FORME DI DOSAGGIO LIQUIDE

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FORME DI DOSAGGIO LIQUIDE
FORME DI DOSAGGIO LIQUIDE
FORME DI
DOSAGGIO
LIQUIDE
Soluzioni
Sistemi Dispersi
Sistemi
Colloidali
Emulsioni
Sospensioni
SOLUZIONI
Una soluzione è un sistema omogeneo nel quale il soluto è molecolarmente, disperso
ossia è presente come atomi, ioni o molecole, in un solvente e il solvente normalmente
rappresenta la specie predominante. Nelle soluzioni i soluti sono di dimensioni tali ,
inferiori ad 1 nm, da non risultare visibili con l'ausilio del microscopio. Questo particolare
differenza le soluzioni vere e proprie dai sistemi colloidali.
.
I fenomeni che portano alla solubilizzazione di un principio attivo in un solvente sono
importanti in campo farmaceutico in quanto qualunque sia la forma di somministrazione è
fondamentale che il farmaco sia solubilizzato nei fluidi biologici per poter essere assorbito.
Solubilizzazione
Processo di disgregazione della struttura struttura solida, cristallina (ordine a ampio
raggio)o amorfa (disordine o ordine a breve raggio).
Forze in gioco
Attrazione tra molecole e ioni contro l’attrazione tra queste entità ed il solvente (“similia
similibus sulvuntur”).
La quantità massima di soluto che può sciogliersi in un dato solvente rappresenta la
solubilità. La solubilità è caratteristica per ogni sostanza in un determinato solvente ad una
determinata temperatura e pressione. Viene espressa come il peso di sostanza disciolta in
un determinato volume di solvente a 20°C ed 1 atm.
Secondo la F.U. quando si citano valori di solubilità approssimate (senza valori numerici),
questi si riferiscono alla temperatura ambiente (15°-25°C) e sono indicati, in accordo con la
Farmacopea Europea, con espressioni convenzionali che si riferiscono al volume
approssimativo di solvente necessario per solubilizzare una parte in peso (g) di soluto:
solubilissimo
< di 1 ml di solvente
molto solubile
in 1-10 ml di solvente
solubile
in 10-30 ml di solvente
moderatamente solubile
in 30 –100 ml di solvente
poco solubile
in 100-1000 ml di solvente
molto poco solubile
in 1000-100000 ml di solvente
praticamente insolubile
in oltre 100000 ml di solvente
Dissoluzione dei solidi
Mentre la solubilità è una caratteristica intrinseca, in relazione al solvente, alla temperatura ed
alla pressione, di una data specie chimica, la velocità con la quale un solido si scioglie in un
solvente è in relazione sia alla natura chimica della specie che allo stato di aggregazione
del solido ed alla presenza di stimoli esterni (es. agitazione). In termini quantitativi, le
velocità di dissoluzione è data dalla equazione di Noyes-Whitney.
dM D ⋅ S
=
( Cs − C )
dt
h
M= massa di soluto sciolta al tempo t
dM/dt= velocità do dissoluzione
D= coefficiente di diffusione del soluto nello strato di diffusione.
S= superficie di solido esposta al solvente
h= spessore dello strato di diffusione
Cs= solubilità del solido alla temperatura di esperimento
C= concentrazione della soluzione al tempo t
Nella teoria della dissoluzione si assume
l’esistenza di uno strato acquoso di diffusione,
di spessore h, tra la superficie del solido che si
dissolve ed il solvente in bulk. Questo strato h
rappresenta uno strato stazionario di solvente
entro il quale il soluto è presente in
concentrazioni che vanno da Cs a C.
A distanze x>h dalla superficie del solido si ha
rimescolamento nella soluzione ed il farmaco è
presente con concentrazione uniforme C
nell’intera fase.
All’interfaccia superficie solida-strato di
diffusione il farmaco in fase solida è in
equilibrio con il farmaco disciolto ed è alla
massima concentrazione possibile (Cs).
L’equazione si basa sull’assunzione che h ed S
siano costanti, cosa che in realtà avviene solo
all’istante t. Infatti S diminuisce con il tempo
ed h è influenzata dalla forza di agitazione
della soluzione.
Lo strato diffusionale è uno strato
dinamico in quanto le molecole che lo
lasciano per entrare nei fluidi biologici
vengono continuamente rimpiazzate da
quelle che provengono dal solido che si
disaggrega, ma rappresenta anche una
resistenza al trasferimento di massa
limitando il movimento del soluto dalla
superficie del solido verso la soluzione di
dissoluzione.
•La velocità di diffusione può essere modificata, in accordo con l’equazione Noyes-Whitney
di variando:
• Temperatura (modifica la solubilità Cs);
• Agitazione (modifica lo strato diffusionale h);
• Taglia delle particelle (modifica l’area superficiale disponibile S);
• Viscosità (influenza il coefficiente di diffusione, presenza di cibo);
• Presenza di tensioattivi (modifica la solubilità Cs, alterando il solvente);
• pH (può modificare la solubilità Cs alterando la natura chimica del composto);
• Presenza di cosolventi (modifica la solubilità Cs alterando il solvente);
• Formazione di complessi (può modificare la solubilità apparente alterando la natura
chimica del composto);
• Additivi (possono modificare la solubilità Cs alterando il solvente).
•Forma cristallina (amorfa, polimorfa; può modificare la solubilità apparente alterando la
natura chimica del composto);
SOLUZIONI PER USO ORALE
Preparazioni liquide che contengono uno o più sostanze disciolte in un adatto solvente o
miscela di solventi
Vantaggi nella somministrazione di farmaci in soluzione:
• Uniformità nella distribuzione del farmaco nel mezzo (in una soluzione la
concentrazione del soluto è omogenea in ogni punto);
• Pronta disponibilità per l’assorbimento;
• Facilità di deglutizione.
Svantaggi nella somministrazione di farmaci in soluzione:
• Limitata scelta dei solventi;
• Sviluppo di popolazione microbiche;
• Necessità di correzione del gusto;
• Stabilità chimica.
Le soluzione danno un assorbimento più rapido poiché il principio attivo è già disciolto, non
sono quindi richieste le fasi di disaggregazione e dissoluzione fondamentali per
l’assorbimento dei principi attivi contenuti in forme di dosaggio solide.
Forme di dosaggio
solide
Soluzioni
Disgregazione
Liquidi all’interno
del tratto gastrointestinale
Dissoluzione
Membrana gastro-intestinale
Torrente circolatorio
FORMULAZIONE DI SOLUZIONI AD USO ORALE
Le soluzioni ad uso orale sono composte da :
•Attivo/i
•Solvente
•Solubilizzanti
•Stabilizzanti:
•Antimicrobici/antimuffa
•Antiossidanti
•Tamponi
•Edulcoranti
•Aromatizzanti
•Coloranti
Solventi
I solventi impiegati devono essere:
•Atossici;
•Tollerabili;
•Compatibili con il soluto;
•Possibilmente con buone caratteristiche organolettiche;
Quelli più comunemente utilizzati sono:
•Acqua deionizzata;
La farmacopea prevede che venga preparata a partire dall’acqua potabile tramite processi di
distallazione, scambio ionico ed osmosi inversa. Può essere impiegata da sola o con
cosolventi per migliorarne le proprietà solubilizzanti:
•Alcool etilico (di solito in miscele idroalcoliche dove funge da cosolvente per l’acqua);
•Glicerina ( è un liquido viscoso miscibile con H2O ed EtOH ed è usato in genere come
cosolvente);
•Glicol propilenico (sapore sgradevole, è una alternativa alla glicerina);
Alcuni solventi come etanolo, glicerina e glicol propilenico hanno proprietà antibatteriche
quando presenti oltre certe concentrazioni
Solubilizzanti
Sono sostanze che vengono aggiunte allo scopo di aumentare la solubilità dell’attivo, allo
scopo di “caricare “ più attivo o evitare fenomeni di instabilità legati alla solubiltà
(precipitazione). I più diffusi sono:
•Cosolventi
Sono solventi miscibili con il solvente principale (l’acqua) allo scopo di aumentare lo
solubilità verso attivi scarsamente idrosulubili. E’ ovvio che per essere miscibili in acqua
devono possedere una certa idrofilia, così l’impiego di cosolventi è utile nel caso di attivi
che presentano una certa polarità, mentre è inefficace per sostanze fortemente apolari.
I più comuni cosolventi sono
l’etanolo, la glicerina ed il
propilenglicole.
•Sostanze idrotrope
Sono sostanze che se aggiunte in notevole quantità aumentano la solubilità in acqua di
alcuni composti. Ad esempio, la solubilità della caffeina è aumentata per aggiunta di ugual
peso di benzoato di sodio, così come la teofillina per aggiunta di ugual peso di acetato di
sodio. Il meccanismo di tale fenomeno non è ben chiaro.
L’idrotropia ha un impiego limitato nella preparazione di soluzioni ad uso farmaceutico.
•Tensioattivi
Sono sostanze anfifiliche che aumentano la solubilità degli attivi tramite il fenomeno
definito “solubilizzazione micellare”. A bassa concentrazione si dispongono all’interfaccia
aria-acqua o aria-contenitore, aumentando la concentrazione, quando tutte le interfaccie
sono occupate (concentrazione micellare critica), le molecole in eccesso formano degli
aggregati sferici chiamati micelle, caratterizzati da parete esterna idrofila ed una interna
idrofoba. Composti poco solubili o insolubili possono essere adsorbiti sulla parete esterna o
essere inglobati nel nucleo interno, con conseguente aumento della loro solubilità.
In questa situazione in realtà si passa da una soluzione vera e propria ad un sistema
colloidale.
Per l’uso orale i tensioattivi devono essere approvati.
Stabilizzanti
Sono sostanze che vengono aggiunte allo scopo di aumentare la stabilità nel tempo degli
attivi o dell’intero sistema. I più diffusi sono:
•Tamponi
Sono necessari per aggiustare il pH del sistema a valori
ottimali per la stabilità dell’attivo. Molti attivi sono soggetti
a reazioni di idrolisi che possono essere catalizzate da
ambiente acido o alcalino. La scelta di un pH opportuno
rallenta tali fenomeni aumentando la stabilità del farmaco.
A fianco è riportata la velocità di idrolisi dell’aspirina in
relazione al pH. La massima stabilità si ha a pH 2.4 mentre
nel range 5-7 la stabilità è indipendente dal pH.
•Antiossidanti
L’ossidazione è una trasformazione chimica caratterizzata dalla perdita di elettroni da parte di
una specie chimica. Sono soggetti ad ossidazione alcoli, aldeidi, fenoli, ammine e le molecole
con insaturazioni (grassi vegetali). Le sostanze antiossidanti si ossidano facilmente, reagendo
al posto delle molecole da proteggere. Gli antiossidanti più comunemente utilizzati sono i
tocoferoli (vit E), i derivati derivati dell’acido ascorbico (vit C), esteri dell’acido gallico,
butilidrossianisolo (BHA), lecitine, sodio bisolfito.
Antiossidanti e correttori acidità sono indicato dalla lettere E con numero tra 300-399.
•Conservanti
Le preparazioni farmaceutiche possono essere inquinati da microrganismi derivanti dai
materiali di partenza, dal processo di lavorazione o dall’uso.
Le preparazioni acquoso sono un terreno di crescita particolarmente favorevole per la crescita
e lo sviluppo microbico.
I conservanti sono aggiunti per impedire o almeno ostacolare lo sviluppo di miscroragnismi.
Il loro impiego è previsto dalla farmacopea quando la forma di dosaggio rappresenta un
terreno favorevole alla sviluppo microbico. L’azione dei conservanti può essere germicida
(impedisce lo sviluppo irreversibilmente) o germostatica (impedisce lo sviluppo
reversibilmente), in genere la differenza dipende dalla concentrazione.
Per uso orale sono utilizzati:
Sostanza
Concentrazione
Note
Acido benzoico
0,1 % P/V
Efficacia bassa per pH>5
Benzoato di Sodio
0,1 % P/V
Efficacia bassa per pH>5
Acido sorbico
0,1 % P/V
Parabeni (metil e propil
para-idrossibenzoati)
0.2 % P/V
Efficacia bassa per pH>8
I conservanti sono indicati dalla lettere E con numero tra 200-299
Si ottiene un effetto conservante anche aggiungendo all’acqua dei cosolventi quali:
•Alcool etilico
In concentrazione maggiore del 15-20 % p/v
•Glicerina
In concentrazione di circa il 50 % p/v
Altra strategia per impedire lo sviluppo di microrganismi è quella di utilizzare veicoli con
elevata pressione osmotica. Teoricamente basterebbe aggiungere del cloruro di sodio, che
tuttavia renderebbe la soluzione impossibile da bere. Al momento, l’unica sostanza
impiegata per questo scopo è il saccarosio, se usato in concentrazione maggiore del 50-55%
p/p.
Edulcoranti ed aromatizzanti
L’uso di dolcificanti e aromatizzanti è necessario per ottenere preparazioni di gusto gradevole.
Questo aspetto è particolarmente importante per le preparazioni liquide dove il gusto
sgradevole di molti attivi è amplificato dall’ampio contatto del liquido con la lingua ed il
retrobocca.
Il problema di dare un gusto gradevole correggendo il sapore e l’aroma è affidato a basi
empiriche e soggettive. I sapori fondamentali sono:
• Amaro;
• Dolce;
• Salino;
• Acido.
Il sapore amaro è talvolta eliminato con la trasformazione in un composto meno solubile da
somministrare in sospensione.
Le sostanze utilizzate per la correzione del gusto sono:
•Edulcoranti (dolcificanti)
Il più utilizzato è il saccarosio, molto solubile in acqua (2:1) e stabile nell’intervallo di pH 48. è spesso mescolato con alcoli quali glicerolo e sorbitolo per ridurne la tendenza alla
cristallizzazione quando è in concentrazione vicino al limite di saturazione.
Altri edulcoranti sono:
•Glucosio liquido
•Fruttosio:Ha un potere dolcificante superiore al saccarosio (1,8). Il metabolismo è
indipendente dall’insulina, quindi è ottimale anche per i diabetici.
• Xilitolo (E967): è un polialcol di origine vegetale. Ha potere dolcificante simile al
saccarosio ma il 40% di calorie in meno; inoltre è stato dimostrato recentemente che
aiuta a ridurre la formazione della placca. Bisogna fare attenzione poiché a dosi
elevate (oltre 50 g al dì) può avere effetti lassativi. Può essere utilizzato dai diabetici.
•Sorbitolo (E420): ha potere dolcificante inferiore al saccarosio e un contenuto di
calorie leggermente superiore. Nell’intestino viene trasformato in fruttosio, per cui
possono utilizzarlo anche i diabetici.
•Saccarina (E954): Ha un potere dolcificante notevolmente superiore al saccarosio
(circa 500 volte). Ha un retrogusto metallico per cui spesso viene associata ad altri
dolcificanti come il ciclamato (il cui uso è però attualmente vietato). E’ opportuno
evitarne l’utilizzo in gravidanza e allattamento, e nei bambini.
• Aspartame (E951):Ha un potere dolcificante molto superiore allo zucchero (200
volte). È controindicato nelle persone che soffrono di fenilchetonuria (malattia
metabolica ereditaria che non permette il metabolismo della fenilalanina), durante la
gravidanza e l’allattamento. Negli Stati Uniti venne respinta più volte la domanda di
approvazione per il suo utilizzo in quanto causava tumori al cervello nei topi; in
seguito venne però approvato. In molti restano convinti della sua pericolosità;
•Ciclamato (E952): Si usano il ciclamato di sodio ed il ciclamato di calcio. Spesso
viene utilizzato insieme alla saccarina, per mascherarne il gusto. Il suo potere
dolcificante è 30 volte quello del saccarosio; È controindicato in gravidanza e
allattamento; Restano tuttavia incertezze sulla sua sicurezza, per cui in certi paesi ne
è vietato l’uso (USA).
•Acesulfame-k (E950): ha un potere dolcificante pari a circa 200 volte quello del
saccarosio. No uso in gravidanza e durante l'infanzia.
I dolcificanti (tranne i classici zuccheri) sono indicati dalla lettere E con numero tra 950-969
•Aromatizzanti
Sono sostanze aggiunte per alterare il sapore della preparazione, in particolare “nascondere” i
sapori sgradevoli dell’attivo. La normativa Europea identifica 3 categorie di aromi: aromi
naturali, estratti da prodotti naturali, aromi natural-identici, ottenuti per sintesi chimica, ma
uguali a prodotti presenti in natura, aromi artificiali ottenuti per sintesi chimica e non presenti
in natura.
Al momento non esiste una scienza esatta su come mascherare i vari sapori, tuttavia,
empiricamente si può procedere come mostrato nella tabella sotto:
Gusto
Aroma consigliato
Amaro
Ciliegia, noce, cioccolato, menta, anice
Salino
Pesca, albicocca, vaniglia
Acido
Ananas, limone, lampone, liquirizia
SOLUZIONI ESTEMPORANEE
Per attivi non stabili in soluzione è possibile la preparazione di polveri, liofilizzate e non, o
granuli da impiegare per la ricostituzione estemporanea della soluzione. Il materiale anidro
(senza acqua) deve contenere tutti i componenti previsti per la soluzione tranne il
solvente.
Pur essendo meno pratiche per la somministrazione, le polveri o i granuli per le preparazioni
liquidi estemporanee sono molto più conservabili e con scadenze più lunghe.
SOBREPIN 300 MG GRANULATO (trattamento delle affezioni respiratorie
caratterizzate da ipersecrezione densa e vischiosa)
Attivo: sobrerolo 300 mg
Eccipienti: aroma naturale mandarino, aroma naturale limone, aroma naturale arancia,
acido citrico, saccarina sodica, aspartame, polisorbato 20, E110, sorbitolo.
SOLUZIONI PER USO ORALE: SCIROPPI
Gli sciroppi sono forme farmaceutiche liquide, dolci, che normalmente contengono elevate
percentuali di zuccheri (non meno del 45%) destinate alla somministrazione orale dei
farmaci. Gli sciroppi possono inoltre contenere anche polialcoli (glicerina, mannite,
sorbitolo) per evitare la cristallizzazione del saccarosio o per aumentare la solubilità dei
medicamenti.
Sono considerati la forma farmaceutica di elezione per bambini, anziani e per tutti coloro
che hanno difficoltà a deglutire.
Sono adatti a mascherare il sapore amaro, salino o comunque sgradevole di molti farmaci.
In relazione all’elevato contenuto di zucchero, gli sciroppi sono caratterizzati da :
•Densità elevata
•Viscosità notevole
•Buona conservabilità
•Gusto accettabile
Per usi particolari il saccarosio può essere sostituito interamente da altri zuccheri (glucosio,
fruttosio, sorbitolo).
SCIROPPO SEMPLICE
E’ formato solo da acqua e saccarosio, è utilizzato come veicolo edulcorante, in particolare
per la preparazione di sciroppi medicati, pozioni, infusi…. Se allo sciroppo semplice si
aggiungono degli aromi si ottiene lo sciroppo aromatizzato. Gli sciroppi semplici quelli
aromatizzati non sono una forma farmaceutica, bensì il veicolo.
In soluzione acquosa il saccarosio si idrolizza (reazione detta anche di inversione poiché il
potere rotatorio passa da destrogiro a levogiro), per azione delle invertasi, in glucosio e
fruttosio, reazione favorita dalla temperatura e dal pH acido.
La concentrazione prescritta dalla Farmacopea è 66,5% p/p e 87,7% p/v e si si prepara
sciogliendo a freddo 665 g di saccarosio in 335 g di acqua (2:1) e filtrando, se occorre, la
soluzione.
L’elevata pressione osmotica impedisce lo sviluppo di microrganismi ed assicura una lunga
conservabilità.
Poiché la solubilità del saccarosio in H2O è di 2g/ml la concentrazione dello sciroppo
semplice rasenta quella di una soluzione satura a T. ambiente con il pericolo della
formazione di cristalli di saccarosio in seno al liquido.
Per evitare ciò altre Farmacopee consigliano una concentrazione leggermente più bassa
(U.S.P. XX: 65% p/p).
La preparazione può esser fatta:
•Dissoluzione a freddo
Lo zucchero viene aggiunto sotto agitazione a temperatura ambiente; Il processo è più lungo
ma il prodotto è più stabile.
•Dissoluzione a caldo
E’ il metodo più veloce. Si può però avere una caramellizzazione del saccarosio e di
conseguenza un leggero colore ambrato dello sciroppo con la formazione di una modesta
quantità di zucchero invertito. Inoltre lo zucchero è più suscettibile a fermentazione e crescita
microbica.
Il metodo riportato in farmacopea prevede di portare all’ebollizione per circa 20 min. una
quantità sufficiente di H2O, di mantenere la temperatura a 80°-85°C e sciogliere, agitando, il
saccarosio. Si filtra a caldo.
acqua
•Percolazione
zucchero
Con percolazione si intende il lento passaggio di un liquido
attraverso un solido ad azione filtrante, allo scopo di sciogliere
sostanze contenute nella massa solida. Nel caso dello sciroppo
semplice come solido filtrante si usa in genere del cotone idrofilo
pressato.
Cotone
SCIROPPI MEDICATI
Contengono una o più sostanze medicamentose.
Per ragioni di solubilità del farmaco (all 66.5% di zucchero la solzuzione è satura e non può
sciogliere nessuna latra sostanza), la concentrazione di saccarosio di norma scende sotto
quella dello sciroppo semplice, allontanandosi quindi dal valore che assicura una lunga
conservabilità. Infatti scarse garanzie di conservazione si hanno già scendendo al di sotto
del 50-55%. In questi casi è necessario aggiungere dei conservanti.
Quando nello sciroppo è contenuto un farmaco che di per sé esercita azione inibitrice della
crescita batterica (es. iodio, benzoato di sodio, guaiacolo) non è necessario aggiungere il
conservante.
Può essere preparato per:
•Dissoluzione a freddo (per piccole quantità di solidi, questi vanno sciolti prima in un
piccolo quantitativo d’acqua).
•Dissoluzione a caldo (i componenti termolabili vanno aggiunti alla fine)
•Percolazione
•Aggiunta degli attivi allo sciroppo semplice/aromatizzato già pronto
Nella preparazione degli sciroppi bisogna fare molta attenzione, infatti la conservazione
può essere pregiudicata da:
•Recipienti ed utensili non puliti;
•Contenitori bagnati (l’elevata viscosità dello sciroppo rende difficile la diffusione di
eventuali gocce di H2O nella massa, provocando sacche più diluite);
•Condensa di vapore acqueo in superficie (quando lo sciroppo viene versato caldo nei
contenitori, con formazione di un film di sciroppo diluito).
SCIROPPI PARTICOLARI
Benché gli sciroppi siano soluzioni concentrate di zucchero, in casi particolari è ammessa la
denominazione di sciroppo anche a soluzioni che non contengono saccarosio ma altri
dolcificanti.
Il sorbitolo viene normalmente usato al posto del saccarosio nella preparazione di sciroppo
per diabetici. Nel caso di malattie intestinali per le quali è controindicato lo zucchero, si
possono usare pseudosciroppi nei quali il sapore dolce è ottenuto con una miscela 1:10 di
saccarina e ciclamato e l’aspetto sciropposo (viscoso) è dato da opportuni viscosizzanti
come metilcellulosa, agar…
Alcune specialità come antibiotici ad uso pediatrico sono formate da polveri, già
opportunamente formulate con dolcificanti, addensanti e bagnanti, che forniscono uno
sciroppo aggiungendo H2O prima dell’uso.
N.B.
Attualmente, i prodotti commerciali (specialità medicinali) definiti sciroppi nella
maggioranza dei casi sono in realtà degli pseudosciroppi, in cui lo zucchero è sostituito da
sorbitolo e la viscosità è garantita da agenti viscosizzanti.
I classici sciroppi sono principalmente di natura galenica.
ESEMPI DI FORMULAZIONE DI SCIROPPI
LEVOTUSS sciroppo (Terapia sintomatica della tosse)
Attivo: levodropropizina 600 mg
Eccipienti: Saccarosio, metil-para-idrossibenzoato, propil-para-idrossibenzoato, acido citrico
monoidrato, sodio idrossido, aroma cherry, acqua depurata.
BABY RINOLO (Coadiuvante nelle affezioni acute febbrili delle prime vie respiratorie,
nelle sinusiti acute e subacute)
Attivo: Paracetamolo g 2,400, Clorfenamina maleato g 0,015
Eccipienti: Saccarosio; Saccarina; Sodio metabisolfito; Sorbitolo soluzione; Metile-pidrossibenzoato; Propile-p-idrossibenzoato; Sodio fosfato monobasico monoidrato; Sodio
fosfato bibasico dodecaidrato; Eritrosina (E 127); Glicole propilenico; Alcool; Essenza
arancio; Essenza albicocca; Dietanolamina q.b. a pH 5; Acqua deionizzata.
RANIDIL 150 Mg/10Ml Sciroppo (Trattamento ulcera, gastriti)
Attivo: 10 ml di sciroppo contengono, come principio attivo, 168,0 mg di ranitidina
cloridrato, pari a 150 mg di ranitidina
Eccipienti: Ipromellosa, alcool etilico, propile para-idrossibenzoato, butile paraidrossibenzoato, potassio fosfato monobasico, sodio fosfato bibasico anidro, saccarina sodica,
sorbitolo (70%) non cristallizzabile, aroma naturale, sodio cloruro, acqua depurata.
SOLUZIONI PER USO ORALE: ELISIR
Sono soluzioni idro-alcoliche limpide e dolcificate ed aromatizzate, usati come veicoli
liquidi per somministrare particolari principi attivi. A differenza del normale sciroppo
semplice, oltre all'acqua, si usa come cosolvente l'alcool a basse concentrazioni con
l'aggiunta di dolcificanti e/o aromatizzanti pari al 30-40%.
Il rapporto Acqua/etanolo è in genere 8/2 ma può essere variato in base alle esigenze,
inoltre parte dell’alcool può essere sostituito dal glicerolo e glicol propilenico)
Rispetto agli sciroppi sono:
•Meno viscosi
•Meno dolci (minore capacità di correzione del gusto)
•Veicoli con maggiore potere solubilizzante.
La conservazione è garantita dall’elevato contenuto di alcool.
Non sono adatti alla somministrazione nei bambini ed in tutti gli adulti che
necessitano di una dieta priva di alcool.
SOLUZIONI PER USO ORALE: ALTRE PREPARAZIONI
Oltre a sciroppi ed elisir, altre soluzioni per uso orale, molto meno diffuse sono:
•ALCOOLITI (SOLUZIONI ALCOLICHE)
Gli alcooliti sono preparati che hanno come veicolo l'alcool, indipendentemente dalla loro
composizione e dal procedimento di preparazione (soluzione diretta o estrazione).
•OLEOLITI (SOLUZIONI OLEOSE)
Forma farmaceutica che utilizza un olio come solvente di farmaci liposolubili. La
preparazione può avvenire per soluzione diretta, per digestione della droga in olio per un
tempo prestabilito (attualmente usati principalmente in cosmetica e non per uso interno).
Gli oleoliti sono soggetti ad irrancidimento che può riflettersi sulla stabilità di taluni
farmaci in essi disciolti.
Gli oli più impiegati in italia sono: Olio di oliva, l’olio di mandorle dolci, l’olio di sesamo
e l’olio di arachidi.
GLICERITI (SOLUZIONI GLICERICHE, GLICEROLITI o GLICEROLATI)
Le preparazioni farmaceutiche in cui la percentuale di glicerina è superiore al 50%
prendono il nome di gliceriti. Il razionale sta nella capacità della glicerina di sciogliere
alcuni composti quali ad esempio tannini, fenoli ed acido borico. Molto raramente usati per
uso interno.
ESEMPI DI ALTRE FORMULAZIONE DI FORME FARMACEUTICHE LIQUIDE
BENADRYL ELISIR (Trattamento sintomatico delle pollinosi stagionali, dell'orticaria e del
prurito)
Attivo: difenidramina cloridrato mg 250
Eccipienti: alcool etilico ml 14, saccarosio g 29,7, essenza di anice ml 0,003, essenza di
arancia dolce ml 0,024, essenza di garofano ml 0,008, essenza di coriandolo ml 0,003,
essenza di cannella ml 0,011, acqua depurata q.b. a ml 100.