Leggere per crescere - Consultorio Familiare UCIPEM Messina
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Leggere per crescere - Consultorio Familiare UCIPEM Messina
® Perché e come raccontare e leggere ad alta voce con i bambini nei primi cinque anni di vita Raccontare e leggere ad alta voce favorisce lo sviluppo del linguaggio, arricchisce la memoria, stimola la fantasia, promuove la capacità di comprendere, rende più intensi e stretti i rapporti affettivi fra chi legge e il bambino che ascolta, contribuisce alla crescita interiore dei genitori. PRESENTAZIONE Q UESTA PUBBLICAZIONE è dedicata alle mamme, ai papà, ai nonni, agli zii e a quanti si occupano di bambini piccoli, all’incirca dai sei mesi ai cinque an- ni. Per spiegare perché è importante raccontare e leggere ad alta voce con i bambini fin dalla più tenera età, come lo si può fare nel migliore e spontaneo dei modi, in quale modo ci si può orientare nella scelta delle pubblicazioni più adatte secondo l’età e le preferenze dei piccoli. Infatti, è stato scientificamente riscontrato che raccontare e leggere ad alta voce con i bambini nei primi cinque anni di vita non solo contribuisce allo sviluppo delle loro capacità cognitive, del loro linguaggio, all’arricchimento della memoria ma anche e soprattutto al rafforzamento dei legami affettivi all’interno della famiglia. Infine, intrattenere i piccoli leggendo loro contribuisce a invogliarli e a prepararli alla lettura diretta. I risultati che si possono ottenere dalla pratica del raccontare e del leggere ad alta voce con i bambini piccoli sono dunque assai rilevanti, mentre l’impegno è molto modesto. È di fatto sufficiente dedicare, possibilmente ogni giorno, 5-10 minuti alla lettura ad alta voce, al guardare insieme al bambino le immagini di un libro per l’infanzia, recitare filastrocche, narrare fiabe e storie: non è la quantità che conta, ma la qualità del rapporto che si instaura fra chi racconta e il bambino che ascolta. Ci auguriamo che le lettrici e i lettori di questa piccola pubblicazione vogliano considerarla come un buon compagno anche per una propria crescita interiore, una guida amica per migliorare il rapporto con i propri piccoli bambini in modo che possano crescere nella creatività, negli affetti, nell’amore per quella inesauribile fonte di piacere e di libertà dello spirito che sono i libri. ROMOLO SACCOMANI Curatore della pubblicazione CONTENUTI Perché raccontare e leggere ad alta voce con i bambini in età prescolare Quando, dove e come raccontare e leggere ad alta voce con i bambini piccoli La scelta delle pubblicazioni per l’infanzia Le pubblicazioni preferite dai bambini I primi libri per i bambini nella fascia di età 0-2 anni Le letture per i bambini nella fascia di età 2-5 anni Progetto editoriale Garamond sas Milano Redazione Luciana Bozzotti Grafica Type Design sas Milano Stampa Centro Stampa 73 snc Castelseprio (Varese) Questa pubblicazione è stata realizzata con la collaborazione della Direzione Affari Istituzionali & Comunicazione Esterna di GlaxoSmithKline 4 6 12 20 22 23 Perché raccontare e leggere ad in età prescolare Il potenziamento D della plasticità A SEMPRE è praticato uno spontaneo rapporto verbale fra la mamma e il suo piccolo, anche prima che nasca. Intuitivamente, infatti, si è sempre compreso quello che la ricerca scientifica ha alla fine dimostrato, e cioè che parlare, raccontare, cantare ai bambini, fin da quando sono ancora nel grembo materno, concorre al loro sviluppo psichico ed emotivo in modo assai significativo. Non solo. Si è sempre intuito che il rapporto verbale diretto non solo instaura una relazione intensamente affettiva con il bambino, ma produce anche un profondo coinvolgimento dell’adulto, arricchendone pensieri e sentimenti. Raccontare e leggere ad alta voce contribuisce a sviluppare le capacità cognitive del bambino e ad arricchire i rapporti affettivi all’interno della famiglia. La percezione del valore del rapporto verbale fra genitori e figli persiste indubbiamente anche nelle avanzate società contemporanee; tuttavia, il cambiamento dei costumi e dei modi di vivere delle famiglie dei nostri giorni ha fortemente ridotto la pratica del raccontare e del leggere ai e con i bambini, i quali finiscono spesso per diventare grandi in una crescente estraneità intrafamiliare. Il Progetto “Leggere per Crescere” è stato concepito per stimolare comportamenti che contribuiscano ad arginare, e possibilmente a ribaltare tale tendenza, fornendo una risposta convincente alla domanda: perché è importante raccontare e leggere ad alta voce ai e con i bambini in età prescolare, a partire, all’incirca, dai sei mesi di vita? Raccontare e leggere ad alta voce stimola l’immaginazione del bambino, una risorsa vitale per affrontare la realtà dell’esistenza. 4 cerebrale I PUÒ PARTIRE da una considerazione sull’organo che S è la sede delle attività psichiche: il cervello, una struttura costituita da oltre 100 miliardi di cellule nervose, collegate fra loro da un numero sterminato di connessioni. Oltre alla struttura, quello che concorre a rendere il cervello ulteriormente complicato è il fatto che si tratta di un organo dotato di uno spiccato dinamismo, nel senso che è in continua ristrutturazione per cui, per esempio, la sua configurazione anatomo-funzionale nel bambino piccolo è diversa rispetto a quella dell’adolescente e quella dell’adolescente diversa da quella dell’adulto. La continua rimodellazione del cervello è in gran parte dovuta al fatto che nello sviluppo vengono favorite le strutture nervose che funzionano di più, a svantaggio di quelle che funzionano di meno o niente del tutto. Questa possibilità di rimodellamento del cervello è definita “plasticità cerebrale”. Le prove di tale plasticità sono numerosissime; basti ricordarne una, particolarmente significativa: la parte del cervello in cui ha sede il controllo del linguaggio risulta generalmente più sviluppata nelle persone che hanno un maggiore livello di istruzione rispetto a quelle con un’istruzione inferiore. La plasticità cerebrale è una proprietà che perdura per tutta la vita; tuttavia, l’impianto generale del cervello si modella soprattutto nel primo anno, per conseguire lo sviluppo maggiore negli anni successivi, fino ai vent’anni, e declinare gradualmente, come capacità di rimodellamento, con l’avanzare dell’età. Di qui, l’im- alta voce con i bambini portanza capitale delle esperienze di vita nel periodo che va dalla primissima infanzia fino alla fine dell’adolescenza. Lo sviluppo del linguaggio degli esseri umani, controllata a livello cerebrale, è il linguaggio, funzione che è in continua espansione tanto più quanto più sono ricche le esperienze interpersonali e culturali a cui ogni individuo va incontro nel corso della propria vita. Il linguaggio non è soltanto il mezzo mediante il quale gli esseri umani comunicano fra loro; è anche lo strumento attraverso il quale l’uomo elabora, rappresenta ed esprime la realtà che lo circonda, costruendo entro se stesso la rete di simboli che la riflette. In questo senso si può comprendere il fatto, per esempio, che quando una mamma raccolta o legge una storia al proprio bambino non trasmette soltanto informazioni relative alla vicenda raccontata, ma, consciamente o inconsciamente, esprime una parte di se stessa, del proprio modo di sentire, di pensare, di essere, che il bambino percepisce e incorpora, arricchendo la propria memoria psicoaffettiva. Ascoltare significa ordinare mentalmente ciò che si ascolta; si sviluppa così la capacità di pensare in modo organizzato. U NA FUNZIONE PECULIARE L’arricchimento della memoria La passione per i racconti e la lettura ad alta voce viene arricchita quando vi è una condivisione di interesse che i piccoli percepiscono nella misura in cui è l’altro cardine della personalità di ogni essere umano, le cui fondamenta vengono gettate si può dire ancor prima di nascere. La mente può essere interpretata come la struttura in cui viene conservata la memoria di tutto quanto è entrato nel cam- L A MEMORIA i grandi realmente si calano nel loro mondo. 5 po dell’esperienza, materiale e immateriale, di ogni individuo. Di fatto, si può dire che ogni essere umano è la sua memoria, in continuo arricchimento lungo tutto l’arco della vita. Una memoria soltanto in parte, forse in piccola parte, cosciente; in parte, fuori della coscienza come possono essere considerate la memoria del proprio corpo, la memoria sottostante alle proprie ansie, la memoria che guida gli atti automatici quotidiani, la memoria che innesca passioni, emozioni e sentimenti che colorano la vita psichica di ognuno. Ecco dunque l’importanza del raccontare e del leggere ad alta voce fin dalla prima infanzia: attraverso queste modalità di rapporto interpersonale si trasferiscono elementi destinati ad allargare la memoria, espandendo l’esperienza del bambino al mondo esterno, filtrato dalla voce amica della mamma o di chi si occupa di lui. Ogni evento dell’esistenza lascia dunque una traccia nella mente di ogni persona; la diversità degli eventi e le differenti reazioni a questi fanno di ogni soggetto un essere unico nel mondo dei viventi. Unico nel contesto della cultura di appartenenza. L’appartenenza a una determinata e specifica cultura, infatti, comporta una “programmazione” cerebrale del tutto particolare (e diversa da quella che si realizzerebbe nell’ambito di una cultura diversa), e quindi un diverso modo di pensare e di agire. Di questo si deve tener conto quando persone di diversa provenienza sono portate a condividere spazi culturali e materiali comuni: il reciproco adattamento richiede sì buona volontà e applicazione, ma anche tempo sufficiente per rimodellare circuiti cerebrali codificati per contesti psicologici diversi da quelli ai quali è necessario adattarsi. ■ Quando, dove e come raccontar con i bambini piccoli Quando NA QUESTIONE alla quale è opportuno rivolgere molta attenzione è quella relativa ai tempi più opportuni da dedicare al raccontare e al leggere ad alta voce con i bambini. Il problema può essere messo a fuoco da due punti di vista: quello dei bambini e quello degli adulti. U Per quanto riguarda i tempi dei bambini, è ampiamente condivisa l’opportunità di mettere in rilievo due elementi cruciali: innanzitutto, che i tempi di attenzione di un bambino sono relativamente brevi, brevissimi al di sotto dei tre anni; in secondo luogo che è necessaria, da parte dei bambini, una disponibilità non sempre facile da ottenere, specialmente nei più grandicelli. In questi, infatti, maggiore può essere il contrasto fra interessi e attività diversi dall’ascolto, specialmente nell’ambito di stili di vita caratterizzati da stimolazioni di eccessiva intensità quali troppe o troppo prolungate attività fisiche o una sproporzionata fruizione della televisione. Di questi due elementi è opportuno tenere conto sia per non eccedere nel pretendere un tempo di attenzione che il bambino non è in grado di dare, sia per creare situazioni ambientali di distensione che favoriscano la disponibilità interiore all’ascolto. Ogni momento è favorevole per raccontare e leggere ad alta voce ai propri bambini e ogni luogo è adatto purché consenta un minimo di raccoglimento. La semplicità e il linguaggio di ogni giorno sono più che sufficienti per rendere gradevole ed efficace qualunque racconto. Non è il tempo dei nostri bambini Si può iniziare dapprima a leggere come un fatto eccezionale: “Oggi piove, non usciamo, ma ci rannicchiamo in un angolino del divano e leggiamo assieme.” Può essere una bella sorpresa per il bambino ricevere una telefonata del tipo: “Oggi, appena arrivo a casa dal lavoro ti leggo un libro che ho comperato per te.” Un po’ alla volta è però importante che il momento un po’ magico del racconto o della lettura diventi un momento fisso nella giornata o perlomeno nella settimana del bambino. che deve essere organizzato, ma il nostro, in modo Per quanto riguarda gli adulti, sono da prendere in considerazione sia le oggettive difficoltà (gli impegni di lavoro, le occupazioni domestiche, i ritmi di lavoro e gli affollamenti negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia ecc.) a trovare i momenti più opportuni (per il bambino) da dedicare al raccontare e al leggere sia la difficoltà a stabilirli nel corso della giornata. È considerato un luogo comune da superare quello secondo il quale i momenti migliori per raccontare e leggere ad alta voce sono quelli che precedono il sonno, quando i bambini hanno più bisogno di rassicurazione e di tenerezze. Questo luogo comune ha indubbiamente una non trascurabile componente di verità; tuttavia questo momento non deve essere considerato né l’unico né il più idoneo. Raccontare e leggere ad alta voce non deve diventare un sonnifero. È importante capire che il libro può essere letto e sfogliato anche in altri momenti della giornata. da riservare spazi per star loro veramente vicini, per ascoltarli, per parlare loro, Una soluzione da proporre e da realizzare, non troppo impegnativa per l’adulto, può essere quella della catena di lettura, dove il bambino sa che ogni giorno c’è qualcuno che gli legge un pezzettino del suo libro: Al pomeriggio del lunedì arriva il nonno; al martedì arriva la baby-sitter, al mercoledì la mamma ha il pomeriggio libero... per raccontare. L’importante è che ci sia una ragionevole regolarità negli interventi di lettura ad alta voce. 6 e e leggere ad alta voce Nel quadro generale della scelta dei momenti più opportuni da dedicare al raccontare e al leggere ad alta voce, l’aspetto forse più importante e certamente meno facile è quello di convincere gli adulti che non è il tempo dei bambini che deve essere organizzato in funzione delle esigenze dei grandi, bensì il tempo di questi venga orientato a trovare spazi per stare vicino ai propri piccoli, non solo per farsi ascoltare, ma anche per ascoltarli e condividerne le esperienze, le emozioni, i sentimenti nella quotidianità della loro vita. Se la lettura è fatta con partecipazione e senza forzature ci si accorge ben presto di quanto sia gradita e apprezzata anche dai bambini piccolissimi. Dove N AMBITO DOMESTICO, è suggeribile destinare spazi nei quali sia possibile creare un’atmosfera che contribuisca a favorire una reale disponibilità all’ascolto, quindi senza elementi distraenti, come la televisione accesa, conversazioni fra persone non impegnate nella lettura e nell’ascolto e così via. A creare un’atmosfera favorevole contribuisce certamente anche l’illuminazione dello spazio in cui la lettura si svolge: sufficiente per vedere bene le eventuali illustrazioni e le espressioni di chi racconta o legge, ma non eccessiva per non stancare e soprattutto per non deprivare un tale momento di stretto rapporto interpersonale di un’aura che lo può rendere particolarmente pregnante. In questo senso, uno spazio relativamente circoscritto, tranquillo e moderatamente illuminato può favorire in modo apprezzabile un forte senso di partecipazione e di complicità fra chi narra e i piccoli che ascoltano, alimentando la creazione e la condivisione di sogni e fantasie. I condizioni diverse, come negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia e nelle biblioteche pubbliche, dove è indubbiamente auspicabile che venga allestito sempre uno spazio specifico dedicato alla lettura (nelle biblioteche uno spazio per i piccoli nettamente separato dalle aree destinate agli adulti), possibilmente con ausili (seggioline, cuscini ecc.) e oggetti (libri, albi, manifesti, disegni degli stessi bambini), indispensabili o quanto meno utili per caratterizzare lo spazio destinato non solo all’ascolto, ma anche alla fruizione diretta (massimamente da incoraggiare) dei prodotti editoriali disponibili. Proprio per questa ultima e fondamentale opzione, i materiali editoriali devono essere disposti, nello spazio ad essi dedicato, in modo che i bambini possano raggiungerli facilmente e disporne con ampio senso di libertà. Come L PRINCIPIO DI FONDO è che non vi sono, in assoluto, modi giusti e modi sbagliati per raccontare e leggere ad alta voce ai e con i bambini: lo si può fare come si può, come si è capaci; l’importante è saper interessare, divertire, stimolare la fantasia e la creatività dei piccoli ascoltatori. I Molto spesso, attraverso la rappresentazione dei bisogni dei protagonisti delle storie narrate, È possibile formulare delle linee guida, derivate dalla ricerca, dall’esperienza e soprattutto dal buon senso. Tali linee guida possono essere riassunte in sei sintetici suggerimenti: il bambino impara ad esprimere le proprie necessità. Questa possibilità, più o meno ampia nell’ambito domestico, assume connotazioni ovviamente differenti in 7 raccontare e leggere con naturalezza: ognuno deve essere se stesso; raccontare e leggere in modo “realistico”, cioè come si parla normalmente; Quando, dove e come raccontare e leggere ad alta voce con i bambini piccoli usare le parole con precisione e pronunciarle con chiarezza; far misurato ricorso a pause che “incornicino” e/o potenzino i contenuti; adattare il racconto e la lettura alle esigenze e alle possibilità del bambino, limitando tuttavia il ricorso eccessivo ai vezzeggiamenti; collegare con coerenza nel racconto e nella lettura le parole dette e le illustrazioni. I più comuni momenti di lettura ad alta voce sono quelli che precedono il sonno, quando i bambini hanno più bisogno di rassicurazione e di tenerezze. Ma non sono i soli. Questi suggerimenti vanno considerati in un quadro di adeguata comprensione delle caratteristiche del bambino o dei bambini ai quali si racconta e si legge, comprensione che deve essere basata su un reale rispetto delle loro disponibilità e delle loro reazioni, soprattutto senza mai forzarli all’ascolto. Senza pretendere di esaurire la complessità e la varietà delle peculiarità dei bambini rispetto all’ascolto, se ne possono individuare tre tipi principali. Vi sono bambini la cui disponibilità e attenzione sono maggiori quando il racconto e la lettura sono sostenuti dalle immagini; altri, invece, sono più attratti dal suono delle parole e dal loro fluire; infine, vi sono bambini di cui si potrebbe dire che sentono con il corpo e che quindi hanno particolarmente bisogno di contatto fisico, di muoversi e agire secondo le suggestioni di quello che ascoltano. Si può cominciare fin da bambini a tenere sul comodino qualche piccolo libro, i cosiddetti libri Fermo restando che raccontare e leggere ad alta voce non deve diventare una rappresentazione teatrale, non vi è dubbio che una maggiore attenzione è ottenibile tenendo conto non solo della disponibilità “a stare a sentire” dei piccoli, ma anche delle loro reazioni, interagendo con le quali si contribuisce a creare uno stato d’animo, un’atmosfera emotiva che non possono non influenzare positivamente l’attenzione dei piccoli ascoltatori. della buonanotte. Si contribuirà così a far nascere una bella abitudine che durerà per tutta la vita. Premessa di ogni attività di comunicazione è che chi ascolta senta bene e chiaramente la voce narrante, cosa che non sempre accade, specialmente quando i piccoli sono numerosi e irrequieti. Quindi è necessario ricorrere a continue verifiche e sollecitazioni all’attenzione, senza tuttavia che la narrazione si spezzetti fino a rendere difficile seguirla, sia per chi ascolta sia per chi racconta o legge. Naturalmente è opportuno tenere nel dovuto conto la disattenzione dei piccoli ascoltatori, nel senso che, come si è già detto, la loro capacità di attenzione è limitata e le manifestazioni di irrequietezza devono essere correttamente interpretate come un segnale che la narrazione può essere interrotta. Questo tuttavia deve accadere non bruscamente, come un segno di insofferenza o di intento punitivo, bensì con l’accortezza di sfumare in un finale provvisorio che lasci nell’uditorio l’impressione che la sospensione è soltanto una pausa e che la narrazione continuerà in un secondo tempo. Un errore abbastanza frequente nel quale gli adulti incorrono è quello di considerare inutile raccontare e leggere ad alta voce a bambini che continuano a muoversi, allontanarsi, giocherellare, interpretando tali comportamenti come una mancanza di disponibilità all’ascolto, di disinteresse. In realtà, molto spesso i bambini con questi comportamenti non sono affatto disinteressati: una verifica può dimostrare che essi rimangono comunque sempre a una distanza utile all’ascolto e che, alla fine, hanno fruito e goduto della narrazione quanto i loro compagni rimasti tranquilli. Una raccomandazione particolare è da essere formu- 8 lata con fermezza: quella di non associare mai l’ascolto a una valutazione dei rendimenti cognitivi. Ascoltare deve essere semplicemente un piacere, non la premessa di un controllo su quanto il bambino ha imparato. Quindi, è opportuno, e fortemente raccomandabile a genitori ed educatori, non far seguire a un racconto o a una lettura le classiche domande: “Come si chiama il primo pinguino che la mamma accompagna a scuola?”, “Quali sono gli animali che l’orsetto segue scappando da casa?” ecc. La migliore scelta di un libro per il proprio bambino è quella che tiene conto anche delle sue preferenze. Illustrazione da M. MURPHY, Alcune cose cambiano, AER Edizioni, Bolzano. Le difficoltà e gli orrori È anche opportuno tenere conto che una fiaba o una storia possono aver colpito la sensibilità del bambino tanto che gli è necessario un certo tempo per “sostenerla” interiormente e quindi lo si disturba quando si vuole immediatamente rievocarla per analizzarla e discuterne. della vita, come la guerra, non possono essere nascosti ai bambini; spiegarli con un linguaggio semplice e veritiero contribuisce a porre le fondamenta Sono da ricordare altri accorgimenti per rendere il raccontare e il leggere ad alta voce più attraenti, stimolanti e sopportabili per i bambini piccoli. Se ne possono ricordare tre di cui uno abbastanza ovvio, gli altri particolarmente utili da sapere. di una morale pacifica e altruista. 9 Un primo accorgimento consiste nel saltare senza esitazioni lungaggini e digressioni che rallentano il racconto, rendendolo di più difficile comprensione e/o eccessivamente lungo rispetto alla capacità di attenzione del bambino. Un secondo accorgimento è quello di non forzare oltre misura la propensione a dare voci diverse ai diversi personaggi di una favola, di una storia, di un racconto. È vero che le storie per bambini offrono la possibilità a chi legge di adattare la propria voce in modo da favorire nei piccoli una maggiore comprensione (e caratterizzazione) di personaggi e situazioni. Questo è utile e possibile quando i personaggi sono (vocalmente) relativamente semplici e soprattutto quando sono poco numerosi; ma quando sono molti e complessi, anche per il lettore più addestrato può risultare difficile “trovare” voci diverse, mantenendone tono e calore per tutta la narrazione, soprattutto quando il racconto è lungo, interrotto da pause, narrato in spa- Quando, dove e come raccontare e leggere ad alta voce con i bambini piccoli zi e tempi diversi: in questi casi, si finisce per ingenerare nel piccolo ascoltatore soltanto difficoltà di attenzione e di comprensione. Quanto detto naturalmente non significa optare per una voce tediosamente sempre uguale, monotona, irritante al suono, ma vuol dire cercare di renderla viva, attraente, specialmente attraverso variazioni naturali che esprimano la partecipazione emotiva di chi legge. L’educazione al bello può cominciare fin dalla più tenera età, purché avvenga attraverso il gioco e la raffigurazione di oggetti e immagini di buona qualità, come spesso sono i libri per l’infanzia. Un terzo e importante accorgimento riguarda le modalità con le quali si associano le illustrazioni alla narrazione. È intuitivo che le illustrazioni vanno ampiamente condivise fra chi legge e chi ascolta, ma è raccomandabile che il piccolo in ascolto ne prenda visione dopo che almeno una parte della narrazione sia stata letta. La ragione di questo accorgimento è sostenuta soprattutto dal fatto che l’abitudine di passare molto tempo davanti alla televisione diminuisce nei bambini la capacità di formarsi, della realtà, immagini mentali proprie. Questo fatto, ritengono gli esperti di psicologia infantile, impoverisce in modo rilevante le capacità immaginative dei bambini tv-dipendenti, riducendone l’immaginazione del reale a forme stereotipate e riduttive. L’ascolto, invece, fornisce un fertile terreno di sviluppo della loro fantasia. Naturalmente, quando si tratta di prodotti editoriali di sole illustrazioni, vedere e raccontare (commentare) non possono che coincidere. Orientamento nel tempo Nella quotidianità, ritrovarsi nelle stesse situazioni in una successione consueta permette al bambino di individuare il momento, nell’arco della giornata, in cui egli si trova, quasi pietra miliare temporale, e ciò lo tranquillizza. Orientamento nella storia Il bambino piccolo ama risentire più volte la stessa storia e non gradisce i cambiamenti. La storia si snoda davanti agli occhi del bambino non come una pellicola, una rappresentazione filmica piatta e bidimensionale della quale è semplicemente spettatore, ma come una rappresentazione tridimensionale che lo circonda ed in cui egli è inserito: vive con la fantasia una sequenza “reale” di situazioni in ambienti sovrapposti. Per cui risentire la stessa storia è come riesplorare un percorso in un ambiente via via sempre più noto. Non si dovrebbe ignorare l’importanza fondamentale della musica nell’educazione Infine, è da prendere in considerazione il rapporto fra l’adulto che racconta e legge e i bambini che ascoltano. Per l’adulto, un fattore di interesse in una narrazione è la varietà; per il bambino piccolo la ripetitività è un elemento irrinunciabile. Questo aspetto è stato oggetto di particolari approfondimenti in varie sedi e i risultati, schematicamente, sono così riassumibili. Orientamento nello spazio In un ambiente ritrovare certi elementi noti permette al bambino di capire dove si trova e quindi di orientarsi. ricorrendo per tempo agli ottimi, anche se non numerosissimi, mezzi disponibili sul mercato. 10 Se una considerazione finale può essere tratta sui modi migliori per dedicarsi al raccontare e al leggere con i bambini piccoli, si può dire che non vi è suggerimento veramente efficace se non si inserisce in un’esperienza realmente vissuta, praticata costantemente, sia nell’ambito della famiglia sia in quello delle comunità in cui molti bambini passano gran parte delle loro giornate. dia soprattutto i genitori contro ogni eventuale propensione a strumentalizzare il raccontare e il leggere ad alta voce per forzare lo sviluppo psichico, emotivo e sentimentale dei propri bambini. Un secondo errore, in un certo senso corollario del primo, è quello di perseguire, mediante la lettura ad alta voce, l’obiettivo di anticipare nei bambini la capacità di leggere, al quale si deve invece arrivare lungo un percorso armonico rispetto allo sviluppo psichico del bambino. Per i bambini la notte è tempo di timori e di paure che le mamme e i papà possono dissipare ricorrendo sia alla propria rassicurante presenza, sia a sereni comportamenti protettivi. Come accade nel bellissimo libricino da cui è tratta questa illustrazione di grande qualità e fascino. Da V. GORBACHEV, Tommaso e i cento lupi cattivi, Nord-Sud Edizioni, Gossau/Zürich. Gli errori da evitare Un primo errore è quello di considerare il raccontare e il leggere ad alta voce come mezzi per accelerare i processi di maturazione dei piccoli ascoltatori, senza tener conto che, nello sviluppo del bambino, non è soltanto importante “sapere”, ma soprattutto “capire”, e oggi i bambini, oggetto di una vasta e pressante gamma di stimolazioni esterne, sanno o rischiano di sapere molto di più di quanto sono in grado di capire. Di qui l’opportunità e l’impegno di mettere in guar- Le fiabe raccontano di luoghi e usanze spesso lontane dall’esperienza quotidiana, ma sempre di vicende e sentimenti che aiutano a comprenderci meglio. 11 Un terzo errore è quello di considerare il raccontare e il leggere ad alta voce ai piccoli bambini come un mezzo indispensabile, se non addirittura unico, per creare e sostenere un profondo e duraturo legame affettivo tra genitori e figli. In realtà, il bambino instaura un legame affettivo profondo e duraturo con gli adulti che in qualsiasi modo lo aiutano a crescere, che “crescono” assieme a lui, contribuendo a costruire, arricchire e allargare il suo spazio psicologico. Quindi, è opportuno non ritenere il raccontare e il leggere ad alta voce come possibilità uniche, ma solo come una delle molte strategie possibili per aiutare il bambino a crescere. Quello che, invece, appare utilmente proponibile non dovrà essere soltanto un comportamento (raccontare e leggere ad alta voce), ma un cambiamento nel modo di rapportarsi con i bambini propri o affidati (“sentire” autenticamente l’esigenza e il piacere di raccontare e di leggere). In questa ottica, il raccontare e il leggere ad alta voce diventano dei tasselli, tanto più importanti in quanto inseriti in quello che i genitori e gli educatori già diffusamente fanno per far crescere i bambini fisicamente, psicologicamente e affettivamente. ■ La scelta delle pubblicazioni per EL SENSIBILIZZARE LE FAMIGLIE verso la pratica del raccontare e del leggere ad alta voce ai bambini piccoli, è opportuno dedicare una particolare attenzione alla scelta delle pubblicazioni utilizzabili, tenendo conto dell’età dei bambini, delle circostanze ambientali, del tempo disponibile; in sostanza, a quale materiale editoriale si può attingere oggi, senza trascurare di valorizzare la tradizione orale. N Il bambino di oggi UANTI SI OCCUPANO di letteratura per l’infanzia non mancano di raccomandare di prendere atto del fatto che il bambino di oggi (un oggi che ormai copre diversi decenni) è ben diverso da quello rappresentato nell’ottocento, alla nascita della letteratura per l’infanzia, secondo un modello che ha sostanzialmente resistito fino agli anni sessanta del novecento: un soggetto prevalentemente passivo al quale si dovevano impartire lezioni istruttive e moraleggianti ricorrendo a materiali esplicitamente pedagogici. Il fine era principalmente quello di farne un buon bambino rispettoso delle regole del vivere civile, premessa per ottenere un adulto disposto ad adeguarsi alla mentalità, alle opinioni, ai modi di vita prevalenti (o autoritariamente imposti) nella società in cui avrebbe condotto la sua esistenza. Q I cambiamenti socioeconomici e culturali intervenuti tumultuosamente, perlomeno nei Paesi occidentali, a partire dalla fine della seconda guerra mondiale, hanno comportato anche la crisi di quel modello ottocentesco di bambino, al quale è subentrata una figura ben diversa: il bambino oggi è riconosciuto co- Innumerevoli sono le pubblicazioni per l’infanzia; nella scelta è opportuno tener conto dell’età del bambino e delle sue preferenze, affidandosi anche ai consigli di chi conosce sia i bambini sia quello che il mercato librario propone. Le storie che non piacciono a chi legge, difficilmente piaccono a chi ascolta. 12 me un soggetto attivo, competente, capace di emozioni e sentimenti complessi, dotato di una sua propria logica e di un inconscio che può essere terreno di grandi conflitti. Il mondo degli adulti, che a vari titoli professionali (pediatri, educatori ecc.) ha a che fare con i bambini, è ben consapevole di questa nuova realtà infantile. Invece, questa consapevolezza molto spesso sfugge alla comune società degli adulti e delle famiglie. Nonostante tutto, infatti, permane, spesso sotto traccia, soprattutto a livello genitoriale, una percezione del bambino non dissimile da quella diffusa in passato. Sulla base di tali evidenze, si può formulare una prima considerazione: quella di ritenere prioritaria la necessità di rendersi consapevoli della “nuova” visione che si deve avere del bambino di oggi. Questa consapevolezza è indispensabile per elaborare, accettare e mettere in pratica da parte dell’adulto alcuni atteggiamenti assai importanti per rendere virtuosamente efficace il suo ruolo di mediatore fra ciò che viene raccontato o letto ad alta voce e la “sensibilità” del bambino che ascolta. Gli atteggiamenti degli adulti che contribuiscono a rendere il raccontare e il leggere ad alta voce un momento di piacere e di crescita per il bambino possono essere riassunti in poche indicazioni: cercare il significato di ciò che si racconta o si legge assieme al bambino, mettendosi sul suo stesso piano; non spiegare, non insegnare, non chiedere di trarre la morale o un insegnamento da ciò raccontato o letto; scoprire assieme al bambino non solo il piacere della lettura, ma anche il fascino e la bellezza del- l’infanzia la parola, dell’espressione letteraria e delle illustrazioni; non aspettarsi, e ancor meno pretendere, che il bambino con il quale si racconta o si legge diventi più bravo, più buono, più intelligente. Scegliere il libro giusto per il proprio bambino non è sempre facile; meglio affidarsi al consiglio di chi sa di libri per l’infanzia In sostanza, gli atteggiamenti “virtuosi” dell’adulto che racconta o legge a un bambino implicano la necessità e la disponibilità a crescere con lui, trovando o ritrovando dimensioni percettive ed emozionali dell’età dell’infanzia che possono arricchire anche la propria vita presente di adulto, spesso anchilosata negli schemi stereotipati della vita quotidiana. e di bambini. Se si tiene conto di queste considerazioni, si comprende quanto non sia più accettabile la manipolazione di prodotti della letteratura per l’infanzia per renderli più funzionali a obiettivi di natura pedagogica. La manipolazione di un racconto o di un testo dovrebbe essere sempre evitata, a prescindere dagli obiettivi che possono anche sembrare del tutto legittimi (rendere una storia meno violenta, più vicina alle esperienze del bambino e così via): meglio di gran lunga è cambiare e scegliere quello che sembra più adatto. La moderna letteratura per l’infanzia CAMBIAMENTI INTERVENUTI nella realtà e nella concezione della figura del bambino dei nostri tempi sono stati e sono ampiamente e correttamente interpretati dai più validi autori per l’infanzia sia nel modo di scrivere sia nelle tematiche trattate. I Una caratteristica che appare fondamentale nella moderna letteratura per l’infanzia è quella di essere scritta ponendosi dalla parte del bambino, “vedendo” con i suoi occhi. Di qui lo sforzo, da parte dell’adulto, di comprendere questa impostazione, cui non è abituato, per poter realmente partecipare e far sentire al bambino tale partecipazione. gamma di valori in modo implicito, intrecciati in modo inapparente alle storie, alle parole, alle illustrazioni, per cui si può dire che si fa sempre più letteratura e sempre meno pedagogia. È questo un punto che è stato ritenuto importante e da mettere in risalto nei processi di sensibilizzazione rivolti alle famiglie: il bambino che ascolta costruisce una propria visione del mondo in cui le componenti valoriali (relative agli affetti, all’onestà, all’amicizia, al rispetto dell’ambiente, al senso della morte ecc.) entrano quasi inavvertitamente, trasportate in modo nascosto dai e nei contenuti espliciti dei racconti, delle storie, delle fiabe. La sensibilità dei bambini piccoli può essere stimolata proponendo loro libriccini fatti con materiali apprezzabili sia Una terza caratteristica della moderna letteratura per l’infanzia è rappresentata dall’ampliamento tematico cui è andata incontro, dall’ecologia alla sessualità, dalla guerra alle scienze e alla tecnologia, nell’opportunità/necessità di aderire all’allargamento delle esperienze della vita quotidiana da parte del bambino. alla vista che al tatto. L’attenzione dedicata alla letteratura per l’infanzia negli ultimi decenni non deve andare a scapito del Una seconda caratteristica della moderna letteratura per l’infanzia è quella di rappresentare una vasta 13 La scelta delle pubblicazioni per l’infanzia grande patrimonio della tradizione orale e della letteratura del passato; queste possono avere ancora un ampio spazio nelle scelte delle famiglie, scegliendo il più possibile secondo criteri che tengano conto, come si è detto, che i destinatari, i bambini di oggi, non sono quelli di ieri. I migliori primi libri per bambini sono quelli che illustrano concetti e forniscono informazioni nel contesto di una storia. Per quanto riguarda la qualità per così dire immateriale, quella dei contenuti, si possono valorizzare i criteri di cui si tiene conto nell’assegnazione del prestigioso premio Hans Christian Andersen per cui un libro valido deve possedere i seguenti requisiti: I principali criteri di scelta ULLA SCELTA delle pubblicazioni destinate ai bambini fino ai cinque anni (e anche successivamente) è opportuno affermare il criterio, tanto ovvio quanto frequentemente disatteso, di adeguare le scelte alle reali possibilità di comprensione del bambino, in sostanza al suo stadio di sviluppo. S Un secondo criterio, largamente osservato da quanti professionalmente si occupano di bambini, ma non così da non pochi genitori, è quello di scegliere le pubblicazioni in funzione dei gusti dei piccoli, ben noti nella loro variabilità, spesso non tenuti nella dovuta considerazione. L’albo illustrato è il libro più adatto Oltre a questi, altri criteri di scelta possono guidare in modo utile l’operato dei genitori nella richiesta e nell’acquisto di pubblicazioni da leggere con i loro bambini: innanzitutto la qualità dei contenuti e in secondo luogo la qualità delle caratteristiche materiali e grafico-illustrative dei prodotti. per leggere insieme, specialmente quando è di grande formato comunicare a più livelli, essere semplice nei criteri di comunicazione senza essere banale, essere originale, essere corredato da illustrazioni di elevato valore estetico, contenere valori non esplicitati ma che scaturiscono dal fluire degli eventi, stimolare la capacità critica, divertire, coinvolgere, sollecitare empatia, favorire una migliore conoscenza di sé e del mondo, fornire informazioni. e quindi più facilmente condivisibile fra l’adulto che legge e il piccolo che segue Quest’ultimo aspetto deve essere naturalmente considerato anche tenendo conto del prezzo: è ovvio che, a risorse limitate, non vi è dubbio che è preferibile acquistare due prodotti di buona qualità, piutto- sto che uno solo di qualità eccellente. Tuttavia, è opportuno insistere con i genitori sulla opportunità di evitare l’acquisto di pubblicazioni scadenti, di cui il mercato è infiltrato in modo non trascurabile da produttori non adeguati o addirittura scientemente scorretti. la narrazione guardando le figure. 14 Un criterio importante è quello di tener conto della destinazione della pubblicazione perché una cosa è scegliere un libro la cui fruizione avviene nell’ambito delle famiglie nelle quali di solito è coinvolto un adulto e uno o al massimo due-tre bambini, altra cosa è quando il libro viene utilizzato per un gruppo numeroso di bambini, come può avvenire e avviene Estendere la scelta delle fiabe a quelle di altri Paesi è utile perché allarga l’esperienza conoscitiva del bambino verso altri mondi, contribuendo a comprendere e ad amare le diversità del genere umano. L’illustrazione è tratta da una fiaba Yoruba (Nigeria). Da F. LAZZARATO, 100 fiabe venute da lontano, illustrazioni di NICOLETTA COSTA, Mondadori, Milano. 15 La scelta delle pubblicazioni per l’infanzia negli asili nido, nelle scuole dell’infanzia o quando si organizzano momenti di lettura in altre sedi, come per esempio nelle biblioteche pubbliche. È positivo raccontare storie dove il protagonista, in cui il bambino Il problema della destinazione riguarda non soltanto i formati e la grafica delle pubblicazioni, la cui lettura è bene sia sempre o il più possibile condivisa fra chi legge e chi ascolta, ma anche i contenuti. Non si deve infatti dimenticare che anche i bambini più piccoli possono presentare delle difficoltà nel condividere per così dire pubblicamente le proprie emozioni suscitate da un racconto o da una fiaba. Infatti, raccontare o leggere ad alta voce implica in varia misura una stimolazione di sentimenti che il bambino può considerare molto privati e quindi non essere disponibile a condividere con altri. Il bambino, nell’atmosfera di intimità che si crea durante la lettura cui è interessato, può considerarla del tutto personale: un’esperienza intensa da condividere unicamente in uno stretto rapporto con il solo adulto narrante. Questa possibilità è naturalmente legata alla storia o alla fiaba che viene letta, al luogo e al tempo in cui tale esperienza si svolge. Al contrario, vi sono storie che il bambino ama condividere e la scelta di queste condiziona la possibilità di “collettivizzare” con piacere l’esperienza della lettura. si identifica, alla fine trionfa, perché la fragile personalità infantile trova una compensazione ai suoi sentimenti di inferiorità e alle sue paure. Trasformare le piccole azioni quotidiane in storie significa concentrare di fronte a letture che è incapace di affrontare. Ora, questo aspetto può essere meglio controllato quando la lettura avviene fra un adulto e un bambino o pochi bambini, quando cioè vi è una maggiore possibilità, da parte dell’adulto, di prestare attenzione alle reazioni, anche non esplicite, del bambino e quindi di tenerne conto. Questa possibilità è ben minore quando il racconto o la lettura avviene per un gruppo numeroso di bambini, fra i quali può essere ignorato quel soggetto per cui ciò che si va raccontando o leggendo risulta disturbante. In questa ottica, si comprende perché le persone e gli esperti che hanno competenze in merito suggeriscano di dare la preferenza a letture in un certo senso più conservatrici, la cui “innocuità” è stata lungamente verificata. Una questione marginale, ma non del tutto trascurabile, riguarda l’opportunità di tener conto, nella scelta delle narrazioni e delle letture, se i destinatari siano bambini o bambine. In realtà, questo non è un reale problema per la fascia di età fino a cinque anni in quanto è soltanto dalla preadolescenza che comincia a verificarsi una differenziazione nelle preferenze dei bambini legate al genere maschile o femminile. e trasmettere un mondo La scelta delle pubblicazioni più adatte ai bambini nelle varie età deve tener conto anche della loro capacità individuale di sopportare storie che scatenano turbamento, evitando letture che possono violentare la loro sensibilità. I bambini più grandi, capaci di leggere per proprio conto, quando ciò che leggono supera la loro soglia di sopportabilità, hanno la possibilità di interrompere la lettura; mentre il bambino che non sa leggere e che dipende dall’adulto è indifeso di affettività, realizzare un rapporto profondo con i propri piccoli, riaffermare il proprio amore verso di loro. 16 Un’ultima considerazione può essere dedicata alla lunghezza delle letture. È chiaro che nell’ambito familiare, le letture possono essere distribuite anche in più giorni, a capitoli, in quanto vi è una continuità dei soggetti in ascolto; questa circostanza può non verificarsi negli asili e nelle scuole dell’infanzia per cui sembra utile suggerire di dare la preferenza, in queste sedi, a esperienze di racconto e di lettura che si esauriscono nella singola sessione, ferma restando Le storie di giocattoli possono assumere una particolare rilevanza nello sviluppo psicoaffettivo del bambino; sia dal rapporto diretto con pupazzi, bambole e altri oggetti, sia da racconti che li abbiano protagonisti, i bambini possono ricavare quel senso di sicurezza che sarà alla base dei rapporti affettivi futuri. L’illustrazione è tratta da L. CECIL E E. C. CLARK, Le più belle storie di giocattoli, Mondadori, Milano. la disponibilità di riprenderle, con opportuni accorgimenti, in altri momenti. Attraverso le storie il bambino passa gradualmente da Un tema ricorrente è quello del rapporto fra età del bambino e pubblicazioni da scegliere, cui si è già accennato, ma sul quale conviene ritornare. Sulla base di varie esperienze e in accordo con la letteratura in proposito, si può convenire sull’opportunità di trasmettere con chiarezza il seguente messaggio: non è esperienze semplici a complesse e progredisce nella percezione, nell’organizzazione e nel controllo della realtà. 17 possibile assegnare con precisione un determinato libro a questa o a quell’età. Infatti, la maggior parte degli editori tiene conto di questo dato di fatto, per cui tende a non mettere più, o a porla in termini semplicemente indicativi, la fascia di età di riferimento, preferendo la dicitura “a partire da ... (mesi o anni)”. Si possono tuttavia seguire alcuni criteri, basati sulle preferenze dei bambini, quali quelli riassunti nella tabella pubblicata a pagina 22. ■ La scelta delle pubblicazioni per l’infanzia Alcuni criteri guida per la scelta delle pubblicazioni per l’infanzia A SCELTA DEI RACCONTI e delle letture da fare ad alta voce con i bambini in età prescolare non può essere basata su parametri certi, per cui è consigliabile ai genitori consultare pediatri, educatrici di asili nido, maestre di scuola dell’infanzia, bibliotecari e librai esperti in letteratura per l’infanzia, non soltanto per avere delle indicazioni guida, ma soprattutto per evitare almeno alcuni fra gli errori più comuni e meno trascurabili. L Innanzitutto, è fortemente raccomandabile evitare di privilegiare acriticamente le pubblicazioni che l’adulto ricorda di aver gradito “quando era piccolo”, quelle che sono poi diventati i libri della nostalgia, sentimento che spesso confonde i ricordi con le questioni di merito. La letteratura per l’infanzia del passato deve essere rivalutata tenendo conto delle esigenze e del reale interesse del bambino di oggi e anche delle proposte nuove dell’editoria, sempre più ricca di proposte apprezzabili. Un secondo errore da evitare è quello di porsi come principale obiettivo, nella 18 scelta di una pubblicazione, quello di avere in qualche modo un sostegno alla propria opera di educatori per cui la pubblicazione deve, il più virtuosamente possibile, insegnare qualche cosa, muovere a buoni sentimenti, esaltare le virtù. Una trappola in cui spesso cadono gli acquirenti di pubblicazioni per bambini è quella rappresentata da prodotti editoriali confezionati sul gusto e sulle preferenze degli adulti allo scopo di venderli meglio e di più: ricche edizioni, con prefazioni magari di firme illustri, promosse da una pubblicità a loro rivolta e non a far meglio comprendere le esigenze del bambino e guidare in tal senso le scelte di acquisto. Un errore in qualche modo opposto al primo cui si è accennato è quello di considerare aprioristicamente il “nuovo” migliore del “vecchio”, mentre è importante, anche se più impegnativo, valutare che cosa è veramente ancora vivo nei vecchi titoli della letteratura per l’infanzia: spesso il senso di vecchio-superato è derivato da presentazioni editoriali povere o scadenti che penalizzano prodotti ancora validissimi, come molte delle classiche fiabe. E a proposito di fiabe, il rischio che spesso gli adulti corrono è quello di considerarle non più adatte per i loro caratteri irrealistici, le vicende antiquate, i luoghi non corrispondenti all’attuale esperienza dei bambini, troppo contrastanti con una realtà quotidiana spesso vissuta nella piattezza di una vita familiare routinaria e negli stereotipi della televisione. In realtà, la fiaba conserva, soprattutto al di sopra dei tre anni, una forte attrazione capace di generare un profondo coinvolgimento nel bambino. E non solo. Se l’adulto coglie veramente l’occasione di crescere con il bambino a cui legge, la fiaba, e naturalmente non solo questa forma di racconto, può assumere anche per lui un ruolo assai importante per il suo sviluppo interiore. Ha scritto Italo Calvino: le fiabe “...sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che appunto è il farsi di un destino: la giovinezza, dalla nascita che sovente porta in sé un auspicio o una condanna, al distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e più maturo, per confermarsi come essere umano...”. Un errore è anche quello di creare percorsi di narrazione e di lettura eccessivamente tradizionali e quindi chiusi ai cambiamenti della vita e della società. Un esempio ormai irrinunciabile è rappresentato dalla crescente multietnicità della società per cui non si può più ignorare, quando si raccontano storie, che esistono altre etnie, altri Paesi, altre tradizioni. Non estendere la scelta di fiabe e racconti ad altre genti, che ormai vivono alla porta accanto, e ad altri Paesi significa restringere l’esperienza conoscitiva del bambino e, al fine, limitarne l’apertura sulle diversità del genere umano. Infine, va sottolineata l’importanza del raccontare attingendo dalla tradizione orale, valorizzando la continuazione da una generazione all’altra di elementi culturali e psicoaffettivi il cui abbandono impoverisce la famiglia, e i piccoli che vi vivono, e alla fine la società tutta. In questo ambito, è opportuno opporsi alla tendenza di rinunciare al dialetto di cui, anzi, è opportuno valorizzare le grandi possibilità espressive. 19 La scelta delle pubblicazioni per l’infanzia LE pubblicazioni preferite dai bambini 6-12 mesi ■ 12-24 mesi ■ 24-36 mesi ■ 3-5 anni ■ Pubblicazioni rigide con immagini di bambini ■ Pubblicazioni rigide illustrate in modo brillante da manipolare, mettere in bocca ■ Pubblicazioni con immagini di oggetti familiari ■ Pubblicazioni di piccole dimensioni per piccole mani Pubblicazioni rigide e robuste che i bambini possono maneggiare e trasportare ■ Pubblicazioni con fotografie e immagini di bambini nelle loro quotidiane funzioni: dormire, mangiare, giocare ■ Pubblicazioni della buona notte da leggere quando vanno a letto ■ Pubblicazioni con scenette di saluto ■ Pubblicazioni con poche parole per ogni pagina ■ Pubblicazioni con rime semplici e testi prevedibili Pubblicazioni con pagine rigide, ma anche pubblicazioni con pagine di carta ■ Pubblicazioni divertenti e buffe ■ Rime, ritmi, testi ripetitivi, che possono essere mandati a memoria ■ Pubblicazioni concernenti bambini e famiglie ■ Pubblicazioni sul farsi delle amicizie ■ Pubblicazioni sui cibi ■ Pubblicazioni su animali ■ Pubblicazioni riguardanti veicoli Pubblicazioni che raccontano storie ■ Pubblicazioni che riguardano piccoli bambini che assomiglino a loro e che vivano come loro; ma anche pubblicazioni dedicate a luoghi e modi di vivere differenti dai consueti ■ Pubblicazioni che riguardano l’andare a scuola, farsi degli amici ■ Pubblicazioni con testi semplici che si possono facilmente memorizzare ■ Pubblicazioni che riguardano i numeri, l’alfabeto, le parole Fonte: Reach out and Read ® Program Manual, Reach Out and Read Inc., Sommerville, MA 02145 (USA), 1999 20 I libri illustrati possono essere di grande utilità nell’educazione dei bambini. L’immagine è tratta da un volumetto dedicato all’educazione all’uso del vasino. Da T. ROSS, Voglio il mio vasino, Mondadori, Milano. 21 La scelta delle pubblicazioni per l’infanzia I primi libri per i bambini nella fascia di età 0-2 anni Si utilizzano ninne nanne, filastrocche, nursery rymes, cavallucci accompagnando col ritmo del corpo i suoni verbali. ■ I primi libri sono libri manipolabili, morbidi, di gomma, di plastica, di stoffa con una sola grande e nitida illustrazione per pagina, su fondo bianco o chiaro, con nette campiture di colore. Si parte con oggetti conosciuti e familiari (I Morbidoni della Mondadori o i Libri nido di Coccinella). ■ Si possono poi proporre libri morbidi o cartonati robusti con grandi immagini di animali, associando verbalmente il verso o una caratteristica identificata. ■ Seguono libri a due figure di tipo causa-effetto o descrittive di funzioni semplici (esempio cucchiaio e piatto/bimbo che mangia la pappa). ■ Con l’inizio dell’acquisizione del linguaggio si possono inserire piccole brevi storie relative alle esperienze quotidiane. Intorno ai 18 mesi le storie si fanno più ar ticolate, con inizio e fine. ■ Si possono leggere vere e proprie storie, anche se ancora improntate alla semplicità e in forma ridotta. Il bambino prova grande piacere nella ripetizione di singole parole o brevi frasi rituali. ■ Vanno bene i libri che offrono possibilità di esperienze sensoriali multiple. Libri interattivi con buchi, pulsanti, ruote, finestre ecc. ■ Si continuano a proporre testi in rima, da ritmare col corpo (Staccia buratta la micia la gatta o Un boccone a me un boccone a te di Francesca Lazzarato oppure il Grande Libro delle filastrocche di L. Giordano o altri titoli di Einaudi, Collana Storie e Rime). ■ 22 Le letture per i bambini nella fascia di età 2-5 anni Dai due anni e mezzo con il rapido sviluppo del linguaggio nasce il senso della storia e si possono proporre libri cartonati con testi che hanno a che fare con i piccoli problemi del bambino, dai semplici rituali del quotidiano alle emozioni che nascono dal conflitto (Voglio il mio vasino di Tony Ross e A che serve il vasino di Chambliss e Borgardt, Cosa facciamo con Baby ue ue di Cowell e Godon…). ■ Utili i libri in serie perché si attirano l’un l’altro (Pimpa di Altan, Pina di Lucy Cousins, Milo di Giandelli, Spotty di Hill). ■ ■ Si introducono libri che aprono sul mondo mantenendo saldo il legame con l’esperienza del bambino. Ancora tante filastrocche e rime che si distinguano per musicalità del fluire delle parole e cadenza ritmica.Tante azioni e verbi, pochi aggettivi. Nel tempo il linguaggio si farà più complesso, con suggestioni verbali che, anche se non comprese, potranno affascinare e catturare l’attenzione del bambino. Quindi libri che propongono poesie e rime (Rodari, Molesini, Piumini, Carminati, Scialoja, Nico Orengo, Grossi ecc.). A quattro, cinque anni si possono già proporre esperienze di poesia (accuratamente) selezionate dai classici (vedi i suggerimenti in L’albero delle parole oppure Versi (di)versi di Rita Valentino Merletti). ■ Fiabe e classici della narrativa. Preferire le storie e le fiabe dove c’è una sorta di viaggio iniziatico del protagonista, con prove da superare, sconfitta del Male o del Cattivo. Preferire le storie per accumulo, con iterazioni, anche in rima, con giustapposizione degli eventi, con fluidità di linguaggio. Sempre gradita la rilettura; poco gradite le varianti che possono essere però proposte come gioco di ricerca per stimolare la fantasia. ■ Album senza testo o con brevi didascalie, da leggere e interpretare attraverso la ricchezza dell’illustrazione stuzzicando la curiosità e la fantasia del bambino. ■ Le storie a puntate sono valide se si ha l’accortezza di non sospendere la lettura nei momenti cruciali che possono generare stati di ansia. ■ Libri che sollecitano il senso comico del bambino (Chi me l’ha fatta in testa? di Werner Holzwarth e Wolf Elbruch o Il libro delle puzze di Babette Cole). ■ Libri di Culture Altre: Gente di Peter Spier, I bambini nel mondo e Le religioni nel mondo di Emma Damon. I libri bilingui di Carthusia Lexico Minimo di Gabriele Ventura con schede per le parole d’uso più comune. Riguardano la persona, la casa, la scuola e l’ambiente. Pubblica in due lingue la Sinnos e tra poco anche Mondadori. Sono anche pubblicati i classici in Lingua Altra. ■ 23 UESTA PUBBLICAZIONE è distribuita gratuitamente al pubblico nell’ambito del Progetto “Leggere per Crescere” affidato, per il suo sviluppo sul territorio, agli operatori che professionalmente si occupano dei bambini in età prescolare o che hanno frequenti rapporti con le loro famiglie: pediatri, educatrici di asili nido, insegnanti delle scuole dell’infanzia, farmacisti, parroci, bibliotecari, librai. Q Il progetto “Leggere per Crescere” è in corso di sviluppo grazie alla collaborazione concreta e continua di istituzioni che, a ottobre del 2003, sono principalmente la Regione Veneto, il Comune e l’Università di Verona, la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) della Regione Veneto, l’Associazione Promozione Cultura Pediatrica (APCP) della Provincia di Verona, la Società Italiana di Pedagogia Medica (SIPeM), le Amministrazioni degli Asili nido e delle Scuole materne della Provincia di Verona, il Centro Servizi Amministrativi di Verona (CSA) - Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, la Federazione Italiana Scuole Materne (FISM) della Provincia di Verona e la Delegazione della Provincia di Verona dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB), l’Associazione per la Ricerca e la Promozione in Pediatria (APREF) di Padova, il Settore Servizi Scolastici del Comune di Padova, la Federazione Italiana Titolari di Farmacia di Padova, la Società Unifarm di Trento, la Direzione Affari Istituzionali e Comunicazione Esterna di GlaxoSmithKline, nel cui Programma di solidarietà sociale “Salute & Società” il Progetto “Leggere per Crescere” è stato concepito e organizzato. Per ogni informazione ci si può rivolgere alla Segreteria centrale: GlaxoSmithKline, Programma “Salute & Società”, Progetto “Leggere per Crescere”, Via A. Fleming, 2 - 37135 Verona, tel. 045 9218319, fax 045 9218197. e-mail: [email protected]