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MinutiScientifica 180 19-11-2007 15:48 Pagina 37 Diagnosi e trattamento dell’impetigine CHARLES COLE, JOHN GAZEWOOD University of Virginia L’impetigine è un’infezione cutanea superficiale altamente contagiosa, che interessa più frequentemente bambini di età compresa tra 2 e 5 anni. Si riconoscono due tipi di impetigine, l’impetigine non-bollosa (impetigine contagiosa) e l’impetigine bollosa. La diagnosi viene in genere posta a livello clinico; in rari casi può essere utile un esame colturale. Anche se l’impetigine si risolve in genere spontaneamente nell’arco di 2 settimane, senza lasciare cicatrici, il trattamento è di aiuto nell’alleviare il disturbo per il paziente, nel migliorare l’aspetto estetico, e nel prevenire la diffusione del microorganismo, che può causare patologie anche in altre sedi (es. una glomerulonefrite). Non esiste un trattamento standard, e sono disponibili diverse opzioni terapeutiche. Gli antibiotici topici mupirocina e acido fusidico sono efficaci, e sono superiori agli antibiotici somministrati per via orale. Questi ultimi vanno presi in considerazione nei pazienti con malattia estesa. La penicillina V per via orale è raramente efficace. A parte queste considerazioni, tra penicilline antistafilococciche, amoxicillina/acido clavulanico, cefalosporine e macrolidi non esistono chiare preferenze; i tassi di resistenza all’eritromicina sono in aumento. I disinfettanti topici non sono utili. (Am Fam Physician 2007; 75: 859-64, 868. Copyright © 2007 American Academy of Family Physicians.) L’ impetigine è un’infezione altamente contagiosa dell’epidermide superficiale, che interessa più frequentemente bambini di età compresa tra 2 e 5 anni, anche se può manifestarsi a qualsiasi età. Tra i bambini l’impetigine è la più frequente infezione cutanea di origine batterica, e la terza più frequente patologia dermatologica (dopo la dermatite e le verruche virali).1,2 L’impetigine è più frequente tra i bambini sottoposti a dialisi.1 L’infezione va solitamente incontro a guarigione senza lasciare cicatrici, anche in assenza di trattamento. Il microorganismo responsabile più importante è lo Staphylococcus aureus. Lo Streptococcus pyogenes (cioè lo streptococco beta-emolitico di gruppo A), da solo o in associazione allo S. aureus, è responsabile di un numero limitato di casi. Esistono due tipi di impetigine: non-bollosa (impetigine contagiosa) e bollosa. Le manifestazioni dell’impetigine non-bollosa sono attribuibili alla risposta dell’ospite all’infezione. Una tossina stafilococcica è invece responsabile delle manifestazioni dell’impetigine bollosa, che si manifesta anche in assenza di un coinvolgimento di una risposta da parte dell’ospite.3 La diagnosi viene solitamente posta a livello clinico, e può essere confermata da una colorazione di Gram e da un esame colturale; tale conferma diagnostica non è tuttavia in genere necessaria. L’esame colturale può essere utile per identificare i pazienti affetti da infezioni con i ceppi nefritogeni di S. aureus, nel corso di piccole epidemie di glomerulonefrite post-streptococcica, oppure nei casi in cui si sospetta un’in- fezione da S. aureus meticillino-resistente. Epidemiologia L’impetigine viene solitamente trasmessa attraverso un contatto diretto. In uno studio condotto nel Regno Unito l’incidenza annuale di impetigine è risultata pari al 2,8% tra i bambini di età fino a 4 anni, ed all’1,6% tra i bambini/ragazzi di età compresa tra 5 e 15 anni.4 L’impetigine nonbollosa è responsabile all’incirca del 70% dei casi. In seguito all’escoriazione di un’area cutanea infetta i pazienti possono diffondere l’infezione per autoinoculazione ad altre aree cutanee, oppure possono trasmettere l’infezione ad altri. In ambienti come scuole o asili le infezioni si diffondono spesso rapidamente. Anche se l’infezione avviene più frequentemente attraverso il contatto con bambini infetti, nella diffusione dell’impetigine possono essere importanti anche fomiti di infezione. L’incidenza è più elevata durante i mesi estivi; l’infezione si sviluppa in genere in ambienti con condizioni igieniche scarse o in ambienti familiari sovraffollati.1,3 Diagnosi Impetigine non-bollosa L’impetigine non-bollosa si manifesta all’inizio sotto forma di una singola macula o di una singola papula di colorito rosso, che rapidamente si trasforma in una vescicola. La vescicola va facilmente incontro a rottura e forma un’erosione; il materiale 37 - settembre 2007 - Minuti MinutiScientifica 180 19-11-2007 15:48 Pagina 39 Sistema SORT (Strength of Recommendation Taxonomy, Tassonomia della forza delle evidenze)*: Indicazioni per la pratica clinica Indicazione clinica Livello di Referenze evidenza bibliografiche A 4,8 Antibiotici topici come mupirocina e acido fusidico (farmaco non disponibile negli Stati Uniti) rappresentano la terapia di prima scelta dell’impetigine riguardante un’area limitata della superficie corporea. Gli antibiotici orali (es. penicilline antistafilococciche, amoxicillina/acido clavulani- A 4,8 co, cefalosporine, macrolidi) sono efficaci nel trattamento dell’impetigine; l’efficacia dell’eritromicina è minore. Gli antibiotici per via orale andrebbero presi in considerazione nei pazienti con imC 4,8 petigine estesa, e nei casi associati a sintomi sistemici. Penicillina V per via orale, amoxicillina, bacitracina topica e neomicina non sono B 4,8 indicate nel trattamento dell’impetigine Disinfettanti topici come il perossido di idrogeno non sono indicati nel trattamento B 4,8 dell’impetigine. A = Evidenza coerente, di buona qualità ed orientata sul paziente#; B = evidenza orientata sul paziente, scarsamente coerente o di qualità limitata; C = opinione generale, evidenza orientata sulla malattia§, pratica clinica usuale, opinione di esperti, serie di casi clinici. Per informazioni sul sistema SORT di valutazione delle evidenze, si veda al sito http://www.aafp.org/afpsort.xml. contenuto nella vescicola si secca, con formazione di una crosta caratteristica di color miele, che può causare prurito (Figure 1 e 2). L’impetigine si diffonde spesso in aree cutanee circostanti, mediante autoinoculazione. Questo tipo di infezione tende ad interessare aree cutanee sottoposte a traumi di tipo ambientale, come ad esempio gli arti o il volto. Se l’infezione non viene trattata la lesione va tipicamente incontro a risoluzione spontanea nel corso di alcune settimane, senza lasciare cicatrici.5 Un sottotipo di impetigine non-bollosa è l’impetigine comune (o impetiginosa), denominata anche impetigine secondaria. Questa forma può manifestarsi come complicanza di patologie sistemiche, comprendenti diabete mellito e sindrome da immunodeficienza acquisita. Punture di insetti, la varicella, l’infezione da herpes simplex ed altre Figura 1. Impetigine non-bollosa del volto. condizioni che determinano lesioni della cute predispongono il paziente allo sviluppo di impetigine comune. La presentazione clinica è simile a quella dell’impetigine non-bollosa primaria.1 La Tabella 1 presenta una diagnosi differenziale selezionata da seguire in casi di impetigine non-bollosa.1 Impetigine bollosa L’impetigine bollosa interessa più frequentemente neonati, ma può riguardare anche bambini e pazienti adulti. Le lesioni sono causate dalla tossina dello S. aureus, e rappresentano una forma localizzata della sindrome da desquamazione cutanea da stafilococco.5,6 Le vescicole superficiali evolvono nella direzione di un rapido ingrandimento, con formazione di bolle flaccide con margini ben de- Figura 2. Impetigine non bollosa dell’inguine. 39 - settembre 2007 - Minuti MinutiScientifica 180 19-11-2007 15:48 Pagina 41 Tabella 1. Diagnosi differenziale selezionata di casi di impetigine non-bollosa Diagnosi Dermatite atopica Caratteristiche distintive Lesioni pruriginose croniche o recidivanti e cute abnormemente secca; negli adulti è frequente la lichenificazione; nei bambini è frequente l’interessamento del volto e delle superfici estensorie degli arti Candidasi Papule eritematose o placche arrossate ed umide; solitamente limitata alle membrane mucose o a superfici intertriginose Dermatite Aree con lesioni essudative pruriginose a livello di cute sensibilizzata che viene a contatto da contatto con apteni Dermatofitosi Le lesioni possono essere desquamanti e arrossate, con “margine attivo” leggermente rilevato; oppure possono essere di tipo vescicolare, in particolare a livello dei piedi Lupus eritema- Placche a margini ben definiti con squame aderenti che penetrano nei follicoli piliferi toso discoide Ectima Lesioni crostose che ricoprono un’ulcerazione, più che un’erosione; possono persistere per settimane e, in seguito all’estensione dell’infezione a livello del derma, possono andare incontro a guarigione con formazione di una cicatrice Virus herpes Vescicole su una base eritematosa, che vanno incontro a rottura dando luogo ad erosioni simplex ricoperte da croste, solitamente a livello delle labbra e della cute Punture Papule solitamente descritte a livello della sede della puntura, possono essere dolorose; posdi insetti sono essere associate ad orticaria Pemfigo Essudazione sierosa e croste occasionalmente associate a vescicole; solitamente ha inizio a lifoliaceo vello del volto con una distribuzione “a farfalla”, oppure a livello di cuoio capelluto, torace, parte superiore del dorso, sotto forma di aree di eritema, desquamazione, croste, o a volte bolle Scabbia Lesioni caratterizzate da cunicoli e da piccole vescicole discrete; è caratteristico il prurito serotino Sindrome Sviluppo improvviso di placche o di noduli dolenti, a volte associate a vescicole o pustole di Sweet Varicella Vescicole con pareti sottili su una base eritematosa, che si manifestano all’inizio a livello del tronco e si diffondono al volto e agli arti; le vescicole vanno incontro a rottura con formazione di croste; in seguito allo sviluppo di nuove lesioni, a livello di una determinata area cutanea sono presenti lesioni in diversi stadi di maturazione Informazioni tratte dalla referenza bibliografica 1. marcati, senza eritema circostante (Figure 3 e 4). Quando le bolle vanno incontro a rottura si formano delle croste giallastre con essudazione. Un reperto patognomonico è costituito dall’orletto di desquamazione che circonda il tetto della vescicola alla periferia delle lesioni che sono andate incontro a rottura.5 L’impetigine bollosa predilige aree cutanee umide, intertriginose, come ad esempio le aree inguinali, le ascelle, le pieghe cutanee del collo. I sintomi sistemici non sono frequenti ma possono comprendere facile faticabilità, febbre e diarrea. Nella maggior parte dei casi la patologia è autolimitante, e si risolve nel giro di alcune settimane senza lasciare cicatrici. L’impetigine bollosa è meno contagiosa dell’impetigine non-bollosa, ed i casi sono solitamente sporadici.3 Quando è localizzata l’impetigine bollosa può essere scambiata per una lesione da ustioni da sigaretta; quando è presente un’infezione più estesa la patologia può invece ricordare lesioni da ustioni da vapore o da liquidi bollenti, oppure lesioni da abusi dell’infanzia. 7 La Tabella 2 1 riporta una diagnosi differenziale selezionata da seguire in casi di impetigine bollosa. Prognosi e complicanze Sull’impetigine non sono disponibili studi prognostici di elevata qualità. Secondo due recenti review non-sistematiche, quando non viene trattata l’impetigine si risolve entro 2 settimane senza sequele.2,5 Su pazienti affetti da impetigine sono stati condotti solo 5 studi randomizzati e controllati. In tali studi i tassi di guarigione a 7 giorni sono risultati compresi tra lo 0% ed il 42%.8 I pazienti adulti sono esposti ad un rischio più elevato di complicanze.2,5 La glomerulonefrite post-streptococcica acuta è 41 - settembre 2007 - Minuti MinutiScientifica 180 19-11-2007 15:48 Pagina 43 lievo del disturbo per il paziente, un miglioramento dell’aspetto estetico delle lesioni, la prevenzione dell’ulteriore diffusione dell’infezione, a livello dello stesso paziente o verso altri soggetti, ed infine la prevenzione delle recidive. Il trattamento ideale dovrebbe essere efficace, poco costoso, e dovrebbe presentare effetti collaterali limitati. Gli antibiotici topici presentano il vantaggio di poter essere applicati solo dove sono necessari, e riducono al minimo gli effetti collaterali sistemici. In soggetti predisposti, d’altro canto, alcuni antibiotici topici possono causare sensibilizzazione cutanea. Una review Cochrane riguardante il trattamento dell’impetigine ha identificato solo 12 studi di buona qualità.8 Una meta-analisi pubblicata nel 2003, riguardante 16 studi, aveva assegnato una buona valutazione a 12 di essi.4 La maggior parte degli studi ha riguardato l’impetigine non-bollosa; i dati, pur limitati, riguardanti l’impetigine bollosa e comune suggeriscono peraltro che conclusioni simili possono essere tratte anche per queste forme. Antibiotici topici rispetto al placebo Figura 3 - 4. Impetigine bollosa. una complicanza grave, che interessa l’1-5% dei pazienti con impetigine non-bollosa.1,4 Il trattamento con antibiotici non sembra avere alcun effetto sul rischio di glomerulonefrite post-streptococcica. La febbre reumatica non sembra invece essere una potenziale complicanza dell’impetigine. L’impetigine può svilupparsi come complicanza in pazienti con insufficienza renale cronica, ed in particolare nei pazienti sottoposti a dialisi o in quelli sottoposti a trapianto di rene. Altre rare possibili complicanze comprendono sepsi, osteomielite, artrite, endocardite, polmonite, cellulite, linfangite o linfadenite, psoriasi guttata, sindrome da shock settico, sindrome da desquamazione cutanea stafilococcica. Trattamento Gli obiettivi del trattamento comprendono un sol- Secondo 3 studi gli antibiotici topici sarebbero chiaramente più efficaci rispetto al placebo nel trattamento dell’impetigine.4,8 La maggior parte dei pazienti con malattia localizzata va trattata con mupirocina o con acido fusidico (quest’ultimo farmaco non è disponibile negli Stati Uniti). Tali farmaci risultano infatti efficaci e ben tollerati. Secondo 4 studi l’efficacia dei due farmaci sarebbe uguale.4,8 I dati disponibili riguardanti altri antibiotici topici sono limitati; bacitracina e bacitracina/neomicina appaiono comunque meno efficaci rispetto a mupirocina e ad acido fusidico. Gli effetti collaterali derivanti dalla somministrazione di antibiotici topici sono infrequenti e, quando presenti, sono lievi.8 Antibiotici per via orale Secondo uno studio la penicillina V somministrata per via orale non sarebbe più efficace rispetto al placebo; tale studio, tuttavia, era di dimensioni troppo limitate e non possedeva una potenza statistica adeguata per evidenziare una differenza clinicamente significativa tra i gruppi di trattamento.8 Non sono disponibili studi di confronto tra altri antibiotici per via orale e placebo. Numerosi studi hanno invece confrontato tra loro vari antibiotici sistemici. Due review sistematiche 43 - settembre 2007 - Minuti Dep. presso il Min. Sal. in data 16/12/2004 MinutiScientifica 180 19-11-2007 15:48 Pagina 45 Tabella 2. Diagnosi differenziale selezionata di casi di impetigine bollosa. Diagnosi Eritema multiforme bolloso Lupus eritematoso bolloso Pemfigoide bolloso Virus herpes simplex Caratteristiche distintive Vescicole o bolle si formano a partire da una porzione di placche arrossate, di diametro pari a 1-5 cm, localizzate alle superfici estensorie degli arti Eruzione diffusa vescicolo-bollosa, che può essere pruriginosa; predilige la parte superiore del tronco e le aree prossimali degli arti superiori Vescicole e bolle compaiono rapidamente a livello di placche di orticaria, diffuse e pruriginose Vescicole raggruppate su una base eritematosa, che vanno incontro a rottura formando erosioni ricoperte da croste, solitamente localizzate a livello delle labbra e della cute; possono avere sintomi prodromici Punture di insetti Bolle con papule pruriginose raggruppate in aree interessate da punture di insetti Pemfigo volgare Bolle non-pruriginose, di dimensioni comprese tra uno e diversi centimetri di diametro, che si sviluppano gradualmente e diventano generalizzate; le erosioni durano per settimane prima di andare incontro a guarigione con iperpigmentazione cutanea; non si formano cicatrici Sindrome di Patologia vescicolo-bollosa della cute, della cavità buccale, degli occhi e dei genitali; Stevens-Johnson l’aspetto più caratteristico è la stomatite ulcerativa con formazione di croste emorragiche Lesioni da calore Storia di ustioni, con formazione di vescicole a livello di lesioni di secondo grado Necrolisi epider- Interessamento delle membrane mucose simile a quello della malattia di Stevens-Johnmica tossica son, seguito da distacco generalizzato e diffuso dell’epidermide Varicella Vescicole con pareti sottili su una base eritematosa, che hanno inizio a livello del tronco e si diffondono al volto e agli arti; le vescicole vanno incontro a rottura con formazione di croste; in seguito allo sviluppo di nuove lesioni, a livello di una determinata area cutanea sono presenti lesioni in diversi stadi di maturazione Informazioni tratte dalla referenza bibliografica 1. suggeriscono un’efficacia simile tra penicilline a spettro ristretto resistenti alla beta-lattamasi, penicilline ad ampio spettro, cefalosporine e macrolidi. Penicillina V e amoxicillina sono risultate meno efficaci di cefalosporine, cloxacillina o amoxicillina/acido clavulanico.4,8 Secondo uno studio il cefuroxime sarebbe più efficace dell’eritromicina; i tassi di resistenza all’eritromicina sarebbero inoltre in aumento.4,8 Antibiotici topici rispetto ad antibiotici orali Secondo diverse review sistematiche la mupirocina per via topica risulta altrettanto efficace di numerosi altri antibiotici somministrati per via orale, come dicloxacillina, cefalexina e ampicillina. Gli antibiotici per via orale sono indicati nei pazienti che non tollerano gli antibiotici topici, ed andrebbero presi in considerazione nei pazienti con malattia più estesa o sistemica. Le informazioni di base riguardanti la prescrizione sono riassunte nella Tabella 3. Uno studio di confronto tra acido fusidico topico e cefuroxime per via orale non ha descritto differenze di efficacia; sia la mupiro- cina che l’acido fusidico sono risultati costantemente più efficaci dell’eritromicina orale.4,7 Anche se i pazienti con impetigine più estesa ed i pazienti con sintomi sistemici vengono spesso trattati con antibiotici per via orale, non esistono studi che abbiano messo a confronto, in questo sottogruppo di pazienti, gli antibiotici topici e gli antibiotici orali. L’opinione di esperti e la pratica tradizionale, d’altro canto, sono in favore della somministrazione di antibiotici orali. 8 Gli effetti collaterali, ed in particolare la nausea, sono più frequenti quando si somministrano antibiotici orali (in particolare l’eritromicina).8 Disinfettanti topici Secondo un solo studio, di piccole dimensioni, disinfettanti topici come l’esaclorofene non sarebbero superiori al placebo; secondo lo stesso studio gli antibiotici topici sarebbero più efficaci dei disinfettanti topici.8 Un confronto tra penicillina V orale ed esaclorofene non ha evidenziato differenze nei tassi di guarigione o di miglioramento dei sintomi. Gli effetti collaterali derivanti dai disin45 - settembre 2007 - Minuti MinutiScientifica 180 19-11-2007 15:48 Pagina 46 Ricerca dei dati Tabella 3. Trattamenti dell’impetigine Antibiotico Topici Mupirocina, unguento al 2% Orali Amoxicillina/ acido clavulanico Cefuroxime Cefalexina Claritromicina Dicloxacillina Eritromicina Dosaggio del trattamento Applicare sulle lesioni 3 volte al giorno per 3-5 giorni Adulti: 200-500 mg 2 volte al giorno per 10 giorni; Bambini: 90 mg per kg per giorno, suddivisi in 2 dosi al giorno Adulti: 200-500 mg 2 volte al giorno per 10 giorni; Bambini: 90 mg per kg per giorno, suddivisi in 2 dosi al giorno Adulti: 200-500 mg 4 volte al giorno per 10 giorni; Bambini: 90 mg per kg al giorno, suddivisi in dosi somministrate 2-4 volte al giorno Adulti:250 - 500 mg 2 volte al giorno; Bambini: 15 mg per Kg al giorno suddivisi in dosi somministrate 2 volte al giorno Adulti: : 200-500 mg 4 volte al giorno per 10 giorni; Bambini: 90 mg per kg al giorno, suddivisi in dosi somministrate 2-4 volte al giorno Adulti: : 200-500 mg 4 volte al giorno per 10 giorni; Bambini: 90 mg per kg al giorno, suddivisi in dosi somministrate 2-4 volte al giorno fettanti topici sono rari e, quando presenti, sono lievi; la somministrazione di disinfettanti topici nel trattamento dell’impetigine non appare tuttavia consigliabile.8 46 - settembre 2007 - Minuti Nella preparazione dell’articolo è stato utilizzato il database Ovid Evidence-Based Medicine, utilizzando come termine di ricerca “impetigo”. La ricerca, utilizzando lo stesso termine, ha riguardato anche i database National Guideline Clearinghouse, TRIP e Clinical Evidence. Gli Autori Il Dr. C. Cole ed il Dr. J. Gazewood sono, rispettivamente, Associate Professor of Clinical Family Medicine e Associate Professor of Family Medicine presso la School of Medicine della University of Virginia, di Charlottesville, Virginia (Stati Uniti). Note bibliografiche 1. Brown J, Shriner DL, Schwartz RA, Janniger CK. Impetigo: an update. Int J Dermatol 2003;42:251-5. 2. Sladden MJ, Johnston GA. Common skin infections in children. BMJ 2004;329:95-9. 3. Hirschmann JV. Impetigo: etiology and therapy. Curr Clin Top Infect Dis 2002;22:42-51. 4. George A, Rubin G. A systematic review and metaanalysis of treatments for impetigo. Br J Gen Pract 2003;53:480-7. 5. Mancini AJ. Bacterial skin infections in children: the common and the not so common. Pediatr Ann 2000;29:26-35. 6. Johnston GA. Treatment of bullous impetigo and the staphylococcal scalded skin syndrome in infants. Expert Rev Anti Infect Ther 2004;2:439-46. 7. Koning S, Verhagen AP, van Suijlekom-Smit LW, Morris A, Butler CC, Van der Wouden JC. Interventions for impetigo. Cochrane Database Syst Rev 2003;(2):CD003261. 8. Mudd SS, Findlay JS. The cutaneous manifestations and common mimickers of physical child abuse. J Pediatr Health Care 2004;18:123-9.