dossier - Tuttoscuola
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DOSSIER TECNOLOGIE a cura di Alfonso Rubinacci L’ introduzione della tecnologia nel sistema d’istruzione sta allargando progressivamente, ma in maniera irreversibile, i propri confini, anche grazie all’azione pubblico-privato a supporto dell’innovazione e della migliore integrazione tra scuola e territorio. La digitalizzazione della scuola coinvolgendo l’organizzazione, i saperi e le gerarchie professionali sedimentate non può che avere tempi di realizzazione nel medio periodo. Il mondo della scuola è impegnato in una complessa operazione di ristrutturazione con l’obiettivo di consolidare all’interno della propria cultura istituzionale le innovazioni proprie dei linguaggi digitali. Le caratteristiche della popolazione giovanile si stanno trasformando e ai docenti si chiedono competenze diverse da quelle che conosciamo. “La tecnologia - spiegano Romina Bertuzzi e Angelo Bardini - si inserisce in mezzo ai libri cartacei in un metaforico abbraccio tra novità e tradizione: questa è l’immagine che sintetizza, magistralmente in questo spazio, l’idea che anima l’istituto”. Aggiunge Gianni Orecchioni, D.S. I.I.S. “Da Vinci–De Giorgio” Lanciano: “Ciò vuol dire che la scuola si avvicina al mondo “interno” delle ragazze e dei ragazzi che oggi la frequentano. Un mondo popolato dalla tecnologia digitale che essi vivono in un rapporto di intensità e intimità, come qualcosa da cui solo difficilmente e per breve tempo ci si possa separare. Per dei nativi digitali è naturale muoversi in una biblioteca online, assai di più di noi adulti che, quali immigrati in un altro mondo, ci muoviamo con molta più difficoltà e paura”. Per il governo garantire un sostegno continuativo alla “trasformazione” digitale deve rappresentare una strategica priorità perché lo sviluppo economico-sociale del paese passa necessariamente dalla capacità del sistema educativo di raccogliere le sfide e le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica. La partita da giocare nel 2014 sarà assicurare a tutto il sistema scolastico una quantità sufficiente di risorse per non esporre - sottolinea la prof.ssa Alessandra Rucci , dirigente scolastica dell’istituto superiore “Savoia Benincasa” di Ancona – “ la scuola italiana a sviluppare un pericoloso divario tra scuole di serie A, ipertecnologiche e scuole di serie B, che stanno perdendo un tempo prezioso che nessuno ridarà più loro”. L’utilizzo della tecnologia nel processo insegnamento/apprendimento rimane un’attività da cui sono, infatti, lontane larghe fette della popolazione scolastica. Le scuole finanziate con il Piano Nazionale Scuola Digitale nel quadro dei due Progetti cl@ssi 2.0 che assommano a oltre 1200, e scuol@ 2.0 che si riferiscono a 36 istituzioni scolastiche, sono in numero estremamente limitato, un’opportunità per pochi. La dssa Sabrina Bono, Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, aggiunge che “il MIUR è passato e sta passando ad una altra significativa fase di interventi mirati ad altri obiettivi TECNOLOGIE Dossier Agenda digitale scolastica: iniziative sinergiche pubblico-privato? quali la formazione degli insegnanti e il potenziamento delle infrastrutture. Basti pensare alle recenti disposizioni e ai relativi finanziamenti previsti dal decreto legge n. 104/2013 (diffusione della connettività alla rete nelle scuole e formazione degli insegnanti )”. La rincorsa dell’Italia agli obiettivi dell’Agenda Digitale non è un mero esercizio o il dover contenere il ritardo rispetto ai parametri europei, ma una necessità imprescindibile per cogliere straordinarie opportunità di miglioramenti della qualità della formazione. Il gap che i dati Ocse illustrano non deve essere vissuto come handicap ma come stimolo per un forte slancio. Nella dimensione economicofinanziaria emerge con chiarezza la necessità di attrarre risorse finanziarie come fattore propulsivo determinante per la generalizzazione dell’innovazione tecnologica. Vi è da chiedersi in che modo il mondo dell’impresa, della finanza, la famiglia, la comunità territoriale potrebbero garantire un investimento forte di risorse finanziarie e di nuovi capitali per accelerarne la generalizzazione. La difficile situazione finanziaria del Paese non può essere usata come alibi per ripiegare verso obiettivi più contenuti, ma può al contrario rappresentare un’occasione affinché siano messi in campo nuovi modelli di finanziamento, attingendo a risorse di soggetti privati, per ridare alla scuola lo slancio necessario. Che Intervista a Sabrina Bono, Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione “UNA FONTE DI SVILUPPO E DI CRESCITA” Dssa Bono negli ultimi anni il Miur ha ampliato il suo raggio d’intervento a sostegno dello sviluppo dell’agenda digitale nel sistema scolastico. Quali le tappe più significative? Provi a tracciare un primo bilancio dei risultati già ottenuti. “Sulla base delle priorità stabilite dall’Agenda Digitale Italiana, il Miur ha identificato le soluzioni digitali come importante fonte di sviluppo e crescita. L’innovazione tecnologica sta determinando, infatti, un cambiamento in tutti i settori, pertanto anche il mondo della scuola non può sottrarsi a questa evoluzione, che vede l’integrazione didattica delle nuove tecnologie nelle classi e lo sviluppo di metodologie di futura generazione quale contributo importante del sistema scolastico italiano. Tra le tappe maggiormente significative degli ultimi anni deve essere ricordato il PNSD, avviato nel 2007 con lo scopo di innovare la scuola attraverso la diffusione delle nuove tecnologie. Sotto questo nome vanno un insieme di azioni e di attività che il Ministero ha portato avanti negli ultimi anni per ammodernare il sistema di istruzione, a partire dalla realizzazione di nuovi ambienti di apprendimento che siano a misura di studente e che facilitino l’apprendimento, rendendo la scuola un ambiente accogliente e stimolante (scuole 2.0 e classi 2.0). Mi preme sottolineare, inoltre, che nell’ultimo anno da questa prima fase in cui la priorità è stata data alle forniture di strumentazione tecnologica alle scuole, il MIUR è passato ad una altra significativa fase di interventi mirati ad altri obiettivi quali 14 SABRINA BONO è Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Laureata in giurisprudenza e in scienze politiche, già vincitrice del primo corsoconcorso dirigenziale presso la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione (1997 -1999). Prima dirigente di seconda fascia dei ruoli della Presidenza del Consiglio dei Ministri e poi Dirigente Generale dei ruoli del MIUR. Già Vice Capo di Gabinetto vicario del Ministero dal 2008 al 2013. Ha vasta esperienza amministrativa maturata in diverse amministrazioni centrali dello Stato (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli affari esteri, Ministero delle comunicazioni). Numerose le pubblicazioni e le attività di docenza non solo in materia di diritto scolastico. la formazione degli insegnanti e il potenziamento delle infrastrutture. Basti pensare alle recenti disposizioni e ai relativi finanziamenti previsti dal decreto legge n. 104/2013 (diffusione della connettività alla rete nelle scuole e formazione degli insegnanti). In particolare, per quanto riguarda la formazione dei docenti, sono stati stanziati 10 milioni di euro per l’anno 2014 per attività di formazione obbligatoria del personale TuttoscuolA n. 539 fare e come farlo? Certamente è essenziale che questo tema assuma davvero una valenza strategica nelle politiche del governo e delle istituzioni. Occorre che ciascuno acquisisca la consapevolezza che si tratta di un nodo dirimente che non può essere affrontato né in modo isolato dalle altre politiche socio-economiche (sul lavoro, sullo sviluppo economico,sulla ricerca, etc) né da parte di un solo ministero, ente, regione, ente locale. E’ un tema che deve essere affrontato con un approccio di rete, valorizzando le energie e le risorse su tutti i livelli di possibile intervento, ma sulla base di una strategia organica di Paese che forse è la questione più urgente da affrontare, anche per la competitività sul piano internazionale. Occorrono investimenti, serve un reale punto di svolta, andare con coraggio oltre le opinioni precostituite e ricercare soluzioni diverse tali da sostenere i progetti di molte scuole, pronte a promuovere la progressiva generalizzazione dell’utilizzo delle tecnologiche nei processi d’insegnamento/apprendimento, ma per fare questo è indispensabile, specialmente in questa congiuntura, che si creino le condizioni per effettuarli. Occorre fare in modo che la prospettiva si concretizzi, cammini anche sulle gambe delle imprese. Un esercizio al quale nessuno degli attori del nostro tessuto economico-finanziario può sottrarsi. “Non vedo nulla di male sul fatto scolastico, di cui quota parte è finalizzata al rafforzamento delle competenze dei docenti relativamente ai processi di digitalizzazione e di innovazione tecnologica in un contesto in cui la diffusione delle tecnologie didattiche viene finalizzata al rafforzamento delle conoscenze e competenze di ciascun alunno, per migliorare gli esiti nelle valutazioni nazionali svolte dall’INVALSI. Per ampliare la connettività nelle scuole, inoltre, l’articolo 11 del decreto legge n. 104/2013 ha stanziato 15 milioni di euro (5 milioni per il 2013 e 10 milioni per il 2014) per la realizzazione o l’ampliamento delle infrastrutture di rete con l’obiettivo principale di incrementare l’uso di contenuti digitali in aula da parte degli insegnanti e, soprattutto, degli studenti. Infatti, il bando attuativo della norma, ai fini dell’accesso agli stanziamenti, ha previsto per le scuole tre tipologie di progetto finanziabili: ampliamento dei punti di accesso alle rete WiFI, potenziamento del cablaggio fisico, realizzazione o adeguamento dell’infrastruttura di rete (Lan/Wlan) di edificio o campus.” Che ruolo giocano questi strumenti nel processo di miglioramento del livello qualitativo del servizio istruzione? “Preliminarmente è opportuno sottolineare come l’innovazione digitale abbia coinvolto diversi ambiti del servizio istruzione, sia a livello di management, sia nella didattica. Il livello qualitativo dell’istruzione risulta migliore, grazie all’introduzione delle nuove tecnologie, soprattutto perché queste permettono di avvicinarsi ai giovani, parlando il loro linguaggio e interagendo con le altre fonti di informazione e formazione nel momento in cui la scuola non è più l’unica “agenzia” di formazione. La scuola si trova dunque ad affrontare la sfida educativa di istruire e formare le nuove generazioni cercando TuttoscuolA n. 539 – sottolinea Anna Poggi, Presidente della Fondazione per la Scuola della Compagnia San paolo - che i privati, ad esempio, sostengano economicamente l’edilizia scolastica, oppure la ricerca innovativa (…) La crisi ci sta mettendo dinnanzi al fatto compiuto. Noi siamo pronti in spirito sussidiario ad investire risorse economiche, ma abbiamo bisogno di capire qual è la strategia in cui ci muoviamo che deve essere una strategia complessiva e “pubblica” per il rilancio del sistema scuola, come bene comune di tutto il Paese. Questo ci interessa e per questo lavoriamo”. Va nella stessa direzione il Progetto Smart School Future avviato su 25 classi in 7 regioni italiane da Samsung per favorire nuove strategie e nuovi linguaggi aperti al presente, ma sempre in coerente e proficuo rapporto con la tradizione. Di qui la necessità di offrire ai docenti altre opportunità di insegnamento /apprendimento: non più soltanto la lezione frontale, ma un graduale passaggio da un paradigma di insegnamento non più verticistico (di cui la “cattedra” è l’icona rappresentativa) e basato ancora diffusamente sul linguaggio verbale e scritto ad un paradigma di apprendimento, arricchito da nuovi linguaggi multimediali, logiche di rete, contributi multipli e responsabilità condivise, dove il docente diventa il facilitatore, non solo colui che trasmette informazioni. Sono innegabili, poi, i miglioramenti che l’innovazione apporta alla qualità del servizio di istruzione anche nella realtà quotidiana della scuola. Due piccoli esempi che sicuramente possono far capire anche al non addetto ai lavori l’enorme potenzialità e semplificazione cui possiamo assistere : 1) attraverso il ricorso alle nuove tecnologie vi è la possibilità per gli studenti di accedere facilmente ai materiali delle lezioni (non più solo gli “appunti” di quando andavo io a scuola); 2) le TIC contribuiscono in modo significativo al miglioramento dei rapporti scuola-famiglia, con conseguente ricaduta positiva sulla trasparenza e al miglioramento del servizio. Ciò sta di fatto avvenendo, grazie e lo dico con estrema convinzione avendone conosciuti molti personalmente – all’iniziativa dei dirigenti scolastici e all’impegno degli insegnanti che sono sempre disponibili e spesso propositivi di fronte alla innovazione.” Le strategie da seguire per il prossimo futuro saranno quelle già in atto o ci saranno novità? “Tenendo conto dell’innovazione tecnologica già esistente, e delle iniziative già avviate e che continueranno ad espletare 15 TECNOLOGIE Dossier TECNOLOGIE Dossier lo sviluppo della digitalizzazione nell’istruzione delle scuole primarie e secondarie di primo grado che permetterà agli studenti di conoscere e sfruttare appieno le potenzialità offerte dalle tecnologie più avanzate. “Il progetto Smart Future - dichiara Carlo Barlocco, Deputy President di Samsung Electronics Italia- prevede non solo la donazione delle dotazioni tecnologiche delle classi ma anche la realizzazione di training specifici rivolti agli insegnanti, con l’obiettivo di migliorare le modalità di insegnamento e quindi di apprendimento da parte degli studenti”. “L’iniziativa Smart Future – continua Barlocco - può essere una testimonianza, i loro effetti anche nel corso di quest’anno scolastico, il Ministero ha ritenuto fondamentale non prescindere da due pilastri fondamentali su cui si fonda qualsiasi processo di innovazione: infrastrutturazione adeguata e insegnanti formati in modo da poter affrontare in piena coscienza i processi innovativi. Su questi pilastri intende muoversi il nuovo PNSD della Scuola. Bisogna tener presente che i processi di innovazione sono sempre graduali perché, da un lato devono tener conto delle esigenze e dei pareri di tutti i partecipanti al processo (studenti, personale della scuola, cittadini, istituzioni locali,etc) e dall’altro coinvolge una intera nazione, investendo un servizio di importanza vitale come l’istruzione e la formazione dei cittadini. Questo implica che l’azione innovativa deve procedere in modo sia top-down che bottom-up, in un ciclo continuo che abbia come suo scopo finale l’innovazione dell’intero sistema per migliorare i servizi e i risultati dell’istruzione. Il processo deve essere top-down, perché deve essere regolato, attraverso indicazioni ministeriali , ma deve essere anche bottom-up, soprattutto perché molte scuole in piena autonomia si sono già innovate. In quest’ultimo caso il compito del Ministero è effettuare una sorta di talent scouting, per individuare tutte le innovazioni che funzionano e che hanno prodotti risultati significativi. I due processi si fondono in un unico processo che coinvolge le scuole e le proposte innovative esistenti, cercando di diffonderle, sempre nel pieno rispetto della autonomia delle scuole, della libertà di insegnamento e delle norme che regolano gli ordinamenti scolastici e la Scuola in generale. Le linee di sviluppo della strategia del Ministero, dunque, devono essere rivolte a fornire gli strumenti organizzativi, tecnologici e didattici per favorire il passaggio ad una didattica, in cui sia centrale il processo di apprendimento dei singoli alunni e ci si avvalga, non solo del linguaggio verbale, ma anche dei nuovi linguaggi multimediali. A questo fine è imprescindibile il processo formativo dei docenti, i quali possono, mediante l’uso delle tecnologie, acquisire modalità di insegnamento diverse dalla sola didattica trasmissiva e sperimentare processi di apprendimento collaborativi ed esperienziali. Un’altra linea di sviluppo fondamentale è individuata nella modifica degli ambienti di apprendimento e nella realizzazione di sistemi educativi che favoriscano lo sviluppo e il potenziamento delle competenze individuate nella Strategia Europa 2020, con il fine ultimo dell’inserimento nel mercato del lavoro. 16 una sorta di statement che dice ecco, ci siamo, siamo un’azienda in forte crescita ed espansione e pensiamo al futuro delle prossime generazioni di questo Paese”. Una sorta di modello di riferimento anche per altre aziende del settore hi-tech”. In questa prospettiva appare necessario promuovere azioni finalizzate a Infine, altri due importanti passi in avanti per il futuro sono costituiti da un sempre più elevato grado di trasparenza delle attività delle Istituzioni pubbliche e dalla promozione di risorse didattiche aperte. Gli open data danno la possibilità a tutti i cittadini di accedere ad informazioni che fino ad oggi non erano accessibili. Solo conoscendo, il cittadino può partecipare e contribuire alla vita democratica e solo favorendo il ricorso alle risorse educative aperte (REA/OER), si garantisce che il materiale didattico realizzato con finanziamenti pubblici sia accessibile a tutti. Il MIUR sta cercando di muoversi lungo questa direzione, attraverso l’ampliamento del wireless nelle scuole, la formazione dei docenti per una nuova didattica e l’attuazione della recente disciplina dei libri digitali.” Ad oggi qual è la percentuale di copertura nello sviluppo digitale del sistema educativo? “Per meglio comprendere i passi che sta compiendo il sistema educativo, sia in senso organizzativo che didattico, verso l’implementazione degli strumenti digitali, posso fornire in anteprima qualche dato proveniente dall’Osservatorio Tecnologico del Ministero, che stiamo analizzando e rielaborando proprio in questi giorni. Sul versante dell’implementazione delle nuove tecnologie nella didattica, sono stati compiuti notevoli progressi. Gli ultimi dati disponibili ci dicono che oltre il 31% delle istituzioni scolastiche fa uso di ambienti web per la didattica; inoltre, relativamente alle Istituzioni scolastiche dotate di connessione ad internet, se è vero che per il primo ciclo solo il 10% dispone di una connessione ad alta velocità ad internet, circa un quarto delle scuole secondarie di secondo grado sono dotate di una connessione ad internet veloce, mentre i restanti ¾ sono connessi ad una velocità medio bassa . In merito a quest’ultimo dato bisogna tenere conto che la rilevazione dell’Osservatorio precede la conclusione del bando WIFI, che, a seguito dell’assegnazione dei fondi alle scuole vincitrici (con priorità scuole secondarie di secondo grado), consentirà ad ulteriori 1.554 scuole (si tratta di scuole secondarie di secondo grado) di beneficiare dei 15 milioni stanziati dal decreto legge 104/2013 (5 milioni per il 2013 e 10 milioni per il 2014) per il wireless.” Concretamente, quali le azioni da mettere in campo per generalizzare l’uso didattico delle tecnologie? Sono percorribili TuttoscuolA n. 539 mettere in relazione finanziaria il mondo della scuola, dell’impresa e del lavoro, degli editori, degli organismi finanziari, delle banche, delle fondazioni, degli organismi non profit, dell’otto per mille del gettito Irpef, delle donazioni di infrastrutture da parte dell’industria elettronica, etc. per creare, dentro il cambiamento del sistema educativo, un contesto di coesione e di solidarietà finanziaria e sociale. Un nuovo modello di finanziamento che certamente genera problemi che non possono trovare soluzione attraverso il solo intervento dello Stato, ma foriero di un cambiamento profondo di cultura dei servizi e della partecipazione che può far emergere quanto sta strade per ampliare le fonti di finanziamento, anche per ingaggiare “finanza privata”? “Come già accennato prima, le azioni messe in campo per l’anno 2013-2014 sono prioritariamente rivolte alla formazione degli insegnanti ed al potenziamento dell’infrastruttura di rete nelle scuole. Per la formazione è stato previsto un avviso rivolto a tutte le istituzioni scolastiche con acquisizione della candidature provenienti da parte di reti di scuole a livello regionale o provinciale che garantissero percorsi di formazione modulari e flessibili, in risposta ai differenti livelli di bisogni formativi evidenziati dai fruitori finali. Un sistema a voucher, che vedrà il coinvolgimento di formatori ed insegnanti che hanno già partecipato a programmi come Scuola 2.0 e Cl@sse 2.0 e che saranno inseriti in un albo da cui le scuole sceglieranno i “Net Teachers” per la formazione del corpo docenti. Questa iniziativa è stata portata a termine in tempi record e già sono state selezionate le scuole “formatrici “e presto saranno finanziate concretamente; questo sistema è certamente replicabile in futuro. Vista la situazione attuale della copertura di rete nelle scuole, appare evidente che per sostenere il processo di innovazione della scuola digitale, è necessario procedere anche ad un potenziamento dell’infrastruttura, sia per collegare i plessi scolastici a banda larga alla rete, sia per individuare soluzioni adeguate di connessione interna nelle aule. Per consentire, dunque, la realizzazione e/o l’ampliamento delle infrastrutture di rete (LAN/WAN) alle istituzioni scolastiche statali, in particolare per quelle del secondo ciclo di istruzione - in applicazione dell’art.11 del D.L. n. 104/2013, convertito nella Legge n.128/2013, - è stato varato un bando volto a finanziare, con 15 milioni di euro in due anni, progetti presentati dalle istituzioni stesse volti ad ottenere un ampliamento dei punti di accesso alla rete WiFi. Anche questa procedura ha visto una massiccia risposta da parte delle scuole, a testimonianza della bontà della scelta effettuata e permetterà, a regime, a più di 1.500 istituzioni scolastiche di implementare la loro rete per consentire agli studenti l’uso delle nuove tecnologie, anche in vista dell’utilizzo dei contenuti digitali nella didattica. Per quanto attiene al modo di ingaggiare “finanza privata”, a mio avviso, la questione va inquadrata nel contesto più generale del rapporto tra la scuola odierna e il territorio. Oggi la scuola è chiamata a svolgere compiti TuttoscuolA n. 539 succedendo in molte realtà. Sono questi i fatti, accanto ai temi che Tuttoscuola ha approfondito nei dossier dedicati alle tecnologie nella scuola, raccogliendo esperienze ed evidenziando posizioni e spunti critici, che potrebbero rilanciare lo sviluppo del sistema educativo e dare speranza per un futuro migliore. più ampi di quelli che ha svolto fino ad oggi. D’altro canto, tutti i membri della comunità stessa sono chiamati a partecipare alle attività, alla gestione e, quindi, alla crescita della comunità e della società in generale. E’ questa la base delle smart communities e dell’e-government, in cui tutti gli stakeholders del mondo scuola e il territorio possono interagire con la scuola. Anche a livello di Ministero vogliamo operare un piccolo passo iniziale in questa direzione. Nel mese di febbraio, si realizza sul sito del MIUR una “vetrina digitale”, un sistema di gestione dei protocolli d’intesa con imprese e/o associazioni, volto a favorire l’inserimento delle ICT nelle scuole. Attraverso la creazione di un sistema informatizzato si vuole cercare di rendere facilmente visibili i protocolli d’intesa non solo alle scuole , ma anche alle “aziende”, in modo da consentire alle prime di poter visionare con maggiore semplicità le offerte esistenti ed a quest’ultime, attraverso una maggiore trasparenza nella pubblicizzazione dei protocolli stessi, una loro adesione facilitata on line , così da innescare un sistema virtuoso di sana competizione tra le aziende che vogliano sostenere il mondo della scuola nel lungo processo di digitalizzazione.” Quali le azioni più significative? Quali sono le “carenze” maggiori che l’Amministrazione dimostra di avere nei confronti delle istituzioni scolastiche? Quali strategie suggerisce ai decisori politici per migliorare l’efficacia e l’efficienza degli interventi? “Spesso non si tratta di vere e proprie carenze, ma semmai di “distanze” fisiche, comunicazionali e di rapporti e relazioni. Pertanto, andrebbe sicuramente approfondito il rapporto con le istituzioni scolastiche per conoscerne meglio la realtà e affinché le scuole, pur nell’ambito della loro autonomia, possano considerare il Ministero un punto di riferimento. Ebbene non mi sembra di dover suggerire nessuna strategia in tal senso al decisore politico, visto che il Ministro Carrozza si è da subito orientata per un Ministero “aperto alle scuole”, sia fisicamente (sono state organizzate varie iniziative in questo senso), sia sotto il profilo comunicazionale e delle relazioni. Ha invitato spesso i Capi Dipartimento, i direttori generali, con particolare attenzione ai DG degli Uffici scolastici regionali, ad “ascoltare” le scuole e ad essere per loro punto di riferimento nella realizzazione concreta della loro autonomia.” 17 TECNOLOGIE Dossier TECNOLOGIE Dossier Intervista a Carlo Barlocco, Deputy President di Samsung Electronics Italia “UN PROGETTO PILOTA” Presidente Barlocco, a che punto è la real i zzazione del Proget to Smart Future pro mosso da Samsung per favorire lo sviluppo della digitalizzazione nell’istruzione delle scuole primarie e secondarie di primo grado? “Abbiamo avviato un progetto pilota su 25 classi in 7 regioni italiane insieme all’Università Cattolica – CREMIT, diretto dal Professor Pier Cesare Rivoltella, che ha l’obiettivo di mettere a punto un modello di monitoraggio per verificare, sulla base di evidenze, cosa succede realmente nella scuola una volta introdotte le tecnologie. Vogliamo in questo modo capire come orientare al meglio il progetto su più ampia scala durante il prossimo triennio. Smart Future prevede non solo la dotazione tecnologica delle classi ma anche la realizzazione di training specifici rivolti agli insegnanti, con l’obiettivo di migliorare le modalità di insegnamento e quindi di apprendimento da parte degli studenti.” di Paola Torre Ci spie g h i que sto progett o? Q u a l i g l i o b i e t t i v i p i ù significativi? “Il proget to è inter nazionale, Sa msu ng ha g ià i nt rodotto Smar t Fut ure in altri Paesi e l’Italia l’ha implementato a partire dall’anno scolastico in corso. Pr incipale obiet tivo di Samsung è creare valore con le proprie competenze tecnologiche nei Paesi dove opera partendo dall’educazione, chiave di volta per contribuire alla crescita di un Paese. Sull’educazione e sull’istruzione è un dovere investire. Non dimentichiamo poi il gap dell’Italia rispetto ad altre nazioni europee per quanto riguardo l’utilizzo di tecnologie in classe. Cerchiamo di aiutare a colmarlo. Aggiungo che al fine di garantire al progetto la massima serietà, abbiamo formato u n Advisor y Boa rd che coi nvolge f ig u re di altissi mo prof ilo i mpeg nate nel mondo scolastico, tra i quali Antonio Aff inita, presidente del MOIGE, Dianora Bardi, fondatore e vice presidente del centro studi Impara Digitale, Maria Latella, giornalista, Pier Paolo Limone, Professore Associato di Pedagogia dei Media presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, Stefano Ribaldi, vice direttore di Rai Educational, Giorgio Riva di RCS per AIE, Pier Cesare Rivoltella, Professore Ordinario di Didattica e Tecnologia dell’istruzione e dell’apprendimento presso l’Università Cattolica di Milano.” Come è stato accolto il Progetto Smart Future dalle scuole, dai docenti, dai dirigenti scolastici e dalle famiglie? Sono emerse delle criticità? Se sì, come sono state superate? “Il progetto ha av uto un’accoglienza straordinaria da parte di t utti i soggetti coinvolti nel sistema scuola. St udent i, i n s e g n a n t i , d i r ig e n t i h a n n o ESPERIENZE di AVANGUARDIA Tra le scuole italiane chiamate a partecipare ad Emi- e setting profondamente diversi, sottendono l’idea di nent (se ne parla a pag. 20), l’Istituto Savoia Benincasa apprendimento e di scuola del futuro che è stata al di Ancona, su segnalazione di Stefano Ghidini di C2 centro della riflessione di Eminent 2013. E’ importante Group e Acer Italia, per l’esempio concreto di innovazio- ricordare che nel nostro Paese esiste una consolidata ne realizzato nel corso degli ultimi tre anni, dando vita avanguardia di Istituti che in modi diversi, ma secon- con autonome risorse ad una scuola 2.0 e protagonista do una logica di rete e quindi di ampia condivisione e oggi di un’importante rivisitazione dello spazio in fun- confronto, sta conducendo esperienze significative di zione dell’apprendimento, l’aula 3.0, grazie alla quale innovazione didattica. Si tratta di Istituti, come il Sa- l’Istituto e la Dirigente Alessandra Rucci hanno gua- voia Benincasa, le cui esperienze sono state più volte dagnato un posto nella top 100 degli innovatori nella oggetto di approfondimento in questa rivista: l’Isti- classifica del blog Che futuro! Del giornalista Riccardo tuto Tecnico Volta di Perugia, il Fermi di Mantova, il Luna. L’esperienza dell’Aula 3.0 di Ancona e tutte quelle Pacioli di Crema, il Majorana di Brindisi, anche questo analoghe di scuole che stanno ridisegnando gli spazi nella top 100 degli innovatori italiani 2013 con l’espe- 18di apprendimento con nuovi strumenti, nuovi arredi T A n. 539 rienza di Bookinprogress. Esistono uttoscuol anche esperienze Carlo Barlocco, Deputy President di Samsung Electronics Italia, illustra a Tuttoscuola non solo lo stato di avanzamento del Progetto Smart Future, ma anche le prospettive che si possono aprire con una più stretta collaborazione tra aziende, MIUR e scuole per allineare il nostro Paese agli standard europei in fatto di digitalizzazione dell’istruzione. testimoniato con il loro ent usiasmo la voglia di aff iancare l’utilizzo di tablet e E-board ai metodi didat tici t radizionali. Questa per loro è una g rande sfida, perché comporta una formazione ulteriore da parte dei docenti ma davvero abbiamo riscontrato tanta partecipazione anche da parte dei genitori. Le principali difficoltà sono legate alle inf rast r ut t u re, soprattutto alla presenza della banda larga che ancora non è diffusa in tutte le scuole su ter ritorio nazionale.” Qual i seg nal i cog l ie nel le de ci sion i del M iu r su l l’i m por tanza del sostegno che un’a z ienda come quel la che lei rappresenta può offrire alla scuola? “Sono segnali incoraggianti, anche alla luce del fatto che il Miur ha già avviato iniziative a nalog he i n a n n i precedent i, dunque l’attenzione è alta nei con f ront i del l’i nt e r ve nt o dei privati che possono affiancare il Ministero nella realizzazione di questi progetti.” L’uso delle tecnologie nel sistema educativo italiano soffre un forte ritardo rispetto a quanto avviene in altri paesi europei. C’è un punto fermo da cui partire per accelerare lo sviluppo tecnologico nelle di grande impatto, come quella della Prof.ssa Dianora Bardi e del centro Impara Digitale, che sta diffondendo programmi di formazione didattica assolutamente innovativi e in linea con quanto sostenuto ad Eminent 2013. A proposito di didattica innovativa è importante segnalare che il percorso di alcuni di questi Istituti (Pacioli, Fermi, Savoia Benincasa) li ha condotti alla partecipazione alla rete del Global Teaching Labs del MIT di Boston, di cui è capofila il Pacioli di Crema. Nell’ambito di questo progetto un gruppo di “top students” del MIT è stato ospitato, durante il mese di gennaio, nelle diverse scuole partecipanti per diffondere i particolari metodi di insegnamento nelle discipline scientifiche utilizzati a Boston. Alla didattica delle discipline scientifiche si è recentemente introdotta anche la diffusione del Debate, sperimentata già da quattro anni al Pacioli come disciplina curricolare. Sempre nell’ambito del progetto un gruppo di T A n. 539 uttoscuol dirigenti e docenti della rete sarà ospite del MIT nel mese di Aprile 2014. scuole? “Come accennavo, siamo consapevoli del ritardo dell’Italia. Dal mio punto di vista, occorre investire sulle infrastrutture per consentire alle scuole di avere disponibile la banda larga, non così scontata in molti Comuni italiani. Certo poi va ripensato anche il sistema educativo in ter mini di utilizzo degli str umenti didattici più innovativi, prevedendo corsi di formazioni specif ici per gli insegnanti e maggiori fondi per dotare le scuole di strumenti digitali.” Qual è il contributo che in particolare può dare Samsung alla generalizzazione dell’innovazione tecnologica nel sistema educativo? “Il progetto Smart Future può essere una testimonianza, una sorta di statement che dice “ecco, ci siamo, siamo un’azienda in for te crescita ed espansio ne e pensiamo al f ut uro delle prossime generazioni di questo Paese”. Una sor t a di modello di riferimento anche per altre aziende del settore hi-tech.” Ci può indicare quelle che a suo parere sono le principali sfide e relativi progetti in serbo per il futuro? Quale ruolo per Samsung? “Stiamo assistendo a un cambiamento culturale, una sorta di ripensamento della scuola e del fare scuola. Abbiamo una tradizione educativa di altissimo prestigio a cui è imprescindibile aff iancare adesso anche st r umenti digitali. In gioco è il futuro delle prossime generazioni, e quindi del Paese. Samsung, nel suo piccolo, può contribuire a questa trasformazione non solo fornendo tablet ma contribuendo alla formazione dei docenti per la quale naturalmente ci avvaliamo delle indicazioni dell’Advisory Board.” 19 TECNOLOGIE Dossier TECNOLOGIE Dossier Il docente, leva strategica del cambiamento nella scuola del futuro di Alessandra Rucci* N ell’intensa due giorni dell’Expert Meeting in Education Networking - EMINENT 2013, svoltasi ad Helsinki il 4 e 5 dicembre scorsi, il focus è stato tutto sull’importanza strategica del mutamento di ruolo del docente e sulle nuove competenze che dovrebbe acquisire per la scuola del futuro, con speciale attenzione rivolta alla formazione iniziale e in servizio. Lo scenario attuale e la cornice sociale, culturale e antropologica profondamente e rapidamente mutata nell’arco di appena un decennio, rendono ormai non più rinviabile la questione: il modello tradizionale di insegnamento, fondato sulla trasmissione di conoscenze, sulla lezione frontale di tipo accademico, che presuppone il concetto che la conoscenza e l’informazione risiedano nel docente e i discenti ne siano destinatari, non può più reggere in un contesto come quello attuale. L’informazione è ovunque e ovunque accessibile, si raggiunge con un click dallo smartphone, che tutti gli studenti hanno a disposizione, mentre quello di cui la generazione digitale sembra essere incredibilmente povera risiede proprio nella disponibilità di strumenti per apprendere efficacemente in modo anche autodiretto, i cosiddetti strumenti del Self Directed Learning (SDL). Ciò che i nostri studenti fanno continuamente è cercare informazione, mentre ciò che manca è la capacità di far sì che l’informazione possa concorrere alla costruzione di una conoscenza personale articolata e spendibile. Al centro della questione vi sono dunque alcune necessità da non perdere di vista: dare un senso forte alla scuola e ridisegnarne con chiarezza la missione, motivare gli studenti attraverso esperienze di apprendimento significative e coinvolgenti, formare un profilo adeguato del docente della scuola del futuro. La mission della scuola nella società della conoscenza Per quanto concerne la mission e il senso della scuola nello scenario attuale emerge con chiarezza la necessità di uno spostamento di orizzonte, dai contenuti ai processi, dalla lezione al laboratorio, dalla centralità dell’insegnamento a quella dell’apprendimento. Concetti scontati per gli addetti ai lavori ma in realtà lontanissimi dalla realizzazione, se non in contesti di avanguardia e spesso per iniziativa di singoli innovatori. La difficoltà nell’attuare questo spostamento risiede nell’età media dei docenti, nella loro difficoltà ad abbandonare percorsi consueti che, bene o male, hanno funzionato e in parte continuano a funzionare, se non fosse che hanno un costo elevatissimo in termini di quantità 20 di motivazione dei giovani che si perde lungo il cammino. Parlare una lingua incompresa significa rinunciare alla comunicazione e per comunicare con i suoi studenti la scuola deve imparare a padroneggiare i loro stessi linguaggi, solo in tal modo potrà poi proporre anche i vecchi linguaggi, come alternativi e possibili. La mission della scuola oggi, alla luce del contesto, non può che essere fondamentalmente metodologica e non più solo contenutistica: garantire strumenti di orientamento nel web, competenze di Self Directed Learning, capacità di servirsi del web e dei social non solo a scopo ludico ma anche e soprattutto per costruire conoscenza, attivazione del pensiero critico, della discussione, della creatività, competenza nel lavorare in team in modo costruttivo e responsabile, educazione alla ricerca e alla scoperta, alla formulazione di ipotesi e alla soluzione di problemi. In sintesi favorire il ruolo attivo degli studenti nel processo di apprendimento e anche nella sua organizzazione, il tutto in gruppo – reale o virtuale, gruppo di lavoro o community - perché nello scenario attuale è impensabile che qualunque esperienza di apprendimento sia condotta in solitudine. A tutto questo non è estranea la questione del ripensamento degli spazi e del setting di apprendimento, fondamentale per la realizzazione di questa mission, in quanto la strutturazione dello spazio condiziona profondamente l’esperienza di apprendimento che vi si svolge. Motivare ad apprendere Diviene oggi più che mai una questione cruciale per la società e la sfida deve essere raccolta con successo dalla scuola, che non può lasciare i giovani soli in un contesto sovrabbondante di informazione indistinta, di stimoli entusiasmanti, continuando ad utilizzare strumenti troppo lontani dalla loro esperienza di vita. Dunque il senso della tecnologia a scuola è questo, nulla di miracolistico o di modaiolo, lo stesso senso della penna e del quaderno, dei pastelli e del foglio da disegno, del libro, perché è attraverso la tecnologia che oggi i nostri giovani “sfogliano” un libro, cercano un termine nel dizionario, arrivano alla spiegazione di un concetto, disegnano, esprimono la loro creatività, si relazionano con gli altri, discutono, imparano. Non è più proponibile un docente che non conosca gli strumenti di uso comune degli studenti che ha di fronte, perché questi sono la dimensione naturale del loro esistere. Solo attraverso questi è possibile motivare i giovani ad avventurarsi nel terreno dell’apprendimento significativo e profondo e non perché essi siano più efficaci del quaderno TuttoscuolA n. 539 e della penna – anche se in effetti lo sono – ma perché sono la cifra del loro essere nel mondo. Il docente del futuro E qui si apre la questione centrale dell’Eminent 2013. Nulla di tutto quanto detto è possibile senza che sia ridefinito e formato il profilo del docente che è necessario in questo tipo di scuola. L’argomento è stato trattato magistralmente e con decisione dalla Prof.ssa Diana Laudrillard, che ha definito il docente del futuro come il motore dell’innovazione nell’ambito di una pedagogia che non può che essere digitale. Gli assunti di base dai quali partire si rifanno a Dewey, Piaget, Bruner, Vygotsky, Papert fino a Marton e Bransford e al dato di fatto che si apprende, oggi più che mai, non solo attraverso la lezione, ma molto più attraverso la discussione, il confronto di idee, la formulazione di domande, la negoziazione e la collaborazione, in un continuo rimando fra il docente, gli studenti e i pari, in una cornice che è definita Conversational Framework e che include una molteplicità di pratiche che vanno dall’acquisizione di informazioni alla ricerca, dalla discussione alla produzione e collaborazione. Il docente del futuro, lungi dall’essere un esperto conferenziere, come nelle pratiche tradizionali di lezione, deve poter utilizzare tutti questi strumenti e tutti i mezzi tecnologici che li favoriscono: motori di ricerca, blog, forum, social network, VLEs, repositories. Le competenze nuove del docente devono comprendere anche il design dell’esperienza di apprendimento, dal momento che l’organizzazione della didattica richiede una maggiore attenzione rispetto al passato, dato il mix di strumenti, spazi – reali e virtuali - e opzioni da scegliere. Richiede anche, naturalmente, una revisione degli strumenti di verifica e valutazione, chiamando in campo modalità di assessment nuove e che hanno sempre più spesso a che vedere con compiti autentici. Come arrivare a tutto questo? Attraverso una formazione capillare che dovrebbe essere condotta per il tramite degli stessi strumenti di cui si promuoverà l’uso didattico, in modo tale che ci si formi attraverso la pratica e l’esperienza e soprattutto nell’ambito di communities, anche virtuali, di professionisti che diffondono le loro esperienze, i materiali, le risorse, si confrontano e riflettono sulle pratiche adottate, con forme e strumenti molto simili a quanto avviene nelle comunità scientifiche. Anche in questo caso l’aula tradizionale, intesa come modalità formativa, è residuale, per lasciare spazio a forme di Self Directed Learning e a strumenti che favoriscano una più ampia circolazione e diffusione delle pratiche esperte. Gli esempi riportati dalla Laudrillard sono molti, dall’uso di Moodle o altri VLEs a quello dei MOOCs, dei quali si è sottolineata l’importanza e l’efficacia, in quanto strumenti ad accesso aperto, in grado di raggiungere una grande quantità di persone e per i quali si è ipotizzato un uso possibile anche per gli studenti. Intende contribuire allo sviluppo di una nuova professionalità docente proprio la European Schoolnet Academy, lanciata in occasione dell’Eminent 2013 e pronta a partire con i primi MOOCs per l’inizio del 2014, con l’obiettivo di offrire ai docenti esperienze di formazione basate su pratiche di successo (desunte dai più importanti progetti di EUN, come Future Classroom Lab, iTEC, STEM ed altri) e una grande varietà di strumenti di apprendimento, da video, ad attività collaborative, a repositories di risorse didattiche fino a strumenti innovativi per la verifica degli apprendimenti. Importanza particolare in questo portale sarà data ai cosiddetti “practice videos”, filmati di autentiche situazioni di apprendimento vissute in classe commentate da docenti, esperti, studenti stessi, per offrire stimolo alla discussione e alla riflessione e soprattutto per ridurre il gap fra teoria e pratica che tradizionalmente affligge la formazione didattica. Si tratta di un progetto molto ambizioso e di un contributo davvero importante per lo sviluppo di un nuovo modello di formazione dei docenti. Le iscrizioni sono aperte: www.EuropeanSchoolnetAcademy.eu . *Dirigente scolastica istituto “Savoia Benincasa” di Ancona TuttoscuolA n. 539 La politica dei prezzi e i contenuti dell’offerta che proviene dal mondo dell’impresa può concorrere a ridurre il divario tra i territori nelle dotazioni tecnologiche e a migliorare il rapporto studenti/dispositivi? “Certo, assolutamente. Nello specifico, Smart Future è un progetto che verrà svolto a livello nazionale. Nelle classi che finora abbiamo implementato, i tablet sono disponibili per tutti gli studenti oltre all’insegnante. Tra l’altro, ricordo che i criteri che hanno portato alla scelta delle scuole sono: alto numero di alunni con disabilità, forte incidenza di disturbi specifici dell’apprendimento, territori socio – culturalmente disagiati, piccoli plessi. In questo modo, cerchiamo di coi nvolgere a nche ter r itor i e istituti in difficoltà proprio con l’obiettivo di offrire opportunità per tutti.” Ci sono modalità di gestione e manutenzione delle risorse tecnologiche adottate nelle imprese e nelle aziende che potrebbero essere “trasferibili” nei modelli organizzativi delle scuole per il miglioramento dell’efficacia ed efficienza dei servizi? “Sì, assolutamente. È chiaro però che la scuola ha una sua struttura nella quale inserire queste modalità e non sempre il passaggio potrebbe essere scontato.” Il finanziamento dell’Agenda Digitale è una questione che dovrebbe impegnare solo lo Stato o viceversa si rende necessario individuare nuove modalità e fonti di finanziamento? Qual è il suo punto di vista? “È un punto di partenza, un impegno concreto preso dal Governo italiano. Sicuramente pensare anche a finanziamenti privati può signif icare accelerare i tempi, cosa di cui c’è urgenza.” 21 TECNOLOGIE Dossier TECNOLOGIE Dossier Registro elettronico: condivisione di applicazioni, servizi ed esperienze L’ adozione del registro elettronico al Liceo Monti di Cesena ha rappresentato un investimento significativo in termini di costi, di impegno necessario a superare le resistenze, di avvio del processo di ‘formazione’ di docenti e genitori. Prima di autorizzare qualsiasi spesa ci siamo soffermati lungamente sull’analisi dei bisogni. I numerosi incontri, le visite ad altre scuole, lo studio delle esperienze già in atto, ci hanno consentito di non fare scelte avventate e frettolose. Fondamentale è risultata di conseguenza la scelta del software, che doveva rispondere a tutte le esigenze individuate. Il nostro Liceo forniva già da alcuni anni servizi interattivi all’utenza, tra i quali: - circolari on-line, - prenotazione colloqui con i docenti on-line, 22 di Lo staff tecnico del Liceo Monti - prenotazione laboratori on-line, - prenotazione locali on-line - richiesta fotocopie on-line, - modulistica on-line, ecc. Non si voleva ricorrere a gestionali esterni per non costringere docenti, genitori e studenti, a gestire più credenziali di accesso. Abbiamo chiesto alla ditta che ci ha fornito il sito web di realizzare un ulteriore servizio di registro elettronico e di collocarlo all’interno del medesimo contenitore già in uso. Oltre a non favorire la proliferazione di credenziali, si è così potuto compartecipare alla progettazione del gestionale, modellandolo e plasmandolo anche in base alle nostre esigenze. A tutt’oggi, oltre ai servizi sopra elencati ed al registro elettronico, il nostro sito contiene anche le sezioni dell’Amministrazione Trasparente e dell’Albo on-line. L’attivazione del registro elettronico può avvenire anche in tempi rapidi, partendo dal servizio essenziale (registro di classe e registro personale), aggiungendo progressivamente le altre possibilità. È sempre utile un periodo di sperimentazione, partendo da qualche consiglio di classe più disponibile, da ‘formare’ con incontri appositi. Questo consente di verificare le criticità, inevitabili, di predisporre le soluzioni in caso di emergenza, di rispondere ad esigenze non sempre prevedibili: le prove di evacuazione, un possibile black out, una visita guidata o un viaggio di istruzione, sono solo alcune delle infinite variabili rispetto alla situazione ideale. Il percorso seguito in nel solo precedente anno scolastico TuttoscuolA n. 539 ci ha permesso di adottare in via definitiva, dal presente, il registro elettronico in tutte le classi. Nella fase di avvio è stato costituito in gruppo tecnico (docenti, tecnici di laboratorio e amministrativi) che ha garantito il supporto ai docenti per le problematiche relative all’uso del registro elettronico. Lo stesso gruppo si è occupato anche di seguire i genitori e gli studenti per favorire l’utilizzo della nuova risorsa attraverso la pubblicazione di alcuni manuali d’uso e attraverso una pronta disponibilità via telefono e via e-mail. I genitori e gli alunni hanno ricevuto all’inizio dell’anno le credenziali per accedere al registro elettronico e vedere immediatamente tutto quello che viene inserito (attività svolta, attività assegnata, assenze/ritardi e uscite anticipate). Possono, inoltre, interagire con la scuola utilizzando i vari servizi disponibili come, ad esempio, la prenotazione dei colloqui on-line. Per quanto riguarda i voti delle interrogazioni e delle prove scritte, questi vengono bloccati - e quindi resi visibili a genitori e studenti - ogni 20 gg. (tempo al momento ritenuto congruo per la verifica, la correzione delle prove scritte e per l’inserimento dei voti all’interno dell’applicativo). Il gruppo che ha affiancato il Dirigente Scolastico ha lavorato con abnegazione e con “testardaggine” per trovare le soluzioni ai tanti problemi tecnici ed organizzativi. Molti di questi sono stati risolti facendo benchmarking. Scopo del team è stato quello di favorire il lavoro dei docenti senza che questi siano continuamente assillati da problemi tecnici. Lo staff tecnico oggi ha il compito di seguire tutti gli aspetti legati al sito Internet della scuola, ai vari servizi on-line, alla rete LAN e WI-FI, ai problemi di connessione internet, come meglio esemplificato nell’immagine. La speranza è quella di aver gettato solide fondamenta sulle quali costruire e sviluppare nuove modalità di apprendimento basate sul mobile/ collaborative learning. TuttoscuolA n. 539 TECNOLOGIE Dossier La scuola da “piazza del paese” a “comunità inclusiva” di Romina Bertuzzi e Angelo Bardini* L’ Istituto comprensivo statale di Cadeo e Pontenure, costituitosi nel settembre 1999, comprende le scuole dell’infanzia, della primaria e della secondaria di I° grado dei due comuni, posti sull’asse della Via Emilia, conta 1350 alunni con un 23% di stranieri. Il principio educativo dell’istituto, con la creazione di classi realmente equieterogenee per garantire equilibrio e parità di opportunità tra i gruppi-classe, si focalizza sul soggetto in apprendimento con la sua individualità, i suoi tempi e stili di apprendimento nell’ambito di una rete di relazioni che lo legano alla famiglia e ai diversi ambienti sociali. L’idea di scuola cui tende l’istituto è una scuola dell’inclusione in cui ogni alunno trovi possibilità, stimoli e risorse per apprendere in un luogo sicuro, accogliente e dotato di strumentazioni all’avanguardia. LA COMUNITA’ INCLUSIVA L’istituto ha negli ultimi anni attuato il passaggio dalla scuola come “piazza del paese”, ossia prioritario centro di aggregazione, alla scuola come “comunità inclusiva” che esce dai suoi confini istituzionali per abbracciare il paese e tutto il territorio circostante e renderlo partecipe delle scelte operate; solo attraverso una costante progettualità ed una solida organizzazione che preveda il coinvolgimento e la cooperazione di tutta quanta la comunità (amministrazione comunale, enti e agenzie locali, sponsor e genitori) si può pensare di realizzare una scuola nuova e al passo con i tempi che incessantemente mutano, una Scuola2.0 che si concretizzi non attraverso azioni didattiche frammentarie o di breve durata ed incisività, ma con azioni forti e radicate che possano essere messe a sistema per diventare prassi consolidate. Creare una scuola che fa dell’inclusione in senso lato lo sfondo valoriale della propria progettualità significa credere in un rinnovamento metodologico attraverso la sperimentazione di nuove pratiche didattiche, rinnovare gli ambienti di apprendimento considerando che anche lo spazio insegna e mettere a disposizione di tutti le migliori tecnologie 23 TECNOLOGIE Dossier a supporto della didattica quotidiana. Le tecnologie, accanto e non al posto di altri strumenti più tradizionali, sono indubbiamente efficaci nella quotidianità per migliorare gli aspetti motivazionali, cognitivi, metacognitivi dei ragazzi, per favorire la collaborazione, la condivisione, la ricerca nell’apprendimento, per consentire una reale inclusione ed integrazione valorizzando le intelligenze multiple e le capacità personali. Appare evidente, però, che per attuare un cambiamento metodologico non basti possedere materialmente varie strumentazioni tecnologiche, dal momento che le tecnologie sono solo strumenti e a poco servono da sole, occorre invece che ci siano docenti motivati, capaci di mettersi in gioco e di modificare la propria tradizionale e a volte radicata idea del fare lezione, disposti ad una continua e costante formazione in itinere. Solo partendo dal rafforzamento di questo connubio irrinunciabile tra risorse e persone, su cui l’istituto sta da anni lavorando con costanza, si sono potute davvero creare occasioni di apprendere in maniera diversa rispetto al tradizionale modo di far scuola e dare vita a momenti suggestivi di active learning, quali cooperative learning, flipped claasroom, peer-to-peer learning. 24 IL CURRICOLO TECNOLOGICO VERTICALE L’Istituto è giunto recentemente a porre le basi di un Curricolo tecnologico verticale, con strumenti diversi per ogni ordine di scuola e con l’obiettivo di far acquisire competenze digitali fin da piccoli, ma nella consapevolezza che le tecnologie chiamino necessariamente in causa una diversa organizzazione degli ambienti educativi, di tempi e spazi dell’apprendimento, della metodologia, della formazione dei docenti. Nella scuola dell’infanzia sono state installate due “Finestre sul mondo”, LIM touch ad altezza zero che favoriscono lo sviluppo sensoriale dei bambini e che consentono nuovi modi di costruzione partecipata del sapere e di semplice condivisione con altri, permettendo ai bambini di aprire squarci sul mondo al di fuori dell’aula e dunque vedere e confrontarsi con esperienze diverse, senza che tutto questo vada contro o collida con il momento esperienziale diretto, basilare e necessario alla scuola dell’infanzia. Nella scuola primaria, con l’adesione al progetto “Editoria digitale scolastica”, si stanno sperimentando nuovi ambienti di apprendimento digitali di storia e cittadinanza per le classi quarte e quinte ed è stata messa a disposizione una LIM ogni due classi con un piano di rotazione secondo calendarizzazione settimanale. Nella scuola secondaria sono presenti LIM in tutte le classi e, a partire dall’anno scolastico 2013/14, nelle classi prime è iniziato il Progetto Libr@, una sperimentazione ipad one to one e adozione di soluzioni integrate per i libri di testo, per la quale sono stati previsti l’uso di una banda larga, attraverso una rete sicura, registro e diario elettronici, un kit formato da ipad, 70% di libri cartacei con ebook digitali, il resto con materiale autoprodotto o ebook realizzati dai docenti. L’idea di attuare nuove pratiche di didattica attiva e laboratoriale si fonda proprio sull’integrazione ragionata di carta e digitale, di strumenti tecnologici e tradizionali sfruttando le potenzialità di entrambi, di apprendimenti formali e informali. Ciò che è valutato come grande opportunità nel nostro Istituto comprensivo è la possibilità di svolgere coinvolgenti momenti di didattica verticale con l’uso delle Tic (attività in continuità scuola primaria-scuola secondaria), ma altresì di didattica orizzontale (docenti che si scambiano i gruppi classe), di esperienze a classi aperte, di laboratori in nuovi spazi per far maturare molteplici competenze e abilità. TuttoscuolA n. 539 Dossier TECNOLOGIE UNA BIBLIOTECA ONLINE PER UNA SMART SCHOOL/II di Gianni Orecchioni* I contenuti. Per avere un’idea reale di cosa sia una biblioteca online, che nei tempi dell’innovazione digitale può essere allestita con poco dispendio di risorse economiche e senza utilizzo di spazi particolarmente ampi o di abbondanti scaffalature, è bene dare un’occhiata ai contenuti che mette a disposizione. Gli studenti della prima biblioteca scolastica online d’Italia, a solo un anno dal suo avvio, possono servirsi di ben 33.595 fonti di consultazione. Spiccano naturalmente gli e-book con oltre 25.600 esemplari, ma significativa è anche la presenza dei video (oltre 3.900) e dei file musicali (2.460), a sottolineare il carattere multimediale della nuova biblioteca online. Libri, film d’autore, musica classica e moderna, ma anche 941 audio-libri e oltre 300 titoli di e-learning, 74 collezioni di immagini provenienti da musei e istituti d’arte di ogni parte del mondo, 124 banche dati di grande prestigio, provenienti da ogni dove, che vanno dall’Accademia delle Scienze fino alle testate giornalistiche di diversi paesi del mondo. Una grande scorpacciata di informazione e cultura che si presenta nelle vesti insolite di un pc o di una lim e che, all’occorrenza, soprattutto quando si parla di file musicali e di raccolta di immagini, può benissimo essere accolta in un supporto leggero e famigliare come uno smartphone o un mini-tablet. Tutto è più fruibile e consultabile in qualsiasi luogo e momento della giornata, grazie alla flessibilità di utilizzo che i nuovi supporti digitali consentono. Tutto è più pratico, rapido, economico, efficiente. Cosa cambia. Nel tempo la biblioteca ha svolto una funzione essenziale: quella di raccogliere e conservare il patrimonio culturale librario e di metterlo a disposizione degli studiosi. Le biblioteche in tal senso hanno sempre avuto una dimensione spaziale (servire un territorio più o meno esteso) e una dimensione temporale (assicurare la persistenza della memoria, ossia il legame tra passato e presente attraverso la conservazione di libri e documenti). Si tratta di un processo che è entrato ormai in una crisi radicale per mancanza di risorse e finanziamenti. Mancano i fondi per acquistare libri così come si riducono continuamente le risorse da destinare per il personale. Si ricorda questo, perché è solo nel contesto della crisi degli ultimi decenni che emerge tutta la forza dirompente dell’innovazione digitale nel settore del servizio bibliotecario, genericamente inteso. Il problema dei finanziamenti scompare così come quello relativo alla gestione del personale. La dimensione spaziale si allunga, perché gli e-book si possono consultare anche a grandi distanze; la dimensione temporale si potenzia a dismisura con contenuti e aggiornamenti costanti, insieme a una grande quantità di informazioni, riviste e/o testate giornalistiche sempre consultabili. Quando poi si parla più specificamente della uttoscuol scuola e dei nostri studenti le cose cambiano ancora e la T A n. 539 valenza innovativa della biblioteca online assume diversi e più profondi significati. Sì, perché ciò vuol dire che la scuola si avvicina al mondo “interno” delle ragazze e dei ragazzi che oggi la frequentano. Un mondo popolato dalla tecnologia digitale che essi vivono in un rapporto di intensità e intimità, come qualcosa da cui solo difficilmente e per breve tempo ci si possa separare. Per dei nativi digitali è naturale muoversi in una biblioteca online, assai di più di noi adulti che, quali immigrati in un altro mondo, ci muoviamo con molta più difficoltà e paura. Come funziona. Il prestito bibliotecario è molto semplice. Basta una password e una chiavetta usb perché Marco possa leggersi il suo romanzo preferito di Conrad. Teresa, che ama ascoltare la buona musica mentre disegna al computer, chiede di poter consultare il file con le Danze ungheresi di Brahms. Con la sua passione nell’arco di pochi anni potrà farsi una cultura musicale di tutto rispetto. Federica, con la sua vivace intelligenza e bramosia di apprendere potrà scegliere come orientare i suoi interessi tra gli oltre 25.000 e-book della scuola. Maria, che vive in un paese isolato di montagna, potrà dalla propria casa continuare a leggere e a confrontarsi con il mondo della cultura. I file prestati restano attivi per 15 giorni. Naturalmente, su richiesta dell’utente, il prestito può essere prolungato, ma non si dovrà più restituire il testo consultato come accadeva prima, perché ora il file ha una scadenza naturale. La rapidità e semplicità di utilizzo del prestito bibliotecario costituiscono le premesse affinché si possa immaginare che in tempi brevi i docenti potranno servirsi delle nuove tecnologie per analizzare durante le lezioni alcuni testi della biblioteca online, ascoltare audio-libri o 25 TECNOLOGIE Dossier GLI AMBIENTI DI APPRENDIMENTO: QUANDO LO SPAZIO INSEGNA Particolare attenzione è stata dunque riservata a ripensare gli spazi di apprendimento per cercare soluzioni che superassero la rigidità e la chiusura delle pareti dell’aula tradizionale e che andassero nella direzione di spazi aperti, ampi e funzionali in cui progettare momenti di collaborazione ma anche di individualizzazione, di ricerca così come di rielaborazione. A Cadeo per esempio è stato realizzato uno spazio ad assetto rimodulabile, denominato “Mondrian sulle pere”, provvisto di lavagna magnetica, proiettore interattivo, tavoli componibili e pc Laptop, uno spazio che privilegia la cooperazione e l’elaborazione dei contenuti mediante l’utilizzo di vari device, ma che all’occorrenza sa modificarsi rapidamente ed adattarsi alle diverse esigenze didattiche in funzione delle attività proposte dal docente (isole di lavoro, banchi a coppie o individuali, disposizione a ferro di cavallo per discussioni, ad aula magna per assistere a presentazioni di lavori di gruppo...). Per privilegiare una didattica laboratoriale ci sono i laboratori di scienze “Dire, fare...pensare”, dotati di microscopi digitali connessi a computer, in cui svolgere attività 26 in verticalità e di tutoraggio, ma anche attività in orizzontale, per cui insegnanti di discipline affini, sfruttando le competenze professionali acquisite, si scambiano le classi o svolgono lezioni in classi parallele; analogamente i laboratori di musica, in cui si lavora a classi aperte sulla base di scelte personali, mettono a disposizione strumentazioni quali tastiere, corsi di chitarra, uso di pad con app specifiche. Non da ultimo si sottolineano gli ampi locali destinati alle biblioteche nei due plessi della secondaria che sono il vero centro di aggregazione e di incontro dell’istituto, considerate realizzazione concreta di un ambiente di apprendimento diffuso e reale spazio cloud di condivisione; a Cadeo per esempio la biblioteca “La chiameremo Osvaldo”, aperta anche al pubblico esterno in quanto biblioteca comunale e ausilioteca, è disposta su due piani, ha ampie vetrate e pareti affrescate, un giardino nell’area circostante che funge da biblioteca all’aperto e da laboratorio di scienze, scaffali sempre ricchi di libri e dvd delle ultime novità ed effettua circa 15000 prestiti l’anno. La biblioteca è anche sede del Centro Territoriale per il Sostegno per tutta la provincia di Piacenza: fornisce annualmente ausili tecnologici compensativi per tutte le disabilità e kit tecnologici per alunni DSA in comodato d’uso, propone attività di formazione per personale ASL, docenti di tutte le scuole, alunni con disabilità e famiglie. I bambini che frequentano le biblioteche acquisiscono dimestichezza con i libri fin da piccoli, usufruiscono del prestito libero individuale e del prestito di classe, partecipano alle iniziative che vengono proposte per le diverse fasce di età dei lettori: letture animate, letture ad alta voce anche in orario extrascolastico, incontro con gli autori, percorsi tematici mirati. Ed è proprio nelle biblioteche d’istituto che trovano collocazione gli spazi ipuff (iPAD + PUFF=iPUFF), ambienti luminosi che coniugano la presenza di morbidi cuscini e l’uso di ipad ed Apple Tv collegata a schermo per momenti di ricerca, lettura e rielaborazione personale col proprio device oppure attività cooperativa. La tecnologia che si inserisce in mezzo ai libri cartacei in un metaforico abbraccio tra novità e tradizione: questa è l’immagine che sintetizza, magistralmente in questo spazio, l’idea che anima l’istituto. *Istituto Comprensivo di Cadeo e Pontenure (PC) TuttoscuolA n. 539 film in lingua inglese, oppure consultare riviste specializzate per le discipline tecniche e scientifiche. Certo, per fare questo sarebbe necessario avere una maggiore diffusione di tecnologia all’interno delle aule scolastiche. Occorrerebbe però soprattutto avere tanti docenti che, da veri professionisti della didattica, sentissero il bisogno di rinnovarsi e di misurarsi con il mondo dei nativi digitali, abitato da strumenti seducenti ad alta concentrazione tecnologica che possono essere validamente utilizzati anche nei processi di apprendimento. così come, tanto per fare un altro esempio, potrà utilizzare le nuove tecnologie per favorire i processi di apprendimento della lingua italiana degli studenti stranieri. Questo ci dice che, piuttosto che attardarci nel costruire discorsi apocalittici, come sempre avviene di fronte alla fine di un mondo conosciuto e all’affacciarsi all’orizzonte di un altro completamente nuovo e inesplorato, conviene piuttosto riflettere sugli aspetti innovativi che già da ora le nuove tecnologie mettono a disposizione degli insegnanti per migliorare la pratica di insegnamento e apprendimento. Nuovi strumenti per nuovi apprendimenti. Si è detto che il passaggio all’era digitale avrà conseguenze molto importanti sul modo di pensare e di essere delle persone; conseguenze destinate a sedimentarsi nel tempo allo stesso modo che è avvenuto con l’invenzione della stampa. Già si nota come i nativi digitali apprendono in modo olisticosintetico e non più analitico-sequenziale. L’intera conoscenza appare qualcosa di fluido e accessibile, senza avere le caratteristiche di un ordine predefinito, cristallizzato e organizzato in una precisa sequenza gerarchica. Cambiamenti radicali intervengono nel modo di pensare, di scrivere e di comunicare, cui si assoceranno inevitabilmente altrettante trasformazioni radicali nei modi del fare scuola. Si tratta di teorie che saranno certamente approfondite e verificate nel tempo. Quel che è certo è che l’insegnante, divenuto facilitatore di conoscenze, potrà utilizzare già da oggi i video-libri della biblioteca online per promuovere didattiche inclusive nei confronti di non vedenti e ipovedenti, Considerazioni conclusive. E’ presto dunque per poter valutare il complesso di benefici e di problemi che potranno derivare da un uso ampio della biblioteca online, con i suoi strumenti e contenuti, nella didattica. Alcuni punti fermi, tuttavia, possono essere indicati. La nuova biblioteca potrà costituire un ponte strategico di cultura e di servizi che la scuola potrà offrire agli studenti, alle loro famiglie e al territorio. Potrà ambire a rilanciare il progetto lettura, un obiettivo che andrà automaticamente monitorato e rendicontato, così come quello del suo uso nella didattica curricolare secondo diversi usi e funzioni. La speranza è che Marco, Teresa, Federica e Maria, i nostri ragazzi che hanno iniziato a camminare i loro passi nell’era digitale, troveranno nella contaminazione di arte, musica, filosofia e letteratura quella felice commistione creativa che è alla base di gran parte dei tesori che ci ha lasciato il Rinascimento italiano. TECNOLOGIE Dossier * Dirigente scolastico S. I.I.S. “Da Vinci–De Giorgio” Lanciano Ammissione all’università INDAGINE DOXA «IN M MEZZO A TANTI TANT LIBRI DI PREPARAZIONE, PREPARA ALPHA ALPH TEST È LA NUMERO UNO» degli ammessi a Medicina si è preparato con Alpha Test Corriere della Sera Risultato della ricerca effettuata da Doxa a novembre 2013 sulle matricole di Medicina 2013/2014 in 5 principali atenei italiani Da oltre 20 anni servizi di orientamento e preparazione ai test per le scuole Corso di logica a scuola Prova simulata del test Questionario di orientamento VALIDO PER TUTTI I TEST DI INGRESSO SPECIFICA PER OGNI FACOLTÀ CON PROFILO INDIVIDUALE PER LO STUDENTE Tuttoscuol 539Centro Orientamento Alpha Test su www.alphatest.it Scopri tutti i serviziA n.del 800-017326 CENTRO ORIENTAMENTO 27