straniere Si ringraziano gli autori di questo numero per avervi contribuito con entusiasmo e professionalità. Il presente numero di Veneto Economia&Società è stato interamente curato da Fondazione Impresa che ha fatto dell’economia dell’arte e della cultura uno dei propri campi di ricerca. 4 PRESENTAZIONE pur istituzionalisti americani, negli carattere anni ’70, ad impegnarsi nel particolare del lavoro artistico, definire la rilevanza delle arti consideravano la cultura come nella vita economica: Boulding l’ambito naturale del lavoro nel 1978 considera le arti come non un mezzo per creare e far Smith e riconoscendo Ricardo, il produttivo; in poche parole, secondo loro, la cultura circolare non poteva contribuire alla Galbraith nel 1973 prevede che ricchezza dello Stato. Marshall le arti saranno chiamate ad aprì la strada all’analisi dei assumere consumi artistici, sostenendo economica crescente; Baumol la legge per cui “più si ascolta la e Bowen, con i loro studi musica, più la si apprezza”; sull’economia dello spettacolo riconoscendo, i dal vivo, tracciano le linee della consumi artistici costituiscono futura economia della cultura. l’eccezione alla teoria della E, tuttavia, l’economia della diminuzione cultura, sebbene nel 1994 cioè, che dell’utilità l’informazione; un’importanza marginale. Keynes, invece, che abbia pure riconoscimento era un accorto ricevuto il proprio istituzionale collezionista di opere d’arte, quando David Throsby pubblicò trascurò l’approccio economico un survey nel “Journal of alla Economic Literature”, fatica cultura. Furono gli 5 Presentazione ancora oggi a guadagnare sono in Veneto: nel 2009 i spazio, anche all’interno degli visitatori sono stati 924.172, di accademici1. cui 636.427 paganti, per un ambienti E, invece, dell’economia il tema della cultura incasso di oltre 2 milioni e trecentomila euro. Senza dovrebbe interessarci molto, contare i 177.445 scontrini soprattutto in un Paese, come effettuati per servizi aggiuntivi l’Italia, come il cui patrimonio visite guidate, culturale, artistico, naturalistico prenotazioni ha un valore inestimabile. Un vendita di gadget, audio guide valore, va e i relativi 807.811 euro di riconosciuto non solo sul piano incassi lordi2. In Italia, gli istituti storico, ma anche su quello non statali, dipendenti da altri economico. I dati forniti dal soggetti pubblici e privati, sono Ministero per i Beni e le Attività 4.340. Nel 2006, secondo i dati Culturali ci dicono, ad esempio, ISTAT, i visitatori sono stati oltre che in Italia abbiamo 4.739 tra 60 milioni, di cui oltre 35 milioni musei e istituti similari. 399 di paganti. In Veneto, i musei e gli questi sono statali e nel 2009 istituti non statali sono 312. Nel hanno aperto le porte a oltre 2006 i visitatori sono stati oltre 33 milioni di visitatori, di cui 7 milioni, di cui quasi 6 milioni oltre 15 milioni paganti, per un paganti, per oltre 33 milioni di incasso complessivo di oltre euro lordi di incassi3. questo, che 104 milioni di euro. 18 di questi e I numeri della cultura, oltre a 1 F. Benhamou, L’economia della cultura, il Mulino, Bologna, 2004. 2 Fonte: MiBAC. 3 Fonte: ISTAT. 6 prevendite, Presentazione quelli relativi a musei, visitatori, dà occupazione e crea valore biglietti venduti, sono anche aggiunto. La cultura innerva il quelli degli archivi e delle territorio ed è funzionale allo biblioteche. Sono quelli delle sviluppo socio-economico del- industrie culturali: libri, musica lo stesso, per esempio in ter- e cinema. Sono anche quelli dei mini di innovazione, giusto per beni architettonici, dei beni e usare un termine e un modo di dei dei fare – l’innovare – ormai accre- Sono ditato da tutti come indispen- quelli delle pratiche culturali, di sabile per accrescere la compe- chi domanda, consuma, offre titività delle imprese nel merca- cultura. Delle fondazioni, delle to globale o, soprattutto in associazioni Sono questi ultimi due anni, per riu- quelli dei turisti mossi dalla scire quantomeno a sopravvi- cultura verso la cultura. Beni, vere agli effetti perversi della industrie, crisi siti archeologici, paesaggi naturalistici. culturali. pratiche fanno economico-finanziaria. numeri, danno occupazione, Anche la fabbrica di tondini di creano aggiunto. ferro – per intenderci – ha Smith e qualcosa da guadagnare quan- alla do il territorio in cui è insediata valore Contraddicendo Ricardo contribuiscono ricchezza un’economia dello della Stato: è vivace, creativo, innovativo. cultura esiste. Ma l’economia della cultura Il presente numero di Veneto Economia&Società è pertanto non è solo questo. E la cultura dedicato all’Economia della non va sostenuta e finanziata Cultura. Raccoglie un insieme solo perché “conviene”, perché eterogeneo di contributi, punti 7 Presentazione di vista diversi, tutti comunque orientati a dare il proprio apporto ad una materia “scoperta” pochi decenni fa, i cui contorni attendono ancora di essere tratteggiati. Ma forse è proprio questa la sua fortuna: “non si può, infatti, parlare dell’economia della cultura come di una disciplina a sé stante, ma piuttosto di un campo di applicazione che per molti versi presenta più gradi di libertà che vincoli”4. 4 M. Trimarchi, “Prefazione”, in F. Benhamou, L’economia della cultura, il Mulino, Bologna, 2004. 8 L'ECONOMIA FA BENE ALLA CULTURA? di Michele Trimarchi L’economia fa bene alla cul- fatto molti passi avanti, co- tura? A partire dagli anni stretta com’è spesso stata tra Sessanta la questione è all’ordi- le maglie rigide di modelli alge- ne del giorno di un gruppo brici e astratti, o dall’ossessio- non troppo numeroso ma ne di misurare grandezze inaf- molto appassionato di studiosi ferrabili come la motivazione internazionali. Alla radice, la del fruitore, l’appagamento percezione che i bilanci pubbli- cognitivo, il valore della condi- ci non siano illimitati (oggi va visione, l’innovazione proget- molto peggio, anche da que- tuale. sto punto di vista), e che le or- Alcuni risultati, tuttavia, van- ganizzazioni culturali debbano no considerati comunque im- saper fare di conto, ammini- portanti: fra tutti, l’uscita della strandosi come piccole e me- cultura da una nebulosa un po’ die imprese anziché come enfatica in cui soltanto gli strutture informali in cui si fa esperti di settore possono molta poesia ma poco reddito. svolgere valutazioni e prendere Punti di vista, ovviamente. decisioni, e il suo ingresso cau- Inutile sottolineare che l’analisi to ma deciso tra le attività eco- economica della cultura – pur nomiche: a ben guardare, oggi mossa da economisti con inte- un’organizzazione ressi artistici personali – non ha non è che un’impresa produt- culturale 9 MICHELE TRIMARCHI tiva di media dimensione, forte tura presenta comunque un di input dall’elevata specializza- difetto di fondo, al quale si so- zione, di tecnologia piuttosto no aggrappati in molti per i sofisticata, di un bacino poten- vantaggi che esso rappresenta- ziale notevole (e spesso solo in va: la disciplina nasce con la parte sfruttato). presa d’atto dell’endemica de- Il passaggio dall’oleografia bolezza finanziaria delle orga- dell’artista matto e indigente nizzazioni come musei e teatri, verso una lettura imprendito- e della conseguente necessità riale dell’attività culturale non è di attingere a fondi pubblici comunque indolore, meno che per poter sopravvivere, quanto meno in un Paese come il no- meno mantenendo le dimen- stro che della cultura ha prete- sioni originarie. Questo assio- so sempre di fare la propria ma, piuttosto banale e di fatto carta d’identità, salvo poi ab- legato al bilancio più che alle bandonarla materialmente e attività, ha finito per fornire finanziariamente. La visione una specie di giustificazione economica, comunque la si vo- generale a tutti gli operatori glia impostare, presuppone e culturali, che da allora fanno richiede l’osservabilità della ricorso all’ipsi dicerunt per pre- condotta e la valutazione della tendere denaro pubblico. performance delle organizza- È una mescola esplosiva, fi- zioni culturali stesse, il che glia del matrimonio tra morali- spinge alla ribellione contro la smo post-crociano e calcoli da possibile “censura” che tale va- pallottoliere. Sul versante filo- lutazione comporterebbe. sofico, la cultura viene ancora La stessa economia della cul10 ritenuta fonte di edificazione L'economia fa bene alla cultura? morale (dimenticando tutti i le proprie percezioni, i propri dittatori che amano l’architet- meccanismi cognitivi, le pro- tura e la musica sinfonica); su prie aspettative emotive. quello economico, il problema La cultura che gli economisti cruciale viene identificato nel prendono in esame nel secolo bilancio e nel suo pareggio, scorso è fatta ancora di musei usato come un feticcio per e monumenti, di teatri e libri. chiedere la trasformazione del- Tutti luoghi esclusivi, di rara le organizzazioni culturali in frequentazione, cui è compli- aziende for profit, e sbolo- cato accedere come consuma- gnandone così le preoccupa- tori, quasi impossibile parteci- zioni al mercato. pare come produttori di conte- Il punto nodale è un altro: nuti. Certo, è ancora questo il l’analisi economica della cultura paesaggio culturale che ci tro- si sviluppa lungo un cinquan- viamo di fronte, soprattutto tennio nel corso del quale il nelle città italiane, magnifica- mondo e la società cambiano mente decorate da beni archi- radicalmente. Dalla cibernetica tettonici e artistici di unico pre- degli anni Sessanta, che per gio, e spesso gravate per que- fare una moltiplicazione appe- sto motivo dell’onere di attrar- na complessa riempiva di val- re turisti internazionali, impre- vole stanzoni enormi, all’iPad se desiderose di investire in che viaggia con noi insieme a Italia, consenso mondiale. giornali, musica, film e applica- È su questo che, in prima zioni d’ogni genere, la società battuta, dobbiamo riflettere. ha visto alterarsi in modo irre- La presenza di beni culturali nel versibile (e del tutto virtuoso) territorio e la conseguente at11 MICHELE TRIMARCHI trazione di turisti stranieri rien- attriti e per sempre: il sostegno tra per molti versi in una visio- pubblico incondizionato e il ne post-agricola del nostro consenso della platea interna- Paese che, incapace di far altro, zionale generato dalla meravi- offre alla pubblica ammirazione glia per la cultura italiana. Al i propri gioielli di famiglia in contrario, nel corso del tempo cambio di valuta forte. Passati i il sostegno pubblico è stato decenni continuiamo a essere progressivamente ridotto, so- visitati (e congestionati) da prattutto a livello statale, e co- frotte di turisti internazionali, munque è stato rimescolato che però mano a mano perce- spesso a vantaggio di “eventi” piscono il contrasto incom- e di effetti speciali di vario ge- prensibile tra la bellezza e l’im- nere. E i turisti, insieme agli portanza del nostro patrimo- italiani, hanno mostrato inte- nio culturale da una parte, e resse per Paesi che noi snob- l’assoluta carenza di infrastrut- bavamo a causa di un’offerta ture, servizi, itinerari e tecnolo- culturale meno importante (se- gia, cosa che viene liquidata nei condo noi) e che però hanno casi più benevoli come folclo- saputo investire nell’accoglien- re, ma in una proporzione cre- za, nella logistica, nel piacere scente di casi genera la sempli- della visita, e hanno vinto la ce scelta di andare altrove. scommessa. In questo modo, e nel volgere di pochi anni, abbiamo per- La reazione a questa lampan- duto due ormeggi che ci ren- te evidenza è stata piuttosto devano tranquilli e ci sembra- scomposta, e di norma è consi- vano poter funzionare senza stita nell’accusa di non capire: 12 L'economia fa bene alla cultura? ecco i nuovi barbari, con la co- moria le opere liriche, ma è scienza assopita davanti a uno come meravigliarsi che un ven- schermo televisivo, con la so- tenne di oggi conosca a me- glia dell’attenzione ridotta al moria musica e versi del rock lumicino da un telecomando, mondiale. Per di più in molti con il desiderio di raffinate bel- casi questa conoscenza era (è lezze ottuso da veline e sbu- tuttora) soltanto mnemonica e dellamenti. Un tempo la cultu- superficiale, in una parola eru- ra era all’ordine del giorno, dizione anziché cultura. adesso è un’occupazione car- Che la cultura possa apparire bonara di pochi superstiti. La sempre più negletta dipende, società è rozza e immorale. in sostanza, dal fatto che è sta- Bella giustificazione, se fosse ta la società a ingrandirsi e a corretta. Ma a guardare con un democratizzarsi; l’accesso alla po’ di attenzione le cose sono cultura, più che oggettivamen- molto più complesse. te costoso, appare sempre più Innanzitutto, rimpiangere la legato a riti e stili non condivisi società ottocentesca è quanto e meno ancora compresi da meno superficiale: coloro che una parte sempre più ampia intasavano i teatri d’opera era- della società. È la cultura a dia- no animati da una varietà di logare con sempre meno indi- ragioni, dalla socializzazione al vidui, per il semplice fatto che corteggiamento, inclusa la pas- mentre la società evolve – nel sione per il gioco d’azzardo, bene e nel male, ma certo grazie ai proventi del quale gli evolve rapidamente – la cultura impresari riuscivano a non falli- pretende di mantenersi immu- re. Certo, conoscevano a me- tabile, e ne risulta per molti 13 MICHELE TRIMARCHI versi mummificata. questo crescendo di aspettati- Nella percezione di incom- ve nessuno mette in evidenza prensione generale, una parti- la necessità di reali e profonde colare messa a fuoco spetta motivazioni per il sostegno alla allo stato, alla pubblica ammini- cultura, mentre l’atmosfera strazione in generale, e poi – della discussione vira immedia- per li rami – a tutti quei pretesi tamente sui principi morali: è finanziatori di ultima istanza dovere che lo stato finanzi la che dovrebbero intervenire cultura, e così le imprese e le quando lo stato non ha fondi fondazioni. Il tema è declinato sufficienti: le imprese private e con forza e con una certa cat- le fondazioni di origine banca- tiveria, rivelando una concezio- ria. Naturalmente il sistema do- ne ermetica della cultura stes- vrebbe funzionare con un cer- sa, che solo i suoi diretti pro- to automatismo, secondo i se- duttori sarebbero in grado, se- guaci dell’economia della cul- condo questa lettura a dir poco tura modello anni Sessanta: bizzarra, di comprendere e va- mancano i soldi dal mercato, lutare. l’intervento pubblico quindi è Uno dei più gravi effetti di doveroso; le casse pubbliche questa visione delle cose risie- non sono più così tanto floride, de nella mancanza di un qua- allora è giusto che della cultura dro di riferimento per le politi- si faccia carico l’impresa; e se che culturali, a livello tanto sta- l’impresa è assente, il ricorso tale quanto territoriale. Il riferi- alle fondazioni bancarie è d’ob- mento a principi etici, il richia- bligo. mo alla Costituzione (che può Inutile sottolineare che in 14 essere interpretato come si L'economia fa bene alla cultura? crede, tanto generico e ampio un ulteriore effetto perverso, risulta, inevitabilmente), le af- facendo prevalere una visione fermazioni sciovinistiche sul omogeneizzante della cultura, primato della cultura come fe- come se si trattasse di un bloc- nomeno italiano finiscono per co compatto di beni e attività far sfumare la necessità di forti all’interno del quale non è pos- motivazioni e di chiari obiettivi sibile discernere in alcun mo- relativamente al sostegno della do. Quando un teatro mette in cultura nelle sue varie forme; scena La Traviata, si tratta co- appare del tutto evidente che munque di un bene culturale, quando manca un reale “per- come ogni tanto capita di sen- ché” risulta estremamente dif- tire nei dibattiti e nelle tavole ficile ragionare sul “come”, os- rotonde. Dimenticando che tra sia su principi, criteri e mecca- le mille opzioni in mano a diret- nismi del finanziamento pub- tore, regista, maestro del coro, blico. La regola è molto sempli- scenografo, artisti e tecnici ce, e conveniente: la pubblica ogni messa in scena dell’opera amministrazione si limiti a fi- può risultare in un capolavoro nanziare la cultura in modo oppure in una schifezza. Auto acritico e comunque in misura accreditarsi come produttori di sufficiente, al resto ci pensano cultura non fornisce alcuna ga- gli addetti ai lavori. Come se i ranzia quanto alla qualità del soldi piovessero dal cielo. prodotto, ossia quanto alla sua La sensazione di incomprensione e arroccamento, sempre capacità dialogica ed espressiva. più forte a partire dagli anni Così, nonostante il convinci- Ottanta, ha finito per generare mento di rappresentare un 15 MICHELE TRIMARCHI avamposto di qualità, il settore ca più musica dal web; non culturale percepisce con cre- frequenta le librerie ma acqui- scente evidenza che le direzio- sta i libri in edicola; legge meno ni della società sono altre, e quotidiani ma scambia idee e che i meccanismi tradizionali e fantasie sui blog. In una parola, consolidati del produrre e di- consuma più cultura, ne pro- stribuire risultano duce anche di notevole qualità, quanto meno obsoleti rispetto soprattutto la associa alla pro- alla varietà cangiante di mezzi pria vita quotidiana e non più a di creazione, produzione e un regime eccezionale e oniri- scambio di prodotti legati alla co. cultura conoscenza: basti pensare, per In questo senso, un segnale tutti, ai settori del design indu- molto importante è dato dalle striale e della moda che, forti di imprese, che da sempre basa- efficaci canali di distribuzione no le proprie strategie su una di massa, entrano di fatto in combinazione idiosincratica di tutte le case con idee creative, ragionamento e intuizione. nuovi materiali, forme inedite. Produrre oggetti utili e funzio- Inoltre, a fronte della reni- nali significa sempre di più sa- tenza dell’establishment cultu- per inventare nuovi legami tra rale rispetto alla sperimenta- l’efficacia e la bellezza, tradu- zione di nuove modalità pro- cendo la friendliness di oggetti duttive, la società mostra un complessi nella loro forma forte interesse nei confronti esteticamente dei prodotti culturali anche se Non solo bella, se vogliamo, ne rifiuta i riti e le cerimonie: ma anche e soprattutto capace compra meno dischi ma scari- di riflettere l’identità dell’uten- 16 significativa. L'economia fa bene alla cultura? te e della sua comunità; la sua dirimente perché possano libe- cultura, in una parola. Ecco le rare la propria capacità creativa imprese, dunque, organizzare e la propria intelligenza colletti- gli spazi fisici e i processi pro- ve, incorporandole in prodotti duttivi in modo da incorporare sempre più utili e belli. innovazioni creative, magari attingendo al patrimonio visuale Dalla società e dall’impresa e percettivo del nostro passato giungono dunque segnali di (o del nostro futuro immagina- cambiamento radicale, e di ri- rio, come suggerisce la pop posizionamento della cultura art): una buona biblioteca d’ar- come snodo della crescita, del te, un laboratorio creativo, benessere, della prospettiva. spazi condivisi e aree per “per- Per quanto precisi, questi se- der tempo” insieme sono gli gnali non sono tuttora valutati strumenti che un numero cre- nella loro pienezza dal settore scente di imprese adotta per culturale, che continua a rite- poter qualificare in senso crea- nersi incompreso e cerca di tivo la propria attività. Con van- “inseguire” l’economia con ar- taggio dei consumatori finali, gomenti dimensionali e di bre- naturalmente, che si trovano a ve periodo. L’ossessione turisti- poter scegliere tra oggetti ca, unita ad alcune innovazioni sempre più densi di significato organizzative come i ristoranti da una parte, ma anche con nei musei, hanno dato fiato ai innegabile beneficio per i lavo- cosiddetti studi d’impatto, nei ratori del comparto industriale, quali si cerca di dimostrare che la cui qualità della vita profes- la cultura è capace di generare sionale diventa una condizione un forte impatto monetario 17 MICHELE TRIMARCHI sull’economia locale, a causa all’istante due secoli di percepi- della cascata di scambi e spese ta inferiorità economica è vitti- occasionate dalla produzione e ma perfino il Ministero per i dal culturale. Beni e le Attività Culturali, di- L’argomento è piuttosto diffu- chiarando con orgoglio che so, Notti Bianche e mostra ogni euro speso per la cultura blockbuster hanno contribuito ne genera diciassette nell’eco- a farlo diventare un ritornello nomia. Siamo alla sfera di cri- frequente di molte pubbliche stallo. consumo amministrazioni. Contribuendo L’argomento dell’impatto è ad attenuare un endemico di grande importanza ma di al- senso di colpa della cultura, trettanta delicatezza. E va af- talvolta accusata di “inutilità”. frontato senza ansie dimostra- Gli studi d’impatto affermano tive. Per andare dritti al punto, una relazione piuttosto rudi- il limite più vistoso dell’impo- mentale tra quanto viene spe- stazione corrente risiede pro- so inizialmente per un’iniziativa prio nella domanda di fondo. culturale e quanto viene conta- Più che chiederci quanto reddi- bilizzato alla fine come somma to (o scambi, o occupazione) la di redditi distribuiti, o di scambi cultura sia capace di generare, effettuati, o ancora di occupa- la domanda pertinente do- zione generata. Come dire: vrebbe riguardare la qualità e la avete visto che non siamo inu- tipologia dell’impatto stesso. tili? Anche la cultura è impor- Su che cosa la cultura incide? In tante, perché mette in circolo il quale modo? Quali benefici ge- denaro e lo moltiplica. Di que- nera per la comunità e la sua sto economia? E soprattutto, l’im- 18 assioma che cancella L'economia fa bene alla cultura? patto che riteniamo generato dono di norma un elevato in- dalla cultura è conseguibile an- vestimento iniziale. che per effetto di altre attività, La preferenza per i profili di- o al contrario risulta del tutto mensionali infungibile? dunque interpretata in chiave dell’impatto va Il punto non è insignificante. psicologica: dal momento che Se infatti perseguiamo reddito, la cultura costa alla collettività, scambi o occupazione la co- attingendo struzione di un centro com- pubblici anche notevoli, possia- merciale – giusto per fare un mo dimostrare che essa “resti- esempio facile – ne genera cer- tuisce” quanto ottenuto atti- tamente molto di più che un vando un indotto finanziario di teatro o un museo. Certo, un tutto rispetto. Peccato che, evento culturale attiva spese come osservato prima, qualsia- per trasporti, pernottamenti, si attività consegue un impat- pasti, acquisti di libri e catalo- to: è l’economia stessa a gene- ghi, di souvenirs e visite guida- rarlo con le sue interdipenden- te, e così indefinitamente. Ma ze e il suo reticolo di scambi e si tratta di dimensioni negligi- relazioni causali incrociate. a finanziamenti bili, se parliamo di attività per- Il ragionamento sotteso agli manenti; solo nel caso delle studi d’impatto rivela altre os- Notti Bianche, o delle mostre sessioni: la prevalenza del mer- di impressionisti l’impatto di- cato come unico parametro di mensionale della cultura può riferimento valoriale, e la ten- assumere livelli di qualche inte- denziale arbitrarietà della spesa resse, ma stiamo parlando di pubblica come fonte di soste- eventi straordinari, che richie- gno della cultura. Entrambi gi 19 MICHELE TRIMARCHI assiomi si fondano sulla cre- crescente rilevanza ai profili denza che l’economia del capi- qualitativi della nostra vita quo- talismo manifatturiero rappre- tidiana. Basti pensare, per tutti, senti l’unico possibile paradig- all’inversione di tendenza nelle ma cui fare riferimento nella scelte alimentari delle famiglie, valutazione delle attività e delle che gradualmente sostituisco- scelte umane. Si tratta di un’il- no la varietà di una tavola ali- lusione ormai vecchia di due mentata dai mercati interna- secoli, che serviva ai borghesi zionali con la qualità del cibo a imprenditori per accreditarsi chilometri zero; la frutta esoti- come classe dominante contro ca sparisce dalla tavola, e al suo l’aristocrazia. Se i nobili si rite- posto si sceglie la frutta di sta- nevano direttamente nominati gione coltivata nelle vicinanze. da Dio, i borghesi cercano di Questa combinazione di consa- dimostrare che il loro mondo è pevolezza e qualità diventa la il capolinea della storia, e per- traccia che governa le nostre tanto oggettivamente vincen- scelte in una molteplicità di te. campi. Il mondo è cambiato, negli ultimi anni, e ha avuto modo di In questo mondo del quale revocare in dubbio tutti i pila- stiamo disegnando i tratti, la stri dimensionali e monetari cultura svolge una funzione dell’economia borghese. ben più importante che non Scambi e valori continuano a quella di generare reddito mo- essere determinati nel merca- netario. La stessa scala dei valo- to, ma è proprio questo a mo- ri è fortemente condizionata strare connotati nuovi e a dare dalle idee creative e dalla capa- 20 L'economia fa bene alla cultura? cità decorativa (e pertanto rap- pertinente che ciascun indivi- presentativa) degli oggetti e duo, comunità o organizzazio- delle attività. Superando dun- ne che riceva dalla produzione que la consueta visione gerar- culturale vantaggi e utilità dia chica che vede primeggiare il alla cultura una congrua con- mercato e mette lo stato nella tropartita, sia essa finanziaria, condizione di stampella finan- simbolica, intangibile. Così, su- ziaria per le organizzazioni “in- perando la povertà di un’inter- capaci” di portare il proprio bi- pretazione lancio in pareggio, la cultura monetaria del mondo, possia- appare oggi al centro di un re- mo cominciare a guardare in ticolo molteplice di relazioni: profondità nel complesso fe- individui, comunità di diverse nomeno culturale: anche nei dimensioni, imprese e altre or- confronti dei diretti consuma- ganizzazioni traggono dalla tori, che di norma pagano il cultura (ossia, dall’esistenza, biglietto, talvolta può essere dalla produzione e dalla distri- strategicamente più importan- buzione di cultura) benefici al- te aspettarsi – e chiedergli – trimenti impossibili da conse- che tornino, che portino i pro- guire, benefici infungibili e pri amici e conoscenti, che fac- qualitativi. ciano un incoraggiante “passa- Pertanto, più che fare appello a presunti doveri morali di esclusivamente parola”, che partecipino attivamente. sostenere e finanziare la cultu- E allo stesso modo si può ar- ra, basta più semplicemente gomentare in merito a tutti gli mettere a fuoco tali benefici altri benefici che la cultura pro- per concludere che è del tutto duce in modo infungibile. A 21 MICHELE TRIMARCHI partire dal senso di apparte- nessa diffidenza – quando non nenza della comunità locale, aperta inimicizia – nei confron- dalla conoscenza delle radici e ti di ogni individuo o gruppo dell’identità del territorio (e che appaia diverso o nuovo, sempre di più della complessa come se la società non fosse identità che risulta dall’evolu- per propria natura un corpo zione e dagli scambi di una pulsante e in continua crescita; comunità intelligentemente anche in questo caso la cultura aperta); per continuare, ad è la chiave di volta per una con- esempio, con la qualità della creta integrazione tra le diver- vita urbana che soltanto la pre- se parti che costituiscono la senza di una diffusa offerta nostra società. culturale può garantire; con la socializzazione, la riqualificazio- Un benessere diffuso, dun- ne di quartieri nei quali le aree que, e altrimenti non conse- della produzione culturale ven- guibile appare il risultato più gono chiuse al traffico, regi- specifico della cultura nel terri- strando il fiorire di ulteriori at- torio. In questo senso si riesce tività culturali, l’apertura di gal- a comprendere quale può es- leria d’arte e di librerie e altri sere il ruolo dell’impresa ai fini spazi commerciali; e per con- della crescita del mondo cultu- cludere con l’inclusione sociale, rale. La vulgata tuttora domi- tema quanto mai cruciale negli nante vuole l’impresa come un ultimi anni in cui si registra da finanziatore di ultima istanza una parte una separazione delle organizzazioni culturali: sempre più rigida tra centro e quando si è esaurito quel poco periferie, e dall’altra una con- che può fare il mercato in sen- 22 L'economia fa bene alla cultura? so tradizionale, e quando le giante di quanto non risulti casse pubbliche hanno fatto negli altri Paesi avanzati. Perché quello che potevano, allora si allora le sponsorizzazioni italia- ricorre all’impresa come po- ne sono tuttora così basse? tenziale sponsor. Lo scambio, Perché non hanno mai lambito in questo caso, è piuttosto il tetto previsto dalla legislazio- semplice: l’impresa dà denaro, ne, che a suo tempo era sem- la cultura restituisce reputazio- brato un ostacolo? Per capirlo basta guardare ne. Si è detto per anni che le con attenzione. Innanzitutto sponsorizzazioni nel nostro l’esperienza degli Stati Uniti Paese erano bloccate dalla suggerisce un dato preciso: è mancanza di incentivi fiscali. vero che il finanziamento della Guardando agli Stati Uniti, dove cultura è di fatto privato, e che il finanziamento della cultura è i fondi pubblici rappresentano in grande prevalenza privato, si una proporzione molto bassa è argomentato che andava ri- dell’intero fabbisogno finanzia- prodotto il sistema lì vigente di rio di musei e teatri. È altret- forti sgravi fiscali per le impre- tanto vero che di questo finan- se che avessero sostenuto le ziamento circa l’80% è costitu- organizzazioni culturali. Dal ito da donazioni individuali, che 2000 l’Italia gode di una legisla- comprendono un ventaglio zione di estremo favore nei molto eterogeneo di casi, dal confronti che miliardario che morendo lascia sponsorizzi la cultura, attraver- tutto al museo della propria so un sistema di esenzione fi- città alla miriade di singoli indi- scale che appare più incorag- vidui che donano poco ma rie- dell’impresa 23 MICHELE TRIMARCHI scono insieme a costituire una natario dell’offerta culturale è massa critica di tutto rispetto. la comunità residente. Ecco, L’esenzione fiscale opera in en- negli Stati Uniti ogni comunità trambi i casi, ma va sottolinea- territoriale percepisce il museo to che – negli Stati Uniti come o il teatro come “proprio”, ci in Italia – essa non può essere porta i bimbi a giocare, ci tra- considerata una motivazione scorre l’ora di pranzo nei giorni diretta della donazione, consi- feriali, ci va a fare acquisti e stendo al più nella rimozione di regali. È del tutto comprensibi- un vincolo. Se non ci fosse do- le, quindi, che gli individui ab- nare sarebbe svantaggioso. Ma biano il desiderio di sostenere essendo operativa non basta questi spazi multidimensionali certo a motivare imprese e in- che consentono loro così tante dividui. occasioni di benessere. Ed è altrettanto consequenziale che Il punto è un altro, e passa le imprese, di fronte a un con- attraverso la funzione che mu- senso così diffuso ed evidente, sei e teatri (e biblioteche, e abbiano tutta la convenienza monumenti, e tutto il resto) strategica ad associare il pro- svolgono nei confronti della prio brand alla cultura, a quella società, in particolare della co- specifica cultura che dialoga munità residente. A furia di in- con la propria comunità e le seguire i turisti internazionali, offre un ampio ventaglio di l’umanità benefici. della lista del Patrimonio dell’Unesco, abbia- Ma non basta. Il vero e inso- mo finito per dimenticare che stituibile beneficio che la cultu- il primo e imprescindibile desti- ra produce per la società, e in 24 L'economia fa bene alla cultura? particolare per le sue compo- tutti i gangli dell’economia ter- nenti più dinamiche e attive, è ritoriale, che si avvantaggia di il motore dell’innovazione. La un diffuso atteggiamento in- creatività non è una merce che novativo, di una propensione al si possa impacchettare e scam- rischio più elevata della media, biare. È piuttosto un modo di della capacità di prefigurare e essere, un’atmosfera positiva interpretare scenari inediti e che si può riscontrare in alcuni della velocità nel disegnarne gli luoghi e in alcuni periodi. La sbocchi. Un territorio ricco di Firenze del Rinascimento, ricca cultura è un bel luogo da visita- tanto da poter attrarre talenti re. Lo stesso territorio, quando eccellenti e da poterne realiz- mette la propria cultura in cir- zare le idee e i progetti, non colo facendola diventare una dura in eterno, e così la Parigi traccia condivisa, può trasfor- dell’alta moda o la Milano del marsi in un propulsore di be- design industriale. Si tratta di nessere. La creatività e la capa- ondate, scaturite da un germe cità simbolica ed espressiva di- di varia natura (un principe illu- ventano così il vocabolario della minato, così come la prossimi- crescita, espandendosi presso tà con i mercati di sbocco o la l’intera comunità e traducen- connessione tra produzioni dosi in un’acuta percezione e eterogenee) e cresciute molti- anticipazione plicandosi per attrazione e in- nell’innovazione di processo e cremento, per fertilizzazione e di prodotto, nell’attrazione di diffusione. talenti, competenze, visioni. dei bisogni, Si tratta comunque di un fe- Così come la cultura contadi- nomeno capace di innervare na, nel suo empirismo artigia25 MICHELE TRIMARCHI nale, ha plasmato l’Italia dei di- dei valori della nostra società stretti industriali e delle piccole significa promettere a noi stes- e medie imprese diffuse nel si una crescita di lungo periodo territorio per una produzione fondata sulla consapevolezza e di qualità inarrivabile, allo stes- sulla fantasia. Rendendoci con- so modo la cultura dell’intangi- to che, sempre di più, è la cul- bile e la creatività artistica pos- tura a far bene all’economia. sono diventare il germe dell’economia dei prossimi anni, che dovrà fondarsi sulla capacità di combinare efficacia funzionale e condivisione dei valori, morbidezza e intensità nelle relazioni, responsabilità e sostenibilità nelle scelte. Non è un caso che la corporate social responsibility stia entrando prepotentemente nell’agenda di un numero crescente di imprese, e che i comportamenti individuali risultino sempre più consapevoli delle interdipendenze e si costruiscano sul rispetto reciproco. È una scommessa importante, e per molti versi ineludibile. Rimettere la cultura al centro 26 NORD EST CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019? di Roberto Daneo Concepito come un mezzo per avvicinare i vari cittadini 1. Nord Est come Metropolitana Culturale europei, la “Città Europea della Cultura” venne istituita nel La scelta di una candidatura 1985 dal Consiglio dei Ministri estesa ad un territorio sovra- su iniziativa del Ministro della regionale ha dei precedenti si- Cultura greco Melina Mercouri. gnificativi: Lussemburgo e la Da allora l’iniziativa ha avuto Grande Regione 2007 è stata sempre più successo tra i citta- addirittura dini europei ed un crescente Europea della Cultura sovra- impatto culturale e socio-eco- nazionale, coinvolgendo un nomico sui numerosi visitatori territorio di oltre 65.000 kmq e che ha attratto. Dopo Firenze di 11 milioni di abitanti che nel 1986, Bologna nel 2000 – comprendeva le regioni confi- per un’edizione straordinaria nanti di Francia, Belgio e che prevedeva numerose città Germania. La stessa candidatu- contemporaneamente capitali ra di Essen, una delle tre Capitali – e Genova nel 2004, l’Italia – 2010, richiama nello stesso insieme alla Bulgaria – avrà claim l’intera regione della nuovamente diritto ad ospitare Ruhr. la Capitale Europea Cultura nel 2019. della una Capitale La candidatura delle “Tre Venezie” – Venezia Euganea, 27 ROBERTO DANEO Venezia Tridentina e Venezia ni, il dato che distingue il Giulia – ha come concetto chia- Triveneto, ve quello di offrirsi come regio- identitario riconosciuto a livello ne metropolitana. L’alta densità internazionale, è di certo quel- antropica, imprenditoriale e lo culturale. come elemento culturale del territorio, insieme Da questo presupposto na- alla sua policentricità – legata sce l’idea di sfruttare un po- all’assenza di un centro domi- tenziale fattore di debolezza nante – ben si presta, infatti, ad della candidatura – l’estensione una lettura di “rete”: una trama territoriale, che può portare ad fitta di insediamenti urbani, una frammentazione delle atti- produttivi e conoscenze che vità sul territorio – quale punto possono pienamente esprime- di forza. La cultura, infatti, può re il proprio potenziale attra- assurgere a paradigma della verso una maggiore integra- rete metropolitana: l’elemento zione e sinergia fra le sue sin- che sottende e che unisce gole componenti. questo modello di sviluppo po- Si tratta di esperienze di svi- licentrico, secondo uno sche- luppo che accomunano il Nord ma assimilabile a quello di altri Est a numerose altre aree pro- contesti europei, può rappre- duttive dell’Europa che hanno sentare svolto un ruolo fondamentale l’ambizione del Nord Est di cre- nella crescita e nel rafforza- are un sistema fortemente in- mento dell’identità europea: tegrato, fondato su strumenti dalla Fiandre, di coordinamento fra le sue Midlands. diverse articolazioni territoriali Ruhr dall’Olanda alle alle Rispetto a queste macro-regio28 anche ed urbane. visivamente Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? In altri termini, la Capitale affinché si provveda, anche in- Europea della Cultura su un frastrutturalmente, allo svilup- territorio come il Triveneto può po di connessioni e servizi più rafforzare la visione strategica efficienti fra i diversi poli regio- di una regione metropolitana. nali. Non a caso, la suggestione proposta è quella di creare una vera a propria “Metropolitana Culturale” del Nord Est: 14 linee ispirate ad altrettanti itinerari culturali, che il visitatore può percorrere a piacimento, costruendo il proprio percorso ed effettuando dei “cambi” nelle stazioni di coincidenza per coniugare esperienze culturali diverse. Una scelta che vuole essere evocativa di un concetto di sostenibilità, sottolineando l’urgenza del Nord Est Linea 1: Architettura 29 ROBERTO DANEO Verona è metafora del so- hanno punteggiato tutto il ter- vrapporsi armonioso di epoche ritorio a Nord Est. Padova si storiche diverse. Città romana, presenta come città sede delle medievale, rinascimentale e grandi istituzioni religiose (in moderna, ma oggi anche città primis del quadrante Europa, crocevia Sant’Antonio) ed universitarie. di due corridoi europei fonda- Il sistema delle Ville del Brenta mentali (il Corridoio V Lisbona- ci restituisce intatta l’immagine Kiev e il Corridoio I Berlino- di una ricca civiltà fluviale che Palermo), è sede di grandi ope- rende ancora oggi il percorso razioni urbane che possono tra Venezia e Padova un per- rinnovarne il volto proprio in corso culturale unico al mon- vista di una grande visibilità do. Treviso non va disgiunta dal europea. Come poi Vicenza, suo territorio, il quartiere del che lega il suo fascino alle ope- fiume Piave fino a Vittorio re architettoniche di una figura Veneto, perché il sistema che universale come il Palladio e ne esce rappresenta un vero che di conseguenza funge da laboratorio agripolitano, capa- fulcro del grande sistema delle ce di far convivere la tradizione Ville Venete (se ne contano al- del paesaggio rurale caro a meno e Giorgione e Cima da Conegliano, Marostica rappresentano i due la sua storia recente (i percorsi primi poli pedemontani della turistici della Grande Guerra direttrice Ovest Est. Sono giun- stanno divenendo un vettore ti fino a noi mantenendo visibi- di comunicazione importante, li i caratteri delle città murate soprattutto nell’ottica di avvici- medievali che per lungo tempo namento al Centenario previ- 30 5.000). Bassano il culto legato a Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? sto per il 2018, giusto un anno mente in Venezia il proprio prima della scadenza per la fulcro, con la quale concorrono Capitale Europea della Cultura) a creare un affresco di paesag- e futura (la nuova strada gio architettonico unico al Pedemontana, oggi in fase di mondo, tanto da divenire un avvio, rappresenterà di fatto la vero e proprio brand territoria- circonvallazione esterna della le di immediato richiamo e co- Metropoli Nord Est), le ormai stantemente attualizzato gra- consolidate vocazioni (Treviso è zie al contributo della Biennale. Capitale dello Sport) e attrazio- Di questo percorso, ben cin- ni (il turismo eno-gastronomi- que “siti” sono iscritti nella lista co può contare sulla Terra del dell’UNESCO: Vicenza e le Ville Prosecco e del Radicchio). Palladiane, la Città di Verona, E poi le terre udinesi e giulia- Venezia e la sua laguna, L’Orto ne, Cividale, Aquileia e Palma- Botanico di Padova e Aquileia nova, quest’ultima un modello con la sua basilica patriarcale e in scala reale di “città ideale” (la la zona archeologica. stella a 6 punte del perimetro murato è giunta fino a noi del tutto intatta). Infine Trieste, la città mitteleuropea per antonomasia, con le sue sequenze di luoghi architettonici neo-classici, storicisti, art-nuveau e moderni. Tutti questi luoghi, e molti altri ancora, ritrovano ovvia31 ROBERTO DANEO Linea 2: Arti visive Un percorso ricco a tal punto un lato, il percorso si snoda poi da potersi sdoppiare in più sot- lungo la direttrice delle grandi tolinee, esattamente come una mostre delle principali località metropolitana su un territorio venete (basti citare le recenti urbano. Se Venezia resta nodo mostre su Giorgione, Canaletto, di interscambio fondamentale, Bassano, Cima) e, dall’altro, con la Biennale e il ruolo delle raggiunge le principali località principali fondazioni (Palazzo del Friuli, sede di proposte di Grassi, primissimo piano, qui sintetiz- Fondazione Guggenheim, Cini, Quercini Stampalia, Bevilacqua la Masa), l’esperienza del MART di Rovereto e Trento può rappresentare un’ottima stazione di capolinea, per proseguire su Vicenza, Verona e Padova. Da 32 zate da Udine e Trieste. Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? Linea 3: Letteratura Il Triveneto come terra di ri- Ma questo percorso tocca ferimento per la letteratura ita- principalmente quelli che pos- liana ed europea. La cultura sono essere considerati dei ve- letteraria ri e propri parchi letterari, a quest’area nasce e già infatti Dante in e partire da Verona dove Petrarca si trasferiscono qui, Shakespeare ambienta trage- mentre a Venezia nasce l’edito- die e commedie immortali, a ria. Il percorso nasce alle porte Vicenza, città di Piovene e di Verona, da due linee che lì vi Parise, Asiago con l’altopiano convergono: da Nord una linea tanto caro a Rigoni Stern, la parte dalla Rovereto di Rosmini, Padova del Ruzante e di Galileo, da sud parte da Mantova, sede, Arquà Petrarca, Mira e la Riviera assieme a Pordenone che con- del Brenta, prosegue poi per clude idealmente il percorso, di Venezia, sede del Campiello e uno dei due Festival letterari di una delle case editrici più più importanti a livello naziona- prestigiose a livello nazionale, le. ma anche riferimento culturale 33 ROBERTO DANEO per autori immortali come Thomas Mann. Di qui la linea ideale si dirama, da un lato, per Treviso sede Comisso, del premio proseguendo per Feltre e Belluno, patria di Buzzati, e si inerpica fino a Cortina sede di Cortina Incontra e scende a Pordenone sede di Pordenone Legge. A sud, invece, la linea viaggia verso Portogruaro ed i luoghi di Ippolito Nievo, per proseguire nel Collio di Ungaretti e poi concludersi a Trieste, mitico luogo della letteratura mitteleuropea, da Svevo a Joyce per arrivare a Magris. Linea 4: Musica 34 Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? Verona, tempio internaziona- Jamming Festival a Mestre, le della lirica, è a ben diritto permette di proseguire verso uno degli snodi fondamentali esperienze più contempora- dell’itinerario musicale metro- nee (Udine e CONTEMPORANEA) politano, che si presenta estre- e di universalità (Gorizia, con la mamente complesso nella co- sua esperienza del progetto struzione, per la grande quan- pilota riconosciuto dall’ONU: tità di siti prestigiosi lungo i “Nei Suoni nei Luoghi”). quali può snodarsi. Partendo da Riva del Garda con il Riva Festival e passando per Verona, il percorso procede toccando tutti i principali centri sede di importanti (Bassano, Festival Vicenza, Jazz Padova, Rovigo). Venezia, sede della Biennale Musica, della Fondazione Lirica del Teatro la Fenice, ma anche di appuntamenti “pop” come l’Heineken Linea 5: Festival 35 ROBERTO DANEO I Festival offrono l’occasione Impresa), Verona, Vicenza con il per dibattere e presentare in festival biblico, e successiva- chiave divulgativa argomenti e mente Schio, Montebelluna (al- riflessioni che solitamente affe- tre riscono a gruppi d’interesse Impresa). Da Vittorio Veneto più ristretti o fortemente spe- (dove si tiene anche Comoda_ cializzati in determinati settori. Mente) si procede poi verso L’opportunità di ragionare sul Maniago e infine Udine, dove si passato e sul presente per trar- tiene Vicino/Lontano: una con- re indicazioni sulle strategie da ferma del fermento culturale adottare e sulle politiche da che anima anche centri di me- mettere in atto per perseguirle dia e piccola dimensione, come trova nel Triveneto numerosi paradigma della vitalità del no- esempi di valenza nazionale e stro continente. internazionale. Il Percorso dei Festival Parte da Trento con il Festival dell’Economia, per procedere verso Rovereto (una delle sedi del festival Città e Linea 6: Teatro e Danza 36 sedi del festival Città Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? Teatro e danza costituiscono Biennale Teatro, eventi di sicu- tradizionalmente uno dei seg- ro richiamo; ma anche la città menti culturali più importanti di Carlo Goldoni inventore della delle Capitali Europee della Commedia dell’Arte italiana. La Cultura, anche perché meglio Linea Teatro-Danza prosegue si prestano a sviluppare colla- verso Vittorio Veneto, con il borazioni per l’allestimento di festival teatrale di Serravalle, spettacoli ed eventi di dimen- per poi trovare episodi signifi- sione veramente europea. Se cativi in Friuli, con il festival del Rovereto, con il suo festival Teatro di Strada di Spilimbergo Oriente Occidente, può rappre- e sentare il punto di partenza, “Amici del Balletto” di Udine. il festival internazionale senza dubbio una delle “ferma- Una menzione specifica me- te” più significative è rappre- rita il “Mitteleuropa Festival” di sentata da Verona, città simbo- Cividale, momento di confron- lo del teatro shakespeariano e to fra le esperienze teatrali e di testimonianza del forte intrec- spettacolo cio culturale che ha caratteriz- dell’Europa centro-orientale, zato il nostro continente e di che è ormai diventato un ap- cui l’Italia è stata sicura prota- puntamento riconosciuto nel gonista nel Rinascimento. Il panorama nazionale e interna- percorso verso zionale. Il percorso si chiude Bassano, sede dell’Opera Estate infine con il Festival Interna- Festival e poi verso Venezia, zionale del Castello di Gorizia. si snoda più significative ancora una volta al centro del Palcoscenico mondiale grazie alla Biennale Danza e alla 37 ROBERTO DANEO Linea 7: Cinema e nuovi media Ancora una volta il prestigio (con l’omonimo Film Festival) e di Venezia e della sua Mostra Trento (Festival Internazionale Internazionale del Cinema può del rappresentare il pretesto per Dall’altro lato, Maniago (che presentare un territorio forte- ambisce ad ospitare il Centro mente vocato a sperimentazio- ad alta specializzazione di for- ni ed esperienze di tipo multi- mazione e produzione dell’Au- mediale e per costruire part- diovisivo), Udine con il Far East nership di livello europeo in Film Festival, Gorizia (Festival grado di affermare i nuovi cen- dedicato alla sceneggiatura) e tri di produzione. Pordenone Trieste (Festival del Cinema Muto) fun- Commission e il Festival del ge da interscambio verso Asolo Cinema Latino-americano. 38 Cinema con di la Montagna). Friuli Film Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? Linea 8: Scienza e innovazione Trieste può a buon diritto gia dove si prevede, tra circa 10 vantare un ruolo di primo pia- anni, l’insediamento di 1000 no nel panorama scientifico aziende internazionale grazie a centri di Padova, altro importantissimo ricerca pubblici e privati (l’Area cluster di ricerca e innovazione Science Park su tutti) e a un (da Veneto Nanotecnologie alla cluster di centri ONU per la ge- Fondazione per la ricerca bio- netica medica, dai laboratori del CNR e le biotecnologie e 10.000 addetti. for e dell’INFM, al Parco scientifico Science and High Technology, Galileo). L’esperienza di piccoli International Center for Genetic centri come Asolo, con la Engineering and Biotechnology, Fondazione International for Schio, culla dell’industria inno- Theoretical Physics). Il percorso vativa e sociale italiana in cam- prosegue verso Udine, sede di po Friuli Innovazione; Marghera, Verona, poi, rappresenta la nuova fron- Scientifico, per poi approdare a tiera, grazie al progetto VEGA Trento, con la Fondazione (VEnice GAteway for Science Bruno Kessler e il Festival and Technologies), la città della dell’Economia. (International Center Centre tessile, La Fornace, e conduce verso il Parco e suo conoscenza, scienza e tecnolo39 ROBERTO DANEO Linea 9: Università Il sistema di Alta Formazione tenariati internazionali, diventa e Università trova in Veneto un un “moltiplicatore” di cono- momento eccellenza. scenza, produzione scientifica Partendo da Trento, storica fu- e sapere, potendo giovarsi di cina di saperi, si procede verso numerosi programmi di soste- Verona, Università costituita gno solo nel 1959, ma che ha rag- Significativo è inoltre il pro- giunto livelli di eccellenza in gramma di scambio fra stu- diversi settori. Dopo Padova, denti che, tenuto conto del seconda Università italiana per numero di Università coinvolte, data di Fondazione che ha an- potrebbe generare un nuovo noverato fra i suoi docenti modello interpretativo della scienziati del calibro di Galileo, Capitale Europea della Cultura, e centro di ricerche per eccel- anche per le edizioni successi- lenza del Triveneto, la linea pro- ve. di segue con Venezia, Udine per approdare a Trieste. Un network di Università che, interagendo attraverso la rete di par40 dell’Unione Europea. Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? Linea 10: Creatività (moda e design) La straordinaria esperienza di guaggi, di mostre e contami- Fuoribiennale e della mappatu- nazioni culturali di luoghi unici ra della creatività nella Regione in cui prende forma il pensiero Veneto denominata “Please di- senza sturb”, rappresenta senza dub- “Creatività” bio un punto di riferimento spazi creativi e li unisce in un per rappresentare fortemente percorso a tal punto ricco di un territorio e per estenderlo suggestioni da superare il valo- anche alle altre province del re stesso dell’oggetto e della Nord Est inserite nella Capitale produzione, per diventare, a Europea della Cultura. Un terri- pieno titolo, una forma di torio che, come scritto dal espressività artistica del territo- Direttore del Corriere Veneto, rio (tessuti, abbigliamento, ac- “…deve cominciare a guardarsi cessori moda, occhiali, mobili, dentro per scoprire cose che oggetti di design, arredamen- forse non immagina neppure to, elettrodomestici, gioielli, di avere, a prendere coscienza mosaici, vetri artistici). Un per- del suo ruolo di incubatore di corso che è anche sapere e idee e progetti, di nuovi lin- conoscenza, come testimonia- schemi”. La intreccia linea questi 41 ROBERTO DANEO no le Università, scuole di design e gli studi privati che contribuiscono a far crescere il capitale umano e ad assicurare un continuo ricambio di idee e di produzioni creative. Centro nevralgico e “distributivo” è naturalmente Venezia, sede di una delle manifestazioni che da sola potrebbe rappresentare in se stessa una Capitale Europea della Cultura: la Biennale, con le sue diverse articolazioni. Linea 11: Natura e montagna 42 Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? L’ormai sottile confine fra pa- linea “verde” che lega alcune trimonio culturale e naturale delle più belle aree e località trova la testimonianza più di- montane del Nord Est simbo- retta nel recente riconosci- leggia quindi un percorso di ri- mento delle Dolomiti da parte flessione sulle politiche di svi- dell’UNESCO “World luppo e sostenibilità della mon- Cultural Heritage”. Il patrimo- tagna, attraverso la condivisio- nio montano, con le sue tradi- ne di metodologie, approcci, zioni e le sue peculiarità cultu- buone pratiche e strategie di rali, rappresenta in Europa il diversificazione per affermare 40% circa del territorio e inte- nuovi paradigmi di sviluppo. come ressa la maggior parte dei paesi membri dell’Unione Europea. Malgrado ciò, non sono state sinora adottate dall’Unione Europea politiche mirate per la valorizzazione, salvaguardia e protezione della montagna da fenomeni quali lo spopolamento e la fragilità ambientale. La Linea 12: Lago, Mare e Laguna 43 ROBERTO DANEO Venezia è laguna. Questo bi- al Delta del Po e ad altre località nomio, che è diventato un come Chioggia, Jesolo, Bibione, brand in tutto il mondo, è em- Caorle, Lignano, Grado fino a blematico di tutto il territorio Trieste: un pretesto per valoriz- del Nord Est, che trova nell’ac- zare e mettere a confronto qua la propria sublimazione, e esperienze, tradizioni e produ- fornisce lo spunto per una ri- zioni culturali di buona parte flessione sul valore culturale di dei paesi dell’Unione Europea. un eco-sistema che è stato in passato non solo elemento di sviluppo, comunicazione e difesa dei territori, ma anche fonte di produzione culturale e di tradizioni popolari (basti pensare alla Barcolana di Trieste o alla Festa del Redentore di Venezia). L’itinerario, oltre a Venezia, collega il Lago di Garda Linea 13: Cultura della vite 44 Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? Il valore culturale della pro- Valdobbiadene, raggiungere il duzione vitivinicola in Europa è Friuli con le sue produzioni di ormai acquisito. Si tratta di un bianchi. “saper fare” che trae origini dalle più antiche civiltà che dal Mediterraneo hanno gettato le fondamenta della cultura europea e a poco a poco si è esteso a buona parte dell’Europa centrale. Il Nord Est resta una delle aree tradizionalmente vocata a produzioni pregiate ed una delle aree in cui è più forte il movimento del turismo del vino: il percorso parte dal Trentino, per scendere nella zona della Valpolicella e passare per il Vinitaly a Verona e, passando per Conegliano e Linea 14: Memoria 45 ROBERTO DANEO La storia dell’Unione Europea memoria aiuta a ricostruire il è intessuta di momenti che passato, accomunando il Nord hanno contribuito a forgiare Est a tutti quei territori e quei una coscienza collettiva e a popoli che in Europa hanno guidare il continente verso una dovuto subire analoghe ferite, prospettiva di pace, democra- per offrire un monito alla nuo- zia, rispetto dei diritti dell’uo- ve generazioni europee. mo e dei popoli, coesione sociale, attenzione ai più deboli, sostenibilità nell’utilizzo delle 2. Hard Legacy della Capitale risorse ambientali. Si tratta di Europea della Cultura un cammino lungo e faticoso, che non si è totalmente esauri- Le Capitali Europee della to e che ancora pochi anni fa Cultura, analogamente a nu- ha visto l’Europa protagonista merosi altri grandi eventi an- di conflitti devastanti e di tra- che di diversa natura (sportiva, gedie (personali e collettive) di espositiva, congressuale) si ca- immani ratterizzano solitamente per proporzioni. Il Triveneto, anche per la sua col- due tipologie di eredità: locazione geografica “di fron- • l’eredità materiale o “hard tiera”, ha sperimentato, sul legacy”, che si riferisce ad proprio territorio, esperienze aspetti tangibili, quali ad che restano impresse nella me- esempio la realizzazione di moria collettiva: catastrofi na- infrastrutture per il territorio turali, tragedie causate dall’in- ospitante, l’incremento di curia dell’uomo, guerre, ster- occupazione e di valore ag- mini di massa. La linea della giunto legato alla spesa turi- 46 Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? stica, la realizzazione di even- La valutazione economica ti, l’ammodernamento delle dell’impatto dell’organizzazio- strutture ricettive, la disponi- ne della Capitale Europea della bilità di nuovi servizi pubblici Cultura riguarda aspetti che permanenti, etc; hanno a che fare sia con l’of- • l’eredità immateriale o “soft ferta sia con la domanda in legacy”, che è rappresentata senso economico nelle regioni da tutti quegli elementi in- interessate. Vi sarà un’organiz- tangibili, spesso di difficile zazione e vi saranno degli misurazione, che sono però eventi. Tutto questo implica in grado di modificare per- una spesa che di per sé ha un manentemente l’offerta e impatto sull’economia dell’a- l’immagine della città/regio- rea, anche nell’ipotesi astratta ne ospitante. Si tratta, ad che la Capitale Europea della esempio, di elementi quali Cultura non interessi e non at- l’accresciuta partecipazione tragga pubblico locale e turisti. dei cittadini e l’orgoglio di L’impatto diretto e indiretto appartenenza, il riposiziona- viene valutato partendo dal mento sulla mappa mondia- budget e sulla base di ipotesi di le, la diffusione di valori cul- minima e di massima, ma per turali, lo sviluppo di pro- essere accurato deve avvalersi grammi educativi nelle scuo- di un modello Input Output re- le e l’incentivo allo sviluppo gionale. di nuove attività imprendito- È solo per scopi esemplifica- riali legate alla creatività, alla tivi che nella tabella di seguito cultura, alle nuove tecnolo- si riportano risultati ottenuti gie digitali. con parametri validi per l’eco47 ROBERTO DANEO nomia nazionale. Per il mo- partire dagli importi tratti dal mento è possibile utilizzare un Budget a prezzi 2010 si stima modello nazionale assumendo che l’impatto da domanda che nelle tre regioni del Nord dell’organizzazione Est l’impatto sia pari a quello Capitale Europea della Cultura che si avrebbe se valessero i sia quello evidenziato nelle ulti- parametri nazionali. Pertanto, me righe della tabella 1. della in via del tutto preliminare e a Tabella 1. Stima dell’impatto diretto e indiretto della Capitale Europea della Cultura Impatto diretto e indiretto (stima preliminare, Aprile 2010) Ipotesi di minima Personale Staff Amministrazione TOTALE personale Progetti ed eventi Contributi a istituzioni e associazioni Concorsi per nuovi talenti Altri costi TOTALE programma culturale Materiale promozionale Eventi e road-show Advertising Media relations Nuove tecnologie Altri costi di promozione TOTALE promozione e comunicazione Altri costi e contingency TOTALE altri costi e contingency TOTALE Impatto Impatto Impatto Impatto Impatto 48 diretto indiretto Totale (consumi intermedi e valore aggiunto) di Valore Aggiunto sui Consumi Intermedi Val. Ass. (milioni di €) 5.05 0.50 5.55 9.80 9.80 2045 5.45 24.50 1.44 1.92 1.92 0.96 0.96 2.40 9.60 2.10 2.10 41.75 55.95 10.01 65.96 37.07 % 1.00 1.34 0.24 1.58 0.89 0.69 Ipotesi di massima Val. Ass. (milioni di €) 9.20 0.90 10.10 21.65 21.65 5.45 5.45 54.20 3.10 4.10 4.10 2.05 2.05 5.15 20.55 4.45 4.45 89.30 131.74 23.58 155.32 87.26 % 1.00 1.48 0.26 1.74 0.98 0.76 Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? Vi sono poi i turisti attratti alla durata del soggiorno, in che produrranno un aumento media tra i più brevi e pari a 4,7 nelle presenze nell’area. Vi sarà giorni, quanto invece all’eleva- anche un afflusso di fruitori to flusso di turisti. locali, ma in questo caso è pro- Se si tiene conto che la spesa babile che si tratti di consuma- media giornaliera sostenuta dal tori che per fruire degli eventi turista straniero nel 2008 in della Capitale Europea della Veneto è stata di 90,2 € al gior- Cultura rinunciano ad altri no, e si applica per semplicità, eventi. Volendo giungere ad tale parametro all’intero flusso una stima approssimativa del di visitatori stimati (anche per- potenziale impatto generato ché non è al momento ipotiz- dalle presenze turistiche sup- zabile una ripartizione fra le tre plementari legate alla Capitale regioni Europea della Cultura, si può Capitale Europea della Cultura) partire dal dato medio di spesa si otterrebbero valori partico- registrato da parte dei turisti. larmente significativi per il ter- Secondo le stime, in Veneto la ritorio, pari a 11 milioni di pre- spesa dei turisti stranieri è stata senze aggiuntive nel 2019, una nel 2008 pari a 4,2 miliardi di spesa turistica totale generata euro, 2,4% in meno rispetto al di 1.001.000.000 di € e un in- 2007. Nonostante tale diminu- cremento del valore aggiunto zione, il Veneto si conferma la di 710.000.000 di €. interessate dalla seconda regione italiana per entrate economiche derivanti dal turismo straniero. Questo risultato è dovuto non tanto 49 ROBERTO DANEO Tabella 2. Ricadute turistiche stimate nel 2019 Presenze turistiche aggiuntive nel 2019 11.100.000 Spesa turistica totale generata 1.001.000.000 € Incremento valore aggiunto stimato1 710.000.000 € Le valutazioni sul valore ag- ma non esistevano. La soluzio- giunto tengono conto degli ef- ne praticabile consiste nel co- fetti diretti e indiretti del feno- struire un settore economico meno. I settori che partecipano del tutto speciale o ad hoc che alla formazione dell’indicatore si aggiunge temporaneamente sono: alberghi e ristoranti; a quelli preesistenti nell’area. In commercio; locazione di fab- tal modo si otterrà un modello bricati; attività artigianali; attivi- I-O regionale modificato, cioè tà agro-alimentari; attività cul- in grado di tener conto del fat- turali e ricreative; trasporti e to che l’organizzazione è capa- carburanti; costruzioni e altri ce di produrre servizi altrimenti servizi. non disponibili. L’organizzazione della Capita- Oltre allo studio di impatto le Europea della Cultura eserci- economico ed occupazionale ta un impatto sulla domanda della Capitale Europea della ma anche uno sull’offerta nel Cultura, si può tentare di effet- senso che durante l’organizza- tuare alcune stime sul gettito zione la struttura economica fiscale delle tre regioni è in grado di dall’evento, che potrebbe rap- offrire servizi ed eventi che pri- presentare un interessante ele- aggiuntivo prodotto 1 Utilizzando il moltiplicatore del valore aggiunto registrato in media nell’economia veneta rispetto alla spesa turistica complessiva. 50 Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? mento di persuasione, nei con- una cifra consistente, non sti- fronti del Governo, circa la pos- mabile in tale sede. Poiché il sibile candidatura del Nord Est. periodo di occupazione sti- In base alle simulazioni con- mato è di cinque anni (perio- dotte, è realistico stimare un do di riferimento per l’orga- gettito fiscale dalle sole impo- nizzazione ste indirette complessivo (IVA) gettito fiscale complessivo per lo Stato non inferiore a 220 dell’evento), il sarebbe quintuplicato; milioni di €, a fronte di un inve- • gettito aggiuntivo da impo- stimento in conto capitale pari ste dirette, generato da lavo- a 8,75 milioni di € (ipotesi di ratori autonomi e categorie scenario elevato). È corretto professionali che incremen- affermare, quindi, che anche tano il loro volume d’affari per la parte di investimento la (tassisti, commercianti, etc.). Capitale Europea della Cultura è Una stima quantitativa, in in grado di produrre un bilancio questa sede, non è effettua- in utile. A tale riguardo, si pos- bile e verrà pertanto tralascia- sono individuare le seguenti ta dal calcolo; componenti di gettito fiscale: • gettito da imposte dirette • gettito da imposte dirette aggiuntivo generato da red- dall’occupazione diti d’impresa. Anche tale ci- creata. Se si ipotizza un livello fra non appare al momento retributivo medio di € 20.000 quantificabile; derivante annuo e un’aliquota fiscale • gettito da imposte indirette del 25%, il gettito fiscale an- (IVA) sugli investimenti effet- nuo proveniente dai lavora- tuati a valere su fondi di sog- tori creati ammonterebbe a getti pubblici. Trattandosi di 51 ROBERTO DANEO IVA non detraibile, tale gettito rappresentano tradizionalmen- è stimabile almeno in 17 mi- te un’opportunità di catalizzare lioni di €, pari al 20% del tota- investimenti e/o di accelerarne le degli investimenti operativi la realizzazione, soprattutto in (89 milioni di €); un contesto di contrazione del- • gettito da imposte indirette le spese di investimento, quale (IVA) sulla vendita di biglietti. quello attuale. Per il Nord Est Si ipotizza un ricavo da bi- rappresenta glietti pari a € 4,4 milioni, ri- un’occasione per migliorare ul- spetto ai quali il gettito previ- teriormente l’assetto comples- sto è di 1 milione di €; sivo dell’accessibilità sul territo- in particolare • gettito da imposte indirette rio. Importanti investimenti so- (IVA) sulle spese sostenute dai no già oggi programmati allo visitatori che pernotteranno scopo di potenziare complessi- per almeno una notte. La vamente il sistema viabilistico, spesa media giornaliera dei ferroviario, aeroportuale e di visitatori stranieri in Veneto, trasporto pubblico locale. Friuli Venezia Giulia e Trentino (secondo l’Ufficio Italiano Cambi) è di 200 milioni di €. Secondo uno studio condotto nel 2005 da Ance-Ambrosetti sulle città creative, lo scenario Va detto infine che non sono mondiale dovrebbe essere rap- stati considerati in questa sede presentato da quattro “capitali costi infrastrutturali, avendo mondiali” – New York, Londra, ipotizzato di non dover ricorre- Shanghai e Tokyo – destinate a re a investimenti specifici in tal divenire centri di comando e senso: tuttavia i grandi eventi controllo dei processi globali 52 Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? economici, politici e culturali. A passato luoghi importanti dello queste big four si aggiungono sviluppo economico all’interno circa venti “capitali regionali” del singolo Paese, ma che che si propongono sulla scena nell’evoluzione verso il paradig- mondiale come centri d’eccel- ma dell’economia della cono- lenza in alcune aree specifiche scenza o della creatività ricopri- della creatività e proprio nella ranno un ruolo marginale ri- loro specializzazione (nella mo- spetto alle dinamiche prevalen- da, nel design, nelle biotecno- ti a livello planetario. logie, nell’alimentazione, nel Non v’è dubbio che il model- cinema, nei nuovi media, etc.) lo proposto dal Nord Est può consisterà la loro forza d’attra- modificare, se non addirittura zione sul mercato nazionale e sovvertire, questo schema di internazione dei talenti. Tra posizionamento, introducendo queste, le città più accreditate a il concetto di “regione metro- svolgere il ruolo di “capitali re- politana” che guarda al di fuori gionali” vi sono Parigi, Milano, degli schemi legati prettamen- Berlino, Madrid, Mosca, Singa- te alla “cinta daziaria” di un pore. Appartengono alla cate- centro urbano per costruire dei goria delle cosiddette “capitali cluster e delle reti di innovazio- provinciali di terzo livello” circa ne con un significativo effetto cento città, con un ruolo di se- moltiplicatore. condo piano nella competizio- In questo senso, ospitare un ne globale, magari esprimendo evento come la Capitale Euro- eccellenze in nicchie molto ri- pea della Cultura diventa stra- strette. Esisteranno infine un tegico per il Nord Est: non solo migliaio di centri provinciali, in un evento capace di incidere 53 ROBERTO DANEO sui flussi turistici e sulla pro- sione competitiva sulle imprese grammazione culturale, ma un che le spinge ad innovare e ri- vero e proprio “evento promo- cercare nuove soluzioni. La ri- zionale” utile ad affermare nel cerca di soluzioni fa leva sulla mondo la dimensione creativa capacità creativa individuale del Triveneto, proponendolo che utilizza come “strumenti” e come una delle capitali regio- “materiali” i dati, le informazioni nali dell’innovazione capace di e le conoscenze per produrre competere alla pari con le altre innovazioni. capitali di secondo livello. Le città, in questi processi La Capitale Europea della d’innovazione, forniscono il ca- Cultura deve pertanto inserirsi pitale umano necessario a so- in un preciso piano strategico stenere i vantaggi competitivi di sviluppo regionale che sia delle imprese. L’innovazione capace, costruendo le proprie però non si realizza solo perché politiche sulla notorietà e sul un individuo o un’impresa por- posizionamento di cui la ma- ta un’idea sul mercato: il pro- cro-regione già gode a livello cesso richiede un’interazione internazionale grazie alle sue continua tra individui che in- numerose eccellenze culturali, gaggiano processi collaborativi di accompagnare gradualmen- costruiti attorno a team di cre- te il Triveneto ad occupare una ativi, cluster di aziende che fan- posizione di riferimento e di no dell’innovazione la chiave di leadership nazionale ed euro- sopravvivenza pea nei processi creativi. modalità di trasferimento di La ricerca del miglioramento continuo determina una pres54 sul mercato, conoscenze, anche secondo processi informali. Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? Le tre T e le due S della creatività L’economista americano Florida, nel celebre saggio “L’ascesa della classe creativa”, individua tre fattori chiave funzionali a comprendere la geografia economica della creatività e i suoi effetti sulla performance dell’economia locale. Questa teoria è racchiusa nelle cosiddette tre T: • Tecnologia (intesa come propensione all’innovazione e specializzazione nell’high-tech); • Talento (cioè persone occupate in attività di intrattenimento, cultura e spettacolo); • Tolleranza (intesa come apertura del territorio alla diversità). A queste tre “T” un successivo studio, curato dell’Università Bocconi per conto di Assolombarda sul tema della creatività, aggiunge anche altri due indicatori che misurano l’innovazione, conosciuto come modello delle due S: • la prima “S” è definita dalla presenza d’imprese “highsymbolic” quali ad esempio la consulenza economica e legale, l’editoria, l’architettura, il cinema, la pubblicità, radio, TV e cultura e creatività in senso lato; • la seconda “S” si misura in riferimento alle imprese dello spettacolo e dell’offerta culturale (musei, cinema, teatri, Festival, concerti, biblioteche). 55 ROBERTO DANEO Il combinato disposto di que- tà autentiche e culturalmente sti cinque fattori trova nel Nord aperte in grado di favorire lo Est un “humus” particolarmen- scambio continuo di esperienze te fertile, che tuttavia può esse- e sempre pronte ad accogliere re stimolato mediante adegua- e a servire le loro esigenze di te politiche di accompagna- informazione, di apprendimen- mento. Le città e le regioni to e di intrattenimento. possono diventare esse stesse competitive grazie alla capacità Come evidenziato dalle con- di attrarre e di concentrare ta- clusioni del 2° Forum di Avigno- lenti dotati di competenze ele- ne su “Cultura, economia e me- vate. I lavoratori che generano dia” svoltosi lo scorso novem- idee, creatività e immaginazio- bre, esistono una serie di “inva- ne per le produzioni ad elevata rianti” nella definizione di stra- intensità di conoscenza e per tegie di sostegno delle politiche l’innovazione sono una compo- culturali e della creatività, che si nente chiave dei sistemi econo- fondano su: mici ad elevato valore aggiunto. • la creazione di un programma Questa classe particolare di la- specifico, che comprenda ini- voratori è mobile ed è attratta ziative coordinate e preveda dai luoghi in grado di offrire lo- idonei meccanismi di gover- ro un mercato del lavoro denso, nance; un mercato che propone mol- • la definizione di una strategia teplici opportunità di lavoro e di di almeno 10 anni, con una carriera. A questo si aggiunge precisa traiettoria e una chiara anche la richiesta di località sti- prioritarizzazione degli obiet- molanti, tolleranti, con comuni- tivi; 56 Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? • lo sviluppo di sinergie fra diversi settori (pianificazione tivazione di spin-off aziendali; urbana, cultura, alta educa- - Strumenti di facilitazione di zione e ricerca e industria accesso al credito (Fondi di culturale della creatività); rotazione, capitale di ri- • l’incrocio fra le iniziative culturali e gli stakeholders nello schio, linee di credito dedicate, etc.); sviluppo economico, per incentivare nuove imprendito- • Azioni di sistema rialità. - Programmi di ricerca congiunti fra aziende private e Di seguito, a titolo meramen- centri di ricerca pubbliche; te indicativo e non esaustivo, si - Azioni di supporto all’integra- propone una rassegna di alcuni zione di filiera fra aziende del possibili ambiti di intervento territorio; che il decisore pubblico può - Creazione di incubatori di im- proporre per incentivare il raf- presa anche sotto forma di forzamento competitivo del incubatori “soft” che consen- Nord est nel settore: tano limitati investimenti in- • Interventi diretti alle imprese: frastrutturali; - Regimi di aiuto agli investi- - Recupero di aree dismesse menti per imprese ad alto per la creazione nuove aree di contenuto di creatività; insediamento produttivo ad - Regimi di aiuto per ricerca e trasferimento tecnologico ad aziende creative; - Regimi di aiuto per l’incen- alto contenuto di creatività; - Costituzione di Agenzie (North East Creativity Commission) per incentivare l’in57 ROBERTO DANEO sediamento di nuovi talenti considerare un grande evento, internazionali sul territorio, forse il più importante nell’am- attraverso una serie di servizi bito delle manifestazioni cultu- amministrativi e di servizio; rali, per dimensioni, potenzialità di visitatori e durata. • Incentivi alla produzione cul- L’eredità infrastrutturale per turale il territorio è sicuramente uno - Sviluppo di azioni promo- dei risultati più immediati e zionali congiunte per i importanti: infrastrutture ri- principali eventi culturali cettive, di trasporto, di teleco- del territorio; municazione e importanti in- - Incentivi alla produzione ci- terventi di riqualificazione ur- nematografica, teatrale, e bana solitamente accompa- legate alle nuove tecnolo- gnano la realizzazione di un gie media; grande evento. - Recupero e valorizzazione Tuttavia, oltre all’effetto ge- del patrimonio culturale nerato dalla spesa pubblica che esistente; solitamente accompagna un - Sviluppo di azioni di “franchising” culturale. grande evento quale la Capitale Europea della Cultura, generando valore per le imprese e occupazione, occorre guardare 3. Soft Legacy della Capitale anche agli effetti “permanenti” Europea della Cultura sull’offerta del territorio ospitante, che sono in grado di La Capitale Europea della modificare in modo strutturale Cultura si può a buon diritto il proprio assetto competitivo. 58 Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? Fra questi, la letteratura attuale flussi turistici, attraverso la sposta sempre di più l’atten- creazione di nuovi prodotti o zione anche sugli effetti di lun- l’allungamento nella fruizio- ga durata generati dalla cosid- ne di quelli già consolidati; detta “eredità intangibile” o • programmi educativi per le “soft legacy”, contribuendo a nuove generazioni; rendere l’evento effettivamen- • il miglioramento dei servizi al te sostenibile per la collettività. cittadino e al visitatore, attraverso l’introduzione di solu- Tali effetti, per un evento quale la Capitale Europea della Cultura, comprendono, fra l’al- zioni tecnologicamente avanzate; • la creazione di un bacino di tro: volontari, esperti nell’orga- • il consolidamento dell’imma- nizzazione di grandi eventi, gine della città e della regio- che rimarranno a disposizio- ne ospitante su scala interna- ne del territorio anche per zionale; eventi futuri. • nuove iniziative imprenditoriali in ambito culturale, con A questi effetti, occorre ag- effetti positivi sui processi giungere come, ospitando la innovativi e legati all’industria Capitale Europea della Cultura, della creatività; tutto il Nord Est può beneficia- • la qualificazione del capitale re di un’opportunità unica per umano e il rafforzamento rafforzare la sua dimensione dell’occupazione; europea, attraverso lo sviluppo • la qualificazione dell’offerta di partnership economiche, turistica e lo sviluppo dei culturali, scientifiche, universi59 ROBERTO DANEO tarie e formative con la crea- costruire il progetto in stretto zione di reti durevoli anche ol- coordinamento con le altre tre il 2019. Regioni italiane, che trovereb- Lo stesso senso di apparte- bero occasione per lo sviluppo nenza all’Unione Europea risul- di progetti di interesse nazio- terebbe nale. considerevolmente rafforzato, consentendo al Triveneto di affermarsi definiti- Venezia e il Nord Est sono il vamente su scala europea co- candidato ideale in Italia per me uno dei motori di innova- l’evento del 2019 perché: zione e creatività del continen- • sono al centro di una macro- te, in grado di rafforzarne regione di circa 7 milioni di complessivamente la capacità abitanti, competitiva verso altri paesi. Londra o Parigi; paragonabile a • rappresentano il primo polo turistico nazionale sia per nu4. Nord Est Capitale Europea mero di arrivi che di presen- della Cultura: i vantaggi ze e sono quindi in grado di massimizzare il ritorno eco- Venezia e il Nord Est, ospi- nomico per il nostro Paese, tando la Capitale Europea della anche sul piano delle entrate Cultura 2019, potrebbero rap- fiscali; presentare al meglio l’immagi- • possono contribuire al rilan- ne dell’Italia e di tutte le sue cio del settore turistico na- componenti territoriali al resto zionale, in linea con gli obiet- del mondo. Per queste ragioni, tivi posti dalla Presidenza del Venezia e il Nord Est possono Consiglio e dal Ministero del 60 Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? Turismo (20% del PIL naziona- struire, con poche risorse le entro il 2020); aggiuntive, un programma di • rappresentano un polo cul- assoluta qualità; turale prestigioso e multipo- • presentano una realtà im- lare, capace di organizzare prenditoriale vivace e strut- un grande evento che si può turata, che rappresenta una innestare in una traiettoria di garanzia di investimento dei assoluto rilievo che caratte- privati chiamati ad interveni- rizzerà il decennio entrante re con operazioni di sponso- – da Italia 150 nel 2011, al rizzazione; Forum Internazionale delle • è un terreno fertile su cui Culture di Napoli 2013, all’Ex- possono essere avviate nuo- po di Milano 2015; ve esperienze imprenditoriali • non necessitano di interventi infrastrutturali ad hoc per legate al settore della cultura e della creatività. l’evento e non graverebbero quindi con investimenti ag- Se si guarda alla storia delle giuntivi sul bilancio dello Capitali Europee della Cultura Stato, che sarà solo impe- precedenti, si possono distin- gnato a portare a compi- guere con una certa precisione mento i progetti già pro- due fasi distinte. Un primo pe- grammati sul territorio (au- riodo, compreso fra il 1985 e il spicabilmente entro il 2019); 1998, in cui i paesi ospitanti la • sono sede di prestigiose isti- manifestazione designavano tuzioni culturali e manifesta- come Capitale città altamente zioni che possono rappre- rappresentative della storia cul- sentare una base su cui co- turale europea e nazionale. In 61 ROBERTO DANEO questa fase, ritroviamo ad come obiettivo quello di incen- esempio numerose capitali fra tivare la crescita del settore le città sede della manifestazio- culturale e delle potenzialità ne (Atene, Amsterdam, Parigi, imprenditoriali Berlino, Dublino, nell’ambito di realtà non tradi- Lisbona, Copenaghen, Stoc- zionalmente conosciute a livel- colma, Lussemburgo) o città lo europeo come poli culturali con un retroterra artistico e di primaria importanza. Madrid, collegate culturale di primaria importan- Fermo restando tale approc- za (Firenze, Anversa). Uniche cio, non v’è dubbio che l’Unio- eccezioni in questo panorama ne Europea deve la sua rilevan- sono state le città di Glasgow e za internazionale, sul piano di Salonicco. Un secondo pe- culturale, soprattutto alla stra- riodo più recente, che dal 1999 ordinaria concentrazione di arriva fino ad oggi, nel quale la territori e città caratterizzate scelta degli Stati si è orientata a da una storia millenaria e dalla privilegiare città meno presti- presenza di eccellenze artisti- giose sul piano culturale, ma che e culturali uniche. La stessa spesso impegnate in un pro- manifestazione della Capitale cesso di trasformazione urba- Europea della Cultura non può na e di riqualificazione econo- che trarre vantaggio e raffor- mica, sociale e culturale (con zarsi come immagine se, con alcune eccezioni quali Bruges, cadenza periodica, la città pre- Salamanca, Bologna, Cracovia, scelta faccia parte di quella rete Praga). più elitaria di centri artistici e È del tutto evidente che questo cambio di prospettiva ha 62 culturali che rappresentano meglio l’Europa nel mondo. Nord Est Capitale Europea della Cultura 2019? Venezia e il Nord Est possono re, avrebbero maggiori garan- rappresentare un connubio zie di continuità anche nelle unico in questo senso. Da una fasi successive alla manifesta- lato, giustamente zione. Dall’altro, il territorio del considerarsi come uno dei poli Nord Est è forse uno degli culturali di riferimento mon- esempi più esplicativi e sponta- diale, che hanno contribuito a nei di fertilizzazione culturale. forgiare la storia e l’identità Sia al proprio interno, grazie culturale dell’Europa: Venezia, alla disponibilità del territorio Verona, Padova, Trieste, Vi- all’accoglienza di etnie, popola- cenza, Trento, Treviso, Udine. Il zioni e tradizioni culturali varie- patrimonio architettonico e ar- gate (basti pensare alle nume- tistico delle città del Nord Est, rose comunità straniere che accanto ad un’eccezionale ca- hanno trovato rifugio a Venezia pacità di programmazione cul- o al ruolo mitteleuropeo di cit- turale fondata su manifestazio- tà come Trieste e Udine). Sia ni di primaria importanza nel all’esterno del suo territorio, panorama europeo e mondia- per la capacità di influenzare le, rappresentano un “unicum” con la propria cifra stilistica e su cui strutturare un program- architettonica e con il proprio ma di straordinaria qualità, ca- sapere tutta l’Europa, fino ad pace di innalzare il livello della assurgere a polo di riferimento manifestazione e su cui costru- per gli intellettuali di diverse ire le iniziative più “coraggiose epoche storiche. possono e innovative” che, proprio grazie al fertile terreno culturale su cui si verrebbero a innesta63 ROBERTO DANEO Riferimenti bibliografici - Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, L 304/1 del - Barca F., “An agenda for a 03.11.2006 “Decisione N. reformed cohesion policy”. 1622/2006 del Parlamento Indipendent report prepared Europeo e del Consiglio at the request of Danuta che istituisce un’azione co- Hubner, Commissioner for munitaria a favore della Regional Policy, 2009 Manifestazione - De Brito M.P., “European cultural Capital. Factors for a successful Long-term impact”, Erasmus University Rotterdam - Florida R., “The rise of creative class”, 2002 - Fuoribiennale, “Please disturb”. Una mappa del Ve- neto contemporaneo 2007 - LabforCulture.org, “Come fare tesoro della cultura: l’impatto delle Capitali Europee della Cultura sul settore culturale indipendente a livello locale” 64 Capitale Europea della Cultura per gli anni dal 2007 al 2019” IL PATRIMONIO CULTURALE: TRA CONSERVAZIONE E RIUSO di Marilena Vecco un’istanza sentita ed interpre- Introduzione tata a livelli e con metodologie dell’economia spesso assai dissimili nelle varie della cultura, gli ultimi decenni epoche1. L’approccio di carat- sono stati caratterizzati da un tere storico-estetico è andato dibattito che ha visto, da un arricchendosi nel corso del lato, il riconoscimento della ri- tempo e, in particolare, in coin- levanza del patrimonio cultura- cidenza con la problematica le posseduto e dei benefici – ambientale, ha assunto un si- oltre che di tipo culturale an- gnificato sociale, esplicitatosi che economico – generati dal compiutamente nel corso degli turismo culturale; e dall’altro, anni Novanta del secolo scor- della necessità di intervenire su so. Nell’ambito tale patrimonio al fine di pre- Il processo di conservazione servarlo dalla dispersione e dal consta di due distinte fasi che degrado. sono tra loro interdipendenti: La conservazione del patrimonio esistente è stata la valutazione, ossia la stima del valore esistente, e la valorizza- 1 Per un’esauriente panoramica dei diversi approcci adottati nel corso del tempo si veda Giovinazzo M., “Le patrimoine, une resource économique? Essai de présentation du concept”, 2e Conférence Internationale sur le Management des Arts et de la Culture (AIMAC), Groupe HEC, Jouy-en Josas 23-25 giugno 1993, 15-20; e Cortese W. (1997), Lezioni di legislazione dei beni culturali, Padova, Cedam, 2-13. 65 MARILENA VECCO zione, intesa come creazione trimonio è pienamente giustifi- di valore aggiunto. Queste due cato, poiché tale concetto, in diverse fasi generano valori di termini economici, indica un natura distinta: la valutazione fattore crea valore di ordine economi- scarso, che diviene l’input fon- co, mentre la valorizzazione, damentale di un processo eco- accanto al valore economico nomico, finalizzato al conse- esistente del bene, spesso ri- guimento di un’utilità in termi- generato, produce valore di ni di investimento o di consu- ordine culturale. mo. produttivo, spesso Il patrimonio diviene oggetto La conservazione del patri- di restauro, di conservazione e monio ha un impatto econo- quindi stadio mico evidente, innanzitutto, quest’ultimo finalizzato alla sua nella fase, che potremmo defi- rivalorizzazione, che si compie nire passiva, che consta nel re- grazie all’attribuzione di una cupero, durante la quale il pa- nuova funzione sociale alla trimonio è oggetto di inter- struttura esistente e allo spazio vento, e successivamente, in in cui essa è inserita. Il restauro quella attiva di produzione, av- non è quindi inteso in una me- venuta l’attribuzione di una ra prospettiva conservativa, nuova destinazione funzionale, quanto piuttosto in una pro- che vede il patrimonio sogget- spettiva rivalutativa, trattando to agente nel contesto econo- il patrimonio quale risorsa eco- mico-produttivo. Il patrimonio nomica e produttiva. è un bene culturale oggetto di di riutilizzo, L’uso del termine “risorsa” tutela e conservazione, ma an- nell’ambito del discorso sul pa- che un bene capitale, la cui 66 Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso produttività si esplica in termini preso nell’accezione di cambia- di esternalità. mento, ossia rigenerare le ri- Il concetto di capitale culturale2 sorse significa modificare la consente di riflettere sul modalità di destinazione (e non patrimonio sia in termini eco- semplicemente, il non uso nomici che culturali, infatti, il temporaneo, al fine di consen- capitale culturale è definibile tirne il rinnovamento). La rige- come uno stock di valore cul- nerazione del patrimonio, che turale incorporato in un bene. si compie, come si vedrà, Questo stock può generare un sull’esempio di quella che ca- flusso di beni e servizi (aventi ratterizza la dimensione am- essi stessi un valore sia econo- bientale, consiste in un inter- mico sia culturale), che posso- vento sui processi di produzio- no essere immediatamente ne o di consumo, in cui essi consumati e/o contribuire alla sono parte integrante. produzione futura di beni e Parallelamente al processo servizi, incluso nuovo capitale economico connesso alla rige- culturale3. nerazione, il patrimonio è sot- Nel processo di conservazio- toposto ad un processo di ac- ne del patrimonio si attua pro- cumulazione-sedimentazione priamente una rigenerazione. di nuovo valore di matrice sto- Tale termine deve essere com- rico-culturale. Spesso queste 2 Cfr. Throsby D. (1999), “Cultural Capital”, Journal of Cultural Economics, 23: 3-12. L’autore propone, accanto alle tre forme di capitale accettate tradizionalmente in ambito economico (capitale fisico, capitale umano e capitale naturale), quella di capitale culturale “…we need to identify a fourth type of capital, namely cultural capital, as a distinctly different category from the other three”. 3 Cfr. Throsby D., op. cit., 7. 67 MARILENA VECCO due dimensioni entrano in comportato l’affermazione di conflitto: l’intervento di riutiliz- nuovi orientamenti nelle politi- zo rispettoso che culturali. Se inizialmente la dell’identità storico-culturale e legge n. 1089/39 privilegiava la non scadere nella logica del dimensione estetica, parlando, white cube. Nei limiti del pos- genericamente, di “bellezze sibile, un bene culturale, e naturali” e di “cose di interesse nell’accezione più ampia il pa- storico artistico”, successiva- trimonio, riutilizzato in termini mente, viene elaborato un produttivi, deve mantenere, e concetto più articolato di bene quindi, veicolare il messaggio culturale, inteso quale docu- culturale che gli era stato origi- mento significativo della storia nariamente attribuito; un bene della civiltà e del costume, ap- ben rigenerato sarà portatore prezzato ed apprezzabile per la di evoluzione sia culturale che sua utilità sociale, meritevole di economica. tutela, di conservazione e della deve essere più estesa fruibilità. Nel corso degli anni Ottanta a questa 1. La conservazione4 prospettiva sociologico-conservativa si affianca un orienta- 1.1. Il calcolo economico della conservazione5 mento economico, che qualifica il bene culturale quale “bene L’evoluzione del concetto di economico produttivo”, ossia bene culturale comporta e ha un bene che può essere og- 4 Le seguenti parti 2 e 3 sono già state pubblicate in Mossetto G., Vecco M. (a cura di, 2003), L’economia del patrimonio monumentale, Milano, F. Angeli, pp. 23-33. 5 Cfr. Mossetto G. (1992), L’economia delle città d’arte, Milano, Etaslibri, cap. VIII. 68 Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso getto di investimento pubbli- svincolato spesso da un utilizzo co, una risorsa che, se giusta- in chiave economica; e infine, mente valorizzata, è capace di la sua produttività futura, ossia produrre reddito. Vengono il patrimonio quale giacimento, quindi poste le premesse per che sebbene non attualmente una fruizione, capace di conci- utilizzato, lo può essere diven- liare esigenza conservativa e tando a tutti gli effetti produt- valorizzazione, in termini di tivo per le generazioni succes- produttività. sive alla nostra. Ne consegue La fase di conservazione del che l’economia del patrimonio bene culturale in senso lato, deve necessariamente com- del patrimonio edificato, in prendere: senso stretto (quale insieme • la manutenzione, volta al delle attività di diagnostica e mantenimento dell’esisten- monitoraggio, nonché di inter- te, evitando ulteriori deperi- vento restaurativo), non deve menti; essere fine a se stessa, ma de- • l’ammortamento, che nel ca- ve essere seguita da quella so specifico del patrimonio propriamente di “uso produtti- artistico e storico, in virtù vo” del bene in questione. dell’unicità delle risorse esi- Tre diversi motivi giustificano stenti, si traduce in un pro- la necessità di questa operazio- cesso di rigenerazione, che si ne: in primo luogo, l’unicità del compie sul modello rigene- patrimonio storico e artistico rativo del patrimonio natura- (come del resto unici sono il le (rigenerazione dell’acqua, patrimonio naturale e quello del suolo, dell’aria, etc.). ambientale); il suo uso attuale, 69 MARILENA VECCO L’economia d’impresa fa rife- storico del bene conservato. rimento a degli oggetti sostitu- Affrontando il discorso sul ibili e che nel medio-lungo pe- processo di conservazione, ci si riodo, a causa dell’usura e imbatte inevitabilmente in tre dell’obsolescenza, devono es- paradossi, che limitano la por- sere sostituiti, mentre l’econo- tata della sua azione, renden- mia dell’arte si occupa di og- do, molto spesso, problemati- getti che, in apparenza, non co lo stesso intervento conser- sono sostituibili. vativo. Qualsiasi scelta di carattere Il primo paradosso della con- conservativo è sottoposta alla servazione implica che la capa- logica qui di seguito esposta: cità economica di conservazione decresce con l’aumentare Vc > Vnc o, ancora, dell’impegno di conservazione, Vac = Vc - Vcn ≥ Cc in ragione della scarsità crescente delle risorse destinate Il valore del bene (Vc) a segui- propriamente alla conservazio- to dell’azione di conservazione ne. Questo primo paradosso è deve essere maggiore della connesso ai cambiamenti con- sommatoria del suo valore pre- cettuali del termine conserva- cedente (Vnc) con il costo della zione: conservazione = riuso conservazione (Cc). Si giunge, in questo modo, al valore aggiunto indotto dalla scelta conservativa (Vac), risultato di un atto di apprezzamento-ricognizione del valore 70 conservazione = ri-fare (“re-ficere”) conservazione = restauro conservazione = preservazione filologica Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso Questi diversi significati ac- zione concettuale del termine centuano l’importanza attribu- “cultura” (fino a quella di “cul- ita al peso del giudizio storico tura materiale”), una ridefini- ed artistico nell’ambito della zione del vincolo temporale a decisione di quantificare in ter- partire dal quale si può interve- mini economici l’intervento di nire con un’azione di conserva- conservazione, e in secondo zione (la tendenza è quella di luogo, accrescono il costo mar- conservare tutto ciò che abbia ginale della stessa conservazio- più di cinquant’anni, mentre in ne. precedenza il vincolo tempora- L’epoca attuale si distingue le era di cent’anni) e infine da tutte le precedenti per una l’esplosione dei prodotti mani- sorta di “ossessione” della con- fatturieri verificatasi durante servazione culturale, che va al questo secolo, notevole se pa- di là della mera e giustificata ragonata a quella dei secoli preoccupazione di conservare precedenti. il capitale accumulato nella storia dell’uomo. In base al secondo paradosso, la conservazione intesa co- Inoltre, bisogna ricordare che me massimizzazione delle ca- il patrimonio soggetto a tutela, pacità di scelta delle generazio- quindi a conservazione, nel ni future, comporta la minima- corso del XX secolo si è amplia- lizzazione delle scelte di consu- to tanto quanto il costo totale mo delle generazioni presenti, della conservazione. Tre diversi impasse imputabile alla scarsità elementi hanno condotto a intergenerazionale delle risor- questa situazione: innanzitut- se. to, l’uso estensivo della defini- Le politiche di conservazione 71 MARILENA VECCO sono essenzialmente fondate servazione è rappresentato dal sulla tutela dell’interesse di co- riuso, in quanto l’intervento loro che oggi non sono in gra- conservativo crea valore ag- do di decidere di poter godere giunto, necessario per coprire i in futuro del patrimonio cultu- costi crescenti della conserva- rale prodotto nei secoli prece- zione, e per uscire dai parados- denti. Non conoscendo le pre- si prima considerati. ferenze delle generazioni futu- L’azione conservativa pone le re, si tende a conservare l’inte- condizioni per successivi inter- ro patrimonio del passato, in venti di natura prettamente modo tale che esse abbiano la economica: infatti, la creazione massima possibilità di scelta di valore aggiunto implica il per il futuro. riuso dei beni conservati e a Infine, il terzo paradosso sua volta tale utilizzo conduce concerne la limitatezza delle alla necessità di rigenerazione. risorse totali a disposizione in un dato periodo: ogni quantità marginale destinata a conser- 1.2. È possibile rigenerare vare X è sottratta alla conserva- un bene culturale? zione di Y (che rappresenta relativa). Il termine rigenerazione deve L’alternativa può essere assolu- essere compreso nell’accezio- ta: “Salvare X o salvare Y?” ne di cambiamento, ossia rige- Scelta che si presenta estrema nerare le risorse significa modi- in relazione alla scarsità assolu- ficare le modalità d’uso e di ta tra alternative rilevanti. destinazione (e non semplice- un’alternativa Lo stadio successivo alla con72 mente il non uso temporaneo, Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso al fine di consentirne il rinnova- gruppi dominanti), che porta mento). Come la rigenerazione alla corrispondenza tra rigene- del suolo si attua attraverso la razione e arbitrio. rotazione delle colture (ciclo Inizialmente, è stata presa in artificiale), quella boschiva me- considerazione la logica che diante il taglio razionale (ciclo guida qualsiasi intervento con- artificiale) e quella dell’acqua, servativo, e quindi individuato come dell’aria, mediante diffe- il valore aggiunto indotto dalla renti cicli (naturali) dell’idroge- scelta di conservazione, che no, dell’ossigeno, nello stesso sfugge ad una valutazione modo la rigenerazione dei beni quantitativa-oggettiva, culturali consiste nell’interven- vando da un apprezzamento- to sui processi di produzione o ricognizione del valore storico di consumo in cui essi sono del bene in questione. Si pone parte integrante. ora il problema di individuare deri- Questa azione di intervento è l’agente preposto a decidere essenzialmente esplicata pre- sulla validità della proposizione. stando particolare attenzione alla loro destinazione e ai loro Vac => Vc - Vnc ≥ Cc standard di utilizzo. In quest’ottica la rigenerazione può esse- Il problema non è di facile re interpretabile come un pro- soluzione, poiché sebbene sia cesso storico di distruzione-ri- possibile individuare più agenti costruzione (la conservazione (il mercato, i “mandarini”, i go- come “hijacking of history by vernanti), non è fattibile attri- the ruling classes”, cioè l’as- buire unicamente a uno di salto della storia da parte dei questi tale operazione di certi73 MARILENA VECCO ficazione. Se in precedenza la duttivo (turistiche, immobiliari, conservazione è stata intesa etc.). quale arbitrio, ora il non-inter- Considerando le esternalità vento, quindi la non-rigenera- non culturali, la produttività del zione può essere interpretata patrimonio culturale viene de- come sfiducia nelle odierne ca- finita quale funzione del riuso, pacità creative. mentre il valore è una funzione crescente della produttività e perciò anche del riuso. Tanto 2. La gestione maggiore è il riuso e tanto maggiore è il valore (prezzo) 2.1. Il patrimonio edificato del bene, poiché tanto mag- come bene capitale giore è la sua produttività. Il patrimonio edificato è un bene capitale6, la cui produttività si esplica in termini di esternalità7. Le esternalità prodotte possono essere ricondotte a due categorie: esternalità culturali, ossia quelle connesse alla sfera educativa, comunicativa, etc., e quelle non culturali, legate al contesto più propriamente economico-pro6 Cfr. Throsby D. (1999), “Cultural Capital”, Journal of Cultural Economics, 23: 3. 7 Mossetto G. (1992), op. cit., cap. II. 74 Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso Figura 1 - Funzione di domanda del patrimonio culturale come bene capitale in relazione al suo riuso 2.2. Il patrimonio edificato si configura come una funzio- come bene di consumo ne decrescente della soddisfazione del consumatore e quin- Il patrimonio edificato è però di del riuso. analizzabile anche come un bene di consumo e quindi è possibile definire la soddisfazione del consumatore quale funzione decrescente del riuso (si è in presenza di un’utilità marginale decrescente), mentre il valore 75 MARILENA VECCO Figura 2 - Funzione di domanda del patrimonio culturale come bene di consumo in relazione al suo riuso A seguito di questa duplice tipi di agenti corrispondono configurazione della sua do- due differenti funzioni di do- manda, la gestione del patri- manda: alla domanda del patri- monio edificato produce una monio come bene di consumo serie di conseguenze sul mer- (Dc) cato, caratterizzato così da due funzione di domanda, dove la categorie di agenti che posso- quantità domandata decresce no esprimerne la domanda: in funzione del prezzo; alla do- l’utilizzatore consumatore fi- manda del patrimonio cultura- nale e l’utilizzatore del patri- le come bene capitale (Dnc) monio culturale come bene corrisponde, invece, una fun- capitale. A questi due differenti zione in cui la quantità cresce 76 corrisponde un’usuale Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso con il prezzo: i consumatori in manda deriva una sopravvalu- questo caso sono tanto più di- tazione della quantità di equili- sposti a pagare per il capitale brio ottimale sul mercato. culturale, quanto più ampio è l’uso del patrimonio. L’utilizzatore non consumatore finale richiede generalmente una quantità superiore a quella domandata dall’utiliz- 2.3. Le conseguenze di mer- zatore consumatore finale, co- cato me evidenziato nella figura 3. Dall’esistenza contemporanea delle due funzioni di doFig. 3 – Conseguenze di mercato della domanda del patrimonio culturale come bene capitale e come bene di consumo in relazione al suo riuso 77 MARILENA VECCO Inoltre, si crea un potenziale conflitto di interessi tra gli utilizzatori: ciò che si presenta come positivo per l’uno, può rivelarsi addirittura negativo per l’altro. Fig. 4 – Costruzione della domanda totale di patrimonio culturale 78 Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso 2.4. La formula “Venezia” mento del modo di riuso, cambiamento necessario per con- Passiamo, quindi, ad applica- trastare il circolo vizioso8: re quanto detto finora sul processo di rigenerazione ad un caso concreto, rappresentato da un bene culturale molto particolare: Venezia. Nel caso della città lagunare la rigenerazione si esplica effettivamente in un cambia- 8 Mossetto G. (1992), op. cit., cap. III. 79 MARILENA VECCO La cultura diviene un input Il cambiamento del modo del del processo economico, essa riuso è premessa indispensabi- viene consumata nel processo le per l’affermazione del circolo produttivo cittadino, senza che virtuoso: nuova ne venga prodotta. Si tende ad utilizzare il capitale culturale esistente fino al suo esaurimento ed il turismo, che può essere culturale e non, non partecipa mai alla produzione di cultura, ma esclusivamente alla sua distruzione. 80 Il patrimonio culturale: tra conservazione e riuso Il circolo virtuoso lega la cre- stione, ossia quell’insieme di scita economica, gli investi- investimenti volti a modificare, menti in arte e cultura ed i loro razionalizzandola, l’affluenza effetti esterni. La cultura si stagionale delle visite. configura quale strumento, Fondamentale non è restau- fattore produttivo della cresci- rare, quanto piuttosto riutiliz- ta; il suo consumo, infatti, im- zare; ossia, il restauro non deve plica la formulazione di una essere fine a se stesso, ma de- nuova offerta culturale, un au- ve rientrare in un progetto di mento degli investimenti di recupero e di reinserimento conservazione, che a sua volta del bene restaurato nel conte- crea una nuova offerta turisti- sto socio-economico, affer- ca. mando in toto la natura del Questo stato dei fatti è rag- bene culturale come bene pro- giungibile mediante l’utilizzo di priamente economico produt- determinati strumenti propri tivo. della politica. In particolare, essenziali divengono gli investimenti di ripristino, finalizzati al riuso degli edifici, quelli sull’immagine e sull’attività comunicativa (paradosso Guggenheim: il museo non è rappresentato dalla sua collezione, bensì dall’immobile sua sede). Un altro intervento utile è costituito da investimenti di deconge81 MARILENA VECCO - Throsby D. (1999), “Cultural Riferimenti bibliografici Capital”, Journal of Cultural - Cortese W. (1997), Lezioni di legislazione dei beni culturali, Padova, Cedam, 2-13 - Giovinazzo M. (1993), «Le patrimoine, une ressource économique? Essai de présentation du concept», 2e Conférence Internationale sur le Management des Arts et de la Culture (AIMAC), Groupe HEC, Jouy-en Josas 23-25 giugno 1993, 15-20 - Koboldt Ch. (1997), “Optimizing the Use of Cultural Heritage in Economic Perspectives on Cultural Heritage”, in Hutter M. e Rizzo I. (1997), Economic Perspectives on Cultural Heritage, London, MacMillan, 155-169 - Mossetto G. (1992), L’economia delle città d’arte, Milano, Etaslibri, cap. III 82 Economics, 23: 3-12 GLI EVENTI CULTURALI A VENEZIA di Manuela Bertoldo Premessa all’offerta culturale permanente, si è affiancato e consolidato Venezia, grazie alla presenza nel tempo il ricco e numeroso di una ricca e variegata offerta universo rappresentato dagli di musei, palazzi e chiese, risul- eventi temporanei. Un’attività tato della sua storia, del lavoro culturale consolidata che vede e delle attenzioni dedicate alla coinvolti in molti casi gli stessi conservazione e valorizzazione enti impegnati nella conserva- del patrimonio, costituisce un zione del patrimonio a cui però polo culturale di eccezionale si aggiungono numerose asso- rilevanza. L’offerta culturale ve- ciazioni culturali attive nell’or- neziana comprende oltre 40 ganizzare conferenze, concerti strutture museali articolate in e mostre, localizzate in tutto il altrettante collezioni perma- territorio veneziano. nenti, i palazzi, le numerose I Rapporti sulla produzione collezioni antiche e quelle con- culturale a Venezia giunti alla temporanee, le oltre 1.000 loro 6° edizione a cura della chiese veri e propri musei sem- Fondazione di Venezia, pubbli- pre aperti. cati con cadenza annuale dal Venezia rappresenta un im- 2004, risultano un importante portante centro culturale an- appuntamento annuale utile che per un’altra ragione, oltre per misurare il panorama degli 83 MANUELA BERTOLDO eventi promossi ogni anno e ferta culturale, grazie al data per riflettere sull’incidenza del base del sito Agenda Venezia1, settore culturale nell’economia che censisce quotidianamente e nei luoghi della città. I gli eventi temporanei che si Rapporti hanno permesso ne- svolgono in città e in alcune gli anni di fotografare e analiz- luoghi significativi della provin- zare questa ricca e vivace of- cia di Venezia. Tabella 1. Numero eventi per tipologia per anno negli ultimi 5 anni nel Comune di Venezia 2009 2008 2007 2006 2005 Tipologia v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Arti visive 235 12,1 188 10,2% 226 11,8 198 11,1 222 13,3 Musica 391 20,1 310 16,9% 396 21,3 380 21,2 367 21,9 Teatro 173 8,9 183 10,0% 260 14,0 252 14,1 235 14,0 Danza 39 2,0 38 2,1% 42 2,3 37 2,1 38 2,3 Rassegne cinematografiche 283 14,6 315 17,1% 352 19,0 349 19,5 208 12,4 Tradizioni veneziane 14 0,7 8 0,4% 16 0,9 22 1,2 17 1,0 Sport 7 0,4 15 0,8% 30 1,6 24 1,3 28 1,7 793 40,8 776 42,2% 535 28,9 525 29,3 557 33,3 9 0,5 5 0,3% 4 0,2 3 0,2 2 0,1 Conferenze e convegni Fiere e mercati Totale 1944 100,0 1838 100,0 1861 100,0 1790 100,0 1674 100,0 Fonte: elaborazione Sistema su dati Agenda Venezia.org. 1 Il sito www.AgendaVenezia.org, è un sito prodotto dalla Fondazione di Venezia, la ideazione e redazione è della società Sistema snc di Venezia. AgendaVenezia.org, configurata come una vera e propria agenda, consente di rintracciare gli eventi suddivisi per settore di interesse, data, orari, modalità di accesso. Fornisce inoltre il link per collegarsi con i promotori dei singoli eventi e la mappa per rintracciare i luoghi delle manifestazioni. 84 Gli eventi culturali a Venezia I dati analizzati nei Rapporti Nonostante una parte di que- nel corso degli anni hanno sto incremento possa essere confermato l’ampiezza e la ascritto ad una maggior cono- consistenza della produzione scenza del peculiare strumento culturale nella città: il numero di raccolta delle informazioni e degli eventi, chi li organizza, i alla crescente cura della reda- luoghi dove si svolgono e in zione del sito AgendaVenezia. particolare il numero delle org, siamo comunque in pre- giornate su cui questi si svilup- senza di un tasso di crescita pano durante il corso dell’anno sorprendente, in particolare se testimoniano l’importanza di si considera che in Italia si orga- questo settore per la città e nizzano in media 1800 mostre come l’espansione di questo l’anno, cui la sola Venezia con fenomeno abbia registrato un le 235 esposizioni (anno 2009), processo di selezione e conso- contribuisce per quasi il 13%. lidamento che coinvolge competenze professionali, operatori pubblici e privati ma anche 1. Gli organizzatori di eventi istituzioni, che al di là del proprio mandato, interpretano la Sono oltre 150 gli enti e i funzione culturale, rivolta alla soggetti che città e al mercato, come un eventi proprio compito. Venezia. Questo ricco e com- e organizzano manifestazioni a Le iniziative censite sono pas- plesso universo composto da- sate dalle 1.222 del 2002 alle gli organizzatori è stato classifi- 1.944 del 2009, con un incre- cato in 4 gruppi omogenei per mento caratteristiche, peso e ruolo di circa il 60%. 85 MANUELA BERTOLDO occupato nell’organizzazione zione di incontri e conferenze; degli eventi temporanei, che il Teatro la Fenice con la sua comprende: le Fondazioni e le annuale programmazione or- Istituzioni, gli Enti Pubblici, le ganizza più di 40 eventi di mu- Associazioni culturali e le strut- sica e teatro ogni anno, per un ture private. totale di oltre 100 giornate di Il primo gruppo comprende eventi, mentre alla Fondazione le Fondazioni e le Istituzioni Giorgio Cini, si organizzano, an- veneziane, ai primi posti per che in partnership con altri numero di eventi e giornate. produttori, più di 90 eventi Qui la Fondazione La Biennale, ogni anno. articolata nelle molteplici sezio- Per numero significativo di ni: arti visive, architettura, dan- giornate evento, si segnalano: za, musica, teatro e cinema, la occupa la scena veneziana con Stampalia, oltre 1.000 giornate di pro- Bevilaqua la Masa, la Biblioteca grammazione ogni anno, men- Marciana, tre la Fondazione Musei Civici Peggy Guggenheim Collection. nelle sue numerose sedi tra cui Nel secondo gruppo sono Museo Correr, Ca’ Rezzonico, compresi gli Enti pubblici, al Ca’ Pesaro, Museo del Vetro, primo posto il comune di organizza in media circa 50 Venezia nelle sue molteplici ar- eventi l’anno per oltre 2.300 ticolazioni: il Centro Culturale giorni di programmazione. Candiani, con una programma- Le Università di Ca’ Foscari e Fondazione la Fondazione Palazzo Grassi e zione distribuita in 750 giorni di IUAV con l’Ateneo Veneto sono manifestazioni, ai primi posti per l’organizza- Cinema, 86 Querini l’Area il Circuito Produzioni Gli eventi culturali a Venezia Culturali e Spettacolo con circa Numerosissime anche le 200 rappresentazioni di teatro, Associazioni culturali che orga- musica e danza organizzati nei nizzano spettacoli di teatro e teatri della Terraferma: Toniolo, danza nei vari teatri cittadini, Momo e Aurora, ma anche gli soprattutto altri assessorati, la Biblioteca Questa Civica, Associazione Teatro per Mestre, la Galleria in terraferma: Nave, l’Avogaria, Contemporaneo. Tra gli altri Caffè enti pubblici: la Provincia di Fondamenta Sconcerto, Venezia, la Regione Veneto, il Compagnia Tocnadanza. Teatro Nuove e Ministero dei Beni Culturali e la Anche il settore musica rac- Soprintendenza per il Polo coglie numerose associazioni Museale Veneziano. attive nell’organizzare concerti Il terzo gruppo è costituito e spettacoli in relazione al tipo dal ricco e complesso mondo di musica: Veneto Jazz, Vortice, formato dalle Associazioni cul- Società Veneziana Concerti, turali presenti sul territorio e Associazione Culturale Frari, attive nell’organizzare mostre Accademia Musicale, Amici del- di arte visive come Arte e la musica, Festival Galuppi e Communications molti altri. e Ikona Venezia che allestisce mostre Tra le associazioni attive negli di fotografia e istallazioni, ma eventi di cinema da segnalare anche Nuova Icona, Spazio Circuito Off con l’importante Culturale Svizzero, l’Associazio- Venice International Short fe- ne Italo Tedesca, il circolo stival e le rassegne in lingua Fotografico La Gondola e molti originale di Alliance Française. altri. Per le conferenze e convegni 87 MANUELA BERTOLDO tra i più attivi in città Chorus, ma fra tutte per numero di Centro Tedesco di Studi Vene- eventi e numero di giornate di ziani, Associazione Wigwan, apertura la libreria Mondadori, Club Giardini Storici. il Telecom Future Centre che Infine, nel quarto gruppo so- ospita anche numerosi conve- no state riunite le strutture gni internazionali, le Bistrot de private attive nell’organizzare Venise, San Servolo Servizi e eventi temporanei in città, pri- altre librerie e locali. Tabella 2. Numero di eventi per ripartizione territoriale Fonte: elaborazione Sistema su dati Agenda Venezia.org 88 Gli eventi culturali a Venezia 2. I luoghi degli eventi vegni dell’Università di Ca’ Foscari. La distribuzione degli eventi In Terraferma si conferma il per ripartizione territoriale evi- Centro Culturale Candiani co- denzia concentrazione me il luogo con il maggior nu- maggiore delle manifestazioni mero di manifestazioni ospita- nella città storica, anche se au- te nel comune di Venezia. una Tra le isole, l’isola di San mentano le iniziative e i luoghi dedicati ad eventi temporanei Servolo, nella Terraferma e al Lido. Il International University, e l’Isola numero degli eventi localizzati di nella città storica è pari al 65,3% Fondazione Giorgio Cini. San sede Giorgio della Venice sede della del totale mentre una quota minore di eventi temporanei, il 31%, si svolge in Terraferma, al Lido e nelle isole il rimanente 3,8% . Tra le sedi più utilizzate nel Centro Storico: l’Ateneo Veneto, la libreria Mondadori, il teatro La Fenice, la nuova Casa del Cinema e la videoteca Pasinetti che ospitano le numerose rassegne cinematografiche, ma anche Palazzo Malcanton Marcorà, sede di numerose conferenze e con89 MANUELA BERTOLDO 3. La durata e la densità del- giorno, con una durata media le iniziative di circa 6 giorni per evento. Nel periodo di maggior concentra- Il numero di giornate di rap- zione, che per la città storica va presentazione degli eventi è da settembre a novembre, si un dato molto significativo che svolgono oltre 60 iniziative indica quanto sia presente contemporaneamente l’animazione culturale in città. giorno. ogni A Venezia si assiste ad una me- La durata degli eventi varia a dia di 13 mila giornate di even- seconda della tipologia, il set- ti all’anno, che corrispondono tore delle arti visive domina mediamente a 30/40 eventi al assolutamente il panorama cul- 90 Gli eventi culturali a Venezia turale veneziano con circa di giornate le attività convegni- l’89% del totale delle giornate stiche che durano in media evento. Tale fenomeno risulta solo uno o due giorni, gli spet- spiegato dalla durata delle mo- tacoli di musica, teatro e dan- stre mediamente superiore ai za, vengono replicati al massi- 70 giorni, seguono per numero mo per due giorni. Tabella 3. Densità delle manifestazioni per giorno – Anno 2008 Fonte: elaborazione Sistema su dati Agenda Venezia.org 91 MANUELA BERTOLDO 4. Gli eventi e la città: rela- sogni di cultura e intratteni- zioni e opportunità mento ad un campione casuale di cittadini in alcuni luoghi di Già dalla edizione del primo aggregazione, del Centro Rapporto si è cercato di analiz- Storico, Terraferma e Lido. Il zare consistenza, caratteristi- primo livello di analisi dei com- che e peso del fenomeno degli portamenti culturali si riferisce eventi temporanei e la loro ri- al grado di fruizione di bibliote- caduta e il loro impatto sulla che, musei, teatri cinema e città in termini culturali, eco- conferenze. I risultati hanno nomici e sociali. evidenziato una elevata frequenza, almeno una volta al mese, di biblioteche ( 24,8%) e 4.1 Eventi e residenti cinema (17,9%), e la minor frequenza da parte dei residenti Una prima “indagine” ha vo- di importanti strutture cultura- luto indagare la dimensione li quali sedi espositive e teatri. della domanda proveniente Un aspetto significativo dei ve- dalla popolazione residente, neziani con la fruizione cultu- probabilmente la meno appari- rale è dato dalla partecipazione scente, anche se sicuramente ad associazioni culturali e attivi- la più stabile. L’indagine con- tà formative, circa il 22,5% de- dotta attraverso interviste di- gli intervistati è iscritto a qual- rette con l’ausilio di un que- che associazione culturale, tra stionario si è posta l’obiettivo queste: Circuito Cinema, Amici di raccogliere informazioni in dei Musei, Amici della Musica e merito a comportamenti e bi- della Fenice. Complessivamente 92 Gli eventi culturali a Venezia non viene rilevata una carenza gno ed agosto. di offerta culturale, ad eccezio- Confrontando questo dato ne di cinema (centro storico) e con gli eventi culturali si evince punti di aggregazione: centri di come questo periodo coincida lettura e centri sociali (in parti- con un numero più ridotto di colare da parte dei giovani). eventi, mentre la densità maggiore di giornate evento si concentra nei mesi di settembre e 4.2 Eventi e turismo ottobre. A fronte di questo quadro Il rapporto turismo e città a conoscitivo l’elemento di inte- Venezia sta assumendo da al- resse deriva dal rapporto even- cuni anni una dimensione con- ti e presenze turistiche; infatti flittuale e tutte le iniziative di questo indice, qualora lo si mi- qualsiasi carattere: culturale, suri, sia per numero di eventi infrastrutturale ed economico, sia per giorno/evento, mette rischiano di venir interpretate in rilievo come l’offerta di come strumenti che possono eventi funzioni come un ele- accentuare la cosiddetta “mo- mento di attrazione turistica nocultura turistica”. nei periodi di minor affluenza, La consistenza delle presenze svolgendo anche nei confronti turistiche, quelle registrate ne- di questi fruitori la funzione di gli esercizi alberghieri ed ex- attrattiva culturale per cui sono tralberghieri, raggiunto stati promossi. Il rapporto tra quasi i 9 milioni, ed evidenzia eventi culturali e presenze turi- una concentrazione più elevata stiche ha evidenziato inoltre nel periodo compreso tra giu- l’esigenza di un offerta di rice- ha 93 MANUELA BERTOLDO zione e accoglienza in grado di strutture a costi convenzionati soddisfare le esigenze di un e più economici, senza con- pubblico sempre più differen- trapporsi al settore della ricet- ziato e sofisticato. Emerge in- tività alberghiera, ma identifi- fatti l’esigenza, da alcuni turisti cando possibili elementi di quali: studenti, ricercatori, gio- convergenza. vani artisti, di poter accedere a Tabella 4. Presenze turistiche per numero e giorni di evento – Anno 2008 Fonte: elaborazione Sistema su dati AgendaVenezia.org e Comune di Venezia - Ufficio Statistica, 2009 94 Gli eventi culturali a Venezia 4.3 Le imprese di servizio fanno riferimento alle mansio- agli eventi ni di servizio alle manifestazioni culturali che nella provincia di Lo scenario emerso dallo stu- Venezia sono oltre 200. dio effettuato nel 2007 sui soggetti promotori di eventi temporanei presenti nel repertorio di Agenda Venezia, ha evidenziato come questi enti, oltre 150, mettano in azione una struttura operativa che, comprese le collaborazioni a tempo determinato, impiega oltre 3.000 unità. Ma un ulteriore elemento è stato l’emergere di una diffusa rete di lavoro indotto, determinata dalla esternalizzazione di molte funzioni, attivate dai promotori degli eventi temporanei, e impegnate a supporto dei promotori di manifestazioni culturali: dalle esposizioni ai congressi, agli spettacoli di teatro, di danza di musica. Lo studio ha analizzato le aziende catalogate negli annuari Seat sotto le voci che 95 MANUELA BERTOLDO Elenco categorie riferite alle mansioni di servizio alle manifestazioni culturali comprese negli Annuari Seat 2007 - Addobbo floreale - Agenzie di spettacolo e animazione - Amplificazione sonora - Audiovisivi apparecchi ed impianti: produzione, commercio e noleggio - Cinema e tv: produzione e studi - Congressi e conferenze: impianti e attrezzature - Congressi e conferenze: organizzazione e servizi - Congressi e conferenze:sedi e centri - Costumi teatrali, da spettacolo e da cerimonia - Fiere, mostre e saloni: allestimento e servizi - Fiere, mostre e saloni: enti organizzatori - Fotografia: servizi, studi, sviluppo e stampa - Nautica: noleggio - Pirotecnica e fuochi d’artificio - Pubblicità: concessionari pubblicità esterna e mobile - Ristorazione collettiva e catering - Stands progettazione, allestimento e noleggio - Traduttori e interpreti - Vetrinisti 96 Gli eventi culturali a Venezia La maggioranza delle imprese che lavorano nel territorio società, con sede fuori Venezia. La struttura produttiva veneziano (53%) risiede in cen- dell’indotto del settore cultu- tro storico, il 27,4% in terrafer- rale è confermata anche dalla ma e il 19,4% nel resto della relazione e dalle collaborazioni provincia di Venezia . che le ditte hanno tra loro e Tale dato risulta particolar- dalle molteplici attività in cui mente significativo in quanto ogni ditta risulta impegnata. alle imprese localizzate in cen- Quasi tutte le ditte sono impe- tro storico spesso si appoggia- gnate in più ambiti contempo- no anche le società che risiedo- raneamente, ciò evidenzia, una no fuori provincia e fuori re- sorta di struttura lavorativa a gione. In particolare le grosse “grappolo” che fa si che spesso società che lavorano nella pro- molte ditte si avvalgano degli duzione cinematografica (Eta stessi collaboratori, che a loro Beta film, Film Master, Rancati volta prestano servizi per gli Bibi film e altri) si avvalgono stessi committenti. La struttura delle ditte localizzate a Venezia che queste aziende si sono per ruoli di service. date si caratterizza in modo Molte attività legate alla pro- prevalente per la natura “multi- duzione che vanno dai traspor- servizi”, in molti casi senza una tatori agli elettricisti, dal cate- precisa specializzazione che ring alla sicurezza, dalle sceno- esprime la volontà di essere grafie ai costumi e al reperi- attrezzate al fine di soddisfare mento delle comparse, vengo- le articolate e diversificate esi- no quindi svolte da ditte vene- genze degli enti che si trovano ziane che collaborano con altre ad affrontare l’organizzazione 97 MANUELA BERTOLDO di un qualche evento tempora- gressi. Tale attività impegna, neo. oltre a due tre importanti so- Si possono comunque sinte- cietà che forniscono un servi- tizzare in tre ambiti le funzioni zio completo ai promotori di e le attività principali di azione conferenze e convegni: dall’al- delle ditte che operano a sup- lestimento delle sale alla regi- porto degli eventi culturali strazione e traduzione, dagli temporanei: impianti elettrici al servizio di • allestimento di esposizioni e hostess e catering, anche una mostre, • supporto all’organizzazione di congressi e convegni, • le attività collegate alle riprese cinematografiche. quantità di piccoli “artigiani” che collaborano con le società più grosse ma che operano singolarmente sul mercato come: traduttori, elettricisti, falegnami, fabbri etc. Il 40,3% delle imprese si occupa di allestimenti e esposizioni, attività che comprende dall’allestimento di mostre e palcoscenici, al trasporto dei materiali, dalla sicurezza, agli impianti elettrici, fino al servizio di frontline e custodia. Nella stessa percentuale (40,3%) sono le ditte che dichiarano di essere impegnate nella organizzazione di convegni e con98 Gli eventi culturali a Venezia Tabella 5. Ambito di attività delle imprese di servizio agli eventi Ambito % Esposizioni 46,8 Musica 38,7 Teatro 27,4 Danza 16,1 Cinema 45,2 Tradizioni 37,1 Sport 9,7 Conferenze 61,3 Fiere 29,0 Musei 30,6 Convegni 50,0 Totale diverso da 100 perché erano possibili più risposte Fonte: elaborazione su indagine Sistema Una particolare attenzione 4.4 La qualità degli eventi meritano le attività di supporto ai set cinematografici, che han- Una questione non risolta dai no il centro storico come am- dati riferiti al numero di eventi bientazione, tra le attività pre- e di giornate evento che i valenti: regia, riprese cinema- Rapporti puntualmente docu- tografiche, mentano, si riferisce alla valu- sonorizzazione, produzione video. tazione qualitativa degli eventi. Si tratta di un tema sicuramente difficile che, come è stato 99 MANUELA BERTOLDO più volte sottolineato, attiene stazioni, anche molto diverse alla critica specializzata e riferi- tra loro, con il Quinto Rapporto ta al singolo prodotto culturale si è provato a verificare in che piuttosto che ad un Rapporto misura alcuni indicatori sono in che si preoccupa innanzitutto grado di spiegare la qualità de- di far emergere un settore, gli eventi promossi, fermo re- all’interno dell’universo più va- stando le considerazioni di ca- sto della produzione culturale, rattere culturale sul tema, e in che si occupa degli eventi tem- che misura è possibile costruire poranei e non della gestione, un “profilo” che rappresenti in valorizzazione e conservazione qualche misura il carattere e/o del patrimonio che è una que- il riconoscimento qualitativo stione ben più complessa. Per attribuibile. valutare un insieme di manifeTabella 6. Peso percentuale indicatori sugli eventi considerati % Rilevazione nazionale 96,3 Rilevanza internazionale 66,7 Vendita biglietti 32,1 Articoli pubblicati 82,1 Pubblicazione atti/cataloghi 53,6 Evento prodotto in proprio 58,9 Evento acquistato 12,5 Sito web specifico dedicato all’evento 17,9 Fonte: elaborazione su indagine Sistema 100 Gli eventi culturali a Venezia L’analisi è stata condotta uti- che nell’analisi degli altri indica- lizzando un campione di circa tori conferma la sua rilevanza 57 eventi svoltisi nel 2007, nelle internazionale. Seguono la mo- tre tipologie: mostre, convegni stra organizzata dalla Collezione e spettacoli di musica, teatro, Guggehenim sull’arte america- danza. na con oltre 100 mila visitatori, Una prima chiave di lettura che come già affermato sconta per attribuire un peso al tipo di un evento è senza dubbio il nu- perché comprende anche i visi- sovradimensionamento mero di fruitori che l’evento ha tatori alla collezione perma- registrato: visitatori per le mo- nente, e la mostra “Venezia e stre, partecipanti per convegni l’Islam” organizzata da Musei e conferenze e spettatori per Civici e Fondazione di Venezia spettacoli di musica teatro e con quasi 82 mila visitatori at- danza. tribuibili esclusivamente Tale indicatore seppur non all’evento temporaneo svoltosi sempre omogeneo, comun- a Palazzo Ducale che ha com- que evidenzia come alcuni preso anche una serie di eventi eventi emergono nettamente collaterali, gli altri eventi espo- rispetto ad altri per attrattività sitivi esaminati contano tutti anche per una popolazione ag- meno di 50 mila visitatori. giuntiva e per i turisti che visitano la città. Per gli spettacoli di teatro, musica e danza, al numero di Tra le arti espositive emerge fruitori totali va affiancato an- al primo posto con oltre 350 che il numero di spettatori per mila visitatori la “52° Esposizione rappresentazione, emerge al Internazionale D’Arte”, che an- primo posto per numero com101 MANUELA BERTOLDO plessivo di spettatori il “5° 100 partecipanti, con meno di Festival della Biennale di Danza” 100 partecipanti si posizionano con oltre 10 mila spettatori e le associazioni culturali . 34 rappresentazioni con una Un altro elemento strategico media di 300 spettatori a spet- per definire il peso di un even- tacolo e punte di oltre 1400 to è verificare il suo impatto a spettatori per alcune sere, se- livello internazionale, la distri- guono due spettacoli di teatro buzione degli eventi che han- al Teatro Goldoni di Venezia e al no rilevanza internazionale ha Toniolo di Mestre con quasi riguardato il 64% delle mostre, 3000 presenze totali e 590 il 22% dei convegni e il 13% spettatori a rappresentazione. degli spettacoli. Tra i convegni con durata Anche la capacità della realtà maggiore di un giorno emerge veneziana di essere “produtto- con 800 partecipanti un conve- re” e non solo “vetrina” degli gno scientifico tenuto all’Istitu- eventi culturali, risulta un indi- to Veneto e una serie di confe- catore di qualità, la consistenza renze alla Biblioteca Civica di della quota di eventi prodotta Mestre con oltre 600 persone in proprio, rappresenta la capa- seguono altri convegni orga- cità operativa raggiunta in am- nizzati da Chorus e dall’Ateneo bito culturale e nello stesso con oltre 300 partecipanti. tempo anche il ruolo che que- Generalmente il numero di sto settore esprime nella realtà partecipanti ai convegni e con- economica cittadina. La quota ferenze organizzati dalle istitu- di eventi “prodotti in proprio” zioni veneziane, vede media- risultante dall’indagine risulta mente una presenza di oltre piuttosto rilevante è pari infatti 102 Gli eventi culturali a Venezia al 59% degli eventi, la distribu- Conclusioni zione percentuale per tipologia di evento fa emergere una Dalla lettura dei dati dei quota maggiore di mostre pro- Rapporti e dall’analisi della loro dotte in proprio (45,5%), se- evoluzione nel tempo, emer- guono conferenze e convegni gono alcune considerazioni; la (30,3%) e spettacoli (24,2%). prima attiene ai numeri e alla Circa un quarto degli eventi, è valutazione che questi espri- stato organizzato con la colla- mono in merito al rafforza- borazione di sponsor, anche in mento e al consolidamento del questo caso le attività espositi- settore degli eventi tempora- ve risultano in percentuale nei a Venezia. Questo proces- maggiore sponsorizzate da al- so, non certo pienamente tri enti e società. Per quanto compiuto e non certamente riguarda gli indicatori sulla visi- partecipato da parte di tutti i bilità, emerge che gli eventi produttori e tutti i settori che con il maggior numero di arti- coinvolgono gli eventi, esprime coli pubblicati dalla stampa ri- comunque, nei valori medi, un guarda le mostre, seguono gli indice sicuramente positivo. spettacoli e i convegni. La pub- La seconda considerazione blicazione di atti e cataloghi ri- attiene direttamente ai sog- guarda in misura maggiore le getti promotori e produttori di mostre. eventi, e all’impatto sulla città determinato dalla loro attività in termini economici e occupazionali. La consistenza delle professioni e degli operatori 103 MANUELA BERTOLDO coinvolti non è rilevante solo (e e sicuramente non limitata alla non è poco) in termini numeri- platea dei cittadini residenti. La ci, sono 3.000 gli addetti diretti dimensione del fenomeno in- stimati ma è rilevante per il dica come gli organizzatori sia- processo di selezione e conso- no proiettati verso un pubblico lidamento professionale e im- che comprende anche i turisti. prenditoriale che attiva. Il set- L’insieme dell’offerta sembra tore degli eventi culturali, a infatti delineare una politica fianco e spesso in stretta rela- culturale degli eventi indirizza- zione con la struttura culturale ta a: fruitori tradizionali, sia lo- e museale permanente, dise- cali che internazionali, fruitori gna una città, produttiva e cre- attenti all’innovazione e alla ativa, affatto marginale e sicu- sperimentazione, fruitori turi- ramente non secondaria ri- stici. Si tratta quindi di una of- spetto alla città del turismo e ferta che favorisce anche l’au- alla città dell’apparato pubbli- mento della permanenza me- co. dia dei turisti in città. La terza considerazione, si ri- L’ultima considerazione attie- ferisce alle reazioni che il feno- ne alle modalità con cui la città meno degli eventi culturali in- si attrezza per ospitare gli trattiene con il fenomeno turi- eventi. Le mappe che eviden- stico. I dati sulla consistenza ziano i luoghi delle rappresen- degli eventi e delle giornate tazioni disegnano una realtà di evento mettono in luce come estrema diffusione nel Centro l’offerta sia sicuramente un’of- storico, offerta che sembra es- ferta ricca, prevalentemente sere capace di mettere a dispo- concentrata nel Centro Storico sizione molti spazi e molti con- 104 Gli eventi culturali a Venezia tenitori in ogni parte della città di zone considerate, nel re- ed una struttura opposta a cente passato, periferiche. Mestre che invece tende a specializzare alcune aree e alcuni contenitori, entrambi centrali. Si profila un processo, del quale forse non si è ancora preso pienamente coscienza, che può rivelarsi molto incidente nella struttura urbana: • di Mestre dove siamo in presenza, anche grazie alla consistenza degli eventi e al rafforzamento del ruolo di alcuni contenitori (il Candiani e i Teatri), di una polarizzazione che può portare finalmente ad un riconoscimento anche identitario della parte centrale della città di Terraferma; • di Venezia dove attraverso il consolidamento della produzione culturale si vanno a recuperare ed aprire contenitori “chiusi” ad un uso pubblico, oltre ad ampliare la fruizione a cittadini e turisti 105 LA GEOGRAFIA CULTURALE POST INDUSTRIALE DEL VENETO di Guido Ferilli Introduzione ne dell’offerta dipende sempre più dal contesto generale in cui Gli studi e i dibattiti sulla cul- è localizzata e che può influen- tura, sui suoi significati e sul zarla in modo crescente grazie suo ruolo per lo sviluppo delle anche al processo di crescita economie post industriali si è del sistema sociale nel quale è rapidamente sviluppato negli generata e sviluppata. ultimi anni a livello internazio- In altri termini, lo sviluppo del nale (Kea 2006, 2009). A livello territorio prende luogo e for- locale e regionale le politiche di ma attraverso la realizzazione sviluppo, spontaneo o indotto di forme distrettuali, intese co- che sia, è stato un campo ferti- me concentrazione geografica le di studi multidisciplinari che di vari elementi endogeni ed hanno cercato di comprendere esogeni di tipo ambientale e le componenti che caratteriz- sociale, che si combinano gli zano i nuovi modelli di svilup- uni con gli altri favorendo la po. Gli elementi che determi- competizione di un territorio. nano il successo di un territorio Da ciò deriva l’emergere di re- sono dati sempre più dall’au- lazioni tra economia, società e mento delle correlazioni tra territorio come sistema com- produzione e sistema sociale plesso capace di generare svi- ed ambientale. La competizio- luppo e competitività, con una 107 GUIDO FERILLI chiara tendenza nel contesto di beni e servizi insieme alle post-industriale di una compe- relazioni tra gli individui di un tizione che trasla da quella tra territorio, grazie alla creazione singoli individui ad una tra si- e scambio di nuova conoscen- stemi territoriali in cui lo svilup- za favoriscono l’aumento delle po organico di elementi tangi- forze di agglomerazione. La bili ed intangibili diventa la con- letteratura più recente ha ini- dizione necessaria per lo cre- ziato ad affrontare i fenomeni scita della competitività del si- di agglomerazione competitiva stema stesso e per la sua capa- del territorio grazie allo svilup- cità di attrarre risorse esterne; po teorico dei concetti di di- nel contempo il concetto di stretto (Evans, 2001; Santagata, valore assume un nuovo signi- 2006) o cluster (Scott, 2000; ficato, quale quello di forza Valentino, 2003), come possibi- strategica per lo sviluppo terri- le sintesi teorica dei processi di toriale. sviluppo legato alla cultura, Lo sviluppo e la competitività con numerose ricerche su spe- di un territorio riflettono la cifici casi di studio, pur dimo- nuova struttura della catena strando in alcuni momenti una del valore post-industriale, do- certa confusione concettuale e ve gli elementi tangibili (idee, di analisi. Si tratta in molti casi conoscenza, interazioni sociali dell’utilizzo della cultura in mo- e identità), diventano impor- do strumentale per intervenire tanti quanto quelli tangibili (ca- a livello territoriale in diverse pitale fisico e naturale). Le rela- scale, da quella di quartiere ur- zioni tra consumatore e pro- bano a intere aree urbane o duttore attraverso lo scambio regionali. 108 La geografia culturale post industriale del Veneto Quanto emerge ad oggi è scelta di una categoria partico- che le condizioni in cui stru- lare, come è molto in voga menti di intervento sistematico oggi quando si fa riferimento e riproducibile si riscontrano alla classe creativa quale pana- solo in specifiche condizioni di cea delle problematiche di svi- partenza. Le evidenze empiri- luppo locale. La stessa distin- che dimostrano sempre più zione tra approcci di interven- che l’intervento sul territorio to di tipo top down o bottom con una forza di sviluppo, co- up sembrano non essere più me ad esempio l’innovazione, alternative, ma piuttosto com- non riescono ad intercettare plementari per giungere al giu- tutti gli elementi che lo carat- sto mix di politiche di incentivo terizzano, con evidenti segni di e di riconoscimento della ne- trascuratezza per le complesse cessità di un’attiva partecipa- dinamiche che lo costituisco- zione degli stakeholder locali no. Anche le forme di agglo- evitando così il rischio di uno merazione, come nel caso scarso coordinamento e alloca- dell’enfasi data alle industrie zione delle risorse o l’incapaci- creative (Florida, 2002), non tà di favorire processi parteci- necessariamente sono in grado pativi delle forze vitali che ca- di favorire lo sviluppo dell’inno- ratterizzano il territorio, anche vazione di un territorio o la in modo responsabile. Il terri- crescita del capitale umano o torio, come luogo dello svilup- sociale. Lo sviluppo del territo- po post industriale, richiede la rio grazie alla cultura richiede partecipazione di tutte le for- una lettura più articolata e me di capitale che lo costitui- complessa dello stesso e non la scono, materiale (fisico, natu109 GUIDO FERILLI rale) ed immateriale (umano, un sistema produttivo sul terri- identitario, sociale) e il sistema torio, caratterizzato in molte culturale è parte integrante dei aree da una costellazione di processi di sviluppo, fornendo imprese organizzate in distretti nuovi input al sistema econo- industriali, focalizzati in parti- mico e guidando le scelte pro- colari settori produttivi che og- duttive e localizzative delle atti- gi, però, stanno affrontando il vità economiche. passaggio ad un sistema produttivo globalizzato che richiede un radicale cambiamento Il progetto DiCE e la geografia culturale del Veneto1 dei propri asset competitivi, molto diverso e rapido rispetto alle evoluzioni incrementali ti- La Regione Veneto è tutt’og- piche dei distretti industriali gi una delle aree trainanti l’eco- che hanno avuto un proficuo nomia del sistema paese sia dal sviluppo fino agli anni ’90. punto di vista produttivo che In passato, la ricetta del suc- in quello della ricerca di una cesso del Veneto era attribuibi- nuova traiettoria di sviluppo le, infatti, al modello iper-spe- verso l’economia post indu- cializzato della suddivisione in striale, cosiddetta anche “in- distretti, metadistretti e filiere, tangibile e della conoscenza”. profondamente radicati sul Si tratta di una regione che ha territorio. Tale modello sullo saputo sviluppare nel tempo scorcio degli anni Ottanta ave- 1 Il progetto DiCE è stato realizzato dalla Regione del Veneto con l’apporto scientifico e metodologico del gruppo di ricerca del Prof. Pierluigi Sacco, dell’Università IUAV di Venezia. 110 La geografia culturale post industriale del Veneto va cominciato a risentire di un verso la ricerca, l’innovazione e processo di crisi dovuto alla la specializzazione, cui corri- competizione globale, fino a sponde un crescente bisogno realizzare i processi di deloca- di manodopera specializzata, lizzazione produttiva ed una ma non altrettante politiche ed parziale ri-allocazione (con ele- investimenti a favore della for- menti di maggior successo nel mazione. Date le interessanti terziario che nel primario o nel condizioni di partenza, restare secondario, dove le attività di vincolati a settori relativamente ricerca scarseggiano) della pro- tradizionali risulta non solo duzione in Veneto, con un pro- svantaggioso per il Veneto, ma gressivo miglioramento degli anche controproducente per- standard della qualità dei pro- ché priva di risorse e quindi di dotti, e conseguenti promo- opportunità di crescita i nuovi zione dell’innovazione e biso- settori, nei quali il capitale gno crescente di manodopera umano e culturale rivestono il altamente specializzata. ruolo di pilastri nei processi di Da una lettura dei dati stati- sviluppo economico/produtti- stici regionali emerge uno sce- vo, che necessitano quindi di nario variegato, fatto di una investimenti e politiche innova- forte tradizione di matrice in- tive indirizzate all’accrescimen- dustriale e modelli mutuati dal- to delle competenze, della co- la old economy cui si contrap- noscenza, della capacità cogni- pone l’emergenza di nuovi set- tiva. tori legati al terziario, caratte- La stessa geografia della pro- rizzati dall’eccellenza produtti- duzione regionale è influenza- va e da una forte tensione ta da questi nuovi paradigmi, 111 GUIDO FERILLI cercando in vari modi di trova- gionale in cui old economy e re un nuovo assetto territoriale new economy si coniugano in che in alcuni casi ne ha propo- una nuova rilettura del territo- sto una lettura unitaria del ter- rio. ritorio coniata con il termine Il punto di partenza dello stu- Innovation Valley proprio per dio è stato quindi quello di ri- considerare le prossimità dei leggere la geografia culturale centri produttivi del territorio del Veneto, attribuendo al con- come aree di collegamento di cetto di cultura fondamenti un unico sistema produttivo molto ampi, che fanno riferi- regionale e non come confini mento, tra le molte possibili di competenze e vocazioni in- connessioni, alla libertà degli dustriali o pseudo-industriali. individui, all’innovazione, alla La geografia dei distretti in- creatività, alla qualità della vita, dustriali del Veneto sta oggi ossia ad una gamma molto affrontando la riconfigurazione ampia di presupposti immate- della geografia produttiva con riali. In questi termini il concet- l’emergere di nuovi fattori che to di sviluppo non è più legato caratterizzano lo sviluppo, la ai soli fattori tangibili, ossia alla competitività e sostenibilità del possibilità di valorizzare, ad territorio. La cultura ed il ruolo esempio, le risorse artistiche che essa assume nelle econo- architettoniche e paesaggisti- mie più avanzate è stato l’ele- che, ma anche a quelli intangi- mento che ha caratterizzato lo bili. Questi presupposti sono sviluppo del progetto DiCE, stati alla base della fase di rac- con lo scopo di mostrare un colta dati sul territorio regiona- nuovo quadro di insieme re- le. 112 La geografia culturale post industriale del Veneto I dati raccolti sono organizza- contenitori sono: industrie in- ti per contenitori ed attività, i novative, musei, centri di for- primi intesi come strutture mazione (non universitari), isti- materiali che contengono le tuzioni di rappresentanza cul- varie attività, le seconde solo se turale, biblioteche/archivi, tea- ritenute rilevanti e regolari e tro/cinema, beni architettonici, segnalate per tipologie. archeologia industriale, beni Per contenitori si sono intesi archeologici, università, centri così le forme di capitale fisico di ricerca, centri culturali, galle- (perciò materiale) che conte- rie, spazi espositivi. nessero al proprio interno una Per le attività, si sono prese o più attività culturali, potendo in considerazione quelle atti- segnalarle in tal caso come nenti alle varie forme di espres- contenitori “pieni” (considerati sione culturale, che rappresen- quindi come spazi con una tano, a differenza dei conteni- funzione culturale attuale); in tori, le forme di sviluppo eco- caso di rilevamento di conteni- nomico dei settori culturali e tori potenziali per queste tipo- creativi, così come è stato re- logie di attività, è stato comun- centemente definito dal rap- que ritenuto utile tenerli in porto considerazione segnalandoli Europea sull’’Economia della escludendo Cultura in Europa (Kea 2006). quindi anche il caso in cui le Ciononostante la nomenclatu- attività realizzate in un dato ra e tipologia di attività indivi- contenitore fossero occasiona- duate per lo studio della li. Regione del Veneto è più am- come “vuoti”, Le quattordici tipologie di della Commissione pio di quello del Rapporto 113 GUIDO FERILLI Figel, proprio perché lo scopo sign, moda, film e video, edito- del progetto era quello di rico- ria, spettacoli di intrattenimen- struire la geografia culturale to, del Veneto, che ha al suo inter- musica (produzione, sale pro- no elementi che sono distintivi ve, etc.). di questo territorio, che non Una pubblicità, scelta architettura, metodologica possono ricondursi ad una di- fondamentale è stata quella mensione comunitaria, ma che della separazione tra conteni- sono da considerarsi assoluta- tori e attività, anche pertinenti mente rilevanti per avere un ad uno stesso luogo, in modo quadro veritiero e il più possi- da cogliere al meglio la geome- bile completo. Le attività consi- tria variabile dell’associazione derate hanno come requisito di una o più attività ad uno o fondamentale una program- più contenitori, che dà luogo mazione culturale attiva e su ad un’impressionante varietà di base regolare. casi possibili. Le diciotto tipologie di attivi- Ad ogni provincia è stato as- tà individuate sono: industrie segnato un numero di rilevato- creative (altre), televisione e ra- ri, in quantità proporzionale al- dio, arti visive, arti performati- la grandezza dell’area, e cer- ve (spettacolo dal vivo), pro- cando un criterio che avesse grammazione multimediale, loro facilitato la ricerca; una rassegne ed eventi della tradi- volta delineati i gruppi ognuno zione sacra e laica, eventi (altri), di essi si è organizzato per ini- servizi educativi e didattici in ziare il lavoro, che in varie riu- ambito culturale, documenta- nioni organizzate nei primi me- zione di attività artigianali, de- si di sviluppo del progetto han- 114 La geografia culturale post industriale del Veneto no potuto apprendere e condi- uffici pubblici e privati, parlan- videre le basi teoriche su cui si do direttamente con il perso- fonda il progetto e la metodo- nale adatto a fornire tutte le logia informazioni utili ai fini della ri- di rilevazione dati. Elemento fondamentale nella cerca. scelta dei componenti il grup- Il risultato della mappatura è po è stata quella di utilizzare stato la rilevazione di 2.042 persone che risiedessero pre- contenitori e 2.507 attività, per feribilmente in Veneto e, nella un totale di 4.549 oggetti. maggior parte dei casi, nelle I risultati definitivi compren- cui dono anche le integrazioni dei avrebbero svolto la raccolta dei dati ad opera degli stakeholder dati. Ciascun gruppo si è suddi- del territorio (istituzioni, enti, viso il lavoro in base alle tipolo- operatori culturali), che dopo gie di attività/contenitori o per alcuni workshop di progetto aree della provincia, in base al finalizzati alla condivisione dei grado di conoscenza di ciascun dati hanno avviato un’attiva e membro interno al gruppo. proficua collaborazione con il specifiche province in In base alle norme di rileva- gruppo di ricerca. zione è stata avviata l’attività di Sul territorio regionale, la nu- ricerca, dapprima attraverso merosità dei contenitori si divi- uno screening preliminare su de in questo modo per singola internet ed una serie di contat- tipologia: 86 beni di archeolo- ti con rappresentanti del setto- gia industriale, 19 beni archeo- re tramite telefono e posta logici, 342 beni architettonici, elettronica, ed in seguito re- 480 biblioteche ed archivi, 44 candosi personalmente negli centri di formazione (non uni115 GUIDO FERILLI versità), 28 centri di ricerca, mostra la distribuzione spaziale 131 centri culturali, 91 gallerie, delle attività (colore rosso) e 9 industrie innovative, 65 isti- dei contenitori (colore nero) tuti di rappresentanza cultura- nella regione. le, 347 musei, 139 spazi espositivi, 211 teatri/cinema, 50 università. Le attività, invece, si suddividono in: architettura 41, arti performative (spettacolo dal vivo) 538, arti visive 115, attività artigianali 42, design 28, documentazione 97, editoria 157, film e video 48, industrie creative (altre) 49, moda 23, musica (produzione, sala prove, ecc.) 77, programmazione multimediale 15, pubblicità 106, rassegne ed eventi di tradizione sacra e laica 145, servizi educativi e didattici in ambito culturale 476, software di intrattenimento 4, televisione e radio 100, eventi (altri) 446. Ogni record della maschera di rilevazione è stato georeferenziato in GIS e la figura 1 116 La geografia culturale post industriale del Veneto Figura 1 Da una prima lettura dell’im- stesso di farle emergere. Un magine si può notare come la altro dato interessante è quello distribuzione sul territorio pre- relativo alle aree del territorio scinda in molti casi dai confini in cui vi sono le maggior con- amministrativi provinciali, a centrazioni. Contrariamente a conferma che la regione è una quanto si potrebbe pensare, grande area in cui le forme di quando si parla di cultura capitale materiale ed immate- nell’accezione utilizzata nello riale hanno avuto origine e si studio il quadro della geografia sono sviluppate nel tempo gra- territoriale riserva alcune im- zie alle capacità del territorio portanti sorprese. Se visti nel 117 GUIDO FERILLI loro insieme i dati confermano comuni, quale quello della lea- una consistente concentrazio- dership di Venezia siano con- ne nelle aree di Venezia, Padova fermati, e Verona, con una rilevante dell’importanza di Verona e concentrazione anche nell’area Padova, ma se andiamo a ve- vicentina e in quella tra Belluno dere le mappe di alcune tipolo- e Treviso. In sostanza l’area gie di contenitori e attività si Pedemontana, tradizionalmen- noteranno delle dissonanze ri- te riconosciuta per la presenza spetto a questa affermazione. delle attività economico-industriali evidenzia una interessante ed alquanto diffusa presenza di capitale culturale materiale ed immateriale, mentre le aree a nord di Belluno, come pure quelle dell’area sud veneta risultano meno rilevanti. Venezia ha un continuum con l’area limitrofa di Mestre, che procede fino a giungere a Padova, mentre Verona mostra una alta concentrazione nell’area urbana e una altrettanta rarefazione nella periferia. A prima vista si potrebbe pensare che parte dei luoghi 118 così come quelli La geografia culturale post industriale del Veneto MUSEI La concentrazione dei musei premazia di Venezia in un set- (nelle aree della regione con il tore tradizionale per il quale la colore più scuro) evidenzia la città tutt’oggi focalizza la pro- preminenza di Venezia sull’in- pria attenzione, quale leva per tero contesto regionale, con lo sviluppo del settore turisti- una secondaria importanza di co. Padova e di Vittorio Veneto. Questo dato conferma la su119 GUIDO FERILLI BENI ARCHITETTONICI ARTI FIGURATIVE La conferma di quanto detto regionale per quanto riguarda precedentemente è data dal- la geografia della “cultura tradi- l’immagine sui beni architetto- zionale”, quella cioè che emer- nici, anch’essi fortemente loca- ge dalle analisi svolte fino ad lizzati a Venezia con una pre- oggi. Le considerazioni sulla si- senza rilevante (ma puntuale) tuazione cambiano quando ve- su Verona che assume, invece, diamo i risultati delle elabora- un ruolo primario nel settore zioni dei dati raccolti, attraver- degli spettacoli dal vivo. Questi so l’utilizzo di algoritmi evoluti- ultimi si riscontrano anche a vi1 che permettono di indivi- Padova e in misura significativa duare le aree regionali in cui anche nell’area vicentina. sono espresse al meglio le vo- È confermata quindi la su- cazioni del territorio per cia- premazia di Venezia sul quadro scuna tipologia di attività e 1 Nel caso specifico del Veneto è stato utilizzato il Topological Weighted Centroid – TWC, sviluppato dal centro Ricerche Semeion di Roma, che ha concesso l’uso del software a titolo gratuito a questo progetto in via eccezionale alla luce dei rapporti di collaborazione scientifica in atto con l’Università IUAV. 120 La geografia culturale post industriale del Veneto contenitori. Nelle figure che ottimi risultati, al fine di poter seguono i punti rossi esprimo- implementare attraverso l’as- no i centri delle vocazioni di set cultura, lo sviluppo sociale una particolare tipologia di atti- ed economico del territorio. vità o contenitore, mentre i Un risultato rilevante che cerchi gialli e blu indicano le conferma quanto precedente- loro aree di influenza. mente detto sulla presenza di La lettura delle vocazioni po- tipologie di attività, per lo più trà essere utilizzata come ausi- non riconducibili ai settori tra- lio per intraprendere politiche dizionali è evidente osservando culturali, che a livello interna- le figure che seguono. zionale stanno già dando degli MUSICA (produzione, sale prove, ecc.) CENTRI CULTURALI CENTRI DI RICERCA TELEVISIONI E RADIO 121 GUIDO FERILLI Si tratta di un risultato interessante perché evidenzia come le aree storicamente considerate il volano della cultura del Veneto non sono pronte ad evolvere verso forme più avanzate di produzione sulla conoscenza, benché mantengano tutt’oggi una posizione rilevante all’interno dell’economia regionale. Al contrario, le aree a vocazione industriale risultano essere caratterizzate da una dinamicità della struttura sociale ed economica che le rende più pronte a rispondere all’evoluzione dell’economia contemporanea. 122 La geografia culturale post industriale del Veneto - KEA European Affairs, “The Riferimenti bibliografici Impact of culture on cre- Buscema M., Sacco P.L., Ferilli G., Terzi S. Geography (2010), of The Cultural Production as a PseudoDiffusion Process: A TWC Approach to the Case of Regione Mineo, Veneto, Italy, Università IUAV, Venezia ativity”, A study prepared for the European Commission, 2009 - Santagata, W. (2006), “Cultural Districts and Their Role in Economic Development”, in V.A. Ginsburgh and D. Throsby (eds.), Handbook of the - Evans, G. (2001), Cultural Planning: An Renaissance?, Urban Routledge, London Economics of Art and Culture, Elsevier, Amsterdam, 1101-1119 - Scott, A. J. (2000), The - Florida, R. (2002), The Rise of the Creative Class, Basic Books, New York Cultural Economy of Cities, Sage, London - Valentino, P. (2003), Le tra- - KEA European Affairs, “The me del territorio. Politiche Economy of Culture in di sviluppo dei sistemi ter- Europe”, A study prepared ritoriali e distretti culturali, for Sperling Kupfer, Milano the European Commission, 2006 123 1° FORUM MONDIALE SULLA CULTURA E SULLE INDUSTRIE CULTURALI, MONZA 2009 di Sandro Bondi Quando l’UNESCO ha proposto al Governo italiano di orga- plesso, patrimonio dell’intera umanità. forum L’iniziativa tenutasi alla Villa mondiale sulla cultura e sulle Reale di Monza lo scorso set- industrie culturali, il Ministro tembre non vuole essere per- degli Esteri Frattini ed io abbia- tanto un episodio unico, pur mo accolto con entusiasmo e importante, ma l’inizio di un orgoglio questa sfida. percorso duraturo a livello in- nizzare insieme un Entusiasmo, perché si tratta ternazionale, fatto di momenti di un incontro di cui si sentiva di riflessione e di confronto sui da tempo il bisogno, soprat- vari segmenti dell’industria cul- tutto da quando è cresciuta la turale. consapevolezza del legame fe- A Monza si sono riuniti a fine condo che può instaurarsi tra settembre esponenti istituzio- cultura ed economia. nali, esperti, imprenditori e Orgoglio, perché la scelta operatori, attori pubblici e pri- dell’Italia rappresenta un rico- vati, accomunati dalla volontà noscimento internazionale del- di valorizzare l’apporto dell’in- la peculiarità del nostro Paese e dustria culturale alla crescita del suo immenso patrimonio civile ed economica di una so- artistico, che giustamente vie- cietà, nel contesto di una crisi ne considerato, nel suo com- economica internazionale che 125 SANDRO BONDI ci spinge, proprio grazie all’aiu- crisi stringono e fanno male; to della riflessione culturale, a ma, dall’altro, esse sono neces- ripensare molti aspetti della sarie, aiutano gli uomini e le nostra vita. donne a ripensare il mondo nel La crisi se non si cerca di go- quale vivono e a progredire. vernarla comporta grandi mu- In questo contesto qual è il tamenti e drammatiche conse- ruolo della cultura? E’ evidente guenze sociali. D’altronde non oggi più di prima che non è più si tratta della crisi del capitali- possibile limitarsi alla tutela del smo o del mercato, bensì patrimonio culturale, né pen- dell’assenza di regole del mer- sarlo solo nella sua pur fonda- cato, anzi della loro sistematica mentale funzione di scrigno violazione. La crisi è dunque dell’identità, né a maggior ra- anche un’occasione per cam- gione ritenerlo una ricchezza biare strada, per indirizzare lo statica. Oltre alla tutela di que- sviluppo verso la giustizia so- sto patrimonio, oltre a consi- ciale e l’umanizzazione della derare l’immenso patrimonio società. La parola “crisi”, infatti, storico e artistico che abbiamo etimologicamente dal greco ereditato come motore di un “giudicare”, evoca molto più di nuovo sviluppo, dobbiamo an- un semplice rallentamento o che porci l’obiettivo di stimola- mutamento: indica infatti la re la produzione di nuova bel- necessità di un “giudizio” e poi lezza per lasciare ai posteri te- di una scelta, una scelta di ca- stimonianze alte e nobili della rattere morale, culturale e poli- nostra civiltà. tico. Ecco perché, da un lato, le 126 Una commissione, incaricata di produrre un rapporto sulla 1° Forum Mondiale sulla Cultura e sulle Industrie Culturali, Monza 2009 creatività in Italia, ha concluso i mondo, e che sono settori trai- suoi lavori sostenendo che “co- nanti dell’economia italiana an- sì come un’attività è redditizia che nei momenti di crisi. quando i ricavi superano i costi, Uno dei fattori che tradizio- così un Paese è culturalmente nalmente caratterizza il pro- redditizio quando la produzio- dotto italiano e che ha senza ne di cultura supera la conser- dubbio contribuito al suo suc- vazione”. cesso e alla sua diffusione, è lo Inoltre, se l’Italia è fiera di stretto legame tra manufatto e annoverare tra i suoi tesori na- sensibilità estetica: la cultura si turali e artistici innumerevoli è così trasformata in un impor- siti divenuti parte del patrimo- tante strumento di sviluppo nio UNESCO, è però necessario economico. Ritengo che il cuo- per il futuro migliorare i rap- re pulsante delle nostre indu- porti fra cultura ed economia, strie culturali risieda proprio in modo che la prima guidi la nel saper fare italiano; un saper seconda, la seconda supporti la fare che si sostanzia di tradizio- prima. ni attraverso l’opera di artigiani Obiettivo del Forum UNESCO che, grazie alla secolare fre- di Monza è stata la valorizzazio- quentazione con la bellezza ne dei cosiddetti “mestieri che li circonda, hanno matura- d’arte”, collegati all’artigianato, to una creatività unica che è il al design e alla moda, che per il vero tratto che li distingue nel nostro Paese costituiscono un mondo intero. fondamentale, Al tempo stesso, il “saper fa- avendo generato marchi di alta re bene” è diventato l’elemen- qualità noti e apprezzati nel to caratterizzante e imprescin- patrimonio 127 SANDRO BONDI dibile dell’eccellenza ricono- sign e modelli da parte di im- sciuta al nostro Paese e il sim- prese italiane, ossia il 17% del bolo di uno stile di vita incon- totale dei depositi. Una La moda, a sua volta, è un cultura di prodotto radicata, fenomeno ancora più com- che però ha la forza di evolver- plesso che si situa, al pari e si incessantemente nel tempo: forse più del design, alla con- dalle botteghe rinascimentali giunzione di due sistemi: quel- alla cultura manifatturiera con- lo del bisogno materiale del temporanea. consumo e della produzione e fondibilmente italiano. Per quanto riguarda il comparto del design, la compo- quello immateriale della creatività. nente creativa che sta alla base Il sistema della moda deve del design è tipica delle produ- quindi rapportarsi strettamen- zioni delle economie post-in- te al sistema produttivo e a dustriali, in cui la qualità e l’uni- quello creativo operanti su un cità del prodotto costituiscono dato territorio. La moda è un variabili fondamentali su cui bene culturale di grande valore misurare il grado di competiti- simbolico ed esprime identità e vità sui mercati internazionali, appartenenza ad un gruppo al pari della tecnologia e del sociale. È presente in tutti i prezzo. continenti, in quanto ogni real- Per dare un’idea quantitativa tà locale geograficamente della vitalità di questo settore identificabile con una cultura in Italia, ricordo che nel 2009 presenta una moda, uno stile e sono state depositate all’ufficio una filiera produttiva. È inoltre brevetti europeo 10.434 de- parte di un mercato mondiale 128 1° Forum Mondiale sulla Cultura e sulle Industrie Culturali, Monza 2009 sul quale si confrontano sia le eccellenza in tale campo e oggi idee degli stilisti, sia il valore sono attive ben 80.000 impre- economico delle tradizioni in- se nel settore, con più di 66 corporate nei tessuti, negli abi- miliardi di euro di fatturato e ti e nel loro design. 786.000 occupati. In quest’ottica, l’ambito delle Il tema prescelto dal Forum è industrie culturali influenza an- stato di notevole rilevanza an- che il campo del turismo cultu- che per lo “sviluppo sostenibi- rale e sostenibile. le” dei Paesi più poveri, in Nel mondo vi sono circa 90 quanto in molti di essi la tradi- musei dedicati alla moda, ai zione dell’artigianato è ancora tessuti e agli accessori, consi- viva e può essere la molla per derando anche i numerosi mu- l’avvio di industrie culturali su- sei nazionali e delle arti decora- scettibili di valorizzare, insieme tive che hanno una o più sezio- alla creatività, anche le risorse ni tematiche sul settore. La umane di quei popoli. maggior parte di essi ha sede Oggi, infatti, le politiche di nelle nazioni storicamente pro- produzione di cultura, tese a duttrici di tessuti e di moda. In sostenere e incentivare la crea- Italia, il numero preponderante tività contemporanea, e le poli- di tali collezioni museali è lega- tiche che puntano a migliorare to a specializzazioni produttive la qualità e la capacità attrattiva e del territorio, in particolare la dei territori e del paesaggio, produzione di tessuti, di acces- acquistano un peso sempre sori e di oggetti. maggiore nella prospettiva di Il nostro è un Paese che ha solide e antiche tradizioni di crescita economica di un Paese. 129 SANDRO BONDI In questo senso creatività e agli altri Paesi avanzati e alle cultura sono un pilastro di loro quello che oggi viene definito un’enorme attenzione anche FIL (Felicità Nazionale Lorda), per i Paesi in via di sviluppo e la inteso come l’indice per misu- loro grande tradizione cultura- rare non più solo la produzione le. Con i primi compete per in- come il Pil, ma anche la qualità novazioni ed economia della della vita. conoscenza, con i secondi col- Creatività e cultura sono dunque un binomio indissolu- tecnologie, ma nutre labora per valorizzare le loro culture e la loro creatività. bile, un meccanismo di succes- Sottolineo inoltre il ruolo so che può consentire a un centrale svolto dalle donne nei Paese di affrontare con mag- settori in questione, in partico- giori probabilità di successo le lare l’artigianato e la moda, ove sfide della globalizzazione. la creatività femminile ha do- La cultura rappresenta anche nato al mondo emozioni e so- una componente importante gni che contribuiscono a for- per la qualità sociale, perché la giare la parte più affascinante sua produzione e consumo del nostro immaginario collet- quotidiani favoriscono un mi- tivo. glioramento del tessuto sociale Aggiungo, a titolo di esem- in termini di coesione della co- pio, per evidenziare il crescen- munità, qualità delle relazioni te riconoscimento di tale ruo- umane, sentimento di fiducia, lo, che in Lombardia negli ulti- disponibilità alla cooperazione, mi 15 anni la presenza delle senso di identità. donne tra i “quadri” nel settore L’Italia guarda ovviamente 130 manifatturiero è aumentata 1° Forum Mondiale sulla Cultura e sulle Industrie Culturali, Monza 2009 del 49% e tra i dirigenti del alla luce tutte le potenzialità 106%. del settore culturale sia in ter- La scelta di ospitare questo mini di contributo alla forma- Forum nella Villa Reale di zione del Prodotto Interno Monza, fornendo all’evento Lordo di un Paese – in Italia tale un’opportuna cornice sceno- settore, se si considera l’intera grafica, vuole dunque dare il filiera di produzione, rappre- senso concreto del legame tra senta il 9,31% del PIL e impiega storia, cultura e creatività. più di 2,8 milioni di lavoratori – Diceva il poeta Thomas Eliot: sia dal punto di vista degli ef- “Avere senso storico significa fetti sui processi di evoluzione essere consapevole non solo e cambiamento delle nostre che il passato è passato, ma società anche in chiave di mi- che è anche presente”. glioramento della democrazia. Monza inoltre rappresenta Non a caso, alcuni economi- già nei fatti una realtà in cui sti contemporanei sottolinea- prosperano l’industria cultura- no che la cultura, nel lungo le, intesa come industria che fa periodo, fa la differenza nel sue l’originalità del design, la successo delle nazioni, ricono- ricchezza della moda e oggi scendo il rapporto diretto che anche, in questa magnifica se- sussiste tra la cultura e la cre- de che è villa Reale, pone una scita di uno Stato, tra la cultura forte scommessa sulla cultura. e la democrazia. Dunque Monza capitale dell’in- Questo è un tema fonda- dustria e al tempo stesso an- mentale, che mi auguro possa che della cultura. presto divenire centrale nel di- Il Forum di Monza ha portato battito tra i decisori economici 131 SANDRO BONDI e politici provenienti dal Sud e dal Nord del mondo. Una chiave per costruire un futuro di crescita e sviluppo in cui la cultura sia protagonista. 132 INNOV(E)TION VALLEY: LA VALORIZZAZIONE DEL NORD-EST COME FUCINA DI INNOVAZIONE E CREATIVITÀ di Cristiano Seganfreddo Il Nordest. Il Nordest. La loco- prese, 15.000 Suv e un reddito motiva d’Italia, la sacrestia del pro-capite tra i più alti al mon- Bel Paese, la terra della Lega e do (anche non considerando il delle tensioni sommerso). secessionistiche. Il posto dei La sola provincia di Vicenza “schei” ovvero dei soldi. Un (l’Associazione Artigiani conta luogo pensato spesso per luo- 22 mila associati, quella indu- ghi comuni, dove amano anda- striale 10 mila) esportava nel re gli inviati speciali dei grandi 2001 quanto la Grecia e il giornali, italiani ed esteri, per Portogallo insieme. Un territo- capire dove si addensa parte rio di 700 mila abitanti come della ricchezza mondiale e rela- due tive contraddizioni. piattaforma economica, mai nazioni. Un’incredibile Il Nordest è una megalopoli verificata e mai letta nella sua inconsapevole, con 6 milioni di complessità e unicità, che ri- abitanti, Los serva un’altrettanto curiosa e Angeles (tra Veneto, Friuli e bulimica capacità contempora- Trentino), con una decina di nea, legata al design industria- province, emblema della città le, in un atipico quanto fortu- diffusa, come scrive Richard nato dialogo tra produzione, Burdett: quasi 3000 zone indu- arte e invenzione. estesa come striali, 350 musei, 500 mila im- Nel 1973 il Nordest portava il 133 CRISTIANO SEGANFREDDO colore rosa nella cartina econo- così veloce hanno prodotto in- mica dell’Italia. Un rosa che fatti l’incapacità politica interna aveva la stessa intensità della di generare un racconto, di Calabria: regione depressa e leggerne le fasi epiche (perdo- contadina. Solo dieci anni dopo nate il termine) per la creazio- quelle terre contadine vengo- ne e gestione di un territorio no sostituite da micro - zone proprio perché non se ne co- industriali. I garage diventano noscono realmente i termini, piccoli laboratori, le villette uni- gli attori ne le scene. E tutto è familiari proto aziende, gli al- stato ridotto a numeri, prodot- beri degli zoccoli quelli della ti, merci e mai a contenuti. ricchezza. Tutti cominciano ad Proviamo invece a vedere co- “intraprendere”, a mettersi in sa succede se prendo come proprio. E in settori tra loro metro di misura e di racconto così diversi e spesso senza nes- un raggio di 250 metri. Per sun legame. Il tutto ad una ve- spiegare cos’è il nuovo nordest locità frenetica e senza alcun che ha trovato un nuovo no- dispositivo di controllo o di ge- me, partirò piazzando un com- stione urbanistica. Arrivano i passo a Vicenza Ovest. Uscendo soldi, arriva il benessere. E così da una delle due gallerie sull’A4, arriva anche una attenzione- la Milano-Venezia, ci si trova tensione nazionale ed interna- immersi in una oscura e appa- zionale verso questo territorio rentemente grigia zona indu- a grande capacità produttiva striale. Appare sulla destra un ma a cui non viene mai conces- grande capannone con un lo- sa la patente creativa ed ideati- go anni ‘50. E’ la Campagnolo va. Uno sviluppo e uno strappo che mezzo secolo fa inventa il 134 Innov(e)tion Valley: la valorizzazione del Nord-Est come fucina di innovazione e creatività cambio della bicicletta. Gli in- ve si fermano settimanalmente granaggi ciclistici confinano i signori di Alaya o di Yves Saint con Zambon, storica azienda Laurent, o la Sonus Faber, che farmaceutica (il Fluimocil per per gli appassionati di musica capirci), che guarda il cubo ne- corrisponde ro di Dainese, leader mondiale nell’acustica. al massimo dell’abbigliamento per motoci- E a pochi passi una villa clisti e non solo. Dainese guar- Veneta, è la sede del Cuoa, (12 da Bottega Veneta, storico mila masteristi/studenti l’anno) marchio, rilanciato, del fashion pensato oltre mezzo secolo fa mondiale che ha fatto dell’arti- per formare la classe dirigente. gianalità un must internaziona- Per chiudere questa veloce le. Il fashion è “protetto” da compassata-comparsata Valbruna e Beltrame, due ac- pensa Bisazza con una sede ciaierie leader nelle lavorazioni museale. Bisazza in meno di 5 speciali. Dall’altra parte della anni ha reinventato semantica- strada si vedono invece gli ot- mente il mosaico, portato ad tovolanti o i paperi giganti di essere lusso. ci Zamperla, massimo riferimen- Quello di Vicenza Ovest è to nel mondo delle giostre. Da semplicemente un piccolo, pic- quel capannone nascono i par- colissimo, episodio che capita chi Disney. A proteggere invece altre centinaia di volte in il confine nord ci pensa il “ma- Veneto. Ma è la rappresenta- gnete” della Fiera di Vicenza, zione perfetta del Nord-Est primo polo al mondo per l’oro. nella sua parcellizzata incapaci- E vicino la Miles, con il più gran- tà di trasformare la somma di de archivio della maglieria, do- migliaia di storie di successi in 135 CRISTIANO SEGANFREDDO una storia da raccontare al ne secondo una prospettiva mondo. inedita. Oggi nasce così Innov(e)tion Valley come rispo- Possibilmente rimescolando- sta ai noiosi, qualunquisti, pre- li, e intravedendo nuovi legami giudizi di chi considera questa e chiavi di lettura che suppor- terra capace di produrre solo tati da una visione sensata con- “schei”. Nella sua criticità politi- feriscano nuovo valore e forza. ca ed economica questa rima- Da questo parte Innov(e)tion ne la terra della nuova classe Valley. Dall’idea che il Nord-Est creativa, della produzione e sia essenzialmente un territo- creazione di beni immateriali, rio di eccellenze e imprendito- che poggia su un incredibile ed riale, che solo nel 2000 era in indiscutibile piattaforma stori- grado di esportare come la ca ed artistica, che va da Spagna e il Portogallo insieme. Venezia a Verona. Il problema Un territorio composto da pic- reale è che non sa di avere cole e medie aziende che han- questa unicità. Non se lo dice. no prodotto fatturati impres- E non lo comunica. Che la crisi sionanti. Un’area che oggi deve ci sia è un dato di fatto. E ogni affrontare la crisi globale chie- crisi richiede un ripensamento. dendosi quali siano i cambia- Senza distruggere o negare menti, micro e macro da met- quel che si è o quel che c’è già, tere in atto per risultare con- si può semplicemente sceglie- temporaneo. Per risultare uni- re di operare un processo che co. Per riuscire nuovamente ad sia creativo nella sua capacità di essere uno dei contesti più leggere lo stato dell’arte e rive- competitivi del mondo, in una dere gli elementi a disposizio- fase di calo dei consumi, satu- 136 Innov(e)tion Valley: la valorizzazione del Nord-Est come fucina di innovazione e creatività razione dei mercati e di avan- si legge su svolte all’insegna zamento dei cosiddetti paesi della emergenti. Un’area che nei de- rivitalizzato territori e rimesso cenni passati ha raggiunto ri- in sultati strabilianti, ma che oggi dell’Innov(e)tion Valley, però, è deve confrontarsi con nuovi che ogni caso sia a sé, che non scenari e nuove impellenze, ci siano ricette predefinite e che richiedono necessariamen- totalmente trasferibili, e che te strumenti adeguati, idonei per parlare di “rinnovamento” ad affrontare un contesto e “riqualificazione” del Nord- competitivo che dà sempre più Est sia indispensabile osservare valore al significato simbolico e analizzare le sue imprese. della merce e del consumo. Cercando una modalità per Rendendo necessario un rap- dare vita in modo sensato ad porto stretto e innovativo tra una le imprese e il territorio in cui orientata sono radicate, l’interazione tra all’innovazione sulla base delle la parte economica e un conte- ricchezze e le attività che già sto culturale e sociale di eccel- animano il territorio. Cercando lenza in grado di favorire la essenzialmente creazione di prodotti e proces- nuove forme di produzione di si di alta qualità. senso e significato, e far creatività piedi che economie. vera fase alla hanno L’idea economica creatività di e attivare La letteratura e le teorie sulla convergere le singole storie in crisi e sul post-industriale non un’unica narrazione condivisa, mancano. Così come i casi capace di dare forza a nuovi internazionali da cui prendere stimoli spunto. Tanto si dice, si scrive e internazionale. a livello locale e 137 CRISTIANO SEGANFREDDO Potendo osservare questo studi di artisti, designer e sette grafici, dove ci sono scuole province, ma più simile ormai d’eccellenza e dove l’arte e la ad una grande città diffusa cultura contemporanea vasta come Los Angeles, non è convivono con difficile architettonici territorio fatto rendersi di conto di capolavori di fama quanto sia abitato da aziende internazionale. Questo è il che in moltissimi casi sono Nord-Est diventate leader mondiali nel Valley, sul quale esso lavora proprio settore, dalla moda al cercando design, alla tecnologia. Aziende fornire quel che manca per i cui risultati impressionanti ridare a questo territorio una sono stati sempre analizzati in forza termini quantitativi e poco momento sembra vacillare. qualitativi, dando poco spazio Una forza che può provenire ad una valutazione dei processi solo dalla capacità di attivare unici e alle peculiarità di cui un ogni soggetto era capace. concertazione tra territorio, Osservandolo, il Nord-Est è ben istituzioni e imprese, e da uno lontano dall’essere una terra scambio fitto e continuo di dove contano solo gli “schei”, esperienze, ma un informazioni tra questi mondi, territorio nel quale le aziende che non possono più limitarsi hanno una naturale familiarità entro confini settoriali. L’unica con la creatività (dato il proprio possibilità di recupero si può core intravedere risulta piuttosto business), dove numerosissimi sono i piccoli 138 dell’Innov(e)tion di provvedere competitiva profondo che processo competenze dunque a al di e nella capacità di attivare processi di Innov(e)tion Valley: la valorizzazione del Nord-Est come fucina di innovazione e creatività eccellenza che coinvolgano dall’essere un progetto cittadini, imprese e artisti, di studiato a tavolino, è nato proporre progetti e processi come conseguenza naturale di culturali che non abbiano nulla un processo durato alcuni anni, di naif o folkloristico ma siano guidato da Fuoribiennale di in grado di produrre senso, Vicenza e fatto di incontri con aprire la strada all’inaspettato, il pubblico, eventi sul territorio, aumentare raggio di rapporti con le associazioni di l’accesso ad categoria, con le maggiori esperienze di qualità per il istituzioni pubbliche, con gli singolo e per la collettività. Solo imprenditori e gli artisti. Un così, attraverso lo scambio e progetto scaturito da una l’ibridazione tra le aziende e la conoscenza approfondita delle cultura contemporanea, e con tante il supporto delle istituzioni, si imprenditoriali, potrà produrre innovazione e istituzionali avere aziende consapevoli delle accomunate da esperienze di proprie radici ma pienamente indubbia eccellenza e dal forte contemporanee, bisogno di trovare un filo possibilità il e capaci di realtà locali - culturali e - sempre attivare processi di alto livello e conduttore competitivi, capaci di porsi proiettarle domande inedite. Trovando includerle in un network per risposte che aprono la strada a sentirsi parte di una collettività percorsi mai sondati, quindi in cui riconoscersi, capace di innovativi. dare Questo il punto di vista di Innov(e)tion Valley, che lontano un capace nel di futuro, nuovo slancio di e autorevolezza internazionale. Innov(e)tion Valley è nato 139 CRISTIANO SEGANFREDDO quindi come risposta ad una equilibrio (culturale, sociale, domanda che economico). Un territorio in prescindesse dall’appartenenza grado di nutrire i talenti, attirarli politica, e favorire progetti sperimentali di o network dalla categoria economica, è scaturito dal e bisogno di trovare codici di internazionale. Per rendere comunicazione tra quest’area la capitale di un settori e individui che pur Made in Italy all’avanguardia e abitando realmente contemporaneo. e comuni agendo nel innovativi di standard medesimo territorio hanno È da questa lunga con- spesso parlato lingue diverse o certazione che si è cominciato perseguito a obiettivi poco lavorare sul Nord-Est Innov(e)tion intendendolo come Innov(e) Valley è nato con l’intento di tion Valley, l’area al mondo con avvicinare tutte le eccellenze il più alto tasso di industrie del confrontabili. attivare della creatività e dell’inno- processi veramente creativi e vazione: una rete di 450 mila innovativi imprese tra il mondo del Nord-Est ed che mettano le fashion, del design, della tec- imprese e il territorio. Per nologia estesa su una vasta generare in primis azioni e poi area metropolitana con circa comunicazione. Per creare un 4.738.313 abitanti, che vivono territorio capace di pensarsi e nel cuore del vortice della agire come sistema, anzi, come ricerca, un eco-sistema in cui ogni dell’arte. direttamente parte è in gioco indispensabile al mantenimento di un buon 140 della tecnologia e COMUNI E CULTURA: SPESA O INVESTIMENTO? di Chiara Tullio Cosa significa oggi “fare cultura” in un Comune veneto? che, se per il passato gli enti locali compensavano in parte i Questo è uno degli interro- tagli statali investendo in cultu- gativi ai quali gli amministratori ra e turismo, ora i Comuni, nel locali sono chiamati a dare ri- medesimo settore, da un inve- sposta, in un momento in cui stimento medio del 3,5% sono governare deve voler dire tro- scesi al 2,7% dei propri bilanci1. vare delle nuove strategie di Questi dati, certo, devono sviluppo economico e sosteni- essere relazionati alla generale bile del territorio. crisi economica del Paese e per Che esista un nesso tra cultu- i Comuni ai tagli dei trasferi- ra ed economia, e quale esso menti statali e ai vincoli di bi- sia, non è ancor oggi così evi- lancio imposti dal patto di sta- dente, tanto che lo scorso an- bilità interno, ma sono anche no il bilancio del Ministero per i una spia di come la cultura non Beni e le Attività Culturali è pas- sia considerata un elemento sato a 1.568 milioni di euro, dai strategico di sviluppo econo- 2.037 milioni dell’anno prece- mico. dente, e tale cifra è in ulteriore Un vero paradosso, dato che riduzione. Inoltre, va rilevato le statistiche indicano come le 1 Dati inseriti nel VI Rapporto Annuale Federculture. 141 CHIARA TULLIO risorse turistiche e culturali del Ritengo semplicistico snoc- nostro Paese abbiano delle ciolare le cifre della crisi, credo enormi potenzialità e ancora invece che per dare risposta a grande margine di sviluppo. questo interrogativo sia neces- L’Italia, infatti, continua ad sario riflettere sui termini: gli esercitare sugli stranieri il fasci- enti pubblici, ad esempio, uti- no del gran tour, al quale va lizzano la parola “spesa” e non aggiunto l’interesse per le tra- “investimento” culturale. dizioni locali e per il nostro patrimonio enogastronomico. Questo a riprova del fatto che la cultura è ancor oggi per- Anche le famiglie italiane si cepita come costoso passa- dimostrano più disposte a in- tempo e non come valore fon- vestire in cultura e tempo libe- damentale per la crescita di ro, tanto che la spesa in questo una comunità, nonché come settore è passata dai 48 miliardi possibile settore di traino eco- del 1998 ai 64 miliardi del 2008, nomico. con un incremento del 34%.2 Per invertire la tendenza va Se, dunque, gli utenti del innanzitutto modificata questa servizio esistono e sono dispo- miope visione, cominciando da sti a spendere, la materia prima coloro che sono competenti in non manca – visto l’enorme e materia di valorizzazione e pro- diversificato patrimonio cultu- mozione del patrimonio cultu- rale italiano – e le professionali- rale. Tali compiti, a partire dal tà del settore abbondano, per- 1998, sono stati trasferiti dallo ché il settore pubblico investe Stato alle Regioni, che sono sempre meno in cultura? dunque chiamate ad elaborare 2 Ibidem 142 Comuni e cultura: spesa o investimento? nuove politiche di sviluppo del pensamento sulla mobilità, il settore turistico e culturale. trasporto pubblico dovrebbe Dalle rilevazioni di essere infatti finalizzato a facili- Regione tare l’accesso e la raggiungibili- Veneto si attesta al decimo po- tà dei centri minori e andrebbe sto in Italia per investimento in incentivata la realizzazione di cultura e al dodicesimo posto un piano per la mobilità soste- turismo3. nibile. Quindi andrebbe poten- Due posizioni piuttosto basse ziata e qualificata l’accoglienza nelle graduatorie nazionali, se turistica, favorendo anche la pensiamo che la nostra Regione creazione di alberghi diffusi. è ai primi posti, assieme a Lazio Sarebbe utile inoltre creare una e Toscana, per quantità di ope- rete promozionale che sfrutti i re d’arte e vanta pregiate risor- centri culturali di eccellenza e se naturalistiche ed ambientali. di maggior richiamo per far Federculture, la per investimento in In questo panorama, ritengo conoscere ai turisti anche l’of- che l’impegno della Regione ferta culturale delle piccole re- debba andare nella direzione di altà, possibilmente attraverso puntare ad una progettazione biglietti unici per la visita di di- sul lungo periodo che abbia versi musei e istituti culturali come obiettivo la creazione un dislocati. Necessaria è anche “sistema turistico - culturale”. un’azione di programmazione Provo ad ipotizzare alcuni in- e coordinamento delle mag- terventi prioritari: la pianifica- giori iniziative e manifestazioni zione regionale dovrebbe pre- realizzate nel territorio regio- vedere in primo luogo un ri- nale. 3 Elaborazione Federculture su dati TCI 2007. 143 CHIARA TULLIO Credo, infatti, che il migliora- getti titolari della gran parte mento dell’offerta culturale degli istituti cultuali non statali della nostra Regione passi at- del Veneto e a loro compete la traverso il sostegno e la messa gestione degli stessi e l’orga- in rete di quelle iniziative che nizzazione di iniziative volte a vanno a valorizzare le specifici- promuovere la cultura e la sto- tà culturali territoriali. Il model- ria delle singole realtà. Molto lo museale tipico dell’Italia è spesso, i Comuni si trovano infatti quello del “museo diffu- anche a gestire indirettamente so” e carattere locale hanno gli istituti culturali, tramite fon- anche le manifestazioni cultu- dazioni o enti strumentali, o ad rali, espressione del genius lo- attuare sinergie pubblico-pri- ci. vate con collezionisti, enti reli- Lo stretto rapporto tra i luo- giosi, aziende. ghi di cultura e le comunità lo- Ritengo in ogni caso fonda- cali è evidente anche nella no- mentale il riconoscimento da stra Regione, prova ne è il fatto parte degli amministratori lo- che in Veneto esistono 18 mu- cali del valore della partecipa- sei statali e 312 non statali, di zione della società civile (rap- cui 130 privati e 182 pubblici; presentata da associazioni, co- tra questi ultimi 2 sono di pro- mitati o gruppi informali) all’at- prietà della Regione, 7 della tività culturale dei Comuni. Provincia “L’uomo è veramente uomo e ben 133 dei Comuni4. I Comuni sono dunque i sog- solo grazie alla cultura”, afferma Hegel nelle sue Lezioni di 4 Istat, Indagine sugli istituti di antichità e d’arte e i luoghi della cultura non statali. 144 Comuni e cultura: spesa o investimento? storia della filosofia. In virtù stici e culturali permetterebbe di tale assunto, tuttavia, non si di ampliare l’offerta di lavoro. può abusare del concetto di Il ragionamento porterebbe sussidiarietà, perché il coinvol- ad affermare, dunque, che “fa- gimento esclusivo di volontari re cultura” significa “produrre nelle attività turistico - cultura- ricchezza”, creando occupazio- li, al fine di risparmiare, svaluta ne, richiamando nuovi seg- sia il lavoro degli stessi volonta- menti di domanda turistica, ma ri che il valore dell’attività cul- anche incentivando la coesione turale. sociale. In riferimento a quest’ambi- Perché “fare cultura” in un to, va rilevato che il Veneto è Comune veneto non può voler all’ultimo posto tra le Regioni dire solamente tenere aperta del Centro e del Nord Italia per una biblioteca o sponsorizzare occupati nell’ambito culturale, la sagra paesana, ma significa infatti la quota di unità di lavo- valorizzare l’identità di una co- ro impiegate nel settore cultu- munità, coinvolgere i nuovi cit- ra e ricreazione è all’1,1%, al di tadini e l’associazionismo locale sotto di 0,3 punti percentuali nella ricerca di valori comuni e italiana5. di modalità di diffusione di Tornando a fare i conti con la questi ultimi, trasmettere alle crisi, anche in questo caso è nuove generazioni l’amore per evidente che, in un momento la storia, il teatro, la musica, le in cui la disoccupazione giova- opere d’arte, la letteratura, at- nile si attesta al 28,6%, incenti- traverso una progettualità con- vare l’economia dei servizi turi- divisa con le realtà educative rispetto alla media 5 Istat, Conti economici regionali. 145 CHIARA TULLIO del territorio; tutto ciò attra- re: gli amministratori pubblici verso il riconoscimento e l’ade- “faranno cultura” solo se cre- guamento a standard qualitati- deranno che i loro enti non vi delle già note realtà museali “spendono” in cultura, ma “in- ma anche di collezioni ed archi- vestono” in essa. vi minori e di privati, mediante la creazione di un calendario di eventi ricco ed eterogeneo, l’individuazione di strategie di marketing territoriale atte a richiamare i turisti italiani e stranieri e, in particolare, la creazione di una rete progettuale ed operativa sovra comunale, finalizzata alla promozione turistica e culturale di aree territoriali più ampie rispetto ai singoli Comuni. L’ipotesi di creazione di una sinergia tra diverse amministrazioni comunali e tra queste e le realtà private permetterebbe una ancor maggiore sostenibilità finanziaria delle iniziative culturali. Credo tuttavia che dati e proposte, da soli, non siano sufficienti a rilanciare questo setto146 LA TESTIMONIANZA di Francesco Olivieri Se entrate in una libreria, vi quello che ho venduto col mio rendete conto di quanto possa primo romanzo, per poi diveni- essere difficile fare lo scrittore. re famosissimo dopo la morte. In particolar modo se siete un Anche emergente, ovvero un essere Mann è uno scrittore da ta- che aspira a emergere da quel- gliarsi le vene. Se poi associato la marea di libri che sovrastano a Visconti, il taglio è netto di- gli scaffali che avete di fronte. rettamente sull’aorta. Avevo Per quanto mi riguarda, l’inizio questo blog, scrivevo per esse- della mia avventura nel mondo re considerato, anche perché della scrittura è avvenuta due tutti sul blog scrivono degli af- anni fa. Scrivevo su un blog di fari loro nella speranza che ci una piattaforma ormai molto siano persone a cui interessi nota in Italia, Splinder per in- quello che viene scritto. In tenderci, e diciamo che usavo questo mondo virtuale, avevo questo mezzo più per intorta- cominciato a delineare a grandi re cybernaute che per real- linee, tutte quelle caratteristi- mente scrivere cose degne di che del mondo maschile e nota. Insomma non ero certo femminile. Senza pudore e un Thomas Mann, per fortuna senza ritegno, scrivevo esatta- dico io, anche perché magari mente quello che migliaia di oggi venderei forse meno di persone pensano ancora oggi, perché diciamocelo, 147 FRANCESCO OLIVIERI ma non dicono perché non sta ormai anzi ero convinto che il bene. Il perbenismo, i tabù, mio libercolo di 96 pagine non l’ipocrisia regnano ancora so- venisse preso in considerazio- vrani in questa società. ne. Poi arriva un giorno la chia- Scrivo, vedo che piace, met- mata da parte di un micro edi- to tutto in un file word, crean- tore, nuovo sulla scena lettera- do una storia che avesse un ria, mi fa capire che il romanzo senso cronologico e spedisco il è bello e che sarebbe intenzio- tutto a otto case editrici. nato a pubblicarlo senza chie- Ovviamente le grandi, non mi dermi un euro. hanno mai risposto. Le piccole Nasce il mio romanzo, “La invece sì, subito. In particolare milonga dei maroni cotti” pub- quelle che promettevano un blicato da Leone editore, e la contratto editoriale, come “Il mia gioia è alle stelle. Filo Editore”, con stampa di tot Nel panorama culturale ve- copie, a patto di pagare una neto non ho ricevuto molto somma pari a circa 1500 euro. appoggio per questo mio ro- Proposte del genere ne ho ri- manzo. Ho girato tutta Italia, cevute parecchie. Ed è estre- ma Verona, città dove vivo, mamente triste, vedere quanti non ha nemmeno preso in autori o pseudo tali, pur di ve- considerazione il mio libro, ne- dere il proprio file word stam- anche per una presentazione, pato con tanto di copertina, si anche minima in qualsiasi libre- svendano per questi editori, se ria della città. Troppo diretto? così li possiamo chiamare. Io Troppo dissacrante per una cit- non ho cacciato un soldo, mi tà che comunque non vanta sono affidato alla fortuna, e certo tra le sue caratteristiche 148 La testimonianza l’apertura mentale? Fatto sta, montagna? Non so, forse farei che solo dopo parecchio tem- bene a darli alla Chiesa. po, sono riuscito a ottenere Il Veneto è una strana regio- una presentazione nella città ne, si vanta di essere leghista e scaligera, grazie ad un amico porta come bandiera un leone all’interno di un circolo cultura- che di certo non fa parte della le. La scena è stata comunque fauna autoctona, e in questo stupenda. Io le copie del mio paesaggio culturale, gli scritto- romanzo non le avevo, e quin- ri, quelli emergenti come me, di mi sono fiondato alla Fnac, tentano di raccontare la real- ho comprato tutte le copie che tà senza false demagogie. avevano sugli scaffali e le ho Verona è il centro della cultura portate alla presentazione, cer- della lirica, ma per i giovani cando così di vendere qualco- esordienti non ha fatto un sa. Effettivamente è stato un granché. Le amministrazioni lo- successo. Ho venduto parec- cali, dovrebbero tenere più in chio per essere un emergente considerazione i giovani esor- “sommerso” dalle migliaia di dienti, e cercare di renderli copie di romanzi di milioni di protagonisti scrittori di ogni genere che in- Questo non è avvenuto. La cit- vadono le librerie. Sono felice tà e la sua amministrazione di aver venduto in soli sei mesi non hanno fatto nulla per sup- ben 436 copie per un ammon- portare non solo la mia opera tare di guadagno lordo pari a ma anche le opere di altri gio- 76 euro. Ora però sono indeci- vani esordienti veronesi, che so come spenderli. Una villa al ogni giorno sul loro sito perso- mare? Uno yacht? Una casa in nale, sulla sul loro territorio. pagina di 149 FRANCESCO OLIVIERI Facebook, fanno a gomitate trici importanti non vendano per avere un minimo di visibili- più di mille copie, ma diciamo tà. Sarebbe opportuno che le che la pubblicità e la distribu- amministrazioni locali, dessero zione sono dei canali fonda- maggiore attenzione alla cultu- mentali per farsi conoscere. ra che si manifesta all’interno Ricordo ancora quando ho delle proprie mura, prima di mandato a mie spese, il mio li- chiamare i soliti personaggi fa- bercolo non so a quanti maga- mosi che essendo famosi, di zine, giornali e periodici del certo non necessitano di visibi- settore. Essendo giornalista, lità. credevo comunque di riuscire Per quanto riguarda il mon- ad avere un aiuto dai miei col- do dell’editoria, beh noi scrit- leghi. A parte il capo redattore tori emergenti siamo spesso della pagina cultura del quoti- presi per il collo. Nel mio caso diano specifico non posso lamentar- Bellomo (anche lui scrittore) e mi, il mio editore è serio, ha la redazione del Corriere del stipulato un contratto con una Veneto (con la quale ho colla- della più importanti agenzie di borato 4 anni), non ho avuto distribuzione e questo dà la nessuna recensione. Perché? possibilità ai lettori di trovare il Perché, come mi ha spiegato romanzo anche in zone sper- una mia amica giornalista di dute della penisola. Ebbene sì, Roma, le recensioni vengono perché quando uno ha scritto fatte ai nomi che si conoscono e pubblicato, non è detto che e a quelli nuovi, solo se hanno sia poi letto. Verissimo il fatto una che titoli anche delle case edi- Quindi per quanto possa esse- 150 “L’Arena”, distribuzione Donatello capillare. La testimonianza re un libro meraviglioso, per no, recensire lo scritto lasciato quanto magari possa essere nella pagina web. Così, lo pseu- anche geniale ( non è il mio do scrittore, naviga nella rete, caso, il mio è nato per farsi crea catene di amicizie virtuali, quattro amare risate), rimane il e leggiucchiando qua e là, cer- fatto che se non si ha una di- ca il consenso di bloggers per stribuzione totale, non si riesce dimostrare una cosa: “Io esi- ad ottenere una recensione. sto”. Ecco, la scrittura contem- Scrivere è una passione, e in poranea si basa anche su que- Italia spesso ci sono più scritto- sto, sull’affermazione del pro- ri che lettori, questo perché prio essere. Scrivendo in un con l’avvento di internet e dei mondo virtuale, si interagisce blog, la gente si dedica a mo- con gente di tutto il mondo, e strare le proprie capacità (spes- questo può essere un ottimo so pari allo zero, diciamocelo). mezzo, per raccogliere gli La scrittura che nasce dal blog, spunti e i consigli di persone, nasce dall’esigenza da parte di che senza internet non avreb- chi posta in un blog di avere un bero mai avuto modo di dare immediato riscontro di quello una loro opinione allo scrittore che si ha scritto. Non è solo un in erba di turno. Internet è la foglio di parole che viene rin- nuova forma di democrazia chiuso in un cassetto, e che letteraria e un ottimo trampo- magari lo si fa leggere alla pro- lino per affermare la propria pria ragazza, o all’amico di tur- identità e dimostrare il proprio no. Diviene un diario persona- talento. Credo che sempre più le, dove tutti possono libera- il mondo della scrittura sarà le- mente commentare e perché gato a questo mezzo, e sem151 FRANCESCO OLIVIERI pre più le recensioni di gente comune avranno maggior peso dei critici letterari, spesso obbligati a recensire libri perché indotti amorevolmente o meno, dalle grandi case editrici. www.olivierifrancesco.it 152 LA POLITICA EUROPEA PER IL TURISMO: NUOVE OPPORTUNITÀ PER IL TERRITORIO di Lorella Di Giambattista Il Trattato di Lisbona, entrato ambiente propizio allo sviluppo in vigore il 1 dicembre 2009, ha delle imprese e a favorire la attribuito all’Unione europea cooperazione tra Stati membri, una competenza specifica in in particolare attraverso lo materia di turismo. In base scambio delle buone pratiche. all’articolo 6 del Trattato sul Al fine di realizzare questi funzionamento dell’Unione obiettivi, le istituzioni europee europea, il turismo rientra tra deliberano secondo la proce- le materie nelle quali l’Unione dura legislativa ordinaria, ovve- ha competenza per svolgere ro con decisione a maggioran- azioni intese a sostenere, coor- za qualificata, stabilendo le mi- dinare o completare l’azione sure specifiche destinate a degli Stati membri. L’articolo completare le azioni svolte ne- 195 del medesimo Trattato affi- gli Stati membri, ad esclusione da all’Unione il compito di di completare l’azione degli Stati delle disposizioni legislative e membri nel settore del turi- regolamentari nazionali. qualsiasi armonizzazione smo, in particolare promuovendo la competitività delle In effetti, il turismo è un set- imprese; più precisamente, tore chiave dell’economia eu- l’azione dell’Unione è intesa a ropea, che comprende un in- incoraggiare la creazione di un sieme molto variegato di attivi153 LORELLA DI GIAMBATTISTA tà e di aree geografiche e coin- della forza lavoro totale (ap- volge soggetti ed operatori sia prossimativamente 9,7 milioni pubblici che privati; l’esercizio di posti di lavoro), percentuali delle competenze in materia è che si innalzano a circa il 10% fortemente decentrato, con del PIL dell’Unione europea e il un ruolo di primo piano delle 12% della forza lavoro, se si autorità locali. considerano i settori correlati. Il L’Unione europea è il più im- turismo è importante anche portante mercato turistico del per l’offerta di opportunità la- mondo, sia come fonte di turi- vorative per i giovani, che in sti che come destinazione: nel questo settore costituiscono il 2008 il numero di viaggi effet- doppio della forza lavoro ri- tuati dai cittadini europei ha spetto agli altri settori dell’eco- superato il miliardo, mentre nomia. Negli ultimi anni, inol- con 380 milioni di arrivi di turi- tre, la crescita occupazionale sti internazionali, pari al 42% nel turismo è stata notevol- degli arrivi a livello mondiale, mente superiore rispetto a l’Europa è la principale regione quella di altri settori, mentre la turistica mondiale. contrazione dei consumi con- regionali e Il turismo rappresenta la ter- nessa alla crisi economica at- za attività economica più rile- tuale ha colpito il turismo in vante d’Europa, in termini di misura inferiore rispetto agli volume d’affari e di numero di altri comparti; la riduzione del addetti; esso genera il 5% del numero di turisti internazionali PIL totale, con quasi 2 milioni di in arrivo in Europa è stata infat- imprese che danno impiego ti controbilanciata dall’aumen- approssimativamente al 5,2% to dei viaggi dei cittadini 154 La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio dell’Unione all’interno dei con- ternet e della crescente impor- fini nazionali ed europei. tanza dell’organizzazione individuale dei viaggi, con una for- motivi, te riduzione del ruolo dell’in- dall’Unione europea giunge termediazione nell’attività turi- oggi un forte impulso ad una stica. Secondo quanto osserva- nuova politica del turismo. to nella Dichiarazione, l’indu- L’obiettivo è quello di accresce- stria europea del turismo si re la visibilità dell’Europa quale trova oggi ad affrontare la sfida destinazione turistica e di pro- di mantenere e rafforzare la muovere competitività propria posizione in un conte- dell’industria di settore unita- sto sempre più competitivo, mente ad un modello di turi- caratterizzato dall’emergere di smo sostenibile e socialmente mercati molto forti sia come responsabile, secondo quanto concorrenti sia come fonte di affermato Per tutti questi la del nuovi visitatori. In un contesto Turismo dei 27 Stati membri di questo tipo, il mantenimen- dell’Unione europea con la to di competitività del turismo Dichiarazione di Madrid del 15 europeo richiede una strategia aprile 2010. Negli ultimi anni, il basata sull’eccellenza, sostenu- turismo ha conosciuto signifi- ta dalla creazione di reti di cative trasformazioni a causa esperti e di destinazioni, in mo- della globalizzazione dell’eco- do da facilitare la creazione, nomia, dello sviluppo nel mer- condivisione e diffusione di co- cato europeo di compagnie noscenza, innovazione, ricerca aeree low-cost, della rivoluzio- e sviluppo tecnologico. dai Ministri ne tecnologica connessa ad in- L’industria turistica europea è 155 LORELLA DI GIAMBATTISTA costituita essenzialmente da realizzare nell’Unione europea piccole e medie imprese, che una crescita intelligente (pro- richiedono misure ed azioni muovendo la conoscenza, l’in- per il miglioramento dei risul- novazione, l’istruzione e la so- tati economici e per il rafforza- cietà digitale), sostenibile (ren- mento della competitività del dendo la produzione più effi- settore; al tempo stesso, però, ciente sotto il profilo delle ri- appare indispensabile poten- sorse e rilanciando contempo- ziare il contributo del turismo raneamente la competitività) allo sviluppo sostenibile, facili- ed inclusiva (incentivando la tando la creazione di posti di partecipazione al mercato del lavoro e di ricchezza, ma anche lavoro, l’acquisizione di com- la partecipazione attiva delle petenze e la lotta alla povertà). imprese e degli attori economici e sociali e la cooperazione Sulla base delle indicazioni tra Stati membri. Più precisa- del Consiglio informale dei mente, la sostenibilità del turi- Ministri smo europeo si articola in “cin- Commissione europea in au- que pilastri”, ovvero sostenibili- tunno presenterà una Comu- tà economica, sociale, territo- nicazione per l’avvio delle nuo- riale, ambientale e culturale; ve azioni di dimensione euro- valorizzando ciascuna di que- pea a sostegno del settore. Le ste dimensioni, il turismo potrà quattro direttrici fondamentali utilmente contribuire alla nuo- di tali azioni sono state illustra- va strategia economica “Europa te da Antonio Tajani, Vicepre- 2020”, varata dalla Commissione sidente della Commissione eu- il 3 marzo 2010 allo scopo di ropea, responsabile della DG 156 del Turismo, la La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio Imprese e industria, nel discor- strumenti finanziari dell’Unio- so di apertura alla Conferenza ne europea. europea degli stakeholders del Per attuare queste priorità Turismo, svoltasi a Madrid il 15 saranno presto avviate a livello e 16 aprile u.s. Secondo il europeo numerose iniziative. Commissario europeo, l’obiet- La Commissione intende in- tivo principale della politica del nanzitutto rafforzare l’impiego turismo sarà il rafforzamento delle tecnologie dell’informa- della competitività sostenibile zione e delle comunicazioni da dell’industria europea del turi- parte di soggetti pubblici e pri- smo e la promozione della sua vati attivi nel settore turistico crescita sostenibile nell’Unione, e, in particolare, da parte delle con le seguenti linee di inter- piccole e medie imprese, in vento: stimolo alla competitivi- modo da facilitare un accesso tà e all’innovazione dell’indu- ampio ed efficace ai servizi tu- stria del turismo dell’Unione ristici. A tale scopo, saranno europea; promozione di un tu- promosse attività di sensibiliz- rismo sostenibile e responsabi- zazione e partenariato, favo- le nell’Unione europea e nei rendo un più agevole accesso Paesi emergenti e in via di svi- al credito e una partecipazione luppo; rafforzamento dell’im- attiva ai diversi programmi eu- magine e della visibilità dell’Eu- ropei di ricerca ed innovazione. ropa come insieme di destina- La Commissione propone altre- zioni sostenibili e di qualità, sì un approccio globale che presso i cittadini europei e dei contemperi la prosperità eco- Paesi terzi; integrazione del tu- nomica del settore con la coe- rismo nelle politiche e negli sione sociale, la tutela dell’am157 LORELLA DI GIAMBATTISTA biente e la promozione della massimo le potenzialità attrat- cultura delle destinazioni turi- tive dell’Europa rispetto ai turi- stiche europee; in tale ottica, sti provenienti da paesi terzi. essa intende sostenere e promuovere l’adozione da parte In Italia il settore turistico delle imprese turistiche euro- rappresenta circa l’11% del PIL pee delle pratiche più sosteni- nazionale. Già da alcuni anni, bili e socialmente responsabili e malgrado il nostro Paese si incoraggiare comportamenti contraddistingua per la ric- responsabili da parte dei turisti chezza delle risorse naturali e europei nei confronti dell’am- per un immenso patrimonio biente, della cultura e delle storico, artistico e culturale, si popolazioni locali visitate, sia in registra, tuttavia, una situazio- Europa che nei Paesi terzi. ne di grave difficoltà. Nell’aprile Infine, la Commissione propo- 2008 ne di sviluppare, in cooperazio- Internazionale ha segnalato ne con gli Stati membri e con i una riduzione delle quote di rispettivi enti nazionali del turi- mercato italiane nel settore tu- smo, nonché con l’industria rismo rispetto ai principali Stati europea, un “marchio Europa”, dell’area mediterranea, sia per che consenta di rafforzare l’im- numero di turisti che per spesa magine e la percezione dell’Eu- media dei visitatori1, mentre ropa come un insieme di desti- nel nazioni turistiche sostenibili e Competitiveness Report 2009 di qualità, così valorizzando al predisposto il Fondo Travel & dal Monetario Tourism World 1 IMF Country Report No. 08/145 “France, Greece, Italy, Portugal, and Spain – Competitiveness in the Southern Euro Area”, 25 aprile 2008, p. 75. 158 La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio Economic Forum2 l’Italia risulta Italia anche l’inadeguatezza del classificata al 28° posto su 133 sistema informativo e dei servi- Paesi, superata di molte posi- zi al turista, la mancanza di in- zioni da Francia, Spagna e frastrutture turistiche e la valu- Grecia. Le cause individuate dal tazione negativa del rapporto FMI per la perdita di competiti- qualità-prezzo. Altri fattori che vità nazionale in questo ambito incidono negativamente sul sono di tipo essenzialmente settore turistico sono gli osta- strutturale: scarsa capacità di coli normativi e burocratici: attrazione degli investimenti sotto il profilo della capacità esteri e restrizioni alla proprietà della legislazione nazionale di straniera, inadeguatezza delle attrarre imprese, lo studio infrastrutture ferroviarie e por- “Doing Business” della Banca tuali e mancanza di politiche Mondiale colloca l’Italia ultima governative specifiche, basso tra i paesi OCSE e 78° a livello livello di professionalità dei di- mondiale tra i 183 Paesi esami- pendenti del settore. Accanto nati4. a tali carenze, uno studio dell’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche3 I risultati italiani sono palese- indica tra i principali mente inadeguati rispetto alle fattori che possono incidere potenzialità del Paese. Per di sfavorevolmente sul turismo in più, grazie alle sue elevate ca- 2 “The Travel & Tourism Competitiveness Report 2009 - Managing in a Time of Turbulence”, 2009 World Economic Forum, p. XV. 3 ISNART – Istituto Nazionale Ricerche Turistiche, Dossier n. 1 “I nodi del turismo italiano”, ottobre 2009. 4 World Bank “Doing business 2010 – Reforming through difficult times”, settembre 2009. 159 LORELLA DI GIAMBATTISTA pacità di produrre crescita e europee d’eccellenza), che occupazione, il turismo è in promuove le destinazioni eu- grado di diventare elemento ropee emergenti e offre soste- trainante del rilancio dell’eco- gno a quelle che perseguono nomia per il superamento della lo sviluppo turistico in modo crisi in corso. Per tali ragioni, da garantirne la sostenibilità risulta quanto mai indispensa- sociale, culturale ed ambienta- bile un’azione coerente ed effi- le. Il progetto si basa su con- cace degli operatori del setto- corsi nazionali che si svolgono re, volta a trarre massimo be- ogni anno e sfociano nella sele- neficio dalle nuove opportuni- zione di una “destinazione turi- tà offerte dall’Unione europea. stica di eccellenza” per ciascun Dal canto loro, gli enti territo- paese partecipante; ogni anno riali sono chiamati a individuare viene selezionato un tema di- ed attuare soluzioni e azioni verso da premiare, che per il concrete, disegnando i princi- 2010 è il turismo acquatico. pali indirizzi della politica del EDEN contribuisce a diffondere turismo in armonia e sinergia le pratiche di sostenibilità uti- con il contesto europeo di rife- lizzate nelle destinazioni sele- rimento. zionate in tutta l’Unione, trasformando questi luoghi in lo- Tra le nuove opportunità of- calità d’attrazione per tutto ferte dall’Unione europea, la l’anno e decongestionando le prima iniziativa che merita di destinazioni turistiche troppo essere segnalata è il progetto sfruttate. “European destinations of ex- Altro importante programma cellence” (EDEN, destinazioni europeo è CALYPSO, volto a 160 La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio favorire lo sviluppo del turismo (VisitEurope). Si tratta di uno sociale, con misure di favore strumento di grande utilità che per anziani, giovani, persone a si rivolge principalmente al tu- mobilità ridotta e famiglie in rismo internazionale, metten- difficoltà. Si tratta di un’iniziati- do a disposizione di coloro che va particolarmente significati- intendono a trascorrere le va- va, che mira a dare impulso alla canze in Europa molte infor- domanda turistica al di fuori mazioni riguardanti l’Europa in dei picchi stagionali, favorendo generale e gli Stati membri in gli scambi turistici tra Stati particolare. Per utilizzare al membri nella bassa stagione e meglio il portale, a tali informa- rafforzando così anche l’occu- zioni di base potrebbero essere pazione. Rendendo il patrimo- aggiunte altre, quali percorsi nio turistico pienamente ac- turistici, itinerari culturali o altri cessibile a coloro che hanno prodotti tematici di dimensio- difficoltà a viaggiare si garanti- ne europea o plurinazionale, in sce il diritto dei cittadini ad es- modo da indirizzare l’offerta sere turisti, facilitando al tem- turistica ad un insieme di desti- po stesso l’emersione di un natari che sia il più ampio e va- bacino di utenza costituito da riegato possibile. decine di milioni di persone, Nell’elaborazione di tali infor- con effetti positivi di allunga- mazioni ulteriori appare indi- mento della stagione turistica. spensabile il contributo delle Essenziale per il rafforzamen- Regioni e degli enti locali, chia- to dell’immagine e della visibili- mati a valorizzare le peculiarità tà dell’Europa è l’iniziativa del di interesse turistico del pro- portale europeo del turismo prio territorio. 161 LORELLA DI GIAMBATTISTA Un altro profilo di particolare rurale offre un sostegno per importanza è quello relativo migliorare il paesaggio rurale e agli strumenti di finanziamento la qualità della produzione agri- per gli operatori del settore. A cola e per rivalorizzare il patri- livello europeo esistono già nu- monio culturale, allo scopo di merose opportunità, ad esem- sviluppare il turismo rurale e pio gli Stati membri e le regioni diversificare l’economia rurale, possono finanziare progetti tu- in particolare nei nuovi Stati ristici attraverso i fondi struttu- membri e nei paesi candidati. Il rali (Fondo europeo di sviluppo Fondo europeo per la pesca regionale e Fondo sociale eu- propone l’ecoturismo come ropeo), grazie ai quali è possibi- nuovo settore in grado di as- le dare sostegno tra l’altro allo sorbire i pescatori colpiti dalla sviluppo delle imprese e dei ristrutturazione del settore servizi turistici, oltre che alla della pesca; potranno benefi- mobilità professionale, ai pro- ciare di questo aiuto le piccole grammi educativi e alla forma- aziende ittiche e le infrastrut- zione. Il Fondo di coesione può ture turistiche. Di grande inte- invece essere utilizzato per il resse è anche il settimo pro- sostegno alle infrastrutture gramma quadro per le attività dell’ambiente e dei trasporti. di ricerca, sviluppo tecnologico Le prassi turistiche sostenibili e dimostrazione, che può esse- ed innovative sono poi indicate re utilizzato per il turismo at- come criteri prioritari nei diver- traverso studi relativi a temi si obiettivi dei vari strumenti quali le tecnologie dell’infor- finanziari europei. Il Fondo eu- mazione e della comunicazio- ropeo agricolo per lo sviluppo ne, le applicazioni satellitari, il 162 La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio patrimonio culturale e l’utilizzo finanziario per il turismo. del territorio; al riguardo va Gli enti territoriali possono evidenziato che la priorità rela- inoltre utilmente sviluppare tiva ai cambiamenti climatici una cooperazione con i paesi include anche l’impatto sul tu- terzi nel settore del turismo. rismo. Il turismo è considerato Iniziative di questo tipo po- come settore pilota potenziale trebbero essere elaborate pa- anche programma rallelamente a quelle già avvia- “Leonardo da Vinci”, con il qua- te dalla Commissione europea, le è stata introdotta una misura e sarebbero quindi rivolte non specifica per gli apprendisti e i solo ai paesi “BRIC” (Brasile, giovani che seguono formazio- Russia, India e Cina), ma anche ni professionali e con un pro- agli getto in corso, relativo all’anali- EUROMED e ai paesi e regioni in si e allo sviluppo delle qualifi- via di sviluppo. Tali attività raf- che per il Stati della regione interesse. forzano lo scambio di best Piccole e medie imprese attive practices tra istituzioni e pro- nel settore turistico possono muovono all’estero l’immagine usufruire “Programma- del territorio, con evidenti ef- quadro per la competitività e fetti positivi sull’afflusso turisti- l’occupazione”, volto a fornire co. nell’area del di sostegno alla competitività del- Un importante strumento di le imprese dell’Unione. Per il cooperazione e di partecipa- futuro, appare verosimile l’in- zione del territorio alla politica serimento nel nuovo quadro europea finanziario pluriennale 2014- NECSTouR, network che unisce 2020 di un apposito strumento le regioni europee per un turi- del turismo è il 163 LORELLA DI GIAMBATTISTA smo sostenibile e competitivo che il rafforzamento della com- e crea connessioni tra destina- petitività delle attività turistiche zioni turistiche con caratteristi- non può prescindere da un che analoghe. Si tratta di una forte impegno per assicurare e rete che consente un migliore perfezionare le competenze coordinamento tra gli attori professionali degli operatori istituzionali, garantendo l’at- turistici. Appare dunque indi- tuazione degli obiettivi di inte- spensabile sostenere e miglio- resse generale e l’uso ottimale rare la formazione dei lavorato- dei finanziamenti europei se- ri, con particolare riferimento condo le priorità stabilite dalla alle conoscenze linguistiche e Commissione. alle nuove tecnologie, raffor- Nuove opportunità di cresci- zando così la capacità di rispo- ta per il territorio possono de- sta alle domande del mercato e rivare anche dallo sviluppo di agevolando la mobilità interna attività speciali di turismo o al settore. Per gli enti territo- forme turistiche alternative. Si riali l’organizzazione di corsi di tratta, ad esempio, del turismo formazione e la promozione di culturale, eno-gastronomico, specializzazioni sia geografiche religioso e conventuale, del tu- che tematiche, di sistemi di rismo sportivo e congressuale, accreditamento e di elevati dell’ecoturismo e del turismo standard qualitativi nei servizi della salute, in particolare ter- turistici è dunque un compito male, in grado di attrarre cate- fondamentale. gorie di turisti che richiedono servizi altamente specifici. Merita di essere sottolineato 164 Il turismo può svolgere un ruolo decisivo a favore dello La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio sviluppo e dell’integrazione compatibili con le esigenze economica e sociale nelle re- della comunità locale e dell’am- gioni rurali, periferiche o in ri- biente. Essa richiede una piani- tardo di crescita. Al tempo ficazione efficace dell’impiego stesso, se sviluppato nelle sue dello spazio e del terreno e una forme sostenibili, il turismo presa in considerazione delle rappresenta per le economie esigenze di locali una fonte duratura di biente nelle decisioni di investi- reddito e un mezzo per pro- mento in infrastrutture e servi- muovere un’occupazione sta- zi; in questo modo il turismo bile, consentendo di salvaguar- può rappresentare la forza mo- dare e valorizzare il patrimonio trice per la tutela e lo sviluppo paesaggistico, culturale, stori- delle destinazioni. tutela dell’am- co e ambientale. Lo sviluppo delle destinazioni turistiche è Per operare una gestione di infatti strettamente collegato questo tipo sono però indi- al loro contesto ambientale, spensabili il sostegno del con- alle caratteristiche culturali, testo e la partecipazione di all’interazione sociale, alla sicu- tutti gli operatori, inquadrati rezza e al benessere delle po- nell’ambito una struttura effi- polazioni locali. La gestione so- ciente che coinvolga soggetti stenibile può rafforzare i risul- pubblici e privati. Appare dun- tati economici e la concorren- que necessario un forte impe- zialità di una destinazione nel gno a livello locale e regionale lungo periodo, garantendo che che sia in grado di mettere in lo sviluppo del turismo avven- relazione ambiti territoriali con ga a livelli e secondo modalità caratteristiche simili e di mo165 LORELLA DI GIAMBATTISTA dulare i propri interventi a se- biente. Il turismo può inoltre conda delle peculiarità delle contribuire allo sviluppo soste- aree di riferimento (montane, nibile anche nelle aree urbane, rurali, urbane e costiere). Più migliorando la concorrenzialità precisamente, le zone monta- delle aziende, venendo incon- ne devono poter contare su tro alle esigenze sociali e tute- prospettive politiche di svilup- lando l’ambiente culturale e po che integrino sia le prescri- naturale; tali destinazioni esi- zioni di tutela di tale particolare gono dunque l’adozione di una ambiente naturale, volte a pre- strategia globale, basata sui servare il ricco patrimonio na- principi dello sviluppo sosteni- turale di molti spazi montani bile. Le zone costiere presenta- vulnerabili, sia il sostegno al no tipicamente un’alta densità benessere degli abitanti. Nelle turistica e richiedono interventi zone rurali l’investimento nel volti a prevenire il depaupera- turismo risponde ad esigenze mento e la congestione delle di diversificazione delle econo- aree, rendendo il turismo più mie, strategia necessaria a ga- sostenibile e più competitivo. rantire crescita, occupazione e sviluppo sostenibile; queste È evidente che il sostegno e zone hanno potenzialità con- lo sviluppo del turismo richie- crete, ad esempio offrono con- dono un forte impegno comu- dizioni favorevoli di vita e lavo- ne, volto a coinvolgere e coor- ro e dispongono di ampie ri- dinare le forze di soggetti pri- sorse naturali e attrattive pae- vati e istituzionali, chiamati ad saggistiche, ma richiedono mi- operare in sinergia tra loro. Si sure di salvaguardia dell’am- tratta di un processo laborioso 166 La politica europea per il turismo: nuove opportunità per il territorio ed articolato, ma assolutamente irrinunciabile. Va infatti rammentato che le attività e i prodotti turistici non sono delocalizzabili: lo sviluppo turistico rimane patrimonio del territorio su cui viene generato, così determinandovi condizioni stabili di sviluppo economico, sociale e culturale. 167