Kawasaki H1 500 Mach III (1974) 7 000 EUR

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Kawasaki H1 500 Mach III (1974) 7 000 EUR
Exposé pour ID du véhicule: 67788
www.classic-trader.com/ad/67788
Kawasaki H1 500 Mach III (1974)
7 000 EUR
Description
Alla fine degli anni Sessanta il mondo era a quattro tempi, solo la Vespa ed il Ciao della Piaggio utilizzavano un
motore a due tempi.
Ma quando all’improvviso si materializzò sul mercato la Kawasaki 500 Mach III, fu come se fossero sbarcati i
marziani sulla Terra!
E la Mach III del Sol Levante, divenne subito un icona, una star fotografata e recensita da tutti i giornali ed i
magazine dell’epoca, un mix letale di pregi e difetti che ne fecero uno “status simbol” degli anni ’70, un oggetto
da possedere, ma soprattutto da dominare, cosa per niente facile…..
Nonostante difetti e scompensi fu proprio la prima serie a creare una leggenda intorno a sé, e fu proprio
grazie alla 500 Mack III che il marchio Kawasaki coniugò la propria filosofia costruttiva con le prestazioni
assolute di un solo modello.
Dopo il suo esordio negli USA , finalmente a metà del 1969 la Kawasaki H1 500 Mach III bianca con inserti
azzurri sbarcò in Europa, tre cilindri in linea raffreddati ad aria. Con 60 cavalli a 8.000 giri, tre carburatori
Mikuni 28 e cinque marce. La prima moto con accensione elettronica CDI, miscelatore con pompa Injectolube,
manovelle a 120 gradi e sibilo da jet, da cui la sigla Mach III ovvero tre volte la velocità del suono.
Annunciata con prestazioni esplosive: 200 km orari di punta e solo 4 secondi da 0 a 100 Km orari,174 chili il
suo peso a secco. Ma il telaio a doppia culla era debole, la forcella teleidraulica era sottodimensionata, i freni
solo a tamburo e con l’anteriore a doppia camma da 206. Solo dal ’71 fu introdotto il freno anteriore a disco.
Impennava volentieri e suonava bene, ma fumava come una locomotiva e soprattutto frenava poco,
costringendoti a ridurre le marce nella speranza vana di ridurre anche la velocità, il che non accadeva. In città
scaldava come un fornace con tendenza al grippaggio del pistone centrale data la scarsità di ventilazione. Gli aggettivi e le accezioni per descriverla si sprecarono in quegli anni: "Bomba H", " A cavallo di un tornado",
"Il missile di Satana", "La bara volante" e negli USA perfino "Widow maker", fabbrica di vedove.
Exposé pour ID du véhicule: 67788
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La Kawasaki 500 restò in produzione fino al ’77, quando la crisi petrolifera ne suggerì lo stop, perché beveva e
non era proprio parsimoniosa come imponevano le norme dell’”austerity”: meno di 10 km/litro di media e soli
130 km d’autonomia, roba da pazzi ! In totale circa duecentomila pezzi costruiti spalmati su otto versioni e non
tutte vendute in Italia. Correva l'anno 1969, e mentre l'uomo camminava sulla Luna, le moto inglesi e italiane venivano lentamente,
ma inesorabilmente, sopraffatte dalla furia giapponese di questi leggendari motori: l’alba di una nuova era
fatta di pluricilindriche in linea stava sorgendo…..
Fonte MC MotoHistory
Fournisseur
RUOTE DA SOGNO S.R.L
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