“Io che amo solo te”, l`ultimo romanzo di Luca Bianchini

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“Io che amo solo te”, l`ultimo romanzo di Luca Bianchini
“Io che amo solo te”, l’ultimo romanzo di Luca Bianchini
di MICAELA RICCI
“Io che amo solo te” è l’ultimo romanzo di Luca Bianchini, pubblicato per Mondadori e
presentato alla Feltrinelli di Bari giovedì 16 maggio.
Dopo il successo dell’ultimo romanzo “Siamo solo amici”, l’autore, conduttore su Radio2 del
programma radiofonico “Colazione da Tiffany” e giornalista di “Vanity Fair”, dà alla luce la sua
ultima fatica letteraria, scegliendo come cornice la Puglia, regione che l’ha ammaliato durante il
suo tour 2011. Polignano a mare diventa cornice di sentimenti quali l’amore, l’invidia, la paura,
l’attesa e il cambiamento. L’autore ama molto il tacco d’Italia, definito come una terra fatta di
persone che “tengono alla parola data” e, dopo l’atmosfera veneziana malinconica di “Siamo
solo amici”, abbraccia l’allegria, l’ironia e l’umanità del sud d’Italia. “Questa storia che racconto
è vera”, spiega Bianchini, “e molti personaggi corrispondono spesso a uomini e donne che ho
conosciuto”. In effetti lo scrittore ha potuto davvero toccare con mano l’atmosfera ludica e un
po’ eccentrica di un matrimonio meridionale. Il suo spirito di osservazione in quell’occasione gli
permette di tratteggiare un quadro variopinto e di dare vita ad una storia vivace piena di colpi di
scena e di sentimenti veri. La trama mette a confronto due famiglie, unite dal matrimonio dei
due giovani, Chiara e Damiano, ma l’attenzione si sposterà sui loro rispettivi genitori, innamorati
da vent’anni ma che non sono mai riusciti a stare veramente insieme. I 287 invitati avranno il
loro sguardo costantemente rivolto a Ninella, mamma dello sposo, la sarta più bella del paese,
vedova impegnata in cucina e a guardare il mare. Lo stesso nome Ninella è ispirato da una
canzone che Bianchini ha ascoltato dalla voce di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, in una
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“Io che amo solo te”, l’ultimo romanzo di Luca Bianchini
canzone barese dove protagonista è, appunto, Ninella. La vedova è sempre stata innamorata di
Don Mimì, al quale ha dovuto rinunciare per questioni familiari. A parte questi personaggi, il
caos creato da situazioni grottesche durante il matrimonio, mette in luce la figura di Nancy, la
sorella della sposa che vuole perdere la verginità o di Matilde, la moglie di Mimì, che manovra il
matrimonio e controlla che tutto avvenga come previsto. La Puglia è il luogo dei matrimoni e
dell’amore e il legame dello scrittore con la regione è da lui espresso: “La Puglia mi ha accolto
con un abbraccio così forte che non ho saputo dirle di no”. Presenza costante è quella del
vento, quel maestrale che arriva senza preavviso e che potrebbe causare dei problemi al
matrimonio. Ninella è preoccupata ed esprime i suoi pensieri: “Per lei il maestrale era la
peggiore sventura che si potesse abbattere su un matrimonio. Quasi come una bomboniera
sbagliata, due cugini che restano senza tavolo, o due cozze che restano sullo stomaco. Perché
nelle settimane successive- nei mesi, addirittura- gli invitati avrebbero raccontato tutto iniziando
con “Se non ci fosse stato il vento”, dedicando meno parole alla sala, alle rose, alla sposa e alla
casa”. Tra ironia, colpi di scena e sentimenti, l’autore termina il suo romanzo sulle note della
canzone “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo, lasciando nel lettore un gusto divertito e una
riflessione sulla vita e sui sentimenti.
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