Vince David Millar, il «pentito» del doping

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Vince David Millar, il «pentito» del doping
Sport
48 sabato 14 luglio 2012
l'Adige
Moreno Moser perde la maglia per 2”
Giro
della Polonia
Il polacco
Kwiatkowski
«sorpassa»
grazie
ai traguardi
volanti
Vittoria
di Kroupis
TOUR DE FRANCE
KATOWICE - Il lituano Aidis
Kruopis (Orica-GreenEDGE) ha
vinto un po’ a sorpresa la quarta frazione del Giro di Polonia
2012. Al secondo posto il vincitore della seconda tappa Ben
Swift (Sky), poi Theo Bos (Rabobank) e il nostro Daniele Bennati (RadioShack-Nissan). Grazie agli abbuoni ottenuti nei traguardi volanti, sia nella tappa
di giovedì che in quella di ieri,
il polacco Michal Kwiatkowski
(OmegaPharma-Quickstep) è
riuscito a soffiare la maglia di
leader a Moreno Moser, ora secondo a 2”.
Per il resto, quella di ieri è stata una tappa molto tranquilla,
con la solita fuga partita sin dai
primi chilometri, che il gruppo
ha sempre tenuto sotto controllo, tirato soprattutto da Liquigas e GreenEdge. A comporre
la fuga quattro uomini: Adrian
Kurek (Utensilnord), Angel Madrazo (Movistar), Maarten Verschoor (Team Type 1) e Rafael
Andriato (Farnese).
I fuggitivi, che non hanno mai
avuto un vantaggio superiore
ai cinque minuti, sono stati poi
ripresi dal gruppo a dieci chilometri dall’arrivo, giusto in
tempo per permettere alle
squadre dei velocisti di organizzarsi per un finale già scritto in partenza.
Oggi (arrivo a Zakopane) Moreno Moser avrà la possibilità
di riprendersi la maglia, ma l’attuale leader Kwiatkowski, che
quando è in forma tiene bene
anche in salita, farà di tutto per
tenersela.
Ordine d’arrivo: 1. Kruopis Aidis (Lit -Orica GreenEdge)
02:43’04 (47,023 km/h); 2. Swift
Ben (Gbr – Sky); 3. Bos Theo
(Ned – Rabobank); 4. Bennati
Daniele (Ita – Radioshack); 5.
Porsev Alexander (Rus – Katusha); 6. Guarnieri Jacopo (Ita –
Astana)
Classifica: 1. Kwiatkowski Michal (Pol - Omega); 2. Moser
Moreno (Liquigas) a 2’’; 3. Wegmann Fabian (Garmin) 8’’; 4. Boom Lars (Rabobank) 8’’; 5. Gerdemann Linus a 11”.
Baruffa nello sprint per il 6° posto tra Sagan e Goss
Vince David Millar,
il «pentito» del doping
Lo scozzese della Garmin batte il francese Peraud
ANNONAY (FRANCIA) - È il giorno della vittoria del pentito, il primo successo da corridore
pulito di David Millar, che al Tour aveva già vinto (e vestito la maglia gialla) barando.
Ed è molto significativa perchè, come ricorda
l’ex dopato scozzese, «ho vinto esattamente 45
anni dopo la morte di Tommy Simpson, un simbolo del ciclismo britannico stroncato sul Ventoux (dal caldo e gli effetti di una miscela di sostanze proibite, ndr) durante il Tour».
Millar si è imposto nella tappa più lunga di questo Tour, 226 chilometri, battendo allo sprint
il compagno di fuga Jean-Christophe Peraud,
uno che ora vuole essere protagonista anche
alle Olimpiadi di Londra, dove però correrà
nella mountain bike.
Sono stati loro due ad animare la tappa, formando insieme allo spagnolo Martinez, al croato Kiserlovski ed all’altro francese Gautier il
quintetto che a metà gara aveva già fatto capire che per il successo di giornata sarebbe stata una questione privata.
Il vantaggio di questi fuggitivi diventa quasi subito non rimontabile, e la tappa, vista anche la
distanza da percorrere, viene «narcotizzata»,
a parte la brutta caduta che costringe David
Mouncoutiè al ritiro.
La frazione si accende nel finale, quando Peraud e Millar (che poi non tira quasi mai) piazzano l’allungo decisivo e vanno a contendersi
il successo, preda del britannico chiaramente
migliore nel rivale in volata.
«La mia tattica era quella di arrivare allo sprint
- spiega poi Millar - , perchè pensavo di essere
il più veloce dei cinque in fuga. Perciò mi ero
ripromesso di rispondere a tutti gli attacchi.
Avevo fiducia, non sono un velocista da vola-
AMATORI
Le classifiche
ORDINE D'ARRIVO
in 5h42'46"
1˚
David Millar (Gbr)
2˚
Jean Christophe Peraud (Fra)
3˚
Egoi Martinez (Spa)
4˚
Cyril Gautier (Fra)
5˚
Robert Kiserlovski (Cro)
6˚
Peter Sagan (Slk)
7˚
Matthew Goss (Aus)
s.t.
8˚
Sebastien Hinault (Fra)
s.t.
9˚
Cadel Evans (Aus)
s.t.
10˚
Luca Paolini (Ita)
s.t.
s.t.
a 05"
s.t.
s.t.
a 07'53"
CLASSIFICA
1˚
Bradley Wiggins (Gbr)
2˚
Chris Froome (Gbr)
a 2'05"
3˚
Vincenzo Nibali (Ita)
a 2'23"
4˚
Cadel Evans (Aus)
a 3'19"
5˚
Juergen Van den Broeck (Bel)
a 4'48"
6˚
Haimar Zubeldia (Spa)
a 6'15"
7˚
Tajay Van Garderen (Usa)
a 6'57"
8˚
Janez Brajkovic (Slo)
a 7'30"
9˚
Pierre Rolland (Fra)
a 8'31"
10˚
Thibaut Pinot (Fra)
in 54h34'33"
a 8'51"
ANSA-CENTIMETRI
Novità: cronoscalata del Menador. E Weiss vince a Piné
David Millar ha vinto
la tappa più lunga
del Tour nel giorno
del 45° anniversario
della morte di Simpson,
battendo Peraud
«Questa è una vittoria
pulita - ha detto
lo scozzese - e dimostra
che si può vincere
senza doparsi»
te di gruppo compatto, ma da gruppettini. Non
è la mia prima vittoria al Tour, però questa è
una vittoria pulita, senza uso di doping, ed è
importante per me, per la squadra e per il ciclismo, perchè dimostra che si può vincere senza doparsi».
Detto nel giorno in cui, dalle colonne del «Guardian» la maglia gialla Bradley Wiggins, arrivato staccato di quasi otto minuti con il gruppo
dei migliori in classifica, ribadisce la propria
avversione al doping, fa un certo effetto.
Bisogna però vedere se davvero il ciclismo riuscirà a rifarsi l’immagine giusta. Intanto ci prova, con casi come questo di Millar.
Ad animare la tappa c’è stata anche la «baruffa» tra Sagan e Goss. Quest’ultimo per prece-
IL LUTTO
dere lo slovacco nella volata per il sesto posto,
che valeva un discreto bottino di punti per la
maglia verde, si produce in una brusca sterzata che provoca l’ira del rivale, che lo manda
eufemisticamente a quel paese in perfetto italiano: «Ho rivisto lo sprint in tv e Goss non è
stato corretto - ha spiegato Sagan -, ha cambiato traiettoria. C’era molta tensione negli ultimi chilometri, lui mi ha fatto arrabbiare. Se mi
avesse battuto regolarmente, non avrei avuto
nulla da dire. Ma battermi così non va bene. Gli
ho detto “che fai?”, e lui mi ha pure risposto
male».
Ma se n’è accorta anche la giuria e infatti Goss
è stato poi retrocesso dal sesto al settimo posto.
Famoso anche per «Tutto il calcio minuto per minuto»
Bren Team, tris di corse organizzate Provenzali fu un cantore di Moser
TRENTO - Il movimento
cicloamatoriale trentino non
sta attraversando uno dei suoi
momenti migliori. Il discorso
non riguarda tanto i risultati,
che anzi, anche a livello
nazionale e internazionale,
non mancano. Dove il
movimento segna un po’ il
passo è nella vitalità delle
società che lo compongono.
Complice la crisi e la difficoltà
di reperire risorse per
organizzare manifestazioni, il
calendario dei cicloamatori
presenta inediti «buchi» e
dolorose rinunce. Ebbene, in
questo quadro grigio spicca
l’impegno del Bren Team,
storico rivale della
superpotenza Pvb Bergner
Brau che pure fa la propria
parte per dare ossigeno al
settore. Nonostante
organizzare una corsa sia
sempre più difficile, la
squadra diretta da Luca
Cadrobbi -160 tesserati con le
punte di diamante Werner
Weiss, Marco Ferrari, Matteo
Giovannini, Marco Poier,
Tiziano Sartori e Claudio
Segata - ha deciso di rilanciare
rispetto all’impegno degli anni
scorsi, affiancando ai due
appuntamenti classici
organizzati sotto la sua regia
(la cronoscalata Trofeo Baita
Alpina sull’altopiano di Piné
ed il Trofeo Cassa Rurale Lavis
Valle di Cembra ad Albiano)
una nuova corsa. «La
cronoscalata si è svolta
giovedì e ad aggiudicarsela è
stato il nostro atleta di punta,
l’altoatesino Werner Weiss
(foto www.fontanari.it), già
vincitore quest’anno della
classifica assoluta della
Transalp - spiega Cadrobbi -. Il
29 luglio sarà la volta della
gara in linea di Albiano ed il 5
agosto la novità: la
cronoscalata del Menador con
partenza da Caldonazzo, nel
giorno della sagra di San Sisto
ed arrivo in cima alla severa
salita che porta in località
Monterovere. Un impegno
supplementare reso possibile
grazie al supporto economico
di Scavolini e Abc
Arredamenti, principali
sponsor della squadra».
Giovedì scorso, intanto, come
detto, si è disputato il Trofeo
Baita Alpina. Quaranta gli
atleti al via e netta vittoria, a
conclusione di 4,2 km con 240
metri di dislivello, di Werner
Weiss. Il «re» della Transalp ha
impiegato 9’28”40 a
completare l’ascesa,
precedendo di 20” Paolo
Decarli (Pvb), di 59” Matteo
Giovannini (Bren Team) e di
1’02” Daniele Bergamo (Pvb).
GENOVA - «Era un rigorista eccezionale, nel
senso del rigore professionale. Per lui il lavoro
veniva prima di tutto»: così il genovese
Emanuele Dotto, per tanti anni suo collega a
RadioRai, ricorda il genovese Alfredo
Provenzali (nella foto), con il
quale ha condiviso
centinaia di eventi
sportivi. «Lui era in primo
luogo un cronista, nel
senso più alto del termine.
Gli piaceva riferire un fatto
con rigore assoluto. E
pretendeva che le notizie
fossero sempre verificate,
con, appunto, rigore
assoluto. Diceva: Gli scoop
possono fare del male alla
gente. Se una notizia non
ha tutte le conferme
necessarie è meglio non
darla. Da questo punto di
vista per me è stato di
grande insegnamento».
Appassionato in primo
luogo di nuoto e
pallanuoto, Provenzali
considerava una delle sue
esperienze più belle il
record dell’ora di
Francesco Moser a Città
del Messico, di cui fu
testimone e cronista. «I
suoi miti sportivi - ha
ricordato Dotto,
impegnato in questi giorni
al Tour di France - erano Novella Calligaris, lo
stesso Checco Moser e Aldo Pizzo, il campione
della Pro Recco, di cui era amico e tifoso.
Credo sia stato lui a tirar fuori l’appellativo di
caimano». Per Dotto, Alfredo Provenzali era
«un signore vecchio stile, un repubblicano
d’altri tempi, sempre vestito in modo
appropriato. So anche che era anche amico
personale di Marco
Pannella fin dai tempi
dell’università». Nato a
Sampierdarena ma
originario dell’Isola d’Elba,
Alfredo Provenzali avrebbe
in realtà dovuto fare
l’ingegnere marittimo.
«Credo gli mancasse un
solo esame per completare
gli studi in Ingegneria
Navale - ha ricordato Dotto
-. Ma lo sport era la sua
passione. Lo chiamavamo
“transenna d’oro”, perchè
arrivava sugli impianti
sempre in abbondante
anticipo. Ed era un
grandissimo collezionista
di carte da gioco: ne
comprava in ogni Paese del
mondo in cui andasse».
Tifoso «ma all’acqua di
rose» della Sampdoria,
aveva il difetto di fumare
tantissimo, anche 80
sigarette al giorno. In
pensione dal 1998, ha
comunque lavorato a Tutto
il calcio minuto per minuto
fino al campionato scorso.
Nel giorno del suo compleanno, lascia la
moglie Marisa, insegnante, e la figlia Paola,
giornalista.