L`ANELLO RUBATO di SELMA LAGEROLF
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L`ANELLO RUBATO di SELMA LAGEROLF
XII TORNEO DI LETTURA DELLA BIBLIOTECA SCOLASTICA “GIOVANNA BERNARDINI” ISTITUTO COMPRENSIVO LUIGI SETTEMBRINI – ROMA 3B – ARDIZZONE ANDREA MARIA - N° 901 – A. S. 2014 - 2015 Docente di lettere: Prof.ssa Paola Cistriani RECENSIONE “L’anello rubato” di Selma Lagerlof TRAMA Il romanzo è ambientato nella Svezia del diciottesimo secolo. Il generale Lowenskold, fedele servitore del Re Carlo XII, poco prima di morire vuole farsi seppellire indossando un meraviglioso e prezioso anello d’oro. L’anello è desiderato da molti compaesani del generale. Quando la tomba di famiglia Lowenskold è riaperta per seppellire una bimba morta di scarlattina, un umile contadino di nome Bard e la moglie colgono l’occasione per trafugare l’anello. Accade così che chiunque entri in possesso dell’anello subisca disgrazie e tragedie; il monile rubato passa di mano in mano e arreca distruzione, come se esista una maledizione del defunto generale che colpisce tutti i possessori dell’anello rubato, perseguitandoli con la sua vendetta e aggirandosi tra loro come un fantasma. La casa di Bard, infatti, è arsa dal fuoco; la moglie, disperata, si getta nel lago, mentre Bard muore di cancrena. Il figlio del generale, il capitano Lowenskold, parte alla ricerca dell’anello; fa arrestare tre contadini e li porta davanti a un tribunale: qui si deciderà la condanna della persona che, dopo una partita a dadi, otterrà il punteggio più basso. E così è giustiziato Paul Eliasson, fidanzato di Marit, la quale vede così distrutto il suo progetto di vita. Come si concluderà il romanzo? Riuscirà a essere interrotta la maledizione dell’anello? COMMENTO “L’anello rubato” rievoca l’allegoria del “Signore degli Anelli”, il romanzo in cui l’anello simboleggia la smania di potere e la cupidigia degli uomini. Le disgrazie che colpiscono chi lo possiede illecitamente (si tratta di un anello trafugato) simboleggiano la condanna morale dell’autrice verso, appunto, la cupidigia e l’avidità del genere umano. Mi ha colpito il modo in cui la scrittrice descrive gli ambienti e i personaggi, in modo cupo, opprimente, non risparmiando al lettore una buona dose di suspense: in tutta la vicenda, infatti, si agita il fantasma del generale; è suggestiva ed anche inquietante la descrizione iniziale del cimitero e della tomba. Tutto il romanzo è avvolto da un’atmosfera macabra. Si tratta di un’opera molto coinvolgente, che mi ha fatto riflettere sul valore dell’onestà e su come l’avidità e i desideri di ricchezza, inseguiti attraverso cattive azioni, facciano perdere all’uomo la serenità e la pace. Mi sono molto piaciuti lo stile del racconto e l’ambientazione della storia, dal ritmo molto incalzante e piena di colpi di scena. SUPERVISIONE: Prof.ssa Paola Celletti