L`albero che in primavera si carica di fiori sfarzosi

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L`albero che in primavera si carica di fiori sfarzosi
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NEL GIARDINO
MELO DA FIORE
A cura di
MARIA TERESA SALOMONI
L’albero che in primavera
si carica di fiori sfarzosi
È ancora poco utilizzato in Italia
come pianta ornamentale.
Molte specie mostrano
in autunno un fogliame
dai bellissimi colori, accentuati
dai frutti ormai maturi.
Foto H. Hillewaert/Wikimedia
E
Infiorescenze su rami di Malus sylvestris.
NOTE BOTANICHE
Nel 1915,Angiolo Pucci scriveva, nel suo
“Dizionario generale di floricoltura” che il
genere Malus non era accettato dai botanici
di allora, i quali ne includevano le specie nel
genere Pyrus. Antesignano come sempre,
Pucci mantiene il genere Malus e regala una
bella descrizione delle caratteristiche
ornamentali dei meli da fiore, indicandone
anche le varietà - provenienti dalle Americhe
e dall’Oriente - che producevano meline
gustose.
L’assortimento varietale, da quell‘epoca, è
cambiato parecchio, ampliandosi moltissimo
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APRILE
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cco la pianta per tutte le stagioni: il melo da
fiore, in Italia ancora poco utilizzato e spesso male coltivato, che indossa vesti sempre
affascinanti.
Il culmine dello sfarzo viene raggiunto in primavera, quando si carica di fiori così belli da essere spesso riprodotti negli arazzi, nei quadri e nelle carte
da parati; durante l’inverno, quando le piante spoglie intristiscono le persone che non sanno cogliere la bellezza insita nella potenza della natura e dei
legni forgiati dal vento e dalle intemperie, il melo
si svela nel suo incanto architettonico di piccolo ma
formidabile albero, incanto creato da un fusto forte ed energico che regge rami delicati solo all‘apparenza, in realtà robusti, spesso ripiegati verso il
basso con un portamento elegante e leggero.
Molte varietà mostrano un fogliame dai bellissimi
colori autunnali, con cromatismi accentuati dai
frutti oramai maturi che fanno la loro comparsa in
modo ben visibile fin dall’estate.
e ben lo sanno gli inglesi che lo coltivano
con cura, approfittando sia della bellissima
fioritura, che non è da meno dei pruni
da fiori, sia dell’ottima fruttificazione,
denominata Crab Apple, che talora
trasformano in deliziose marmellate
e gelatine o in Verjuice, succo acidulo
impiegato per condire come un aceto carni,
verdure e salse.
Il genere comprende da 24 a 30 specie, a
seconda della classificazione, di piccoli alberi
o grandi cespugli a foglia caduca quasi tutte
originarie delle zone temperate dell’emisfero
boreale. M. sylvestris (sin. M. communis, Pyrus
communis) è spontaneo in Europa ed è
la specie che ha dato origine alle
numerosissime varietà nostrane da frutto;
autoctone, perlomeno europee, sono pure
le specie da fiore M. florentina e M. pumila.
Provengono dall’Oriente - territorio che
nel caso del melo si estende dalla Siberia
al Giappone - M. sargentii, M. floribunda, M.
baccata, M. niedzwetzkyana, M. spectabilis
e, forse, M. prunifolia; infine, se aggiungiamo
a questo elenco la nordamericana M. ioensis,
i numerosissimi incroci tra le specie indicate
e le migliaia di cultivar derivate, vediamo
che l’offerta di meli da fiore è vastissima. 132_133AG04_09NG
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AGRICOLTURARUBRICHE
L’Erba di San Giovanni o “Erba del buonumore” è caratterizzata
da una fioritura primaverile di color giallo dorato, che accende
i prati e gli angoli più ombreggiati del giardino.Accompagna bene
tutte le fioriture precoci dei fruttiferi e degli arbusti, dei quali
copre il piede rendendo quasi inutile la pacciamatura.
La specie naturalizzata in Italia e largamente impiegata come
ornamentale è Hypericum calycinum, originaria del Giappone.
La fioritura di tutti gli iperici, anche del nostrano e poco visibile
H. perforatum (nella foto), è molto particolare e indimenticabile:
la corolla, formata da cinque petali, circonda ed evidenzia il ciuffo
centrale di stami dorati, spesso piuttosto lunghi e folti
come un piumino da cipria.
Di solito l’iperico è impiegato come pianta tappezzante
ed è preziosa nei luoghi poco soleggiati per la sua resistenza
all’ombra. Quasi tutte le specie in commercio non superano
i 50 centimetri di altezza, ma fanno eccezione H. androsaemum
e H. patulum, che raggiungono i 50-70 centimetri; esistono
alcune forme spontanee di quest’ultima specie che svettano
fino ai 2 metri nelle zone d’origine - Cina e Giappone - ma
non sono reperibili in Italia. Ottenere begli alberi di melo ricchi di fiori e frutti
non è difficile. Nelle regioni a clima più freddo, ove
durante l’inverno le temperature si approssimano
ai -10°C, è opportuno posizionare Malus in pieno
sole; ma già nelle pianure del Nord, caratterizzate
da un’estate siccitosa e molto calda, la collocazione
a mezz’ombra è ideale, così come per le aree meridionali. In queste zone è gradita l’ombra di esemplari arborei più alti.
Il melo tollera bene un terreno sub-acido o calcareo, ma preferisce che sia profondo, fresco, ricco di
humus e di sostanza organica, anche argilloso; nei
suoli molto sabbiosi e ricchi di scheletro è opportuno provvedere a frequenti irrigazioni di soccorso
durante i periodi estivi più caldi e siccitosi, soprattutto se gli alberi sono già carichi di frutticini.
Al momento dell’impianto, meglio se autunnale,
si distribuisce un’abbondante concimazione di fertilizzante fosfo-potassico, riservando la somministrazione di prodotti azotati a interventi annuali
localizzati al tardo inverno - nel caso in cui si usino
prodotti organici - o all’inizio della primavera, se
si impiegano fertilizzanti a base di azoto a pronto
effetto.
Al contrario delle varietà da frutto, pesantemente
potate ogni anno e allevate a filari in forme regolari, le cultivar da fiore vanno trattate come veri alberi ornamentali. Quindi non potatele, se non per
togliere il secco o qualche ramo disordinato, posi-
zionatele secondo i canoni progettuali che governano i giardini e disponetele come esemplari singoli, nelle aree più piccole, o in gruppi di tre, anche
ripetuti a “macchia di leopardo”ai margini di un boschetto, alternati a Cercis, Pyrus e Prunus.
Le piante raggiungono un’altezza di 10 ma anche
di 15 metri e un diametro di 4-6 metri: dimensioni
ragguardevoli di cui è bene tenere conto al momento della messa a dimora, per approfittare al me- Ramo fiorito
glio delle loro doti ornamentali. di Malus floribunda.
Foto M.Maggs/Wikimedia
COME SI COLTIVA
Foto Pethan/Wikimedia
LA PIANTA AMICA • IPERICO
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