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UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PADOVA
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA
CORSO DI LAUREA IN ASSISTENZA SANITARIA
PRESIDENTE: Prof. Vincenzo Baldo
TESI DI LAUREA
DALLA “COMMISSIONE MENSA”
AL “GRUPPO PER LA SALUTE”:
RUOLO DELL’ASSISTENTE SANITARIO IN
UN PROCESSO DI EMPOWERMENT DI COMUNITÀ
Relatore:
Dr.ssa Carmela Russo
Correlatori:
Dr.ssa Laura Pilotto
Dr.ssa Liliana Mauro
LAUREANDO: Paola Corazza
Anno Accademico 2007 – 2008
INDICE
INTRODUZIONE
pag. 1
CAPITOLO 1. CONTESTO LAVORATIVO DELL'ASSISTENTE SANITARIO
1.1. Presentazione del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda per i Servizi
Sanitari N. 4 “Medio Friuli”
pag. 3
1.2. Presentazione del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione e rapporti
funzionali intra ed extra aziendali.
1.3. Funzioni dell’Assistente Sanitario nel Servizio di Nutrizione
Pag. 3
pag. 4
CAPITOLO 2. DOCUMENTI FONDANTI LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
pag. 7
CAPITOLO 3. IL PROGETTO DI PROMOZIONE DELLA SALUTE
“MERENDA PER TUTTI”
pag. 11
3.1. Considerazioni generali
pag. 11
3.2. Obiettivi, azioni e risultati attesi
pag. 13
3.3. Contesto e destinatari
pag. 15
3.4. Metodologia e teorie di riferimento
pag. 16
CAPITOLO 4. IL RUOLO DI FACILITATORE DELL'ASSISTENTE
SANITARIO NEL PROCESSO DI EMPOWERMENT
4.1. Fase 1: attivazione delle alleanze e delle reti
pag. 21
4.2. Fase 2: definizione di un obiettivo comune
pag. 24
4.3. Fase 3: analisi delle risorse a disposizione
pag. 25
4.4. Fase 4: percorso formativo per gli operatori
pag. 26
4.5. Fase 5: realizzazione degli interventi nell'anno scolastico 2006/2007
pag. 28
CAPITOLO 5. RICADUTA DEL PROGETTO SULLE ISTITUZIONI
pag. 31
5.1. Continuità d'azione del processo avviato
pag. 31
5.2. Verifica dell'efficacia del processo
pag. 33
CONCLUSIONI
pag. 37
ALLEGATI
pag. 39
BIBLIOGRAFIA
pag. 41
INTRODUZIONE
Il presente lavoro intende prendere in esame il ruolo che l'assistente sanitaria ha
avuto nel promuovere un “Gruppo per la Salute” all'interno della Commissione Mensa
(CM) nella comunità di Codroipo (Ud), attraverso un processo di empowerment di
comunità. La CM è un organismo costituito da rappresentanze dell'Amministrazione
Comunale, dei genitori, della Scuola, della Ditta di ristorazione, dell' Azienda Sanitaria,
per monitorare la qualità dei servizi di ristorazione scolastica nel territorio.
Attraverso la costante partecipazione dell'assistente sanitaria alle C.M., si è
rilevato che questo organismo svolgeva per lo più attività di controllo sul gradimento e
l'appetibilità
del
menù
proposto.
Considerando
riduttivo
questo
approccio
all'alimentazione, si è ritenuto che, se opportunamente orientato e sostenuto, lo stesso
gruppo avrebbe potuto rappresentare una risorsa strategica per lo sviluppo e il sostegno
di percorsi di educazione alimentare nelle scuole.
L'idea innovativa è stata quella di trasformare il ruolo consultivo della
Commissione Mensa, in una rete territoriale, per sostenere nel tempo programmi di
salute nella scuola.
Il coinvolgimento e la sensibilizzazione della CM sono stati realizzati attraverso
la progettazione partecipata e l'empowerment di comunità che, come sostiene
Bruscaglioni (1), è il processo che aiuta le persone a soddisfare bisogni e desideri,
attraverso la valorizzazione e lo sviluppo delle risorse individuali. L'empowerment
favorisce il controllo sulla propria vita e sull'ambiente; aiuta le persone a sentirsi
responsabili e protagoniste della propria vita. La parola chiave è "potere", inteso come
opportunità e possibilità di usare le risorse disponibili per affrontare le situazioni più
difficili. Partendo dai punti di forza e implementando le competenze, si permette alle
persone di “aggiungere e sperimentare nuove possibilità”(1).
Ciò è coerente con il concetto di promozione della salute sviluppato
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1986, secondo il quale le persone devono
assumere il controllo e la gestione diretta delle proprie condizioni di benessere. L'OMS
parla di stile di vita, per indicare l'insieme dei comportamenti adottati sulla base delle
alternative a disposizione delle persone, in relazione alle condizioni socio-economiche e
alle possibilità di scelta (22).
Ciò che ha dato avvio alla costituzione del “Gruppo per la salute” è stato un
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progetto proposto dalla rete “Città Sane” del Friuli Venezia Giulia, volto a promuovere
il cambiamento di alcune abitudini alimentari nei bambini delle scuole primarie, nelle
loro famiglie e nella comunità.
L' intervento di educazione alimentare rivolto ai bambini è stato realizzato con le
agenzie educative che si occupano di salute, prime fra tutte la famiglia e la scuola.
Genitori e insegnanti sono stati formati per essere un modello di comportamenti
alimentari corretti. Nella scuola è stato creato un ambiente favorevole che ha
influenzato i comportamenti, non solo degli alunni, ma anche delle loro famiglie, del
personale scolastico, dell'Amministrazione comunale e di alcune risorse produttive del
territorio (27).
Questa esperienza si è rivelata in linea con la recente riforma della scuola
primaria e secondaria di primo grado che ha indicato, fra i suoi mandati, anche le
educazioni trasversali, quali l’educazione alla salute e l’educazione alimentare. Il Piano
Nazionale “Benessere dello studente 2007-2010” propone, infatti, programmi operativi
per diffondere la cultura della salute, del benessere e del miglioramento della qualità
della vita in ambito scolastico (39).
Per gli operatori sanitari e della scuola si è aperta una nuova prospettiva di
collaborazione, che prevede lo sviluppo di programmi educativi integrati, per
coinvolgere responsabilmente i genitori, le Istituzioni e i soggetti del territorio
interessati a questa problematica.
La promozione della salute, realizzata attraverso il processo di empowerment,
rappresenta un'innovazione significativa, che risponde a criteri di partecipazione attiva,
territorialità, sostenibilità ed efficacia.
La prima parte di questo lavoro è dedicata alla descrizione del contesto
lavorativo in cui opera l'assistente sanitario.
Nella seconda parte si fa riferimento ai fondamenti culturali e normativi della
promozione alla salute.
La terza parte riguarda la descrizione del progetto di promozione della salute
“Merende per tutti”, proposto dalla rete “Città sane” del Friuli Venezia Giulia.
La quarta parte tratta del ruolo dell'assistente sanitario come facilitatore del
processo di empowerment, nelle fasi di realizzazione del progetto.
L'ultima parte evidenzia la ricaduta del progetto sulle Istituzioni e sul territorio e
valuta l'efficacia della metodologia adottata.
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CAPITOLO 1.
CONTESTO LAVORATIVO DELL'ASSISTENTE SANITARIO
1.1. Presentazione del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda per i
Servizi Sanitari N. 4 “Medio Friuli”
Il Dipartimento di Prevenzione è uno dei tre Dipartimenti, assieme a quello di
Salute Mentale e delle Dipendenze, dell'Azienda per i Servizi Sanitari n.4 “Medio
Friuli”, istituita nel gennaio del 1995. Vi afferiscono 62 Comuni con una popolazione
residente di circa 335.000 abitanti. Oltre ai Dipartimenti, l'Azienda si articola in cinque
Distretti Sanitari e due Presidi Ospedalieri (41).
Il Dipartimento di Prevenzione è la struttura operativa preposta alla promozione della
salute della popolazione nel suo complesso e persegue i seguenti obiettivi:
 profilassi delle malattie infettive e diffusive e controllo dei fattori di rischio
presenti nel territorio
 controllo dei fattori di rischio collettivo ed individuale presenti negli ambienti di
vita e di lavoro
 profilassi veterinaria
 controllo degli alimenti e delle bevande, nei momenti di produzione,
lavorazione, deposito, trasporto e distribuzione degli stessi.
1.2. Presentazione del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione
e rapporti funzionali intra ed extra aziendali.
Il Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) nasce con il Decreto
Ministeriale n. 185 del 1998 che ne definisce l'organizzazione (19).
Il Servizio è suddiviso in due aree d'intervento: l'Igiene degli Alimenti e la Nutrizione.
L'Igiene degli Alimenti si occupa di sicurezza alimentare: programma ed effettua
controlli per la verifica e il rispetto delle norme igieniche da parte delle imprese
alimentari autorizzate.
L'Igiene della Nutrizione si occupa di prevenzione nutrizionale: promuove e
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realizza interventi per la diffusione di stili alimentari salutari, rivolti in particolare ai
bambini e alle fasce di popolazione a rischio.
In particolare svolge attività di:
 informazione, comunicazione dei rischi alimentari e formazione, rivolte a gruppi
di popolazione o di operatori (es. cuochi, insegnanti, operatori socio-sanitari,
studenti);
 educazione alimentare per favorire l’assunzione di comportamenti alimentari
salutari;
 costituzione di reti ed alleanze per lo sviluppo di progetti/politiche che
favoriscano sane scelte alimentari;
 promozione dell’offerta di pasti equilibrati presso le scuole e le comunità e
indagini nutrizionali sulla qualità dei pasti;
 consulenza dietetico - nutrizionale rivolta a gruppi di popolazione.
A livello intra - aziendale si sono consolidati rapporti e linee di lavoro con:
il Servizio di Promozione ed Educazione della Salute, il Servizio di Igiene Sanità
Pubblica, i Distretti Socio-Sanitari, i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di libera
Scelta.
A livello extra – aziendale il Servizio si interfaccia con:
le Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado, le Amministrazioni Comunali,
le Ditte di ristorazione, le famiglie (attraverso le Commissioni Mensa, gruppi di
progetto), le Associazioni culturali e sportive, le Imprese del territorio, l'ufficio “Città
Sane” di Udine, i S.I.A.N. di altre Aziende Sanitarie della Regione.
1.3. Funzioni dell’Assistente Sanitario nel Servizio di Nutrizione
L'assistente sanitario che opera nell'area della nutrizione promuove progetti e
percorsi educativi, finalizzati all'acquisizione di sani stili di vita alimentari e di attività
fisica, attraverso lo sviluppo di reti e alleanze con i portatori d'interesse. Le funzioni e le
attività sono proprie del suo profilo professionale, stabilito con decreto ministeriale n.69
del 1997, che individua nell'assistente sanitario il professionista addetto alla
prevenzione, promozione ed educazione alla salute (20). Le funzioni sono le seguenti:
1. Funzione epidemiologica: identifica i bisogni di salute della popolazione nelle
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diverse fasce d'età sulla base di dati epidemiologici, analizzando il quadro
sociale e individuando i fattori di rischio.
2. Funzione educativa: individua percorsi e interventi specifici a sostegno del
singolo, della famiglia e della collettività. Promuove la costituzione di “gruppi di
progetto”, composti da rappresentanti di genitori, insegnanti, amministratori
comunali, operatori sanitari, ditte di ristorazione e pediatri, allo scopo di favorire
la condivisione di obiettivi e di interventi. Promuove inoltre, attività di
sensibilizzazione della popolazione attraverso incontri informativi.
3. Funzione formativa: è rivolta a gruppi specifici di insegnanti, genitori, addetti
alla ristorazione, operatori sanitari.
4. Funzione di sostegno al lavoro di rete: favorisce e supporta la costituzione di una
rete di soggetti referenti, per facilitare la comunicazione tra gli Enti e le
Istituzioni coinvolte. Cura lo sviluppo di relazioni significative, a garanzia di un
approccio integrato e multidisciplinare con dirigenti scolastici, assessori
comunali, imprenditori, responsabili di altri servizi sanitari, rappresentanti di
associazioni.
5. Funzione di tutela dei diritti dei cittadini: favorisce iniziative in grado di
migliorare lo stato di salute della popolazione e garantisce l'equa distribuzione
delle risorse.
6. Funzione organizzativa: programma, attua e verifica interventi di educazione
alla salute; documenta le attività svolte in base agli obiettivi fissati; favorisce
l'informazione e il confronto fra i membri dei gruppi di progetto, attraverso
posta elettronica, verbali, telefonate.
7. Funzione di sorveglianza: effettua il monitoraggio sull'osservanza delle buone
pratiche igienico-sanitarie da parte degli operatori di cucina e favorisce il
confronto educativo, tramite sopralluoghi nelle strutture di ristorazione
collettiva; promuove la corretta adozione delle linee guida per la preparazione
dei menù nelle scuole; partecipa a progetti nazionali e regionali per la
sorveglianza dei fattori di rischio (progetto Okkio alla salute, progetto Passi).
8. Funzione di prevenzione e promozione: promuove l'educazione alla salute, in
particolare nelle comunità scolastiche, per favorire l'acquisizione di abitudini
comportamentali, finalizzate a mantenere il pieno benessere fisico e psichico;
costruisce percorsi integrati di sensibilizzazione, informazione e formazione,
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per sviluppare nei bambini, negli insegnanti e nei genitori un orientamento
critico, responsabile e consapevole dei comportamenti salutari; implementa la
ricerca-azione, utilizzando metodologie e strumenti, che la letteratura
internazionale riconosce come efficaci in base alle evidenze scientifiche (Best
Practices, Evidence Based Health Promotion).
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CAPITOLO 2
DOCUMENTI FONDANTI LA PROMOZIONE DELLA SALUTE
I fondamenti culturali su cui si basa la promozione alla salute vengono forniti da
documenti che sottolineano l'importanza e la necessità di azioni multisettoriali e
integrate da parte dei governi.
La Dichiarazione di Alma Ata del 1978, la Carta di Ottawa nel 1986 e la Carta di
Bangkok del 2005, sono documenti fondamentali che esprimono la necessità che i
governi si attivino per proteggere e promuovere la salute. Pongono le basi per una
concezione nuova della salute, vista nella sua globalità e intesa come diritto delle
persone per concorrere al progresso e allo sviluppo dell'intera collettività.
Nella Dichiarazione di Alma Ata (21) si afferma che l'assistenza primaria e la
promozione della salute sono aspetti fra loro strettamente connessi, indispensabili per
raggiungere una buona condizione di salute. Lo strumento per una piena partecipazione
dei cittadini alla salvaguardia della salute è la formazione di un'adeguata educazione
sanitaria. Il concetto principale è la partecipazione, intesa come processo attraverso il
quale i cittadini di una comunità contribuiscono attivamente alla costruzione di
decisioni che li riguardano. A questo concetto si collega il principio di responsabilità.
Il coinvolgimento nei processi decisionali implica maggiori responsabilità date
all'individuo e alla collettività per la condivisione attiva in azioni che riguardano la
propria salute.
La carta di Ottawa sulla promozione della salute dichiara (22):
“La promozione della salute è un processo che mette in grado le persone di aumentare
il controllo sulla propria salute e di migliorarla...” La comunità diventa soggetto
attivo nel definire le priorità, assumere le decisioni, pianificare e realizzare le strategie
al fine di raggiungere un miglior livello di salute. “Momento centrale di questo processo
è il potenziamento della comunità per renderla padrona e arbitro del suo destino. Lo
sviluppo della comunità attinge a risorse umane e materiali esistenti al suo interno per
aumentare sistemi di supporto sociale che rafforzino la partecipazione e la direzione
sui temi della salute”.
La carta di Ottawa fa emergere, inoltre, il concetto di equità: promuovere la salute
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significa anche correggere le disuguaglianze relative ai mezzi per perseguirla, come il
sostegno ambientale, l'informazione e l'opportunità di compiere scelte personali.
La Dichiarazione di Jakarta, 1997 sottolinea l'importanza di investire nella
promozione della salute, attraverso cinque strategie fra le quali: promuovere la
responsabilità sociale per la salute; migliorare la capacità della comunità e degli
individui di prendere iniziative che incidano positivamente sulla loro salute, attraverso
l'istruzione e l'informazione, creare ambienti favorevoli (24).
La Carta di Bangkok, 2005, approvata nella 6^ Conferenza Mondiale sulla
salute, definisce azioni e impegni necessari per agire sui determinanti di salute nel
mondo globalizzato. Si rivolge alle persone, ai gruppi e alle organizzazioni che
svolgono un compito essenziale nel miglioramento della salute (23).
Per quanto attiene la prevenzione dell'obesità quale importante fattore di rischio
per le malattie cronico - degenerative, sono stati redatti, in sede internazionale, alcuni
documenti che forniscono le linee di indirizzo per i programmi e le azioni da attuare a
livello nazionale, regionale e locale.
Nel maggio 2004 nel corso della 57° Assemblea Mondiale della Salute viene approvata
da tutti gli stati membri dell'OMS la “Strategia Globale su Dieta, Attività Fisica e
Salute”.
Nel 2005 la Commissione delle Comunità Europee pubblica il Libro Bianco “Una
strategia europea sugli aspetti sanitari connessi all'alimentazione, al sovrappeso e
all'obesità” (6) e il Libro Verde “Promuovere le diete sane e l'attività fisica: una
dimensione europea nella prevenzione di sovrappeso, obesità e malattie croniche”(7).
A Istambul, nel 2006, l'OMS propone la Carta Europea sull'Azione di Contrasto
all'Obesità sintetizzata in 10 regole fondamentali, fra cui “...scoraggiare il consumo di
cibi e bevande poveri di nutrienti e ad alta densità energetica (contenenti alte
proporzioni di grassi sia saturi, sia totali, sale, zuccheri) attraverso interventi
coordinati” (25).
A seguito della Carta Europea di Istambul, nel maggio 2007 il Ministero della
Salute sottoscrive un programma d'intesa con altri Ministeri, fra i quali, la Pubblica
Istruzione, le Politiche Agricole e Forestali, le Associazioni di Categoria rappresentative
della filiera alimentare, che viene denominato “Guadagnare Salute e rendere facili le
scelte salutari”. Il Piano vuole rendere le scuole italiane luoghi di apprendimento per
un’alimentazione sana e per una moderata e costante attività motoria, per la promozione
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di comportamenti sociali e culturali corretti. Inoltre vuol far comprendere che il Sistema
sanitario non può fare tutto da solo, è necessario l'impegno e l'interazione delle
istituzioni regionali e nazionali per influire positivamente sui determinanti di salute
(26).
Nell'ottobre 2007 la Commissione delle Comunità Europee pubblica il Libro
Bianco “Insieme per la salute: un approccio strategico dell'UE per il periodo 20082013”, il cui obiettivo è migliorare l'informazione e la conoscenza sui fattori di rischio e
sulle strategie per promuovere salute.
Il Piano Nazionale della Prevenzione 2005/2007, sottolinea l'urgenza che le
Regioni si impegnino nell'azione di contrasto alle malattie croniche e ai fattori di
rischio, attuando i piani regionali sugli ambiti d'intervento principali, individuati con il
supporto tecnico e operativo del Centro Ministeriale per il Controllo delle Malattie.
Nel Piano Regionale della Prevenzione (PRP) 2006/2008, il Friuli Venezia
Giulia si è posto l'obiettivo di attuare una linea d'intervento per ridurre l'obesità e il
sovrappeso nella popolazione residente sul territorio regionale, con particolare
riferimento alla popolazione scolastica. Il Piano invita le Aziende Sanitarie a sviluppare,
negli anni 2007-2008, collaborazioni con la Scuola ed altri Enti territoriali per
l’adozione di strategie comuni di promozione di comportamenti alimentari corretti e di
una regolare attività fisica per i bambini e gli adulti (42).
Adempiendo al PRP, la Direzione Centrale della Salute ha avviato un confronto
con diversi soggetti interni ed esterni alla sanità: rappresentanti degli Uffici Scolastici
Provinciali, delle Aziende Sanitarie, delle Associazioni sportive, degli Agricoltori e
della Distribuzione automatica, presso il Dipartimento di Prevenzione di Udine
(08/11/2007). Sono stati messi a punto percorsi condivisi di prevenzione, poi raccolti
nel “Patto per la Prevenzione dell'Obesità” (cfr. Allegato 1).
Anche il Piano Attuativo Locale 2005-2008, ha indicato prioritario promuovere
progetti condivisi di educazione alla salute, in particolare con le scuole.
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CAPITOLO 3.
IL PROGETTO DI PROMOZIONE DELLA SALUTE “MERENDA
PER TUTTI”
3.1. Considerazioni generali
Secondo OMS, in Europa e in Italia, l'86% dei decessi, il 77% della perdita di
anni di vita in buona salute e il 75% delle spese sanitarie sono associate a patologie che
hanno in comune fattori di rischio modificabili.
I comportamenti nocivi recano malattie che pesano sul sistema socio-sanitario a tal
punto che su questo sistema si riversa anche ciò che potrebbe essere controllato,
intervenendo con politiche di educazione e promozione della salute. Uno dei rischi più
critici è rappresentato dall'aumento dell’obesità, che è particolarmente allarmante nei
bambini e negli adolescenti. L’International Task Force of Obesity (IOTF) evidenzia
che in Europa, negli ultimi vent'anni, l’incidenza dell’obesità in età pediatrica è passata
dal 10% al 25% circa, interessando in maniera omogenea tutte le nazioni (36).
Recenti indagini indicano l'Italia al terzo posto in Europa per la prevalenza di
bambini, tra i 6 e gli 11 anni, in sovrappeso e obesi.
Figura 1. Dati forniti dal progetto “Okkio alla Salute” 2008 (12).
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Più del 60% dei bambini che è in sovrappeso prima della pubertà, continuerà ad
esserlo, verosimilmente, anche in età adulta; questa condizione innalza fortemente il
rischio di sviluppare, nel tempo, malattie tipicamente associate all’obesità, quali il
diabete mellito di tipo 2, malattie croniche come ad esempio l'ipertensione e alterazioni
del metabolismo. Sempre secondo IOTF, nel 2010, circa il 38% dei bambini europei in
età scolare sarà in sovrappeso e più di un quarto di essi sarà obeso.
Non sono poi da sottovalutare le conseguenze psicologiche relative
all'abbassamento dell'autostima, dovute al fatto che i bambini e ragazzi in sovrappeso o
obesi sono, spesso, derisi dai compagni ed esclusi dal gruppo dei pari (31).
Il Ministero della Salute ha indicato ad ogni Regione di elaborare un Piano
Regionale di prevenzione dell’obesità. Anche la Regione Friuli Venezia Giulia,
attraverso l’Assessorato alla Salute, ha predisposto un Progetto che prevede lo sviluppo
di collaborazioni con la Scuola ed altri Enti territoriali, per l’adozione di strategie
comuni di promozione di comportamenti alimentari corretti e una regolare attività fisica
per i bambini e gli adulti.
Lo squilibrio ponderale è chiaramente attribuito, oltre che a fattori genetici, al
cambiamento dello stile di vita nella società odierna. La popolazione è sempre più
sedentaria e tende a consumare cibi ad alto contenuto energetico, ricchi di zuccheri
oppure con un eccessiva quantità di sale. Le principali raccomandazioni fornite
dall'Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione riguardano (37):
 il consumo di frutta e verdura: almeno 5 porzioni al giorno, 3 di frutta e 2 di
verdura;
 la necessità di consumare la colazione del mattino;
 la necessità di ridurre il consumo di dolci e bevande zuccherate.
Per quanto riguarda l'attività fisica, le raccomandazioni internazionali suggeriscono
almeno un'ora di attività fisica, da moderata ad intensa, 5 giorni alla settimana.
Nonostante la disponibilità di corrette informazioni, i singoli individui non
modificano rapidamente gli stili di vita. Per contrastare i fattori considerati modificabili,
come lo stile di vita e le caratteristiche dei principali ambienti di vita, è perciò
necessario creare una cultura di promozione della salute, che si fonda su un approccio
rivolto alla popolazione.
Per tale motivo, nel dicembre 2006 la Rete OMS “Città Sane” del Friuli Venezia
Giulia ha proposto, ai Comuni aderenti, un progetto di sensibilizzazione e confronto tra
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operatori delle strutture pubbliche: Comuni, Scuola, Sanità e popolazione residente allo
scopo di favorire azioni congiunte di promozione della salute.
Il progetto ha fatto riferimento a un' esperienza di educazione alimentare nei
Circoli Didattici della Città di Udine, promossa dal SIAN di Udine che, grazie alla
partecipazione e collaborazione degli insegnanti, dei genitori e del Comune ha
contribuito alla riduzione del consumo di merende ipercaloriche e bevande zuccherate e
ha implementato il consumo di frutta e verdura (Cfr. allegato 2) (11).
L’interesse suscitato da questa iniziativa ha incoraggiato a promuovere, su un’area più
ampia, percorsi orientati nella stessa direzione.
Hanno aderito alla proposta 11 Comuni della Regione che, attraverso la
sottoscrizione di un protocollo d'intesa, si sono impegnati a sostenere un progetto
condiviso triennale di promozione alla salute nelle scuole primarie del loro territorio,
elaborato da specifici gruppi di lavoro con i portatori d'interesse (stakeholders).
L'enfasi di questo progetto è quella di influire sull'ambiente in senso lato, con la
partecipazione attiva di quanti più stakehoders possibile.
La strategia è quella di creare un gruppo di lavoro composto da rappresentanti
dei genitori, degli insegnanti, dell'Azienda sanitaria e di altre risorse del territorio, con
lo scopo di costruire il progetto e calarlo nella realtà locale, con attività e marketing
nella scuola e nella comunità.
3.2. Obiettivi, azioni e risultati attesi.
Il progetto proposto da “Città sane” e denominato “Merende per tutti” ha preso
avvio nell'anno scolastico 2006-2007. L'obiettivo principale del progetto è stato quello
di costruire alleanze e collaborazioni affidabili e competenti tra Ente locale, Scuola,
Azienda Sanitaria, genitori e realtà socio-economiche del territorio, per realizzare
percorsi di educazione alimentare e promozione dell'attività fisica, per i bambini delle
scuole primarie. Le azioni programmate hanno coinvolto e motivato le Istituzioni ad
occuparsi attivamente dell'educazione alla salute a scuola, nell'ottica di un processo
partecipato con i portatori d'interesse, atto a sviluppare modalità di lavoro in rete.
Azioni
1. Incontro con l'Amministrazione Comunale, il Dirigente scolastico e gli
insegnanti per un approfondimento dei contenuti del progetto e degli aspetti
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organizzativi.
2. Attivazione di un gruppo progettuale multidisciplinare e accordi per una
progettazione
condivisa
con
operatori
sanitari,
insegnanti,
genitori,
amministratori locali.
3. Attivazione di un percorso formativo e di confronto fra operatori sanitari ed
insegnanti.
4. Sensibilizzazione della popolazione, tramite serata informativa sugli obiettivi del
progetto.
5. Coinvolgimento dei bambini, tramite la sperimentazione di una merenda
concordata.
Risultati attesi:
1. Firma di un accordo di programma fra Scuola, Sanità e Amministrazione
locale, per garantire una collaborazione triennale, volta ad attivare percorsi
educativi sostenibili nel tempo.
2. Presentazione di un progetto multidisciplinare da inserire nel Piano
dell'Offerta Formativa della scuola per l'anno scolastico successivo.
La supervisione e il coordinamento del progetto sono stati affidati a personale
sanitario e scolastico, che ne hanno curato la progettazione e la realizzazione, nell’ottica
di un reciproco servizio e di una continua implementazione delle conoscenze e
competenze.
Gli esiti positivi di questo percorso hanno portato, nell'anno scolastico
successivo 2007/2008, a confermare e consolidare le alleanze e a sviluppare un nuovo
progetto condiviso di educazione alimentare e di promozione dell'attività fisica. Il
nuovo progetto ha mantenuto la stessa denominazione “Merenda per tutti”, ma si è
posto obiettivi diversi.
Obiettivo generale
Favorire l’acquisizione e il mantenimento di buone abitudini alimentari nei
bambini della scuola primaria e nelle loro famiglie.
Obiettivi educativi
1. Ridurre il consumo di bevande zuccherate e snack
2. Aumentare il consumo di frutta o verdura a scuola.
3. Promuovere un approccio didattico comune all'educazione alimentare, da parte
degli insegnanti, basato sul cambiamento dei comportamenti.
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Obiettivo organizzativo
Mantenere le collaborazioni e le alleanze tra Comune, Scuola, Azienda Sanitaria,
Pediatri, Genitori, Organizzazioni e Imprese del territorio.
Azioni
1. Incontri con l'Amministrazione Comunale, il dirigente scolastico e gli insegnanti
per un approfondimento dei contenuti del progetto e degli aspetti organizzativi.
2. Consolidamento del gruppo progettuale multidisciplinare e accordi per una
progettazione condivisa.
3. Attivazione di un percorso formativo per gli insegnanti
4. Attivazione di una collaborazione con i pediatri del territorio
5. Adozione di una merenda “sana”
6. Indagine tra i bambini e i genitori sul gradimento del progetto
Risultati attesi
1. Attuazione dell'accordo di programma fra Scuola, Sanità e territorio per la
realizzazione di progetti condivisi.
2. Inserimento nel Piano dell'Offerta Formativa, di un progetto multidisciplinare di
educazione alimentare e attività fisica.
3. Operatività regolare del gruppo di progetto.
4. Gradimento del progetto da parte delle famiglie.
Dal punto di vista formale, i programmi attuati hanno fatto parte di due progetti
distinti, ma dal punto di vista operativo, possono essere considerati un unico progetto.
Nella prima fase, anno 2006/2007, si è lavorato per costruire rapporti e garantire
l'alleanza fra le Istituzioni; nella seconda, anno 2007/2008, si è sviluppato un percorso
volto a radicare i comportamenti salutari nelle abitudini degli alunni, delle loro famiglie
e della comunità scolastica.
3.3. Contesto e destinatari
Degli 11 Comuni che hanno aderito all'iniziativa, Codroipo si è rivelato un
terreno particolarmente favorevole per sperimentare un percorso partecipato di
promozione alla salute.
Il territorio infatti da alcuni anni viene sensibilizzato sui temi della salute da
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un'Associazione, la “Scuola Territoriale della Salute” che collabora con le scuole,
proponendo iniziative educative sul benessere psico-fisico, ad integrazione dei
programmi didattici.
A Codroipo ci sono due scuole primarie, frequentate da 650 bambini, di cui circa
400 usufruiscono del servizio di ristorazione per cinque giorni alla settimana, 250 per
tre giorni. Per monitorare e migliorare la qualità del servizio di ristorazione offerto è
attiva una Commissione Mensa. Questo organismo è costituito da rappresentanze
dell'Amministrazione Comunale, dei genitori, degli insegnanti, della ditta di
ristorazione, della Azienda Sanitaria ed è regolamentato annualmente da una delibera
della Giunta Comunale. Ha un ruolo consultivo e propositivo e ha acquisito nel tempo,
sempre maggiore riconoscimento per la soluzione di problematiche, inerenti il servizio
di ristorazione.
Il Comune e l'Azienda Sanitaria hanno espresso, ai componenti della C.M., la
volontà di partecipare ad un progetto inter-istituzionale di promozione della salute allo
scopo di condividerne i contenuti e di acquisire la disponibilità da parte dei genitori e
degli insegnanti a formare un gruppo di lavoro.
Destinatari intermedi: le famiglie, gli insegnanti e la comunità.
Destinatari finali: i bambini delle due scuole primarie
3.4. Metodologia e teorie di riferimento
La metodologia utilizzata per il raggiungimento degli obiettivi di “Salute per
Tutti” nei progetti di Città Sane ha previsto il coinvolgimento di tutti i soggetti operanti
sul territorio, per la definizione e la realizzazione di un piano di lavoro comune e
coordinato.
Presupposto del progetto è che i diversi soggetti non agiscano da soli, ma
allaccino delle alleanze per la salute dei cittadini, individuando i problemi della
comunità e coordinando azioni per il raggiungimento degli obiettivi condivisi.
Un'Amministrazione Comunale non può modificare in maniera duratura lo stato di
salute dei cittadini, se gli stessi non condividono gli obiettivi. Lo sviluppo di politiche
intersettoriali infatti, mira a costruire una cultura in cui la salute diviene preoccupazione
di tutti, non solo del settore sanitario (43) (17).
La salute, intesa come valore fondamentale della qualità della vita delle persone
16
è un bene essenziale per lo sviluppo sociale ed economico della comunità. I singoli
cittadini sono soggetti attivi e le loro opinioni possono influenzare le decisioni politiche
volte a mantenere e migliorare la salute.
Questo approccio alla salute è alla base della teoria “salutogenica” di
Antonovsky, per cui le persone, per stare bene, devono imparare ad aumentare le
competenze e le capacità di far fronte ai problemi e alle circostanze della vita.
Antonovsky aveva evidenziato tre componenti della personalità da tutelare e attivare
nella promozione della salute (10) (12).
La prima componente riguarda la sensazione di poter esercitare un controllo
(manageability), cioè avere “voce in capitolo” su che cosa si vuole fare per se stessi e
come ciò aiuta a vivere meglio e in maniera più salutare.
La seconda riguarda la comprensibilità, ossia la capacità di riflettere e capire gli eventi
politici, ideologici e sociali, per riuscire ad affrontare le situazioni in modo consapevole.
È importante che gli obiettivi di salute siano chiari, comprensibili, controllabili e in
linea con i propri valori. Il loro raggiungimento deve essere un'esperienza evidente e
misurabile.
La terza componente riguarda il significato che viene attribuito al prendersi cura di sé,
va costantemente ricercato e consente di affrontare gli stimoli esterni, non come
difficoltà o minacce, ma come opportunità.
Per creare consapevolezza sulla salute e governare le risorse personali e sociali,
è necessario rafforzare i fattori interni: caratteristiche della personalità, atteggiamenti,
abilità di vita (life skills) e i fattori esterni: beni a disposizione, servizi e relazioni.
Per Antonovsky, il senso di coerenza è forse la caratteristica che incide maggiormente
sulla capacità delle persone di utilizzare le risorse disponibili per conservare benessere e
salute. In quest'ottica i problemi di salute non sono più considerati di pertinenza
esclusiva dei professionisti/operatori, ma vengono ridefiniti come responsabilità
dell'intera comunità.
Diventa importante quindi, favorire il processo di empowerment, inteso come
sviluppo delle competenze della comunità che ha già in sé risorse e potenzialità
organizzative e di leadership, per realizzare cambiamenti costruttivi. Secondo il modello
di Levine e Perkins (9), gli obiettivi di tali strategie sono volti a:
 creare un senso di coesione sociale;
 sensibilizzare i cittadini sulle problematiche più rilevanti della comunità per
17
proporre mete comuni di azione;
 utilizzare le competenze dei professionisti per sostenere ed incrementare la
partecipazione e la cooperazione volontaria, promuovere le capacità dei leader
locali;
 contribuire al coordinamento tra i servizi e i gruppi locali;
Secondo Bruscaglioni (6) il processo di empowerment si sviluppa in sei fasi:
 nella prima si registra l'insorgenza di un nuovo bisogno, anche se non chiaro;
 nella seconda si costruisce un'immagine positiva di sè nella situazione
desiderata;
 nella terza vengono evidenziate le risorse interne ed esterne, necessarie per la
nuova situazione;
 nella quarta si mettono in atto le prime azioni, si raccogliere il feed-back proprio
e altrui;
 nella quinta vengono mobilizzare le risorse interne, ricercate e acquisite risorse
esterne; sperimentati e analizzati i successi e gli insuccessi;
 nella sesta vengono sperimentate le nuove possibilità.
Mediante l'empowerment gli individui diventano capaci di pensare criticamente agli
aspetti interni ed esterni del problema, imparano ad accedere alle informazioni e
scelgono le azioni più opportune da intraprendere.
Per quanto concerne l'ambito scolastico, l'empowerment si sviluppa attraverso
interventi educativi multicomponenti, che si basano sulla coerenza e l'integrazione nei
messaggi e nei comportamenti degli educatori. Genitori, insegnanti e, in generale,
quanti sono responsabili della crescita e della salute dei bambini, rappresentano un
modello di apprendimento dei comportamenti salutari (15) (28).
Nei programmi di educazione alimentare, molti interventi efficaci sono basati sui
principi e le dinamiche della teoria comportamentale Social Cognitive Theory di
Bandura (14), secondo la quale l'apprendimento è un'acquisizione attiva che avviene
attraverso la trasformazione e la strutturazione dell'esperienza. Secondo questa teoria gli
individui non subiscono passivamente le influenze del proprio ambiente, ma tengono
con esso un rapporto di interazione reciproca. L'apprendimento può verificarsi o
attraverso l'esperienza diretta, oppure indirettamente, osservando e modellando le
proprie azioni su quelle di altri in cui ci si identifica. Poichè il comportamento è
dinamico e dipende dall'interazione costante tra l'ambiente e le convinzioni personali, il
18
contributo di tutti i soggetti coinvolti è strategico per facilitare e supportare il processo
di cambiamento.
Uno dei punti centrali della teoria è il cambiamento dell'ambiente per creare le
condizioni di supporto al comportamento desiderato.
Attraverso interventi esperienziali, i bambini sviluppano la comprensione del valore
della salute e si appropriano del senso di ciò che imparano durante le lezioni teoriche. È
stato verificato che la partecipazione attiva modifica positivamente, anche a lungo
termine, le loro scelte alimentari.
Il progetto proposto prevede un insieme di restrizioni e di facilitazioni che agiscono
sull'ambiente e lo modificano:
 limitazione di merende ipercaloriche e di scarso valore nutrizionale e l'offerta di
merende “sane”;
 interventi educativi realizzati dagli insegnanti per aumentare la consapevolezza
dei bambini sulle scelte alimentari;
 partecipazione e assunzione da parte dei genitori di un ruolo esemplare e di
sostegno.
L'efficacia di questi interventi non può prescindere dal rapporto quotidiano di
dialogo e di ascolto che c'è fra educatore e bambino: la continuità della relazione infatti,
costituisce il principale strumento educativo. L'individuo impara ad essere un agente
attivo quando, attraverso la riflessione sulla propria esperienza, è in grado di correggere
i propri comportamenti, adattandoli alle richieste dell'ambiente. Ne consegue che il
raggiungimento degli scopi prefissati aumenta il senso di autoefficacia, la fiducia in se
stessi e promuove lo sviluppo di abilità (15).
19
20
CAPITOLO 4
IL RUOLO DI FACILITATORE DELL'ASSISTENTE SANITARIO
NEL PROCESSO DI EMPOWERMENT.
4.1. Fase 1: attivazione delle alleanze e delle reti
Nel primo anno del progetto, il punto centrale del lavoro dell'assistente sanitaria
è stato principalmente quello di costruire e valorizzare le alleanze e le reti.
Innanzitutto è stato necessario conoscere la realtà territoriale attraverso:
 la rilevazione delle strutture scolastiche, sanitarie e delle associazioni con
finalità inerenti alla promozione della salute;
 le iniziative in atto sul territorio ad opera di altre istituzione pubbliche e/o
associazioni.
L'Assistente Sanitaria ha fornito dati relativi al quadro sociale del territorio e ai
bisogni di salute della comunità locale, rilevati durante le attività di sorveglianza nelle
scuole e nei colloqui con gli insegnanti.
Questa attività, come già riportato, è istituzionale e prevede la rilevazione e il
monitoraggio di alcuni indicatori relativi alle scelte nutrizionali ed educative in ambito
scolastico quali: l'adozione di menù redatti dall'azienda sanitaria, la fornitura della
merenda, la presenza o meno di distributori automatici, le iniziative inerenti
l'educazione alimentare e la promozione dell'attività fisica nelle scuole. La
documentazione avviene attraverso le schede di rilevazione e l'elaborazione dei dati
attraverso database informatici.
Tali osservazioni hanno permesso di comprendere rapidamente gli orientamenti culturali
delle scuole e della realtà territoriale rispetto all'alimentazione, di individuare i portatori
d'interesse e di evidenziare i punti critici su cui formulare obiettivi specifici.
Il passaggio successivo è stato quello di attivare le reti e le relazioni necessarie
a coinvolgere i diversi soggetti nel progetto.
Questa fase, particolarmente delicata, è stata cruciale ai fini di una reale partecipazione
alla condivisione degli obiettivi e alla riuscita degli interventi. L'interazione costante fra
i diversi attori impegnati in un progetto partecipato ha caratterizzato tutte le tappe del
percorso.
21
Innanzitutto i contenuti del progetto e l'organizzazione generale sono stati
condivisi con il dirigente scolastico, allo scopo di costruire consenso e alleanza con la
scuola. Il dirigente, a sua volta, per avviare e sostenere il progetto, ha cercato
collaborazione all'interno della sua organizzazione, individuando e coinvolgendo due
insegnanti, fra cui la vicaria, che ha assunto il ruolo di coordinatore per la scuola. Si è
cercato di comprendere quanto gli obiettivi di salute del progetto “Merende per Tutti”
corrispondevano ad un reale bisogno delle famiglie e dei docenti.
Si è ritenuto che la C.M. fosse l'organismo più idoneo a cui presentare il progetto per
avviare un processo di collaborazione con i genitori e gli insegnanti.
Questa azione ha rappresentato la prima fase del processo di empowerment: la
condivisione delle informazioni per predisporre il cambiamento (2). Sono state
portate a conoscenza dei componenti le criticità rilevate dall'assistente sanitaria in
merito all'alimentazione a scuola: la tipologia di merende portate da casa, la gestione
delle feste a scuola per ricorrenze varie e l'approccio dei bambini con il cibo consumato
in mensa. Ciò ha messo in luce delle criticità fino a quel momento non adeguatamente
valutate.
La metodologia adottata è stata la seguente: alcuni insegnanti hanno osservato e
registrato, per una settimana, la tipologia delle merende consumate a scuola dai
bambini. È emersa la tendenza a prediligere bevande zuccherate, a base di frutta e a
consumare merende eccessivamente caloriche e dolci di scarso valore nutrizionale.
La foto in figura 2. illustra le merende che i bambini consumano più frequentemente.
La figura 3. rappresenta le diverse tipologie di merenda consumate dai bambini durante
i cinque giorni di osservazione.
Figura 2.Tipologia di merende osservate
22
Le merende a Codroipo
475 merende osservate-gennaio 2007
panino/pizza/cracke
r 31,7%
succo di frutta/the
23,3%
frutta - yogurt 5,8%
nulla 10%
merendine
dolci/biscotti 29,2%
Figura 3. Percentuale delle merende osservate.
Il problema emerso ha consentito di approfondire gli aspetti legati alle cattive
abitudini alimentari e di confrontare le reciproche esperienze.
I genitori che effettuavano le verifiche sul consumo dei pasti nelle mense delle due
scuole avevano rilevato da tempo gli sprechi di cibo, soprattutto di alcuni alimenti, ma
non avevano considerato la possibilità che una merenda eccessivamente calorica potesse
influenzare l'appetito dei bambini, condizionando l'accettazione del piatto offerto.
Anche il Comune, da parte sua, manifestava l'interesse ad inserire nel capitolato
d'appalto, oltre al pasto, la fornitura della merenda.
Da queste osservazioni, discusse dai componenti della CM, è emersa la necessità
di controllare la qualità e la quantità delle merende, per aumentare l'appetito al
momento del pranzo e di conseguenza, ridurre gli avanzi di cibo.
4.2. Fase 2: definizione di un obiettivo comune
Queste considerazioni hanno portato a definire un obiettivo comune
d'intervento tra Scuola, famiglia e Comune: distribuire al mattino una merenda
23
comune, per offrire al maggior numero possibile di bambini e famiglie l'occasione di
migliorare alcune scelte alimentari. Si è deciso di avviare nelle scuole un percorso
educativo da integrare nei programmi didattici, a sostegno del cambiamento
comportamentale delle famiglie.
È stata chiesta la disponibilità di alcuni membri della CM a far parte di un
gruppo di lavoro collegato alla Commissione stessa. La costituzione di questo gruppo si
è rivelata una strategia efficace, in quanto i membri del gruppo, avendo un ruolo attivo
all'interno del progetto, hanno
condiviso gli obiettivi e contribuito a informare,
sensibilizzare e far partecipare gli altri componenti della CM al percorso progettuale.
La seconda fase del processo di empowerment è stata quella di individuare gli
ambiti di azione in cui le persone potessero agire con autonomia, rispetto al loro ruolo
e agli obiettivi stabiliti (2).
Nei successivi incontri del gruppo di progetto sono state condivise le
competenze dei soggetti istituzionali presenti sul territorio, in merito all’educazione e
alla promozione della salute. Sono stati definiti ruoli e funzioni dei diversi soggetti ed è
stata evidenziata la corresponsabilità dei diversi portatori d'interesse.
Dirigente e insegnanti:

coordinare le attività del progetto nell'ambito della Direzione didattica

partecipare al Gruppo di Progetto

promuovere la conoscenza del progetto fra gli insegnanti e i genitori

sostenere l'interesse dei bambini attraverso programmi educativi specifici

assumere il progetto come un impegno e inserirlo nel Piano dell'Offerta Formativa
della scuola.

partecipare alle attività di formazione
Operatori sanitari

facilitare, proporre e supportare la comunicazione fra i protagonisti del progetto

partecipare al gruppo di Progetto

promuovere e valorizzare le alleanze e le reti

monitorare i comportamenti e le opinioni di genitori e bambini

valutare e presentare effetti e risultati

orientare le azioni al fine di perseguire cambiamenti sostenibili nel tempo

partecipare alle attività di formazione
Genitori:
24

partecipare ai Gruppi di Progetto

cogliere con positività l'esperienza e sostenere il bambino a viverla serenamente

promuovere la conoscenza del progetto e i risultati fra genitori

partecipare agli incontri informativi
Comune:

sostenere istituzionalmente il progetto nel tempo

attivare tutte le possibili collaborazioni e risorse del territorio
Nei primi incontri il gruppo di lavoro ha definito anche alcune regole di base: la
modalità di convocazione degli incontri e di comunicazione fra i componenti del
gruppo; la presenza e la puntualità agli incontri programmati. È stata attribuita molta
importanza all'organizzazione per sottolineare il valore dell'impegno e del tempo
dedicati a questo percorso.
Il ruolo dell'assistente sanitaria è stato quello di facilitare il funzionamento del
gruppo, agevolando i rapporti e la comunicazione fra le persone: documentare le
presenze, garantire il rispetto dei tempi programmati, assicurare la redazione del verbale
a rotazione, promuovere l'informazione e la condivisione dei contenuti del verbale,
tramite posta elettronica o comunicazioni telefoniche con i componenti del gruppo per
eventuali modifiche e integrazioni. Tutto questo per garantire la correttezza dei processi
di informazione e comunicazione.
4.3. Fase 3: analisi delle risorse a disposizione
Per quanto riguarda le risorse strutturali non sono emersi problemi relativi alla
disponibilità di una sede per gli incontri (municipio o scuola) e alla fornitura del
materiale necessario: fotocopie, volantini informativi, strumentazione informatica.
Non è stato invece sufficientemente chiarito l'impegno delle risorse umane.
Per definire e organizzare le attività, il progetto “Merende per Tutti” prevedeva
tre incontri del gruppo di progetto, che si sono rivelati assolutamente insufficienti. Nel
primo incontro il gruppo ha sentito la necessità di confrontarsi ulteriormente sul
problema dell'alimentazione a scuola, per portare la propria esperienza, il proprio punto
di vista, le proprie attese. Nel secondo e nel terzo incontro sono stati chiariti i ruoli, le
funzioni dei componenti e le responsabilità istituzionali in merito alla promozione della
salute. Sono stati individuati, all'interno della comunità, altri portatori d'interesse e sono
25
emerse idee rispetto agli interventi da realizzare. È stato necessario programmare altri
due incontri per definire e organizzare le iniziative del progetto per l'anno scolastico in
corso e un altro incontro per programmare iniziative per l'anno scolastico successivo. In
totale sono stati realizzati sei incontri.
Questo percorso condiviso, ha rappresentato la terza fase del processo di
empowerment: la costruzione di un team di progetto che non si è limitato a proporre
idee, ma ha messo in atto decisioni e si è reso responsabile dei risultati (2). Le decisioni
di solito assunte dai superiori gerarchici sono state gradualmente sostituite con decisioni
prese dal gruppo stesso. Questo aspetto ha reso le persone consapevoli di avere un ruolo
importante e significativo all'interno dell'organizzazione e ciò le ha responsabilizzate e
coinvolte nel perseguimento dei risultati.
4.4. Fase 4: percorso formativo per gli operatori
Un aspetto fondamentale del Progetto ha riguardato la formazione.
Al momento di identificare le strategie d'intervento sono emerse le differenze
metodologiche con cui le istituzioni scolastica e sanitaria progettano gli interventi
educativi. Il confronto fra le metodologie e le strategie educative delle due istituzioni è
stato realizzato tramite un incontro formativo-informativo per insegnanti e operatori
della sanità, finalizzato alla conoscenza reciproca dei mandati, degli obiettivi e dei
criteri progettuali, nonché dei tempi istituzionali e del linguaggio.
La formazione è stata suddivisa in due momenti: nella mattinata sono stati
esplicitati e confrontati gli approcci alla progettazione, nel pomeriggio è stato proposto
un lavoro a piccoli gruppi.
Si è osservato che in ambito scolastico viene privilegiato l'approccio sinottico-razionale
alla progettazione. Tale approccio prevede che il punto centrale sia il progetto, inteso
come risultato, previsto a priori. Il punto di partenza è rappresentato dall'analisi dei
bisogni, a prescindere dalle caratteristiche e dalle dinamiche che si svilupperanno nel
contesto. La tappa dell'attivazione riguarda esclusivamente la ricerca di finanziamenti e
all'attivazione di reti, relazioni e risorse materiali, necessarie all'approvazione del
progetto. Nell'approccio di tipo sinottico, il processo di progettazione non viene
allargato a diversi soggetti, ma rimane una competenza specifica del docente (3).
Un obiettivo della formazione è stato quello di avviare una riflessione costruttiva
26
fra insegnanti ed operatori sanitari sulle reciproche esperienze progettuali per
promuovere la motivazione degli insegnanti ad adottare un metodo di educazione alla
salute efficace e sostenibile nel tempo. Sensibilizzare e implementare le conoscenze
degli insegnanti, sulla base di metodologie e strumenti che la letteratura internazionale
riconosce come efficaci per la promozione della salute (Best Pratices, Evidence Based
Health Promotion), ha ampliato la consapevolezza sui comportamenti a rischio,
sull'importanza di agire fin dall'infanzia e sul ruolo strategico della scuola. Allo stesso
tempo ha permesso agli operatori sanitari di conoscere la metodologia e i tempi della
progettazione didattica, conoscenze indispensabili per definire alcuni criteri progettuali
comuni e condivisi.
Il lavoro in piccoli gruppi si è sviluppato con la tecnica del brainstorming, che
ha offerto la possibilità di interagire e confrontarsi sui seguenti quesiti:
1. “Quali sono gli obiettivi dell’educazione alimentare che gli operatori sanitari e
gli insegnanti riconoscono come comuni”?
2. “Quali sono le specificità e i punti di incontro tra i modelli e i metodi di
intervento degli insegnanti e quelli degli operatori sanitari”?
3. “È ragionevole pensare che i progetti integrati e condivisi siano maggiormente
efficaci”?
4. “Quali interventi di educazione alimentare possono essere tradotti in attività
correnti”?
Lo scopo di questo lavoro comprendeva non solo l'acquisizione di conoscenze,
ma anche l'apprendimento di una metodologia per un cambiamento del tradizionale
approccio alla progettualità: da sinottico - razionale a partecipato.
Il cambiamento si basa sulla disponibilità ad aprirsi a nuove idee, a rivedere i modelli
mentali precostituiti per poter adottare una visione condivisa e quindi, nuove abitudini e
nuove soluzioni (4).
L'assistente sanitaria ha partecipato al percorso formativo, coadiuvando
l'intervento di esperti nel campo della promozione della salute e della progettazione
didattica. Questo percorso formativo, volto a sviluppare l'empowerment degli operatori,
ha liberato il patrimonio di conoscenze, di esperienze e di motivazione che le persone
avevano, rendendo possibile il passaggio da possibilità teorica ad attuazione, da facoltà
a competenza, attivando la coscienza di sé e del proprio “potere” (1).
27
Per riuscire ad attivare questo processo sono necessari un deciso impegno al
raggiungimento dell'obiettivo finale, un piano d'azione ben preciso e una leadership
efficace.
Le competenze di leadership che deve sviluppare chi opera nella promozione
della salute, per attivare il processo di empowerment delle persone e per favorire
relazioni
comunicative,
sono
l'orientamento
alla
relazione
e
la
capacità
d'influenzamento (2). L'orientamento alla relazione permette di sviluppare un clima di
collaborazione e reciproca fiducia, indispensabile per motivare e orientare le persone su
obiettivi comuni. L'influenzamento è un processo che parte dalla trasformazione di sé
come soggetto attivo, per influenzare successivamente un piccolo gruppo,
incoraggiandone gli sforzi, affinché i membri, a loro volta, imparino a influenzare un
vasto gruppo.
Il percorso formativo con il gruppo di insegnanti aveva lo scopo di dare avvio a
questo processo e di porre le basi per un collaborazione fondata sulla fiducia, aperta al
confronto e rispettosa delle reciproche competenze.
Lavorare con la scuola costituisce per il servizio sanitario un'occasione
privilegiata, per attivare un dialogo con le persone sulle questioni della salute e della
qualità della vita, per promuovere quella cultura che valorizza le capacità personali di
autodifesa e di autodeterminazione.
4.5. Fase 5: realizzazione degli interventi nell'anno scolastico 2006/2007
Queste azioni, propedeutiche alla realizzazione del progetto su linee di lavoro
condivise, hanno portato alla progettazione vera e propria delle attività.
Negli incontri di gruppo si è iniziato ad identificare chiaramente gli obiettivi comuni da
perseguire; si sono formulate ipotesi sugli interventi da attuare e su come valorizzare le
risorse informali, presenti sul territorio.
Nel mese di aprile 2007 è stato organizzato un incontro con la popolazione per:
 sensibilizzare la comunità sull'importanza della corretta alimentazione e
dell'attività fisica fin dall'infanzia;
 presentare il progetto e le sue azioni;
 far conoscere le alleanze stabilite all'interno della comunità e finalizzate
all'attuazione del progetto.
28
Inoltre, la Commissione Mensa è stata coinvolta dal gruppo di progetto per diffondere
l'informazione e sollecitare i genitori a partecipare.
Per sensibilizzare i bambini a un maggior consumo di frutta e verdura e ridurre
l'assunzione di bevande zuccherate, sono state proposte due iniziative: “La settimana
della merenda ideale” e “La festa dello sport e del cibo sano”.
Queste iniziative sono state realizzate nella settimana dal 21 al 25 maggio 2007. Hanno
coinvolto tutte le classi delle due scuole primarie e le sezioni dei “Grandi” delle scuole
dell'infanzia.
In tutto sono stati coinvolti circa 690 bambini.
La prima iniziativa si è ispirata a un'esperienza già attuata nell'ambito del
progetto “Il Contratto della Merenda”, realizzato a Udine, di cui si è già accennato (11).
La proposta ha previsto la distribuzione di merende a base di yogurt, pane fresco e un
frutto da parte della scuola e di una merenda a base di frutta o verdura portate da casa.
Si è venuta così a concretizzare quell'interazione e integrazione fra le due componenti
principali che costituiscono l'ambiente in cui il bambino è inserito: la scuola e la
famiglia.
L'Amministrazione Comunale ha coinvolto aziende del territorio, interessate a
sponsorizzare la fornitura del pane, dello yogurt e della frutta. Il pane è stato fornito da
due panificatori locali che lo hanno proposto con diverse tipologie di farine, allo scopo
di farne conoscere le varietà, che sono state apprezzate dai bambini. Il pane è stato
distribuito nella piazza principale del paese, per dare visibilità dell'iniziativa. Lo yogurt
è stato fornito dalla ditta di ristorazione che forniva i pasti in mensa. Per quanto
riguarda la frutta o verdura portata da casa, si è chiesto ai genitori di darla ai bambini,
senza aggiungere altre merende.
La seconda iniziativa, “La festa dello sport” era già consolidata e veniva
realizzata alla fine di ogni anno scolastico. Gli sponsor sono stati un supermercato, che
ha fornito succo di mela biologico senza zuccheri aggiunti e un'azienda agricola locale,
che ha fornito le mele. Anche i genitori hanno contribuito all'iniziativa, mondando e
distribuendo la frutta ai bambini.
È da sottolineare l'impegno dell'Amministrazione Comunale che ha curato
l'organizzazione delle iniziative e la diffusione delle informazioni. La partecipazione
attiva del Comune ha contribuito a confermare il sostegno istituzionale al gruppo di
progetto.
29
Inoltre, i media locali hanno dato risalto alle iniziative, spiegando anche gli obiettivi del
progetto (cfr. allegato 3).
30
CAPITOLO 5
RICADUTA DEL PROGETTO SULLE ISTITUZIONI
Gli esiti positivi del progetto hanno indotto Scuola, Servizio Sanitario e
Amministrazione Comunale a potenziare la rete, per condividere obiettivi e
responsabilità nella progettazione degli interventi di educazione alla salute. Ciò ha
trovato espressione nella stipula di un Protocollo di intesa (cfr. allegato 4).
Con questo documento le tre Istituzioni si sono impegnate ad avviare programmi e
progetti condivisi, per l’attuazione di iniziative pluriennali in tema di sani stili di vita,
mettendo a disposizione competenze, risorse umane e finanziarie. La firma di tale
documento ha garantito stabilità agli interventi di promozione della salute. Mantenere e
rinnovare l'interesse delle persone per un tempo sufficientemente lungo è necessario per
avviare il processo di cambiamento delle abitudini scorrette ed evidenziare il
miglioramento dello stile di vita.
Il progetto, inserito nel Piano dell'Offerta Formativa (POF) delle scuole per
l'anno scolastico successivo ha testimoniato la volontà della scuola di impegnarsi in
percorsi di educazione alla salute.
Le collaborazioni interistituzionali, hanno offerto, al SIAN di Udine, nuove linee
di lavoro, incentrate sulla progettazione partecipata con i portatori d'interesse. Queste
azioni si sono rivelate coerenti con i principi generali del Piano Sanitario Nazionale, con
le linee annuali di gestione del Piano Sanitario Regionale 2006 e con le priorità
dell'OMS per la prevenzione dell'obesità.
5.1. Continuità d'azione del processo avviato
Nell'anno scolastico 2007/08 il “Gruppo per la salute” ha ripreso la sua
operatività e ha mantenuto il rapporto con la Commissione Mensa, di cui insegnanti e
genitori hanno continuato a far parte.
Il gruppo ha progettato e realizzato altre iniziative, consolidando il ruolo di decision
makers nella comunità scolastica.
È stata attivata una collaborazione con due pediatri del territorio, che ha portato
31
a considerare l'importanza di attuare interventi anche per la promozione dell'attività
fisica. Le due scuole hanno deciso, per il successivo anno scolastico, di aumentare il
tempo dedicato alla ricreazione da 20 a 30 minuti e di garantire due ore di attività fisica
settimanale a tutte le classi. L'Amministrazione Comunale ha attrezzato i cortili delle
due scuole con canestri, reti da pallavolo e ha fornito palloni per incentivare i bambini
al movimento. Si è impegnata, inoltre, ad attrezzare un percorso in un'area verde
adiacente alla scuola per favorire l'attività fisica all'aperto.
L'obiettivo del gruppo, per il nuovo anno scolastico, era di far consumare ai
bambini una merenda “sana” a base di frutta, yogurt e pane e di consolidare questa
abitudine, coinvolgendo le famiglie.
Questo obiettivo ha sollevato nel gruppo di lavoro un interrogativo. I genitori si
sono chiesti quali strategie adottare per sostenere l'iniziativa, a fronte delle rimostranze
di quelle famiglie che consideravano la merenda della scuola come una limitazione alla
propria libertà di scelta.
L'assistente sanitaria è intervenuta, non fornendo soluzioni, ma proponendo
esempi di esperienze simili, con esito positivo. Questo al fine di stimolare la capacità
ideativa e la creatività e valorizzare l'impegno dei genitori.
Inizialmente all'assistente sanitaria, è stato riconosciuto il ruolo di conduttore del
gruppo. Le conoscenze relative alla promozione della salute rispondevano al bisogno
del gruppo di sentirsi sostenuto e guidato in un percorso nuovo. La funzione di
“esperto” è stata superata grazie a un atteggiamento di ascolto e di incoraggiamento, che
ha favorito la comunicazione e ha facilito la discussione, permettendo lo sviluppo di
dinamiche partecipative che hanno coinvolto tutti.
Come sostiene Bruscaglioni è essenziale che l'operatore capisca quando è il
momento giusto per cedere “potere” e lasciar emergere l'autonomia delle persone,
mettendosi in una posizione paritaria, che facilita il processo di comunicazione e
confronto (1).
Il supporto dell'operatore sanitario è servito a incoraggiare il gruppo nella ricerca
si soluzione ai problemi e a sostenere la presa di decisioni e l'impegno a proseguire nella
direzione intrapresa. Si è visto che se le persone sentono l'utilità e il significato delle
attività proposte, sono in grado di attivare grandi risorse e di impegnarsi fortemente
nelle azioni.
Il gruppo ha deciso di coinvolgere le famiglie nell'obiettivo da perseguire,
32
implementando la formazione/informazione a più livelli, attraverso:
 un incontro con i rappresentanti dei genitori delle due scuole per condividere le
finalità educative del progetto e la metodologia di azione;
 la diffusione di materiale informativo alle famiglie (cfr. allegato n.5);
 l'informazione ai genitori dei bambini delle classi prime all'inizio di ogni anno
scolastico;
 l'inserimento del progetto nel sito internet della scuola (33);
 la promozione della merenda “sana” anche attraverso la stampa locale
(cfr. Allegato 6).
Dal mese di gennaio 2008 fino alla fine dell'anno scolastico, il gruppo ha
ottenuto che il pane distribuito a merenda venisse fornito dal Comune; lo yogurt e una
merenda a base di frutta dalla ditta di ristorazione; due merende a base di frutta o
verdura acquistate e preparate dalle famiglie. Il coinvolgimento delle famiglie ha
rappresentato un segnale di partecipazione concreta e un richiamo alle abitudini che si
vogliono promuovere.
LUNEDÌ
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ GIOVEDÌ
Frutta/Verdura Pane/grissini Yogurt
Frutta
da casa
scuola
scuola
scuola
VENERDÌ
Frutta/verdura
da casa
Figura 4. Tipologia delle merende proposte
Alle famiglie è stato chiesto di non dare merende aggiuntive, in particolare
succhi di frutta e altre bevande zuccherate e sono state fornite alcune indicazioni su
come poter variare la frutta portata da casa: macedonia, spremuta, frutta secca.
I genitori sono stati invitati a far fare una colazione adeguata ai bambini, affinché lo
spuntino proposto potesse essere sufficiente per arrivare a pranzo con il giusto appetito.
Si è chiesto ai genitori di incoraggiare i bambini a vivere con entusiasmo l'esperienza,
trasmettendo loro il gradimento per l'iniziativa.
5.2. Verifica dell'efficacia del processo
Gli interventi che il gruppo ha programmato e attuato sono stati accolti
33
favorevolmente da bambini, genitori e dagli operatori scolastici.
Per valutare l'esperienza è stato proposto agli insegnanti di rilevare il gradimento da
parte dei bambini della merenda proveniente da casa e di quelle fornite dalla scuola.
Sono state registrate su una scheda le opinioni dei 650 bambini delle due scuole; in
totale sono state rilevate 2600 opinioni.
90%
78% m olto
80%
70% m olto
70%
60%
53% m olto
51% m olto
50%
40%
30%
22% abbas t
14% abbas t
20%
8%poc o
10%
29% abbas t
27%
abbas t
20%poc o
20%
poc o
8%poc o
0%
lune dì
frutta da
c a sa
m a rte dì
pa ne
m e rc ole dì
yog urt
g iove dì
frutta
m e nsa
Figura 5. Codroipo: gradimento delle merende da parte dei bambini, maggio 2008
I bambini hanno apprezzato soprattutto il fatto di fare un'esperienza comune,
condividendo la merenda con i compagni e, per qualcuno, è stata anche un'occasione di
scoprire sapori sconosciuti, assaggiando cibi nuovi. I genitori hanno contribuito a creare
un ambiente positivo, incoraggiando i bambini con un atteggiamento favorevole verso
l'esperienza.
Anche gli insegnanti hanno contribuito alla riuscita dell'esperienza consumando
la merenda assieme agli alunni, offrendo così un modello di comportamento,
valorizzando i comportamenti positivi assunti dai bambini e sostenendo con attività
didattiche la loro partecipazione.
I collaboratori scolastici hanno contribuito a creare un clima positivo, preparando e
34
distribuendo con entusiasmo le merende.
Alla fine dell'anno scolastico è stato somministrato ai genitori un questionario,
per rilevare la loro disponibilità a proseguire il progetto per l'anno scolastico successivo
e per capire il grado di sensibilizzazione ottenuta sul tema dell'educazione alimentare.
Il questionario è stato distribuito nel mese di maggio 2008 a 649 famiglie. Sono stati
compilati e ritirati 559 questionari, pari all’86%.
Il grafico della figura 6 illustra la motivazione dei genitori a continuare il progetto di
educazione alimentare.
70%
Motivazioni dei genitori
n= ???? Maggio 2008
69%
60%
56%
60%
50%
40%
47%
44%
50%
37%
34%
30%
32%
30%
30%
30%
20%
11%
10%
1%
0%
5%
1%
15% 14%
13%
8%
5%
2%
6%
0%
D1
D2
per niente
D3
D4
poco
molto
D5
D6
moltissimo
LEGENDA
D1 L’educazione alimentare è importante
D2 La scuola può essere un’alleata nell’educare mio/a figlio/a ad un’alimentazione salutare
D3 E’ auspicabile che la scuola continui a promuovere l’educazione alimentare
D4 Il progetto fa si che mio figlio/a mangi più frutta/verdura di quanto ne consumava prima
D5 Il progetto è stato accolto in modo positivo da mio/a figlio/a
D6 E’ importante che la merenda continui ad essere fornita dalla scuola
Figura 6. Risultati del questionario somministrato ai genitori
Le risposte ai questionari evidenziano che i genitori ritengono l'educazione
alimentare importante per i loro figli e riconoscono la scuola come alleata nel percorso
educativo. L'80% dei genitori ritiene utile che la scuola continui a promuovere
l'educazione alimentare attraverso la fornitura della merenda.
I progetti educativi a valenza sanitaria, integrati nel percorso curricolare,
possono innescare un processo di cambiamento nell'approccio didattico sull'educazione
alla salute, fornendo alla scuola strumenti, metodi e procedure che promuovano la
35
diffusione di una nuova cultura, che valorizza la salute come investimento personale e
sociale (8).
Il gruppo si è sentito molto soddisfatto del risultato raggiunto, superiore alle
iniziali aspettative. La positività dei risultati ottenuti è da ricondurre essenzialmente a
due variabili: le caratteristiche favorevoli del contesto e le caratteristiche individuali dei
componenti del gruppo, che hanno mantenuto un atteggiamento aperto al confronto e
alla crescita personale.
Si è lavorato inoltre ad un ulteriore coinvolgimento dei docenti.
Fra settembre e novembre 2008, è stato proposto un Seminario di formazione
per gli insegnanti delle scuole primarie e dell'infanzia della Direzione didattica, a cui
hanno partecipato 43 docenti. Il Seminario ha avuto lo scopo di:
 far conoscere ad altri insegnanti la metodologia della promozione alla salute;
 fornire loro alcuni contenuti specifici sull'importanza dell'alimentazione e
dell'attività fisica;
 avviare un confronto sulle esperienze educative nella ristorazione scolastica.
Il Seminario si è svolto in tre incontri, tenuti dal responsabile del SIAN, dall'assistente
sanitaria e da un pediatra del territorio, motivato a sostenere il progetto (cfr. allegato 7).
Nello stesso anno scolastico, un altro plesso della Direzione didattica di
Codroipo ha manifestato la volontà di entrare nel progetto. Anche in questa realtà è stato
attivato un percorso di progettazione partecipata che, a partire dalla Commissione
Mensa, ha portato alla costituzione di un “Gruppo per la salute”. L'assistente sanitaria
ha curato la rete con i genitori, i docenti e l'Amministrazione comunale del Comune di
Varmo. Sono state così realizzate, nell'anno scolastico 2008/09, iniziative di
informazione e sensibilizzazione delle famiglie ed è stata attivata la “merenda
concordata”, sponsorizzata dalla ditta di ristorazione.
Attualmente a Codroipo, si sta progettando la stesura di un manifesto da
affiggere negli ambulatori dei pediatri, nelle scuole, nel distretto sanitario, allo scopo di
evidenziare il consenso che le diverse Istituzioni danno al progetto. Ai bambini verrà
chiesto di creare disegni e spot sull'alimentazione e l'attività fisica per un concorso
indetto dall'Amministrazione Comunale (cfr. allegato 8).
Con queste iniziative si intende mantenere alta l'attenzione sul progetto e
contribuire a sviluppare la cultura della salute, non solo nella comunità scolastica, ma in
tutto il territorio.
36
CONCLUSIONI
Partire dalla Commissione Mensa per creare un gruppo di progetto si è rivelata
una strategia appropriata ed efficace. Le persone che compongono la Commissione
Mensa si interessano dell'alimentazione a scuola, desiderano migliorare il servizio di
ristorazione scolastica e sono rappresentative della comunità in quanto genitori,
insegnanti, amministratori comunali. Aprire una riflessione sull'importanza delle
corrette abitudini alimentari ha permesso di ampliare il significato dell'alimentazione a
scuola e ragionare sulla funzione della CM, in un'ottica di valorizzazione dell'impegno
profuso dei componenti.
Attraverso la costante partecipazione agli incontri della CM, l'assistente sanitario
può e deve cogliere l'occasione per sensibilizzare i partecipanti a promuovere
programmi di salute nella comunità, rendendo consapevoli le persone del loro
potenziale di decision makers, ossia della loro possibilità e capacità di prendere
decisioni, che incidano positivamente sul contesto sociale. Queste persone, infatti, se
non sono adeguatamente formate e guidate, rischiano di sottostimare la loro funzione,
soffermandosi solo sul gradimento o meno dei pasti da parte dei bambini.
Educare alla salute significa privilegiare un processo di comunicazione, che non
si limita a fornire informazioni, ma si preoccupa anche della ricaduta, cioè dell'impatto
che le azioni producono sui soggetti e sulla comunità. La valutazione del feed-back è
fondamentale per capire se il processo attivato ha prodotto, un'implementazione delle
conoscenze e un cambiamento culturale rispetto ai temi della salute.
La progettazione partecipata è un efficace processo educativo per aumentare le
conoscenze sulla salute: permette l'incontro di persone diverse con competenze diverse,
aiuta a comprendere i problemi altrui e a rafforzare il concetto di comunità.
L'esperienza del progetto “Merende per tutti” è risultata coerente con i principi
culturali su cui si fonda l'empowerment.
1. “Aggiungere più che voler cambiare”
La C.M. da organismo con funzioni di controllo, è diventata occasione di
apprendimento e di promozione di processi di cambiamento delle abitudini
alimentari.
2. “Allargare la pensabilità positiva”
La C.M. ha percepito il proprio ruolo in senso integrato e ha portato una
37
pluralità di possibilità: informazione, coinvolgimento, motivazione, nuove
conoscenze, competenze e relazioni che hanno permesso di costituire il “Gruppo
per la salute”.
L'assistente sanitaria ha aperto una nuova pensabilità rispetto al proprio ruolo,
potenziando la creatività nella ricerca di strategie di problem solving.
3. “Dal singolare al plurale”
La C.M. ha cominciato a cercare al “plurale” le soluzioni, le possibilità,
incrementando il lavoro di rete all'interno, ma anche all'esterno dell'istituzione.

“Lavorare sulle risorse e non soffermarsi al problema”.
L'assistente sanitaria si è concentrata, insieme agli altri, sugli obiettivi da
perseguire; ha aggirato gli ostacoli e ha dato a ciascun componente della rete la
possibilità di esprimere il meglio di sè in termini di idee e di relazioni.
Credo che si debba continuare a seguire la strada della costruzione di una
pensabilità positiva della salute nelle Istituzioni, pensabilità che deve diventare prima di
tutto, patrimonio degli operatori.
La promozione della salute richiede operatori motivati e disposti a rinnovarsi per
trovare sempre nuove strategie educative, che sviluppino processi di coinvolgimento e
mettano le persone in grado di diventare più capaci di agire.
“I singoli competenti e empowered contribuiscono a rendere più competenti i gruppi e
le reti a cui partecipano, queste a loro volta diventano setting ambientali che offrono
nuovi stimoli alle persone che li frequentano. Si crea così una spirale positiva tra
potenziamento personale e creazione di una comunità o rete di sistemi competenti che
possono offrire, ai loro membri, più opportunità di contare e partecipare” (16).
La promozione della salute, come realizzazione di interventi partecipati che
soddisfano i bisogni e i desideri dei portatori di interesse, permette di sostenere nel
tempo percorsi anche impegnativi e di promuovere la trasferibilità delle esperienze
positive.
L'assistente sanitario può consolidare il suo ruolo strategico all'interno delle
comunità, come facilitatore e responsabile di processi in cui la prospettiva della salute
viene intesa come sviluppo di competenze e come risorsa positiva per la vita di ogni
giorno.
38
ALLEGATI
allegato n° 1.- “Patto per la prevenzione dell'obesità”, Regione Friuli Venezia Giulia
allegato n° 2.- Esperienza “pilota”: Progetto “ Il Contratto della merenda”.
allegato n° 3.- Articolo stampa locale sul progetto “Merenda per tutti”.
allegato n° 4.- Protocollo d'Intesa tra Comune di Codroipo, Scuola e Azienda Sanitaria.
allegato n° 5.- Informativa ai genitori.
allegato n° 6.- Articolo stampa locale sul gradimento del progetto da parte di alunni e
genitori, maggio 2008.
allegato n° 7.- Programma del Seminario di formazione per gli insegnanti.
allegato n° 8.- Articolo stampa locale sulle attività del progetto nell'anno scolastico
2008/09.
39
1
2
3
4
5
6
7
8
9
1
1
1
2
CITTA’ DI CODROIPO
Ufficio Istruzione,
Cultura e Sport
DIREZIONE DIDATTICA
di Codroipo
Azienda per i Servizi Sanitari
N. 4 Medio Friuli
Codroipo, 17 dicembre 2007
Cari genitori,
come forse sapete, il Comune di Codroipo fa parte della rete “Città Sane” del Friuli
Venezia Giulia. “Città Sane” è un progetto dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità)
che indica la salute come priorità per tutte le città del mondo.
Lo scorso anno l’Amministrazione Comunale di Codroipo ha aderito al progetto “Merenda per
tutti” rivolto ai bambini delle scuole primarie, proposto dalla Rete regionale di “Città Sane”.
Partendo dalla consapevolezza che le buone abitudini stabilite in età infantile sono
determinanti per garantire la crescita e la salute a breve e a lungo termine, l’obiettivo
principale del progetto era attivare una collaborazione concreta con i Comuni, le Scuole, i
pediatri, i genitori e le imprese del territorio per realizzare percorsi di educazione
alimentare sostenibili nel tempo.
Per perseguire questa finalità si era costituito un “gruppo di progetto” che ha coinvolto alcuni
insegnanti e genitori dei bambini delle scuole primarie Fabris e Candotti, l’ Azienda Sanitaria e
l’ Amministrazione comunale di Codroipo.
Il gruppo ha osservato che molti bambini fanno una colazione insufficiente e uno spuntino di
metà mattina troppo abbondante. Questo comportamento spesso si traduce in difficoltà di
concentrazione nella prima mattina e scarso appetito a pranzo.
Nel maggio 2007 lo stesso gruppo ha realizzato l’iniziativa la “Settimana della merenda
ideale”, in cui i bambini hanno consumato una merenda sana, alternando frutta, yogurt e pane.
Considerati i risultati positivi di questa esperienza, è stato sottoscritto un protocollo
d’intesa in cui Scuola, Comune e Azienda Sanitaria si impegnano a proseguire la
collaborazione per promuovere percorsi di educazione alla salute rivolti agli alunni e alle loro
famiglie.
Il 27 novembre 2007 si è quindi riunito il nuovo gruppo di progetto, costituito da insegnanti
referenti delle scuole Fabris e Candotti, da genitori, di cui due facenti parte della
Commissione Mensa, dall’ Ass4 e dall’ amministrazione comunale, che avrà il compito di
elaborare un nuovo progetto specifico per le scuole primarie di Codroipo.
1
La prima azione individuata come fattibile, è stata quella di far sì che tutti i bambini
consumino regolarmente, a metà mattina, una merenda sana ed adeguata .
Ciò sarà possibile grazie a una diversa organizzazione del servizio di ristorazione scolastica e
ad una puntuale collaborazione dei genitori. La merenda verrà fornita quindi per 3 giorni alla
settimana dalla scuola, per 2 giorni dovrà essere portata da casa.
L’iniziativa sarà attuata a partire da LUNEDÌ 14 GENNAIO 2008 con il seguente
calendario
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Frutta
da casa
Pane/grissini Yogurt
scuola
scuola
Giovedì
Venerdì
Frutta
scuola
Frutta
da casa
Ricordatevi quindi della frutta lunedì e venerdì!!!
Scegliete voi il “frutto del giorno” con i vostri figli.
Vanno benissimo le mele, anche già sbucciate, in coppetta (in questo caso aggiungete qualche
goccia di limone per non farle annerire), oppure pere, banane, arance, mandarini a seconda
della stagione. Una macedonia o una spremuta possono andare bene, in un contenitore ben
chiuso! Una valida alternativa può essere la frutta secca o disidratata, che può anche
integrare quella fresca, oppure la verdura (carote, finocchi, pomodorini …).
Mele e pere possono essere consumate con la buccia, dopo essere state ben lavate.
Negli altri giorni, il pane o grissini, lo yogurt e la frutta forniti dalla ditta di ristorazione
collettiva CAMST (senza aggravio di spesa per gli utenti), verranno distribuiti a ricreazione
dal personale scolastico.
Vi chiediamo di non aggiungere altro, in particolare non mettere il “brik” di succo nello
zaino: per bere, andrà benissimo l’acqua di rubinetto!
Incoraggiate i bambini a vivere con entusiasmo e curiosità questa esperienza: se
“sentiranno” il vostro gradimento per l’iniziativa, la condivideranno volentieri coi compagni!
Un’ultima “raccomandazione”: fate fare ai bambini una colazione abbondante: è un modo
per iniziare bene, e in forza, la giornata!
Il gruppo di progetto si propone di valutare l’andamento di questa iniziativa fra 3 mesi.
Per qualunque perplessità e chiarimento, ci si può rivolgere ai componenti del gruppo
insegnanti: Paravani Donatella, Benedetti Adriana, Turcatti Rosanna, Casaril Francesca;
genitori: Lenarduzzi Roberta, Berti Diva, Aguzzi Monica, Sansonella Monica ed ai
rappresentanti di classe .
GRAZIE!!!
2
1
Direzione Didattica di Codroipo
in collaborazione con
Azienda per i Servizi Sanitari n° 4 “Medio Friuli”
Comune di Codroipo
Progetto
MERENDE PER TUTTI
Seminario di formazione per gli insegnanti della
Direzione Didattica di Codroipo
Scuola G.B. Candotti
Via Friuli, 20 – Codroipo
1
Premessa
Le abitudini di vita non salutari sono all’origine della crescente
prevalenza del sovrappeso e dell'obesità in tutte le età.
Esse possono essere modificate solo attraverso il coinvolgimento di tutti i
soggetti culturali, sociali, economici e politici che possono intervenire sui
determinanti dei comportamenti individuali e collettivi.
Particolare attenzione va posta nell’educazione alla salute dei bambini:
essi infatti imparano a comportarsi da chi li circonda, e possono
sviluppare fin dall’età scolare abitudini che concorrono all’insorgenza di
malattie nell’età adulta.
Da questa consapevolezza è nato l’Accordo di programma tra Comune
di Codroipo, Direzione Didattica e Azienda Sanitaria che ha dato avvio,
nell’anno scolastico 2007-2008, al progetto di educazione alimentare
“Merende per tutti”. Il percorso iniziato ha visto crescere la
collaborazione tra le diverse istituzioni e le famiglie per orientare i
consumi e i gusti alimentari dei bambini attraverso la proposta di uno
spuntino di metà mattina più salutare.
La conoscenza reciproca e i confronti sulle prime esperienze hanno
portato a considerare l’utilità di un approfondimento comune
sull’importanza di una sana alimentazione e di una regolare attività fisica
per la salute dei bambini e sui ruoli dei diversi educatori.
La Direzione Didattica ha organizzato quindi 3 incontri di aggiornamento
e confronto tra insegnanti e operatori sanitari per rendere tutti partecipi
delle iniziative avviate e condividere le motivazioni e i contenuti dei
programmi futuri.
Obiettivi del Seminario
-
offrire agli insegnanti conoscenze ed elementi educativi per
orientare i bambini verso consumi, gusti e comportamenti più
salutari;
-
avviare un confronto fra insegnanti e operatori sanitari sui
determinanti dell’efficacia dei programmi di educazione alla salute
e sulle possibilità di miglioramento.
Partecipanti
Gli insegnanti della Direzione Didattica di Codroipo, appartenenti alle
scuole di Codroipo, Varmo, Bertiolo.
2
PROGRAMMA
1° incontro:
giovedì 4 settembre 2008
ore 9 - 12
Il progetto integrato di educazione alimentare “Merende per tutti”
-
Obiettivi del progetto
Modelli e metodi di intervento
Il punto di vista degli operatori sanitari e degli insegnanti
La valutazione della sua efficacia
I punti di forza e di debolezza del progetto
Tavola rotonda: le proposte per sostenere il progetto nel tempo
2° incontro:
martedi 9 settembre 2008
ore 14 - 17
La salute dei bambini dipende dall’educazione dei grandi:
incontro con il dr. Paolo Lubrano, pediatra di famiglia
- I comportamenti salutari si acquisiscono nei primi anni di vita
- I problemi legati all’obesità e al sovrappeso
- L’importanza dell’attività fisica
Tavola rotonda: luoghi comuni e credenze da sfatare
3° incontro:
lunedì 20 ottobre 2008
ore 16.30 - 18.30
La scuola che promuove la salute
- Gli insegnanti come consumatori ed educatori
- La ristorazione scolastica come momento di educazione alimentare
- La collaborazione dei genitori
Tavola rotonda: temi da approfondire
3
Relatori e moderatori delle tavole rotonde
Cecilia Savonitto
Direttore Struttura Complessa “Igiene degli alimenti e della nutrizione” - ASS
n° 4 “Medio Friuli”
Paola Corazza
Assistente Sanitaria Struttura Complessa “Igiene degli alimenti e della
Nutrizione” - ASS n° 4 “Medio Friuli”
Paolo Lubrano Pediatra di famiglia, Distretto Sanitario di Codroipo
Donatella Paravani, Adriana Benedetti,
Francesca Casaril, Rosanna Turcati
Insegnanti referenti per il progetto nelle Scuole G. B. Candotti e A. Fabris
Al termine del seminario verrà rilasciato un attestato di partecipazione
Per informazioni rivolgersi a:
-
Donatella Paravani, presso la Direzione Didattica di Codroipo, Scuola G.B. Candotti - tel.
0432 906427
-
Paola Corazza, presso la S.O.C. Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, Dipartimento di
Prevenzione, ASS n° 4 “Medio Friuli” - tel. 0432 553967
4
1
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44