ASCI 59 - Asci don Guanella Onlus

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ASCI 59 - Asci don Guanella Onlus
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59
APRILE 2015
Sede Legale:
Via Deserto 2, 23022 Chiavenna (SO)
Tel. 031.296.787 - Fax. 031.302.995
Email: [email protected]
Sommario
4 Editoriale
Filiale di Como:
Via T. Grossi 18, 22100 Como (CO)
Tel. 031.296.811 - Fax. 031.302.995
Email: [email protected]
[email protected]
Silvio Verga
7 Dona il 5x1000
Eugenio Romanò
4
7
9 Don Guanella
Filiale
di Roma:
Vicolo Clementi 41, 00148 Roma
Tel. 06.657.53.144
Fax. 06.657.53.126
Email: [email protected]
Adriano Folonaro
Un cuore di carità
9
Articolo tratto da www.famigliacristiana.it
Boko Haram è un veleno
12
12 Africa
Giacomo Manfredi
Apicoltura e produzione di miele
15
16 Asia
Fratel Mauro Cecchinato
I Guanelliani nella baraccopoli di Manila
16
18
22 America Latina
Giulia Acquaviva e Chiara Indino
Volontariato Internazionale in India
Don Andres Garcia
Il DOMO della nuova parrocchia
24 Italia
L’indirizzo di chi effettua una donazione entrerà a far parte dell’archivio della
Andrea Fria e Francesco Arena
nostra Associazione.
Nel rispetto da quanto stabilito dalla legge sulla tutela dei dati
Notizie da Messina
personali, comunichiamo che tale archivio
è gestito dall’A.S.C.I. DON GUANELLA ON non saranno oggetto
Giacomo Manfredi e Marco Vendramin
LUS. I dati assunti
di comunicazione o diffusione a terzi. Per
XV Giornata Nazionale
essi si potrà chiedere in qualsiasi momendel Banco Farmaceutico
to modifiche, aggiornamenti, integrazioni
o cancellazione scrivendo a A.S.C.I. DON
GUANELLA via T. Grossi 18, 22100 Como o
scrivere al seguente indirizzo email: asci
Famiglia Massa Pinto
[email protected]
Progetto
I benefattori verranno inclusi nell’elenco di
“SEMBRAMOS FORMACION - PREVENCION
coloro che ricevono il notiziario dell’AssoY solidaridad GUANELLIANA”
ciazione.
22
24
26
27 Missionariato Laico
27
Editoriale
di Silvio Verga - Presidente ASCI don Guanella
C
arissimi, gli editoriali finora
pubblicati hanno sempre riguardato
le motivazioni e le sfide che
l’Associazione affronta e dovrà affrontare
nel futuro, questo vuole invece focalizzare
un altro aspetto non meno importante della
motivazione all’azione che come soci siamo
chiamati a vivere.
La “videata” su quanto abbiamo fatto in
questo anno che ci ha separato dall’ultima
assemblea dell’aprile 2014 non vuol essere
un anticipo della relazione di bilancio, anche
perchè i dati qui riportati sono riferiti a
interventi straordinari che si sommano alle
normali attività che già ci impegnano, come
per esempio il sostegno alla vita quotidiana
dei Centri guanelliani nel mondo e al
programma di sostegno a distanza.
Un lascito testamentario senza indicazione
di utilizzo, di cui siamo stati beneficiati dalle
sorelle Anna e Laura Gariboldi di Como
ci ha permesso di essere maggiormente
vicini alle persone fragili che l’Opera don
Guanella incontra sul suo cammino e
quanto è a seguire vuole semplicemente
essere un ringraziamento a loro e a quanti
hanno contribuito a far sì che la Solidarietà
e la Cooperazione Internazionale, presenti
nell’acronimo di ASCI don Guanella, siano un
fatto concreto. Tutto ciò a dimostrazione che,
con valide motivazioni, si può realizzare quella
frase tanto cara a don Luigi Guanella e fonte
della nostra ispirazione “Date pane e Signore”.
Il termine Solidarietà è un sostantivo che
deriva dalla parola francese solidarité che
ha come suo significato principale una
forma di impegno etico-sociale a favore di
altri. Il termine indica un atteggiamento di
benevolenza e comprensione che si manifesta
fino al punto di esprimersi in uno sforzo attivo
e gratuito, teso a venire incontro alle esigenze
e ai disagi di qualcuno che abbia bisogno di
un aiuto.
Questo termine che si può trovare su vari
siti Internet, è la definizione di una parola
che prima della Rivoluzione Francese aveva,
mutuata dal latino solidum, ben altro
significato e che fu progenitore del termine
soldo e successivamente, nel Medioevo, quello
di soldato.
Questa parola che ha cambiato
completamente il suo significato originario
nell’arco dei secoli ora ci richiama alla
condivisione, al pensare al bene degli altri.
4
La nostra Associazione l’ha messa addirittura
come definizione di se stessa!
Ma in cosa contribuiamo al bene comune con
la S di solidarietà? Beh, facciamoci un giro per
le strade del mondo dove ASCI don Guanella,
cioè noi, camminiamo in questo momento.
Il primo sguardo è per il progetto dedicato
ai senza tetto della città di Como ed alle loro
necessità socio sanitarie. Da anni collaboriamo
con le suore di San Vincenzo de Paoli e 17
medici di base e specialistici che offrono
gratuitamente il loro servizio con più di 1000
prestazioni all’anno a persone senza dimora.
Questa volta ASCI don Guanella farà fronte
ad una spesa di circa €22.000 fra medicinali
ed il personale che tutti i giorni filtra ed
accompagna coloro che manifestano problemi
sanitari e non, insieme a Caritas diocesana di
Como ed una quota del Comune di Campione
d’Italia. Inoltre parteciperà con una quota
di €70.000 al rifacimento dell’arredo delle
camere della RSA di Casa Divina Provvidenza
a Como, realtà che da anni ci ospita e con cui
collaboriamo all’interno del progetto rivolto
ai senza tetto nell’ambito dell’accoglienza di
coloro che, per motivi di salute, hanno bisogno
per alcuni periodi di avere un posto letto di
sollievo.
Andiamo ora in Sicilia. Da alcuni anni
collaboriamo con la Parrocchia di “Fondo
fucile”, una zona di profonda periferia a
Messina. Accompagnando la Comunità
guanelliana locale si sono fatti progressi e
investiremo per l’educazione di strada di
minori a rischio circa €110.000 nei prossimi
tre anni.
Stiamo intervenendo anche in India, con
€40.000 per il sostegno scolastico ed
alimentare di 675 bambini per due anni,
con €30.000 per l’adeguamento di una
struttura per senza dimora e con €65.000
per l’ampliamento di una struttura per adulti
psicolabili.
In Argentina il nostro impegno è in favore dei
bambini e dei guanelliani nel nord del Paese,
in una zona molto povera, dove abbiamo
inviato per il “Progetto Oran”
€47.500, mentre a Tapiales, nella regione
metropolitana della capitale Buenos Aires,
stiamo ristrutturando una casa di riposo per
anziani per il valore di €100.000.
Salendo verso nord con i guanelliani in
Colombia, il nostro intervento è di €96.000
per la ristrutturazione dei laboratori del
Centro educativo e riabilitativo don Guanella
mentre, passando per il Centro America,
in Guatemala, forniremo ai guanelliani del
Centro per disabili due automezzi necessari
per gli spostamenti: un pick up ed un pulmino
per trasporto persone con un investimento
solidale di €30.000.
5
Infine in Messico abbiamo finanziato per
€7.000 una struttura per la Parrocchia di
recente costituzione dedicata a San Luigi
Guanella in Amozoc, ad un paio d’ore d’auto
da Città del Messico. Lo stesso impegno è
stato preso in un contesto di collaborazione
anche da PUENTES ONGD, una realtà
spagnola che come la nostra sostiene le opere
guanelliane, e la Procura Guanelliana tedesca.
Sempre a Città del Messico contribuiremo
con €170.000 al rifacimento della struttura
per disabili che da anni funzionava con pareti
esterne di carton-gesso rivestite con uno
strato di cemento ma che ormai facevano
letteralmente acqua.
Oltre a ciò si è contribuito alla vita dei
Centri per minori di strada in Repubblica
Democratica del Congo e alla costruzione di
un refettorio per loro ed anche si realizzerà un
sistema a pannelli solari per Casa Madonna
del lavoro a Plateau de Batéké in savana. Il
tutto per circa €60.000.
In Nigeria abbiamo finanziato il pagamento
della rata d’acquisto e il rifacimento del tetto
della Royal School di Ibadan, per €45.000
dove funzionerà la prima scuola integrata
della città i cui alunni saranno diversamente
abili e non. Oltre a ciò stiamo concludendo
la costruzione di una piccola fabbrica
per la produzione di acqua potabile che
opererà anche grazie al lavoro dei Buoni figli
dell’azienda agricola di Moniya non lontano
dalla città, per un totale di €63.000. Sempre
in Nigeria sono stati messi a disposizione
€130.000 per la ristrutturazione del Centro
per disabili di Nnebukwu e, pur essendo poca
cosa in comparazione a quanto occorrerà,
siamo felici di partecipare allo sforzo di quella
Comunità.
Insomma un anno di solidarietà che ci
ha visti coinvolti a 360 gradi, dalle Alpi
lombarde alle Ande colombiane, dal caldo
del sole romano a quello dei tropici asiatici e
africani.
Cosa dire di più, ringraziamo San Luigi e la
Divina Provvidenza che ci ha fatti strumento
di Solidarietà ma nello stesso tempo un
richiamo a tutti di maggior partecipazione.
A questo proposito vi invitiamo a continuare
ad appoggiare gli sforzi dell’Associazione
con la prossima dichiarazione dei redditi,
segnalando ASCI don Guanella quale
beneficiario del vostro 5 x 1000.
Infine ai soci ricordo la prossima Assemblea
ordinaria che si terrà il 19 aprile presso la
Casa guanelliana Madonna del Lavoro di
Nuova Olonio.
Questo momento di partecipazione su ciò
che abbiamo realizzato, stiamo realizzando
e vorremmo realizzare a partire dal carisma
di don Luigi Guanella, vuole essere di sprone
perché si sia tutti i giorni fonte di bene per
coloro che attendono una mano amica. Ma
c’è di più, sarà anche un momento in cui
potremo rispolverare la perla che san Luigi
ha messo, con le mani di Dio Padre, nei nostri
cuori e che ci ha fatto scegliere di essere laici
guanelliani.
Una Buona Pasqua di Resurrezione a noi tutti
ed alle nostre famiglie e che Gesù risorto sia
stimolo per essergli vicino nella quotidianità
della nostra vita.
6
di Eugenio Romanò
C
ome tutti gli anni in questo
periodo ci apprestiamo, volenti
o nolenti, a raccogliere la
documentazione per effettuare a
tempo debito la nostra dichiarazione
dei redditi. Anche quest’anno con la
legge nr. 190 del 23 dicembre 2014
lo Stato ha confermato la possibilità
di destinare la quota del cinque
per mille delle proprie imposte per
sostenere enti non profit, università e
istituti di ricerca.
Destinare il cinque per mille è un
gesto volontario e consapevole
che non costa nulla. è una forma di
finanziamento, molto rilevante, per
gli enti non profit che non comporta
oneri aggiuntivi per il contribuente, dal
momento che, tramite la compilazione
dell’apposita sezione nella dichiarazione
dei redditi, si sceglie semplicemente la
destinazione di una parte dell’IRPEF.
Appunto, il cinque per mille una
quota di imposte a cui lo Stato, dalla
Legge Finanziaria del 2006, rinuncia
per sostenere le organizzazioni non
profit nelle loro attività.
Come fare per destinare il cinque per
mille ad ASCI Don Guanella ONLUS
I modelli per la dichiarazione dei
redditi CU, 730 e UNICO contengono
uno spazio dedicato. Per destinare il
5 per mille ad ASCI DON GUANELLA
ONLUS basta inserire il codice fiscale
dell’Associazione: 90002190149
nell’apposito spazio della dichiarazione
dedicato al “sostegno del volontariato
e delle altre organizzazioni non
lucrative di utilità sociale” e apporre la
propria firma nel riquadro indicato (il
primo a sinistra dei quattro).
Invece, per chi non ha l’obbligo di
presentazione della dichiarazione dei
redditi, in quanto titolare di un solo
reddito da lavoro dipendente o di
una pensione, basterà consegnare il
7
5 x 1000
Dona
il tuo cinque per mille
dell’IRPEF
5 x 1000
modulo del cinque per mille, ricevuto
assieme al modello, compilato,
in busta chiusa su cui apporre la
scritta “scelta per la destinazione
del 5 x mille dell’IRPEF”, indicando
nome, cognome ed il proprio codice
fiscale. La busta potrà essere poi
consegnata allo sportello di un ufficio
postale o bancario che provvederà
a trasmetterla all’Amministrazione
Finanziaria (il servizio è gratuito),
oppure a un intermediario abilitato
alla trasmissione telematica
(commercialista, CAF).
Donando il tuo 5 per mille ad ASCI
Don Guanella ONLUS potrai così
contribuire a finanziare i molteplici
progetti dell’Associazione.
Come sono stati utilizzati da ASCI i
contributi del 5 per mille
I contributi del 5 per mille pervenuti
ad ASCI dal 2006 al 2012 (gli accrediti
vengono effettuati dal Ministero dopo
oltre un anno dalla dichiarazione
dei redditi) da una media annua di
2.300 contribuenti per un importo di
circa €70.000, (valore complessivo
per gli anni 2006-2012 di €490.000)
corrispondente al 15-20% del
totale dei fondi che annualmente
pervengono all’Associazione, hanno
contribuito a finanziare i progetti
all’estero in : Messico, Cile, Argentina,
Ghana, Paraguay, India, Filippine,
Colombia e Congo ed in Italia, il
progetto per le persone senza fissa
dimora a Como e a Messina, nel rione
Aldisio, un progetto di scolarizzazione.
Malgrado questo non sia un buon
momento per la crisi economica e
occupazionale, con conseguente
riduzione dei redditi, e anche per il
crescente numero di Associazioni
non profit alla ricerca di contributi
finanziari, l’ASCI confida nella fedeltà
dei suoi donatori e di tutte le persone
vicine all’Opera di San Luigi Guanella
perchè non facciano mai mancare
anche questa non trascurabile fonte
di finanziamento, in modo da poter
continuare a sostenere le sempre
maggiori richieste che pervengono
dalle Missioni dei Servi della Carità –
Opera don Guanella.
8
Q
uando don Luigi Guanella, il
6 aprile 1886, giunse a Como,
in via S. Croce (che dall’aprile
1887 divenne via Tomaso Grossi), per
dare il via alla sua prima fondazione,
la città e il territorio comasco stavano
vivendo le contraddizioni e i problemi
del trapasso «da una società ancora
fortemente aristocratica e contadina
ad una democratica ed industriale»1.
Tale situazione, che emerge in tutta
la sua drammaticità dai documenti
e dai giornali dell’epoca e aggravata
dall’insufficienza dell’intervento
pubblico, favorì l’aumento della
disoccupazione e della povertà,
tanto da indurre il Comune di
Como a deliberare, nel marzo
1886, l’istituzione di un «ricovero
di mendicità», come riportato dal
giornale “L’Ordine” del 30-31 marzo
1886.
È in questo contesto, come scrive
il ricercatore Giorgio Vecchio, «che
vanno collocate anche le iniziative
della Chiesa comasca, in quel
di Adriano Folonaro
periodo fortemente condizionata
dall’intransigentismo del vescovo
Pietro Carsana»2 e del suo successore
Luigi Nicora, che istaurarono un
delicato rapporto con l’autorità
dello Stato. In questo periodo
sorsero in città molteplici iniziative
assistenziali e caritative originali
e autonome, come diremmo in
termini attuali, in una logica di
sussidiarietà e complementarietà
rispetto all’istituzione pubblica: tra
queste ricordiamo l’Istituto della
Presentazione (1833), il convento
delle Madri Canossiane (1851),
la Congregazione delle Suore
Infermiere dell’Addolorata (1853),
la Congregazione delle suore di S.
Giuseppe e dell’Addolorata (1875),
le Orsoline (1881), l’Oratorio di S.
Filippo (1836), il Circolo Studentesco
“Alessandro Volta” (1885), la Società
Comense (1872) per gli interessi
cattolici con scopi mutualistici. Nel
1886 l’iniziativa di don Guanella
dunque si inserisce in questo quadro
Como vista da S. Donato
9
Don Guanella
Un
cuore di carità
nel cuore di Como
Don Guanella
1913, Don Luigi Guanella, a 71 anni
Pietro Carsana vescovo di Como
1811. La Como del lavoro. Calzolai, barbieri, falegnami, sarti, fabbri, ferrai...
caritativo e, a distanza di oltre un
secolo, a dire dello stesso Giorgio
Vecchio «pare la più feconda e
rigogliosa»3.
La “Piccola Casa della Provvidenza”,
che dal febbraio 1897 assumerà
il nome di «Casa della Divina
Providenza»4, muoveva i suoi primi
passi in Como tra la fine del 1885
e gli inizi del 1886, con lo scopo
ufficialmente dichiarato di provvedere
all’educazione delle «serve povere»5,
«cioè si impara loro a leggere, a
scrivere, far di conti. Si adusano alla
cucina, alla spesa, alla pulizia»6,
rispondendo così alle necessità di
tante povere ragazze che dovevano
mettersi a servizio per guadagnare
qualche spicciolo e, nel contempo
anche delle famiglie agiate a cui
veniva garantito personale fidato e
formato. Avviato l’istituto per “serve
povere”, don Guanella ben presto
allargò la sua sfera d’azione ad altre
10
categorie di poveri, precisando sempre più
la sua idea di creare un “ricovero”, che per
la tipologia di persone accolte richiamava
quello fondato dal Cottolengo, esempio di
carità attiva in favore degli “ultimi”.
Don Guanella sentiva la necessità di «uscire
dalla vita normale delle sue attività sacerdotali
di prete diocesano» per vivere «le opere di
carità cristiana intese come apostolato e come
testimonianza più eloquente di una pratica
integrale del Vangelo»7.
Quindi per il nostro Santo scegliere i
più poveri non significava «organizzare
l’assistenzialismo, moltiplicare le risposte,
allestire i soccorsi come tappo alle falle
della società. È apostolo: la scelta dei poveri
gli viene dal Vangelo e la scelta di quei
poveri gli viene dalla storia»8. E a loro offre
il «modello di una Casa-villaggio, aperta e
dinamica, mai rigida nelle forme; allergica
ad ogni fissismo, un perpetuo cantiere
perché è per le persone e le persone vanno,
vengono, crescono, cambiano. Prima ci
sono i poveri e poi per loro si crea lo spazio;
e, se ne arrivano altri, ci si sposta, ci si
allarga. […] Al centro sempre la Chiesa,
irradiazione del tutto, senso e chiave per i
religiosi, speranza e fortezza per gli ospiti; e
poi zone, reparti, locali a categorie, ognuno
col suo santo patrono, ognuno con un suo
regolamento, ognuno coi suoi religiosi
addetti. Il cortile come raccordo delle
varie realtà e luogo di incontro; la ‘porta’,
strategico e prezioso snodo delle domande
e primo soccorso ai poveri. In tutto:
accoglienza…“in omnibus caritas”»9.
Chiesa Oratorio S. Filippo,
dove nel 1888 frequentavano la scuola i nostri ragazzi
Facciata dell’Isituto della Presentazione
Sede dell’Ospedale Valduce, inzio Novecento
11
G. Vecchio, Vita civile ed ecclesiale a Como in un decennio di transizione (1880-1890), in L’Opera di don Luigi Guanella. Le origini e gli sviluppi nell’area
lombarda, Amministrazione Provinciale di Como, Como 1988, 107.
G. Vecchio, o. c., 117.
3
G. Vecchio, o. c., 121.
4
Dichiarazione, in La Divina Provvidenza, febbraio 1897, 17.
5
L. Guanella, Regolamento per l’Istituto di serve povere in Como, (1886), in Scritti per le Congregazioni, IV, Centro Studi Guanelliani Roma, Nuove
Frontiere Editrice, Roma 1998, 17.
6
La Piccola Casa e L’Opera di S. Zita, in La Providenza, dicembre 1893, 108
7
M. Tanzi, Luigi Guanella, spirito e vita, Pontificia Studiorum Universitas a S. Thoma A. in Urbe, Roma 1974, 203.
8
F. Pallotta, Cominciando da Como. Don Guanella e la famiglia guanelliana oggi, 29 novembre 2012, in http://www.guanellianisantiago.it/antologiatesti/, 5.
9
F. Pallotta, Cominciando da Como. Don Guanella e la famiglia guanelliana oggi, 29 novembre 2012, in http://www.guanellianisantiago.it/antologiatesti/, 7.
1
2
Africa
Boko
Haram è un veleno
Per il cardinale nigeriano Onaiyekan
spetta all’Islam debellarlo
«B
oko Haram è un
problema islamico.
Ho detto ai miei amici
imam che loro devono accettare di
essere responsabili di questa gente
che uccide in nome di Allah. All’inizio
i leader musulmani dicevano che non
c’entravano niente con loro, perché
erano solo assassini, erano solo
terroristi ma non islamici. Invece alla
base c’è un’ideologia religiosa nata
all’interno del mondo musulmano».
Non si fa illusioni, il cardinale John
Olorunfemi Onaiyekan. Dal 1994 è
arcivescovo metropolita di Abuja, la
capitale della Nigeria.
Nel 2012 ha ricevuto il premio
Pax Christi International per il
suo impegno a favore del dialogo
interreligioso tra cristiani e
musulmani. Dopo aver fatto tappa
ad Amman, in Giordania, è arrivato
a Milano invitato dal cardinale
Angelo Scola nell’ambito del progetto
“Evangelizzare le grandi metropoli
oggi”. Il tema è quasi d’obbligo:
articolo tratto da www.famigliacristiana.it
Boko Haram, il gruppo terroristico
che dal 2009 devasta il Nordest del
Paese, con sconfinamenti ora anche
in Camerun e Ciad, per imporre il
Califfato islamico.
Eminenza, chi sono i Boko Haram?
«Il loro nome, oltre a quello più
noto “tutto ciò che è occidentale
è peccato”, si traduce così:
“organizzazione dei sunniti per il
Jihad”. Tra di loro c’è tanta gente
che ha finito l’università e molti
sono andati in Iraq per essere
addestrati e imparare a combattere.
Sanno usare molto bene Internet
e i social network, tutti strumenti
occidentali. Boko Haram fa parte
dell’internazionale islamica del
terrore che vediamo all’opera dall’Iraq
alla Siria fino alla Libia».
12
Perché afferma che è un problema
islamico?
«I Boko Haram sono solo una
minoranza all’interno della comunità
islamica nigeriana, però molto pericolosa. Sono come il veleno. Basta una piccolissima quantità
per distruggere tutto. La stragrande maggioranza dei musulmani nigeriani non è d’accordo con
quello che fanno però devono mantenere i rapporti con loro e riconoscere questo problema».
Sta cambiando qualcosa da questo punto di vista?
«Ci sono state dichiarazioni di molti leader musulmani ad altissimo livello che hanno preso le
distanze. Ripeto: se non cambia l’atteggiamento dei musulmani in generale il problema dei
Boko Haram non sarà risolto. E poi, bisogna guardare cosa si insegna ai bambini all’interno di
madrasse (le scuole coraniche, ndr) e moschee e quello che si veicola attraverso i media».
L’estremismo e la violenza nascono da lì?
«Qui tocchiamo un problema molto serio e complesso. In Nigeria, molti musulmani vengono
educati a non rispettare le altre religioni e a considerare l’islam come l’unica religione giusta e
pura, frutto degli insegnamenti del Profeta. La volontà di Allah, quindi, deve valere per tutta
l’umanità. Se si insegna tutto ciò e i bambini crescono con quest’idea, è chiaro che si crea
un terreno fertile per l’emergere di Boko Haram, dell’Isis o di Al Qaeda. Il problema, quindi,
non sono solo i Boko Haram ma l’atteggiamento dei musulmani in generale, che non sempre
rispettano le altre fedi. Come è emersa questa ideologia mondiale? Questo i musulmani
devono chiederselo per porvi rimedio».
I cristiani sono le prime vittime dei Boko Haram?
«Con tutta la mia responsabilità, dico che bisogna smetterla con questa storia che i cattolici
nigeriani sono perseguitati dai musulmani. Non è vero. È importante la verità. La Nigeria non
è solo una nazione islamica, il nostro presidente è cristiano, e il cinquanta per cento dei 160
milioni di nigeriani sono cristiani, non possiamo dire che siamo sotto persecuzione islamica.
Se ci sono delle zone del Paese dove la chiesa locale vive enormi difficoltà, per esempio nel
nord-est dove agisce Boko Haram che ha distrutto chiese, scuole, ma pure moschee e strutture
governative, questo non significa che tutta la Nigeria è sotto persecuzione. I Boko Haram
colpiscono non solo i cristiani ma anche i musulmani».
Il rinvio a fine marzo delle elezioni
presidenziali, previste il 14 febbraio, è una
vittoria di Boko Haram?
«Il governo ha detto che il 14 febbraio
avrebbe cominciato una grande azione per
eliminare Boko Haram in sei settimane.
A causa di ciò, quindi non ci sarebbero
stati soldati a sufficienza per garantire la
sicurezza, essendo impegnati nell’offensiva.
Io mi chiedo: perché allora non l’hanno
fatto prima? Sono anni che aspettiamo.
Se in sei settimane il governo ritiene di
sconfiggere Boko Haram perché hanno
atteso tanto tempo? La settimana scorsa ho
incontrato i responsabili delle forze armate
13
Africa
nigeriane e mi hanno assicurato che
era tutto pronto e che c’erano uomini
a sufficienza per proteggere tutto il
paese durante le elezioni».
Come mai il governo non ce la fa a
combattere questi terroristi?
«Una delle ragioni principali è la
corruzione. Sono stati stanziati
migliaia e migliaia di dollari per
comprare armi contro i Boko Haram
e sono spariti tra i politici e i capoccia
dell’esercito. Se ci fosse più onestà e
meno corruzione, sarebbe più facile
sconfiggerli. I soldati governativi
hanno fame, non gli pagano i salari.
Mentre Boko Haram tratta bene i
propri soldati. La corruzione è una
piaga. Quando si arriva a questo
livello c’è sempre una grande opacità.
L’unica cosa che sappiamo è che
malgrado i soldi stanziati il problema
rimane tale e quale, c’è qualcosa che
non torna».
cristiani e musulmani. Ci sono
tanti che si sforzano di essere
onesti in mezzo al dilagare della
corruzione e queste persone si
trovano sia tra i cristiani che tra i
musulmani».
Che significa per la Nigeria avere un
papa come Francesco che ha messo
al primo posto il Sud del mondo?
«Francesco sta proseguendo
nell’atteggiamento di apertura
che abbiamo visto in San Giovanni
Paolo II. Un atteggiamento fatto
di grande fiducia verso la nostra
chiesa e verso noi pastori. Per noi
è molto incoraggiante. In Africa
ci sono tante contraddizioni.
Da un lato, abbiamo moltissime
difficoltà, corruzione, violenza,
malattie, povertà, dall’altra c’è
una fede molto vivace, fatta di
gioia, musica e danza, vocazioni
in crescita. La Nigeria è uno dei
Paesi più religiosi del mondo ma
secondo Transparency International
è anche il più corrotto. Si tratta
di una contraddizione enorme, da
conciliare».
14
I cristiani nel dilagare di questa
corruzione hanno colpe?
«Mi spiace dire che su questo
in Nigeria non c’è differenza tra
Apicoltura
e produzione di miele
ST. THERESA CENTRE FOR HANDICAPPED,
un progetto in collaborazione con il Centro
Missionario Guanelliano.
Obiettivi del progetto
Produzione e vendita di miele per l’auto
sostentamento per la vita ordinaria del St.
Theresa Centre di Abor (Ghana).
Gestione del Progetto
Il progetto sarà supervisionato dal Superiore
della Comunità guanelliana in Abor e
coordinato da un tecnico agrario per la
start-up progettuale e la sua realizzazione.
Luogo di svolgimento del progetto
L’azienda agricola, situata nella località di
Awata, a due chilometri dal St. Theresa
Center, ha iniziato la propria attività con la
messa in funzione di 25 arnie di legno.
Col tempo dieci alveari sono stati
compromessi dalle termiti e ad oggi quindi
la capacità di produzione di miele si è
ridotta notevolmente. Si è passati, quindi,
da una capacità di 500 litri di miele prodotti,
ad una produzione che raggiunge a fatica i
100 litri.
Azione
Installazione di 50 arnie per la produzione
del miele, con conseguente aumento della
capacità produttiva
COSTO DEL PROGETTO: €3.500
15
di Giacomo Manfredi
Asia
I Guanelliani
da 26 anni
nella baraccopoli di Manila
di Fratel Mauro Cecchinato
L
’esortazione apostolica
Evangelii Gaudium di Papa
Francesco e la sua recente
visita nelle Filippine ci hanno fatto
gustare: “la gioia di essere Chiesa
e l’entusiasmo rinnovato di andare
incontro all’uomo”. Come Comunità
guanelliana percepiamo forte questo
invito a vivere con nuova freschezza la
storia della Chiesa - che don Guanella
sentiva casa, famiglia, madre - dove
tutti sono discepoli e tutti inviati,
condividendo la varietà dei carismi
per costruire insieme il regno di Dio.
Andare alle periferie, questo audace
uscire fuori da sé per evangelizzare
i popoli, è una spinta e chiamata a
non fermarsi al bene che si fa dentro
casa propria, ma invito ad irradiare
l’amore per la vita e la carità dentro
il territorio in cui siamo presenti. è
l’esperienza che viviamo con forza in
particolare nelle Filippine, dove poveri
tra i poveri siamo chiamati ad andare
in cerca degli ultimi: immergersi
tra i poveri come conseguenza del
quotidiano necessario immergersi
nella preghiera che per Papa Francesco
significa: ”sostare sulle pagine del
Vangelo e leggerlo con il cuore”. Noi
Guanelliani ci sentiamo in sintonia con
il Papa in questa passione per i poveri,
rinnovata a partire dalla tenerezza
di Dio Padre per loro, la presenza
costante accanto a chi vive e porta le
croci più grandi. Vivo è in noi l’invito
a rinnovare l’impegno al dialogo con
tutti. Sperimentiamo quotidianamente
e personalmente in particolar modo
nelle Filippine (e nei paesi asiatici
dove siamo presenti, India e Vietnam)
questa difficoltà a costruire ponti,
ma il dialogo è essenziale sia per
la convivenza pacifica che per la
promozione di ogni singola persona.
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Da 26 anni i Guanelliani vivono nella baraccopoli di Manila, dove i Servi della Carità hanno
costruito accanto alla “Casa madre” (che è ora casa di Formazione per i giovani aspiranti e
postulanti alla vita religiosa) un Centro pastorale per sostenere bambini denutriti e offrire
assistenza scolastica, un centro per 21 bambini disabili abbandonati, un centro diurno per
disabili, con servizi di fisioterapia ed idroterapia, housing project per 16 famiglie in difficoltà,
(piccole unità abitative per famiglie in gravi difficoltà. Nessuna vendita, nè affitto: solo
accoglienza targata Provvidenza). E poi ancora ambulatorio con medico, laboratori di terapia
occupazionale, spazi di aggregazione ed animazione per giovani. Inoltre la nostra attività
pastorale si estende all’interno degli “squatters”, della baraccopoli, con programmi di catechesi
per bambini, giovani, adulti e la visita frequente agli anziani ammalati per portare conforto e
i sacramenti. Inoltre l’attenzione alle famiglie più povere fatta di dialogo e di aiuto concreto
(alimenti, vestiario,.....). Un’altra nostra Comunità si trova a Legazpi. La casa svolge attività
di discernimento vocazionale ed è sede del noviziato, scuola speciale per 48 bimbi autistici,
fisioterapia, residenza per 12 disabili abbandonati, spazio di incontro per giovani. Offriamo
anche un servizio pastorale nelle carceri, pastorale per ammalati e disabili.
Oggi dopo 26 anni la grande “tenda della Carità dell’Opera don Guanella” si è consolidata, ma
tanto c’è ancora da fare. Diceva don Guanella : “Fermarsi non si puo’ fin tanto che ci sono poveri
da soccorrere e bisogni a cui provvedere”. Un papà che abita nella nostra struttura dello housing
project mi ha fatto questa confidenza dopo la visita del Papa. “Non potrò mai dimenticare il
miracolo della carità che ha ridato dignità
a me e alla mia famiglia. La visita del Santo
Padre è per noi tutti di consolazione e
conforto ed invito a non perdere mai la
speranza e condividere quel poco che
ciascuno ha”.
Per quanto riguarda i progetti di microrealizzazione sarebbe nostro desiderio
creare un piccolo deposito farmaceutico
per la distribuzione dei farmaci ai poveri
che abitano nella baraccopoli. Abbiamo
lo spazio ma ci mancano i contributi per
l’acquisto dei farmaci (nelle Filippine i prezzi
dei farmaci sono esagerati e tante famiglie
non possono permettersi di acquistarli). Non
poter accedere ai servizi sanitari, non avere la
possibilità di acquistare i farmaci contribuisce
ad appensantire le condizioni di vita di tante
persone, specialmente bambini e anziani.
La povertà sanitaria è una delle tante che
avanzano nella società filippina.
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Asia
Volontariato
internazionale
in India
Ecco il racconto di due volontarie
R
ieccomi qua! Finalmente sono
arrivata a casa. Vatluru, non
avrei mai pensato di ritornarci
per la seconda volta in un anno e a
distanza di soli quattro mesi dalla mia
prima esperienza estiva.
L’accoglienza per me e Chiara è
calorosa come sempre, sorrisi
e abbracci a suon di tamburi ci
aspettano presso la Boy’s Home
Guanella Karunalaya di Vatluru, un
villaggio dello stato dell’ Andhra
Pradhes in India.
Un’atmosfera magica, la chiesa
addobbata a festa con mille luci
colorate ci riempie gli occhi e il cuore
di gioia.
La felicità è così tanta che la
stanchezza per il lungo viaggio
svanisce in un attimo, ci lanciamo
nelle danze, veniamo travolte da
migliaia di disegni meravigliosi e un
visetto vispo fa capolino tra gli altri, é
il mio fratellino David che mi adorna il
collo con una collana di fiori.
Salutati tutti, i padri e le cuoche della
di Giulia e Chiara
Boy’s Home (ormai le nostre mamme)
siamo pronte a vivere a pieno quindici
giorni di totale felicità.
Fortunatamente ci sono le “holidays”,
le vacanze natalizie che ci permettono
di trascorrere molto tempo con
i ragazzi: le lunghe passeggiate, i
giochi, provare a canticchiare le loro
canzoni preferite, le feste e le danze
hanno colorato le nostre giornate.
Condividere a pieno ogni momento
della loro quotidianità, condividere
con loro risate e problemi ci ha
riempito di una nuova vitalità, una
vitalità che ti fa alzare presto al
mattino per l’impazienza di vivere la
giornata che sta per iniziare.
Anche se dall’altra parte del mondo,
Olga e Carolina (le ragazze con le
quali ho condiviso l’esperienza estiva)
hanno fatto sentire la loro dolce
presenza: per ogni ragazzo della Boy’s
Home hanno scritto una letterina
(in telugo! sono straordinarie!) che
un goffo e buffo Babbo Natale ha
consegnato il 25 Dicembre. Hanno
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regalato un sorriso anche ai 25 dolci anziani che ogni giorno condividono il pranzo e i momenti
di preghiera: ognuno di loro ha ricevuto un rosario, regalo che è stato apprezzato da tutta la
comunità.
Il loro amore ha lasciato una traccia indelebile nei cuori di tutti e anche nel mio. La tecnologia
ci ha aiutato ad accorciare le distanze: i bimbi del villaggio e i ragazzi della Boy’s Home sono
stati ben lieti di realizzare foto e video di auguri per Olga e Carolina e la risposta da Roma non è
tardata ad arrivare per la gioia di tutti.
La verve e la vitalità di Chiara ricca di iniziative e sempre pronta ad aiutare ha reso straordinario
ogni momento; non potevo chiedere una compagna di viaggio migliore, ormai un’amica.
Abbiamo organizzato tante uscite divertenti sotto la guida dei padri che ci hanno aiutato a
rendere tutto possibile.
Con i ragazzi siamo andati al cinema, un’occasione anche di interscambio culturale. Infatti è
stato divertente vedere le loro facce stupite quando abbiamo raccontato che nei nostri cinema
si sta in silenzio a differenza dei cinema indiani dove gli spettatori sono attivi partecipanti
del film: esultanze, ovazioni e fischi riecheggiavano nella sala quando compariva sul grande
schermo l’attore protagonista.
Una giornata indimenticabile è stata la gita al mare, alcuni dei ragazzi non lo avevano mai visto
e vedere nei loro occhi lo stupore e la meraviglia mi ha emozionato tantissimo. Da questo 2015 appena iniziato non potevo chiedere di meglio, questo è stato il Capodanno
più bello della mia vita. Immersa in una cultura e in un’atmosfera suggestiva, tutti raccolti in
preghiera abbiamo accolto il nuovo anno in un’esplosione di colori e di festa.
Porterò per sempre nel mio cuore i sorrisi dei bambini, l’amore e la generosità di tutta la
comunità di Vatluru, l’allegria dei ragazzi del seminario di Koppaka e la bontà dei padri Peter
Sebastian, Shantham, John Peter, Joseph Peter, Sunil e Brother Jeya Raj. Non potrò mai dimenticare le lunghe chiacchierate con le ragazze del villaggio, in particolar
modo con Sawpna, Kanakamma, Lucy, Mounica e Bharathy con le quali abbiamo stretto un forte
legame. Come delle sorelle ci siamo confrontate, ci siamo divertite a truccarci a vicenda, ci hanno
dipinto le mani con l’hennè, ci hanno aiutato ad indossare il Sari (l’abito tipico indiano per le
19
Asia
donne), siamo andate a fare shopping
nei bazar indiani e mi hanno insegnato
nuovi passi di danza, insomma
complicità femminile al 100%.
Il 23 dicembre quando sono partita
dall’Italia ho lasciato il mio piccolo paese
Mola di Bari in un clima di sconforto e
malinconia, per via della crisi nessuno
aveva l’entusiasmo e la voglia di
celebrare il Natale. Penso che la crisi di
cui si sta parlando negli ultimi tempi e in
cui siamo malgrado sprofondati sia una
crisi di valori oltre che economica, tanto
che la festività più attesa dell’anno ha
dimenticato le sue radici.
Sono arrivata a Vatluru e ho ritrovato
il vero significato del Natale, qui
nessuno ha dimenticato cosa
rappresenta veramente questa festa:
nel giorno del Natale ricorre la nascita
di Gesù Cristo.
Qui la gente nonostante la fatica, i
limiti e i problemi che la vita pone
sul loro cammino, nonostante non
abbiano diritto a un “cenone di Natale”
e a tutti gli agi di cui noi godiamo, non
hanno perso la fede, la gioia e la voglia
di celebrare il Santo Natale.
Io quest’anno la felicità non l’ho
trovata dentro un pacco regalo,
ma l’ho trovata nell’abbraccio delle
persone a me più care a Vatluru. GIULIA ACQUAVIA
H
o voglia di raccontarvi una
storia piena di sorrisi, colori,
danze ed ospitalità, ma anche
di piedi scalzi, vestiti strappati e pasti
a base di riso, insomma, povera di
cose materiali ma ricca di affetto e
generosità.
Canti, tamburi, luci e disegni hanno
colorato il nostro arrivo il giorno di
Natale.
Quanta gioia nei volti dei bambini,
quanta voglia di vivere e condividere
con noi questi giorni di festa!
Avete presente quando sentiamo
parlare di “magia del Natale”? Ecco
io ho avuto la fortuna di scoprirne
il significato tra questa gente; ho
imparato che non c’è niente di
più magico di dedicarsi agli altri, a
custodire coloro che si sentono soli,
ho imparato che quando si parte per
un’esperienza del genere è molto più
quello che si riceve di quello che si
dà e che ciò che importa non è fare
molto, ma mettere molto amore in ciò
che si fa.
20
Vi è mai capitato di voler dare maggior valore alla vostra vita? Vi assicuro che per riuscire a
farlo dobbiamo imparare a dare valore alla vita degli altri e non c’è modo migliore per farlo di
quello di avere cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, degli anziani e di
coloro che sono più fragili.
Lungo il sentiero della mia vita mi è capitato di incontrare tante persone; le più belle sono forse
quelle che hanno conosciuto la delusione, l’abbandono e la povertà. Sono persone che hanno
molto da dare, soprattutto amore sincero e rispetto verso la vita; le belle persone sono queste,
indossano vestiti semplici ed hanno un cuore immenso.
“Le persone felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che
traggono il meglio da ciò che hanno”.
La mia esperienza, da quando sono partita
la prima volta nell’estate 2013 non è mai
finita; sono sempre in contatto con i ragazzi,
ci inviamo foto e ci scambiamo pensieri e
preghiere ogni giorno. L’amore tra di noi
non conosce distanze, siamo sempre vicini
perché l’uomo è dove è il suo cuore, non
dove è il suo corpo.
Vorrei ringraziare coloro che mi hanno
dato la possibilità di intraprendere questa
esperienza: l’ASCI Don Guanella, che da
più di vent’anni si occupa con passione
e dedizione ai più bisognosi alla luce del
carisma guanelliano e tutti coloro che
hanno contribuito a rendere speciale
quest’esperienza: ai bambini e ai ragazzi con
i quali non c’è mai stato bisogno di parlare
una lingua comune per esprimere i nostri
sentimenti, al mio fratello preferito Suresh
e alla sua famiglia, che mi hanno regalato
una giornata indimenticabile, accogliendoci
nella loro abitazione e facendoci sentire
a casa, a Fratel Jeya Ray, il nostro punto
di riferimento, che ha messo da parte la
timidezza, regalandoci tantissimi sorrisi, alla
mia compagna di viaggio Giulia, senza la
quale quest’esperienza non sarebbe potuta
essere la stessa.
Non è facile raccontare a parole ciò che si vive
in un’esperienza del genere; per questo invito
chiunque sia interessato, a partire con noi:
non ci sarà più il bisogno di aggiungere niente.
Noi torneremo presto, perché la felicità è il
posto dove si ha sempre voglia di tornare.
CHIARA INDINO
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America Latina
ILSan
DOMO
della nuova parrocchia
Luigi Guanella di Amozoc (Messico)
incomincia il suo servizio
I
nizia la quaresima e il DOMO (una
struttura metallica coperta, di
solito in Messico si riferisce a un
tendone) ci aspettava, incompiuto,
senza mura laterali, senza porte
né finestre, con il palcoscenico
di cemento ancora fresco, ma
desideroso di accogliere la sua gente
per costruire quella casa (in latino
DOMUS) aperta a tutti, dove ci
vogliamo sentire famiglia di Dio.
La partenza è stata lo scorso sabato
21 febbraio 2015 con un incontro
di preghiera, riflessione e analisi
della situazione del nostro territorio
parrocchiale e dei problemi più
importanti che abbiamo.
Riassumo il lavoro dei gruppi:
maschilismo, violenza intra
di Don Andres Garcia
famigliare, mancanza di servizi
basici come l’acqua, l’educazione,
l’attenzione sanitaria, etc.,
alcoolismo e degradazione,
indifferenza, individualismo e
disunione, destrutturazione e
conflitti famigliari, infedeltà,
mancanza di fede, tradizionalismi,
paure, discriminazione, povertà, etc.
E ci chiedevamo cosa possiamo
fare, rispondendo all’appello
di Papa Francesco nel suo
messaggio di Quaresima, in
modo che la nostra parrocchia
sia “un’isola di misericordia in
mezzo al mare dell’indifferenza”.
La sfida ci sembrava difficile
ma non impossibile. I gruppi
di lavoro indicavano la strada
22
incominciando dalla sensibilizzazione
delle persone, passando attraverso il
dialogo, la partecipazione, la formazione,
l’evangelizzazione, la preghiera, per
arrivare alla solidarietà, la carità e la
denuncia cercando di camminare uniti.
Concludevamo il nostro meeting
con l’impegno di trovarci ancora, di
sensibilizzare e invitare altre persone e,
soprattutto, di predicare con l’esempio.
Il giorno dopo, domenica 23, il DOMO si
è riempito di luce, di viola, di preghiera e
di festa. Le 300 sedie di plastica, donate
dalla gente dalla parrocchia, una a una,
hanno accolto con gioia i bambini della
prima comunione, della cresima e le loro
famiglie. Al ritmo della nostra canzone
guanelliana: “Siamo una famiglia” abbiamo
celebrato la prima eucarestia. Altre due
messe, con il battesimo di 22 bambini,
hanno segnato questo giorno di festa e
di Dio, del nostro DOMO e della nostra
parrocchia.
A dire il vero, il primo servizio che ha
offerto il DOMO è stato quello della
distribuzione degli aiuti quindicinali
a 156 famiglie bisognose della nostra
parrocchia. Siamo contenti, che il DOMO
sia, anzitutto, un luogo di carità. Il cuore di
una parrocchia guanelliana e samaritana
come la nostra, non può essere altro che il
servizio, offrendo PANE E SIGNORE, come
viene espresso molto bene nel nostro logo
parrocchiale: un cuore in forma di G di
“Guanelliano” e nella base il celebre motto di Don Guanella.
Un grazie di cuore a coloro che hanno fatto possibile la costruzione del DOMO, specialmente
a l’ASCI, PUENTES ONG, la Prokura della Germania e la Provincia nostra Signora di Guadalupe.
Vi anticipo che il nostro DOMO sarà testimone durante le vacanze estive (15 luglio-15 agosto)
di campeggi settimanali per bambini e ragazzi. Una esperienza iniziata già l’anno scorso e
sovvenzionata dalla ONGD PUENTES di Spagna. Un grazie di cuore a loro.
Sono invitati volontari che vogliano condividere con noi … Già l’anno scorso ce n’erano della
Spagna, dell’Italia e degli Stati Uniti.
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Italia
Oratorio
“San Luigi Guanella”
Messina
di Andrea Fria e Francesco Arena
A
bbiamo iniziato la
nostra avventura dopo
l’inaugurazione del campetto
di calcio a 5 intitolato a San Luigi
Guanella. Si tratta del campetto
attiguo all’Oratorio, inaugurato il
23 ottobre 2014, e subito nominato
“campetto dei monelli”.
Siamo a Fondo Fucile, quartiere
della periferia Sud di Messina, un
quartiere dove ancora esistono le
cosiddette “baracche”, in cui vivono
i nostri “monelli”. I nostri ragazzi
passano le loro giornate in strada,
si divertono con giochi che spesso
ledono la incolumità della gente,
compiono piccoli gesti vandalici e,
cosa più grave, non frequentano la
scuola regolarmente. La dispersione
scolastica di questo quartiere supera
la media regionale (proprio così) con il
conseguente rischio di intraprendere
la via della delinquenza.
Noi ci siamo posti l’obiettivo,
attraverso lo sport, di creare un
punto di riferimento nell’Oratorio
San Luigi Guanella e di aggregazione
con il campetto. Abbiamo ragazzi che
vengono anche dai quartieri limitrofi.
Il calcio li attira, ma soprattutto sono
richiamati dal fatto che qualcuno
possa interessarsi a loro, stia in mezzo
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a loro come adulti, come presenza educativa. Noi infatti ci occupiamo di loro, li seguiamo negli
allenamenti, organizziamo per loro dei tornei interparrocchiali, manteniamo i contatti con il
doposcuola che fanno in Oratorio.
Abbiamo cominciato con lo stare con loro, abbiamo poi prestato ascolto alle loro storie.
È un compito non facile: non ci mancano difficoltà ed insuccessi, scoraggiamenti e delusioni.
Vorremmo vedere i frutti del nostro lavoro, ma la maturazione è lenta e la gratificazione
lontana.
Un piccolo passo in avanti è stato fatto nel rispetto del luogo dove giocano. Mantengono il
campo pulito e quando è necessario, armati di attrezzi e bidoni, puliscono il campetto e l’area
adiacente. Ma spesso riscontriamo involuzioni, a volte registriamo litigi, sassaiole, linguaggi
scurrili, dispetti gratuiti verso persone e verso cose.
Ci troviamo di fronte a ragazzi allo sbando, abituati a fare ciò che vogliono, senza regole
e rispetto per il prossimo. Noi proviamo ad educarli al rispetto delle regole, alla cura
dell’ambiente, alle buone maniere, all’obbedienza agli educatori. Ci sforziamo di impartire una
formazione umana. Ce la mettiamo tutta con la nostra buona volontà e con le buone forze; poi
“è Dio che fa”.
Magari i frutti si vedranno fra qualche anno perché il lavoro di educazione e prevenzione è
lungo e faticoso e segue “le vie del cuore”, ma seguendo gli insegnamenti di San Luigi Guanella,
sappiamo che “fermarsi non si può.”
Con questa fiducia continuiamo a lavorare e sperare.
25
Italia
XV
Giornata Nazionale
del Banco Farmaceutico
di Giacomo Manfredi e Marco Vendramin
ASCI don Guanella in prima
linea per la raccolta dei
medicinali
l giorno 14 febbraio 2015 la nostra
Associazione ha partecipato alla
XV giornata nazionale del Banco
Farmaceutico, alla quale aderiscono
molte farmacie, anche nella città di
Como.
Il Banco Farmaceutico consente, agli
enti caritatevoli e di sussistenza, a
varie realtà in difficoltà sul territorio
nazionale, di raccogliere medicine
al fine di dare sollievo ed aiuto con
farmaci da banco utili alle primarie
necessità, siano queste di carattere
infiammatorio, raffreddore, tosse, mal
di gola, così come, in minima parte, ai
disturbi all’apparato gastroenterico.
I
L’Ambulatorio Santa Luisa di Via Rezia,
che come ASCI don Guanella gestiamo
in collaborazione con le suore di
San Vincenzo de Paoli e 17 medici
di base e specialistici che offrono
gratuitamente il loro servizio con più
di 1000 prestazioni all’anno a persone
senza dimora, ha avuto il sostegno
di due farmacie che hanno aderito
alla giornata del farmaco: la Farmacia
Arienti di via Milano e la Farmacia
Bani di via Giovio, con un totale di 342
farmaci raccolti.
Ringraziamo di cuore i volontari che
hanno svolto il loro servizio nelle due
farmacie sopracitate nell’esporre
il fine dell’iniziativa ed anche nel
presentare ciò che l’ambulatorio
rappresenta all’interno della
realtà cittadina e non solo. Difatti
l’ambulatorio oramai rappresenta
un punto fermo per chi si trova in
situazione di difficoltà non solo nella
città e nella provincia, ma si spinge
anche nel dare assistenza a chi dalle
varie regioni italiane si ritrovano a
Como in cerca di un futuro migliore
dal punto di vista lavorativo e che
necessitano di cure sanitarie che
il Sistema Sanitario Nazionale non
garantisce loro.
26
Un grazie a tutti, ci vediamo alla XVI
Giornata Nazionale del Farmaco nel
2016.
Progetto
famiglia Massa Pinto
C
ari lettori, qui di seguito
pubblichiamo due lettere che la
famiglia Massa Pinto ha inviato
all’associazione raccontandoci della
loro esperienza. In questi mesi la
famiglia si è allargata, è nato il piccolo
Nikolas e tutta ASCI Don Guanella è
felice di fare i migliori auguri per la
nuova nascita a Simone e Clara e ai
fratellini Francesco e Noemi.
20 Dicembre 2014
Questo tempo per noi come famiglia
missionaria é stato anche un tempo
di attesa per la nascita del terzo
bimbo.
Ci piace pensare che abbiamo vissuto
alcune preoccupazioni di Maria e
Giuseppe nell’avvicinarsi alla nascita
del loro pargoletto misterioso, Gesú
bambino.
L’attesa, il cercare il luogo, il voler
organizzare tutto pensando a
tutto e poi cedere sconfitti poiché
non rimane solo che l’affidarsi a
qualcuno piú grande di te, dove non
trovi risposte se non che siamo in
mano Sua. In questa nostra gioia
di essere genitori un’altra volta, è
arrivata la notizia che ad una delle
famiglie che vivono nel quartiere
hanno sequestrato la figlia di 13
anni. è sparita e i famigliari la
stanno cercando disperatamente.
Qui in Messico la sparizione delle
persone, soprattutto di minori per il
mercato di organi e la tratta sessuale,
o semplicemente per riscatto, è
frequente ed è una piaga sociale che
genera diffidenza e paura.
In questo periodo “Navideño”,
un’altra vena aperta del Messico,
ma di cui nessuno parla sono i 43
studenti “desaparecidos”. Questi
studenti si mormora che siano
stati sequestrati da militari e fatti
sparire dai narcos, per ordine del
governo. La motivazione è un puro
disaccordo e critica al governo
attuale. Il Messico ha già vissuto
un’esperienza simile nel 1968
quando furono uccisi 300 studenti
manifestanti dopo un corteo in
piazza. In quel momento storico
le manifestazioni risvegliavano
la gente. Lavoratori, studenti e
professori, marciavano e urlavano
gli stessi cori. La situazione di
allora oggi è la stessa. Manifestare
significa criticare e affermare di non
essere d’accordo con la situazione in
cui ci si trova. Il rischio, nonostante
i tentativi di addormentare e
fagocitare le coscienze tramite i
media, è che improvvisamente i
cittadini si rendano conto delle
proprie condizioni di vita di
insicurezza sociale e si riversino
nelle strade. Chiaro, qui in Messico,
a Cittá del Messico, manifestare
significa creare disagi, soprattutto
per il traffico in una città già
congestionata dalle auto e questo
significa ordine pubblico con cui il
governo giustifica l’intervento della
forza e della violenza.
27
Missionariato Laico
“Sembramos
formacion
prevencion y solidaridad Guanelliana”
Missionariato Laico
15 Marzo 2015
In questo momento inizia per noi
un cammino di riflessione dato dal
volgere a termine del progetto.
A luglio si rientra, con qualche
paura è vero però anche con tanto
entusiasmo per continuare a coltivare
la missionarietà oramai parte di noi!
La famiglia si è allargata ed il piccolo
Nikolás è nato il 13 gennaio con un parto
cesareo. A Clara han detto che è vecchia
ed era meglio non correre rischi, poi
aveva i muscoli addominali non sviluppati,
che sarebbe stato doloroso e cose cosí.
Comunque tutto è andato bene.
Alle 10.55 ho sentito il pianto del
bambino e mi sono rilassato. Ho
avuto modo di vedere subito Clara ed
assistere il bimbo già nei suoi primi
momenti di vita.
Volevamo condividere con voi
un po’ il percorso che abbiamo
fatto qui raccontando l’evoluzione
dell’esperienza.
Come ben sapete siamo in Messico,
a Cittá del Messico. Siamo arrivati nel
novembre 2012 in questa struttura
chiamata Centro sociale San Luigi
Guanella.
Siamo arrivati con tante aspettative
di condivisione e comunione con
la gente, pensando di incontrare e
rispondere a necessità di povertà
primarie.
Siamo arrivati in una struttura posta
in un quartiere periferico della città,
sovrappopolato, dove le relazioni
si misurano con l‘attenzione a non
farsi fregare. Violenza, criminilità e
prepotenza si mescolano nella vita
quotidiana fatta oramai di abitudine
e di indifferenza. Qui vige la legge del
più forte. Di conseguenza il nostro
stare qui si è trasformato con il tempo
e con la fatica nel creare e instaurare
relazioni trasparenti e di fiducia.
Come in molti paesi di missione, il
Messico nonostante il suo governo
si dichiari laico, è uno dei paesi con
la piú alta percentuale di cattolici.
La religione popolare con le sue
tradizioni e costumi la fa da padrona
e il sacerdote qui riveste ancora di
quella luce mistica, risolutore delle
ansie terrene. Questo comporta che
le attività e l’animazione pastorale
siano legate alla presenza e alla
relazione che si crea con la gente.
Relazione basata sulla vicinanza
e sull’ascolto dei problemi che le
persone affrontano quotidianamente.
Parlare alla gente, toccando i
problemi con parole conosciute e
semplici, risulta essere una formula
dirompente, ma purtroppo la
chiesa locale si perde poichè troppa
impegnata a celebrare messe e
sacramenti.
La finalità del progetto iniziato nel
2012 come famiglia missionaria
guanelliana è stata quella di
rispondere con differenti attività alle
necessità della gente del quartiere
valorizzando le strutture del
centro sociale “ San Luis Guanella”,
affinchè continui ad essere luogo di
riferimento, proponendo attività di
prevenzione al disagio sociale.
Le modalità messe in atto per gestire
il progetto hanno portato una
maggiore partecipazione comunitaria
alle proposte del Centro Sociale.
Il progetto si è sviluppato proponendo
le attività e servizi sopra descritti ed
28
ha avvicinato i partecipanti alla realtà del Centro, con i quali si è proseguito percorsi di gruppo
di mutuo aiuto, con sostegno reciproco e sociale, con momenti di incontro come cene sociali e
altri eventi. Per la creazione e messa in opera del progetto è stato necessario creare un’équipe di
lavoro che ha dato le linee guida a livello decisionale, amministrativo, organizzativo e valoriale.
Il progetto si è posto l’obiettivo di poter creare fondi affinché sia auto sostenibile nel futuro e
non dipendere principalmente da finanziamenti esterni. La principale attività individuata per
raggiungere tale obiettivo, è quella legata al Centro sportivo ed in particolare ai tornei di football
rapido, che apportano la maggior entrata di risorse economiche ed umane al Centro Sociale.
In questo periodo si è concluso il primo torneo del Centro sportivo San Luis Guanella che ha per
motto “JUEGA LIMPIO PARA CRECER”, ovvero gioca pulito per crescere.
Motto importante poichè, ad esempio, pur di vincere alcuni responsabili delle squadre giovanili
hanno falsificato i documenti di nascita facendo partecipare bambini più grandi della categoria.
Quando ci siamo resi conto e verificato, i delegati delle squadre si sono offesi e arrabbiati
giustificandosi che tutti lo fanno.
Importante quindi, dare un segno delle finalità delle attività che si stanno proponendo.
Possiamo affermare, che a parte le incomprensioni iniziali e la mancanza di esperienza da
parte nostra, si è avuta una buona partecipazione al torneo nelle varie categorie femminile e
maschile, giovanili e infantili, con 52 squadre iscritte.
Parallelamente allo sport, una delle necessità a cui il progetto ha dato priorità è stata la
creazione del doposcuola. Abbiamo compreso che le politiche del governo mirano a mantenere
la gente ad un basso livello di studio poiché è facilmente influenzabile. L’esempio lo tocchiamo
quotidianamente nel doposcuola attivato nel 2013. Abbiamo bambini di quinta elementare
con grosse difficoltà a contare e a leggere. Ora nel Centro è attivo un doposcuola, in un
quartiere popolare a prezzi caritatevoli, senza chiedere una quota economicamente eccessiva,
ma simbolica, che cerca di supplire ad una scuola che non funziona come dovrebbe.
Ci hanno spiegato che i minori non hanno l’obbligo di andare a scuola e quelli che ci vanno
indipendemente dalle valutazioni non vengono bocciati. Di conseguenza i genitori non hanno
nessuna motivazione o obbligo a stimolare
e seguire i propri figli da un punto di vista
scolastico e solo chi ha mezzi economici puó
aspirare a scuole decenti.
Il progetto ha raggiunto con le sue
proposte una media di 600 persone come
destinatari diretti che hanno partecipato
settimanalmente ai laboratori e alla
formazione offerti dal Centro Sociale San
Luigi Guanella con la ristrutturazione
dell’area ricreativa, costituita dal campo
sportivo e dalle aule in lamiera in disuso da anni e la creazione di un ufficio per il cordinamento
del progetto.
Questo ha permesso di salvaguardare il materiale necessario per lo svolgimento delle attività
dalle intemperie e ha rimesso in funzione gli impianti sanitari ed elettrici. L’intervento nel campo
sportivo ha permesso l’inizio dei tornei di calcio, organizzati direttamente dal Centro Sociale.
Il primo intervento è stato possibile grazie al finanziamento da parte di A.S.C.I. don Guanella
Onlus che ha permesso l’avvio di tutto questo.
Il progetto prevedeva che con l’avvio delle attività sopra descritte, con l’organizzazione diretta
dei tornei, dei laboratori e degli incontri di formazione si favorisse la relazione diretta con la
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Missionariato Laico
gente, necessaria per promuovere le
finalità ed i valori che sostengono il
progetto stesso.
L’insieme di questa attività ha
generato le risorse economiche ed
umane necessarie per il proprio
sostentamento e successivo sviluppo.
Le attività sociali iniziate si sono
consolidate. Non tanto nei numeri
dei partecipanti, ma nella gente che
gestisce direttamente i laboratori e
aiuta a organizzare. Mensilmente ci si
incontra per la formazione al carisma
guanelliano. Sono i maestri quelli che
devono “puzzare” di carisma. I maestri
che organizzano i vari corsi sono figure
importanti poiché si relazionano
direttamente con le mamme, i bambini,
i giovani e le famiglie. A chi collabora
nel Centro Sociale San Luigi Guanella,
chiediamo di entrare con un’attitudine
al mettersi in gioco, al confronto e alla
formazione. La proposta che facciamo
è chiara e aperta a tutti, ben precisa e
semplice, ma con la formazione e gli
incontri la gente sceglie se seguire o
meno il processo.
In questo momento il progetto, in fase
di revisione e valutazione e per la sua
continuità, ha proposto per il futuro
della struttura una soluzione lineare
e coerente con il carisma, ovvero che
i cooperatori guanelliani possano
essere protagonisti della gestione
diretta del Centro Sociale San Luigi
Guanella, indipendentemente dalla
presenza del sacerdote.
Chi meglio dei cooperatori locali
potrebbe garantire il futuro e la
presenza, se poi seguiti da un
personaggio del calibro di P. Cosme?
Sembra di avere scoperto l’acqua calda
ma vi garantiamo che non è così. I
cooperatori guanelliani locali, seppur
presenti e protagonisti nell’opera
guanelliana messicana, hanno una sfida
molto grande davanti a loro poiché
dovranno assumere un ruolo di
gestione di una struttura guanelliana.
Finite le scuole dei piccoli Francesco
e Noemi rientriamo a casa,
sicuramente con qualche paura ma
anche con tanta voglia di rimetterci
a disposizione. Le esperienze fatte
ci permettono di poter partecipare
ancora come volontari nei progetti di
missione, non tanto come partenti
ma come sostenitori. Sappiamo che
dietro di noi vi è stato un gruppo che
ci ha sostenuto e appoggiato.
Questa esperienza missionaria
in questi anni ci ha permesso di
conoscere alcune persone che
ci hanno appoggiato con il loro
lavoro silenzioso all’interno dell’
associazione ASCI don Guanella
Onlus. Alcuni di loro da lontano
hanno saputo comprendere, ascoltare
e sostenerci come famiglia.
Ci siamo sentiti inviati da un gruppo
e da una comunità anche come loro
rappresentanti in terra straniera. La
nostra consapevolezza è nel ritrovare
al rientro un gruppo e di poterne
far parte. La nostra esperienza
all’interno della congregazione dei
Servi della carità e dell’Associazione
è stata una prima esperienza come
famiglia missionaria guanelliana.
Esperienza che ha posto interrogativi
e riflessioni sul ruolo dei laici.
Un saluto e a presto!!!
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