L`albero che in primavera si carica di fiori sfarzosi
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L`albero che in primavera si carica di fiori sfarzosi
132_133AG04_09NG 8-04-2009 16:14 Pagina 132 NEL GIARDINO MELO DA FIORE A cura di MARIA TERESA SALOMONI L’albero che in primavera si carica di fiori sfarzosi È ancora poco utilizzato in Italia come pianta ornamentale. Molte specie mostrano in autunno un fogliame dai bellissimi colori, accentuati dai frutti ormai maturi. Foto H. Hillewaert/Wikimedia E Infiorescenze su rami di Malus sylvestris. NOTE BOTANICHE Nel 1915,Angiolo Pucci scriveva, nel suo “Dizionario generale di floricoltura” che il genere Malus non era accettato dai botanici di allora, i quali ne includevano le specie nel genere Pyrus. Antesignano come sempre, Pucci mantiene il genere Malus e regala una bella descrizione delle caratteristiche ornamentali dei meli da fiore, indicandone anche le varietà - provenienti dalle Americhe e dall’Oriente - che producevano meline gustose. L’assortimento varietale, da quell‘epoca, è cambiato parecchio, ampliandosi moltissimo 132 APRILE 2009 cco la pianta per tutte le stagioni: il melo da fiore, in Italia ancora poco utilizzato e spesso male coltivato, che indossa vesti sempre affascinanti. Il culmine dello sfarzo viene raggiunto in primavera, quando si carica di fiori così belli da essere spesso riprodotti negli arazzi, nei quadri e nelle carte da parati; durante l’inverno, quando le piante spoglie intristiscono le persone che non sanno cogliere la bellezza insita nella potenza della natura e dei legni forgiati dal vento e dalle intemperie, il melo si svela nel suo incanto architettonico di piccolo ma formidabile albero, incanto creato da un fusto forte ed energico che regge rami delicati solo all‘apparenza, in realtà robusti, spesso ripiegati verso il basso con un portamento elegante e leggero. Molte varietà mostrano un fogliame dai bellissimi colori autunnali, con cromatismi accentuati dai frutti oramai maturi che fanno la loro comparsa in modo ben visibile fin dall’estate. e ben lo sanno gli inglesi che lo coltivano con cura, approfittando sia della bellissima fioritura, che non è da meno dei pruni da fiori, sia dell’ottima fruttificazione, denominata Crab Apple, che talora trasformano in deliziose marmellate e gelatine o in Verjuice, succo acidulo impiegato per condire come un aceto carni, verdure e salse. Il genere comprende da 24 a 30 specie, a seconda della classificazione, di piccoli alberi o grandi cespugli a foglia caduca quasi tutte originarie delle zone temperate dell’emisfero boreale. M. sylvestris (sin. M. communis, Pyrus communis) è spontaneo in Europa ed è la specie che ha dato origine alle numerosissime varietà nostrane da frutto; autoctone, perlomeno europee, sono pure le specie da fiore M. florentina e M. pumila. Provengono dall’Oriente - territorio che nel caso del melo si estende dalla Siberia al Giappone - M. sargentii, M. floribunda, M. baccata, M. niedzwetzkyana, M. spectabilis e, forse, M. prunifolia; infine, se aggiungiamo a questo elenco la nordamericana M. ioensis, i numerosissimi incroci tra le specie indicate e le migliaia di cultivar derivate, vediamo che l’offerta di meli da fiore è vastissima. 132_133AG04_09NG 8-04-2009 16:14 Pagina 133 AGRICOLTURARUBRICHE L’Erba di San Giovanni o “Erba del buonumore” è caratterizzata da una fioritura primaverile di color giallo dorato, che accende i prati e gli angoli più ombreggiati del giardino.Accompagna bene tutte le fioriture precoci dei fruttiferi e degli arbusti, dei quali copre il piede rendendo quasi inutile la pacciamatura. La specie naturalizzata in Italia e largamente impiegata come ornamentale è Hypericum calycinum, originaria del Giappone. La fioritura di tutti gli iperici, anche del nostrano e poco visibile H. perforatum (nella foto), è molto particolare e indimenticabile: la corolla, formata da cinque petali, circonda ed evidenzia il ciuffo centrale di stami dorati, spesso piuttosto lunghi e folti come un piumino da cipria. Di solito l’iperico è impiegato come pianta tappezzante ed è preziosa nei luoghi poco soleggiati per la sua resistenza all’ombra. Quasi tutte le specie in commercio non superano i 50 centimetri di altezza, ma fanno eccezione H. androsaemum e H. patulum, che raggiungono i 50-70 centimetri; esistono alcune forme spontanee di quest’ultima specie che svettano fino ai 2 metri nelle zone d’origine - Cina e Giappone - ma non sono reperibili in Italia. Ottenere begli alberi di melo ricchi di fiori e frutti non è difficile. Nelle regioni a clima più freddo, ove durante l’inverno le temperature si approssimano ai -10°C, è opportuno posizionare Malus in pieno sole; ma già nelle pianure del Nord, caratterizzate da un’estate siccitosa e molto calda, la collocazione a mezz’ombra è ideale, così come per le aree meridionali. In queste zone è gradita l’ombra di esemplari arborei più alti. Il melo tollera bene un terreno sub-acido o calcareo, ma preferisce che sia profondo, fresco, ricco di humus e di sostanza organica, anche argilloso; nei suoli molto sabbiosi e ricchi di scheletro è opportuno provvedere a frequenti irrigazioni di soccorso durante i periodi estivi più caldi e siccitosi, soprattutto se gli alberi sono già carichi di frutticini. Al momento dell’impianto, meglio se autunnale, si distribuisce un’abbondante concimazione di fertilizzante fosfo-potassico, riservando la somministrazione di prodotti azotati a interventi annuali localizzati al tardo inverno - nel caso in cui si usino prodotti organici - o all’inizio della primavera, se si impiegano fertilizzanti a base di azoto a pronto effetto. Al contrario delle varietà da frutto, pesantemente potate ogni anno e allevate a filari in forme regolari, le cultivar da fiore vanno trattate come veri alberi ornamentali. Quindi non potatele, se non per togliere il secco o qualche ramo disordinato, posi- zionatele secondo i canoni progettuali che governano i giardini e disponetele come esemplari singoli, nelle aree più piccole, o in gruppi di tre, anche ripetuti a “macchia di leopardo”ai margini di un boschetto, alternati a Cercis, Pyrus e Prunus. Le piante raggiungono un’altezza di 10 ma anche di 15 metri e un diametro di 4-6 metri: dimensioni ragguardevoli di cui è bene tenere conto al momento della messa a dimora, per approfittare al me- Ramo fiorito glio delle loro doti ornamentali. di Malus floribunda. Foto M.Maggs/Wikimedia COME SI COLTIVA Foto Pethan/Wikimedia LA PIANTA AMICA • IPERICO 133 APRILE 2009