Compiti vacanze futura classe 3 N Ciao ragazzi…
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Compiti vacanze futura classe 3 N Ciao ragazzi…
Compiti vacanze futura classe 3 N Ciao ragazzi… Trovate qui allegato un modulo di antropologia. Vi chiedo di prenderne visione (leggerlo) ed effettuale una relazione scritta di quattro facciate circa che risponda alla domanda “Cos’è l’antropologia?”. Non è necessario capire tutto né utilizzare tutto. Il testo è solo uno stimolo di riflessione utile a creare un link nella vostra mente sull’antropologia, punto di partenza della futura attività didattica. Farlo seriamente occuperà circa quattro ore del vostro tempo (lettura) e due ore per la stesura. Sono a disposizione via mail per eventuali chiarimenti [email protected] Buon lavoro. Delfina Maffeis 1 2 3 4 5 Lino Rossi Lorena Lanzoni Sguardi sulle scienze umane Moduli di Antropologia e Sociologia Lino Rossi Lorena Lanzoni Sguardi sulle scienze umane Moduli di antropologia e sociologia Copyright © 2012 Clitt, via Pietro Cossa 41, 00193 Roma www.clitt.it I diritti di elaborazione in qualsiasi forma o opera, di memorizzazione anche digitale su supporti di qualsiasi tipo (inclusi magnetici e ottici), di riproduzione e di adattamento totale o parziale con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), i diritti di noleggio, di prestito e di traduzione sono riservati per tutti i paesi. Lҋacquisto della presente copia dellҋopera non implica il trasferimento dei suddetti diritti né li esaurisce. Per le riproduzioni ad uso non personale (ad esempio: professionale, economico, commerciale, strumenti di studio collettivi, come dispense e simili) lҋeditore potrà concedere a pagamento lҋautorizzazione a riprodurre un numero di pagine non superiore al 15% delle pagine del presente volume. Le richieste per tale tipo di riproduzione vanno inoltrate a Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali (CLEARedi) Corso di Porta Romana, n. 108 20122 Milano e-mail [email protected] e sito web www.clearedi.org Lҋeditore, per quanto di propria spettanza, considera rare le opere fuori del proprio catalogo editoriale, consultabile al sito www.clitt.it. La fotocopia dei soli esemplari esistenti nelle biblioteche di tali opere è consentita, oltre il limite del 15%, non essendo concorrenziale allҋopera. Non possono considerarsi rare le opere di cui esiste, nel catalogo dellҋeditore, una successiva edizione, le opere presenti in cataloghi di altri editori o le opere antologiche. Nei contratti di cessione è esclusa, per le biblioteche, istituti di istruzione, musei ed archivi, la facoltà di cui allҋart.71 -ter legge diritto dҋautore. Maggiori informazioni sul nostro sito: www.clitt.it Realizzazione editoriale: - Progetto grafico: Bianca&Volta - Impaginazione: Carla Rocca - Ricerca iconografica: Bianca&Volta Copertina: - Progetto grafico: Bianca&Volta - Realizzazione: Carla Rocca Prima edizione: gennaio 2012 Lҋimpegno a mantenere invariato il contenuto di questo volume per un quinquennio (art.5 legge n.169/2008) è comunicato nel catalogo Clitt, disponibile anche on line sul sito www.clitt.it, ai sensi del DM 41 dellҋ8 aprile 2009, all.1/B. File per diversamente abili Lҋeditore mette a disposizione degli studenti non vedenti, ipovedenti, disabili motori o con disturbi specifici di apprendimento i file pdf in cui sono memorizzate le pagine di questo libro. Il formato del file permette lҋingrandimento dei caratteri del testo e la lettura mediante software screen reader. Le informazioni su come ottenere i file sono sul sito www.clitt.it Suggerimenti e segnalazioni degli errori Realizzare un libro è unҋoperazione complessa, che richiede numerosi controlli: sul testo, sulle immagini e sulle relazioni che si stabiliscono tra essi. Lҋesperienza suggerisce che è praticamente impossibile pubblicare un libro privo di errori. Saremo quindi grati ai lettori che vorranno segnalarceli. Per segnalazioni o suggerimenti relativi a questo libro scrivere al seguente indirizzo: [email protected] Le immagini dei prodotti e i messaggi pubblicitari contenuti nel testo sono presenti esclusivamente per finalità didattica, senza scopo di lucro. > Presentazione PRESENTAZIONE I volumi riprendono nella struttura il testo per il primo biennio, con una cura dell’apparato didattico adeguata alle crescenti esigenze dei ragazzi, per stimolarli a progredire nell’elaborazione personale delle idee, senza rinunciare a strumenti di sintesi e di verifica degli apprendimenti tematici. Il libro offre l’occasione per una lettura orizzontale, organizzata sui contenuti, sviluppando un linguaggio rigoroso, ricco di rimandi ad un glossario articolato, utile ausilio per lo studio. Nello stesso tempo si presta ad una lettura di sintesi, di tipo verticale, ricorrendo ad una ricercata iconografia, che nel caso di alcune discipline del tutto nuove, come l’antropologia, costituisce una parte integrante del testo, grazie ad una serie di didascalie precise e documentate. L’obiettivo è quello di mantenere elevato l’interesse e creare un sistema di riferimenti continui con le necessarie schematizzazioni e le mappe concettuali, mezzi imprescindibili per guidare una lettura personalizzata degli argomenti e per formare un pensiero autonomo. Abbiamo pensato ad un libro che potesse rispondere alle esigenze dei docenti, facendo tesoro di una concreta esperienza d’insegnamento nella scuola secondaria superiore. Insegnare scienze umane non è un’impresa semplice, a causa della notevole mole di argomenti da trasmettere, che attingono ad ambiti disciplinari diversi tra loro: la psicologia, l’antropologia culturale, la sociologia, la pedagogia, la metodologia della ricerca. Abbiamo inoltre cercato di valorizzare l’intreccio interdisciplinare con altre discipline, come la geografia, la storia e l’arte, con l’introduzione di carte fisiche e tematiche, l’inserimento di brani musicali e di opere figurative, che entrano a far parte del testo a pieno titolo. Un’ampia selezione di letture, spesso con valore antologico, consente inoltre di comprendere dal lavoro diretto dei ricercatori i contributi più significativi offerti alla storia del pensiero. Un ricco apparato di esercizi graduati, strutturato in modo da adattarsi a diversi livelli cognitivi, consente una progressiva acquisizione delle competenze e delle conoscenze. Per renderne più agevole l’utilizzo, a fianco di ogni esercizio è indicato il relativo livello di difficoltà: livello base livello medio livello avanzato I volumi vengono proposti in tre versioni, articolate in modo differenziato e tali da soddisfare approcci diversi, nel rispetto dei programmi ministeriali. In particolare, per quanto riguarda il Liceo delle Scienze Umane, vengono proposte una versione completa e una priva della pedagogia: Liceo delle Scienze Umane vol. 1 - Moduli di Antropologia e Sociologia vol. 2 - Moduli di Psicologia e Pedagogia Liceo delle Scienze Umane vol. 1 - Moduli di Antropologia e Sociologia vol. 2 - Moduli di Psicologia Entrambe le versioni presentano un approccio prevalentemente teorico e problematico, seguendo lo sviluppo storico delle discipline e sviluppando il pensiero degli autori; sono corredate di un’ampia scelta di testi di autori (brevi Letture e Antologia degli scritti). I volumi possono essere completati con la lettura di un classico di Antropologia e di Sociologia, come previsto dai programmi ministeriali: Scienze Umane: la voce dei classici. Claude Lévi-Strauss e Émile Durkheim, a cura di L. Rossi e L. Lanzoni. Gli autori III ■ Sguardi sulle scienze umane Indice MODULI DI ANTROPOLOGIA MODULO A L’APPARIZIONE DELL’UOMO ......2 A1 Una specie naturale con diverse eccezioni ......................................4 1.1 Il rapporto uomo-ambiente...........................................................4 APPROFONDIMENTO - I fringuelli delle Galapagos.................6 1.2 L’ambiente delle origini ....................................................................6 1.3 L’uomo ha una natura bio-culturale .......................................7 LETTURA - E. Anati, L’origine comune dell’intelligenza umana.................................................................8 1.4 Storia naturale e storia culturale...............................................10 ETHNOGRAPHICA - Il mito di Icaro................................................10 LETTURA - S.L. Washburn, Evoluzione di biologia e cultura ................................................11 LETTURA - T. Dobzhansky, Dove sta andando l’evoluzione?...............................................12 APPROFONDIMENTO L’evoluzione della popolazione terrestre............................13 Esercizi unità A1...........................................................................14 A2 L’invenzione della postura eretta ...................16 2.1 Il valore adattativo della postura eretta................................16 LETTURA - H. Bergson, Il movimento della vita ...................16 2.2 In cosa consiste la postura eretta? ...........................................17 2.3 La liberazione delle mani ...............................................................18 LETTURA - A. Leroi-Gourhan, I caratteri distintivi dell’uomo ..................................................19 2.4 I piedi e la deambulazione bipede ..........................................20 APPROFONDIMENTO - L’andatura bipede ................................20 2.5 Come cambia la struttura del cervello..................................21 ETHNOGRAPHICA - La scoperta di Lucy....................................22 2.6 Fonti archeologiche e fonti neurologiche ..........................24 APPROFONDIMENTO - L’evoluzione della tecnica di scheggiatura delle pietre ..........................................................25 2.7 L’encefalo: un organo aperto.....................................................26 2.8 Natura e cultura operano in modo solidale .....................27 Esercizi unità A2 .........................................................................28 A3 Una storia per ogni popolo ............................30 3.1 Non esistono “popoli di natura” ..............................................30 3.2 L’ipotesi delle sopravvivenze psichiche.................................31 A PPROFONDIMENTO - Le sopravvivenze psichiche e gli studi sul Folk-lore ..............................................32 3.3 Il confronto tra culture ...................................................................33 L ETTURA - E.B. Tylor, La classificazione della civiltà..........34 3.4 La particolarità di ogni esperienza culturale ....................35 LETTURA - F. Boas, Le somiglianze dei fenomeni etnici .......35 ETHNOGRAPHICA - Viaggio attraverso le culture: il Museo di Storia Naturale di Firenze...................................36 3.5 L’umanità nelle teche del museo ............................................40 APPROFONDIMENTO - Le collezioni etnografiche del Museo di Storia Naturale di Parma ...............................42 Esercizi unità A3 .........................................................................44 DALLA RICERCA ALLE IDEE Franz Boas e il particolarismo storico ..............................46 1. Il percorso culturale .................................................................................46 2. Il particolarismo storico........................................................................46 3. La ricerca etnografica: l’analisi del Potlatch..............................47 IV 4. Lo studio della lingua dei pellerossa delle praterie.............48 5. L’importanza della psicologia nell’indagine antropologica.......48 6. La critica al razzismo ..............................................................................49 7. L’eredità di Boas.........................................................................................50 Mappa concettuale ................................................................................51 Glossario ..................................................................................................52 Esercizi di sintesi.....................................................................................54 MODULO B LA DIVERSITÀ CULTURALE .......56 B1 Razze, etnie e popoli ......................................58 1.1 Il relativismo culturale .....................................................................58 APPROFONDIMENTO - Aspetti “etici” ed aspetti “emici” ......60 1.2 L’invenzione della “razza” .............................................................61 LETTURA - E. Balibar, Il ritorno della razza............................62 1.3 Il concetto di “etnia” ........................................................................63 1.4 Il rischio di nuovi razzismi.............................................................64 LETTURA - M. Aime, “Generalmente sono di piccola statura...” ............................64 LETTURA - R. Linton, Americano al cento per cento!..........65 ETHNOGRAPHICA - I Dogon del Mali - ....................................66 Viaggio tra gli Aborigeni Australiani - ..................................67 Il mondo dei Guayaki, popolo nomade del Paraguay...68 Esercizi unità B1...........................................................................69 B2 L’incontro con l’altro ......................................71 2.1 Difficoltà di riconoscimento “dell’altro”..............................71 LETTURA - U. Fabietti, Beduini o Arabi ..................................72 2.2 Scambi economici e sessuali .......................................................73 2.3 La reciprocità: il dono ......................................................................74 LETTURA - M. Mauss, L’obbligo di donare e l’obbligo di ricevere...................................................................75 2.4 Il metissage culturale ........................................................................76 ETHNOGRAPHICA - Racconto mistico Peul: la lezione di umiltà.............................................................................78 2.5 La schismogenesi: complementarità e simmetria ........80 LETTURA - M. Augé, Come le relazioni ci permettono di vedere l’altro .................................................82 Esercizi unità B2 ..........................................................................82 B3 Scontri tra culture ..........................................84 3.1 Eccessi di cultura ................................................................................84 3.2 Esistono “scontri tra civiltà” nella realtà contemporanea? ......................................................85 LETTURA - M. Aime, L’altro come icona del male ...............88 3.3 L’altro: lo straniero e il nemico .................................................89 ETHNOGRAPHICA - Sul piede di guerra: i Sioux....................91 3.4 I sentimenti dell’aggressione ......................................................94 LETTURA - B. Malinowski, La guerra attuale e il totalitarismo ........................................95 3.5 Antropologia della guerra.............................................................97 APPROFONDIMENTO - Le guerre primitive e la negazione dello Stato: Pierre Clastres.........................98 Esercizi unità B3 ........................................................................100 DALLA RICERCA ALLE IDEE Gregory Bateson e l’approccio sistemico ......................102 1. Un antropologo inquieto ...................................................................102 2. L’analisi del rito Naven ........................................................................103 3. Le suggestioni della cibernetica e il doppio legame ............................................................................................104 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia Indice 4. La struttura che connette .................................................................105 5. L’eredità di Bateson...............................................................................107 Ruth Benedict e il configurazionismo ............................109 1. Alla scuola di Boas ..................................................................................109 2. Dallo studio dello spirito guardiano alla descrizione dei tratti culturali ................................................110 3. Modelli di cultura .....................................................................................111 4. Il configurazionismo ..............................................................................112 5. Il confronto fra americani e giapponesi ....................................113 6. L’eredità di Ruth Benedict ................................................................114 Mappa concettuale ..............................................................................116 Glossario .................................................................................................117 Esercizi di sintesi ...................................................................................120 MODULO C UOMO E AMBIENTE, TRA NATURA E SOCIETÀ.................122 C1 Il rapporto tra uomo e ambiente ..................124 1.1 Il mito dello “stato di natura”...................................................124 1.2 Essere uomo vuol dire appartenere ad una cultura .....125 LETTURA - C. Lévi-Strauss, Inventare l’uomo: il significato del tatuaggio nei Caduvei................................126 1.3 Terreno e territorio: l’ambiente dell’uomo.....................126 APPROFONDIMENTO - Misurare la terra su basi antropomorfiche .............................................................128 1.4 Fuori o dentro: demarcare il territorio ..............................129 1.5 Il villaggio, la foresta e i riti di passaggio............................130 ETHNOGRAPHICA- Gli spiriti dei boschi e dei fiumi .........131 1.6 Il mondo selvatico............................................................................133 ETHNOGRAPHICA- Il senso di perdita e gli stati alterati di coscienza di fronte ai grandi pericoli dell’ambiente .........135 1.7 Lo spazio mentale del villaggio ...............................................136 LETTURA - M. Griaule, Il villaggio Dogon: ordine e cosmo.....................................................................................137 Esercizi unità C1 ........................................................................139 C2 L’ambiente perso .........................................141 2.1 Dai villaggi alle città .........................................................................141 2.2 L’origine delle città .........................................................................142 LETTURA - V. Gordon Childe, Agricoltura e rivoluzione neolitica ........................................144 2.3 Essere estranei in città ..................................................................145 LETTURA- F. La Cecla, Momenti di passaggio e sradicamento ................................146 2.4 L’inurbamento e la metropoli .................................................148 APPROFONDIMENTO - Disorientamenti urbani: da Firenze a Tokio ............................................................................150 2.5 L’inurbamento in Africa................................................................151 ETHNOGRAPHICA - Touba, la città sacra .................................153 2.6 Dalle campagne alle metropoli: la Cina .............................154 2.7 Luoghi deserti: luoghi di presenza ........................................155 ETHNOGRAPHICA - Deprivati dell’ambiente i popoli non vivono, ma “sopravvivono”..............................................157 Esercizi unità C2........................................................................160 C3 Lo spazio nella metropoli .............................162 3.1 I luoghi antropologici.....................................................................162 LETTURA - M. Augé, I luoghi di senso...................................164 3.2 Spazi urbani e “mente locale”..................................................166 APPROFONDIMENTO - G. Simmel e la vita nelle metropoli ..................................................................................166 3.3 Luoghi e “nonluoghi” ....................................................................168 LETTURA - P. Salom, Sul supertreno per Shanghai dove la Cina corre a due velocità ...........................................171 3.4 Nuovi fenomeni urbani: rurbanizzazione e megalopoli..................................................172 3.5 Le periferie e i suoi abitanti: le cité.......................................174 APPROFONDIMENTO - Le rivolte nelle periferie..................175 3.6 Confini, frontiere e marginalità ...............................................177 Esercizi unità C3 ........................................................................178 DALLA RICERCA ALLE IDEE Marc Augé e l’antropologia della surmodernità...............180 1. La formazione ...........................................................................................180 2. Gli studi in Africa ....................................................................................180 3. L’antropologia della repressione...................................................182 4. L’importanza dell’altro........................................................................183 5. L’antropologia della contemporaneità .....................................184 6. Antropologia, viaggio e narrazione.............................................186 Mappa concettuale .............................................................................188 Glossario.................................................................................................189 Esercizi di sintesi ...................................................................................192 MODULO D IL PENSIERO E LA CONOSCENZA DEL MONDO ...194 D1 Cosa significa pensare.................................196 1.1 Pensare nel contesto sociale .....................................................196 LETTURA - J. Bruner, Nelle storie e nei miti si riflettono le azioni degli individui.......................................197 1.2 Pensiero, simboli e riti ...................................................................198 APPROFONDIMENTO L. Lévi-Bruhl e il pensiero primitivo ....................................200 1.3 Che cosa significa pensare?.......................................................201 1.4 Processi logici e processi narrativi ........................................202 LETTURA - Capo Tuiavii, La potenza delle macchine e la potenza di Dio .................203 1.5 Concetti e catalogazione della realtà.................................204 ETHNOGRAPHICA Categorizzare secondo il codice Hopi...............................206 1.6 Socializzazione e acculturazione...........................................207 1.7 Cognizione ed emozioni ............................................................207 Esercizi unità D1 ........................................................................210 D2 Il linguaggio e le lingue ...............................212 2.1 Un’ipotesi antropologica sulla nascita del linguaggio umano ....................................................................212 2.2 Cure materne e baby talk ...........................................................213 LETTURA - D. Falk, Il baby talk prepara la formazione del linguaggio ..................................................214 2.3 Il linguaggio e le lingue..................................................................215 ETHNOGRAPHICA - Un fenomeno linguistico: le lingue a clicks.................................................................................216 2.4 Il significato delle parole ..............................................................218 APPROFONDIMENTO - L’etnolinguistica...................................219 2.5 Linguaggio e cultura......................................................................220 ETHNOGRAPHICA - I nomi propri possono “scomparire” e “ricomparire”: i Tiwi australiani...........221 2.6 La conversazione e la pragmatica.........................................222 APPROFONDIMENTO - Il Pidgin e lingue creole ..................223 2.7 Scomparsa degli idiomi locali e impoverimento della cultura .............................................224 Esercizi unità D2 .......................................................................226 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia V ■ Sguardi sulle scienze umane D3 Simbolo e arte..............................................228 3.1 Il segno e il simbolo: le origini dell’arte.............................228 LETTURA - E. Anati, Raffigurazioni pittoriche e riti segreti .............................................................229 3.2 Il significato dell’arte ......................................................................231 3.3 La poesia e il canto .........................................................................232 ETHNOGRAPHICA - Poesie dei popoli primitivi..................233 3.4 La musica...............................................................................................235 APPROFONDIMENTO - L’etnomusicologia..............................237 ETHNOGRAPHICA - La storia misteriosa della Quena...........238 3.5 Il simbolo e gli oggetti: la scultura primitiva ..................239 ETHNOGRAPHICA - Le maschere africane ............................240 3.6 La pittura e l’arte figurativa ......................................................242 LETTURA - C. Holt - G. Bateson, La danza, le sue funzioni e il carattere del popolo di Bali ..................243 ETHNOGRAPHICA - Viaggio attraverso le culture: il Museo delle Culture di Lugano .........................................244 Esercizi unità D3 .......................................................................246 DALLA RICERCA ALLE IDEE Clifford Geertz e l’antropologia interpretativa ................249 1. Le fonti dell’antropologia interpretativa .................................249 2. L’incontro culturale ..............................................................................250 3. La cultura come testo ..........................................................................251 4. Il mondo “di qua” e il mondo “di laggiù”: antropologia ed etnografia..............................................................252 5. Globalizzazione e localismi ..............................................................253 6. L’eredità del pensiero di Geertz e l’antropologia post-moderna .........................................................255 Marcel Griaule e l’etnologia francese degli anni ‘30........257 1. Poetica e viaggio creativo: l’etnologia francese intorno al 1930 ......................................257 2. Africa dei miti, Africa “fantasma” ................................................258 3. L’approccio particolarista di Griaule .........................................259 4. La cosmogonia Dogon .......................................................................260 5. Il valore della parola...............................................................................261 6. L’eredità di Griaule e Leiris .............................................................262 Mappa concettuale ............................................................................264 Glossario ................................................................................................265 Esercizi di sintesi ..................................................................................268 MODULO E RELAZIONI FAMILIARI E ORGANIZZAZIONI POLITICHE .270 E1 Sistema di cura e parentela ..........................272 1.1 Gli investimenti parentali: il sistema di cura ...................272 1.2 Maternità, paternità, famiglia ...................................................273 ETHNOGRAPHICA - Il parto nelle comunità umane ........275 1.3 La genitorialità ...................................................................................276 1.4 Padri, mariti e zii ...............................................................................277 LETTURA - B. Malinowski, Chi è il padre in una società primitiva .................................278 1.5 La parentela e la sua struttura ................................................280 ETHNOGRAPHICA - La vita familiare degli indiani Nambikwara ..........................................................280 APPROFONDIMENTO - Società esogamiche e società endogamiche................................................................283 Esercizi unità E1 ........................................................................284 2.2 Il processo di nuclearizzazione ...............................................287 APPROFONDIMENTO - Monogamia e poligamia................288 2.3 La famiglia e le tradizioni africane........................................288 2.4 La famiglia dalla Cina imperiale ad oggi ...........................290 2.5 La famiglia indiana ..........................................................................292 LETTURA - J. van Willingen - V.C. Channa, La violenza di genere in India: “rogo della sposa” e aborto selettivo........293 2.6 La famiglia, l’islam e la funzione della donna ................295 2.7 Le famiglie occidentali .................................................................296 LETTURA - P. Solinas, I legami deboli della famiglia d’oggi ...297 APPROFONDIMENTO - Le famiglie e la migrazione ..........298 2.8 Divorzio e famiglie ricomposte..............................................299 LETTURA - G. Sgrena, Islam: matrimonio temporaneo e nuove tecnologie ..............................................301 Esercizi unità E2 ........................................................................302 E3 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 Il potere: dalla famiglia allo stato ...................304 I legami familiari e il problema del potere ......................304 Potere, persuasione e ideologia ............................................305 La nascita dei biopoteri ...............................................................306 ETHNOGRAPHICA - Gli Azande: società senza stato e senza paure ........................................308 I sistemi politici e le società lignatiche...............................309 ETHNOGRAPHICA - I grandi Regni africani e la loro scomparsa ..........................................................................311 Le caste in india .................................................................................312 APPROFONDIMENTO - L’antropologia politica e Subaltern Studies ..........................................................................314 Stati nazionali e minoranze etniche .....................................315 ETHNOGRAPHICA - I Mormoni: una minoranza “attiva”......317 Cosa succede se cadono i confini tra le nazioni?........318 LETTURA - B. Anderson, Memoria politica e invenzione delle comunità.....................................................319 Esercizi unità E3 ........................................................................320 DALLA RICERCA ALLE IDEE Alfred Kroeber, Abram Kardiner, Margaret Mead: antropologia, personalità e sviluppo individuale .............322 1. Alfred Kroeber, il primo allievo di Franz Boas ......................322 2. Il campo del “Superorganic” ...........................................................323 3. Il metodo delle aree spazio-temporali .....................................324 4. “Cultura e personalità” e la nascita dell’antropologia psicologica..........................................................325 5. Margaret Mead, tra psicologia e antropologia....................326 6. Gli studi sull’adolescenza a Samoa .............................................327 7. Esiste un futuro per l’umanità? .....................................................329 8. L’eredità di Kroeber, Kardiner e Margaret Mead ......................329 Edward Evan Evans-Pritchard e l’etnologia britannica.........................................................331 1. Il servizio militare e l’incontro con i combattenti Anuak ....................................................................331 2. Gli studi con Meyer Fortes sui sistemi politici africani ......332 3. Stregoneria e magia negli Azande ...............................................333 4. Il profilo culturale e sociale dei Nuer .......................................334 5. Il ruolo dell’etnologo e la metodologia della ricerca ......335 6. L’eredità di Evans-Pritchard ............................................................336 Mappa concettuale .............................................................................337 Glossario ................................................................................................338 Esercizi di sintesi...................................................................................343 E2 La famiglia nei contesti sociali .....................286 2.1 Il valore sociale del matrimonio.............................................286 VI Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia Indice MODULO F DALLA PRODUZIONE ALLO SCAMBIO........................346 F1 Le basi materiali del sostentamento umano ..................................348 1.1 Le strategie di sussistenza ..........................................................348 LETTURA - A. Salza, Storie di quasi vita...............................349 1.2 Il rapporto fra tecnica e produzione materiale ...........350 APPROFONDIMENTO - L’antropologia economica ............351 1.3 Bisogni primari e scelte sociali.................................................353 LETTURA - À. Heller, Esistono dei bisogni biologici? ....354 1.4 Divieti sul cibo e regole di gruppo .......................................355 ETHNOGRAPHICA - Il comandamento Gâbé: “non mangerai la carne del tuo maiale” ...........................357 1.5 L’importanza del lavoro e i modi di produzione ........358 1.6 Il capitalismo .......................................................................................359 Esercizi unità F1..........................................................................361 F2 Lo sviluppo delle strategie di sopravvivenza ..........................................363 2.1 La produzione degli alimenti ...................................................363 2.2 Ecologia della caccia-raccolta..................................................364 ETHNOGRAPHICA - Gli andamanesi ..........................................366 2.3 Agricoltura ...........................................................................................367 LETTURA - V. Gordon Childe, Gli agricoltori danubiani .....368 2.4 I pastori nomadi ...............................................................................369 ETHNOGRAPHICA - I Kazaki, allevatori nomadi dell’A sia centrale...............................................................................370 2.5 L’agricoltura estensiva ..................................................................372 2.6 Sistemi produttivi, sviluppo tecnologico e crisi ambientale ............................................................................................373 Esercizi unità F2 .........................................................................376 F3 Mercati e scambi commerciali .....................378 3.1 I beni e la loro distribuzione .....................................................378 3.2 Le modalità di distribuzione e il problema del sovrappiù...............................................................................................379 ETHNOGRAPHICA - Il ciclo commerciale Kula .....................381 3.3 Gli scambi commerciali ...............................................................382 3.4 Forme di commercio e usi monetari..................................384 LETTURA - K. Polanyi, L’evoluzione storica delle forme di commercio.........................................................385 3.5 Riduzione del tempo di lavoro e nascita di una società «duale» ............................................386 LETTURA - M. Aime - A. Cossetta, La rete e lo scambio ......388 3.6 E-commerce: un fenomeno sociale ....................................389 Esercizi unità F3 .........................................................................391 DALLA RICERCA ALLE IDEE Marcel Mauss: un approccio interdisciplinare .............393 1. Dagli studi con Durkheim alla fondazione dell’Istituto di Etnologia................................................................393 2. Il fatto sociale totale .............................................................................393 3. Lo scambio e il dono ............................................................................395 4. La magia .......................................................................................................396 5. Il corpo come oggetto di ricerca interdisciplinare ............397 6. La natura obbligatoria dei sentimenti.......................................399 7. L’eredità di Mauss .................................................................................400 Bronislaw Malinowski: dal fieldwork alla psicologia culturale .......................................................401 1. La lettura del Ramo d’oro di Frazer e gli interessi per la psicologia.........................................................401 2. Da Londra alle Trobriand...................................................................401 3. Il fieldwork: la tenda dell’etnologo ..............................................403 4. Gli strumenti dell’etnografo: l’osservazione diretta e l’uso della lingua..............................404 5. La psicologia dei nativi e l’interesse per la sessualità ......405 6. Lo stile di Malinowski..........................................................................406 7. La questione dell’Autobiografia...............................................407 8. L’eredità di Malinowski......................................................................409 Mappa concettuale .............................................................................410 Glossario .................................................................................................411 Esercizi di sintesi ...................................................................................414 Mappa dei popoli ....................................................................416 Mappa degli autori .................................................................418 Indice degli autori ...................................................................419 Indice materiali interdisciplinari .......................................420 MODULI DI SOCIOLOGIA MODULO A LE ORIGINI DELLA SOCIOLOGIA .........................422 A1 La rivoluzione industriale e la nascita della sociologia .........................424 1.1 Rivoluzione industriale e cultura materiale ....................424 LETTURA - P. Mantoux, La macchina a vapore ..................425 1.2 Le grandi trasformazioni sociali .............................................426 1.3 Industrializzazione, mentalità tecnologica e capitalismo ..........................................................427 1.4 L’apologia del progresso e il positivismo .........................428 1.5 L’uomo e la macchina: il taylorismo....................................429 LETTURA - G. Friedmann, Problemi umani del macchinismo......431 1.6 La sfida tecnologica........................................................................432 Esercizi unità A1 ........................................................................436 A2 I primi approcci alla sociologia ...................438 2.1 Alle origini della sociologia ........................................................438 2.2 Montesquieu e il metodo sociologico ...............................439 LETTURA - Montesquieu, Il criterio geografico-ambientale ...........................................440 2.3 Società e democrazia: Alexis de Tocqueville..................441 2.4 Il progresso sociale in Herbert Spencer............................442 2.5 Herbert Spencer e il socialdarwinismo .............................443 Esercizi unità A2 .......................................................................444 A3 Il positivismo evoluzionista di Herbert Spencer......................................446 3.1 Il positivismo evoluzionistico di Charles Darwin ........446 3.2 Selezione naturale e adattamento diretto: Spencer e Darwin a confronto ..............................................447 3.3 L’evoluzione della socialità: animale e uomo ...............448 3.4 Il superorganico ................................................................................448 3.5 La società umana .............................................................................449 APPROFONDIMENTO - La morale evolutiva............................451 3.6 L’eredità di Spencer ........................................................................451 APPROFONDIMENTO - Sociobiologia: un evoluzionismo rivisitato .......................................................452 Esercizi unità A3 ........................................................................453 Mappa concettuale .............................................................................454 Glossario.................................................................................................455 Esercizi di sintesi ...................................................................................456 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia VII ■ Sguardi sulle scienze umane MODULO B I SISTEMI POSITIVI...................458 B1 La sociologia come scienza: Auguste Comte ............................................460 1.1 Biografia e opere..............................................................................460 1.2 La legge dei tre stadi ......................................................................461 1.3 Il circolo delle scienze e il posto della sociologia .......462 1.4 L’ordine industriale e i principi dello sviluppo sociale........463 1.5 La “religione del positivismo”..................................................464 1.6 L’eredità di Comte ..........................................................................465 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................465 Esercizi unità B1.........................................................................466 4. 5. 6. 7. L’alienazione del lavoro ............................................................524 L’ideologia....................................................................................525 Le condizioni di lavoro nell’industria capitalistica.............527 La vendita della forza lavoro ..................................................529 C2 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 2.7 Max Weber e la sociologia “comprendente” ..531 Biografia e opere ...............................................................................531 Sociologia e metodo delle scienze storico-sociali ......532 Azioni sociali e processo di comprensione......................533 Gli Idealtypus e l’avalutatività della scienza sociale .....535 Sociologia e religione.....................................................................536 Economia, società e nuove forme di potere ..................537 L’eredità di Weber...........................................................................539 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................539 Esercizi unità C2........................................................................540 ANTOLOGIA DI SCRITTI 1. 2. 3. 4. La legge dei tre stadi ................................................................467 La classificazione delle scienze e la fisica sociale...............468 Sociologia e politica positiva ..................................................469 La filosofia positiva....................................................................471 B2 Émile Durkheim e la scienza del «sociale» ................................................473 2.1 Biografia e opere...............................................................................473 2.2 La Divisione del lavoro sociale .................................................474 2.3 Suicidio e anomia .............................................................................475 2.4 I fatti sociali e il metodo sociologico ...................................478 2.5 Sociologia, etnologia e forme del pensiero religioso ..........479 2.6 Durkheim e il socialismo.............................................................480 2.7 L’eredità di Durkheim ...................................................................481 BIBLIOGRAFIA ................................................................................................482 Esercizi unità B2 ........................................................................483 ANTOLOGIA DI SCRITTI 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. La sociologia e l’agire sociale...................................................541 Agire sociale e sociologia comprendente..............................542 Tipi di agire sociale ...................................................................544 L’idealthypus e il metodo delle scienze storico-sociali ......545 Il ruolo sociale del del politico ................................................548 Il ruolo sociale del burocrate ...................................................550 Scienza come professione, disincantamento del mondo, rapporto con i valori..................................................................552 8. L’etica protestante lo spirito del capitalismo: metodo, obiettivi e limiti dello studio ...................................554 Mappa concettuale..............................................................................558 Glossario .................................................................................................559 Esercizi di sintesi ...................................................................................560 MODULO D ANTOLOGIA DI SCRITTI 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Solidarietà meccanica e solidarietà organica ....................484 Il “fatto sociale”..........................................................................487 Normalità e patologia .............................................................489 L’elemento sociale del suicidio ...............................................490 Ordine sociale ed anomia ........................................................492 Il suicidio anomico .....................................................................494 Socialismo e materialismo storico..........................................497 Mappa concettuale .............................................................................500 Glossario .................................................................................................501 Esercizi di sintesi ...................................................................................502 MODULO C I SISTEMI STORICISTI...............504 C1 Karl Marx: dallo studio dell’alienazione all’analisi del capitale ....................................506 1.1 Biografia e opere ..............................................................................506 1.2 Alienazione e umanesimo di Marx .......................................507 1.3 La concezione materialistica della storia e il materialismo culturale .........................................................509 1.4 Lo studio della famiglia: etnologia ed economia politica.........................................................................................511 1.5 Società, capitale e scienza economica ................................513 1.6 La scientificità del metodo .........................................................515 1.7 L’eredità di Marx ...............................................................................516 BIBLIOGRAFIA ..................................................................................................516 Esercizi unità C1..........................................................................517 ANTOLOGIA DI SCRITTI 1. 2. 3. La concezione materialistica della storia..............................518 Le origini della famiglia.............................................................519 La religione è il sospiro della creatura oppressa.................523 VIII LE TEORIE DELL’AZIONE .........562 D1 1.1 1.2 1.3 Vilfredo Pareto: dall’economia alla sociologia...564 Biografia e opere ..............................................................................564 Economia e sociologia ..................................................................564 Le azioni “non logiche”: il campo specifico della sociologia ......................................565 1.4 Rivoluzione ed equilibrio sociale............................................567 1.5 L’eredità di Pareto ...........................................................................569 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................570 Esercizi unità D1 .........................................................................571 ANTOLOGIA DI SCRITTI 1. 2. 3. Criteri di metodo ........................................................................572 Dalla logica all’osservazione empirica ..................................576 Le azioni non-logiche.................................................................580 D2 2.1 2.2 2.3 2.4 2.5 2.6 Talcott Parsons e lo studio del sistema sociale..583 Biografia e opere...............................................................................583 Il sistema sociale e la sua conservazione ...........................583 La teoria dell’azione sociale.......................................................585 Società e personalità......................................................................586 Il dibattito tra Parsons e Sorokin ............................................587 L’eredità di Parsons .......................................................................588 BIBLIOGRAFIA .................................................................................................588 Esercizi unità D2........................................................................589 ANTOLOGIA DI SCRITTI 1. Lo schema concettuale generale dell’azione........................590 2. Il concetto di sistema sociale ...................................................592 3. La società e le sue strutture ....................................................593 4. I meccanismi di socializzazione...............................................594 5. Il simbolismo espressivo e le collettività................................596 6. Il ruolo sociale dell’artista .......................................................598 Mappa concettuale .............................................................................602 Glossario ................................................................................................603 Esercizi di sintesi...................................................................................604 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia Moduli di antropologia Dato che i poveri non hanno dove rivolgere lo sguardo, lo rivolgono verso il cielo con la speranza infinita di trovare ciò che il loro fratello toglie loro in questo mondo. Violeta Parra, Perchè i poveri non sanno Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia 1 A L’apparizione dell’uomo «A tutti i livelli di civiltà, fin dai tempi più remoti, una delle preoccupazioni fondamentali dell’uomo è stata la ricerca delle proprie origini. Sarebbe vano pretendere di sfuggire a un bisogno così potente, ma l’analisi di tali origini è forse più lucida e certo più completa se si cerca di scoprire non solo da dove proviene l’uomo, ma anche dove si trova, e dove è probabile vada». A. Leroi-Gourhan, Il gesto e la parola, 1964 OBIETTIVI > riconoscere l’importanza del rapporto uomo-ambiente per il percorso evolutivo > comprendere la duplicità della natura umana, biologica e culturale > comprendere la specificità del percorso evolutivo umano, per riflettere sulle sue linee di tendenza e sul futuro dell’umanità > individuare nella postura eretta un fenomeno adattativo di singolare importanza per la specie umana > conoscere il processo di encefalizzazione e riflettere sull’importanza dell’intelligenza tecnica > riflettere sull’interazione tra natura e cultura attraverso la teoria dei tre mondi > confrontare la teoria evoluzionista e l’approccio particolarista nello studio delle civiltà > riconoscere l’importanza dei musei antropologici ed etnologici come occasioni d’incontro con le diverse forme dell’espressività umana Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia Combattimento tra arcieri, Morella la Vieja (Spagna) A1 > Una specie naturale con diverse eccezioni A2 > L’invenzione della postura eretta A3 > Una storia per ogni popolo > Franz Boas e il particolarismo storico Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia A■ L’apparizione dell’uomo A1 Una specie naturale con diverse eccezioni 1.1 IL RAPPORTO UOMO-AMBIENTE La specie umana ha caratteristiche del tutto particolari e può essere considerata un fenomeno unico dal punto di vista naturalistico. Appare infatti relativamente tardi sulla scena del mondo, ma in un arco temporale molto breve diventa la causa principale di trasformazione del paesaggio naturale. Quali sono i meccanismi che le hanno permesso di colonizzare l’intero pianeta e di irrompere al suo interno con una così grande capacità di azione? È necessario considerare il modo attraverso il quale la specie umana, fin dalla sua comparsa, è entrata in rapporto con l’ambiente di vita. Ogni specie si sviluppa all’interno di quello che viene definito ambiente di adattamento evolutivo. Sono infatti le caratteristiche dell’ambiente che favoriscono lo sviluppo di certi apparati a scapito di altri. Charles Darwin ha dimostrato come il becco dei fringuelli delle Galápagos si trasformasse in modo assai rilevante a seconda delle prede che vivevano in ciascuna delle piccole isole che compongono l’arcipelago. Adattarsi a una nicchia ambientale significa munirsi di organi funzionali rispetto a finalità collegate alla sopravvivenza. Non è tuttavia l’ambiente che, in maniera diretta, agisce sulle strutture, trasformandole in modo opportuno. I caratteri somatici non si presentano del tutto omogenei e mostrano, al contrario, una certa variabilità di espressione. L’ambiente limita dunque la sua azione alla scelta delle caratteristiche più vantaggiose fra quelle che ogni specie è in grado di produrre: in questo consiste l’adattamento vitale. 4 CHARLES DARWIN (1809-1882) L’origine delle specie (1859), La discendenza dell’uomo (1871), L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali (1872) Scienziato e naturalista inglese. Abbandonati gli studi di medicina, si laurea in teologia a Cambridge, dedicandosi contemporaneamente a studi di botanica ed entrando in contatto con i più noti naturalisti del tempo. Si imbarca sul Beagle per una spedizione cartografica lungo le coste sudamericane; tornato dal viaggio nel 1936, comincia a studiare un’ampia serie di reperti, che lo porteranno alla formulazione della teoria dell’evoluzione, presentata solo nel 1858 alla Linneian Society di Londra. Dal 1839 è membro della Royal Society, nel 1870 è nominato socio d’onore della Società Geografica Italiana e nel 1878 viene accolto nell’Académie des Sciences francese. > I fringuelli delle Galápagos manifestano caratteri somatici differenti (dimensioni, piumaggio e becco), variabili in relazione alla nicchia ambientale (caratteristiche dell’isola) in cui vivono: la sopravvivenza è garantita solo agli individui che manifestano determinati caratteri. Il primo settore colorato evidenzia le varie tipologie di becco (da pappagallo, per afferrare, per saggiare, per frantumare), il secondo il tipo di cibo di cui si nutrono (frutti, insetti, cactus, cereali), il terzo il loro habitat (arboricoli, canori, terricoli). Evidente risulta la corrispondenza tra i tre criteri: in ciò consiste l’adattamento vitale. Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia A1 > Una specie naturale con diverse eccezioni L’uomo invece ha messo in atto una strategia alternativa, che si sovrappone, non sostituendola, a quella tipica delle altre specie animali. Grazie alle sue particolari capacità, la nostra specie ha iniziato fin dai suoi albori ad agire direttamente sull’ambiente, modificando il paesaggio naturale per adattarlo alle proprie necessità. Ha così invertito il rapporto con la realtà esterna. Anche gli altri esseri viventi hanno la possibilità di trasformare il contesto ecologico in cui vivono. Le piante, ad esempio, modificano la composizione chimica del terreno in cui sono radicate. Ci sono specie animali, come i castori, in grado di realizzare opere di grande “ingegno”, come dighe di grande complessità. Un altro esempio è costituito dagli insetti sociali, che creano vere e proprie città, come gli alveari delle api domestiche. Ma si tratta di fenomeni che non sono paragonabili alla qualità dei processi di trasformazione propri della specie umana. > Le piante hanno modificato il terreno sottostante, favorendo la comparsa di un fitto manto erboso, assente nelle zone limitrofe prive degli stessi alberi. È un esempio di trasformazione vegetale di un contesto ecologico. > Le api sono insetti sociali, per questo creano gli alveari, vere e proprie città, modificando in una certa misura l’ambiente, che deve comunque risultare compatibile con le loro esigenze di vita. La trasformazione dell’ambiente fino all’esaurimento delle risorse ha rappresentato la peculiarità dell’adattamento umano. Ciò ha permesso all’uomo di colonizzare tutti gli ambienti geografici, dai più torridi a quelli gelidi dei poli, dal deserto alle vaste pianure o alle foreste pluviali. Questo è dovuto anche alla natura nomade della nostra specie, alla sua vocazione naturale a vagare per il territorio, alla ricerca di nuove risorse da sfruttare. ambiente di adattamento evolutivo ANIMALE UOMO variabilità dei caratteri somatici riproduzione dei caratteri più vantaggiosi per la vita azione sull’ambiente per adattarlo alle necessità ADATTAMENTO VITALE ESAURIMENTO RISORSE SELEZIONE NATURALE NOMADISMO > I castori modificano sensibilmente il loro contesto ecologico: la costruzione di dighe, oltre ad essere una dimostrazione di ingegno, “trasforma” i tronchi e il corso d’acqua interessato. Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia 5 A■ L’apparizione dell’uomo > APPROFONDIMENTO I fringuelli delle Galapagos Lo studio dell’adattamento dei fringuelli ha rappresentato un contributo molto interessante non solo per spiegare il fenomeno della cosiddetta insularità, ma ha permesso a Charles Darwin di compiere un passo decisivo nella definizione del modello evoluzionistico. Egli aveva notato che ogni piccola isola dell’arcipelago costituiva una sorta di micro-ambiente, separato e autonomo. Le nicchie ecologiche, ossia i sistemi di relazione tra risorse e sfruttatori, erano del tutto particolari. I fringuelli, a partire da un progenitore comune, si erano differenziati in modo tale da potersi nutrire di cibi diversi. In un’isola, per esempio, la presenza di insetti incistati nella corteccia di certi alberi aveva favorito la trasformazione del becco originale, piuttosto corto e tozzo, in una protuberanza assai prominente e sottile, atta a snidare le larve e cibarsene facilmente. In un’altra isola invece la penuria di prede animali aveva prodotto il cambiamento del becco in una specie di organo massiccio e corposo, idoneo a schiacciare i semi duri e voluminosi che crescevano sulle piante locali. In un’altra ancora un becco tozzo e resistente era perfetto per i semi più teneri e abbondanti. Ciò dimostra che l’adattamento animale si basa sull’adeguamento delle strutture biologiche ai bisogni alimentari, determinando una selezione naturale tra coloro che casualmente avevano avuto in eredità degli organi che consentivano un più facile accesso alle fonti di cibo. L’insularità aveva radicato queste strutture, perché il rapporto tra sfruttatori e risorse si era perfettamente armonizzato. 1.2 L’AMBIENTE DELLE ORIGINI La storia naturale dell’uomo si riassume nella conquista delle abilità che hanno permesso la trasformazione dell’ambiente e nella capacità di percorrere ogni territorio dove insediarsi temporaneamente, sfruttando le risorse presenti al suo interno. Quali strumenti ha messo in atto l’essere umano per rendere ottimali queste strategie? Per rispondere a questa domanda è necessario prendere in esame l’ambiente di adattamento evolutivo dove la specie umana ha vissuto. Il luogo d’origine dell’uomo moderno è l’Africa australe: tutti gli esseri umani che oggi popolano la terra hanno pertanto un’origine comune. Questo ci permette di affermare che l’uomo è una specie unica, malgrado le differenze esterne, che hanno indotto a ritenere che esistano razze diverse, con provenienze differenti. Anche le forme che hanno preparato l’apparire dell’uomo, come ora lo conosciamo, sono originarie della medesima regione. > L’Africa australe è il luogo d’origine della specie umana, pertanto tutti gli esseri umani hanno un’origine comune: non esistono “razze” determinate da provenienze differenti, è la savana africana l’ambiente che ha accolto la specie umana e che ha contribuito a modellarne le caratteristiche. È un ambiente pianeggiante, con un manto erboso di media altezza, con cespugli e pochi alberi ad alto fusto. 6 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia > Una specie naturale con diverse eccezioni L’habitat che ha accolto la specie e l’ha spinta a dotarsi di certe caratteristiche è la savana africana, un territorio pianeggiante cosparso di un manto erboso di media altezza, in cui si ergono pochi e distanziati alberi ad alto fusto. La presenza di una notevole quantità di predatori rapidi e famelici - i leoni e gli altri grandi felini, o le iene - ha reso necessario lo sviluppo di meccanismi di rilevazione del pericolo e di difesa da parte delle altre specie, non competitive sul piano del confronto diretto. > I grandi felini sono i predatori più diffusi nella savana e anche la loro presenza ha determinato un cambiamento adattativo di notevole importanza per l’uomo - la postura eretta - che gli ha consentito di ergersi sopra il pelo dell’erba, dominando le distese erbose con lo sguardo, specializzando gli arti inferiori per la fuga e quelli superiori per scagliare oggetti. L’uomo, ad esempio, ha sfruttato un cambiamento adattativo di straordinaria efficacia e in grado di conferire vantaggi secondari formidabili: la postura eretta. È stata senza dubbio questa “invenzione” naturale a dare l’avvio al percorso evolutivo che ha consentito lo sviluppo delle abilità intellettuali, che a loro volta hanno portato a una vera e propria rivoluzione biologica. Essere in grado di ergersi sopra il pelo dell’erba ha infatti consentito agli uomini di dominare il territorio facendo uso della vista e dell’udito, ha permesso di specializzare le mani e i piedi, orientandoli verso fini difensivi straordinari: con le mani potevano utilizzare oggetti da scagliare sui predatori e coi piedi potevano dirigersi abilmente verso gli alberi, mettendosi al sicuro. POSTURA ERETTA uso vista e udito specializzazione mani e piedi sviluppo abilità intellettive oggetti da scagliare RIVOLUZIONE BIOLOGICA fuga A1 1.3 L’UOMO HA UNA NATURA BIO-CULTURALE La liberazione delle mani dalle funzioni di movimento ha reso vantaggiosi alcuni cambiamenti della struttura delle dita, dando vita a un processo che ha avuto come esito la creazione di un nuovo tipo manualità. Il pollice opponibile, che assieme all’uomo possiede solo il panda, rappresenta una vera e propria rivoluzione: la presa a pinza, che deriva da questa nuova funzione, ha aperto la strada all’invenzione di manufatti sempre più raffinati e precisi, come attrezzi in pietra, lame, asce e percussori di notevole entità. Questo è dovuto anche alla concomitante trasformazione del cranio, e di conseguenza del cervello, dovuta al raggiungimento della postura eretta. Questo è il motivo per cui il panda non ha avuto lo stesso successo dell’uomo: il pollice opponibile non basta, occorre il cervello per costruire strategie complesse d’azione. > La struttura delle dita si è modificata in modo del tutto particolare nell’essere umano. Il pollice opponibile consente infatti la presa a pinza, che ha reso possibile la fabbricazione di manufatti sempre più precisi e adatti a svolgere la loro funzione: attrezzi in pietra, in metallo, lame, asce e percussori. > Il panda è l’unico animale a condividere con l’uomo l’opponibilità del pollice, costituendo la prova che la trasformazione della struttura delle dita non basta a determinare il successo di una specie. Per realizzare strategie complesse d’azione, come la fabbricazione di manufatti, è indispensabile l’utilizzo di facoltà intellettive superiori, garantite all’uomo - e non al panda - dallo sviluppo del cervello. Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia 7 A■ L’apparizione dell’uomo Parallelamente alla liberazione delle mani, lo sviluppo dell’encefalo umano, ha permesso la realizzazione di uno strumento nuovo di adattamento: il linguaggio. Il gesto e la parola si sono evoluti in maniera congiunta, offrendo così la possibilità di sfruttare non solo le doti naturali che la specie aveva acquisito, ma anche qualcosa di veramente inedito. Il linguaggio è un mezzo rapido ed efficace di comunicazione delle esperienze che ciascun individuo compie nel corso della propria esistenza. Le parole racchiudono una conoscenza comune della realtà, sono stabili e condivise fra le persone. Rappresentano un patrimonio interpersonale di saperi, dal momento che descrivono la realtà in modo univoco e rendono così condivisibile a livello sociale ciò che un singolo individuo ha vissuto sul piano personale. Per questa ragione sono la base di quella che chiamiamo cultura. > LETTURA LINGUAGGIO comunicazione di esperienze conoscenza comune della realtà insieme di saperi e gesti tramandati di generazione in generazione trasmissione sociale delle informazioni patrimonio interpersonale CULTURA SUONI DAL MONDO 1. La danza delle foglie, di Walter Maioli POPOLI DEL NEOLITICO Emmanuel Anati, L’origine comune dell’intelligenza umana Il testo di Emmanuel Anati mette in luce come i prodotti della cultura umana siano collegati fra loro ed abbiano un’origine comune: linguaggio, arte e religione presentano le stesse caratteristiche tematiche e concettuali in tutto il mondo. La notevole quantità di figure conservate sulle rocce di tutti i continenti - l’arte rupestre - ne rappresenta la prova. L’avvento dell’Homo sapiens segna l’apparizione del primo diretto antenato dell’umanità di oggi. Egli era capace di comunicare oralmente grazie a quel complesso assemblaggio di vocalizzazioni che chiamiamo lingua. Questo antenato ha proliferato e si è diffuso su tutti i continenti, portando seco abitudini e tradizioni, tra cui quella di esprimersi con l’arte visuale. Una nutrita serie di dati ci ha indotto ad ipotizzare che l’arte visuale sia stata inventata una sola volta e che abbia un’origine unica. Lo stesso processo avrebbe portato anche alla nascita di quegli elementi fondamentali della dinamica psico-cerebrale che denominiamo “logica” e che sono responsabili anche del formarsi del linguaggio articolato e complesso e della concettualità religiosa. Linguaggio, arte e religione sarebbero nati assieme, effetto di un medesimo “pacchetto” concettuale, effetto anche delle stesse capaTerra di Arnhem (Australia) Uadi Giorat (Sahara) 8 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia > Una specie naturale con diverse eccezioni Dal punto di vista antropologico, la cultura è l’insieme dei saperi e dei gesti che vengono tramandati di generazione in generazione: sono gli strumenti per affrontare la realtà, che si sovrappongono ai mezzi naturali. Attraverso l’uso del linguaggio, alla cultura è assicurato un potere immenso, perché se da un lato l’uomo ha usato mani e piedi liberati dalla postura eretta e il suo cervello si è perfezionato rendendo possibili strumenti intellettuali speciali, dall’altro queste qualità naturali sono divenute ottimali grazie alla trasmissione sociale delle informazioni e al loro depositarsi nel bagaglio culturale. > Il linguaggio consente la trasmissione sociale delle informazioni, infatti le parole racchiudono una conoscenza comune - condivisa e stabile della realtà. Questo patrimonio interpersonale è ciò che definiamo cultura e costituisce un bagaglio, trasmesso di generazione in generazione, con cui affrontiamo la realtà e ci confrontiamo con gli altri. A1 Ognuno di noi si relaziona col mondo usando il patrimonio dei mezzi naturali che la specie, in quanto entità biologica, ci ha messo a disposizione: mani, piedi, cervello, organi di senso, come la vista e l’udito. Ma, nello stesso tempo, il rapporto con la realtà è garantito dal patrimonio di strumenti culturali che le generazioni hanno appreso nel corso del tempo e hanno depositato nella cultura, che li restituisce essenzialmente proprio attraverso il linguaggio. Quando entriamo a scuola, sono le gambe e il cervello a guidarci fino all’atrio e all’interno dell’aula, ma la realizzazione della scuola e dell’educazione è il frutto della nostra cultura. Per questa ragione la nostra natura si può dire bio-culturale. D’altra parte possiamo parlare del cervello solo con le parole, e queste sono pensate e comunicate proprio per mezzo del cervello. Cueva del Garroso (Spagna) Molen Spruit (Sud Africa) Gli arcieri raffigurati in questi splendidi esempi di arte rupestre presentano caratteristiche assai simili, pur essendo stati raffigurati sulle pareti di grotte di continenti diversi. Lo stesso arco, le stesse frecce, la stessa modalità di rappresentare il movimento: una prova della comune origine dell’intelligenza umana. cità di astrazione, sintesi e comunicazione che, una volta acquisite, si sono espresse in varie forme. Come l’arte, anche gli altri due elementi del nostro bagaglio culturale, che da allora non ci hanno più lasciato, avrebbero quindi una radice unica. Tutte le lingue, tutte le religioni, tutte le opere di creatività artistica posteriori, ricondurrebbero al comune denominatore. […] La presenza compatta e ricorrente delle stesse caratteristiche tematiche, stilistiche, concettuali ed associative nel mondo intero, nelle fasi più arcaiche, in contrasto con la graduale differenziazione che si riscontra successivamente, attestano la comune origine dell’intelligenza umana. Le prime vocalizzazioni complesse, così come gli altri tentativi di comunicazione orale o visuale, non si sono naturalmente conservati, mentre i messaggi grafici dei primi artisti sono pervenuti fino a noi. Possediamo reperti di arte mobiliare, oggetti, statuette, tavolette, strumenti istoriati, ma la stragrande maggioranza del patrimonio dell’arte preistorica nota al mondo, oltre il 98% di esso, è costituita dai molti milioni di figure di arte rupestre, tuttora disseminate là dove furono eseguite dai loro artisti, migliaia di anni or sono, sulle rocce e nelle grotte di tutti i continenti. (E. Anati, Origini dell’arte e della concettualità, Jaca Book, Milano 1988, pp. 187-188) Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia 9 A■ L’apparizione dell’uomo EDGAR MORIN (1921-) L’uomo e la morte (1951), Lo spirito del tempoo (1962), Il metodo (19772004), Introduzione al pensiero complesso (1990), La testa ben fatta (1999), Per una politica della civilizzazione (2002) Sociologo e filosofo francese. Ebreo sefardita d’origine, durante la seconda guerra mondiale entra nella Resistenza, prendendo parte alla liberazione di Parigi. Nel 1950 entra nel Centre National de Recherche Scientifique (CNRS) per quanto riguarda l’antropologia sociale; nel 1960 viaggia per l’America latina, dove compie studi sulla cultura indigena e afro-brasiliana. Dal 1965 conduce una ricerca multidisciplinare su una comune in Bretagna, finanziata dalla Délégation Générale à la Recherche Scientifique et Technologique (DGRST), aprendo ad una prospettiva etnologica. Analizza le proteste studentesche del ’68, dedicandosi anche negli anni successivi al problema di una riforma del pensiero, che sappia educare alla complessità. 1.4 STORIA NATURALE E STORIA CULTURALE Il sociologo francese Edgar Morin afferma che ogni azione umana risponde a una bi-logica, ossia ha una duplice radice: biologica e culturale. > ETHNOGRAPHICA La storia naturale della specie umana appartiene a tutte le persone, nessuna esclusa. Ogni uomo ha a disposizione un patrimonio di opportunità che sono espresse dal suo corpo, con i limiti e le capacità che esso offre. Malgrado i tentativi che la mitologia ha messo in evidenza, nessun essere umano ha avuto la capacità di volare, fino a quando la cultura non ha permesso la realizzazione di strumenti artificiali, come gli aerei. Il mito di Icaro Il desiderio del volo è stato sempre un grande motore per la fantasia umana. Di ciò troviamo riscontro nel mito di diverse culture. In Occidente la mitologia classica ha sviluppato un grande tema che si esplicita nella narrazione di Icaro e Dedalo. Il significato ultimo del volo è da ricercarsi nella spasmodica ricerca della libertà dai vincoli e dai retaggi del corpo. Icaro e Dedalo, coppia creativa, sperimentano l’ebbrezza dell’artificio, inventando un sistema in grado d’ingannare le leggi della natura. L’ingegno fa sì che la ragione possa inventare uno strumento per rendere possibile l’improbabile. La mente può vagare nello spazio, grazie all’ausilio di mezzi tecnologici, come le ali di cera. Tuttavia il monito greco, «Uomo, conosci te stesso», esemplificato nel testo dell’Oracolo di Apollo, rende inutile lo sforzo della ragione. La tracotanza dei due ribelli viene punita, soprattutto a causa dell’attrazione che Icaro, il giovane e l’inesperto, mostra nei confronti del piacere che gli procura l’inattesa esperienza. Il suo viaggio folle verso il sole lo porta a oltrepassare il limite del possibile, facendolo ricadere nella realtà della sua condizione nativa. Non dobbiamo però trarre una conclusione rinunciataria. L’ebbrezza del volo è stata reale per i due protagonisti del mito e l’ipotesi di un superamento rimane nel ricordo del viaggio possibile. Così seguendo il sogno, la tecnologia ha sostituito la cera col metallo, rendendo possibile una meccanica del volo: artificiosa, ma non irreale. 10 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia > Una specie naturale con diverse eccezioni A1 > LETTURA Sherwood L. Washburn, Evoluzione di biologia e cultura L’antropologo Sherwood Washburn si pone il problema del rapporto tra evoluzione biologica e cultura, giungendo a una conclusione particolare: è il cervello che assicura il contatto tra geni e sviluppo culturale. In questo modo si pone su un piano critico, come lui stesso lo definisce, nei confronti dell’evoluzionismo. Se vi sono problemi nel comparare comportamenti, questi vengono esaltati nello studio dell’evoluzione. Alle difficoltà di comparazione si aggiungono le complicazioni delle testimonianze fossili, del tempo e delle teorie in continuo mutamento. […] L’evoluzione offre una visione generale di ciò che accadde e del perché. Ma nonostante la potenza tecnica e la grandiosità intellettuale della visione evoluzionistica, non è affatto chiaro come essa possa applicarsi in modi utili all’antropologia sociale. Evidentemente il problema è che sia la biologia che l’antropologia sociale stanno cambiando e, dal punto di vista di quest’ultima, la questione è se l’essere provvisti di qualche nozione di biologia aumenti le probabilità di essere antropologi sociali capaci. Come per le comparazioni, lo studio dell’evoluzione umana deve iniziare da dati sugli esseri umani. Soltanto col loro studio sappiamo che gli esseri umani sono bipedi, hanno grossi cervelli e grandi capacità cognitive, possiedono il linguaggio, la religione, le arti e una complessa vita sociale. […] La dicotomia natura-educazione fu infelice, ed è un fatto che la maggior parte dei comportamenti ha una base genetica modificata dall’ambiente. Ma il contributo rispettivo di geni e di influenza ambientale può variare da quasi nulla al 100%. Non vi è alcuna prova dell’esistenza di una componente genetica che determini le differenze nei linguaggi o nei sistemi sociali umani. L’evoluzionismo è una teoria generale che spiega le origini e la diversità della vita. È la grande teoria materialistica che si sostituisce all’idea di creazione e contribuisce alla comprensione della natura biologica del mondo e dell’uomo. Ma l’esistenza di società e culture differenti è resa possibile dal cervello, dal linguaggio e dall’apprendimento umani e le regole dell’apprendimento sociale sono fondamentalmente diverse da quelle della genetica evoluzionistica. (S.L. Washburn, Comportamento animale e antropologia sociale, in AA.VV., Sociobiologia e natura umana, Einaudi, Torino 1980, pp. 90-91) La storia naturale dell’uomo è unica e comprende tutte le trasformazioni che hanno portato la specie a manifestarsi con le caratteristiche che oggi possiede. Gli studi di genetica delle popolazioni ci mostrano come le varianti ambientali che caratterizzano la nostra specie oggi siano più o meno le stesse che avevano i nostri progenitori africani delle origini: in profondità la specie è ancora quella che combatteva contro i grandi felini nell’Africa australe. L’osservazione comune ci offre tuttavia uno scenario del tutto diverso. La cultura ha impresso alle popolazioni uno sviluppo dei mezzi di sfruttamento dell’ambiente e un’evoluzione dei sistemi di pensiero davvero straordinaria. La storia culturale ha infatti portato i diversi popoli a mettere in gioco modalità sempre nuove di gestione dei rapporti col territorio, dovuti anche alla capacità costruttiva tipica della nostra specie. I gesti sono diventati veri e propri sistemi di realizzazione industriale e le parole hanno prodotto metodi di elaborazione concettuale della realtà che hanno dato vita a forme elaborate, come la letteratura, le arti figurative, la scienza, le religioni. Ogni esperienza umana ha alle proprie spalle un’elaborazione che si è costruita nel corso del tempo, alla quale hanno concorso tanto le formule che sono risultate vincenti, quanto quelle perdenti, con l’unica differenza che le seconde hanno lasciato il posto alle prime. Non è possibile sapere quale, fra esse, sarà quella migliore, e forse non ne esiste una che lo sia veramente. Oggi riteniamo di vivere in un mondo di uomini più liberi e in un benessere maggiore di quello che aveva caratterizzato il passato, quello delle origini, ad esempio. Da un certo punto di vista è corretto pensarla così, ma non sappia- Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia 11 A■ L’apparizione dell’uomo mo se il nostro livello di adattamento sia davvero migliorato: lo sviluppo diseguale dei popoli della terra, lo sfruttamento delle riserve naturali in maniera forzata, come quello a cui oggi assistiamo, mostrano un segno evidente del limite della cultura contemporanea. La crisi demografica che caratterizza il nostro tempo ci fa supporre che qualcosa sia saltato fra natura e cultura umana, pertanto il futuro si apre a considerazioni critiche necessarie. L’antropologo Claude Lévi-Strauss, uno dei più importanti scienziati sociali del ‘900, alla soglia dei suoi novant’anni ha affermato che i saperi dell’antropologia, a cui ha concorso in modo decisivo con il suo pensiero, si sono fermati davanti a una terra con una popolazione di 4 miliardi di uomini. Per una terra di 6 miliardi, non si sa cosa pensare. > L’aumento esponenziale della popolazione mondiale richiede uno sfruttamento eccessivo delle risorse del pianeta e determina inevitabili squilibri sociali. Viviamo davvero in un mondo che garantisce maggiore libertà e benessere? Il nostro livello di adattamento continua a migliorare o ha subito una battuta d’arresto? Questi interrogativi pongono in modo molto serio il problema del rapporto tra natura e cultura umana, soprattutto se davvero sulla terra dovranno convivere 9 miliardi di persone. > LETTURA Theodosius Dobzhansky, Dove sta andando l’evoluzione? In questa lettura, l’evoluzionista Theodosius Dobzhansky formula un quesito fantastico, quanto suggestivo: che futuro ha l’evoluzione? E in essa, che posto occupa l’uomo? La sua conclusione chiama in causa prospettive aperte e propone un punto di vista che non si limita a considerare il piano dell’evoluzione biologica. L’uomo ha in mano le chiavi di un rapporto con la natura che può giungere a provocare azioni distruttive irreparabili, ma nello stesso tempo la sua coscienza è in grado di formulare una nuova alleanza con la realtà. Quali saranno gli esiti di questa scelta? Il singolo individuo non può certo trovare un margine di soluzione utile: la risposta ai quesiti di Dobzhansky spetta ai sistemi politici e sociali. Per questo motivo le ipotesi sono destinate a creare inquietudine e un certo margine di pessimismo. La domanda è: Dove sta andando l’evoluzione? L’interrogativo può valere separatamente per i tre tipi conosciuti di evoluzione: cosmica, biologica e umana. La si è anche posta in riferimento all’evoluzione nel suo insieme, poiché i tre tipi di evoluzione possono essere considerati come parti costitutive, o stadi, di un unico processo onnicomprensivo di evoluzione universale. Questo universo, così formidabile e così splendido è in divenire. Può darsi che l’evoluzione stia semplicemente andando alla deriva a caso e non abbia alcuna direzione particolare. Vi è però anche la possibilità, non convalidabile con dimostrazioni rigorose, che l’evoluzione universale sia una grandiosa impresa in cui ogni cosa e ogni individuo sono parti componenti. Quale ruolo deve recitare l’uomo nell’evoluzione? Dev’essere un semplice spettatore o, per caso, la punta di diamante o infine il regista? Vi sono persone che si libererebbero dal quesito con una spallucciata, o se ne ritrarrebbero, considerandolo un’esibizione di folle arroganza. Tuttavia, poiché l’uomo è uno, e presumibilmente l’unico, essere razionale ad aver acquistato consapevolezza del procedere dell’evoluzione, difficilmente può evitare di porsi simili interrogativi. Il problema implicato è nulla di meno che il significato della sua stessa esistenza. L’uomo vive soltanto per vivere, e non vi è per lui scopo o significato diverso da questo? Oppure è chiamato a partecipare alla costruzione degli universi pensabili? (T. Dobzhansky, Diversità genetica e uguaglianza umana, Einaudi, Torino 1975, p. 116) 12 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia A1 > Una specie naturale con diverse eccezioni > APPROFONDIMENTO L’evoluzione della popolazione terrestre Lo sviluppo demografico è una delle variabili più significative che occorre tenere presente al fine di formulare una previsione sul futuro delle relazioni tra uomo e realtà ambientale. L’apparizione della nostra specie ha provocato un cambiamento sostanziale del paesaggio naturale, dovuto alla particolare forma di adattamento vitale che essa ha manifestato. Lo sviluppo della cultura, soprattutto sotto il profilo tecnico e sanitario ha fatto sì che la popolazione mondiale abbia avuto un’impennata che oggi si ritiene essere addirittura incompatibile con una sostenibilità ecologica. La tabella che qui riportiamo mostra una curva iperbolica, che condurrà nel 2150 a prevedere la presenza di quasi 10 miliardi di esseri umani sulla superficie terrestre. Nella tabella sottostante si evidenzia come lo sviluppo demografico abbia coinvolto tutti i continenti, ma si sia concentrato soprattutto in Asia e in Africa. Questo spiega il fenomeno delle migrazioni di massa e l’emergere di profondi squilibri, che si proietteranno in forme di scontro tra popolazioni, di cui oggi possiamo avere qualche anticipazione. Anno 0 1000 1250 1500 1750 1800 1850 1900 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2030 2040 2050 2100 2150 Verso la stabilizzazione (dopo il 2200) Popolazione (in miliardi) 0,30 0,31 0,40 0,50 0,79 0,98 1,26 1,65 1,75 1,86 2,07 2,30 2,52 3,02 3,70 4,44 5,27 8,11 8,58 8,91 9,46 9,75 Circa 10 miliardi ANNI AREA 1750 1800 1850 1900 1950 2000 2050 2150 valori assoluti (in milioni) MONDO 791 978 1.262 1.650 2,522 5,978 8,909 9,747 Africa 106 107 111 133 221 767 1,766 2,308 Asia 502 635 809 947 1,402 3,634 5,268 5,561 Europa 163 203 276 408 547 729 628 517 America latina 16 24 38 74 167 511 809 912 Nord America 2 7 26 82 172 307 392 398 Oceania 2 2 2 6 13 30 46 51 MONDO 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% valori percentuali Africa 13,4% 10,9% 8,8% 8,1% 8,8% 12,8% 19,8% 23,7% Asia 63,5% 64,9% 64,1% 57,4% 55,6% 60,8% 59,1% 57,1% Europa 20,6% 20,8% 21,9% 24,7% 21,7% 12,2% 7,0% 5,3% America latina 2,0% 2,5% 3,0% 4,5% 6,6% 8,5% 9,1% 9,4% Nord America 0,3% 0,7% 2,1% 5,0% 6,8% 5,1% 4,4% 4,1% Oceania 0,3% 0,2% 0,2% 0,4% 0,5% 0,5% 0,5 % 0,5 % Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia 13 A■ L’apparizione dell’uomo Cosa potrà accadere nel contatto/conflitto tra nord e sud del mondo? Come potrà incidere la globalizzazione culturale ed economica sul fronte dell’integrazione sociale? Potranno acuirsi i fenomeni di crisi dei rapporti sociali, come oggi sembra prospettarsi? Le considerazioni che possono essere effettuate hanno un margine di prevedibilità, ma non assoluto. Non possiamo sapere quale sarà l’equilibrio sociale globale. Di fronte a questi problemi, interrogato sul destino dell’umanità Claude Lévi-Strauss osservava che «siamo in un mondo al quale già sento di Claude Lévi-Strauss non appartenere. Quello che ho conosciuto, che ho amato, aveva un miliardo e mezzo d’abitanti. Il mondo attuale ne conta sei. Non è più il mio. E quello di domani, con nove miliardi di uomini e donne - anche se ci assicurano, per consolarci, che si tratterà del punto più alto della parabola - mi proibisce di fare qualsiasi predizione» (Le Monde/The New York Times Syndicate/Agenzia Volpe, 26.02.2005) Esercizi A. COMPRENDERE Rispondi alle domande in modo sintetico (7 righe) 1. 2. 3. 4. Quale ruolo svolge l’ambiente rispetto all’evoluzione? In cosa consistono gli studi svolti da Darwin alle Galápagos? A quali conclusioni perviene? Si può affermare che l’uomo è una specie unica? Motiva la risposta. Descrivi l’ambiente in cui ha avuto origine l’uomo e spiega se la sua comparsa è stata casuale o dipende dal contesto ambientale. 5. Cosa s’intende per “liberazione delle mani”? Quali sono le sue conseguenze? 6. C’è relazione tra gesti e parole? Motiva la risposta. 7. Cosa s’intende in termini antropologici per cultura? 8. Spiega perché l’uomo ha una natura bio-culturale. 9. Cosa evidenzia della natura umana il mito di Icaro? 10.Perché si può parlare di un “limite della cultura contemporanea”? 14 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia > Una specie naturale con diverse eccezioni A1 Esercizi B. SCHEMATIZZARE Completa lo schema inserendo le informazioni mancanti ADATTAMENTO VITALE CARATTERISTICHE ESEMPI PIANTE ANIMALI UOMO C. INTERPRETARE Analizza i testi degli autori e sviluppa riflessioni critiche Leggi con attenzione le letture di Anati, L’origine comune dell’intelligenza umana, di Washburn, Evoluzione di biologia e cultura, di Dobzhansky, Dove sta andando l’evoluzione? Sviluppa per ogni lettura un’analisi testuale, individuando: - tema trattato - punto di vista dell’autore - 3 parole chiave - elementi comuni alle tre letture - breve commento personale D. RIELABORARE Scrivi un articolo di giornale (max 30 righe) Leggi attentamente l’approfondimento dedicato all’evoluzione della popolazione terrestre. Rifletti in particolare sui seguenti punti: - il livello di adattamento della specie umana è davvero migliorato? - rapporto tra aumento della popolazione e ambiente - analisi dei dati delle tabelle - rapporto tra aumento della popolazione e migrazioni di massa - commento del punto di vista di Claude Lévi-Strauss Scegli un titolo per l’articolo e corredalo di un’immagine significativa. E. ASCOLTARE Ascolta un brano musicale (30 minuti) Ascolta il brano musicale 1. La danza delle foglie, di Walter Maioli. Durante l’ascolto, cerca di liberare la mente dai tuoi pensieri, realizza un vuoto mentale che ti permette di accogliere i suoni. Dopo l’ascolto, che può essere ripetuto una seconda volta, riporta alla classe: — emozioni suscitate — immagini o ricordi evocati — suoni che riproducono elementi naturali — l’ambiente in cui questa musica può essere nata Discuti con i compagni del carattere “preistorico” del brano ascoltato. Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia 15 A ■ L’apparizione dell’uomo A2 L’invenzione della postura eretta 2.1 IL VALORE ADATTATIVO DELLA POSTURA ERETTA Il ruolo dell’ambiente di adattamento evolutivo è essenziale nel processo di speciazione, poiché le caratteristiche ambientali agiscono sulle aree somatiche più importanti, imprimendo cambiamenti dai quali dipende la riuscita della sfida evolutiva. Non tutte le variazioni casuali risultano vantaggiose; ogni specie ha “investito” su una scelta di organi, trasformandoli in punti caldi di particolare importanza. L’evoluzione ha, per così dire, una capacità “creativa”, come afferma il filosofo Henry Bergson. Le specie infatti si generano mediante una continua interazione fra i singoli organismi che le compongono e l’ambiente: gli organismi “sperimentano” le soluzioni ai pro> LETTURA blemi posti dall’ambiente, facendo ricorso a innovazioni che talvolta risultano vincenti. Per quanto riguarda l’uomo, il fenomeno adattativo da cui ha avuto origine il percorso che ha condotto fino alla specie attuale è senza dubbio l’acquisizione della postura eretta. Ciò ha infatti permesso di perfezionare la capacità di percezione del pericolo facendo ricorso al sistema audio-visivo, sfruttando nel modo migliore la disposizione degli occhi e delle orecchie rispetto alla testa, provocando l’effetto stereoscopico. Grazie a questa abilità non solo suoni e immagini vengono percepiti in maniera più nitida, ma è anche possibile localizzare nell’immediato le fonti da cui gli stimoli hanno avuto origine. Ciò permette una perlustrazione dello spazio molto rapida e l’acquisizione delle informazioni in tempo utile per evitare i pericoli, rappresentati soprattutto dai predatori. Evidente è il vantaggio che la specie ha tratto da una simile opportunità. Henry Bergson, Il movimento della vita Secondo Bergson la materia è un’energia che si spegne progressivamente, mentre la vita ha lo slancio inverso, spinge in avanti l’evoluzione, superando ogni ostacolo e vincendo ogni resistenza. L’evoluzione che si produce seguendo regole precise e prevedibili si riduce ad «un’azione che si disperde», mentre l’azione produttiva, che comporta cambiamenti duraturi e significativi è costituita dalle «forme impreviste che la vita si ritaglia». In ciò consiste la capacità creativa dell’evoluzione. La direzione in cui marcia la realtà ci suggerisce l’idea di qualcosa che si disfa: questo è senza dubbio uno dei caratteri essenziali della materialità. Che cosa si può concluderne, se non che il processo attraverso il quale questo qualcosa si fa, è diretto in senso contrario ai processi fisici e quindi, per definizione, è addirittura immateriale? La nostra visione del mondo materiale corrisponde a quella d’un peso che cade; nessuna immagine di origine propriamente materiale ci darà mai l’idea di un peso che si innalza. Eppure una tal conclusione ci si imporrà in modo ancor più decisivo, se consideriamo più da vicino la realtà concreta, e non più solamente la materia in generale, ma, entro di essa, i viventi. Effettivamente tutte le nostre analisi ci mostrano nella vita uno sforzo per risalire la china che la materia discende, e con ciò ci lasciano intravedere la possibilità, anzi la necessità d’un processo inverso a quello materiale, che crei la materia con la sua sola interruzione. Certo la vita che evolve alla superficie del nostro pianeta è legata alla materia: se fosse pura coscienza, ed ancor meglio se fosse super-coscienza, sarebbe pura attività creatrice. Di fatto essa è limitata ad un organismo che la fa sottostare alle leggi generali della materia inerte, ma tutto si svolge come se essa facesse il possibile per liberarsi da queste leggi. [...] 16 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia > L’invenzione della postura eretta 2.2 IN COSA CONSISTE LA POSTURA ERETTA? La postura eretta è dovuta alla costruzione del perfetto equilibrio sul baricentro fra testa-colonna-piedi. Si tratta di un processo realizzato mediante un intenso lavoro sulla meccanica dei pesi a livello della colonna vertebrale: è infatti la colonna che distribuisce il peso corporeo al bacino e da questo passa, mediante le gambe, fino ai piedi, dove si scarica. Gli antropologi hanno osservato come questa funzione, apparentemente di pura valenza anatomica, abbia radicalmente trasformato le caratteristiche generali della specie umana, offrendo la possibilità di creare, nello stesso tempo, nuovi strumenti mentali e la capacità di manipolazione degli oggetti. Esiste infatti uno stretto rapporto tra la maturazione delle abilità tecniche e lo sviluppo delle strategie cognitive in grado di intervenire sull’ambiente, operando su di esso trasformazioni vantaggiose. L’incolonnamento perfetto tra cranio e colonna vertebrale è provocato dalla natura particolare dell’articolazione che li collega: la posizione dei condili occipitali si adatta infatti alle faccette della prima vertebra cervicale, l’atlante, in modo tale da creare un equilibrio perfetto della testa sul collo. In A2 condili occipitali bacino asse di gravità punto di sostegno > La postura eretta, fondamentale conquista evolutiva, è dovuta all’incolonnamento perfetto tra cranio e colonna vertebrale, possibile grazie all’adattamento tra i condili occipitali e l’atlante, la prima vertebra cervicale. Gran parte del peso è così sostenuto dalla colonna vertebrale, a sua volta in linea con il bacino, che scarica il peso sui punti di sostegno, i piedi. questo modo la forza richiesta dai muscoli della nuca diminuisce, perché una parte sempre maggiore del peso viene direttamente sostenuta dalla colonna vertebrale. Immaginiamo dunque un recipiente pieno di vapore a pressione elevata, e qua e là nelle sue pareti fessure per cui il vapore esca a getti. Il vapore scagliato in aria si condensa quasi totalmente in goccioline che ricadono, e questa condensazione e caduta rappresentano semplicemente la perdita di qualche cosa, un’interruzione, una mancanza. Ma una piccola parte del getto di vapore permane non condensata per qualche istante e fa uno sforzo per risollevare le gocce che cadono, arrivando al massimo a rallentarne la caduta. Così da un immenso serbatoio di vita devono scaturire incessantemente getti costituenti ciascuno, nel suo ricadere, un mondo. L’evoluzione delle specie viventi, all’interno di tal mondo, rappresenta quanto permane della direzione primitiva del getto originario, e d’una spinta che prosegue in senso contrario alla materialità. [...] Più in particolare, considerando il mondo in cui viviamo, rilevo che l’evoluzione automatica e rigorosamente necessitata di tale sistema ben legato è azione che si disperde, mentre le forme impreviste che la vita vi ritaglia, e che sono a loro volta capaci di prolungarsi in movimenti imprevisti, rappresentano l’azione che si produce. [...] In realtà la vita è un movimento, la materialità il movimento inverso e ambedue sono semplici, essendo una corrente indivisa la materia che forma un mondo, e pure indivisa la vita che l’attraversa ritagliandovi gli esseri viventi; l’una di esse si oppone all’altra, ma la prima ottiene pur sempre qualcosa dalla seconda, risultandone una specie di reciproco modus vivendi, che è, appunto, l’organizzazione. (H. Bergson, L’evoluzione creatrice (1907), La Scuola, Brescia 1979, pp. 108-13) Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia 17 A■ L’apparizione dell’uomo L’effetto principale di questo spostamento si riflette sull’organizzazione complessiva della testa, che si libera del peso di una fascia muscolare imponente, resa inutile dalle funzioni di sostegno del capo, che appare in asse sul collo e quindi già posizionato in modo stabile. La riduzione della muscolatura, insieme all’adozione di una dieta alimentare varia - che ha reso del tutto privo di valore un grande mento in grado di frammentare graminacee coriacee e resistenti - ha determinato un riequilibrio della struttura del cranio. IL CERVELLO SI INGRANDISCE A. Tupaia B. Cercopiteco C. Hylobates D. Homo erectus E. Homo sapiens neanderthaliensis F. Uomo attuale IL BARICENTRO ARRETRA Il cosiddetto splancnocranio, legato alle funzioni masticatorie collegate all’alimentazione, si è progressivamente ridotto nel passaggio dalla stazione semi-eretta a quella eretta, lasciando spazio al neurocranio, all’interno del quale si è potuto sviluppare un encefalo più grande e organizzato. Il cervello è un organo molle e il suo aumento ponderale segue la creazione di uno spazio idoneo al suo sviluppo e non viceversa. La forma del cranio non è dovuta alla spinta del cervello, come potrebbe apparire da una lettura superficiale, ma è al contrario la struttura ossea che offre l’opportunità agli organi molli di adattarsi alla sua conformazione. > Il cranio dell’uomo (a destra) ha reso disponibile un ampio bacino interno, che nel corso dell’evoluzione ha portato alla creazione di un cervello altamente differenziato e di peso straordinario in rapporto al corpo. Nella scimmia antropomorfa (a sinistra) la posizione spostata in avanti della testa richiede ancora la presenza di un collo imponente e una mascella che sporge in maniera significativa, sostenuta da una fascia muscolare consistente. muscoli mascellari muscoli del collo 18 SPLANCNOCRANIO 2.3 LA LIBERAZIONE DELLE MANI Uno degli effetti principali che si deve alla postura eretta è la liberazione delle mani dalle funzioni di deambulazione. Gli arti dei quadrupedi sono sostanzialmente molto simili e il loro agire sinergico garantisce una buona performance di movimento, soprattutto al fine di ottimizzare la corsa, un mezzo fondamentale nei predatori per la caccia, nelle prede per la fuga. La mano umana, in quanto organo autonomo, ha potuto specializzarsi acquisendo abilità connesse alla manipolazione degli oggetti; grazie alla mobilità del tutto speciale delle dita, la mano può infatti produrre una serie di gesti raffinati. Utilizzando questi movimenti, l’uomo è in grado di esprimere una manualità fine, necessaria per creare oggetti di piccoANDRÉ LEROI-GOURHAN (1911-1986) L’uomo e la materia (1943), Ambiente e tecniche (1945), Il gesto e la parola. Tecnica e linguaggio. La memoria e i ritmi (1964-65), Le radici del mondo. Dalla ricerca preistorica uno sguardo sulla totalità dell’uomo (1982), Il filo del tempo. Etnologia e preistoria (1983). Antropologo, etnologo e archeologo francese. Allievo di Marcel Mauss, a partire dal 1933 lavora nei dipartimenti di etnologia del British Museum di Londra e del Musée de l’Homme di Parigi, di cui diviene vicedirettore nel 1946, mantenendo una duplicità di sguardi: come etnologo si occupa della cultura materiale e spirituale, come archeologo studia la preistoria. Compie numerosi scavi in siti preistorici, dalla Spagna agli Urali, rinnovandone la metodologia, per garantire un approccio olistico, ossia una percezione globale dei fenomeni umani, paradigma fondamentale della sua ricerca. Ne sono prova le numerose specializzazioni conseguite come etnologo, antropologo, archeologo, linguista, semiologo, storico dell’arte preistorica. Professore ordinario all’Università di Lione, nel 1956 ottiene la cattedra di Etnologia e Preistoria alla Sorbona di Parigi, tra il 1969 e il 1982 tiene corsi anche al Collège de France. Ottiene numerosi riconoscimenti per la sua attività di ricerca e di studio, tra cui la medaglia d’oro del CNRS (Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica Francese) nel 1973, il Gran premio Nazionale di Archeologia nel 1978, consegnatogli dal Ministero della Cultura Francese. Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia A2 > L’invenzione della postura eretta le dimensioni e coordinare le azioni che conducono ad esprimere intelligenza tecnica, in ogni contesto della vita quotidiana. Fra essi, il movimento più importante è senza dubbio quello di opponibilità del pollice: il metodo di misurazione adottato dagli antropologi per valutare l’aumento di destrezza della mano è proprio la facoltà di movimento di questo dito. L’opponibilità è provocata dal fatto che il pollice si trova su un piano diverso rispetto alle altre dita e in questo modo può toccare le loro punte, mettendo in atto, fra le altre, la presa di precisione - o presa a pinza - quando si oppone all’indice. > LETTURA A B C D > Sono quattro i movimenti di base che la mano umana è in grado di compiere: A - opponibilità; B - prensilità; C - convergenza; D - divergenza. Gli antropologi considerano il grado di opponibilità come criterio per misurare l’aumento di destrezza della mano. André Leroi-Gourhan, I caratteri distintivi dell’uomo L’antropologo André Leroi-Gourhan individua i criteri in base ai quali distinguere l’essere umano, indicandone quattro: la stazione eretta, la libertà della mano, la faccia corta e priva di canini offensivi, il possesso di utensili movibili. Solo in seguito ad essi s’aggiunge il volume del cervello, infatti lo sviluppo cerebrale deve essere considerato un criterio secondario, in quanto fondamentale per l’evoluzione della vita in società, ma non per l’evoluzione dell’essere umano di per sé considerato. Chiediamoci quale possa essere l’immagine che accoglie in sé i criteri comuni alla totalità degli uomini e dei loro antenati. Il primo e il più importante di tali criteri è la stazione eretta, quello che è stato riconosciuto per ultimo, quello che ha fatto porre, per diverse generazioni, su basi false il problema dell’uomo. Tutti i fossili noti, per quanto possano essere strani come l’Australopiteco, possiedono la stazione eretta. Altri due criteri fanno da corollari al primo: la faccia corta e la mano libera durante la locomozione. [...] La libertà della mano comporta quasi necessariamente un’attività tecnica diversa da quella delle scimmie e la libertà durante la locomozione, unitamente a una faccia corta e priva di canini offensivi, impone l’utilizzazione di organi artificiali, vale a dire di utensili. Stazione eretta, faccia corta, mano libera durante la locomozione e possesso di utensili movibili sono veramente i criteri fondamentali per distinguere l’uomo. [...] Può stupire il fatto che l’importanza del volume del cervello intervenga solo in seguito. In realtà, è difficile dare la preminenza a questo o a quel carattere, perché nell’evoluzione delle specie tutto è collegato; mi sembra certo però che lo sviluppo cerebrale sia in qualche modo un criterio secondario. Esso riveste un ruolo decisivo nell’evoluzione delle società, una volta che le caratteristiche umane sono acquisite, ma è certamente, sul piano dell’evoluzione in senso stretto, correlativo alla stazione verticale e non, come si è creduto per molto tempo, essenziale. [...] Il peso differente del cervello nei primati La situazione creata dalla stazione verticale nell’uomo costituisce certo una tappa sulla via che va dal pesce all’homo sapiens, ma non implica affatto che la scimmia vi rappresenti un ruolo di collegamento. La comunanza di origini della scimmia e dell’uomo è concepibile, ma dal momento in cui è stabilita la stazione verticale, non esiste più una scimmia e pertanto non esiste un semiuomo. Le condizioni dell’uomo nella stazione verticale provocano conseguenze di sviluppo neuropsichico che fanno dello sviluppo del cervello umano una cosa diversa dell’aumento del volume. Il rapporto tra faccia e mano continua a rimanere stretto nello sviluppo cerebrale come lo era prima: utensile per la mano e linguaggio per la faccia sono i due poli di uno stesso dispositivo. (André Leroi-Gourhan, Il gesto e la parola, vol. I, Tecnica e linguaggio, Einaudi, Torino 1977, pp. 26-27) Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia 19 A■ L’apparizione dell’uomo 2.4 I PIEDI E LA DEAMBULAZIONE BIPEDE La postura eretta ha avuto un’altra conseguenza fondamentale: la trasformazione del piede, che ha consentito di raggiungere un equilibrio statico del corpo, rendendo davvero possibile l’evoluzione umana. Quando siamo in posizione di quiete, il peso degli organi interni si scarica sul bacino e da esso si distribuisce attraverso le gambe, fino ad arrivare ai piedi e a poggiare sulle dita. Nella donna l’ampiezza del bacino e l’articolazione della colonna sacrale ha dato luogo ad una perfetta posizione > Nei primati non umani (come tarsio, orango, gorilla) le mani e i piedi differiscono poco tra loro, ma si può notare che nel gorilla le dita del piede sono notevolmente più corte rispetto alla mano e prefigurano quelle del piede umano. La caratteristica saliente della mano è l’opponibilità del pollice rispetto alle altre dita, non conservata nel piede, dove l’alluce è allineato alle altre dita; il piede inoltre presenta una pianta arcuata e può contare sull’appoggio del tallone per garantire l’andatura eretta. > APPROFONDIMENTO tarsio tarsio di equilibrio: per questo motivo il corpo femminile è più adattato di quello maschile. Ciò garantisce inoltre la predisposizione del ventre per le funzioni riproduttive, essendo l’intero fisico della donna in grado di accogliere il piccolo durante la gravidanza, senza che si producano dannosi squilibri meccanici. Nei primati non umani le mani e i piedi si somigliano molto, ma nel gorilla inizia un processo di trasformazione che solo nell’uomo raggiunge un valore di specializzazione tale da garantire funzioni molto diversificate e indipendenti. orango gorilla orango uomo gorilla uomo L’andatura bipede La struttura del piede manifesta tutta la sua abilità nella deambulazione. Un’esperienza del tutto banale - come quella che effettuiamo quotidianamente quando camminiamo o corriamo - è infatti resa possibile da un complesso sistema di rapporti fra le diverse parti che compongono il nostro scheletro. È sui piedi che si scarica l’intero peso corporeo ed è necessario che questo sia sempre in equilibrio, anche quando il movimento più o meno rapido lo altera, passo dopo passo. Una caduta mostra gli effetti di un’azione sconnessa e insidiosa. La marcia si compone di tre fasi: 1. La fase taligrada Il punto d’appoggio è il tallone. 20 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia > L’invenzione della postura eretta A2 2.5 COME CAMBIA LA STRUTTURA DEL CERVELLO L’evoluzione della faccia e la regressione dello splancnocranio producono, come abbiamo osservato, un’espansione dell’encefalo fino ad occupare l’intero edificio cranico. Nell’Homo sapiens sapiens l’encefalo occupa interamente gli spazi vuoti creatisi con lo sviluppo della fronte: il riempimento della scatola cranica è a tal punto massimizzato che oggi gli antropologi sostengono che l’evolu- supporto (fulcro) resistenza > La sezione dell’encefalo ne mostra le varie componenti. I lobi pre-frontali hanno occupato la porzione più recente dell’encefalo, quella presente solo a partire dall’homo sapiens sapiens: qui si trovano i centri di elaborazione del linguaggio e delle associazioni mentali, le funzioni mentali più avanzate. tensione > La particolare struttura del piede umano ne fa una leva in grado di sollevare il peso del corpo e di mantenerlo sempre in equilibrio anche durante la deambulazione o la corsa. La verticale della resistenza coincide con l’asse di gravità e rappresenta il peso del corpo, che viene sollevato nel punto di tensione, esercitando una pressione sul supporto rappresentato dall’articolazione delle dita. Per quanto riguarda il piede, è la pianta arcuata a consentire una perfetta andatura eretta, spostando il peso del corpo sul tallone. Inoltre, rispetto agli altri primati, nell’uomo l’alluce ha perso l’opponibilità, le dita sono più corte e le articolazioni alla base sono allineate, per formare un rigonfiamento, che costituisce il supporto indispensabile su cui scaricare il peso del corpo. corpo calloso fómix circonvoluzione cingolata ippocampo lobo frontale ipotalamo ipofisi talamo cervelletto tronco encefalico 2. La fase plantigrada Il punto di appoggio è la pianta del piede. 3. La fase digitigrada Il punto d’appoggio sono le dita. Il processo di deambulazione si presenta come un passaggio naturale e fluido da una all’altra delle diverse fasi, che si alternano in modo continuo ed equilibrato. Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia 21 A■ L’apparizione dell’uomo assoni corpo cellulare > I neuroni sono costituiti da un corpo cellulare e da molteplici assoni, sottili filamenti attraverso cui si realizza la conduzione dell’impulso nervoso. Il contatto tra le cellule nervose si definisce sinapsi, ed è possibile quando si verifica un nuovo apprendimento. zione umana sia giunta al suo compimento definitivo. Mentre i denti regrediscono, il cervello fluisce nei punti in cui le resistenze cedono: i lobi pre-frontali occupano gli spazi neo-formati e caratterizzano la principale novità dell’Homo sapiens sapiens dal momento che in questa porzione dell’encefalo si sviluppano i centri del linguaggio e delle associazioni mentali. Si tratta di una trasformazione di fondamentale importanza, perché i lobi frontali e prefrontali si arricchiscono di cellule nervose in grado di attivare processi cognitivi di alta specializzazione. Essi si organizzano secondo un principio di stratificazione, ossia si riuniscono in fasce dove è facile per essi entrare in relazione, mediante le ramificazioni di cui sono dotati. Ogni contatto tra cellule nervose, o sinapsi, è il risultato di un nuovo apprendimento che il soggetto ha compiuto durante la sua esistenza. > ETHNOGRAPHICA La scoperta di Lucy Il ritrovamento di un fossile quasi completo porta sempre un notevole scompiglio all’interno di una spedizione antropologica. In questo caso si tratta di una delle più importanti scoperte nell’ambito della ricerca sulla storia dell’umanità: Lucy - una femmina di australopiteco rinvenuta nel 1974 in Kenya, ad Hadar nella piana di Olduvai - rappresenta un passaggio nodale per la ricostruzione dell’evoluzione umana. Il testo riportato è tratto dal racconto di Louis Leakey, lo scienziato che ha effettuato la scoperta, nell’ambito di uno scavo durato per parecchi anni. Louis Leakey “Quel pomeriggio tutto l’accampamento era nel canalone, per dividere a sezioni il posto e fare i preparativi per un massiccio lavoro di raccolta che alla fine ci avrebbe assorbito per tre settimane. Questo lavoro fu ultimato, avevamo recuperato parecchie centinaia di pezzi di ossa, rappresentanti il 40 per cento dello scheletro di un singolo individuo. [...] Ma un singolo individuo di che cosa? A un esame preliminare era difficilissimo dirlo, niente di esattamente simile era mai stato scoperto. L’accampamento era in preda all’eccitazione. Quella prima notte nessuno si sognò di andare a letto. Parlavamo e parlavamo, a non finire. Bevemmo una birra dietro l’altra. Con noi avevamo un registratore; un nastro della canzone Lucy in the sky with diamonds riempiva la notte, Hadar, piana di Olduvai (Kenya) 22 Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia > L’invenzione della postura eretta A2 > La disposizione in strati dei neuroni garantisce l’elaborazione delle informazioni, infatti ogni nuova esperienza produce un nuovo filamento, che mette in relazione gli strati tra loro. Fotografia ottenuta mediante impregnazione argentea. Il risultato di questo processo, definito con il termine encefalizzazione, conduce alla capacità da parte dell’uomo di gestire i processi di elaborazione del linguaggio e di produzione delle capacità di manipolazione. È curioso come il gesto e la parola si siano evoluti in maniera parallela: si tratta di un vero e proprio principio chiave dello sviluppo umano. Gli antropologi dispongono di due serie di dati, apparentemente molto distanti tra loro, che comprovano la veridicità di questo principio, provenienti da fonti archeologiche e da fonti neurologiche. suonato e risuonato a pieno volume senza fine e per pura esuberanza. A un certo punto di quella notte indimenticabile - non ricordo più a che ora - il nuovo fossile assunse il nome di Lucy e da allora in poi lo si è conosciuto sempre con questo nome, benché il suo nome vero - il nome che lo contraddistingue nella collezione di Hadar - sia AL 288-1. «Lucy?» È la prima domanda che mi sento fare sempre da chi vede il fossile per la prima volta. Allora spiego: «Sì, era femmina e c’era quella canzone dei Beatles, eravamo fuori di noi per l’eccitazione. Non dimentichi, l’avevamo appena trovata». Poi, viene la seconda domanda: «Come sapeva che era una femmina?». «Dal bacino. Avevamo un osso pelvico completo e anche l’osso sacro. Dato che l’apertura pelvica negli ominidi dev’essere relativamente più larga nelle femmine che nei maschi, per consentire il parto di neonati con cervello voluminoso, si può distinguere una femmina da un maschio». AL 288-1, Lucy Poi la terza: «Era un ominide?» «Oh, sì! Camminava eretta. Camminava bene quanto lei». Tutti gli ominidi camminavano eretti. La scienza è stata costretta a una definizione flessibile perché non sappiamo ancora con esattezza quando apparvero i primi ominidi. Tuttavia, affermare che un ominide è un primate a stazione eretta non è un problema. In altre parole, un ominide è o un antenato estinto dell’uomo (e qui il termine “uomo” è usato per designare i maschi e le femmine del genere Homo) o un parente collaterale dell’uomo o un vero e proprio uomo”. La raccolta completa dei fossili di Australopiteco rinvenuti ad Hadar. Lucy è in primo piano. (adattato da D. C. Johanson - M. A. Edey, Lucy. Le origini dell’umanità, Mondadori, Milano 1981, p. 18) Rossi, Lanzoni SGUARDI SULLE SCIENZE UMANE © CLITT 2012 Moduli di Antropologia e Sociologia 23