dossier - Tuttoscuola

Transcript

dossier - Tuttoscuola
DOSSIER
TECNOLOGIE
a cura di Alfonso Rubinacci
L’
introduzione della tecnologia nel sistema d’istruzione sta allargando progressivamente,
ma in maniera irreversibile, i propri confini,
anche grazie all’azione pubblico-privato a supporto
dell’innovazione e della migliore integrazione tra
scuola e territorio. La digitalizzazione della scuola
coinvolgendo l’organizzazione, i saperi e le gerarchie
professionali sedimentate non può che avere tempi di
realizzazione nel medio periodo.
Il mondo della scuola è impegnato in una complessa operazione di ristrutturazione con l’obiettivo di
consolidare all’interno della propria cultura istituzionale le innovazioni proprie dei linguaggi digitali. Le
caratteristiche della popolazione giovanile si stanno
trasformando e ai docenti si chiedono competenze
diverse da quelle che conosciamo. “La tecnologia
- spiegano Romina Bertuzzi e Angelo Bardini - si
inserisce in mezzo ai libri cartacei in un metaforico
abbraccio tra novità e tradizione: questa è l’immagine che sintetizza, magistralmente in questo spazio,
l’idea che anima l’istituto”. Aggiunge Gianni Orecchioni, D.S. I.I.S. “Da Vinci–De Giorgio” Lanciano:
“Ciò vuol dire che la scuola si avvicina al mondo
“interno” delle ragazze e dei ragazzi che oggi la
frequentano. Un mondo popolato dalla tecnologia
digitale che essi vivono in un rapporto di intensità
e intimità, come qualcosa da cui solo difficilmente e
per breve tempo ci si possa separare. Per dei nativi
digitali è naturale muoversi in una biblioteca online,
assai di più di noi adulti che, quali immigrati in un
altro mondo, ci muoviamo con molta più difficoltà e
paura”.
Per il governo garantire un sostegno continuativo alla “trasformazione” digitale deve rappresentare una strategica priorità perché lo sviluppo
economico-sociale del paese passa necessariamente dalla capacità del sistema
educativo di raccogliere le sfide e le opportunità offerte
dall’innovazione tecnologica. La partita da giocare nel 2014 sarà assicurare
a tutto il sistema scolastico
una quantità sufficiente di risorse
per non esporre - sottolinea la prof.ssa
Alessandra Rucci , dirigente scolastica dell’istituto superiore “Savoia Benincasa” di Ancona – “ la
scuola italiana a sviluppare un pericoloso divario
tra scuole di serie A, ipertecnologiche e scuole di
serie B, che stanno perdendo un tempo prezioso che
nessuno ridarà più loro”. L’utilizzo della tecnologia
nel processo insegnamento/apprendimento rimane
un’attività da cui sono, infatti, lontane larghe fette
della popolazione scolastica. Le scuole finanziate
con il Piano Nazionale Scuola Digitale nel quadro
dei due Progetti cl@ssi 2.0 che assommano a oltre
1200, e scuol@ 2.0 che si riferiscono a 36 istituzioni
scolastiche, sono in numero estremamente limitato,
un’opportunità per pochi.
La dssa Sabrina Bono, Capo Dipartimento per la
programmazione e la gestione delle risorse umane,
finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, aggiunge che “il
MIUR è passato e sta passando ad una altra significativa fase di interventi mirati
ad altri obiettivi
TECNOLOGIE
Dossier
Agenda digitale scolastica: iniziative
sinergiche pubblico-privato?
quali la formazione degli insegnanti e il potenziamento delle
infrastrutture. Basti pensare alle
recenti disposizioni e ai relativi
finanziamenti previsti dal decreto
legge n. 104/2013 (diffusione della
connettività alla rete nelle scuole
e formazione degli insegnanti )”.
La rincorsa dell’Italia agli obiettivi dell’Agenda Digitale non è un
mero esercizio o il dover contenere
il ritardo rispetto ai parametri europei, ma una necessità imprescindibile per cogliere straordinarie
opportunità di miglioramenti della
qualità della formazione. Il gap
che i dati Ocse illustrano non deve
essere vissuto come handicap ma
come stimolo per un forte slancio.
Nella dimensione economicofinanziaria emerge con chiarezza
la necessità di attrarre risorse finanziarie come fattore propulsivo
determinante per la generalizzazione dell’innovazione tecnologica. Vi è da chiedersi in che modo
il mondo dell’impresa, della finanza, la famiglia, la comunità
territoriale potrebbero garantire
un investimento forte di risorse
finanziarie e di nuovi capitali per
accelerarne la generalizzazione.
La difficile situazione finanziaria del Paese non può essere
usata come alibi per ripiegare
verso obiettivi più contenuti, ma
può al contrario rappresentare
un’occasione affinché siano messi in campo nuovi modelli di finanziamento, attingendo a risorse
di soggetti privati, per ridare alla
scuola lo slancio necessario. Che
Intervista a Sabrina Bono, Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione
delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione
“UNA FONTE DI SVILUPPO E DI CRESCITA”
Dssa Bono negli ultimi anni il Miur ha ampliato il suo raggio
d’intervento a sostegno dello sviluppo dell’agenda digitale nel
sistema scolastico. Quali le tappe più significative? Provi a
tracciare un primo bilancio dei risultati già ottenuti.
“Sulla base delle priorità stabilite dall’Agenda Digitale Italiana, il Miur ha identificato le soluzioni digitali come importante
fonte di sviluppo e crescita. L’innovazione tecnologica sta determinando, infatti, un cambiamento in tutti i settori, pertanto
anche il mondo della scuola non può sottrarsi a questa evoluzione, che vede l’integrazione didattica delle nuove tecnologie
nelle classi e lo sviluppo di metodologie di futura generazione
quale contributo importante del sistema scolastico italiano.
Tra le tappe maggiormente significative degli ultimi anni deve
essere ricordato il PNSD, avviato nel 2007 con lo scopo di innovare la scuola attraverso la diffusione delle nuove tecnologie.
Sotto questo nome vanno un insieme di azioni e di attività che
il Ministero ha portato avanti negli ultimi anni per ammodernare il sistema di istruzione, a partire dalla realizzazione di
nuovi ambienti di apprendimento che siano a misura di studente e che facilitino l’apprendimento, rendendo la scuola un
ambiente accogliente e stimolante (scuole 2.0 e classi 2.0). Mi
preme sottolineare, inoltre, che nell’ultimo anno da questa prima fase in cui la priorità è stata data alle forniture di strumentazione tecnologica alle scuole, il MIUR è passato ad una altra
significativa fase di interventi mirati ad altri obiettivi quali
14
SABRINA BONO è Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie
e strumentali del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Laureata in giurisprudenza
e in scienze politiche, già vincitrice del primo corsoconcorso dirigenziale presso la Scuola Superiore
della Pubblica Amministrazione (1997 -1999). Prima
dirigente di seconda fascia dei ruoli della Presidenza del Consiglio dei Ministri e poi Dirigente Generale
dei ruoli del MIUR. Già Vice Capo di Gabinetto vicario
del Ministero dal 2008 al 2013. Ha vasta esperienza
amministrativa maturata in diverse amministrazioni
centrali dello Stato (Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero degli affari esteri, Ministero delle comunicazioni). Numerose le pubblicazioni e le attività
di docenza non solo in materia di diritto scolastico.
la formazione degli insegnanti e il potenziamento delle infrastrutture. Basti pensare alle recenti disposizioni e ai relativi
finanziamenti previsti dal decreto legge n. 104/2013 (diffusione
della connettività alla rete nelle scuole e formazione degli insegnanti). In particolare, per quanto riguarda la formazione
dei docenti, sono stati stanziati 10 milioni di euro per l’anno
2014 per attività di formazione obbligatoria del personale
TuttoscuolA n. 539
fare e come farlo? Certamente è
essenziale che questo tema assuma davvero una valenza strategica
nelle politiche del governo e delle
istituzioni. Occorre che ciascuno acquisisca la consapevolezza
che si tratta di un nodo dirimente
che non può essere affrontato né
in modo isolato dalle altre politiche socio-economiche (sul lavoro,
sullo sviluppo economico,sulla
ricerca, etc) né da parte di un solo ministero, ente, regione, ente
locale. E’ un tema che deve essere affrontato con un approccio
di rete, valorizzando le energie e
le risorse su tutti i livelli di possibile intervento, ma sulla base
di una strategia organica di Paese che forse è la questione più
urgente da affrontare, anche per la
competitività sul piano internazionale. Occorrono investimenti, serve un reale punto di svolta, andare
con coraggio oltre le opinioni precostituite e ricercare soluzioni diverse tali da sostenere i progetti di
molte scuole, pronte a promuovere
la progressiva generalizzazione
dell’utilizzo delle tecnologiche
nei processi d’insegnamento/apprendimento, ma per fare questo
è indispensabile, specialmente in
questa congiuntura, che si creino
le condizioni per effettuarli.
Occorre fare in modo che la prospettiva si concretizzi, cammini
anche sulle gambe delle imprese.
Un esercizio al quale nessuno degli attori del nostro tessuto economico-finanziario può sottrarsi.
“Non vedo nulla di male sul fatto
scolastico, di cui quota parte è finalizzata al rafforzamento
delle competenze dei docenti relativamente ai processi di digitalizzazione e di innovazione tecnologica in un contesto in
cui la diffusione delle tecnologie didattiche viene finalizzata
al rafforzamento delle conoscenze e competenze di ciascun
alunno, per migliorare gli esiti nelle valutazioni nazionali
svolte dall’INVALSI. Per ampliare la connettività nelle scuole,
inoltre, l’articolo 11 del decreto legge n. 104/2013 ha stanziato
15 milioni di euro (5 milioni per il 2013 e 10 milioni per il 2014)
per la realizzazione o l’ampliamento delle infrastrutture di rete con l’obiettivo principale di incrementare l’uso di contenuti
digitali in aula da parte degli insegnanti e, soprattutto, degli
studenti. Infatti, il bando attuativo della norma, ai fini dell’accesso agli stanziamenti, ha previsto per le scuole tre tipologie
di progetto finanziabili: ampliamento dei punti di accesso alle
rete WiFI, potenziamento del cablaggio fisico, realizzazione o
adeguamento dell’infrastruttura di rete (Lan/Wlan) di edificio
o campus.”
Che ruolo giocano questi strumenti nel processo di miglioramento del livello qualitativo del servizio istruzione?
“Preliminarmente è opportuno sottolineare come l’innovazione digitale abbia coinvolto diversi ambiti del servizio istruzione, sia a livello di management, sia nella didattica. Il livello
qualitativo dell’istruzione risulta migliore, grazie all’introduzione delle nuove tecnologie, soprattutto perché queste permettono di avvicinarsi ai giovani, parlando il loro linguaggio
e interagendo con le altre fonti di informazione e formazione
nel momento in cui la scuola non è più l’unica “agenzia” di
formazione. La scuola si trova dunque ad affrontare la sfida
educativa di istruire e formare le nuove generazioni cercando
TuttoscuolA n. 539
– sottolinea Anna Poggi, Presidente della Fondazione per la Scuola
della Compagnia San paolo - che
i privati, ad esempio, sostengano
economicamente l’edilizia scolastica, oppure la ricerca innovativa
(…) La crisi ci sta mettendo dinnanzi al fatto compiuto. Noi siamo pronti in spirito sussidiario ad
investire risorse economiche, ma
abbiamo bisogno di capire qual
è la strategia in cui ci muoviamo
che deve essere una strategia complessiva e “pubblica” per il rilancio del sistema scuola, come bene
comune di tutto il Paese. Questo
ci interessa e per questo lavoriamo”. Va nella stessa direzione
il Progetto Smart School Future
avviato su 25 classi in 7 regioni
italiane da Samsung per favorire
nuove strategie e nuovi linguaggi aperti al presente, ma sempre in coerente e proficuo rapporto con la tradizione. Di qui la
necessità di offrire ai docenti altre opportunità di insegnamento /apprendimento: non più soltanto la lezione frontale,
ma un graduale passaggio da un paradigma di insegnamento
non più verticistico (di cui la “cattedra” è l’icona rappresentativa) e basato ancora diffusamente sul linguaggio verbale e
scritto ad un paradigma di apprendimento, arricchito da nuovi linguaggi multimediali, logiche di rete, contributi multipli e
responsabilità condivise, dove il docente diventa il facilitatore,
non solo colui che trasmette informazioni. Sono innegabili, poi,
i miglioramenti che l’innovazione apporta alla qualità del servizio di istruzione anche nella realtà quotidiana della scuola.
Due piccoli esempi che sicuramente possono far capire anche
al non addetto ai lavori l’enorme potenzialità e semplificazione cui possiamo assistere : 1) attraverso il ricorso alle nuove
tecnologie vi è la possibilità per gli studenti di accedere facilmente ai materiali delle lezioni (non più solo gli “appunti” di
quando andavo io a scuola); 2) le TIC contribuiscono in modo
significativo al miglioramento dei rapporti scuola-famiglia,
con conseguente ricaduta positiva sulla trasparenza e al miglioramento del servizio. Ciò sta di fatto avvenendo, grazie e lo dico con estrema convinzione avendone conosciuti molti
personalmente – all’iniziativa dei dirigenti scolastici e all’impegno degli insegnanti che sono sempre disponibili e spesso
propositivi di fronte alla innovazione.”
Le strategie da seguire per il prossimo futuro saranno quelle
già in atto o ci saranno novità?
“Tenendo conto dell’innovazione tecnologica già esistente, e
delle iniziative già avviate e che continueranno ad espletare
15
TECNOLOGIE
Dossier
TECNOLOGIE
Dossier
lo sviluppo della digitalizzazione
nell’istruzione delle scuole primarie e secondarie di primo grado
che permetterà agli studenti di conoscere e sfruttare appieno le potenzialità offerte dalle tecnologie
più avanzate. “Il progetto Smart
Future - dichiara Carlo Barlocco, Deputy President di Samsung
Electronics Italia- prevede non
solo la donazione delle dotazioni
tecnologiche delle classi ma anche la realizzazione di training
specifici rivolti agli insegnanti, con l’obiettivo di migliorare
le modalità di insegnamento e
quindi di apprendimento da parte degli studenti”. “L’iniziativa
Smart Future – continua Barlocco
- può essere una testimonianza,
i loro effetti anche nel corso di quest’anno scolastico, il Ministero ha ritenuto fondamentale non prescindere da due pilastri
fondamentali su cui si fonda qualsiasi processo di innovazione: infrastrutturazione adeguata e insegnanti formati in modo da poter affrontare in piena coscienza i processi innovativi.
Su questi pilastri intende muoversi il nuovo PNSD della Scuola. Bisogna tener presente che i processi di innovazione sono
sempre graduali perché, da un lato devono tener conto delle
esigenze e dei pareri di tutti i partecipanti al processo (studenti, personale della scuola, cittadini, istituzioni locali,etc) e
dall’altro coinvolge una intera nazione, investendo un servizio
di importanza vitale come l’istruzione e la formazione dei cittadini. Questo implica che l’azione innovativa deve procedere
in modo sia top-down che bottom-up, in un ciclo continuo che
abbia come suo scopo finale l’innovazione dell’intero sistema
per migliorare i servizi e i risultati dell’istruzione.
Il processo deve essere top-down, perché deve essere regolato,
attraverso indicazioni ministeriali , ma deve essere anche bottom-up, soprattutto perché molte scuole in piena autonomia si
sono già innovate. In quest’ultimo caso il compito del Ministero è effettuare una sorta di talent scouting, per individuare tutte le innovazioni che funzionano e che hanno prodotti risultati
significativi. I due processi si fondono in un unico processo che
coinvolge le scuole e le proposte innovative esistenti, cercando
di diffonderle, sempre nel pieno rispetto della autonomia delle
scuole, della libertà di insegnamento e delle norme che regolano gli ordinamenti scolastici e la Scuola in generale.
Le linee di sviluppo della strategia del Ministero, dunque, devono essere rivolte a fornire gli strumenti organizzativi, tecnologici e didattici per favorire il passaggio ad una didattica, in
cui sia centrale il processo di apprendimento dei singoli alunni
e ci si avvalga, non solo del linguaggio verbale, ma anche dei
nuovi linguaggi multimediali. A questo fine è imprescindibile il
processo formativo dei docenti, i quali possono, mediante l’uso
delle tecnologie, acquisire modalità di insegnamento diverse
dalla sola didattica trasmissiva e sperimentare processi di
apprendimento collaborativi ed esperienziali. Un’altra linea
di sviluppo fondamentale è individuata nella modifica degli
ambienti di apprendimento e nella realizzazione di sistemi
educativi che favoriscano lo sviluppo e il potenziamento delle
competenze individuate nella Strategia Europa 2020, con il fine ultimo dell’inserimento nel mercato del lavoro.
16
una sorta di statement che dice
ecco, ci siamo, siamo un’azienda in forte crescita ed espansione e pensiamo al futuro delle
prossime generazioni di questo
Paese”. Una sorta di modello di
riferimento anche per altre aziende del settore hi-tech”. In questa
prospettiva appare necessario
promuovere azioni finalizzate a
Infine, altri due importanti passi in avanti per il futuro sono
costituiti da un sempre più elevato grado di trasparenza delle attività delle Istituzioni pubbliche e dalla promozione di risorse didattiche aperte. Gli open data danno la possibilità a
tutti i cittadini di accedere ad informazioni che fino ad oggi
non erano accessibili. Solo conoscendo, il cittadino può partecipare e contribuire alla vita democratica e solo favorendo il
ricorso alle risorse educative aperte (REA/OER), si garantisce
che il materiale didattico realizzato con finanziamenti pubblici sia accessibile a tutti. Il MIUR sta cercando di muoversi
lungo questa direzione, attraverso l’ampliamento del wireless
nelle scuole, la formazione dei docenti per una nuova didattica
e l’attuazione della recente disciplina dei libri digitali.”
Ad oggi qual è la percentuale di copertura nello sviluppo digitale del sistema educativo?
“Per meglio comprendere i passi che sta compiendo il sistema educativo, sia in senso organizzativo che didattico, verso
l’implementazione degli strumenti digitali, posso fornire in
anteprima qualche dato proveniente dall’Osservatorio Tecnologico del Ministero, che stiamo analizzando e rielaborando
proprio in questi giorni. Sul versante dell’implementazione
delle nuove tecnologie nella didattica, sono stati compiuti notevoli progressi. Gli ultimi dati disponibili ci dicono che oltre
il 31% delle istituzioni scolastiche fa uso di ambienti web per
la didattica; inoltre, relativamente alle Istituzioni scolastiche
dotate di connessione ad internet, se è vero che per il primo
ciclo solo il 10% dispone di una connessione ad alta velocità
ad internet, circa un quarto delle scuole secondarie di secondo
grado sono dotate di una connessione ad internet veloce, mentre i restanti ¾ sono connessi ad una velocità medio bassa . In
merito a quest’ultimo dato bisogna tenere conto che la rilevazione dell’Osservatorio precede la conclusione del bando WIFI,
che, a seguito dell’assegnazione dei fondi alle scuole vincitrici
(con priorità scuole secondarie di secondo grado), consentirà
ad ulteriori 1.554 scuole (si tratta di scuole secondarie di secondo grado) di beneficiare dei 15 milioni stanziati dal decreto
legge 104/2013 (5 milioni per il 2013 e 10 milioni per il 2014) per
il wireless.”
Concretamente, quali le azioni da mettere in campo per generalizzare l’uso didattico delle tecnologie? Sono percorribili
TuttoscuolA n. 539
mettere in relazione finanziaria il
mondo della scuola, dell’impresa e
del lavoro, degli editori, degli organismi finanziari, delle banche,
delle fondazioni, degli organismi
non profit, dell’otto per mille del
gettito Irpef, delle donazioni di
infrastrutture da parte dell’industria elettronica, etc. per creare,
dentro il cambiamento del sistema
educativo, un contesto di coesione
e di solidarietà finanziaria e sociale. Un nuovo modello di finanziamento che certamente genera
problemi che non possono trovare
soluzione attraverso il solo intervento dello Stato, ma foriero di un
cambiamento profondo di cultura
dei servizi e della partecipazione
che può far emergere quanto sta
strade per ampliare le fonti di finanziamento, anche per ingaggiare “finanza privata”?
“Come già accennato prima, le azioni messe in campo per
l’anno 2013-2014 sono prioritariamente rivolte alla formazione degli insegnanti ed al potenziamento dell’infrastruttura di rete nelle scuole. Per la formazione è stato previsto un
avviso rivolto a tutte le istituzioni scolastiche con acquisizione della candidature provenienti da parte di reti di scuole
a livello regionale o provinciale che garantissero percorsi
di formazione modulari e flessibili, in risposta ai differenti
livelli di bisogni formativi evidenziati dai fruitori finali. Un
sistema a voucher, che vedrà il coinvolgimento di formatori ed insegnanti che hanno già partecipato a programmi
come Scuola 2.0 e Cl@sse 2.0 e che saranno inseriti in un albo
da cui le scuole sceglieranno i “Net Teachers” per la formazione del corpo docenti. Questa iniziativa è stata portata a
termine in tempi record e già sono state selezionate le scuole “formatrici “e presto saranno finanziate concretamente;
questo sistema è certamente replicabile in futuro. Vista la
situazione attuale della copertura di rete nelle scuole, appare evidente che per sostenere il processo di innovazione della
scuola digitale, è necessario procedere anche ad un potenziamento dell’infrastruttura, sia per collegare i plessi scolastici a banda larga alla rete, sia per individuare soluzioni
adeguate di connessione interna nelle aule. Per consentire,
dunque, la realizzazione e/o l’ampliamento delle infrastrutture di rete (LAN/WAN) alle istituzioni scolastiche statali,
in particolare per quelle del secondo ciclo di istruzione - in
applicazione dell’art.11 del D.L. n. 104/2013, convertito nella
Legge n.128/2013, - è stato varato un bando volto a finanziare, con 15 milioni di euro in due anni, progetti presentati
dalle istituzioni stesse volti ad ottenere un ampliamento dei
punti di accesso alla rete WiFi. Anche questa procedura ha
visto una massiccia risposta da parte delle scuole, a testimonianza della bontà della scelta effettuata e permetterà,
a regime, a più di 1.500 istituzioni scolastiche di implementare la loro rete per consentire agli studenti l’uso delle nuove
tecnologie, anche in vista dell’utilizzo dei contenuti digitali
nella didattica. Per quanto attiene al modo di ingaggiare
“finanza privata”, a mio avviso, la questione va inquadrata
nel contesto più generale del rapporto tra la scuola odierna
e il territorio. Oggi la scuola è chiamata a svolgere compiti
TuttoscuolA n. 539
succedendo in molte realtà. Sono
questi i fatti, accanto ai temi che
Tuttoscuola ha approfondito nei
dossier dedicati alle tecnologie
nella scuola, raccogliendo esperienze ed evidenziando posizioni
e spunti critici, che potrebbero rilanciare lo sviluppo del sistema
educativo e dare speranza per un
futuro migliore.
più ampi di quelli che ha svolto fino ad oggi. D’altro canto,
tutti i membri della comunità stessa sono chiamati a partecipare alle attività, alla gestione e, quindi, alla crescita della
comunità e della società in generale. E’ questa la base delle
smart communities e dell’e-government, in cui tutti gli stakeholders del mondo scuola e il territorio possono interagire
con la scuola. Anche a livello di Ministero vogliamo operare
un piccolo passo iniziale in questa direzione. Nel mese di febbraio, si realizza sul sito del MIUR una “vetrina digitale”, un
sistema di gestione dei protocolli d’intesa con imprese e/o associazioni, volto a favorire l’inserimento delle ICT nelle scuole. Attraverso la creazione di un sistema informatizzato si
vuole cercare di rendere facilmente visibili i protocolli d’intesa non solo alle scuole , ma anche alle “aziende”, in modo da
consentire alle prime di poter visionare con maggiore semplicità le offerte esistenti ed a quest’ultime, attraverso una
maggiore trasparenza nella pubblicizzazione dei protocolli
stessi, una loro adesione facilitata on line , così da innescare
un sistema virtuoso di sana competizione tra le aziende che
vogliano sostenere il mondo della scuola nel lungo processo
di digitalizzazione.”
Quali le azioni più significative? Quali sono le “carenze” maggiori che l’Amministrazione dimostra di avere nei confronti
delle istituzioni scolastiche? Quali strategie suggerisce ai
decisori politici per migliorare l’efficacia e l’efficienza degli
interventi?
“Spesso non si tratta di vere e proprie carenze, ma semmai di
“distanze” fisiche, comunicazionali e di rapporti e relazioni.
Pertanto, andrebbe sicuramente approfondito il rapporto con
le istituzioni scolastiche per conoscerne meglio la realtà e affinché le scuole, pur nell’ambito della loro autonomia, possano
considerare il Ministero un punto di riferimento. Ebbene non
mi sembra di dover suggerire nessuna strategia in tal senso
al decisore politico, visto che il Ministro Carrozza si è da subito
orientata per un Ministero “aperto alle scuole”, sia fisicamente (sono state organizzate varie iniziative in questo senso), sia
sotto il profilo comunicazionale e delle relazioni. Ha invitato
spesso i Capi Dipartimento, i direttori generali, con particolare attenzione ai DG degli Uffici scolastici regionali, ad “ascoltare” le scuole e ad essere per loro punto di riferimento nella
realizzazione concreta della loro autonomia.”
17
TECNOLOGIE
Dossier
TECNOLOGIE
Dossier
Intervista a Carlo Barlocco, Deputy President di Samsung Electronics Italia
“UN PROGETTO PILOTA”
Presidente Barlocco, a che
punto è la real i zzazione del
Proget to Smart Future pro mosso da Samsung per favorire
lo sviluppo della digitalizzazione nell’istruzione delle scuole
primarie e secondarie di primo
grado?
“Abbiamo avviato un progetto
pilota su 25 classi in 7 regioni
italiane insieme all’Università
Cattolica – CREMIT, diretto dal
Professor Pier Cesare Rivoltella,
che ha l’obiettivo di mettere a
punto un modello di monitoraggio per verificare, sulla base di
evidenze, cosa succede realmente nella scuola una volta introdotte le tecnologie. Vogliamo in
questo modo capire come orientare al meglio il progetto su più
ampia scala durante il prossimo
triennio. Smart Future prevede
non solo la dotazione tecnologica
delle classi ma anche la realizzazione di training specifici rivolti
agli insegnanti, con l’obiettivo
di migliorare le modalità di insegnamento e quindi di apprendimento da parte degli studenti.”
di Paola Torre
Ci spie g h i que sto progett o? Q u a l i g l i o b i e t t i v i p i ù
significativi?
“Il proget to è inter nazionale, Sa msu ng ha g ià i nt rodotto Smar t Fut ure in altri Paesi
e l’Italia l’ha implementato a
partire dall’anno scolastico in
corso. Pr incipale obiet tivo di
Samsung è creare valore con le
proprie competenze tecnologiche nei Paesi dove opera partendo dall’educazione, chiave di
volta per contribuire alla crescita di un Paese. Sull’educazione
e sull’istruzione è un dovere investire. Non dimentichiamo poi
il gap dell’Italia rispetto ad altre nazioni europee per quanto
riguardo l’utilizzo di tecnologie
in classe. Cerchiamo di aiutare a colmarlo. Aggiungo che al
fine di garantire al progetto la
massima serietà, abbiamo formato u n Advisor y Boa rd che
coi nvolge f ig u re di altissi mo
prof ilo i mpeg nate nel mondo
scolastico, tra i quali Antonio
Aff inita, presidente del MOIGE, Dianora Bardi, fondatore e
vice presidente del centro studi
Impara Digitale, Maria Latella,
giornalista, Pier Paolo Limone,
Professore Associato di Pedagogia dei Media presso il Dipartimento di Studi Umanistici
dell’Università di Foggia, Stefano Ribaldi, vice direttore di
Rai Educational, Giorgio Riva
di RCS per AIE, Pier Cesare Rivoltella, Professore Ordinario
di Didattica e Tecnologia dell’istruzione e dell’apprendimento
presso l’Università Cattolica di
Milano.”
Come è stato accolto il Progetto Smart Future dalle scuole, dai docenti, dai dirigenti
scolastici e dalle famiglie? Sono emerse delle criticità? Se
sì, come sono state superate?
“Il progetto ha av uto un’accoglienza straordinaria da parte di t utti i soggetti coinvolti
nel sistema scuola. St udent i,
i n s e g n a n t i , d i r ig e n t i h a n n o
ESPERIENZE di AVANGUARDIA
Tra le scuole italiane chiamate a partecipare ad Emi-
e setting profondamente diversi, sottendono l’idea di
nent (se ne parla a pag. 20), l’Istituto Savoia Benincasa
apprendimento e di scuola del futuro che è stata al
di Ancona, su segnalazione di Stefano Ghidini di C2
centro della riflessione di Eminent 2013. E’ importante
Group e Acer Italia, per l’esempio concreto di innovazio-
ricordare che nel nostro Paese esiste una consolidata
ne realizzato nel corso degli ultimi tre anni, dando vita
avanguardia di Istituti che in modi diversi, ma secon-
con autonome risorse ad una scuola 2.0 e protagonista
do una logica di rete e quindi di ampia condivisione e
oggi di un’importante rivisitazione dello spazio in fun-
confronto, sta conducendo esperienze significative di
zione dell’apprendimento, l’aula 3.0, grazie alla quale
innovazione didattica. Si tratta di Istituti, come il Sa-
l’Istituto e la Dirigente Alessandra Rucci hanno gua-
voia Benincasa, le cui esperienze sono state più volte
dagnato un posto nella top 100 degli innovatori nella
oggetto di approfondimento in questa rivista: l’Isti-
classifica del blog Che futuro! Del giornalista Riccardo
tuto Tecnico Volta di Perugia, il Fermi di Mantova, il
Luna. L’esperienza dell’Aula 3.0 di Ancona e tutte quelle
Pacioli di Crema, il Majorana di Brindisi, anche questo
analoghe di scuole che stanno ridisegnando gli spazi
nella top 100 degli innovatori italiani 2013 con l’espe-
18di apprendimento con nuovi strumenti, nuovi arredi
T
A n. 539
rienza di Bookinprogress. Esistono uttoscuol
anche esperienze
Carlo Barlocco, Deputy President di
Samsung Electronics Italia, illustra
a Tuttoscuola non solo lo stato di
avanzamento del Progetto Smart
Future, ma anche le prospettive che
si possono aprire con una più stretta
collaborazione tra aziende, MIUR e
scuole per allineare il nostro Paese
agli standard europei in fatto di
digitalizzazione dell’istruzione.
testimoniato con il loro ent usiasmo la voglia di aff iancare
l’utilizzo di tablet e E-board ai
metodi didat tici t radizionali.
Questa per loro è una g rande
sfida, perché comporta una formazione ulteriore da parte dei
docenti ma davvero abbiamo riscontrato tanta partecipazione
anche da parte dei genitori. Le
principali difficoltà sono legate alle inf rast r ut t u re, soprattutto alla presenza della banda
larga che ancora non è diffusa
in tutte le scuole su ter ritorio
nazionale.”
Qual i seg nal i cog l ie nel le
de ci sion i del M iu r su l l’i m por tanza del sostegno che
un’a z ienda come quel la che
lei rappresenta può offrire alla scuola?
“Sono segnali incoraggianti,
anche alla luce del fatto che il
Miur ha già avviato iniziative
a nalog he i n a n n i precedent i,
dunque l’attenzione è alta nei
con f ront i del l’i nt e r ve nt o dei
privati che possono affiancare
il Ministero nella realizzazione
di questi progetti.”
L’uso delle tecnologie nel sistema educativo italiano soffre un forte ritardo rispetto a
quanto avviene in altri paesi
europei. C’è un punto fermo
da cui partire per accelerare
lo sviluppo tecnologico nelle
di grande impatto, come quella della Prof.ssa Dianora Bardi e del centro
Impara Digitale, che sta diffondendo programmi di formazione didattica assolutamente innovativi e in linea con quanto sostenuto ad Eminent
2013. A proposito di didattica innovativa è importante segnalare che il
percorso di alcuni di questi Istituti (Pacioli, Fermi, Savoia Benincasa) li ha
condotti alla partecipazione alla rete del Global Teaching Labs del MIT di
Boston, di cui è capofila il Pacioli di Crema. Nell’ambito di questo progetto
un gruppo di “top students” del MIT è stato ospitato, durante il mese di
gennaio, nelle diverse scuole partecipanti per diffondere i particolari metodi di insegnamento nelle discipline scientifiche utilizzati a Boston. Alla
didattica delle discipline scientifiche si è recentemente introdotta anche
la diffusione del Debate, sperimentata già da quattro anni al Pacioli come disciplina curricolare. Sempre nell’ambito del progetto un gruppo di
T
A n. 539
uttoscuol
dirigenti
e docenti della rete sarà ospite del MIT nel mese di Aprile 2014.
scuole?
“Come accennavo, siamo consapevoli del ritardo dell’Italia.
Dal mio punto di vista, occorre
investire sulle infrastrutture per
consentire alle scuole di avere
disponibile la banda larga, non
così scontata in molti Comuni
italiani. Certo poi va ripensato
anche il sistema educativo in
ter mini di utilizzo degli str umenti didattici più innovativi,
prevedendo corsi di formazioni specif ici per gli insegnanti
e maggiori fondi per dotare le
scuole di strumenti digitali.”
Qual è il contributo che in
particolare può dare Samsung
alla generalizzazione dell’innovazione tecnologica nel sistema educativo?
“Il progetto Smart Future può
essere una testimonianza, una
sorta di statement che dice “ecco, ci siamo, siamo un’azienda
in for te crescita ed espansio ne e pensiamo al f ut uro delle
prossime generazioni di questo
Paese”. Una sor t a di modello
di riferimento anche per altre
aziende del settore hi-tech.”
Ci può indicare quelle che a
suo parere sono le principali
sfide e relativi progetti in serbo per il futuro? Quale ruolo
per Samsung?
“Stiamo assistendo a un cambiamento culturale, una sorta di
ripensamento della scuola e del
fare scuola. Abbiamo una tradizione educativa di altissimo
prestigio a cui è imprescindibile
aff iancare adesso anche st r umenti digitali. In gioco è il futuro delle prossime generazioni,
e quindi del Paese. Samsung,
nel suo piccolo, può contribuire a questa trasformazione non
solo fornendo tablet ma contribuendo alla formazione dei docenti per la quale naturalmente
ci avvaliamo delle indicazioni
dell’Advisory Board.”
19
TECNOLOGIE
Dossier
TECNOLOGIE
Dossier
Il docente, leva strategica
del cambiamento nella scuola del futuro
di Alessandra Rucci*
N
ell’intensa due giorni dell’Expert Meeting in Education
Networking - EMINENT 2013, svoltasi ad Helsinki il 4 e
5 dicembre scorsi, il focus è stato tutto sull’importanza
strategica del mutamento di ruolo del docente e sulle nuove
competenze che dovrebbe acquisire per la scuola del futuro,
con speciale attenzione rivolta alla formazione iniziale e in
servizio.
Lo scenario attuale e la cornice sociale, culturale e antropologica profondamente e rapidamente mutata nell’arco
di appena un decennio, rendono ormai non più rinviabile la
questione: il modello tradizionale di insegnamento, fondato
sulla trasmissione di conoscenze, sulla lezione frontale di tipo accademico, che presuppone il concetto che la conoscenza
e l’informazione risiedano nel docente e i discenti ne siano
destinatari, non può più reggere in un contesto come quello
attuale. L’informazione è ovunque e ovunque accessibile, si
raggiunge con un click dallo smartphone, che tutti gli studenti hanno a disposizione, mentre quello di cui la generazione
digitale sembra essere incredibilmente povera risiede proprio nella disponibilità di strumenti per apprendere efficacemente in modo anche autodiretto, i cosiddetti strumenti del
Self Directed Learning (SDL). Ciò che i nostri studenti fanno
continuamente è cercare informazione, mentre ciò che manca è la capacità di far sì che l’informazione possa concorrere
alla costruzione di una conoscenza personale articolata e
spendibile.
Al centro della questione vi sono dunque alcune necessità da
non perdere di vista: dare un senso forte alla scuola e ridisegnarne con chiarezza la missione, motivare gli studenti
attraverso esperienze di apprendimento significative e coinvolgenti, formare un profilo adeguato del docente della scuola del futuro.
La mission della scuola nella società della conoscenza
Per quanto concerne la mission e il senso della scuola nello
scenario attuale emerge con chiarezza la necessità di uno
spostamento di orizzonte, dai contenuti ai processi, dalla
lezione al laboratorio, dalla centralità dell’insegnamento a
quella dell’apprendimento. Concetti scontati per gli addetti ai lavori ma in realtà lontanissimi dalla realizzazione,
se non in contesti di avanguardia e spesso per iniziativa di
singoli innovatori. La difficoltà nell’attuare questo spostamento risiede nell’età media dei docenti, nella loro difficoltà
ad abbandonare percorsi consueti che, bene o male, hanno
funzionato e in parte continuano a funzionare, se non fosse che hanno un costo elevatissimo in termini di quantità
20
di motivazione dei giovani che si
perde lungo il cammino. Parlare
una lingua incompresa significa
rinunciare alla comunicazione e
per comunicare con i suoi studenti
la scuola deve imparare a padroneggiare i loro stessi linguaggi,
solo in tal modo potrà poi proporre anche i vecchi linguaggi, come
alternativi e possibili. La mission
della scuola oggi, alla luce del contesto, non può che essere
fondamentalmente metodologica e non più solo contenutistica: garantire strumenti di orientamento nel web, competenze
di Self Directed Learning, capacità di servirsi del web e dei
social non solo a scopo ludico ma anche e soprattutto per costruire conoscenza, attivazione del pensiero critico, della discussione, della creatività, competenza nel lavorare in team
in modo costruttivo e responsabile, educazione alla ricerca e
alla scoperta, alla formulazione di ipotesi e alla soluzione di
problemi. In sintesi favorire il ruolo attivo degli studenti nel
processo di apprendimento e anche nella sua organizzazione,
il tutto in gruppo – reale o virtuale, gruppo di lavoro o community - perché nello scenario attuale è impensabile che qualunque esperienza di apprendimento sia condotta in solitudine.
A tutto questo non è estranea la questione del ripensamento
degli spazi e del setting di apprendimento, fondamentale per
la realizzazione di questa mission, in quanto la strutturazione dello spazio condiziona profondamente l’esperienza di apprendimento che vi si svolge.
Motivare ad apprendere
Diviene oggi più che mai una questione cruciale per la società e la sfida deve essere raccolta con successo dalla scuola,
che non può lasciare i giovani soli in un contesto sovrabbondante di informazione indistinta, di stimoli entusiasmanti,
continuando ad utilizzare strumenti troppo lontani dalla loro
esperienza di vita. Dunque il senso della tecnologia a scuola
è questo, nulla di miracolistico o di modaiolo, lo stesso senso della penna e del quaderno, dei pastelli e del foglio da disegno, del libro, perché è attraverso la tecnologia che oggi
i nostri giovani “sfogliano” un libro, cercano un termine nel
dizionario, arrivano alla spiegazione di un concetto, disegnano, esprimono la loro creatività, si relazionano con gli altri,
discutono, imparano. Non è più proponibile un docente che
non conosca gli strumenti di uso comune degli studenti che ha
di fronte, perché questi sono la dimensione naturale del loro
esistere. Solo attraverso questi è possibile motivare i giovani
ad avventurarsi nel terreno dell’apprendimento significativo
e profondo e non perché essi siano più efficaci del quaderno
TuttoscuolA n. 539
e della penna – anche se in effetti lo sono – ma perché sono la cifra del loro essere
nel mondo.
Il docente del futuro
E qui si apre la questione centrale dell’Eminent 2013. Nulla di tutto quanto detto è
possibile senza che sia ridefinito e formato il profilo del docente che è necessario in
questo tipo di scuola. L’argomento è stato trattato magistralmente e con decisione
dalla Prof.ssa Diana Laudrillard, che ha definito il docente del futuro come il motore dell’innovazione nell’ambito di una pedagogia che non può che essere digitale.
Gli assunti di base dai quali partire si rifanno a Dewey, Piaget, Bruner, Vygotsky,
Papert fino a Marton e Bransford e al dato di fatto che si apprende, oggi più che
mai, non solo attraverso la lezione, ma molto più attraverso la discussione, il confronto di idee, la formulazione di domande, la negoziazione e la collaborazione, in
un continuo rimando fra il docente, gli studenti e i pari, in una cornice che è definita Conversational Framework e che include una molteplicità di pratiche che vanno
dall’acquisizione di informazioni alla ricerca, dalla discussione alla produzione e
collaborazione. Il docente del futuro, lungi dall’essere un esperto conferenziere, come nelle pratiche tradizionali di lezione, deve poter utilizzare tutti questi strumenti
e tutti i mezzi tecnologici che li favoriscono: motori di ricerca, blog, forum, social
network, VLEs, repositories. Le competenze nuove del docente devono comprendere
anche il design dell’esperienza di apprendimento, dal momento che l’organizzazione della didattica richiede una maggiore attenzione rispetto al passato, dato il
mix di strumenti, spazi – reali e virtuali - e opzioni da scegliere. Richiede anche,
naturalmente, una revisione degli strumenti di verifica e valutazione, chiamando
in campo modalità di assessment nuove e che hanno sempre più spesso a che vedere con compiti autentici. Come arrivare a tutto questo? Attraverso una formazione
capillare che dovrebbe essere condotta per il tramite degli stessi strumenti di cui
si promuoverà l’uso didattico, in modo tale che ci si formi attraverso la pratica
e l’esperienza e soprattutto nell’ambito di communities, anche virtuali, di professionisti che diffondono le loro esperienze, i materiali, le risorse, si confrontano e
riflettono sulle pratiche adottate, con forme e strumenti molto simili a quanto avviene nelle comunità scientifiche. Anche in questo caso l’aula tradizionale, intesa
come modalità formativa, è residuale, per lasciare spazio a forme di Self Directed
Learning e a strumenti che favoriscano una più ampia circolazione e diffusione
delle pratiche esperte. Gli esempi riportati dalla Laudrillard sono molti, dall’uso
di Moodle o altri VLEs a quello dei MOOCs, dei quali si è sottolineata l’importanza
e l’efficacia, in quanto strumenti ad accesso aperto, in grado di raggiungere una
grande quantità di persone e per i quali si è ipotizzato un uso possibile anche per
gli studenti. Intende contribuire allo sviluppo di una nuova professionalità docente
proprio la European Schoolnet Academy, lanciata in occasione dell’Eminent 2013 e
pronta a partire con i primi MOOCs per l’inizio del 2014, con l’obiettivo di offrire ai
docenti esperienze di formazione basate su pratiche di successo (desunte dai più
importanti progetti di EUN, come Future Classroom Lab, iTEC, STEM ed altri) e una
grande varietà di strumenti di apprendimento, da video, ad attività collaborative,
a repositories di risorse didattiche fino a strumenti innovativi per la verifica degli
apprendimenti. Importanza particolare in questo portale sarà data ai cosiddetti “practice videos”, filmati di autentiche situazioni di apprendimento vissute in
classe commentate da docenti, esperti, studenti stessi, per offrire stimolo alla discussione e alla riflessione e soprattutto per ridurre il gap fra teoria e pratica che
tradizionalmente affligge la formazione didattica. Si tratta di un progetto molto
ambizioso e di un contributo davvero importante per lo sviluppo di un nuovo modello di formazione dei docenti. Le iscrizioni sono aperte: www.EuropeanSchoolnetAcademy.eu .
*Dirigente scolastica istituto “Savoia Benincasa” di Ancona
TuttoscuolA n. 539
La politica dei prezzi e i contenuti dell’offerta che proviene dal mondo dell’impresa può
concorrere a ridurre il divario
tra i territori nelle dotazioni
tecnologiche e a migliorare il
rapporto studenti/dispositivi?
“Certo, assolutamente. Nello
specifico, Smart Future è un progetto che verrà svolto a livello
nazionale. Nelle classi che finora abbiamo implementato, i tablet sono disponibili per tutti gli
studenti oltre all’insegnante. Tra
l’altro, ricordo che i criteri che
hanno portato alla scelta delle
scuole sono: alto numero di alunni con disabilità, forte incidenza
di disturbi specifici dell’apprendimento, territori socio – culturalmente disagiati, piccoli plessi.
In questo modo, cerchiamo di
coi nvolgere a nche ter r itor i e
istituti in difficoltà proprio con
l’obiettivo di offrire opportunità
per tutti.”
Ci sono modalità di gestione
e manutenzione delle risorse
tecnologiche adottate nelle imprese e nelle aziende che potrebbero essere “trasferibili”
nei modelli organizzativi delle scuole per il miglioramento
dell’efficacia ed efficienza dei
servizi?
“Sì, assolutamente. È chiaro
però che la scuola ha una sua
struttura nella quale inserire queste modalità e non sempre il passaggio potrebbe essere scontato.”
Il finanziamento dell’Agenda
Digitale è una questione che dovrebbe impegnare solo lo Stato
o viceversa si rende necessario
individuare nuove modalità e
fonti di finanziamento? Qual è
il suo punto di vista?
“È un punto di partenza, un impegno concreto preso dal Governo italiano. Sicuramente pensare
anche a finanziamenti privati può
signif icare accelerare i tempi,
cosa di cui c’è urgenza.”
21
TECNOLOGIE
Dossier
TECNOLOGIE
Dossier
Registro elettronico: condivisione di
applicazioni, servizi ed esperienze
L’
adozione del registro elettronico al Liceo Monti di
Cesena ha rappresentato un
investimento significativo in termini di costi, di impegno necessario a
superare le resistenze, di avvio del
processo di ‘formazione’ di docenti e genitori. Prima di autorizzare
qualsiasi spesa ci siamo soffermati
lungamente sull’analisi dei bisogni.
I numerosi incontri, le visite ad altre
scuole, lo studio delle esperienze già
in atto, ci hanno consentito di non
fare scelte avventate e frettolose.
Fondamentale è risultata di conseguenza la scelta del software, che
doveva rispondere a tutte le esigenze individuate. Il nostro Liceo
forniva già da alcuni anni servizi
interattivi all’utenza, tra i quali:
- circolari on-line,
- prenotazione colloqui con i docenti on-line,
22
di Lo staff tecnico del Liceo Monti
- prenotazione laboratori on-line,
- prenotazione locali on-line
- richiesta fotocopie on-line,
- modulistica on-line, ecc.
Non si voleva ricorrere a gestionali esterni per non costringere docenti, genitori e studenti, a gestire
più credenziali di accesso. Abbiamo
chiesto alla ditta che ci ha fornito il
sito web di realizzare un ulteriore
servizio di registro elettronico e di
collocarlo all’interno del medesimo
contenitore già in uso. Oltre a non
favorire la proliferazione di credenziali, si è così potuto compartecipare alla progettazione del gestionale,
modellandolo e plasmandolo anche in base alle nostre esigenze.
A tutt’oggi, oltre ai servizi sopra
elencati ed al registro elettronico, il
nostro sito contiene anche le sezioni
dell’Amministrazione Trasparente e dell’Albo on-line. L’attivazione
del registro elettronico può avvenire anche in tempi rapidi, partendo
dal servizio essenziale (registro di
classe e registro personale), aggiungendo progressivamente le altre
possibilità. È sempre utile un periodo di sperimentazione, partendo
da qualche consiglio di classe più
disponibile, da ‘formare’ con incontri appositi. Questo consente di
verificare le criticità, inevitabili, di
predisporre le soluzioni in caso di
emergenza, di rispondere ad esigenze non sempre prevedibili: le prove
di evacuazione, un possibile black
out, una visita guidata o un viaggio
di istruzione, sono solo alcune delle
infinite variabili rispetto alla situazione ideale. Il percorso seguito in
nel solo precedente anno scolastico
TuttoscuolA n. 539
ci ha permesso di adottare in via definitiva, dal presente, il registro elettronico in tutte le classi. Nella fase
di avvio è stato costituito in gruppo
tecnico (docenti, tecnici di laboratorio e amministrativi) che ha garantito il supporto ai docenti per le
problematiche relative all’uso del registro elettronico. Lo stesso gruppo
si è occupato anche di seguire i genitori e gli studenti per favorire l’utilizzo della nuova risorsa attraverso
la pubblicazione di alcuni manuali
d’uso e attraverso una pronta disponibilità via telefono e via e-mail. I
genitori e gli alunni hanno ricevuto all’inizio dell’anno le credenziali
per accedere al registro elettronico e
vedere immediatamente tutto quello
che viene inserito (attività svolta,
attività assegnata, assenze/ritardi e
uscite anticipate). Possono, inoltre,
interagire con la scuola utilizzando
i vari servizi disponibili come, ad
esempio, la prenotazione dei colloqui on-line. Per quanto riguarda i
voti delle interrogazioni e delle prove scritte, questi vengono bloccati
- e quindi resi visibili a genitori e
studenti - ogni 20 gg. (tempo al momento ritenuto congruo per la verifica, la correzione delle prove scritte
e per l’inserimento dei voti all’interno dell’applicativo). Il gruppo che
ha affiancato il Dirigente Scolastico
ha lavorato con abnegazione e con
“testardaggine” per trovare le soluzioni ai tanti problemi tecnici ed
organizzativi. Molti di questi sono
stati risolti facendo benchmarking.
Scopo del team è stato quello di favorire il lavoro dei docenti senza
che questi siano continuamente assillati da problemi tecnici. Lo staff
tecnico oggi ha il compito di seguire
tutti gli aspetti legati al sito Internet
della scuola, ai vari servizi on-line,
alla rete LAN e WI-FI, ai problemi
di connessione internet, come meglio esemplificato nell’immagine.
La speranza è quella di aver gettato
solide fondamenta sulle quali costruire e sviluppare nuove modalità
di apprendimento basate sul mobile/
collaborative learning.
TuttoscuolA n. 539
TECNOLOGIE
Dossier
La scuola da “piazza del
paese” a “comunità inclusiva”
di Romina Bertuzzi e Angelo Bardini*
L’
Istituto comprensivo statale di Cadeo e Pontenure, costituitosi nel
settembre 1999, comprende le scuole dell’infanzia, della primaria
e della secondaria di I° grado dei due comuni, posti sull’asse della
Via Emilia, conta 1350 alunni con un 23% di stranieri.
Il principio educativo dell’istituto, con la creazione di classi realmente equieterogenee per garantire equilibrio e parità di opportunità
tra i gruppi-classe, si focalizza sul soggetto in apprendimento con la
sua individualità, i suoi tempi e stili di apprendimento nell’ambito di
una rete di relazioni che lo legano alla famiglia e ai diversi ambienti
sociali. L’idea di scuola cui tende l’istituto è una scuola dell’inclusione
in cui ogni alunno trovi possibilità, stimoli e risorse per apprendere in
un luogo sicuro, accogliente e dotato di strumentazioni all’avanguardia.
LA COMUNITA’ INCLUSIVA
L’istituto ha negli ultimi anni attuato il passaggio dalla scuola come
“piazza del paese”, ossia prioritario centro di aggregazione, alla scuola
come “comunità inclusiva” che esce dai suoi confini istituzionali per
abbracciare il paese e tutto il territorio circostante e renderlo partecipe
delle scelte operate; solo attraverso una costante progettualità ed una
solida organizzazione che preveda il coinvolgimento e la cooperazione
di tutta quanta la comunità (amministrazione comunale, enti e agenzie
locali, sponsor e genitori) si può pensare di realizzare una scuola nuova
e al passo con i tempi che incessantemente mutano, una Scuola2.0 che
si concretizzi non attraverso azioni didattiche frammentarie o di breve
durata ed incisività, ma con azioni forti e radicate che possano essere
messe a sistema per diventare prassi consolidate.
Creare una scuola che fa dell’inclusione in senso lato lo sfondo valoriale della propria progettualità significa credere in un rinnovamento
metodologico attraverso la sperimentazione di nuove pratiche didattiche, rinnovare gli ambienti di apprendimento considerando che anche
lo spazio insegna e mettere a disposizione di tutti le migliori tecnologie
23
TECNOLOGIE
Dossier
a supporto della didattica quotidiana. Le tecnologie, accanto e
non al posto di altri strumenti più
tradizionali, sono indubbiamente
efficaci nella quotidianità per migliorare gli aspetti motivazionali,
cognitivi, metacognitivi dei ragazzi, per favorire la collaborazione,
la condivisione, la ricerca nell’apprendimento, per consentire una
reale inclusione ed integrazione
valorizzando le intelligenze multiple e le capacità personali. Appare
evidente, però, che per attuare un
cambiamento metodologico non
basti possedere materialmente varie strumentazioni tecnologiche,
dal momento che le tecnologie sono solo strumenti e a poco servono da sole, occorre invece che ci
siano docenti motivati, capaci di
mettersi in gioco e di modificare
la propria tradizionale e a volte
radicata idea del fare lezione, disposti ad una continua e costante
formazione in itinere. Solo partendo dal rafforzamento di questo
connubio irrinunciabile tra risorse
e persone, su cui l’istituto sta da
anni lavorando con costanza, si
sono potute davvero creare occasioni di apprendere in maniera diversa rispetto al tradizionale modo
di far scuola e dare vita a momenti
suggestivi di active learning, quali
cooperative learning, flipped claasroom, peer-to-peer learning.
24
IL CURRICOLO TECNOLOGICO
VERTICALE
L’Istituto è giunto recentemente a porre le basi di un Curricolo
tecnologico verticale, con strumenti diversi per ogni ordine di
scuola e con l’obiettivo di far acquisire competenze digitali fin da
piccoli, ma nella consapevolezza
che le tecnologie chiamino necessariamente in causa una diversa
organizzazione degli ambienti
educativi, di tempi e spazi dell’apprendimento, della metodologia,
della formazione dei docenti.
Nella scuola dell’infanzia sono
state installate due “Finestre sul
mondo”, LIM touch ad altezza
zero che favoriscono lo sviluppo
sensoriale dei bambini e che consentono nuovi modi di costruzione
partecipata del sapere e di semplice condivisione con altri, permettendo ai bambini di aprire squarci
sul mondo al di fuori dell’aula e
dunque vedere e confrontarsi con
esperienze diverse, senza che tutto
questo vada contro o collida con
il momento esperienziale diretto,
basilare e necessario alla scuola
dell’infanzia.
Nella scuola primaria, con l’adesione al progetto “Editoria digitale
scolastica”, si stanno sperimentando nuovi ambienti di apprendimento digitali di storia e cittadinanza
per le classi quarte e quinte ed è
stata messa a disposizione una
LIM ogni due classi con un piano
di rotazione secondo calendarizzazione settimanale.
Nella scuola secondaria sono presenti LIM in tutte le classi
e, a partire dall’anno scolastico
2013/14, nelle classi prime è iniziato il Progetto Libr@, una sperimentazione ipad one to one e
adozione di soluzioni integrate per
i libri di testo, per la quale sono
stati previsti l’uso di una banda
larga, attraverso una rete sicura,
registro e diario elettronici, un kit
formato da ipad, 70% di libri cartacei con ebook digitali, il resto
con materiale autoprodotto o ebook realizzati dai docenti. L’idea di
attuare nuove pratiche di didattica
attiva e laboratoriale si fonda proprio sull’integrazione ragionata di
carta e digitale, di strumenti tecnologici e tradizionali sfruttando
le potenzialità di entrambi, di apprendimenti formali e informali.
Ciò che è valutato come grande opportunità nel nostro Istituto comprensivo è la possibilità di
svolgere coinvolgenti momenti di
didattica verticale con l’uso delle
Tic (attività in continuità scuola
primaria-scuola secondaria), ma
altresì di didattica orizzontale (docenti che si scambiano i gruppi
classe), di esperienze a classi aperte, di laboratori in nuovi spazi per
far maturare molteplici competenze e abilità.
TuttoscuolA n. 539
Dossier
TECNOLOGIE
UNA BIBLIOTECA ONLINE
PER UNA SMART SCHOOL/II
di Gianni Orecchioni*
I
contenuti. Per avere un’idea reale di cosa sia una biblioteca online, che nei tempi dell’innovazione digitale
può essere allestita con poco dispendio di risorse economiche e senza utilizzo di spazi particolarmente ampi
o di abbondanti scaffalature, è bene dare un’occhiata ai
contenuti che mette a disposizione. Gli studenti della prima biblioteca scolastica online d’Italia, a solo un anno dal
suo avvio, possono servirsi di ben 33.595 fonti di consultazione. Spiccano naturalmente gli e-book con oltre 25.600
esemplari, ma significativa è anche la presenza dei video
(oltre 3.900) e dei file musicali (2.460), a sottolineare il carattere multimediale della nuova biblioteca online. Libri,
film d’autore, musica classica e moderna, ma anche 941
audio-libri e oltre 300 titoli di e-learning, 74 collezioni di immagini provenienti da musei e istituti d’arte di ogni parte
del mondo, 124 banche dati di grande prestigio, provenienti
da ogni dove, che vanno dall’Accademia delle Scienze fino
alle testate giornalistiche di diversi paesi del mondo. Una
grande scorpacciata di informazione e cultura che si presenta nelle vesti insolite di un pc o di una lim e che, all’occorrenza, soprattutto quando si parla di file musicali e di
raccolta di immagini, può benissimo essere accolta in un
supporto leggero e famigliare come uno smartphone o un
mini-tablet. Tutto è più fruibile e consultabile in qualsiasi
luogo e momento della giornata, grazie alla flessibilità di
utilizzo che i nuovi supporti digitali consentono. Tutto è più
pratico, rapido, economico, efficiente.
Cosa cambia. Nel tempo la biblioteca ha svolto una funzione essenziale: quella di raccogliere e conservare il
patrimonio culturale librario e di metterlo a disposizione
degli studiosi. Le biblioteche in tal senso hanno sempre
avuto una dimensione spaziale (servire un territorio più
o meno esteso) e una dimensione temporale (assicurare
la persistenza della memoria, ossia il legame tra passato e presente attraverso la conservazione di libri e documenti). Si tratta di un processo che è entrato ormai in una
crisi radicale per mancanza di risorse e finanziamenti.
Mancano i fondi per acquistare libri così come si riducono continuamente le risorse da destinare per il personale. Si ricorda questo, perché è solo nel contesto della crisi
degli ultimi decenni che emerge tutta la forza dirompente
dell’innovazione digitale nel settore del servizio bibliotecario, genericamente inteso. Il problema dei finanziamenti
scompare così come quello relativo alla gestione del personale. La dimensione spaziale si allunga, perché gli e-book
si possono consultare anche a grandi distanze; la dimensione temporale si potenzia a dismisura con contenuti e
aggiornamenti costanti, insieme a una grande quantità
di informazioni, riviste e/o testate giornalistiche sempre
consultabili. Quando poi si parla più specificamente della
uttoscuol
scuola
e dei nostri studenti le cose cambiano ancora e la
T
A n. 539
valenza innovativa della biblioteca online assume diversi e più profondi significati. Sì, perché ciò vuol dire che la
scuola si avvicina al mondo “interno” delle ragazze e dei
ragazzi che oggi la frequentano. Un mondo popolato dalla
tecnologia digitale che essi vivono in un rapporto di intensità e intimità, come qualcosa da cui solo difficilmente e
per breve tempo ci si possa separare. Per dei nativi digitali
è naturale muoversi in una biblioteca online, assai di più di
noi adulti che, quali immigrati in un altro mondo, ci muoviamo con molta più difficoltà e paura.
Come funziona. Il prestito bibliotecario è molto semplice. Basta una password e una chiavetta usb perché Marco
possa leggersi il suo romanzo preferito di Conrad. Teresa,
che ama ascoltare la buona musica mentre disegna al
computer, chiede di poter consultare il file con le Danze
ungheresi di Brahms. Con la sua passione nell’arco di pochi anni potrà farsi una cultura musicale di tutto rispetto. Federica, con la sua vivace intelligenza e bramosia di
apprendere potrà scegliere come orientare i suoi interessi
tra gli oltre 25.000 e-book della scuola. Maria, che vive in
un paese isolato di montagna, potrà dalla propria casa
continuare a leggere e a confrontarsi con il mondo della
cultura. I file prestati restano attivi per 15 giorni. Naturalmente, su richiesta dell’utente, il prestito può essere prolungato, ma non si dovrà più restituire il testo consultato
come accadeva prima, perché ora il file ha una scadenza
naturale. La rapidità e semplicità di utilizzo del prestito
bibliotecario costituiscono le premesse affinché si possa
immaginare che in tempi brevi i docenti potranno servirsi delle nuove tecnologie per analizzare durante le lezioni
alcuni testi della biblioteca online, ascoltare audio-libri o
25
TECNOLOGIE
Dossier
GLI AMBIENTI DI
APPRENDIMENTO: QUANDO
LO SPAZIO INSEGNA
Particolare attenzione è stata
dunque riservata a ripensare gli
spazi di apprendimento per cercare soluzioni che superassero la
rigidità e la chiusura delle pareti
dell’aula tradizionale e che andassero nella direzione di spazi
aperti, ampi e funzionali in cui
progettare momenti di collaborazione ma anche di individualizzazione, di ricerca così come
di rielaborazione. A Cadeo per
esempio è stato realizzato uno
spazio ad assetto rimodulabile,
denominato “Mondrian sulle pere”, provvisto di lavagna magnetica, proiettore interattivo, tavoli
componibili e pc Laptop, uno spazio che privilegia la cooperazione
e l’elaborazione dei contenuti mediante l’utilizzo di vari device, ma
che all’occorrenza sa modificarsi
rapidamente ed adattarsi alle diverse esigenze didattiche in funzione delle attività proposte dal
docente (isole di lavoro, banchi a
coppie o individuali, disposizione
a ferro di cavallo per discussioni,
ad aula magna per assistere a presentazioni di lavori di gruppo...).
Per privilegiare una didattica laboratoriale ci sono i laboratori di
scienze “Dire, fare...pensare”, dotati di microscopi digitali connessi
a computer, in cui svolgere attività
26
in verticalità e di tutoraggio, ma
anche attività in orizzontale, per
cui insegnanti di discipline affini,
sfruttando le competenze professionali acquisite, si scambiano le
classi o svolgono lezioni in classi
parallele; analogamente i laboratori di musica, in cui si lavora a
classi aperte sulla base di scelte
personali, mettono a disposizione
strumentazioni quali tastiere, corsi di chitarra, uso di pad con app
specifiche.
Non da ultimo si sottolineano
gli ampi locali destinati alle biblioteche nei due plessi della secondaria che sono il vero centro
di aggregazione e di incontro
dell’istituto, considerate realizzazione concreta di un ambiente
di apprendimento diffuso e reale spazio cloud di condivisione;
a Cadeo per esempio la biblioteca “La chiameremo Osvaldo”,
aperta anche al pubblico esterno
in quanto biblioteca comunale
e ausilioteca, è disposta su due
piani, ha ampie vetrate e pareti
affrescate, un giardino nell’area
circostante che funge da biblioteca all’aperto e da laboratorio di
scienze, scaffali sempre ricchi di
libri e dvd delle ultime novità ed
effettua circa 15000 prestiti l’anno. La biblioteca è anche sede del
Centro Territoriale per il Sostegno
per tutta la provincia di Piacenza: fornisce annualmente ausili
tecnologici compensativi per tutte
le disabilità e kit tecnologici per
alunni DSA in comodato d’uso,
propone attività di formazione per
personale ASL, docenti di tutte
le scuole, alunni con disabilità e
famiglie.
I bambini che frequentano le
biblioteche acquisiscono dimestichezza con i libri fin da piccoli,
usufruiscono del prestito libero
individuale e del prestito di classe, partecipano alle iniziative che
vengono proposte per le diverse
fasce di età dei lettori: letture animate, letture ad alta voce anche
in orario extrascolastico, incontro
con gli autori, percorsi tematici
mirati.
Ed è proprio nelle biblioteche d’istituto che trovano collocazione gli spazi ipuff (iPAD +
PUFF=iPUFF), ambienti luminosi che coniugano la presenza di
morbidi cuscini e l’uso di ipad ed
Apple Tv collegata a schermo per
momenti di ricerca, lettura e rielaborazione personale col proprio
device oppure attività cooperativa. La tecnologia che si inserisce
in mezzo ai libri cartacei in un
metaforico abbraccio tra novità e
tradizione: questa è l’immagine
che sintetizza, magistralmente in
questo spazio, l’idea che anima
l’istituto.
*Istituto Comprensivo di Cadeo e Pontenure (PC)
TuttoscuolA n. 539
film in lingua inglese, oppure consultare riviste specializzate per le discipline tecniche e scientifiche. Certo, per fare
questo sarebbe necessario avere una maggiore diffusione
di tecnologia all’interno delle aule scolastiche. Occorrerebbe però soprattutto avere tanti docenti che, da veri professionisti della didattica, sentissero il bisogno di rinnovarsi
e di misurarsi con il mondo dei nativi digitali, abitato da
strumenti seducenti ad alta concentrazione tecnologica
che possono essere validamente utilizzati anche nei processi di apprendimento.
così come, tanto per fare un altro esempio, potrà utilizzare
le nuove tecnologie per favorire i processi di apprendimento della lingua italiana degli studenti stranieri. Questo ci
dice che, piuttosto che attardarci nel costruire discorsi
apocalittici, come sempre avviene di fronte alla fine di un
mondo conosciuto e all’affacciarsi all’orizzonte di un altro
completamente nuovo e inesplorato, conviene piuttosto
riflettere sugli aspetti innovativi che già da ora le nuove
tecnologie mettono a disposizione degli insegnanti per migliorare la pratica di insegnamento e apprendimento.
Nuovi strumenti per nuovi apprendimenti. Si è detto
che il passaggio all’era digitale avrà conseguenze molto
importanti sul modo di pensare e di essere delle persone;
conseguenze destinate a sedimentarsi nel tempo allo stesso modo che è avvenuto con l’invenzione della stampa. Già
si nota come i nativi digitali apprendono in modo olisticosintetico e non più analitico-sequenziale. L’intera conoscenza appare qualcosa di fluido e accessibile, senza avere
le caratteristiche di un ordine predefinito, cristallizzato e
organizzato in una precisa sequenza gerarchica. Cambiamenti radicali intervengono nel modo di pensare, di scrivere e di comunicare, cui si assoceranno inevitabilmente
altrettante trasformazioni radicali nei modi del fare scuola. Si tratta di teorie che saranno certamente approfondite
e verificate nel tempo. Quel che è certo è che l’insegnante,
divenuto facilitatore di conoscenze, potrà utilizzare già da
oggi i video-libri della biblioteca online per promuovere didattiche inclusive nei confronti di non vedenti e ipovedenti,
Considerazioni conclusive. E’ presto dunque per poter valutare il complesso di benefici e di problemi che potranno
derivare da un uso ampio della biblioteca online, con i suoi
strumenti e contenuti, nella didattica. Alcuni punti fermi,
tuttavia, possono essere indicati. La nuova biblioteca potrà costituire un ponte strategico di cultura e di servizi
che la scuola potrà offrire agli studenti, alle loro famiglie
e al territorio. Potrà ambire a rilanciare il progetto lettura, un obiettivo che andrà automaticamente monitorato e
rendicontato, così come quello del suo uso nella didattica
curricolare secondo diversi usi e funzioni. La speranza è
che Marco, Teresa, Federica e Maria, i nostri ragazzi che
hanno iniziato a camminare i loro passi nell’era digitale,
troveranno nella contaminazione di arte, musica, filosofia
e letteratura quella felice commistione creativa che è alla
base di gran parte dei tesori che ci ha lasciato il Rinascimento italiano.
TECNOLOGIE
Dossier
* Dirigente scolastico S. I.I.S. “Da Vinci–De Giorgio” Lanciano
Ammissione all’università
INDAGINE
DOXA
«IN M
MEZZO
A TANTI
TANT LIBRI
DI PREPARAZIONE,
PREPARA
ALPHA
ALPH TEST
È LA NUMERO UNO»
degli ammessi a Medicina
si è preparato con Alpha Test
Corriere della Sera
Risultato della ricerca effettuata da Doxa a novembre 2013 sulle matricole di Medicina 2013/2014 in 5 principali atenei italiani
Da oltre 20 anni servizi di orientamento e preparazione ai test per le scuole
Corso di logica a scuola Prova simulata del test Questionario di orientamento
VALIDO PER TUTTI I TEST DI INGRESSO
SPECIFICA PER OGNI FACOLTÀ
CON PROFILO INDIVIDUALE PER LO STUDENTE
Tuttoscuol
539Centro Orientamento Alpha Test su www.alphatest.it
Scopri tutti
i serviziA n.del
800-017326
CENTRO ORIENTAMENTO
27