Sesto Calende Cenni storici

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Sesto Calende Cenni storici
Sesto Calende
Cenni storici - Immagini di un tempo
Contributi di storia locale
ASSOCIAZIONE PRO SESTO CALENDE
Contributi di storia locale
Volume realizzato con il contributo
del Comune di Sesto Calende
In copertina:
Stemma di Sesto Calende tratto da
Ricerche spettanti Sesto Calende di
A.G.Spinelli
Edito da : Associazione Pro Sesto Calende
Foto :
Archivio Pro Sesto Calende
Archivio Varalli di Sesto Calende
Archivio Angelo Veronesi di Sesto Calende
Si ringrazia per la collaborazione Mario Varalli
.
Realizzazione e stampa a cura
del centro progettazioni Selgraph
Cocquio Trevisago (VA)
Questo è il quarto volume della collana " Strettamente Sestese " realizzato dalla associazione Pro Sesto Calende.
Questa iniziativa vuole offrire, in sintesi, attraverso l'immagine fotografica, una storia di Sesto Calende che, partendo dagli albori della
fotografia, in un arco di tempo in cui si sono avvicendati episodi lieti
e tristi, con scorci più o meno mutati del luogo, giunge intorno agli
anni '20.
Non indifferente è stato lo sforzo per reperire il materiale fotografico
per realizzare questo volume.
Basti pensare a quanto poco diffuso e non alla portata di tutti fosse
l'uso della macchina fotografica.
Un grato ricordo è dovuto al nostro concittadino Giovanni Pietro
Bogni (1852 - 1941) che ci ha lasciato una rilevante e copiosa documentazione fotografica.
Cosi pure rinnoviamo la memoria degli storici sestesi Cornelio
Bruscherini, Cesare Tamborini ed Elso Varalli, dalle cui opere abbiamo tratto le notizie a corredo delle foto.
La vicenda fotografica, sarà consultabile attraverso il pulsante
Strettamente Sestese sul sito "www.prosestocalende.it."
Ci auguriamo che questo volume sia a tutti gradito, in quanto servirà
ad offrire un termine di paragone e di confronto con il presente ed a
conoscere vicende e immagini inedite.
Associazione Pro Sesto Calende
Cenni storici - Immagini di un tempo
Giovanni Pietro Bogni 1852 - 1941
Originari di Varano Borghi, i Bogni svolgevano la loro attività nel settore ittico sia come pescatori che come commercianti, ma il lago di
Comabbio era troppo piccolo e l'attrazione del lago Maggiore fu tale
da convincerli, nel 1815, a trasferirsi a Sesto Calende.
Pietro Silvestro, padre di Giovanni Pietro, gestiva le riserve di pesca
di Castelletto sopra Ticino, di Sesto Calende e di Lisanza, di proprietà dei marchesi Visconti d'Aragona.
A Lisanza venne eletto consigliere comunale il 16 gennaio 1860 e
restò in carica per 42 anni, ricoprendo anche il ruolo di sindaco per
nove anni.
Nel 1850 sposò la sestese Teresa Viganotti e, nonostante i suoi oneri
professionali e amministrativi, in 17 anni la sua famiglia si accrebbe
in seguito alla nascita di sei maschi, nessuno dei quali seguì però l'attività del padre.
Infatti Ernesto e Pietro Francesco si impegnarono nella tessitura
creata in località Colombera, Malachia, laureato in ingegneria, divenne un brillante progettista mentre Francesco Saverio ed Enrico morirono ancora fanciulli.
Giovanni Pietro, sposo nel 1891 all'angerese Carolina Bardelli, non fu
fortunato con la prole: perse due femmine in tenerissima età, e dei
quattro maschi il più longevo fu Alberto deceduto a soli vent'anni.
Contrariamente all'intensa vita pubblica del padre, l'unico contatto di
Giovanni Pietro con l'amministrazione comunale di Sesto Calende si
concretizzò alla fine del 1900 per motivi professionali: essendo infatti concessionario dell'erogazione dell'illuminazione elettrica, stipulò
un contratto decennale per 1000 lire annue con l'obbligo di installare
la rete di illuminazione al servizio di 25 lampade a incandescenza
da16 e 3 da 25 candele.
Il 15 febbraio 1911 per i suoi meriti industriali Bogni era stato insignito della croce di cavaliere della Corona d'Italia.
Fotografo dilettante, in trent'anni di passione, ha scattato immagini
che, oltre ad avere un rilevante significato come documenti storici
della vita di una comunità in continua evoluzione, evidenziano una
sensibilità artistica non comune.
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SOMMARIO
Breve storia di Sesto Calende
1
La strada del Sempione
4
La navigazione fluviale
6
Battello Verbano
10
Garibaldi a Sesto Calende
20
La ferrovia a tiro di cavalli
22
Ferrovia da Milano a Sesto Calende
30
Convento delle Suore Orsoline dell’Unione romana
40
Aziende storiche
42
Processioni
56
Regate 1902
58
Chiesa nuova di S. Bernardino
60
50° anniversario sbarco Garibaldi
66
Cenni storici - Immagini di un tempo
Sesto Calende a cavallo tra due secoli
Le fotografie riprodotte nel volume sono opera di Giovanni Bogni, il primo
sestese a praticare l'arte fotografica. "Dilettante", così veniva una volta definito il fotografo amatoriale, Bogni ha documentato il paesaggio e la vita
sestese con foto caratterizzate da vera professionalità e da non comune
senso artistico. La passione dello scatto lo ha accompagnato per lunghi anni,
che non possiamo esattamente quantificare, avendo a disposizione solo una
parte della sua produzione, dal 1889 al 1916.
Bogni fu pioniere, oltre che della fotografia, anche dello sport, essendo stato
il secondo sestese a montare in sella alla bicicletta.
Senza contare poi il suo pionierismo imprenditoriale, infatti impiantò un'officina elettrica con la quale erogò l'illuminazione pubblica e privata a Sesto e per
i suoi meriti industriali fu insignito del cavalierato della corona d'Italia.
Il paese visto da Bogni attraverso l'obiettivo, e da noi sulle pagine che seguono, è quello dell'ultimo decennio dell'Ottocento e del primo del Novecento.
Sesto nel periodo umbertino e giolittiano è un importante comune del circondario di Gallarate, a economia agricola e industriale, che conta quattromila
abitanti. Le terre sono di quasi esclusiva proprietà dell'Ospedale Maggiore di
Milano che dispone di settemilacinquecento pertiche con quindici cascine,
abitate da sessantasei famiglie. Fortunato Consonno possiede milleottocento pertiche a Oriano e mille la famiglia Bassetti a Loca e Incasale. Si può stimare in più di seicento il numero dei Sestesi impegnati nel settore primario.
Dalla coltivazione della campagna si ricava segale, granoturco, miglio,
avena, fieno, uva nostrana e americana. E' molto diffusa la gelsicoltura e la
bachicoltura e presente pure la zootecnia, con 550-700 bovini.
L'industria nasce nel 1813, con l'apertura della vetreria Rossini a Sant'Anna.
Il settore del vetro (vetreria di Sant'Anna e Vetreria Operaia Federale) e del
suo indotto (fabbricazione coni di paglia per bottiglie e rivestizione damigiane) è prevalente, passando dai 127 addetti del 1890 ai 631 del 1911 (I censimento industriale). Al secondo posto troviamo il settore tessile (tessitura
meccanica del cotone, filatura e torcitura della seta) che passa da 185 a 105
addetti. Complessivamente, nel periodo considerato, il totale dei lavoratori
dell'industria cresce da 349 a 811, cioè dall'8,75% al 20% della popolazione
residente. Il paese è poi dotato di una soddisfacente rete commerciale e di
servizi. Nel 1895 abbiamo ben 9 barcaioli, 10 sensali di bestiame e 5 suonatori di organetto e fisarmonica. Dall'elenco dei 133 utenti di pesi e misure per
l'anno 1906 apprendiamo che Sesto ha banca, posta, 2 rivendite di sale e
tabacchi, farmacia, 4 alberghi, 30 osti-liquoristi, 4 caffettieri, 4 lavoranti il
cuoio, 9 mugnai, 7 prestinai, 6 pizzicagnoli, 12 fruttivendoli e 7 merciai.
Il Comune assicura ai piccoli concittadini l'assolvimento dell'obbligo scolasti-
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co, ovviamente secondo gli standard dell'epoca. I maestri sono dipendenti
comunali e, nell'anno scolastico 1891-92, nel capoluogo ci sono le tre classi
elementari maschili, mentre la sezione femminile ha la I classe e una pluriclasse di II e III; nella frazione di Oriano c'è una pluriclasse mista. Nell'anno
'97-98 viene aggiunta, nel capoluogo, la pluriclasse di IV e V maschile. La
dispersione scolastica è molto forte, nel '93-94 gli scolari iscritti alla I maschile sono 117, ma solo in 53 sostengono l'esame di fine anno, con 12 bocciature. Le aule sono molto affollate, infatti nel 1904-05 la I maschile della maestra Enrichetta Gemmi, su 107 iscritti, ha ben 95 frequentanti, in un'aula che
misura m 8,50 x 7,80! Dal verbale degli esami sostenuti nell'01 emerge che
la I maschile ha banchi "pessimi" e la II "scomodi". Nel '06-07 la I maschile
della maestra Gnemmi e la II della maestra Maria Estran sono disturbate dai
rumori della strada; la pluriclasse mista di Oriano della maestra Antonia
Lorenzini è invece disturbata da una cascata d'acqua. La religione è insegnamento facoltativo, impartito solo su specifica richiesta dei genitori; la classe più laica, nel '07-08, è la pluriclasse mista di Oriano dove i non richiedenti sono ben il 52%, la più religiosa è la I femminile con solo 14% di non richiedenti. L'azienda comunale è molto più semplice, i dipendenti sono in numero minore e con mansioni in parte diverse da oggi. La pianta organica del
1897 prevede tredici posti di lavoro. Oltre a cinque insegnanti elementari,
negli uffici c'è il segretario comunale (Luigi Riganti, assunto nel '76, presterà
servizio a Sesto e nel comune di Lisanza per 56 anni), uno scritturale
(Francesco Zamperini) e un cursore (corrispondente a un odierno messo
notificatore, Giuseppe Moroni). Il servizio sanitario è assicurato da un medico (Alberto Giovanardi) e da una levatrice (Marietta Berrini, in servizio dal
1876 al 1934 , ben 59 anni!). Nel settore spirituale operano due sacristi
(Antonio De Bernardi a Sesto e Gerolamo Bassetti a Oriano) e l'estremo servizio è prestato dal seppellitore (Alessandro Azzusi). Nel 1903 la pianta organica aumenta a quindici dipendenti, gli insegnanti diventano otto, spariscono
le figure dei sacristi e viene aggiunta l'importante mansione del veterinario. A
fine Ottocento sono maturi i tempi perché Sesto abbia un'adeguata sede
comunale. Allora uffici comunali e scuole erano collocati nell'ex chiesa di San
Rocco, immobile tuttora esistente in piazza 25 Aprile, trasformato in civile
abitazione. La chiesa era divisa in quattro locali, insufficienti per la doppia
funzione, per cui il Comune acquistava, nel 1880, aggiudicandosi un esperimento d'asta, indetto dal luogo pio di Santa Corona, il "caseggiato già ad uso
di osteria all'insegna del Pozzo sito nel Comune di Sesto Calende all'anagrafico n. 64 con annesso orto, caserma, zerbo e casa colonica per un totale di pertiche 2,58". Nell'82 il Comune vendeva l'ex chiesa di San Rocco e
nell'84 demoliva parte della casa del Pozzo. Aule scolastiche sono costruite
nel 1886 e nel 1907. Nel '28 sarà realizzata la palestra e nel '30 completato
l'edificio, dando così al palazzo comunale l'aspetto attuale.
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Il 31 dicembre del 1900, con l'accensione di ventidue lampade da sedici candele, inizia il servizio di illuminazione pubblica elettrica, in sostituzione di
quella a petrolio, gestito da Giovanni Bogni. L'elettrificazione è il simbolo del
nuovo secolo, che si pensava della modernità, del progresso tecnico-scientifico e della civiltà.
Sesto Calende - Il suo stemma
Nel 1900 il sindaco cav. Paolo Bassetti adottava come stemma ufficiale del
comune di Sesto Calende il dado sormontato dal compasso.
Le prime tracce certe dello stemma del comune, le troviamo in un affresco,
raffigurante la Madonna con il bambino, ubicato in piazza Garibaldi.
Compare, infatti, nel cartiglio sottostante l'affresco, la frase:
"Hoc opus fecit fieri Antonius Veralus, die 13 martii 1564"
E' opportuno trascrivere quanto scrive A.G. Spinelli nel suo volume
"Ricerche spettanti Sesto Calende" Milano 1880:
"In questo secolo (XVI) il comune si valeva per proprio emblema del
Compasso e la tradizione viva lo ricorda. Che se pensiamo che allora,
appunto come nel buon secolo, il compasso volgarmente fosse detto
Sesto, che in linguaggio figurativo significa precisione e rettitudine,e se di
più osserviamo alla consonanza fonica col nome Sesto, troveremo che la
voce pubblica è attendibilissima. Era di moda avere lo stemma : i Sestini
ne scelsero uno che, se non calzava storicamente al borgo, riusciva però
facile e moralmente elevato. A persuadere maggiormente che la tradizione è giusta, si osservi nel campanile di S. Bernardino, sotto la parola
COMUNITAS, scritta in forma assai vecchia, il compasso che vi è scolpito,
il quale trovasi ripetuto non solo sopra le pietre chiudenti le tombe del
comune nell'Abbazia di S. Donato, ma anche sotto di una bella immagine
di Nostra Donna, guasta da recenti ristauri, che Antonius Veralus fece
dipingere nel 1564 sulla piazza di Sesto."
Non risulta in quale periodo sia stato aggiunto il “DADO", comunque è
certo che ciò avvenne prima del 1564.
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La strada del Sempione
La strada del Sempione deve le sue origini ad un'epoca remota, a
quando l'impero romano occupava i territori su cui si snoda tutt'ora.
Tale strada subì naturalmente cambiamenti, fu ideata e costruita al
fine di facilitare gli scambi commerciali e di comunicazione tra la pianura meglio dotata di percorsi e vie e le montagne ossolane a cui si
poteva giungere solo attraverso impervi sentieri e mulattiere.
I coraggiosi viandanti che, d'inverno, si avventuravano in itinerari più
o meno difficoltosi, si imbattevano inesorabilmente nella non semplice avventura di valicare il passo del Sempione, per lunghi mesi
impraticabile a causa di abbondanti nevicate.
Tale situazione preoccupò profondamente Napoleone che, resosi
conto degli insormontabili problemi a cui le sue armate andavano
incontro per giungere in territorio italiano, impartì l'ordine di costruire
tre strade d'accesso al nostro Paese e precisamente: la strada del
Monginevro, del Mocenisio e, appunto, la strada del Sempione.
La strada del Sempione, da Briga a Domodossola, lunga 62 Km. e
larga 8 metri, fu costruita in soli cinque anni, cercando di sfruttare la
strada che già esisteva, ma ormai quasi in disuso: il primo colpo di
piccone fu dato ufficialmente il 26 marzo 1801.
L'impero napoleonico, dotato di risorse finanziarie e di personale altamente specializzato, ideò e costruì dunque un'opera gigantesca. Per
la realizzazione della strada da Briga a Domodossola fu preventivata
una spesa complessiva di 7.586,102 franchi. Mentre la spesa globale per la realizzazione del " Sempione " e la ristrutturazione dei tratti
già esistenti dal lago Lemano a Sesto Calende fu di franchi
12.116.000.
Finalmente giunse il giorno dell'inaugurazione - 9 ottobre 1805- il
sospirato giorno del trionfo dell'Imperatore che si accingeva a percorrere la via "Imperiale".
Conseguenza della costruzione di un'arteria così importante fu naturalmente il fiorire delle comunicazioni internazionali da cui trasse vantaggio tutta la zona del Verbano e dell'Ossola. Nacquero così costanti servizi di diligenza tra Milano, Sesto Calende e il Sempione.
La strada imperiale terminava infatti a Milano, dove Napoleone volle
vedere ultimata la sua opera commissionando l'Arco di Trionfo, punto
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di arrivo della strada del Sempione. Conseguenza di tutto quanto
detto fu che, in breve, la nuova strada divenne il luogo di accesso
preferito per entrare in Italia.
Era infatti una strada percorribile con qualsiasi evento atmosferico,
dotata di comodità per i turisti amanti dei viaggi su comode carrozze.
Era inoltre la più comoda e breve via che da Parigi portava a Milano,
punto da cui ci si poteva addentrare verso altre mete più o meno lontane.
Infine, nel 1825, l'Amministrazione delle Poste Svizzere si servì del
passo del Sempione per istituire un pubblico servizio postale collegando Losanna a Milano.
Il porto natante di Sesto Calende con il traghetto, da una stampa del 1840. Servì al
passaggio attraverso il Ticino, di merci e passeggeri, transitanti la strada del
Sempione. L'attività di passaggio terminò nel 1882 con l'entrata in servizio del ponte.
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La navigazione fluviale
La navigazione sul Lago e sul Ticino fu, nel passato, estremamente
intensa, il traffico del naviglio per il trasporto delle merci e delle persone era il mezzo più rapido ed economico data l'assenza quasi
assoluta di strade carrabili e sicure.
I barconi che navigavano nel basso Verbano e sul Ticino avevano
una portata di circa quaranta tonnellate, erano lunghe metri 24 e larghe 4,55 metri.
Questi tipici barconi neri a fondo piatto venivano costruiti anche a
Sesto Calende, fino al 1915, in un cantiere sito in Piazzale Cesare da
Sesto antistante il Municipio.
La navigazione di questi barconi non era facile, lungo le rapide del
Ticino ed i bassi fondali del Po.
I piloti che li guidavano dovevano conoscere minutamente le condizioni del letto del fiume per trovarvi i canali navigabili.
Questi provetti barcaioli erano chiamati, anche a Sesto Calende, con
il tipico nome veneto di "paroni".
I cavalli necessari per il traino dei barconi al ritorno, controcorrente,
venivano imbarcati su un barcone del convoglio, sul quale era pure
sistemata la modesta cucina e la cambusa.
Il tempo di percorrenza di andata, verso Milano, da Sesto Calende a
Tornavento era di circa novanta minuti, mentre da Tornavento a
Milano otto o nove ore.
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Al ritorno da Milano a Tornavento, prima della costruzione della strada alzaia lungo il Naviglio (1824 - 1844), si impiegavano quindici giorni con venticinque cavalli e altrettanti garzoni per convoglio di cinque
o sei barconi.
Con la costruzione dell'alzaia, solo tre giorni e la metà dei cavalli.
Da Tornavento a Sesto Calende, per sole18 miglia, ma vincendo le
rapide già ricordate, si impiegava da una a due settimane, dovendosi staccare le barche e farle avanzare a una a una, spesso portando
parte dei cavalli sulla sponda opposta per combinare in modo opportuno la trazione.
Sembra che, nei primi anni dell'ottocento, i barconi che percorrevano
il Ticino erano circa 5000.
Certo è che da Sesto Calende, nei secolo XVII-XVIII.XIX transitavano i barconi con i marmi per la Fabbrica del Duomo di Milano, di
Pavia, di San Fedele di Milano, del Palazzo Ducale di Piacenza e,
ogni anno, altri 140 barconi di pietre varie.
Pietro Morigia ( 1525-1604 ), nella sua "Historia della nobiltà e degne
qualità del Lago Maggiore" - Milano 1603- ci fornisce un interessante spaccato delle merci che transitavano per il porto di Sesto
Calende.
Queste notizie, data la quantità di materiale controllato tratto dai registri dell' "ufficio di gabella " ci permettono di avere un'idea dell'importanza del porto di Sesto Calende:
"venivano condotte da diverse parti del lago meglio di 16mila grosse
libbre di pesce fresco; più colli 368 di pesce salato; circa 7 mila capi
di bestiami senza contare quelli che vi erano condotti per terra;
134,545 grosse libbre di formaggio; 46,877 di butirro (burro n.d.a.);
56,862 brente di vino; 115 zattere di borre; circa mille navi di legna da
fuoco o d'opera, e carbone; 85,200 quintali di calce; 134,580 tra grosse e minute pelli; 96,00 foderi di spada, con aste e lance; 15 barili di
cristallo di monte, oltre una grande quantità di selvaggiume e diversi
industriali prodotti, come candele, vasellame, carta, coperte di lana.
trecce di paglia e cappelli, ecc., e più centinaia di navi cariche di sassi
e marmi".
Fino al 1868, poco a monte dell'attuale ponte presso una apposita
costruzione, avveniva l'esazione del dazio sulla sosta ed il passaggio
dei barconi.
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17-9-1890 Cantiere dove avveniva la costruzione dei tipici barconi neri a fondo piatto
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1-12-1889 Sesto Calende sotto la neve
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Battello a vapore "VERBANO"
La navigazione sul lago Maggiore e fiume Ticino risale alla più remota antichità. Molto intenso fu il traffico nel periodo romano e nel
medioevo.
Con l'avvento della macchina a vapore, si pensò di sfruttare la nuova
tecnologia per rendere più rapido il servizio sul lago.
Due imprese associate, Sardo - Ticinese di Torino e Lombarda di
Milano, con il comune obiettivo della navigazione sul lago Maggiore
chiesero ai relativi governi, Austria, Piemonte e Svizzera, le necessarie concessioni al servizio con battello a vapore, tra Sesto Calende
e Magadino, con imbarchi intermedi nelle varie località del Verbano,
di passeggeri e merci.
Il "Verbano" fu costruito a Locarno (Svizzera) nell'inverno del 1825 e
varato il 15 febbraio 1826, era lungo 92 piedi inglesi, largo 16 piedi e
le murate misuravano circa 7 piedi.
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Il battello, sorprendente novità per quei tempi, era spinto da ruote
laterali mosse da una macchina a vapore, già utilizzata sul battello
Eridano, che sviluppava una forza di 16 H.P.
Questa moderna caldaia a vapore costruita a Birmingham dalle officine Boulton Watt venne installata sul natante battezzato Eridano,
prodotto, nel cantiere la Foce a Genova.
Il battello Eridano, trasportato a Venezia, inizia il primo viaggio del
regolare servizio Venezia - Pavia nel 1820.
Il 23 marzo 1821 cessa il servizio a causa della situazione politica
venutasi a creare nel Lombardo - Veneto.
La società Sardo -Ticinese nell'agosto del 1825 acquistò la macchina a vapore dell'Eridano, la trasportò a Locarno per l'installazione sul
natante "Verbano".
Il 1° maggio 1826 ebbero inizio le p artenze del battello a vapore da
Sesto Calende a Magadino.
Questo battello era molto bello nell'aspetto esteriore e curato negli
allestimenti di bordo.
Nelle località bagnate dal lago sorgevano caffè e alberghi, a Sesto
Calende faceva mostra di sé il "Grande Albergo della Posta".
Il battello era molto veloce, percorreva le circa 72 miglia da Sesto
Calende a Magadino allungate dalle traverse sui porti d'imbarco in
circa 6 ore, compreso il tempo per l'imbarco dei passeggeri e delle
merci. Per non sospendere le corse nelle giornate di nebbia, la nave
era dotata di bussola controllata da uno specialista appositamente
addestrato.
L'arrivo della ferrovia a Sesto Calende - 1865 - rese necessario
aumentare il numero dei battelli causa l'aumento dei passeggeri e
delle merci.
Il servizio sino a Sesto Calende terminò nel settembre del 1868 con
la costruzione del ponte in legno sul Ticino che permise l'allacciamento ferroviario di Sesto Calende con Arona.
Sul Verbano la navigazione continuò e fu gradualmente incrementata: nel 1870 erano in servizio 6 battelli.
Il 4 maggio 1913 venne ripristinato il collegamento in battello tra
Sesto Calende e Arona con natanti speciali, più bassi, tali da consentire il passaggio sotto il ponte in ferro - 1882-. Il collegamento fu
definitivamente sospeso il 23 marzo 1916.
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La tavola illustra il battello a vapore " Verbano " e la sua macchina, già utilizzata sul
battello Eridano.
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Il 12 settembre 1828 il Re di Sardegna Carlo Felice, con l'augusta consorte Maria
Cristina di Sicilia, visita il lago Maggiore. Per l'occasione vengono annunciate corse
straordinarie del battello " Verbano ".
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Carta corografica del lago Maggiore con il tracciato della rotta da tenersi in caso di
nebbia.
Battello "Verbano" a propulsione mista, a vela ed a vapore, varato il 15 febbraio 1826
a Magadino.
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Orario del battello a vapore " Verbano " pubblicato nell'opera "Un viaggio sul lago
Maggiore" del notaio Francesco Medoni - Lugano 1838.
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Con l’inizio del regolare servizio di navigazione sul Lago Maggiore, la Direzione delle
Poste istituì una diligenza celere da Milano a Sesto Calende che compiva il percorso
in sole quattro ore.
Questo servizio permetteva ai passeggeri di compiere l'intero percorso lacuale e terrestre fino a Milano in dieci, undici ore.
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01-10-1889 Albergo della Posta
1914 Battello Novara in servizio dal 4 maggio
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Giuseppe Garibaldi a Sesto Calende
La campagna del 1859, nella parte che interessa la "guerra per
bande", trova Sesto Calende protagonista designata dagli eventi. Alle
ore 23 del 22 maggio 1859 i Cacciatori delle Alpi giungono a
Castelletto Ticino dopo una lunga marcia effettuata sotto una pioggia
insistente.
Trovano quartiere nel parco del castello Visconti e le otto compagnie
del 2° Reggimento, circa 1200 uomini, a mezzanotte vengono tra ghettate a Sesto Calende con 16 barconi procurati da Biagio
Viganotti, malgrado le severe requisizioni operate dalle forze austriache di frontiera.
La corrente del fiume e l'eccessivo carico determinano un approdo
disordinato in località Melissa ma i Cacciatori delle Alpi subito si organizzano e marciando su tre direttrici si dirigono su Sesto Calende.
La luna splende e favorisce l'avvicinamento al paese; alle ore 1 del
23 maggio 1859 la 3° Comp agnia del 2° Reggimento garibaldino,
comandata dal capitano Carlo De Cristoforis, occupa la caserma ed
i punti chiave catturando 12 doganieri, 40 gendarmi, il commissario di
finanza e l'impiegato del telegrafo, senza sparare un sol colpo di fucile. Dopo un primo momento di prudente smarrimento e di sorpresa,
la gente scende in piazza ed i barcaioli, con la gomena, ripristinano il
traghetto con la sponda piemontese.
Entro le ore 6 del mattino del 23 maggio 1859 anche il 1° ed il 3°
Reggimento dei Cacciatori delle Alpi, con armi e bagagli,passano a
Sesto Calende, sull'agognata sponda lombarda. Si tratta di circa
3200 uomini che credono nel loro " Capo " ed hanno iniziato la grande avventura che avrà come tappa le vittorie di Varese e S. Fermo e
come conclusione un peso determinante per la pace di Villafranca.
A Sesto Calende, nella storica giornata del 23 maggio 1859, il gen.
Giuseppe Garibaldi detta il famoso proclama:
" Lombardi, voi siete chiamati a nuova vita e dovete rispondere alla
chiamata come risposero i padri vostri in Pontida ed in Legnano.
Il nemico è lo stesso, atroce, assassino depredatore.
I fratelli vostri di ogni provincia hanno giurato di vincere o morire con
voi……".
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1859 Arrivo dei garibaldini in piazza Garibaldi
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Ferrovia a tiro di cavalli
da Tornavento a Sesto Calende
Il 18 marzo 1850 Francesco Besozzi costituiva la "Società Anonima
della Strada Ferrata da Tornavento a Sesto Calende".
Essa possedeva un capitale sociale di 1.500.000 lire austriache, suddiviso in 1500 azioni di L. 1000 cadauna, 300 azioni erano di proprietà dello stesso Besozzi.
Questa ferrovia trainata dalla forza dei cavalli, lungo il percorso da
Tornavento a Sesto Calende di circa 18 Km., aveva la finalità di velocizzare il rimorchio delle barche che, dal basso Ticino e dal naviglio
Grande, facevano ritorno a Sesto Calende. Il percorso era di quindici giorni circa, mentre tale progetto preventivava quattro giorni.
Il progetto fu affidato all'ingegner Giacomo Bermani, ma ad esso furono apportate modifiche dall'ingegner De Simoni. I lavori di costruzione iniziarono nel 1856 e ultimarono nel 1857. La linea entrò in funzione nel 1857 e restò attiva sino al 1865. Di questa ferrovia si segnalano alcune opere di valore tecnico, come il bacino per il carico delle
barche a Tornavento e il piano inclinato che, con pendenza del
12,50% e tramite una fune metallica, permetteva la discesa delle barche dalla località detta dei Groppetti al bacino della stazione di Sesto
Calende , in località Resiga.
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Qui i carri con le barche arrivavano su un terrapieno a 20 m. di altezza dal pelo dell'acqua. Le barche venivano deposte su una piattaforma ascensore , regolata da contrappesi giranti su carrucole.
Essa agiva verticalmente immergendosi nell'acqua fino a far galleggiare le barche. La piattaforma mobile, opera veramente gigantesca
ed unica in Europa di questo genere, era lunga 30 metri con muraglioni di sostegno larghi oltre un metro e cinquanta. Nel 1865, dopo
soli sette anni di servizio, la Società per la Ferrovia a Tiro di cavalli
fallì. Il colpo decisivo fu inferto dalle Ferrovie Arona-Novara e SestoMilano che assunsero il trasporto delle merci provenienti dal lago
Maggiore riducendo sensibilmente il movimento della navigazione sul
Ticino.
Va ricordato Carlo Cattaneo, storico, patriota e uomo politico 18011869, allievo di G.D.Romagnosi e, come lui, economista e giurista.
Considerato teorico del federalismo, ostile all'unità cavouriana, futura guida militare e politica a capo del Consiglio di guerra, allo scoppio dell'insurrezione del marzo 1848 (cinque giornate di Milano).
Nel 1841 aveva già progettato, per il trasporto tra Tornavento e Sesto
Calende, una ferrovia per il rimorchio via terra.
Di questa Impresa il Cattaneo fu grande patrocinatore presso autorità e privati.
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Certificato interinale per austriache £. 1000
Concambiato con Cartella d'azione fruttante l'interesse del cinque per cento all'anno,
dal giorno dell'attivazione della Strada ferrata da Tornavento a Sesto Calende.
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Azione di austriache £ 1000.
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27-3-1916 Stazione e bacino di carico della ferrovia a tiro di cavalli a Sesto Calende
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La ferrovia da Milano a Sesto Calende
La ferrovia proveniente da Milano fu costruita in diverse riprese: un
primo tronco fino a Rho, di Km. 14, e che serviva per le comunicazioni verso Torino, fu attivato il 18 ottobre 1858, una seconda tratta
da Rho a Gallarate, di Km. 27, iniziò il suo servizio due anni dopo: il
20 dicembre 1860.
La ferrovia verso Sesto (Km. 17) appena fuori della Gallarate di allora, passava con un ponte sull'Arno e con un cavalcavia sopra la strada varesina, affrontando poi l'altipiano di Crenna con una pendenza
del 9 ‰ e arrivando a Somma su un piazzale creato artificialmente.
La linea valica, dopo breve tratto in trincea, il torrente Strona con una
opera d'arte imponente per quei tempi; il viadotto, composto da un
arco maggiore di metri sedici e da otto minori di metri nove, ha una
lunghezza complessiva di 105 metri e raggiunge una altezza massima di metri diciotto.
Dopo Vergiate la strada ferrata si abbassa in una trincea profonda
circa quindici metri, attraversando poi il colle con una galleria di 365
metri, opera che, data la natura del terreno e per i mezzi tecnici di cui
in quei tempi si disponeva, presentò qualche difficoltà e costò la rilevante cifra di seicentomila lire.
Nella tratta da Vergiate a Sesto si ha una pendenza quasi costante
dell'undici per mille, il che rendeva difficile il transito ai grossi treni,
specialmente durante la stagione invernale, data la limitata potenza
delle locomotive, ragione per cui molte volte se ne richiedeva l'impiego di due, una in testa e l'altra in coda del convoglio.
L'inconveniente venne gradatamente eliminato aumentando la potenza delle locomotive e specialmente ora con la trazione elettrica.
Il tronco di ferrovia in direzione di Sesto venne costruito e gestito
(come per le tratte precedenti e quella verso Varese) dalla Società
delle Ferrovie dell'Alta Italia. Iniziato nell'aprile 1863, terminato 24
mesi dopo, fu aperto al traffico per i viaggiatori col giorno 21 luglio
1865 con tre coppie di treni giornalieri che coprivano l'intero percorso da Milano a Sesto e viceversa in due ore e mezza. Da Gallarate a
Sesto si impiegavano invece 50-60 minuti, con sosta a Somma e
Vergiate, non esistendo ancora la fermata di Casorate.
Il treno arrivava a Sesto in una stazione provvisoria di legno (quella
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attuale in muratura fu eretta nel 1882 in occasione della attivazione
della linea Novara-Pino) posta su un terrapieno alto circa otto metri,
terrapieno che si dovette costruire allo scopo di predisporre la prosecuzione della ferrovia fino ad Arona, mediante attraversamento del
fiume Ticino sopra un ponte provvisorio di legno che fu inaugurato nel
1868.
Per dare una idea dell'importanza dell'arrivo del treno a Sesto, che
veniva in tal modo ad essere la stazione terminale del traffico sul
Lago Maggiore, basti rilevare che nel 1866 vi vennero registrati
23.176 viaggiatori in partenza e 26.556 in arrivo, mentre a Gallarate,
città con una importanza ed una popolazione molto maggiore, vi fu un
movimento di 24.137 passeggeri in partenza e 25.153 in arrivo.
Il minor traffico verificatosi in questa città poteva in parte essere giustificato dalla concorrenza allora esercitata dal servizio privato di diligenze che quotidianamente facevano il percorso da Gallarate e
Legnano a Milano e viceversa e che sottraevano alla ferrovia ottomila passeggeri all'anno.
La tratta da Gallarate a Varese, la cui costruzione non incontrò serie
difficoltà, e della lunghezza di Km. 19 fu messa in attività, secondo le
notizie ufficiali, il 26 settembre 1865. Dall'orario ferroviario di quell'anno risulta però che già nel mese di luglio le due città erano collegate da tre coppie di treni che coprivano la distanza in 40 minuti.
Dalle statistiche contemporanee si rileva che la ferrovia Gallarate
Varese registrò un movimento di 41.007 viaggiatori nel 1865.
Anche qui giocò molto la concorrenza mossa alla ferrovia dalle diligenze che trasportavano da Varese a Milano le persone ad un prezzo molto tenue (due lire) senza esigere nulla per i bagagli ed accordando riduzioni a quei braccianti, muratori, scalpellini ecc., che si
recavano a Milano per lavoro. Dati i vantaggi accordati al pubblico il
numero delle persone che si avvalevano di questo antico mezzo di
locomozione era valutato in circa ventimila, tanto più che era assicurato loro il ritorno in giornata. Nel 1866 contro le L. 524.774 introitate
per l'intera fratta Rho-Lago Maggiore di Km. 44, la diramazione da
Gallarate per Varese diede un incasso di L. 124.413, mentre la percorrenza dei treni fu rispettivamente di Km. 105.834 e di Km. 41.610.
L'anno seguente i viaggiatori furono 139.804 tra Rho e Sesto e
57.050 sulla diramazione per Varese.
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1868 Ponte provvisorio in legno
Ponte costruito in larice del Tirolo e ricoperto da tettoia con tegole nel
tratto medio di 180 m.
Era un ponte simile a quello di Lucerna, costruito sotto la direzione
degli ingegneri Richard e Beltrami.
Aveva una lunghezza totale di m. 270,10.
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Pianta stazione provvisoria in legno in funzione dal giorno 21 luglio 1865 con l'entrata
in servizio della linea ferrata Milano - Sesto Calende.
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Pianta seconda stazione
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Seconda stazione in costruzione
22-03-1891 Primo ponte in ferro
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3-10-1890 Stazione entrata in funzione il 18 novembre 1882 con l’inaugurazione della linea Novara - Pino.
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24-08-1890 Stazione di Sesto Calende
1900 Piazzale Stazione
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Scontro ferroviario
La sera del 15 ottobre 1910 il treno merci n. 5825 giungeva a
Vergiate proveniente da Arona.
Alla partenza per Somma Lombardo dal convoglio si staccavano 18
vagoni.
Questi, quasi subito, iniziavano la loro corsa a ritroso a causa della
forte pendenza 11‰, entravano nella stazione di Sesto Calende cozzando contro la locomotiva del treno merci n° 5823 creando un cumu lo di rottami alto otto metri.
Dal treno investitore venivano estratti due feriti gravi, uno dei quali L. Ceresano - trasportato all'Ospedale di Novara, morì in seguito alle
ferite riportate.
Il macchinista del treno investito, F. Cattaneo, restò stritolato.
Dall'indagine si accertò un danno di oltre 500.000 lire al materiale
rotabile.
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Convento delle Suore Orsoline dell’Unione romana
Carlo Sammartino, sacerdote coadiutore dell'Abbazia di S. Donato, si
rese benemerito erigendo un Istituto di Educazione gratuito per le
fanciulle di Sesto Calende che, prive di mezzi economici, avessero
avuto a cuore la propria istruzione.
Con elemosine, questue e con l'aiuto di poveri contadini che gratuitamente conducevano il materiale necessario, pose la prima pietra
nel mese di maggio del 1855.
Don Carlo sentì il bisogno di affidare ad un ordine religioso la continuazione del suo disegno.
Cedette, nel settembre del 1857, l'istituto alle monache Orsoline
Claustrali di via Vetere in Milano.
Nel 1858 le alunne furono quasi 150.
Nel 1860 questo istituto veniva canonicamente eretto a monastero.
Don Carlo morì il 15 dicembre 1859, a soli 37 anni, colpito da tisi polmonare.
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23-7-1891 Il convento delle suore Orsoline dell’Unione romana, fondato da don Carlo
Sammartino nel 1855 e dedicato all’insegnamento femminile.
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Mercato settimanale
Questo appuntamento, che da sempre si svolge il giorno di mercoledì, è di origine antichissima tanto che Sesto Calende fu anche chiamato Sextum Mercatum. Una testimonianza sull'importanza del mercato viene fornita da Melchiorre Gioia il quale scrive, nel 1803, che
nel dipartimento d'Olona si svolgono mercati settimanali presso 22
Comuni e nell'elenco appare quello di Sesto Calende. Il Gioia precisa che al mercato si smerciano: pannine, telerie, cotoni, riso, melgone, legumi, butirro, formaggio, polleria ed altri commestibili, vitelli,
ferri per l'agricoltura, scarpe, cuoio e cappelli. Il 30 novembre 1865, il
Consiglio Comunale è chiamato a discutere ed approvare il
Regolamento di Polizia Urbana e Rurale. Uno degli articoli prevede
che quattro sono le piazze dove si tiene il mercato:
- Piazza delle Fiere - per bestie di ogni genere
- Piazza Garibaldi - per pannine, telerie e bigiotterie
- Piazza Guarana - per granaglie in genere
- Piazzetta Guarana - per polleria, uova e legumi
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Il mercato trae la sua ufficialità, ed una riconferma, dal Cesareo dispaccio datato 16
settembre 1785, a firma dell'imperatore Giuseppe II d'Austria.
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Società di mutuo soccorso fra gli operai di Sesto Calende fondata il I° gennaio 1878 e
legalmente costituita il 4 agosto dello stesso anno.
La società ha per base l'unione e la fratellanza e per scopo il mutuo soccorso intellettuale, materiale e morale.
Tende a procurare ai soci un soccorso in caso di malattia, un sussidio di vecchiaia
ed a facilitare il conseguimento del lavoro e dell'istruzione.
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Si costituisce il 25 luglio 1897 il "Circolo fratellanza operaia agricola".
L'inaugurazione avviene il giorno 8 agosto 1897, nella sede di via XX settembre.
Il circolo è apolitico ed è costituito per fornire ai soci un luogo di ricreazione.
Il circolo distribuirà vino ai soci e di ciò è stato fornito avviso al locale ufficio daziario.
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Industria del vetro a Sesto Calende
Giovan Battista Rossini, nel 1813, dà avvio alla rivoluzione industriale
sestese,impiantando una vetreria nel golfo di S.Anna: aveva infatti constatato il prezzo favorevole della legna, la facilità di procacciare gli ingredienti del vetro e la comodità di distribuire il prodotto via acqua. Il nuovo
opificio ha quattro forni e produce vetro cavo, cristallo molato e inciso "uso
Boemia" e lastre: vi lavorano ottanta vetrai.
Successivamente nella vetreria di S.Anna subentrano proprietari provenienti da dinastie industriali di Altare (provincia di Savona).
Attorno al 1860 l'azienda è di Angelo Bordoni e negli anni '70 del genero
Vincenzo Bertoluzzi nel corso degli anni cambia varie volte la ragione
sociale e partecipano dei soci, ma sostanzialmente l'azienda resta nell'orbita della famiglia Bordoni - Bertoluzzi.
La vetreria è attiva fino al 1927 e dai suoi forni escono, oltre alla citata produzione iniziale, fiaschi, bottiglie, bottiglioni, damigiane, barili e la famosa
bottiglietta per la gassosa con la pallina di vetro.
Quella dei bottigliai è una categoria fortemente sindacalizzata che, con la
guida di due grandi socialisti, Giuseppe Emanuele Modigliani e Cesare
Ricciardi, consegue importanti conquiste di progresso civile e industriale.
Nel 1901 la Federazione Italiana dei Bottigliai firma il primo contratto collettivo di lavoro nella storia del movimento sindacale italiano. Nel 1903 è
fondata la Vetreria Operaia Federale, per attuare l'ambizioso progetto di
emanciparsi dai datori di lavoro; nel giro di pochi anni sono aperte sei fabbriche (Livorno, Vietri sul Mare, Imola, Sesto Calende, Asti e Gaeta) che
formano la più grande azienda italiana produttrice di bottiglie.
La vetreria di Sesto è progettata dall'ing. Malachia Bogni e inaugurata l'11
marzo 1906. In conseguenza di una fase di crisi del settore vetrario, la
V.O.F., nel 1911, viene posta in liquidazione. I sestesi fondano, nel 1912,
una nuova cooperativa, la Vetreria Lombarda, che rileva la fabbrica locale e riaccende i forni. Nel 1924 la cooperativa è trasformata in società anonima, per impedire infiltrazioni politiche fasciste. La maggioranza delle
azioni della Vetreria Lombarda, nel 1961, è acquisita dalla SACIV di Asti
che entrerà poi a far parte del gruppo AVIR. La statunitense Owens
Illinois, nel 1996, diventa azionista di maggioranza dell'AVIR e il 30 giugno
1997 spegne definitivamente i forni della vetreria di Sesto Calende, che
non è ritenuta strategica.
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6-8-1901 Vetreria di S.Anna
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1° maggio 1905 Azione della Vetreria Operaia Federale
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1906 Vetreria Operaia Federale
1912 Vetreria Lombarda
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Stabilimento meccanico Bianchi Giuseppe fu G.B.
Fabbrica di pavimenti in legno, premiata alla 1° Esposizione Agricola-Industriale tenutasi a Pallanza il 15 agosto 1870. Nel 1884 occupava 11 lavoranti.
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.Segheria meccanica G.&B. Capè
Luigi Capè, 1887-1945, è stato il più grande capitano d'industria
espresso dalla nostra cittadina. Nato a Milano l'8 gennaio 1887, conseguita la maturità classica, entra nell'azienda condotta dal padre
Giuseppe e dallo zio Biagio. Dall'originario commercio di legnami, la
ditta, nel 1911, si trasforma in segheria di notevoli proporzioni con la
denominazione "G.& B. Capè".
Nel maggio 1913, con capitali inglesi, unitamente a Mario Calderara,
Domenico Santoni costituisce in Milano la società "Savoia" - Società
costruzioni aeronautiche - ed acquista da Henri e Maurice Farman la
licenza per la costruzione di aeroplani e idrovolanti. Nel corso del
1915, la Savoia e la G.&B. Capè si associano e il 12 agosto 1915
costituiscono fra loro una società anonima denominata:
"Società Idrovolanti Alta Italia" usufruendo delle attrezzature e dei
capannoni della G.&B. Capè.
Sorgono due opifici, uno nel centro di Sesto Calende e l'altro in frazione S.Anna, nel perimetro della cessata vetreria.
Nel 1921 è assunto, in qualità di progettista, l'ing. Alessandro
Marchetti (1884 - 1966), nel 1922 diventa socio e da questa data il
suo nome è aggiunto al glorioso motto "Savoia".
1891 Segheria meccanica Capè in costruzione
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1890 - Fabbrica di cordami di Calamari Augusto.
Inizia l'attività nel 1884 . Impiegava 16 lavoranti, di cui 12 uomini e 4 donne.
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Officina elettrica Giovanni Pietro Bogni
La Società Lombarda per la distribuzione dell'energia elettrica venne
autorizzata a condurre mediante cavo, l'energia elettrica da Vizzola
Ticino a Sesto Calende.
L'amministrazione Comunale decise di sfruttare questo moderno
sistema di illuminazione per le strade del paese.
La questione tecnica venne appaltata con contratto decennale, a
Giovanni Pietro Bogni con l'obbligo di installare 25 lampade ad incandescenza da 16 candele e 3 da 25 candele.
Il servizio prese avvio il 31 dicembre 1900.
29-09-1906 Officina elettrica Bogni con la torretta di trasformazione
Sullo sfondo la ciminiera della segheria Capè
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1902 - via XX Settembre attuale via Roma.
Sul fondo la chiesa vecchia di S. Bernardino demolita nel 1904. In primo piano la
fabbrica di acque gassose di proprietà Giovanni Clerici. Dal 1907 divenne proprietà
di Pietro Villa.
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Tessitura meccanica di Ernesto e Pietro Bogni
Inizia l'attività, in località Colombera, nel 1888. Questa azienda di tessitura del cotone era considerata moderna per il tipo di macchinari
utilizzati.
Nel 1890 impiegava 68 lavoranti, di cui 63 donne e 5 uomini.
Registrando un notevole incremento nel 1901 i lavoranti erano 170 159 donne e 11 uomini.
La Bogni era munita di una caldaia a vapore della potenza di 30
cavalli, un motore a vapore di 25 cavalli e 110 telai meccanici.
Si può supporre, mancando una data certa, che tra il 1908 e il 1910
avvenga la cessazione dell'attività, perché nel censimento del 1911
non compare più come azienda attiva.
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5-06-1890 Processione Corpus Domini
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6-10-1890 Processione Madonna del Rosario
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Nuova chiesa di S. Bernardino
Durante i cinque anni ( 1903 - 1908 ) di permanenza a Sesto Calende
del sacerdote Leonida Mapelli si pongono le basi per la costruzione
della nuova chiesa.
Il 2 luglio 1905, alle ore 14,30, l'arcivescovo di Milano provvede a
posare la prima pietra della nuova chiesa di S. Bernardino; atto al
quale segue un discorso del dott. Alberto Giovanardi ed il ricevimento di alcuni membri della giunta.
L'anno 1906 vede in fase di costruzione la nuova chiesa, su progetto e direzione lavori dell'ingegner Rodolfo Borsani sarà completata ed
abbellita da 12 colossali colonne binate, di granito lucido.
La nuova chiesa viene solennemente benedetta il 26 ottobre 1912 da
Monsignor Leonida Mapelli, nel frattempo elevato alla carica vescovile di Borgo S. Donnino, ora Fidenza.
L'inizio delle sacre Funzioni parrocchiali nella nuova chiesa di S.
Bernardino ha luogo il giorno 4 febbraio 1913.
Per la torre campanaria si dovrà attendere l'anno 1928, grazie a una
sottoscrizione, si erigerà una torre-monumento per eternare il ricordo
dei voli transoceanici di Francesco De Pinedo.
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2-07-1906 Chiesa nuova di S.Bernardino in costruzione
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26-09-1906 Chiesa nuova di S.Bernardino in costruzione
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29-09-1906 Chiesa nuova di S.Bernardino in costruzione
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15-06-1928 La torre monumento in costruzione
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Cinquantesimo dello sbarco di Garibaldi del 25-26 luglio 1909.
Oratore ufficiale: il garibaldino Giuseppe Cesare Abba, tra le autorità il presidente
della camera dei deputati.
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2-06-1891 Cascina Motte propietà Capè
2-06-1891 Cascina Motte propietà Ingegnoli
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16-09-1890 Pescatori di Lisanza
Mulino Lenza - nel 1891 erano attivi a Sesto Calende 12 mugnai
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27-03-1916 Scuola idrovolanti Regia Marina
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BIBLIOGRAFIA
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Historia della nobiltà e degne qualità del lago
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I reggitori della cosa pubblica . 1860-1883. Da Biagio
Viganotti a Francesco Bonini. I° p arte Varese 1983
E. Varalli
Cooperazione e cooperatori a Sesto Calende, in
movimento cooperativo nel Varesotto. Azzate 1987
E. Varalli
I reggitori della cosa pubblica. 1884-1914. Da
Antonio Brianzoni a Adolfo Panza II° p arte Varese
1993
E. Varalli
Giovanni Pietro Bogni 1852-1941, in Lombardia
Nord Ovest n:3 1993
M. Varalli
Giuseppe Emanuele Modigliani e i vetrai di Sesto
Calende 1900-1906. Quaderni Sestesi n. 9 1993
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Finito di stampare
nel mese di dicembre 2004
dalla litografia Selgraph - Cocquio Trevisago (VA)
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