Il gioco illegale rischia di essere un business più redditizio della droga
Transcript
Il gioco illegale rischia di essere un business più redditizio della droga
3 Attualità e politica del gioco 15 gennaio 2016 Totoguida Scommesse n. 4 Il gioco illegale rischia di essere un business più redditizio della droga OPERAZIONE “IMITATION GAME” vevano allestito dei siti di gioco online e grazie al sostegno di alcuni clan camorristi e ’ndranghetari avevano disseminato di totem centinaia di locali pubblici, dapprima a Ostia e lungo il litorale laziale, poi quasi in tutta Italia. Le poker room - in cui si svolgevano fino a 12mila tavoli al giorno - e le scommesse illegali erano arrivate a muovere un giro d’affari di 11,5 milioni al giorno, e l’organizzazione incassava oltre un milione ogni 24 ore. È lo scenario che ha portato alla luce l’operazione Imitation Game - coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e condotta dal Servizio Centrale Operativo (Sco) della Polizia di Stato, dalla Squadra Mobile della Questura di Roma e dal Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza (Scico) - culminata mercoledì scorso con l'arresto di 11 persone e il sequestro di beni per diverse decine di milioni di euro. Ai vertici dell’organizzazione c’era Luigi Tancredi, un imprenditore già noto alle cronache giudiziarie che, inizialmente attivo nel settore del gioco lecito, si era poi lanciato in quello irregolare. Sul campo si era guadagnato il soprannome di “re delle slot”. Con l’aiuto dei “Casalesi” e dalla consorteria dei Mazzaferro di Marina di Gioiosa - il “gotha delle cosche” lo hanno definito gli inquirenti - aveva imposto l’istallazione dei propri totem nei locali controllati dai clan. «Tancredi non era un affiliato delle associazioni mafiose, ma A di Gioel Rigido Dda di Roma, Polizia e Guardia di Finanza smantellano un'organizzazione che gestiva un giro di giochi e scommesse illegali da 12 milioni di euro al giorno si era avvalso della loro collaborazione per ampliare il giro d’affari quanto più velocemente possibile e per contrastare illecitamente la concorrenza». Lo ha descritto così Michele Prestipino, procuratore aggiunto della Repubblica di Roma, nel corso della conferenza stampa organizzata subito dopo l’operazione. «L’appoggio dei clan aveva un costo che, oltretutto, nel corso del tempo era aumentato: l’organizzazione versava dapprima 45mila euro, poi 60mila euro al mese, che finivano nelle casse dei Casalesi». E sono stati proprio gli scontri per il controllo del territorio a far partire l’inchiesta. Gli inquirenti hanno infatti avviato le indagini all’indomani dell’agguato a Fabio Massimo Aragona avvenuto a Ostia nell’aprile 2011. Di lì sono riusciti a ricostruire pezzo per pezzo il business allestito dall’organizzazione che aveva adottato una vera e propria struttura piramidale. Al di sotto di Tancredi vi erano i cosiddetti “National”, ovvero i referenti di livello più elevato, che coordinavano i “Regional”. Questi provvedevano al ritiro delle somme di denaro dai “Distretti” che, a loro volta, provvedevano alla raccolta dai “Club Manager”, gli unici a avere rapporti diretti con il “player”. I giocatori venivano avvicinati nelle sale, qui ottenevano username e password per accedere alle piattaforme di gioco. «Questi siti consentivano vincite più alte di quelli autorizzati, quindi risultavano più attraenti per i giocatori» ha aggiunto Alessandro Cavalli, vice comandante operativo dello Scico, il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza, spiegando che dalle indagini non è emerso che l’associazione frodasse in alcun modo i giocatori: «Non ce n’era bisogno, il business era redditizio di per sé. Abbiamo accertato invece che l’organizzazione concedeva agli utenti dei prestiti per farli continuare a giocare. Per riscuotere i pagamenti poi faceva ricorso a intimidazioni e violenze». Anche se per giocare bastava un normale computer di casa, i totem hanno un ruolo chiave: «Per l’organizzazione erano molto più redditizi» ha spiegato ancora Prestipino. «Assicurano un flusso costante di giocate, mentre il singolo giocatore che si connette da casa passa magari una mezz’ora la sera a giocare». I server erano all’estero, addirittura a Tampa, in Florida, e a Curaçao, nelle Antille Olandesi, ma era stata costituita una società in Romania per gestire le operazioni di gioco. «I conti di gioco potevano essere ricaricati direttamente nei locali, ma anche attraverso bonifici o con carte prepagate. In questo modo i soldi finivano direttamente su dei conti correnti all’estero, il che rendeva più difficili i controlli sul riciclaggio» ha spiegato Carlo Cardillo, Capitano della Guardia di Finanza. I capitali finiti all’estero poi rientravano in Italia attraverso l’acquisto di immobili. «Era un business più redditizio della droga, come ammettevano alcuni degli indagati nelle intercettazioni ha concluso Prestipino - E anche meno rischioso, aggiungo io». n MAURIZIO UGHI (OBIETTIVO 2016) “FOTOGRAFA” PER TS IL FUTURO DEI PUNTI VENDITA SUL TERRITORIO Catena più corta con le nuove concessioni di scommesse «N on dico che sia un bene o un male, ma mi limito ad analizzare quello che dice la Stabilità: le concessioni delle scommesse non valgono più nulla. Ormai costerà circa 4mila euro all’anno». A parlare così è Maurizio Ughi (nella foto), presidente di Obiettivo 2016, la società nata dalle ceneri di Assosnai e che è costituita dai titolari di ricevitorie di scommesse indipendenti, ovvero che non espongono l’insegna di un concessionario nazionale. Ughi è intervenuto con una comunicazione alla stampa nella quale disegna un nuovo scenario sulla base delle nuove condizioni economiche che derivano dai recenti interventi legislativi. Interpellato da TS, ha chiarito il senso del suo intervento. «È evidente che il costo della concessione è sceso perché è aumentata l’offerta di gioco e sono scesi i fatturati delle singole agenzie. Ma questo vuol dire che titolari d’agenzia e concessionari nazionali si muoveranno diversamente: chi ha una ricevitoria troverà più conveniente prendere una concessione in proprio, e i concessionari potranno solo aprire negozi di scommesse propri, gestiti da dipendenti». Il ragionamento di Ughi è semplice: quando le concessioni costavano centinaia di migliaia di euro, il piccolo imprenditore, ovvero chi aveva un’agenzia o poco più, non aveva la forza per diventare concessionario ed era costretto ad affiliarsi a un concessionario, il quale però prendeva circa la metà del ricavato. Ma con queste cifre così abbordabili per la concessione e, al contempo, con un fatturato in calo, perché mai dovrebbe dare tanti soldi a un concessionario? Ciascuno, prevede Ughi, sceglierà di diventare concessionario in proprio e non dovrà dividere con altri il ricavato (che nel frattempo si sarà ulteriormente ridotto). Ai concessionari, sempre secondo Ughi, per rimanere sul territorio potranno solo aprire dei negozi di proprietà che dovranno essere gestiti da dipendenti del concessionario. Lo scenario dipinto da Ughi sembra, tutto sommato, positivo: i titolari d’agenzia diventerebbero autonomi e non dovrebbero dividere più gli introiti con i concessionari, e i concessionari assumerebbero del personale per gestire nuove agenzie di proprietà, allargando così il mercato del lavoro. Per Obiettivo 2016, poi, sarebbe solo un fatto positivo: essendo una rete di concessionari indipendenti, ovvero titolari di negozi di scommesse, potrebbe crescere molto più di quanto si potesse immaginare con le vecchie condizioni. C’è solo un particolare che rende questo scenario molto meno roseo: il calo della raccolta per singolo operatore. «Si può dire che è finito il periodo della ricchezza sintetizza Ughi - e questo porterà ad accorciare la catena, ovvero il numero di soggetti che sono coinvolti nell’attività delle scommesse. Perché la ricchezza si può dividere, mentre la povertà non consente suddivisione». GPM UK: un nuovo portale contro la corruzione a Gambling commission britannica (Ukgc) ha lanciato un nuovo sito dedicato ai problemi di corruzione nello sport. Si chiama Sbif, Sports betting integrity forum (forum sull’integrità nelle scommesse sportive) e vuol diventare un hub, un punto di riferimento per la strategia rivolta alla prevenzione dei rischi collegate al match fixing, come parte di un intervento più ampio che serva a tutelare la correttezza nello sport e nelle scommesse nel Regno Unito. Il nuovo sito mostra varie risorse e le cosiddette best practice, ovvero le procedure già collaudate con successo, come gli esempi di programmi educativi e le strategie di prevenzione. Il sito Sbif pubblicherà anche le notizie sui progressi delle varie iniziative, oltre a notizie sulle attività legislative, l’industria delle scommesse e della stessa Gambling commission. «Abbiamo già compiuto dei passi importanti per affrontare i rischi che minacciano l’integrità nello sport e nelle scommesse sportive» ha detto il direttore della commissione, Nick Tofiluk. Mentre la sottosegretaria al ministero della Cultura e dello sport ha detto che «il piano per l’integrità nelle scommesse sportive deve garantire che il nostro Paese rimanga un posto sicuro dove scommettere sullo sport e contrastare ogni forma di corruzione. La Gambling commission, gli enti sportivi, le forze di polizia e gli operatori di scommesse sono sulla stessa posizione e collaborano nella lotta al match fixing». GPM L 15 gennaio 2016 Totoguida Scommesse n. 4 4 Attualità e politica del gioco IN PRIMO PIANO Estero: ICE 2016 in aiuto della Rgt britannica a Rgt (Responsible gambling trust), forse la più importante organizzazione no-profit del Regno unito nel settore del gioco responsabile, sarà presente ad ICE, la manifestazione fieristica in programma a Londra dal 2 al 4 febbraio, e che in quella sede annuncerà il suo Rapporto annuale e rilancerà il suo marchio GambleAware. Sarà anche l’occasione per far conoscere le proprie attività di ricerca, prevenzione e cura che svolge grazie alle donazioni che arrivano dall’industria del gioco. L’amministratore delegato di Rgt, Marc Etches, ha dichiarato: «Ice rappresenta un’opportunità L di valore incalcolabile per consolidare la credibilità della nostra organizzazione. Potremo anche illustrare il nostro ambizioso programma che sta per partire e ci impegnerà nei prossimi tre anni. E potremo spiegare ai tantissimi operatori di quest’industria quanto sia necessario contribuire al lavoro di un’organizzazione del genere. Sarebbe sufficiente che l’industria destinassero appena lo 0,1% della raccolta. Considerando le ultime statistiche della Gambling commission (l’authority britannica del gioco, ndr), si tratta di una cifra intorno ai 9 milioni di sterline all’anno». Intralot porta anche in Italia il fantacalcio a soldi di Mondogoal ATTUALITÀ ondogoal lancia il fantasy soccer for cash anche in Italia grazie alla collaborazione tecnologica con Intralot Italia. In pratica si tratta di una versione del fantacalcio che mette in palio delle vincite in denaro; i contest saranno settimanali o giornalieri. In altre parole si prendono in considerazione le performance di una singola giornata, una soluzione che rende il gioco molto più avvincente. Si tratta di una formula che Mondogoal ha già lanciato da circa un anno negli Stati Uniti e - grazie alla partnership stretta con Yahoo! - anche in Gran Bretagna. Nel curriculum della compagnia ci sono inoltre le partnership con squadre come Bar- M di Gioel Rigido cellona, Chelsea, AS Roma, Tottenham, West Ham, Liverpool, Valencia. Per giocare basta registrarsi, effettuare un deposito sul proprio conto gioco, scegliere il contest cui voler partecipare e formare la propria squadra. Sarà possibile modificare la formazione fino a pochi minuti prima dell’inizio del primo match in programma. I giocatori inoltre avranno la possibilità di seguire in tempo reale - anche da mobile l’andamento del proprio punteggio e quello dei propri avversari. I punti verranno attribuiti sulla base delle azioni di gioco come gol, assist, palle perse e recuperate, tackle: a certificare i risultati ci penserà Opta Sports. Il fantasy soccer di Mondogoal è già online in modalità for fun, cioè senza denaro. Per le giocate for cash «Stiamo completando le ultime attività di testing» spiega Shergul Arshad, ceo e founder di Mondogoal.com, aggiungendo che in palinsesto non ci saranno solo le partite di Serie A, ma anche Premier League, La Liga, Ligue 1, Champions League, Europa League, qualificazione campionati Europei, Brasileirao, Liga Messicana. «Nei miei anni di esperienza come Head of Digital della AS Roma ho avuto modo di conoscere molte persone interessanti che ruotano attorno al mondo del calcio in Italia e credo che Intralot sia il giusto partner per le nostre ambizioni». GR Jo Mayer, direttore marketing di ICE, ha aggiunto: «La nostra manifestazione londinese mostra sicuramente il meglio dell’industria del gioco. Un’industria che è tra le prime ad abbracciare l’innovazione tecnologica, che gioca un ruolo fondamentale nelle economie di molti Paesi, ma ha anche dimostrato un serio impegno riguardo la responsabilità sociale. Sono orgoglioso che un’organizzazione come Rgt voglia utilizzare la vetrina di ICE per far conoscere a tutti il suo impareggiabile lavoro di prevenzione e per promuovere la donazione dello 0,1% della raccolta». GPM BINGO Barbieri confermato presidente Ascob alvatore Barbieri è stato confermato presidente della Ascob, associazione dei concessionari bingo, che guida dal 2008. È stato eletto nel corso di un’assemblea convocata a Roma per il rinnovo anche del Direttivo e dei Probiviri. Il nuovo direttivo risulta composto dallo stesso Barbieri e daAndrea Battistini, Giovanni Enrico Boel, Bruno Mandica, Alejandro Pascual, Antonio Porsia, Antonio Possemmato, Marco Rondoni, Massimo Ruta e Vasco Valeri. La sua rielezione arriva in un S momento delicato per il settore e, quindi, per la vita associativa. Quest’anno scadranno infatti le concessioni anche per le sale Bingo e già mercoledì scorso Barbieri era alla Camera dove, nel corso di un convegno, ha criticato la legge di Stabilità per le gravi conseguenze che potrebbe avere sulle imprese: «Con questo bando di gara, circa 64 sale rischiano di non partecipare e stanno già facendo richiesta ai Comuni per sale dedicate. Il bando deve essere fatto considerando le norme locali». GPM