La povertà in Svizzera tocca una persona su sette
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La povertà in Svizzera tocca una persona su sette
EDITORIA La povertà in Svizzera tocca una persona su sette Il 7 maggio scorso a Losanna è stato presentato al pubblico il Manuel sur la pauvreté edito da Caritas Svizzera. Questo studio che passa allo scanner la povertà in Svizzera è il primo del suo genere per il nostro paese. È una guida pratica che raccoglie e mette in relazione tra di loro le conoscenze attuali sulla povertà, le sue cause e le differenti forme. Oltre all’analisi dei meccanismi vi sono tracciate le piste per una maggiore sicurezza sociale. a cura della redazione* In Svizzera chi sono i poveri? Dove abitano? Minimizzata e passata sotto silenzio, la povertà è un problema sociale maggiore in un paese ricco quale è la Svizzera, dove dell’alto livello della qualità di vita non approfittano tutti alla stessa maniera. Si stima che una persona su sette nel nostro paese non sia in grado di bastare a stessa. Non si tratta di povertà assoluta: in linea di principio nessuno patisce la fame e ciascuno ha accesso a cure sanitarie di base. La povertà in Svizzera è ’relativa’ al tenore di vita considerato ’normale’ e significa soprattutto non poter prendere parte alla vita sociale. Al di là dell’immagine del salvadanaio vuoto, la precarietà si traduce in problemi di salute, speranza di vita inferiore alla media, maggior rischio di invalidità, abitazioni insalubri, formazione insufficiente, occasioni di svago limitate e contatti sociali ridotti a persone in situazioni simili. I più interessati dal fenomeno sono i giovani, gli stranieri, le famiglie monoparentali, le persone sole come pure le famiglie numerose. Le cause che conducono alla povertà sono multiple e sono ben note; oggi non basta più avere una formazione e un posto di lavoro in ordine, per guardare con fiducia al futuro. Nella società precaria nella quale viviamo, il 30% della popolazione svizzera rischia di scivolare nella povertà da un anno all’altro. Rischi strutturali, quali una cattiva congiuntura economica o l’invecchiamento riguardano tutte le categorie sociali e quando si combinano a rischi individuali come un salario basso, un lavoro precario, una malattia, un divorzio, un debito contratto, la situa- zione di un’economia famigliare può andare a gambe all’aria. Una difficoltà che emerge dallo studio è quella di quantificare il fenomeno. Non esiste una statistica ufficiale e gli autori non esitano a paragonare a questo proposito la Svizzera ai Paesi in via di sviluppo. Esistono sì calcoli che si basano sul numero di persone che ricevono un aiuto sociale, ma questi ignorano il fatto che sono tantissimi coloro che, per vari motivi, rinunciano agli aiuti statali, anche se ne avrebbero il diritto. Inoltre, a dipendenza della soglia di povertà stabilita, le cifre cambiano. La Svizzera in quanto Stato non ha ancora chiarito quale è la soglia di povertà; allo scopo si utilizzano di volta in volta quelle stabilite dalle assicurazioni sociali o da altri organismi. Così l’Ufficio federale di statistica è riuscito recentemente a “eliminare” qualcosa come 200'000 poveri, basando i propri calcoli sulla definizione di povertà decisa dalla Conferenza svizzera delle istituzioni dell’azione sociale e contabilizzando solo i poveri presenti nella popolazione compresa tra i 19 e i 59 anni (come se la povertà fosse un fenomeno che non riguarda bambini, giovani e persone anziane). Come già detto gli autori stimano che in Svizzera ci sia oggi un milione di poveri. Dopo la parte analitica del loro studio, i due autori, Christian Kahrli e Carlo Knöpfel, auspicano una vera politica di lotta alla povertà. Essa si basa sulla prevenzione che passa inevitabilmente da una formazione più attenta alla giustezza delle opportunità. Si tratta poi di garantire il minimo vitale ai più disagiati tramite per esempio esoneri fiscali o cure mediche gratuite. * MANUEL SU LA PAUVRETÉ EN SUISSE, Ch Kehrli, C. Knöpfel, Editions Caritas, 2007, 224 p. 42 fr. In libreria o presso Caritas (079 821 63 13). La versione tedesca è uscita nel settembre 2006. il dialogo 3/07 15