ASCnews27 - speciale 3G Formazionehot!
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en alta Ita O dio ri lia - Me ASC news numero 27 ASSOCIAZIONE SALESIANI COOPERATORI • NEWSLETTER PERIODICA DELLA REGIONE ITALIA - MEDIO ORIENTE - MALTA • LUGLIO 2010 te - M in questo numero Formazione responsabili 1 3 giorni di confronto a Genzano La corresponsabilità del laico 2 Dall’intervento di don Enrico Peretti La responsabilità nel servizio 6 Dall’intervento di Rosario Maiorano Riflessioni raccolte 9 Testimonianze di alcuni partecipanti Sintesi finali 13 Punti emersi dai vari laboratori Uno sguardo salesiano sul Medio Oriente 14 Un documento per conoscere e pregare Haiti news 15 Marina e Paolo ci raccontano Appuntamenti 16 Calendario dei principali appuntamenti nella Regione note La Consulta Regionale intende favorire la condivisione di buone prassi e il sostegno vicendevole delle diverse realtà, con attenzione alle situazioni specifiche, armonizzando nei limiti del possibile il processo di sviluppo dell’Associazione e del suo progetto apostolico. In particolare, favorisce lo scambio di esperienze e offre spazi di confronto per: - condividere gli obiettivi di crescita dell’Associazione; - indicare cammini omogenei relativi alla formazione; - promuovere e coordinare l’animazione di ambiti pastorali ritenuti prioritari a livello regionale. (tratto dal Direttorio CR - art. 2) Redazione a cura del Consigliere Mondiale della Regione Formazione responsabili 3 giorni di confronto a Genzano Tre giornate non sono molte, ma sicuramente sono state un’occasione speciale di formazione, integrate nel cammino annuale che la nostra Associazione ha svolto in quest’anno associativo 2009-2010, e in particolare a livello di animazione provinciale. La possibilità di confrontarci sia sul lavoro finora svolto che sulle difficoltà riscontrate, sia sugli stimoli pervenuti dal nostro Rettor Maggiore che sulle urgenze che sentiamo presenti nelle nostre Province - il tutto attraverso una comune presa di consapevolezza sulla figura del laico, la sua corresponsabilità all’interno della Chiesa e le caratteristiche del suo servizio, grazie agli interventi del Delegato Regionale don Enrico Peretti e del Coordinatore Mondiale Rosario Maiorano - sono state una grande ricchezza per tutti i presenti. Il titolo stesso delle giornate (“Vivere la vocazione al servizio dell’Associazione”), voleva evidenziare lo specifico servizio a cui il Signore ci ha chiamati, sia come Salesiani Cooperatori, sia come Salesiani Delegati e Delegate, un incarico di pura animazione associativa che richiede chiarezza, competenza, generosità, coordinamento, confronto, in un territorio a volte molto diverso per caratteristiche e cultura, sostanzialmente vivace e propositivo, con …ampi margini di crescita. Proprio per offrire l’occasione di un arricchimento non solo formativo ma anche esperienziale, la seconda delle tre giornate è stata dedicata ai laboratori per settore, occasione di vero confronto tra coloro che curano i medesimi ambiti di animazione a livello provinciale (Coordinatori, Delegati/e, incaricati della Formazione, Segreteria e Amministrazione). Ciliegina sulla torta la presenza di Mireille, una Cooperatrice del Libano, a rappresentare l’area mediorientale della nostra Regione su cui questa Consulta ha voluto porre una particolare attenzione. Grazie a tutti della presenza! Ivo Borri Consigliere Mondiale della Regione Via Marsala, 42 - 00185 Roma – e-mail: [email protected] 1 ASC news - 27 La corresponsabilità del laico Dall’intervento di don Enrico Peretti Andate anche voi nella mia vigna. Davanti alle urgenze attuali del mondo: perché ve ne state qui tutto il giorno oziosi? L’ i m m a g i n e della vigna viene usata dalla Bibbia in molti modi e con diversi significati: in particolare, essa serve ad esprimere il mistero del Popolo di Dio. In questa prospettiva più interiore i fedeli laici non sono semplicemente gli operai che lavorano nella vigna, ma sono parte della vigna stessa: «Io sono la vite, voi i tralci» (Gv 15, 5), dice Gesù. Chi sono i fedeli laici Nel dare risposta all’interrogativo «chi sono i fedeli laici», il Concilio, superando precedenti interpretazioni prevalentemente negative, si è aperto ad una visione decisamente positiva e ha manifestato il suo fondamentale intento nell’asserire la piena appartenenza dei fedeli laici alla Chiesa e al suo mistero e il carattere peculiare della loro vocazione, che ha in modo speciale lo scopo di «cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio». «Col nome di laici - così la costituzione Lumen gentium li descrive - si intendono qui tutti i fedeli ad esclusione dei membri dell’ordine sacro e dello stato religioso sancito dalla Chiesa, i fedeli cioè che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio e, a loro modo, resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano». I fedeli laici e l’indole secolare In realtà il Concilio descrive la condizione secolare dei fedeli laici indicandola, anzitutto, come il luogo nel quale viene loro rivolta la chiamata di Dio: «Ivi sono da Dio chia- 2 mati». Si tratta di un «luogo» presentato in termini dinamici: i fedeli laici… sono persone che vivono la vita normale nel mondo, studiano, lavorano, stabiliscono rapporti amicali, sociali, professionali, culturali, ecc. Il Concilio considera la loro condizione non semplicemente come un dato esteriore e ambientale, bensì come una realtà destinata a trovare in Gesù Cristo la pienezza del suo significato... Il «mondo» diventa così l’ambito e il mezzo della vocazione cristiana dei fedeli laici, perché esso stesso è destinato a glorificare Dio Padre in Cristo. (I fedeli laici) ...non sono chiamati ad abbandonare la posizione ch’essi hanno nel mondo. Il battesimo non li toglie affatto dal mondo, ...ma affida loro una vocazione che riguarda proprio la situazione intramondana: i fedeli laici, infatti, «sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall’interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l’esercizio della loro funzione propria e sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo a rendere visibile Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza della loro vita e con il fulgore della fede, della speranza e della carità». Il mistero della Chiesa-comunione Le immagini bibliche, con cui il Concilio ha voluto introdurci a contemplare il mistero della Chiesa, pongono in luce la realtà della Chiesa-comunione nella sua inscindibile dimensione di comunione dei cristiani con Cristo e di comunione dei cristiani tra loro. Sono le immagini dell’ovile, del gregge, della vite, dell’edificio spirituale, della città santa. Una comunione organica: diversità e complementarietà La comunione ecclesiale si configura, più precisamente, come una comunione «organica», analoga a quella di un corpo vivo e operante: essa, infatti, è caratterizzata dalla compresenza della diversità e della complementarietà delle vocazioni e condizioni di vita, dei ministeri, dei carismi e delle responsabilità. Grazie a questa diversità e complementarietà, ogni fedele laico si trova in relazione con tutto il corpo e ad esso offre il suo proprio contributo. Associazione Salesiani Cooperatori • Newsletter periodica della Regione Italia - Medio Oriente - Malta • Luglio 2010 ASC news - 27 I ministeri derivanti dall’ordine Per questo, per assicurare e per far crescere la comunione nella Chiesa, in particolare nell’ambito dei diversi e complementari ministeri, i pastori devono riconoscere che il loro ministero è radicalmente ordinato al servizio di tutto il popolo di Dio (cf. Ebrei 5,1) e, a loro volta, i fedeli laici devono riconoscere che il sacerdozio ministeriale è del tutto necessario per la loro vita e per la loro partecipazione alla missione nella Chiesa. Ministeri, uffici e funzioni dei laici La missione salvifica della Chiesa nel mondo è attuata non solo dai ministri in virtù del sacramento dell’ordine ma anche da tutti i fedeli laici: questi, infatti, in virtù della loro condizione battesimale e della loro specifica vocazione, nella misura a ciascuno propria, partecipano all’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo. I pastori, pertanto, devono riconoscere e promuovere i ministeri, gli uffici e le funzioni dei fedeli laici, che hanno il loro fondamento sacramentale nel battesimo e nella confermazione, nonché, per molti di loro, nel matrimonio. Quando poi la necessità o l’utilità della Chiesa lo esige, i pastori possono affidare ai fedeli laici, secondo le norme stabilite dal diritto universale, alcuni compiti che sono connessi con il loro proprio ministero di pastori ma che non esigono il carattere dell’ordine. Il Codice di diritto canonico scrive: «Ove le necessità della Chiesa lo suggeriscano, in mancanza di ministri, anche i laici, pur senza essere lettori o accoliti, possono supplire alcuni dei loro uffici, cioè esercitare il ministero della parola, presiedere alle preghiere liturgiche, amministrare il battesimo e distribuire la sacra comunione, secondo le disposizioni del diritto». L’esercizio però di questi compiti non fa del fedele laico un pastore: in realtà non è il compito a costituire il ministero, bensì l’ordinazione sacramentale. I vari ministeri, uffici e funzioni che i fedeli laici possono legittimamente svolgere nella liturgia, nella trasmissione della fede e nelle strutture pastorali della Chiesa, dovranno essere esercitati in conformità alla loro specifica vocazione laicale, diversa da quella dei sacri ministri. In tal senso, l’esortazione Evangelii nuntiandi, ... ricorda che «il campo proprio della loro attività evangelizzatrice è il mondo vasto e complicato della politica, della realtà so- ciale, dell’economia; così pure della cultura, delle scienze e delle arti, della vita internazionale, degli strumenti della comunicazione sociale; ed anche di altre realtà particolarmente aperte all’evangelizzazione, quali l’amore, la famiglia, l’educazione dei bambini e degli adolescenti, il lavoro professionale, la sofferenza. La famiglia, primo spazio per l’impegno sociale Ora la prima e originaria espressione della dimensione sociale della persona è la coppia e la famiglia: «Ma Dio non creò l’uomo lasciandolo solo: fin da principio “uomo e donna li creò” (Gen 1,27) e la loro unione costituisce la prima forma di comunione di persone». Gesù si è preoccupato di restituire alla coppia l’intera sua dignità e alla famiglia la saldezza sua propria (cf. Mt 19,3-9); San Paolo ha mostrato il rapporto profondo del matrimonio con il mistero di Cristo e della Chiesa (cf. Ef 5,22-6,4; Col 3,1821; 1Pt 3,1-7). La coppia e la famiglia costituiscono il primo spazio per l’impegno sociale dei fedeli laici. È un impegno che può essere assolto adeguatamente solo nella convinzione del valore unico e insostituibile della famiglia per lo sviluppo della società e della stessa Chiesa. Culla della vita e dell’amore, nella quale l’uomo «nasce» e «cresce», la famiglia è la cellula fondamentale della società. A questa comunità è da riservarsi una privilegiata sollecitudine, soprattutto ogniqualvolta l’egoismo umano, le campagne antinataliste, le politiche totalitarie, ma anche le situazioni di povertà e di miseria fisica, culturale e morale, nonché la mentalità edonistica e consumistica fanno disseccare le sorgenti della vita, mentre le ideologie e i diversi sistemi, insieme a forme di disinteresse e di disamore, attentano alla funzione educativa propria della famiglia. Urge così un’opera vasta, profonda e sistematica, sostenuta non solo dalla cultura ma anche dai mezzi economici e dagli strumenti legislativi, destinata ad assicurare alla famiglia il suo compito di essere il luogo primario della «umanizzazione» della persona e della società. L’impegno Via Marsala, 42 - 00185 Roma – e-mail: [email protected] 3 ASC news - 27 apostolico dei fedeli laici è anzitutto quello di rendere la famiglia cosciente della sua identità di primo nucleo sociale di base e del suo originale ruolo nella società, perché divenga essa stessa sempre più protagonista attiva e responsabile della propria crescita e della propria partecipazione alla vita sociale. In tal modo la famiglia potrà e dovrà esigere da tutti, a cominciare dalle autorità pubbliche, il rispetto di quei diritti che, salvando la famiglia, salvano la società stessa. Quanto è scritto nell’esortazione Familiaris consortio circa la partecipazione allo sviluppo della società e quanto la Santa Sede, su invito del sinodo dei vescovi del 1980, ha formulato con la Carta dei diritti della famiglia rappresentano un programma operativo completo e organico per tutti quei fedeli laici che, a diverso titolo, sono interessati alla promozione dei valori e delle esigenze della famiglia: un programma la cui realizzazione è da urgere con tanta maggior tempestività e decisione quanto più gravi si fanno le minacce alla stabilità e alla fecondità della famiglia e quanto più pesante e sistematico si fa il tentativo di emarginare la famiglia e di vanificarne il peso sociale. Come l’esperienza attesta, la civiltà e la saldezza dei popoli dipendono soprattutto dalla qualità umana delle loro famiglie. Per questo l’impegno apostolico verso la famiglia acquista un incomparabile valore sociale. La Chiesa, da parte sua, ne è profondamente convinta, ben sapendo che «l’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia». Donne e uomini I padri sinodali hanno riservato una speciale attenzione alla condizione e al ruolo della donna, secondo un duplice intento: riconoscere e invitare a riconoscere, da parte di tutti ed ancora una volta, l’indispensabile contributo della donna all’edificazione della Chiesa e allo sviluppo della società; operare, inoltre, un’analisi più specifica circa la partecipazione della donna alla vita e alla missione della Chiesa. In particolare, circa la partecipazione attiva e responsabile alla vita e alla missione della Chiesa, è da rilevarsi come già il Concilio Vaticano II sia stato oltre modo esplicito nel sollecitarla: «Poiché ai nostri giorni le donne pren- 4 dono sempre più parte attiva in tutta la vita della società, è di grande importanza una loro più larga partecipazione anche nei vari campi dell’apostolato della Chiesa»... Pur non chiamate all’apostolato proprio dei Dodici, e quindi al sacerdozio ministeriale, molte donne accompagnano Gesù nel suo ministero e assistono il gruppo degli apostoli; sono presenti sotto la croce; assistono alla sepoltura di Gesù e il mattino di Pasqua ricevono e trasmettono l’annuncio della risurrezione; pregano con gli apostoli nel cenacolo nell’attesa della pentecoste. Nella scia del Vangelo, la Chiesa delle origini si distacca dalla cultura del tempo e chiama la donna a compiti connessi con l’evangelizzazione. Nelle sue lettere l’apostolo Paolo ricorda, anche per nome, numerose donne per le loro varie funzioni all’interno e al servizio delle prime comunità ecclesiali (cf. Rm 16,115; Fil 4,2-3; Col 4,15 e 1Cor 11,5; 1Tm 5,16). «Se la testimonianza degli apostoli fonda la Chiesa - ha detto Paolo VI -, quella delle donne contribuisce grandemente a nutrire la fede delle comunità cristiane». Sui fondamenti antropologici e teologici della dignità personale della donna si sofferma la lettera apostolica sulla dignità e vocazione della donna ... Mulieris dignitatem… Malati e sofferenti Uno dei fondamentali obiettivi di questa rinnovata e intensificata azione pastorale, che non può non coinvolgere e in modo coordinato tutte le componenti della comunità ecclesiale, è di considerare il malato, il portatore di handicap, il sofferente non semplicemente come termine dell’amore e del servizio della Chiesa, bensì come soggetto attivo e responsabile dell’opera di evangelizzazione e di salvezza. Le varie vocazioni laicali Possiamo concludere rileggendo una bella pagina di San Francesco di Sales, che tanto ha promosso la spiritualità dei laici. «Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna “secondo la propria specie” (Gen 1,11). Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione. La devozione deve essere praticata in modo Associazione Salesiani Cooperatori • Newsletter periodica della Regione Italia - Medio Oriente - Malta • Luglio 2010 ASC news - 27 diverso dal gentiluomo, dall’artigiano, dal domestico, dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta, bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona... È un errore, anzi un’eresia, voler escludere l’esercizio della devozione dall’ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati. È vero, Filotea, che la devozione puramente contemplativa, monastica e religiosa può essere vissuta solo in questi stati, ma, oltre a questi tre tipi di devozione, ve ne sono molti altri capaci di rendere perfetti coloro che vivono in condizioni secolari. Perciò dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta». La famiglia cristiana Pure la famiglia cristiana, in quanto «chiesa domestica», costituisce una scuola nativa e fondamentale per la formazione della fede: il padre e la madre ricevono dal sacramento del matrimonio la grazia e il ministero dell’educazione cristiana nei riguardi dei figli, ai quali testimoniano e trasmettono insieme valori umani e valori religiosi. Imparando le prime parole, i figli imparano anche a lodare Dio, che sentono vicino come Padre amorevole e provvidente; imparando i primi gesti re, i d’amofigli impara- no anche ad aprirsi agli altri, cogliendo nel dono di sé il senso del vivere umano. La stessa vita quotidiana di una famiglia autenticamente cristiana costituisce la prima «esperienza di Chiesa», destinata a trovare conferma e sviluppo nel graduale inserimento attivo e responsabile dei figli nella più ampia comunità ecclesiale e nella società civile. Quanto più i coniugi e i genitori cristiani cresceranno nella consapevolezza che la loro «chiesa domestica» è partecipe della vita e missione della Chiesa universale, tanto più i figli potranno essere formati al «senso della Chiesa» e sentiranno tutta la bellezza di dedicare le loro energie al servizio del regno di Dio. Appello e preghiera O Vergine santissima, madre di Cristo e madre della Chiesa, con gioia e con ammirazione, ci uniamo al tuo «Magnificat, al tuo canto di amore riconoscente. Con te rendiamo grazie a Dio, «la cui misericordia si stende di generazione in generazione, per la splendida vocazione e per la multiforme missione dei fedeli laici, chiamati per nome da Dio a vivere in comunione di amore e di santità con lui e ad essere fraternamente uniti nella grande famiglia dei figli di Dio, mandati a irradiare la luce di Cristo e a comunicare il fuoco dello Spirito per mezzo della loro vita evangelica in tutto il mondo. Vergine del «Magnificat, riempi i nostri cuori di riconoscenza e di entusiasmo per questa vocazione e per questa missione. Tu che sei stata, con umiltà e magnanimità, «la serva del Signore, donaci la tua stessa disponibilità per il servizio di Dio e per la salvezza del mondo. Apri i nostri cuori alle immense prospettive del regno di Dio e dell’annuncio del Vangelo ad ogni creatura. Nel tuo cuore di madre sono sempre presenti i molti pericoli e i molti mali che schiacciano gli uomini e le donne del nostro tempo. Ma sono presenti anche le tante iniziative di bene, le grandi aspirazioni ai valori, i progressi compiuti nel produrre frutti abbondanti di salvezza Vergine coraggiosa, ispiraci forza d’animo e fiducia in Dio, perché sappiamo superare tutti gli ostacoli che incontriamo nel compimento della nostra missione. Insegnaci a trattare le realtà del mondo con vivo senso di responsabilità cristiana e nella gioiosa speranza della venuta del regno di Dio, dei nuovi cieli e della terra nuova. Tu che insieme agli apostoli in preghiera sei stata nel cenacolo in attesa della venuta dello Spirito di pentecoste, invoca la sua rinnovata effusione su tutti i fedeli laici, uomini e donne, perché corrispondano pienamente alla loro vocazione e missione, come tralci della vera vite, chiamati a portare molto frutto per la vita del mondo. Vergine madre, guidaci e sostienici perché viviamo sempre come autentici figli e figlie della chiesa di tuo Figlio e possiamo contribuire a stabilire sulla terra la civiltà della verità e dell’amore, secondo il desiderio di Dio e per la sua gloria. Via Marsala, 42 - 00185 Roma – e-mail: [email protected] 5 ASC news - 27 La responsabilità nel servizio Dall’intervento di Rosario Maiorano Proviamo a definire i fondamenti epistemologici della dottrina sociale della Chiesa, saldamente ancorati alle sacre scritture e alle opere dei Padri della Chiesa, che a mio avviso devono essere i punti di riferimento “forti” di ogni cristiano che vuole impegnarsi sul piano sociale e politico. Dottrina sociale e mondo del lavoro sono in rapporto di stretta interconnessione, tanto da poter dire che nessuna idea del sociale può prescindere da una chiara conoscenza del mondo del lavoro. Nella Bibbia Dio ci rivela un mistero di peccato nel lavorodolore: “tu lavorerai la terra con il sudore della fronte”. Questa la conseguenza, una delle conseguenze immediate, della ribellione dell’uomo, del disordine nato dal peccato che si estende a tutto il frutto della creazione “a causa tua la terra è maledetta”. I soprusi, i disordini, le ingiustizie provenienti dal peccato coinvolgono l’uomo-lavoratore, il mondo del lavoro-dolore. Dio, però, manda a liberare l’uomo dalla tirannia del peccato, dalla schiavitù del lavoro-dolore, suo Figlio, il quale ci rileva che i “talenti”, le capacità che ci sono concesse, rappresentano, non tante opportunità di personale arricchimento, ma diverse vocazioni finalizzate tutte al servizio verso la comunità. La sapienza, la scienza, il dono delle lingue, della profezia, del discernimento, del guarire gli infermi, del fare miracoli ecc, dice San Paolo nella Prima Lettera ai Corinti, sono opera dello stesso Spirito, che distribuisce i suoi beni come vuole; quanti sono gratificati da questi doni hanno l’obbligo di prolungare, con il loro lavoro, l’opera del Creatore rendendosi utili ai fratelli, devono collaborare alla realizzazione del piano provvidenziale di Dio nella storia. Gesù vive interamente tutto questo con il suo esempio: Cristo santifica la realtà del lavoro umano perchè condivi- 6 de la condizione dell’operaio, dell’umile lavoratore; e quando si presenta nel tempio e parla ai Dottori della Chiesa di allora, questi reagiscono male: “ma dove ha imparato tutte queste cose? non è il figlio del carpentiere?” E si scandalizzavano di Lui. Occorre guadagnarsi da vivere lavorando onestamente, dice Paolo nelle sue lettere ai Tessalonicesi, ribadendo con forza ai Corinti, perchè evidentemente c’era difficoltà ad accogliere tale messaggio, che il lavoro doveva garantire nell’ambito della comunità cristiana la soddisfazione dei propri bisogni e di quelli dei più sfortunati, che sono nostri fratelli per i quali Cristo è morto. Ecco il senso di solidarietà, sempre presente tra gli obiettivi del lavoro, unito al sentimento della fraterna condivisione: poteva, infatti, la Chiesa di Cristo compiere un’opzione diversa da quella di stare al fianco dei poveri? No! Per adempiere la propria missione, la Chiesa doveva condividere la condizione dei poveri, farsi povera essa stessa; infatti il modello di vita delle prime comunità di fedeli si basava sul lavoro e sulla comunione dei beni: “Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano oggi cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva o ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane...” (Atti 2, 44-46). Il cristiano, quindi, ed a maggior ragione un salesiano, ha una triplice missione da compiere nella società in cui vive: far penetrare lo spirito del Vangelo in tutte le realtà umane, portare la buona novella a tutti gli uomini, credenti o non credenti, glorificare Dio attraverso il proprio lavoro materiale e spirituale: questa missione Paolo la sintetizza mirabilmente nella Prima lettera ai Corinti, quando dice: “Tutto è vostro. Ma voi siete di Cristo. E Cristo è di Dio”. Per tutto il corso del primo millennio il lavoro nella Chiesa è stato vissuto come bene, come vera grazia del Signore ed è stato direttamente collegato al Vangelo e alla Associazione Salesiani Cooperatori • Newsletter periodica della Regione Italia - Medio Oriente - Malta • Luglio 2010 ASC news - 27 preghiera, nell’opera dei monaci occidentali, i benedettini soprattutto, il cui motto era “ora et labora”. E la ricostruzione dell’Europa dopo le invasioni barbariche ha avuto da loro un contributo inestimabile. Ma nel secondo millennio le cose cambiano. Dalla fine del 1200 i teologi non parlano più del lavoro, e gradualmente, forse anche inconsciamente, si avvicinano, forse anche per opera di San Tommaso che rivaluta il pensiero aristotelico, alla visione classica del lavoro, una disgrazia riservata a categorie reiette, agli schiavi di guerra, ai debitori che perdono la propria libertà, alle popolazioni assogettate, ecc., un’esperienza marginale ed accidentale che distoglie l’uomo dalla sua vera missione, la conoscenza, il sapere, la ricerca del bello. Per lunghi secoli la Chiesa, divenuta grande potenza temporale, è impelagata di questioni di mero esercizio del potere politico, di lotta accanita contro altri poteri, contro altre chiese, e di lavoro non se ne parla fino al secolo ventesimo. Con la Rerum Novarum e soprattutto con il Concilio Vaticano II (non a caso con la perdita di gran parte del suo immenso potere temporale) la Chiesa recupera una sua più propria dimensione umana, e la Carità ritorna ad essere, come aveva detto San Paolo, la più grande delle virtù teologali... “ci restano tre sole cose: la Fede, la Speranza e la Carità; ma la più grande di tutte è la Carità”! La nostra storia, la storia della nostra Chiesa, spiega molte carenze della nostra formazione, del nostro modo di vedere il lavoro. C’è da recuperare molto tempo perduto e soprattutto molto terreno lasciato ad altri. Ora il binomio che abbiamo costruito, lavoro-dottrina sociale, si arricchisce di un altro elemento, fino a diventare un trinomio, entra in gioco la politica, ovvero la responsabilità, l’impegno nel sociale, la presenza nelle istituzioni. Questa lunga premessa mi serviva per sollecitare la riflessione su alcuni aspetti fondamentali nella nostra rinnovata presenza come veri salesiani laici nella Famiglia Salesiana, nella Chiesa e soprattutto “nel secolo”. Il processo di rinnovamento realizzato (ma che, come tutti sappiamo continua ancora fino al 2012 anno del Congresso di approvazione definitiva del nuovo PVA), è sicuramente servito a favorire una maggiore presa di coscienza del nostro carisma. Ma tutti, e tutti insieme, dobbiamo impegnarci a rinnovare costantemente noi stessi, aggiornando il nostro modo di essere veri Salesiani oggi nel mondo, impegnandoci per primi a praticare l’unità e la comunione con gli altri membri della Famiglia Salesiana, quasi gareggiando tra noi per vedere chi sa voler più bene alle altre componenti della Famiglia, per aiutarla a crescere e radicarsi nella Chiesa e nel mondo. Questo rinnovamento deve prima di tutto tradursi in nuove modalità di approccio con il mondo giovanile e le sue complesse problematiche, partendo da una attenta analisi del contesto sociale e culturale nel quale sono inseriti oggi i giovani; un contesto spesso caratterizzato da processi di profonda disgregazione e degrado materiale e morale, che colpiscono, in maniera indifferenziata, per sesso, condizione sociale, età, vasti strati della popolazione giovanile in tutto il mondo, che generano nuove forme di povertà: povertà affettiva, spirituale, culturale, umana, oltre che materiale. Ai giovani che subiscono direttamente le conseguenze del grande processo di trasformazione in atto nella società “globalizzata”, ma sarei tentato di dire a tutti i giovani di oggi, occorre venire incontro proprio con la ricchezza dell’esperienza e del carisma della Famiglia Salesiana, con tutte le sue sfaccettature, con tutte le sue componenti, sempre ispirandosi agli insegnamenti e all’esempio di Don Bosco. Per metterci insieme e coraggiosamente al servizio dei giovani, sapendo che servire loro significa servire veramente Gesù, dobbiamo anche avere il coraggio di liberarci dei panni dell’uomo vecchio e rivestire i panni dell’uomo nuovo, spingerci “oltre” sulla strada del rinnovamento, anche “fino alla temerarietà” come certamente ci inviterebbe oggi a fare lo stesso Don Bosco. Non è un processo facile, ma invito tutti a non aver paura Via Marsala, 42 - 00185 Roma – e-mail: [email protected] 7 ASC news - 27 di navigare verso il mare aperto, a non aver paura delle novità, a non aver neppure paura di rimpiangere il passato, di scoprirsi “conservatori” perché anche gli Israeliti dinanzi alle difficoltà dell’esodo, ed alla fame del deserto, rimpiangevano le pietanze prelibate che servivano alla mensa del faraone, ma questo non gli impedì di proseguire e di raggiungere la terra promessa! Come salesiani, e a maggior ragione come laici salesiani, dobbiamo sforzarci di recuperare il terreno perduto soprattutto su due settori che rappresentano sicuramente terreno privilegiato di apostolato salesiano: quello del lavoro giovanile e quello dei mezzi della comunicazione sociale. Se esaminiamo attentamente lo Statuto ed il Regolamento ci rendiamo conto che su questi aspetti è stata posta una giusta attenzione, ma c’è molto da lavorare e soprattutto occore ritornare all’idea stessa che aveva Don Bosco dei “Salesiani Esterni”. “Ai Cooperatori salesiani - diceva Don Bosco - si propone la stessa missione della Congregazione di San Francesco di Sales cui intendono associarsi. Per questo, nello svolgimento del loro impegno apostolico, i Cooperatori prestano attenzione privilegiata ai giovani e specialmente a quelli poveri, abbandonati, vittime di qualsiasi forma di emarginazione”. Volendo offrire, soprattutto ai più giovani, indicazioni concrete in grado di tradurre in prassi reale quel richiamo all’impegno che viene loro da più parti rivolto, credo possano essere almeno tre gli ambiti nei quali incanalare e concretizzare quel bisogno di donarsi agli altri, quella gioia della gratuità che Don Bosco stesso ci invita a gustare: l’impegno politico e sindacale, inteso sia come sforzo del superamento di quella tradizionale nostra diffidenza verso l’amministrazione e la gestione della “cosa pubblica” che ha contribuito non poco a trasformare la politica in terreno di conquista (e di saccheggio) da parte anche di tanti dissipatori del nome cristiano, sia come vero servizio per gli altri; l’impegno diretto nel volontariato “istituzionale” con la creazione, dall’interno degli stessi Centri Cooperatori, di associazioni di volontariato sociale legalmente costituite, operanti nei settori specifici del disagio giovanile inteso nell’accezione più ampia del termine; l’impegno volontario nella grande Famiglia Salesiana (SDB, FMA, ACS, VDB, VIS, VIDES, ecc.) con la donazione di un periodo di vita (ad esempio un anno) da vivere all’interno di un nostro Istituto, 8 Centro, Oratorio, Parrocchia con la quotidiana condivisione della scelta di vita dei nostri fratelli consacrati, per un “tirocinio salesiano” in grado di fortificare la nostra fede e illuminare il nostro impegno. Ed a proposito di Famiglia Salesiana, vorrei anche avviare con voi la discussione sia sul nuovo modo di vivere in spirito di famiglia il rapporto con SDB ed FMA (alla luce del superamento della vecchia Convenzione che regolava i rapporti tra FMA ed SDB sul tema dell’animazione dell’Associazione ed i cui contenuti sono diventati articoli del PVA), sia la possibilità di coinvolgere FMA ed SDB che lasciano i loro ordini ma che possono rimanere nella Famiglia Salesiana da Salesiani Cooperatori. È soprattutto sul primo tema che è necessario fare “autocritica” ed ammettere che una certa “invadenza” di Delegati e Delegate è dipesa (e credo ancora dipenda) soprattutto dalla nostra “latitanza”, che è scarso senso di appartenenza, insufficiente coscienza del “carisma laicale”. Certamente non tutti i Delegati e le Delegate hanno a loro volta piena coscienza del loro ruolo, che alla luce del nuovo statuto è molto chiaro ed attiene solo all’animazione, alla “guida spirituale” e non certo al “governo” dell’Associazione e dei Centri; per questo è bene che si intensifichino gli incontri di chiarimento e riflessione, anche prevedendo e programmando momenti comuni di formazione. Ma se molti Cooperatori nel passato erano soprattutto Cooperatori “dei” salesiani (o addirittura di quel salesiano), la maggiore responsabilità va addossata a noi stessi per non aver preso piena coscienza, anche tramite una costante attività di aggiornamento ed autoformazione (statutariamente obbligatoria), del nostro carisma, del nostro ruolo, del nostro specifico compito di “governare” la nostra Associazione. Ecco allora che diventa di fondamentale importanza vivere il proprio ruolo di governo o di animazione in un Centro (e a tutti i livelli, dal locale al mondiale), come vero servizio, straordinario e prezioso, che non va ad aggiungersi alle tante altre attività che ci vedono impeganti, ma che per un determinato periodo, se veramente vogliamo far crescere l’Associazone tutta, deve essere vissuto ed interpretato come unico o comunque prioritario impegno apostolico, anche, e soprattutto, se modesto e umile nel suo quotidiano esplicarsi per il bene degli altri. Associazione Salesiani Cooperatori • Newsletter periodica della Regione Italia - Medio Oriente - Malta • Luglio 2010 ASC news - 27 Riflessioni raccolte Testimonianze di alcuni partecipanti L’idea era piuttosto azzardata… In un periodo nel quale la maggior parte delle persone sono in ferie oppure stanno ritoccando gli ultimi dettagli delle vacanze, dalla riunione della Consulta Regionale era saltata fuori la proposta: “ma perché non facciamo una tre giorni allargata, una riunione nella quale non ci siano soltanto i Coordinatori, ma anche gli Amministratori, i Formatori, i Segretari ed i Delegati e Delegate Provinciali?!”. Però era bella l’idea… un momento, una tre giorni di Comunità, di Famiglia Salesiana nella quale condividere in profondità il nostro essere Cooperatori meditando e riflettendo sul tema: “Vivere la Vocazione al servizio dell’Associazione”. Genzano di Roma si è rivelata una ottima ed accogliente Casa Salesiana per questo genere di attività, immersa nel verde e posta leggermente al di sopra del paese. Devo dire che in quei giorni, dal 2 al 4 di luglio, si è sicuramente riusciti a confrontarsi in un modo che, in altri momenti, credo che difficilmente sarebbe stato possibile. La presenza di una rappresentanza del Medio Oriente ci ha permesso di continuare quel cammino di apertura e di comprensione delle necessità dei Cooperatori di altre Province molto lontane dalla nostra, ma che sono ugualmente parte della nostra Regione e che ci chiedono di essere aiutati a vivere la loro vocazione, soprattutto in un contesto sociale particolarmente difficile. Ecco, credo che questi incontri contribuiscano in modo sostanziale a creare quel preziosissimo clima di famiglia che tanto cerchiamo ed auspichiamo, ma soprattutto si creano i presupposti per quello scambio di idee, pensieri, emozioni, riflessioni fra la parte consacrata dell’Associazione e la parte più squisitamente laica. Riccardo Biagi Coordinatore provinciale Emilia Romagna - San Marino lia che senso di famig il o iv v iù p r ntire anco enzano fa se 2010 Ripensare a G do salesiano. ICP da aprile na le ia c n in o v m l ro P ne si respira l Conisiglio mata per u a far parte de segreteria sono stata chia ta a tr n e o n o S ella sponsabile d e di scame in quanto re azione. di confronto tà rm ili fo ib i d ss i o p rn a io scelta di st g tre con gioia que le fondamenta della mia mmilto o c c a ito b re tta a ca Ho su minciare a ge pensiero di voler iniziare o c r e p ee id il ento, di bio di ed ho gradito o stati momenti di divertim scerC S A ll’ ne o impegn di cono à. Ci son rte una voglia stessa velocit nare tutti alla reghiera alla cui base era fo e realtà di origine. ip pri riflessione e d re le esperienze delle pro presentanza del Medio e id iv a un rap ano si e di cond zione anche na Co operatrice del Lib a rm fo lla a potevano Era presente rsona di Mirelle, Salesia o inglese, si ccone se p ce n lla a fr ne i d te n ’ e po ha ra Ori noscendo un rricchenti e curiose. Mi alesiana o c le a u q la con ioni a figli, S lte conversaz madre di 3 intavolare mo rienza personale, quale spe realtà, a realtà. tato la sua e tta” per la su Non importa il posto, la o “l he c e ic tr . ntà di be Co opera te per entram tto il mondo. La sua volo rà n e id v e ra e Una cosa amato in tu ttere e mi sa Don Bosco è za mi ha fatto molto rifle lo, perchè , ne io z a tu si la en aco questa esperi nte ad un ost noscendo intraprendere ual volta mi troverò di fro n co o n ni q artire pur d’esempio og he Mirelle ha deciso di p re c n piano potrò pensa i basta solo crederci! che vorrò pia tale ti n d u in sp u i q d e e o me l’italian carica di idee famiglia e co sa è a c C a S A ta a he rn c nso alcosa di Sono to in quanto pe componenti mettono qu a c ti ra p in mettere se tutti i e cresce solo ita sc re c in è Sara Lionetto a proprio. - Valle d’Aost te n o m ie P le vincia Segretaria pro suor Laura, ti prego traduci tutto quello che ho detto Via Marsala, 42 - 00185 Roma – e-mail: [email protected] 9 ASC news - 27 Carissimi fratelli,vorrei ringraziarvi per le giornate meravigliose trascorse in vostra compagnia a parlare e scambiarsi i problemi della conduzione delle nostre Provincie. Aiutandosi a trovare soluzioni, imparando l’uno dall’altro, tutto in un’assoluto clima di famiglia. La cosa che mi ha emozionato molto è stato conoscere Mireille, vivere con lei le situazioni del Medio Oriente, e scoprire che ... “ tutto il mondo è paese “... non c’è differenza di lingua, dialetto od abitudini, se ogni gesto viene fatto nel nome del Signore. Maggiormente l’ho scoperto quando è venuta in visita a Firenze. Avevo paura che non potessimo capirci, che potesse annoiarsi, invece ... abbiamo visitato la città come due sorelle, con un grande entusiasmo che usciva dal cuore, ridendo e parlando in inglese, italiano, francese ... ma principalmente con la voce dell’amore per Dio e tutti i suoi figli. Così è stato quando è venuta in famiglia, da mio marito e mio figlio ed abbiamo cenato insieme facendole conoscere i piatti tipici della Toscana,... complice l’Arno d’argento ... oppure il buon Chianti... non so, ma sono stati momenti irripetibili che rimarranno per sempre nel nostro cuore, GRAZIE Mireille. Invio a tutti voi cari Fratelli un abbraccio in Don Bosco e ... BUONA ESTATE!!! Beatrice Benucci Coordinatrice provinciale ICC Toscana È stata una bella, ricca e “calda” esperienza, le giornate di formazione dei “responsabili” provinciali dei Salesiani Cooperatori. Molto ricche le conferenze con don Enrico e Rosario Maiorano. Don Enrico parlandoci dell’Enciclica Christifideles laici ci ha invitati ad essere inseriti e vivi nel mondo civile e in quello della Chiesa, il Cooperatore deve essere presente e attivo nella Chiesa locale, non può solo fare formazione ma vivere quello che crede, prima di tutto come cristiano e quello che ha promesso come Salesiano Cooperatore. Mi ha colpito la sottolineature di pensare che siamo stati “voluti da Don Bosco” per raggiungere la santità, quindi puntare in alto, non dimenticarci mai di questo obiettivo che deve essere il più importante da raggiungere. La conferenza di Rosario è stata incentrata sulla responsabilità del Salesiano Cooperatore e ha sottolineato come i ruoli di “responsabilità” sono in realtà di “servizio” e ha presentato l’icona della lavanda dei piedi di Gesù agli apostoli durante l’Ultima Cena come modello di servizio nell’Associazione a tutti i livelli: locale, provinciale e mondiale. I momenti di gruppo suddivisi per ruolo: coordinatori, amministratori, responsabili della segreteria e responsabili della formazione ci hanno permesso di condividere e di “imparare” tante cose. Certamente lo scambio di pareri, di modi di lavorare e anche il condividere le difficoltà e le gioie fanno parte della vita della nostra famiglia. La cosa bella è stato il desiderio di restare in contatto, anche attraverso i mezzi di comunicazione moderni, come internet, e di condividere le cose che vengono fatte nelle varie Provincie. Molti significativi i momenti di preghiera, le S. Messe e anche i momenti conviviali: i pasti e le serate trascorse in vero spirito salesiano e di famiglia. La presenze dei Delegati e Delegate provinciali ha dato concretezza al nostro essere salesiani, formando il primo nucleo istituito da Don Bosco. Grazie a quanti hanno lavorato e creduto in questo incontro, con la speranza di rincontrarci più numerosi. Tiziana Sarto Amministratrice provinciale Piemonte - Valle d’Aosta 10 Associazione Salesiani Cooperatori • Newsletter periodica della Regione Italia - Medio Oriente - Malta • Luglio 2010 ASC news - 27 Nei giorni 2 - 4 luglio 2010 ho partecipato a Genzano alle giornate di formazione per i responsabili dei settori: Coordinatore - Formazione Segretario e Amministratore. Durante le conferenze che si sono tenute ho notato che tutti erano molto attenti e interessati a quanto veniva comunicato informandosi e chiedendo chiarimenti se qualcosa non veniva recepita bene. Durante i laboratori di gruppo: ▪ alcuni amministratori hanno riferito che si interessavano a reperire fondi presso i Centri locali solo al momento di realizzare un programma; ▪ gli amministratori dei Centri - qualunque sia il livello - devono farsi promotori e carico per reperire fondi per la realizzazione di tutto quello che è stato programmato; ▪ tener presente che senza un preventivo di spesa è difficile realizzare qualsiasi attività; ▪ sono dell’avviso - in linea di massima - che ogni Centro, qualunque sia il livello, deve compilare un calendario/programma di tutte le attività che si svolgeranno nel corso dell’anno. Successivamente tali attività si devono preventivare in spese. Il totale delle spese deve essere ripartito per i vari Centri locali e successivamente l’amministratore, durante le riunioni mensili, deve informare tutti i Cooperatori e le Cooperatrici sui fondi occorrenti al Centro in modo che ogni Cooperatore e Cooperatrice cosciente della propria appartenenza all’Associazione può contribuire economicamente con contributi volontari. ▪ Infine sono convinto che l’opuscolo Animare la Solidarietà Economica è poco conosciuto dagli amministratori, per cui bisogna insistere su tale importante conoscenza al fine di sollecitare sempre durante gli incontri gli associati ad una collaborazione economica. Domenico Langella Amministratore provinciale ICC - Lazio Per Oscar Wilde “Vivere è la cosa più rara del mondo: i più esistono solamente”. Ebbene in quei 3 giorni ho vissuto l’Associazione … probabilmente in qualche parte del mondo … l’Associazione esiste solamente. Comunque al di là della metafora ho apprezzato e gustato: ▪ un’ottima organizzazione, puntuale e curata nei particolari; ▪ una logica di apertura che non mette se stessi al centro e che non utilizza gli altri; ▪ un coinvolgimento dei partecipanti con metodi attivi di partecipazione; ▪ la passione per la vita, la giustizia e la solidarietà; ▪ un incontro nuovo di famiglia per crescere insieme in una nuova e profonda comunione; ▪ la ricerca di cammini percorribili e convergenti per rendere concrete le scelte prioritarie dell’Associazione; ▪ l’assumere con nuova consapevolezza la dimensione vocazionale, cuore della missione educativa salesiana; ▪ l’assumere una gestione innovativa per la vitalità del carisma e dell’Associazione oggi; ▪ un percorso formativo sempre più condiviso. Posso permettermi di suggerire eventuali contenuti per incontri futuri? ▪ Coordinamento per la comunione come strategia relazionale, stile di animazione, modalità di conduzione; ▪ possibili modelli formativi e organizzativi coerenti al coordinamento per la comunione; ▪ animazione e leadership tra ruolo e funzione (ridare significato alla parola animazione); ▪ generatività sociale: come trasmettere il patrimonio valoriale alle nuove generazioni; processi su cui poggia la generatività; Bisogna puntare a formare persone (delegati/te, coordinatori) capaci, insieme, di progettare, di “stare” e gestire i cambiamenti legati al processo di rivitalizzazione dell’Associazione. Formare, cioè, persone che abbiano competenze per: ▪ vivere esperienze autentiche di comunione e corresponsabilità; ▪ leggere e interpretare in modo realistico la nostra situazione e attuarvi il carisma; ▪ assumere ruoli e incarichi sempre più complessi. È necessario infatti: ▪ sperimentare il valore del pensare, apprendere e costruire insieme riconoscendo anche la conflittualità come risorsa; ▪ imparare a dare senso, significato e progettualità alle esperienze che stiamo facendo; ▪ rileggere le esperienze, metterle in discussione, scoprire i segni di novità che la cultura e l’esperienza portano; ▪ coniugare il coordinamento per la comunione nelle nostre situazioni imparando a partecipare e lavorare insieme nella corresponsabilità. Suor Maria de Palo Delegata provinciale IME - Puglia Via Marsala, 42 - 00185 Roma – e-mail: [email protected] 11 ASC news - 27 Per me è un vero piacere, oltre che un dovere, esprimere alcune considerazioni in merito all’esperienza vissuta a Genzano nei primi giorni di Luglio, perché esperienze come queste difficilmente si dimenticano per la ricchezza di preziosi stimoli che ti aiutano a crescere nella dimensione personale e associativa. Non mi dilungo sui contenuti formativi tutti ad alto livello e tutti apprezzabili; desidero, invece, esprimere le mie riflessioni su due aspetti che personalmente ritengo molto significativi e proprio per questo da sottolineare: lo spirito di famiglia e lo stile di servizio. L’accoglienza, la cordialità, incontrarsi tra fratelli e sorelle, mettere a confronto le proprie esperienze, ascoltarsi gli uni gli altri, fare dono delle proprie ricchezze spirituali e nello stesso tempo arricchirsi di quelle degli altri, condividere momenti di convivialità e di gioia salesiane, non succede tutti i giorni!! Noi, a Genzano, l’abbiamo vissuto e sperimentato!! Tutto questo, però, non sarebbe stato possibile senza il generoso servizio di tutti coloro che con spirito di sacrificio hanno dedicato tempo ed energie per la buona riuscita di questa esperienza; un servizio che è espressione di una vocazione matura e responsabile e che si traduce in “missione” per il bene di tutti; un servizio che va incoraggiato, desiderato, qualificato e donato perchè l’Associazione possa continuare ad essere, nella Chiesa e nella società, segno credibile e visibile del carisma e della spiritualità salesiani. Nelle nostre realtà abbiamo tante belle risorse e capacità: non le teniamo tutte per noi!! Mettiamole a disposizione dell’Associazione che sicuramente ne trarrà grandi vantaggi. “SERVIRE E’ BELLO”: per capirlo bisogna sperimentarlo almeno una volta e la GIOIA, sicuramente, sarà grande!! Un GRAZIE riconoscente a tutti e un augurio perché esperienze simili possano ripetersi per la gioia di molti e per la crescita dell’Associazione. Anna Mangia Coordinatrice provinciale IME - Puglia 12 Dire bene di un evento riuscito bene, è fin troppo facile. E si potrebbe concludere qui, a proposito delle Giornate di Formazione per Responsabili dell’ASC Regione Italia - Medio Oriente - Malta. Per cercare ispirazione e scrivere comunque qualcosa che non sia solo una generica positiva valutazione su un evento durato quasi tre giorni, dopo aver riguardato sul computer le foto, ho preso in mano anche la cartella per vedere di lasciarmi impressionare da qualcuno dei fogli ivi raccolti. Prima di tutto ho riletto i nomi dei presenti, cercando di farli corrispondere ad un volto, ad un intervento, ad un breve scambio di parole, ad un vestito… e soprattutto affidando ciascuno al Signore Gesù, perché lui ha ben presente ciascuno di noi, anche ora che siamo lontani gli uni dagli altri. Ho riletto qualche mio personale appunto, ho girato velocemente i fogli che presentano la Christifideles Laici, beh…sono idee note. Ed ecco, in fondo alla cartella, praticamente dimenticata, suor Concepcion Santos: e questa da dove salta fuori? Leggo con piacere e attenzione le due pagine dal titolo: “Accompagnare nello Spirito”, che mi ispirano qualche riflessione che vorrei sintetizzare nelle poche righe che seguono. Accompagnare vuol dire farsi compagno di strada, sia in senso fisico che spirituale. Ma come e quando camminare al fianco di qualcuno, dal momento che tutti corrono, in genere chiusi nei loro pensieri ed affari. È vero: abbiamo costruito un tipo di vita sociale in cui tutti abbiamo fretta, ci organizziamo al minuto e sempre ci manca il tempo… Sembriamo troppo spesso dei menagers: come preti, come genitori… il cui primo compito è il fare, andare di qua e di là perché bisogna fare, correre per arrivare in tempo… Ma quando è stata l’ultima volta che ho fatto due passi con mia moglie, con mio figlio/a, con la mia consorella/confratello, o mi sono seduto con lui/lei solo per il gusto di stare insieme? E non per decidere cosa bisogna fare domani alla tal ora, o quale iniziativa proporre con l’Associazione, con il gruppo catechistico…? Cose, queste ultime, che vanno pure fatte, e possibilmente bene. Ma la Bibbia ci ricorda: c’è un tempo per ogni cosa! Dov’è il tempo, quant’è il tempo per coltivare l’interiorità della mia persona e per mettermi in profondo ascolto delle persone con cui vivo, indipendentemente dai doveri e dai compiti legati al ruolo e alla professione? Se i rapporti in questi due ultimi ambiti sono sempre al limite della scontro o della rottura, probabilmente è perché manca la prima fase, non tanto in ordine di tempo, ma come esigenza esistenziale. La prima cosa da acquisire è la consapevolezza che ciascuno ha bisogno di qualcuno che si affianchi sulla sua strada. E allo stesso tempo ciascuno deve prendere coscienza che è necessariamente un cattivo o un buon compagno di viaggio. Chi ci incontra percepisce subito che tipo di compagno si sta affiancando: e soprattutto i ragazzi e i giovani hanno un fiuto sensibilissimo. Dice bene suor Concepcion che non c’è bisogno di essere degli “esperti per accompagnare… Fare accompagnamento dovrebbe risultare il modo normale di essere degli adulti nella fede e di più per noi figli di grandi accompagnatori come Don Bosco e la Mazzarello”. Concludo ribadendo un concetto che ho ripetuto spesso ai Salesiani Cooperatori di Toscana: “sfruttiamo” il sacramento della riconciliazione per avere il perdono del Signore, ma anche per avere un sacerdote che ci guida, magari incontrandolo anche in momenti diversi da quelli del sacramento. Chiamiamola come vogliamo: direzione spirituale, accompagnamento… ma solo vivendo noi in prima persona questa esperienza, sapremo poi viverla anche come genitori, educatori… da veri Salesiani Cooperatori. Convinti che questa è pure la strada per coltivare la “cultura vocazionale” negli ambienti in cui la Provvidenza ci chiama a vivere la nostra avventura cristiana e salesiana. don José de Grandis Delegato provinciale ICC - Toscana Associazione Salesiani Cooperatori • Newsletter periodica della Regione Italia - Medio Oriente - Malta • Luglio 2010 ASC news - 27 Sintesi finali Punti emersi dai vari laboratori LABORATORIO FORMAZIONE Centralità del Consiglio provinciale • Il Consiglio provinciale prende tutte le decisioni riguardo agli aspiranti e li incontra personalmente almeno una volta. • Il responsabile della formazione provinciale organizza alcuni incontri all’anno con i responsabili della formazione locali, per condividere il piano formativo iniziale; verifica e sente le esigenze. • Effettua un numero adeguato di incontri formativi per gli aspiranti a livello provinciale. Aspettative dalla Regione • Continuare la modalità di formazione intrapresa. • Favorire lo scambio di idee e metodologia. • Uniformare l’operatività per avere una risonanza con i segretari dei Centri locali. Ruolo della Segreteria in Provincia • È necessaria una maggiore sensibilizzazione dei segretari locali che, con umiltà e spirito di servizio, facciano riferimento al responsabile provinciale della Segreteria, per migliorare l’efficienza ed il buon funzionamento del Consiglio e del Centro locale. Condivisione cammini aspiranti • Incrementare lo scambio e condivisione a livello regionale dei cammini degli aspiranti, anche per quanto riguarda strumenti e metodologie. Strumenti e supporti • La Consulta Regionale raccoglie ed elabora strumenti e supporti multimediali a supporto/integrazione dei cammini aspiranti o della Proposta Formativa. Formazione qualificata dei Cooperatori • I Consigli provinciali con l’ausilio della Consulta Regionale promuovono iniziative e percorsi di formazione specifica per responsabili e formatori. • La Consulta Regionale organizza eventi ad hoc su temi fondamentali relativi alla formazione del Cooperatore (es. dottrina sociale della Chiesa). LABORATORIO SEGRETERIA Aspetti generali • Tutti hanno un’archiviazione del passato abbastanza in ordine. Emerge la necessità di uniformare la metodologia di lavoro seguendo le indicazioni esaminate nei vari punti illustrati: › stesura verbali › raccolta dati › modulistica adottata › registro di protocollo › archivio (corrente e storico) › cura e custodia Esigenze concrete • Necessità di informatizzazione da parte di alcuni Coordinatori locali che devono ricorrere alle comunicazioni in forma cartacea. • Questo determina differenti tempi nella reperibilità di dati e nelle comunicazioni. LABORATORIO AMMINISTRATORI Solidarietà perché? • Esigenza che ogni organizzazione individui delle risorse per sostenersi. • Solidarietà economica come scelta di autonomia e di maturità. • Solidarietà economica come esigenza di concretezza e di progettualità. • Ricadute sulla formazione: tutto parte dalla promessa. Serve che se ne parli dalla formazione iniziale. L’amministratore chi è: teoria e pratica • Il documento ASE illustra lo stile di animazione dell’amministratore. • Nella pratica viene eletto sulla base di una disponibilità; sente il supporto di tutto il Consiglio; necessità di alcune conoscenze tecniche; vive una difficoltà di animazione nell’acquisire i contributi dai vari Centri. Educare alla corresponsabilità: strumenti • Necessità di individuare degli strumenti di animazione: i bilanci come occasione di progettualità; necessità di rendere visibile e concreto ciò per cui si chiedono contributi; esigenza di massima trasparenza; necessità di utilizzare strumenti comuni. • Permangono aspetti delicati da approfondire: riconoscimento civile; modalità per acquisire la P.IVA ed aprire un conto corrente intestato all’Associazione. Via Marsala, 42 - 00185 Roma – e-mail: [email protected] 13 ASC news - 27 Alcune proposte • Raccogliere la modulistica e gli strumenti di animazione al momento utilizzati dalle varie Province (testi, lettere e mail; software di gestione dei movimenti; modalità di contatto con banche e poste; ecc.) al fine di una prima organizzazione ed eventualmente razionalizzazione. • Mappatura delle iniziative di apostolato che esistono nei Centri locali (inserirle nel sito?). • Qualche riflessione critica sul documento ASE nella misura in cui introduce un dialogo diretto Consiglio Provinciale – Amministratore Mondiale, lasciando fuori l’amministratore regionale con il quale gli amministratori provinciali hanno avviato un percorso di riflessione sulla solidarietà economica. LABORATORIO COORDINATORI Formazione dirigenti • Individuare figure idonee di possibili futuri dirigenti e creare percorsi ad hoc per la loro formazione, dando anche possibilità di esperienza ed affiancamento. Corresponsabilità e dimensione associativa • Far maturare una maggior corresponsabilità tra i Cooperatori e con la Famiglia Salesiana. • Favorire esperienze di più ampio respiro rispetto alla sola dimensione locale, per aumentare la conoscenza e il senso di appartenenza. Comunicazione efficace e visibilità • Materiale, sussidi, presenza, immagine, comunicati stampa, esposizione… Informazione interna • Chiarire in dettaglio la struttura associativa. • Chiarire il ruolo dei Delegati, dei Cooperatori e le loro specifiche identità. Animazione associativa • Curare maggiormente l’animazione associativa, compito fondamentale di ciascun Consiglio ad ogni livello (animazione spirituale, economica…). Presenza evangelizzatrice tra i giovani • Individuare in ogni Consiglio provinciale un Cooperatore che entri a far parte delle Consulte ispettoriali MGS della propria Provincia; • Puntare anche ad un inserimento di Cooperatori nelle realtà locali MGS; • Chiarire i ruoli tra SDB, FMA e Cooperatori nell’animazione del MGS. 14 Uno sguardo salesiano sul Medio Oriente Un documento per conoscere e pregare Partendo dal fatto che non si può amare ciò che non si conosce, nel corso della 3 giorni a Genzano ho colto l’occasione per presentare il documento dal titolo “Uno sguardo salesiano sul Medio Oriente”, redatto da un’apposita equipe della Consulta Regionale. Al di là di una rappresentazione grafica delle località in cui la realtà salesiana è presente in questo vasto territorio, il documento si prefigge di percorrere inizialmente un itinerario storico, geografico e politico che permetta ai Cooperatori d’Italia di prendere consapevolezza del contesto difficile, instabile e terribilmente complesso in cui vengono a trovarsi in generale tutti i cristiani, e in particolare i fratelli Salesiani Cooperatori e Cooperatrici, che vivono in paesi come l’Egitto, Israele, il Libano, la Siria o la Turchia. Si è voluto anche sentire dalla viva voce di questi fratelli e sorelle quali sono le loro istanze, le loro aspettative, le loro difficoltà a vivere in Gesù Cristo seguendo Don Bosco. Il presente dossier suggerisce anche una filmografia e una bibliografia per ulteriori approfondimenti sul problema mediorientale. Tutto questo lavoro sta alla base di un sogno in cui tutti i Cooperatori che, come noi, vivono in zone tranquille, almeno per ciò che riguarda la propria vita fisica o il pericolo di persecuzione religiosa, potessero: • conoscere che altri Cooperatori invece vivono grossi pericoli e difficoltà; • amare questi Cooperatori lontani come fratelli e sorelle in Cristo e in don Bosco; • all’interno della “comunione dei santi” che lega indissolubilmente ogni componente del Corpo di Cristo, trasformare la conoscenza e l’amore in un impegno concreto di preghiera che salga costante a Dio in un coro numerosissimo di voci, affinché questi fratelli mediorientali possano sentirsi meno isolati, più compresi e sostenuti da quella forza misteriosa che è la grazia che viene dallo Spirito Santo, il “Consolatore perfetto”. Augurandoci che questo sogno possa avverarsi, come tanti sogni del nostro padre Don Bosco, lo poniamo nelle mani dell’Ausiliatrice, consegnandolo idealmente a ciascuno di voi Cooperatori (il documento è disponibile sul sito). Ivo Borri Associazione Salesiani Cooperatori • Newsletter periodica della Regione Italia - Medio Oriente - Malta • Luglio 2010 ASC news - 27 Haiti news Marina e Paolo ci raccontano Ciao a tutti, scusate se non siamo riusciti a farci vivi prima ma, visti i ritmi serrati della giornata, non è facile trovare il tempo per farlo. Di solito dedichiamo il sabato e la domenica al blog, le mail e sopratutto le telefonate a casa, che sono complicate per la linea disturbata ed il fuso orario. Se poi aggiungiamo a questo anche il fatto che qualche volta la domenica devi uscire perché ti invitano a fare una visita ad una casa salesiana o altro... il tempo si riduce ulteriormente. Noi stiamo bene, a parte la disavventura iniziale dello smarrimento della valigia (che forse è stata ritrovata, ma che ad oggi ancora non ci è stata recapitata), vedendomi costretta ad indossare un paio di pantaloncini di Paolo ed i suoi jeans. Dovete sapere che durante la messa domenicale tutti sono molto eleganti, quindi mi sento un po’ fuori luogo... Se non rientreremo in possesso della valigia dovrò fare compere... ma anche quello è un altro problema perché non possiamo muoverci liberamente, per via della sicurezza... ma facciamo le cose con ordine. Vi racconto una giornata tipo: Sveglia, circa verso le 5, al canto dei galli. Messa in comunità alle 6.30. Partenza per il campo di Torland alle 7.00 circa, dopo un rapido caffè e una frugale colazione. Al campo per ora lavoriamo al censimento con una equipe locale ed all’imbustamento di fagioli e riso che il VIS ha acquistato per la distribuzione alla gente del campo, che comunque si pensa presto di ricollocare, per permettere ai salesiani di riprendere le loro attività. Nel pomeriggio, solitamente alle 17:00, ripartiamo per rientrare a casa. Questo è l’orario consigliato perché poi fa buio ed è pericoloso sia per la strada (rischio incidenti, assenza di illuminazione) sia di rapimenti. Diciamo che tra le varie organizzazioni c’è un tacito coprifuoco. Questa settimana abbiamo iniziato a partecipare all’organizzazio- ne delle attività estive, che inizieranno il primo agosto e termineranno il primo settembre. È una sorta della nostra Estate Ragazzi, ma fanno anche attività di laboratori professionali ed educativi, come ad esempio l’inglese. Che dire del clima e dell’atmosfera che si respira: la cosa che ci ha colpito è sicuramente la dignità delle persone e come riescano a sopravvivere davvero senza niente. Questo un po’ ci fa credere, anche parlando con le persone, che ora la situazione, a sei mesi dal terremoto - rimosse o, meglio, spostate le macerie e tolti i morti dalle strade - non sia molto differente da prima. Cioè poveri erano prima e poveri sono ora, con l’aggiunta che ora sono senza casa e forse qualcuno in più senza lavoro!!! Il governo è totalmente assente. C’è la percezione, sia in noi che nella gente, che il governo non faccia assolutamente nulla ma soprattutto che non programmi nulla. Non c’è futuro, tutto è nelle mani della gente che si arrangia come può, improvvisando un commercio di saponette, pollo arrosto ecc..., ecc... Le comunità salesiane, e soprattutto l’Ispettore, ci hanno accolto benissimo. L’urna di Don Bosco ed i festeggiamenti ci hanno fatto sentire davvero a casa!!! Sentire intonare i canti di Don Bosco in creolo è stato suggestivo e ci fa riscoprire il senso grande di appartenenza alla Chiesa. Qui i Salesiani hanno grandi opere in stile tipico: recupero ragazzi di strada ed istruzione, insegnamento professionale e reinserimento in famiglia, che spesso hanno ma da cui si sono allontanati in cerca di lavoro. Hanno molte scuole di ogni ordine e grado che accolgono moltissimi ragazzi e li formano, assicurando loro un futuro sicuramente migliore. Il terremoto ha sconvolto e segnato anche loro, che comunque hanno continuato a lavorare con amore e dedizione. Siamo orgogliosi di questo! Via Marsala, 42 - 00185 Roma – e-mail: [email protected] 15 ASC news - 27 Abbiamo conosciuto il gruppo di Cooperatori che sono nel campo; speriamo presto di poter partecipare ad un loro incontro. Abbiamo già detto loro che tutti i Cooperatori d’Italia pregano per loro e li sostengono. Speriamo anche di individuare grazie a loro qualche esigenza particolare. Di questo abbiamo parlato anche con l’Ispettore, e ci ha detto che ci vedremo per discutere insieme di alcuni microprogetti che si potrebbero finanziare. ti en m a t n Appudei principali ario egione Calend nella R i t n e m a appunt AGOSTO 1-7 5-8 6-8 15-22 16-19 19-22 26-29 28-30 Toscana Calabria Sicilia Nord Est Sicilia Sicilia Calabria ICC EESS Famiglia Salesiana Esercizi Spirituali GGCC EESS Famiglia Salesiana Esercizi Spirituali Campo GGCC Campo Famiglie EESS Famiglia Salesiana Assemblea SETTEMBRE Spero di non essere stata lunga. Stiamo ancora cercando di inquadrare la situazione, almeno dal punto di vista personale, ma vi terremo aggiornati. Scriveteci anche voi e mandateci notizie della nostra famiglia, dei Salesiani Cooperatori!!! Vi vogliamo bene, vi assicuriamo le nostre preghiere e sentiamo forte le vostre! Ricordiamo sempre nell’Eucarestia la Famiglia Salesiana a cui il Signore ha affidato questo compito bellissimo ma difficile dell’educazione dei giovani! Un forte abbraccio, Marina e Paolo 2-5 3-5 3-5 3-5 10-12 17-19 19 19 26 26 26 Adriatica Campania-Basilicata Liguria Nord Est Toscana Lazio Nord Est Piemonte Adriatica Lazio Nord Est EESS Famiglia Salesiana Esercizi Spirituali Esercizi Spirituali Esercizi Spirituali Esercizi Spirituali Famiglie Campo Salesiano Convegno Salesiano di PG Giornata del Cooperatore Formazione Consigli Locali Giornata del Cooperatore Congresso Provinciale OTTOBRE 3 8-10 9 16-17 22-24 30-1/11 Puglia Roma (Pisana) Roma (Pisana) Lazio Genzano (Roma) Toscana Assemblea Generale ASC Convegno Nazionale LMM Segr. Esecutiva Regionale Esercizi Spirituali Workshop Famiglie Forum Giovani NOVEMBRE 8 14 20 20 21 25 16 Puglia Adriatica Liguria-Toscana Piemonte Nord Est Formazione GGCC e Aspiranti Giornata del Cooperatore Giornata Formazione FS Formazione Consigli Locali Forum Famiglie M.Margherita (rinn. Promesse) Associazione Salesiani Cooperatori • Newsletter periodica della Regione Italia - Medio Oriente - Malta • Luglio 2010