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19/8/2014
ATEI MATERIALISTI DIALETTICI
La VOCE ANNO XVII N°1
settembre 2014
PAGINA 1 - 21
=== SPECIALE UCRAINA ===
Segnaliamo la messa online di un nostro dossier con link, foto e video sulla escalation della crisi Ucraina, tragicamente simile a quella jugoslava a partire delle responsabilità occidentali
DOSSIER UCRAINA: http://www.cnj.it/documentazione/ucraina.htm
27-29/9/2014
Rostov sul Don - Novarossija
BANDA BASSOTTI - CAROVANA ANTIFASCISTA
COMUNICATO DELLA BANDA BASSOTTI
Ci rivolgiamo alla nostra grande Famiglia, a tutti i Banditi senza Tempo, agli Antifascisti, alla Classe Operaia, ai lavoratori, ai disoccupati e agli sfruttati. Dovunque essi siano.
Da molti mesi assistiamo ad una politica del silenzio. In tutta europa non trapelano notizie di quello che il governo nazista di Kiev sta facendo nel Donbass ed in tutta l’Ukraina. La stampa
italiana ed europea e’ completamente asservita all’Unione Europea ed alla politica degli Stati Uniti d’America. Nessuna notizia riguardante i bombardamenti sui civili, le persecuzioni di Russi,
di comunisti e di chiunque possa sembrare un Partigiano delle milizie Popolari; nessun cenno al fatto che l’”europea” Ukraina sia il più grande laboratorio per il neonazismo internazionale.
Stanchi di questo, in completo accordo con le Milizie Popolari della Novarossija stiamo organizzando una carovana antifascista con raccolta di fondi, portando nelle terre del Donbass la nostra
solidarietà antifascista e un concerto. Come già abbiamo fatto in Nicaragua nel 1984, in Salvador nel 1994, in Palestina nel 2004 siamo pronti per questo viaggio. Dal 26 al 30 settembre 2014
saremo nelle terre che resistono all’attacco dei nazisti, visiteremo Novarossija. Il nostro programma prevede un concerto a Rostov on Don, la città che ospita un immenso campo profughi e un
concerto in Novarossija. Non possiamo dire dove, impossibile visti i bombardamenti, ma faremo il possibile. A tutti gli antifascisti chiediamo un aiuto economico per il viaggio e per portare
materiale alle popolazioni del Donbass. Sappiamo di contare su una grande Famiglia.
Come già in Spagna nel 1936 dove migliaia di Internazionalisti hanno combattuto a fianco della Repubblica di Spagna: NO PASARAN
Per contribuire al finanziamento: http://www.becrowdy.com/banda-bassotti-no-pasaran
http://contropiano.org/internazionale/item/25664-ucraina-dalla-spagna-al-donbass-per-combattere-il-fascismo
Ucraina: dalla Spagna al Donbass per combattere il fascismo
Marco Santopadre, 7 Agosto 2014
Se nel campo golpista combattono fin dall’inizio centinaia di mercenari arruolati attraverso la multinazionale statunitense Academi e alcune decine di estremisti di destra arrivati da varie
parti d’Europa, Italia compresa, da qualche tempo alle milizie popolari organizzate dagli insorti del Donbass si stanno unendo alcuni volontari stranieri. In nome dell’antifascismo e della
solidarietà internazionalista. E’ il caso di tre giovani spagnoli arrivati in Ucraina nelle scorse settimane e che ora combattono nelle ‘Brigate internazionali’ organizzate dai responsabili
militari delle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Secondo quanto hanno raccontato ad alcuni media dello Stato Spagnolo loro stessi, sono arrivati recentemente a Kiev “ con 500
euro in tasca e uno zaino in spalla” e da lì hanno raggiunto le regioni dell’est integrandosi nei battaglioni che resistono all’assedio dell’esercito ucraino e alle milizie delle organizzazioni di
estrema destra.
Uno di loro si chiama Rafael Muñoz Pérez, originario di Madrid ma residente dal 2010 nelle Asturie ed ex militante dell’organizzazione giovanile di Izquierda Unida di Gijon. Un altro si
chiama Angel ed è un militante dei Collettivi dei Giovani Comunisti di Cartagena, l’organizzazione giovanile del Partito Comunista dei Popoli di Spagna. "Siamo qui affinché il mondo
veda che ciò che le televisioni spagnole e nordamericane raccontano non è la verità – spiegano in un video che sta rimbalzando sulle reti sociali – Questa gente non ha nulla a che fare col
terrorismo, non sono criminali, stanno solo difendendo le loro case e le loro famiglie”.
Inoltre, in un post pubblicato sul profilo del Comité Asturianu de Solidaridá cola Ucrania Antifacista, Muñoz assicura che darà “ tutto sé stesso per questo popolo come ho fatto finora
perché se lo merita. Il vostro lavoro non è meno importante, abbiamo bisogno che diffondiate la verità che i nostri mezzi di comunicazione occultano e affinché il mondo smetta di guardare
dall’altra parte come avvenne nelle nostre terre nel 1936”.
In un aggiornamento del post Muñoz, che i miliziani del Donbass chiamano Republikanieskt (il Repubblicano) informa che a loro due si è aggiunto un terzo volontario proveniente dallo
Stato Spagnolo: “ Ora siamo in tre”. I volontari stranieri si sono integrati nel Battaglione Vostok – il ‘Battaglione Orientale’ – nel quale combattono già altri volontari stranieri. Secondo la
tv libanese Al Manar nelle ultime settimane a Donetsk sono arrivati attivisti provenienti anche da Russia, Francia, Canada, Polonia e altri paesi, per unirsi alle milizie popolari oppure per
fornire sostegno logistico e umanitario alle popolazioni colpite dall’assedio governativo e dai bombardamenti. I volontari sarebbero stati messi agli ordini di Igor Strelkov, il comandante
delle forze militari della Repubblica Popolare di Donetsk il cui primo ministro, qualche settimana fa, richiamava in un’intervista le similitudini con quanto avvenne in Spagna negli anni
’30. “ L’analogia tra quanto avviene oggi in Donbass e la resistenza antifascista in Spagna nel 1936 è evidente. Siamo disposti ad accettare volontari da qualsiasi paese senza eccezione (…)
la prima cosa che raccomandiamo ai volontari delle Brigate Internazionali è che agiscano come professionisti in campo civile: medici, infermieri, pompieri, psicologi. Abbiamo bisogno
dell’aiuto nei confronti della popolazione civile e della ricostruzione delle infrastrutture distrutte dagli aggressori” spiegava Alexandr Borodayen.
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La VOCE ANNO XVII N°1
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http://www.wakeupnews.eu/kosovo-presentato-il-rapporto-sul-traffico-organi/
Il Kosovo e il traffico di organi, ecco i risultati dell’inchiesta
Presentato a Bruxelles il rapporto del procuratore Williamson sui crimini commessi in Kosovo dall’Uck all’indomani della guerra del 1998-99
30/07/2014
È stato presentato a Bruxelles il rapporto redatto dalla Sitf – Special Investigative Task Force – l’agenzia creata dall’Unione Europea per indagare sui crimini commessi dall’Uck subito dopo
la fine della guerra in Kosovo del 1998-99, sulla base della documentazione presentata nel 2010 da Dick Marty, membro dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa.
I CAPI DI IMPUTAZIONE – Secondo il rapporto presentato dal procuratore Williamson, capo della Sitf, le responsabilità penali riguardano la realizzazione «di una campagna di
persecuzione diretta contro serbi, rom e altre minoranza del Kosovo, ma anche contro albanesi tacciati di collaborazionismo, o semplicemente perché oppositori politici». Gli atti materiali di
cui gli imputati dovranno rispondere riguarderanno perlopiù reati quali omicidio, rapimento, detenzione illegali in campi di concentramento, abusi sessuali, e distruzione di edifici religiosi.
Williamson non ha voluto fare nomi; restano quindi momentaneamente senza risposta le domande sull’effettiva imputazione di elementi di spicco dell’establishment kosovaro, quali ad esempio
Ramush Haradinaj e Hashim Thaci. Quest’ultimo in particolare, attualmente primo ministro del Kosovo, veniva citato da Marty come «il più pericoloso dei bross criminali dell’Uck» .
CRIMINI CONTRO L’UMANITÁ – Il carattere ampio e sistematico di tali crimini, si legge nel rapporto, giustifica l’apertura di procedimenti per crimini contro l’umanità nei confronti di
diversi esponenti di spicco dell’Uck. Secondo Williamson è difatti evidente che tali crimini non siano inquadrabili come atti isolati compiuti da singoli, ma siano stati al contrario perpetrati
in maniera organizzata. Inoltre, sembrano certe anche le future presentazioni di accuse per crimini di guerra.
TRAFFICO DI ORGANI “SPORADICO” – In merito al traffico di organi, secondo Williamson il quantitativo di prove raccolte non è al momento sufficiente per perseguire tali crimini.
Nonostante ci siano le «basi convincenti» per affermare che circa dieci prigionieri siano stati uccisi e i loro organi prelevati immediatamente dopo la fine della guerra del 1998-99, si tratterebbe
di fatti isolati.
IL TRIBUNALE CHE NON ESISTE – Le indagini comunque proseguiranno, mentre le accuse comunque non verranno formalizzate fino alla creazione del tribunale speciale, verosimilmente
per l’inizio del 2015. Il percorso di creazione del tribunale è però tutt’altro che chiaro: è difatti necessaria l’approvazione del parlamento kosovaro, dato che l’organo, seppur con sede all’estero
– presumibilmente in Olanda – funzionerà all’interno della cornice legale del Kosovo. La problematica situazione politica in Kosovo, e la parziale riluttanza della classe dirigente albanese,
potrebbero allungare ancora di più i tempi.
SENSO DI INGIUSTIZIA – Il rapporto ha trovato il disappunto dell’associazione delle famiglie delle vittime serbe. «A giudicare dalla condotta della comunità internazionale, il risultato è
che i serbi si sono rapiti da soli, si sono rimossi i propri organi e poi si sono uccisi» , ha affermato Milena Parlic, presidente dell’associazione. Il riferimento è alla disparità tra il numero delle
vittime del traffico di organi enunciato da Williamson e quelli che risultano nei registri dell’associazione, che tra l’altro coincidono grosso modo con la stima fatta da Carla Del Ponte, ex
procuratore generale dell’Icty – il tribunale penale internazionale per i crimini commessi in ex Jugoslavia.
PROSPETTIVE FUTURE – Bisognerà attendere l’inizio del 2015 per avere un quadro più completo della situazione. Con la creazione del tribunale verranno formalizzate le accuse e annunciati
gli imputati. Nonostante la leadership kosovara abbia più volte manifestato l’intenzione di boicottare il tribunale, le pressioni dell’Unione Europea, che ha posto la collaborazione con la
struttura giudiziaria come condizione per il proseguimento del dialogo volto alla futura adesione del Kosovo all’organizzazione, potrebbero mettere a tacere le proteste. In Serbia, classe politica a
parte, la fiducia nelle istituzioni giudiziarie occidentali rimane scarsa. Per la guerra del 1999, un atto di aggressione illegale in flagrante violazione della Carta delle Nazioni Unite, condotta
senza l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza, nessun leader occidentale è stato citato in giudizio dall’Icty. Così come nessuna condanna è stata emessa contro esponenti di spicco dell’Uck,
trasformatisi in poco tempo da terroristi a guerriglieri per la libertà degli alleati Stati Uniti.
Israele e Jugoslavia
(…) Alla fine degli anni Ottanta infuriò anche una virulenta polemica internazionale sulla figura di Kurt Waldheim, che aveva avuto ben due incarichi come Segretario Generale
dell’ONU e nel 1986 fu eletto presidente in Austria. In sostanza, in occasione della campagna elettorale (1985-1986), le opinioni pubbliche occidentali scoprirono casualmente che
Waldheim aveva celato il suo passato da ufficiale nazista nei Balcani. (…)
Anche Israele ebbe un ruolo-chiave nella denuncia dell’affaire Waldheim, per le persecuzioni subite dagli ebrei in Grecia. Questo potrebbe far pensare che sia esistita una convergenza tra le
diplomazie della RFSJ e dello Stato di Israele almeno sul caso Waldheim, ma le cose stanno ben diversamente. Nel secondo dopoguerra, i rapporti tra la Jugoslavia ed Israele avevano
avuto andamenti molto diversi. Nel 1947 all’ONU i rappresentanti della Jugoslavia, pur comprendendo le aspirazioni ebraiche ad uno Stato indipendente, si mostrarono favorevoli piuttosto
alla creazione di uno Stato binazionale in Palestina, tanto che all’Assemblea Generale nel novembre non votarono per la Risoluzione sulla partizione di quel territorio. E’ evidente che
questa scelta rispecchiava l’ideale multinazionale cui si ispirava la stessa struttura dello stato socialista jugoslavo. Tuttavia, in seguito alla proclamazione dello Stato di Israele, la
Jugoslavia lo riconobbe già il 19 maggio 1948. [66] Anche per la significativa presenza ebraica sul territorio e per il ruolo svolto dalla comunità ebraica nella Resistenza e
nel movimento comunista, nella Jugoslavia socialista non poteva sussistere storicamente alcuna ostilità verso gli ebrei (se non nelle frange sconfitte del nazifascismo cattolico): fu
dunque ben tollerata anche la emigrazione ebraica verso la Palestina, furono instaurate relazioni commerciali, culturali e diplomatiche con Israele.
I rapporti con Israele si deteriorarono però velocemente in seguito alla crisi del Sinai ed alla costituzione del MPNA [Movimento dei Paesi Non Allineati] (Conferenza di Bandung,
1955), fino ad essere completamente interrotti già nel 1967 per diretta iniziativa [67] di Tito. Nelle sue politiche di pace, era questa la prima volta dalla II Guerra Mondiale che la
RFSJ rompeva i rapporti diplomatici con uno Stato. [68]
Meriterebbe in effetti una approfondita analisi l’atteggiamento tenuto da Israele e dalla comunità ebraiche, dentro e fuori la Jugoslavia, in occasione delle minacce secessioniste prima
e della vera e propria disgregazione della RFSJ poi. Evidentemente, la rottura del 1967 e le politiche perseguite dal MPNA in favore della pace tra i popoli e gli Stati, attraverso la
salvaguardia di tutti i confini internazionalmente riconosciuti, dovettero creare profondo malumore nella leadership sionista israeliana viceversa impegnata a stabilire nuovi confini de facto e
ad approfondire la separazione etnica tra la componente ebraica e le altre stanziate in Palestina. Solo così si può spiegare l’incredibile freddezza o addirittura l’appoggio
mostrati da Israele e dalle organizzazioni ebraiche egemoni dinanzi alla distruzione della Jugoslavia ed alla ripresa del potere da parte di leadership fasciste e razziste nei nuovi staterelli
balcanici. [69] Ha lasciato tutti piuttosto sgomenti l’operazione effettuata dall’ American Jewish Joint Distribution Committee di trasferimento immediato e totale in Israele della
popolazione ebraica della Bosnia, attraverso l’aereoporto di Sarajevo, proprio allo scoppio della guerra civile in quella repubblica (aprile 1992). A Zagabria, già nel settembre 1992
la comunità ebraica festeggiava, con la partecipazione formale ed i fondi elargiti dal regime fascista di Tudjman, la riapertura del Centro Ebraico; [70] ed il presidente di Israele come
prima tappa dei suoi viaggi nelle nuove repubbliche dei Balcani scelse proprio la Croazia… [71]
Estratto da: IL PROLUNGATO "OTTANTANOVE" DELLA JUGOSLAVIA
di A. Martocchia (segretario, CNJ-onlus). Contributo agli Atti del Convegno TARGET (Vicenza 2009)
Leggi tutto:http://www.cnj.it/24MARZO99/2009/TARGET/ATTI/dvd_target/docs/martocchia_opuscolo.pdf
Note:
[66] Varie fonti raccolte in: http://www.porges.net/JewishHistoryOfYugoslavia.html#Relations%20with%20Israel .
[67] RFE/RL Background Report: Tito Breaks Relations with Israel, Slobodan Stanković, 14/6/1967.
[68] Il gesto diplomatico può essere interpretato come un atto dovuto ai vincoli con i paesi arabi appartenenti al MPNA, in primis l’Egitto che ne era cofondatore, e con i paesi socialisti,
con le cui leadership in effetti Tito si era riunito a Mosca in quei giorni; ma e&#768; interessante notare che esso fu anche inteso << a prevenire una escalation delle forze imperialiste in altre
aree, tra cui anche i Balcani. >> (Radio Zagreb, 13/6/1967, ore 19:30, cit.in ibidem).
[69] Ad esempio, in contrasto con molti singoli esponenti ebraici (incluso lo stesso Simon Wiesenthal, cfr. ad es. Corriere della Sera 1/4/1993) impegnati a denunciare il carattere fascista e
razzista dell’ideologia di Franjo Tudjman (che si era reso celebre dichiarando in TV: “ Per fortuna mia moglie non e&#768; ne&#769; serba ne&#769; ebrea”, oltre che per i suoi lavori da
storico revisionista sul genocidio ustascia) e della sua “ Croazia indipendente”, Nenad Porges, presidente della comunita&#768; ebraica di Zagabria, intervenne pubblicamente per capovolgere
l’accusa di antisemitismo rivolgendola ai Serbi (cfr. varie fonti raccolte in: a href="http://www.porges.net/JewishHistoryOfYugoslavia.html#Relations
%20with%20Israel">http://www.porges.net/JewishHistoryOfYugoslavia.html#Relations %20with%20Israel). Dopo lo scoppio della guerra in Bosnia, la leadership degli intellettuali sionisti si
e&#768; attivamente impegnata per costruire artificialmente una immagine dei “ serbi nazisti” (cfr. Nota 79; sullo strano atteggiamento di Eli Wiesel a proposito dei “ lager serbi” si veda: Jean
Toschi Marazzani Visconti, Il corridoio, La Citta&#768; del Sole, Napoli 2005).
[70] Varie fonti raccolte in: http://www.porges.net/JewishHistoryOfYugoslavia.html#Relations%20with%20Israel .
[71] Moshe Katsav giunse a Zagabria l’11/07/2003 per una visita di tre giorni.
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http://www.diecifebbraio.info/2014/07/ennesima-mistificazione-storica-approvata-dal-consiglio-comunale-di-trieste/
ENNESIMA MISTIFICAZIONE STORICA APPROVATA DAL
CONSIGLIO COMUNALE DI TRIESTE
Posted on 26 luglio 2014 by diecifebbraio1
“COLPIRE LA MEMORIA, RISCRIVERE LA STORIA” (da “Ruggine” degli Africa Unite).
Il 21 luglio scorso il Consiglio comunale di Trieste, con un unico voto contrario (Federazione della Sinistra) e tre astenuti (due PD e uno SEL) ha
approvato la seguente
MOZIONE URGENTE
Oggetto: 26 ottobre 1954-2014
I sottoscritti consiglieri comunali
Preso atto che il 26 ottobre 2014 ricorre il sessantesimo anniversario del ritorno definitivo di Trieste all’Italia;
Ricordato che il 2014 è l’anno delle celebrazioni dell’inizio della Prima Guerra Mondiale e del lungo Novecento che ha visto Trieste contesa fino al
Memorandum di Londra che la riunificò alla Madre Patria;
Evidenziato che in un anno ricco di celebrazioni non si può dimenticare questa data simbolo di tutto il Novecento per l’Italia, per Trieste e per tutto
il confine orientale, compiendo atti di “giustizia storica” anche nei confronti di quanti si sacrificarono e morirono per l’italianità della Città;
IMPEGNANO
il Sindaco e la Giunta a commemorare degnamente l’anniversario ed i suoi protagonisti attraverso:
• la convocazione di un Consiglio comunale straordinario che commemori l’evento;
• il conferimento della Cittadinanza Onoraria all’VIII Reggimento Bersaglieri di cui facevano parte i reparti italiani che per primi giunsero in Città il 26
ottobre 1954;
• l’intitolazione di una via cittadina o l’apposizione di una targa che commemori la fine dell’occupazione jugoslava il 12 giugno 1945 e la fine della
seconda guerra mondiale per Trieste.
Mozione firmata da Franco Bandelli e Alessia Rosolen (Un’altra Trieste, formazione politica che si situa a destra di AN e forse anche di Fratelli
d’Italia, tanto per inquadrare l’area politica).
Che dire? innanzitutto che la data del 26 ottobre 1954 (ritorno della sovranità italiana su Trieste, peraltro in barba agli accordi che sancivano
l’esistenza del Territorio Libero) non c’entra assolutamente con quella del 12 giugno 1945 (quando gli Jugoslavi lasciarono l’amministrazione della
città agli angloamericani), e che attaccare le due cose assieme è solo l’ennesimo modo per fare mistificazione storica.
Ma anche “commemorare” la fine “dell’occupazione jugoslava” è un modo per mistificare e riscrivere la storia. Perché si parla di “occupazione”
jugoslava a Trieste e non di “occupazione” angloamericana per le altri parti d’Italia liberate dagli eserciti alleati? (Era un esercito alleato anche la
Jugoslavia, nonostante molti continuino pervicacemente ad ignorarlo).
Inoltre, la “fine della seconda guerra mondiale” a Trieste come in Italia e negli altri paesi si è avuta il 10 febbraio 1947, con la firma del Trattato di
pace, data che invece è stata oggetto di ulteriore mistificazione essendo stata dichiarata Giorno del ricordo dell’esodo e delle foibe.
Che la destra più retriva, anticomunista e nazionalista, si faccia carico di presentare simili proposte non stupisce. Scandalizza invece il fatto che tali
contenuti vengono oggi, a distanza di settant’anni, fatti propri anche dalle forze che non osiamo definire “di sinistra”, ma che pensavamo almeno
sinceramente democratiche.
Così ci domandiamo come mai il sindaco Cosolini, PD con un ventennale passato nel PCI, possa avere già fatto proprio un ordine del giorno in cui
si impegnava a porre una targa per “celebrare la fine dei quaranta giorni di occupazione”.
Non si può cancellare la realtà storica, e cioè che l’arrivo dell’Esercito jugoslavo a Trieste ha significato la sconfitta del nazifascismo, e che i tanto
conclamati “crimini delle foibe” sono nulla più che l’esagerazione esasperata di fatti avvenuti a Trieste come in tutte le altre città alla fine del
secondo conflitto mondiale, e che vengono stigmatizzati nel modo che sappiamo solo perché a Trieste i partigiani ed i liberatori erano “slavi” e
“comunisti”. Che invece di considerare che alla fine della guerra si ebbero in tutta Europa episodi di giustizia sommaria, qui si parla di “martiri delle
foibe” comprendendo anche persone che avevano collaborato con il nazifascismo, che avevano fatto parte di organismi di repressione che
rastrellavano, torturavano, assassinavano e mandavano a morire nei lager gli antifascisti e gli ebrei e gli “slavi” considerati “razze inferiori”; e che,
atteggiamento schizofrenico tipicamente italiano, il 27 gennaio si commemorano alla Risiera le vittime di alcune persone che vengono commemorate
il 10 febbraio.
Ho scritto che non si può cancellare la realtà storica, ma ho sbagliato: avrei dovuto scrivere che non si dovrebbe cancellarla, dato che per potere
possono e lo stanno facendo.
Ed intanto il nazifascismo sta riprendendo piede in tutta Europa: ma ad essere criminalizzati, in Italia, sono solo gli antifascisti di sinistra.
Claudia Cernigoi, 25 luglio 2014.
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La VOCE ANNO XVII N°1
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PAGINA 4 - 24
http://www.cnj.it/INIZIATIVE/NaMore C onAm ore .htm
“NA MORE CON AMORE”
R e soconto
de ll’iniziativa
Edizione
2014
http://www.cnj.it/INIZIATIVE/nam ore conam ore /2014/FO TO /NMC A_R e soconto2014.pdf
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in
form ato
PDF:
C iao a tutti,
anche que st’anno spe riam o farvi cosa gradita con un bre ve re soconto de ll’iniziativa di ospitalità e stiva de i bam bini di “nA More con AMore ”.
Gli stude nti de lla scuola “Sve ti Sava” di Jase novik sono tornati alle loro fam iglie , pre sso i villaggi de lle are e di Novo Brdo ne l te rritorio de l
Kosovo.
Dopo una se ttim ana pie na di soggiorno in Italia, il 2 luglio scorso all’ae roporto di R om a Fium icino, abbiam o accom pagnato Jovana,
Katarina, A leksandra, Marija, Ivana, Nevena, Nikola, Miloš e Valentina. Q ue st’anno la m ascotte ne l gruppo è stata Ne ve na, di soli 8 anni,
sore lla di Nik ola. Ne l salutarla, abbiam o se ntito cara l’im m agine di que sta piccola, tim ida m a caparbia bam bina, che si è im pe gnata com e
non m ai, pe r vince re la sua forte paura iniziale de l grande e fascinoso m are ; paura a cui non ha fortunatam e nte ce duto, gode ndosi alla
fine il suo gioco, il suo be ne ficio e libe rando finalm e nte il suo sorriso…
La se ttim ana è stata di buon te m po, il cie lo ci ha avvicinato qualche nuvolone , m a ve loce m e nte se lo è portato via. La com unità di Santa
Se ve ra e d i suoi e se rce nti ci hanno soste nuto, pe r ridurre al m inim o le spe se , e noi siam o conte nti di pote rlo ribadire .
I bam bini hanno svolto soprattutto attività in spiaggia, inte rm inabili bagni in m e zzo alle ge ne rose onde de l m are di Santa Se ve ra, con alle
spalle il sugge stivo caste llo de ll’are a Pyrgi, e d i suoi be llissim i tram onti. Ne l fine se ttim ana il gruppo si è spostato a visitare R om a, un po’
im bavagliata dai lavori di re stauro, pe rsino Fontana di Tre vi ci ha lasciati a bocca… asciutta! Pe rò il passaggio alla m ostra sulla libe razione
di R om a dal Fascism o (’43-’44), all’inte rno de l Vittoriano, è stato m olto appre zzato dai ragazzini, nonostante la loro giovane e tà. Il nostro
e spe rto Andre a Martocchia e la loro inse gnante Vale ntina R isti&#263; hanno saputo stim olare la loro curiosità. Ma la prim a accoglie nza in
città è stata …. Se rba! Esse ndo il 28 giugno, abbiam o fe ste ggiato Vidovdan pre sso la C hie sa R ussa O rtodossa di Santa C ate rina a R om a,
accolti pe r il pranzo tradizionale e d ospitati dall’associazione “Sve ti Sava”. Vidovdan è un giorno spe ciale pe r la tradizione se rba, re ligiosa e
laica, in m e m oria de lla storica battaglia di Kosovo Polje de l XIV se colo, in cui si intre cciano storia, m itologia e d arte , de lla cultura Se rba e
Turca. In re altà il 28 giugno ricorrono m olti altri im portanti avve nim e nti politici jugoslavi e de ll’Europa, le gati alle gue rre m ondiali e d ai
bom bardam e nti NATO de l ‘99. E’ piaciuto m olto anche il C aste llo di Bracciano e d il suo lago panoram ico, che è stato raggiunto attrave rso
una be lla passe ggiata se rale ne l bosco. E poi m olto appre zzata è stata la scoglie ra di Santa Marine lla, dove Ne ve na ha fatto finalm e nte la
sua prim a “im m e rsione ” inte grale ne ll’acqua di m are . I giorni sono trascorsi ve loci, m a l’inte nsità e la se re nità di m olti m om e nti sono
state assaporate con una appagante le nte zza, fino al saluto de lla parte nza, con l’im m ancabile caro “vidimo se uskoro!”.
Anche que sta e dizione de ll’iniziativa è stata re alizzata in collaborazione con le associazioni Non bom be m a solo caram e lle O nlus, C NJ –
C oordinam e nto Nazionale pe r la Jugoslavia O nlus e la Scuola Primaria "Sveti Sava" del villaggio Jasenovik (Novo Brdo). Le pratiche
organizzative e di autorizzazione sono state svolte in collaborazione con: il C om itato Minori Stranie ri – Ministe ro de l Lavoro e de lle
Politiche Sociali; l’Ufficio Visti de ll’Am basciata Italiana di Pristina, la com pagnia ae re a Air-Se rbia; l’Istituto di Assicurazione C onsorzio C ae s
- Assim oco Italia.
Le spe se soste nute , pe r un totale di 2.103 e uro, hanno riguardato: visto di ingre sso, biglie tti ae re o, trasfe rim e nto pullm an A/R Jase novik Be lgrado, assicurazione pe r infortunio e re sponsabilità civile , trasfe rim e nto A/R Santa Se ve ra/R om a pe r gita (tre no e bus), se rvizio
stabilim e nto spiaggia in Santa Se ve ra, visita guidata al C aste llo di Bracciano, parche ggio all’ae roporto di Fium icino (causa ritardo di 3 ore
de l volo da Be lgrado).
Pe r ave r contribuito a soste ne re e conom icam e nte l’iniziativa ringraziam o,
pe r le sottoscrizioni:
A ssociazione Zastava Brescia onlus, Tiziana Cerasoli, Simonetta Granato, Roberta Fortuna, A ndrea Martocchia, Giovanni Modica, Stefano
Peciarolo, Luana Proietti, A ngelo Reali, I Beatles a Roma e tutti i sottoscrittori dell’evento del 24 maggio a Bracciano, Francesca Sellari,
Simonetta Seromanni, Zivkica Nedanovska Stankovski, Marcella Simonelli, A ngela Taverniti, A lberto Tarozzi, Gilberto Vlaic, Josie
Platania;
pe r l’alloggio, pe r alcuni trasfe rim e nti, pe r il vitto, pe r la guida turistica, pe r l’ospitalità a Bracciano, pe r l’O spitalità pre sso la C hie sa
O rtodossa di Santa C ate rina a R om a, pe r gli inte rpre ti:
Dragan Popovi&#263;, Vesna Stojakovi&#263;, A nnamaria Cappelli, A ugusto Mengarelli, Stefano Mattozzi, Sonja Raki&#263;, Svetlana
Raki&#263;, Tanja Vukovi&#263;, Samantha Mengarelli, Carlo Lo Giudice, Fabrizio Scandone (ed il gruppo del mercoledì!), A ndrea
Martocchia, Luana Proietti, Roberto Felicetti, Sandro Ciorciolini, l’alimentari panificio Fracassa Galli & C. snc, la pizzeria L’A ngolo delle
Crepes di G. A mici e S. Lobascio, il ristorante l’A ngoletto, la gelateria artigianale di Roma “La Dolce Vita”, lo stabilimento Lido,
l’associazione della comunità serba-ortodossa “Sveti Sava” di Roma.
I fondi raccolti e non spe si ve rranno utilizzati, com e pre annunciato, in parte pe r gli inte rve nti già stabiliti pe r scuole ne lla R e pubblica Se rba
di Bosnia colpite dall’alluvione , e d in parte pe r future iniziative di solidarie tà di cui vi te rre m o inform ati.
R ingraziam o se m pre Vale ntina R isti&#263;, inse gnante e accom pagnatrice de l gruppo m a que st’anno, un ringraziam e nto particolare è
dovuto ad Andre a Dardi, che ci ha supportati ne i difficili rapporti proce durali con l’Am basciata Italiana di Pristina e d alle Sig.re Djurdja
Darazi e Zorica Mihajlovi&#263; dipe nde nti storiche de lla e x Jat Airways (ora Air Se rbia) la cui disponibilità, profe ssionalità e d um anità ne l
risolve re alcuni im pre visti, sono state ve ram e nte de gne di lode , rare a trovarsi, ne lle com pagnie ae re e di oggi.
E poi cos’altro dire ? È se m pre m olto difficile de scrive re le e m ozioni e le re azioni de gli altri. I bam bini poi sono disarm anti, te ntare di
raccontarli è forse pre suntuoso e soprattutto m olto de licato. Una cosa pe rò la si può dire , se nza indugio e se nza fargli alcun torto: m a
quanto hanno m angiato! com e una squadra di pallanuoto. E naturalm e nte ne siam o rim asti tutti e stre m am e nte soddisfatti e conte nti, e d
un pre m io spe ciale va di sicuro alle crostate con farina di farro e d albicocche fre sche di Ve sna, ai pacche ri ripie ni con burrata, lim one e
pom odorini di Annam aria e d alla torta ripie na di cre m e di Sonja e C e ca.
Pe rciò pe r chi vuole , racconti e foto potre te trovarle su que sta pagina, pe r que sta e spe rie nza che si arricchisce se m pre di più, di
parte cipazione e di storie im portanti, che vogliam o de dicare a due donne , m am m e e d am iche , che non ci sono più e che hanno ispirato
“nA More con AMore ”, Fiore e d Anna Maria, cre ature de l m are . Vi salutiam o tutti e spe riam o di ritrovarci nuovam e nte pe r que sta iniziativa.
C oordinam e nto Nazionale pe r la Jugoslavia - onlus
Non Bom be m a Solo C aram e lle - onlus
C e rte case vivono e vivranno se m pre il loro buon te m po, pie ne e d appagate de lle voci e de i passi che le hanno attrave rsate ...
(da: nA More con AMore , prim a e dizione )
A cura di Sam antha Me ngare lli
Foto scattate da: Andre a Martocchia, Ste fano Mattozzi, Sam antha Me ngare lli, Dragan Popovi&#263;, Dušan R isti&#263; e Vale ntina
R isti&#263;
LE FO TO : http://www.cnj.it/INIZIATIVE/NaMore C onAm ore .htm #foto2014
file:///C:/Users/UU/Desktop/Provvisorio/Gamadi/settembre/Jugoslavia/24.html
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