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Architettura sportiva
Stadio di Atletica Isaia Di Cesare
IN BREVE
Stadio di Atletica Isaia Di Cesare
Costo: poco più di un milione di
euro
Inizio progetto: 2011
Realizzazione e posa pista: da
luglio a settembre 2013
Realizzazione segnature: 2014
Superficie totale pista: 7.423 mq
Progettista e Direttore dei lavori:
architetto Vincenzo Perinelli
ITALY
Cinque anni fa lo stadio di atletica dell’Aquila ospitò la più grande tendopoli post sisma della città. Oggi, dopo
un’importante ristrutturazione, quello stesso impianto è il simbolo della rinascita, non solo sportiva, dell’Aquila.
Torna l’atletica leggera all’Aquila
Il 14 maggio 2014, all’Aquila, alla presenza degli alti vertici del CONI e della Fidal, è stata inaugurata la nuova pista di atletica dello stadio Isaia
di Cesare. L’evento, oltre a segnare il ritorno di questo sport nel capoluogo abruzzese, ha assunto il valore di una vera e propria rinascita della
città a cinque anni dal sisma che la colpì duramente. La nuova pista di atletica vede protagonista ancora una volta Mondo che aveva già realizzato
quella presente nell’impianto prima della ristrutturazione. “È per noi un piacere continuare con una nostra superficie all’interno di questo glorioso
impianto”, commenta Roberto Franz, Responsabile del settore Track&field di Mondo Spa.
Il manto della nuova pista è Mondotrack 13,5 mm, la stessa superficie protagonista alle Olimpiadi di Londra 2012 e ai Campionati del mondo di
atletica leggera di Mosca 2013. “La pista precedente, anch’essa Mondo, risaliva agli anni Ottanta. Il progettista ha voluto utilizzare anche questa
volta un manto prefabbricato, che in quello stadio aveva dato già ottimi risultati, ma ha stravolto un po’ la planimetria del luogo: la pista precedente
aveva sei corsie, quella nuova ha otto corsie ed è omologabile per manifestazioni di livello internazionale, anche eventi IAAF”, ricorda Giampaolo
Gola, Sport Turf & Outdoor Sport Division di Mondo Spa.
Un luogo simbolico
La nuova pista Mondotrack è stata installata in uno dei luoghi simbolo dell’Aquila: lo stadio, che oggi appare completamente ristrutturato, nel
2009 ospitò la tendopoli più grande della città, quella di Piazza d’Armi. “Dopo aver ospitato la tendopoli più grande del post terremoto, la vecchia
pista appariva come un campo completamente distrutto. Il primo impatto è stato duro, c’era questa spianata grandissima, una valle di lacrime. Per
me si è trattato anche di un discorso affettivo, essendo io abruzzese”, ricorda l’architetto Vincenzo Perinelli, sotto la cui direzione sono stati
eseguiti i lavori all’impianto.
“Lo stadio è stato il primo posto dove i cittadini sono scappati perché, non essendoci strutture attorno, era il luogo più sicuro. Nei mesi successivi
è divenuta la tendopoli più grande della città che ha ospitato quasi 3000 persone di 30 etnie diverse. Il rifacimento della pista è stato il simbolo della
rinascita dell’Aquila a cinque anni dal sisma”, aggiunge Giampaolo Gola.
Il significato simbolico del nuovo stadio è sottolineato dalla forma particolare che l’architetto Perinelli ha voluto dare alla nuova tribuna, una
struttura in legno lamellare completamente coperta e con 650 posti. “La copertura richiama l’apertura alare di un’aquila, a simboleggiare la rinascita
della città. Questa scelta è stata molto apprezzata dai cittadini e dal CONI in sede di inaugurazione”, spiega Perinelli.
Da sei a otto corsie
La pista installata all’Aquila, un tipico anello a otto corsie, presenta una superficie Mondotrack 13,5 mm di colore azzurro, prodotta e installata in
circa tre mesi, da luglio a settembre 2013.
È stata l’impresa Walter Martinelli a occuparsi di tutte le opere inerenti il nuovo stadio, mentre l’installazione della pista è stata eseguita da sette
posatori specializzati dell’impresa Madi Sport. La pista presenta due lunette, una ospita la zona siepi con le pedane per il salto con l’asta e il lancio
giavellotto, l’altra ospita le pedane lanci (peso e disco/martello e giavellotto) e la zona salto in alto. Nel campo è presente, inoltre, una zona per il
salto lungo e triplo composta da due pedane bidirezionali.
La scelta di realizzare una pista a otto corsie, che permetterà all’Aquila di ospitare eventi internazionali, è avvenuta in corso d’opera: “All’inizio mi è
stato chiesto di progettare una pista a sei corsie, ma in fase di presentazione del progetto, il sindaco mi ha chiamato e mi ha chiesto di impegnarmi
al massimo per far sì che L’Aquila potesse avere una pista a otto corsie. Man mano che la progettazione della struttura andava avanti, ci siamo
resi conto del potenziale che poteva avere a livello nazionale, così abbiamo scelto i migliori manti sul mercato”, ricorda l’architetto Perinelli.
L’impegno del CONI
Il CONI ha seguito molto da vicino i passi di riqualificazione dello stadio e ha omaggiato il comune dell’Aquila delle attrezzature sportive mobili.
“Il CONI ha fornito a titolo gratuito la parte più importante delle attrezzature, quella per rendere la pista praticabile e omologabile. Quando il
presidente Giovanni Malagò è venuto a visitare l’impianto nel novembre del 2013, con il manto già posato, ma la pista ancora da completare,
aveva promesso un regalo da parte del CONI”, ricorda Giampaolo Gola. Promessa mantenuta.
Un lavoro di squadra
L’impianto dell’Aquila, grazie alla sua posizione geografica e alla buona attività di base che ospita, è una struttura di interesse nazionale. Esistono
tutti i presupposti perché lo stadio, adeguatamente completato, possa ospitare grandi eventi nazionali e internazionali. La riuscita del progetto è
stata il risultato di un ottimo lavoro di squadra. “A livello progettuale abbiamo sostenuto con il nostro staff tecnico l’architetto Perinelli, progettista
dell’impianto. La collaborazione con il comune e l’impresa Martinelli è stata ottima e il lavoro svolto ha ricevuto i complimenti da parte del sindaco e
del presidente del CONI”, commenta Roberto Franz.
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Lo sport protagonista all’Aquila
La nuova pista di atletica a otto corsie è il primo di una serie di progetti che il comune dell’Aquila sta portando avanti. Tra questi spicca la
realizzazione di un rettilineo indoor per gli allenamenti al coperto, importante per lo sviluppo dell’attività in loco, considerando le condizioni meteo
estremamente avverse che potrebbero segnare la stagione invernale. Una possibilità in più per gli atleti, che già con la superficie Mondotrack hanno
a disposizione una pista outdoor molto resistente. “L’altitudine a cui si trova L’Aquila, 700 m al di sopra del mare, non è assolutamente un
problema. Abbiamo piste sottoposte a condizioni assai più dure, come quella di Sestriere, e non ci sono stati problemi”, commenta Claudio
Pavani, Direzione Commerciale Italia – Sport & Flooring Division di Mondo. “La volontà dell’amministrazione è quella di creare nell’area di Piazza
d’Armi un vero e proprio centro sportivo, a completamento dell’attuale impianto di atletica Avendo a disposizione diversi fondi per la realizzazione e
ristrutturazione degli impianti, si vorrebbe realizzare anche un bordo pista per le persone che non fanno attività agonistica, un anello più grande che
corre all’esterno dell’impianto utile a tutti gli amatori, che vanno a fare il classico running”, spiega Claudio Pavani.
I progetti in atto non riguardano solo l’atletica: “Il comune dell’Aquila realizzerà un campo da rugby in erba sintetica adiacente allo stadio. I lavori
sono in corso d’opera: l’area deve essere livellata e devono essere costruiti gli spogliatoi. Da poco è stato aggiudicato anche l’appalto per lo
stadio dell’Acqua Santa, struttura semi abbandonata della zona est dell’Aquila. La città è molto attiva nell’ambito dell’impiantistica sportiva e lo
stadio Isaia Di Cesare è stato il primo tassello del mosaico, a per via del suo significato simbolico”, commenta Giampaolo Gola.
Approfondimenti
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Approfondimenti
Mondotrack, la pista dei record
Specificamente progettato per prestazioni atletiche superiori, il manto Mondotrack è stato scelto per le piste olimpiche di Londra 2012 e Pechino
2008. Questa superficie fornisce il connubio ottimale tra ritorno di energia e comfort, sia per gli sprint nelle gare di alta velocità, sia per gli eventi a
bassa velocità che si svolgono sulle medie e lunghe distanze. Inoltre, assicura la perfetta combinazione di assorbimento degli shock e rimbalzo
elastico negli eventi di salto. All'origine di Mondotrack c'è una lunghissima fase di studio. "È stato un lavoro molto complesso", racconta Maurizio
Stroppiana, direttore commerciale. "Lo studio di questa pista è partito con l'obiettivo di migliorare qualcosa di esistente sia da un punto di vista
estetico, sia a livello di prestazioni. Per lo scopo abbiamo coinvolto due importanti professionisti: Mauro Testa, ricercatore esperto in
biomeccanica, e Remo Lombardi, professore associato dell'Università di Pavia. Insieme a loro siamo riusciti a mettere a punto un sistema in
grado di misurare le performance dell'atleta su questa pista". Stroppiana ci racconta questa storia mentre passeggiamo per l'azienda. "Abbiamo
integrato dei sensori - racconta - all'interno di speciali solette che gli atleti hanno poi inserito nelle calzature indossate durante le prove. Con un
collegamento bluetooth abbiamo fatto in modo che questi sensori trasmettessero a un computer i dati relativi alla pressione del piede durante le
varie fasi del rolling. Intanto, erano state preparate quattro piste di prova sulle quali degli atleti correvano, ignorando quale fosse quella su cui
stavamo lavorando. Così siamo riusciti a verificare che la strada imboccata fosse quella giusta". "Ci sono stati vari step prima di arrivare alla pista
finale" racconta il dr. Testa. "Analizzando il movimento di rotazione del piede, abbiamo modificato la forma degli alveoli che si trovano sotto la
pista, a contatto con l'asfalto. Il concetto era quello di mettere a punto una superficie che permettesse il deformarsi della pista secondo il
movimento del piede. Ci siamo resi conto che una forma esagonale, leggermente allungata nella direzione della corsa aiutava l'atleta a percepire
una sensazione di grande comodità e ne migliorava anche le prestazioni". La pista finale Mondotrack ha dato pienamente ragione a questi studi e
la prova sono i numerosi record ottenuti sulle piste che ne fanno uso. "Qualcuno ha perfino parlato di doping tecnologico" conclude Stroppiana con
un sorriso. "Questo concetto rende l'idea di quanta tecnologia ci sia dietro una pista, anche se la parola doping è solo una provocazione perché
tutti gli atleti concorrono sulla stessa pista e nessuno di loro è avvantaggiato. Il vantaggio è tutto a favore dello sport".
La pista è stata installata su una base di conglomerato bituminoso simile a quello realizzato per le normali strade, ma con una tolleranza di
planarità molto più esigente.
In tutto 92 tonnellate di gomma sono state usate per realizzare la pista. Il prodotto, prefabbricato è stato consegnato presso l’area dello stadio in
401 rotoli di dimensioni variabili di circa 1,22m per 15 metri di lunghezza, per un peso di circa 230 Kg l’uno.
La tribuna, tutta in legno lamellare, interamente coperta, con sottostanti ampi spogliatoi e servizi, è stata prodotta dalla Rubner Holzbau S.p.a. di
Bressanone.
L’impianto sportivo è dotato di moderne tecnologie per il risparmio energetico, come il sistema Solare Termico a Concentrazione denominato
“tubocaldo” dell’Azienda Innova Applied Brilliance. Un sistema di raccolta delle acque meteoriche a 23 irrigatori permette di innaffiare il prato
interno alla pista senza attingere all’acqua potabile.
Responsabile unico del procedimento è stato il geometra Berardino Tarquini, coadiuvato dagli ingegneri Vincenzo Magnifico e Antonio Andreone,
tutti del Settore Ricostruzione Pubblica del comune dell’Aquila.
Tutte le attrezzature per l’atletica fisse e mobili, comprese quelle donate all’Aquila dal CONI, sono state realizzate da Mondo Iberica.
Slideshow
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