BENIN – Guida Paese Punti di debolezza Punti di forza

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BENIN – Guida Paese Punti di debolezza Punti di forza
Political Risk & Country Analysis
Novembre, 2015
BENIN – Guida Paese
BENIN
Superficie: 112.622 km²
Città principali: Porto-Novo (capitale), Cotonou e Abomey-Calavi
Popolazione ed età media: 10 mln; 17,7 anni
Lingue: Francese
Fonte: CIA, The World Factbook, 2015
Forma di governo: Repubblica presidenziale
Agenzie di rating
S&P’s
Moody’s
Fitch
SACE 1
Contesto operativo
Fare business 2
Competitività 2
Corruzione 2
Dati macroeconomici
Rating
-
Outlook
-
7/7
-
Classificazione
158° (su 189 paesi)
122° (su 140 paesi)
80° (su 175 paesi)
Punti di debolezza
2013
2014
2015s
PIL (€ mld)
8,3
9,2
10,1
PIL pro-capite ($)
805
872
932
Variazione del PIL (% )
5,6
5,4
5,2
Inflazione (% )
0,9
1,6
2,8
Debito pubblico (% PIL)
29,8
29,5
29
-14,4
-9,1
-7,7
655,97
655,92
655,96
Saldo partite correnti (%
PIL)
Cambio CFA/EUR*
Opportunità per il business internazionale 3
Scarsa diversificazione
dell’economia.
Irregolare
approvvigionamento di
elettricità.
Dipendenza
dall’oscillazione del
prezzo delle materie
prime sul mercato
internazionale.
Corruzione endemica.
2013
2014
Export Italia
65,1
72,4
Import Italia
3,3
2,7
Saldo Italia
61,8
69,7
Presenza di un grande
porto commerciale: il
Porto di Cotonou
supplisce alle carenze
infrastrutturali del Porto
di Lagos nel limitrofo
Stato della Nigeria.
Posizione strategica,
sbocco al mare per
molti paesi
dell’entroterra africano.
Pirateria: la pirateria nel
Golfo di Guinea è in
aumento. Il fenomeno
colpisce particolarmente
le petroliere internazionali,
allo scopo di riallocare il
carico sul mercato nero,
principalmente in Nigeria.
Fonte: Fondo Monetario Internazionale, IHS Global Insight, Ottobre 2015
Interscambio € mln
Punti di forza
Basso debito pubblico.
Fonte: Istat, Ottobre 2015
1
Condizioni di assicurabilità: i Paesi sono classificati in 8 categorie di rischio da 0 a
7, dove 0 rappresenta il minimo rischio, mentre 7 il massimo.
Fare business: World Bank, Doing Business 2016
Competitività: World Economic Forum, Global Competitiveness Index 2015/2016
Corruzione: Transparency International, Corruption Perception Index 2014
3
L’indicatore è una media delle valutazioni espresse nelle singole sezioni del
documento.
2
UniCredit – Political Studies
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Novembre, 2015
Political Risk & Country Analysis
BENIN – Guida Paese
QUADRO POLITICO
Contesto politico
Indicatori politico-sociali
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati
Economist Intelligence Unit, 2015
QUADRO ECONOMICO
Contesto economico
Composizione del PIL 2014
1) Scenario politico.
Dal 2006, il Paese è guidato dal Presidente Boni Yayi riconfermato al potere nel 2011.
Le elezioni parlamentari dell’Aprile 2015 hanno portato ad un cambiamento degli
equilibri tra le forze parlamentari, che ha costretto Boni Yayi ad un rimpasto di
governo, affidando la guida dell’esecutivo ad un tecnico, il franco-beninese Lionel
Zinsou.
2) Tematiche attuali.
Il programma politico della coalizione al potere si basa principalmente sul
consolidamento e la sostenibilità della crescita economica, attraverso la riduzione
del tasso di povertà e la creazione di un contesto operativo positivo. A tal proposito
le priorità individuate dal governo riguardano:
• Continuazione di un ambizioso programma di investimenti pubblici per il periodo
2015-19, per affrontare il profondo gap infrastrutturale del paese, pari a circa il 18%
del Pil. I progetti riguarderanno principalmente i settori dell’energia, dei trasporti e
delle infrastrutture rurali.
• Implementazione di una serie di riforme business friendly necessarie per attrarre
investitori nel paese che riguardano la riduzione dei costi e del tempo per la
registrazione di una azienda in loco, la concessione di permessi di costruzione e la
risoluzione delle dispute commerciali.
• Lotta ai terrorismo di matrice islamica di Boko Haram, all’interno della coalizione
guidata dalla Nigeria.
3) Scenari futuri.
Il cambio di maggioranza parlamentare avvenuto ad aprile certamente avrà
ripercussioni sul progetto politico del presidente Boni Yayi di modificare la
costituzione e cercare un terzo mandato alle presidenziali del 2016. Tuttavia, se
l’opposizione dovesse riuscire ad incanalare il diffuso malcontento popolare (rimane
latente il rischio di scontri di piazza tra sostenitori di maggioranza e opposizione),
soprattutto quello da parte della popolazione giovanile che chiede un cambio
generazionale al vertice dello Stato, le prossime elezioni presidenziali potrebbero
portare ad una pacifica alternanza al potere.
1) Elementi di forza.
 Posizione strategica. Il Benin rappresenta il naturale accesso al mare di paesi
dell’entroterra (Burkina Faso e Niger) e fornisce importanti servizi portuali per la
Nigeria.
 Potenziale di importanti risorse non sfruttate nei settori del turismo, minerali ed
idrocarburi.
 Debito pubblico contenuto (inferiore al 30% del PIL).
 Notevole contributo dei donatori esteri (soprattutto paesi UE) all’economia del
paese.
2) Elementi di debolezza.
 Scarsa diversificazione dell’economia. Eccessiva dipendenza dal cotone, che
rappresenta l’80% delle esportazioni.
 Inefficienze delle aziende pubbliche influenzano negativamente le percezioni degli
investitori: il paese continua a registrare una performance sotto le aspettative in
termini di efficienza delle imprese pubbliche.
3) Scenari futuri.
Al momento gli sforzi intrapresi per diversificare l’economia non hanno ottenuto i
risultati sperati. La forte dipendenza dall’esportazione di cotone, e dal commercio del
grande porto di Cotonou rendono il paese soggetto a rilevanti rischi ciclici legati a
vulnerabili condizioni climatiche, al prezzo della materia prima sul mercato
internazionale e al rischio pirateria presente nella regione. Inoltre, il ritardo accumulato
nelle necessarie riforme economiche (come ad esempio una maggiore disciplina fiscale
sui salari del settore pubblico), sommato all’irregolare approvvigionamento di energia
elettrica, continuano a porre ulteriore pressione verso il basso alla crescita
economica nel breve-medio periodo.
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati CIA, The
World Factbook, 2015
Political Studies
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Novembre, 2015
Political Risk & Country Analysis
BENIN – Guida Paese
INTERSCAMBIO COMMERCIALE - IDE
Import dall’Italia per settori (in % ,
2013)
1) Scambi con l’Italia.
Per quanto riguarda il 2014 l’interscambio bilaterale ha totalizzato circa €75,1 mln, in
aumento rispetto al 2013 quando è stato pari a €68,4mln. Nel 2014, la bilancia
commerciale si è chiusa con un saldo positivo per l’Italia pari a € 69,7 mln. Le
esportazioni italiane sono state pari a €72,4 mln mentre le importazioni italiane sono
state pari a € 2,7mln.
2) Import settoriale dall’Italia.
Per quanto concerne l’import del Benin dall’Italia, i settori trainanti si confermano
quello dei prodotti alimentari, meccanica strumentale, metallurgico e
farmaceutico.
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati SACE,
2015
3) Interscambio e Investimenti Diretti Esteri (IDE).
Nel 2013 l’interscambio complessivo Benin - Mondo è stato pari a circa €3,4mld di
cui €715 mln di export e €2,7 mld di import. Il paese ha prevalentemente esportato
cotone, anacardi e prodotti tessili. La maggior parte delle esportazioni è rivolta a Cina
(18,8%), India (11%), Nigeria (11%) e Chad (6,9%). Per quanto riguarda le importazioni,
il Benin importa prodotti alimentari, petrolio e semilavorati. I maggiori paesi fornitori
sono Stati Uniti (28,1%), Francia (8,8%), India (8,7%) e Togo (8%). L’interscambio
bilaterale con la Germania è alquanto esiguo, pari a circa €79 mln nel 2014, con
importazioni dalla Germania pari a €78 mln, ed esportazioni pari a €1 mln. Gli
investimenti diretti esteri (IDE) restano molto limitati, in media inferiori al 2% del PIL. I
principali investitori sono: Cina, Francia e Stati Uniti. L’Italia è presente soprattutto nel
settore dei servizi e delle costruzioni, principalmente attorno alla zona di Cotonou.
QUADRO OPERATIVO
Contesto operativo
Principali indicatori DB 2016
1) Contesto operativo.
Oltre a corruzione, burocrazia pirateria, scarse infrastrutture ed irregolare
approvvigionamento di elettricità, il Benin è caratterizzato da un ambiente
generalmente poco favorevole agli investimenti. Gli investimenti diretti esteri
restano dunque molto limitati. Questo non sorprende, date le opportunità
relativamente limitate rispetto ai paesi più grandi del continente africano. Tuttavia, il
Benin ha una discreta quantità di risorse naturali non utilizzate, che potrebbero
invogliare soggetti stranieri ad entrare nel Paese, una volta che il contesto operativo
comincerà a migliorare. Secondo il Doing Business 2016, l'economia del Benin si
colloca al 158° posto su 189 paesi, mentre per il Global Competitiveness Report
2015/2016 si classifica al 122° posto su 140 paesi.
2) Pagamenti e riscossioni.
Le transizioni in contanti rappresentano ancora il mezzo di pagamento più usato. Le
procedure per la risoluzione delle cause di insolvenza durano in media 4 anni. Il tasso di
recupero per il creditore ammonta a 18,5 centesimi sul dollaro. Il Benin è al 112°
posto nella classifica Doing Business 2016 per quanto concerne la facilità nel
risolvere casi di insolvenza.
I 5 fattori maggiormente problematici per fare business
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati World Bank, Doing Business
2016 (0 = migliore performance).
Political Studies
Fonte: Rielaborazione UniCredit su dati World Economic Forum, the Global
Competitiveness Report 2015-2016. *Classifica stilata in base alle risposte
ricevute dagli imprenditori operanti in loco intervistati.
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Political Risk & Country Analysis
BENIN – Guida Paese
Political Studies
Political Studies:
Francesca Nenci (Head of Political Studies)
Political Risk & Country Analysis*:
Angelica Attolico (Head of Political Risk and Country Analysis);
Luciano Mario Bencivinni (Political Analyst);
Andrea Bucolo (Political Analyst);
Valentino De Bernardis (Political Analyst);
Esra Gulfidan (Political Analyst);
Alessia Messina (Political Analyst).
* Political Risk & Country Analysis monitora regolarmente l’area dell’Europa Centro-orientale (AT, AZ, BA, BG, CZ, DE, HR,
HU, PL, RO, RU, SK, SLO, SRB, TR, UA), ed altre regioni del mondo tra cui l’Asia, il Medioriente e Nord Africa, l’Africa
subsahariana e l’America del Sud.
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UniCredit
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Political Studies
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