Mincio - Autorità di bacino del fiume Po

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Mincio - Autorità di bacino del fiume Po
LINEE GENERALI DI ASSETTO
IDRAULICO E IDROGEOLOGICO
(MINCIO)
Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio
4.
Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico
nel bacino del Mincio
4.1
Caratteristiche generali
4.1.1
Inquadramento fisico e idrografico
Il bacino del Mincio (Sarca - Mincio) ha una superficie complessiva di circa
3.000 km2 (4% della superficie complessiva del bacino del Po), di cui il 74% in
ambito montano. Il corso del fiume Mincio è compreso all’interno del “Parco
Naturale Mincio”, Ente della Regione Lombardia istituito per la salvaguardia
delle valenze naturalistiche e paesaggistiche delle aree adiacenti al corso
d’acqua. L’area di competenza del Parco si estende in territorio lombardo, dal
comune di Ponti sul Mincio fino all’immissione nel fiume Po, nei comuni di
Bagnolo San Vito e Sustinente.
Il Mincio presenta un regime idraulico fortemente condizionato dalle capacità di
laminazione del lago di Garda, di cui è emissario, determinate dalla considerevole superficie liquida rispetto agli afflussi del bacino proprio. L’Adige si
connette al lago di Garda tramite la galleria Mori-Torbole, dimensionata per la
diversione nel Garda di una portata di 500 m3/s. Il campo di variabilità delle
portate del corso d’acqua risulta inoltre molto contenuto anche grazie alla
regolazione effettuata dalla traversa di Salionze ubicata a valle di Peschiera del
Garda. La regolazione avviene tramite 3 paratoie centrali, ciascuna di altezza
pari a 3,2 m e larghezza pari a 10,5 m che consentono una portata massima di
rilascio a valle pari a 200 m3/s.
Il sistema di regolazione definisce lo schema delle portate massime ammissibili
per diversi tratti del corso d’acqua: 200 m3/s fino a Pozzolo; 70 m3/s da Pozzolo
a Sacca; 50 m3/s a valle di Sacca. A tal fine sono stati realizzati dei canali
scolmatori che entrano in funzione per garantire il non superamento dei suddetti
valori. Il primo, lo scaricatore Pozzolo-Maglio, con capacità massima di 130
m3/s, deriva le portate eccedenti presso Pozzolo e prosegue in direzione sud.
Nei pressi di Maglio si immette nello scolmatore denominato “Diversivo Mincio”
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che deriva la portata massima di 20 m /s all’altezza di Sacca. A valle della
confluenza dello scaricatore Pozzolo-Maglio, il diversivo riceve i deflussi delle
acque basse dei territori in sinistra Mincio, posti a nord di Mantova, eseguendo
il by-pass della città e reimmettendosi nel Mincio a monte di Formigosa.
La suddetta regimazione dei deflussi può venire alterata dagli apporti della rete
minore che confluisce nel Mincio tra Pozzolo e Grazie. Si tratta in particolare dei
Autorità di bacino del fiume Po
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Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico
deflussi provenienti dai bacini dei canali Birbesi, Goldone, Solfero e fosso
Osone (Osone Vecchio e Osone Nuovo). Capaci di produrre una portata di
piena complessiva dell’ordine di 80 m3/s; tali apporti si ripercuotono
sfavorevolmente sull’equilibrio e il buon funzionamento del sistema idraulico di
difesa della città Mantova.
Giunto in prossimità di Mantova, il Mincio risente dell’effetto di rigurgito prodotto
dai laghi che cingono a nord-est la città, dividendosi in più rami e formando la
fascia palustre denominata “Vallazza” di notevole interesse ambientale.
I laghi di Mantova si estendono tra gli abitati di Curtatone e Formigosa e sono
denominati rispettivamente, procedendo da monte verso valle, lago “Superiore”,
“Di Mezzo” ed “Inferiore”. Segue la già citata zona lacustre di “Vallazza”. I laghi
sono formati dalla presenza di tre dighe che operano la regolazione dei livelli tra
monte e valle. Il lago “Superiore” e quello “Di Mezzo” sono separati dalla diga
dei Molini, su cui corrono la S.S. 62 e la linea ferroviaria Modena-Verona. La
diga di S. Giorgio, su cui corre la S.S. 10, e la diga Masetti, che ospita la S.P.
28 e la linea ferroviaria Mantova-Padova, separano rispettivamente il lago Di
Mezzo dall’Inferiore e l’Inferiore dalla Vallazza. La regolazione dei livelli
effettuata alla diga dei Molini determina un dislivello di 3÷3,5 m rispetto alla
quota dei laghi di Mezzo e Inferiore, mediamente pari a 14÷14,5 m s.m..
Dalla Vallazza si diparte lo scaricatore che collega, tramite un manufatto
regolatore, i laghi di Mantova con il canale navigabile Fissero-Tartaro; il canale,
una volta in esercizio, collegherà a sua volta il “Vallazza-Formigosa” con il
Canalbianco. Poco dopo il nodo di derivazione dalla Vallazza è ubicata la botte
a sifone di Formigosa, in grado di smaltire oltre 300 m3/s, attraverso la quale il
Diversivo Mincio sottopassa il canale Fissero-Tartaro.
Per prevenire i problemi derivanti dalle piene del Po che risalgono a monte
lungo il Mincio, lo sbarramento-fornice di Formigosa permette, a paratoia
chiusa, di disconnettere il livello idrico dei laghi di Mantova da quello del Mincio
di valle e, quindi, del Po. A fornice chiuso viene attivato l’impianto di sollevamento di Valdaro, costituito da 38 pompe, di potenzialità pari a circa 50 m3/s.
Ai fini delle analisi conoscitive e della successiva delineazione degli interventi di
Piano, il bacino idrografico del Mincio viene suddiviso nell’asta principale del
Mincio e nel bacino montano.
Il quadro conoscitivo e di valutazione dei dissesti sui versanti e sulla rete
idrografica minore è stato definito, in maggior dettaglio, separatamente per i
sottobacini del Benaco, del Mincio e del Sarca.
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Autorità di bacino del fiume Po
Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico
4.1.2
4.1.2.1
Caratteri generali del paesaggio naturale e antropizzato
Caratteri generali del bacino del fiume Mincio
In area lombarda il Mincio scorre dal Lago di Garda al Po all’interno di un alveo
dapprima ben definito e poi sempre più ampio con tendenza all’impaludamento
più a valle, sino all’espansione nel sistema lacustre di Mantova, scomposto in
tre bacini, Lago Superiore, Lago di Mezzo e Lago Inferiore. Il Mincio prosegue
poi con un alveo di pianura, interamente canalizzato entro alti argini, sino allo
sbocco nel Po. Paesaggisticamente l’ambito fluviale risulta essere articolato in
cinque aree:
a) collinare: dal confine settentrionale fino a Volta Mantovana con presenza di
colline moreniche intervallate da aree leggermente ondulate o pianeggianti,
da conche e da vallecole. La Valle del Mincio è fortemente incassata,
terrazzata e meandriforme con presenza di meandri sospesi;
b) pedecollinare: si estende da Volta Mantovana a Goito. E’ dominata dalla
valle fluviale del Mincio, ben delimitata da terrazzi di vario ordine. Il letto del
fiume è abbastanza largo, piatto ciottoloso e con alcuni isolotti (isole di
Massimbona, di Corte Dossi e di Torre). I segni dell’attività estrattiva sono
diventati una componente del paesaggio che risulta profondamente
modificato nelle sue caratteristiche geomorfologiche;
c) alta pianura: a sud di Goito la valle del Mincio si allarga ed è sempre
delimitata da terrazzi. La costruzione di argini, la regimentazione delle acque
e la bonifica hanno reso possibile l’utilizzo agricolo di questa fascia anche se
in zone limitate cresce ancora la vegetazione spontanea. Anche in questo
caso l’attività estrattiva ha interessato aree molto estese sia sotto che sopra
falda. In questa zona è compreso, con tutta la sua importanza naturalistica, il
Bosco Fontana;
d) lacustre: la conca lacustre si apre a Rivalta e prosegue oltre Mantova
circondando la città a nord e ad est, articolandosi in tre bacini: il Lago
Superiore, le cui sponde sono morfologicamente asimmetriche; il Lago di
Mezzo e quello Inferiore le cui rispettive sponde sono state spesso modificate dall’azione dell’uomo;
e) Mincio Inferiore: è l’area occupata del fiume a sud di Mantova fino alla
confluenza con il Po. L’alveo è limitato da arginature di contenimento delle
piene del Po.
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Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio
Tra le aree di interesse naturalistico di eccezionale valore si segnalano: il Parco
Regionale dell’Alto Garda Bresciano; il Lago di Garda; e il Parco Regionale del
Mincio.
In particolare proprio per questo ultimo ambito, notevole importanza floristica
rivestono le zone umide delle valli del Mincio, di notevoli dimensioni, dichiarate
di importanza internazionale e dei laghi di Mantova, in cui sono presenti estesi
canneti e una tipica vegetazione acquatica. Un’annotazione a parte merita la
riserva naturale del Bosco della Fontana che, creata dai Gonzaga nel 1615,
rappresenta oggi un ben conservato relitto delle foreste caducifoglie planiziarie.
Tra la fauna va segnalata la presenza della lontra nella zona delle valli.
Elementi di valore paesaggistico e artistico sono presenti in tutto il territorio del
Parco. Fra essi, il santuario di Santa Maria delle Grazie del ‘400, presso
Curtatone, e la Chiesa di Santa Maria degli Angeli di poco più recente. Di non
minore importanza la Villa della Bertone, con parco, e la palazzina del Bosco
della Fontana, costruita sul finire del 1500 dai Gonzaga. L’area ha anche
rilevanti interessi archeologici, storici, culturali.
Un ruolo eccezionale assume in particolare la città di Mantova in quanto sito
con numerose emergenze storico-culturali: tra i suoi maggiori monumenti si
ricordano il Palazzo Ducale, il Duomo ed il Palazzo del Te, in cui si trovano
opere di artisti quali Mantegna, Giulio Romano e Pisanello.
La parte sud-orientale e orientale del bacino del Mincio caratterizzato
fortemente dal Lago di Garda si sovrappone amministrativamente al limite
provinciale veronese.
I principali elementi paesaggistici riscontrabili sono:
•
l’ambito del Garda costituito dal grande corpo idrico di origine glaciale e dai
rilievi montuosi che lo circondano, caratterizzati dalla presenza di vegetazione spontanea di tipo mediterraneo da colture agrarie di pregio e dagli
insediamenti storici accentrati e sparsi che contribuiscono alla formazione di
un paesaggio ricco e differenziato;
•
il sistema prealpino costituito dalla possente dorsale del Monte Baldo
caratterizzato da ambiti e peculiarità di versante fortemente asimmetrici;
•
il sistema collinare con le colline moreniche del Garda e le colline veronesi;
•
il sistema planiziale della fascia fluviale del Mincio e della pianura, rappresentative della più antica e sistematica azione di trasformazione
antropica in cui lo sviluppo insediativo ha avuto maggiore intensità e
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diffusione, comprendendo anche le azioni di bonifica (anche recente) che
connotano il paesaggio dei grandi spazi aperti.
L’ambito del Mincio Veneto annovera tra le aree di interesse naturalistico di
eccezionale valore il Monte Baldo, mentre di interesse paesaggistico è la antica
carrozzabile della “strada dei colli”, che collega le confinanti zone bresciane e
veronesi, nel quale il rigore della trama viaria e insediativa tipico della pianura si
stempera nella fusione tra costruito e paesaggio.
Il corso del Mincio dal Garda sino a Pozzolo nel frequente sconfinamento dai
rispettivi ambiti regionali è caratterizzato da importanti manufatti storico-culturali
tra cui si segnalano:
• zona monumentale e Torre di San Martino della Battaglia dedicata a Vittorio
Emanuele II e inaugurata nel 1893, sorta a ricordo della vittoria riportata dai
Piemontesi sugli Austriaci il 24 giugno 1859. All’interno è decorata con
affreschi e tele di soggetto storico e celebrativo;
• Olfino, con la Chiesa della Trinità, ricca di stucchi barocchi;
• Monzambano, con l’alto recinto del Castello eretto dai Veronesi nel secolo
XII. In posizione eminente sulla valle del Mincio, la Parrocchiale, costruita in
maestose e nitide forme settecentesche;
• Ponti sul Mincio, con i resti del castello medievale a recinto, di fondazione
scaligera, di cui rimangono la torre principale e parte della cortina muraria
con cinque torri angolari;
• Pozzolengo, con resti della rocca medievale, con torri angolati cilindriche.
Notevole la Parrocchiale del secolo XVI.
4.1.2.2
Caratteri generali del bacino del fiume Sarca
Il bacino del Sarca fa parte, insieme a quello del vicino Chiese, fino alla gola di
Limarò, della regione detta delle Giudicarie. Il fiume Sarca si forma nella conca
di Pinzolo, per scendere nella valle Rendena con andamento nord-sud,
lasciandosi ai fianchi i due gruppi montuosi dell’Adamello e del Brenta, lascia la
zona delle Giudicarie, entra nella Valle dei laghi e scende sino ad immettersi nel
Lago di Garda.
Il comprensorio vallivo delle Giudicarie, oltre ad essere amministrativamente il
più vasto e uno dei meno popolati dell’intera provincia trentina, è un’area
paesaggisticamente e culturalmente piuttosto unitaria, pur avendo importanti
discontinuità geomorfologiche e comunque di notevolissimo interesse.
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Autorità di bacino del fiume Po
Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio
I massicci, le valli ed i laghi glaciali sparsi nelle conche limitrofe, terminano con
depositi morenici e terrazzamenti alluvionali di notevole dimensione che
caratterizzano fortemente il paesaggio.
Nel bacino del Sarca ricade una porzione alquanto significativa del Parco
Naturale Adamello-Brenta pari a oltre il 58% del totale; a essa si aggiungono 6
biotopi corrispondenti prevalentemente a zone umide e torbiere, residui delle
originarie zone di tipo palustre, assai più estese, drasticamente ridotte da
consistenti opere di bonifica svolte in passato.
Tra le aree di interesse naturalistico di eccezionale valore si segnalano appunto
il già menzionato Parco Naturale Provinciale Adamello-Brenta e i biotopi di
Fiavé e di Lago Toblino.
Tra i principali ambienti di interesse paesaggistico si segnala: l’ambiente del
fiume Sarca, la valle dei laghi, l’alto Garda. La fascia lungo il Sarca è di
notevole interesse paesistico per la presenza di numerosi spazi liberi, anche
vasti che si alternano a cospicue macchie boscate.
Un cenno particolare meritano la piana di Caderzone che è l’unico e
significativo ambiente a prato che rimane lungo la Val Rendena fino a Tione; i
prati tra Pelugo e Bozzago che comprendono la chiesa di S. Antonio; i prati
attorno a Bolbeno, Zuclo, Giugià e Saone, con il tipico modello insediativo
tradizionale, con piccoli nuclei ben distinti e compatti che ancora non risentono
della pressione insediativa derivante dalla vicina Tione di Trento.
Gli elementi che contribuiscono a rendere unica e di grandissimo valore la Valle
dei Laghi sono innumerevoli: dagli aspetti naturalistici, come le ricchezze di
laghi, di morene, il fiume Sarca quale elemento unificante, le catene montuose
prealpine, il fenomeno grandioso delle Marocche (tra Drena e Cavedine), agli
aspetti storico-culturali quali i ritrovamenti archeologici, i manufatti storici (come
il Castello di Drena), i nuclei piccoli, compatti e ben conservati (come Braila,
Troiana, Padaro, Calvola, Ville del Monte, Campi).
L’ambiente dell’Alto Garda ha peculiarità di assoluto rilievo nazionale. Monti dai
versanti ripidissimi e acque profonde del lago costituiscono un ambiente
estremamente caratterizzato: verso oriente nella zona dove si inerpica la strada
panoramica per la Val di Ledro; verso nord, con l’emergenza del Monte Brione
che spicca nella piana di Riva del Garda e Arco; verso occidente con i versanti
che portano al monte Altissimo di Nago e al Baldo.
Autorità di bacino del fiume Po
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Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico
4.1.3
Aspetti geomorfologici e litologici
Nel seguito si descrivono le principali caratteristiche geolitologiche del bacino
con particolare attenzione verso quei litotipi che per le proprie caratteristiche
geomeccaniche manifestano alti gradi di erodibilità e/o propensione a dissesti
gravitativi; fra parentesi si indica la sigla del litotipo riportata nella cartografia di
Piano alla scala 1:250.000 della Geolitologia.
Il bacino idrografico del fiume Mincio, è suddiviso dal lago di Garda in due
sottobacini, del Mincio a valle e del Sarca a monte.
Litologicamente la parte a valle della linea che collega le località di Salò e di
Garda, e per tutto il tratto sublacuale, è caratterizzata da cospicui depositi
glaciali e fluvioglaciali (DGL), da depositi derivanti dall’alterazione di rocce e
terreni (DCG) e, nella parte più bassa del bacino, da depositi quaternari a
alluvioni fluviali e lacustri (AFL).
Nel tratto a monte della suddetta linea, per tutta l’area sopralacuale, i litotipi
maggiormente rappresentati sono litoidi sedimentari massivi con frequenti
discontinuità per stratificazione o scistosità (LMS, LDS).
Nell’area a ponente della linea tra le località di Tione e Madonna di Campiglio,
nel sottobacino del Sarca, i litotipi maggiormente rappresentati sono litoidi ignei
massivi e litoidi metamorfici con frequenti discontinuità per stratificazione o
scistosità (LMI, LDI, LDM).
In subordine si trovano depositi derivanti dall’alterazione di rocce e terreni
(DCG), modesti affioramenti presso le località di Stènico e di Tione; depositi
glaciali e fluvioglaciali (DGL), distribuiti su tutto il bacino, ma in particolare
nell’area di monte; depositi eterogenei di versante e di trasporto torrentizio
(DEV) e terreni a comportamento plastico (TCP).
4.1.4
4.1.4.1
Aspetti idrologici
Caratteristiche generali
Le caratteristiche idrologiche dell’alto bacino (Sarca) sono di tipo pluviometrico
continentale, mentre quelle del lago di Garda e del Mincio sono di tipo sublitoraneo padano. Il primo presenta un massimo estivo e un minimo invernale,
rispettivamente dell’ordine dei 105-110 mm e 45-55 mm. Il secondo, due massimi e due minimi sostanzialmente equivalenti. I massimi primaverili e autunnali
hanno valori medi mensili dell’ordine di 80-85 mm di pioggia, i minimi estivi e
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Autorità di bacino del fiume Po
Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio
invernali dell’ordine dei 62 mm. Il totale delle precipitazioni medie annue oscilla
tra i 995-1.050 mm per il Sarca e il Garda e di circa 850 mm per il Mincio.
4.1.4.2
Portate di piena e piene storiche principali
I valori storici delle portate di piena sono elencati in Tab. 4.1.
Tab. 4.1. Valori delle portate di piena storiche nel bacino del Sarca-Mincio
Sezione
Nambron
Monzambano
Superficie
km2
21,2
2.350,0
Hmedia
m s.m.
2.329
966
Hmin
m s.m.
-
Qmax
m3/s
70
163
qmax
m3/s km2
3,30
0,07
Data
17/09/1960
13-14/11/1960
Numerosi eventi alluvionali hanno interessato il bacino del sistema SarcaBenaco-Mincio negli ultimi 200 anni. In ordine cronologico i più importanti sono:
• 1801 piena di notevole entità sul Po con allagamenti particolarmente gravi
nel Mantovano e nel Reggiano (novembre),
• 1807 piena sul Po con rotta in sinistra a Serravalle e Sustinente e
contemporanee rotture degli argini sul Mincio e sull’Oglio (1-2 dicembre),
• 1879 allagamenti del Mincio a Mantova,
• 1906 alluvione nel bacino del Sarca (novembre),
• 1928 alluvione nel bacino del Sarca (novembre),
• 1951 allagamenti nel basso mantovano ad opera del Mincio (novembre).
L’evento di piena del novembre 1951, generalmente conosciuto come
“alluvione del Polesine”, fu caratterizzato da piogge di intensità non
particolarmente elevata, con poche eccezioni relative soprattutto al settore
piemontese, ma particolarmente persistenti e distribuite su tutto il bacino.
Con riferimento agli affluenti del tratto intermedio, le esondazioni più gravi si
verificarono sul Mincio e sul Crostolo in prossimità del nodo di confluenza a
causa del rigurgito provocato dalla piena del Po. Con l’eccezione del solo
Tanaro, gli affluenti maggiori del Po non presentarono in quella occasione
portate di eccezionale rilevanza, a conferma che la piena del Po fu causata
dalla concomitanza dell’evento su tutto il bacino piuttosto che dalla sua
intensità. La piena sul Po in realtà fu causata da due consecutivi eventi
pluviometrici, avvenuti nello spazio di alcuni giorni e separati da un breve
intervallo in cui le precipitazioni, pur non interrompendosi del tutto, si
attenuarono notevolmente. Le precipitazioni massime sono state registrate
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Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico
l’8-9 novembre, per quanto riguarda il primo evento, con massime intensità
nella zona lombardo-emiliana del bacino e il 12-13 novembre, con piovosità
più intensa sul settore piemontese. I principali centri di pioggia sono stati
localizzati nella fascia prealpina che va dalla Dora Baltea al Lago di Como e
lungo lo spartiacque appenninico con punte sull’intero periodo di oltre 500
mm. I valori minimi, invece, sono stati registrati nelle zone di pianura,
soprattutto nella fascia compresa tra l’Enza e il Panaro (ad esempio solo 24
mm a Modena). Il particolare andamento delle piogge ha fatto sì che almeno
nel tratto piemontese l’idrogramma di piena del Po presentasse 2 picchi
distinti, che rispecchiavano l’andamento dei due distinti eventi pluviometrici.
Già a Piacenza tuttavia l’idrogramma mostrava un solo picco.
• 1960 allagamenti dei paesi rivieraschi del Lago di Garda (settembre),
• 1966 alluvione nel bacino del Sarca (3-4 novembre).
4.1.5
4.1.5.1
Assetto morfologico e idraulico
Caratteristiche generali
Da Peschiera del Garda al ponte stradale di Pozzolo il Mincio ha una struttura
unicursale e andamento prima meandriforme, fino a Valeggio sul Mincio, quindi
sinuoso. Tutto il tratto è strettamente vincolato dalla presenza di opere di difesa
e di arginature. Si rileva la presenza di paleoalvei sinuosi e meandriformi, sia in
destra che in sinistra, spesso fiancheggiati dalle relative scarpate di erosione
fluviale. Localmente (loc. Foroni) le scarpate di erosione fluviale delimitano più
superfici terrazzate dalla tipica morfologia prodotta dall’attività erosiva delle
sponde esterne dei meandri.
Dal ponte stradale di Pozzolo a Rivalta l’alveotipo meandriforme assume
struttura unicursale alternata a tratti pluricursali con isole stabili. Le opere di
difesa sono saltuarie, localizzate in prossimità di infrastrutture. La presenza di
antichi paleoalvei meandriformi testimonia una morfologia pregressa più sinuosa di quella attuale, con larghezze di meandro più ampie. È presente un orlo di
terrazzo continuo in destra, mentre in sinistra degrada fino all’altezza di
Morengo.
Da Rivalta all’immissione nel lago Superiore di Mantova il Mincio ha un
alveotipo da sinuoso a meandriforme, fiancheggiato da una fitta rete di canali e
rogge (che formano una fascia palustre) e da una scarpata di erosione fluviale
continua. I paleoalvei distano qualche chilometro dal corso attuale.
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Autorità di bacino del fiume Po
Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio
Da Pietole Vecchia al ponte della SP 33 di Governolo il corso d’acqua presenta
un alveotipo unicursale meandriforme fortemente vincolato da arginature
ravvicinate. A sud di Mantova è visibile un esteso paleoalveo meandriforme.
Dal ponte della SP 33 di Governolo alla confluenza in Po l’andamento è
debolmente sinuoso, vincolato dalla presenza dei rilevati arginali. Nel settore di
confluenza le forme relitte del Mincio si confondono con quelle del Po, in
particolare si osserva un probabile pregresso punto di confluenza presso
Correggio Micheli.
4.1.5.2
Fenomeni di erosione spondale
L’elevato grado di artificializzazione determinato dalle diffuse opere di
contenimento dei livelli e di protezione spondale e la regimazione delle portate
fanno sì che in tutto il tratto da Peschiera fino ai laghi di Mantova siano di fatto
trascurabili i fenomeni di erosione spondale. Questi si riscontrano più a valle,
nel tratto da Formigosa all’immissione in Po, dove il corso d’acqua è delimitato
in maniera continua dalle arginature in froldo; sono dovute sia a fenomeni
connessi con l’evoluzione della morfologia dell’alveo, anche in relazione
all’abbassamento di fondo subito dal Po in corrispondenza della confluenza, sia
al passaggio di natanti di grandi dimensioni (bettoline per trasporto
commerciale) che determina oscillazioni del livello idrico dannose nei riguardi
della stabilità delle sponde.
L’aspetto più preoccupante del fenomeno è costituito dal fatto che spesso i
fenomeni erosivi interessano sponde con argini in froldo le cui condizioni di
stabilità strutturale possono essere compromesse.
4.1.5.3
Tendenza evolutiva
Il corso d’acqua risulta generalmente stabile sia per quanto concerne l’assetto
planimetrico sia per quello longitudinale.
Fanno eccezione due situazioni in cui si riscontra un apprezzabile tendenza
all’abbassamento del profilo di fondo. Queste sono localizzate a valle del ponte
di Pozzolo e nel tratto a monte del nodo di confluenza in Po.
In corrispondenza del ponte stradale di Pozzolo si osserva un rilevante
scalzamento delle fondazioni delle spalle del ponte, determinato da un
abbassamento del profilo di fondo valutabile in circa 1.0 m.
Il fenomeno di erosione di fondo alveo che interessa il Po in prossimità del nodo
di confluenza del Mincio, si ripercuote nel settore di foce di quest’ultimo fino
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Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico
all’altezza del ponte stradale di Governolo, in corrispondenza del quale si
osserva infatti un modesto scalzamento delle pile di fondazione.
4.2
Quadro dei dissesti
4.2.1
Quadro dei dissesti sul corso d’acqua principale
I dissesti sul Mincio risultano di lieve entità e circoscritti a poche situazioni.
Afferiscono essenzialmente ai fenomeni di erosione spondale e di abbassamento di fondo che provocano problemi a danno delle infrastrutture e soprattutto alle opere idrauliche; i fenomeni sono localizzati nel tratto da Formigosa
all’immissione in Po e interessano le arginature in froldo che delimitano in
maniera continua il corso d’acqua.
I problemi provocati dalla tendenza all’abbassamento del profilo di fondo sono
localizzati a valle del ponte di Pozzolo e nel tratto a monte della confluenza in
Po. In corrispondenza del ponte stradale di Pozzolo si osserva un rilevante
scalzamento delle fondazioni delle spalle del ponte, mentre l’erosione di fondo
alveo che interessa il Po in prossimità della confluenza del Mincio, si ripercuote
nel settore di foce, fino all’altezza del ponte stradale di Governolo, in corrispondenza del quale si osserva un modesto scalzamento delle pile di fondazione.
4.2.2
Quadro dei dissesti sui versanti e sulla rete idrografica minore
Come indicatori di dissesto vengono presi in considerazione i fenomeni
gravitativi che interessano i versanti e i processi fluvio-torrentizi sui corsi
d’acqua; rientrano nel primo caso le frane e le valanghe mentre per il secondo
caso si fa riferimento alle esondazioni, ai processi di erosione di sponda e di
fondo e ai fenomeni di sovralluvionamento e/o di trasporto di massa in
corrispondenza delle conoidi.
La Tab. 4.2. evidenzia i valori che esprimono, in sintesi, e caratterizzano i
diversi fenomeni di dissesto. Si tratta perlopiù di movimenti legati alla gravità,
frane e valanghe; seguono il dissesto sulla rete idrografica e sulle conoidi e gli
episodi di esondazione dei corsi d’acqua.
I fenomeni franosi più frequenti sono frane per crollo e ribaltamento (circa il
50% dei casi), seguiti dalle frane con meccanismo evolutivo complesso (circa il
10%) e dalle colate in roccia; molti i fenomeni non classificati (più del 20%). Il
bacino del Sarca presenta un territorio in generale mediamente franoso, nel
quale si possono individuare aree maggiormente soggette a instabilità; i più
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Autorità di bacino del fiume Po
Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio
frequenti dissesti di versante si localizzano nella porzione mediana del bacino e
in particolare in sinistra, sulle pendici orientali del Gruppo del Brenta, nel
territorio dell’omonimo Parco. Sul bacino del Garda (Benaco) possono essere
individuate due aree contigue interessate da frequenti movimenti franosi; il
tratto di Lago tra Gargnano e Limone sul Garda e l’alto Lago, che comprende i
territori a monte di Riva del Garda e i comuni rivieraschi della testata del lago.
Diffusi eventi valanghivi sono localizzabili nel sottobacino del Sarca, in special
modo sulle pendici meridionali della Presanella, dell’Adamello e sulle pendici
occidentali del Gruppo del Brenta.
I fenomeni di dissesto lungo i corsi d’acqua maggiormente incidenti sono le
erosioni di sponda e di fondo e i sovralluvionamenti, seguiti dalle esondazioni e
dai dissesti di conoide. Si localizzano alla testata della valle del Sarca, nel tratto
mediano dopo la confluenza del torrente Arnò ed episodicamente all’altezza di
Drò. Nel sottobacino del Garda sono interessati i territori a monte di Riva del
Garda e del Lago di Ledro. Le esondazioni si concentrano principalmente nel
tratto montano dell’asta principale del Sarca, a monte della confluenza
dell’Arnò; l’incidenza diminuisce nel tratto a valle del P.te del Gobbo; per l’area
del Garda si può ricordare la val di Ledro. I dissesti di conoide interessano il
sottobacino del Garda in sponda sinistra, sulla quale si possono distinguere due
aree distinte, quella intorno a Limone e il territorio tra Gargnano e Salò.
Tab. 4.2. Superfici in dissesto relative a conoidi, esondazioni, frane, corsi
d’acqua soggetti ad erosione e/o sovralluvionamento, numero dei corridoi di
valanga (valori riferiti al settore montano)
Sottobacino
Sarca
Benaco
Mincio
Totale
4.2.3
Superficie
Superficie
settore
montano
Conoide
Esondazione
Erosione
Sovralluvion.
aste
Franosità
osservata
Franosità Valanghe
potenziale
km2
km2
km2
km2
km
km2
km2
Numero
1.036
1.184
778
2.998
1.036
1.184
0
2.220
0
4
0
4
3
1
0
4
75
49
0
124
10
4
0
14
32
15
0
47
358
63
0
421
Stima della pericolosità a livello comunale
La Tab. 4.3. riporta, per il bacino del Mincio nel suo insieme, il numero dei
comuni soggetti alle diverse classi di pericolosità.
Tab. 4.3. Numero e percentuale di Comuni per classe di pericolosità
Classe di pericolosità
Autorità di bacino del fiume Po
Moderata
Media
Elevata
Molto elevata
13
Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico
Sottobacino
Sarca - Mincio
No Comuni
No
%
No
%
No
%
No
%
97
19
19,6
42
43,3
18
18,6
18
18,6
La valutazione delle pericolosità riflette quanto evidenziato dal quadro dei
dissesti: medi livelli di pericolosità per frana caratterizzano generalmente tutto il
territorio montano del bacino; su alcune aree circoscritte il livello di pericolosità
è da elevato a molto elevato; alti livelli di pericolosità per esondazione interessano i comuni di pianura lungo l’asta principale mentre un’alta pericolosità
riferita al dissesto della rete torrentizia si localizza nella porzione montana.
Elevata pericolosità riguardo ai fenomeni valanghivi caratterizza il sottobacino
del Sarca.
4.3
Livello di protezione esistente sull’asta principale
Il tratto di monte, da Peschiera del Garda a Valeggio sul Mincio (località
Borghetto), risulta fortemente artificializzato per la presenza di opere idrauliche
di diverso tipo, di contenimento dei livelli, di protezione delle sponde e di
stabilizzazione del fondo alveo. Dette opere sono state realizzate in epoche
successive, a partire dal XV secolo, quando i Visconti fecero erigere un pontediga in corrispondenza dell’abitato di Borghetto. Tali opere delimitano la sezione
di deflusso che si presenta di forma regolare, con le sponde protette da muri in
pietra, ovvero da massi. Gli argini presenti nel tratto, protetti anch’essi con
massi di pietrame, si elevano rispetto al piano di campagna per circa 1 m, con
un dislivello rispetto al fondo alveo variabile tra 2 e 4 m.
I più importanti attraversamenti stradali e ferroviari sono rappresentati dal ponte
ferroviario della linea Milano - Venezia, dal ponte della S.S. 11, dal viadotto
dell’autostrada A4, dal ponte stradale di Monzambano, dal ponte dei Visconti a
monte di Borghetto, dal ponte in legno e pietra a Borghetto.
Altrettanto numerose sono le opere trasversali in alveo che definiscono
abbastanza stabilmente il profilo di fondo del corso d’acqua. Tra queste riveste
particolare importanza la traversa di Salionze, che opera la regolazione dei
livelli idrici del Garda (con escursioni di circa 1 m) sia per consentire le
derivazioni irrigue e industriali sia per il controllo della portata rilasciata a valle.
Più a valle, in corrispondenza della traversa di Valeggio sul Mincio, la difesa del
centro abitato di Borghetto è realizzata tramite la derivazione delle portate verso
un canale diversivo in destra, che si ricongiunge al Mincio dopo uno sviluppo di
circa 1 km. All’altezza di Valeggio alcune soglie presenti tra il ponte-diga dei
14
Autorità di bacino del fiume Po
Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio
Visconti e l’attraversamento stradale di Borghetto realizzano la stabilizzazione
del fondo alveo.
Il tratto dalla località Borghetto di Valeggio sul Mincio a Pozzolo, analogamente
al precedente, è caratterizzato dalla presenza continua di opere longitudinali e
trasversali che vincolano il corso d’acqua. Il fiume si presenta completamente
arginato su ambedue le sponde, con una sezione di deflusso costantemente
regolare. Gli argini, protetti lato fiume con pietrame, hanno altezza media sul
fondo alveo di circa 2 m e sul piano campagna di 1 m. Alcune soglie in
calcestruzzo stabilizzano il fondo alveo in più punti. Nel tratto sono inoltre
presenti due traverse: la prima, ubicata circa 1 km a monte dell’attraversamento
stradale di Pozzolo, è asservita a una derivazione industriale, la seconda, posta
poco a valle del suddetto attraversamento, serve per la deviazione delle portate
di piena allo scaricatore artificiale Pozzolo-Maglio. Si riscontrano fenomeni
erosivi ai danni delle fondazioni delle spalle dell’attraversamento stradale di
Pozzolo.
Nel tratto successivo, fino a monte di Mantova, si hanno opere solo in
corrispondenza degli attraversamenti dei centri abitati. All’altezza di Sacca è
ubicato l’imbocco dello scolmatore “Diversivo Mincio”. I principali attraversamenti stradali presenti nel tratto sono ubicati a Goito: il ponte della Gloria (S.S.
236), le cui pile in alveo mostrano segni di scalzamento delle fondazioni, e il
ponte-traversa posto più a valle, che regola i deflussi rilasciati nell’alveo,
deviandoli in parte, come già accennato, nel Diversivo Mincio.
La regolazione delle portate e il discreto stato di conservazione delle opere
garantiscono un soddisfacente grado di protezione dalle inondazioni per tutto il
corso del fiume da Salionze fino a valle di Sacca. Pur non costituendo un
pericolo per le aree limitrofe al corso d’acqua, peraltro destinate prevalentemente a uso agricolo, gli apporti dei colatori secondari a monte di Mantova
determinano un’alterazione della regimazione del Mincio capace di compromettere la sicurezza idraulica della città1.
Sul tratto finale, da Mantova all’immissione in Po, i rischi idraulici del capoluogo
sono determinati essenzialmente dal rigurgito delle piene del Po e, in misura
minore, dai deflussi del Garda-Mincio. Lo schema di difesa idraulica di Mantova
si basa sui seguenti elementi principali:
1
Come si vedrà nelle linee di intervento, per il controllo di questi apporti il Piano prevede la
realizzazione di due canali diversivi, rivolti a deviare tali deflussi in parte nel fiume Oglio
(Canale di Nord-Ovest), in parte nel Diversivo (Canale di Nord-Est)
Autorità di bacino del fiume Po
15
Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico
• arrestare i livelli idrici di rigurgito di Po mediante il fornice di Formigosa2;
• smaltire, in condizioni di piena di Po, le acque locali provenienti da monte nel
canale Fissero-Tartaro, tramite l’impianto di sollevamento di Valdaro e in
futuro tramite un collegamento diretto con il canale, avente anche funzione di
conca di navigazione.
A valle del nodo idraulico di Formigosa, il corso del Mincio è fortemente vincolato dalle arginature ubicate quasi sempre in froldo al corso d’acqua. Lungo il
tratto sono presenti gli attraversamenti dell’autostrada A22 del Brennero, in
prossimità di Bagnolo San Vito, e della S.P. 33, in prossimità di Governolo.
Circa 1 km a valle dell’attraversamento di Pietole è ubicata la traversa di
Governolo e l’adiacente conca di navigazione. In prossimità dell’immissione nel
fiume Po, in sinistra idraulica, è presente il canale artificiale in cui è ubicata la
conca di S. Leone che mette in comunicazione il Po con il Canalbianco.
In sintesi i manufatti idraulici principali lungo il corso del Mincio, che ne
determinano il comportamento idraulico sono i seguenti:
• il manufatto regolatore del lago di Garda a Salionze, operante dal 1950, a
sostegno delle utenze irrigue e a uso turistico-ricreativo per i fruitori del lago;
• la sistemazione del Mincio da Salionze a Corte Palazzina di Pozzolo per
3
consentire il deflusso della portata massima scaricata (200 m /s);
3
• il canale scaricatore di Pozzolo, che recapita sino a 140 m /s nel Diversivo
del Mincio nei pressi di Maglio di Soave, costruito nel 1961;
• lo sbarramento di Casale di Goito, da dove viene ripartita la portata
defluente, in parte attraverso i laghi di Mantova e in parte nel Diversivo;
• il diversivo del Mincio, utilizzato per evitare piene gravose alla città di
Mantova; parte da Casale di Goito, riceve lo scaricatore di Pozzolo al Maglio,
bypassa i laghi di Mantova e, prima di sottopassare i botte-sifone il Fissero a
Formigosa, riceve in sinistra il Canale Acque Alte;
• la bonifica e la regolazione dei laghi di Mantova e della Vallazza;
• il nodo di Formigosa, con la chiusa e l’impianto di sollevamento di Valdaro; si
tratta di una serie di manufatti che costituiscono la chiave di tutto il sistema
difensivo di Mantova dalle piene del Po;
2
16
In occasione della piena del 1951 il livello idrico giunse a quota 21,2 m s.m. a fronte delle
quote della città variabili intorno ai 17,0 m s.m. In quell’occasione la città non venne
inondata esclusivamente grazie alle antiche mura perimetrali ed al sistema di chiaviche
esistente.
Autorità di bacino del fiume Po
Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio
• il sostegno-scaricatore di Governolo, con annessa conca di navigazione;
• il sistema arginale da valle di Governolo alla confluenza in Po.
4.4
Individuazione degli squilibri
4.4.1
Gli squilibri sul corso d’acqua principale e nei territori di
fondovalle
Le situazioni di squilibrio si concentrano in prossimità di Mantova, la cui
sicurezza idraulica può risultare compromessa dai seguenti fattori:
• l’alterazione della regimazione del Mincio, provocata dagli apporti dei colatori
secondari che confluiscono nel Mincio tra Pozzolo e Grazie (canali Birbesi,
Goldone, Solfero e fosso Osone), capaci di produrre una portata di piena
complessiva dell’ordine di 80 m3/s;
• le piene del Po che provocano il rigurgito del Mincio fino all’altezza di
Formigosa.
In aggiunta alle suddette situazioni si riscontrano gli squilibri provocati dai
fenomeni di erosione spondale e di fondo alveo che interessano, rispettivamente, le arginature in froldo nel tratto da Formigosa all’immissione in Po e lo
scalzamento delle fondazioni dei ponti di Pozzolo e Governolo.
4.4.2
Gli squilibri nei territori collinari e montani
Le principali condizioni di squilibrio connesse ai fenomeni di dissesto che
interessano il torrente Sarca e il reticolo idrografico minore nella parte montana
del bacino del Mincio sono da mettere in relazione all’azione erosiva,
soprattutto lungo le sponde, e al trasporto solido alimentato in particolare dagli
apporti di materiale proveniente dai tributari secondari. L’intero bacino risulta
interessato da una importante regimazione idraulica e un capillare monitoraggio
condotti da tempo, che hanno conseguito una sostanziale mitigazione dei
fenomeni. Oltre al Sarca, i principali corsi d’acqua tuttora interessati dai
fenomeni indicati sono il rio Incasola, il rio S. Martino, il rio Bedù di Pelugo.
Per i versanti i problemi prevalenti sono rappresentati dai fenomeni di crollo di
materiale roccioso, scivolamento di roccia e/o detrito e dall’accentuazione delle
condizioni di instabilità connessa all’attività erosiva dei corsi d’acqua.
I fenomeni valanghivi sono ubicati alle quote medio-elevate in diverse incisioni
vallive e non risultano di particolare entità né minacciano direttamente centri
Autorità di bacino del fiume Po
17
Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico
abitati, in quanto le aree maggiormente critiche sono già state sottoposte a
interventi di sistemazione o di monitoraggio. Solo localmente detti fenomeni
interessano infrastrutture viarie o malghe di alta montagna.
Nel settore montano del bacino si conta un numero importante di situazioni
puntuali di dissesto (poco più di 200) che interessano poco più di un terzo dei
Comuni del bacino; circa 90 i centri abitati interessati da tali dissesti che danno
origine a circa 60 interferenze con infrastrutture di viabilità. Tale situazione è in
particolar modo evidente nel sottobacino del Sarca e, in subordine, nel Benaco.
4.4.3
Stima del rischio totale a livello comunale
La Tab. 4.4. riporta il numero dei Comuni soggetti a rischio moderato, medio,
elevato e molto elevato. Si osserva che i Comuni classificati con rischio da
elevato a molto elevato sono all’incirca un terzo, ubicati prevalentemente nella
valle del Sarca.
Tab. 4.4. Numero e percentuale di Comuni per classe di rischio
Classe di rischio
Sottobacino
Sarca - Mincio
Moderato
No Comuni
97
Medio
Elevato
No
%
No
%
No
%
No
%
21
21,6
43
44,3
21
21,6
12
12,4
4.5
Linee di intervento sull’asta del Mincio
4.5.1
Linee di intervento strutturali
4.5.1.1
Molto elevato
Tratto Valeggio sul Mincio - Mantova
Le linee di intervento di seguito indicate rappresentano l’applicazione alla
situazione del bacino idrografico del Mincio, quale emerge dalle analisi conoscitive e dalle elaborazioni condotte, dei criteri generali definiti a scala di intero
bacino idrografico del Po, espressi nella Relazione generale. Gli interventi
strutturali sull’asta del Mincio sono coerenti con l’assetto di progetto definito
nell’ambito della delimitazione delle fasce fluviali e con la relativa regolamentazione dell’uso del suolo nella regione fluviale, che rappresenta il più importante
intervento a carattere non strutturale per i corsi d’acqua principali.
In relazione alle caratteristiche del corso d’acqua e alle opere di sistemazione e
difesa già realizzate, gli interventi strutturali si collocano come integrazione e
completamento dell’assetto attuale. La fascia fluviale è definita, per tutto il tratto
a monte di Mantova, secondo criteri di carattere naturalistico-ambientale,
18
Autorità di bacino del fiume Po
Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio
ripercorrendo in pratica la delimitazione della regione fluviale in corso di
attuazione da parte del Parco del Mincio.
Le principali linee di intervento riguardano:
• nel tratto Valeggio sul Mincio (località Borghetto) – Pozzolo, la realizzazione
di opere di difesa spondale, a carattere locale su entrambe le sponde, con
funzione di contenimento dei fenomeni di divagazione trasversale dell’alveo
inciso;
• nel tratto Pozzolo – Mantova, la realizzazione di opere trasversali di
stabilizzazione del profilo di fondo a carattere puntuale.
4.5.1.2
Nodo di Mantova
Gli interventi previsti per la salvaguardia idraulica di Mantova hanno l’obiettivo
del contenimento dei livelli idrici dei laghi che cingono la città, (lago “Superiore”
entro quota 17,5 m s.m.; laghi “Di Mezzo”, “Inferiore” e “Vallazza” entro quota
14,0÷14,5 m s.m.) anche nell’ipotesi di contemporaneità dei massimi deflussi
prevedibili del Po, del Mincio e delle acque basse di Mantova.
È prevista la realizzazione congiunta e coordinata delle seguenti opere:
• realizzazione del Canale scolmatore di Nord-Ovest (C.S.N.O. in località
Solarolo, Gazoldo, Redondesco, fiume Oglio) per lo sgrondo dei bacini dei
fossi Osone e Marchionale nel fiume Oglio (lunghezza 16 km circa);
• realizzazione del Canale scolmatore di Nord-Est (C.S.N.E. in località Sacca)
per lo sgrondo dei bacini dei fossi Birbesi e Goldone nel fiume Mincio, a
monte della derivazione del Diversivo Mincio (lunghezza 2 km circa);
• ristrutturazione delle opere civili e idrauliche dei manufatti di regolazione
ubicati fra i laghi “Superiore” e “Di Mezzo” in località Diga dei Molini;
• ristrutturazione e consolidamento delle mura perimetrali di Mantova, dalla
diga dei Molini al porto Catena, e ristrutturazione degli scarichi e delle
chiaviche ubicate lungo il perimetro della città;
• adeguamento delle opere civili e idrauliche dell’impianto di sollevamento di
Valdaro;
• realizzazione di un controfornice per raddoppiare il grado di sicurezza
garantito attualmente dalla fornice di Formigosa.
Autorità di bacino del fiume Po
19
FIG. 4.2. SINTESI DEL QUADRO DEGLI INTERVENTI SULL'ASTA DEL
MINCIO DA VALEGGIO SUL MINCIO FINO ALLA CONFLUENZA IN PO
7,5
27,6
22,3
2,65 km2
35,79 km2
15,64 km2
A carattere continuo da Formigosa al Po
A carattere locale
A carattere locale
Stabilizzazione del fondo alveo a carattere puntuale
* Valori stimati
Linee generali di assetto idraulico e idrogeologico nel bacino del Mincio
4.5.1.3
Tratto Mantova - Immissione in Po
Le principali linee di intervento riguardano il contenimento dei livelli di piena con
tempo di ritorno di 200 anni, tramite adeguamento in quota e sagoma delle
arginature esistenti da Formigosa all’immissione nel fiume Po, e la realizzazione di opere di difesa spondale, a carattere locale su entrambe le sponde, con
funzione di protezione del piede dei rilevati arginali.
4.5.2
Linee di intervento non strutturali
Il quadro degli interventi strutturali sopra evidenziato va integrato con interventi
a carattere non strutturale collegati allo specifico sistema di difesa progettato
lungo le aste fluviali. Come detto in precedenza, le modalità di uso del suolo
nelle aree delimitate dalle fasce fluviali, costituenti la regione fluviale, sono
dettate dalle relative norme e sono coerenti con l’assetto difensivo individuato.
Le fasce fluviali per l’asta del Mincio sono state delimitate nel tratto da
Peschiera del Garda alla confluenza in Po.
4.6
Linee di intervento sui versanti e sulla rete idrografica
minore
Vengono evidenziate, in questo paragrafo, le linee di assetto da conseguire nel
bacino montano (Sarca), in coerenza con le linee di intervento sui versanti e
sulle rete idrografica minore delineate a scala di intero bacino idrografico. Per i
fenomeni di dissesto di versante e sulla rete idrografica minore, oltre agli
interventi a carattere strutturale, le Norme di attuazione contengono gli indirizzi
circa la regolamentazione dell’uso del suolo, con particolare riferimento agli
aspetti urbanistici, individuati in funzione dello stato di rischio riscontrato.
Tab. 4.5. Linee generali di assetto da conseguire nel sottobacino del Sarca
Linee generali di assetto
Versanti
1 2 3
4
5
Rete idrografica minore
6 7 8 9 10 11 12 13
Torrente Sarca e rete idrografica minore
Il torrente Sarca è soggetto a fenomeni di erosione di sponda e a
trasporto solido, alimentato in particolare dagli apporti di materiale
proveniente dai tributari. L’entità del trasporto lungo il reticolo
secondario è testimoniata dalla vasta distribuzione delle conoidi
alluvionali, attive e non, che si raccordano alla valle principale (ad
es. presso Pinzolo e presso Pelugo in Val Rendena).
L’intero bacino risulta interessato da una importante regimazione
idraulica e un capillare monitoraggio condotti da tempo, volti
soprattutto alla mitigazione dell’erosione spondale e al controllo
del trasporto solido, che hanno dato buoni risultati.
Autorità di bacino del fiume Po
21
Progetto di Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico
Linee generali di assetto
Versanti
1 2 3
4
5
Rete idrografica minore
6 7 8 9 10 11 12 13
Le linee di intervento sono pertanto rivolte prevalentemente alla
integrazione e al completamento degli interventi già realizzati.
Versanti
L’elevato trasporto solido, testimoniato dalla vasta distribuzione di
conoidi alluvionali, trova ragione nei fenomeni di crollo di materiale
roccioso, scivolamento di roccia, detriti e nell’azione di scalzamento al piede dei versanti esercitata dai corsi d’acqua in erosione.
I fenomeni valanghivi sono ubicati alle quote medio-elevate in
diverse incisioni vallive e non risultano di particolare entità né
minacciano direttamente centri abitati, in quanto le aree
maggiormente critiche sono già state sottoposte a interventi di
sistemazione o di monitoraggio. Solo localmente detti fenomeni
interessano infrastrutture viarie o malghe di alta montagna.
4.7
Fattori naturalistici, storico-culturali e ambientali
Le linee di intervento strutturali tengono conto delle caratteristiche ambientali,
nel rispetto degli ambiti di rilevanza naturalistica e paesaggistica e del
patrimonio monumentale esistenti. In particolare in questo bacino le aree di
interesse naturalistico sono:
- il Parco Naturale Provinciale: Adamello-Brenta
- i parchi regionali: Alto Garda Bresciano, Parco del Mincio;
- le riserve regionali: Valli del Mincio, Complesso Morenico di Castellaro
Lagusello, Valle di Bondo, Palude di Ostiglia;
- le aree di rilevanza ambientale: Lago e Anfiteatro Morenico del Garda;
- le aree protette istituite con leggi nazionali: Riserva Bosco della Fontana.
- le riserve statali: Lastoni Selva Pezzi; Gardesana orientale
- i parchi regionali in via di istituzione: Monte Baldo
- le riserve regionali in istituzione: Monte Luppia - S. Vigilio; Rocca del Garda.
- il biotopo di interesse naturalistico faunistico: Fiavé
- il biotopo di interesse naturalistico floristico-vegetazionale: Pian degli
Uccelli, Lomasona, Lago di Toblino, Marocche di Dro, Monte Brione.
Su un totale di 470 beni storico-culturali considerati circa il 31% appartiene alla
tipologia dei centri storici (150). Tra gli edifici a carattere monumentale sono
prevalenti le tipologie religiose (194); meno numerose le tipologie civili (44),
militari (29) e industriali (12). Consistente anche il patrimonio archeologico con
41 emergenze. Sono presenti alcuni areali paesaggistici di interesse storico (6).
22
Autorità di bacino del fiume Po