Mozione particolare Campo Ashraf in Iraq (a prima firma Elisabetta

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Mozione particolare Campo Ashraf in Iraq (a prima firma Elisabetta
Mozione particolare
Campo Ashraf in Iraq (a prima firma Elisabetta Zamparutti)
Premesso che:
- nel Campo Ashraf, nell’est dell’Iraq, risiedono circa 3.500 persone appartenenti alla
resistenza iraniana che, con il passaggio della tutela del Campo, nel 2009, dalle forze
americane al Governo iracheno di Al-Maliki; da ultimo il 31 ottobre scorso, quando il
Ministro degli Esteri iraniano Ali Akbar Salhei si è recato a Bagdad dove ha tenuto una
conferenza stampa con il suo omologo iracheno Hoshyar Zebari che gli ha ribadito
l’impegno a smantellare il campo entro il 2011;
- gravi e mortali segnali intimidatori in tal senso sono stati dati nel luglio del 2009 e poi di
nuovo nell’aprile del 2011 quando attacchi armati delle forze irachene hanno causato decine
di morti e centinaia di feriti tra i residenti inermi;
- il 13 settembre 2011, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite ha chiesto una proroga
dell’ultimatum sulla chiusura del Campo per poter procedere al rilascio dello status di
rifugiato politico su base individuale dei residenti;
- dal 29 novembre le forze irachene stanno costruendo terrapieni ed erigendo costruzioni in
prossimità del Campo Ashraf in vista delle operazioni di chiusura che non saranno di certo
pacifiche;
- allo stato attuale, la chiusura di Ashraf è una tragedia annunciata poiché se i residenti
fossero dispersi in piccoli gruppi, le forze irachene e quelle iraniane avrebbero gioco facile
nella loro eliminazione nell’indifferenza generale; in tal senso, a preoccupare sono anche le
parole di Struan Stevenson, presidente del gruppo del Parlamento europeo per le relazioni
con l’Iraq, che ha recentemente parlato di un piano del governo iracheno per trasferirli nella
prigione di Al-Mothanna a Baghdad, dove, secondo recenti denunce, si commettono torture
e stupri;
impegna gli organi dirigenti del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito a
chiedere al Governo italiano e alla Comunità internazionale, all’Unione Europea, agli Stati Uniti
d’America e agli organi e alle autorità di competenza di attivarsi immediatamente perché sia
rinviata la chiusura del Campo Ashraf in modo da consentire all’Alto Commissario dell’ONU per i
rifugiati di procedere alla identificazione dei residenti al fine del riconoscimento dello status di
rifugiato in vista di un loro trasferimento in paesi terzi e, nel frattempo, assicurando una protezione
internazionale peri residenti nel Campo.