ASCI 59 - Asci don Guanella Onlus
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ASCI 59 - Asci don Guanella Onlus
000 1 tuo 5x SCI l i a n Do re di 0A o v a f a 9000219 149 c.f. 59 APRILE 2015 Sede Legale: Via Deserto 2, 23022 Chiavenna (SO) Tel. 031.296.787 - Fax. 031.302.995 Email: [email protected] Sommario 4 Editoriale Filiale di Como: Via T. Grossi 18, 22100 Como (CO) Tel. 031.296.811 - Fax. 031.302.995 Email: [email protected] [email protected] Silvio Verga 7 Dona il 5x1000 Eugenio Romanò 4 7 9 Don Guanella Filiale di Roma: Vicolo Clementi 41, 00148 Roma Tel. 06.657.53.144 Fax. 06.657.53.126 Email: [email protected] Adriano Folonaro Un cuore di carità 9 Articolo tratto da www.famigliacristiana.it Boko Haram è un veleno 12 12 Africa Giacomo Manfredi Apicoltura e produzione di miele 15 16 Asia Fratel Mauro Cecchinato I Guanelliani nella baraccopoli di Manila 16 18 22 America Latina Giulia Acquaviva e Chiara Indino Volontariato Internazionale in India Don Andres Garcia Il DOMO della nuova parrocchia 24 Italia L’indirizzo di chi effettua una donazione entrerà a far parte dell’archivio della Andrea Fria e Francesco Arena nostra Associazione. Nel rispetto da quanto stabilito dalla legge sulla tutela dei dati Notizie da Messina personali, comunichiamo che tale archivio è gestito dall’A.S.C.I. DON GUANELLA ON non saranno oggetto Giacomo Manfredi e Marco Vendramin LUS. I dati assunti di comunicazione o diffusione a terzi. Per XV Giornata Nazionale essi si potrà chiedere in qualsiasi momendel Banco Farmaceutico to modifiche, aggiornamenti, integrazioni o cancellazione scrivendo a A.S.C.I. DON GUANELLA via T. Grossi 18, 22100 Como o scrivere al seguente indirizzo email: asci Famiglia Massa Pinto [email protected] Progetto I benefattori verranno inclusi nell’elenco di “SEMBRAMOS FORMACION - PREVENCION coloro che ricevono il notiziario dell’AssoY solidaridad GUANELLIANA” ciazione. 22 24 26 27 Missionariato Laico 27 Editoriale di Silvio Verga - Presidente ASCI don Guanella C arissimi, gli editoriali finora pubblicati hanno sempre riguardato le motivazioni e le sfide che l’Associazione affronta e dovrà affrontare nel futuro, questo vuole invece focalizzare un altro aspetto non meno importante della motivazione all’azione che come soci siamo chiamati a vivere. La “videata” su quanto abbiamo fatto in questo anno che ci ha separato dall’ultima assemblea dell’aprile 2014 non vuol essere un anticipo della relazione di bilancio, anche perchè i dati qui riportati sono riferiti a interventi straordinari che si sommano alle normali attività che già ci impegnano, come per esempio il sostegno alla vita quotidiana dei Centri guanelliani nel mondo e al programma di sostegno a distanza. Un lascito testamentario senza indicazione di utilizzo, di cui siamo stati beneficiati dalle sorelle Anna e Laura Gariboldi di Como ci ha permesso di essere maggiormente vicini alle persone fragili che l’Opera don Guanella incontra sul suo cammino e quanto è a seguire vuole semplicemente essere un ringraziamento a loro e a quanti hanno contribuito a far sì che la Solidarietà e la Cooperazione Internazionale, presenti nell’acronimo di ASCI don Guanella, siano un fatto concreto. Tutto ciò a dimostrazione che, con valide motivazioni, si può realizzare quella frase tanto cara a don Luigi Guanella e fonte della nostra ispirazione “Date pane e Signore”. Il termine Solidarietà è un sostantivo che deriva dalla parola francese solidarité che ha come suo significato principale una forma di impegno etico-sociale a favore di altri. Il termine indica un atteggiamento di benevolenza e comprensione che si manifesta fino al punto di esprimersi in uno sforzo attivo e gratuito, teso a venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che abbia bisogno di un aiuto. Questo termine che si può trovare su vari siti Internet, è la definizione di una parola che prima della Rivoluzione Francese aveva, mutuata dal latino solidum, ben altro significato e che fu progenitore del termine soldo e successivamente, nel Medioevo, quello di soldato. Questa parola che ha cambiato completamente il suo significato originario nell’arco dei secoli ora ci richiama alla condivisione, al pensare al bene degli altri. 4 La nostra Associazione l’ha messa addirittura come definizione di se stessa! Ma in cosa contribuiamo al bene comune con la S di solidarietà? Beh, facciamoci un giro per le strade del mondo dove ASCI don Guanella, cioè noi, camminiamo in questo momento. Il primo sguardo è per il progetto dedicato ai senza tetto della città di Como ed alle loro necessità socio sanitarie. Da anni collaboriamo con le suore di San Vincenzo de Paoli e 17 medici di base e specialistici che offrono gratuitamente il loro servizio con più di 1000 prestazioni all’anno a persone senza dimora. Questa volta ASCI don Guanella farà fronte ad una spesa di circa €22.000 fra medicinali ed il personale che tutti i giorni filtra ed accompagna coloro che manifestano problemi sanitari e non, insieme a Caritas diocesana di Como ed una quota del Comune di Campione d’Italia. Inoltre parteciperà con una quota di €70.000 al rifacimento dell’arredo delle camere della RSA di Casa Divina Provvidenza a Como, realtà che da anni ci ospita e con cui collaboriamo all’interno del progetto rivolto ai senza tetto nell’ambito dell’accoglienza di coloro che, per motivi di salute, hanno bisogno per alcuni periodi di avere un posto letto di sollievo. Andiamo ora in Sicilia. Da alcuni anni collaboriamo con la Parrocchia di “Fondo fucile”, una zona di profonda periferia a Messina. Accompagnando la Comunità guanelliana locale si sono fatti progressi e investiremo per l’educazione di strada di minori a rischio circa €110.000 nei prossimi tre anni. Stiamo intervenendo anche in India, con €40.000 per il sostegno scolastico ed alimentare di 675 bambini per due anni, con €30.000 per l’adeguamento di una struttura per senza dimora e con €65.000 per l’ampliamento di una struttura per adulti psicolabili. In Argentina il nostro impegno è in favore dei bambini e dei guanelliani nel nord del Paese, in una zona molto povera, dove abbiamo inviato per il “Progetto Oran” €47.500, mentre a Tapiales, nella regione metropolitana della capitale Buenos Aires, stiamo ristrutturando una casa di riposo per anziani per il valore di €100.000. Salendo verso nord con i guanelliani in Colombia, il nostro intervento è di €96.000 per la ristrutturazione dei laboratori del Centro educativo e riabilitativo don Guanella mentre, passando per il Centro America, in Guatemala, forniremo ai guanelliani del Centro per disabili due automezzi necessari per gli spostamenti: un pick up ed un pulmino per trasporto persone con un investimento solidale di €30.000. 5 Infine in Messico abbiamo finanziato per €7.000 una struttura per la Parrocchia di recente costituzione dedicata a San Luigi Guanella in Amozoc, ad un paio d’ore d’auto da Città del Messico. Lo stesso impegno è stato preso in un contesto di collaborazione anche da PUENTES ONGD, una realtà spagnola che come la nostra sostiene le opere guanelliane, e la Procura Guanelliana tedesca. Sempre a Città del Messico contribuiremo con €170.000 al rifacimento della struttura per disabili che da anni funzionava con pareti esterne di carton-gesso rivestite con uno strato di cemento ma che ormai facevano letteralmente acqua. Oltre a ciò si è contribuito alla vita dei Centri per minori di strada in Repubblica Democratica del Congo e alla costruzione di un refettorio per loro ed anche si realizzerà un sistema a pannelli solari per Casa Madonna del lavoro a Plateau de Batéké in savana. Il tutto per circa €60.000. In Nigeria abbiamo finanziato il pagamento della rata d’acquisto e il rifacimento del tetto della Royal School di Ibadan, per €45.000 dove funzionerà la prima scuola integrata della città i cui alunni saranno diversamente abili e non. Oltre a ciò stiamo concludendo la costruzione di una piccola fabbrica per la produzione di acqua potabile che opererà anche grazie al lavoro dei Buoni figli dell’azienda agricola di Moniya non lontano dalla città, per un totale di €63.000. Sempre in Nigeria sono stati messi a disposizione €130.000 per la ristrutturazione del Centro per disabili di Nnebukwu e, pur essendo poca cosa in comparazione a quanto occorrerà, siamo felici di partecipare allo sforzo di quella Comunità. Insomma un anno di solidarietà che ci ha visti coinvolti a 360 gradi, dalle Alpi lombarde alle Ande colombiane, dal caldo del sole romano a quello dei tropici asiatici e africani. Cosa dire di più, ringraziamo San Luigi e la Divina Provvidenza che ci ha fatti strumento di Solidarietà ma nello stesso tempo un richiamo a tutti di maggior partecipazione. A questo proposito vi invitiamo a continuare ad appoggiare gli sforzi dell’Associazione con la prossima dichiarazione dei redditi, segnalando ASCI don Guanella quale beneficiario del vostro 5 x 1000. Infine ai soci ricordo la prossima Assemblea ordinaria che si terrà il 19 aprile presso la Casa guanelliana Madonna del Lavoro di Nuova Olonio. Questo momento di partecipazione su ciò che abbiamo realizzato, stiamo realizzando e vorremmo realizzare a partire dal carisma di don Luigi Guanella, vuole essere di sprone perché si sia tutti i giorni fonte di bene per coloro che attendono una mano amica. Ma c’è di più, sarà anche un momento in cui potremo rispolverare la perla che san Luigi ha messo, con le mani di Dio Padre, nei nostri cuori e che ci ha fatto scegliere di essere laici guanelliani. Una Buona Pasqua di Resurrezione a noi tutti ed alle nostre famiglie e che Gesù risorto sia stimolo per essergli vicino nella quotidianità della nostra vita. 6 di Eugenio Romanò C ome tutti gli anni in questo periodo ci apprestiamo, volenti o nolenti, a raccogliere la documentazione per effettuare a tempo debito la nostra dichiarazione dei redditi. Anche quest’anno con la legge nr. 190 del 23 dicembre 2014 lo Stato ha confermato la possibilità di destinare la quota del cinque per mille delle proprie imposte per sostenere enti non profit, università e istituti di ricerca. Destinare il cinque per mille è un gesto volontario e consapevole che non costa nulla. è una forma di finanziamento, molto rilevante, per gli enti non profit che non comporta oneri aggiuntivi per il contribuente, dal momento che, tramite la compilazione dell’apposita sezione nella dichiarazione dei redditi, si sceglie semplicemente la destinazione di una parte dell’IRPEF. Appunto, il cinque per mille una quota di imposte a cui lo Stato, dalla Legge Finanziaria del 2006, rinuncia per sostenere le organizzazioni non profit nelle loro attività. Come fare per destinare il cinque per mille ad ASCI Don Guanella ONLUS I modelli per la dichiarazione dei redditi CU, 730 e UNICO contengono uno spazio dedicato. Per destinare il 5 per mille ad ASCI DON GUANELLA ONLUS basta inserire il codice fiscale dell’Associazione: 90002190149 nell’apposito spazio della dichiarazione dedicato al “sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale” e apporre la propria firma nel riquadro indicato (il primo a sinistra dei quattro). Invece, per chi non ha l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi, in quanto titolare di un solo reddito da lavoro dipendente o di una pensione, basterà consegnare il 7 5 x 1000 Dona il tuo cinque per mille dell’IRPEF 5 x 1000 modulo del cinque per mille, ricevuto assieme al modello, compilato, in busta chiusa su cui apporre la scritta “scelta per la destinazione del 5 x mille dell’IRPEF”, indicando nome, cognome ed il proprio codice fiscale. La busta potrà essere poi consegnata allo sportello di un ufficio postale o bancario che provvederà a trasmetterla all’Amministrazione Finanziaria (il servizio è gratuito), oppure a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (commercialista, CAF). Donando il tuo 5 per mille ad ASCI Don Guanella ONLUS potrai così contribuire a finanziare i molteplici progetti dell’Associazione. Come sono stati utilizzati da ASCI i contributi del 5 per mille I contributi del 5 per mille pervenuti ad ASCI dal 2006 al 2012 (gli accrediti vengono effettuati dal Ministero dopo oltre un anno dalla dichiarazione dei redditi) da una media annua di 2.300 contribuenti per un importo di circa €70.000, (valore complessivo per gli anni 2006-2012 di €490.000) corrispondente al 15-20% del totale dei fondi che annualmente pervengono all’Associazione, hanno contribuito a finanziare i progetti all’estero in : Messico, Cile, Argentina, Ghana, Paraguay, India, Filippine, Colombia e Congo ed in Italia, il progetto per le persone senza fissa dimora a Como e a Messina, nel rione Aldisio, un progetto di scolarizzazione. Malgrado questo non sia un buon momento per la crisi economica e occupazionale, con conseguente riduzione dei redditi, e anche per il crescente numero di Associazioni non profit alla ricerca di contributi finanziari, l’ASCI confida nella fedeltà dei suoi donatori e di tutte le persone vicine all’Opera di San Luigi Guanella perchè non facciano mai mancare anche questa non trascurabile fonte di finanziamento, in modo da poter continuare a sostenere le sempre maggiori richieste che pervengono dalle Missioni dei Servi della Carità – Opera don Guanella. 8 Q uando don Luigi Guanella, il 6 aprile 1886, giunse a Como, in via S. Croce (che dall’aprile 1887 divenne via Tomaso Grossi), per dare il via alla sua prima fondazione, la città e il territorio comasco stavano vivendo le contraddizioni e i problemi del trapasso «da una società ancora fortemente aristocratica e contadina ad una democratica ed industriale»1. Tale situazione, che emerge in tutta la sua drammaticità dai documenti e dai giornali dell’epoca e aggravata dall’insufficienza dell’intervento pubblico, favorì l’aumento della disoccupazione e della povertà, tanto da indurre il Comune di Como a deliberare, nel marzo 1886, l’istituzione di un «ricovero di mendicità», come riportato dal giornale “L’Ordine” del 30-31 marzo 1886. È in questo contesto, come scrive il ricercatore Giorgio Vecchio, «che vanno collocate anche le iniziative della Chiesa comasca, in quel di Adriano Folonaro periodo fortemente condizionata dall’intransigentismo del vescovo Pietro Carsana»2 e del suo successore Luigi Nicora, che istaurarono un delicato rapporto con l’autorità dello Stato. In questo periodo sorsero in città molteplici iniziative assistenziali e caritative originali e autonome, come diremmo in termini attuali, in una logica di sussidiarietà e complementarietà rispetto all’istituzione pubblica: tra queste ricordiamo l’Istituto della Presentazione (1833), il convento delle Madri Canossiane (1851), la Congregazione delle Suore Infermiere dell’Addolorata (1853), la Congregazione delle suore di S. Giuseppe e dell’Addolorata (1875), le Orsoline (1881), l’Oratorio di S. Filippo (1836), il Circolo Studentesco “Alessandro Volta” (1885), la Società Comense (1872) per gli interessi cattolici con scopi mutualistici. Nel 1886 l’iniziativa di don Guanella dunque si inserisce in questo quadro Como vista da S. Donato 9 Don Guanella Un cuore di carità nel cuore di Como Don Guanella 1913, Don Luigi Guanella, a 71 anni Pietro Carsana vescovo di Como 1811. La Como del lavoro. Calzolai, barbieri, falegnami, sarti, fabbri, ferrai... caritativo e, a distanza di oltre un secolo, a dire dello stesso Giorgio Vecchio «pare la più feconda e rigogliosa»3. La “Piccola Casa della Provvidenza”, che dal febbraio 1897 assumerà il nome di «Casa della Divina Providenza»4, muoveva i suoi primi passi in Como tra la fine del 1885 e gli inizi del 1886, con lo scopo ufficialmente dichiarato di provvedere all’educazione delle «serve povere»5, «cioè si impara loro a leggere, a scrivere, far di conti. Si adusano alla cucina, alla spesa, alla pulizia»6, rispondendo così alle necessità di tante povere ragazze che dovevano mettersi a servizio per guadagnare qualche spicciolo e, nel contempo anche delle famiglie agiate a cui veniva garantito personale fidato e formato. Avviato l’istituto per “serve povere”, don Guanella ben presto allargò la sua sfera d’azione ad altre 10 categorie di poveri, precisando sempre più la sua idea di creare un “ricovero”, che per la tipologia di persone accolte richiamava quello fondato dal Cottolengo, esempio di carità attiva in favore degli “ultimi”. Don Guanella sentiva la necessità di «uscire dalla vita normale delle sue attività sacerdotali di prete diocesano» per vivere «le opere di carità cristiana intese come apostolato e come testimonianza più eloquente di una pratica integrale del Vangelo»7. Quindi per il nostro Santo scegliere i più poveri non significava «organizzare l’assistenzialismo, moltiplicare le risposte, allestire i soccorsi come tappo alle falle della società. È apostolo: la scelta dei poveri gli viene dal Vangelo e la scelta di quei poveri gli viene dalla storia»8. E a loro offre il «modello di una Casa-villaggio, aperta e dinamica, mai rigida nelle forme; allergica ad ogni fissismo, un perpetuo cantiere perché è per le persone e le persone vanno, vengono, crescono, cambiano. Prima ci sono i poveri e poi per loro si crea lo spazio; e, se ne arrivano altri, ci si sposta, ci si allarga. […] Al centro sempre la Chiesa, irradiazione del tutto, senso e chiave per i religiosi, speranza e fortezza per gli ospiti; e poi zone, reparti, locali a categorie, ognuno col suo santo patrono, ognuno con un suo regolamento, ognuno coi suoi religiosi addetti. Il cortile come raccordo delle varie realtà e luogo di incontro; la ‘porta’, strategico e prezioso snodo delle domande e primo soccorso ai poveri. In tutto: accoglienza…“in omnibus caritas”»9. Chiesa Oratorio S. Filippo, dove nel 1888 frequentavano la scuola i nostri ragazzi Facciata dell’Isituto della Presentazione Sede dell’Ospedale Valduce, inzio Novecento 11 G. Vecchio, Vita civile ed ecclesiale a Como in un decennio di transizione (1880-1890), in L’Opera di don Luigi Guanella. Le origini e gli sviluppi nell’area lombarda, Amministrazione Provinciale di Como, Como 1988, 107. G. Vecchio, o. c., 117. 3 G. Vecchio, o. c., 121. 4 Dichiarazione, in La Divina Provvidenza, febbraio 1897, 17. 5 L. Guanella, Regolamento per l’Istituto di serve povere in Como, (1886), in Scritti per le Congregazioni, IV, Centro Studi Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1998, 17. 6 La Piccola Casa e L’Opera di S. Zita, in La Providenza, dicembre 1893, 108 7 M. Tanzi, Luigi Guanella, spirito e vita, Pontificia Studiorum Universitas a S. Thoma A. in Urbe, Roma 1974, 203. 8 F. Pallotta, Cominciando da Como. Don Guanella e la famiglia guanelliana oggi, 29 novembre 2012, in http://www.guanellianisantiago.it/antologiatesti/, 5. 9 F. Pallotta, Cominciando da Como. Don Guanella e la famiglia guanelliana oggi, 29 novembre 2012, in http://www.guanellianisantiago.it/antologiatesti/, 7. 1 2 Africa Boko Haram è un veleno Per il cardinale nigeriano Onaiyekan spetta all’Islam debellarlo «B oko Haram è un problema islamico. Ho detto ai miei amici imam che loro devono accettare di essere responsabili di questa gente che uccide in nome di Allah. All’inizio i leader musulmani dicevano che non c’entravano niente con loro, perché erano solo assassini, erano solo terroristi ma non islamici. Invece alla base c’è un’ideologia religiosa nata all’interno del mondo musulmano». Non si fa illusioni, il cardinale John Olorunfemi Onaiyekan. Dal 1994 è arcivescovo metropolita di Abuja, la capitale della Nigeria. Nel 2012 ha ricevuto il premio Pax Christi International per il suo impegno a favore del dialogo interreligioso tra cristiani e musulmani. Dopo aver fatto tappa ad Amman, in Giordania, è arrivato a Milano invitato dal cardinale Angelo Scola nell’ambito del progetto “Evangelizzare le grandi metropoli oggi”. Il tema è quasi d’obbligo: articolo tratto da www.famigliacristiana.it Boko Haram, il gruppo terroristico che dal 2009 devasta il Nordest del Paese, con sconfinamenti ora anche in Camerun e Ciad, per imporre il Califfato islamico. Eminenza, chi sono i Boko Haram? «Il loro nome, oltre a quello più noto “tutto ciò che è occidentale è peccato”, si traduce così: “organizzazione dei sunniti per il Jihad”. Tra di loro c’è tanta gente che ha finito l’università e molti sono andati in Iraq per essere addestrati e imparare a combattere. Sanno usare molto bene Internet e i social network, tutti strumenti occidentali. Boko Haram fa parte dell’internazionale islamica del terrore che vediamo all’opera dall’Iraq alla Siria fino alla Libia». 12 Perché afferma che è un problema islamico? «I Boko Haram sono solo una minoranza all’interno della comunità islamica nigeriana, però molto pericolosa. Sono come il veleno. Basta una piccolissima quantità per distruggere tutto. La stragrande maggioranza dei musulmani nigeriani non è d’accordo con quello che fanno però devono mantenere i rapporti con loro e riconoscere questo problema». Sta cambiando qualcosa da questo punto di vista? «Ci sono state dichiarazioni di molti leader musulmani ad altissimo livello che hanno preso le distanze. Ripeto: se non cambia l’atteggiamento dei musulmani in generale il problema dei Boko Haram non sarà risolto. E poi, bisogna guardare cosa si insegna ai bambini all’interno di madrasse (le scuole coraniche, ndr) e moschee e quello che si veicola attraverso i media». L’estremismo e la violenza nascono da lì? «Qui tocchiamo un problema molto serio e complesso. In Nigeria, molti musulmani vengono educati a non rispettare le altre religioni e a considerare l’islam come l’unica religione giusta e pura, frutto degli insegnamenti del Profeta. La volontà di Allah, quindi, deve valere per tutta l’umanità. Se si insegna tutto ciò e i bambini crescono con quest’idea, è chiaro che si crea un terreno fertile per l’emergere di Boko Haram, dell’Isis o di Al Qaeda. Il problema, quindi, non sono solo i Boko Haram ma l’atteggiamento dei musulmani in generale, che non sempre rispettano le altre fedi. Come è emersa questa ideologia mondiale? Questo i musulmani devono chiederselo per porvi rimedio». I cristiani sono le prime vittime dei Boko Haram? «Con tutta la mia responsabilità, dico che bisogna smetterla con questa storia che i cattolici nigeriani sono perseguitati dai musulmani. Non è vero. È importante la verità. La Nigeria non è solo una nazione islamica, il nostro presidente è cristiano, e il cinquanta per cento dei 160 milioni di nigeriani sono cristiani, non possiamo dire che siamo sotto persecuzione islamica. Se ci sono delle zone del Paese dove la chiesa locale vive enormi difficoltà, per esempio nel nord-est dove agisce Boko Haram che ha distrutto chiese, scuole, ma pure moschee e strutture governative, questo non significa che tutta la Nigeria è sotto persecuzione. I Boko Haram colpiscono non solo i cristiani ma anche i musulmani». Il rinvio a fine marzo delle elezioni presidenziali, previste il 14 febbraio, è una vittoria di Boko Haram? «Il governo ha detto che il 14 febbraio avrebbe cominciato una grande azione per eliminare Boko Haram in sei settimane. A causa di ciò, quindi non ci sarebbero stati soldati a sufficienza per garantire la sicurezza, essendo impegnati nell’offensiva. Io mi chiedo: perché allora non l’hanno fatto prima? Sono anni che aspettiamo. Se in sei settimane il governo ritiene di sconfiggere Boko Haram perché hanno atteso tanto tempo? La settimana scorsa ho incontrato i responsabili delle forze armate 13 Africa nigeriane e mi hanno assicurato che era tutto pronto e che c’erano uomini a sufficienza per proteggere tutto il paese durante le elezioni». Come mai il governo non ce la fa a combattere questi terroristi? «Una delle ragioni principali è la corruzione. Sono stati stanziati migliaia e migliaia di dollari per comprare armi contro i Boko Haram e sono spariti tra i politici e i capoccia dell’esercito. Se ci fosse più onestà e meno corruzione, sarebbe più facile sconfiggerli. I soldati governativi hanno fame, non gli pagano i salari. Mentre Boko Haram tratta bene i propri soldati. La corruzione è una piaga. Quando si arriva a questo livello c’è sempre una grande opacità. L’unica cosa che sappiamo è che malgrado i soldi stanziati il problema rimane tale e quale, c’è qualcosa che non torna». cristiani e musulmani. Ci sono tanti che si sforzano di essere onesti in mezzo al dilagare della corruzione e queste persone si trovano sia tra i cristiani che tra i musulmani». Che significa per la Nigeria avere un papa come Francesco che ha messo al primo posto il Sud del mondo? «Francesco sta proseguendo nell’atteggiamento di apertura che abbiamo visto in San Giovanni Paolo II. Un atteggiamento fatto di grande fiducia verso la nostra chiesa e verso noi pastori. Per noi è molto incoraggiante. In Africa ci sono tante contraddizioni. Da un lato, abbiamo moltissime difficoltà, corruzione, violenza, malattie, povertà, dall’altra c’è una fede molto vivace, fatta di gioia, musica e danza, vocazioni in crescita. La Nigeria è uno dei Paesi più religiosi del mondo ma secondo Transparency International è anche il più corrotto. Si tratta di una contraddizione enorme, da conciliare». 14 I cristiani nel dilagare di questa corruzione hanno colpe? «Mi spiace dire che su questo in Nigeria non c’è differenza tra Apicoltura e produzione di miele ST. THERESA CENTRE FOR HANDICAPPED, un progetto in collaborazione con il Centro Missionario Guanelliano. Obiettivi del progetto Produzione e vendita di miele per l’auto sostentamento per la vita ordinaria del St. Theresa Centre di Abor (Ghana). Gestione del Progetto Il progetto sarà supervisionato dal Superiore della Comunità guanelliana in Abor e coordinato da un tecnico agrario per la start-up progettuale e la sua realizzazione. Luogo di svolgimento del progetto L’azienda agricola, situata nella località di Awata, a due chilometri dal St. Theresa Center, ha iniziato la propria attività con la messa in funzione di 25 arnie di legno. Col tempo dieci alveari sono stati compromessi dalle termiti e ad oggi quindi la capacità di produzione di miele si è ridotta notevolmente. Si è passati, quindi, da una capacità di 500 litri di miele prodotti, ad una produzione che raggiunge a fatica i 100 litri. Azione Installazione di 50 arnie per la produzione del miele, con conseguente aumento della capacità produttiva COSTO DEL PROGETTO: €3.500 15 di Giacomo Manfredi Asia I Guanelliani da 26 anni nella baraccopoli di Manila di Fratel Mauro Cecchinato L ’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Francesco e la sua recente visita nelle Filippine ci hanno fatto gustare: “la gioia di essere Chiesa e l’entusiasmo rinnovato di andare incontro all’uomo”. Come Comunità guanelliana percepiamo forte questo invito a vivere con nuova freschezza la storia della Chiesa - che don Guanella sentiva casa, famiglia, madre - dove tutti sono discepoli e tutti inviati, condividendo la varietà dei carismi per costruire insieme il regno di Dio. Andare alle periferie, questo audace uscire fuori da sé per evangelizzare i popoli, è una spinta e chiamata a non fermarsi al bene che si fa dentro casa propria, ma invito ad irradiare l’amore per la vita e la carità dentro il territorio in cui siamo presenti. è l’esperienza che viviamo con forza in particolare nelle Filippine, dove poveri tra i poveri siamo chiamati ad andare in cerca degli ultimi: immergersi tra i poveri come conseguenza del quotidiano necessario immergersi nella preghiera che per Papa Francesco significa: ”sostare sulle pagine del Vangelo e leggerlo con il cuore”. Noi Guanelliani ci sentiamo in sintonia con il Papa in questa passione per i poveri, rinnovata a partire dalla tenerezza di Dio Padre per loro, la presenza costante accanto a chi vive e porta le croci più grandi. Vivo è in noi l’invito a rinnovare l’impegno al dialogo con tutti. Sperimentiamo quotidianamente e personalmente in particolar modo nelle Filippine (e nei paesi asiatici dove siamo presenti, India e Vietnam) questa difficoltà a costruire ponti, ma il dialogo è essenziale sia per la convivenza pacifica che per la promozione di ogni singola persona. 16 Da 26 anni i Guanelliani vivono nella baraccopoli di Manila, dove i Servi della Carità hanno costruito accanto alla “Casa madre” (che è ora casa di Formazione per i giovani aspiranti e postulanti alla vita religiosa) un Centro pastorale per sostenere bambini denutriti e offrire assistenza scolastica, un centro per 21 bambini disabili abbandonati, un centro diurno per disabili, con servizi di fisioterapia ed idroterapia, housing project per 16 famiglie in difficoltà, (piccole unità abitative per famiglie in gravi difficoltà. Nessuna vendita, nè affitto: solo accoglienza targata Provvidenza). E poi ancora ambulatorio con medico, laboratori di terapia occupazionale, spazi di aggregazione ed animazione per giovani. Inoltre la nostra attività pastorale si estende all’interno degli “squatters”, della baraccopoli, con programmi di catechesi per bambini, giovani, adulti e la visita frequente agli anziani ammalati per portare conforto e i sacramenti. Inoltre l’attenzione alle famiglie più povere fatta di dialogo e di aiuto concreto (alimenti, vestiario,.....). Un’altra nostra Comunità si trova a Legazpi. La casa svolge attività di discernimento vocazionale ed è sede del noviziato, scuola speciale per 48 bimbi autistici, fisioterapia, residenza per 12 disabili abbandonati, spazio di incontro per giovani. Offriamo anche un servizio pastorale nelle carceri, pastorale per ammalati e disabili. Oggi dopo 26 anni la grande “tenda della Carità dell’Opera don Guanella” si è consolidata, ma tanto c’è ancora da fare. Diceva don Guanella : “Fermarsi non si puo’ fin tanto che ci sono poveri da soccorrere e bisogni a cui provvedere”. Un papà che abita nella nostra struttura dello housing project mi ha fatto questa confidenza dopo la visita del Papa. “Non potrò mai dimenticare il miracolo della carità che ha ridato dignità a me e alla mia famiglia. La visita del Santo Padre è per noi tutti di consolazione e conforto ed invito a non perdere mai la speranza e condividere quel poco che ciascuno ha”. Per quanto riguarda i progetti di microrealizzazione sarebbe nostro desiderio creare un piccolo deposito farmaceutico per la distribuzione dei farmaci ai poveri che abitano nella baraccopoli. Abbiamo lo spazio ma ci mancano i contributi per l’acquisto dei farmaci (nelle Filippine i prezzi dei farmaci sono esagerati e tante famiglie non possono permettersi di acquistarli). Non poter accedere ai servizi sanitari, non avere la possibilità di acquistare i farmaci contribuisce ad appensantire le condizioni di vita di tante persone, specialmente bambini e anziani. La povertà sanitaria è una delle tante che avanzano nella società filippina. 17 Asia Volontariato internazionale in India Ecco il racconto di due volontarie R ieccomi qua! Finalmente sono arrivata a casa. Vatluru, non avrei mai pensato di ritornarci per la seconda volta in un anno e a distanza di soli quattro mesi dalla mia prima esperienza estiva. L’accoglienza per me e Chiara è calorosa come sempre, sorrisi e abbracci a suon di tamburi ci aspettano presso la Boy’s Home Guanella Karunalaya di Vatluru, un villaggio dello stato dell’ Andhra Pradhes in India. Un’atmosfera magica, la chiesa addobbata a festa con mille luci colorate ci riempie gli occhi e il cuore di gioia. La felicità è così tanta che la stanchezza per il lungo viaggio svanisce in un attimo, ci lanciamo nelle danze, veniamo travolte da migliaia di disegni meravigliosi e un visetto vispo fa capolino tra gli altri, é il mio fratellino David che mi adorna il collo con una collana di fiori. Salutati tutti, i padri e le cuoche della di Giulia e Chiara Boy’s Home (ormai le nostre mamme) siamo pronte a vivere a pieno quindici giorni di totale felicità. Fortunatamente ci sono le “holidays”, le vacanze natalizie che ci permettono di trascorrere molto tempo con i ragazzi: le lunghe passeggiate, i giochi, provare a canticchiare le loro canzoni preferite, le feste e le danze hanno colorato le nostre giornate. Condividere a pieno ogni momento della loro quotidianità, condividere con loro risate e problemi ci ha riempito di una nuova vitalità, una vitalità che ti fa alzare presto al mattino per l’impazienza di vivere la giornata che sta per iniziare. Anche se dall’altra parte del mondo, Olga e Carolina (le ragazze con le quali ho condiviso l’esperienza estiva) hanno fatto sentire la loro dolce presenza: per ogni ragazzo della Boy’s Home hanno scritto una letterina (in telugo! sono straordinarie!) che un goffo e buffo Babbo Natale ha consegnato il 25 Dicembre. Hanno 18 regalato un sorriso anche ai 25 dolci anziani che ogni giorno condividono il pranzo e i momenti di preghiera: ognuno di loro ha ricevuto un rosario, regalo che è stato apprezzato da tutta la comunità. Il loro amore ha lasciato una traccia indelebile nei cuori di tutti e anche nel mio. La tecnologia ci ha aiutato ad accorciare le distanze: i bimbi del villaggio e i ragazzi della Boy’s Home sono stati ben lieti di realizzare foto e video di auguri per Olga e Carolina e la risposta da Roma non è tardata ad arrivare per la gioia di tutti. La verve e la vitalità di Chiara ricca di iniziative e sempre pronta ad aiutare ha reso straordinario ogni momento; non potevo chiedere una compagna di viaggio migliore, ormai un’amica. Abbiamo organizzato tante uscite divertenti sotto la guida dei padri che ci hanno aiutato a rendere tutto possibile. Con i ragazzi siamo andati al cinema, un’occasione anche di interscambio culturale. Infatti è stato divertente vedere le loro facce stupite quando abbiamo raccontato che nei nostri cinema si sta in silenzio a differenza dei cinema indiani dove gli spettatori sono attivi partecipanti del film: esultanze, ovazioni e fischi riecheggiavano nella sala quando compariva sul grande schermo l’attore protagonista. Una giornata indimenticabile è stata la gita al mare, alcuni dei ragazzi non lo avevano mai visto e vedere nei loro occhi lo stupore e la meraviglia mi ha emozionato tantissimo. Da questo 2015 appena iniziato non potevo chiedere di meglio, questo è stato il Capodanno più bello della mia vita. Immersa in una cultura e in un’atmosfera suggestiva, tutti raccolti in preghiera abbiamo accolto il nuovo anno in un’esplosione di colori e di festa. Porterò per sempre nel mio cuore i sorrisi dei bambini, l’amore e la generosità di tutta la comunità di Vatluru, l’allegria dei ragazzi del seminario di Koppaka e la bontà dei padri Peter Sebastian, Shantham, John Peter, Joseph Peter, Sunil e Brother Jeya Raj. Non potrò mai dimenticare le lunghe chiacchierate con le ragazze del villaggio, in particolar modo con Sawpna, Kanakamma, Lucy, Mounica e Bharathy con le quali abbiamo stretto un forte legame. Come delle sorelle ci siamo confrontate, ci siamo divertite a truccarci a vicenda, ci hanno dipinto le mani con l’hennè, ci hanno aiutato ad indossare il Sari (l’abito tipico indiano per le 19 Asia donne), siamo andate a fare shopping nei bazar indiani e mi hanno insegnato nuovi passi di danza, insomma complicità femminile al 100%. Il 23 dicembre quando sono partita dall’Italia ho lasciato il mio piccolo paese Mola di Bari in un clima di sconforto e malinconia, per via della crisi nessuno aveva l’entusiasmo e la voglia di celebrare il Natale. Penso che la crisi di cui si sta parlando negli ultimi tempi e in cui siamo malgrado sprofondati sia una crisi di valori oltre che economica, tanto che la festività più attesa dell’anno ha dimenticato le sue radici. Sono arrivata a Vatluru e ho ritrovato il vero significato del Natale, qui nessuno ha dimenticato cosa rappresenta veramente questa festa: nel giorno del Natale ricorre la nascita di Gesù Cristo. Qui la gente nonostante la fatica, i limiti e i problemi che la vita pone sul loro cammino, nonostante non abbiano diritto a un “cenone di Natale” e a tutti gli agi di cui noi godiamo, non hanno perso la fede, la gioia e la voglia di celebrare il Santo Natale. Io quest’anno la felicità non l’ho trovata dentro un pacco regalo, ma l’ho trovata nell’abbraccio delle persone a me più care a Vatluru. GIULIA ACQUAVIA H o voglia di raccontarvi una storia piena di sorrisi, colori, danze ed ospitalità, ma anche di piedi scalzi, vestiti strappati e pasti a base di riso, insomma, povera di cose materiali ma ricca di affetto e generosità. Canti, tamburi, luci e disegni hanno colorato il nostro arrivo il giorno di Natale. Quanta gioia nei volti dei bambini, quanta voglia di vivere e condividere con noi questi giorni di festa! Avete presente quando sentiamo parlare di “magia del Natale”? Ecco io ho avuto la fortuna di scoprirne il significato tra questa gente; ho imparato che non c’è niente di più magico di dedicarsi agli altri, a custodire coloro che si sentono soli, ho imparato che quando si parte per un’esperienza del genere è molto più quello che si riceve di quello che si dà e che ciò che importa non è fare molto, ma mettere molto amore in ciò che si fa. 20 Vi è mai capitato di voler dare maggior valore alla vostra vita? Vi assicuro che per riuscire a farlo dobbiamo imparare a dare valore alla vita degli altri e non c’è modo migliore per farlo di quello di avere cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, degli anziani e di coloro che sono più fragili. Lungo il sentiero della mia vita mi è capitato di incontrare tante persone; le più belle sono forse quelle che hanno conosciuto la delusione, l’abbandono e la povertà. Sono persone che hanno molto da dare, soprattutto amore sincero e rispetto verso la vita; le belle persone sono queste, indossano vestiti semplici ed hanno un cuore immenso. “Le persone felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno”. La mia esperienza, da quando sono partita la prima volta nell’estate 2013 non è mai finita; sono sempre in contatto con i ragazzi, ci inviamo foto e ci scambiamo pensieri e preghiere ogni giorno. L’amore tra di noi non conosce distanze, siamo sempre vicini perché l’uomo è dove è il suo cuore, non dove è il suo corpo. Vorrei ringraziare coloro che mi hanno dato la possibilità di intraprendere questa esperienza: l’ASCI Don Guanella, che da più di vent’anni si occupa con passione e dedizione ai più bisognosi alla luce del carisma guanelliano e tutti coloro che hanno contribuito a rendere speciale quest’esperienza: ai bambini e ai ragazzi con i quali non c’è mai stato bisogno di parlare una lingua comune per esprimere i nostri sentimenti, al mio fratello preferito Suresh e alla sua famiglia, che mi hanno regalato una giornata indimenticabile, accogliendoci nella loro abitazione e facendoci sentire a casa, a Fratel Jeya Ray, il nostro punto di riferimento, che ha messo da parte la timidezza, regalandoci tantissimi sorrisi, alla mia compagna di viaggio Giulia, senza la quale quest’esperienza non sarebbe potuta essere la stessa. Non è facile raccontare a parole ciò che si vive in un’esperienza del genere; per questo invito chiunque sia interessato, a partire con noi: non ci sarà più il bisogno di aggiungere niente. Noi torneremo presto, perché la felicità è il posto dove si ha sempre voglia di tornare. CHIARA INDINO 21 America Latina ILSan DOMO della nuova parrocchia Luigi Guanella di Amozoc (Messico) incomincia il suo servizio I nizia la quaresima e il DOMO (una struttura metallica coperta, di solito in Messico si riferisce a un tendone) ci aspettava, incompiuto, senza mura laterali, senza porte né finestre, con il palcoscenico di cemento ancora fresco, ma desideroso di accogliere la sua gente per costruire quella casa (in latino DOMUS) aperta a tutti, dove ci vogliamo sentire famiglia di Dio. La partenza è stata lo scorso sabato 21 febbraio 2015 con un incontro di preghiera, riflessione e analisi della situazione del nostro territorio parrocchiale e dei problemi più importanti che abbiamo. Riassumo il lavoro dei gruppi: maschilismo, violenza intra di Don Andres Garcia famigliare, mancanza di servizi basici come l’acqua, l’educazione, l’attenzione sanitaria, etc., alcoolismo e degradazione, indifferenza, individualismo e disunione, destrutturazione e conflitti famigliari, infedeltà, mancanza di fede, tradizionalismi, paure, discriminazione, povertà, etc. E ci chiedevamo cosa possiamo fare, rispondendo all’appello di Papa Francesco nel suo messaggio di Quaresima, in modo che la nostra parrocchia sia “un’isola di misericordia in mezzo al mare dell’indifferenza”. La sfida ci sembrava difficile ma non impossibile. I gruppi di lavoro indicavano la strada 22 incominciando dalla sensibilizzazione delle persone, passando attraverso il dialogo, la partecipazione, la formazione, l’evangelizzazione, la preghiera, per arrivare alla solidarietà, la carità e la denuncia cercando di camminare uniti. Concludevamo il nostro meeting con l’impegno di trovarci ancora, di sensibilizzare e invitare altre persone e, soprattutto, di predicare con l’esempio. Il giorno dopo, domenica 23, il DOMO si è riempito di luce, di viola, di preghiera e di festa. Le 300 sedie di plastica, donate dalla gente dalla parrocchia, una a una, hanno accolto con gioia i bambini della prima comunione, della cresima e le loro famiglie. Al ritmo della nostra canzone guanelliana: “Siamo una famiglia” abbiamo celebrato la prima eucarestia. Altre due messe, con il battesimo di 22 bambini, hanno segnato questo giorno di festa e di Dio, del nostro DOMO e della nostra parrocchia. A dire il vero, il primo servizio che ha offerto il DOMO è stato quello della distribuzione degli aiuti quindicinali a 156 famiglie bisognose della nostra parrocchia. Siamo contenti, che il DOMO sia, anzitutto, un luogo di carità. Il cuore di una parrocchia guanelliana e samaritana come la nostra, non può essere altro che il servizio, offrendo PANE E SIGNORE, come viene espresso molto bene nel nostro logo parrocchiale: un cuore in forma di G di “Guanelliano” e nella base il celebre motto di Don Guanella. Un grazie di cuore a coloro che hanno fatto possibile la costruzione del DOMO, specialmente a l’ASCI, PUENTES ONG, la Prokura della Germania e la Provincia nostra Signora di Guadalupe. Vi anticipo che il nostro DOMO sarà testimone durante le vacanze estive (15 luglio-15 agosto) di campeggi settimanali per bambini e ragazzi. Una esperienza iniziata già l’anno scorso e sovvenzionata dalla ONGD PUENTES di Spagna. Un grazie di cuore a loro. Sono invitati volontari che vogliano condividere con noi … Già l’anno scorso ce n’erano della Spagna, dell’Italia e degli Stati Uniti. 23 Italia Oratorio “San Luigi Guanella” Messina di Andrea Fria e Francesco Arena A bbiamo iniziato la nostra avventura dopo l’inaugurazione del campetto di calcio a 5 intitolato a San Luigi Guanella. Si tratta del campetto attiguo all’Oratorio, inaugurato il 23 ottobre 2014, e subito nominato “campetto dei monelli”. Siamo a Fondo Fucile, quartiere della periferia Sud di Messina, un quartiere dove ancora esistono le cosiddette “baracche”, in cui vivono i nostri “monelli”. I nostri ragazzi passano le loro giornate in strada, si divertono con giochi che spesso ledono la incolumità della gente, compiono piccoli gesti vandalici e, cosa più grave, non frequentano la scuola regolarmente. La dispersione scolastica di questo quartiere supera la media regionale (proprio così) con il conseguente rischio di intraprendere la via della delinquenza. Noi ci siamo posti l’obiettivo, attraverso lo sport, di creare un punto di riferimento nell’Oratorio San Luigi Guanella e di aggregazione con il campetto. Abbiamo ragazzi che vengono anche dai quartieri limitrofi. Il calcio li attira, ma soprattutto sono richiamati dal fatto che qualcuno possa interessarsi a loro, stia in mezzo 24 a loro come adulti, come presenza educativa. Noi infatti ci occupiamo di loro, li seguiamo negli allenamenti, organizziamo per loro dei tornei interparrocchiali, manteniamo i contatti con il doposcuola che fanno in Oratorio. Abbiamo cominciato con lo stare con loro, abbiamo poi prestato ascolto alle loro storie. È un compito non facile: non ci mancano difficoltà ed insuccessi, scoraggiamenti e delusioni. Vorremmo vedere i frutti del nostro lavoro, ma la maturazione è lenta e la gratificazione lontana. Un piccolo passo in avanti è stato fatto nel rispetto del luogo dove giocano. Mantengono il campo pulito e quando è necessario, armati di attrezzi e bidoni, puliscono il campetto e l’area adiacente. Ma spesso riscontriamo involuzioni, a volte registriamo litigi, sassaiole, linguaggi scurrili, dispetti gratuiti verso persone e verso cose. Ci troviamo di fronte a ragazzi allo sbando, abituati a fare ciò che vogliono, senza regole e rispetto per il prossimo. Noi proviamo ad educarli al rispetto delle regole, alla cura dell’ambiente, alle buone maniere, all’obbedienza agli educatori. Ci sforziamo di impartire una formazione umana. Ce la mettiamo tutta con la nostra buona volontà e con le buone forze; poi “è Dio che fa”. Magari i frutti si vedranno fra qualche anno perché il lavoro di educazione e prevenzione è lungo e faticoso e segue “le vie del cuore”, ma seguendo gli insegnamenti di San Luigi Guanella, sappiamo che “fermarsi non si può.” Con questa fiducia continuiamo a lavorare e sperare. 25 Italia XV Giornata Nazionale del Banco Farmaceutico di Giacomo Manfredi e Marco Vendramin ASCI don Guanella in prima linea per la raccolta dei medicinali l giorno 14 febbraio 2015 la nostra Associazione ha partecipato alla XV giornata nazionale del Banco Farmaceutico, alla quale aderiscono molte farmacie, anche nella città di Como. Il Banco Farmaceutico consente, agli enti caritatevoli e di sussistenza, a varie realtà in difficoltà sul territorio nazionale, di raccogliere medicine al fine di dare sollievo ed aiuto con farmaci da banco utili alle primarie necessità, siano queste di carattere infiammatorio, raffreddore, tosse, mal di gola, così come, in minima parte, ai disturbi all’apparato gastroenterico. I L’Ambulatorio Santa Luisa di Via Rezia, che come ASCI don Guanella gestiamo in collaborazione con le suore di San Vincenzo de Paoli e 17 medici di base e specialistici che offrono gratuitamente il loro servizio con più di 1000 prestazioni all’anno a persone senza dimora, ha avuto il sostegno di due farmacie che hanno aderito alla giornata del farmaco: la Farmacia Arienti di via Milano e la Farmacia Bani di via Giovio, con un totale di 342 farmaci raccolti. Ringraziamo di cuore i volontari che hanno svolto il loro servizio nelle due farmacie sopracitate nell’esporre il fine dell’iniziativa ed anche nel presentare ciò che l’ambulatorio rappresenta all’interno della realtà cittadina e non solo. Difatti l’ambulatorio oramai rappresenta un punto fermo per chi si trova in situazione di difficoltà non solo nella città e nella provincia, ma si spinge anche nel dare assistenza a chi dalle varie regioni italiane si ritrovano a Como in cerca di un futuro migliore dal punto di vista lavorativo e che necessitano di cure sanitarie che il Sistema Sanitario Nazionale non garantisce loro. 26 Un grazie a tutti, ci vediamo alla XVI Giornata Nazionale del Farmaco nel 2016. Progetto famiglia Massa Pinto C ari lettori, qui di seguito pubblichiamo due lettere che la famiglia Massa Pinto ha inviato all’associazione raccontandoci della loro esperienza. In questi mesi la famiglia si è allargata, è nato il piccolo Nikolas e tutta ASCI Don Guanella è felice di fare i migliori auguri per la nuova nascita a Simone e Clara e ai fratellini Francesco e Noemi. 20 Dicembre 2014 Questo tempo per noi come famiglia missionaria é stato anche un tempo di attesa per la nascita del terzo bimbo. Ci piace pensare che abbiamo vissuto alcune preoccupazioni di Maria e Giuseppe nell’avvicinarsi alla nascita del loro pargoletto misterioso, Gesú bambino. L’attesa, il cercare il luogo, il voler organizzare tutto pensando a tutto e poi cedere sconfitti poiché non rimane solo che l’affidarsi a qualcuno piú grande di te, dove non trovi risposte se non che siamo in mano Sua. In questa nostra gioia di essere genitori un’altra volta, è arrivata la notizia che ad una delle famiglie che vivono nel quartiere hanno sequestrato la figlia di 13 anni. è sparita e i famigliari la stanno cercando disperatamente. Qui in Messico la sparizione delle persone, soprattutto di minori per il mercato di organi e la tratta sessuale, o semplicemente per riscatto, è frequente ed è una piaga sociale che genera diffidenza e paura. In questo periodo “Navideño”, un’altra vena aperta del Messico, ma di cui nessuno parla sono i 43 studenti “desaparecidos”. Questi studenti si mormora che siano stati sequestrati da militari e fatti sparire dai narcos, per ordine del governo. La motivazione è un puro disaccordo e critica al governo attuale. Il Messico ha già vissuto un’esperienza simile nel 1968 quando furono uccisi 300 studenti manifestanti dopo un corteo in piazza. In quel momento storico le manifestazioni risvegliavano la gente. Lavoratori, studenti e professori, marciavano e urlavano gli stessi cori. La situazione di allora oggi è la stessa. Manifestare significa criticare e affermare di non essere d’accordo con la situazione in cui ci si trova. Il rischio, nonostante i tentativi di addormentare e fagocitare le coscienze tramite i media, è che improvvisamente i cittadini si rendano conto delle proprie condizioni di vita di insicurezza sociale e si riversino nelle strade. Chiaro, qui in Messico, a Cittá del Messico, manifestare significa creare disagi, soprattutto per il traffico in una città già congestionata dalle auto e questo significa ordine pubblico con cui il governo giustifica l’intervento della forza e della violenza. 27 Missionariato Laico “Sembramos formacion prevencion y solidaridad Guanelliana” Missionariato Laico 15 Marzo 2015 In questo momento inizia per noi un cammino di riflessione dato dal volgere a termine del progetto. A luglio si rientra, con qualche paura è vero però anche con tanto entusiasmo per continuare a coltivare la missionarietà oramai parte di noi! La famiglia si è allargata ed il piccolo Nikolás è nato il 13 gennaio con un parto cesareo. A Clara han detto che è vecchia ed era meglio non correre rischi, poi aveva i muscoli addominali non sviluppati, che sarebbe stato doloroso e cose cosí. Comunque tutto è andato bene. Alle 10.55 ho sentito il pianto del bambino e mi sono rilassato. Ho avuto modo di vedere subito Clara ed assistere il bimbo già nei suoi primi momenti di vita. Volevamo condividere con voi un po’ il percorso che abbiamo fatto qui raccontando l’evoluzione dell’esperienza. Come ben sapete siamo in Messico, a Cittá del Messico. Siamo arrivati nel novembre 2012 in questa struttura chiamata Centro sociale San Luigi Guanella. Siamo arrivati con tante aspettative di condivisione e comunione con la gente, pensando di incontrare e rispondere a necessità di povertà primarie. Siamo arrivati in una struttura posta in un quartiere periferico della città, sovrappopolato, dove le relazioni si misurano con l‘attenzione a non farsi fregare. Violenza, criminilità e prepotenza si mescolano nella vita quotidiana fatta oramai di abitudine e di indifferenza. Qui vige la legge del più forte. Di conseguenza il nostro stare qui si è trasformato con il tempo e con la fatica nel creare e instaurare relazioni trasparenti e di fiducia. Come in molti paesi di missione, il Messico nonostante il suo governo si dichiari laico, è uno dei paesi con la piú alta percentuale di cattolici. La religione popolare con le sue tradizioni e costumi la fa da padrona e il sacerdote qui riveste ancora di quella luce mistica, risolutore delle ansie terrene. Questo comporta che le attività e l’animazione pastorale siano legate alla presenza e alla relazione che si crea con la gente. Relazione basata sulla vicinanza e sull’ascolto dei problemi che le persone affrontano quotidianamente. Parlare alla gente, toccando i problemi con parole conosciute e semplici, risulta essere una formula dirompente, ma purtroppo la chiesa locale si perde poichè troppa impegnata a celebrare messe e sacramenti. La finalità del progetto iniziato nel 2012 come famiglia missionaria guanelliana è stata quella di rispondere con differenti attività alle necessità della gente del quartiere valorizzando le strutture del centro sociale “ San Luis Guanella”, affinchè continui ad essere luogo di riferimento, proponendo attività di prevenzione al disagio sociale. Le modalità messe in atto per gestire il progetto hanno portato una maggiore partecipazione comunitaria alle proposte del Centro Sociale. Il progetto si è sviluppato proponendo le attività e servizi sopra descritti ed 28 ha avvicinato i partecipanti alla realtà del Centro, con i quali si è proseguito percorsi di gruppo di mutuo aiuto, con sostegno reciproco e sociale, con momenti di incontro come cene sociali e altri eventi. Per la creazione e messa in opera del progetto è stato necessario creare un’équipe di lavoro che ha dato le linee guida a livello decisionale, amministrativo, organizzativo e valoriale. Il progetto si è posto l’obiettivo di poter creare fondi affinché sia auto sostenibile nel futuro e non dipendere principalmente da finanziamenti esterni. La principale attività individuata per raggiungere tale obiettivo, è quella legata al Centro sportivo ed in particolare ai tornei di football rapido, che apportano la maggior entrata di risorse economiche ed umane al Centro Sociale. In questo periodo si è concluso il primo torneo del Centro sportivo San Luis Guanella che ha per motto “JUEGA LIMPIO PARA CRECER”, ovvero gioca pulito per crescere. Motto importante poichè, ad esempio, pur di vincere alcuni responsabili delle squadre giovanili hanno falsificato i documenti di nascita facendo partecipare bambini più grandi della categoria. Quando ci siamo resi conto e verificato, i delegati delle squadre si sono offesi e arrabbiati giustificandosi che tutti lo fanno. Importante quindi, dare un segno delle finalità delle attività che si stanno proponendo. Possiamo affermare, che a parte le incomprensioni iniziali e la mancanza di esperienza da parte nostra, si è avuta una buona partecipazione al torneo nelle varie categorie femminile e maschile, giovanili e infantili, con 52 squadre iscritte. Parallelamente allo sport, una delle necessità a cui il progetto ha dato priorità è stata la creazione del doposcuola. Abbiamo compreso che le politiche del governo mirano a mantenere la gente ad un basso livello di studio poiché è facilmente influenzabile. L’esempio lo tocchiamo quotidianamente nel doposcuola attivato nel 2013. Abbiamo bambini di quinta elementare con grosse difficoltà a contare e a leggere. Ora nel Centro è attivo un doposcuola, in un quartiere popolare a prezzi caritatevoli, senza chiedere una quota economicamente eccessiva, ma simbolica, che cerca di supplire ad una scuola che non funziona come dovrebbe. Ci hanno spiegato che i minori non hanno l’obbligo di andare a scuola e quelli che ci vanno indipendemente dalle valutazioni non vengono bocciati. Di conseguenza i genitori non hanno nessuna motivazione o obbligo a stimolare e seguire i propri figli da un punto di vista scolastico e solo chi ha mezzi economici puó aspirare a scuole decenti. Il progetto ha raggiunto con le sue proposte una media di 600 persone come destinatari diretti che hanno partecipato settimanalmente ai laboratori e alla formazione offerti dal Centro Sociale San Luigi Guanella con la ristrutturazione dell’area ricreativa, costituita dal campo sportivo e dalle aule in lamiera in disuso da anni e la creazione di un ufficio per il cordinamento del progetto. Questo ha permesso di salvaguardare il materiale necessario per lo svolgimento delle attività dalle intemperie e ha rimesso in funzione gli impianti sanitari ed elettrici. L’intervento nel campo sportivo ha permesso l’inizio dei tornei di calcio, organizzati direttamente dal Centro Sociale. Il primo intervento è stato possibile grazie al finanziamento da parte di A.S.C.I. don Guanella Onlus che ha permesso l’avvio di tutto questo. Il progetto prevedeva che con l’avvio delle attività sopra descritte, con l’organizzazione diretta dei tornei, dei laboratori e degli incontri di formazione si favorisse la relazione diretta con la 29 Missionariato Laico gente, necessaria per promuovere le finalità ed i valori che sostengono il progetto stesso. L’insieme di questa attività ha generato le risorse economiche ed umane necessarie per il proprio sostentamento e successivo sviluppo. Le attività sociali iniziate si sono consolidate. Non tanto nei numeri dei partecipanti, ma nella gente che gestisce direttamente i laboratori e aiuta a organizzare. Mensilmente ci si incontra per la formazione al carisma guanelliano. Sono i maestri quelli che devono “puzzare” di carisma. I maestri che organizzano i vari corsi sono figure importanti poiché si relazionano direttamente con le mamme, i bambini, i giovani e le famiglie. A chi collabora nel Centro Sociale San Luigi Guanella, chiediamo di entrare con un’attitudine al mettersi in gioco, al confronto e alla formazione. La proposta che facciamo è chiara e aperta a tutti, ben precisa e semplice, ma con la formazione e gli incontri la gente sceglie se seguire o meno il processo. In questo momento il progetto, in fase di revisione e valutazione e per la sua continuità, ha proposto per il futuro della struttura una soluzione lineare e coerente con il carisma, ovvero che i cooperatori guanelliani possano essere protagonisti della gestione diretta del Centro Sociale San Luigi Guanella, indipendentemente dalla presenza del sacerdote. Chi meglio dei cooperatori locali potrebbe garantire il futuro e la presenza, se poi seguiti da un personaggio del calibro di P. Cosme? Sembra di avere scoperto l’acqua calda ma vi garantiamo che non è così. I cooperatori guanelliani locali, seppur presenti e protagonisti nell’opera guanelliana messicana, hanno una sfida molto grande davanti a loro poiché dovranno assumere un ruolo di gestione di una struttura guanelliana. Finite le scuole dei piccoli Francesco e Noemi rientriamo a casa, sicuramente con qualche paura ma anche con tanta voglia di rimetterci a disposizione. Le esperienze fatte ci permettono di poter partecipare ancora come volontari nei progetti di missione, non tanto come partenti ma come sostenitori. Sappiamo che dietro di noi vi è stato un gruppo che ci ha sostenuto e appoggiato. Questa esperienza missionaria in questi anni ci ha permesso di conoscere alcune persone che ci hanno appoggiato con il loro lavoro silenzioso all’interno dell’ associazione ASCI don Guanella Onlus. Alcuni di loro da lontano hanno saputo comprendere, ascoltare e sostenerci come famiglia. Ci siamo sentiti inviati da un gruppo e da una comunità anche come loro rappresentanti in terra straniera. La nostra consapevolezza è nel ritrovare al rientro un gruppo e di poterne far parte. La nostra esperienza all’interno della congregazione dei Servi della carità e dell’Associazione è stata una prima esperienza come famiglia missionaria guanelliana. Esperienza che ha posto interrogativi e riflessioni sul ruolo dei laici. Un saluto e a presto!!! 30