dal 21 al 30 maggio 2010 - Duo Pellecchia

Transcript

dal 21 al 30 maggio 2010 - Duo Pellecchia
è un evento
architempo
Festival
6° edizione
DAL 21 AL 30 MAGGIO 2010
direzione artistica Giuseppe Bellone
www.illuogodellalinguafestival.com
Festival
6° edizione
www.illuogodellalinguafestival.com
Verso Capua
...rotto il colmo sull’ansa, con un salto,
il Volturno calò, giallo, la sua
piena tra gli scopeti, la disperse
nelle crete. Laggiù si profilava
mobile sulle siepi un postiglione,
e apparì su cavalli,
in una scia di polvere e sonagli.
Si arrestò pochi istanti, l’equipaggio
dava scosse, d’attorno volitavano
farfalle minutissime. Un furtivo
raggio incendiò di colpo il sughereto
scotennato, a fatica ripartiva
la vettura: e tu in fondo che agitavi
lungamente una sciarpa, la bandiera
stellata!, e il fiume ingordo s’insabbiava.
Eugenio Montale
Torna dal 21 al 30 maggio Capua il Luogo della Lingua
Festival, la rassegna promossa dall’associazione Architempo che
coinvolge la città di Capua ogni anno e che vede la letteratura
attorniarsi di altrettanti validi strumenti: il cinema, il teatro, l’arte
visiva, l’arte audiovisiva e quella multimediale, la musica e tutte
le sue declinazioni, l’architettura, la scultura e la fotografia. Una
poliedricità che appartiene al linguaggio, anzi ai linguaggi, che
non poteva non essere celebrata a Capua, uno dei luoghi simbolo
dell’espressione che prima di ogni altra ci appartiene, la lingua
italiana.
È a Capua, infatti, altera Roma secondo Cicerone, considerata
“Porta del Sud” fino all’Unità d’Italia, che nel 960, precisamente
1050 anni fa, si ha la “Carta di Capua” o “Placito Capuano”.
Il “Placito Capuano” è unanimemente riconosciuto dagli storici
come il primo documento del volgare italiano. L’idea di ispirarsi
a esso per il tema di un festival nasce proprio dall’esigenza di
sottolinearne l’importanza per il nostro patrimonio linguistico e
culturale.
Quest’anno il Festival giunge alla sesta edizione, arricchendosi
della prima edizione del “Premio Falerno Primo Romanzo”. Il
Premio, dedicato agli autori esordienti, nasce dall’idea di suggellare
il “gemellaggio” storico tra vino e letteratura, per dare rilievo
all’importanza del Falerno, primo D.O.C. dell’enologia mondiale,
vino famoso dell’antica Roma, cantato ed esaltato da tutti i poeti
della classicità, che ancora oggi si produce in diverse zone della
provincia di Caserta.
L’antica e affascinante città, testimone privilegiata del passaggio
della storia nel nostro territorio, si trasforma nei giorni del
Festival in palcoscenico. Cultura, letteratura, teatro, musica, arte,
gastronomia si fondono a Palazzo Lanza per dare vita ad un unico
grande spettacolo dal vivo. Un’operazione di ricostruzione di
un’identità culturale del territorio, fondamentale per immaginare
un futuro possibile.
Antonio Ghirelli, Mario Venuti, Marcio Rangel, Amanda Sandrelli,
Blas Roca Rey, Francesca Melandri, Margherita Di Rauso, Paoletta
Pelagalli da Rtl, Peppe Servillo, Fausto Mesolella, sono solo alcuni
dei nomi che si alterneranno sul palcoscenico del Capua il Luogo
della Lingua, insieme agli amici di sempre, gli scrittori, gli artisti,
gli storici, gli attori e i giornalisti che da anni vivono e rendono vivo
Palazzo Lanza, ai quali prima di tutti va il nostro ringraziamento.
Giuseppe Bellone
Direttore Artistico Capua il Luogo della Lingua Festival
Venerdì 21 maggio
Ore 19.00
Inaugurazione festival
Anna Solari Garofano Venosta
in
Capua il Luogo della Lingua: 960-2010 i
millecinquanta anni della lingua italiana
ore 19.30
Nadia Verdile
incontra
Antonio Ghirelli
autore di Una certa idea di Napoli
(Mondadori)
Sabato 22 maggio
ore 21.30
Roberta Sandias presenta
una produzione Kaos Teatro
Elisabetta Mason e Angelo Callipo
in
E mi me ne so andao…
di Angelo Callipo
Domenica 23 maggio
ore 18.00
Salotto ‘800: Voci di romantiche signore
A cura del Gruppo Vocale Sancarliano
Cantori Neapolitani
Angela Cantiello soprano
Antonietta Bellone contralto
Rossella Vendemia pianoforte
Ideazione programma Angela Cantiello
ore 19.00
Mariamichela Formisano presenta
Antimo Cesaro in
Teratocrazia
Sulle note del sax di Gianni d’Argenzio
riflessioni sul pensiero politico del mitico
Odisseo a margine della presentazione del
volume di Antimo Cesaro
Lo sguardo di Ulisse (Napoli, 2010)
ore 21.30
Raccontango sotto le stelle
In collaborazione con Casertango e
Trasnochando una notte di tango a Palazzo
Lanza
Giovedì 27 maggio
ore 19.00
Inaugurazione mostra fotografica
Il litorale domizio tra storia e utopia
fotografie di Giovanni Izzo, Luigi Caterino
testo di Luigi Mosca
ore 20.00
Marinella Carotenuto presenta
Un’eclissi parziale nel cielo di Castel
Volturno
intervengono
Rosaria Capacchione
giornalista e scrittrice
Francesca Sapone
Consigliera di Parità Provincia di Caserta
Vincenzo Ammaliato
giornalista
Jean Renè Bilongo
mediatore culturale
Angelo Ferrillo
responsabile immigrazione ARCI Caserta
Macovei Mirela
presidente Cooperativa NewHope
Degustazione di mozzarella e
Asprinio di Aversa
ore 21.30
Proiezione documentario Eclissi parziale
una produzione Effetto Vertigo
ore 22.30
Hard To Get in concerto
performance live con le musiche della
colonna sonora del documentario
Eclissi parziale
Venerdì 28 maggio
ore 19.00
Inaugurazione mostra fotografica
Letture di Guido Giannini
intervengono
Alessandro Cenni e Cecilia Banfi
ore 20.00
Marilena Lucente presenta
Capua il luogo della Lingua laboratorio
permanente di Linguaggi:
Io che ti bevo, tu che mi racconti
I racconti e le foto dei laboratori di scrittura
e fotografia tenuti rispettivamente da
Marilena Lucente e Antonio Calamo raccolti
in un volume.
Testi di Rossella Calabritto, Daniela Lepore,
Maddalena Di Lillo, Aldo Maddalena,
Gabriele Rocco
Fotografie di Alessia Fratta, Loredana
Affinito, Amelio Agutoli
ore 22.00
Ordine del giorno
recital di poesie di Hans Magnus
Enzensberger a cura di Peppe Servillo
con
Peppe Servillo voce recitante
Fausto Mesolella chitarra
per Thesis/Dedica Festival
ore 23.00
Marcio Rangel in concerto
Sabato 29 maggio
ore 20.00
Barbara Rossi Prudente incontra
Francesca Melandri autrice di
Eva dorme (Mondadori)
reading di
Margherita Di Rauso
Ore 22.00
Paoletta Pelagalli da RTL
presenta
Mario Venuti
in
Recidivo
Sul palco insieme a Mario Venuti con
allestimento acustico:
Vincenzo Virgillito basso
Giada Ester Gallo violoncello
Ore 23.00
I party dell’Ex Libris
dal Placito a Facebook ai ritmi del Dj
resident dell’Ex Libris
Domenica 30 maggio
Ore 10.00 ore 13.00
Visite guidate ai tesori della città di Capua
In occasione del Capua il Luogo della
Lingua Festival l’Ufficio di Promozione
Turistica e Culturale del Territorio e la Pro
Loco in collaborazione con l’Arcidiocesi
di Capua parrocchia della Cattedrale,
propongono un itinerario alla scoperta dei
monumenti della città.
Ore 18.30
Premiazione e lettura dei racconti vincitori
del Concorso letterario Filo d’argento
Organizzato da Auser Caserta Onlus
Intervengono:
Elisabetta Luise presidente Auser Caserta
Giuria tecnica:
Liliana Vastano, Silveria Conte,
Marilena Pitocchi
Letture di Matè Verona
Ore 20.00
Mariamichela Formisano presenta
Premio Falerno Primo Romanzo
Presentazione degli autori finalisti e
proclamazione del vincitore
Degustazioni di Falerno delle 12 aziende
partecipanti al Premio
Ore 22.00
Amanda Sandrelli e Blas Roca Rey
in
Vino color del giorno, vino color della notte
Testi a cura di Marilena Lucente e
Angelo Callipo
Venerdì 21 maggio Palazzo lanza
Ore 19.00
Inaugurazione festival
Anna Solari Garofano Venosta in
Capua il Luogo della Lingua: 960-2010
i millecinquanta anni della lingua italiana
Gariperto, Mari e Teodemondo testimoniando in favore
dell’abate di Montecassino: “Sao ko kelle terre, per kelle fini
que ki contene, trenta anni li possette parte sancti Benedicti”,
avrebbero mai immaginato la lunga storia della nostra lingua con
il loro ‘balbettante italiano’?
Eppure questo breve testo in volgare è a fondamento della
nostra identità, non solo linguistica.
Ed è nella nostra città che questo ‘monumento’ viene registrato
in un atto notarile, il Placito di Capua, redatto in latino, ma con la
suddetta formula del giuramento in volgare.
Il documento racconta di una vertenza sorta tra il laico
Rodelgrimo di Aquino e l’abate Aligerno di Montecassino, per
una questione di proprietà terriera.
Nel processo celebrato a Capua, il 30 marzo 960, dinanzi alla
corte del Principe longobardo, l’abate contesta a Rodelgrimo il
possesso di alcune terre da lui usurpate e chiama a discolpa,
per confermare i diritti del Monastero, i tre testimoni che giurano
e si esprimono in una ‘forma volgare’ elaborata dal giudice di
Capua, Arechisi.
Rodelgrimo che riferisce di aver ricevuto in eredità dai suoi
avi quelle terre, senza produrre alcuna prova, è costretto ad
accettare l’istituto dell’usucapione, e quindi a soccombere
dinanzi al diritto di S. Benedetto!
In questa ‘carta’, come in tutte le prime manifestazioni scritte
del volgare, è il notaio, il giudice il copista ad accogliere, nel
repertorio scritto latino i primi segni del parlato romanzo,
nobilitandolo in una forma latina, ma con un linguaggio semplice
e piano.
Il Placito di Capua sarà riconosciuto primo documento ufficiale
della lingua italiana, perché l’uso del volgare è consapevolmente
e esplicitamente distinto dal latino e articolato in una frase
sintatticamente autosufficiente.
Inoltre, questo uso evidenzia una volontà di dare una registrazione
fedele della realtà, sia nell’atto scritto che nella lettura che se ne
darà, nella lingua comprensibile all’uditore o al lettore.
Non è un caso, infine, che il primo documento dell’uso ufficiale
di un volgare italiano ci venga da un Principato longobardo del
Sud della penisola (quale allora era Capua), dove la vita politica
durava autonoma e ininterrotta da ben quattro secoli. In quel
momento “soli…..tra i dominatori del nostro Mezzogiorno, i
Longobardi della Campania parlavano la lingua delle popolazioni
locali.”
Festival
6° edizione
www.illuogodellalinguafestival.com
ore 19.30
Nadia Verdile incontra Antonio Ghirelli autore di
Una certa idea di Napoli (Mondadori)
Un viaggio nel “paradiso abitato da diavoli”, come ebbe a scrivere
Goethe. Gesta, epidemie, speranze e sconfitte di un “popolo
grande” come quello napoletano, rievocate con lo spirito di un
flâneur appassionato e indomito. Tra le suggestioni di una storia
antichissima, leggende popolari e atmosfere da Belle époque
ormai sbiadite, Ghirelli ci ricorda che “una certa idea di Napoli” è
quella fiamma sempre viva che ogni suo cittadino porta con sé.
Tra parole e musica, diario intimo e acuta cronaca di costume, il
ritratto romanzesco, ma tutto vero, di una città unica e magica.
Antonio Ghirelli è nato a Napoli nel 1922.
Giornalista, saggista e scrittore, è stato direttore di quotidiani,
settimanali e del Tg2. È stato partigiano combattente durante
la guerra di liberazione, militante nel PCI fino al 1956, per poi
aderire al Partito Socialista, capo ufficio stampa della Presidenza
della Repubblica con Sandro Pertini e portavoce del governo
Craxi.
Ha pubblicato, fra gli altri: “Storia del calcio in Italia” (Torino,
1954), “Storia di Napoli” (Torino, 1973, nuova ed.1992), “Napoli
italiana” (1977), “Un’altra Napoli” (1993)”, “Caro Presidente”
(Rizzoli, 1981) dedicato a Sandro Pertini, “Effetto Craxi” (Milano,
1982), “Napoli operaia” (Napoli, 1993), “Donna Matilde” (Venezia,
1995) per Mondadori (2001), nel 2004 “Democristiani - Storia
di una classe politica dagli anni Trenta alla Seconda Repubblica”
in cui l’autore, attento osservatore della storia politica Italiana,
racconta il percorso individuale e pubblico dei cattolici al potere
che hanno fatto l’Italia della seconda metà del Novecento, e
“Aspettando la rivoluzione” nel 2007.
SABATO 22 maggio Palazzo lanza
ore 21.30
Roberta Sandias presenta
una produzione Kaos Teatro
Elisabetta Mason e Angelo Callipo
in
E mi me ne so andao…
di Angelo Callipo
Questo spettacolo è un viaggio dove la partenza è certa, il
ritorno sospeso. È un incastro di suggestioni, in cui la lingua
si trasforma in linguaggi, i linguaggi in emozioni, le emozioni in
radici. In queste radici la lingua scava, il mare, la laguna, i vicoli,
i canali, le pietre diventano sillabe, accenti, tonalità, tappe di un
percorso sonoro che da Napoli conduce a Venezia. Due città,
due terre, due lingue. Un’infinità di storie da raccontare. Così il
racconto si traduce in vero e proprio esercizio di affabulazione,
la parola si declina nelle mille sfumature di cui un dialetto può
essere capace, i toni si mescolano, l’amaro convive con l’ironia,
la meraviglia e lo stupore con la realtà più cruda.
“E mi me ne so andao…” nasce come produzione originale
per “Capua Il luogo della Lingua festival” e viene proposto
nell’edizione 2010 come prima nazionale, successive repliche
a Venezia previste nei mesi di maggio e giugno.
Angelo Callipo
Domenica 23 maggio Palazzo lanza
ore 18.00
Salotto ‘800: Voci di romantiche signore
A cura del Gruppo Vocale Sancarliano Cantori Neapolitani
Angela Cantiello soprano
Antonietta Bellone contralto
Rossella Vendemia pianoforte
Ideazione programma Angela Cantiello
La sensibilità salottiera e romantica espressa con delicati tocchi
di colore vocale e pianistico.
F.Mendelssohn
Ah! Se in un solo accento
G.Rossini
La promessa
G. Donizetti
La lontananza
F. Mendelssohn
Come poss’io
G.S. Mercadante La palomma
G. Donizzetti
Lu trademiento
F. P. Tosti
Napoli
G. Rossini
Duetto buffo dei gatti
F. Mendelssohn
Saluto
Anonimo
Trippole trappole (Bis)
Festival
6° edizione
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ore 19.00
Mariamichela Formisano presenta
Antimo Cesaro in
Teratocrazia
Sulle note del sax di Gianni d’Argenzio
riflessioni sul pensiero politico del mitico Odisseo a margine
della presentazione del volume di Antimo Cesaro
Lo sguardo di Ulisse (Napoli, 2010)
Antimo Cesaro, docente di Scienza e filosofia politica e di
Teoria e analisi dei simboli presso la Facoltà di Studi politici
della Seconda Università degli Studi di Napoli, è presidente del
C.R.E.S.O., il Centro di Ricerche sull’Ermeneutica Simbolica
dell’Opera d’Arte di Napoli.
Studioso del pensiero politico del Rinascimento e di simbolica
politica, ha concentrato i suoi interessi scientifici sulla simbolica
del potere dell’età federiciana e sul pensiero di Tommaso
Campanella con cui condivide lo spirito bizzarro e peregrino
nonché la prospettiva utopica. In quest’ottica si pongono i suoi
interventi nell’oziosa città di Capua. Ospite dell’Associazione
Architempo negli scorsi anni si è prodotto in due “memorabili” (a
detta dei pochi che hanno avuto il coraggio di sopportare le sue
elucubrazioni) performance-relazioni: Il ductus del silenzio. O
l’elogio dello scarabocchio e il De contemptu mundi (significantis)
o della catastrofe ermeneutica. Quest’anno tenterà di tediare il
meno possibile il generoso pubblico proponendo una riflessione
dall’incoraggiante titolo Teratocrazia. Note sul pensiero politico
del mitico Odisseo.
ore 21.30
Raccontango sotto le stelle
In collaborazione con Casertango e Trasnochando una notte di
tango a Palazzo Lanza
GIOVEDì 27 maggio Palazzo lanza
ore 19.00
Inaugurazione mostra fotografica
Il litorale domizio tra storia e utopia
fotografie di Giovanni Izzo, Luigi Caterino
testo di Luigi Mosca
“Un cielo ovattato di nuvole basse, che lascia tuttavia traspirare dagli spiragli bagliori di primi soli
primaverili. L’inverno comincia a volgere al termine, lasciando negli squarci di luce un presagio
di primavera. Sotto questo cielo, attraversato da una trama di sfumature di grigio, due viaggiatori
arrivano sul litorale domizio. Il loro viaggio si sviluppa nell’intreccio dei loro sguardi: non sono
visioni separate, linee parallele destinate a non incrociarsi; essi camminano fianco a fianco
sfiorandosi, disegnando un doppio percorso che si costruisce di rimandi e connessioni molteplici,
attenti tuttavia a non sovrapporsi. Sono animati da una stessa passione per la rappresentazione
e la conoscenza che da questa può derivare, sono entrambi legati a doppio filo al territorio che
attraversano. Forti di questa comunanza di radici e passioni, Giovanni Izzo e Luigi Caterino hanno
voluto conservare una propria specifica visione del litorale domizio e una personale impostazione
metodologica nel rappresentarlo, nella convinzione che proprio la molteplicità di sguardi e di
approcci sia il modo migliore per restituire la complessità di questo luogo. [...]” Luigi Mosca
Giovanni Izzo, “carattere schivo e tenace”, come scrisse Peppe Alario, è nato a Grazzanise (Ce)
nel 1953. Ha frequentato l’Istituto d’Arte e successivamente si è diplomato all’Accademia di
Belle Arti di Napoli. Decisivo l’incontro con Mimmo Iodice, del quale è stato allievo seguendone
il prezioso insegnamento ben oltre la durata del corso all’Accademia. Si dedica da trentacinque
anni alla fotografia commerciale e alla fotografia di ricerca in ambito architettonico e archeologico.
Ha esposto alla Biennale di Venezia nel 1978. Ha ottenuto riconoscimenti critici su fondamentali
riviste nazionali ed internazionali di fotografia, tra le quali: “Fotografo Professionista”, “Progresso
Fotografico”, “Photo International”, “Photographies”, “Dove”, “Bauwelt”, “Posh”. Si è affermato
al Kodak European Gold Award che ha giudicato le sue immagini in linea con lo standard di
eccellenza per il ritratto artistico e creativo, si è classificato secondo al premio nazionale tematico
sul ritratto promosso da Digital Workshop. Izzo è stato incaricato da Kodak di realizzare test sulle
pellicole, mentre dal 2002 al 2007 ha collaborato con Canon-Italia. È in libreria da fine aprile il
suo nuovo libro “Promised Land”, Federico Motta Editore, uno spaccato sui volti dei migranti che
dall’Africa giungono a Castel Volturno, sui loro occhi e il loro carico di emozioni.
Fotografia di Giovanni Izzo
Festival
6° edizione
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Luigi Caterino nasce a Mugnano di Napoli nel 1982 e vive a San Cipriano d’Aversa.
Si avvicina alla fotografia reportagistica spinto dalla necessità di capire il mondo partendo dalle
sue radici e dalle contraddizioni che caratterizzano la Provincia di Caserta. La fotografia gli
permette di approcciarsi alla realtà in cui vive in maniera più consapevole e di osservare sotto
una luce diversa il suo quotidiano. Pubblica il prodotto della sua personale visione della realtà su
alcuni social network. Decisivo è stato l’incontro con Roberto Saviano che, osservando le sue foto
in rete, ha creduto nelle sue capacità di raccontare il territorio. Da questa esperienza nasce una
collaborazione che trova sbocco nella pubblicazione del reportage fotografico “Città dell’uomo”
per il trimestrale “Nuovi Argomenti” con nota introduttiva dello scrittore napoletano. Partecipa
nell’aprile 2007 al “Fotografia Festival Internazionale di Roma”, con una sua foto, selezionata
per la mostra fotografica CONFINI/BOUNDARIES. Da tre anni sviluppa un percorso di ricerca sul
territorio casertano, su i suoi mutamenti e il rapporto tra questo e l’azione umana. Ha pubblicato
reportages per giornali internazionali quali Libération e The Courier e per riviste italiane come
Nigrizia. Collabora con il mensile Fresco di Stampa. Ha realizzato la mostra fotografica “Man
nevertheless men”, presso l’ambasciata italiana a Riyad, Arabia Saudita, in occasione del festival
del cinema europeo del 30 maggio 2009, con testi degli antropologi Ilaria d’Auria e Luigi Mosca
con il quale collabora dal 2008 curando diverse mostre che hanno avuto come oggetto il litorale
domitio nelle sue componenti paesaggistiche e antropiche. Altre collaborazioni con i fotografi
Giovanni Izzo e Valerio Bispuri.
Luigi Mosca nasce a Campobasso il 25 giugno del 1980. Laureato in Lettere moderne con
indirizzo nelle scienze antropologiche all’Università degli studi di Perugia, conduce dal 2007 una
ricerca etnografica sui fenomeni migratori e le tematiche della salute e dei diritti di cittadinanza
dei migranti, nell’ambito del Dottorato Internazionale in antropologia ed etnologia e in cotutela
con l’Université Libre de Bruxelles, presso la quale ha soggiornato nel corso del 2008. Su questo
tema ha pubblicato un articolo sulla rivista di antropologia ACAB ed è in corso di pubblicazione
un suo contributo su migrazione, stato e antropologia frutto di un seminario di ricerca svolto
presso l’Università di Perugia coordinato dal Prof. Giovanni Pizza. Ha inoltre partecipato alla
realizzazione di un volume collettaneo dal tema Caserta Futura, ideato e curato da Antonio Iorio e
Massimiliano Palmese, attualmente in corso di pubblicazione. Dal 2007 lavora come operatore di
strada e mediatore presso gli ambulatori e l’unità di strada dell’Associazione Jerry Essan Masslo
a Castelvolturno e dal 2009 collabora come autore di reportage con il mensile Fresco di Stampa.
Con Luigi Caterino collabora dal 2008, con il quale ha curato diverse mostre che hanno avuto
come oggetto il litorale domizio nelle sue componenti paesaggistiche e antropiche.
Fotografia di Luigi Caterino
Festival
6° edizione
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ore 20.00
Marinella Carotenuto presenta
Un’eclissi parziale nel cielo di Castel Volturno
intervengono
Rosaria Capacchione giornalista e scrittrice
Francesca Sapone consigliera di Parità Provincia di Caserta
Vincenzo Ammaliato giornalista
Jean Renè Bilongo mediatore culturale
Angelo Ferrillo responsabile immigrazione ARCI Caserta
Macovei Mirela presidente Cooperativa NewHope
Degustazione di mozzarella e Asprinio di Aversa
a cura di
Caseificio La Cancellese di Cancello ed Arnone
Cantine Grotta del Sole di Quarto Napoli
ore 21.30
Proiezione in anteprima del documentario Eclissi parziale
introduce Francesco Massarelli direttore artistico Cineclub Vittoria,
Casagiove
Castel Volturno. Un’ambulanza che corre nel cuore della notte
tra palazzine anonime, la luce azzurra che entra per un attimo
dalle finestre, il suono della sirena che segna il contrappunto ad
un cantus firmus fatto di mormorii e urla, di ombre che come
fantasmi animano una notte mai serena di contrattazioni, di corpi
come merci, di schiavi, mercanti e diseredati che cercano la
pace in sostanze chimiche a buon mercato. “Eclissi Parziale” è
un viaggio al fianco dei medici e degli infermieri del 118 operante
sul territorio di frontiera di Castel Volturno. Il racconto si sviluppa
attraverso le storie dei medici del 118 che quotidianamente
si confrontano con la morte e il degrado di un territorio la cui
popolazione è costituita dal 60% di immigrati spesso clandestini.
Queste sono storie di resistenza umana quotidiana.
Credits
Ideato e prodotto da Gaetano Ippolito
Produttore esecutivo Monica Ippolito
Scritto da Domenico Nespolino, Gaetano Ippolito, Maria Grazia Morrone
Suono Raffaele De Lucia
Musica Hard To Get
Fotografia Luigi Nappa, Gaetano Ippolito
Montaggio Mariagrazia Morrone
Regia Domenico Nespolino
Una produzione Effetto Vertigo
ore 22.30
Hard To Get in concerto
performance live con le musiche della colonna sonora del
documentario Eclissi parziale
Venerdì 28 maggio Palazzo lanza
ore 19.00
Inaugurazione mostra fotografica
Letture le foto di Guido Giannini sulla gestualità del leggere
intervengono
Alessandro Cenni e Cecilia Banfi
Guido Giannini è nato a Napoli dove vive tuttora. Dopo varie esperienze lavorative e un bagaglio
di studi irregolari, inizia a fotografare alla fine degli anni ’50. Ha tenuto personali a : Acerra,
Angri, Benevento, Caserta Vecchia, Ceppaloni, Follonica, Giugliano, Messina, Milano, Napoli, Nola,
Palermo, Pozzuoli, Roma, Rozzano, San Lupo, Sant’Antimo, Sant’Arpino, Scisciano, Solighetto,
Somma Vesuviana, Succivo, Torre del Greco e Vico Equense. Ha partecipato, inoltre, a varie
collettive. Ha pubblicato: Sopravvivenza Sopravvivenze La Casa Usher - Firenze 1986; Immagini
allo specchio Galzerano editore - Casalvelino scalo (SA) 1993; Luoghi d’Autore Edizioni Intramoenia
- Napoli 1995; Il manifesto Venti foto Edizioni La Città del Sole - Napoli 1998; Dieci foto per il
Mondo Edizioni il Chiostro - Benevento 2000; Le Miniere di Tufo (La Città sotterranea) De Angelis
Editore - Avellino 2001; Letture Edizioni il Chiostro - Benevento 2007. Collabora con: Il Manifesto,
Il Mattino, La Repubblica, Liberazione, LiberEtà, L’Unità, Qui Touring, Rocca.
LEGGERE è un atto che si può compiere stando in piedi o sdraiati. Appoggiati a un muro o accoccolati
sotto l’arco di un portale secentesco, inerpicati sul ramo di un albero o seduti su uno sgabello in
precario equilibrio su un molo. Da soli o in compagnia, vendendo le caldarroste o le sigarette di
contrabbando, aspettando il tram o camminando. Leggere è come vivere, respirare idee come aria
attraverso le pagine di un libro o di un giornale. “La posizionologia della lettura sarebbe una ricerca
affascinante”, scriveva Georges Perec, “e c’è da stupirsi che nessun sociologo o antropologo si sia
curato d’intraprenderla”.
Ci ha pensato, a intraprenderla, Guido Giannini in una ricerca fotografica che intercetta, coglie, fissa
e impagina una serie di lettori-prototipi scoperti in tutti gli atti di lettura sopra descritti, e in altri
ancora; e però le sue foto sono molto più di un originale catalogo sulle mille posture, sui modi e i
luoghi della lettura: la sequenza d’immagini che ci regala compone infatti un prezioso spaccato di
storia e di costume italiano che si snoda nell’arco di un trentennio, e assume il momento della lettura
come abitudine costante a dispetto delle mode, nonostante i tanti cambiamenti intercorsi nel tempo.
Gli scatti di Giannini dicono di un suo tipico procedere nel tempo e nello spazio che apparenta l’arte
del fotografo con la pratica del vecchio cronista intento a “scarpinare” per scovare ciò che vale la
pena mostrare e raccontare. C’è, come sempre nelle sue opere, una forte scelta politico-culturale
nel “cunto” su cui la sua macchina fotografica decide di fermarsi, e che decide di trasmettere. I
suoi chiaroscuri sono scanditi da un girovagare sapiente e paziente, come quello di un moscone
scherzoso che, non visto, se ne sta acquattato, ronza e gira intorno ai suoi soggetti e poi li cattura
nell’attimo esatto in cui si lasciano invadere dall’animo altrui attraverso la lettura, o mostrano di sé
ciò che il fotografo vuol vedere. [...] Titti Marrone
Venerdì 28 maggio Palazzo lanza
ore 20.00
Marilena Lucente presenta
Capua il luogo della Lingua laboratorio
permanente di Linguaggi:
Io che ti bevo, tu che mi racconti
I racconti e le foto dei laboratori di scrittura e fotografia tenuti
rispettivamente da Marilena Lucente e Antonio Calamo
raccolti in un volume.
“Bottiglie che custodiscono segreti, collezionisti di vini preziosi,
uomini che piantano viti. Sono questi i protagonisti, insieme
a molti altri, del reading Io che ti bevo, tu che mi racconti. In
scena cinque racconti, ciascuno con la propria voce e il proprio
stile, elaborati dagli allievi del corso di scrittura creativa Capua il
Luogo della Lingua: Laboratorio permanente di linguaggi.”
Il laboratorio, curato da Marilena Lucente, è stata occasione
per conoscere e approfondire i temi della narrazione, attraverso
la lettura e la scrittura di testi. Alternando lezioni di gruppo e
incontri con autori affermati, i partecipanti hanno avuto modo
di scambiare idee e saperi e trasformarli, creativamente, in
esperienze di scrittura.
Letture dei testi di
Rossella Calabritto
Daniela Lepore
Maddalena Di Lillo
Aldo Maddalena
Gabriele Rocco
Fotografie di
Alessia Fratta
Loredana Affinito
Amelio Agutoli
In collaborazione con
Compagnia teatrale La Mansarda e Officina Teatro
Festival
6° edizione
www.illuogodellalinguafestival.com
ore 22.00
Ordine del giorno
recital di poesie di Hans Magnus Enzensberger
a cura di Peppe Servillo
con
Peppe Servillo voce recitante
Fausto Mesolella chitarra
per Thesis/Dedica Festival
“Spesso la poesia è per me un richiamo, una domanda fatta
senza pudore e che non nutre aspettative, perchè così si chiama
una delle più belle poesie di Enzensberger, una di quelle sue
poesie che si toccano sonore e concrete, che ci richiamano a
qualcosa, a resistere, a vigilare distrattamente per custodire noi
stessi e allo stesso tempo indagare le cose. Poesie che non ci
assegnano compiti, poesie che ridono come gli uomini sanno
fare”. Peppe Servillo
In questo recital pensato per Dedica festival, Peppe Servillo
è accompagnato in scena dal chitarrista Fausto Mesolella
con una lieve sonorizzazione che includerà l’utilizzo di diversi
supporti sonori, oltre il suo tradizionale strumento, per cercare
di restituire anche timbricamente il senso di solitaria avventura
che entrambi hanno percepito nella scrittura poetica di Hans
Magnus Enzensberger.
Peppe Servillo cantante e compositore, nel 1980 fonda la
Piccola Orchestra Avion Travel Il suo percorso artistico coincide
in gran parte con quello del suo gruppo con il quale pubblica
numerosi album e riceve importanti riconoscimenti sia in Italia
che all’estero. Personalità poliedrica ha composto canzoni per
interpreti come Fiorella Mannoia, Patty Pravo e Andrea Bocelli,
ha realizzato colonne sonore e recitato a teatro e in alcuni film
tra i quali Domenica di Wilma Labate, La felicità non costa
niente di Mimmo Calopresti e Lascia perdere Johnny di Fabrizio
Bentivoglio.
Fausto Mesolella chitarrista, compositore e arrangiatore. Nel
1986 entra a far parte degli Avion Travel, gruppo musicale con
cui nel 2000 vince il Festival di Sanremo e raccoglie innumerevoli
e importanti successi. Ha collaborato con numerosi artisti come
Gabriella Ferri, Nada, Andrea Bocelli, Gianna Nannini, Samuele
Bersani, Gianmaria Testa. Nel 2005 ha pubblicato il libro I piaceri
dell’orso.
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ore 23.00
Marcio Rangel in concerto
Marcio Rangel, giovane e straordinario musicista brasiliano è un
mancino che sviluppa il suo stile usando una chitarra da destri,
suonando i bassi con l’anulare e il mignolo, la melodia con il
pollice, l’indice e il medio.
Ne scaturisce così una sonorità più potente nei bassi e vellutata
negli acuti.
La sua musica dalla tecnica strumentale innovativa è di rara
bellezza.
È stato ospite, in veste di interprete e/o compositore, in festival
di rinomato spessore artistico, in Italia e all’estero. Si è esibito
sia come solista, che in formazioni duo e trio con artisti noti della
scena musicale internazionale.
Importante la sua collaborazione con Fabrizio Bosso grande talento
italiano del jazz.
Reduce dal Soave Guitar Festival 2008 e 2009, Madame
International Guitar Festival 2008 e 2009, dove si è esibito
con artisti di fama internazionale, come: Frank Vignola, Tommy
Emmanuel, Monte Montgomery, Acoustic Strawbs, Boris Djumovic,
Bendy Pastorius Band, Darryl Jones (Miles Davis,Rolling Stones),
Muriel Anderson, Greg Cosh e altri, ospite del Festival della
Creatività 2008 di Firenze, Acoustic International Meeting 2007,
Sarzana con Tuck e Patty, al 2° International Festival Master Guitar
2009 di Galliate, con Stochelo Roseberg trio e StanleyJordan.
Sabato 29 maggio Palazzo lanza
ore 20.00
Barbara Rossi Prudente incontra
Francesca Melandri autrice di
Eva dorme (Mondadori)
reading di
Margherita Di Rauso
Eva è una quarantenne altoatesina, una donna libera e affermata
nella sua professione di PR. Alla vigilia di Pasqua riceve una inattesa
comunicazione da Reggio Calabria. Vito è molto malato e vorrebbe
vederla per un’ultima volta. Ma chi è Vito? È un carabiniere che ha
prestato servizio per anni in Alto Adige. Anni cupi, di tensione, di
attentati, quelli di fine Sessanta. Anni che non impedirono l’amore
tra uno smarrito giovane carabiniere italiano e una ragazza madre
altoatesina, una giovane cuoca, Gerda, sorella di un terrorista e
mamma di Eva. Vito è l’unico uomo che Eva abbia mai sentito
come possibile padre. Ma perché è tornato in Calabria? Che cosa
è stato del grande, struggente, forse impossibile amore tra lui e
Gerda? Per Eva è arrivato il momento di sapere.
Francesca Melandri
Francesca Melandri è nata a Roma, dove è tornata a vivere dopo
vari soggiorni in Asia, Nuova Zelanda e negli Usa e ben quindici
anni di residenza in Alto Adige. Ha al suo attivo una lunga carriera
di sceneggiatrice di successo, iniziata ventenne con Zoo di
Cristina Comencini (1988). Ha firmato fiction tv molto amate come
Fantaghirò, Chiara e gli altri, Don Matteo, Cristallo di Rocca. Questo
è il suo primo romanzo.
Margherita Di Rauso
Attrice originaria di Capua si trasferisce presto a Milano per
frequentare la Scuola di Teatro di Giorgio Streheler al Piccolo
Teatro di Milano dove comincia il suo percorso professionale.
Lavora con i maggiori teatri e registi Italiani come Giorgio Strehler,
Luca Ronconi, Elio De Capitani e Ferdinando Bruni, Maurizio
Nichetti,Glauco Mauri , Andrèe R. Shammah ecc. Lavora per 3 anni
tra Germania ed Austria diretta da Karin Baier in una Compagnia
Internazionale. Recita a fianco di grandi attori come M. Melato, T.
Servillo, F.Branciaroli, M.Popolizio. È candidata come miglior attrice
non protagonista ai Premi Olimpici 2009 per L’Anima buona del
Sezuan. Attiva anche in cinema e televisione, lavora nella sitcom
“Piloti”, nel film “Into o’ Paradiso” con Peppe Servillo e Gianfelice
Imparato, film in uscita prossimamente, “Vallanzasca” di Michele
Placido, “Viktor Kaufmann” in lingua tedesca. Margherita è una
delle voci nazionali di noti spot tv.
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Ore 22.00
Paoletta Pelagalli da RTL
presenta
Mario Venuti
in
Recidivo
Sul palco insieme a Mario Venuti con allestimento acustico:
Vincenzo Virgillito basso
Giada Ester Gallo violoncello
«Considero Recidivo un album malinconico. Anzi, agro-dolce,
consono ai tempi barbari che ci tocca vivere oggi. E volete sapere
come mi sento io, oggi? Io mi sento un “bandito”, un “uomo di
frontiera” che persegue i propri ideali di bellezza in un mondo che
ormai, forse, non gli appartiene più [...]» Mario Venuti
Un album ricco di storie e sonorità, che conferma l’affascinante
percorso artistico di Mario Venuti, giovane studente d’arte nella
sua Sicilia d’origine, ben presto folgorato dalla musica, e dunque
preso dalle lezioni di pianoforte, chitarra, sassofono e flauto
traverso. Diciassettenne, compone le prime canzoni e dà vita a una
band entrata nella storia del rock italiano, i Denovo, fatta di musica,
intelligenza, ironia e appeal originale. I riconoscimenti fioccano, dal
secondo posto al Festival del Rock Italiano di Bologna del 1982
(primi sono i Litfiba) alle esibizioni al Festival di Sanremo. Gli anni
Novanta sono quelli delle esperienze da solista e dell’arricchimento
sonoro grazie alle atmosfere e alla musicalità del Sud America. Una
dieta a base di samba, bossanova e tanto Caetano Veloso portano
Venuti all’album “Un po’ di febbre”: pop raffinato e originale, venato
di sfumature tropicaliste. È l’inizio di una carriera in crescendo,
che lo vede aggiungere altre perle alla sua discografia (gli album
“Microclima”, “Mai come ieri”, “Grandimprese”, che contiene la
celeberrima “Crudele”), comporre per grandi interpreti (Carmen
Consoli, che tiene a battesimo con l’eccezionale “Un amore di
plastica”, Raf, Syria e Antonella Ruggiero, che vince il Festival di
Sanremo del 2005 interpretando la sua “Echi d’infinito”), suonare
al Concerto del 1 maggio (nel 2005) e debuttare al teatro Greco di
Taormina in “Datemi tre caravelle”, con Nicky Nicolai e Alessandro
Preziosi. Ora è la volta del tour per “Recidivo”. E come promette
il titolo, anche questa volta Venuti saprà nuovamente dosare
l’incanto e il talento musicale che gli sono propri...
Ore 23.00
I party dell’Ex Libris
dal Placito a Facebook ai ritmi del Dj resident dell’Ex Libris
Domenica 30 maggio Palazzo lanza
dalle ore 10.00 alle ore 13.00
Visite guidate ai tesori della città di Capua
In occasione del Capua il Luogo della Lingua Festival l’Ufficio di
Promozione Turistica e Culturale del Territorio e la Pro Loco
in collaborazione con l’Arcidiocesi di Capua parrocchia della
Cattedrale, propongono un itinerario alla scoperta dei monumenti
della città.
Potranno essere visitati:
- Museo Diocesano
- Complesso di San Gabriello
- Duomo
- Chiesa di San Domenico
- Chiesa di S. Maria delle Grazie detta “Santella”
- Cittadella dell’Arte / Museo d’Arte Contemporanea
- Chiesa di San Salvatore a Corte / Museo di Arte sacra
contemporanea
- Chiesa di San Michele a Corte
- Chiesa di San Giovanni a Corte
I monumenti saranno aperti grazie alla collaborazione del Liceo
Scientifico
Luigi Garofano e all’associazione di Protezione Civile Volturnia
Civitas.
Per chi volesse prenotare una visita guidata al centro storico
accompagnati da uno storico dell’arte può telefonare agli Uffici della
Pro Loco di Capua allo 0823969136 oppure allo 0823560307.
Ore 18.30
Premiazione e lettura dei racconti vincitori del
Concorso letterario Filo d’argento
Organizzato da Auser Caserta Onlus
Il Concorso letterario Filo d’argento, organizzato da Auser
Caserta Onlus, in collaborazione con la libreria Guida Capua e
l’Associazione culturale Architempo, rappresenta un momento
di sintesi delle attività di promozione sociale e culturale che
l’Associazione presieduta da Elisabetta Luise svolge da diversi anni
tra gli anzani e non solo.
La partecipazione destinata esclusivamente agli ultrasessantenni
esprime l’esigenza di conoscere il loro immaginario, le loro
esigenze, i loro disagi per poter meglio operare in una società
che tende ad escludere tutti quelli che non hanno requisiti di
“efficienza” prestabiliti. Il concorso “Filo d’argento”, nasce anche
per diffondere la conoscenza dell’omonimo servizio telefonico
per gli anziani, un telefono amico, che risponde al numero verde
800.99.59.88, attivo a Caserta e come in tutt’Italia.
Intervengono:
Elisabetta Luise presidente Auser Caserta
Giuria tecnica:
Liliana Vastano
Silveria Conte
Marilena Pitocchi
Letture di Matè Verona
Domenica 30 maggio Palazzo lanza
Ore 20.00
Mariamichela Formisano presenta
Premio Falerno Primo Romanzo
Presentazione degli autori finalisti e proclamazione del vincitore
Degustazioni di Falerno delle 12 aziende partecipanti al Premio
Il Vino Falerno
“La favola racconta che il dio Bacco, proprio sulle falde del
monte Massico, comparve sotto mentite spoglie ad un vecchio
agricoltore di nome Falerno, il quale, nonostante la sua umile
condizione, lo accolse offrendogli tutto quanto aveva, latte, miele
e frutta. Bacco, commosso, lo premiò trasformando quel latte in
vino che Falerno bevve, addormentandosi subito dopo. Fu allora
che Bacco trasformò tutto il declivio del monte Massico in un
florido vigneto, dando inizio alla storia più bella che mai un vino
abbia potuto raccontare”.
È iI vino più noto, più apprezzato e più costoso dell’antichità. Si
può considerare il primo D.O.C. dell’enologia mondiale. Infatti
gli antichi romani, che lo avevano in massima considerazione,
usavano conservarlo in anfore chiuse da tappi muniti di targhette
(pittacium) che ne garantivano l’origine e l’annata.
Il Falerno è il vino che gode di maggiore privilegio nella mitologia
enologica e non solo: basti considerare che per secoli il suo
nome e quello di Bacco furono intercambiabili, utilizzati tanto
per identificare il vino che il Dio pagano.
Il vino Falerno, oggi, è senza dubbio, una delle perle della
enologia
italiana; dal sapore pieno, completo, elegante, nei tipi rossi,
ottenuti da uve Aglianico e Primitivo, fresco e aromatico nel tipo
bianco, derivante da uve Falanghina, vinificate in purezza.
L’area di produzione è estremamente limitata, comprendendo
solo 5 comuni, tutti in provincia di Caserta.
Il Premio
Il “Premio Falerno Primo Romanzo” 2010 nasce dall’idea
di suggellare il “gemellaggio” storico tra vino e letteratura, e
in particolare per sottolineare da un lato l’importanza storica
della città di Capua e dall’altra il vino Falerno, vitigno autoctono
famoso nell’antica Roma. Capua, “altera Roma” secondo
Cicerone, e considerata “Porta del Sud” fino all’Unità d’Italia, è
universalmente conosciuta come la culla del volgare italiano. È
a Capua infatti che nel X secolo, e precisamente nel 960, che si
ha la prima testimonianza scritta in volgare, la famosa “Carta di
Capua”, o “Placito Capuano”.
Il “Premio Falerno Primo Romanzo” 2010, dedicato agli autori
esordienti, la cui opera prima sia stata pubblicata in Italia
dal gennaio del 2009 al gennaio del 2010, si pone dunque
l’obiettivo di coniugare ancora una volta il “nettare di Bacco”
con la letteratura.
I dodici romanzi d’esordio dei nuovi narratori italiani, segnalati
da altrettanti testimonial provenienti dal mondo della cultura,
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sono stati letti dal pubblico che ha seguito le candidature e
ha votato attraverso il sito www.premiofalerno.it, decretando i
cinque autori finalisti che incontreremo stasera accompagnati
dagli scrittori testimonial.
Ad ogni scrittore esordiente proposto dai componenti della
giuria di qualità è stato inoltre abbinata un’azienda produttrice
di Falerno, tra quelle presenti sul territorio che hanno aderito
all’iniziativa.
Di seguito gli scrittori testimonial e gli esordienti candidati,
abbinati
alle aziende produttrici di Falerno
Giuseppe Montesano scrittore candida
Pulce non c’è Einaudi di Gaya Raineri
abbinato all’Azienda Moio
Marilena Lucente scrittrice candida
Bianca come il latte, rossa come il sangue Mondadori di
Alessandro D’Avenia
abbinato all’Azienda Regina Viarum
Maurizio De Giovanni scrittore candida
Il Broncio Kairos Vanina Iodice
abbinato all’Azienda Trabucco
Carla D’Alessio scrittrice candida
Come ho perso la guerra Fandango Libri di Filippo Bologna
abbinato all’Azienda Papa
Ugo Mazzotta scrittore candida
Sentieri invisibili Todaro Edizioni di Giuseppe Battarino
abbinato all’Azienda Migliozzi
Antonio Pascale scrittore candida
Acciaio Rizzoli di Silvia Avallone
abbinato all’Azienda Pagano
Paola Servillo operatrice culturale candida
La malerba Antigone edizioni di Cesare Cuscianna
abbinato all’Azienda Bianchini Rossetti
Rosaria Capacchione giornalista/scrittrice
candida Storia di un giudice Einaudi di Francesco Cascini
abbinato all’Azienda Zannini
Diego De Silva scrittore candida
Ero purissima Minimumfax di Eleonora Danco
abbinato all’Azienda Villa Matilde
Marco Salvia scrittore/giornalista candida
Ho Magalli in testa ma non riesco a dirlo Noubs di Marco Marsullo
abbinato all’Azienda Volpara
Barbara Rossi Prudente regista/sceneggiatrice candida
Zoo col semaforo Nutrimenti di Paolo Piccirillo
abbinato all’Azienda Nugnes
Gianni Molinari giornalista candida
Tutta da rifare Fazi di Giorgia Wurth
abbinato all’Azienda Masseria Felicia
Domenica 30 maggio Palazzo lanza
Ore 22.00
Amanda Sandrelli e Blas Roca Rey
in
Vino color del giorno, vino color della notte
Testi a cura di Marilena Lucente e Angelo Callipo
Un uomo e una donna davanti a una bottiglia di vino. Verso
dopo verso, dai poeti antichi alla contemporaneità, dalle voci
della saggezza popolare ai protagonisti dei grandi romanzi, i
due incominciano un viaggio dentro un mondo fatto di sapori
e sensazioni, amore per la terra e esplorazione dei sentimenti.
Il piacere e la paura, l’ebbrezza e la malinconia, il bianco e il
nero, come il giorno e la notte, come i colori del vino, rincorrono
parole e silenzi, diventano racconto, poesia, musica. E più di
tutto, passione.
Amanda Sandrelli. Attrice teatrale ricca e variegata, figlia d’arte
(sua madre è Stefania Sandrelli) spicca sul palcoscenico, ispirata
dai lumi della messa in scena. L’esordio davanti alla macchina
da presa è con il cult italiano Non ci resta che piangere (1984)
di Roberto Benigni e Massimo Troisi. In seguito, sarà accanto
alla madre nella pellicola sentimentale. L’attenzione (1985), poi
sarà diretta da Giuseppe Bertolucci in Strana la vita (1987) e
Amori in corso (1989), da Bruno Bozzetto nel fantastico Sotto il
ristorante cinese (1987) e sarà accanto a Ugo Tognazzi in I giorni
del Commissario Ambrosio (1988). Dopo il ruolo di Pantasile in
Una vita scellerata (1990) con Max von Sydow, suo padre il
cantante Gino Paoli le propone di cantare insieme la canzone
originale del cartone animato della Disney La Bella e la Bestia
(1991). Nel 1993, torna al cinema diretta da Maurizio Nichetti
nel fantasioso e comico Stefano Quantestorie, è la volta poi di
Nirvana (1997) di Gabriele Salvatores. Membro assieme a suo
marito, l’attore Blas Roca Rey, di Amnesty International, Amanda
Sandrelli è protagonista anche di un documentario dal titolo
Piedi x Terra, prodotto da Leone Crescenzi per Shape Studio,
che racconta l’esperienza di incontro con un bambino malawita
che ha adottato dieci anni fa, Mobwuto. Amanda ha ottenuto una
nomination ai David di Donatello per la regia del cortometraggio
Un amore possibile (2004), nel quale ha diretto suo marito, Blas.
Notevole anche la sua presenza nel piccolo schermo. A teatro
viene diretta nella stagione 1994-1995 in “Cinque” di Duccio
Camerini, nella quale piéce interpretava una ragazzina piena di
tic considerata folle, ma sul palco ha avuto anche occasione di
recitare diretta da Lina Wertmüller in “Gianni, Ginetta e gli altri”,
portando anche altri autori in opere teatrali come “Il pellicolano”
(1997-98), “Bruciati” (1997-98), “Il fantasma blu” (2007) e “Col
piede giusto” (2009) ed è lì che la migliore Sandrelli viene fuori,
grazie a performances che offrono al pubblico la possibilità di
riscoprirla, con qualunque maschera addosso, anche quelle
appartenenti al passato. E’ appena uscito nelle sale il film
Christine Cristina dove sua madre Stefania Sandrelli debutta
alla regia con il ritratto, affidato ad Amanda, di Cristina Da
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Pizzano, prima donna a vivere della propria penna, scrivendo e
pubblicando versi illuminati nel bel mezzo dei secoli bui.
Blas Roca Rey. Nato in Perù, si trasferisce in Italia, lavorando
come attore teatrale, cinematografico e televisivo. Sua moglie è
Amanda Sandrelli.
Il debutto sul grande schermo avviene con la pellicola di Francesco
Maselli Storia d’amore (1986) con Valeria Golino e Luigi Diberti,
seguono Ricordati di me (2003) di Gabriele Muccino con
Fabrizio Bentivoglio, Laura Morante, Monica Bellucci, Nicoletta
Romanoff, Silvio Muccino e sua moglie Amanda Sandrelli. Nella
sua filmografia spiccano anche la pellicola di Pupi Avati La cena
per farli conoscere (2006) e Christine Cristina (2009), diretto
da Stefania Sandrelli. Televisivamente, lo si vede negli episodi
di Piazza Navona (1988), Il gorilla (1991), Non lasciamoci più
(1999), Don Matteo (2001), Il giudice Mastrangelo (2007), ma è
ancora più valido in fiction come Ci vediamo in tribunale (1996),
Le madri (1999), Caravaggio (2007) e Scusate il disturbo (2009),
senza contare la sua lunga partecipazione al telefilm poliziesco
Valeria medico legale di Gianfrancesco Lazotti con Claudia Koll,
Giulio Base, Massimo Ciavarro e Camilla Filippi.
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“In principio fu Capua, la più meridionale delle colonie etrusche.
Il punto di contatto con le terre selvagge dei Sanniti. La città
più ricca d’Italia. La terra del vino falerno, del giurano e del
massico, dolceamari come il sangue, inimmaginabili ai palati di
oggi. Terra di argentieri, profumi e frutta formidabile, bestiame e
unguenti come il meli-loto della rosa. Qui Roma impara il rituale
gladiatorio, qui Spartaco formerà l’esercito dei suoi ribelli. Qui
nasce la commedia popolare detta Atellana. Qui è il granaio di
Roma, fino alla conquista della Sicilia e dell’Egitto.
C’è la defezione della città italica dall’alleanza con Roma, ci
sono gli “ozi”, poi la riconquista e la punizione terribile. La classe
dirigente si suicida o viene messa a morte. Da allora, una lunga
decadenza e l’oblio. Ma Capua resta egualmente così ricca e
invidiata che le usurpano anche il nome. La vicina Casilinum
diventa Capua per decisione vescovile, e la capostipite viene
declassata a Santa Maria Capua Vetere. Poi, a due passi, nasce
Caserta, con la reggia dei Borboni. Due città figliastre in trenta
chilometri. E in mezzo lei, prolifica come una grande madre”.
Paolo Rumiz
Capua, Luogo della Lingua ma ancora prima Terra di Madri.
“Capua è il ventre caldo delle madri che toglie le forze ai
Cartaginesi”. “La donna capuana è allo stesso tempo Persefone
e Demetra, luogo di morte e di fertilità”.
La Campania è piena di donne così, simili alle Grandi Madri,
le antiche statue di pietra cariche di bambini che quando entri
al Museo Campano sembrano saltar su e urlare tutte insieme
“Attento, questa è la terra delle donne!”.
E allora per onorare una così antica tradizione, in un Festival
il cui intento è di rievocare in chiave contemporanea le radici
culturali di un territorio, non potevamo che avere delle donne
ad introdurre ogni serata, a condurci per mano alla scoperta di
tanti mondi.
Un grazie particolare (in ordine di apparizione) a
Anna Solari Garofano Venosta, Nadia Verdile, Roberta
Sandias, Marinella Carotenuto, Marilena Lucente, Barbara
Rossi Prudente, Paoletta Pelagalli, Liliana Vastano,
Mariamichela Formisano.
…per esserci sempre!
Il luogo del festival
Palazzo Lanza
L’edificio è di impianto quattrocentesco, anche se ha subito
un completo restauro alla fine del 700. Al seicento sono da
riferire i balconi con mensole a figure leonine e mostruose,
con ricche ringhiere, analoghe alle ornamentazioni tipiche della
Sicilia orientale, terra da cui la famiglia Lanza proviene e che
ancora dopo seicento anni abita il palazzo. Al secondo periodo,
invece, è da riferirsi la zona centrale della facciata, che presenta
due fornici archivoltati (di cui uno solo corrisponde all’accesso
dell’edificio). L’alto androne voltato a botte introduce in un vasto
cortile dove sono visibili una vasca centrale ed altri elementi
lapidei di spoglio. Dal cortile si accede, attraverso un portale
archivoltato recante lo stemma marmoreo della famiglia, alla
scala ad una rampa che affaccia sullo stesso. Più all’interno si
scorge una vera da pozzo e si accede poi al giardino retrostante,
leggermente sopraelevato.
Nello splendido cortile di Palazzo Lanza, nel centro storico di
Capua ci sono il caffè ristorante Ex Libris, la Libreria Guida
Capua e la sede dell’ass. Cult. Architempo, motore di tutti gli
eventi, organizzati nel Palazzo.
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L’associazione culturale Architempo
L’associazione culturale Architempo nasce sul finire del 2004
con l’obiettivo di diventare uno dei più saldi punti di riferimento
per la cultura del sud Italia. L’associazione, grazie alla preziosa
collaborazione della libreria Guida di Capua, propone fin dalla
sua costituzione un ricco calendario di eventi e manifestazioni,
legati alla letteratura, al cinema, al teatro e alla musica, ma con
un occhio attento anche a cogliere le tendenze culturali dell’arte
figurativa contemporanea, nonché della rivalutazione del nostro
patrimonio storico-artistico.
L’associazione Architempo, attraverso proficui scambi culturali
tra operatori diversi del territorio regionale e nazionale, si impegna
nello sviluppo di progetti integrati e nella realizzazione di iniziative
comuni, al fine di sensibilizzare la pubblica opinione intorno a
tematiche di forte valore storico ed artistico, privilegiando le
iniziative finalizzate all’aggregazione ed al dibattito. Eventi ludicoculturali, mostre tematiche, degustazioni, laboratori didattici,
visite guidate, convegni, produzioni di spettacoli teatrali, sono
solo alcune delle attività in cui l’associazione si impegna per la
promozione e la divulgazione della cultura.
La nascita dell’associazione culturale Architempo, nel novembre
del 2004, ha costituito una preziosa occasione per unire le
forze e le professionalità dei suoi fondatori, già da alcuni anni
impegnati nel settore dell’editoria e degli eventi culturali.
L’ideazione, la progettazione e l’organizzazione degli eventi e
della programmazione dell’associazione Architempo è, infatti,
affidata ai suoi fondatori: Silveria Conte e Giuseppe Bellone,
coadiuvati da un nutrito gruppo di esperti e consulenti, composto
da scrittori, giornalisti, attori, musicologi, sceneggiatori, critici e
storici dell’arte.
www.architempo.it
Il luogo del festival
Ex Libris
Caffetteria, ristorante, spazio espositivo, book bar, contenitore di
eventi e musica.
Tutto nello stesso luogo.
Un luogo dove cibo e vino si mescolano ai libri.
Grazie all’idea di Mariateresa Lanza, la più giovane della
famiglia, in quelle che un tempo erano le stalle del palazzo,
gli ambienti di lavoro, il lavatoio, dopo un attento restauro, è
possibile sorseggiare vino circondati da opere d’arte, scoprire
sapori e prendere parte ad incontri con la letteratura, la musica,
il cinema d’autore, la poesia ed il teatro.
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Libreria Guida Capua
La libreria nata nel 2002, affiliata al gruppo Guida, si trova a
Capua all’interno del Cortile di Palazzo Lanza. Unitamente all’Ex
Libris caffè, ristorante, spazio espositivo, adiacente ad essa,
rappresenta grazie ai numerosi eventi organizzati dall’ass. cult.
Architempo, uno dei più attivi e rinomati centri culturali del
meridione.
La libreria si è imposta sin dal suo nascere, come luogo
privilegiato nell’ospitare incontri con gli autori, noti e meno
noti, che rappresentano senza dubbio per il pubblico dei lettori
un’occasione unica per vedere, ascoltare e discutere con i
professionisti della penna, o anche per scoprire validi autori
emergenti. Allo stesso tempo, poter incontrare chi si nasconde
dietro le pagine di un libro è certamente uno stimolo accattivante
per avvicinare al libro nuove fette di pubblico.
La promozione del libro, attraverso la presentazione di collane,
novità, autori, reading, incentiva il piacere della lettura e sostiene
la diffusione del libro a tutti i livelli. Molti narratori e poeti italiani,
scrittori di fama e delle ultime generazioni, intervistati da
colleghi, giornalisti ed esperti, hanno contribuito ad arricchire
il nostro calendario.
La libreria si è sempre distinta anche per i Laboratori di scrittura
creativa che ogni anno propone al pubblico, tenuti da scrittori di
fama, divenendo una vera e propria fucina culturale.
Capua, la storia
Capua è una città che accoglie il cittadino e il visitatore con le
cupole delle sue chiese, con la cerchia dei suoi bastioni, con
il suo grande fossato verde e l’ampia ansa del fiume Volturno,
con i suoi giardini, i suoi monumenti, le sue fontane. È la città
fortezza ideale di Federico II e di Carlo V, difesa e “Porta del
Sud” fino all’Unità d’Italia, luogo strategico per la salvaguardia
del Regno di Napoli.
Storicamente Capua, antica capitale della Campania, secondo
Cicerone nel I secolo a.C. fu, tra le città italiche, seconda solo a
Roma. Egli la definì, infatti, “altera Roma” (“seconda Roma”), e
come Roma aveva un proprio Senato da cui l’acronimo S.P.Q.C.
(Senatus Populusque Capuanum) ancora impresso sulla facciata
del palazzo municipale, antica sede della Corte di Giustizia.
Tito Livio descrive la Capua del IV secolo a.C. come la più
grande e ricca città d’Italia, estesa su 200 ettari di terreno.
La città di Capua, da sempre caratterizzata da un carattere
ribelle e combattivo, è famosa nel mondo per i suoi Ozi,
storicamente noti per essere stati la causa principale
della sconfitta del condottiero cartaginese Annibale, che
nell’antica Capua, ambiziosa ed emula della capitale, trovò
rifugio nel 211 a.C.
Dopo due stagioni vissute nella lussureggiante città campana,
Annibale e il suo esercito persero le loro energie belliche, travolti
ed immersi nei piaceri e nel benessere.
Ma l’animo combattivo del popolo capuano non fu sopito, tanto
che circa 150 anni dopo, Spartaco, schiavo forte e carismatico,
seppe riunire intorno a sé un numeroso esercito di gladiatori
disertori e schiavi, quasi 120.000 combattenti, che diedero vita
alla rivolta più pericolosa che Roma dovette affrontare. Il suo
intento era quello di risalire la penisola con il suo esercito e
di oltrepassare le Alpi, in modo da rendere la libertà a tutti gli
schiavi dell’impero.
Nell’841 i Saraceni distrussero la città di Capua e i sopravvissuti
si rifugiarono in quello che era il suo porto fluviale, Casilinum,
l’attuale Capua, dove ricostruirono la città; nell’856, infatti, in
seguito alla distruzione di Sicopoli, grazie al conte longobardo
Landone I fondarono “Capua Nova” a ricordo della vecchia.
Nel X secolo Capua divenne contea e principato longobardo,
ed è in quegli anni, precisamente nel 960, che si ha proprio
a Capua la prima testimonianza scritta in volgare, il famoso
“Placito Capuano”, considerato come il documento che ha
sancito la nascita della lingua italiana.
Nel 1062, poi, Capua divenne principato normanno e ancora
città fortezza sveva, angioina, aragonese e dei viceré
spagnoli. Ma soprattutto fu la città turrita di Federico II, che in
essa volle rivivere le glorie dell’antica Capua, e che al suo fianco
chiamò come cancelliere il capuano Pier della Vigna, di cui
apprezzava l’eloquio dotto e la capacità di scrivere coniugando
le situazioni più complicate con le conoscenze giuridiche. In
breve tempo Pier delle Vigne si affermò in tutti gli ambienti
diventando insigne poeta, diplomatico, ministro di Corte;
utilizzato nelle missioni diplomatiche più delicate, raggiunse la
carica di Logoteta del Regno di Sicilia.
La città di Capua nel tempo continuò la sua ascesa divenendo
fortezza dell’imperatore Carlo V e vicecapitale del Viceregno
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spagnolo. Fu, inoltre, città prediletta dai pontefici che, da
Giovanni VIII a Onorio II, vi tennero ben nove Concili.
È tristemente famoso il Sacco di Capua, perpetrato dai francesi
dell’Aubigny e del duca Valentino, Cesare Borgia, ai danni della
città il 24 luglio del 1501.
Egli tramò il tradimento contro Capua: i francesi prima si
fecero introdurre in città promettendo la pace e poi iniziarono
l’uccisione di cinquemila capuani.
Il 13 febbraio 1503 in un campo neutrale tra Andria e Corato, si
svolse lo scontro cavalleresco noto come Disfida di Barletta. In
quell’anno il dominio del Regno di Napoli era retto dai francesi,
ma gli spagnoli già avanzavano in terra di Puglia per occuparne
il posto e, a tal fine, si erano asserragliati a Barletta.
I francesi che, a seguito di uno scontro con gli spagnoli, furono
fatti prigionieri, durante un banchetto offesero il valore dei
cavalieri italiani.
Si gettò così il guanto della sfida che avrebbe tolto la macchia
che gravava sull’onore italiano; questo fu raccolto da un gruppo
di 13 cavalieri venuti da diversi paesi d’Italia e guidati da Ettore
Fieramosca, valente cavaliere capuano al servizio di Prospero
e Fabrizio Colonna.
Dopo aver solennemente giurato di combattere fino allo stremo,
i 13 italiani affrontarono altrettanti cavalieri francesi guidati da
La Motte. La tenzone durò dall’alba alla notte quando tornarono
vittoriosi a Barletta gli italiani.
Questa straordinaria impresa eroica, consegnata alla storia
dalle pagine del romanzo Ettore Fieramosca ossia la Disfida di
Barletta di Massimo d’Azeglio nel’800, sottolinea ancora una
volta il coraggio, la caparbietà del popolo capuano.
Dal punto di vista architettonico e artistico, si possono ancora
oggi ammirare tra le mura della città elementi di spoglio
dell’epoca romana e monumenti straordinari che vanno
dal Medioevo all’Ottocento: torri, castelli, caserme e
fortificazioni, cattedrali, chiese e conventi, palazzi patrizi,
porte monumentali, ponti, pozzi, 15 fontane e musei ricchi
di opere d’arte (sarcofagi, ceramiche, dipinti, affreschi, monete,
pergamene, sculture, statue lignee e bassorilievi); tra queste,
le celebri Matres Matutae, oltre 150 statue in tufo grigio
rinvenute in una favissa del VI secolo a.C., che rappresentano
la più preziosa testimonianza dell’arte e della religione popolare
campana.
Capua ha inoltre dato i natali a illustri personaggi, oltre al poeta
Pier della Vigna, notaio e consigliere di Federico II, e ad Ettore
Fieramosca, l’eroe della Disfida di Barletta, anche Silvio Fiorillo
da Capua commediografo, che fu il primo a portare ufficialmente
in scena la figura di Pulcinella, nella sua commedia intitolata: La
Lucilla costante, con le ridicole disfide e prodezze di Pulcinella,
al pontefice Onorio I, ai musicisti Giuseppe Martucci e Andrea
De Simone, e al medico Ferdinando Palasciano, precursore
della Croce Rossa. È ancora il luogo ove fu stipulato il Trattato
di Casalanza il 20 Maggio 1815, tra Austriaci e Napoletani,
che pose fine al decennio napoleonico nel Regno che era stato
di Ferdinando. Per mezzo di esso gli alleati Austriaci furono
in grado di riconsegnare lo Stato ai Borbone, spodestando
definitivamente Gioacchino Murat.
Mediapartner
Passione, Professionalità, Competenza. In tre parole è spiegato il
“Mondo di Set”, la linea editoriale, il taglio giornalistico, il grande
desiderio di fare informazione, raccontare segni, immagini
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La testata “SET”, nasce nel giugno del 2002 dall’intuito di
un gruppo di amici che già all’epoca intravede nella formula
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nuovo modo di parlare e proporsi ai lettori in un’informazione
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“SET” è un “free” magazine a tutti gli effetti. Solo arrosto e niente
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backstage dello spettacolo. Il piacere e l’emozione di raccontare
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ha fatto certo perdere di vista tutto ciò che si sviluppa sul nostro
territorio. Da questa esigenza è già da anni presente una sezione
esclusiva della nostra redazione che si occupa in prevalenza di
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sempre al servizio dei lettori.
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