La nuova creazione di Monica Casadei La Doppia Notte
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La nuova creazione di Monica Casadei La Doppia Notte
Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei Fondazione Teatro Comunale di Bologna 2013 Verdi – Wagner: bicentenario della nascita Debutta la nuova creazione di Monica Casadei La Doppia Notte al Teatro Comunale di Bologna La nuova creazione di Monica Casadei La Doppia Notte, commissionata dalla Fondazione Teatro Comunale di Bologna debutterà il 25 giugno e sarà in scena fino al 2 luglio, nell’ambito delle celebrazioni per i duecento anni della nascita di Giuseppe Verdi e Richard Wagner, compositori fortemente legati sia all’eredità culturale di Bologna che alla produzione artistica della Compagnia Artemis Danza. La Doppia Notte è un fluire continuo di Verdi in Wagner e di Wagner in Verdi, i cui mondi trovano equilibrio nella vigorosa ed energica danza di Monica Casadei e nell’inedita elaborazione musicale del Maestro Claudio Scannavini, che ha saputo ricamare magistralmente le partiture originali dell’Aida di Verdi e del Tristano e Isotta di Wagner. Sarà l’ Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, diretta dal Maestro Felix Krieger, a interpretare dal vivo le musiche di questo spettacolo dal forte impatto emotivo. Aida e Tristano, Verdi e Wagner: un unico atto per una doppia notte. Due drammi, quelli dei protagonisti, opposti e contrapposti eppure congiunti da un destino tanto intimo e profondo, quanto universale: amore e morte. In La Doppia Notte gli eroi e le eroine di Tristano e Aida, privati del verbo, si fanno corpi potenti e vigorosi quanto evanescenti, metafore di tutte le storie d’amore e di morte, strumenti di un viaggio nei misteri più profondi dell’animo umano. La drammaturgia e la coreografia si uniscono nell’esaltazione di questi due grandi notturni: metafisico e leggendario in Tristano, intimo e psicologico in Aida. La Doppia Notte è aria, a volte un soffio leggero altre un vento impetuoso, è continuo movimento, è energia pura, espressione di emozioni. E’ amore, fonte di ogni vita, viscerale e profondo. Le foreste secolari di Tristano o i colonnati in pietra di Aida, sono assenti. La staticità è bandita. Siamo nel tempestoso mare del primo e nell’inospitale deserto della seconda, luoghi dell’instabilità, della perdita di riferimenti, degli orizzonti sconfinati. Luoghi fatti di acqua e sabbia, elementi che soggetti ai capricci dell’aria, sono in perenne movimento, in continua trasformazione. Così mutabile è la natura che, superando gli orizzonti fisici dello spazio, si staglia sullo sfondo come un grande dipinto. Le luci poetiche di Daniele Naldi e le oniriche immagini di deserti e mari della fotografa Fabian Albertini, narrano un flusso continuo, che cambia impercettibilmente da un’ immagine all’altra, interpretando questa passione travolgente ed estatica. La scena non è dunque il luogo delle linearità narrative o delle certezze fisico-geografiche ma delle irrequietezze dell’anima, della smisuratezza dell’amore. Della sua enormità, esagerazione, immensità, vastità. Come la morte. Infinita. Sublime. Morte che è liberazione, non vissuta come rinuncia ma come simbolo di un’unione cosmica. In un connubio perfetto con questo immaginario impalpabile, fatto di cieli e nubi inquiete che proiettandosi sul palco ne rendono evanescenti i confini, emergono le romantiche tracce cromatiche dei corpetti della nuova collezione d’ispirazione ottocentesca La Perla, che cingeranno i corpi delle danzatrici in scena. Debutto: Teatro Comunale (Bologna, 25, 26, 27, 28, 30 giugno e 2 luglio ‘13) Tournée: La Versiliana Festival, Teatro all’aperto della Versiliana (Marina di Pietrasanta-LU, 21 agosto ’13) Teatro Bonci (Cesena, 14 marzo '13)