federico centola - San Marco in Lamis. Eu

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federico centola - San Marco in Lamis. Eu
FEDERICO CENTOLA
Il sammarchese che faceva sognare i bambini
Presso le rive dell'adriatico mare
cadde infranto il suo sogno
col suo cuore magnanimo
il suo spirito anelo
vigila insonne dall'alto dei cieli
"lo stabilimento del giocattolo"
cuore del suo cuore
impresa di audacia di libertà del lavoro
eterna il suo nome
emblema di fede di speranza d'amore
N. San Marco in Lamis - 24 Giugno 1890
M. Roseto degli Abruzzi - 27 Gennaio 1949
Con queste poche righe termina la storia di un grande uomo, un sammarchese, che nel corso della sua
non lunga vita ebbe il coraggio di osare. Osò costruire una delle più grande fabbriche di giocattoli allora
esistenti, tra le prime dieci in Italia e tra la prime venti al mondo. Anche se la storia di Federico Centola è
triste per certi aspetti, non significa che non debba essere allo stesso tempo affascinante. E' doveroso
ricordare questo nostro concittadino, ma forse dovrei dire che è doveroso farlo conoscere prima.
Purtroppo non sempre siamo bravi nel rendere omaggio a chi porta in alto il nome della nostra comunità.
Le fonti sono poche e quel poco che conosco lo devo al suo ultimo figlio, Vittorio, e ad un nipote
giornalista, Federico, che ha fatto quanto sto facendo io nella città di Roseto degli Abruzzi. Alcune parti
della pagina 3 sono state prelevate da una piccola biografia scritta dal nipote Federico che ringrazio
sentitamente.
Federico Centola nacque a San Marco in Lamis il 24 Giugno 1890, da Nicola e Maria Carolina
Ciavarella. Purtroppo non è dato sapere cosa egli fece nella città garganica, le uniche
informazioni a nostra disposizione sono che ha compiuto il servizio di leva negli Abruzzi e che
ha sposato Angela Contessa 1 , anch'essa sammarchese nata nel lontano 11 Luglio 1895 da
Antonio e Rendina Maria Emanuela. Sappiamo con certezza che la consorte del Centola lavorò
alle poste di San Marco in Lamis, allora private.
Molto giovani, i coniugi, abbandonarono il loro paese Natale per cercare fortuna altrove2. Si ha
traccia di Federico Centola nella città di Lodi e nel lodigiano, dove lavorò inizialmente come
rappresentante tessile 3 . In questa città impiantò la sua prima fabbrica, inizialmente per la
lavorazione del legno4, in seguito aprì una fabbrica di giocattoli. Qui, insieme alla moglie, mise
su famiglia ed ebbe ben cinque figli maschi5. Nemmeno qui le fonti ci sono di grande aiuto e ci
limitiamo a riportare queste poche scarne informazioni, mentre abbiamo a disposizione più
informazioni sul periodo successivo.
1
Nell'atto di battesimo di Federico Centola è riportata una nota dove si legge che il 12 Giugno 1921, nella chiesa della Collegiata prende in sposa Angela Contessa (vedi immagine a pag. 4). 2
Non sappiamo esattamente l'anno, certamente questo avvenne dopo il 1921. 3
Il figlio Vittorio ricorda di aver sentito che il padre inizialmente faceva il rappresentante di una industria dolciaria e che in seguito fece il rappresentate di tessuti, egli conserva ancora un antico contafili che Federico usava durante il lavoro per valutare la consistenza dei tessuti. Alcuni parenti di San Marco In Lamis ricordano invece che Federico quando andò via dal paese natale iniziò a lavorare come rappresentante di una industria cartiera. 4
Questa notizia mi è stata data dai parenti residenti a San Marco In Lamis, ma andrebbe verificata. 5
Non ho ancora accertato se il primo figlio è nato a San Marco in Lamis, di certo Vittorio che è il più piccolo è nato a Lodi. Scoprire ciò potrebbe esserci di aiuto per comprendere con esattezza quando il Centola abbandonò definitivamente il nostro paese. 1 Tra il 1933-34 si trasferirono, insieme a tutti i loro cari, a Bologna, dove lo raggiungono anche
tre (o quattro) sorelle negli anni seguenti. Non sappiamo il perchè di questo trasferimento. E'
qui che iniziò la grande storia umana ed industriale di Federico Centola.
In pochissimi anni riuscì nell'ardua impresa di costruire una tra le più grandi fabbriche di
giocattoli in latta (la F.C.B. "Federico Centola Bologna"), tanto da poter dare lavoro a più di
120 persone di cui 100 donne. Non sappiamo con esattezza come fu il suo rapporto con San
Marco in Lamis, ma possiamo dedurre che fu buono ed allo stesso tempo sfortunato. Era solito
recarsi abbastanza spesso in terra garganica prima della guerra, questo perchè il padre e la
madre erano ancora in vita. Nel 1937 la madre muore e si reca a San Marco per acquistare un
loculo, per la cifra di 325 lire, della congrega del SS. Sacramento. Il padre di Federico, Nicola,
si risposa con Rachele Ciavarella (nata a San Marco In Lamis il 12 Ottobre 1874) e non
sappiamo quando, raggiungono i figli a Bologna.
L'unica sorella di Federico, Rosa Centola, sposò a San
Marco In Lamis un Petruccelli. Rosa, purtroppo, morì
prematuramente con la spagnola nel 1919. Così, prima
della seconda guerra mondiale, il suo nucleo familiare
è completamente emigrato da San Marco in Lamis. Le
sue poche successive visite al paese saranno per i
parenti della moglie, che ha ancora una sorella a cui è
legatissima6. Con certezza sappiamo che casa sua era
ritrovo di sammarchesi, molti erano suoi amici di
infanzia che come lui erano emigrati ed egli nutriva
piacere nel tener vivo il legame con i suoi compaesani.
Uno dei tanti giocattoli in latta prodotti nella Un cugino di mio nonno, Ludovico Centola, durante la
fabbrica di Bologna dalla F.C.B. guerra, mentre si trovava in un ospedale da campo
bolognese per delle ferite alle gambe subite nei
combattimenti, venne a sapere da alcuni infermieri del luogo di questo Federico Centola e di
come egli accettasse di buon grado le visite dei sammarchesi, specialmente se potevano avere
un qualche legame di parentela con lui o la sua consorte. Purtroppo non riuscì mai ad
incontrarlo.
Dal punto di vista umano possiamo dedurre che doveva essere un personaggio dal nobile
animo.
Durante i conflitti bellici continua a far lavorare gli operai. Purtroppo in seguito ai
bombardamenti, che non colpirono la fabbrica dove la famiglia Centola abitava, il lavoro andò
scemando sempre più. Alcuni episodi degni di citazione sono i seguenti:
Il 25 Novembre del 1943, la città di Bologna viene gravemente bombardata ed una delle
bombe cade nei pressi della fabbrica di giocattoli. Fortunatamente la bomba fa saltare in aria il
cancello che viene ritrovato a quasi 300mt. da dove era situato. Poco distante c'è un treno con
dei bambini che torna da Rimini, bloccato sui binari sotto i bombardamenti. Federico Centola,
insieme alla sua famiglia fa rifugiare nella fabbrica questi bambini e dà loro accoglienza.
Nel 1940, un ufficiale delle camicie nere si reca negli uffici della fabbrica, precisamente in
quello di Federico Centola che è contiguo a quello della moglie. La moglie, che stava piangendo
nell'altro ufficio, comprende bene quello che sta accadendo, infatti lo scopo della sgradita visita
6
Angela Contessa e sua sorella, il cui nome è ignoto, da sempre furono legate da un rapporto molto forte. Nacquero nell'attuale via D'Azeglio, allora chiamata via Del Sambro. E' la undicesima traversa sinistra di corso Matteotti. Presso il popolo è intesa come strada di "Don Marco Centola" figlio del dottor chimico Berardino e della nobildonna Liberantonia Del Sambro. (fonte tratta dal libro Fra orti e mugnali di Matteo Ciavarella) 2 è quello di obbligare Federico Centola a prendere la tessera del partito fascista. Lui altrettanto
animosamente replica all'ufficiale di non avere orientamenti politici e che il suo unico interesse
è quello di dare il lavoro ai suoi operai ed il pane alla sua famiglia.
Dopo la guerra le cose erano molto cambiate a Bologna, così Federico Centola decise che era
ora di cambiare aria. Si mise alla ricerca di un terreno dove poter costruire ex-novo una
fabbrica di giocattoli in latta ancora più grande della precedente. Poi torna verso il suo sud,
sappiamo che concluse un pre-accordo nella città di Loreto, per l'acquisto di un terreno al
prezzo di 1.200.000 lire, ma poi non se ne fece niente per questioni tecniche sulla natura dei
terreni.
Durante un viaggio verso il sud Italia, non sappiamo se alla volta della nostra città, si fermò
nella città di Roseto degli Abruzzi. Lui era molto legato a quella zona dove fece il servizio di
leva, ed in un caffè, con alcuni cittadini di quel luogo, parlò del suo viaggio alla ricerca di un
posto dove costruire la sia nuova fabbrica. Alcuni pensarono bene di parlarne con il sindaco
Paris, che presto si affrettò a prendere informazioni. Contattando in seguito il Centola, con una
luce di speranza per le sorti della intera comunità rosetana, il consiglio comunale con delibera
n° 56 del 07/09/1946 si impegnò a trovare un'area a Roseto con le stesse caratteristiche ed
allo stesso prezzo di quello di Loreto. L'area fu trovata, ma il prezzo era di 1.850.000 lire. Il
comune si fece carico della differenza e Federico Centola accettò.
Poichè la somma non poteva essere caricata sul bilancio comunale, fu istituito un comitato di
raccolta tra i cittadini di Roseto, comitato che dopo tre mesi aveva messo insieme 460.000 lire.
Quando Federico Centola venne a conoscenza di ciò, rifiutò categorigamente il denaro così
raccolto. Si impegnò a pagare, come poi pagò l'intera somma ai proprietari, la quota in più, e
chiese e poi ottenne che la somma raccolta fosse devoluta in beneficenza (del. n°83 del
01/12/1946).
E' cosa buona e giusta ricordare che allora Roseto degli Abruzzi era una città povera come
tutte le altre città del Mezzogiorno, fu da quel lontano Marzo 1948 che iniziò l'
industrializzazione della città. Come riporta anche la stampa dell'epoca, fu l'unico sbocco
occupazionale per Roseto.
"...per caso in quel periodo si trovava a Roseto Federico Centola, proprietario di una fabbrica di
giocattoli a Bologna. Invaghito del luogo e notato che esso offriva una larga disponibilità di
mano d'opera, confidò che qualora il comune gli avesse procurato un'area edificabile, egli vi
avrebbe stabilito il suo stabilimento. Raffaele Paris, quasi incredulo alla provvidenziale
proposta, spinto dal desiderio di alleviare la disoccupazione e di favorire lo sviluppo economico
del comune, si impegnò seriamente per trovare il terreno...".7
Fu
così
che
nell'autunno
di
quell'anno anche la famiglia lo
raggiunse
quando
ancora
lā€™
abitazione, sempre appartenente al
complesso della fabbrica, ancora
non aveva i vetri. Questa volta oltre
agli uomini addetti ai macchinari, vi
lavoravano ben 150 donne e la
fabbrica ancora non era al massimo
della
produzione.
Il
logo
7
Raffele D'Ilario ā€ Storia di Roseto, Pescara, Stracca, 1960 3 dell'azienda non cambiò, erano sempre i due soliti leoni che mantenevano il globo terrestre, col
la sigla F.C.R (Federico Centola Roseto).
Solo una parte della imponente fabbrica veniva utilizzata, non sappiamo se fu un errore di
stima da parte di Federico o se nei suoi progetti futuri vi era l'idea di ampliare ulteriormente la
produzione che già di per sè era molto variegata a differenza di quella di Bologna. Purtroppo,
come avviene sempre nelle storie dei grandi uomini, il dramma spesso impedisce loro di
raggiungere gli obbiettivi prefissati.
Pochi anni dopo l'apertura della nuova fabbrica, esattamente il 27 Gennaio 1949, Federico
Centola cessa improvvisamente di vivere lasciando la nuova fabbrica ai figli ancora giovani ed
inesperti nell'arduo compito di affrontare i debiti e l'ammodernamento non facile ad un sistema
di produzione che passava dall'inscatolamento della latta a quello della plastica e delle molle.
Così nel '51 la fabbrica cessa di produrre quei giocattoli che per anni fecero sognare tanti
bambini e fanciulli e nel '52 chiuse definitivamente i battenti e fu venduta. Sicuramente
Federico Centola, la sua intraprendenza e la sua esperienza avrebbero evitato una così
fulminea caduta dell'azienda. Nemmeno fabbriche di giocattoli più grandi come la Ingap 8 di
Padova seppero riconvertirsi e fecero la stessa fine qualche anno dopo, forse in maniera meno
tragica sia per l'azienda che per gli operai.
Così si infranse sulle rive adriatiche il sogno di questo sammarchese, la cui opera aiutò la città
di Roseto degli Abruzzi che qualche anno fa ha voluto ricordare quest'uomo, intitolandogli una
piazza e facendo un annullo filatelico. Vi è anche una sorta di premio che porta il suo nome.
Nonostante qualche parente ancora residente a San Marco, noi sammarchesi ancora oggi
veniamo a conoscenza della sua opera e da buoni concittadini ci tocca, dopo gli amici rosetani,
rendere omaggio a Federico Centola che ha portato sempre nel cuore la sua terra.
Non ci è dato sapere se quel viaggio che lo portò a Roseto fosse stato un viaggio per valutare
l'acquisizione di terreni a San Marco in Lamis, forse un giorno qualcuno lo scoprirà. Non mi
meraviglierei se questa fosse stata l'ennesima occasione mancata dalla nostra città.
Ludovico Centola
Atto di battesimo di Federico Centola conservato nell'archivio parrocchiale della Collegiata.
8
L' INGAP, acronimo di Industria Nazionale Giocattoli Automatici Padova è stata una azienda di giocattoli italiana fondata nel 1919 e attiva sino al 1972. Venne fondata da Tullio Anselmi e, nel periodo di maggiore espansione, raggiunse i 600 dipendenti nel 1938. La produzione spaziava dai giocattoli in latta iniziali, ai telefoni intercomunicanti, alle automobiline radiocomandata ed altri giochi ad alta tecnologia con progettazione e costruzione degli stampi nella sua attrezzatissima officina, da personale altamente specializzato. Il catalogo allora contava 400 modelli. Nel 1952 per la INGAP comincia il declino, culminato nel 1972, quando viene assorbita dalla Eurotoys. (tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera) 4