America latina. Un ponte lungo 15 anni

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America latina. Un ponte lungo 15 anni
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QUADERNI DI CASA AMERICA
anno•VIII numeri•2/3
ITALIA - AMERICA LATINA
UN PONTE
LUNGO QUINDICI ANNI
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QUADERNI DI CASA AMERICA
anno•VIII numeri•2/3
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Bernardino Osio, Piera Ponta, Miguel Ruiz-Cabañas, Victor Uckmar (vicepresidente), Stefano Zara
Coordinatrice delle attività: Carlotta Gualco
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Stampa: Essegraph Srl - Genova
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Hanno collaborato: Andrea Gualco, Alessandro Pagano ed Erika Norando
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Sommario
L’inizio
Editoriale
Roberto Speciale, presidente di Fondazione Casa America
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Casa America, sigo siendo
Carlotta Gualco, coordinatrice di Fondazione Casa America
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Perché Genova ha sostenuto la nascita di Fondazione Casa America?
Giuseppe Pericu, già Sindaco di Genova
16
Il ruolo dell’IILA e dell’Unione latina
di Bernardino Osio, ambasciatore
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Una sfida per Genova e l’Italia
Victor Uckmar, vicepresidente di Fondazione Casa America e professore emerito
di diritto tributario all’Università di Genova
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Economia e cultura, un binomio interpretato da Casa America
Anna Castellano, presidente Blue Media srl, già assessore del Comune di Genova
22
I primi passi
di Pier Luigi Crovetto, professore di letteratura e cultura spagnola
dell’Università di Genova
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Occasioni di conoscenza
Andrea Gualco, già segretario e tesoriere di Fondazione Casa America
27
Gli interlocutori istituzionali:
FCA, il Messico, l’America Latina
Miguel Ruiz-Cabañas Izquierdo, ambasciatore del Messico in Italia e presidente
dell’Istituto Italo-Latinoamericano
30
FCA e l’America Latina, 15 anni dopo
Mario Giro, sottosegretario agli Esteri con delega per l’America Latina
Donato Di Santo, coordinatore del Comitato consultivo
per le Conferenze Italia-America Latina
Giorgio Malfatti di Monte Tretto, segretario generale IILA
Felice Scauso - già ambasciatore d’Italia in Colombia e Messico
Fabio Porta - deputato eletto nella circoscrizione America del Sud
Anna Colombo - consigliere speciale, già segretaria generale del Gruppo
dei Socialisti e dei Democratici al Parlamento europeo
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Francesca D’Ulisse - responsabile America Latina Partito Democratico
Angelo Berlangieri - assessore alla cultura Regione Liguria
Giovanni Enrico Vesco - assessore alle politiche per l’immigrazione Regione Liguria
Marco Doria - Sindaco di Genova
Piero Fassino - Sindaco di Torino
Luigi Merlo - presidente dell’Autorità Portuale di Genova
Paolo Comanducci - rettore dell’Università di Genova
Alessandra Repetto - responsabile dell’ufficio Internazionalizzazione
presso la Camera di Commercio di Genova
Franco Danieli - già senatore e viceministro agli Esteri
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I coprotagonisti - testimonianze e proposte a FCA
Silvia Bottaro, presidente associazione “R. Aiolfi” di Savona
79
Guliana Calcani, professoressa di storia dell’archeologia dell’Università Roma Tre
81
Fabio Capocaccia, presidente del Centro Internazionale di Studi sull’Emigrazione Italiana
83
Giovanni Battista Costa, Costa Edutainment
85
Giuseppe Crippa, già deputato italiano e console della Bolivia a Bergamo
88
Graciela Del Pino, già presidente del Coordinamento Ligure Donne Latinoamericane
90
Federico Di Roberto, già ambasciatore d’Italia in Perù
91
Ferdinando Fasce, professore di storia contemporanea dell’Università di Genova
95
Edith Ferrari Tumay, presidente del Coordinamento Ligure Donne Latinoamericane
97
Annita Garibaldi Jallet, presidente dell’Associazione Nazionale Veterani
e Reduci Garibaldini
99
Maurizio Gidoni, già Confitarma
103
Anna Maria Lazzarino Del Grosso, già professoressa della Facoltà di Scienze Politiche
dell’Università di Genova
105
Adele Maiello, già professoressa alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Genova 108
Federico Massone, manager LPL Italia
111
Gian Giacomo Migone, già senatore e giornalista di Torino
113
Giuseppe Monsagrati, già professore di storia contemporanea
dell’Università La Sapienza di Roma
115
Michele Marsonet, preside della Scuola di Scienze Umanistiche - Università di Genova 117
Roberto Napolitano, presidente della Società economica di Chiavari
119
Sandro Pellegrini, storico
123
Giovanni Rainisio, già presidente del circolo “Manuel Belgrano” di Imperia
126
Giancarlo Rolla, professore di diritto costituzionale dell’Università di Genova
128
Eduardo Rozo-Acuña, già preside della facoltà di Giurisprudenza
dell’Università di Urbino
130
Carlo Secchi, direttore dell’ISLA e professore all’Università Bocconi di Milano
135
Francesco Surdich, già preside della Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università di Genova
137
Maddalena Tirabassi, direttore Centro Altreitalie di Torino
140
Giancarlo Torre, storico e collezionista di ex libris
141
Salvatore Vento, sociologo
143
Stefano Zara, già deputato del parlamento italiano e presidente Confindustria Genova 146
Chi ci ha lasciato:
Boris Biancheri, Clara Caselli, Franco Sborgi, Paolo Emilio Taviani
148
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Dall’America Latina - riflessioni e attività
Argentina
Miguel Angel De Marco, già presidente e membro dell’Accademia Nazionale
di Storia di Buenos Aires
155
Brasile
Edoardo Pollastri - presidente della Camera di Commercio italo-brasiliana di San Paolo 157
Cile
José Viera-Gallo, già deputato e senatore della Repubblica del Cile
161
Colombia
Enrico Maria Castaldo
163
Costa Rica
Francisco Rojas Aravena, rettore dell’Università della Pace di Costa Rica
165
Cuba
Ernesto Marziota, presidente del Comitato Gestore dell’Associazione Cuba Italia
“Miguel D’Estefano Pisani”
168
Ecuador
Esther Cuesta Santana, console generale dell’Ecuador a Genova
170
Messico
G. Daneri Hernendez, A.I. Gonzales-Ramella, A. Daneri-Navarro
172
Luis Alberto de la Garza, professore della Facoltà di Scienze politiche
dell’Università Nazionale Autonoma del Messico
175
Perù
Augusto Ferrero, avvocato, già ambasciatore del Perù in Italia e candidato
alla Vicepresidenza della Repubblica del Perù
177
Lino Panizza Richero, vescovo della diocesi di Carabayllo e Rettore
dell’Università “Sedes Sapientiae” di Lima
179
Luis Solari de la Fuente, preside della Facoltà di Medicina dell’Università
“Sedes Sapientiae” di Lima e già Primo Ministro della Repubblica del Perù
181
Repubblica Dominicana
Natacha Sanchez, console generale della Repubblica Dominicana a Milano
184
Marcio Veloz Maggiolo, scrittore e già ambasciatore della Repubblica Dominicana in Italia 185
Uruguay
Carlos Abin, scrittore e già ambasciatore dell’Uruguay in Italia
188
Venezuela
Tullio Cavalli, Camera di Commercio italo-venezuelana di Caracas
192
Artisti e personalità della cultura per l’America Latina
Davide Barilli, scrittore e giornalista
Eugenio Buonaccorsi, professore di Storia del teatro dell’Università di Genova
Renzo Calegari, cartoonist
Eduardo “Mono” Carrasco, muralista
Marco Cipolloni, professore di lingua spagnola delle università di Genova
e di Modena e Reggio Emilia ed esperto di cinema.
Massimiliano Damerini, musicista e concertista
Nanda Leonardini, professoressa di storia dell’arte
presso l’Università Nazionale Maggiore di San Marcos di Lima
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Raffaella Ponte, direttore del Museo del Risorgimento di Genova
Carlo Repetti, già direttore del Teatro Stabile di Genova
Raimondo Sirotti, pittore e già presidente dell’Accademia Ligustica di Belle Arti
214
216
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15 anni di diffusione delle lingue
Amina di Munno, presidente dell’associazione Amici di Casa America
Alejandrina Bolaños Zuniga, insegnante di lingua Quechua
221
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Opinioni di giornalisti e scrittori
Domenica Canchano, giornalista Secolo XIX
Marco Ferrari, giornalista e scrittore
Federico Guiglia, giornalista e presentatore TV
Silvana Palumbieri, Rai Teche
Renzo Parodi, giornalista Secolo XIX
Carlo Rognoni, già parlamentare italiano e consigliere d’amministrazione RAI
Teresa Tacchella, già giornalista TGR Liguria
Pietro Tarallo, giornalista e scrittore
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234
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240
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Fondazione Casa America e l’Acquario di Genova a Buenos Aires
243
Le attività di Fondazione Casa America - schede:
FCA e l’universo femminile. Tina Modotti e Frida Kahlo
FCA e le migrazioni
FCA e Cristoforo Colombo e Giuseppe Garibaldi
FCA e le mostre
I corsi di Lingue da maggio 2015
La rivista Quaderni di Casa America
Tutte le pubblicazioni di Fondazione Casa America
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L’ I N I Z I O
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Editoriale
ROBERTO SPECIALE
PRESIDENTE DI FONDAZIONE CASA AMERICA
E così abbiamo compiuto quindici anni
di attività con Fondazione Casa America. Sono tanti e sono pochi. Sono
molti per un’istituzione privata ma di
interesse pubblico che ha contato sulle
proprie forze (idee, persone, organizzazione) e che ha attraversato, con
grandissima difficoltà, la crisi economica e politica ancora in corso ma forse
in via di superamento. Il nostro conto
economico oggi è circa un decimo di
quello iniziale e nonostante questo, grazie all’impegno di molti e ad una certa
creatività, ridimensionando le ambizioni ma non la qualità delle iniziative,
abbiamo resistito (di questo si tratta)
aspettando e sperando in un ciclo più
favorevole. Qualche volta ci siamo sentiti come le foglie su un albero in autunno. Diciamo la verità: ci siamo inventati di tutto per continuare a
proporre un programma culturale accettabile, con umiltà ma senza rinunciare alla dignità. Abbiamo sentito però
sempre l’incitamento e il calore di
molte donne e uomini attorno alla Fondazione, come quando abbiamo inaugurato la nuova sede in via dei Giustiniani il 4 dicembre 2014. In quella
occasione ci hanno raggiunto più di
duecento persone, un numero grandioso che abbiamo avuto difficoltà a
contenere.
Era proprio questa la sfida iniziale: dimostrare a noi stessi che c’era uno spazio
che andava riempito per dar vita non a
una struttura burocratica, pilotata, protetta
e per questo impacciata ma ad una istituzione che potesse reggersi certo anche
sulla sensibilità istituzionale locale e nazionale ma anche sul consenso della co-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
munità, dei singoli, italiani e latinoamericani, degli esperti delle varie discipline
ma anche dei molti che hanno un solo
prezioso talento: la passione, la curiosità.
E francamente sono stupito anch’io, sfogliando la brochure di Fondazione Casa
America o guardando il suo sito, di
quante e quali iniziative siamo riusciti ad
organizzare in questi anni, di quante e
quali pubblicazioni abbiamo edito, di
quanti numeri della rivista Quaderni di
Casa America e di quanti corsi di formazione linguistica abbiamo attivato.
Era anche, lo confesso, una mia sfida
personale (a me stesso): dedicare le mie
energie, volontariamente come ho sempre fatto in questi quindici anni, ad
un’impresa nuova che non trovavo già
allestita, misurando me stesso, che nella
vita precedente avevo svolto altri compiti, in qualche caso notevolmente diversi. Non è stato per niente facile ma,
debbo dirlo, bellissimo. L’ambizione
era ed è di indicare una strada possibile
che possa essere percorsa da altri e di
lasciare sì una struttura ma, ancor più,
un’idea sulla quale continuare a costruire. Ho contagiato altri in questa
impresa e da loro sono stato contagiato:
donne ed uomini capaci e perbene (non
è così banale!) che hanno, volontariamente anche loro, prestato il loro talento e il loro tempo per costruire dal
niente un tempio laico in una foresta
non sempre amica.
Alla fine sono arrivati anche i riconoscimenti: la Regione Liguria nel novem-
bre 2009 ha formalmente riconosciuto
la Fondazione quale istituzione culturale
di interesse regionale, nel dicembre 2013
il ministero degli Esteri, alla presenza
del Presidente del Consiglio dei Ministri
Enrico Letta e del Ministro degli Esteri
Emma Bonino, ha dato alla Fondazione,
tramite la mia persona, un attestato solenne e pubblico, riservato a coloro che
hanno dedicato parte della loro vita al
rafforzamento delle relazioni Italia America Latina. È vero, a questo non
corrisponde un automatico e adeguato
sostegno economico che ovviamente
sarebbe stato e sarebbe gradito ma rimane il fatto, incancellabile.
Le tante persone che hanno scritto su
questo numero straordinario dei Quaderni di Casa America sono una parte
significativa di questa legione di costruttori ma non sono tutti: molti non
hanno potuto, alcuni non ci sono più,
altri non sono stati raggiunti o rintracciati ma so che li troveremo alle prossime tappe.
Quindici anni sono anche pochi però
per riuscire a consolidare un’esperienza
e per affrontare in modo maturo i compiti che ci vengono richiamati dal continente americano e dal suo rapporto
con l’Italia e l’Europa. Alcuni, molti
scrivono in questo numero della Rivista
di queste scadenze, ci incitano a fare di
più e meglio, ad imparare dai nostri errori e limiti, avanzano proposte interessanti. Sentiamo l’urgenza di questo
lavoro futuro e forse la limitatezza degli
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Ettore Antonini, Ricordi, 2009
strumenti a nostra disposizione. E però
intanto abbiamo costruito un ponte
lungo quindici anni tra l’Italia, la Liguria
e l’America Latina e più in generale le
Americhe, sul quale sono già passate
idee, persone, rapporti, amicizie, collaborazioni e che ora va, se riusciremo,
allargato e consolidato per cogliere meglio le novità, per intrecciare relazioni,
per costruire uno sviluppo sostenibile,
per valorizzare le diverse culture e metterle a disposizione di un futuro comune. L’America non è lontana, non
solo perché le comunicazioni oggi sono
più facili ma perché è in parte già dentro
di noi. Quando abbiamo iniziato, quindici e più anni fa, il continente americano non era quello che si presenta oggi
anche se speravamo che lo diventasse.
Oggi è quasi ovunque democrazia, ri-
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spetto crescente per l’ambiente e la natura, crescita economica e sociale, uscita
tendenziale dalla povertà estrema. Non
è tutto perfetto, è ovvio, ma ci dobbiamo confrontare con una realtà molto
più avanzata del recente passato.
L’America Latina non è più solo uno
studente che deve imparare dagli altri
e in particolare dagli europei ma è anche sempre più un’insegnante che ci fa
scuola. L’Italia, la Liguria hanno un interesse evidente a conoscere e a frequentare quei territori.
Eppure c’è una contraddizione inspiegabile e che non so proprio come si
possa affrontare. Infatti mentre diventa
sempre più chiaro che l’America Latina
è un continente in crescita (da tutti i
punti di vista) e che il nostro Paese ha
sempre più bisogno di internazionalizzazione anche in quella direzione, gli
enti e gli istituti internazionalistici si affievoliscono, diminuiscono o rischiano
l’asfissia e il pubblico, la politica non li
difendono sufficientemente. In questi
anni infatti in un panorama già di penuria alcuni di questi enti sono stati letteralmente cancellati; altri, come l’Istituto Italo-Latino Americano di Roma,
rischiano la sopravvivenza. E non parlo
di noi. Anche nel mondo delle imprese
c’è una situazione paradossale. È aumentata e molto la componente di
esportazione e in parte di investimenti
esteri e anche di presenza, in America
Latina, mentre è diminuita e drasticamente la sensibilità e l’attenzione delle
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
imprese verso gli enti internazionalistici
e culturali. Perché? Forse pensano che
sia più facile fare da soli, ognuno per
conto proprio, senza fare sistema e
senza uno sguardo lungo? O pensano
che ormai la situazione sia irreversibile
e la loro presenza non possa che crescere? Se fossero queste le spiegazioni
temo che ci troveremmo di fronte ad
un’evidente miopia perché quell’impostazione non consente di durare nel
tempo e non utilizza anche nell’immediato le sinergie possibili per ottenere i
migliori risultati. Per l’Italia poi sarebbe
una spiegazione tragica perché non
considera il fatto che uno dei nostri vantaggi competitivi anche dal punto di vista economico è proprio la storia, la cultura, la capacità di relazioni complessive:
se tutto questo non è attivato si compie
un errore strategico.
In questi quindici e più anni ho misurato anche la crescita, a Genova e in Liguria, di una maggiore consapevolezza
del fattore culturale, turistico, dell’importanza d’inserire la città e la regione
in un circuito internazionale e tenere
alta un’immagine nel mondo. Credo
che anche noi come Fondazione Casa
America e come Centro in Europa possiamo aver contribuito a quel risultato.
Da un po’ di anni a questa parte, però,
tale consapevolezza mi pare, non voglio
dire scomparsa ma certamente diminuita, offuscata. Dipende da un’evidente crisi delle classi dirigenti locali?
Da un loro ripiegamento eccessivo
nell’immediato che impedisce di cogliere le opportunità a medio termine
e di elaborare una vera visione strategica? Qualunque sia la spiegazione, c’è
la necessità di una rapida correzione di
questa rotta che porta sugli scogli e non
in mare aperto. Ho sentito quest’odore,
ho colto questa brezza sempre più insistentemente negli ultimi tempi nelle
istituzioni economiche e in quelle politiche. Vedo sempre più occhi bassi e
persone rappresentative che passano
rasenti ai muri per evitare di incrociare
per caso coloro che propongono, magari erroneamente e in modo inadeguato, un percorso diverso: mi sbaglio?
Non credo che vada mai dimenticato
che Genova e la Liguria sono state
grandi (e gli esempi sono molti e chiari)
quando hanno assunto una dimensione
nazionale e si sono aperte al mondo,
non quando si sono chiuse in se stesse,
nei propri angusti confini.
C’è ancora un favore allora che chiedo a
tutti coloro che hanno scritto su questo
numero dei Quaderni, a tutti coloro che
lo compreranno e lo leggeranno, a tutti
quelli che incontreremo nelle prossime
attività: facciamoci parte attiva nel segnalare quel limite e quell’errore che rischiano di compiere quelle classi dirigenti
nella città, nella regione e a livello nazionale, allarghiamo il coro di chi chiede
una correzione di quell’impostazione
perdente, contribuiamo assieme a costruire un’altra strada, anche solo una
creuza, se non riusciamo a fare di più.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Casa America, sigo siendo
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CARLOTTA GUALCO
COORDINATRICE DELLE ATTIVITÀ DI
FONDAZIONE CASA AMERICA
Il contributo che mi è stato richiesto
per questo “numero doppio” dei Quaderni di Casa America dedicato ai 15
anni della Fondazione doveva vertere
sulla nascita di questa Istituzione e sulle
sue forme di finanziamento. Adempio
frettolosamente al compito, in quanto
la mia mente corre a un passato più recente, e al futuro.
Ricordo che collaborai allo studio di fattibilità della Fondazione, nel lontano
1999, insieme ad Antonio Ducci, direttore generale al Parlamento europeo, di
grande competenza sui diritti dell’uomo e al valente giurista Luigino
Montarsolo. Lo studio, introdotto da
testi dell’allora Sindaco di Genova Giuseppe Pericu e da Roberto Speciale,
aveva lo scopo di motivare la creazione
di una siffatta struttura a Genova e di
delinearne un percorso di attività. Ricordo qualche riunione del comitato
promotore, del quale facevano parte,
oltre alle istituzioni locali, alcune grandi
aziende italiane. A quel tempo non
mancavano le fonti di finanziamento,
che furono poi utilizzate per svolgere
un programma che, a rileggerlo, stupisce per la sua dovizia.
Dopo quella esperienza, sono tornata
ad occuparmi di FCA nel 2012, quando
una formidabile crisi - principalmente
dovuta alla contrazione o scomparsa
dei finanziamenti pubblici e privati - ha
ridotto al minimo la struttura. Ho scelto
quindi di dare volontariamente la mia
disponibilità in quanto “coordinatrice
delle attività”. Allora, come ora, la mia
testa era piena di Europa, dei suoi successi e delle sue difficoltà. Ero stata una
sola volta in Perù, e per una vacanza; le
mie erano letture scarse e soprattutto
indirizzate a romanzieri di grande fama
come Gabriel Garcia Marquez e Isabel
Sigo siendo (in quechua Kachkaniraqmi) è il titolo di uno splendido film-documentario realizzato nel 2012 dal
regista peruviano Javier Corcuera. “Existe en el quechua chanka un término sumamente expresivo y muy común;
cuando un individuo quiere expresar que a pesar de todo aún es, que existe todavía, dice: ¡Kachkaniraqmi!” (José
María Arguedas)
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Allende. Così, un po’ casualmente,
l’America Latina ha fatto irruzione nella
mia vita professionale.
Sono venuta a sapere della marcia verso
la pace e la democrazia di paesi per
molti anni avviluppati in guerre interne
e da soffocanti influenze esterne. Ho
letto dell’avanzare delle classi medie penso prima di tutto al Brasile -, al tentativo di vari governi di ridurre le disparità sociali, di ridare dignità al patrimonio storico e culturale originario,
di valorizzare terre spesso ricchissime
in risorse e biodiversità. Ho incontrato
personalità politiche che sono state protagoniste o testimoni di pezzi di storia
come il governo di Salvador Allende in
Cile. Ho ascoltato ambasciatori che difendevano con orgoglio le scelte “socialiste” dei loro paesi, come l’Ecuador,
in qualche caso retti da presidenti di
origine india, come Bolivia e Venezuela.
Ho conosciuto l’esperienza della Costa
Rica, della sua scelta di abolire l’esercito, creare un’università internazionale
per la pace e tutelare il suo straordinario
patrimonio naturalistico. Ricordo poi le
nitide foto dell’avventurosa italiana vissuta (intensamente) in Messico, Tina
Modotti; i dipinti pieni di colore, voglia
di vivere e sofferenza di Frida Kahlo. E
poi le splendide foto di Cuba di Bruno
Balestrieri, il racconto dell’Università di
Lima Sedes Sapientiae, costruita da
monsignor Lino Panizza, il vescovo ligure diventato peruviano, e dalla nostra
Clara Caselli, per dare un futuro a gio-
vani dei quartieri poveri cui altrimenti
sarebbe stata preclusa un’educazione
adeguata.
E a proposito di liguri e italiani in America Latina, con Casa America ho conosciuto le storie di tanti di loro che
hanno contribuito a far crescere paesi
così lontani dall’Italia. Mio bisnonno
era emigrato nell’Illinois, e lì faceva il
medico. Dovrei aver avuto anche un
parente emigrato in America Latina: ricordo, molti anni fa, la sua faccia in una
vecchia foto in bianco e nero sulla credenza in casa dei miei zii. Posava con
la moglie di sembianze indie; già allora
se ne erano perse le tracce.
Infine i latinoamericani qui, una comunità numerosa, spesso integrata, a volte
no; con alcuni di loro ci siamo confrontati sui temi del lavoro, della tutela
dell’ambiente urbano, delle rimesse,
delle culture, le nostre e le loro. E ciò
che ho trovato più interessante è stato
conoscere le loro esperienze, come la
vivace economia informale, la complessità dei legami familiari, divisi tra il qui
e la patria; il loro essere cittadini del
mondo, perché a volte la loro presenza
in Italia è il capitolo di un viaggio che
potrebbe riportarli dove sono partiti o
in un altro paese ancora.
A parte la mia esperienza personale, ha
avuto un senso il lavoro di questi 15
anni? Ha un senso proseguirlo? Credo
che le tante voci di questo numero
diano già una serie di risposte significative a questi interrogativi. Ho sentito
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Pantanal in Paraguay
altre voci, altrettanto autorevoli, di capi
di Stato e ministri che, riuniti a Roma
per la periodica conferenza Italia-America Latina e Caraibi, affermavano l’importanza di un rapporto con l’Italia.
Per una volta abbandonerò le riflessioni
economicistiche sulle opportunità di
scambi e investimenti che questi paesi a
crescita sostenuta rappresentano per
un’Italia e un’Europa ancora in affanno
15
per fare un tributo alla cultura, peraltro
mezzo eccellente per intrecciare relazioni
economiche. Genova non è solo la porta
del Mediterraneo; è anche la porta più
occidentale del Mediterraneo, base di partenza per le rotte atlantiche. “Occuparsi
dell’America Latina”, per l’Italia e per
Genova in particolare è ritrovare un rapporto e ogni volta scoprire un mondo
nuovo.
Per questo mi addolorano, talvolta, certa
indifferenza da parte nostra e certa ostilità da parte loro, che talora percepiscono l’Europa come la terra dei conquistatori. La sintesi tra la “mia” Unione
europea e l’America Latina l’ho trovata
parlando con un anziano peruviano,
dottore in agronomia, che vive da anni
a Genova. Parlavamo dei sentimenti anticolombiani che talvolta riaffiorano in
America Latina; quasi che si tentasse
di cancellare un passato che ormai fa
parte indissolubilmente dell’oggi di
quei paesi. Il dottore mi disse che invece
di lagnarsi del passato l’America Latina
avrebbe dovuto ispirarsi all’Unione europea, soprattutto in quanto punto di
riferimento per la tutela dei diritti.
In questi anni FCA si è impegnata a contribuire ad un percorso comune tra Italia
e Americhe; sta cercando di continuare
a farlo, con pochi mezzi e tanta passione
e caparbietà. Insomma, legittimamente,
anche Fondazione Casa America potrebbe affermare: “Sigo siendo!”
Senza di essa, saremmo comunque più
poveri.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Perché Genova ha sostenuto
la nascita
di Fondazione Casa America
GIUSEPPE PERICU
GIÀ
SINDACO DI GENOVA
Ricordo con chiarezza l’incontro nel
quale Roberto Speciale mi propose di
partecipare e sostenere come Sindaco
della città la nascita della Fondazione
Casa America: era il 1998 ed era trascorso
ben poco tempo dalla mia elezione.
In quel momento, ma credo che l’oggi
non sia diverso, era molto forte l’esigenza
di creare collegamenti significativi con
altre parti del mondo: si riteneva che le
relazioni con l’estero fossero troppo deboli e saltuarie.
Roberto Speciale lavorava da tempo al
progetto e aveva intessuto interessanti
collaborazioni con organismi del Ministero degli Esteri e con diversi paesi del
Centro e Sud America.
Il riferimento a questi territori del continente americano è per noi genovesi quasi
obbligato: da un lato la forte presenza di
nostri immigrati in quelle terre; dall’altro
la sempre maggiore immigrazioni di sudamericani a Genova e in Liguria. Fattori
che possono generare e consolidare forti
relazioni culturali ed economiche tra la
nostra città e questi paesi lontani, ma per
molti aspetti a noi assai vicini. L’idea mi
entusiasmò. Ritengo che sia un dovere di
un Sindaco di una grande città agevolare
e cercare di potenziare i legami tra la propria comunità e altre comunità nel
mondo. Molte città europee, tra queste
soprattutto quelle francesi, gestiscono
vere e proprie relazioni organiche con
città in altre parti del mondo favorendo
forme di arricchimento culturale, di integrazione e di positivi rapporti economici.
Roberto Speciale offriva a Genova un’occasione ottima per assolvere a questo
compito: era dovere del Sindaco assecondare e sostenere il progetto.
Il progetto aveva basi solide e nacque e
si è sviluppato con le proprie forze.
Il tempo trascorso consente di fare in bilancio ed è un bilancio di successo.
Se si scorre la rassegna degli eventi che
in questi anni la Fondazione ha prodotto
emerge l’ampiezza dei territori esplorati
e l’alto livello qualitativo.
Il modello della “giornata” dedicata a un
paese ha coinvolto quasi tutti gli stati centro e sudamericani consentendo di fornire
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
uno sguardo approfondito sulla loro realtà
culturale, sociale ed economica.
Gli incontri hanno coinvolto esponenti
di assoluto rilievo, sino al livello della
presidenza degli Stati, e con la ripetuta
presenza dei rappresentanti diplomatici
e consolari.
Non è mancata l’apertura su singole
esperienze culturali: la recente iniziativa
sulla produzione artistica di Frida Kahlo
è solo l’ultima di una lunga serie che
hanno determinato anche il coinvolgimento di artisti italiani nella rivisitazione
di esperienze culturali proprie di altri
paesi. L’interazione si è rivelata assai positiva agevolando la creazione artistica.
Accanto a iniziative pubbliche Casa
America ha svolto un’intensa attività di
vicinanza e sostegno delle comunità latino americane insediate a Genova e in
Liguria. Incontri e corsi linguistici ne sono
stati il fulcro.
In tutti questi anni la Fondazione ha
svolto la sua attività con una continuità
e una costanza esemplari. So quanta fatica e impegno sia costato a tutti coloro
che in Casa America lavorano: conosco
le difficoltà incontrate e gli ostacoli superati dovuti in molti casi alla sordità
delle istituzioni.
A ben vedere Fondazione Casa America
si è confrontata con uno dei più significativi e determinanti temi del mondo di
oggi: l’integrazione e l’interazione culturale. Tema su cui si affannano teoriche di
segno opposto e che assume in contesti
diversi connotazioni altamente dramma-
17
tiche. È ben vero che tali profili sono meno
radicali nel confronto con la cultura latinoamericane e la nostra, tra le quali i motivi di vicinanza sono molteplici, ma non
di meno siamo pur sempre in presenza
di ambienti culturali difformi che debbono
colloquiare; ove il colloquio non si realizzi
le conseguenze anche in questo caso possono essere fortemente pregiudizievoli:
vengono alla mente le difficoltà che incontrano nel nostro paese le numerose
comunità latino americane a insediarsi e
a vivere pacificamente.
Il metodo corretto per affrontare questi
temi è quello del confronto duraturo nel
tempo, in un tempo che non può non
essere lungo e continuo: è quello che ha
fatto Casa America.
Credo che un’adeguata indagine sociologica potrebbe dimostrare come la relativa tranquillità sociale a Genova in rapporto alla presenza dei latinoamericani
qui immigrati possa essere attribuita anche ai benefici effetti dell’attività svolta
da Roberto Speciale e dai suoi collaboratori di Casa America.
Credo che debba essere un impegno
della città di Genova e della Liguria mantenere in vita questa Fondazione che ha
dimostrato di svolgere un ruolo altamente positivo e utile. È un richiamo in
primis alle istituzioni pubbliche, che
troppo spesso si soffermano sul contingente e non hanno lo “sguardo lungo”
che caratterizza la buona amministrazione; ma anche a tutte le realtà presenti
nella nostra collettività.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Il ruolo dell’IILA
e dell’Unione Latina
BERNARDINO OSIO
AMBASCIATORE
Dunque quest’anno si celebrano i 15
anni di vita di Casa America di Genova.
Quindici anni sono ancora pochi se paragonati alla storia secolare di venerande
fondazioni civili e religiose della Liguria,
ma sono già molti se si considera la mole
di buon lavoro svolto in condizioni non
sempre facili da questa ancora gracile ma
vitalissima Casa America.
Ricordiamo con piacere e con nostalgia
gli eventi, le persone e le circostanze che
accompagnarono agli inizi di questo secolo la nascita di Casa America: ringrazio
con calore l’Onorevole Roberto Speciale
per avermi richieste queste poche linee,
a me proprio perché ebbi la fortuna di
essere spettatore e un poco anche protagonista di questo parto.
Nel 1999 quando l’Onorevole Speciale si
fece promotore della creazione di un’istituzione a Genova che promuovesse le
relazioni tra l’Italia e l’America Latina,
occupavo il posto di Segretario Generale
dell’Istituto Italo Latino Americano.
Lungi dal temere una concorrenza o,
peggio, qualche interferenza nelle atti-
vità del “mio” Istituto, aderii con entusiasmo all’iniziativa. A lungo si dibatté,
nelle numerose riunioni preparatorie,
se la nuova creatura dovesse essere
un’antenna ligure dell’IILA, oppure dovesse avere anch’essa il carattere di organizzazione internazionale, carattere
che poteva presentare qualche vantaggio ma che la conseguente partecipazione degli Stati membri alle sue future
attività avrebbe potuto provocare non
poche remore e problemi. Si optò per
un’organizzazione più snella, di diritto
privato, indipendente e squisitamente
ligure, sia per lo spazio carico di significati ove avrebbe dovuto principalmente agire (Genova e il territorio dell’antica Repubblica), sia per le secolari
tradizioni che legano la Liguria a tutta
l’America Latina; senza necessariamente risalire a Cristoforo Colombo, in
ogni nazione latino americana i primi
italiani a giungervi furono quasi unicamente dei liguri.
Ma, ricordando questa fase preparatoria, non possiamo dimenticare due il-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
lustri personaggi, liguri purosangue, che
assistettero e facilitarono in tutti i modi
il parto che ci donò Casa America: mi
riferisco al Senatore Paolo Emilio Taviani e all’allora Sindaco di Genova
Giuseppe Pericu. Taviani fu prodigo di
consigli e accompagnò i primi passi di
Casa America con un’attenzione direi
quasi paterna. Il Sindaco Pericu diede
il massimo concreto appoggio all’iniziativa in cui vedeva rinnovarsi l’interesse antico di Genova per l’America
Latina, interesse che purtroppo continuava a scemare: il tramonto delle partenze e arrivi di grandi transatlantici nel
porto di Genova ne era quasi un simbolo. Si deve proprio a Pericu l’aver
dato a Casa America la prestigiosa sede
di Villa Rosazza, ricca per altro di memorie liguri-latino americane. Si deve
pure a lui l’aver convinto imprese e istituzioni liguri a contribuire alla gestione
economica e alla vita culturale di Casa
America. Ricordo non senza rimpianto
la presenza di questi due illustri personalità genovesi alla solenne intronizzazione della nuova creatura nei saloni
affrescati di Villa Rosazza nel giugno
del 2000.
Purtroppo nell’autunno del 2000 lasciai
per fine mandato la carica di Segretario
Generale dell’IILA, ma non senza aver
prima negoziato che all’IILA dovesse
sempre essere riservato, per diritto quasi
di primogenitura, un seggio nel Consiglio di Amministrazione di Casa America; e non senza aver prima firmato un
19
accordo di cooperazione tra le due istituzioni onde assicurare futura e leale
collaborazione nel compito sempre più
difficile di rafforzare le rispettive immagini e relazioni tra Italia e il sub
continente Latino Americano.
Lasciata l’IILA, venni intronizzato Segretario Generale dell’Unione Latina,
organizzazione Internazionale con sede
a Parigi, fondata nel 1953, di cui erano
membri 35 Stati che riconoscevano le
loro identità culturali e nazionali nell’eredità linguistica, giuridica e artistica
lasciata da Roma. Anche in tale veste
firmai un accordo di cooperazione - che
darà poi ottimi frutti - tra l’Unione Latina e Casa America: sempre nell’ottica,
ora ancor più ampia, di proteggere le
radici latine dei Paesi Latino Americani,
radici messe sempre più a prova, da un
lato dalla globalizzazione sfrenata e dall’altro dal crescente disinteresse dell’Italia per l’America Latina.
Erano infatti quelli gli anni di un lento
ma costante e inspiegabile eclissi della
presenza italiana nell’America Latina:
eppure era in corso una restaurazione
democratica in quasi tutti i paesi, dopo
la troppo lunga parentesi dei governi
militari! Proprio in quell’anno 2000
avevo visitato numerosi Paesi Latino
Americani: Cuba, Ecuador, Perù, Argentina e Brasile e avevo constatato come
la presenza italiana laggiù fosse ormai
un campo di rovine: le ambasciate ridotte al lumicino, con scarso personale
(faccio un solo esempio: a San Salvador
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
all’ambasciata d’Italia contai 3 funzionari, compreso l’Ambasciatore, mentre
quella di Spagna ne contava 33), le visite ufficiali di uomini di governo rarefatte quando non del tutto scomparse,
l’assenza delle imprese italiane dalle
succose privatizzazioni dei servizi pubblici in atto in quasi tutti i paesi, la
scomparsa delle banche italiane (svenduta a pezzi la mitica Banca Italo Francese per l’America del Sud), l’assenza
di un’intelligente politica culturale tale
da riconquistare le élites latino americane attirate dai più facili studi universitari negli Stati Uniti, le minacce da
parte del sistema della “Common Law”
per prevalere sugli ordinamenti giuridici
locali di origine romanistica, etc, etc.
Mi sia concessa una breve parentesi con
un ricordo personale: tali concetti sviluppai anche nel 2001 in occasione degli incontri biennali Italia - America Latina che avevano luogo a Milano: aveva
il Presidente della Regione Lombardia
appena finito di esaltare con retorica
dannunziana le felici e progressive relazioni tra Italia e America Latina,
quando toccò a me parlare: non esitai
a fare, dinnanzi ad un uditorio sconcertato, il ritratto impietoso del nostro
declino in quel continente. Fu una doccia gelata, ma terminato il mio dire, tutti
i colleghi diplomatici accreditati in
America Latina e presenti in quella sala
vennero a complimentarsi con me e a
sodalizzare.
Fotografia di Tina Modotti - Mujer con Bandera
Cessati i miei incarichi internazionali,
Casa America ha avuto la bontà di chiedermi di continuare a far parte del suo
Consiglio di Amministrazione. Ben lieto
e molto grato, accettai cotesto onorifico
incarico, illudendomi, sino a quando me
lo consentirà la incombente vecchiaia, di
poter ancora mettere a disposizione di
Casa America le mie conoscenze e la mia
lunga esperienza maturata nei 14 anni
di vita diplomatica spesi in differenti
paesi di America Latina.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Una sfida per Genova e l’Italia
VICTOR UCKMAR
E PROFESSORE EMERITO DI DIRITTO TRIBUTARIO ALL’
VICEPRESIDENTE DI
FONDAZIONE CASA AMERICA
Sono molto onorato di essere stato, fin
dalla sua origine, vice presidente della
Fondazione Casa America, anche se
purtroppo la città non ha sempre dato
adeguato sostegno all’iniziativa, ma ho
avuto modo di apprezzare il nobile im-
UNIVERSITÀ DI GENOVA
pegno costante, fra mille difficoltà, da
parte del Presidente Roberto Speciale.
La mia attività si è soprattutto svolta
negli sviluppi culturali specie nel settore
giuridico dei Paesi e delle comunità
dell’America Latina così, di conseguenza la laurea “honoris causa” nell’Università di Buenos Aires, attraverso
corsi universitari, convegni, diffusione
del “Manuale di diritto tributario internazionale” in edizione spagnola e brasiliana e delle riviste “Diritto e pratica
tributaria” e “Diritto e pratica tributaria
internazionale”.
Spero che questo costituisca un buon
riflusso per intensificare i rapporti, oltre
che culturali, anche economici con l’Italia e in modo particolare con Genova.
Victor in questo messaggio è stato eccessivamente modesto. In effetti io e tutti noi ci
siamo avvalsi della sua grande conoscenza e del suo costante impegno a risolvere i
problemi. Un grazie di cuore.
Roberto Speciale
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Economia e cultura.
Un binomio interpretato
da Casa America
ANNA CASTELLANO
PRESIDENTE
BLUE MEDIA SRL, GIÀ ASSESSORE DEL COMUNE DI GENOVA
Ricordo l’inaugurazione di Casa America,
nel giugno 2000, come un segnale positivo
per una Genova in crisi: uno dei primi
atti a sostegno dell’impegno del Comune
a far uscire la città dal cono d’ombra
dove l’avevano relegata anni di regressione economica e demografica.
Si era all’inizio della prima giunta Pericu,
in cui ero stata chiamata proprio per costruire una strategia di comunicazione
dei cambiamenti necessari e di definizione
e promozione di una nuova immagine.
Il Sindaco Pericu decise allora di misurarsi
con l’inadeguatezza di un modello di
sviluppo che ad una profonda crisi industriale e portuale univa gravi limiti a
vedere la bellezza di Genova, la sua
storia, la sua cultura e il suo patrimonio
come fattori di sviluppo economico e
sociale. Non in contrapposizione, ma sinergici ad un moderno sviluppo industriale e portuale.
La Giunta decise quindi di definire, attraverso una Conferenza Strategica e i successivi Piani Operativi, obiettivi e strumenti
di un progetto di governo condiviso.
Fra i punti principali cui giunse l’ampia
discussione promossa ricordo quello di
rilanciare industria e porto, ma di affiancare ad essi cultura e turismo in uno sviluppo sinergico e quello di rilanciare fortemente un ruolo di Genova come porta
del Mediterraneo. Si lavorò intensamente
ad un progetto di rigenerazione urbana,
sostenuto dall’affermazione di un ruolo
politico e culturale a livello internazionale,
gestito anche in funzione dello sviluppo
economico (vedi Genova sede del G8
nel 2001 e Capitale Europea della Cultura
nel 2004).
Non si sarebbe tuttavia andati lontani
senza una forte sinergia con istituzioni
ed associazioni cittadine, fra cui la Fondazione Casa America è stata una delle
più attive e propositive. Ha interpretato
in particolare la necessaria sinergia tra
economia e cultura, sostenendo la crescente importanza delle relazioni istituzionali ed economiche con l’America
Latina e costruendo un percorso di riappropriazione di un grande passato con
la valorizzazione, con mostre e innume-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Manuel Belgrano
revoli iniziative, dei protagonisti della
storia e del legame tra Europa e Americhe,
da Colombo a Mazzini e Garibaldi.
Personalmente avevo lavorato in quella
direzione, contribuendo alla conoscenza
della figura del generale Manuel Belgrano,
23
nato a Costa d’Oneglia (IM). Ma soprattutto con il sostegno attivo di Casa
America ad un ruolo internazionale di
Genova mi sono trovata in sintonia, ed
ho cercato, per quanto era nelle possibilità
del Comune, di fornire ascolto e sostegno
ai primi passi della Fondazione, irti di
piccole o grandi difficoltà quotidiane. Ritenevo poi particolarmente apprezzabile,
in una fase di aumento dell’immigrazione
dal Sud e Centro America, il suo ruolo di
servizio, che ha favorito l’integrazione,
con corsi e iniziative molteplici. Ha fornito
sostegno anche a chi voleva intraprendere
rapporti con l’America Latina, con seminari, con i Quaderni e con corsi di
spagnolo e portoghese (di cui abbiamo
fruito anche il collega Gabrielli ed io, per
migliorare la nostra comunicazione come
assessori).
Ora Genova è coinvolta, come l’Italia e
l’Europa, in una lunga crisi, ma Genova
non è più solo “la città vicina a Portofino”
e i suoi rapporti culturali e commerciali
si sono estesi e intensificati.
In tutto ciò ha avuto ed ha tuttora un
ruolo da protagonista la Fondazione Casa
America, che è riuscita a intessere legami
istituzionali, culturali e scientifici, a resistere
alle difficoltà degli ultimi difficili anni ed
anzi a rilanciare le sue attività nella nuova
suggestiva sede del centro storico.
Gli auguri per il suo successo sono auguri
per la città.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
I primi passi
PIER LUIGI CROVETTO
PROFESSORE DI LETTERATURA E CULTURA SPAGNOLA DELL’UNIVERSITÀ DI
Sembra un secolo e sono trascorsi solo
quindici anni. La lira era al passo d’addio. Inimmaginabili ancora le spericolate
acrobazie dei Lehman Brothers. Nessuno parlava di subprime, di hedge
funds, derivati. Quanto a Genova si
manteneva sul filo di un equilibrio instabile. Da un lato, la kermesse delle Colombiadi e gli ingenti investimenti pubblici impiegati nella trasformazione del
porto antico, dall’altro l’incipiente G8
che le avrebbe dato l’ebbrezza della centralità diplomatica insieme con i tormenti di una dissennata gestione dell’ordine pubblico. In sottofondo, la
“vocazione americana”. Certo, rivolta
all’indietro. Al mito (discusso) della Scoperta. Ai vincoli rinsaldati dalla valanga
di emigrati che tra Otto e Novecento
cambiarono volto e consistenza demografica di interi paesi e regioni. Ma anche
al futuro, frutto del flusso contrario che
stava portando nella nostra città (soprattutto dall’Ecuador e dalla zona andina)
un’umanità giovane, in bilico tra emarginazione e integrazione. In questo
GENOVA
clima, Roberto Speciale, pendolare assiduo tra Roma, Genova e Bruxelles, stringeva per il progetto di Fondazione Casa
America. Chiare le finalità: «assecondare
l’accresciuto interesse dell’Italia e dell’Unione europea verso i paesi dell’AL,
nel solco tracciato - sono parole sue dal vertice dei capi di stato e governo
del giugno 1999 a Rio de Janeiro». Allo
scopo di «promuovere e sviluppare il
dialogo politico, i rapporti economico
commerciali e gli scambi culturali e
umani». Programma vasto e generoso.
Nelle intenzioni del fondatore, e di chi
insieme con lui cercava di dar corpo al
progetto di fare di Casa America un
think tank, sede di un centro studi che
mettesse a sistema le molte e disperse
competenze presenti nell’Ateneo e non
solo. Si parlò allora di allestire una banca
dati sensibili sull’economia del Centro
Sud America da mettere a disposizione
di una rete di imprese, non soltanto liguri. A un centro di produzione editoriale. S’intavolarono trattative per riunire
nelle sale della Fondazione i fondi ame-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Dicembre 2000.
Luigi Crovetto parla alla presentazione del libro La Storia del Brasile 1500 - 2000 di Paolo Lingua
ricani dispersi nelle biblioteche cittadine,
per riscattare dall’abbandono lasciti preziosi (la Biblioteca Vetus di Monsignor
Lunardi - diplomatico vaticano di professione e straordinario studioso di antichità precolombiane che tra il Venti e il
Trenta del secolo scorso aveva riunito un
patrimonio di testi e reperti archeologici
-; il fondo Belgrano, esiliato in spazi ciechi di una sede distaccata dell’Universitaria) e a tante altre cose ancora. Poi, più
della volontà poté il contesto. Di qua,
c’era l’endemica gracilità produttiva del
nostro comprensorio industriale che rendeva impervio ciò che altrove si presen-
tava semplicemente difficile. Di là un
quadro di rovine. Con l’eccezione di
Messico e Cile, l’America Latina versava
in una crisi profondissima. Default argentino (con i suoi costi su una legione
di piccoli risparmiatori nostrani). La dollarizzazione in Ecuador. La svalutazione
(gestita con indubbia sagacia) del real
brasiliano. Tentazioni populiste che tendevano a dare risposte autarchiche alla
crisi di sistema.
Da questo combinato disposto, la riconversione. Casa America sarebbe stata
una cosa diversa ma non per questo
meno significativa. Si parlò allora di un
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
faro acceso sul continente. Di un punto
di riferimento per la colonia di “nuovi
genovesi” che sembrava crescere senza
sosta. Si allestirono corsi di Italiano L2
ma anche di spagnolo, portoghese, quechua. A Villa Rosazza iniziarono a convergere quanti venissero d’Oltreoceano
e quanti si occupassero a diverso titolo
di quell’area. Iniziative si sarebbero dedicate a Colombo e Garibaldi (anelli di
giunzione tra i due mondi). In definitiva,
si decise di rinforzare le radici comuni.
Fu allora che si definì la formula delle
“Settimane” dedicate a questo o a quel
paese. Iniziando - non poteva essere altrimenti - dall’Argentina. Ne ho sottomano, mentre scrivo queste righe, il programma originario. Ambizioso e
coerente. Una veloce scorsa, a futura
memoria. Il titolo chilometrico (Gli italiani in Argentina: i luoghi e le voci: il viaggio e la nave, l’Hotel de inmigrantes e il
Conventillo; il postribolo e il Mercado de
abastos; la Boca) voleva esaurientemente
declinare la traiettoria del fenomeno:
dal “vendere l’America” - il lancio pubblicitario con cui s’incoraggiarono le
partenze -, al trasferimento verso i porti
di imbarco, fino all’approdo nel porto
di Buenos Aires, allo smistamento verso
la pampa, ovvero in direzione delle periferie della città porto. Il “filo del racconto” doveva essere affidato a immagini di repertorio: fotografie e sequenze
cinematografiche d’epoca, frammenti
d’epistolario, oggetti e reperti. Per la
nave, si presentarono le 50 tele di Aristide Sartorio, imbarcato sulla La Regia
Nave Italia (dal febbraio all’ottobre del
1924) in un estenuante periplo tra i porti
di sbarco degli immigrati. Quanto al postribolo e al mercado de Abastos si ripropose l’epopea del tango (dalla ideologia alla fenomenologia del ballo, a
partire dal sentimentalismo lumpen che
lo alimentava). Per il quartiere della Boca
(omologo e prolungamento della genovesissima Boccadasse) si pensò a una
antologica del pittore dei xeneisi, Quinquela Martín. Da ultimo il Conventillo,
la “casa di ringhiera” portegna. A questo
luogo mitico della mezcla si dedicò l’allestimento al teatro della Corte di Stefano (capolavoro del grotesco criollo, in
cocoliche, pastiche di napoletano e spagnolo rio platense) di Armando Discépolo. Un bell’esempio di collaborazione
con lo Stabile, per l’interpretazione di
un ispirato Lello Arena, regia di Marco
Sciaccaluga. Fu una serata memorabile.
La sensazione era che Casa America ce
l’avesse fatta. Imponendosi tra le istituzioni culturali della città. Genova nel
frattempo ha confermato la sua vocazione di “ianua”, di porta sul mondo.
Di finestra aperta su quel mondo. Casa
America è sempre lì: a osservare, sostenere, accompagnare questa evoluzione.
Nei miei voti sinceri, per trenta, quarantacinque e più anni ancora.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Occasioni di conoscenza
ANDREA GUALCO
GIÀ SEGRETARIO E TESORIERE DI
FONDAZIONE CASA AMERICA
È una considerazione personale e probabilmente ovvia… L’aver lavorato per
12 anni alla Fondazione Casa America
è stata un’esperienza formativa e di conoscenza d’indubbio valore.
Collaborare a sviluppare, sin dagli
esordi, una realtà culturale come Casa
America è stata una lunga sfida, portata
avanti con tenacia in prima persona dal
suo Presidente affiancato da collaboratori e amici, e mi ha permesso di vivere
tanti momenti di grande soddisfazione
professionale ed umana.
Ho vissuto la Fondazione sotto due approcci principali. L’approccio “tangibile” per così dire, è stato il “contatto”
con Villa Rosazza, l’edificio che l’ha
ospitata per anni e che ha così aggiunto
alla sua storia secolare anche la nostra
breve parentesi di luogo di accoglienza
di persone e di condivisione di idee e
cultura, in questo caso sull’America Latina, così come lo era stata nei secoli
precedenti di vita ospitando anche noti
personaggi dall’Italia e dall’Europa. Chi
aveva affrescato, nel XVII secolo, i saloni
del piano nobile aveva pensato anche
all’America raffigurandola con la classica iconografia di una donna con il copricapo di piume, con sullo sfondo
palme, uccelli esotici e un panorama di
vulcani andini.
Non subito riconobbi quell’immagine.
Quando accadde però, ebbi la convinzione che la Fondazione stesse facendo
un dovuto dono di riconoscenza a quegli antenati che avevano costruito e abbellito la Villa permettendoci un simile
contesto.
L’altro approccio è stato quello culturale ed umano ovviamente primario vista l’attività svolta.
Casa America, ampliando gli orizzonti
di conoscenza tra Genova, l’Italia e
l’America Latina con un “movimento
pendolare” di attività, ha coinvolto tante
persone nel nostro Paese così come nei
principali latinoamericani.
Il motore di tutto sono state, e sono,
oltre alla passione, l’infinita ricchezza
di temi culturali che l’America Latina
offre e che Casa America ha in parte
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Novembre 2013. Tavola imbandita a Villa Rosazza in occasione dell'inaugurazione della mostra fotografica
La mano sucia de Chevron
potuto affrontare. Temi che hanno legato e legano i popoli d’Italia e America
sin “dall’origine” con Cristoforo Colombo per poi giungere, attraverso altre
figure storiche e l’emigrazione pionieristica ligure e poi di massa italiana,
sino ai nostri giorni con l’altra emigrazione, quella latinoamericana, così rilevante a Genova.
La Fondazione ha fatto conoscere un
po’ di più a tutti noi l’immensa ricchezza culturale di questo subcontinente trattando tematiche storiche, politiche, sociali, economiche, letterarie,
naturalistiche, archeologiche, turistiche,
gastronomiche, musicali, architettoniche, pittoriche... e così via in un calei-
doscopio realmente multicolore e piacevolmente abbagliante.
Con studiosi, ricercatori, volontari, scrittori e saggisti, economisti, registi cinematografici, musicisti, ballerini, pittori,
scultori, fotografi, viaggiatori, collezionisti, imprenditori, politici, amministratori, diplomatici, religiosi... abbiamo organizzato conferenze, dibattiti, incontri,
mostre, rassegne di film e documentari,
concerti, rappresentazioni teatrali, presentazioni di libri e di attività nei settori
più disparati, sviluppato ricerche e progetti, pubblicato volumi e una rivista
periodica... in una serie di concentrate
occasioni di conoscenza e per di più
vissute “dall’interno”…
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
La lunga e ricca serie di attività mi ha
portato ad incontrare e conoscere decine di persone con un coinvolgimento
di forze che ha potuto contare anche
sulle quelle di volenterosi ragazzi e ragazze che da Italia, Argentina, Brasile,
Ecuador, Guatemala, Mexico, Perù, Portogallo, Spagna, ecc. hanno collaborato
trasmettendo la vitalità e l’entusiasmo
di chi vuole far conoscere ad altri il proprio Paese.
Dalla lista delle tante persone che ho
potuto apprezzare e con i quali ho vissuto momenti da ricordare elenco, conscio di non citarne molte, il ministro
dell’economia del Brasile Guido Mantega, i sindaci di Managua Dionisio Marenco e di Iquique Jorge Soria Quiroga,
l’ambientalista ecuadoriana Maria Eliza
Manteca Oñate, il già presidente dell’Uruguay Julio Marìa Sanguinetti,
l’ambasciatore del Perù Augusto Ferrero, i maestri Héctor Ulises Passarella
e Juan Francisco Mancipe Nuñez, il Direttore della Orquesta Sinfónica de la
Ciudad de Asunción Luis Szarán, lo scrittore Marcio Veloz Maggiolo, monsignor
Lino Panizza, il giornalista Uki Goñi, il
professor Franco Sborgi, los zeneizes di
Buenos Aires, Montevideo, Guadalajara, i peruviani del Consejo de Consulta
di Genova e il console Jaime Miranda
Delizzie... e tanti altri.
Un ricordo particolare per Javier Pérez
de Cuéllar nel 2003. In quegli anni era
ambasciatore del Perù in Francia, ma
era noto per essere stato Presidente del
29
Allegoria dell'America. Affresco di Villa Rosazza
Consiglio del suo Paese e soprattutto
Segretario Generale del’ONU tra il
1982 e 1991. Ricordo di aver proposto
di invitarlo a Casa America e di aver
trovato nell’Ambasciata peruviana persone attente e collaborative che avevano reso possibile la visita. Durante
quei giorni a Genova, lo avevo accompagnato in tutti i suoi spostamenti
avendo la fortuna di coglierne da vicino
le qualità. Pérez de Cuéllar mi impressionò per la sua cultura, posatezza, educazione e assolute doti di diplomatico.
Quando in aeroporto aspettavamo la
partenza del suo volo per Parigi, mi raccontava, con semplicità, di quando
aveva dialogato come mediatore ONU
anche con personalità “controverse”
come Saddam Hussein o Kim Il-Sung
ed io gioivo per una tale occasione di
conoscenza davvero rara e quanto mai
preziosa.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
FCA, il Messico, l’America Latina
MIGUEL RUÌZ-CABAÑAS
AMBASCIATORE DEL MESSICO IN ITALIA E PRESIDENTE DELL’ISTITUTO ITALO-LATINOAMERICANO
La relazione tra il nostro Paese e l’Italia
è sempre stata solida e basata su affinità
storiche e culturali e nonostante questo,
si può affermare che nell’ultimo anno
e mezzo c’è stato un rinnovato interesse
nel rafforzare i nostri legami. Lo scorso
9 marzo, ho avuto l’onore di accompagnare il Ministro degli Affari Esteri e
Cooperazione Internazionale, Paolo
Gentiloni, nella sua visita in Messico,
la quale è stata, per coincidenza, la sua
prima visita ufficiale in America Latina.
Il ministro ha co-presieduto la Commissione Binazionale Messico-Italia,
meccanismo di alto livello che inquadra
la relazione tra i nostri Paesi, e nel quale
si è potuto constatare l’interesse da
parte dell’Italia di andare oltre le affinità
tradizionali esistenti tra i nostri Paesi, e
trovare nuove strade di cooperazione
per affrontare le sfide del XXI secolo.
Così come ha affermato il Ministro
Gentiloni durante la sua visita, questa
è un’occasione eccellente per rafforzare
i nostri legami: tanto l’Italia come il
Messico vivono un processo di riforma
strutturale senza precedenti, e questo
crea nuove opportunità concrete per
rafforzare il dialogo politico, lo scambio
economico, la cooperazione giuridica,
e la relazione culturale tra i nostri Paesi.
Le undici riforme strutturali che il Governo del Messico ha sviluppato, da
quando ha trattato con i principali partiti politici un Patto per il Messico, provano a conferire alla nostra società gli
strumenti per raggiungere il massimo
potenziale, a semplificare e a rendere
più efficiente un’amplia gamma di settori strategici come le riforme in materia
energetica, di concorrenza economica,
delle telecomunicazioni, in campo tributario, finanziario, lavorativo, educativo, di trasparenza, e in materia di politica-elettorale, di una nuova legge di
“amparo” (ricorso di protezione), e di
un nuovo codice di procedure penali.
Ognuna di queste riforme rinforzerà il
nostro sviluppo e il nostro impatto sulla
scena internazionale, ma ciò che ha
maggiormente catturato l’attenzione in
tutto il mondo, e certamente in Italia, è
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Febbraio 2014. Incontro Messico-Italia a Palazzo
San Giorgio.
la riforma energetica. Grazie alle proprie
leggi secondarie, promulgate nell’agosto
del 2014, questa, permetterà la libera
concorrenza e competenza tra le imprese
statali e private tanto nell’esplorazione,
produzione e trasformazione di idrocarburi, così come nella produzione di elettricità. Allo stesso tempo in cui reitera
che tutti gli idrocarburi continueranno
ad essere proprietà della Nazione, questa
Riforma crea un quadro legale simile a
quello della maggior parte degli altri
Paesi latinoamericani e permetterà di
aumentare i rendimenti di questa industria e contemporaneamente di promuovere la trasparenza, il rendimento dei
conti, la protezione ambientale e la promozione delle energie pulite.
Ma il nuovo impeto per rinforzare le relazioni tra Messico e Italia non si limita
agli aspetti tecnici e commerciali. Il Ministro Gentiloni ne ha dato prova partecipando al Festival Internazionale del
Cinema di Guadalajara dove l’Italia è
stata invitata d’onore. Questo evento si
31
è tenuto nel quadro dell’Anno dell’Italia
in America Latina, nel quale sono stati
organizzati una enorme varietà di eventi
culturali che nel complesso sottolineano
tanto i legami che condividiamo, quanto
la grande opportunità di nuovi dialoghi
artistici tra le nostre culture.
In campo culturale, il Messico è protagonista di un grande sviluppo artistico
riconosciuto a livello mondiale per la sua
qualità. Il paese possiede un’eredità
molto ricca, prodotto non solo d’arte e
conoscenze preispaniche, ma anche
della loro combinazione con il bagaglio
derivante dalla fase coloniale, elementi
che hanno fatto sì che la cultura e l’arte
contemporanea nazionali si riflettano in
manifestazioni eterogenee e dinamiche.
Negli ultimi anni artisti e creatori messicani si sono distinti negli ambiti più
diversi. Basti pensare a grandi registi e
cineasti come Alfonso Cuarón e Alejandro González Iñárritu, che hanno
vinto i Premi Oscar nel 2014 e 2015 con
i loro films “Gravity” e “Birdman”.
Come loro, molti messicani brillano
sulla scena dell’arte internazionale,
quali per esempio Gabriel Orozco, Teresa Héctor Zamora, Damián Ortega,
Pedro Reyes, Carlos Amorales, che si
presentano nei più esclusivi e prestigiosi
contesti artistici. Il loro talento ed effervescenza attrae artisti stranieri in
Messico, che vi si sono anche stabiliti.
Città del Messico offre più di 170 musei,
a cui si sono aggiunti nuovi e straordinari spazi. Il museo della famosa Fon-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
dazione Jumex, che può vantare un progetto artistico fra i più ambiziosi dell’America Latina, è un edificio considerato un gioiello minimalista e fra i
migliori costruiti in Messico, opera dell’architetto britannico David Chipperfield, con una superficie di ben 7.000 m2
che ospita il meglio dell’arte contemporanea mondiale. Ed ancora, il vicino
Museo Soumaya, di proprietà di Carlos
Slim, che si compone di 70 mila opere
d’arte, appartenenti a 10 secoli, con lavori di alcuni indiscussi maestri quali
Leonardo da Vinci, Tiziano, El Greco,
Rubens, Picasso, Dalí, Renoir e Rodin.
Ed ancora, la fiera d’arte contemporanea “MACO” di Città del Messico che
riunisce periodicamente circa 1500 artisti di esuberante creatività, paragonabile ad “ARCO” di Madrid. Inoltre, l’offerta museale e cinematografica si
coniuga con la produzione teatrale, musicale e importanti festival in altre città
come Guadalajara e il Cervantino a
Guanajuato. In letteratura, negli ultimi
mesi infatti una dozzina di autori messicani sono stati tradotti in italiano
come: Coral Bracho, Marco Antonio
Campos, Valeria Luiselli, David Huerta,
Juan Villoro, Julián Herbert, Francisco
Hinojosa, Josefina Vicens, Sergio Pitol,
José Emilio Pacheco.
Tutto ciò rappresenta una magnifica offerta culturale, che si va ad aggiungere
alle meraviglie naturali e siti turistici
presenti nel paese ed è proprio in questa cornice, in questo fiorente clima di
Settembre 2014. Presentazion di Frida Kahlo e il
Messico a Palazzo Ducale
scambio e cooperazione, che spicca
l’operato della Fondazione Casa America, che con il suo eccellente e lodevole
lavoro, da 15 anni si prodiga per intensificare il vincolo, sempre più stretto,
tra le nostre due realtà, favorendo l’intensificazione dei rapporti economici e
commerciali con l’Italia e operando in
maniera dinamica e costante per promuovere lo studio ed il confronto tra
questi due inestimabili patrimoni artistico-culturali.
Il suo instancabile operato è dal 2000 uno
dei fiori all’occhiello nell’opera di consolidamento del legame, via via sempre più
solido e sempre più forte, che unisce il
nostro Paese all’Italia e per questo le siamo
infinitamente grati e riconoscenti, a nome
del nostro Paese e ci permettiamo anche
di aggiungere, a nome di tutto il Continente Latinoamericano.
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F CA
E L’AMERICA LATINA
15 ANNI DOPO
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
35
I rapporti tra
Italia e America Latina
MARIO GIRO
SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI CON DELEGA PER L’AMERICA
Fu il Primo Ministro Amintore Fanfani
che per primo si rese conto dell’importanza dell’America Latina per la proiezione e influenza dell’Italia, grazie anche ai milioni di emigrati italiani in
quelle terre, e come questo potenziale
dovesse essere assunto a livello istituzionale.
Nel 1966 assieme ai governi di Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia,
Costa Rica, Cuba, Ecuador, El Salvador,
Guatemala, Haiti, Honduras, Italia,
Messico, Nicaragua, Panama, Paraguay,
Perù, Repubblica Dominicana, Uruguay,
Venezuela, l’Italia costituì a Roma una
vera e propria organizzazione internazionale, l’Istituto Italo Latino Americano (IILA), con lo scopo di rafforzare
le relazioni culturali, politiche ed economiche tra l’Italia e l’America Latina.
Nei quarant’anni intercorsi tra la nascita dell’IILA e l’assegnazione del carattere di strumento di politica estera
alle Conferenze Italia-America Latina
e Caraibi nel 2006, sul piano politicoistituzionale, le azioni del nostro Paese
LATINA
sono state spesso frammentate e discontinue. L’intensità dei rapporti del
nostro Paese con l’area si deve soprattutto all’impegno civile che riunì tutte
le grandi forze sociali e partitiche a favore della libertà dei paesi governati da
dittature o per la pace in Centroamerica. Si trattò di episodi della sfera politico-sindacale e della società civile, che
furono puntuali, transitori e delegati
dalle istituzioni italiane. Agli attori sociali si aggiunsero progressivamente gli
investimenti diretti esteri italiani nella
regione, inizialmente delle grandi imprese che trainarono le piccole.
Un rilancio dell’iniziativa politico istituzionale si è avuto a partire dalla III
Conferenza Italia America Latina e Caraibi che si tenne per la prima volta a
Roma, nell’ottobre 2007, mentre le due
precedenti si erano tenute a Milano. La
III Conferenza Italia-America Latina e
Caraibi coincideva con una stagione di
particolare attivismo diplomatico dell’Italia in America Latina sia a sostegno
di quell’area in consessi internazionali
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36
QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
sia con l’aumento delle visite ufficiali
reciproche. Il primo risultato non tardò:
l’America Latina fu la parte di mondo
che più compattamente sostenne l’Italia nella scelta di Milano come sede di
Expò 2015.
Le Conferenze Italia-America Latina e
Caraibi sono state lo strumento nazionale per raccordare tutte le istanze nazionali, società civile, attori locali e imprese, verso la regione latinoamericana.
Nel dicembre 2013 la VI Conferenza ha
sancito la sua trasformazione dal formato nazionale a quello multilaterale,
riconoscendo un ruolo centrale all’IILA.
A fine 2014 il Parlamento italiano ha
poi stabilito per legge l’obbligo di organizzare biennalmente le conferenze,
riconoscendo nell’IILA il principale
“motore” istituzionale.
L’interlocuzione con l’America Latina
deve essere su ogni ambito. Dovremmo
creare occasioni di contatto diretto, con
la cultura, il turismo e le imprese, per
attirare le nuove classi medie latinoamericane in Italia. Questo è ciò che ha
fatto, in questi anni, Casa America per
aumentare i legami, i molteplici aspetti,
anche i più inediti tra il nostro Paese e
tutta la regione latinoamericana.
Credo che un ruolo importante e una
sfida in futuro per Casa America possa
riguardare l’ambito dei rapporti tecnologici-imprenditoriali tra il nostro Paese
e la regione e gli scambi economici. Il
nostro modello di PMI e di cooperative
è molto apprezzato e studiato, perché
viene considerato la sintesi tra economia
di mercato che svolge una missione sul
territorio. Le nostre imprese sono molte
e vitali ma hanno bisogno del sostegno
istituzionale. Le università italiane hanno
una buona reputazione in America Latina. Infine in America Latina abbiamo
decine di milioni di italodiscendenti.
Roma non ha mai avuto un grande disegno su queste comunità. Si tratta di
diaspore molte diverse tra loro che in alcuni casi sono élites del paese e muovono
grandi gruppi industriali.
Nei rapporti fra Italia e America Latina
permane l’ostacolo della distanza geografica. Tale difficoltà è in parte compensata dalla vicinanza che deriva dalla
naturalezza e immediatezza di rapporti
umani, da radici storiche condivise e da
un comune sentire culturale, recentemente vivificato in modo quasi emblematico dalla figura del primo pontefice
latino americano nella persona di papa
Francesco.
Ci devono avvicinare le esigenze del presente: sia quando si tratti di fronteggiare
una crescente criminalità transnazionale
o si punti a valorizzare le potenzialità
economiche e finanziarie di sistemi economici complementari, sia quando si riconoscano le potenzialità delle mobilità
umane rappresentate dai latinoamericani
nel nostro paese e dai milioni di italiani
che vivono in America Latina.
Si tratta di collaborare a produrre knowhow, expertise e tecnologie per potenziare i livelli di competitività e produtti-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
37
Roberto Tonelli - Il Conte Biancamano
vità e formazione del capitale umano dei
nostri paesi. Occorre altresì cooperare
nel settore scientifico e della ricerca applicata al fine di migliorare il sistema
educativo, in grado di fornire quei tecnici
indispensabili per il progresso e la sostenibilità della crescita economica.
La strada per avanzare nelle relazioni
politiche con il subcontinente è svi-
luppare un dialogo continuo. Possiamo
farlo attraverso le conferenze ItaliaAmerica Latina e l’IILA e realtà importanti radicate sul territorio come
Casa America. Dobbiamo valorizzare
al massimo questi nostri strumenti ed
adeguarli nelle strategie ai nuovi assetti globali, facendoli lavorare in maniera sinergica.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Ricordi personali
DONATO DI SANTO
COORDINATORE DEL
COMITATO CONSULTIVO PER LE CONFERENZE ITALIA-AMERICA LATINA E
CARAIBI
La Fondazione Casa America compie
15 anni, e noi tutti siamo contenti e le
auguriamo che continui a lungo la sua
benemerita attività.
Non è immaginabile pensare alla Fondazione Casa America senza legarla alla
poliedrica e costante attività del suo
Presidente, Roberto Speciale. Ed è da
lui che vorrei partire in queste mie brevi
riflessioni.
Alcuni anni prima della nascita della
Fondazione Casa America ricevetti l’incarico dall’allora Responsabile della politica estera del Partito Democratico della
Sinistra, Piero Fassino, di organizzare un
evento internazionale sul rapporto tra
Italia e America Latina, dal punto di vista
della sinistra riformista italiana.
Era il 1992 e infuriava la polemica sui 500
anni dallo sbarco di Cristoforo Colombo:
l’evento da cui ci separavano cinque secoli
era da considerarsi una scoperta o una
conquista? Oggi sappiamo che ci furono
entrambe le cose e, soprattutto, che alla
lunga sono state reciproche: l’America,
alla fine, ci ha scoperto e conquistato.
Ma allora era diverso e, per trarci d’impaccio, intitolammo l’evento “La riscoperta dell’America Latina”. Decidemmo che l’evento si tenesse a Genova
e, con la collaborazione di José Luis
Rhi-Sausi allora Vice Direttore del CeSPI,
iniziai a lavorare al progetto.
Fu in quel frangente che incontrai Roberto Speciale, una delle anime politiche di quella splendida città, appassionato viaggiatore, studioso ed estimatore
dell’America Latina.
L’evento fu una delle più imponenti e
coinvolgenti iniziative italiane verso
l’America Latina. Iniziativa di cultura e
di politica. Vennero delegazioni da tutti i
paesi del subcontinente americano,
venne l’ex Presidente dell’Argentina
Raul Alfonsin, ci collegammo in diretta
telefonica con il MAS venezuelano e
ascoltammo i loro dirigenti mentre sfrecciavano sulle loro teste i caccia militari
del primo tentativo (fallito, “por ahora”)
di golpe del tenente colonnello Hugo
Chavez. C’erano Occhetto, Napolitano,
il Ministro degli Esteri De Michelis…
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Maria Regazzoni - Cristoforo Colombo
Genova accolse le delegazioni latinoamericane con ospitalità ed affetto, e fu
in quella occasione che si avviò la collaborazione con Roberto Speciale.
Credo di poter dire che le profonde radici di una esperienza come Casa America affondino anche in quella esperienza. Aggiungerei che persino le
Conferenze Italia-America Latina, in-
39
sieme alla solida radice milanese, ne ha
un’altra, più antica, genovese.
In questi anni la Fondazione Casa America è stata centro nevralgico di iniziative
genovesi, liguri e, a volte, anche nazionali. Personalmente ho partecipato (da
fruitore o da protagonista) a decine delle
sue attività, cercando di contribuire con
le idee, le proposte, i contatti internazionali (e qualche volta con sottoscrizioni
private), alla sua esistenza.
Voglio ricordare, in particolare, le tante
attività preparatorie della III Conferenza, quando ero Sottosegretario agli
Esteri, che videro tra i protagonisti la
Fondazione Casa America. Genova diventò, in quel periodo, uno dei principali poli di attività che garantirono il
successo della III Conferenza.
Un’altra caratteristica della Fondazione Casa America che mi piace sottolineare è l’essere diventata luogo di
incontro e dibattito, libero e aperto, di
studiosi, intellettuali, accademici: questo è un merito di Roberto Speciale,
che ha capito quanto sia importante
la reciproca e positiva contaminazione
tra politica e cultura.
Un altro ricordo personale: l’ultima
volta che mi incontrai con uno dei maggiori intellettuali e studiosi di cose latinoamericane, l’Ambasciatore Ludovico
Incisa di Camerana, fu proprio a Genova, a Casa America, dove entrambi
eravamo relatori ad un evento.
Un altro pregio e, per me, un ricordo prezioso, della Fondazione Casa America.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Cambiamenti
in America Latina
GIORGIO MALFATTI DI MONTE TRETTO
SEGRETARIO
GENERALE IILA
Casa America, sotto la sapiente guida
del suo presidente, Roberto Speciale,
rinnova, aggiornandone le opportunità
interattive, le istituzioni che, nel secondo dopoguerra, hanno pervaso gli
interessi italiani delle istanze politiche
e sociali dell’America Latina. Il Columbianum è il sodalizio genovese, al quale,
negli anni Cinquanta del Novecento,
dà un contributo di rilievo uno dei più
ascoltati pensatori latinoamericani,
Leopoldo Zea, interprete delle potenzialità catartiche e creative delle due
sponde dell’Atlantico.
Negli anni Novanta del secolo scorso,
il Quinto Centenario del Nuovo Mondo
è celebrato, a Genova, nella traiettoria
del magistero scientifico di Paolo Emilio
Taviani, nella sistematica attuativa di
Alberto Bemporad e nell’apogeo artistico di Renzo Piano, con il concorso
determinante dell’Istituto Italo-Latino
Americano.
L’operatività di un assetto istituzionale
in grado di corrispondere alle aspettative delle comunità latinoamericane nel
loro processo d’inserimento - in prevalenza nelle regioni settentrionali
dell’Italia - costituisce una riprova della
propensione civile e solidaristica della
nobile Città di Genova, così profondamente legata alle vicende e alle fortune
delle popolazioni d’oltre Atlantico.
L’epoca contemporanea nell’America
Latina si connota con un aumento della
popolazione che, rispetto al passato,
predilige il proprio insediamento nelle
tradizionali aree di sviluppo agricolo e
industriale, favorite dal clima e dalla
rete delle comunicazioni.
Nell’ultimo decennio del XIX secolo,
l’agibilità delle nuove aree di sfruttamento
agricolo e minerario ha comportato spostamenti interni di manodopera, unitamente all’emigrazione transoceanica. Le
grandi aree metropolitane hanno consentito la creazione dei partiti politici e
dei movimenti sindacali e hanno dato
vita alle moderne democrazie partecipative, depositarie dei diritti positivi dei
cittadini, impegnati a concorrere alla
realizzazione di sistemi economici se-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
condo i princìpi della solidarietà, mediante
i quali stabilire il raccordo con lo scenario
internazionale.
Si compie, in chiave normativa, quanto
presagito da José Vasconcelos, l’autore
di Raza cósmica, nei primi decenni del
Novecento, quando il viluppo di etnie,
credenze e linguaggi lasciavano prevedere un ordine planetario composito,
ma solidale.
Le caratteristiche liberali del costituzionalismo latinoamericano si riflettono
nella codificazione dei diritti individuali
e della separazione fra lo Stato e la
Chiesa, anche se l’impronta secolarizzatrice si è attenuata, in alcuni paesi,
nel corso del tempo. Le tematiche presenti nelle carte costituzionali latinoamericane sono quelle riguardanti la libertà d’espressione, l’eguaglianza di
genere, la famiglia, la sanità, l’economia, i diritti sociali, l’estensione del suffragio attivo e passivo, l’adozione della
rappresentanza proporzionale e delle
minoranze, l’associazionismo partitico.
L’inserimento dell’economia latinoamericana nel mercato mondiale, dopo
il declino dell’industria estrattiva dei
metalli preziosi, alla fine del XVIII secolo,
che è stato il fondamento del sodalizio
feudale, ha determinato la razionalizzazione dell’agricoltura commerciale di
esportazione e la redistribuzione spaziale
della proprietà. L’ampliamento del mercato interno e il rafforzamento del mercato internazionale determinano innovazioni tecniche per più significativi in-
41
vestimenti e nuove modalità di lavoro.
Anche l’allevamento si amplia con l’uso
estensivo della terra, mediante l’impiego
della tecnologia. Gli investimenti nelle
strutture consentono ai paesi dell’area
latinoamericana di promuovere gli scambi delle persone e delle merci secondo
i convalidati sistemi dei mercati regionali.
L’indipendenza economica nazionale
si coniuga con il finanziamento esterno
delle opere di pubblica utilità. L’ampliamento della base tributaria consente
alla struttura bancaria di utilizzare il risparmio interno in modo da garantire
una rete di relazioni economiche, valide
ai fini del miglioramento delle condizioni
oggettive.
Ai fenomeni comuni al mondo occidentale, quali il femminismo, l’ecologismo, il pacifismo, i movimenti legati
alla specifica collocazione dei loro
membri ai rapporti di produzione promuovono società più giuste, pluralistiche e democratiche.
La capacità da parte delle leadership tradizionali di dare coesione a interessi disparati non si risolve ormai più nelle
gestioni populiste che, per un verso,
preconizzano la modernizzazione del
sistema organizzativo e rappresentativo
e, per un altro verso, utilizzano la carica
della comunicazione suggestiva, amplificata - come osserva agli inizi del Novecento Aldous Huxley - dai mezzi di
comunicazione, come la radio, la televisione e le altre forme mediatiche.
Il sistema del mutuo soccorso, proprio
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Il Palacio de Bellas Artes di Cittàdel Messico
dei primi decenni dell’immigrazione europea nell’America Latina, si trasforma
nella pratica assistenziale da parte dello
Stato. La crisi della rappresentatività e
la sfiducia nei riguardi delle classi politiche dei primi decenni del Novecento
sono superate dalle mobilitazioni governate dalle normative in vigore. Sia l’illusione rivoluzionaria, sia l’efficienza
tecnocratica delle Forze Armate vengono
meno di fronte al prevalere della disciplina protestataria e del rivendicazionismo consentito dalle leggi, vidimato
dalla prassi e dal costume.
Il livello delle garanzie giuridiche è tale
da allineare l’area latinoamericana alle altre grandi regioni del pianeta, impegnate
ad affrontare le sfide della modernità.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Quindici anni di relazioni
tra Italia e America Latina
FELICE SCAUSO
GIÀ AMBASCIATORE D’ITALIA IN
COLOMBIA E MESSICO
In Italia si possono contare sulle dita di
una mano le istituzioni o enti che si occupano con continuità e competenza
dell’America Latina. Fondazione Casa
America è certamente uno di questi.
L’attività che ha svolto dalla sua nascita
sotto l’attenta guida dal suo fondatore e
Presidente Roberto Speciale per contribuire ad una migliore conoscenza nel nostro paese del subcontinente latinoamericano nei suoi vari aspetti, storico,
culturale, politico, economico, senza ovviamente trascurare l’andamento delle relazioni con l’Italia, è altamente meritevole
soprattutto per una ragione: quella di essere totalmente avulsa dallo stereotipo
che ha quasi sempre caratterizzato la visione di quella regione nell’immaginario
collettivo italiano. Casa America si è anche
impegnata nell’analisi del fenomeno della
emigrazione italiana, partendo dalla prima
ondata di fine ottocento con un'attenzione
particolare per quella ligure.
Scorrendo l’elenco delle iniziative realizzate negli ultimi quindici anni, esposizioni,
mostre fotografiche, incontri, settimane
dedicate a singoli paesi, ecc. si rimane sorpresi per la quantità ma ancor di più per
la qualità degli eventi, sempre volti a dare
un'informazione aggiornata della variegata e in costante divenire realtà latinoamericana, stimolando una riflessione su
come favorire e articolare una crescita qualificata della nostra presenza in quella
parte del mondo alla quale siamo legati
da profondi vincoli storici e di sangue ma
che purtroppo abbiamo negli ultimi decenni colpevolmente trascurato perdendo
posizioni che sarà difficile se non impossibile recuperare.
Ciò è avvenuto per ragioni storico-politiche legate a quel periodo comunemente
noto come “mani pulite” che portò alla
fine della prima Repubblica e alla crisi dei
partiti tradizionali e, in particolare, alla
pratica sparizione della Democrazia Cristiana (DC). Quest’ultimo fatto si ripercosse negativamente sulle nostre relazioni
con i paesi dell’America Latina. Va ricordato infatti che la DC aveva stretti rapporti
con i partiti “fratelli” dei paesi latinoamericani, quasi tutti caratterizzati da un bi-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
partitismo che vedeva confrontarsi un partito liberale ed uno conservatore di ispirazione cristiana.
I partiti conservatori vedevano la DC come
un modello per la capillare presenza nel
paese e la lunga permanenza al governo
sia pure alla guida di molteplici coalizioni.
L’interesse dei partiti “fratelli” nei confronti della DC era “ricompensato” con
una intensa serie di incontri e visite dei
rispettivi esponenti politici (ricordo di aver
conosciuto negli anni ’70 il Senatore Gilberto Bonalumi quando venne in Perù
come Presidente della Gioventù Internazionale) ma, ciò che più conta, influenzò
le scelte del governo italiano in favore
dell’America Latina. Non è un caso, infatti, che nel 1966 nasce a Roma, su iniziativa dell’allora Ministro degli Esteri
Amintore Fanfani, l’Istituto Italo Latino
Americano.
L’importanza del legame tra DC e i partiti
“fratelli” era tanto più significativa in
quanto, almeno, fino a qualche decennio
fa, essi erano al governo nella maggioranza dei paesi della regione. Anche la sinistra italiana ed in particolare il PCI avevano rapporti stretti con i partiti della
sinistra latinoamericana che però solo in
tempi relativamente recenti sono assurti
a responsabilità di governo.
Con la fine della Prima repubblica nascono i governi a guida Berlusconi sostenuti da Forza Italia e dalla Lega Nord. È
quasi superfluo sottolineare come entrambi i partiti fossero completamente
privi di esperienza e visione internazionale, con la conseguenza che l’azione del
governo si concentrasse quasi esclusivamente sulle priorità più immediate, Balcani, Mediterraneo, ecc. trascurando altre
aree del mondo, tra cui l’America Latina,
che probabilmente ha pagato il prezzo
più alto in termini di disinteresse da parte
italiana.
Un ritorno di attenzione si ebbe con il governo Prodi, D’Alema Ministro degli
Esteri e Di Santo Sottosegretario per
l’America Latina di cui è grande conoscitore, ma fu purtroppo di breve durata.
Per fortuna vi sono segnali di cambiamento
nella politica governativa verso l’America
Latina come conferma la visita in Messico
nel gennaio del 2014, dopo vari decenni,
dell’ex presidente Enrico Letta e conseguente missione di imprenditori in quel
paese. È importante che si prosegua con
fermezza in tale direzione considerate le
grandi opportunità e potenzialità di collaborazione in svariati settori (politica, economia, tutela dell’ambiente, lotta alla criminalità organizzata) che offre il subcontinente latinoamericano. A tal fine sarebbe
necessario mobilitare e fare sinergia con le
varie istituzioni italiane utilizzare appieno
lo strumento delle Conferenze Italia-America Latina e Caraibi (una ogni due anni,
alternativamente a Roma e Milano), spazio
di dialogo aperto e foro ideale per promuovere la collaborazione e lo sviluppo
delle relazioni tra l’Italia e tutti i paesi dell’America Latina.
I primi quindici anni di vita della Fondazione Casa America hanno coinciso in
gran parte con un periodo di mio forte
impegno professionale in America Latina,
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
sia prestando servizio nei paesi della regione, sia al Ministero degli Esteri. Dal
1998 al 2002 ho infatti ricoperto la carica
di Ambasciatore in Colombia, successivamente in qualità di Vice Direttore della
Direzione Generale delle Americhe mi
sono occupato prevalentemente del subcontinente latinoamericano e, infine, dal
2005 al 2009 sono stato alla guida dell’Ambasciata in Messico dove ho di fatto
chiuso la mia carriera dopo più di quarant’anni.
La mia destinazione in Colombia e Messico e il periodo trascorso al Ministero tra
le due sedi, mi hanno fatto riprendere
contatto con l’America Latina dove ero
approdato molti anni addietro, nel 1974,
assegnato, giovane funzionario, all’Ambasciata d’Italia a Lima dove sono rimasto
fino al 1978. L’America Latina di allora
era molto diversa da quella di oggi. In
quegli anni erano al governo dittature militari di destra (il Cile di Pinochet, l’Argentina di Videla e regimi più o meno autoritari in altri paesi). Faceva eccezione il
Perù con un governo militare di sinistra
che nazionalizzò le risorse minerarie e
promosse una profonda riforma agraria
con l’intento di creare una società più
aperta e democratica e ridurre l’emarginazione di gran parte della popolazione,
ivi compresa la componente indigena.
L’obiettivo era per molti aspetti condivisibile ma l’ostilità di molti paesi del continente, tra cui gli Stati Uniti, e molti errori
commessi dai militari nelle realizzazione
del loro progetto li costrinsero dopo dodici
anni a restituire il paese ai civili.
45
La crescita politica ed economica dei
paesi dell’America Latina nel suo complesso è stata significativa facendone
oggi una delle regioni più dinamiche
del pianeta. Poco a poco la democrazia
si è affermata ed è oggi presente nella
quasi totalità dei paesi. Va però detto
che l’inesistenza di una vera separazione dei poteri, l’insufficiente organizzazione della società civile in tutte le
sue componenti, il predominio delle
élite e dei grandi gruppi economici
fanno sì che la democrazia non sempre
sia veramente sostanziale.
Un altro aspetto negativo è quello della
frequente violazione dei diritti umani nei
confronti di indigeni, donne, giornalisti e
in genere di tutti coloro che denunciano
fenomeni di corruzione e soprusi.
Ma, forse ancora più grave è il fatto che
l’America Latina detenga il non invidiabile
record della diseguaglianza, superiore a
quella esistente in Africa. Molto è stato
fatto per la riduzione della povertà, specie
estrema, ma certamente non si è fatto abbastanza per ridurre significativamente il
dislivello sociale.
Occorrerebbero regimi fiscali più incisivi,
lotta all’evasione e al sommerso e alla
emarginazione ma, soprattutto, bisognerebbe che si affermasse pienamente la coscienza che l’eccesso di diseguaglianza
non è solamente ingiusto e eticamente
inaccettabile ma tende a creare malcontento e a provocare tensioni che rischiano
di attentare a quella coesione su cui si
basa la civile convivenza ed il corretto funzionamento della società.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Ringraziamento
a Casa America
FABIO PORTA
DEPUTATO ELETTO NELLA CIRCOSCRIZIONE AMERICA DEL
Parlare dei quindici anni della Fondazione “Casa America” è per me anzitutto un motivo di orgoglio e compiacimento. Orgoglio, per aver fatto parte
di questo meritevole e opportuno progetto di valorizzazione della straordinaria relazione umana, sociale, culturale, politica ed economica che unisce
l’Italia al continente latino-americano,
anche in forza di un contingente di
italo-discendenti che probabilmente
supera in dimensione gli abitanti del
nostro Paese. Compiacimento, perché
nel corso dei miei lunghi anni di esperienza sindacale e politica ho potuto
verificare quotidianamente l’assoluta
importanza e necessità di strumenti
permanenti e specializzati di cooperazione in grado di mantenere vivo il rapporto dell’Italia con l’America Latina
ed il suo popolo. “Casa America” è un
po’ questo, e probabilmente molto di
più; e non è un caso che nasca a Genova, il “porto” per antonomasia della
grande diaspora italiana nel mondo, che
ha avuto sicuramente nel Sudamerica
SUD
la sua destinazione prevalente oltre che
la prima in ordine di tempo. E siccome
nessun sogno che voglia trasformarsi
in realtà fluttua nell’etere, avendo al
contrario bisogno di braccia e gambe
per potersi concretizzare, a questa avventura dobbiamo dare qualche volto
e alcuni nomi, e - mi sia permesso uno su tutti: Roberto Speciale è l’artefice e il coraggioso interprete di questo
“sogno”, di una sfida iniziata quindici
anni fa e ancora oggi viva e dinamica
nonostante le enormi difficoltà economiche ed una certa sordità da parte di
parte di quel mondo delle imprese e
delle istituzioni che dovrebbero invece
avere tutto l’interesse a sostenere simili
iniziative.
Sarà un caso, anzi sicuramente lo è, ma
è bello pensare che esista anche un
nesso nascosto tra i quindici anni di
“Casa America” e l’affermazione in
America Latina di tanti governi popolari
e progressisti che in questo quindicennio
hanno dato finalmente forza alle grandi
istanze di partecipazione democratica e
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
di giustizia sociale proprie di un popolo
- quello latino-americano - per troppi
anni oppresso da assurde disparità economiche e sociali come anche da violenti
e terribili regimi dittatoriali.
Ebbene, se in Italia abbiamo potuto seguire da vicino questa fase storica, che
ha anche coinciso con un ritrovato ruolo
di primo piano anche dal punto di vista
economico del continente latino-americano, lo dobbiamo anche all’esperienza ed alle iniziative della Fondazione “Casa America”; nel panorama
mediocre dei principali mezzi di comunicazione di massa ed in un dibattito
politico interno ed estero spesso dominato da stereotipi riduttivi e letture
semplicistiche, il contributo dato dagli
amici di “Casa America” si è spesso distaccato come originale e mai superficiale. È qualcosa del quale tutti noi, operatori che a vario titolo hanno a cuore
o svolgono un’attività che li mette in
relazione continua con questo continente, dobbiamo essere grati a Roberto
Speciale e ai suoi validi collaboratori.
Nel corso di questi quindici anni non abbiamo solo assistito al grande protagonismo delle democrazie latino-americane; nel 2001 veniva approvata la
riforma costituzionale che avrebbe permesso per la prima volta il voto attivo e
passivo agli italiani all’estero, e nel 2006
per la prima volta entravano in Parlamento diciotto rappresentanti delle nostre grandi collettività nel mondo. Una
conquista storica, un evento particolar-
47
mente atteso e seguito dalla grande collettività italiana storicamente insediatasi
in America Latina; una comunità importante e rilevante, qualitativamente e non
solo quantitativamente. “Casa America”
darà voce e spazio politico agli eletti in
America Meridionale; sarà una delle
prime istituzioni a comprendere e valorizzare la specificità ed il ruolo di questi
parlamentari. Prima di me, l’Onorevole
Mariza Bafile e il Senatore Edoardo Pollastri sono stati invitati ed hanno avuto
un ruolo attivo e da protagonisti in diversi
eventi organizzati dalla Fondazione.
Il merito di “Casa America”, probabilmente, è stato ed è proprio questo: avere
e offrire una visione a tutto campo di
una realtà, l’America Latina e dei suoi
rapporti con l’Italia, un binomio che non
possiamo più ricondurre a letture unilaterali o a interventi superficiali.
È con questa lungimiranza che la Fondazione “Casa America” in questi anni
ci ha raccontato l’emergere delle nuove
potenze economiche del G20: Brasile,
Messico e Argentina, ma anche l’affermarsi dei Paesi che si affacciano sul Pacifico, come l’Ecuador, la Colombia o il
Perù. È con questa saggezza e conoscenza della storia che il ricordo di Allende e delle dittature sudamericane degli anni ’60 e ’70 ha fatto parte di
emozionanti e significative iniziative di
carattere culturale e politico. È grazie ad
un approccio correttamente globale e
rispettoso di ogni specifica realtà che
“Casa America” non ha mai tralasciato
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Il Pueblo Bernal in Messico
Paesi importantissimi e sbadatamente
considerati spesso “minori”, come la Bolivia o il Paraguay. È con questa costante
attenzione e preoccupazione civile che
“Casa America” ha seguito la trasformazione e la crisi di un grande Paese
come il Venezuela o il vivace rapporto
tra e con i Paesi del Centro-America e
dei Caraibi. Senza nemmeno dimenticare l’arte, basti pensare recentemente
al lavoro sull’opera della grande artista
messicana Frida Kahlo, e nemmeno lo
sport, e voglio qui ricordare il volume
ed il relativo convegno sulle radici “italiane” di squadre di calcio sudamericane
e sullo ‘sbarco’ in Italia della leva degli
oriundi provenienti d’oltreoceano. Grazie, allora, a Roberto Speciale e a “Casa
America”; un ringraziamento che non
può che riempirsi di un contenuto responsabile e impegnativo, soprattutto
se a farlo è un rappresentante delle istituzioni, di quel Parlamento italiano dove
oggi siedono sei rappresentanti degli
italiani del Sudamerica e tre del Centro
e Nordamerica. Poche settimane fa, insieme ai miei colleghi parlamentari eletti
in America Meridionale, sono stato in
udienza privata da Papa Bergoglio, non
a caso il primo Pontefice “italo-latinoamericano” della storia della Chiesa cattolica; anche questa una coincidenza, o
forse un segnale di un mondo che cambia e che dovremmo imparare a leggere
e osservare con occhi più attenti: quello
stesso sguardo al quale “Casa America”
ci ha abituato in questi lunghi, ma brevissimi, quindici anni!
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Casa America, l’America
Latina e l’Unione Europea
ANNA COLOMBO
CONSIGLIERE SPECIALE, GIÀ SEGRETARIA GENERALE DEL GRUPPO DEI SOCIALISTI E DEI
DEMOCRATICI AL PARLAMENTO EUROPEO
Papa Francesco, in visita al Parlamento
europeo nel novembre 2014 ci ha ricordato che : "(...) accanto a un’Unione
Europea più ampia, vi è anche un
mondo più complesso e fortemente in
movimento. Un mondo sempre più interconnesso e globale e perciò sempre
meno eurocentrico. A un’Unione più
estesa, più influente, sembra però affiancarsi l'immagine di un'Europa invecchiata e compressa che tende a sentirsi meno protagonista in un contesto
che la guarda spesso con distacco, diffidenza e talvolta con sospetto".
È pur vero che a fronte del 20% di quota
di popolazione totale del pianeta che
l'Europa rappresentava nel 1950 e al
30% di ricchezza mondiale che produceva, nel 2050 saremo rispettivamente
al 7% e al 10%. Rassegnamoci, anche
se i nostri governanti non ce lo dicono,
siamo diventati piccoli.
La Fondazione Casa America di Genova non ha atteso le parole di Bergoglio per mettersi in movimento e fare
la sua parte. Negli ultimi 15 anni Casa
America ha ricordato giorno dopo
giorno a un pezzo di quell'Europa che,
anche se non siamo più il centro del
mondo, possiamo e dobbiamo alimentare nei nostri concittadini la speranza
che la sfida del nuovo ordine mondiale
sia il rinnovamento, il dialogo, la speranza. E che l'Unione europea può ritrovare non solo una sua vocazione
economica e sociale basata sulla qualità,
ma può diventare anche un indispensabile riferimento culturale, proprio a
causa della sua terribile storia, della
pace e della lezione di riconciliazione
che quella storia ha generato.
Dal 2000 a oggi la Fondazione ha organizzato decine di iniziative: conferenze,
teatro, presentazione di libri - e fumetti
d'autore a tema- rassegne cinematografiche, mostre di pittori e di fotografi, corsi
di lingua. Genova e dintorni hanno così
potuto avvalersi di incontri e dibattiti
con personalità dai profili più vari, che
hanno contribuito e stanno tutt'ora contribuendo al dialogo con il continente
americano, complesso e composito.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Auto sul Malecon di L'Avana
Lo scambio culturale in sé è già importantissimo. Attraverso la cultura, e con
le culture, possiamo insieme riaffermare
l'impegno per una società libera e
aperta alla diversità. Non solo. La curiosità reciproca se alimentata al quotidiano ci spinge a imparare, a interrogarci, a divenire versatili, complessi,
flessibili, in una parola più ricchi. In
questa ricchezza sta anche l'opportunità di aprirsi all'espressione e alla lingua dell'altro. Le lingue sono infinitamente di più che un veicolo di scambio
verbale, qualunque filologo ve ne parlerebbe per ore.
Ma Casa America non è stata solo questo. Rifiutando una collocazione di nicchia e un po' snob, la Fondazione si è
messa al servizio dei nostri nuovi concittadini che arrivano in Liguria e più in
generale in Italia, soprattutto da alcuni
paesi dell'America Latina, facendo in
modo di sostenere il riconoscimento di
un'identità plurima in ciascuno di noi.
Resto convinta che nel 2015 una società
moderna, pacifica e capace di costruirsi
un futuro si riconosca dal livello di interazione (manca una "g" lo so, ma "integrazione" non è più per me una parola esaustiva anzi, incomincia a
procurarmi un certo fastidio...) fra le
sue varie comunità, siano esse alloctone
o autoctone; e si distingue anche dalla
sua capacità nel far sentire tutti parte
dello stesso progetto, senza richiedere
il sacrificio da "tabula rasa" rispetto alla
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
storia, lingua e cultura di origine, che
può al contrario diventare patrimonio
di tutti. E Casa America l'ha fatto. Spaziando da tematiche storiche complesse
quali la rilettura della scoperta del
Nuovo Mondo dalla spedizione di Colombo, vista anche dalla parte dei vinti
con tutto ciò di inammissibile che la
colonizzazione ha comportato. Fino allo
sport - calcio in particolare - condividendo storia, simboli, protagonisti a cavallo sull'Atlantico. E che dire dell'attenzione portata alla leggendaria e
modernissima figura di Garibaldi, eroe
dei nostri due mondi, attraverso pubblicazioni, convegni, opere, testimonianze, ricerche persino dei luoghi dell'iconografia fra i due continenti?
E ancora. Da italiana residente in Belgio, già membro e Presidente del Comitato per gli Italiani all'Estero, debbo
ringraziare la Fondazione e il suo Presidente Roberto Speciale per l'impegno
che hanno profuso nel riconoscere il
ruolo della nostra grande comunità in
America. Il fenomeno degli italiani all'estero è tutt'ora sconosciuto e poco
compreso, si spazia a 180 gradi dal più
bieco paternalismo al malcelato fastidio.
Casa America ha saputo cogliere prima
e meglio di altri come gli italiani all'estero possano essere una leva per
l'internazionalizzazione e la sprovincializzazione dell'Italia e possano offrire
molto al Sistema Paese per sviluppare
la propria presenza nel mondo, tenuto
conto che oramai lingua e cultura de-
51
vono far parte della nostra strategia di
promozione, alla stregua di Spagna,
Francia e persino Germania.
Infine, mi permetto un suggerimento
per i prossimi mesi. Il primo decennio
del nuovo millennio è stato indubbiamente caratterizzato da una profonda
trasformazione del continente latino
americano. Oltre alle dinamiche politiche ed economiche, a seguito di un triste
periodo di rigorosa applicazione delle
ricette neoliberiste imposte dalla dottrina
di Washington, l'America Latina è stata
attraversata da un nuovo modo di concepire lo Stato, le politiche pubbliche e
soprattutto da un genuino slancio verso
un'agenda sociale che punti a politiche
di inclusione e eguaglianza. Curiosamente e purtroppo, mentre da quel lato
dell'Atlantico si guardava con interesse
al modello europeo, non soltanto quindi
dal punto di vista dell'integrazione regionale e subregionale, l'Unione europea
si impegnava con foga a indebolirlo e
indebolirsi.
L'Unione europea del dopo maggio
2014 sembra voler provare a cambiare
pagina, seppur tardi e con timidezza.
Forse Casa America potrebbe provare
a rimettere insieme esperti, istituzioni
e autori dei nostri due modelli di sviluppo sociale, per vedere se siamo ancora in tempo a darci reciprocamente
una mano, o se l'America Latina finirà
schiacciata fra Stati Uniti e Cina, mentre
a noi non resterà che il ricordo "dei
trenta gloriosi".
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Buon compleanno
Casa America!
FRANCESCA D’ULISSE
RESPONSABILE AMERICA LATINA PARTITO DEMOCRATICO
Poche istituzioni private si occupano
con tanta cura e dedizione dell'America
Latina come Casa America di Genova.
Ancora meno sono quelle che, almeno
in Italia, lo fanno avendo come sola mission quella di approfondire la realtà
geopolitica, la cultura e le nuove tendenze che in quel continente hanno
origine o trovano lì una loro originale
interpretazione. A Genova, invece, tutta
questa ricerca è naturale e quotidiano
approfondimento, costante divulgazione, strenuo tentativo di fare sistema
con le istituzioni nazionali e locali e con
quelle europee e latinoamericane.
Città audace, quella della Lanterna,
schiacciata sulla montagna e naturalmente protesa verso il mare, pronta a
strappare metri e metri di terra ad un
elemento naturale che è stato sempre
croce e delizia per i suoi abitanti. Mare
come fonte di nutrimento e mare come
spazio da solcare per arrivare a costruire
e a costruirsi una esistenza migliore e
più degna per sé e per i propri cari. Genova è così: o la sfidi con le sue stesse
armi o ti spinge a guardare oltre, nel
suo respingerti verso la grandiosità degli oceani. E allora, è un continuo Italia-America Latina, andata e ritorno,
con la testa che non si accontenta mai
di quel che sembra, alla continua ricerca
di ciò che ci unisce anche quando questa ricerca sembrerebbe priva di senso.
Ho frequentato spesso Casa America
negli ultimi dieci anni e sono stata colpita dalla curiosità intellettuale di Roberto Speciale, dalla sua profonda cultura storica e dalla sua passione mai
banale. Villa Rosazza e ora la nuova
sede le ho sempre considerate come
uno spazio a disposizione, un luogo di
libertà, un contenitore da riempire con
le luci e le ombre del continente. E lì
ho sempre trovato e continuo a trovare
giovani e meno giovani che studiano e
si appassionano a quel che accade oltre
oceano, che ne sanno leggere spunti e
tendenze andando oltre il dato politico
e guardando a cos’è oggi l’America Latina nell’arte, nella cultura, nella letteratura e nel cibo.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Settembre 2013. Roberto Speciale e Carolina Toha
Ma non avrebbe senso guardare all’oggi
senza conservare la memoria di quel che
è stato. Nel settembre del 2013, in occasione del 40° anniversario del golpe di
Pinochet in Cile, Roberto Speciale dedicò
l’intero mese ad attività, incontri e proiezioni sul tema. Casa America ospitò una
bellissima mostra di Eduardo Carrasco
“Salvador Allende un uomo un popolo,
40 anni dopo il Golpe di Pinochet” che
fu visitata da Carolina Tohá, la giovane e
brillante Sindaco di Santiago del Cile, figlia dell’ex Ministro degli interni e della
difesa nazionale di Allende, José Tohá.
In quell’occasione, l’esponente del Partido por la Democracia, PPD di Ricardo
Lagos, fu ospite di un evento politico
che concepimmo con Speciale come ricordo sì ma anche come riflessione sul
presente. Si parlò del Cile degli anni ’70
e delle tante manifestazioni di solidarietà
che in ogni sezione di partito o cellula
sindacale i lavoratori, gli operai e gli intellettuali del nostro Paese attivarono per
accogliere i profughi e rifugiati politici
cileni. Speciale ricordò che, a Genova,
un lavoro importante e capillare fu svolto
dai lavoratori del porto, in particolare da
quelli della Compagnia Unica Lavoratori
Merci Varie che, alla notizia del colpo di
stato, misero in atto una serie di azioni
di boicottaggio delle navi cilene e di ac-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Carolina Toha
coglienza - a volte rocambolesca - dei
profughi che attraccavano sui moli delle
città liguri. La chiacchierata con Tohà
fece riflettere tutti noi: capimmo come
un paese possa voltare pagina dopo una
sanguinaria dittatura e possa ricostruire
il proprio tessuto sociale e politico. Discutemmo sul fatto che, in Cile, molte
delle istituzioni della dittatura siano ancora lì a testimoniare una storia e un
passato che almeno a livello legislativo
è rimasto intatto. Parlammo del nuovo
protagonismo della gioventù latinoamericana che in quell’anno e in molti paesi
della regione, aveva deciso di tornare in
piazza per reclamare una istruzione gratuita e di qualità, strumento indispensabile per affrontare le sfide del nuovo
millennio.
Tohá sollecitò la nostra attenzione sul
profilo della nuova classe dirigente che,
dopo quella composta da coloro che com-
batterono contro le dittature, stava lavorando alla costruzione di un continente
di pace e di libertà, dove le istituzioni democratiche fossero il motore delle trasformazioni e dove la lotta alla povertà
estrema e contro le disuguaglianze fosse
la vera sfida dell’agenda politica.
La Sindaco rimase impressionata dalla
mostra fotografica e documentale di
Carrasco. Guardava quelle foto e quel
materiale giornalistico, riconosceva volti
di persone a lei care che erano venute
in Italia come rifugiati politici. Democristiani o socialdemocratici non faceva
differenza di fronte alla tragedia di un
continente. Quanto avrebbero da imparare coloro che gridano all'invasione
dei rifugiati che arrivano sulle nostre
coste perché in fuga dalla follia della
guerra e dall'avanzata minacciosa dello
Stato islamico. Ma, appunto, la memoria la si coltiva soltanto in pochi luoghi
del nostro paese...
Roberto Speciale e il suo gruppo, tra i
quali mi permetto di ricordare la sua
storica braccio-destro Carlotta Gualco,
sono tutto questo e molto di più. È per
questo che dopo 15 anni l'esperienza
di Casa America è più significativa che
mai. Pur nelle difficoltà legate a una
contingenza che premia chi fa affari in
quel continente e tiene meno conto di
chi fa cultura con quel continente, Roberto, Carlotta e gli altri amici sono lì.
A lanciare la loro sfida a tutti noi.
Buon compleanno, Casa America ! Grazie, Gracias, Obrigada.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Casa America e Regione Liguria
un lavoro sinergico
ANGELO BERLANGIERI
ASSESSORE ALLA CULTURA REGIONE LIGURIA
Desidero complimentarmi per l’intensa
attività proposta e realizzata dalla Fondazione Casa America che celebra in quest’anno i 15 anni di attività e di relazioni
culturali tra Genova e la Liguria con il territorio italiano e l’America Latina.
Nel ruolo di Assessore al Turismo, Cultura e Spettacolo ed in qualità di Componente del Consiglio di Amministrazione conosco le tante attività svolte in
questi anni che trovano adeguata rappresentazione, per quanti vorranno riviverne la storia e il percorso, nel “sito web”
della Fondazione. Nello scorrere la sezione dedicata alle attività, a partire dalla
fondazione ai giorni nostri, ogni cittadino
potrà rendersi conto della ricchezza e varietà di tali manifestazioni.
Tantissimi sono i temi (la cultura, la storia,
l’arte, i diritti e i doveri, la salute, l’economia, le relazioni, le forze dell’ordine, il
paesaggio...), le personalità storiche e contemporanee, i vari modelli di sviluppo
delle nazioni dell’America Latina presentate da Casa America nelle diverse iniziative (dibattiti, incontri pubblici, mostre...)
tali da consentire una utile partecipazione
ai cittadini, operatori economici, studiosi
e ricercatori e alle stesse istituzioni.
Ulteriore menzione meritano la produzione letteraria, la qualificata biblioteca,
i corsi di lingua spagnola e portoghese
offerti quale validissimo contributo alle
costruzione di relazioni fra i liguri e i
paesi e le genti dell’America Latina.
Da Assessore del Turismo e della Cultura ritengo doveroso porre un particolare accento al tema dell’accoglienza
e dell’ospitalità ed evidenzio come le
relazioni fra liguri e sudamericani
(spesso di origine italiana o addirittura
ligure) siano in questi anni utilmente
sostenute e favorite dall’intenso lavoro
della Fondazione Casa America.
Se l’attività svolta in questi anni è stata
certamente molto positiva e costruttiva
credo sia utile però farci carico del futuro sforzandoci di dare ognuno un
contributo in termini di idee e progetti.
Lo sforzo deve essere quello di far convergere (pubblico e privato, istituzioni
ed operatori dei vari settori) su specifiche aree territoriali per realizzare progetti di relazione e scambio fra la Ligu-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
ria e l’America Latina. Vere e proprie
“missioni di intervento” che producano
relazioni stabili e produttive e sviluppino buone pratiche che raggiungano
obiettivi definiti e riproducibili.
Favorire quindi visite sul nostro territorio
per mettere in evidenze le tante eccellenze da esportare in America Latina.
Un lavoro sinergico fra le istituzione e
le attività private che amplifichi sforzi
e risultati.
Una menzione particolare ai giovani. A
loro bisognerebbe rivolgere specifiche
iniziative per coinvolgerli quali attori
principali di un futuro che li riguarda.
La naturale predisposizione alla comunicazione anche avvalendosi delle “rutilanti” tecnologie informatiche vedono
nelle nuove generazioni le persone più
predisposte a vivere esperienze di vita
e di lavoro nel “mondo”. I giovani opportunamente aiutati e supportati possono essere un punto di forza per rafforzare quelle relazioni ed attività fra
liguri e latino-americani.
Il mio Assessorato è impegnato in questi mesi, oltre alle tante attività in ambito turistico e culturale, alla predisposizione della partecipazione della
Regione Liguria all’importantissimo
evento internazionale dell’EXPO Milano 2015. Sarà quello un contenitore
ricchissimo di opportunità culturali e
scambi sui temi mondiali del cibo e
della cultura che ruota intorno ad esso.
Anche attraverso tale irripetibile appuntamento si potranno avviare utili
e proficui momenti per il consolida-
Messico. Chiesa della Candelaria
a Tlacotalpan, Veracruz.
mento dei rapporti fra Italia e America
Latina.
I miei più sinceri complimenti a Lei,
Presidente Roberto Speciale, per
quanto realizzato in questi anni dalla
Fondazione Casa America e la speranza
che nuovi e stimolanti iniziative possano essere realizzate.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Casa America
e l’emigrazione in Liguria
GIOVANNI ENRICO VESCO
PER L’IMMIGRAZIONE
ASSESSORE ALLE POLITICHE
REGIONE LIGURIA
Nel 2005 il mio percorso politico mi ha
portato a svolgere il ruolo di Assessore
della Regione Liguria con, tra le altre, delega ad Immigrazione ed Emigrazione.
Sono da sempre interessato alle migrazioni internazionali, soprattutto per ragioni politiche, e quando nel 2005 il Presidente Burlando mi ha voluto al suo
fianco nella Giunta Regionale, ho chiesto
e ottenuto di potermi occupare di questa
delicatissima tematica, che ha fortemente
caratterizzato la mia attività istituzionale.
Nei primi due anni del mandato siamo
riusciti ad ottenere il disegno di legge e
poi la definitiva approvazione della
legge regionale n. 7 del 2007, che per la
prima volta ha introdotto nel nostro
territorio la cultura dell’integrazione dei
cittadini stranieri.
La Liguria si poneva infatti come una
delle prime Regioni che riuscivano ad
affrontare il tema dell’integrazione dei
cittadini stranieri e più in generale il
tema dell’immigrazione sfidando l’approccio nazionale che aveva portato alla
legge Bossi-Fini, basato sulla paura del
fenomeno e sull’incapacità di affrontarlo se non in ottica emergenziale.
Nello stesso periodo iniziavo ad occuparmi delle politiche dell’Emigrazione.
L’istituzione della Consulta, la definizione delle linee dei Programmi Emigrazione, le tante relazioni con diverse
persone del mondo dell’emigrazione
mi hanno profondamente arricchito,
portandomi a conoscere e ad approfondire le storie dei nostri corregionali
che per esigenza di vita e, a volte, per
bisogno di nuove esperienze, hanno lasciato l’Italia per cercare fortuna e migliori condizioni in nuovi paesi.
Le donne e gli uomini che ho incontrato
nei tanti incontri istituzionali, in occasione dei viaggi in Svizzera e in America
Latina o durante le visite dei cittadini
emigrati nella nostra Regione, mi hanno
confermato quanto queste persone, benché perfettamente integrate nei nuovi
Paesi, rimangano fortemente legati alle
loro tradizioni ed alla cultura di origine.
Nel mio primo ciclo amministrativo, dal
2005 al 2010, grazie anche al sostegno dei
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Consultori dell’emigrazione, la Regione
è riuscita a indirizzare rilevanti risorse alle
Associazioni dei Liguri nel Mondo attraverso un sistema di finanziamento basato
su un’attenta valutazione dell’impegno e
delle capacità di coinvolgere nelle iniziative i liguri associati.
È stata inoltre finanziata una serie di
iniziative rivolte al mondo dell’emigrazione promosse dai Comuni Liguri e
dalle Associazioni con sede in Liguria.
Soggetti pubblici e privati che, con
grande fatica e impegno, continuano a
organizzare specifici eventi per ricordare gli emigrati del passato ma anche
la nuova “giovane” emigrazione.
Nel 2010, a seguito del positivo esito
delle elezioni regionali, sono stato riconfermato assessore per un secondo
mandato, mantenendo anche la delega
alle Politiche dell’Immigrazione e dell’Emigrazione.
Purtroppo la grande crisi economica
mondiale, che in Italia ha fatto sentire i
suoi effetti in modo particolarmente
drammatico, ha fortemente condizionato
questo secondo ciclo amministrativo.
Le contenute risorse ci hanno costretto
ad ispirare ogni progetto alla massima
sobrietà e a rivedere i contributi all’associazionismo dei liguri nel mondo riducendo gli importi, continuando così
a testimoniare attenzione per questo
mondo ma restando in attesa di tempi
più favorevoli per riprendere interventi
ed investimenti.
In questo lungo percorso istituzionale
la Fondazione Casa America è stata un
interlocutore fondamentale. Fin dai
primi giorni del mio mandato il Presidente Roberto Speciale mi ha offerto
piena disponibilità per un lavoro comune volto a favorire uno spazio di riflessione, discussione e incontro sul
tema migratorio e in particolare per le
relazioni culturali e sociali fra la Liguria
e l’America Latina.
Tantissime sono state le iniziative, i dibattiti, le mostre e le proposte realizzate
da Casa America che nel tempo si è
confermata come un qualificato punto
di riferimento per i Liguri nel Mondo
con particolare riferimento all’area geografica dell’America Latina.
Molte di queste iniziative hanno visto
direttamente la presenza, il coinvolgimento e il contributo della Regione ma
anche quando la riduzione delle risorse
ci ha obbligato a ridurre la partecipazione istituzionale, la Fondazione Casa
America ha intensificato gli sforzi ed è
riuscita a garantire la prosecuzione delle
sue molteplici attività.
Una citazione speciale merita la grande
e qualificata produzione letteraria sui
temi dell’emigrazione, sui personaggi,
sugli eventi storici, sulle storie personali
e collettive. Tale produzione, che approfondisce i temi culturali e sociali del fenomeno migratorio, è stata ampiamente
utilizzata dal mio Assessorato che ne ha
acquistato numerosi esemplari per poterli
inviare alle Associazioni dei liguri e favorire così la creazione di specifiche bi-
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Messico. Funivia di Zacatecas, Zacatecas
blioteche a disposizione degli associati
di tutti gli Stati di emigrazione. Gli stessi
volumi sono oggi conservati presso gli
uffici regionali per consentire anche a
tutti i liguri di poterne prendere visione
o poterne ottenere copia. L’elenco di tali
libri sarebbe troppo lungo e probabilmente non esaustivo. Voglio però citare
in particolare il “Dizionario dei Liguri”
testo che riporta le origini dei liguri che
fra la fine dell’800 e i primi del 900 si
sono avventurati in America Latina. Tali
testi consentono di “leggere” le storie
autentiche degli emigrati e ci aiutano a
comprendere la portata di tale fenomeno.
Chiudo queste mie righe, con cui ho voluto ricordare la mia esperienza di Assessore in occasione della celebrazione
dei 15 anni della Fondazione Casa America con l’augurio, al Presidente Roberto
Speciale e a tutto il suo team, che nuovi
traguardi possano essere raggiunti e festeggiati nei prossimi anni e che l’attività
della Fondazione, così tenacemente portata avanti, possa continuare ad essere
il riferimento per tutti i liguri che abitano
nella nostra Regione e nei lontani paesi
di emigrazione.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Genova, una città aperta
MARCO DORIA
SINDACO DI GENOVA
La Fondazione Casa America, a 15 anni
dalla sua costituzione, si è affermata come
punto di riferimento nelle relazioni tra la
nostra città e l’America Latina; relazioni
antiche e profondamente radicate, che risalgono molto indietro nel tempo; vincoli
che nell’immaginario collettivo sono legati ai nomi di Cristoforo Colombo, di
Giuseppe Garibaldi e successivamente
alle grandi emigrazioni italiane tra Ottocento e primi del Novecento, fino ai giorni
nostri, con il fenomeno dei flussi migratori
di ritorno e con la numerosa presenza di
latinoamericani in Italia e in particolare a
Genova.
In Sud America le comunità d'origine
genovese e ligure hanno contribuito
allo sviluppo dei Paesi di accoglienza e
i loro legami con la terra di provenienza
hanno alimentato una significativa mescolanza di costumi e tradizioni. Anche
la storia sportiva ha portato alla ribalta
calcistica personaggi, squadre e quartieri latinoamericani che sanno fortemente di Genova e di Liguria come la
Boca di Buenos Aires. La migrazione li-
gure e genovese, così intensa nell’entroterra e lungo le riviere, ha rappresentato nel passato anche una voce rilevante della finanza e dell’economia
del nostro territorio.
Queste sono anche le ragioni per le quali
la recente emigrazione sudamericana (in
particolare ecuadoriana) verso l'Europa,
si è diretta principalmente verso la nostra
città. L'incremento più consistente di cittadini stranieri residenti a Genova, infatti,
riguarda proprio l’America meridionale
con il 38,9%. La comunità ecuadoriana,
tra il 2000 e il 2011, è passata da 3.048 a
17.436 persone (al 31 dicembre 2011),
che da sole rappresentano un terzo del
totale della popolazione di origine straniera nella nostra città. Tra il 2008 e il
2012 sono stati 3.059 gli stranieri che
hanno ottenuto la cittadinanza italiana.
Il maggior numero di “nuovi italiani”
sono di provenienza ecuadoriana. Inoltre
l’11,4% degli stranieri residenti a fine
2012 è nato a Genova, di cui il 37,8% di
nazionalità ecuadoriana e il 4,1% di nazionalità peruviana.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Il modello migratorio tradizionale è
stato per molto tempo quello maschile,
mentre l'attuale migrazione è prevalentemente femminile. Il nuovo movimento migratorio ha fornito un apporto
sostanziale alla comunità genovese anche come importante contributo per arrestare il declino demografico.
Genova è da sempre una città aperta
agli scambi e disponibile all'incontro
tra popolazioni provenienti da altre
parti del mondo.
Consolidare la vocazione di Genova
come città dell'accoglienza e del dialogo
è l’obiettivo dell’Amministrazione comunale. Le "vecchie" e le "nuove" componenti della popolazione, insieme, possono contribuire al benessere e alla
crescita della comunità. Le differenze tra
i cittadini devono divenire risorsa e stimolo, attraverso il confronto, la condivisione, la tutela dei beni comuni.
Questi valori irrinunciabili vanno tradotti in politiche e in atti amministrativi
puntuali. Le differenze culturali, infatti,
possono anche provocare incomprensioni e queste possono generare conflitti.
I servizi pubblici devono offrire quel supporto di mediazione culturale che agevola la convivenza e fa crescere una comunità multietnica. Rientra in questo
spirito, ad esempio, l’intesa che abbiamo
raggiunto con il Consolato dell’Ecuador
per la collaborazione di operatori ecuadoriani in affiancamento ai servizi sociali
per agevolare l’incontro con le famiglie
superando le barriere linguistiche. L’ac-
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cordo, reso possibile dalla particolare
sensibilità del Consolato, è stato seguito
con scrupolosa e vigile attenzione dal
governo dell’Ecuador e ha destato molto
interesse sulla stampa e nell’opinione
pubblica del Paese latinoamericano.
Il Comune intende valorizzazione la
pluralità di tradizioni e culture, evitando
di isolarle le une dalle altre, favorendo
al contrario l’aggregazione attraverso
le associazioni, la scuola e i quartieri,
partendo dai giovani.
Siamo inoltre convinti sostenitori della
necessità di una legge nazionale che
consenta ai bambini nati in Italia da genitori immigrati di acquisire la cittadinanza italiana. Nel frattempo, abbiamo
promosso una campagna di informazione sui diritti di cittadinanza già oggi
riconosciuti, come la possibilità di ottenere la cittadinanza al compimento
della maggiore età.
Le relazioni tra Genova e l’America Latina possono crescere anche in ambito
economico, portuale e produttivo rinvigorendo un’antica tradizione di rapporti.
È nostro interesse promuovere Genova
nel Centro e Sud America, farne conoscere
le attrattive turistiche e allo stesso tempo
le grandi risorse della portualità, dell’industria, della ricerca tecnologia, rinverdire
la conoscenza del patrimonio culturale e
artistico della nostra regione, divulgarne
la tradizione musicale che reca segni tangibili dello scambio con l’America Latina.
Vogliamo che Genova venga percepita
anche al di là dell’Oceano come la porta
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Genova vista da Castelletto
d’Europa, una città che affaccia sul mare
con il suo grande porto e che, appena ci
si inoltra nelle sue strade, offre frequentemente un colloquio in castigliano dall’inconfondibile accento latinoamericano.
Casa America, con la sua intensa attività
di confronto, approfondimento e cultura, offre numerose occasioni di relazione tra Genova e l’America Latina,
un patrimonio che mette a disposizione
della Città e delle istituzioni genovesi e
liguri. Nel suo “compleanno” auguro a
Casa America di rafforzare la propria
iniziativa di ponte verso l’America Latina, a partire da Genova ma guardando
all’Europa perché l’ottica europea è
quella che ha scelto giustamente fin
dalla fondazione.
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Diplomazie parallele
PIERO FASSINO
SINDACO DI TORINO
Sono contento di poter augurare buon
compleanno (il quindicesimo!), a Casa
America. Lo sono per varie ragioni.
Innanzitutto perché il nostro paese ha
sempre bisogno di sprovincializzarsi e
di guardare "oltre le porte di casa" ed
istituzioni come la Fondazione Casa
America ci aiutano in questo compito
vitale. Un compito importante per un
paese, l'Italia, che ha più italiani
"oriundi" (discendenti di italiani) fuori
dai suoi confini, rispetto ai circa 60 milioni di cittadini risiedenti. Ma spesso
si guarda alla emigrazione italiana con
pigrizia mentale ed intellettuale, come
se gli anni ed i decenni non passassero
e come se la nostra emigrazione fosse
rimasta quella dello scorso secolo. Ovviamente non è così. L'emigrazione
d'inizio '900 in Argentina è ben diversa
da quella del secondo dopoguerra in
Venezuela per ragioni storiche e di
estrazione sociale. Ma, con il passare
degli anni, le nuove generazioni prendono il sopravvento e, quella che fu una
emigrazione per necessità, dettata dalla
disperazione, si è andata tramutando,
nei figli e nei nipoti, in una presenza
viva e vitale, in un potente motore di
innovazione e di sviluppo per i paesi
d'approdo. È una caratteristica degli italiani: sapersi integrare, nel lavoro, pur
mantenendo salde radici culturali e regionali. Tutto ciò ha capito, da tempo,
la Fondazione Casa America, che ha offerto decine di occasioni per guardare
e capire l'emigrazione italiana, nei paesi
della America Latina, non attraverso la
lente -ormai consunta- del folklore,
bensì grazie ad una lettura aggiornata,
qualche volta inedita, e sempre rigorosa
di questo fenomeno. Ricordare, come
mi sovviene spesso di fare, le sagge ed
inascoltate parole di Einaudi sull'emigrazione italiana oltre Atlantico è parte
di questo approccio.
In secondo luogo, e forse ancor più importante: la capacità tutta genovese di
ripercorrere le antiche rotte, con occhio
e mente moderni per studiare e capire
il mondo. Nel caso della Fondazione,
quel pezzo di mondo che, dopo la con-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Lo spargitore di allegria
quista dell'indipendenza, dopo la parentesi tragica delle dittature militari, e
dopo il cosiddetto "decennio perso", si
è affacciata prepotentemente sulla
scena mondiale: l'America Latina.
E' imponente quantitativamente e inestimabile qualitativamente la mole di
attività pubbliche che la Fondazione
Casa America, sotto la spinta costante
ed intelligente di una personalità poli-
tica come Roberto Speciale, è riuscita a
collezionare in questi 15 anni. Credo
siano stati migliaia, se non decine di
migliaia, le persone, i giovani, ed anche
i tanti latinoamericani che vivono in
Italia, che hanno affollato le sale della
Fondazione per partecipare ad un dibattito, per assistere ad una conferenza,
per visitare una esposizione d'arte, per
ascoltare una testimonianza.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Se il nostro paese può, a buon diritto,
essere considerato uno dei paesi europei con le relazioni più estese e profonde in America Latina lo si deve non
solo a personalità lungimiranti come
Amintore Fanfani che nel 1966 ebbe
l'intuizione di creare l'IILA (l'Istituto
Italo-Latino Americano); come Romano
Prodi che -soprattutto nel suo secondo
governo- seppe fare della relazione con
l'America Latina una priorità della politica estera italiana; come Susanna
Agnelli o come Ludovico Incisa di Camerana, che interpretarono nel modo
più degno e alto queste intuizioni. Lo
si deve molto anche al fatto che le città
italiane, le regioni italiane, hanno saputo tessere una loro rete "diplomatica"
che, senza intralciare quella nazionale
(ed, anzi, spesso divenendone complementare), ha dato contributi importanti
alla politica estera del paese.
Istituzioni prestigiose come la Fondazione Casa America, centri studi, Università, mondo dell'impresa, associazionismo e società civile: tutti hanno
concorso, anche se qualche volta con
un pizzico di confusione, a far sì che
quando, in qualunque paese dell'America Latina, si parla di Italia il primo
sentimento sia di simpatia e di vicinanza. Tutto ciò non è mai casuale.
In terzo luogo perché, e lo dico da Sindaco, se gli Stati a volte non si capiscono, i territori possono avere anche
rapporti più "rudi" fra loro, ma si capiscono subito.
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Quali sono le collaborazioni, le cooperazioni più efficaci e di successo? Quelle
che, lungi dall'essere imposte dall'alto,
sono invece prodotte e sviluppate attraverso il dialogo tra territori. Ciò è
particolarmente vero negli scambi economici, commerciali ed imprenditoriali.
Ma lo è altrettanto nella conoscenza reciproca e nello scambio di buone pratiche amministrative e di gestione.
Questo è stato, e spero continuerà ad
essere ancora per molto tempo, il valore
aggiunto di Casa America. Dare input
intelligenti, derivanti da una conoscenza profonda dei temi e dei paesi
dell'"altra sponda dell'Atlantico", fornire momenti di approfondimento e di
analisi arricchente, di taglio divulgativo,
ma sempre rispettando e pretendendo
un rigore ed un "livello" che ha messo
al riparo dalle facilonerie, dagli innamoramenti temporanei, dai pressappochismi passeggeri.
Insomma, stiamo parlando di una sorta
di diplomazia parallela, delle città, dei
territori, delle istituzioni legate alle realtà locali che, sommate, costituiscono
un unicum prezioso per l'Italia.
Sono stato varie volte a Genova, a Casa
America, ed ho ospitato a Torino sue attività di divulgazione. Ogni volta mi ha
colpito la caparbietà e la determinazione
di Roberto e dei suoi collaboratori nel
perseguire gli obiettivi prestabiliti e nel
tessere reti di attività e di conoscenza.
Un "buon compleanno" alla Fondazione, un grazie, e un buon lavoro!
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Casa America
e il porto di Genova
LUIGI MERLO
PRESIDENTE DELL’AUTORITÀ
DI
PORTUALE
GENOVA
I quindici anni di Casa America coincidono con il radicale cambio dello scenario
commerciale che lega l’Italia, e Genova,
all’America Latina. Quello che sembrava
un continente in eterna attesa di riscatto
è diventato un insieme di Paesi che crescono e che guardano al modello Occidentale con diffidenza, cercando una propria, robusta, via allo sviluppo. E non è
quindi un caso che, almeno da un decennio, l’Italia abbia davvero deciso di
mettere il dialogo con questa parte di
mondo al centro della sua agenda politico-istituzionale. Si può ben dire, quindi,
che Casa America aveva avuto il giusto
intuito, un fiuto d’altri tempi, che ha anticipato i tempi e persino le dinamiche
economiche.
Sull’altalena delle crisi europee, il livello
medio degli scambi commerciali si aggira
sui 20 miliardi di euro e i container in arrivo dalle sponde atlantiche del Sud America sono, al lordo degli svarioni statistici
prodotti dal transhipment, attorno al
mezzo milione l’anno: i porti liguri attraggono sostanzialmente la metà del
mercato italiano, Genova un terzo. Il
conto da fare è semplice. Eppure, il ruolo
dell’Italia rispetto al resto del mondo è
marginale, con una quota di mercato, sia
in export sia in import, del 2%. Il settore
dello shipping, però, dai terminalisti ai
singoli agenti fino a quei porti che hanno
saputo adeguarsi (in primis Genova), si è
fatto trovare pronto e ha saputo cavalcare
l’onda crescente.
Il punto di svolta, in ogni caso, ora è arrivato e l’Italia deve compiere un passo
avanti. Esperienze come Casa America
possono agevolare questo processo, non
solo ricordando come e perché Argentina,
Brasile,Venezuela, Cile e Messico presentano nelle loro radici parti consistenti di
dna sanguigno e culturale italiano, ma
anche perché accelerano quel processo
di conoscenza di un mondo che è ancora
visto come distante e arretrato dall’opinione pubblica e dagli stessi stakeholder.
Un modello di riferimento esiste già, la
Spagna degli anni Novanta, quando non
esitò ad apparire persino aggressiva nel
suo piano di penetrazione tra i gangli
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Il Porto di Genova
dell’economia sudamericana: i vantaggi
furono notevoli, a partire da quel processo
di privatizzazione selvaggia a beneficio
dei capitali stranieri che oggi sarebbe
inimmaginabile.
Quell’operazione da un lato creò monopoli e tensioni sociali. Dall’altro aprì in
effetti la via dello sviluppo grazie agli effetti positivi sul debito pubblico di quei
Paesi. Oggi l’assetto politico-istituzionale
è sostanzialmente consolidato sulla via
democratica e le economie nazionali,
pubbliche e private, non hanno nulla di
meno rispetto a quelle occidentali. Anzi,
hanno forti margini di espansione. Infatti
il tasso di crescita si è confermato sul 4%
nonostante ancora oggi quasi 200 milioni
di persone vivano sotto la soglia di povertà e nonostante incomprensibili ritardi
sul fronte della tutela dell’ambiente e
della lotta al narcotraffico.
In questo contesto si inserisce l’esportazione italiana, che passa tutta dai porti: il
fenomeno è chiaro a Genova, dove import ed export ormai si equivalgono dopo
che le importazioni per anni sono state il
quadruplo rispetto alle esportazioni. Navigano una decina di miliardi di euro di
merci, per lo più verso Brasile, Messico,
Venezuela e Argentina e prevalentemente
si tratta di macchine e macchinari, parti e
accessori per autoveicoli, motori, prodotti
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
derivati dalla raffinazione del petrolio. Di
poco inferiori le importazioni, con merci
in arrivo soprattutto da Brasile, Cile, Messico e Argentina e specialmente per metalli, prodotti dell’agricoltura, carta, oli e
pellami. Come si può ben capire, il discorso non si ferma agli standard cui gli
italiani si erano abituati come la frutta
fresca, la frutta secca, la frutta tropicale,
le carni, le pietre o il caffè. Se serviva una
dimostrazione, il mondo è cambiato.
Attorno a questi commerci, dalla seconda metà degli anni Novanta, è fiorita
una serie di accordi istituzionali sia tra
i singoli stati sia tra associazioni sovranazionali, dall’Ue al Wto alle organizzazioni economiche dei vari continenti.
L’Italia ha tratto benefici dai negoziati
tra l’Ue e il Mercosur e ancora molto
potrà raccogliere, a patto che sappia
fare sistema e che riesca ad adeguarsi e
ad assecondare, senza rinunciare ai propri valori, a un mondo che cambia. Il
porto di Genova, con il fenomeno delle
mega-navi, ha tracciato una strada:
adeguare lo scalo senza impatti e con il
dialogo. Può essere un modello per la
Liguria e l’Italia alla ricerca di nuove
speranze dall’altra parte del mondo.
Infatti, l’uscita dalla crisi e la sponda of-
ferta alla ripresa delle esportazioni non
è scaturita dal caso. I traffici non stanno
aumentando, in Italia, al ritmo con cui è
cresciuta Genova nel 2014. Semplicemente i traffici si stanno spostando e si
spostano dove il sistema è in grado di
offrire risposte. Genova non è più - e
non può più né sperare né sognare di
essere - il miglior punto del Mediterraneo. Non basta più. Genova è parte di
un complesso “gioco” mondiale in cui
l’America Latina ha un peso completamente differente rispetto a quindici anni
fa e che non offre garanzie. Il recupero
delle esportazioni, in assenza di un calo
delle importazioni, ha creato i presupposti della crescita generale del porto di
Genova. Ma nulla può essere lasciato al
caso: il porto di Genova, per costruire il
suo record, non ha pescato un jolly imprevisto. I risultati sono arrivati perché
l’azione continua di benchmark intrapresa dall’Autorità Portuale e dall’intera
comunità degli operatori ha saputo affrontare e offrire risposte a un mondo
che è rapidamente cambiato. Come la
storia gli aveva insegnato, lo scalo genovese, nel suo complesso, ha reagito e si è
messo sul mercato al punto giusto, ed è
andato a cercare nuovi mercati.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Rapporti con l’Università
di Genova
PAOLO COMANDUCCI
RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DI
GENOVA
Tra l’Università di Genova e Casa America, fin dal momento della sua costituzione, la collaborazione è sempre stata
costante, intensa e proficua. Spesso su
suggerimento della componente universitaria del Comitato scientifico di Casa
America, in questi quindici anni sono
fiorite molteplici iniziative culturali e di
alta divulgazione, che hanno coinvolto
docenti, studenti e cittadini, e hanno fatto
conoscere o approfondito aspetti della
multiforme società latino-americana. Le
tematiche affrontate sono state le più diverse, concentrandosi soprattutto nelle
aree delle scienze sociali (politica, diritto,
sociologia) e di quelle umane (antropologia, storia, arti, lingua, musica). Molto
è stato fatto, ma molto si potrà ancora
fare negli anni a venire. Infatti l’Università di Genova ha individuato proprio
nell’America Latina una delle aree privilegiate di intervento nei progetti di internazionalizzazione della didattica e
della ricerca. Esistono già collaborazioni
importanti che dovremo rafforzare ed
estendere, costruendo reti con gradi variabili di formalizzazione: dagli scambi
di studenti, specie attraverso i programmi
Cinda e Erasmus Plus, a quelli di docenti,
dall’istituzione di corsi di laurea e di master con doppio titolo, alla partnership
con Università latino-americane per presentare progetti di ricerca congiunti. Si
tratta di una sfida ambiziosa: l’Italia ha
progressivamente perso, negli ultimi decenni, il peso che storicamente aveva
avuto, dal punto di vista culturale ed economico, nei rapporti con molti paesi
dell’America Latina. E questo non solo
e non tanto per le politiche di massiccia
penetrazione in quell’area di altre nazioni
europee (in primis Spagna e Germania)
o extra-europee (specie Cina e Stati
Uniti), quanto per la pressoché totale
mancanza di una propria politica di intervento. Di fronte a tale vuoto di relazioni, il terreno è ora fertile per allacciare
nuovi legami o ricostituirne di antichi:
l’Università di Genova si impegnerà in
questa direzione, sicura di trovare in Fondazione Casa America un compagno di
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Porto Antico di Genova
strada. E lo posso affermare con cognizione di causa, forte dell’esperienza di
questo quindicennio. Nel coltivare infatti
i miei interessi scientifici, nell’ambito
della teoria giuridica e politica, ho cooperato strettamente con una molteplicità
di gruppi di ricerca e di università dell’America Latina, e mi è capitato sovente
di trovare in Casa America un interlocutore, attento e affidabile, nel costruire
“ponti” di comunicazione tra una riva e
l’altra dell’Atlantico.
Un ringraziamento non formale va infine
doverosamente, e convintamente, al Presidente della Fondazione, Roberto Speciale, che con garbo ed empatia, con curiosità intellettuale, con intraprendenza
ed efficacia ha contribuito in modo determinante a condurre in porto una gran
mole di eventi e occasioni culturali, in
un’epoca nella quale i fondi pubblici si
sono andati progressivamente estinguendo e talvolta, con loro, anche i progetti e le idee.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Le opportunità del continente
latinoamericano
ALESSANDRA REPETTO
RESPONSABILE DELL’UFFICIO INTERNAZIONALIZZAZIONE PRESSO LA
MERCIO DI
CAMERA DI COM-
GENOVA
In occasione dei quindici anni di Casa
America, anche la Camera di Commercio vuole contribuire al numero dei
Quaderni con alcune riflessioni su rapporti e flussi tra Genova e America Latina. In questi ultimi anni di forte crisi
del mercato interno, le imprese chiedono sempre più informazioni su come
andare all’estero: se da un lato è vero
che in alcuni Paesi (proprio come
l’America Latina) la crisi globale si è
fatta meno sentire e quindi ci sono opportunità di business da sfruttare, occorre tenere presente che affrontare i
mercati esteri non è facile e bisogna essere “preparati”.
Non basta un buon contatto: per elaborare una corretta strategia di internazionalizzazione è necessario avere un quadro
dettagliato della situazione politica, sociale, economica del Paese che si intende
affrontare e, proprio su questi aspetti, la
CCIAA svolge un ruolo di supporto e di
sensibilizzazione per le imprese.
Negli ultimi vent'anni il Sud America ha
compiuto grandi progressi ed evoluzioni
sul piano politico, economico e sociale e
si avvia ora verso nuovi traguardi.
All'inizio degli anni Novanta, molti Paesi
hanno avviato un processo di modernizzazione, introducendo riforme strutturali
e promuovendo gli investimenti a lungo
termine, seppur non sia stato sufficiente
ad evitare importanti default (Messico
1994-Argentina 2001-Uruguay 2003).
Negli anni Duemila il subcontinente sudamericano è stato un formidabile laboratorio di idee ed esperimenti politici e
progresso e sviluppo erano dovuti principalmente alla crescita generalizzata dei
prezzi delle materie prime e al progressivo
disimpegno degli Stati Uniti. Ciò ha consentito a Paesi come Brasile, Argentina,
Venezuela e Cile di assumere un ruolo
più attivo anche a livello internazionale.
Oggi, gli effetti postumi della crisi economica mondiale hanno mostrato ai
Governi come ad un generalizzato benessere e ad una sostanziale stabilità
politica non siano corrisposte una crescita regolare e una riduzione delle disuguaglianze sociali.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Sviluppo sostenibile, lotta alla povertà e
rispetto dei diritti civili e politici delle minoranze saranno, dunque, le sfide del futuro per il Sud America.
Tutto lascia pensare che sarà una regione
a “macchie di leopardo”: a Paesi come
Cile e Brasile chiamati a fare i conti con
le aspettative crescenti di società molto
più mature ed esigenti che in passato, se
ne affiancheranno altri come Argentina
e Venezuela alle prese col delicato e traumatico passaggio, in qualche modo, di
rottura con i “vecchi” governanti; a Paesi
sul Pacifico, come Perù e Colombia, cresciuti a ritmi vigorosi che dovranno dimostrare di saper unire boom economico
con maturità politica, a Paesi sull’Atlantico, membri del Mercosur, che si troveranno a fare i conti con un’integrazione
di fatto ferma al palo.
In relazione a nuove prospettive si deve
citare come “esperienza di collaborazione” l’Alleanza del Pacifico: nata nel
2012 tra Perù, Cile, Colombia e Messico
ha l’obiettivo di creare un mercato comune, simile a quello dell’Unione Europea, che garantisca libera circolazione di
beni, servizi, capitali e persone e favorisca
crescita, sviluppo e competitività.
Non è proprio vero che l’AP non si pone
in contrapposizione con gli altri due blocchi regionali, il Mercosur (Argentina, Brasile, Venezuela, Uruguay e Paraguay) e
l’Alianza bolivariana per i popoli delle
Americhe ALBA (Venezuela, Bolivia,
Cuba, Ecuador e Nicaragua), anzi si evidenzia un processo che vede l'America
Latina sempre meno come un continente
dai tratti unificanti e sempre più un insieme di “Americhe”.
Circa i rapporti con l’America Latina, storicamente Genova è stata per tutto l’800
la capitale italiana dell’emigrazione. All’inizio del ‘900 venne condiviso gradatamente il primato delle partenze con
Napoli e Palermo. Oltre ad artigiani e piccoli commercianti, ad alimentare il flusso
erano avventurieri, perseguitati politici
(siamo all’avvio del Risorgimento nazionale), marittimi intenzionati a sbarcare
per tentare fortuna nel nuovo mondo
(anche Garibaldi compare nelle liste di
imbarco diretto in Argentina).Vere e proprie colonie genovesi si formano in particolare in Brasile, Uruguay, Argentina,
Cile, Perù.
Da un punto di vista dei rapporti economici, è stato inevitabile che il sub continente americano sia stato per tanto tempo
uno dei mercati strategici più importanti
per il nostro tessuto imprenditoriale.
La situazione è iniziata a cambiare a partire dalla fine degli anni ‘90: in parte per
colpa dei default verificatisi, in parte per
l’affacciarsi sui mercati di nuovi Paesi con
interessanti opportunità o geograficamente più vicini (bacino del Mediterraneo, allargamento della UE ad est) o con
risorse finanziarie consistenti (Paesi del
Golfo Persico). Questo ha pertanto cambiato la posizione dell’America Latina
nelle strategie di internazionalizzazione
delle imprese genovesi, facendole perdere
un “primato”.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Analizzando i flussi commerciali tra
Genova e alcuni Paesi si nota una generale stabilità o lieve flessione per le
importazioni, in forte calo solo per Venezuela e Cile, mentre le esportazioni
sono in ripresa soprattutto per Argentina (per la presenza di commesse in-
PAESE
ARGENTINA
BRASILE
CILE
COLOMBIA
CUBA
ECUADOR
PERU’
URUGUAY
REPUBBLICA DOMINICANA
VENEZUELA
Nello stilare le proprie strategie di internazionalizzazione le imprese devono
sicuramente considerare che gli sviluppi
politici e sociali porteranno (come sempre) a delle evoluzioni anche nell’economia.
Il consolidamento di accordi tra i Paesi
possono offrire opportunità agli imprenditori - si ricorda che con la UE
sono stati siglati importanti trattati di
libero scambio - e in ultimo ma non ul-
73
dustriali), Brasile, Perù e Cile. Le imprese genovesi che hanno dichiarato di
avere rapporti con l’America Latina si
attestano intorno al 3% del totale, con
l’unica eccezione del Brasile dove la
percentuale si attesta al 10% e i numeri
sono stabili rispetto al 2013.
NUMERO DI IMPRESE
40
75
40
16
8
22
21
12
9
24
timo, nel novembre 2013 l’Italia è stata
accolta come osservatore nell’Alleanza
del Pacifico.
La recente missione del sottosegretario
Mario Giro in Uruguay ha confermato
la volontà istituzionale di un rilancio
generale delle relazioni Italia e America
Latina: vogliamo quindi essere ottimisti
che tutto ciò possa essere una chiave
di volta per aprire nuovi, o meglio riaprire e consolidare vecchi mercati.
Quaderni Casa America 2-15_Layout 1 23/04/15 10.17 Pagina 74
74
QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Tornare ad investire
in America Latina
FRANCO DANIELI
GIÀ SENATORE E VICEMINISTRO DEGLI
ESTERI
“Il trasloco dell’IILA rischia di essere l’anticamera del suo drastico ridimensionamento.
La storia di un istituto attivo e glorioso. Una
scelta degna di un paese privo di ambizioni”,
(Limes, settembre 2010).
Con decreto dell’11 novembre 2011,
l’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente
(IsIAO) è stato assoggettato alla liquidazione coatta amministrativa; “So che in
questo momento abbiamo grande bisogno di
rigore amministrativo e finanziario. Ma con
la «liquidazione coatta amministrativa» di
questa istituzione culturale non faremmo un
risparmio. Butteremmo via un investimento”
(Sergio Romano, Corriere della sera,
05/12/2011)
“La raccolta fondi continua a tutt’oggi e ci
ha aiutato ad arginare le gravi difficoltà venutesi a creare nel 2011-12, per il drastico
taglio di sovvenzioni alla cultura e alle attività internazionalistiche operato da enti pubblici e privati, locali e nazionali. Fondazione
Casa America si è giovata di questa solidarietà ma non siamo ancora fuori dall’emergenza” (Roberto Speciale, 2013).
Quando Roberto mi ha chiesto di scrivere
sui 15 anni della Fondazione Casa America ho subito pensato che non si poteva
prescindere da una riflessione relativa al
destino degli Enti Internazionalistici e
dalla considerazione che ne ha lo Stato
italiano.
Nel panorama nazionale che, a differenza
di altri paesi, vede pochissime realtà private disposte o in grado di sostenere la
ricerca in questo settore, il principale soggetto finanziatore è lo Stato, nelle sue varie
articolazioni. Nel corso degli anni, con la
riduzione delle risorse, si è posto il tema
della efficacia dei generosi ed indiscriminati finanziamenti alla pletora di “enti internazionalistici” un tempo esistenti (ricordo in merito una indagine conoscitiva
nelle commissioni affari esteri del Parlamento). La sacrosanta necessità di ottimizzazione dell’intervento statale ha
comportato una drastica riduzione del numero degli enti e la concentrazione delle
sempre più scarse risorse economiche su
un numero limitatissimo di istituti.
Una scelta dettata da ragioni economiche,
ma tuttavia non lungimirante, soprattutto
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Giugno 2007. Il convegno Gli italiani in America Latina
se consideriamo che l’inevitabile corollario è stato la fine anche di importanti
istituzioni, con decenni di storia, di attività, di credibilità.
Certamente alcune criticità andavano affrontate (ad esempio, in un caso, come
constatò la Corte dei Conti, si riscontrò
un costo medio pro-capite del lavoro di
65.000 euro annui a fronte di spese per le
attività istituzionali di molto inferiori), ma
la soluzione doveva essere quella di una
ridefinizione -secondo parametri adeguati- delle strutture e non la loro liquidazione, o nel migliore dei casi, la loro riduzione in uno stato di coma indotto
permanente.
Razionalità e buon senso potevano ad
esempio portare a contenere le rilevanti
spese di locazione delle sedi, concentrando (è il caso degli enti romani) le diverse realtà in un unico adeguato contenitore, con una unitaria struttura di
segreteria, accorpando le biblioteche
(come peraltro hanno fatto Camera e Senato) etc. etc.
Considerazioni amare, queste, che ho voluto esprimere, in relazione alla travagliata
vita della Fondazione Casa America; una
realtà importante nella vita genovese e
non solo, un luogo di ricerca, di confronto,
di relazioni che deve meritare più attenzione e serenità.
Per anni la Fondazione ha svolto una meritoria attività, spesso anche in funzione
supplente di altre istituzioni, rinsaldando
storici legami con il continente americano
ed in particolar modo con l’America Latina. E oggi sarebbe gravissimo ridurre
attenzione e relazioni con i paesi del subcontinente, proprio nel momento in cui
si verificano profondi cambiamenti nelle
loro storiche strategie di sviluppo e di integrazione economica e politica regionale.
Basti solo pensare al dinamismo degli
Stati della Alleanza del Pacifico (Messico,
Cile, Perù e Colombia) sempre più attenti
alle opportunità offerte dalle relazioni con
l’Asia e gli Stati Uniti, in contrapposizione
alla stasi del Mercosur (Brasile, Argentina,
Uruguay, Paraguay, Venezuela).
Il rischio è quello di vedere questa area
geopolitica caratterizzata da storici legami
identitari, economici, culturali con l’Italia
e l’Europa, volgere lo sguardo verso altri
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
interlocutori dopo essere stati a lungo sostanzialmente ignorati. In questo scenario
l’auspicio è che l’Italia ritorni finalmente
ad investire strategicamente in questi
Paesi valorizzando tutte le iniziative e le
istituzioni che lavorano in tale direzione:
dalla conferenza Italia-America Latina
Santo Domingo, foce dell'Ozama
all’incontro dei Parlamenti italiano e latino-americani, alla Associazione dei Parlamentari di origine italiana nel mondo,
dall’IILA alla Fondazione Casa America...
cui vanno i migliori auguri affinché possa
raggiungere la “maggiore età” serenamente e senza eccessivi patimenti.
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I C O P R O TA G O N I S T I
TESTIMONIANZE
E P R O P O S T E A F CA
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Il canto della Terra nell'opera
di Frida Kahlo, riflessioni
SILVIA BOTTARO
PRESIDENTE ASSOCIAZIONE
“R. AIOLFI”
DI
SAVONA
Frida Kahlo, all'anagrafe Magdalena
Carmen Frieda Kahlo y Calderón (Coyoacán, 6 luglio 1907 - Coyoacán, 13 luglio 1954), pittrice messicana, è stato
motivo di indagine e di lavoro svolto
dalla Fondazione Casa America di Genova che attraverso il suo presidente Roberto Speciale - ha voluto dare nuova
luce al rapporto culturale tra Italia e Messico, attraverso la “lettura” della vita e
delle opere della Kahlo che hanno ori-
Frida Kahlo - Autoritratto come Tehuana, o Diego
nei miei pensieri
ginato, in quattro sedi liguri, l’esposizione di venti opere inedite di altrettanti
artisti italiani e stranieri, con la stretta
collaborazione dell’Associazione “R.
Aiolfi” no profit di Savona. Osservando
tali lavori e sfogliando il “catalogo” dei
quadri dell’artista messicana, vengono
alla mente alcune riflessioni che, in qualche modo, ci aiutano anche a capire la
validità dei rapporti tra culture diverse,
in questo caso sud americane.
Ogni opera di Frida rappresenta una
sorta di “zolla” del nostro destino, così
legato alla Terra, alla sua conoscenza.
Ha scritto il filosofo Ludwing Wittgenstein: “Di ciò di cui non si può parlare,
si deve tacere”, un intenso, suggestivo
richiamo all'onestà intellettuale. Frida
vive e conosce la storia del suo Popolo,
i canti, i colori, le tradizioni, le contraddizioni sociali, le tragedie e Lei stessa è
icona di sofferenza, di riscatto. Conosce
i silenzi, così diversi tra loro: alcuni sono
orribili essendo di morte, di svuotamento morale, di disprezzo civile, altri
sono piccoli silenzi domestici e di perdono; altri sono incantati e ci condu-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
cono al bordo delle cime del mondo, ai
confini tra gli Stati. L’amore e la morte
parlano nel silenzio, non vogliono la
chiacchiera. Anche questo mi pare una
riflessione che scaturisce dalla forza dei
ritratti di Frida, dalla sua comunicazione
visiva. Lei ascolta la musica dell’essere,
prima di tutto guarda dentro sé, maieuticamente, poi si rivolge agli altri (le
persone che ama, che frequenta, il Popolo messicano così ricco di canti, di
riti e di silenzi). Il suo rapporto con la
Terra è saldo e si lega, in modo laico,
con il sacro e con l’attenzione verso il
prossimo. Il voler restituire significato
ai suoi paesaggi così antichi, alla rigogliosa natura (i vividi pappagalli, i fiori
lussureggianti, i sapidi frutti esotici) è,
quasi, una sorta di senso del dovere: è
voler fare un monumento alla natura,
una natura ancora sentita come “madre” e non matrigna. Dal suolo della
terra nascono figure che ne fanno parte
integrante, condividendo le stesse linee,
colori accesi, scintillanti, gli stessi gorghi
tormentati quali specchi diretti tra la
cosa e la sua anima. Non a caso Frida
avrà sopra il suo letto uno specchio per
guardarsi dentro. In questo sentire la
“terra” mi pare che l’artista messicana
si possa avvicinare a Vincent Van Gogh
che autoritrae se stesso ritraendo la natura. Entrambi compiono una ricognizione epica e nobile del mondo degli
umili, del lavoro, della fatica, anche
quella di vivere.
Gennaio 2015. Inaugurazione a Genova della mostra Color y vida
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Antonio Raimondi,
l’incontro con FCA
GIULIANA CALCANI
DOCENTE DI ARCHEOLOGIA CLASSICA, DIPARTIMENTO DI
AREA BENI CULTURALI, UNIVERSITÀ DEGLI
STUDI UMANISTICI
STUDI ROMA TRE
Il primo contatto con Casa America risale
al luglio 2007 nel corso della 12° Feria
Internacional del Libro a Lima. L’Italia
era ospite d’onore quell’anno e la Fondazione partecipava con il suo Presidente, Roberto Speciale e il Segretario
Andrea Gualco. Tra le iniziative era prevista anche una conferenza di Roberto
Speciale su Garibaldi, l’eroe dei due
mondi che, insieme all’altro grande italiano “d’epoca”, Antonio Raimondi, rappresentava la forza del legame simbolico
e culturale tra l’Italia e il Perù.
Da quell’incontro sono nate iniziative
condivise e realizzate in Italia, nella
sede della Fondazione stessa e a Roma,
ospiti dell’IILA, della Società Geografica, del Museo di Villa Torlonia e di
Roma Tre. Dalla presentazione del libro
di Giovanni Bonfiglio, Antonio Raimondi. L’italiano che esplorò il Perú
(Fondazione Giovanni Agnelli - Centro
AltreItalie, Torino 2008), all’edizione del
numero 5 della rivista «Quaderni di
Casa America», Tra Italia e Perù: l'attualità di Antonio Raimondi (settembre
2009), fino alle celebrazioni per il cen-
tenario della rivelazione al mondo di
Machu Picchu del 2011.
Non è sempre facile condividere progetti,
soprattutto quando si parte disallineati:
la lunga esperienza della Fondazione
Casa America, del suo Presidente e del
suo staff da un lato, lo sguardo della
neofita che si affaccia da poco oltre il
confine della cultura euro-mediterranea,
dall’altra. Poteva essere la premessa per
tante idee e nessun risultato, invece ha
funzionato. Riflettendo ora su quei momenti di interazione, credo che la base
sulla quale si sono costruite tutte le
iniziative comuni fosse l’entusiasmo
che Roberto Speciale contagia, come
fosse alle prime armi e non attestato
(cosa che potrebbe permettermi, ormai!)
su posizioni di rendita. Quell’entusiasmo
che ha finito con l’assumere, oggi, quasi
un senso negativo come sintomo di ingenuità o di teatralità, ma che nel suo
senso primario rappresenta la forza
delle idee. Immaginare Casa America
senza motivazione ed entusiasmo sarebbe impossibile e la vicenda degli ultimi anni lo dimostra. Di fronte alla
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Luigi Casalino - Antonio Raimondi
crisi che ha tagliato ovunque fondi e
risorse sarebbe stato impossibile continuare a mantenere alta la qualità della
proposta culturale, forte la volontà nel
mantenere quel filo di unione con le
culture del mondo che è l’unica garanzia
per non retrocedere nel qualunquismo
e nel provincialismo, ovvero nell’inciviltà.
Il Perù, con i suoi protagonisti e la sua
storia delle scoperte archeologiche, è stato
il punto di contatto diretto con una istituzione che ti fa partecipare di una dimensione ben più grande che non è solo quella
del continente americano, ma della cultura
declinata nel senso più ampio dell’idea
di appartenenza e di cittadinanza.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Genova, un riferimento
per l’emigrazione?
FABIO CAPOCACCIA
PRESIDENTE
CENTRO INTERNAZIONALE DI STUDI SULL’EMIGRAZIONE ITALIANA
Se la fine di un anno è tempo di riflessioni retrospettive, la fine di un secolo figuriamoci poi se si tratta di un millennio
- porta con sé esami di coscienza ancora
più profondi. Sarà forse per questo (o
sarà per caso?) che nel nostro Paese si
assiste oggi ad un ritrovato interesse per
l’epopea dell’emigrazione italiana: il rapporto con i connazionali all’estero, il patrimonio di storie vissute ed il timore di
dimenticarle, la salvaguardia e la valorizzazione di documenti ritrovati ed il rischio di ri-disperderli in un banale trasloco, o forse tutte queste cose insieme.
Risveglio, dopo secoli di colpevole negligenza. Giudizio troppo severo? Forse
no, se solo pensiamo al piccolo particolare che non esisteva finora (prima che
CISEI si accingesse a farlo) nel nostro
Paese, in nessuno dei Ministeri competenti, un archivio nazionale con i nomi e
le storie degli emigrati. La ripresa di interesse su questi temi non è fenomeno
solo nostro: nei Paesi di destinazione
della nostra emigrazione, le terze generazioni stanno chiedendo con sempre
maggiore insistenza a genitori e nonni,
dopo due generazioni di mimetismo, di
valorizzare l’identità famigliare, di rivisitare il luogo di origine della stirpe, di
dissotterrare le radici.
A Genova, porto riscoperto come punto
di partenza della nostra emigrazione storica, fioriscono nei primi anni del millennio iniziative diverse, complementari
tra loro, e tutte dedicate al grande “tema”
della diaspora degli italiani all’estero, e
alle sue “variazioni”: le motivazioni del
viaggio, il dramma della partenza, la solitudine dell’arrivo, la faticosa creazione
di comunità nei Paesi di destinazione, la
ricostruzione dei legami di queste comunità con la madrepatria. Ed infine un museo che riconduca il tutto ad unità.
Casa America, di cui celebriamo oggi i
quindici anni di attività, è stata la prima
(2000) di queste iniziative, e si è giustamente dedicata al Sud America, destinazione prevalente della nostra emigrazione. Su Casa America non mi
soffermo, essendo l’oggetto di questa
pubblicazione, se non per rilevare l’importanza del lavoro svolto, e la funzione
essenziale nella creazione di legami cul-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
turali e sociali tra le due sponde dell’Atlantico. Qualche anno più tardi nasce CISEI - il Centro Internazionale
Studi Emigrazione Italiana - prima
come Comitato Promotore (2004) poi
come Centro Studi strutturato (2006),
innestato sulla preesistenza universitaria dell’Archivio Ligure di Scrittura Popolare con il suo patrimonio di documenti e ricerche. CISEI si dedica alla
storia dell’emigrazione nei secoli e alla
già citata creazione dell’Archivio online degli emigrati italiani. Successivamente all’interno di MuMA, in origine
Museo del Mare, si sviluppa il filone
museale delle Migrazioni, prima con la
mostra La Merica, poi con un’intera sezione, oggi Museo a sé, dedicata a Memoria e Migrazione (MEM). Il Museo
stesso cambia nome (“del Mare e delle
Migrazioni”) e dedica ampio spazio ai
rapporti di specularità tra emigrazione
storica e immigrazione attuale. Su questo stesso tema è da tempo (2003) attivo
il Centro Studi MEDI’ sull’immigrazione nel Mediterraneo e, sempre in
ambito universitario, AREIA, centro di
ricerca attento agli studi e alle relazioni
tra Europa e America Latina. Infine un
auspicio: il lavoro di questi 15 anni
(eventi, convegni, centri studi, archivi
on-line, musei) unito ad una forte motivazione alla collaborazione tra strutture diverse e complementari potrà, se
si vorrà proseguire, fare di Genova il
vero punto di riferimento - unico in Italia - per il tema, storico ed attuale, delle
nostre migrazioni.
Dicembre 2010. Suonatori latinoamericani in un incontro del progetto EDULATINA
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Il manager dell’Acquario
di Genova con la passione
per l’educazione ambientale
Intervista a GIOVANNI BATTISTA COSTA
COSTA EDUTAINMENT
A CURA DI C.G.
Nato nel 1992 da un investimento pubblico, l’Acquario di Genova, gestito da Costa Edutainment, è ora diventato una delle
principali attrazioni del capoluogo ligure,
con una media annua di oltre un milione
e duecentomila visitatori. Giovanni Battista Costa, detto Bacci, responsabile Strategia e Sviluppo di Costa Edutainment,
spiega le ragioni di questo successo e
guarda oltre i confini europei, in particolare
all’America Latina.
Dottor Costa, qual è il segreto dell’Acquario di Genova?
Alla base del successo di questa iniziativa
c’è quell’integrazione tra education e entertainment che ci portiamo nel nome. Il
fatto di tenere animali in cattività deve
essere controbilanciato da una fortissima
missione educativa. Questo per noi è un
valore, che si traduce anche in un vantaggio per le amministrazioni pubbliche:
mettiamo a disposizione dei nostri visitatori - che sono tanti - un’offerta edu-
cativa di prim’ordine, una sensibilizzazione sull’importanza di conservare il
pianeta, che non costano nulla allo Stato
e agli enti locali.
Alcuni anni fa uno studio di Confindustria
Genova individuava nel turismo motivato
dalla visita all’Acquario e alla città quello
più ricco in termini di ricadute di spesa
(alloggio, ristorazione ecc.). Più in generale,
quali sono le ricadute positive dell’Acquario nella città che lo ospita?
In qualità di “grandi attrattori” siamo
all’origine di due generi di ricadute. Il
primo è l’impatto sulla città: non siamo
solo noi a dire che senza l’Acquario lo
scenario di Genova oggi sarebbe molto
diverso, sicuramente peggiore. Insomma
l’investimento pubblico all’origine
dell’Acquario è stato ampiamente ripagato in termini di promozione della città,
sviluppo del turismo e di svariate attività
collegate. Occorre anche considerare la
valorizzazione delle parti abitative; è suc-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Mangrovie della Laguna Gri-gri
cesso anche a Baltimora, e in moltissime
altre città dove c’è un acquario: intorno
ad esso si generano attività artigianali,
commerciali, di ristorazione. Infine, l’attrattività e il biglietto pagato dai visitatori
rendono iniziative come l’Acquario
“auto sostenute”, senza necessità di ricorrere all’aiuto pubblico.
Come si situa l’Acquario di Genova nel panorama europeo? La vostra esperienza ha
dato frutti anche fuori dai confini nazionali?
Siamo nati come il primo acquario
d’Europa; sono poi sopraggiunti altri
acquari. Con successivi investimenti,
come le nuove vasche dei delfini, abbiamo riguadagnato il primato. Anche
se il nostro business fondamentale è
educare con l’intrattenimento, la nostra
competenza - assai particolare, perché
comprende conoscenze biologiche, tecnologiche, organizzative - nella gestione di un acquario è stata richiesta
molto in Italia, sia laddove esistevano
già impianti, sia dove si intendeva realizzarne di nuovi. In Italia siamo presenti in sei strutture, e siamo coinvolti
in diverse nuove progettazioni. Tutti
vorrebbero un acquario ma per gestirlo
occorrono condizioni e competenze
specifiche!
Per quanto riguarda l’estero, oltre ad
acquisire una struttura a Malta e a partecipare ad un gara per il Parco oceanografico di Valencia, abbiamo collaborato per la stesura di progetti e studi di
fattibilità. Così è stato nel caso della
città di Tientsin in Cina; allo studio non
è seguita la realizzazione, sostanzialmente per mancanza di investitori.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
E per quanto riguarda l’America Latina?
L’America Latina avrebbe ottime opportunità per accrescere il numero di acquari; dispone infatti di uno straordinario
patrimonio in termini di biodiversità e i
governi di molti Paesi hanno sviluppato
una forte sensibilità sui temi ambientali
che bene si sposerebbe con un acquario
modello Genova, che mette al primo posto l’educazione e lo sviluppo del territorio circostante. Ad esempio Brasile ed
Argentina non dispongono ancora di acquari importanti.
Negli anni scorsi abbiamo preso parte
ad alcune missioni imprenditoriali o
progetti di cooperazione allo sviluppo:
siamo stati più volte in Brasile (Rio,
Iguazú, Manaus) poi in Venezuela e in
Cile, dove c’era interesse per la realizzazione di un acquario a San Antonio.
E proprio in Cile, circa cinque anni fa,
sono rimasto colpito dall’esperienza di
Quillota, città nella regione di Valparaíso, circondata da colline coltivate ad
avocado, pomodori e ulivi. Lì si trova
anche l’Università Cattolica, che conta
circa 700 studenti e numerosi centri di
ricerca e sperimentazione. Il sindaco di
Quillota ha deciso di caratterizzare la
città quale centro del cibo salutare: un
sindaco illuminato, precursore nei temi
dell’Expo di Milano, che ha dato vita
ad un’area dove università ed aziende
approfondiscono insieme le proprietà
di quei prodotti agricoli contro patologie come l’infarto o i tumori. A mio avviso questo dovrebbe essere il percorso
del dopo Expo 2015. Con un gruppo di
87
lavoro, a Milano, stiamo cercando di far
capire alle amministrazioni che una
volta terminata l’esposizione non si devono semplicemente mettere all’asta le
strutture ma occorre invece creare una
sorta di “Festival della Scienza” stabile,
dove si riuniscano università, centri di
ricerca, imprese, associazioni come
Slow Food, insomma tutti i soggetti che
esprimono cultura ed esperienza nel
campo agroalimentare, per fare ricerca,
incontri, divulgazione. Per questo penso
ad un mega campus, che ospiti studenti
e ricercatori, aperto al pubblico, con una
piazza, un teatro. Per realizzarlo però
serve una scelta politica e forse è questo
l’ostacolo principale.
Torniamo all’America Latina. Relazioni in
corso, oggi?
Stiamo sviluppando importanti contatti
con la Città autonoma di Buenos Aires,
interessata alla realizzazione di un acquario. In questo caso, il rapporto con
Genova è fondamentale non solo per
mettere al centro l’educazione alla conservazione ambientale, non ancora adeguatamente valorizzata in un continente che predilige impianti più votati
alla spettacolarizzazione. C’è un’altra
ragione, altrettanto importante: il legame storico con Genova. Ecco, un acquario a Buenos Aires, come è già accaduto a Genova, costituirebbe da un
lato un polo attrattore di ulteriori turisti
e dall’altro un formidabile strumento
per accrescere la vivacità dell’area in
cui è collocato.
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88
QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Fondazione Casa America.
Un punto di riferimento
GIUSEPPE CRIPPA
GIÀ DEPUTATO ITALIANO E CONSOLE DELLA
BOLIVIA A BERGAMO
Ricordo bene sul finire degli anni Novanta del secolo scorso il difficile percorso e la tenace passione di Roberto
Speciale per ideare e poi costituire la
Fondazione Casa America.
Vi era in lui la convinzione dell’urgenza,
nazionale ed europea, di una svolta decisa nelle relazioni con il subcontinente
latinoamericano. Senso di urgenza che,
a parte poche eccezioni, doveva allora
fare i conti con una diffusa pigrizia politico istituzionale (ed anche imprenditoriale). L’America Latina continuava
ad essere vista nei suoi aspetti più superficiali e in quelli problematici e
drammatici, certamente meritevole di
solidarietà e di cooperazione, ma senza
la visione della necessità di una partnership strategica.
Nei suoi primi quindici anni Casa America è stata fra i riferimenti insostituibili
per quanti hanno invece condiviso questa esigenza, ponendosi come punto di
incontro e mettendo a disposizione una
grande quantità di eventi, materiali,
esperienze e confronti diretti con tante
personalità di primo piano della realtà
latinoamericana, presentata nella sua
comune identità ed al tempo stesso
nelle sue multiformi articolazioni nazionali e sociali.
Ricordando e scorrendo le attività della
Fondazione mi sono chiesto come sia
stato possibile, con una struttura e con
mezzi limitati, aver realizzato una mole
così impressionante di iniziative con il
concorso e la partecipazione attiva di
politici, personalità di Stato, economisti
e imprenditori, esponenti dei mondi
della cultura e delle arti. Un patrimonio
cui molti di noi hanno attinto, e che
rappresenta una fonte di conoscenza e
di ispirazione preziosa per chi voglia
cimentarsi con una nuova stagione di
dialogo e di relazioni con la realtà e le
realtà latinoamericane.
Casa America ha poi reso co-protagonisti i latinoamericani italiani e di origine
italiana, e i nuovi italiani provenienti dall’America Latina. Un modo per raccontare storie e far uscire alla luce talenti
preziosi, che possono essere, in Italia e
in America Latina, leve e protagonisti di
una nuova fase di relazioni, scambi cul-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Scorci di La Paz
turali, commerci e comune crescita democratica ed economica.
Né si possono dimenticare i Quaderni.
L’ultimo, dedicato alla Bolivia, approfondisce la realtà e le straordinarie novità di questo paese, incastonato al centro del subcontinente latinoamericano.
Ne evidenzia le ricchezze e le varietà
naturali unitamente agli enormi (e poco
conosciuti) processi di trasformazione
istituzionale ed economica che hanno
imposto lo Stato Plurinazionale della
Bolivia all’attenzione e spesso all’ap-
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prezzamento anche degli osservatori
più critici. Vi vengono sollevati alcuni
problemi che la Bolivia presenta alla riflessione di tutte le democrazie. Ad
esempio: come riordinare gli Stati nazionali incorporando e dando ruolo e
voce a nuovi attori territoriali e sociali.
Sono le statistiche e l’esperienza di
ognuno di noi a dirci che siamo entrati
in una nuova fase. In qualità di Console
Onorario delle Bolivia, ad esempio, negli
ultimi due anni ho triplicato il rilascio di
visti, non più soltanto a operatori non
governativi o delle Università, ma a imprenditori. Più in generale il mondo economico è oggi già molto presente in
America Latina. E molti operatori sono
sul punto di essere presenti o comunque
cominciano a manifestare interesse.
L’Italia - attore oggi significativamente
cresciuto sulla scena latinoamericana - è
chiamata a sollecitare l’Unione Europea
perché superi la perdurante stanchezza
nelle relazioni con l’America Latina, definendo una nuova e incisiva agenda
strategica, ancor più dopo le recenti novità nelle relazioni fra Stati Uniti e Cuba.
Dunque, grazie e buon lavoro a Casa
America, perché continui ad aiutarci a
tenere aperti gli occhi su questi nuovi
processi, e a dialogare con i loro protagonisti politici, economici e culturali.
Anche a questo lavoro è affidata non
poca parte di un futuro comune più
prospero e sicuro.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Incontro con Casa America
GRACIELA DEL PINO
GIÀ PRESIDENTE DEL
COORDINAMENTO LIGURE DONNE LATINOAMERICANE
Nel febbraio del 2005 ero alla ricerca
di una sala per presentare alla città di
Genova la nostra neonata associazione
Coordinamento Ligure Donne Latinoamericane; così sono arrivata a Villa Rosazza, allora sede della Fondazione
Casa America. Ho conosciuto Roberto
Speciale, suo presidente, il quale è stato
lieto di ospitarci. Così l’8 marzo è avvenuta la nostra prima apparizione in
pubblico: un bel programma, tanta
gente, grande festa e l'assaggio delle
prelibatezze latinoamericane fatte dalle
nostre brave socie.
Per noi latinoamericani che abitiamo a
Genova, Casa America è un punto di
riferimento, d’incontro, di conoscenza.
I programmi da loro organizzati riguardano i nostri paesi nei diversi ambiti:
politico, economico, geografico, storico,
artistico, culturale, ecc.
Casa America, nel trascorso dei suoi 15
anni di esistenza, ha pubblicato numerosi
e autorevoli “Quaderni” su diversi temi
che riguardano l'Europa, i paesi latinoamericani, le ricerche da loro condotte, ecc.
Auspico vivamente che il loro encomia-
bile lavoro vada avanti in beneficio di
tutte le persone che amano la cultura e
che abbiano voglia di conoscere sempre
di più. Oggi Casa America ha cambiato
sede, si trova nel Centro Storico di Genova, ragione in più perché sia il punto
di ritrovo dove poter esprimere idee, pensieri, arte, cultura, l’incontro di tutti i cittadini che hanno bisogno che la nostra
Genova diventi una città Metropolitana
ed Interculturale.
Danzatrice
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Ricordi dell’emigrazione
italiana in America Latina
FEDERICO DI ROBERTO
GIÀ AMBASCIATORE D’ITALIA IN
PERÙ
I flussi della vita mi hanno portato all’incontro con il Cile e con il Perù: due
terre, due realtà, con cui oggi sento di
avere legami approfonditi e intensi, perduranti al di là delle esperienze specifiche di singoli viaggi e soggiorni.
Le vicende del servizio diplomatico mi
condussero in terra peruviana per un
tempo protratto e vissuto con intensità.
Come pure, sempre per incarico del nostro Ministero degli Esteri, mi trovai a
svolgere una missione breve, ma di rilievo, nella capitale cilena quando il generale Pinochet stava lasciando il potere
e occorreva gettare le basi per l’avvio dei
rapporti fra l’Italia ed il regime democratico di cui era imminente l’avvento a
Santiago.
Ma il mio legame con i due Paesi non
nasce solo dalla mia appartenenza ai
ruoli dei dipendenti della “Farnesina”.
Una parte importante è toccata anche
alla mia famiglia nel suo ramo materno:
i Pescetto, di schiatta savonese. Uno di
loro, il mio quadrisnonno Nicolò, giunse
ad Arica - allora peruviana - verso la
metà dell’800; si trasferì più tardi a Lima,
dove concluse la sua vita; quasi un secolo
dopo, quando giunsi nella capitale peruviana per iniziarvi il lavoro in Ambasciata, ebbi la gradevole sorpresa di apprendere che uno dei più fidati
collaboratori del Presidente Belaunde
Terry si chiamava Alberto Pescetto: ci riconoscemmo come appartenenti allo
stesso ceppo e ci legammo d’amicizia.
In Cile invece toccò a mio nonno Federico Pescetto, allora ventenne, andare ad
Antofagasta sul finire del secolo XIX.
Aveva il compito di seguire e curare, negli sviluppi e negli esiti, un importante
investimento che i suoi zii materni, gli
Zanelli, avevano effettuato in quelle miniere di salnitro, non curanti della distanza che separava la loro Savona da
quella remota sponda dell’Oceano Pacifico (va precisato che non erano né avventurieri né avventurosi: si distinguevano invece come solidi amministratori
delle proprie cospicue finanze; comunque, ogni volta che ripenso alla vicenda,
provo un ammirato stupore di fronte al
coraggio imprenditoriale di quella gente:
mi basta pensare non solo alle distanze,
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ma soprattutto ai limiti delle comunicazioni dell’epoca!). Il giovane Pescetto comunque se la cavò bene: tanto che, pur
continuando a seguire gli interessi degli
zii nel Cile settentrionale, avviò un’attività propria a Valparaiso dove, in un momento successivo, sposò la figlia di un
italiano proveniente da Zelbio (nell’area
di Como) ed anch’egli protagonista di
una storia di successo economico. Così
mia madre ed i suoi fratelli nacquero e
vissero per diversi anni nella grande città
portuale cilena. Da quel momento la mia
famiglia ebbe e continua ad avere un
proprio perno in terra ligure ed un altro
in su quella riva dell’Oceano Pacifico. I
rapporti fra le due componenti restarono
- e sono - perseguiti con regolarità: corrispondenza, telefonate, e “e-mail” insieme, naturalmente, a diversi viaggi.
In un tale contesto era naturale per me
giungere a percepire con adeguata intensità i legami della realtà italiana con
quella cilena e peruviana. Mi resi conto,
in primo luogo, della stretta vicinanza
tra le esperienze storiche che avevano
portato, da un lato, alla nascita dello
Stato unitario della nostra penisola e,
dall’altro, al sorgere dei due Stati sulle
pendici occidentali delle Ande. E ver che,
in questi ultimi, la lotta per l’indipendenza e per il raggiungimento dei confini
definitivi fu più breve che nel caso italiano. Ma l’impulso ad agire così come
la sua estrinsecazione, nei modi e nei risultati, avevano avuto origini e caratteristiche identiche: lo spirito illuminista,
l’avversione all’assolutismo (anche
quando, come in importanti regioni italiane, esso aveva i tratti “ragionevoli”
del regime asburgico), il ruolo determinante delle società segrete; così come,
una volta instaurati i nuovi assetti, il predominio per decenni delle minoranze
abbienti in un quadro istituzionale contrassegnato - tra l’altro - dalla norma
che escludeva dal diritto di voto coloro
che non potevano pagare le imposte dirette.
A Lima come a Santiago, discorrendo di
politica o cultura ovvero leggendo libri
e giornali, mi accorgo subito di condividere con immediatezza il retroterra concettuale profondo - oserei dire “inconscio” - delle mie controparti. Ben diverso
impegno devo esercitare, ancorché senza
alcuna nota di spiacevolezza, quando ho
contatto con altri interlocutori: per esempio, gli anglosassoni e gli slavi malgrado
l’interesse e l’inveterata simpatia con cui
mi accosto ad essi.
La prossimità, stabilità dai fattori storico-culturali fra realtà sociali così distanti geograficamente, risultò poi rafforzata in maniera decisiva da un
ulteriore elemento, concretatosi soprattutto nella seconda metà del XIX secolo
e nella prima metà del XX secolo: l’emigrazione italiana al di là dell’oceano.
Il Cile e il Perù, mancando delle grandi
distese di terre coltivabili esistenti altrove
nel continente americano, non si prestavano all’afflusso massiccio di lavoratori
agricoli in cerca di spazi dove stabilirsi.
Entrambe le Repubbliche, peraltro, possedevano importanti ricchezze minerarie
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Santiago del Cile
che, a loro volta, mobilitavano sostanziose attività economiche. Si offrivano
quindi prospettive attraenti per quanti
sapevano e volevano operare, anche marginalmente, nei settori dell’impresa e
della finanza. I nostri connazionali, all’inizio, non furono ovviamente né capitalisti né industriali nel senso proprio del
termine: non va dimenticato che era
gente magari con qualche risorsa ma, in
ogni caso, spinta a trasferirsi sotto altri
cieli proprio perché non disponeva in
Italia dei mezzi sufficienti per vivere al
livello desiderato. Comunque, nel caso
di nuovi arrivati in terra cilena o peruviana, non si trattava per lo più di poveri.
Erano invece persone che disponevano
per lo più di piccoli peculi nonché di effettive capacità di gestione o di impresa
artigianale. Confidavano di sfruttare i loro
talenti in maniera più redditizia nel
nuovo ambiente. La scommessa risultò
vincente, almeno in larga parte dei casi.
I nuovi venuti furono favoriti anche dalla
particolarità del modello sociale ispanico,
predominante allora in America Latina:
tale assetto - anche dopo il successo dei
progressisti che si erano battuti per l’in-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
dipendenza di quelle terre dalla monarchia di Madrid - si fondava su un’aristocrazia poco portata al lavoro di ogni
giorno: le fatiche quotidiane erano compito della massa degli indigeni, tenuti (e
abituati ad essere tenuti) nella condizione
di subordinati senza volontà né voce in
capitolo. Restava così aperto ai sopraggiungenti l’ampio spazio del commercio
locale, dell’artigianato imprenditoriale e
della microfinanza. Gli italiani si inserirono con successo in questi settori. Dovettero fronteggiare, specie in Cile, la
concorrenza di tedeschi e inglesi (questi
ultimi, tra l’altro, muovevano da posizioni
di partenza privilegiate sia per le maggiori disponibilità individuali di denaro
sia per l’influenza che il Governo di Londra esercitava allora sui dirigenti di Lima
e, ancor più, di Santiago). Ma i nostri
connazionali non sfigurarono e in diversi
casi essi stessi oppure i loro immediati
discendenti conseguirono situazioni di
spicco: nomi come Cogorno, D’Onofrio
o Lercari erano pronunciati con ammirazione e rispetto a Lima quando vi svolgevo la mia attività.
Gli odierni epigoni di quei migranti non
hanno dimenticato le loro radici italiane.
Pur essendo a pieno titolo cittadini del
Cile o del Perù nonché perfettamente
ispanofoni, essi mantengono una viva
consapevolezza della loro italianità e,
all’occorrenza, ne fanno stato con determinazione. Hanno costituito associazioni
ed entità per molteplici fini: esse sono
Famiglia di nativi, Perù
variamente denominate ma sono qualificate, sempre e con evidenza, come “italiane”. Grazie a questi nostri compatrioti
(non importa se solo di sentimenti e di
cultura oppure, come anche accade, pure
di passaporto) la nozione dell’italianità
permea favorevolmente, pur se indirettamente, gli ambienti locali.
Così - per vicende storiche, culturali e
migratorie svoltesi nell’arco di oltre
due secoli - ognuno di noi può intraprendere il viaggio verso terre affacciate sull’Oceano Pacifico e là ritrovarsi
in contesti dove, in qualche modo, non
ci sentiamo estranei. Non è solo un
vantaggio: è una vera ricchezza. Tutte
le iniziative e le attività, intese a preservarla, come quella in particolare che
Fondazione Casa America viene da
anni svolgendo, sono benemerite: esse
meritano la più favorevole e concreta
attenzione.
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Casa America.
Uno sguardo dal Nord
FERDINANDO FASCE
ORDINARIO DI STORIA CONTEMPORANEA, UNIVERSITÀ DI GENOVA
Nell’accogliere l’invito a scrivere di Casa
America in occasione del suo quindicesimo compleanno, ho subito pensato a
una domanda, un apprezzamento, un
auspicio. La domanda è: ma che ci fa un
esperto di Storia degli Stati Uniti e della
storia del Novecento come il sottoscritto
nel Comitato Scientifico di Casa America? La risposta è semplice. È il luogo
più naturale per chi voglia fare Storia
degli Stati Uniti e Storia contemporanea
nell’ottica affermatasi su entrambe le
sponde dell’Atlantico nell’ultimo quarto
di secolo: ovvero una prospettiva comparata, transnazionale, emisferica, nella
quale i vecchi confini degli stati-nazione
lasciano il posto alle fluide dinamiche
seguite da uomini e donne, saperi, idee,
merci nel corso del tempo. A questa prospettiva ho avuto il privilegio di partecipare sin da quando fu lanciata, nel lontano 1984 con un grande Convegno a
Bellagio (si veda Reviews in American History, 1986/4), e poi con i progetti dell’Organization of American Historians
(che nel 1995 volle premiare un mio libro
con il suo OAH Foreign Language Book
Prize per il migliore volume di storia degli Stati Uniti in lingua straniera). E tale
prospettiva ho portato nella cattedra di
Storia contemporanea, quando sono
stato chiamato a coprirla qualche anno
fa, proprio per internazionalizzare l’ambiente, con progetti come Beyond the Nation: Pushing the Boundaries of U.S. History from a Transatlantic Perspective
(Otto, 2013).
L’apprezzamento richiederebbe molto
più spazio di quello che ho a disposizione. Parla da sé il ricco dossier di
Casa America di una sessantina di pagine nel quale sono riassunte le innumerevoli iniziative condotte in un
quindicennio di intensa attività. La loro
qualità è attestata dalle presenze illustri che le hanno animate, con la partecipazione di osservatori, politici e
colleghi e amici fra i maggiori esperti
di questioni latinoamericane a livello
locale, nazionale e internazionale. Qui
vorrei sottolineare solo tre caratteristiche notevoli di tali iniziative. La prima
è la capacità di tenere insieme la dimensione scientifica e quella pubblica,
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la ricerca e la divulgazione. Penso, per
fare solo un esempio, ai due bei Dizionari storico biografici dei liguri in
America del Nord e in America Latina.
La seconda caratteristica è la capacità
di tenere insieme passato e presente, i
liguri in giro per il mondo tra Otto e
Novecento e i migranti nella Genova
di oggi, i rapporti economici e le sfide
politiche di allora e quelli odierni. La
terza è il fatto meritorio di lavorare costantemente alla salutare sprovincializzazione della città, allo sviluppo di
un discorso pubblico che restituisca a
Genova quella consapevolezza transnazionale e globale che ne ha fatto la
forza nella sua lunga storia.
L’auspicio è che Casa America continui
con lo stesso rigore ed entusiasmo e che
le nostre strade si incrocino spesso.
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Rapporti Italia - America
Latina: ieri, oggi, domani
EDITH FERRARI TUMAY
PRESIDENTE
COORDINAMENTO LIGURE DONNE LATINOAMERICANE
Grazie alle notizie che pervengono al
COLIDOLAT dai rispettivi Paesi, possiamo affermare che il continente Latinoamericano sta attraversando un'importante fase di transizione: in via di
passaggio dal modello “esportatore di
materie prime” all'altro modello strutturale più aperto alla domanda sociale
ed al rinnovamento istituzionale.
In questa ottica auspichiamo il consolidarsi in America Latina di una posizione
comune che veda nell'Italia un partner
Il quetzal, simbolo del Guatemala.
privilegiato con il quale dialogare non
solo per puri obbiettivi di incremento
dell'interscambio commerciale ma anche per estendere ed intensificare i vincoli di amicizia storici con l'Italia ampliandoli sempre più al comparto
culturale, sanitario, scolastico ecc...
Al tempo stesso riteniamo che le grandi
potenzialità che l'America Latina possiede in termini di riserve naturali ed
umane possono offrire all'Italia un contributo non indifferente allo sforzo per
uscire dall'attuale pesante crisi economica: di cui anche noi, donne latinoamericane emigrate in Liguria, sentiamo
tutto il peso a livello delle nostre famiglie e dei nostri posti di lavoro.
In particolare come socie del COLIDOLAT, con diversissime formazioni e percorsi di lavoro nei rispettivi paesi di origine e con importanti esperienze
professionali maturate in Italia, percepiamo tutta l'importanza di legami
nuovi, di una miglior integrazione, possibilità di crescita comune che la donna
latinoamericana e la sua famiglia possono contribuire a creare e sviluppare
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Monumento a José Martí a L'Avana.
tra il paese di origine e quello di immigrazione.
Per tale motivo riteniamo che ogni
sforzo diretto ad una miglior conoscenza reciproca non può che condurre
ad iniziative utili ad entrambe le parti
arricchendone il patrimonio di conoscenze e progresso sociale.
In questo senso le attività del COLIDOLAT come quelle della Fondazione Casa
America, pur nella diversità dei rispettivi
obbiettivi istituzionali, si presentano
ugualmente attente al perseguimento del-
l'interesse comune in una società aperta
al contributo di tutti. Riteniamo pertanto
che ampie siano le possibilità di collaborazione tra i nostri due organismi ciascuno
nella sua specificità della propria organizzazione e delle proprie competenze; la
confluenza delle risorse che ci sono proprie in termini di competenze, conoscenze
dei rispettivi paesi può rappresentare un
valido strumento per avviare e sviluppare
nuove iniziative e nuovi progetti per il
progresso della nostra comune società e
della terra che ci ha accolte.
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La Fondazione Casa America
nel dialogo tra Europa
e America Latina: la figura
di Giuseppe Garibaldi
ANNITA GARIBALDI JALLET
PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE
NAZIONALE VETERANI E REDUCI GARIBALDINI
Dieci anni sono già passati da quando
si svolse a Genova un convegno d’importanza internazionale dedicato al Risorgimento italiano in America Latina,
voluto e curato dalla Fondazione Casa
America. Era l’anno del bicentenario
della nascita di Giuseppe Mazzini, il
primo dei bicentenari (Mazzini, Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele) che
avrebbero segnato una sorta d’ascesa
culturale e patriottica verso il 150°
dell’Unità d’Italia. L’indice di quel volume offre in anteprima una visione
ampia dei relatori che poi animeranno
gli eventi degli anni successivi, una visione per così dire "bolivariana" del
continente sudamericano, non solo
geograficamente ma culturalmente:
unito, infatti, dalla ricerca di una sua
identità comune ma anche delle indipendenze nazionali, travagliate dall’eterno problema delle frontiere. Di
particolare interesse lo studio della ma-
turazione di una giovane classe dirigente ricca di uomini di scienza, di cultura, ma anche d’idee politiche che si
espressero in particolare nella famosa
generazione del ‘37.
Si erano già preparati a questi eventi i
maggiori specialisti nostri e sudamericani. È stata soprattutto la figura di Giuseppe Garibaldi a dominare i lavori,
preceduti dai festeggiamenti per i 500
anni dalla nascita del Brasile, nel 2000.
Nel 2002, a Montevideo, si ricordò il
matrimonio di Giuseppe Garibaldi e di
Ana Maria de Jesus Ribeiro, celebrato
nel 1842. In tutte queste manifestazioni
furono implicate le nostre Ambasciate,
i nostri Istituti di cultura, presenti a Genova. Apparve quanto fosse grande la
conoscenza degli studiosi del Sudamerica dei nostri padri della patria, principalmente di Mazzini e di Garibaldi. A
disseminarne il mito tra le popolazioni
di tutto il continente, come testimo-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
niano monumenti, lapidi, persino noi
di città, fu la nostra emigrazione. I lavori
del congresso del 2005 l’hanno ampiamente rilevato.
Il convegno successivo, del 30 luglio
2007, fu interamente dedicato a Garibaldi “liberatore globale”, un titolo audacemente moderno, adatto a un eroe
in ogni luogo celebrato, fuorché forse
in patria, dove i “distinguo “ sono tanti.
Rimane che Garibaldi è una delle immagini dell’Italia più esportabile, dalla
moderna interpretazione dei suoi ideali,
e qui si pensa a Chávez, che poi riporta
a Bolívar, al suo potere mediatico che
lo fanno supporto pubblicitario di
grande successo.
Garibaldi appartiene all’America Latina
come l’America Latina appartiene a
Garibaldi. Un istituto come Casa America non poteva non incontrarsi con la
figura storica e mitica dell’Eroe dei Due
Mondi, quello italiano e quello latinoamericano, come personaggio eponimo
dell’intreccio tra la cultura di quella
parte dell’Europa che contribuì fisicamente a fondare l’America Latina spagnoli, portoghesi, italiani- e il nuovo
mondo pieno di suggestioni, di spazi,
di potenzialità.
Un giovane uomo dalla mente aperta,
coraggioso e abituato alla vita avventurosa - Garibaldi aveva 28 anni nel
1835 - vi avrebbe trovato il suo habitus
fatto di libertà, di vita senza condizionamenti, di autonomia. Ma non era
senza progetti. Ormai cosciente della
sua vocazione di combattente per un
ideale, amalgamati i messaggi ricevuti
negli incontri con i sansimoniani, i massoni, i mazziniani, e dall’esperienza
della vita sui mari, a contatto con gli
esuli di un’Europa in fermento, lui
aveva anche provato sulla sua pelle i rischi del mestiere: una condanna a
morte lo qualificava come offerto alla
causa, e lo designava alla solidarietà di
altri uomini pronti a unirsi a lui.
L’esilio, seppur doloroso, fu il segno del
destino fortunato che lo slegò per molti
anni dalla sua condizione di capitano
marittimo e di piccolo borghese nizzardo:
non gli avrebbe permesso di conquistare
un ruolo di primo piano in una società
strutturata, fervida di elementi rivoluzionari ma, più ancora in quegli anni, di
tensione verso un ordine devastato dalla
rivoluzione francese, dall’impero napoleonico, e da certe correnti liberali nel
campo dell’economia che non potevano
non avere ripercussioni sul sociale.
Non era il solo a pensarla in quel modo.
I vari nuclei mazziniani dispersi nel
mondo, e specialmente a Rio de Janeiro
e a Montevideo, erano terreno privilegiato per dare vita a uomini d’azione
che avrebbero portato la rivoluzione
nazionale in patria, se guidati da un
guerriero il cui ruolo era tanto indefinito
quanto immane: sconfiggere antiche
dinastie, liberare popoli, istituire la libertà. E tra popoli egualmente liberi,
stabilire la regola dell’unione e della
pace. Da qualche parte bisognava cominciare, e fu la congrega di Rio de Janeiro a individuare in Garibaldi un gio-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Monumento di Garibaldi a Chicago
vane ansioso di combattere che voleva
prepararsi a tale compito. Gli diede
modo di iniziare a formarsi come soldato e come capitano. Per questo compito già aveva le virtù del capitano marittimo, sempre vicino ai suoi marinai,
sempre solidale con loro, ma pari ai suoi
ufficiali, ai suoi amici, tutti di sicura fede
mazziniana. Aveva anche il genio dell’improvvisazione, dell’adattamento
alle circostanze, un intuito straordinario
delle situazioni e delle persone.
Fu il Brasile della Rivoluzione farrou-
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pilha a regalargli la grande occasione,
ma anche la conferma della duplicità
dei potenti, pronti a intendersi con il
passato nemico per un patto vantaggioso dalle due parti come fu il trattato
di Poncho verde.
Gli anni veramente formativi furono
quelli di Montevideo, dove gli italiani e
le altre comunità straniere erano in contatto con l’Europa, e la lotta politica più
vicina a quella sognata dell’indipendenza di un popolo. Formare una Legione italiana, imporsi come Generale,
incontrare degli ufficiali d’eccezione e
degli uomini coraggiosi, ma anche degli
amici, è il passaggio tra un esercito nomade e sostanzialmente straniero,
quello del Brasile, alla formazione di un
esercito che rispecchia l’ideale per il
quale si combatte: la redenzione di un
popolo nell’indipendenza nazionale, in
Uruguay come in Italia. A ben vedere
la Legione Italiana di Montevideo è una
prima Italia, per omogeneità di origine
(futura nazionalità) e d’intenti.
L’idea di un modello comunitario che
si poteva espandere come modello economico, politico e ideale venne ad altri,
e particolarmente interessante è il tentativo di un abruzzese, Silvino Olivieri,
di cui lo stesso Mazzini considerò
l’esperienza interessante: la colonia
agricola e militare di Bahia Blanca, in
Argentina, era un nucleo sul modello
del quale si sarebbero dovute creare alte
città, con lo scopo di creare una rete
popolata dall’emigrazione europea in
uno sterminato Stato federale. Più che
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
il modello per l’Italia valeva l’uomo in
questo caso, un combattente coraggioso
a capo della Legione Valiente, legione
italiana che difese Buenos Aires contro
l’assalto delle province dell’interno. Ma
l’esperienza di Olivieri era diretta alla
colonizzazione, non preparava alla rivoluzione italiana. Nato in Abruzzo nel
1827, Silvino Olivieri muore nel 1856.
Aveva appena fondato la città di
“Nuova Roma“.
Altre esperienze italiane sono invece
più vicine agli scopi di Mazzini: i fratelli
Antonini, Giovanni Battista Cuneo,
sono coloro che animano la comunità
italiana di Montevideo, e ridanno al
giovane Garibaldi l’indirizzo, il senso
della lotta che ha intrapreso, in un momento della sua vita in cui ha chiuso
l’esperienza del Brasile. La fondamentale esperienza dell’Uruguay pone l’accento su un aspetto del compimento
dell’unità d’Italia spesso sottovalutato:
l’importanza dell’emigrazione italiana,
dove aleggia una libertà d’idee che non
esiste in Italia. Simbolo di quest’aspetto
del Risorgimento può essere proprio
Giovanni Battista Cuneo, che lavora per
l’emigrazione e rimane, anche dopo il
ritorno in Italia, un fervido mazziniano
al punto di essere, per Garibaldi, una
di quelle “coscienze mazziniane “ che
sempre lo accompagneranno e forse lo
tormentarono nella vita.
Il mito di Garibaldi è sicuramente il più
longevo tra quelli che avvolgono i padri
della patria, ma anche della maggior
parte degli eroi europei, e del mondo
intero, degli ultimi due secoli. Questo
spiega che si sia esteso ai suoi discendenti, cosa sorprendente se si considera
che non vi è, giustamente, nessun ruolo
istituzionale precostituito per i discendenti degli esponenti politici. Solo nella
mitologia greca i figli degli eroi lo diventavano a loro volta. La Fondazione
Casa America ha voluto ospitare, nel
convegno del 2005, anche quest’aspetto
della vicenda garibaldina. In effetti, risulta sempre più vera la bella definizione
che Frederic Engels diede di Garibaldi
e che era iscritta, fino a un restauro recente, sul monumento che la città di Taganrog gli ha dedicato: “un eroe di
stampo antico capace di progettare i sogni e di realizzarli”. Un grande sogno lo
vissero alcuni dei suoi figli e nipoti: vollero tentare di realizzare i suoi sogni non
realizzati. Si fecero portatori del programma dell’Italia irredenta, dell’Italia
più grande, a nome suo vollero anche
essere colonizzatori, dell’Agro Pontino,
della Patagonia, nelle nuove Galles del
Sud australiane. I figli più grandi di Stefano Canzio e Teresita Garibaldi tornano
in America Latina e si dedicano anche
loro alla colonizzazione.
Ancor prima di tutti, Casa America ha
aperto la strada a questi studi e procurato a studiosi europei e latinoamericani
l’occasione di incontrarsi, consacrando
i loro lavori in importanti e forse insuperabili volumi. Ne sia ringraziata con
l’augurio che continui il suo importante
lavoro di tramite tra popoli che tante
radici hanno in comune.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Relazioni Italia-America Latina:
l'impegno della Fondazione
Casa America
MAURIZIO GIDONI
GIÀ
CONFITARMA
In quindici anni di attività la Fondazione Casa America ha saputo conquistarsi un posto importante nel panorama dei rapporti tra l'Italia e l'America
Latina svolgendo un ruolo rilevante
nell'aggiornamento costante del pubblico ligure/italiano circa gli avvenimenti e i personaggi più importanti che
in detto periodo si sono affacciati nel
panorama latinoamericano.
La Fondazione ha dedicato un'importanza particolare ai problemi dell'emigrazione latinoamericana nel nostro
Paese e a quelli della sua integrazione,
attenta altresì all'evoluzione in atto con
i sempre più numerosi casi di rientro nei
territori di origine. Al tempo stesso non
ha mancato di recuperare e richiamare
il ricordo storico di eventi e personaggi
italiani che a diverso titolo hanno operato in America Latina e l'importanza
che ancor oggi vi rivestono le comunità
formate dai loro discendenti.
Nell'obbiettivo di una sempre maggior
e migliore collaborazione tra l'Italia e il
grande continente latinoamericano appare oggi opportuno considerare con
grande attenzione le iniziative avviate
da paesi terzi particolarmente interessati alle immense risorse naturali dell'America Latina. Ancora condizionata
da insufficienti strutture industriali in
grado di sostituire con propri prodotti
quelli d'importazione, in particolare nel
campo delle tecnologie avanzate, gran
parte dei Paesi latinoamericani è altresì
caratterizzata da rilevanti carenze nei
collegamenti interni, stradali e ferroviari, e marittimi sull'Atlantico ed il Pacifico.
In forma sempre più organizzata e dimensioni sempre più ragguardevoli
grandi gruppi internazionali, cinesi ed
altri, propongono oggi di farsi carico
dello sfruttamento e sviluppo industriale di grandi aree, ancora intatte, del
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
territorio latinoamericano: nell'intento
di procurarsi grandi quantitativi di materie prime indispensabili ai loro apparati produttivi ma al tempo stesso di
fare dell'America Latina un mercato in
gran parte dipendente dalle proprie
produzioni a scapito di quelle locali.
L'apparato industriale italiano, ove tempestivamente informato ed attivato, è comunque in grado di partecipare a tali importanti progetti garantendo altresì, grazie
all'alto livello del suo know-how, il contemporaneo rispetto delle importanti aree
naturalistiche di cui è ancor ricco il continente latinoamericano, fondamentali
Latin Jazz
per l'equilibrio non solo della sua salute
ma anche di quella dell'intero pianeta.
In tale ottica appare importante che,
compatibilmente con le risorse disponibili, la Fondazione Casa America continui a svolgere la sua importante funzione di informazione sulle iniziative
dirette ad avviare, possibilmente con il
concorso italiano, ampi territori latinoamericani verso il graduale sviluppo e
miglioramento delle condizioni di vita
delle popolazioni locali, anche indigene,
in armonica collaborazione con amministrazioni locali rispettose dei principi
della libera democrazia.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Ricordi di Casa America
ANNA MARIA LAZZARINO DEL GROSSO
GIÀ PROFESSORESSA DELLA FACOLTÀ DI
SCIENZE POLITICHE ALL’UNIVERSITÀ DI GENOVA
Ho ancora vivissimo il ricordo delle giornate inaugurali della Fondazione e dell'entusiasmo che l'iniziativa aveva suscitato in me, da anni interessata ad approfondire in prospettiva storica, insieme
ai miei studenti, la conoscenza della
ricca cultura politica e sociale dei paesi
latinoamericani, all'epoca ancora così
poco presenti, salvo rare eccezioni, tanto
nell'attenzione dei media nostrani quanto
nella manualistica generale relativa ai
nostri corsi universitari. Il progetto allora
presentato da Roberto Speciale e concretamente avviato, nel giugno 2000,
con una prima serie di incontri dedicati
all'Argentina, era ambizioso e ricco di
promesse: fare di Genova e della Liguria,
con significativo richiamo ai grandi padri
liguri del vincolo plurisecolare tra l'Europa
e il continente americano, Cristoforo
Colombo e Giuseppe Garibaldi, un polo
strategico, in Italia, per intensificare a
tutti i livelli, con feconde ricadute bilaterali,
le relazioni tra il nostro Paese e l'America
Latina, puntando sul dialogo politico,
sulla diffusione di una migliore conoscenza del grande patrimonio culturale
ispano-americano, sulla tessitura di una
rete informativa e comunicativa atta a
facilitare l'incontro e gli scambi tra i cittadini e gli operatori culturali e d'impresa
italiani e latinoamericani. Un programma
che intendeva riprendere, sostenere e
far ulteriormente fiorire la vocazione internazionale di Genova, valorizzando
quell'apertura alla relazione positiva con
gli altri popoli del mondo che ha sempre
caratterizzato la sua storia, in un momento in cui sia la politica nazionale,
sia l'Unione Europea indicavano come
oggetto di attenzione privilegiata e di
azioni conseguenti il rafforzamento dei
legami con le molteplici realtà istituzionali,
economiche e politico-sociali dell'America
Latina, in gran parte tornate alla vita
democratica e all'espansione, dopo gli
anni bui delle dittature e delle crisi. Il
prestigioso sostegno delle più alte istituzioni italiane, la Presidenza della Repubblica, la Presidenza del Consiglio, il
Ministero degli Esteri e di esponenti
dell'imprenditoria privata erano il riconoscimento del ragionato coraggio e
della rigorosa quanto appassionata lun-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
gimiranza con i quali era stato concepito
e messo a punto. La composizione del
Consiglio di Amministrazione e del Comitato Scientifico, comprendenti esponenti di vertice delle istituzioni locali,
dell'imprenditoria pubblica e privata, di
istituti culturali e di ricerca internazionali
a vocazione specifica e una nutrita presenza di docenti universitari riflettevano
e riflettono tuttora, a quindici anni di
distanza, con gli inevitabili rinnovamenti
e arricchimenti, la scelta vincente di promuovere sinergie inedite e di ampio respiro, puntando su un impegno che fin
dal suo inizio si è qualificato come pratico,
scientifico e divulgativo, in una chiave
che in gergo accademico definiremmo
multidisciplinare e interdisciplinare. Rileggendo un consuntivo delle attività
svolte nel primo anno di vita della Fondazione, in cui l'interesse si era in buona
parte focalizzato sull'Argentina, troviamo
la rappresentazione teatrale di una commedia di Armando Discépolo allo Stabile
di Genova, seguita da un concerto di
musiche di compositori di questo paese
eseguito da un celebre bandeonista uruguayano, uno spettacolo sul Tango, alcune
mostre fotografiche relative a Perù, Guatemala, Argentina, due incontri-conferenza internazionali, con prestigiosi relatori sui rapporti tra Italia e Argentina,
un ricco convegno internazionale sul
tema “Alla scoperta delle Americhe:
l'epopea dell'Emigrazione”, diverse presentazioni di libri dedicati all'America
Latina, un incontro con il Direttore esecutivo della Banca Interamericana di
Sviluppo, una conferenza del Sottosegretario agli Affari Esteri Franco Danieli
su La politica estera italiana e l'America
Latina, una giornata di presentazione
dei programmi europei rivolti all'America
Latina in collaborazione con la Commissione Europea, una mostra di pittura
peruviana, e l'uscita dei primi volumi
della collana della Fondazione, tra i quali
il Catalogo della Mostra sul Fumetto
Sudamericano svoltasi a Palazzo Ducale,
curata da Renzo Calegari. Questa esplosione di iniziative multidirezionali, tutte
di alto o altissimo livello, lungi dall'essere
un iniziale fuoco d'artificio dimostrativo,
non solo ha mantenuto il suo ritmo incalzante e la sua energia vitale negli
anni seguenti, al punto che è impossibile
tentare di ripercorrerne, sia pure in estrema sintesi, la varietà delle esplicazioni,
del resto ben documentate dai molti
prodotti che ne sono scaturiti, ma è
andata incrementandosi nel tempo, moltiplicando le forze in campo e le realtà
poste sotto il fuoco dell'attenzione, estendendo gli oggetti di interesse costante
ai fenomeni dell'emigrazione italiana
nei diversi paesi dell'America Latina e
alle comunità di immigrati latinoamericani della nostra regione, che con la collaborazione dei Consolati e delle Ambasciate hanno trovato in Casa America,
come era giusto che fosse, una “loro”
accogliente casa, che hanno spesso rallegrato con le loro feste, la loro musica e
la loro cultura. Ampio spazio è stato e
viene dedicato al cinema, all'arte in ogni
sua forma, alla storia e all'attualità.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Per quanto riguarda la mia esperienza
di collaborazione alle attività della Fondazione posso dire che alcuni dei ricordi
più gratificanti della mia vita di studiosa
sono legati alla partecipazione a imprese
scientifiche di livello internazionale dalla
stessa messe in atto in occasione dei Bicentenari della nascita di Mazzini e di
Garibaldi, come il grande Convegno su
“Il Risorgimento in America Latina”, la
bella mostra ad esso collegata “Risorgimento tra i due mondi”, entrambi sfociati in pregevoli pubblicazioni, il coordinamento del lavoro di redazione,
affidato a valenti giovani ricercatori, dell'apprezzato Dizionario storico-biografico
dei Liguri in America Latina, le conferenze
su Garibaldi presso le comunità italoargentine di Buenos Aires e Mar del
Plata, nel 2007 e, sempre in tale circostanza, la partecipazione a un Convegno
celebrativo del bicentenario garibaldino
organizzato dall'Istituto di Cultura italiana di Montevideo. E ancora: gli interventi, in rappresentanza della Fondazione, ai simposi organizzati in Spagna
dalle Università di Burgos e Valladolid e
dall'Instituto Interuniversitario de Iberoamérica in occasione del quinto Centenario della morte di Cristoforo Colombo.
Un altro bellissimo ricordo è legato al
Convegno del 2010, anno celebrativo
dei centocinquant'anni dell'impresa dei
Mille, su “Giuseppe Garibaldi liberatore
107
globale tra Italia, Europa e America”, la
cui seconda sessione si è svolta sulla
nave-scuola Amerigo Vespucci. Sono
stati anni felici per le attività della Fondazione, che ha saputo far fruttare al
meglio risorse che, seppure mai abbondanti, pure affluivano in misura bastevole, intelligentemente richiamate dalla
validità e dal prestigio dei progetti: la
ricca serie dei volumi della Collana ne
è testimonianza lampante.
La crisi degli ultimi anni, che ha assottigliato le disponibilità finanziarie, se
ha posto un inevitabile freno alle iniziative più ambiziose, non ha rallentato
il fervore delle idee, né l'entusiasmo, né
l'attività, che prosegue lungo tutte le
direttrici ormai consolidate, forte di un
patrimonio di conoscenze, esperienze,
contatti, che ne assicura qualità ed efficacia. La mia speranza odierna è che
nella nuova sede, da poco inaugurata,
prenda avvio un nuovo ciclo, ancora e
sempre ascendente, come sono oggi in
ascesa tanti fra i paesi amici latinoamericani con i quali i legami si sono fecondamente rafforzati in questi quindici
anni, e che, riprendendo auspicabilmente l'ascesa anche la nostra Italia, la
Fondazione Casa America torni, come
merita, ad essere adeguatamente sostenuta dalle istituzioni nazionali e cittadine, quale motore prezioso di vita
culturale e di relazioni dalle ricadute feconde, al di qua e al di là dell'Oceano.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
I primi quindici anni
di Casa America
ADELE MAIELLO
GIÀ PROFESSORESSA DELLA FACOLTÀ DI
SCIENZE POLITICHE ALL’UNIVERSITÀ DI GENOVA
Ho partecipato all’avventura di Casa
America, fondamentalmente per due
motivi: perché era una sorta di scommessa che Roberto Speciale stava facendo
con se stesso e la città di Genova e poi
perché il tema dello studio dell’emigrazione ligure era un tipo di ricerca in cui
mi stavo esercitando da tempo.
Quindi, quando ho ricevuto l’invito di
Speciale, ho aderito subito e con entusiasmo, cimentandomi anche con la
scrittura delle motivazioni per cui era
importante - e lo penso ancora - per
Genova avere un centro che fosse dedicato a quel tipo di studi e di iniziative.
Poi, mentre mi focalizzavo sempre più
sulla ricerca negli Stati Uniti, la scelta di
Speciale si indirizzava soprattutto nei
confronti dei paesi dell’America del Sud.
Questa sua scelta però non mi ha impedito di continuare a partecipare, almeno
in parte, alle sue iniziative.
E, in questi dieci anni, nonostante tutte
le difficoltà che un’impresa del genere
comporta, come diffidenza, mancanza
di fondi, assenza delle istituzioni pubbliche e private, ecc., le iniziative sono
state tante. Non ricordo - e me ne scuso
con i lettori - la loro esatta sequenza,
ma certamente si è passati dalla presentazione/analisi dei testi documentari
che ci riferivano di numeri di emigranti,
alla presentazione delle storie di gruppi,
all’analisi di libri che ci hanno raccontato
di vicende specifiche degli emigrati o di
loro comportamenti divenuti poco a
poco usuali, nel tentativo di conservare
la propria cultura originaria.
E sono stati analizzati gli elementi chiave
di questa cultura: la lingua e il cibo. E
dato che i temi culturali erano anche i
miei, ho partecipato a queste realizzazioni.
Contemporaneamente però le iniziative
di Speciale, sostenute da un team di
studiosi, si muovevano a 360°, sì perché
egli coglieva tutti gli stimoli che gli arrivavano da diverse parti e quindi ci presentava sempre nuove sfide. Ci si cimentò
quindi con le trasmissioni della RAI International, in occasioni di celebrazione
di eventi come il I° maggio o la Festa
della Donna (io partecipavo sempre a
tutto ciò che riguardava l’America Set-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
tentrionale, anche se avevo anche scoperto l’Argentina come un interessante
campo di studi). Le interviste che rilasciavo mi soddisfacevano, anche se in
fondo non avevamo nessun riscontro
della nostra fatica. Invece, nel primo decennio del nuovo millennio fu sperimentata anche un’altra impresa che,
questa sì, ebbe successo: la preparazione
di un dizionario. Prima un dizionario
dei Liguri emigrati in America Latina, e
poi un dizionario dei Liguri e dei Piemontesi emigrati negli Stati Uniti e in
Canada, lavori per i quali abbiamo creato
un gruppo di giovani ricercatori che operavano in quei paesi.
Naturalmente queste opere non pretendevano di essere esaustive, ma vollero
individuare, soprattutto e certamente,
le maggiori personalità fra gli emigrati:
coloro che in qualche modo avevano lasciato traccia di sé, ma non basta. Infatti
gli studiosi che parteciparono alla elaborazione di questi lavori scrissero anche
dei saggi che rendevano giustizia a tutti
coloro che la storia apparentemente non
aveva ricordato specificamente, ma che
comunque avevano creato la trama delle
relazioni che tuttora legano l’Italia a
quei paesi e che fanno sì che ad es. fioriscano le imprese commerciali che valorizzano e utilizzano quei legami.
Poi ci fu l’avventura, forse mai interrotta,
ma ora solo rallentata, dei giovani universitari di origine italiana che venivano
a Genova da quei paesi, per studiare qui
lingua, cultura e argomenti specifici legati
ai loro interessi scientifici. Gli studiosi
109
come me, che partecipavano al Comitato
Scientifico di Casa America, che li ospitava, ne erano i responsabili scientifici.
Casa America era inoltre un’istituzione
che aveva relazione con tante altre istituzioni che in Italia si occupano sostanzialmente di due argomenti: gli stranieri
presenti oggi sul territorio italiano e lo
studio della vicenda migratoria italiana.
Certo le preferenze di Speciale e di Casa
America si indirizzavano sempre all'America Latina: infatti vennero istituiti
corsi delle lingue che si parlano là; furono
scritte relazioni e contributi vari sulla rivista (altra iniziativa) di Casa America; i
diversi paesi di quel continente vennero
presentati sotto tutti i loro aspetti; le relazioni con i diversi consoli e ambasciatori
di quei paesi furono strette, così come
vennero presentati nelle loro sedi romane
anche i libri che venivano prodotti a
Genova. Ed ho partecipato anche io a
quelle presentazioni, sfruttando l’esperienza che avevo accumulato in tanti
anni di insegnamento universitario.
Il gruppo dirigente di Casa America che
aiutò Roberto Speciale, fin dall’inizio
della vicenda era formato da persone di
grande spessore culturale e forte dedizione, come i fratelli Gualco, Carlotta e
Andrea, della moglie di quest’ultimo e
di tanti altri giovani che si sono susseguiti
nella collaborazione al progetto. Lavorare
con loro è stato molto gratificante e
anche istruttivo!
Non posso certo, in questa sede, ricordare
tutto ciò che ha realizzato Casa America,
che ha cercato di non trascurare nessuna
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
occasione di ricordare le iniziative e realizzazioni degli emigrati italiani nelle
Americhe, ad es. non dimenticandosi
nemmeno di personaggi importanti, ma
su cui forse stava calando l’interesse,
come ad es. la fotografa udinese Tina
Modotti, emigrata in California all’inizio
del XX secolo. Sì perché col tempo l’interesse di casa America si era allargato e
riguardava non solo gli emigrati dal
porto di Genova, ma tutti gli italiani,
anche perché, col tempo era difficile distinguere fra i due gruppi. Finché si
trattò di emigrati della prim’ora, cioè
della prima parte dell’800, si poteva ancora farlo, ma col passar del tempo la
massa degli italiani sovrastò ed inglobò
i liguri, tanto che fu difficile distinguere.
E l’interesse di Casa America riflesse
questo cambiamento!
Insomma la mia esperienza in quest’associazione è stata fortemente positiva:
vi ho appreso non solo elementi specifici
della nostra storia, ma anche metodi di
studio e anche di valorizzazione di questo
studio, cosa molto importante per uno
studioso che non solo deve ottenere dei
risultati gratificanti dalle proprie ricerche,
ma anche deve sapersi confrontare con
le necessità e gli interessi pubblici!
La Rodovia in Brasile.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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America Latina, un insieme
indimenticabile
FEDERICO MASSONE
MANAGER
LPL ITALIA
Dopo molti anni di viaggi e permanenze
in America Latina, circa 12 anni fa
rientro a Genova.
La mia permanenza in America Latina
mi ha fatto comprendere quanta “genovesità“ e quanta Liguria sia presente
nella crescita e nella storia di alcuni
Paesi del Sud del Mondo.
Mi manca molto il fascino e lo spirito
dei Paesi che compongo l’America Latina ed inizio a ricercare quale possibilità
ci sia di riportare a Genova un poco
dello spirito e della cultura di quella
importante parte del mondo.
Questa mia ricerca sfocia nel contatto
con Fondazione Casa America, nella
quale ritrovo e riscopro vecchie conoscenze e amicizie.
Con Roberto Speciale e con tutto il suo
staff troviamo subito una convergenza
di intenti e la volontà di far conoscere
a tutti cosa significa cultura, storia, territorio, di Paesi complessi e multietnici
che sono una parte importante del
mondo globalizzato.
Far parte di una struttura come Fondazione Casa America è per me motivo
di orgoglio, far conoscere ai genovesi e
non solo la bellezza, la profondità e la
capacità di lottare e risorgere dei popoli
sudamericani, è una forma d'informazione che comprende molte dinamicità
e molte osservazioni.
Alcune di queste osservazioni sono
molto vicine anche alle complessità attuali del nostro Paese, e alcune forme
di reazione alle avversità avvicinano
moltissimo le popolazioni dei paesi Sud
Americani a noi.
Il lavoro svolto da FCA in questi 15
anni è importante e riporta al centro
l’interesse Italiano per culture che sono
state la base dello sviluppo dei Paesi
stessi e sono storicamente importanti
nella comprensione delle capacità di
analisi e crescita dei Paesi coinvolti.
Viaggiare in America Latina, è fonte di
riflessione e attenzione: i colori che
troviamo sulle Ande e nelle popolazioni
dell’Ecuador e del Perù, la postura e la
serietà del “Caballero” argentino, il sorriso e l’allegria delle popolazioni Brasiliane sono un insieme indimenticabile.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Perché indimenticabile? Detto così semplicemente diventerebbe uno stereotipo
banale.
Ma le riflessioni e le attenzioni vanno
fatte sul sistema di vita che circonda
queste popolazioni, sul tessuto sociale,
sulle istituzioni di governo.
Per questo non è sbagliato pensare ai
loro colori ed alle loro consuetudini ed
abitudini, perché questa è una parte
importante della loro vita e trasmette a
chi non conosce quei Paesi una visione
più serena e semplice.
Non dimentichiamoci mai che le popolazioni Latino Americane hanno un
forte attaccamento al proprio Paese e
ai suoi simboli, e spesso questo fatto
nasconde le forti tensioni.
Tutto questo è stato portato da FCA sui
tavoli di discussione e attraverso manifestazioni culturali, sociali e politiche
ed ha reso un servizio di informazione
di interesse nazionale.
FCA sta assolvendo un importante com-
pito, mantenere ed incrementare le relazioni fra un area geografica importantissima nel mondo e un piccolo
centro come Genova e dintorni, che
però nel passato ha contribuito attraverso
una forte emigrazione alla formazione
di molti territori.
Non possiamo dimenticarci del quartiere
della Boca a Buenos Aires, o all’alto
numero di cognomi liguri che possiamo
trovare in tutti gli elenchi telefonici dei
paesi del Sud America.
Sarà nostalgia, sarà che una parte importante della mia famiglia è brasiliana, ma
aver la possibilità di lavorare in FCA mi
consente di mantenere sempre vivo l’interesse e l’attenzione verso quel mondo.
Per cui forza FCA, continuiamo la nostra
strada di informazione e conoscenza,
anche attraverso la bella idea di creare i
corsi di Lingua Spagnola e Portoghese ed
anche qualche lingua antica come il Quechua e perseguire il nostro scopo comune:
far conoscere l’America Latina in Italia.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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FCA, capacità locale
di agire globale
GIAN GIACOMO MIGONE
GIÀ SENATORE E GIORNALISTA DI TORINO
Dopo la caduta del Muro di Berlino viviamo una transizione verso una multipolarità sempre più percepibile. Ai
due protagonisti del bipolarismo precedente si aggiungono nuovi protagonisti della politica mondiale con una
tendenza più o meno accentuata verso
un'integrazione regionale e continentale.
Mentre il processo d'integrazione europea, attualmente più contrastato perché identificato con una gestione della
crisi economica che ha accentuato divaricazione e sofferenza sociale, è in
corso da più di mezzo secolo, quello
dell'America Latina è meno evidente.
Eppure, l'affermazione oggettiva del
Brasile come nuovo protagonista dell'economia mondiale, una crescente autonomia dai condizionamenti di marca
statunitense; lo sviluppo di forme di
integrazione economica come quella
del Mercosur vanno in questa direzione.
Questi sviluppi per ora - è bene ricordarlo - si svolgono nel contesto di una
globalizzazione per ora dominata da
interessi finanziari e produttivi oggi
pressoché incontrollati, a cui non cor-
risponde un adeguato sviluppo di nuove
forme di organizzazione istituzionale.
Si constati, a questo proposito, l'insufficienza del consiglio di sicurezza dell'ONU nella sua attuale forma, l'occasionalità del ruolo del G 20, la perdurante
permeabilità delle istituzioni di Bretton
Woods rispetto alle pressioni dei mercati
finanziari, prevalentemente convogliate
dal governo degli Stati Uniti. È in corso
un indebolimento della democrazia in
varie parti del mondo.
Con queste poche righe ho voluto descrivere il contesto storico in cui si colloca
il prezioso lavoro, svolto in questi anni,
da parte di Casa America. Offrire spazio
alla cultura dell'America Latina; rappresentarne la storia accompagnandone la
crescita politica; rafforzarne le forze centripete, in un luogo non soltanto simbolicamente forte significa anticipare e influire
su iniziative nazionali che non sempre si
muovono in questa direzione oltre che
offrire un esempio importante di capacità
locale di agire globalmente.
A questo proposito vorrei pronunciarmi,
nel quadro di questo anniversario, a favore
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Fortezza di San Juan de Ulua, Veracruz
di un rafforzamento del rapporto Nord
Ovest anche a questo fine. Genova costituisce per Torino la porta verso mari anche
lontani e Torino può servire a Genova in
quanto ponte verso il cuore dell'Europa.
Questo augurio, ad multos annos, sarebbe
incompleto se non riconoscessi a Roberto Speciale il merito straordinario
di ideatore e tenace gestore e promotore
non soltanto di Casa America ma di
presso che ogni iniziativa che collega
Genova al resto del mondo. È particolarmente significativo che egli abbia in
ogni occasione promosso una prospettiva d'integrazione europea che si rispecchia nello sforzo che in questa direzione sta compiendo la stessa America
Latina. A noi spetta il dovere di assecondarne l'impegno in questa non semplice fase della vita nazionale.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Risorgimento,
[legame] tra due mondi
GIUSEPPE MONSAGRATI
GIÀ PROFESSORE DI STORIA CONTEMPORANEA DELL’UNIVERSITÀ
Come risorgimentista sono convinto
che tutto quanto di buono abbia espresso
l’Ottocento italiano, in particolare durante gli anni che precedono la nascita
dell’Italia unita, derivi dalla sua proiezione trans-nazionale e dunque dalla
sua capacità di collegarsi - volontariamente o, più spesso, forzatamente con le realtà poste al di là dei confini
della Penisola. Alla base c’era la necessità, avvertita soprattutto dalle monarchie, di cercare alleanze e appoggi, ma
c’era anche l’esigenza di ritrovare i
contatti culturali, ideologici e morali
con realtà considerate spiritualmente
le più affini: l’esigenza, direi anche, di
rientrare nella grande corrente della civiltà europea dalla quale l’Italia dei
secoli bui e delle dominazioni straniere
era rimasta separata.
Credo che dell’eredità risorgimentale
questo del rapporto con gli altri popoli
e paesi sia il valore da conservare e, se
del caso, da riscoprire. Il raggiungimento
dell’unità europea, pur così problematico
e per molti tutt’altro che compiuto,
LA SAPIENZA DI ROMA
deve proiettare tale valore in altre e più
lontane direzioni. Lo si è fatto in passato
attraverso la disseminazione degli Istituti
italiani di cultura nel mondo e la presenza in Italia di analoghe istituzioni
straniere, lo si è fatto sul piano della
formazione universitaria con l’avvio dei
programmi Socrates-Erasmus per la
mobilità studentesca fuori dei confini
nazionali. Non c’è dubbio che, pensando
al futuro dei giovani e alla non meno
importante integrazione dei migranti,
sia questa la direzione in cui andare
spingendosi ben oltre il continente europeo. Da anni la Fondazione Casa
America persegue tale obiettivo, e lo fa
con passione, competenza e capacità
creativa, allestendo programmi di studio
e conoscenza delle lingue, favorendo
incontri, incoraggiando il dialogo, organizzando convegni.
In questo campo Genova ha una vocazione indiscutibile, sia nell’attualità, per
i molti contatti che mantiene con le
realtà latinoamericane verso le quali
per molti decenni è stato l’unico ponte
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Luglio 2007 Convegno Giuseppe Garibaldi liberatore globale tra Italia, Europa e Americhe.
di cui disponesse l’Italia, sia nella sua
storia, e particolarmente in quella risorgimentale. Quando si sono dati i
natali o si è offerta lunga ospitalità a
personaggi come Garibaldi e Mazzini
non si può non guardare all’altra sponda
dell’Atlantico e sentire verso quei popoli
un legame denso di significati. Non a
caso molte delle attività culturali della
Fondazione Casa America, dai convegni
alle missioni, hanno avuto proprio il
Risorgimento come base ideale in cui
rinvenire le origini di una tradizione
più che centenarie. E qui, se mi è consentito, mi sento molto coinvolto per
tutte le circostanze in cui Roberto Speciale e i suoi collaboratori mi hanno
fatto l’onore di offrire un piccolo contributo ai loro programmi: penso ai vari
convegni sul “Risorgimento in America
Latina”, su “Garibaldi liberatore globale”
(mai titolo fu più azzeccato), sul “Risorgimento tra due mondi”; e penso ai
colleghi di valore che ho avuto la fortuna
di incontrare nella bella Villa Rosazza a
Piazza Dinegro (Dinegro, altro nome
risorgimentale), da Salvo Mastellone
ad Anna Lazzarino Del Grosso, da Zeffiro Ciuffoletti a Cosimo Ceccuti. Incontri
scientificamente produttivi, ai quali non
posso non aggiungere le missioni oltre
oceano, ultima quella riuscitissima nella
Repubblica Dominicana.
Insomma, quella della Fondazione Casa
America è stata, è e spero possa essere
ancora a lungo una bella realtà della
nostra vita culturale e, mi si consenta,
anche morale. Qualche pessimista potrà
dire che in questa Italia questo sarà un
buon motivo per affossarla o per privarla
dei mezzi necessari per andare avanti
(ma mi sembra che a Genova Comune
e Regione siano doverosamente orgogliosi di questa istituzione). Non lo
credo possibile, ma se così fosse si tratterebbe di una perdita secca, l’ennesima,
per quello che mi piace definire il comune diritto-dovere alla civiltà.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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FCA e Ateneo genovese, insieme
per l’internazionalizzazione
MICHELE MARSONET
PRESIDE SCUOLA DI SCIENZE UMANISTICHE DELL’ UNIVERSITÀ DI GENOVA
Nel corso degli anni ho avuto più volte
occasione di appurare quanto siano importanti per l’Università di Genova le
iniziative di Casa America, fondazione
che ha un ruolo attivissimo nella vita
culturale del capoluogo ligure e dell’intera regione. Ricordo che, quando
ricevetti la delega rettorale alle relazioni
internazionali, una delle mie prime
esperienze in questo settore fu proprio
in compagnia di Roberto Speciale. Nel
mese di marzo del 2009 andammo
infatti a Lima per partecipare al Forum
Italia-Perù, con la presenza del presidente peruviano e di numerosi docenti
universitari e imprenditori italiani.
Casa America svolge dunque un compito
fondamentale per lo sviluppo dei rapporti
culturali, ma non solo, tra Genova, la
Liguria e l’America Latina in generale. E,
a tale proposito, una breve premessa:
l’Università di Genova ha un forte livello
d’internazionalizzazione. Non viene molto
notato dai media locali, genovesi e liguri,
ma sulla stampa nazionale spesso appare
che siamo ai primi posti in Italia per presenza di studenti stranieri e per accordi di
cooperazione internazionale, e ovviamente
questo è un fatto positivo.
Circa tremila studenti e il 10% degli immatricolati dell’Ateneo attualmente provengono da altri Paesi. L’America Latina
in generale è sempre stata un settore strategico per la nostra università. E qui vorrei
notare che un grande aiuto in tutti i sensi
ci viene dal Ministero degli Esteri, il quale
ci fornisce indicazioni e consigli su cosa
occorre fare per migliorare la nostra internazionalizzazione. In questo periodo
si sta insistendo in particolare sul Brasile
per il programma “Scienza senza frontiere”
che è partito da un paio d’anni e consentirà
a molti studenti brasiliani di venire in
Italia - e anche a Genova - con borse di
studio del loro governo.
La presenza di Casa America è utile sia
sul piano operativo sia su quello puramente
culturale, consentendo tra l’altro all’Ateneo
di approfondire i contatti con le comunità
latino-americane di Genova e della Liguria.
Abbiamo in particolare utilizzato il CINDA,
un consorzio di cooperazione tra università
europee (dell’Europa del Sud in realtà) e
latino-americane. Siamo anche stati per
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
L'eta della spensieratezza
molto tempo l’unica università italiana
presente in tale consorzio, in compagnia
di molte università spagnole, soprattutto,
e portoghesi.
Non è possibile in uno spazio così breve
menzionare tutte le iniziative di Casa
America alle quali l’Ateneo ha contribuito
a vario titolo. Mi limito quindi a menzionarne alcune cui ho partecipato personalmente. Il convegno “Giornate dell’Uruguay” (maggio 2006); il convegno
“Juan Bosch tra Italia e Repubblica Dominicana” (novembre 2009); la celebrazione
del centenario della scoperta di Machu
Picchu (luglio 2011); le giornate della
Costa Rica (settembre 2013); “MessicoItalia. Accordi bilaterali e iniziative istituzionali, economiche e culturali” (febbraio
2014). A queste aggiungo altre due manifestazioni organizzate dal Centro in Eu-
ropa, diretto da Carlotta Gualco, che a
Casa America è strettamente collegato.
“La Nuova Europa da 15 a 25 Paesi”
(maggio 2004), e il convegno internazionale
“Genova, la Romania e l’Europa” (gennaio
2010), i cui atti sono stati in seguito pubblicati in volume.
I legami di Genova e della Liguria con
l’America tutta, settentrionale, centrale e
meridionale, sono sempre stati molto intensi. Da qui partivano molti dei nostri
emigranti, e in molti Paesi di quel continente, dal Canada agli Stati Uniti, dall’Uruguay all’Argentina, dal Cile al Perù,
sono tantissimi i cittadini che portano un
cognome italiano e, spesso, ligure. È un
grande merito di Casa America fornire
alla città e alla regione l’opportunità di riflettere sulla sua storia in contatto costante
con l’Ateneo genovese e i suoi docenti.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Auguri Casa America
dalla Società Economica
di Chiavari
ROBERTO NAPOLITANO
PRESIDENTE DELLA
SOCIETÀ ECONOMICA DI CHIAVARI
Già tre lustri: Buon Compleanno, Casa
America! Più di due secoli di età ci separano ma due punti ci accomunano
nella nostra attività: far cultura e occuparci di migrazione.
Per prendere a prestito il linguaggio
web di una qualunque home page, a
chi non ci conosce rispondo alla domanda: chi siamo? La Società Economica è stata fondata nel 1791 da un
gruppo di notabili laici e religiosi dell'epoca. La sua mission era, ed è tuttora,
quella di favorire lo sviluppo economico
e culturale del territorio con il pragmatismo illuminista che caratterizzava la
filosofia dell'epoca. Ha potenziato l'artigianato attraverso lo sviluppo della
filiera del legno. Ha dato un impulso
allo sviluppo dell'agricoltura e dell'allevamento attraverso l'introduzione di
metodi e di conoscenze scientifiche di
provenienza americana e nord europea.
Ha favorito la creazione di molte scuole
sul territorio con la conseguente alfa-
betizzazione della gente comune e ha
creato e gestisce tuttora un'importante
biblioteca aperta al pubblico. Con
questo si è voluto migliorare la qualità
della vita della gente di Chiavari e del
suo Circondario in un periodo in cui
mancava del tutto lo Stato sociale. Ha
assolto, e continua ad assolvere, a quella
che era, ed è, la sua missione socioculturale. Questa attività non ha certo
influito sul fenomeno migratorio che
ha caratterizzato la seconda metà del
18° Secolo e l'inizio del successivo; ha
però contribuito a rendere la gente,
proveniente prevalentemente dal mondo
rurale, più consapevole dei propri mezzi,
delle proprie potenzialità e delle proprie
necessità nel prendere la decisione di
emigrare per andare a cercare un lavoro
adeguato alle proprie capacità.
Quello che poteva sembrare un impoverimento si rivelò, invece, ben presto
un arricchimento del nostro Territorio.
Gli emigranti andavano in cerca di for-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
tuna, per lo più la trovavano, spesso
tornavano ma sempre e, comunque, le
loro rimesse e i loro investimenti contribuivano a creare un ricco interscambio
culturale che si traduceva anche in uno
sviluppo delle attività produttive, economiche e finanziarie. Quest'ultima è
stata particolarmente fiorente. Grazie,
infatti, all'emigrazione nacquero e si
svilupparono Istituti di Credito come
la Banca Ghio, Banca Zanone, Banco
di Chiavari e della Riviera Ligure e
quella di Amedeo Giannini che sarebbe
diventata la famosa Bank Of America
& Italy. Fiorente fu anche l'attività
edilizia che ha trasformato in parte il
paesaggio di questo territorio e anche
quella scolastica nella preparazione dei
ragazzi che dovevano saper fare di conto
per raggiungere gli emigrati che, nel
frattempo, erano diventati imprenditori
e commercianti.
Tutto questo per dire che la cultura
della migrazione ha sempre fatto parte
della missione della Società Economica,
molto spesso intermediaria nelle vie di
comunicazione e, assieme ai Consolati
del Perù, dell'Ecuador e altri, punto di
riferimento tra gli emigrati e la loro
gente locale. Ma quando si dice emigrati
per le "meriche" si intende - soprattutto
per il Tigullio - parlare con particolare
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
senso di affetto e di vicinanza, a quelli
dell'America Latina e, ancor più, a quelli
dell'Argentina e del Cile dove più numerosa è la collettività giunta ormai
alla quarta o alla quinta generazione,
ancora fiera delle sue origini.
Come si diceva, più di due secoli dopo,
Casa America, singolarmente ma non
a caso, veniva fondata non in una capitale, come avviene negli altri paesi, ma
bensì a Genova, città simbolo dell'emigrazione per il suo porto di partenza di
tantissimi bastimenti pieni zeppi di
tanti emigranti tra cui moltissimi Liguri.
A ricordare quella epopea storica, a
Genova esiste uno straordinario Museo
del Mare e dell'Emigrazione, unico al
mondo.
Oggi Casa America si interessa di questi
rapporti ma in direzione opposta. In
effetti, il flusso migratorio in questi
ultimi decenni si è orientato soprattutto
da parte di popolazioni autoctone sud
americane verso il nostro paese e, in
buona parte, verso la Liguria. La comunità latino-americana più numerosa
nella nostra Regione è quella ecuadoriana seguita da quella peruviana. A
Casa America il compito di mantenere
vivi i loro legami culturali e far conoscere
a noi i loro paesi d'origine.
In questi primi quindici anni, un periodo
relativamente breve, straordinari sono
stati l'efficienza e il dinamismo di Casa
America. Non passa quasi giorno senza
che venga annunciata o ricordata una
nuova iniziativa o un nuovo evento.
Non si contano tutte le conferenze, i
121
corsi di lingue iberiche, le tavole rotonde,
le mostre fotografiche e di pittura, gli
spettacoli di teatro, le presentazioni di
libri, film, recital di musica, incontri
con personalità del panorama artistico
e della cultura, del mondo politico, sociale e imprenditoriale del continente
americano. In questa eccezionale attività
culturale, noi, iscritti alla Fondazione,
abbonati e assidui lettori dei suoi Quaderni e del Centro in Europa, abbiamo
avuto il piacere di collaborare alla promozione e all'organizzazione di alcuni
eventi di un certo rilievo e di significato
storico e culturale. Ne citiamo alcuni, i
primi che ci vengono in mente, a titolo
esemplificativo.
Abbiamo celebrato insieme nel salone
della Provincia a Genova l'anniversario
dell'Unità d'Italia con un riferimento
particolare alle vicende americane di
Garibaldi e di altri personaggi del Risorgimento come Giuseppe Mazzini e
Nino Bixio, anch'essi di origini chiavaresi
o del Tigullio.
Congiunta fu anche la grandiosa giornata dedicata al Perù, con la presenza
del suo Console, celebrata nei saloni
della Società Economica e conclusasi
con un ricevimento da Defilla. In quella
occasione, di grande interesse fu la conferenza della compianta chiavarese
prof.ssa Clara Caselli, docente di Economia all'Università di Lima e di Genova. Tra l'altro, Clara portò il saluto di
un altro grande ligure in terra americana
che è il fondatore e responsabile dell'Università di Lima, Monsignor Lino
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Pyramide of Tikal, Guatemala
Panizza, Vescovo della Diocesi di Carabayllo, insignito dalla Società Economica
nel 2005 della Fronda d'Oro per il personaggio ligure famoso nel mondo.
Parlando di personaggi liguri famosi in
America, è stato presentato il dizionario
dei cognomi dei primi italiani in America
del Nord, illustrato dal celebre fumettista
Renzo Calegari, dove tra altri, si narrava
anche di Suor Blandina nel Far West e
di altre famiglie di origine ligure.
Ma non solo di America si è parlato, discusso e dibattuto in Società Economica
ma anche di Europa, di Liguria e di Città
Metropolitana temi sempre di attualità
in questo mondo globalizzato dove, più
che mai, dobbiamo cercare di conservare
la memoria delle nostre radici culturali.
Per concludere possiamo dire che se si
è potuto iniziare, dieci anni fa, ad instaurare dei rapporti di piacevole collaborazione tra le nostre due associazioni,
è grazie anche alla conoscenza e alla
stima personale di coloro che ancor
oggi presiedono queste due importanti
Associazioni, l'On.le Roberto Speciale
e il Cav. Dr. Roberto Napolitano.
Grazie, Buon Anniversario e Buon Lavoro Casa America!
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Quanto dell’antica storia
genovese è ancora presente
alle Isole Canarie
SANDRO PELLEGRINI
STORICO
In un recente viaggio di studio alle isole
Canarie ho potuto constatare il persistere
dell’interesse per la cultura genovese
ancora presente in quelle isole atlantiche.
Non solo nelle chiese e nei musei esistono
opere d’arte di scuola genovese: pitture
e sculture, ma anche nelle biblioteche
sopravvivono documenti che testimoniano
i legami fra l’antica Repubblica di Genova
e la Provincia insulare della Spagna.
Il segno di un particolare legame con
Recco, paesone che, nel XIII secolo, diede
origine ad una famiglia di mercanti che
si trasferì ben presto a Genova ove fece
fortuna e venne anche iscritta fra le famiglie nobili, si trova in un patio della
Casa de Colòn a Las Palmas de Gran
Canaria. Si tratta di una riproduzione ridotta della scultura all’ingresso del palazzo
comunale del centro rivierasco che riproduce le fattezze di Nicoloso da Recco,
navigante e commerciante di spezie che
nel 1341 compì un viaggio di riscoperta
delle isole Canarie su cui scrisse il grande
Boccaccio. Le fattezze di Nicoloso sono
state sistemate su una tavoletta di legno
d’olivo e regalate anni fa dal Comune
recchese all’istituzione culturale della capitale grancanaria.
Un altro segno della considerazione del
valore della spedizione di cui era capo
Nicoloso e della sua narrazione di quanto
si andava scoprendo lo si trova nel rinnovato edificio che ospita a Santa Cruz
de Tenerife, la capitale dell’isola omonima,
in due vetrinette in cui sono esposte
delle pelli di leoni marini, una delle merci
portate in Portogallo dagli equipaggi di
Nicoloso ed un accenno al viaggio del
navigatore recchese.
Un’ulteriore testimonianza dei legami
fra Genova e le Canarie si trova nella
città di San Sebastian de La Laguna, capitale storica dell’isola di Tenerife, modello
di edilizia insediativa esportato successivamente in molte città americane. Si
tratta del grande palazzo della famiglia
Lercaro, ancora presente con i suoi di-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Allegria
scendenti nella storia di Tenerife moderna.
Quella casa è oggi di proprietà del governo
insulare ed è adibita a Casa Museo, sempre aperta con le sue dipendenze, alla
visita degli interessati. E’ un edificio seisettecentesco, tipica casa spagnola insulare, con una serie di patii interni attorno
a cui si svolgeva la vita di una famiglia
molto ricca che aveva legami con la città
di origine fino a tutto il Settecento. Lo
testimoniano ancora visivamente due
ricche carrozze.
La famiglia Lercaro ha lasciato un ricchissimo archivio famigliare nelle mani
di tre diverse istituzioni pubbliche locali.
Raccoglie documenti dalla fine del ‘500
a tutto l’800 che testimoniano l’esistenza
di problemi famigliari, di affari, commerci,
legami interfamigliari. La maggior parte
di essi è raccolta nella Biblioteca Universitaria del Campus di Guajara e già da
me visionati qualche anno fa per ricavarne
un volumetto in cui ho raccolto e duplicato
oltre 200 documenti, moltissimi scritti
ancora in italiano in pieno Settecento,
che testimoniano continui rapporti con
Genova. Sia per reclamare il proprio
titolo di nobiltà e parti di eredità, sia per
chiedere l’invio da Genova a Tenerife di
abiti e scarpe adeguati al proprio livello
sociale, ma anche per sollecitare forniture
di riso, di materiali speciali per adornare
la propria casa.
Visitando la Biblioteca universitaria si
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Assemblé
ha la bella sorpresa di scoprire che i faldoni dell’archivio Lercaro sono stati nel
frattempo passati attraverso più mani di
Docenti e studenti che hanno censito i
documenti presenti in ciascuno di essi.
Si tratta del primo passo per ordinarli
con una cadenza temporale e quindi
per argomenti, temi famigliari, interessi
locali, interessi genovesi, interessi mercantili aperti sull’Europa ma anche verso
gli Stati Uniti appena costituiti, e alle
colonie spagnole, a seconda della scelta
che vorranno effettuare quanti si occupano di riordinare questa ricchissima
raccolta documentale che è anche uno
spaccato secolare della vita insulare. Da
alcuni studiosi locali ho avuto la segnalazione della presenza fra i primi notai
reali operanti a Tenerife anche di un
oriundo genovese: il notaio Bernardino
Giustiniani, di un ramo di quella famiglia,
attivo nell’isola per quasi 50 anni. La
sua documentazione, già studiata in loco
merita una nuova attenzione anche da
125
parte nostra. Il notaio “genovese” ha
rogato di preferenza in favore di genovesi
già residenti in quella ed in altre isole
delle Canarie o di passaggio con le loro
navi. Vi sono altri documenti -in maggioranza- stesi a favore di altri cittadini,
i primi abitanti della città di San Cristobal
de La Laguna per alcuni secoli la capitale
dell’isola. Si tratta di atti stesi a favore di
cittadini spagnoli, di discendenti dei
Guanci originari, di francesi, olandesi,
inglesi, fiamminghi. Una testimonianxa
di come fin dall’inizio della dominazione
spagnola l’isola di Tenerife e le altre sei
principali dell’arcipelago, siano divenute
rapidamente un crogiolo di popolazioni
diverse che hanno poi dato vita all’etnia
composita canaria. Un esperimento di
colonizzazione internazionale successivamente adottato in altre terre dell’enorme impero coloniale spagnolo. Anche
nella documentazione di altri quattro
notai insulari del medesimo XVI secolo,
si possono trovare atti riferiti a “mercanti
genovesi” presenti e attivi nelle Canarie
fin dall’indomani della loro integrazione
completa nella monarchia di Castiglia,
a partire dal 1496. Quei documenti servono a testimoniare, ancora una volta, i
forti legami esistenti fra Genova ed i
genovesi e quelle isole atlantiche che
dopo i viaggi di Colombo e di Bartolomeo
Diaz divennero una base importante
delle rotte atlantiche fra l’Europa, le
Americhe, l’Africa e l’oceano Indiano.
Quindi importanti per un piccolo popolo
di navigatori e di mercanti qual’era quello
genovese, per secoli padrone dei mari.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
FCA, un porto sicuro
anche per le associazioni
GIOVANNI RAINISIO
GIÀ PRESIDENTE DEL CIRCOLO
“MANUEL BELGRANO” DI IMPERIA
Quindici anni sono tanti, in un mondo,
poi, che cambia così velocemente, sono
davvero una eternità.
Casa America, con il suo lavoro, le sue
pubblicazioni e le sue analisi socio-politiche, è diventata nel tempo un punto
di riferimento importante e qualificato
per le Istituzioni, le imprese, le Associazioni, che hanno interesse per il continente americano.
Anche i circoli culturali, come il nostro
di Imperia, dedicato al Generale Manuel
Belgrano, liberatore e padre della Patria
argentina, nati molto tempo prima e
precisamente nel 1987, hanno sempre
trovato nella FCA un porto sicuro per
informazioni, collaborazioni, documenti,
iniziative.
La Fondazione, che Tu, Roberto, hai
fondato fin dalla nascita, si è sempre
caratterizzata per profondità culturale
e grande apertura.
È cresciuta nel tempo, anche di fronte
a difficoltà finanziarie, perché ha saputo
sempre volare alto ed avere, pur nel
cambiamento continuo economico, sociale e politico della società, una solida,
argomentata, linea storico culturale di
grande spessore.
Ho potuto toccare con mano, avendo
fatto parte per alcuni anni del comitato
scientifico, quanto varie e qualificate
siano state le iniziative portate avanti,
nei diversi settori di intervento, senza
mai cadere in strumentalizzazioni di
parte o, peggio, in quel "mugugno"
continuo diventato sport nazionale.
La valorizzazione dell'America Latina,
nel mondo ed in Italia, la scoperta
attenta e scientifica dell'opera degli Italiani in questo continente, la visione
della immigrazione in Italia e in Liguria,
come portatrice di grande ricchezza
culturale, economica e sociale, hanno
dato a Casa America un ruolo molto
importante nel panorama politico italiano.
L'Italia ha sempre più bisogno di Ambasciatori nel mondo e, in particolare,
in quella parte come il Sud America
che oggi è in grande sviluppo e ribolle
nella pentola della globalizzazione.
Per questo motivo è fondamentale che
strutture come la FCA siano finanziate
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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The winner
e sorrette dalle Istituzioni Pubbliche,
oltre che da tutti noi.
Caro Roberto ho scritto volentieri queste
poche righe perché penso che Tu meriti
da parte nostra un riconoscimento per
la quantità, la qualità e l'intensità del
lavoro svolto.
Senza esagerare, Genova e la Liguria sarebbero culturalmente molto più indietro
sul terreno dei rapporti internazionali
senza la presenza di Casa America. Una
nazione ed una regione con la propria
storia tutta sul mare hanno bisogno di
coltivare sempre di più i propri legami
con altri popoli e altre culture.
Per questo motivo spero che Casa America possa sempre meglio svolgere il
compito che si è prefissa.
Anche se può risultare un po' vetusto:
AD MAIORA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Un continente in evoluzione
GIANCARLO ROLLA
PROFESSORE DI
DIRITTO COSTITUZIONALE ALL’UNIVERSITÀ DI GENOVA
Alla luce della mia personale esperienza,
l’impegno svolto in questi anni dalla
Fondazione Casa America, non solo a
Genova e in Liguria ma anche in ambito
nazionale, è risultato particolarmente
positivo per due ragioni.
Innanzitutto, per avere favorito - in una
sostanziale assenza di iniziative in materia da parte di altri soggetti (pubblici
o privati) - una conoscenza della realtà
sociale, economica e politica del continente latino americano. Un impegno
che assume non solo una dimensione
culturale, ma rappresenta anche un veicolo per la miglior comprensione della
storia e della tradizione di molte migliaia
di nuovi “residenti” liguri, provenienti
dai paesi dell’America Latina.
I numerosi incontri tematici e le settimane di presentazione della realtà di
singoli paesi hanno presentato una
realtà in profondo cambiamento: assumendo come punto di osservazione il
profilo per me di maggior interesse (la
realtà costituzionale di quegli ordinamenti), non può non colpire il possente
processo di democratizzazione e di su-
peramento delle dittature militari che
ha caratterizzato la quasi totalità degli
Stati, l’approvazione di testi costituzionali evoluti che fanno rientrare a
pieno titolo il continente americano all’interno del costituzionalismo democratico occidentale. Così come non va
trascurato il carattere innovativo di alcune soluzioni costituzionali (ad esempio, l’esperienza dei Tribunali elettorali
Morin Robles David - Mostra ex libris Il generale Giuseppe Garibaldi. Le imprese e i ricordi.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Rio Agua Azul, Agua Azul, Chiapas
a tutela della regolarità delle elezioni),
nonché la funzione educativa in tema
di libertà e di diritti svolta dall’esperienza
della Corte americana dei diritti dell’uomo che - al pari della nostra Corte
europea - contribuisce ad elevare gli
standard di tutela dei diritti fondamentali.
In secondo luogo, l’impegno culturale
della Fondazione Casa America ha rappresentato un valido partner per l’Università genovese. Come Direttore del
Centro di ricerca sui sistemi costituzionali
del Dipartimento di Giurisprudenza
dell’Università di Genova, debbo ringraziare la Fondazione Casa America
per il patrocinio e la collaborazione (organizzativa e scientifica) data ad alcune
comuni iniziative universitarie: svoltesi
nelle aule dell’Ateneo o nella sede della
Fondazione. A questo proposito, è stato
possibile organizzare interessanti incontri
su temi di interesse, come gli effetti
istituzionali della crisi finanziaria dell’Argentina, le trasformazioni della
forma di governo di molti Stati verso
un’attenuazione del modello “statunitense” di presidenzialismo, la nuova
Costituzione bolivariana del Venezuela,
le influenze tra il costituzionalismo europeo e americano nel XIX secolo. Per
queste ragioni mi auguro che la Fondazione Casa America possa continuare,
pur tra le difficoltà, la sua attività arrivando alla celebrazione del 30 anno di
attività.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Fondazione Casa America:
ambasciata culturale
di America Latina
in Italia e nell’Unione Europea
EDUARDO ROZO ACUÑA1
GIÀ PRESIDE DELLA FACOLTÀ DI
GIURISPRUDENZA DELL’UNIVERSITÀ DI URBINO
Poter scrivere sulla Fondazione Casa
America, per celebrare la sua inaugurazione quindici anni fa, è un grande
onore e privilegio, considerando ciò
che rappresenta per la cultura italo latinoamericana. Casa America dalla
sua fondazione è stata l’Ambasciata
Culturale latinoamericana non solo in
Italia ma nell’Unione Europea. Questa
è stata l’ambizione del suo ideatore,
fondatore e grande promotore, Roberto
Speciale e, per raggiungere questo obiettivo, egli si è impegnato a tempo pieno,
senza limiti né sosta. Il risultato, dopo
quindici anni di questo impegno, è
l’esistenza di una vera e propria, grande
Ambasciata Culturale latinoamericana
con sede a Genova, come dimostrato
pienamente dalle sue concrete realizzazioni culturali, economiche e sociali.
Dopo un meditato lungo periodo di programmazione, tentativi e verifiche affrontate dal suo ideatore, on. Speciale,
specialmente con le autorità e istituzioni
genovesi, la Farnesina e l’Istituto Italo
Latino Americano, nel 1999 Casa America
si costituisce formalmente come fondazione e comincia a funzionare senza
mai fermarsi nella programmazione di
eventi e manifestazioni culturali. La scelta
della città di Genova come la sua sede
non è stata casuale ma la conseguenza
della costatazione del suo passato storico,
del suo patrimonio culturale e della sin-
1 Professore Ordinario ed Emerito delle Università Externado de Colombia, Università di Boyacá e
dell’Università degli Studi di Urbino, dove è stato Preside della Facoltà di Giurisprudenza, Membro
del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
golarità di essere stata culla del grande
scopritore delle Americhe, Cristoforo
Colombo e, in tempi posteriori, il porto
di partenza delle grandi emigrazioni italiane, tra la fine del diciannovesimo
secolo e il primo ventennio del ventesimo,
cosi come delle successive ondate emigratorie che seguirono la Seconda Guerra
Mondiale.
Casa America, in questo contesto, ha
potuto esercitare un’altra funzione fondamentale, in questo caso in senso contrario, dall’America verso l’Italia. La Fondazione ha sempre voluto contribuire a
diffondere nella Penisola una maggiore
conoscenza del grande patrimonio storico
e culturale latinoamericano, con il maggiore degli esiti, come dimostrato dalla
sua permanente attività editoriale, convegnistica e seminariale tecnico-scientifica
e di informazione socio-economica nonché dal suo forte impegno nell’organizzazione di eventi del massimo livello
culturale nel campo del teatro e della
musica. Le sue permanenti pubblicazioni,
conferenze e tavole rotonde, gli spettacoli
di teatro, i recital di musica, la presentazione di libri e film, le mostre fotografiche
e di pittura, gli incontri con i grandi
esponenti e personalità della cultura e
2
131
del mondo imprenditoriale italo-latinoamericano hanno portato la Fondazione
Casa America ad essere realmente ed
effettivamente una vera e propria Ambasciata Culturale dell’America Latina
in Italia in Europa.
La Fondazione Casa America ha svolto
e svolge anche un ruolo, una funzione
di grande importanza per l’integrazione
culturale dei paesi latinoamericani e fra
questi e gli Stati europei e, per meglio
svolgerla e raggiungere questo obiettivo,
Casa America è membro della rete
RCCAE, centro direzionale delle Case
Americhe europee e degli istituti culturali
latinoamericani, di cui fanno parte 75
istituzioni da 25 paesi tra cui Argentina,
Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Perù,
Stati Uniti, Uruguay, Venezuela, Austria,
Francia, Germania, Portogallo, Spagna,
Svizzera2. I rapporti istituzionali di Casa
America si realizzano anche con le rappresentanze diplomatiche con sede in
Italia, con la Farnesina, le Università, i
musei e le istituzioni che svolgono una
fondamentale funzione per la conoscenza, a trecentosessanta gradi, dell’America Latina, tra cui l’importantissimo Istituto Italo Latino Americano3 e
il Centro Altreitalie4. E, nell’America
Fondata nel 2002 come struttura di cooperazione e coordinamento che si riunisce annualmente in
Europa o in America e si propone di scambiare informazioni, opinioni, esperienze, ma anche di
organizzare punti di riflessione comuni su singoli temi come in occasione dell’incontro del 15 e 16
ottobre 2009 a Genova (Casa America) sul tema migrazione e cultura nelle Americhe.
3 Organismo internazionale con sede in Roma, di cui fanno parte l’Italia e le venti Repubbliche dell’America
Latina, secondo la Convenzione internazionale ratificata dalle menzionate repubbliche nel 1966.
4 Centro di studi e ricerca sulle migrazioni italiane nel mondo, fondato nel 2005 a seguito delle attività
portate avanti dalla Fondazione Giovanni Agnelli e che, dal 2009, funziona nel contesto dell’Associazione
Globus et Locus.
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Latina, la Fondazione Casa America
collabora con le rappresentanze diplomatiche italiane presenti, con gli istituti
italiani di cultura, le scuole italiane, le
associazioni di italiani, i giornali, le
riviste e i siti internet in italiano.
Come riaffermato, il puntuale funzionamento e il costante lavoro di Casa
America nei quindici anni di esistenza
in pro dell’America Latina è stato sempre esemplare, ma non potendo entrare
a fondo nella materia, si deve almeno
ricordare che in questi quindici anni la
Fondazione non si è mai fermata un
solo momento nella programmazione
e realizzazione di grandi Settimane
Culturali su tutti i paesi latinoamericani;
nell’organizzazione e presentazione di
Mostre e Proiezioni; nella Presentazione di libri, non solo di quelli pubblicati dalla stessa Casa America che,
come si rileva più avanti, sono innumerevoli, ma anche di quelli pubblicati
dalle più importanti case editrici italiane
e americane sull’America Latina e suoi
rapporti con l’Italia e l’Europa e viceversa; Conferenze, Incontri e Manifestazioni sulle più interessanti ed importanti tematiche, come sul Macchu
Picchu, la Quinua delle Ande, Sulle
strade del Pisco, la Cultura e la Filosofia
Inca, il Congresso Portuale Internazionale, Il Venezuela di Chávez e dopo
Chávez, il Brasile oggi, il Perù e l’America
Latina, solo per menzionare alcune.
In questa sintetica memoria, come ulteriore prova del grande e lodevole
lavoro della Fondazione Casa America,
è di fondamentale importanza riepilogare le sue più importanti pubblicazioni
degli ultimi anni:
2015: Bolivia.
2014: Color y Vida: 20 artisti per Frida
Kahlo; Frida Kahlo: Tra Messico e Italia.
2013: Venezuela - Italia: Storia, attualità,
futuro - Il pensiero Politico dell’America
Latina.
2012: Ecuador, Paese del “buen vivir” Perú. Incontro al futuro - Il calcio tra Italia
e America Latina. L’esempio di Genova.
2011: Il Messico - Migranti latinoamericani
e sistema finanziario - Porti e Città: Genova,
La Spezia, Savona e America. Una strategia
globale e locale - Italiani a Cuba.
2010: Brasile. Un grande Paese che guarda
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di
il futuro - Il Viaggio Inaspettato (storia di
un gruppo di marinai italiani e liguri
membri dell’equipaggio di 10 navi mercantili fatti prigionieri dalle autorità
messicane allo scoppio della Seconda
Guerra Mondiale) - Va là che vai bene
(L’emigrazione da Masone e dalla Valle
Stura verso l’America tra Ottocento e
Novecento) - Il Risorgimento italiano.
Una grande storia scritta dai giovani Il Paraguay - Repubblica Dominicana.
Juan Bosch e l’Italia.
2009: I primi italiani in America del Nord
- Dizionario biografico dei liguri, piemontesi
e altri - Storie e presenze italiane tra Settecento e Ottocento - Un Mare di Sviluppo
tra l’Italia e America Latina (Porti, trasporti
e logistica) - Migrazione e cultura in
133
America e in Europa - Tra Italia e Perù:
l’attualità di Antonio Raimondi. - Cuba Immigrazione e integrazione in Liguria
(sulla presenza degli immigrati latinoamericani e mediterranei in Liguria).
2008: Argentina - Guatemala - Garibaldi.
Iconografia tra Italia e Americhe.
2007: Giuseppe Garibaldi: liberatore globale
tra Italia, Europa e America - Il Generale
Giuseppe Garibaldi e l’America Latina.
Le imprese e i ricordi - Italiani in America
Latina - Sguardi latinoamericani in Liguria
- 500 Anni dopo Colombo - I Rapporti
Commerciali tra Unione Europea e America
Latina.
2006: La Sfida di Colombo. Oltre l’Oceano
- Dizionario storico biografico dei Liguri
in America Latina. Da Colombo a tutto il
Novecento - Il Grifone e l’Armadillo. L’interscambio di immagini culturali tra le
due sponde dell’Oceano - Il Risorgimento
Italiano in America Latina.
2005: Risorgimento tra due Mondi. Immagini del Risorgimento Italiano in
America Latina.
Conclusivamente, con grande sicurezza
si può affermare che un’attività culturale
come la precedente non ha paragone
ed è proprio per questo motivo che la
Fondazione Casa America ben si merita
il grande ed eccezionale titolo di Ambasciata dell’America Latina in Italia e
nell’Unione Europea, e nei riguardi del
suo Fondatore e Presidente, on. Roberto
Speciale, italiani e latinoamericani, autorità e cittadini dobbiamo essere perennemente grati e riconoscenti.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Italia e America Latina, una
relazione che resta strategica
CARLO SECCHI
DIRETTORE DELL’ISLA E PROFESSORE ALL’UNIVERSITÀ
I primi quindici anni di Fondazione Casa
America rappresentano indubbiamente
un bel traguardo, soprattutto in un ambito
di attività non facile di questi tempi.
Molti di noi infatti, e Fondazione Casa
America in particolare, hanno cercato
di tenere vivo l’interesse nell’America
Latina in un Paese, come l’Italia, dove
ciò dovrebbe risultare un compito agevole grazie ai legami storici e culturali
tra le due aree. Tuttavia, bisogna prendere
atto del fatto che quella che dovrebbe
essere una solida alleanza basata su
interessi comuni, anche in campo
economico, ha perso parte del suo fascino sia presso l’opinione pubblica
che presso gli imprenditori.
In particolare, i temi economici dovrebbero ricevere una ben maggiore attenzione da parte italiana sulle potenzialità
dei Paesi latino-americani (e viceversa).
Per molti anni abbiamo sostenuto che
vi fosse un chiaro interesse da parte
delle imprese italiane a guardare all’America Latina non solo come mercato, ma anche come partner nelle proprie strategie di internazionalizzazione.
BOCCONI DI MILANO
Tuttavia, a parte l’eccezione rappresentata da talune grandi multinazionali
italiane da anni ben insediate in America
Latina, le imprese medie e piccole sembrano oggi meno interessate di un tempo, probabilmente a causa della (errata)
percezione di una maggiore convenienza
a ricercare opportunità in Paesi più
vicini, nell’Unione Europea allargata o
poco distanti dai suoi confini, ovvero
in Asia. Abbiamo a lungo anche coltivato
il disegno di esportare il nostro modello
di piccole e medie imprese e dei distretti
industriali in America Latina, sia perché
ritenuto adatto a quei Paesi, sia per
avere un interlocutore in sintonia con
la nostra realtà imprenditoriale, ma anche qui i frutti sembrano essere abbastanza scarsi. La crisi economica poi
non ha certo aiutato, obbligando molte
imprese più a concentrarsi sulla propria
sopravvivenza, che a perseguire strategie
di sviluppo.
Infine, va registrata anche una certa disattenzione da parte della classe politica,
al di là di affermazioni o occasioni di
facciata, e comunque con un grado di
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Chiosco di piazza, stato di Jalisco
attenzione e perseveranza ben lontano
dai nostri “concorrenti” nelle relazioni
con l’ America Latina, Spagna in primo
luogo, ma non solo. Anche da parte latino-americana la situazione politica di
taluni Paesi non ha certo aiutato, alimentando incertezze che hanno scoraggiato l’attività imprenditoriale.
Tuttavia, è chiaro l’interesse dell’America
Latina a diversificare le proprie relazioni
economiche rispetto ai legami con gli
Stati Uniti, non solo verso l’Asia, ma
anche e soprattutto verso quella parte
dell’Europa dove il dialogo anche economico risulta più facile e dove le complementarietà sembrano più evidenti.
Analogo interesse permane dal nostro
lato, non solo per motivi validi da tempo,
ma anche alla luce della necessità di
stringere alleanze per meglio fronteggiare le sfide competitive poste dalla
globalizzazione. E ciò va tenuto ben
presente guardando verso il futuro, nel
momento in cui sembra che l’economia
mondiale stia consolidando la ripresa
per lasciarsi alle spalle la crisi economica
degli ultimi anni.
È quindi importante riprendere una visione strategica dei rapporti economici
con aree selezionate del mondo con
cui “cooperare per competere” nell’economia globalizzata e il potenziale tra
Italia e America Latina, seppure adattato
ai tempi, non sembra mutato rispetto
alle analisi che venivano svolte prima
della crisi. In tale contesto l’attività di
Fondazione Casa America può risultare
preziosa nel mantenere un terreno fertile
a tali scopi, per cui l’augurio non può
che essere quello di festeggiare ancora
molti compleanni con la soddisfazione
di risultati tangibili per il lavoro svolto.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Genova e il continente
americano: emigrazione
ed immigrazione
FRANCESCO SURDICH
GIÀ PRESIDE DELLA FACOLTÀ DI
LETTERE E FILOSOFIA DELL’UNIVERSITÀ DI GENOVA
Il rapporto proficuo e continuo fra Genova e la Liguria e il continente americano ebbe inizio fin dalle prime spedizioni di scoperta ed esplorazione europee, a cominciare dal primo viaggio di
Colombo, che fu seguito da diversi marinai liguri, ed al tentativo di circumnavigazione del globo di Ferdinando Magellano, al quale presero parte con ruoli
di un certo rilievo navigatori del calibro
di Giovanni Battista Ponzerone e Leon
Pancaldo. Questi contatti proseguirono
ininterrottamente nei secoli successivi
per raggiungere il loro vertice nel corso
dell’Ottocento nell’ambito dell’emigrazione di massa, un fenomeno che
ha portato una massa consistente di liguri a stanziarsi, molti definitivamente
e in diversi casi in posizioni di rilievo,
sia nell’America centrale e meridionale
che in quella settentrionale, fornendo
spesso un rilevante contributo alla crescita e allo sviluppo economico, politico
e culturale di quelle nazioni e di quei
territori lasciando in tutti i campi tracce
profonde e significative: uno dei casi
più emblematici si può considerare
quello del quartiere Boca di Buenos
Aires dove ancora oggi si continua a
parlare il dialetto ligure.
In questi ultimi decenni è andato invece
sviluppandosi il fenomeno, altrettanto
importante, dell’insediamento nel territorio ligure, e soprattutto a Genova,
di numerose comunità lationamericane,
un fenomeno che ha posto e continua
a porre complessi e delicati problemi
legati alle pratiche dell’accoglienza e
dell’integrazione, come si può dedurre,
fra le tante occasioni di dibattito e discussione che si sono dipanate sull’argomento in questi ultimi anni, dalla
lettura degli atti dell’incontro “Dialogo
sull’immigrazione, approccio europeo
e realtà ligure”, svoltosi proprio a Genova
il 18 dicembre 2008, e da uno dei Quaderni di casa America, il terzo, dedicato
a “Immigrazione e integrazione in Li-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
guria”, frutto di una ricerca sulla presenza
degli immigrati latinoamericani e mediterranei, attenta alle buone pratiche,
al dialogo interculturale e al contesto
nazionale e comunitario. Un quaderno
che, accanto ai tanti altri pubblicati nel
corso degli anni, rappresenta una delle
tante testimonianze dell’ampio spazio
che, grazie anche al contributo ed alla
collaborazione dei consolati dei paesi
di origine delle comunità latinoamericane residenti a Genova, ha sempre
dedicato a questi problemi Casa America, fin dalla sua fondazione che ha
rappresentato un’intuizione lungimirante, sia con giornate di studio e convegni, che conferenze, mostre e pubblicazioni che si sono inserite nell’ambito
di un’attenzione riservata alla storia
più ampia della presenza italiana nel
Nuovo Mondo.
Questa istituzione ebbe fra l’altro per
lungo tempo la sua sede di fronte a
quel porto che, non va dimenticato,
rappresenta una testimonianza vivente
di questa epopea che all’epoca dell’emigrazione di massa ne fece il punto
di riferimento anche della gran parte
degli Italiani che abbandonarono la
loro patria per trasferirsi nel continente
americano. Ma già nei primi decenni
dell’Ottocento i marinai liguri avevano
cominciato ad avere spesso un ruolo
rilevante nell’America meridionale assumendo il controllo del traffico degli
estuari e dei fiumi del bacino del Rio
della Plata e, per un certo periodo,
anche delle rotte commerciali col Brasile,
l’America settentrionale e le Antille. In
particolare in quel periodo oltre tremila
liguri operarono nella zona del Rio della
Plata come proprietari, capitani o marinai
di bastimenti e barche per la navigazione
a medio e breve raggio, ai quali i governi
locali, appena usciti dalle guerre di liberazione, affidarono spesso la ricognizione geografica e topografica dei
loro territori, strumento preliminare indispensabile per qualsiasi progetto di
ristrutturazione politica e amministrativa
nel cui ambito ebbero poi in molti casi
anche il compito di avviare le prime
iniziative di colonizzazione.
Ma fu soprattutto dopo il fallimento
della Compagnia Transatlantica, che nel
1852 aveva istituito due linee mensili,
con partenza da Genova, per Rio de
Janeiro e New York, che la rotta per le
Americhe sarebbe entrata gradualmente
nei progetti e nelle iniziative degli armatori italiani ed in primo luogo di
quelli liguri (Vignolo, Frassinetti, Musso,
Montebruno, Pratolongo, Danovaro,
ecc., fra i primi, seguiti successivamente
da Lavarello, Cerruti, Oneto, Piaggio,
Bruzzo, Raggio, ecc.), incrementando
progressivamente l’interscambio commerciale col continente americano, ma
soprattutto i flussi migratori che fra il
1871 ed il 1881 avrebbero superato le
363.00 unità. Il loro controllo e la loro
gestione sarebbe diventato col passare
degli anni un vero e proprio affare
perché le navi destinate al trasporto
degli emigranti potevano garantire un
nolo consistente in grado di compensare
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Maggio 2009. Convegno Porti Trasporti e logistica
anche i noli “poveri” o inesistenti del
trasporto di alcuni generi di mercanzie
e, avendo già guadagnato sul viaggio
di andata, potevano permettersi di accettare noli più bassi nei porti esteri,
soffiando in tal modo il trasporto di
merci preziose ad altre navi. Ricordiamo
infatti che già nel periodo compreso
fra il 1864 ed il 1869 i gruppi armatoriali
genovesi più importanti furono in grado
di triplicare, grazie ai profitti accumulati
con queste iniziative (i soli proventi dei
quasi 30.000 emigranti diretti a Buenos
Aires furono, per il periodo 1863-68,
36 milioni di lire), il tonnellaggio della
loro flotta, che passò da 5.428 a 13.700
tonnellate di stazza.
Tutto questo rese possibile anche un
crescente movimento di persone che
vennero a conoscenza delle possibilità
e risorse che offrivano i territori dislocati
dall’altra parte dell’Atlantico attraverso
il flusso di informazioni che accompagnò
costantemente il movimento marittimo
fra i porti delle due sponde alimentando
un massiccio stanziamento di italiani
nel continente americano, con particolare
riguardo in un primo momento soprattutto all’Argentina e Brasile e in una
seconda fase agli Stati Uniti. Fra questi
emigrati, come abbiamo già sottolineato,
i liguri ebbero sempre un ruolo rilevante
come ha ben messo in evidenza un’importante iniziativa che Casa America
ha messo a punto nel 2006 con la compilazione, frutto di una lungo lavoro di
ricerca, e la pubblicazione di un prezioso
Dizionario storico biografico dei liguri in
America Latina, contenente, accanto a
cinque saggi di contestualizzazione del
fenomeno, più di 2.100 schede biografiche, relative ad artisti, scienziati, marinai, esploratori, imprenditori, commercianti, artigiani, uomini politici.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
FCA, cultura e impegno sociale
MADDALENA TIRABASSI
DIRETTORE CENTRO ALTREITALIE SULLE MIGRAZIONI ITALIANE
Fa sempre piacere celebrare gli anniversari di un’istituzione culturale, e
trattandosi di Casa America questo è
ancora più vero. Ho avuto la fortuna di
seguirne le attività fin dagli inizi, invitata
dal suo presidente Roberto Speciale a
far parte del comitato scientifico poiché,
occupandomi di migrazioni italiane, ho
affrontato nelle mie ricerche anche
l’America Latina. Rimpiango di aver
potuto seguire solo sporadicamente le
attività perché purtroppo le distanze in
Italia non sono segnate dai chilometri,
ma dalle politiche dei trasporti che in
questi ultimi anni hanno allontanato
Genova e Torino.
Vorrei qui soffermarmi su alcune delle
caratteristiche che distinguono la Fondazione Casa America.
La principale direi è la poliedricità delle
iniziative rivolte all’America Latina. Nel
corso degli anni la Fondazione è riuscita
infatti a operare in senso culturale, sociale,
politico, economico e artistico − e penso
alla ricerca poi pubblicata nel Dizionario
storico biografico dei Liguri in America
Latina. Da Colombo a tutto il Novecento,
alle belle mostre ospitate nei suoi locali e
a quella recentissima su Frida Kahlo −
coniugando ricerca e pubblicistica.
Venendo a un campo a me più familiare,
procedendo a braccio e cercando di ricordare gli innumerevoli annunci di iniziative portate avanti da Casa America
che puntualmente mi arrivano via mail,
non solo si è occupata dell’emigrazione
italiana nelle Americhe, ma cosa rara
per i centri italiani laici, anche di immigrazione dall’America Latina all’Italia.
E anche qui negli anni ha saputo coniugare cultura e impegno sociale attraverso
corsi e iniziative che hanno coinvolto le
comunità immigrate presenti a Genova.
Casa America, come purtroppo molte
delle istituzioni culturali che operano
nel nostro paese, in questi anni ha dovuto
superare momenti di crisi, ma ha saputo
resistere, mi fa piacere pensare proprio
grazie alla forza dei suoi progetti.
Auguri Casa America!
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Importanza dell’incisione
nel dialogo con l’America Latina
GIAN CARLO TORRE
STORICO DELL’EX LIBRIS E COLLEZIONISTA
La mia collaborazione con Fondazione
Casa America come promotore e curatore delle mostre di ex libris latino americani e dedicati a Giuseppe Garibaldi
e alle migrazioni è nata dal desiderio
di creare un momento di documentazione, di conoscenza, di presentazione
e di informazione, per la cittadinanza,
studenti, artisti, amanti della grafica,
inteso come prima tappa di un costituendo centro di documentazione del
grande patrimonio culturale della grafica
latino-americana contemporanea, in
prima istanza, della xilografia in particolare, la tecnica preferita e diffusa tra
gli Artisti latino americani, indipendentemente dalle fasce d’età, che gode
di una grande tradizione popolare sia
nella diffusione delle immagini che nei
testi. Nata per diffondere immagini religiose dirette alla popolazione, con le
prime stamperie delle missioni gesuitiche, il passo al “mondo profano” fu
breve. Fondamentale fu la xilografia
come mezzo di illustrazione e di diffusione in campo politico-sociale e nella
caricatura politica; ci fa partecipi di
un’arte con incidenza politica e sociale
ove denuncia e satira sociale riflettevano
le controversie che animavano l’evoluzione sociale e politica di molte nazioni
Latino Americane per divenire un’arte
al servizio della cronaca quotidiana. In
questa prima fase abbiamo posto attenzione all’ex libris, esempio di grafica
dedicata, sviluppato in epoca coloniale,
ed integrato con l’arrivo di artisti emigrati, ai primi del ‘900, o allontanatisi o
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Dicembre 2007. Mostra ex libris Il generale Giuseppe
Garibaldi. Le imprese e i ricordi.
Schvarzman Mauricio - Mostra ex libris Il generale
Giuseppe Garibaldi. Le imprese e i ricordi.
esiliati per gli eventi bellici che colpirono
l’Europa tra il 1937 ed il 1945. La prima
mostra “Introduzione all’ex libris Latino
Americano”, 27 aprile 2004, successi-
vamente esposta a Sestri Levante, nel
2007 divenne itinerante in Messico,
Città del Messico da metà settembre
nel Museo del Periodismo y las artes
graficas, in collaborazione con la Presidente dell’Associazione Messicana di
ex libris Selva Hernandez e Guadalajara
in occasione della Fiera Internazionale
del Libro (29/11 - 07/12 2008). La mostra
“Il Generale Giuseppe Garibaldi e
l’America Latina: imprese e ricordi” 6
dicembre 2007 - 11 gennaio 2008, vide
la sola partecipazione, su invito, degli
artisti latino americani e attraverso gli
ex libris ci mostrò, in questo anno di
celebrazioni garibaldine, come il Generale Garibaldi sia ricordato nei paesi
dell’America Latina. Numerose le sedi
che la accolsero: La Spezia, Ortona,
Savona, Oneglia, Caracas, Guadalajara,
Managua, El Callao, Lima, Asuncion.
Con “Migrazione e cultura in America
e in Europa. Gli ex libris illustrano e
narrano”(2009), successivamente itinerante fuori regione (Chieri), una selezione di artisti italiani affronta ed illustra
il tema migrazione e cultura. Mostre di
ex libris a tema furono organizzate per
l’Incontro internazionale preparatorio
alla IV Conferenza Nazionale Italia America Latina e Caraibi (2009), e per
l’incontro “Cibo e cultura della tavola
italoamericana”(2013). La conoscenza
degli artisti ha permesso la loro adesione
e la donazione delle opere, la collaborazione del personale di Casa America
ha permesso la riuscita dei momenti
espositivi.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Ricordi di un impegno
che viene da lontano
SALVATORE VENTO
SOCIOLOGO
L'intervento che segue è basato su alcuni ricordi personali in diversi periodi.
Comincio con Cuba. Per la generazione
dei giovani politicamente impegnati degli anni '70 l'America Latina è stata un
luogo dell'immaginario ideale soprattutto in riferimento alla figura di Ernesto
Che Guevara (1928-1967), il moderno
Garibaldi che aveva rinunciato a un
ruolo prestigioso quale era quello di Ministro dell'industria del nuovo governo
cubano per diffondere la rivoluzione in
tutto il continente. Ma col passare degli
anni Cuba si legò sempre di più all'Unione sovietica fino a perdere le sue
peculiarità e instaurare un regime a partito unico che contrastava con lo spirito
libertario delle origini. Per fortuna il dialogo avviato ultimamente con gli Stati
Uniti sembra aprire nuove prospettive.
In Cile nel 1973 per protestare contro il
golpe militare del generale Pinochet appoggiato dalla CIA dei tempi di Richard Nixon che destituì il legittimo governo democratico di Salvador Allende
- in tutta Europa si diffuse un movimento di solidarietà senza precedenti.
In Italia il sindacato unitario della Federazione Cgil Cisl Uil promosse in tutto
il paese una vasta campagna di solidarietà (raccolta di fondi a favore delle
forze democratiche, sostegno al sindacato cileno della CUT). In questa solidarietà Genova diede un contributo di
primo piano. Ricordo personalmente (in
quel periodo lavoravo nella Cisl) gli incontri di delegati sindacali effettuali al
Cral dell'Italsider con la partecipazione
dei rappresentanti della CUT (Central
Unica de Trabajadores de Chile) in esilio.
Ricordo gli incontri col leader sindacale
cileno Manuel Bustos (1943-1999) nei
nove mesi che trascorse in Italia ospite
dal Dipartimento internazionale della
Cisl. Qualche anno prima, nel 1971, da
studente universitario alla facoltà di sociologia di Trento, avevamo salutato con
orgoglio la concessione del Premio Nobel per la letteratura a Pablo Neruda. Il
poeta nel suo discorso a Stoccoma salutò l'amico “ammirato e caro, il presidente della Repubblica Salvador Allende
in piena lotta per restituire la nuova indipendenza della nostra patria” e ri-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
cordò anche “il cardinale della Chiesa
del Cile che mi ha salutato spazzando
via le frontiere delle cose che ci differenziano, delle idee che ci separano e
delle lotte che ci uniscono”. A differenza
dell'esperienza cubana molto ideologizzata, i fatti cileni li sentimmo più vicini
a noi, quasi parte della nostra storia,
quella della lotta antifascista e della Resistenza, infatti nei nostri incontri erano
sempre presenti i rappresentanti dell'ANPI. La sconfitta del governo di Unidad Popular porterà inoltre il segretario
del Pci Enrico Berlinguer ad una riflessione approfondita (pubblicata in tre articoli su Rinascita) che getterà le basi
della successiva proposta di "compromesso storico". In Argentina un'altra
esperienza di fattiva solidarietà fu quella
a favore delle "Madres de Plaza de
Mayo" che lottavano per conoscere la
sorte dei loro congiunti desaparecidos
durante la dittatura dei militari (197683). A questi ricordi si sommano l'esperienza personale dell'adolescenza vissuta in Venezuela dov'ero emigrato con
la mia famiglia. Qui avvenne l'incontro
ideale con la figura del Libertador Simón Bolívar (1783-1830), molto venerata dai venezuelani di tutte le tendenze
politiche. Invitato da una mia insegnante, partecipai alle prime manifestazioni democratiche dopo la caduta del
dittatore militare generale Marcos Pérez
Jiménez (1952-58). Iniziava una lunga
stagione dei governi in cui si alternavano al potere i democristiani di COPEI
(Comité de Organización Política Elec-
La copertina della rivista della FML (I Consigli)
toral Independiente) e i socialdemocratici di Acción Democrática (AD) con i
rispettivi leader (stimati per la loro preparazione politica e culturale quali Rafael Caldera e Rómulo Betancourt), con
i quali, nell'ultimo quindicennio dominato da Hugo Chávez Frías e dal suo
erede Maduro, non intravvediamo più
nessun legame consistente. Oggi il Venezuela attraversa una cruenta crisi economica e sociale: dalla scarsità dei generi alimentari alle interminabili code
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
nei negozi, che si prolungano per intere
giornate anche davanti ai distributori di
benzina nonostante il Venezuela sia uno
dei principali paesi produttori di petrolio; alla diffusa violenza contro le persone e le proprietà. Alla luce di queste
esperienze personali ho partecipato con
entusiasmo all'apertura della sede della
Fondazione Casa America di Villa Rosazza (alla biblioteca ho donato alcuni
miei libri di letteratura spagnola). In particolare mi piace ricordare l'incontro sul
debito pubblico, organizzato da Casa
America in occasione del G8 a Genova,
al quale parteciparono numerose personalità latinoamericane che poi ricopriranno importanti ruoli politici nei loro
governi. Purtroppo il frutto di queste
analisi, come di altre effettuate alla vigilia, sono state oscurate dalle violenze
scatenate dai black bloc le cui immagini
dominarono l'opinione pubblica. Oggi
la componente latinoamericana è attivamente presente nella nostra città, peraltro documentata nel 2004 da una approfondita ricerca promossa da Casa
America in collaborazione con Giuliano
Carlini del Cedritt (vedi il nostro volume
I latinoamericani a Genova, De Ferrari
Editore, 2004). Attraverso interviste in
profondità, questionari per la rilevazione
quantitativa, focus group, riprese video,
sono state ricostruite le dinamiche dei
processi migratori e dell'inserimento
nella realtà genovese. Il 1999 risultava
145
l'anno nel quale gli immigrati ecuadoriani superavano i marocchini. Nel 2002
nella prima puntata del programma televisivo "Genova la memoria il futuro"
avevo registrato alcuni momenti della
messa in spagnolo alla Chiesa dei francescani di Santa Caterina, una novità
che destò l'interesse dei telespettatori
che mi chiedevano spiegazioni. A distanza di dieci anni la loro presenza è
notevolmente aumentata, i due maggiori gruppi hanno avuto la seguente
evoluzione:
PAESI
Ecuador
Perù
2000
3.048
1.333
2014
16.711
2.797
A questi si devono aggiungere circa
2.300 latinoamericani di altri paesi (Repubblica dominicana, Colombia, Cile,
Bolivia, Brasile, Cuba) per un totale generale di circa 22.000 cittadini latinoamericani regolari. Una presenza così
massiccia è dovuta non tanto al richiamo della struttura produttiva della
città quanto dalla sua composizione demografica (elevato indice di vecchiaia,
alto numero di anziani che vivono soli)
che richiede interventi assistenziali coperti in larga misura da donne immigrate. Nella nostra città ci sono le condizioni affinché si possa passare da
incontri “tra separati in casa” all'elaborazione di progetti condivisi.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Alla ricerca di percorsi nuovi
STEFANO ZARA
GIÀ DEPUTATO DEL PARLAMENTO ITALIANO E PRESIDENTE
Quanto realizzato in quindici anni da
Casa America è un piccolo miracolo
costituito in primo luogo proprio dal
permanere della sua presenza oggi a
Genova. La missione fondante di Casa
America è infatti la fertilizzazione delle
relazioni internazionali che necessariamente evoca l'apertura al mondo esterno. Chi conosce Genova e la Liguria sa
che affermare come valore positivo la
loro uscita dai propri confini per abbracciare un universo più ampio è impresa estremamente complessa. Fanno
premio sulle possibilità di collegamento
da sempre offerte dal mare e su quelle
oggi messe a disposizione dalle nuove
tecnologie della comunicazione da un
lato l'orografia che costringe tra mare e
monti un territorio esteso in lunghezza,
isolato dal resto del Nord d'Italia e
poco coeso al suo interno, dall'altro la
scarsa propensione al nuovo della gens
genovese e ligure. Aggiungerei la grande
parsimonia di questa nelle relazioni
che travalichino ambiti familiari, amicali
e professionali. Strano per una città e
una regione che hanno visto per secoli
CONFINDUSTRIA GENOVA
l'intraprendenza mercantile e finanziaria
come caratteristica del proprio sviluppo.
Affidato però quest'ultimo più al singolo
affare che a investimenti di lungo termine che, quando ci sono stati, sono
spesso venuti da fuori. In questo ambiente difficile è nata e si è sviluppata
Casa America avendo attenzione a riallacciare e rinforzare i non pochi intrecci
culturali, talvolta ormai laceri, di un
territorio che, a dispetto delle sue chiusure, è stato largamente attraversato
da emigrazione e immigrazione dispiegatesi prevalentemente col mondo
latinoamericano. Senza il contributo di
Casa America i flussi migratori sarebbero
rimasti episodi di sradicamento dalla
madrepatria piuttosto che occasioni di
creazione di nuove relazioni. Casa America ha costruito, spesso a partire da
fili esilissimi, ponti e strade sulle valli e
i deserti dell'abbandono mettendo in
campo iniziative che non hanno dimenticato nessun paese latinoamericano
e hanno sovente solcato il mare e
valicato l'Appennino esplorando tutti
gli aspetti dell'umano prodigarsi: le arti,
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Luglio 2012. Julio Maria Sanguinetti parla a Palazzo Tursi, Genova
la letteratura, in generale la cultura, ma
anche il commercio, gli affari, la finanza,
la storia e la politica. Mi piace guardare
a Casa America in questa dimensione
di “esploratore” di percorsi nuovi o di
sentieri abbandonati che tiene alta a
Genova la fiaccola dell'amicizia, della
solidarietà e della pace fra i popoli
basate sulla reciproca conoscenza e
sugli scambi. Genova e la Liguria sono
ormai attraversate da evidenti sintomi
di declino. Sono convinto che, in un
mondo sempre più interconnesso, il
loro rilancio passi dalle capacità di
aprirsi lungo i percorsi tracciati da Casa
America piuttosto che implodere in un
ultimo abbandono all'egoistica autoreferenzialità. Paradossalmente sono più
Genova e la Liguria ad aver bisogno di
Casa America che non viceversa.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Chi ci ha lasciato
Paolo Emilio Taviani,
senatore a vita
ROBERTO SPECIALE
Ci ha aiutato e confortato nella fase
preparatoria e iniziale di decollo della
Fondazione Casa America ed è stato
prezioso. Ci siamo frequentati molto in
particolare negli ultimi anni e si è
stabilito tra di noi un intenso rapporto
di vicinanza e di amicizia. Gli ho proposto quindi di assumere l’incarico di
presidente onorario della Fondazione
ed ha accettato subito e con entusiasmo.
D’altra parte l’interesse per l’America
Latina di Paolo Emilio era naturale, per
il grande, dettagliato e scientifico lavoro
che ha compiuto su Cristoforo Colombo
(ci donò molte copie della sua produzione monumentale e imprescindibile
per chi vuole studiare il grande Navigatore) e per i viaggi che ha compiuto
e le numerose lauree honoris causa che
ha ricevuto da molti Paesi latinoamericani. Ho potuto constatare direttamente
in molte occasioni la conoscenza e la
stima che ha circondato Paolo Emilio
Taviani in tutta l’America Latina.
Boris Biancheri
ROBERTO SPECIALE
Ci siamo conosciuti quando era presidente dell’ANSA e della FIEG. Ci siamo
incontrati più volte ed è emersa, circostanza che non conoscevo, la sua origine
ligure, di Ventimiglia in particolare. Era
una persona di grande sensibilità e di
vasta cultura. Sono riuscito anche a
coinvolgerlo nella presentazione a Roma
di un mio libro, proposta che Boris
Biancheri ha accettato di buon grado. I
suoi libri scritti negli ultimi anni (Il
nuovo disordine globale. Dopo l’11 settembre, Università Bocconi Editore, Milano, 2002; Elogio del silenzio, Feltrinelli,
Milano, 2011) danno il senso di una
evidente raffinatezza di pensiero e di
una capacità di narrazione per me inaspettata. Gli ho proposto di far parte
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
del Consiglio d’Amministrazione di
Fondazione Casa America anche per
usufruire delle sue vaste conoscenze e
dei suoi consigli ed ha accettato. Raramente purtroppo è riuscito ad essere
presente per i suoi numerosi impegni
romani ma ci siamo sentiti e consultati
sempre. Era una persona che ho stimato
molto e che ricordo con gratitudine.
Franco Sborgi
ROBERTO SPECIALE
Molto è stato detto su di lui come professore universitario e come studioso
di arte. Poco invece sulla sua passione
per l’America Latina e sul contributo
importante che ha apportato alla Fondazione. Ci siamo conosciuti già molti
anni fa. L’amicizia si è consolidata in
occasione di una bella mostra sull’arte
della Resistenza a Palazzo Ducale. Accompagnavo l’amico Antonio Gadés,
notissimo ballerino e scenografo spagnolo di flamenco e lui ha spiegato
tutto con maestria e partecipazione. Ha
lavorato assieme ad altri al Dizionario
storico biografico dei Liguri in America
Latina e alle diverse iniziative e pubblicazioni su Garibaldi e il Risorgimento
italiano in America Latina e sulla mostra
che abbiamo allestito a Palazzo Ducale.
Le sue conoscenze ci hanno permesso
di scoprire artisti e percorsi culturali di
quel continente che ignoravamo. Siamo
stati assieme a Cartagena das Indias in
Colombia, in Argentina ed Uruguay
sulle tracce di Colombo, Garibaldi e
149
Mazzini. Ha insistito con me in queste
occasioni per visitare diversi cimiteri di
quei Paesi. Mi suonava strano e gliel’ho
detto ironicamente. Aveva ragione lui
però: lì si trovavano artisti e opere di
grande importanza culturale e attraverso
quella lettura si scoprivano dei percorsi
di vita. Un uomo mite ma determinato
con qualche limite di organizzazione
sul quale abbiamo scherzato più volte
ma con una forte ironia e con grande
spirito di osservazione. Grazie Franco
per la tua professionalità e l’amicizia
che ci hai dato.
Genova-Lima, andata e ritorno
CLARA BENEVOLO E RICCARDO SPINELLI
Tutto ha inizio nel 2000, quando la
Prof.ssa Caselli si rende disponibile a
collaborare, con altri docenti italiani e
peruviani, all’ambizioso progetto di
creare una nuova università, senza scopo
di lucro, nella periferia nord di Lima.
Ne è promotore Mons. Lino Panizza,
chiavarese di nascita, Vescovo della Diocesi di Carabayllo. Una diocesi con oltre
due milioni di abitanti, una condizione
socio-economica difficile e il bisogno
di una realtà educativa che ne promuova
e sostenga lo sviluppo umano ed economico. Nasce così l’Universidad Católica Sedes Sapientiae (UCSS) composta da due facoltà, Scienze Economiche e Scienze dell’Educazione, ritenute prioritarie per costruire - nelle parole di Mons. Panizza - un “uomo nuovo” che sappia essere protagonista
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
della sua vita e contribuire allo sviluppo
della realtà che lo circonda.
Clara Caselli è protagonista e principale
promotrice di questa opera a cui apporta
la sua competenza e cultura economica
e gestionale e la sua grande umanità.
Oggi le Facoltà sono diventate sei, le
sedi si sono moltiplicate e gli studenti
sono 7000, tra corsi di laurea e postlaurea. La UCSS è diventata un punto
di riferimento ben oltre i confini del
suo contesto di origine: è un’eccellenza
a livello peruviano nella formazione e
nella ricerca, con forti legami col territorio
e un ruolo sempre maggiore nello sviluppo culturale ed economico del Paese.
Ricordiamo il primo Master in “Economia e gestione dei processi di globalizzazione”, organizzato dalla Facoltà di
Economia in collaborazione con la
UCSS, l’Università di Trento e lo IULM
e cofinanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica. Il master si è svolto in parte a Lima e in
parte a Genova dove gli studenti peruviani hanno trascorso un semestre di
studio e tirocinio.
Oltre all’aspetto didattico, la collaborazione
ha riguardato anche la ricerca, contribuendo
ad accrescere l’interesse della comunità
accademica verso l’America Latina.
Un rapporto, tra Genova e Lima con
un mutuo arricchimento che, da quello
accademico, si è presto esteso ad altri
ambiti. Innanzitutto, dal punto di vista
istituzionale, ricordiamo il proficuo coinvolgimento in diversi progetti della Regione Liguria e della Provincia di Ge-
nova, nonché di altre realtà quali la
Fondazione Casa America.
La collaborazione tra Genova e Lima
deve pertanto molto alla Prof.ssa Clara
Caselli, prematuramente scomparsa il
30 settembre. Ella ha rappresentato per
il nostro Ateneo un prezioso ponte con
la realtà dei Paesi in via di sviluppo,
contribuendo così ad un'apertura culturale nei confronti di queste realtà.
Chi scrive ne è stato testimone ed è
onorato di averla potuta ricordare nelle
pagine di una rivista che, proprio nel
primo dossier di quest’anno, dedicato
all’internazionalizzazione, aveva ospitato
un suo articolo.
Clara Caselli (1947 - 2013)
Dal 1993 professore ordinario di economia e gestione delle imprese presso
la facoltà di Economia dell’Università
dove ha iniziato la sua carriera nel 1970
come borsista e poi come assistente
ordinario e successivamente professore
incaricato.
A partire dal 1970 ha svolto un’intensa
attività scientifica e professionale con
la partecipazioni a gruppi di lavoro internazionali, ha coordinato numerosi
progetti di ricerca ministeriali e del Cnr,
è stata componente di comitati scientifici
e di direzione di riviste, ha svolto attività
di formazione e di consulenza per enti
pubblici (Regione Liguria) e privati.
Nell'ambito di una convenzione firmata
dall'Università di Genova, nel 2000 è
diventata preside della facoltà di scienze
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Fonte della Vita, Monterrey, Nuevo Leon
economiche dell’Università Sedes Sapientiae di Lima - Perù occupandosi
della sua organizzazione e promuovendo
un’intensa attività di ricerca in loco (sui
temi delle piccole imprese e del loro
sviluppo, del passaggio dall'informalità
alla formalità, del rapporto con le grandi
imprese, delle prospettive dell'economia
solidale), creando altresì una iniziale rete
di relazioni con l'America Latina (Colombia, Argentina, Ecuador). Nel 2010,
lasciata la presidenza della facoltà, assume
la direzione della scuola di formazione
post laurea (escuela postgrado).
L’attività pubblicistica è stata intensissima. Dal 1980 le pubblicazioni scien-
tifiche (tra le quali una decina di libri)
sono state oltre 150 e hanno riguardato
tematiche molteplici dall’internazionalizzazione alla finanza, alle piccole e
medie imprese, allo sviluppo territoriale,
al turismo, al non profit.
Noi la ricordiamo intensamente per la
sua collaborazione nel comitato scientifico
di Fondazione Casa America, per i suoi
scritti nella nostra Rivista, per le numerose
iniziative pubbliche che ha animato negli
anni scorso sul Perù e non solo. Ne
siamo stati coinvolti nell'amicizia da un
carattere rigoroso nell'operato scientifico
ma ironico sempre e denso di umanità.
Clara, ci manchi molto.
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DA L L’ A M E R I CA
L AT I N A
RIFLESSIONI
E AT T I V I T À
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Argentina
Un dinamismo contagioso
MIGUEL ANGEL DE MARCO
GIÀ PRESIDENTE E MEMBRO DELL’ACCADEMIA
Estoy vinculado con la Fundación Casa
America prácticamente desde sus orígenes. El dinamismo y el contagioso
entusiasmo del On. Roberto Speciale,
demostrado con creces durante sus visitas a la Argentina, me sumaron enseguida a la tarea que la institución desarrolla en bien de las relaciones entre
Italia y América, y particularmente de
los vínculos entre Liguria y el Nuevo
Mundo, a la que éste se halla unido
desde el momento mismo del Descubrimiento.
La realización de encuentros de historiadores con el objeto de analizar la presencia de Garibaldi en momentos cruciales de la historia de Italia y de los
países americanos, me permitieron apreciar la trascendencia de la labor de esta
entidad, concretada entonces en el palacio
de Villa Rosazza y ahora en la via dei
Giustiniani, ubicada en el mismo centro
histórico de la ciudad, que va mucho
más allá de la evocación de los grandes
personajes del pasado, pues se ocupa
de las expresiones políticas, sociales y
culturales de nuestro tiempo.
NAZIONALE DI STORIA DI BUENOS AIRES
Recuerdo particularmente el Congreso
realizado en noviembre de 2005, acerca
de “Il Risorgimento italiano en América
Latina”, que originó una amplia revisión
de aquel proceso y de su gravitación a
través del pensamiento y la acción de
sus principales exponentes. Las figuras
de Garibaldi, Giuseppe Mazzini, Giovanbatista Cuneo y otros, fueron evocadas en relación con la influencia que
ejercieron en las ideas y en los modos
de organización de instituciones que
ayudaron al proceso de organización
nacional de los respectivos países.
Otro encuentro importante del que tuve
la satisfacción de participar, fue la Conferencia Internacional acerca de “Giuseppe Garibaldi: liberatore globale tra
Italia, Europa e América”, que se efectuó
en julio de 2007, coincidente con la realización del encuentro de Grandes Veleros, en el que junto a otras bellas
naves del mundo, participó la Fragata
Libertad, a cuya plana mayor pertenecí
en dos ocasiones, y en la que llegué
una vez más a Génova con motivo de
la Gran Regata Colón 92.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
La plaza del congreso a Buenos Aires
Las conferencias, encuentros científicos
y literarios, exposiciones de arte, espectáculos de bailes de los países de
América cumplidos por la Fundación
han sido y son muy valiosos. También
deseo señalar la promoción de diversas
publicaciones, en particular de libros
bellamente ilustrados, y la presentación
de obras de autores americanos, que
tienen en Casa America un ámbito natural para exponer el fruto de su labor
intelectual. Los argentinos nos hemos
visto beneficiados de la labor que la
institución realiza.
Por todo lo dicho, no cabe sino felicitar
en los fructíferos años de vida de la Fundación, al On. Speciale, y señalar la labor
de todo su equipo, con un recuerdo especial para Andrea Gualco, atento y eficaz
en esta valiosa empresa cultural a la que
auguro éxitos y creciente influencia en el
campo de la cultura italo-latinoamericana.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Brasile
Quindici anni dedicati alla scoperta
dei tanti volti dell’America Latina
EDOARDO POLLASTRI1
PRESIDENTE DELLA
CAMERA DI COMMERCIO ITALO-BRASILIANA DI SAN PAOLO
Quindici possono essere tanti o pochi,
ma sicuramente gli ultimi hanno portato
a un forte sconvolgimento di equilibri
consolidati e hanno realmente cambiato
il mondo, imprimendo una svolta enorme agli assetti politici e geo-economici
mondiali. Cito solo due episodi: la gravissima crisi internazionale apertasi
dopo il crollo di alcune principali banche
di affari statunitensi, ma effetto dell’eccesso di cartolarizzazione e di finanza
tossica diffusa a livello internazionale,
e l’affermarsi di un radicalismo musulmano con effetti destabilizzanti a livello
mondiale.
Per dire che il mondo di oggi è radicalmente diverso dal passato recente, eppure in questo lasso di tempo la Fondazione Casa America è stata un punto
di riferimento sempre attuale e che anzi
ha precorso molte tendenze dello sviluppo di una realtà geo-economica
1
sempre vicina culturalmente all’Italia,
ma sotto molti versi poco nota e considerata estranea alla vera matrice del
popolo italiano.
L’attualità di una istituzione sta nella
sua capacità di interpretare i tempi e
proporre (nel caso in questione) discussioni, dibattiti, iniziative che acuiscono un interesse per i temi trattati e
che creano una vera e propria community su questi aspetti.
Ho conosciuto Roberto Speciale e il suo
team diversi anni orsono, nella mia qualità
di Presidente della Camera di Commercio
italiana a San Paolo del Brasile e di Rappresentante di Area Mercosud nel Consiglio di Assocamerestero, l’associazione
che raggruppa le Camere di commercio
italiane all’estero. Subito emersero profonde consonanze tra il progetto culturale
della Fondazione e l’azione e l’origine
delle Camere italiane nel mondo.
Past President di Assocamerestero e Presidente della Camera di Commercio italiana a San Paolo del
Brasile
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
In quegli anni l’America del Sud attraversava fenomeni contrastanti: i postumi
di crisi valutarie si intrecciavano con
una “nuova utopia” di creare un mercato
unico per i principali paesi della regione
(il Mercosul appunto) che appariva
come una risposta effettiva per contrastare il blocco NAFTA (Canada, USA,
Messico) e quindi l’egemonia statunitense. I riferimenti erano di fatto Brasile
e Argentina, le altre realtà paese risultavano molto poco note, il Venezuela
appariva come una terra di contrasti.
Casa America cercava di inserire il dibattito geo-economico sulla matrice
sociale, portava avanti un discorso molto
moderno che, a partire dalle comunità
all’estero, nel nostro caso comunità di
business, puntava a valorizzare e rinvigorire un interesse concreto ed operativo
per le realtà Sud-Americane.
Per dirla in sintesi cercava di intrecciare
storia e futuro e in questo aveva forti
consonanze con il progetto delle Camere
italiane all’estero, che nate dall’emigrazione italiana in Sud America si
sono poi evolute come moderni centri
di business.
Ma sicuramente il periodo più fervido
di collaborazione è stato durante gli
anni in cui sono stato presidente di
Assocamerestero e al contempo Senatore eletto nella circoscrizione America
del Sud. Perché in quel periodo ho
avuto modo di inserire, all’interno dei
diversi eventi di Casa America cui ho
partecipato, una più forte e diretta valenza di ordine sociale, in quanto la
mia veste istituzionale di parlamentare
eletto all’estero mi ha portato anche a
rappresentare e portare nelle sedi di
dibattito e di discussione le istanze che
più direttamente venivano dal mondo
del sociale, oltre che da quello delle
imprese e delle comunità di affari.
Sotto molti versi le iniziative di Casa
America hanno aperto piste di discussione che erano ben presenti nel nostro
Paese all’estero, ma poco noti nel dibattito politico e culturale in Italia.
Il Sud America in Italia risponde ancora
a una immagine per molti versi oleografica, la conoscenza dei paesi è molto
approssimativa, quelle delle possibilità
di sviluppo delle aziende italiane ancora
meno nota. Ciò dipende anche dal fatto
che le due grandi economie dell’Area,
il Brasile e l’Argentina hanno monopolizzato l’attenzione (anche per il loro
essere importanti destinazioni di flussi
migratori) e per motivazioni differenti
si presentano di non facile approccio,
in particolare dal punto di vista della
semplice esportazione dei prodotti e
questo finisce per considerarle come
terre di opportunità ma molto ostiche
ad un primo approccio. Nel caso poi
dell’Argentina le vicende legate al suo
debito internazionale hanno finito per
avere strascichi non positivi sull’immagine internazionale.
Questi aspetti hanno quindi finito per
oscurare le grandi potenzialità di altre
economie con funzione di piattaforma e
di cerniera che, magari in maniera più silenziosa e meno appariscente, si sono af-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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San Paolo
fermate negli anni: pensiamo al Cile il cui
sistema economico è molto più liberale
di quello di altri economie molto più
grandi e forti, ma anche Panama, per la
sua posizione strategica, la Colombia, che
presenta anch’essa grandi potenzialità di
piattaforma logistica, ecc.
In linea generale oggi i cosiddetti paesi
dell’Alleanza del Pacifico (Costarica, Colombia, Perù, Cile includendo anche il
Messico), stanno trovando nuova linfa
per il loro orientamento più liberale,
rispetto a quelli del Mercosud (Brasile,
Argentina, Uruguay, Paraguay eVenezuela),
che si caratterizzano per un orientamento
più protezionista. La grande costruzione
del Mercosud è poi in crisi proprio per le
tensioni che si sono scatenate tra le due
principali economie e per la posizione
sempre un poco singolare nei rapporti
internazionali del Venezuela.
Nel tempo i paesi dell’Alleanza del Pacifico
si sono configurati come economie più
ridotte in termini di potenziali di acquisto
e di consumo, ma sotto molti versi meno
complesse per un approccio di pura esportazione e come hub verso altre economie
dell’area o mercato di prova.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Spiaggia di Boa Viagem
Ebbene in questo quadro di complessità
le iniziative di Casa America hanno
consentito di scoprire e rendere più familiari in Italia realtà-paese meno note,
di intrecciare la storia del business con
quella della nostre emigrazione e con
la ricchezza di matrici e di tradizioni
culturali poco note.
Per me che vivo in un paese di circa 200
milioni di abitanti, pur essendo per motivi
imprenditoriali attento a tutte le trasformazioni dell’area, è stato anche un modo
per scoprire aspetti inediti di realtà e potenzialità “nascoste”.
In ciò è stata molto proficua la collaborazione con diverse Camere di com-
mercio italiane all’estero di quelle aree,
che hanno consentito di rappresentare
le effettive potenzialità economiche
poco note in Italia.
Ecco perché se oggi il complessivo panorama delle opportunità-paese dell’America
Latina è più chiaro e noto non solo agli
imprenditori italiani, ma anche a una fetta
importante della società civile, lo si deve
all’azione che ha svolto con acume e lungimiranza Casa America, utilizzando tutte
le diverse corde (economiche e sociali)
per rinvigorire forme di collegamento che
in molti casi rimontano a oltre un secolo
fa, con i fenomeni della grande emigrazione
italiana nel mondo.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Cile
Un haz de experiencias e ideas
JOSÉ ANTONIO VIERA-GALLO
GIÀ DEPUTATO E SENATORE DELLA
REPUBBLICA DEL CILE
Casa America de Génova es un punto
de encuentro. Hace honor a la tradición
de Génova donde se encuentra ubicada. No es necesario remitirse a los
vínculos históricos entre esa república
y el nuevo mundo. Esos vínculos van
más allá del llamado "siglo de los genoveses", que entre 1528 y 1627
cuando la política genovesa con Andrea
Doria cambia de orientación de Francia
hacia España. Se hablaba de Génova
como poderosa república marítima,
puerta de Italia para España y las Indias, cuyo influjo comercial se extiende
más allá del Mediterráneo occidental.
Basta - como chileno - traer a la memoria la presencia de la emigración lígure,
especialmente en Chile con Juan Bautista Pastene y, sobre todo, la enorme
solidaridad italiana con la lucha por los
valores democráticos durante los oscuros años de las dictadura militares.
Fue durante mi exilio en ese país que
pude conocer - como un tiempo Mariá-
tegui descubriera la cultura progresista
italiana, en especial a Gramsci - las luchas democráticas del pueblo italiano a
partir del fascismo, la formación de la
república y el empeño de las grandes
corrientes de opinión por avanzar para
hacer realidad los valores de la Constitución fundada sobre el trabajo, las libertades y los derechos de las personas.
Ese compromiso siempre estuvo animado y orientado por una rica reflexión
teórica y política, que se prolonga hoy
en el desarrollo del Derecho Público en
la Escuela de Génova. Sin olvidar esos
grandes genoveses que contribuyeron
al surgimiento de la Italia unida y moderna: Mazzini y Garibaldi.
Las fuerzas políticas latinoamericanas
se nutrieron de esa experiencia, de sus
grandes conquistas y también de sus
crisis. Todo lo cual se ha reflejado en el
proceso de conquistas de una democracia que fundada en los principios y procedimientos electorales, sea cada vez
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
más plena, deliberativa y participativa,
según las características de cada país de
América Latina. A medida que el continente avanzaba en el desarrollo, los
intercambios con Italia se fueron haciendo más amplios y profundos tanto
en el campo económico como político,
sin dejar de lado a la sociedad civil,
asumieron también la dimensión propiamente gubernamental. Lo cual se
refleja en la presencia latinoamericana
en diversos eventos en Italia como la
Feria del Libro de Turín, los Festivales
de Cine, las Bienales de Arte y Arquitectura y próximamente la Expo Milano
Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita en
que la presencia latinoamericana será
significativa.
Por su parte, las empresas italianas han
multiplicado su presencia en América
Latina en múltiples campos como la
energía, las telecomunicaciones y la infraestructura, y lo mismo vale para un
sin número de joint ventures a nivel de
la mediana empresa, donde Italia
aporta su tecnología y su experiencia.
Cada vez que se producen estos encuentros económicos, políticos, culturales o
simplemente humanos, inmediatamente
se produce una corriente de empatía
propia de personas que más allá de la coyuntura que los motiva, se saben continuadores de un mismo compromiso
ideal vivido en circunstancias diferentes.
2013 Giornate del Cile. Da sinistra Donato Di Santo,
Roberto Speciale, l'ambasciatore Oscar Godoy Arcaya,
José Viera-Gallo
Es preciso mantener ese flujo de conocimiento recíproco y de intercambio de experiencias, y en ese terreno crucial se
sitúa Casa America en Génova como
una puerta de entrada y de salida, como
un amable espacio que invita a continuar
una tarea que viene de muy lejos y que
debería proyectarse en el futuro. Es un
ámbito de encuentro progresista al cual
muchos estamnos ligados y agradecidos.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Colombia
Un rapporto di collaborazione e d’intesa
ENRICO MARÍA CASTALDO
Il Maestro Francisco Mancipe, Direttore
della Banda Sinfonica Giovanile Municipale della città di Duitama, nella regione di Boyacá in Colombia ed io, Enrico María Castaldo, cittadino genovese,
residente tra il 2010 e il 2014 nella stessa
città di Duitama, vogliamo trasmettere
la nostra esperienza attraverso questo
numero doppio dei Quaderni di Casa
America, in occasione dei 15 anni dalla
nascita della Fondazione Casa America
e trasmettere anche i nostri ringraziamenti alla Fondazione, al suo Presidente Roberto Speciale e a tutti i suoi
collaboratori.
I casi della vita hanno voluto che il
Maestro ed io ci incontrassimo per lavorare insieme su un progetto volto a
organizzare diversi concerti in Italia
della Banda Sinfonica Giovanile di Duitama che era stata invitata a suonare in
Vaticano durante un’udienza papale
pubblica del mercoledì.
Non era sufficente un invito del Vati-
cano affinché 50 giovani musicisti, accompagnati dal loro vibrante Maestro,
riuscissero a trovare i fondi per un viaggio così costoso. Né le autorità locali,
né l'organizzazione Culturama potevano giustificare la spesa a cambio dei
pochi minuti di concerto in Vaticano.
Bisognava organizzare dei concerti che
potessero contribuire a giustificare le
incessanti richieste di sovvenzione da
parte del Maestro Mancipe per i suoi
giovani musicisti e per il loro sogno di
conoscere e suonare in Italia.
Ed è lì che entriamo a ruota, prima il
sottoscritto e poi la Fondazione Casa
America con la quale, da subito, si instaura un rapporto di collaborazione e
intesa che va più in là di una semplice
richiesta di appoggio.
La triangolazione Mancipe-CastaldoFondazione Casa America funziona così
bene che in breve tempo si riescono ad
organizzare quattro concerti, oltre alla
già citata performance realizzata in Va-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
La Banda giovanile di Duitama suona presso la scalinata del Carlo Felice
ticano. Pochi minuti, che grazie alla
simpatia della Banda diventano moltissimi minuti durante i quali il sapore
musicale colombiano invade di allegria
la Piazza di San Pietro. Un evento storico per i bimbi, i giovani e gli accompagnatori della Banda. Un Maestro
Mancipe en plena forma dirigerà il
gruppo con grande motivazione.
Andora, Pegli, Camogli e Genova diventano quindi tappe importanti della
presenza in Italia della Banda Sinfonica
Giovanile che dopo Roma si dirige in
Liguria.
Accompagnati sempre da Casa America, il Maestro Mancipe e la sua Banda
hanno espresso il meglio della musica
colombiana, circondati sempre da un
grande gruppo di persone solidali ed
amanti della buona musica.
Grazie a Fondazione Casa America il
sogno di questi giovani musicisti si è
avverato ed insieme al Maestro Mancipe e al sottoscritto si è dimostrato che,
quando esiste motivazione, unione e
solidarietà, tutto si può realizzare.
Sono passati quattro anni da quell’esperienza straordinaria per tutti noi
ma la passione con la quale abbiamo
lavorato alcuni mesi nell’organizzazione dell’evento non si è spenta minimamente. Rimane sempre accesa
grazie alla sempre e costante attività in
favore dei popoli latinoamericani e della
loro cultura che Fondazione Casa America riesce a sviluppare.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Costa Rica
Juntos por la Paz
FRANCISCO ROJAS ARAVENA
RETTORE DELL’UNIVERSITÀ DELLA PACE DI
COSTA RICA
La Fundación Casa America de Génova
cumple 15 años propiciando el diálogo
y el acercamiento cultural de esa ciudad
y el mundo iberoamericano y, más en
general, con las Américas. En estos tres
quinquenios de una vasta y efectiva contribución a un mejor entendimiento político que abre las puertas a lo económico
y comercial, a las inversiones y a la formación y promoción cultural, la Casa
America genovesa efectiviza un vínculo
natural entre Génova y América Latina.
Génova fue la ciudad natal de Colón,
en Génova nacieron los primeros bancos
y diferentes fórmulas para efectuar prestamos con tasas de interés variables.
Desde Génova, miles de inmigrantes
llegaron a América Latina junto a otros
provenientes de España y de Europa
que han contribuido al desarrollo de
América Latina y a mantener ese enlace
y vínculo intelectual, cultural y afectivo
entre ambas regiones.
La Universidad para la Paz surgió hace
35 años. Se constituyó en una iniciativa
universal a partir de la decisión del Gobierno de Costa Rica, en 1980, de crear
una entidad capaz de darle a la humanidad una institución de educación superior que promoviera la resolución de
conflictos y que contribuyera a la tolerancia y a la coexistencia pacífica, entorno
a los valores universales de la Carta de
Naciones Unidas. Costa Rica - un país
pequeño ubicado en Centroamérica ha ubicado los valores de promoción y
protección de los derechos humanos
como un aspecto central en la construcción de la paz. Es un país que decidió
abolir sus fuerzas armadas en 1949 y
que ha promovido importantes resoluciones tendientes a buscar, sobre la base
del derecho internacional, la estabilidad
y la paz en el mundo. La propuesta costarricense de un tratado internacional
sobre el comercio de armas - aprobada
recientemente por Naciones Unidas y
que ha sido ratificada por su Asamblea
General - es un aporte más de este país
al dialogo, al multilateralismo y a la co-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
operación internacional para la construcción de un futuro en paz.
Por iniciativa de la Casa America, junto
con el Municipio y la Universidad de
Génova y el Centro de Iniciativa Europea, organizaron un encuentro en el
mes de octubre del año recién pasado
bajo el título “Juntos por la Paz” Con el
fin de aportar ideas a este encuentro
fue invitado el Rector de la Universidad
para la Paz, con el fin de intercambiar y
aportar ideas entorno a la búsqueda de
este valor universal esencial. Sin paz,
no existe ningún derecho sobre nada.
Sin paz, no se pueden efectivizar ni
hacer exigibles los derechos humanos
básicos. Por lo tanto, la paz se constituye
en el eje central de toda política en el
mundo. Sin paz, no hay desarrollo humano. Si la paz está ausente, no existe
Estado de Derecho como base institucional fundamental y precondición para
la estabilidad y la gobernabilidad democrática. Sin paz, los derechos humanos universales, aprobados por Naciones Unidad en 1948, no se pueden
garantizar, no se pueden efectivizar y,
por lo tanto, las violaciones a los derechos básicos, a los derechos de los pueblos, al derecho al desarrollo y al derecho
a la paz misma, son puestos en cuestión.
El rol de la Educación para la Paz es
esencial, no sólo como lo demuestra el
accionar global de la UNESCO, sino
en contribuciones especificas vinculadas
a la enseñanza de la paz en instituciones
de educación primaria, secundaria, además de la universitaria.
La Casa America, junto con la Universidad, el Municipio y el Centro de Enseñanza Europea, se propusieron reflexionar sobre algunos nuevos condicionantes entorno a la paz, de qué
forma la institucionalidad permite una
mejor tutela de ella en el contexto global
y regional; y de qué manera es posible
avanzar juntos por la paz. La necesidad
de reflexionar sobre los cambios en el
sistema internacional, sobre los nuevos
actores y la reformulación de los conceptos de seguridad, constituyeron el
eje de la reflexión que llevó el Rector
de la Universidad para la Paz. En este
sentido, destacó que el concepto de seguridad humana seguía teniendo una
vigencia significativa en el contexto de
amenazas planetarias, particularmente
del impacto que posee el cambio climático. Es importante recordar que, en
forma paralela al diálogo Juntos por la
Paz, la ciudad de Génova se encontró
inmersa en una situación de crisis
urbana como producto de un aluvión
sobre la ciudad. Es decir, el cambio climático no es algo que ocurra en “otros
lugares”, amenazando la vida de poblaciones en las islas del Pacífico o con
más huracanes en el Caribe. El cambio
climático lo vivió la ciudad de manera
dramática, con un alto impacto en su
hermoso centro histórico. Ello reafirmó
la necesidad de visualizar las nuevas
amenazas globales y la necesidad de
una acción coordinada entre gobierno
local, estado nacional y sistema internacional, para generar medidas de pre-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Francisco Rojas, a destra, a Palazzo Tursi, Genova
vención y mitigación oportunas frente
al cambio climático, en el cual la responsabilidad nos corresponde a todos.
De igual forma, las jornadas de trabajo
entorno a Juntos por la Paz posibilitaron
establecer un diálogo con la comuna
de Génova, que permitió reflexionar
sobre el rol de la paradiplomacia, en el
cual la coordinación diplomática de
provincias/ciudades - como en el caso
de Génova y su Casa America - son
esenciales en un mundo global e interdependiente. Ello reafirma la necesidad
de participación de la sociedad civil en
la búsqueda de mejores alternativas
para enfrentar las nuevas y viejas amenazas globales, así como promover el
diálogo intercultural, aspecto esencial
en la extraordinaria labor de la Fundación Casa America genovesa.
167
Trabajar juntos por la paz es una tarea
permanente de la Universidad para la
Paz, la cual, a través de sus programas
regulares de maestría - ubicados entorno
a estudios para la paz; estudios de
género y construcción de la paz; educación para la paz; derecho internacional
y derechos humanos, así como en lo
referido a la resolución de disputas;
junto con la formación especializada
en medio ambiente y desarrollo sostenible, con especialidades en seguridad
ambiental y gobernabilidad, manejo
sostenible de recursos naturales, políticas
de cambio climático y sistemas alimenticios sostenibles - posibilitan cumplir
con la misión esencial de formar nuevas
generaciones capaces de enfrentar los
conflictos, buscar su transformación y
contribuir a alcanzar los valores universales establecidos en el marco de
las Naciones Unidas y los cuatro pilares
básicos de su accionar en la actualidad:
la paz, la defensa de los derechos humanos, el cambio climático y el desarrollo sustentable. Conjuntamente, la
Casa America contribuye de manera
esencial en la conformación de un espacio de diálogo y comprensión intercultural de la mayor importancia desde
Génova hacia Europa y en su vínculo
con América Latina y el Caribe. Esfuerzos
de trabajo mancomunados como el de
Juntos por la Paz, reafirman la vocación
en pro de la paz de nuestras instituciones
y constituyen, en la práctica, un ejemplo
valioso de la construcción de la paz a
ambos lados del Atlántico.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Cuba
Il rapporto di amicizia dei Cubani
con la Fondazione Casa America
ERNESTO MARZIOTA
DELL’ASSOCIAZIONE
PRESIDENTE DEL
COMITATO GESTORE
CUBA ITALIA “MIGUEL D’ESTEFANO PISANI”
È per me motivo di gran piacere scrivere
questo articolo nell’occasione del quindicesimo anniversario dalla nascita di
Fondazione Casa America, a Genova, che
riconosciamo come una istituzione di
grande importanza per lo sviluppo dei
rapporti tra le organizzazioni e i popoli
dell’America Latina e d’ Italia. Questo
aspetto è particolarmente rilevante nel
caso di Cuba, dove esiste una discendenza
ed emigrazione italiana molto attiva seppur
non di grandi dimensioni. Cuba lo sappiamo non fu come altri paesi sudamericani
oggetto di una grande emigrazione degli
italiani alla fine del secolo XIX e all’inizio
del secolo passato.
Riteniamo come una cosa molto importante la rivista Quaderni che stampa regolarmente Casa America ed i numeri
monografici che riguardano i paesi dell’America Latina. Questi ci permettono
di conoscere in modo approfondito le relazioni economiche e politiche di ogni
singolo paese con l’Italia, ma anche la situazione sociale, culturale e storica dell’emigrazione e dei discendenti italiani
che si trovano in quel paese. La sua validità
è determinata dal contributo che apportano
intellettuali, rappresentanti di organizzazioni non governative ma anche con funzioni politiche e di governo, tutti di un
eccellente livello. La sua diffusione in
Italia e nel mondo anche attraverso i moderni mezzi di trasmissione come la posta
elettronica sono la misura più evidente
del suo successo, tutti coloro che lo ricevano
possono essere adeguatamente informati;
in definitiva ritengo sia oltre che utile
meritorio.
Per le ragioni che ho sinteticamente sopra
elencato, sono stato veramente felice che
la Dott.sa Loredana Benigni, Segretaria
Il Dott. Ernesto Marziota è laureato in Giurisprudenza (1964), è presidente del Comitato Gestore della
Associazione Cuba Italia “Miguel D’Estefano Pisani” che attualmente conta circa mille associati tra italo
discendenti, italiani residenti e persone che manifestano interesse e amore per la cultura e la lingua
italiana in tutto il paese. L’autore ha ricevuto l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia, dal
Presidente Napolitano, il 16 gennaio 2013. Il suo indirizzo e-mail è: [email protected]
1
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
del Comitato Gestore della Associazione
di Amicizia Cuba Italia “Miguel D’Estefano
Pisani” (l’unica organizzazione a carattere
sociale di discendenti e italiani residenti
esistente in Cuba) sia stata invitata come
relatrice alla conferenza “Italiani di ieri e
di oggi a Cuba” patrocinata da Fondazione
Casa America il 10 novembre 2010. Furono
invitati anche l’Ing. Domenico Capolongo,
ideatore e curatore della collana in nove
volumi sul tema “Emigrazione e la Presenza Italiana in Cuba” (Roccarainola
2002- 2010), il Dott. Raffaele Ciccarelli,
autore di libri e saggi sulla presenza italiana
a Cuba e altre personalità.
Il risultato di questi sforzi collettivi è stato
il libro titolato “Italiani a Cuba”, stampato
nell’ aprile 2011.
Voglio inoltre con grande piacere ricordare
che un momento rilevante delle relazioni
della Fondazione Casa America con Cuba
e la nostra Associazione è stata la visita
che il suo presidente Roberto Speciale ha
effettuato nel nostro paese in occasione
della XV Settimana della Cultura Italiana
in Cuba nei giorni 26 novembre - 2 dicembre, 2012. In questa occasione all’Avana
nella Casa Garibaldi, sede della Società
Culturale Dante Alighieri, ha inaugurato e
presenziato a tre interessanti esposizioni,
sul Generale Giuseppe Garibaldi e l’America
Latina, su Cristoforo Colombo Ammiraglio
del mare oceano, e in ultimo emigrazione
e cultura in America e in Europa. La sua
presenza e la sua relazione sono state
molto importanti per far conoscere la sua
istituzione e per iniziare le relazioni con
diversi promotori della italianità in Cuba.
A richiesta della Fondazione, il nostro
169
Comitato Gestore ha consegnato la ricerca ed i documenti sul cubano Brindis
de Sala, notevole violinista che fu alunno
del professore Sivori, allievo di Paganini
in Italia.
Non vorrei finire questo articolo senza
riferirmi ai rapporti tra Cuba e Italia, che
nella mia opinione e d’altri membri della
nostra Associazione sono buoni e continuano a dare passi di progresso. Non
abbiamo statistiche disponibili, ma si può
osservare una positiva attività commerciale
da parte degli imprenditori italiani che si
trovano a Cuba. Molte ditte italiane hanno
mostrato il loro interesse per conoscere
le possibilità di investimenti nel nostro
paese, durante le riunioni avute a Roma
e Milano l’anno scorso. A livello ufficiale
ci sono incontri periodici tra i ministeri
degli affari esteri su aspetti di interesse
comune, con enfasi nella successa visita
ufficiale del Ministro degli Affari Esteri,
Dott. Paolo Gentiloni Silveri, a Cuba il 11
e 12 marzo scorso.
In conclusione in questi quindici anni
Casa America ha potuto fare conferenze,
manifestazioni, pubblicare e diffondere
libri molto utili sui diversi aspetti della
italianità che si sono rivelati molto importanti per il lavoro di diffusione della
cultura italiana nei paesi dell’America
Latina.
In prospettiva futura, riteniamo che sia di
vitale importanza che la Fondazione Casa
America possa avere le disponibilità finanziarie necessarie per mantenere i suoi
compiti culturali e sociali, ma anche per
poterle potenziare. Il grande lavoro fin
qui svolto ne fa fede.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Ecuador
L’Ecuador e Fondazione Casa America
ESTHER CUESTA SANTANA
CONSOLE GENERALE DELL’ECUADOR A
GENOVA
Nel dicembre 2003, il Consolato
dell‘Ecuador apre a Genova, dove era
presente una numerosa comunità ecuadoriana. Dopo solo alcuni mesi si realizzerà la prima proficua collaborazione
con Fondazione Casa America e il suo
Presidente, Roberto Speciale. Una fattiva
cooperazione che prosegue costante
per oltre un decennio, affrontando e
promuovendo trasversalmente gli argomenti più diversi legati allo stato
dell’Ecuador ed al suo popolo: dalle
politiche pubbliche, all’interculturalità,
alla storia, alla mega-biodiversità, alle
tematiche ambientali nell’Amazzonia,
alle tradizioni, alla produzione cinematografica, alle prospettive sociali ed
economiche ed alle bellezze turistiche.
Quasi ogni anno, dopo l’apertura del
Consolato dell’Ecuador a Genova, vi
sono stati uno o più eventi negli eleganti
saloni della storica Villa Rosazza, exsede di Casa America, riguardanti la
Repubblica dell’Ecuador, con modalità
e forme sempre differenti ma sempre
attuali e coinvolgenti non solo per gli
ecuadoriani ed i latinoamericani, ma
anche per tutti i cittadini genovesi.
A cavallo tra il XX e il XXI secolo, a seguito di un crescente flusso migratorio
dall’Ecuador, Genova diventa la città
con la comunità ecuadoriana più numerosa d’Italia, dove quasi il 4 per
cento della popolazione residente è di
origine ecuadoriana, di cui il 25 per
cento composto da minori.
I movimenti migratori hanno molteplici
cause e motivazioni, collegati a una
concomitanza di fattori: familiari, socio-economici, storici, ambientali, etc.;
e per cercare di governare la complessità
che i processi migratori producono,
sono necessari spazi di discussione e
riflessioni nei quali poter approfondire
le varie tematiche.
Fondazione Casa America è una delle
istituzioni genovesi più qualificate ed
impegnate, nell’analizzare ed affrontare
in modo costruttivo e propositivo i temi
sollevati dai movimenti migratori degli
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Il barrio las Penas di Guayaquil, Ecuador
ultimi decenni dal continente americano
verso l’Italia e viceversa, favorendo l’approfondimento delle culture e delle trasformazioni politiche e socio-economiche dei diversi Stati a Sud del Río
Grande. Soprattutto i suoi pregevoli
studi sulla migrazione italiana in America
Latina degli ultimi 150-200 anni offrono
una profondità storica, oltre ad elementi
essenziali e preziosi, per meglio comprendere i movimenti migratori degli
ultimi anni dai Paesi latinoamericani,
verso diverse città italiane.
L’importanza dell’analisi sui processi
migratori è legata in modo indissolubile
alla possibilità di costruire realtà interculturali nelle quali tutti si sentano rappresentati e partecipi.
Fondazione Casa America, proprio per
la sua specificità e le sue competenze, è
una delle istituzioni più adatte per contribuire alla costruzione di una Genova
interculturale, sempre più aperta e plurale.
Sono passati quindici anni dalla nascita
di Fondazione Casa America, in Ecuador
ed in altri Paesi latinoamericani si festeggerebbe con una quinceañera, per
ora un brindisi per l’ottimo lavoro svolto,
con un augurio per i nuovi progetti e le
nuove sfide. ¡Feliz Cumpleaños!
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Messico
Testimonianza su Fondazione Casa America
e sulle relazioni tra Italia e Messico
GIACOMO DANERI-HERNÁNDEZ1
ANA ISABEL GONZÁLEZ-RAMELLA2
ADRIÁN DANERI-NAVARRO3
Desde su constitución el 17 de diciembre
de 1999, la Fondazione Casa America ha
tenido una creciente participación e influencia en el ámbito de las relaciones
culturales entre Italia y América Latina.
Una de sus principales contribuciones
ha sido la restitución de la verdadera
imagen de América Latina ante Italia y
el mundo, desde México a la Patagonia.
A través de investigaciones, seminarios,
publicaciones, exposiciones, muestras,
ciclos de cine; así como también eventos
de teatro y música, Casa America ha
favorecido de manera fructífera el acercamiento cultural, y el diálogo entre
italianos y latinoamericanos.
Como resultado de las actividades culturales y las importantes publicaciones
de Casa America sobre México, se estableció la oportunidad de tener una
1
imagen más real y cercana de este gran
país latinoamericano. Desde su historia,
su arte y su pujante desarrollo actual,
hasta las interesantes e intrigantes historias sobre la migración italiana a México. Entre marzo y abril de 2006, la
Fondazione Casa America, organizó la
Giornate del Messico que incluyó una
muestra fotográfica sobre México a
través del archivo fotográfico Casasola y
una serie de eventos sobre la historia
precolombina y el México actual. Como
olvidar la celebración del Bicentenario
del Inicio de la Independencia de México
y el Centenario de la Revolución Mexicana, realizadas en la anterior sede de
Villa Rosazza (¡Viva México!), donde
tuvimos la oportunidad de presentar la
edición italiana del Libro “El Viaje Inesperado” a cargo de la Fondazione Casa
Profesor Investigador, Centro Universitario de Ciencias Sociales y Humanidades, Universidad de
Guadalajara, Guadalajara México.
2 Profesora, ITESO, Guadalajara México
3 Profesor Investigador, Centro Universitario de Ciencias de la Salud, Universidad de Guadalajara,
Guadalajara México. Correspondencia: [email protected]
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Presentazione del volume Il viaggio inaspettato a Villa Rosazza
America y la prestigiosa casa editorial
De Ferrari Editore. Texto que recupera la
historia de 307 marinos italianos, tripulantes de las 10 naves petroleras o
mercantes italianas que llegaron en
1940 a los puertos de Tampico y Veracruz,
debido al ingreso de Italia en la segunda
conflagración mundial. Un grupo importante de descendientes ligures de
Guadalajara, viajó con gran entusiasmo
a Génova, para compartir culturalmente
con el Embajador de México en Italia
la doble conmemoración de México.
Es un privilegio para México que esta
fundación haya destinado varios números de los Quaderni di Casa America
y otras publicaciones a México y sus
personajes del mundo del arte y la cultura. La dedicación de Terre d’America
11 “Messico” que incluye artículos relevantes sobre la relaciones entre Italia y
México, la presencia italiana y el México
de hoy, con la colaboración de destacados autores como Pino Cacucci, Emanuele Bettini, Marco Cipolloni, Davide
Domenici y Marco Bellingeri; así como
de funcionarios del más alto nivel de
ambos países y académicos mexicanos.
Tina Modotti e il Messico, la publicación
que acompañó a la exposición fotográfica
“Tina Modotti: Un nuovo sguardo, incluye
una serie de artículos interesantes sobre
la vida de esta artista italiana y su relación con políticos y grandes artistas
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
como Diego Rivera, Frida Kahlo y David
Alfaro Siqueiros, en uno de los periodos
más convulsos de la vida de México.
Las recientes publicaciones sobre Frida
Kahlo y México (Frida Kahlo tra Messico
e Italia y Color y Vida: 20 Artisti Per
Frida Kahlo), reflejan el creciente interés
por México, su cultura y su arte. La
imagen real del México moderno, su
cultura y su gran potencial de desarrollo
económico, presentado por Casa America, contrasta con la imagen deformada
que presentan los medios de comunicación en el mundo sobre México. Esa
imagen polarizada al mundo del narcotráfico y la violencia, en contrapunto
al México de la riqueza cultural y natural,
con un pujante desarrollo.
La comunidad italiana de Guadalajara,
México tiene una especial relación de
afecto con la Fondazione Casa America.
Desde su primera visita a Guadalajara,
el profesor Roberto Speciale, quien tuvo
la sensibilidad de fortalecer los lazos con
la comunidad italiana, prevalentemente
de origen ligur. No nos olvidamos de la
importante participación que tuvo Italia
en el 2008 como invitado de honor durante La Feria Internacional del Libro de
Guadalajara, que contribuyó al reforzamiento de esos lazos Biculturales, además
de ser el lugar donde tuvimos el primer
contacto con el Director de la Fondazione
Casa America. Un libro y cuatro artículos
en los Quaderni di Casa America, reflejan
un especial interés, una estrecha cercanía
Cittàdel Messico
y el afecto entre nuestra comunidad y el
Profesor Speciale. La conmemoración
de estos 15 años de vida de la fundación,
implica un reconocimiento y homenaje
al profesor Roberto Speciale, quien ha
sabido con inteligencia, tenacidad y afecto
por América Latina estrechar los lazos
humanos entre Italia y México. A pesar
de la grave crisis económica, la visión
del profesor Speciale, ha permitido no
solamente mantener viva la Fondazione
Casa America, sino incrementar la calidad
de sus actividades, eventos y publicaciones, cuyo impacto se visualiza en la opinión y visibilidad en los medios masivos
de comunicación en el mundo.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Messico
Testimonio sobre Casa America
LUIS ALBERTO DE LA GARZA
PROFESSORE DELLA FACOLTÀ DI
AUTONOMA DEL MESSICO
SCIENZE POLITICHE DELL’UNIVERSITÀ NAZIONALE
Hace ya algunos años recibí una invitación
para participar en un coloquio internacional
sobre la figura del gran personaje italiano
Giuseppe Garibaldi, que organizó Casa
America. Hasta ese momento no sabía
yo de la existencia de esta importante
Fundación, por lo cual me puse a investigar
que era y quienes me estaban invitando a
este magno evento.
Mi sorpresa fue muy grande, pues a pesar
de haber estado en Italia en varias ocasiones, dos de ellas para pasar en aquel
país mis períodos sabáticos realizando
investigación, no conocía la Fundación ni
su enorme trabajo sobre las relaciones
entre Italia y América Latina.
Incluso, a pesar de estar muy cerca de
Génova, pues pasé mis dos sabáticos en
Turín, nunca había estado en esta ciudad
sede de la Fundación. Acepté con mucho
gusto la invitación para participar en la
conmemoración sobre Garibaldi, al lado
de distinguidos académicos e investigadores de varias partes de América Latina,
como representante de México.
Ya en Génova, pude conocer mucho mejor
la Fundación y a las personas que se encargan de su dirección, y tanto las instalaciones de la misma como de sus directivos, fueron todo un descubrimiento maravilloso.
La Villa que alberga Casa America es un
lugar muy bello, la organización del evento
fue excelente y sus trabajos una muestra
de la importancia de la Fundación en sus
relaciones con América Latina, y ahí tuve
la oportunidad de conocer toda una gran
obra patrocinada por la Fundación que
da testimonio de las enormes relaciones
culturales entre Italia y Latinoamérica
cultivadas por esta institución.
El resultado del homenaje a Garibaldi
fue todo un éxito, gracias a la infatigable
labor del personal de la Fundación, especialmente a la diligente dirección de su
presidente Roberto Speciale y su equipo
de trabajo.
Pera más allá de este participación, quedé
gratamente sorprendido de todas las actividades de la Fundación, pues su personal,
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
con pocos recursos ha sostenido una muy
amplia organización de eventos de muy
diverso tipo para fomentar el conocimiento
de los fuertes lazos culturales entre América
e Italia.
Los quince años de actividad de Casa
America se han traducido en una fuente
de reconocimiento de los vínculos entre
ambas partes del mundo. Conferencias,
coloquios, seminarios, exposiciones, ciclos
de cine, excelentes publicaciones, incluyendo
su revista, constituyen un legado muy importante para dar a conocer América Latina
en Italia, actividad que, a mi juicio, debería
incrementarse pues la labor realizada sólo
es una muestra de un patrimonio común
que habría que desarrollar aún más.
Desde hace años me he preguntado, a
partir de un texto de Luigi Einaudi de
principios del siglo pasado, el porqué la
presencia de Italia no es tan fuerte en
América Latina, a pesar de que importantes
olas migratorias provenientes de la península se establecieron por estas tierras.
Einaudi señalaba que Italia tenía a muchos
de sus hijos repartidos por el mundo,
pero no había mucho interés por parte
de sus gobiernos por vincularse con ellos
estableciendo, como hicieron otros países
europeos, escuelas, institutos y centros
culturales para fortalecer los lazos de
unión con su país de origen.
Aunque la situación ha cambiado desde
entonces, a mi juicio sigue siendo insuficiente esta labor. Casa America es por
ello un baluarte muy importante que debería fortalecerse, a través de los Institutos
Italianos de Cultura establecidos en Lati-
noamérica, pues se trata no sólo de dar a
conocer la riqueza cultural de nuestro
continente en Italia, sino de hacer patente,
en América Latina, las grandes contribuciones italianas entre nosotros.
Muchas de las múltiples y variadas actividades organizadas por la Fundación
han contado, y cuentan, con la colaboración
de muchas otras instituciones, incluyendo
las embajadas latinoamericanas, sin embargo creo que no han tenido una trascendencia correspondiente a los esfuerzos
realizados por Casa America y por ello
reitero mi idea de que todos los trabajos
realizados por ella deberían de multiplicarse
y ser dados a conocer de forma mucho
más amplia, a través de las instituciones
culturales existentes en diversos países
de la región.
Espero que todo el trabajo realizado en
estos quince años de existencia de la Fundación Casa America se fortalezca y siga
dando frutos, pues el intercambio cultural
entre los pueblos es una de las mejores
formas de consolidar un proyecto de mundo mejor.
La realidad actual de los procesos migratorios, tema abordado con frecuencia en
las actividades de la institución, puede
mostrar como este fenómeno de larga
data es una forma de enriquecimiento
mutuo y por ello el ejemplo de Casa
America es muy importante para ser emulado, como diría un ilustre viajero piamontés del siglo XIX, CarloVidua, la “sana
imitación” y los viajes son una forma de
aprender y compartir lo mejor de cada
sociedad.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Perù
Gracias Casa America!
AUGUSTO FERRERO
AVVOCATO, GIÀ AMBASCIATORE DEL
PERÙ IN ITALIA
E CANDIDATO ALLA VICEPRESIDENZA DELLA REPUBBLICA DEL PERÙ
Me ha sido muy grato ser citado para
conmemorar los 15 años de la fundación
de Casa America de Génova, ejemplarmente dirigida por el Presidente Roberto
Speciale.
En estos años, la Institución ha desarrollado innumerables eventos en la Villa
Rosazza en Génova. En el primero de
ellos, evocaron al Perú con la muestra
fotográfica realizada en el Palacio Ducal
y en la sede mencionada sobre la vida
cotidiana del Cusco, con fotografías de
Martín Chambi. Al año siguiente se efectuó la muestra de pintura de tres artistas
peruanos: César Fernández, Julia Salinas
y Carlos Valdés, cuyas obras fueron homologadas como retratos originales de
la realidad cultural de nuestro país.
El tercer año se llevó a cabo la semana
peruana, destacándose que la población
de origen lígure representa en el Perú el
80% de la descendencia de los italianos
en el territorio. En el cuarto año se realizó
el encuentro con el gran diplomático
peruano don Javier Pérez de Cuéllar, ex
Secretario General de las Naciones Unidas, cuando se desempeñaba como Embajador del Perú en Francia.
En 2004, se realizó la reseña cinematográfica de diez películas americanas;
entre ellas del Perú. El mismo año se
proyectó una película de Manuelita
Sáenz, la cual narraba la legendaria
historia de amor con Simón Bolívar. Se
relató también como fue conocida por
Giuseppe Garibaldi. En un ensayo publicado en italiano y español por el Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la
Università degli Studi Roma Tre y la Universidad de Lima, con el logo del 150
aniversario de la Unidad de Italia, presentado en la Cámara de Diputados en
Roma, narramos cómo el legendario
héroe italiano cuando la conoció en
Paita al llegar al Perú, la calificó en sus
Memorias como la más graciosa y gentil
dama que jamás había visto y relató
que conocía los más mínimos detalles
de la vida de Bolívar. Al momento de la
partida Garibaldi y Manuelita se des-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
pidieron con los ojos húmedos. Cuando
visité dicha casa hace año y medio
quedé como Garibaldi profundamente
conmovido.
En 2006, hubo un encuentro y debate
entre los representantes de los candidatos a la presidencia de Alan García y
Ollanta Humala y días más tarde el 4
junio de dicho año se realizó en Villa
Rosazza el acto electoral en el que
votaron 2,395 personas en la circunscripción de Liguria. Ese mismo año, al
celebrar la inauguración del monumento
al Almirante Miguel Grau Seminario
en Boccadasse se realizó un encuentro
público para conocer al héroe de la
Marina Peruana. También se efectuaron
dos homenajes a Giuseppe Garibaldi
relacionado con su actividad en Argentina, Uruguay y Perú.
En 2008 se realizó el homenaje a Francisco
Bolognesi, destacado héroe peruano de
ascendencia italiana, que en la batalla
de Arica inmortalizó la frase “lucharemos
hasta quemar el último cartucho”. En
2009, se efectuó el encuentro intelectual
sobre Antonio Raimondi, el gran italiano
que exploró el Perú. Posteriormente, se
efectuó el Congreso de la Interpretación
Culinaria del Perú y Liguria.
En la mañana del 30 de junio de 2011
se presentó nuestro libro citado titulado
La presenza di Garibaldi in Perú. Intervine
como autor, con el presidente Roberto
Speciale y Giovanni Battista Varnier,
Presidente de la Facultad de Ciencias
Políticas, Maria Antonietta Falchi y Ana
Maria Lazzarino Del Grosso. En la tarde,
presentamos nuestro libro, traducido
por Casa America, La Musica, contesto e
pretesto nella storia, calificado por esta
entidad como un ensayo de música
clásica fruto de años de apasionada investigación. Tuve el hoor de hacer uso
de la palabra junto a Patrizia Conti, Directora del Conservatorio Paganini, Nicola Costa, Presidente del GOG y Massimiliano Damerini.
En 2011 se celebró el centenario del
descubrimiento de Machu Picchu y en
2012 se realizó el encuentro del ex
Primer Ministro y Ministro de Salud
Luis Solari como Presidente de la Facultad de Ciencias de la Salud de la
Universidad Católica Sede Sapientiae,
así como los congresos sobre la Quinua
de los Andes y de la Cultura y Filosofía
Inca. También se llevó a cabo y la presentación de la revista Perú, incontro al
futuro, por el Embajador Alfredo Arosemena Ferreyros.
Finalmente, queremos recalcar la presencia ese año del ex Presidente del
Uruguay Julio María Sanguinetti, gran
amigo que tuvo la gentileza de firmarme
un billete de su país que tenía su estampa, y que hoy luce en mi Biblioteca
con el poema manuscrito original Lima
de Juana de Ibarbourou, que apreciamos
encarecidamente.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Perù
UCSS e FCA. Un binomio vincente
LINO PANIZZA
SAPIENTIAE” DI LIMA
VESCOVO DELLA DIOCESI DI
CARABAYLLO E RETTORE DELL’UNIVERSITÀ “SEDES
Quindici anni della Fondazione Casa
America, un tempo apparentemente
breve e nel contempo lungo, ricco di
tante iniziative e soprattutto di molti
ricordi. Per la prima volta a parlarmene
fu la nostra indimenticabile e cara
prof.ssa Clara Caselli, tra l’altro fondatrice della nostra Università Cattolica
Sedes Sapientiae; fu la prima Preside
della Facoltà di Scienze Economiche e
Commerciali; in un certo modo anche
lei fu un’emigrante.
Mi mise al corrente del lavoro e delle
iniziative che svolgeva Casa America
per il continente americano; rimasi
molto colpito di quanto la dottoressa
Clara Caselli mi illustrava e in conseguenza a ciò, nacque un fruttifera relazione di amicizia e collaborazione con
l’Università Cattolica Sedes Sapientiae
e la Fondazione Casa America. Questa
collaborazione tra le nostre istituzioni
oltre ad essere di carattere culturale, è
di grande amicizia. Questo binomio ci
ha permesso di portare avanti iniziative
importanti e qualificanti. Il primo ricordo
personale e piacevole è stata la settimana
peruviana che si svolse nel giugno 2002
a Genova; quella occasione fu per me
fonte di grande apprendimento e mi
colpì soprattutto la forte partecipazione
ad una serie di eventi culturali importanti, ai quali ho partecipato con la
prof.ssa Clara Caselli portando a conoscenza come avvenne la fondazione
della UCSS; altro ricordo tra tanti è
quello dell’inaugurazione del Chiostro
triangolare di Sant’Agostino; queste
occasioni di collaborazione tra l’Italia e
il Perù, mi hanno portato ad una profonda riflessione, anche se in parte la
conosco essendo io anche migrante,
sulla storia della nostra emigrazione.
Altro evento importante, ha visto l’amico
Dr. Luis Solari de La Fuente nella sua
qualità di importante uomo di Stato,
(infatti è stato Ministro della Sanità,
Primo Ministro e Presidente del Congresso) attualmente Preside della nostra
Facoltà di Scienze della Salute della
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Plaza Mayor di Lima
Università Cattolica Sedes Sapientiae;
è stato attore di una manifestazione di
grande respiro visto il tema trattato
(“un peruviano di ritorno alle sue origini
Liguri”) considerando che egli stesso
ha antenati di origine ligure. Tra l’altro
nella sua conferenza espose con grande
dovizia di particolari la storia e la grande
vitalità dell’immigrazione italiana in
Perù, composta dall’80% da gente di
origine ligure, che ha contribuito alla
crescita culturale ed economica del
Paese dando un importante apporto
con illustri personalità.
Un altro evento che mi ha colpito e ricorderò, è stata la presentazione postuma di una delle più brillante pubblicazioni che la nostra cara Clara Caselli
ha pubblicato, dal titolo “Perù incontro
al futuro” Quaderni di Casa America, e
delle presenze tutte importanti e qualificanti presenti in quella occasione,
che si svolse presso l’istituto Italiano di
Cultura in Perù, alla presenza dell’Ambasciatore italiano, del direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Lima e altre
illustri personalità. Al di là delle varie
presenze è importante per fare un’ampia
riflessione, non tanto in maniera sentimentale, (credo che la nostra Clara non
lo gradirebbe), quanto sull’importanza
della collaborazione tra l’Italia ed il
Perù; e sulla necessità di una continua
collaborazione che nasce sempre e si
coltiva con l'intercambio di esperienze
e di vita.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Perù
Una Fondazione per il Secolo XXI
LUIS SOLARI DE LA FUENTE
PRESIDE DELLA FACOLTÀ DI MEDICINA DELL’UNIVERSITÀ “SEDES SAPIENTIAE” DI LIMA
E GIÀ PRIMO MINISTRO DELLA REPUBBLICA DEL PERÙ
La Fondazione Casa America fue creada
para el siglo XXI.
Ese apelativo por sí solo ya nos habla
de una relevancia singular, casi profética.
Cuando nació la Fondazione aún no se
conocía de la importancia que tendría
América Latina en los primeros veinticinco años del siglo XXI. Sin embargo,
habiendo nacido para promover el conocimiento y el encuentro con América,
hecho que ha conseguido con excelencia
en sus primeros quince años, también
se ha convertido en un referente importantísimo para los tiempos venideros.
Es como una ventana hacia el futuro.
Usualmente vivimos apasionadamente
el presente, subyugados por las complicaciones de lo cotidiano, a veces perdiendo
de vista los pequeños pero grandes acontecimientos de la vida y olvidando que el
presente es apenas fugaz. No se crean
instituciones para el presente; se les crea
en el presente pero siempre para el futuro.
Para mí, que conozco de cerca el trabajo
que viene realizando Fondazione Casa
America y su equipo de trabajo que
preside Roberto Speciale, esto es lo
fundamental de sus obras.
Las previsiones de que en el año 2016
China se convertiría en la economía
más importante, se cumplieron dos
años antes en octubre del 2014, como
reportara el International Monetary
Fund. Esto significa que también se
adelantará la previsión de que China
sería el país más poderoso del planeta
en el 2025, cuando superaría en gasto
de defensa a Estados Unidos. Esto significa que esto sucederá en cualquier
momento a partir del 2020. Apenas
dentro de cinco años.
Para ese “mundo nuevo”, nuevas acciones y nuevas formas de relacionarse
son indispensables. ¿Casualidad la crisis
financiera del 2008-2009? ¿Casualidad
la elección de un Papa latinoamericano?
¿Casualidad la aparición de nuevas y
oscuras fuerzas en medio oriente? ¿Casualidad el enfriamiento del crecimiento
económico en la Unión Europea?
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Luglio 2014. Inaugurazione a Casa America della festa del sole Intihuatana.
Da sinistra Luis Solari, il console del Perù Miguel Ruiz e Carlotta Gualco
Pienso que no, que no es casualidad.
Después de la caída del Muro de Berlín
hubo una multiplicación de esfuerzos
de muchos países para re posicionarse
en el “tablero de ajedrez” del mundo,
principalmente por medio de una agresiva geopolítica comercial. El país europeo que más rápido inició esa dinámica en América Latina fue España,
con sus rapidísimas inversiones en comunicaciones, energía y banca, sin duda
tres sectores de alto valor estratégico.
A pesar del valor integrador que pudiera
tener el comercio internacional, la in-
tegración política fue mínima. Recién
con el siglo XXI y sus espectaculares
manifestaciones ha aparecido, como
nunca antes, la necesidad de acercarse
entre unos y otros.
Ahora ya no hablamos solo de comercio,
ahora hablamos de alianzas y aliados.
¿Solo para intervenir conjuntamente
en los mercados? No, para unir naciones
ante situaciones extremas, como el 11
de setiembre del 2001, o la crisis económica y financiera de 2008-2009, o
las nuevas recientes amenazas de violencia internacional.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
El encuentro que tuvieron Europa y
América desde el siglo XV hoy florece
nuevamente, pero de un modo totalmente distinto. Si bien es cierto que las
motivaciones del futuro Transatlantic
Trade and Investment Partnership (TTIP)
entre Estados Unidos y la Unión Europea
son económicas y estratégicas, las nuevas
relaciones entre la Unión Europea y
América Latina desde el inicio del presente siglo van más allá.
Desde que comenzó el siglo en curso,
la Unión Europea y América Latina
han sabido crear, a pesar de estar separados por el Océano Atlántico, una
complementariedad territorial como
nunca antes, basada en la ancestral familiaridad e identidad que provocan
los idiomas de origen latino.
Sin duda, pesa en la nueva relación, la
creciente importancia de la Cuenca del
Océano Pacífico y que exista una reunión
de importantes países latinoamericanos
ribereños de esa Cuenca: la Alianza del
Pacífico, constituida por Chile, Colombia,
México y Perú, con nada menos que
treinta países observadores, de los cuales
once son países europeos.
A pesar de la gran migración italiana a
América Latina en el siglo XIX, Italia
ha tenido más una visión comercial
hacia la región. Inclusive en mi país,
donde la migración italiana fue la más
importante en ese siglo, dando origen
a importantes grupos económicos y financieros de amplio desarrollo hasta
fin del siglo XX, no se vio una relación
de relevancia geopolítica o estratégica.
183
Es recién en el siglo XXI, a partir del
2003, que se inician conferencias Italia
- América Latina en Milán, más comerciales que dedicadas a otros temas.
En el 2007 pasan a Roma y comienza a
tratarse temas políticos vinculados a
las relaciones entre Italia y América
Latina, habiéndose instituido recién por
norma legal en el 2014.
Que exista un norma legal para las futuras Conferencias habla de una relevancia totalmente nueva de parte del
Estado italiano, con lo cual asumo que
se imprime una corriente nueva, más
estratégica y dotada de una geopolítica
comercial indispensable para este
“mundo nuevo” en que vivimos y viviremos.
En esa misma línea, mi país ha designado como nuevo Embajador en Italia
a la ex Canciller Eda Rivas Franchini.
Ha conducido la Cancillería peruana
desde mayo 2013 hasta el junio 2014 y
sin duda trabajará conjuntamente con
la Cancillería italiana para llevar la relación al más alto nivel de la historia
de nuestras relaciones bilaterales. No
todo es comercio y estrategia; al final,
pesa más la sólida unión
Estos primeros quince años de Fondazione Casa America han sido de desafíos.
Se acabó ese tiempo. Ahora es el tiempo
de las tareas. El futuro llega más rápido
y complejo que antes. No me cabe duda
que durante los siguientes 15 años Fondazione Casa America seguirá siendo
un faro de navegación al encuentro con
el futuro.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Repubblica Dominicana
Un segnale d'amicizia
NATACHA SANCHEZ
CONSOLE GENERALE DELLA REPUBBLICA DOMINICANA A MILANO
Quando si arriva in un paese con la mansione di rappresentare il proprio, risulta,
talvolta, difficile trovare il modo per esprimere e manifestare tutto quanto la propria
cultura è in grado di trasmettere.
Ogni nazione, infatti, possiede delle risorse
in tutti gli ambiti del sapere e della cultura
ed io, come rappresentante del mio paese,
vorrei dire tante cose, far conoscere i
diversi aspetti del mio popolo, come per
evitare di sentirci isolati e imparare a convivere con le piccole differenze che noi
esseri umani di solito creiamo tra di noi e
così cominciare a vivere in fratellanza con
il paese che ti accoglie, nel quale dovrai
trascorrere una parte della tua vita e del
quale vorresti approfondire i suoi segreti,
le sue diversità, trovare un punto d’unione
per entrambi i mondi, quello d’origine e
quello dove ti sei stabilito.
All’improvviso scopri di non essere così
sola, che ci sono delle persone e delle
istituzioni che ti aprono le porte, ti mostrano
il cammino e ti tendono le loro mani facendoti capire che proprio su queste dif-
ferenze risiede la diversità e che proprio
su questa diversità si trova l’unità; che
una fratellanza tra i popoli è possibile
malgrado le piccole differenze che ci separano perché sono più numerose quelle
che ci uniscono.
Nel mio caso, quella porta che si è aperta,
quella mano che mi è stata tesa come segnale d’amicizia e che io strinsi con gratitudine, è stata quella di Roberto Speciale,
è stata “Casa America”. Proprio lì ho
trovato quel richiamo alla fratellanza tra i
popoli che mi ha fatto anche sentire la
solidarietà dell’Italia verso i popoli iberoamericani.
Sono convinta che il ruolo rivestito dalla
“Fondazione Casa America” sia stato decisivo per conservare questo contatto continuo tra i popoli dell'America Latina e il
popolo italiano.
Oggi, “Fondazione Casa America” festeggia
quindici fruttiferi anni svolgendo questa
importante opera e mi auguro che questo
possa protrarsi per tanti altri anni.
L’Italia e l’America Latina lo meritano.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Repubblica Dominicana
Memorias de Casa America
MARCIO VELOZ MAGGIOLO
SCRITTORE E GIÀ AMBASCIATORE DELLA
REPUBBLICA DOMINICANA IN ITALIA
Casa America es sin duda la mejor forma
de estar cerca de cierta memoria. La mía
se muda en el tiempo a una zona de
donde proceden mis familiares lejanos,
los Maggiolo, armadores de buques y
goletas que llegaron a la isla de Santo
Domingo a mediados del siglo XIX.
Con el apoyo de la fundación que dirige
Roberto Speciale tuve el honor de visitar
un mundo nuevo, y de recorrer con el
sustento de la Institución, el ámbito de
mis predecesores por parte de madre.
Lleno de regocijo apelo otra vez a la
memoria, compañera de todos mis sueños
literarios, y reproduzco la visita a los archivos de Génova, veo el mar que sintiera
la quilla de tantos esquifes desde la prehistoria más lejana del Tirreno.
Para mí, Casa America es sin dudas un
puente que se hace inolvidable y fundamental para que entendamos nuestra
llegada a América desde una genética
que, transformada ahora en recuerdo,
nos explica un tiempo, un paisaje, una
sensación de luz que se concibe como
refulgente presencia materna en la que
navegan los sueños italianos, y donde
los mismos repercuten como lo hacen
las ondas del mar. Allí entramos en
contacto, gracias a nuestros amigos,
encabezados por Roberto Speciale, con
el aire del tiempo. Buscando el pasado
recorrimos la costa en la que está enclavada la Génova de los viajes fraguados
en la afanosa cabeza de Colon, en las
cartas de marear de su hermano Bartolomé, en los dibujos y cartas de Vesconte
Maggiolo, en la experiencia de un mar
que se hizo humano porque los genoveses así lo desearon.
Mientras dictaba, dentro de los afanes
de Casa America, una de mis charlas,
experimentaba un sueño americano
observando los rostros de los asistentes.
En muchos de ellos el color dela canela,
el grosor de sus labios, signos de la
mulatidad, eran parte de una respuesta
americana que apoyada en la mezcla
racial generada por la Conquista, venía
a mostrar su hibridación en la misma
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Monumento di Cristoforo Colombo a Santo Domingo
tierra que pródiga, había percibido la
voz interior de los primeros italianos
llegados a la isla de Santo Domingo en
el segundo viaje de Colon, pero también
la de los primeros africanos llegados
en las naves que durante el mismo
viaje sirvieron como gestores de una
sociedad mulata en cierne, y como portadores de una apertura racial que en
1510 inició con la llegada de africanos
un primer modelo de la mezcla que
con la indiada, promovía, sin saberlo
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
quizás la nueva identidad americana.
Observé a mi esposa Norma, a mi hija
Larissa y a mi pequeña nieta María
Fernanda, y entendí cómo las sangres
viajan y se establecen en los fenotipos
dejando señales del pasado que son en
sí mismas historias.
Mientras dictaba mi charla, añoraba
llegarme a Cinque Terre, montada en
la cresta que mira hacia el mar, donde
los genoveses de hoy y de ayer, con el
mar como testigo, cultivan la vid, y
casi al borde del precipicio han elevado
viviendas y han inventado una nueva
agricultura en la cresta del peñasco que
les sirve de base. Cuando llegué a aquel
lugar maravilloso, ame mucho más mis
ancestros. Pensé en Giovanni Baptista
Maggiolo, quien como armador de goletas puso una de las suyas, armándola
con cañones que junto a Giovanni Cambiaso, ayudaron a que la presencia de
Génova estuviese presente, el 19 de
marzo de 1844, en la primera gesta libertaria contra el vecino Haití, iniciando
la lucha armada. Mi tatarabuelo era no
tanto un navegante vestido de libertador,
sino un amante de la tierra que le había
demostrado su afecto. Cuando en 1855
volvió a Génova, en cuyos archivos recaude parte de su descendencia, ya no
volvió, sino que, lleno quizás de los
sueños del padre enfermo, uno de sus
hijos, enfiló su proa hacia una tierra lejana de la cual tenía ya una memoria
vicaria, la que se transformó en realidad
al tocar tierra dominicana. Los Maggiolo-Giamelli, los Pellerano, casi pa-
187
rientes por sus relaciones familiares,
asentaron la sangre genovesa también
presente en otros migrantes. La lista
de apellidos genoveses es importante,
y fue larga y fundadora.
Tengo que salir del recuerdo ajeno, y
volver hacia el recuerdo de días que
son casi presentes. Debo pensar en
mi amigo Danilo Manera, con cuyo
cariño se hizo posible mi llegada a
tierras precursoras, y con él anduve
igualmente fisgoneando en muchos
lugares que forman parte de mi historia
emocional.
Casa America es un objetivo al que
lograré arribar otra vez. Mientras tanto
lo vivo gracias a la gentileza de los
amigos que laboran en una mejor relación entre América e Italia; ellos me
envían noticias, avisos de publicaciones
nuevas, de concursos y en numerosos
casos, de las relaciones con la identidad
genovesa, italiana, en América. ¡Que
buen tipo de relación nos proporciona!
Cuando recibimos sus noticias viajamos
en un tiempo imaginario para saludar
de nuevo a Roberto Speciale, capitán a
bordo de una empresa de afecto con la
que se estrecha esa relación profunda
entre América y los que un día pensamos
en ser navegantes, en los que navegamos
en el sueño de un mar tranquilo, como
el de la Liguria, espejo de gestas, y
dueño de una memoria que Casa America trata de conservar para que los
descendientes de italianos tengamos
sueños con los cuales manejar nuestras
inventivas literarias.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Uruguay
Días inolvidables, años de cercanía
En homenaje a Casa America y a la amistad de Roberto Speciale
CARLOS ABIN
SCRITTORE E GIÀ AMBASCIATORE DELL’URUGUAY IN ITALIA
Entre los años 2005 y 2008 fui el Embajador Plenipotenciario del Uruguay
en Italia. Dediqué los seis meses previos
a mi toma de posesión del cargo a estudiar el país de destino, al que ya conocía bastante a través de la tradición
familiar -mis dos abuelas provenían de
familias originarias de Novara - y por
el hecho de haber nacido y vivido hasta
los quince años en la ciudad de La Paz,
- departamento de Canelones, muy
próxima a Montevideo - donde la colonia italiana era en verdad muy importante y ejercía una influencia decisiva.
Mi tío y padrino, don Vicente Andreoni,
era italiano -de la Región Liguria- hermano de Giuseppe, Nito (Benito) y
Nanni (Giovanni), destacados miembros
de la comunidad en su patria de origen,
y auténticos héroes como partigiani
durante la Segunda Guerra Mundial.
Se comprende entonces que la lengua
de Dante y algunas de sus variantes
dialectales, la geografía de la península
y sus islas, la cocina, la música, la lite-
ratura de Italia, han sido parte de mi
vida, en especial de mi infancia y mi
primera adolescencia.
Mientras me preparaba para hacerme
cargo de la importante misión que el
presidente Tabaré Vázquez me había
confiado, al estudiar en forma sistemática
la vida política e institucional, las actividades económicas y productivas, el
comercio, la cultura contemporánea y
el funcionamiento en general de la sociedad italiana, advertí la importancia
extraordinaria que tenían -tienen- las
Regiones que constituyen la primera
gran subdivisión política de ese país
fantástico. Este “descubrimiento” gravitaría sobre mi plan de trabajo. Comprendí que era muy importane procurar
un sólido e intenso relacionamiento
con los gobiernos regionales y sus dependencias administrativas y políticas,
sin descuidar, naturalmente los vínculos
con el gobierno nacional, ni -en el extremo opuesto- con las provincias y los
comunes que fuera menester.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
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Montevideo
Definida así la idea general, mi primera
elección en orden a desarrollar fuertes
relaciones con las regiones, fue Liguria.
Se trata de una de las más importantes
de Italia, y por cierto para mí, la más
hondamente sentida. Es también una
de las dos o tres zonas de Italia que
aportaron mayor número de inmigrantes
al Uruguay.
Poco tiempo después de acomodado
en Roma me dirigí a Génova. La Liguria
me recibió ¡y cómo! El gobierno regional
encabezado entonces por el Ing. Claudio
Burlando me esperaba con los brazos
abiertos y me benefició con una hospitalidad inigualable. Tuve la fortuna de
conocer allí y cultivar la amistad del
propio presidente, así como la de personas de calidad como Iacopo Avegno
y Giovanni Vesco (detto Enrico)
Dejo deliberadamente para el final el
encuentro inicial con Roberto Speciale,
Presidente de Casa America. Respondiendo a una invitación suya, llegué
hasta el local donde tenía instalada su
oficina. Me sorprendió hablando un es-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
pañol más que aceptable - a diferencia
de mi por entonces todavía dificultoso
italiano - y me favoreció con un tour
por las instalaciones del instituto. Si conocen a Roberto no tendrán dificultades
en imaginar que a los pocos minutos de
conocernos ya estaba proponiéndome
diversa actividades e iniciativas.
Fue el comienzo de una amistad de altísimo valor: para el Uruguay, para mi
misión y, sobre todo, para mí de manera
personal y fraterna. Estimulado por Roberto y con su apoyo incondicional,
más el respaldo de la Región, organizamos en Génova unas inolvidables
“Giornate Uruguaiane” o “Giornate
dall’Uruguay”, que se prolongaron durante 15 días de intensas actividades
académicas, culturales y diplomáticas.
En ese marco, y en los salones de la
Casa America, realizamos una exposición
de pintura uruguaya, para lo cual debí
trasladar a Genova la totalidad de la
pinacoteca de la Embajada y de mi residencia - cuento al pasar pero con orgullo que entre las telas expuestas se
contaban dos firmadas por mi padre.
Simultáneamente expusimos una colección de 48 magníficas fotografías,
ilustrativas de las bellezas de Uruguay
y de su condición de País Natural, suministradas por nuestro ministerio de
Turismo.
El notable escultor uruguayo Alejandro
Atchugarry se sumó a la empresa aportando 7 magníficas obras realizadas en
mármoles, que se expusieron en una
salón de la sede del Gobierno Regional.
Piazza dell'Indipendenza a Montevideo
El virtuoso guitarrista compatriota Gonzalo Solari - que vive desde hace años
en Arezzo donde dirige una escuela de
guitarra- brindó un concierto de subido
valor en el que se incluyeron obras de
autores uruguayos alternando con piezas
del repertorio del artista. Exhibimos siempre al abrigo de la generosa Casa
America -, tres filmes uruguayos; mi
esposa, Margarita Carriquiry, titular entonces de la cátedra de Literatura Uruguaya en la Universidad Católica ofreció
una conferencia sobre el tema de su
especialidad. Más tarde, nuestra hija
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menor, la actriz Margarita Abin - en
buena parte formada en Italia -, llevó a
cabo un recital de poesía joven femenina
de autoras compatriotas.
Por mi parte, me reuní con empresarios,
inversores y operadores turísticos respaldado por la presidencia de la Región
y - nuevamente - la Casa America.
Visité la Universidad donde dicté una
conferencia sobre el sistema político y
constitucional de mi país y también en
esos días participé de un almuerzo en
el Rotary Club de Génova, invitado por
nuestro caballeresco Cónsul Honorario,
el Dr. Gianni Cuttica, en el que realicé
una exposición acerca de las características fundamentales de mi patria ante
un centenar de comensales.
Discreto, diligente y muy eficaz, Cuttica
me acompañó en todo momento cumpliendo con altísima calificación su trabajo consular; la hospitalidad y la amistad de Burlando, Avegno y Vesco me
rodeó y facilitó una labor que, por su
extensión, diversidad y profundidad seguramente constituyó un evento infrecuente y excepcional. La amistad de
Roberto Speciale, la disponibilidad y
apertura de la Casa America y la gentil
presencia del público genovés, que avaló
con su presencia, adhesión y aplauso
las distintas expresiones de la cultura
de mi país que se pusieron a su disposición durante esas dos semanas increíbles, nos hicieron sentir en casa.
Nadie imagina cuán intenso es el sentimiento que inspira esta sencilla afirmación. Génova fue el hogar de Uruguay
191
entonces, y la Casa America, en la práctica, en la labor cotidiana y en el cariño
de su gente, lo fue para el embajador y
su familia.
Me pareció necesario entonces sumarme
a la celebración que hoy moviliza a la
Casa America, y para hacerlo, nada mejor
que dar testimonio del compromiso de
esta institución con la cultura, con el
desarrollo de los vínculos con los países
y los pueblos de nuestro continente, con
la maravillosa lengua de Cervantes. Y
dar testimonio también de la amistad
con Roberto Speciale, alma mater de la
institución y amigo fraterno.
Cuando terminaba mi misión y estaba
a punto de emprender el retorno, una
tarde nos reunimos mi mujer y yo , con
Roberto y su esposa en un pequeño
bar de Riomaggiore. Era difícil hablar
porque nos estábamos despidiendo, sin
fecha, sin un horizonte cierto. En determinado momento, con voz sentida
Roberto me dijo “Carlos, ¡que gran
vacío nos espera ahora que ustedes se
van..! Tenía razón, padecemos el vacío
de la presencia, el abrazo cálido, la palabra mano a mano, una cena compartida... Pero mi corazón - y estoy seguro
que el de mi querido amigo Roberto
también- sigue colmado con las primicias siempre renovadas de una amistad
que continúa viva, cálida e intacta, sin
que la distancia ni el tiempo hayan podido aminorar.
¡Gracias Roberto! ¡Auguri Casa America!
¡Auguri carissimi compagni!
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Venezuela
Conversatorio con Roberto Speciale,
presidente de la Fondazione Casa America
en ocasión de los 15 años de su fundación
TULLIO CAVALLI
CAMERA DI COMMERCIO ITALO-VENEZUELANA DI CARACAS
Desde Caracas.- Por primera vez en la
historia de las relaciones entre Italia y
América Latina, una conferencia bilateral
entre el país europeo y los latinoamericanos, que hasta ahora había permitido
algunos avances a nivel diplomático,
ha sido instituida por una ley aprobada
durante la primera semana del mes de
diciembre de 2014. Esto significa que
en lo sucesivo, no importa cuál sea el
gobierno de turno, la conferencia Italia-América latina se hará tendiente a
incentivar las relaciones económicas,
culturales, comerciales y políticas entre
las dos partes. Hasta entonces, sólo la
Conferencia Iberoamericana organizada
por el gobierno español tenía estas características. Italia ahora por lo visto
quiere pasar a la vanguardia, aprovechando su propia situación de crisis
económica y la que empieza a vislumbrarse en algunos países de Latinoamérica, por lo que de hecho la iniciativa
podría ser provechosa para todos. Pero
ahora se transforma en un evento que,
al ser aprobado por el Parlamento,
quiere decir que todos los partidos están
de acuerdo en la importancia de este
evento para reforzar las relaciones bilaterales.
En este sentido Roberto Speciale, creador
de la Fundación Casa America, ubicada
en la importante ciudad portuaria de
Génova, que celebra quince años de actividades ininterrumpidas en pro del
desarrollo e intercambio cultural y económico entre Italia y America Latina,
nos señala que “tanto Italia como los diversos países de Amércia del Sur asoman
un abordaje común ante los principales
problemas que se proponen a partir de los
procesos de globalización. A partir de esta
idea estoy convencido que podemos proponer
una serie de best practices de cooperación
internacional desarrollando roles de altísimo
protagonismo para el desarrollo de una governance global mucho más justa. La aprobación parlamentaria ocurrida el pasado
mes de diciembre, que institucionaliza la
Conferencia Italia - America Latina con
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Giugno 2011. Fondazione Casa America al Vi Congresso internazionale portuale all'Isola di Margherita,
in Venezuela.
cadencia bienal, certifica la fuerte sintonía
entre Gobierno y Parlamento en la particular
atención que tiene nuestro país en el continente latino americano y representa una
claro reconocimiento a la contribución que
esta Conferencia pueda ofrecer para el refuerzo y consolidación de relaciones con
esta importante zona geo política, definitivamente estratégica para Italia. Tenemos
entonces que asegurarnos que la VII Conferencia Italia-America Latina y el Caribe
que se desarrollará durante este año 2015
sea un éxito y que incluya las múltiples dimensiones que se entretejen a partir de las
relaciones existentes entre nuestros países.
El momento institucional es el adecuado
para el desarrollo de múltiples iniciativas y
desde nuestra Fundación Casa America estamos trabajando para impulsarlas.”
La Fundación Casa America se constituyó oficialmente el 17 de diciembre
de 1999 después de un largo período
de definición y preparación por parte
de una serie de personalidades representativas de las instituciones de la ciudad, de la Fundación Carige, del IILA
de Roma (Instituto Italo-Latino Americano), con el apoyo del Ministerio de
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Relaciones Exteriores y de algunas empresas y sociedades privadas. “La idea
de fundar una Casa America en Italia con
sede en Génova nació al percibir el aumento
de interés de nuestro país y de la Unión
Europea hacia América Latina, para promover el diálogo político, las relaciones
económico-comerciales y el intercambio
cultural y humano. En otros países europeos
(España, Francia, Bélgica) existen ya estructuras semejantes. Ahora Casa America
está presente en Italia con una particularidad que nos diferencia de otros países,
ya que no se constituyó en la capital sino
en el centro-norte del país, en Génova,
ciudad definitivamente significativa en la
historia del continente americano.”
La sede de la Fundación Casa America
fue ubicada en la Villa Rosazza y ahora
está situada en uno de los palacios de la
importante familia de Giustiniani. Desde
la sede de marras Speciale nos indicó
que el objetivo neurálgico de Casa America es fomentar activamente la instrumentación de un diálogo permanente
entre Italia y América Latina. “Italia, teniendo raíces culturales en común con Latinoamérica, posee todas las credenciales para
aprovechar plenamente las oportunidades
ofrecidas al intensificarse las relaciones entre
las dos áreas. En América Latina están presentes las más consistentes comunidades de
origen italiano, empezando por las lígures.
Forma parte del patrimonio histórico y del
imaginario colectivo de Génova asociar la
epopeya de Cristóbal Colón y de Giuseppe
Garibaldi,“héroe de dos mundos”, a América
Latina. En tiempos más cercanos a nosotros,
en época de las grandes emigraciones, entre
finales del ‘800 y en los veinte años iniciales
del ‘900, así como en las sucesivas olas emigratorias después de la Segunda Guerra
Mundial, de Génova partieron los primeros
barcos a vapor y después los barcos llenos
de gente lígure y de otras regiones italianas.
Nuestra Fundación pretende difundir en
Italia un mayor conocimiento del inmenso
patrimonio cultural latino-americano (a
través de iniciativas editoriales, seminarios,
debates, actividades específicas en el ámbito
del espectáculo como cine, teatro y música)
y divulgar todo lo concerniente a las relaciones
socio-económicas. Somos un centro de debate
abierto, un lugar de encuentro para los protagonistas de la cultura y de múltiples iniciativas emprendedoras de ciudadanos italianos, europeos y latinoamericanos. De este
modo, las relaciones y los intercambios comerciales que promovemos tienen una nueva
e importante oportunidad para entrar en
una red de comunicación y de información
mucho más amplia. También deseamos contribuir a reforzar la imagen de Génova como
ciudad abierta al diálogo entre los pueblos,
en coherencia con su vocación históricamente
internacional.”
En el amplio repertorio de las actividades
desarrolladas por la Fundación Casa
America en estos quince años, con gran
parte de los países de la américa hispana,
Roberto Speciale verifica, en particular,
una sólida relación sostenida con Venezuela a través de la Cámara de Comercio
Venezolano Italiana CAVENIT, explicándonos su funcionamiento. “La Cámara
Venezolano Italiana de Comercio ha sido y
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
es, sin lugar a todas, una institución propulsora de grandes iniciativas que abrazan
el desarrollo y acercamiento económico
entre Italia y Venezuela. Desde su fundación
en el año 1954 hasta la fecha, la Cámara
de Comercio Venezolano Italiana ha operado
bajo una filosofía de continuidad y consolidación institucional. Forma parte de ASSOCAMERESTERO, asociación que agrupa
a las 81 cámaras de comercio italianas en
el extranjero en 55 países del mundo que
la asoma a una red de información única
en el mundo con más de 300.000 contactos
de negocios al año y 24.000 empresas asociadas. Es miembro fundador de Fedeuropa
(Federación de las Cámaras Binacionales
Europeas que operan en Venezuela). Posee
seccionales afiliadas en diversos estados
del país Aragua, Zulia, Portuguesa, Carabobo, Lara, Bolívar y Maturín y su funcionamiento ha impulsado no solo el desarrollo regional a partir de actividades
puntuales, sino que ha fortalecido la visión,
misión y objetivos de la Cámara bajo
perspectivas de integración y desarrollo
conjunto que fortalecen su funcionamiento.
Con la entrada del siglo XXI, CAVENIT
ha verificado incrementos sostenidos en el
intercambio comercial entre Italia y Venezuela, en la organización, ejecución producción y promoción de los más variados
eventos y actividades que colocan a esa
institución entre los primeros diez lugares
de excelencia del sistema cameral en el
mundo, convirtiéndola en referencia obligada
de crecimiento, productividad, creatividad
rendimiento y continuidad en los proyectos
que realiza, ya que gran parte de ellos son
195
diseñados en función de su sustentabilidad
en el tiempo, visión que implica un apreciable
valor agregado de los mismos.”
Durante todos estos años y junto a CAVENIT, la Fundación Casa America, ha
desarrollado importantes eventos: 2002
(Semana Venezolana), 2009 (Encuentro
internacional: Puertos, Transporte y Logística. Un mar de oportunidades entre
Italia y América Latina), 2010 (Puertos:
Aspectos de Infraestructura y Logística:
una oportunidad para las Empresas Italianas), 2010 (Venezuela - Italia: un
vínculo que corre en las redes reti hitech), 2011 (VI° Congreso Internacional
Portuario Isla de Margarita - Venezuela),
2013 (Fondazione Casa America: encuentro con las Cámaras di Comercio
ítalo-latinoamericanas). Fundación Casa
America ha presentado en Venezuela
diversos eventos públicos y exposiciones:
la más importante junto con la Corporación Andina de Fomento en 2008.
En la actualidad la Fundación Casa America y CAVENIT se encuentran gestando
importantes actividades para continuar
con el importante diálogo que cada vez
reafirma, según Roberto Speciale, “la
vital importancia que tiene el desarrollo de
América Latina para Italia, país en donde
nos encontramos siempre dispuestos para
promover su indiscutible patrimonio cultural,
su solidez económica e interceder pacíficamente
en su tránsito político”.
En pocas palabras, Fundación Casa
America, una institución forjada a base
de buenas voluntades y grandes acciones
para la promoción de América Latina.
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ARTISTI
E PERSONALITÀ
D E L L A C U LT U R A
PER
L’ A M E R I CA L AT I N A
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“He vivido para verlo’’
DAVIDE BARILLI
SCRITTORE E GIORNALISTA
«He vivido para verlo», ho vissuto per
vederlo... Il vecchio mulatto, con il sigaro spento fra le labbra, seduto sul
marciapiede di una scalcinata strada de
La Habana, lo bofonchia come un mantra. Poi comincia a cantilenare la frase,
L’incontro
la ritma battendo un cucchiaio di alluminio sulla pietra. Il miracolo, l'utopia,
l'eterna illusione si sta materializzando.
Eppure diventa, come tutto a Cuba,
musica e sogno. Finito il bloqueo, finita
la discriminazione? Sarà. Ma lui ne ha
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Il castello de los tres Reyes Magos a Cuba
viste troppe per crederci davvero. Troppi
rospi ha dovuto ingoiare. Delusioni,
amarezze, illusioni perdute. Quello del
dopo embargo è il futuro dei giovani. I
vecchi fidelisti come lui di pazienza ne
hanno avuta tanta; anno più, anno
meno, poco cambia. Lui lo sa bene, la
sua sorte è quella di morire come ha
vissuto, accontentandosi di poco, senza
troppi fronzoli: fagioli e riso per la «comida», un sigaro ogni tanto, un trago
di rum della bodega. Nel segno della
resistenza, la stessa parola, lo stesso
concetto che troppo spesso non viene
perdonato a Cuba: non le perdonano
di esistere e di avere resistito, diventando non solo l'ultima rivoluzione del
XX secolo, bensì - forse, e in modi nuovi
- la prima del XXI.
Quanti ne ho visti di tipi così. Ne ho ritagliato storie, piene di gente come lui.
Storie che sono diventate trame. E libri.
Da “Le cere di Baracoa” a “La nascita
del Che”. Romanzi e racconti rimbalzati
dall’Italia a La Habana, finiti nelle biblioteche, nelle librerie degli scrittori
dell’Uneac. Insieme al numero monografico di Casa America dedicato a
Cuba, infilato in valigia e distribuito agli
amici intellettuali che lo aspettavano.
Cuba di ieri, l’Isla che sta cambiando
pelle. Gli avaneri, che vivono tra mille
difficoltà la transizione, con aspettative
da paese sviluppato e quotidiane difi-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
coltà. Essere a La Habana oggi, vuol
dire toccare con mano la voglia di credere che il presente (e il futuro) possano
essere altra cosa: Cuba e la sua gente,
piena di problemi e di soluzioni, capace
di resistere a quanto avrebbe piegato
qualunque altro popolo e di farlo collettivamente, come d'istinto. «He vivido
para verlo», ho vissuto per vederlo... Il
vecchio mulatto, con il sigaro spento
fra le labbra, seduto sul marciapiede di
una scalcinata strada de La Habana, lo
bofonchia come un mantra…
La luce
201
DAVIDE BARILLI è autore di numerosi libri di
racconti e romanzi. La sua opera letteraria comprende titoli come Musica per lo zar (ed. Guanda),
Poltrona per acqua (ed. Diabasis), La casa sul
torrente (ed. Guanda), Le cere di Baracoa (ed.
Mursia) e La nascita del Che (ed. Aragno). Innamorato di Cuba e assiduo ospite di manifestazioni
culturali organizzate all’Avana, ha tenuto conferenze e presentato i suoi libri di ambientazione
cubana alla ”Settimana della Lingua italiana”,
alla ”Uneac”, Unione scrittori cubani, alla ”Flex”,
Università di lingue straniere, alla ”Biblioteca Villena” in plaza de Armas e al Paeseo del Prado,
progetto Imagin 3. Invitato dall’Istituto cubano
del libro, ha partecipato alla XXIII esima edizione
della Feria internazionale del libro dove ha presentato alla Casa Garibaldi, ex Union Latina, ora
sede della Dante Alighieri, i suoi ultimi volumi
ambientati a Cuba: i racconti La nascita del Che
(ed. Aragno), secondo classificato al Premio
Chiara, Lettere cubane (ed. Fedelo’s) e un libro
d’arte (intitolato Historietas de mujeres con humo)
realizzato a Cuba in edizione numerata con il
pittore Ramon Perez Pereira. Sono intervenuti la
direttrice della Dante Giuseppina Moscatelli,
l’ambasciatore Carmine Robustelli, i critici
letterari Gianni Oliva e Giovanni Tesio, il presidente
dei narratori cubani dell’Uneac Alberto Guerra
Naranjo. Attualmente sta lavorando a tre progetti,
tra Cuba e Italia, uno dei quali riguarda un’antologia di narratori cubani.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Casa America: un ponte
fra teatro italiano e scene
latinoamericane
EUGENIO BUONACCORSI
PROFESSORE DI
STORIA DEL TEATRO DELL’UNIVERSITÀ DI GENOVA
Casa America, negli anni, ha svolto una
funzione importante non solo per gli
scambi fra Vecchio Continente e Nuovo
Mondo nella sfera della politica, dell’economia e dei rapporti a livello di
Stati, ma anche nei settori della letteratura, dell’arte e della cultura. In particolare, ha fornito varie occasioni per
valorizzare figure ed eventi che hanno
testimoniato il forte legame fra Italia e
America Latina per quanto concerne
l’ambito del teatro. In questa ottica,
sono state ricostruite le trionfali tournées compiute dal “Grande attore”
dell’Ottocento, in Argentina, Brasile,
Cile e in altri paesi dell’America del
Sud, sempre intrecciate a finalità patriottiche. E così alcune pagine dei
“Quaderni” sono state dedicate a rievocare le recite di Adelaide Ristori nel
1868 e di Tommaso Salvini nel 1874 a
Cuba. E ancora è stata illustrata la visita
compiuta - nella stessa isola dei Caraibi- dalla “divina” Eleonora Duse nel
1924, alla vigilia della sua morte, con
una emozionante rassegna delle sue
eroine in lotta per affermare i propri diritti di donne libere contro una società
ottusa, repressiva, conformista. Anche
i contatti teatrali intercorsi nel Novecento sono stati oggetto di opportune
indagini: da una parte è stata richiamata l’attenzione sul lavoro svolto in
Brasile da Ruggero Jacobbi, Luciano
Salce e Adolfo Celi per aggiornare la
scena di quel grande Paese a metà del
secolo scorso; dall’altra è stata ricordato
il giro in Argentina, Brasile, Uruguay,
dal luglio al settembre 1958, della Compagnia del Teatro Stabile di Genova, con
Enrico Maria Salerno, Valeria Valeri, Tino
Buazzelli, Gastone Moschin, sotto la
guida del direttore Ivo Chiesa.
Un tale reticolo di ricognizioni è diventato fondamentale per capire meglio
la natura dei rapporti fra Italia e America del Sud.
Nel 2016 il discorso in questa direzione
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Plaza Francia a Caracas
potrà essere arricchito grazie a un appuntamento di grande rilievo: la celebrazione dei cinquant’anni della scomparsa di Gilberto Govi, il “mostro sacro”
che ha portato all’onore nazionale e internazionale il teatro dialettale genovese.
All’interno delle manifestazioni previste
dal programma dei festeggiamenti,
Casa America potrebbe dare un prezioso contributo: stimolare ricerche
sulla tournée che Govi realizzò con strepitoso successo in Argentina nel 1926,
acclamatissimo dal pubblico locale, e in
particolare dagli emigranti della vecchia
Zena che accorsero entusiasti in massa
a quelle recite.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Renzo Calegari, il cartoonist
a cavallo tra le due Americhe
A CURA DI C.G.
Se Renzo Calegari è conosciuto dal
grande pubblico soprattutto come disegnatore di fumetti western (da non
perdere la recente ristampa di Welcome
to Springville) non meno interessante è
la sua produzione legata all’America
Latina, spesso ispirata da una frequentazione con Casa America iniziata al
nascere stesso della Fondazione. È infatti dell’estate del 2000 la partecipazione di Renzo alla mostra sul Fumetto
Sudamericano svoltasi a Palazzo Ducale; sarà lui a curarne il catalogo, che
include una conversazione con Hugo
Pratt e note biografiche di 24 disegnatori argentini, tra i quali A. Breccia, Copi,
G. Mordillo e Quino.
Nel 2006 Renzo Calegari regala a Fondazione Casa America e agli appassionati del genere il fumetto intitolato La
Sfida di Colombo. Oltre l’Oceano, che circolerà ampiamente in Italia e nel
mondo iberoamericano nelle versioni
italiana, spagnola e portoghese.
Sono sempre del fumettista chiavarese
e del collega Enrico Bertozzi i disegni
che illustrano la pubblicazione, in ita-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Renzo Calegari
liano e spagnolo, Il Generale Giuseppe
Garibaldi e l’America Latina. Le imprese
e i ricordi, dedicata ai 12 anni di presenza di Garibaldi in America Latina,
curata da Roberto Speciale e Anna Maria Lazzarino Del Grosso (2007).
Calegari torna al Nord America illustrando il volume pubblicato da FCA I
primi italiani in America del Nord Dizionario dei liguri, piemontesi e altri - Storie
e presenze italiane tra Settecento e Ottocento (2010).
In diverse occasioni l’Artista ha stupito
noi e il pubblico disegnando in diretta,
con straordinaria rapidità ed efficacia,
figure di persone, animali e paesaggi
cari alla sua iconografia.
L’amicizia con la Fondazione ha conferma
quando, nel 2012, fa dono di alcune
stampe di suoi disegni (una di esse è qui
riprodotta) per sostenere la campagna di
solidarietà a favore di Casa America che
attraversa un periodo critico.
E la Fondazione saprà contraccambiare
sostenendo con altri la meritata concessione dei benefici della legge Bacchelli al grande cartoonist, festeggiata
nel dicembre 2014 nella nuova sede di
via dei Giustiniani.
Sappiamo che Renzo sta lavorando a
un nuovo fumetto sulla rivoluzione
messicana e stiamo aspettando impazienti di valorizzare questa sua opera
in una delle nostre manifestazioni celebrative dei 15 anni di Fondazione
Casa America.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Un mundo lleno de colores
EDUARDO MONO CARRASCO
MURALISTA
Quando Roberto Speciale mi ha chiesto
di scrivere per la rivista Quaderni di
Casa America, ho subito pensato che
sarebbe stato interessante raccontare
con mie parole il rapporto con quella
importante Casa di tutti gli americani
d’Italia e di altre parti del mondo.
Qualche anno fa fui chiamato da Roberto a Casa America per la realizzazione di una mostra dei miei murales e
un incontro con i ragazzi del liceo artistico di Genova.
Quello fu il primo incontro, che si è trasformato nel tempo in un vivaio di iniziative come presentazione di miei libri,
mostre e conferenze sia nella sede di
Villa Rosazza che in altre città della Liguria.
Inoltre, conoscendo l’importanza di
Casa America, ho spesso accompagnato
personaggi noti e meno noti del Cile e
di altri paesi dell’America Latina ad incontri a Genova.
La mia memoria mi porta a scrivere
qualcosa sull’Arte muralista in Cile e
in Italia, questa forma d’arte che con i
suoi colori, come tante manifestazioni
artistiche, sono espressione di libertà e
democrazia.
Come ho raccontato tante volte, la nascita vera del muralismo in Cile come
fenomeno di massa e popolare risale
alla grande marcia, nel 1969, dal porto
di Valparaíso a Santiago, la nostra capitale, contro la guerra del Viet Nam e
per la libertà di Laos e Cambogia. In
una vecchia Jeep statunitense della seconda guerra mondiale in cinque o sei,
allora ragazzi, abbiamo fatto l’intero
percorso della marcia dipingendo i sassi
che si trovavano a fianco della strada
che ci portava a Santiago, e nelle città
in cui si fermava questo grande corteo
allegro e variopinto, realizzavamo insieme alla gente scritte inneggianti alla
pace e contro la guerra.
Da quella marcia è nato tutto, oggi il
muralismo in Cile, grazie anche al ritorno della democrazia, è considerata
arte nazionale.
Non esiste scuola, facoltà universitaria,
ospedale, quartiere e sopratutto stazione della metropolitana di Santiago
che non abbia un dipinto fatto su muri
o in spazi interni o esterni. Non vi nego
il mio orgoglio per essere stato in qualche modo artefice di questo mondo variopinto.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Ancora oggi quelle scritte che gridavano
libertà sono l’essenza dell’esistenza di
questa arte.
Da quella filosofia, “capita al volo” dal
nostro Roberto Speciale, è iniziato il
nostro rapporto di collaborazione che
non si è mai fermato nel tempo.
La mia “Storia” con Casa America comincia il 5 maggio 2005 con una mostra
di “Murales su tele e legno” e la presentazione del mio libro Il sogno dipinto,
edito da Hobby & Work.
In quell’occasione ho avuto la fortuna
di incontrare gli studenti dei licei artistici genovesi con i quali abbiamo realizzato “in loco” un piccolo dipinto.
Con Casa America avevamo come obiettivo della giornata quello di chiedere in
concessione un muro per poter realizzare
un murale che ricordi il boicottaggio delle
merci cilene attuato dai portuali genovesi
all’indomani del golpe di Pinochet.
Nel 2013 per la commemorazione dell’11
settembre 1973, Casa America, insieme
ad altri soggetti organizza “Cile quarant’anni dopo”, che comincia con una conferenza stampa di Carolina Tohá, figlia
del Ministro di Allende, oggi sindaco di
Santiago, in cui ha ricordato, commossa,
207
la sua infanzia di esule. Il 4 settembre
dello stesso anno si è inaugurata la mostra
“Salvador Allende: un uomo, un popolo”,
con la presenza del vicesindaco di Genova Stefano Bernini.
Inoltre con la partecipazione di Oscar
Godoy, allora Ambasciatore del Cile in
Italia, Donato Di Santo, ex Sottosegretario
agli Affari Esteri e José Antonio VieraGallo, già Senatore, Deputato e Ministro
del Governo del Cile.
E per finire il 30 novembre 2013 la mostra
Salvador Allende: un uomo, un popolo, da
me curata, è stata portata a Lavagna, su
iniziativa di Fondazione Casa America, e
ospitata presso il Palazzo Comunale della
città, dal 30 novembre all’8 dicembre. All’inaugurazione hanno partecipato il vicesindaco di Lavagna, Mauro Caveri, il
presidente Roberto Speciale e chi scrive.
Sicuramente altre mostre, dibattiti, studi,
fatti nel tempo da questa “Casa” del
mondo latinoamericano a Genova e in
Italia ha dimostrato la volontà di Casa
America di portare avanti, oltre alla puntuale divulgazione della situazione politica del continente a Sud del Rio Bravo,
anche una panoramica dell’arte di quella
parte del mondo.
Una dimostrazione di questa volontà
per la mostra dedicata alla grande Frida
Kahlo.
Ho voluto segnalare solo una parte di
questa lunga collaborazione, che non è
solo di progetti, idee per un futuro migliore ma anche di sogni, perché sicuramente “no todos los sueños los hemos
soñado”..
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Quindici anni dopo
MARCO CIPOLLONI
PROFESSORE DI LINGUA SPAGNOLA DELLE
UNIVERSITÀ DI GENOVA E DI MODENA E REGGIO
EMILIA, ESPERTO DI CINEMA
Quando quindici anni fa è cominciato
il percorso di attività della Fondazione
Casa America la globalizzazione aveva
già cominciato a mostrare, anche a
Genova, la spettacolare esplosività delle
proprie contraddizioni, proiettando la
città di Colombo e le vicende del suo
restyling economico e urbanistico (rilanciato proprio dalle celebrazioni per
il V centenario del Descubrimiento)
verso forme di paradossale visibilità
mediatica (di cui il G8 e i fattacci del
G8 sono stati i momenti di più clamorosa evidenza). Per le strade della città
ridisegnata dai progetti di riqualificazione delle aree produttive dismesse,
il segno più evidente di questa planetaria trasformazione era però demografico, con l'invecchiamento dei residenti storici e con nuovi flussi immigratori che stavano cambiando volto
ed abitudini di interi quartieri della
città e di molti settori di attività (assistenza e collaborazione domestica, cura
degli anziani, edilizia, giardinaggio,
trasporto, luoghi di culto e di divertimento). Questo afflusso di giovani
stranieri intrecciava un rinnovamento
e un ribaltamento di due rapporti, per
la città storici: quello medioevale e
moderno con le altre sponde del Mediterraneo, e quello, più recente (nonostante Colombo), con le Americhe
e, in particolare con l'America Latina.
Ad un secolo di distanza, le navi a vapore che a cavallo del Novecento lasciavano il porto di Genova cariche di
emigranti si erano infatti convertite in
rotte aeree di arrivo. Casa America è
in qualche misura una figlia di questi
flussi: è infatti nata a Genova nello
stesso anno in cui ci sono nati molti
figli di migranti e di matrimoni misti.
Quando oggi li vedo uscire dalle scuole
di molti quartieri di Genova penso
sempre che sono i compagni di classe
e di giochi di Casa America, nata come
loro da un matrimonio misto: da un
lato l'interesse (nel mio caso professionale e accademico) per l'America
Latina, dall'altro il fatto che sia i promotori dell'iniziativa (in primis l'ex
eurodeputato Roberto Speciale), sia
molti dei membri del comitato scien-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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People
tifico (me compreso) venivano da lunghi
percorsi di europeismo e di attivo impegno europeista.
Coinvolto fin dall'inizio in molte iniziative in quanto docente di Lingua e
letteratura ispano-americana e in quanto
promotore di attività di ricerca e divulgazione sul cinema e le arti visive (il
CUC e la rivista "La Magnifica Ossessione"), ho reincontrato con piacere
nelle riunioni del comitato scientifico
di Casa America sia diversi colleghi (di
alcuni dei quali ero anche stato allievo),
sia amici e compagni di militanza con
cui avevo condiviso, per esempio, l'avventura del "Circolo culturale Altiero
Spinelli", di ovvia ispirazione europeista
e federalista.
Ritrovarli tutti, nonostante tutto, dalla
stessa parte di una nuova barricata è
stata per me un'emozione positiva. Non
so quanto di questa emozione sono
poi riuscito a tradurre in pratiche virtuose
nelle varie iniziative cui ho collaborato
nel corso di questi quindici anni. So
però che Casa America ha accompagnato e documentato, pur con molte
difficoltà, un passaggio epocale nella
vita della città e nel suo rapporto con
la storia e la cultura, proprie e altrui.
La sensazione, pur con un divario di
tempo più breve, è la stessa che si ha
leggendo Vent'anni dopo di Dumas. I
problemi del regno di Francia hanno
oggi un nuovo volto (il volto di un
nuovo re, o di un nuovo cardinale), ma
le coordinate di fondo sono sempre le
stesse. I moschettieri nel frattempo sono
diventati più vecchi, ma nell'animo non
tanto come nei corpi. Lavoriamo, dunque, con operosa e ostinata fiducia, per
un trentennale...
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Un rapporto stretto
con l’America Latina
MASSIMILIANO DAMERINI
MUSICISTA E CONCERTISTA
Ho avuto da sempre un rapporto di
stretto legame con l'America Latina.
Mio padre era figlio di emigranti toscani, nato in una frazione di San Paolo
del Brasile (oggi inglobata nella città).
Rientrò in Italia quando era bambino
ma, potendo usufruire della doppia
nazionalità, alla fine degli anni Trenta
scappò dal regime, essendo profondamente antifascista, e tornò a San
Paolo in qualità di ingegnere. Fin da
quando ero piccolo mio padre mi decantava le bellezze della natura e la
cordialità della gente brasiliana. Avevo
già un'idea precisa del Sud America
prima ancora di mettervi piede. Purtroppo il mio primo concerto in Brasile
avvenne quando mio padre non c'era
già più, e non ho avuto la possibilità
di raccontargli come quelle impressioni
fossero da me ampiamente condivise.
Da allora sono tornato spesso in America Latina, dall'Argentina (non posso
dimenticare la grande impressione che
ebbi suonando in uno dei più straordinari teatri del mondo, il Colón di
Buenos Aires, forse la più bella acustica
che mi sia mai capitata) fino alla Colombia, dove ho avuto l'opportunità
di collaborare con una delle migliori
orchestre sinfoniche del continente, la
Filarmonica di Bogotà.
Ricordo con particolare commozione
una tournée Argentina-Brasile, un settembre di alcuni anni fa, con una settimana libera a metà. Approfittai per
portare con me la famiglia e unire il
turismo al lavoro: in quella settimana
visitammo uno dei luoghi più incredibili
del mondo: le cascate di Iguazu.
Ho poi un rapporto particolarmente
affettivo con il Guatemala, dove torno
regolarmente ogni due o tre anni, la
prima volta fu nel 1995, diventandone
quasi cittadino onorario. A Città del
Guatemala e ad Antigua (che adoro)
ho alcuni tra i più intimi amici della
mia vita.
Casa America a Genova è da quindici
anni una grande, importante realtà. È
una sorta di ponte simbolico che unisce
queste due sponde dell'oceano. Per
un genovese, che ha nel sangue il
senso della navigazione e della scoperta
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Orisha Oshun
del mondo, è una sensazione impagabile poter contare su di una organizzazione che porta qui da noi musicisti,
scrittori, pittori, esponenti della cultura
e della scienza direttamente dall'America Latina, e ce li fa sentire così vicini.
Le iniziative di Casa America fanno
parte integrante da quindici anni del
tessuto della città, e per me, così intimamente legato a quei territori così
densi di storia, di cultura e di bellezze
naturali, rappresentano un sintomo di
estrema vicinanza al quale non saprei
assolutamente rinunciare.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Tarea de Titanes.
Una biblioteca envidiable
NANDA LEONARDINI
STORIA DELL’ARTE DELL’UNIVERSITÀ NAZIONALE MAGGIORE
DI SAN MARCOS DI LIMA
PROFESSORESSA DI
La labor realizada por Casa America a
lo largo de todos estos años es, verdaderamente, trascendente en el ámbito
de la cultura latinoamericano, allá, en
Italia, donde confluye una gran cantidad
de migrantes procedentes del otro lado
del Atlántico, tarea reconocida por propios y extraños.
Dentro de este quehacer, llama la atención su exquisita biblioteca especializada
y muy bien organizada en un tema tan
amplio y ambicioso, como lo es el de
Nuestra América -como la llamó José
Martí para diferenciarla de la América
sajona-, con un trabajo que solo los Titanes son capaces de abordar.
Debemos recordar que los países que
conformamos Nuestra América son más
de 28, distribuidos entre la masa continental y las islas del Caribe, territorios
colonizados y esclavizados, a partir de
1492, por más trescientos años, por potencias como España, Portugal, Francia,
Inglaterra y Holanda para, con posterioridad, en una aparente democracia
conseguida a lo largo del siglo XIX,
pasar bajo el dominio yanqui.
Las distancias existentes entre cada país
a veces conformados por muchas naciones, o dentro de cada Estado, son
inmensas, con accesos complejos por
falta de infraestructura vial. Así, en
este panorama donde la miseria lucha
en medio del subdesarrollo bajo la categoría de “Tercer Mundo” o “Países
en vías de Desarrollo”, cada país ha
gestado y mantenido su propio devenir
cultural -por cierto complejo por la
multietnicidad- el cual, en cierta medida,
lo transmite a través de diversas publicaciones que versan en muchas disciplinas. La mayor parte de estos libros,
por lo general, ven la luz gracias al esfuerzo individual de sus autores con
ediciones limitadas y pésima distribución, aunque otros “gozan” del apoyo
de alguna institución o empresa, lo que
no significa un éxito rotundo. Estas
coyunturas hacen compleja la posibilidad
de adquirirlos en sus propios territorios
y peor aún fuera de sus fronteras.
Frente a este panorama resulta sorprendente encontrarse en Casa America
con una biblioteca muy bien nutrida,
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Allegoria della Repubblica Argentina di Santiago Cogorno esposto a Genova nel maggio 2008 nell'ambito
della Settimana dell'Argentina
envidiable incluso dentro del continente
americano, referida a Nuestra América,
biblioteca que es un lunar en de la misma Europa. Es la labor de un ejército
de hormiguitas silenciosas pero orgullosas de su identidad que, con recursos
limitados, construyen en el día a día,
este bastión cultural de sabiduría americana en un espacio geográfico más
allá de los mares. Es una forma de
construir de la nada, en medio de infinidad de adversidades, luchando segundo a segundo por nuestra identidad,
tal como estamos acostumbrados desde
hace más de 500 años.
Gracias Casa America por abrirnos un
espacio de esta naturaleza.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
L’America Latina
e il Risogimento italiano
RAFFAELLA PONTE
DIRETTORE DEL
MUSEO DEL RISORGIMENTO A GENOVA
Se note sono ai più le imprese di Giuseppe Garibaldi e dei suoi compagni
in difesa della Repubblica del Riogrande
do Sul contro l’impero brasiliano e della
Repubblica dell’Uruguay contro il dittatore argentino Rosas, meno conosciuta
è - almeno per quanto riguarda il grande
pubblico - la presenza del mazzininianesimo in America Latina, a partire
dalla figura di Luigi Rossetti, primo
mazziniano esule in Sudamerica; ancora
meno noto il perdurare del “mito garibaldino” in tutto il continente latinoamericano, il cui ricordo è stato tenuto
vivo fino ai nostri giorni grazie alle comunità italiane presenti numerosissime
in quella parte del mondo.
Cercare di colmare queste lacune e tenere vivo il ricordo delle relazioni intercorse in passato tra l’Italia e i paesi
dell’America Latina, quale strumento
di dialogo e di avvicinamento tra le
diverse culture, è uno dei compiti che
l’Istituto Mazziniano - Museo del Risorgimento di Genova, ha cercato di
portare avanti nell’ultimo decennio,
grazie alla sinergia con la Fondazione
Casa America, che ha permesso di organizzare iniziative, manifestazioni e
incontri a tema, non solo in occasione
di celebrazioni ufficiali, ma con cadenza
periodica, dedicate alla cittadinanza e
agli studenti delle scuole di ogni ordine
e grado, anche in collaborazione con
altri soggetti pubblici e privati, tra i
quali l’Associazione Nazionale Veterani
e Reduci Garibaldini, sia a livello nazionale sia a livello territoriale, attraverso la sezione di Genova - Chiavari
“Sante Garibaldi”.
Particolare attenzione è stata dedicata
proprio alle giovani generazioni di genovesi, nativi e non, alla ricerca delle
numerosissime tracce, che i rapporti
intercorsi tra i protagonisti del Risorgimento italiano hanno lasciato nella
cultura dei grandi stati rioplatesi, in
particolare per quanto attiene alla letteratura, alle arti figurative e al pensiero
politico, e viceversa l’influenza e lo
spazio occupato nella cultura italiana
dall’America Latina, basti pensare all’opera di Edmondo De Amicis e alle
grandi ondate migratorie verso il con-
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Monumento a Giuseppe Garibaldi a Buenos Aires
tinente latinoamericano e viceversa,
dall’Ottocento ai nostri giorni.
Nel 2011, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, i proficui
rapporti già avviati negli anni precedenti
tra l’Istituto Mazziniano - Museo del
Risorgimento e Fondazione Casa America, hanno avuto modo di consolidarsi,
attraverso una sempre più stretta collaborazione, che ha reso possibile la
realizzazione di iniziative congiunte, finalizzate alla diffusione delle conoscenze
relative ai rapporti intercorsi tra i prin-
cipali protagonisti del Risorgimento italiano e l’America Latina.
Tali attività sono state portate avanti
con particolare impegno e con reciproca
soddisfazione, nella profonda convinzione che far conoscere ad un pubblico
sempre più vasto di giovani e non solo
- e tenere vivo il ricordo delle relazioni
intercorse in passato tra l’Italia e i
paesi dell’America Latina - possa essere
uno strumento tra i più efficaci di dialogo e di avvicinamento tra le diverse
culture.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
FCA e il Teatro Stabile
di Genova
CARLO REPETTI
GIÀ DIRETTORE DEL TEATRO
STABILE DI GENOVA
L'attività pubblica della Fondazione
Casa America prendeva il via il 24 giugno
del 2000 al teatro della Corte con la
rappresentazione dello spettacolo prodotto dal teatro stabile di Genova "Stefano" opera dell'autore italo argentino
Armando Discepolo, l'inventore del
"grotesco criollo" e fratello del grande
autore di tanghi Enrique Santos Discepolo. Lo spettacolo era diretto da Lello
Arena e interpretato da una compagnia
di attori genovesi, napoletani e di lingua
spagnola che ben rifletteva il cosmopolitismo nel quale era nata e cresciuta
una città come Buenos Aires dove la vicenda era ambientate, cosmopolitismo
che da sempre costituisce la forza di
tutta l'America Latina. L'accoglienza
che il pubblico numerosissimo del teatro
della Corte fece a tutte le rappresentazioni di "Stefano" fu la migliore testimonianza del desiderio che Genova e i
genovesi avevano di riallacciare quell'antico legame con le Americhe e che
Roberto Speciale e i suoi collaboratori
avevano con tanto acume e tempismo
interpretato. D'altro canto questi quindici
anni di vita di Casa America sono a testimoniare un rapporto che, con la prima
emigrazione degli italiani in America
nell'800 e 900 e con le migrazioni avvenute anche in direzione opposta nella
seconda parte del novecento, è diventato
sempre più stretto e sempre più desideroso di occasioni di incontro, di conoscenza reciproca. Questo ha fatto di
Casa America in tutti questi anni un
centro culturale di primaria importanza
e per questo Genova, e non solo, deve
essere grata alla fondazione per la funzione che ha svolto e continua a svolgere
nel sostenere e dimostrare che culture
diverse sono soprattutto occasioni reciproche di arricchimento e di crescita.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Esperienze
con l’America Latina
RAIMONDO SIROTTI
PITTORE E GIÀ PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA
Era il 1987 e come sindaco di Bogliasco
pensai di organizzare una mostra antologica di Eugenio Olivari (1882-1917),
artista genovese tra i più significativi.
La mostra ebbe risonanza nazionale e
fu visitata anche da una delegazione
del Ministero dei Beni Culturali.
Il loro apprezzamento fu notevole al
punto che mi proposero di trasferire
l'esposizione a Buenos Aires nell'ambito
della Settimana della cultura italiana.
L'invito fu naturalmente accolto con
entusiasmo. L'esperienza argentina fu
straordinaria, arricchita da un recital di
Vittorio Gassman che presso l'aula magna del Liceo Mazzini recitò alcuni canti
della Divina Commedia.
La mostra di Olivari fu ordinata in parte
presso l'ex palazzo delle Poste e in parte
in una bella sala della Casa Rosada.
Inaugurata dal Presidente Raúl R. Alfonsín ebbe notevole successo.
Oggi, alla luce di quell'esperienza, ritengo
profondamente importante aver vissuto
dal vivo, materialmente, un rapporto
LIGUSTICA DI BELLE ARTI
con una cultura straordinaria e tutta da
scoprire. Ho sentito di dover citare quella
positiva esperienza perché legata alla
testimonianza che sono lieto di portare
a “Casa America”.
Dopo anni da quel viaggio in Argentina,
sono venuto a contatto con il grande
lavoro di Roberto Speciale e della Fondazione Casa America.
Non si tratta “soltanto” di un'utile collaborazione che tende a valorizzare il
rapporto tra due realtà così vicine e così
lontane, ma di un indispensabile supporto all'interno delle più disparate attività politiche, commerciali e, soprattutto,
culturali. Si mettono così in luce le radici
di un rapporto vero, profondo, autenticamente produttivo.
Anche per questo sono lieto di aver
modestamente partecipato alla vita di
“Casa America”, con il contributo del
mio lavoro artistico, contributo modesto
ma determinato dalla stima affettuosa
e sentita che nutro per questa importante
realtà di respiro internazionale.
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15 ANNI
DI DIFFUSIONE
DELLE LINGUE
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Associazione Amici di Casa
America: lingue
e integrazione culturale
AMINA DI MUNNO
PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DI
CASA AMERICA
Fondazione Casa America di Genova
compie quindici anni. Pensiamola al
femminile, una “quinceañera”1. Per tradizione ispanica, in molte zone dell’America Latina si festeggia con grande
rilievo la data che segna il passaggio
dalla fanciullezza all’età adulta. Celebriamo questo anniversario con l’auspicio di un passaggio dell’Istituzione
verso attività sempre più mature e rimarchevoli.
Casa America è una realtà e anche un
simbolo. Una realtà per tutto quello
che ha realizzato in questi anni con
impegno, competenza, dedizione e un
simbolo per ciò che rappresenta in Italia
e nel mondo. La Casa è, fin dai tempi
più remoti, un rifugio, un luogo privilegiato che accoglie, protegge, conforta,
ripara. Chi la abita stringe la mano all’ospite che arriva, al quale offre il calice
del suo sapere e riceve, allo stesso
tempo, il contributo della cultura altra.
Tale è sempre stato l’obiettivo della
1
Fondazione: stabilire e mantenere un
dialogo costruttivo fra l’Italia, l’Unione
Europea e i paesi dell’America Latina.
Che la sede per questo dialogo sia Genova è un dato di singolare importanza
sia da un punto di vista storico che
strategico nell’attualità. Dal porto di
Genova sono partiti negli anni migliaia
di italiani alla volta delle Americhe e
dal porto-porta di Genova arrivano tuttora i migranti latinoamericani, e non
solo, che scelgono di stabilirsi da noi.
Fra i tanti compiti che si è prefissi la
Fondazione, uno di non minore rilievo
è stato quello di istituire al suo fianco
un secondo pilastro, che è l’Associazione
Amici di Casa America, con lo scopo di
favorire l’integrazione degli immigrati.
Lo strumento principale di questo obiettivo è costituito dai corsi di lingue: italiano per gli immigrati e straniere per
gli italiani. La conoscenza delle lingue
è, infatti, alla base di ogni dialogo ed è
il mezzo più efficace per lo scambio di
Il festeggiamento del quindicesimo compleanno di una ragazza.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
I fiori di Camilo
opinioni e per la comprensione dell’ambiente che ci circonda. Che ci siano,
secondo le statistiche, circa seimila
lingue nel mondo, si deve forse alla
deflagrazione della Torre di Babele?
Troviamo nella Bibbia i versetti che ci
parlano della Torre di Babele: “1) Or
tutta la terra parlava la stessa lingua e
usava le stesse parole”. Gli uomini si
spostarono verso il sud e cominciarono
a costruire una città e una torre la cui
2
Nuova Diodati, Genesi 11,1-9.
cima doveva giungere fino al cielo, ma
Dio volle confondere la loro lingua. “8)
Così l’Eterno li disperse di là sulla faccia
di tutta la terra, ed essi cessarono di
costruire la città. 9) Perciò a questa fu
dato il nome di Babele, perché l’Eterno
colà confuse la lingua di tutta la terra, e
di là l’Eterno li disperse sulla faccia di
tutta la terra”2.
Ora è chiaro che nessuno potrà mai
conoscere tutte le lingue della terra,
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Paesaggio a Cholula, Puebla, in Messico
ma in ogni società l’apprendimento
delle lingue straniere può aprire la porta
ad una maggiore comprensione internazionale, può aiutare a capire altri popoli e avvicinarsi alla loro mentalità,
perché la lingua fa parte della cultura e
dell’identità dei cittadini di ogni nazionalità. Avendo ben chiari questi concetti nell’organizzazione dei corsi di
lingue spagnola, portoghese, inglese e
italiana, chi opera all’interno dell’Associazione è teso a moltiplicare gli sforzi
affinché i risultati raggiunti nel corso
di questi ormai lunghi anni possano
ulteriormente migliorare anche nel coinvolgimento di nuovi discepoli, sempre
più consapevoli dell’utilità delle lingue
apprese o da imparare e perfezionare.
Con questo obiettivo i corsi proposti
comprendono vari livelli, da quello per
principianti a quello avanzato. Chi fra
gli studenti-soci volesse conseguire una
certificazione ufficiale, attraverso una
preparazione specifica impartita dai docenti dell’Associazione, ha la possibilità
di accedere all’esame per diplomi
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
D.E.L.E e C.I.L.S., ossia attestati di conoscenza dello spagnolo e dell’italiano
rilasciati da Istituzioni competenti.
Come strumenti di supporto, nonché
di divagazione, gli studenti dispongono
di una biblioteca e una videoteca specializzate. Nel rispetto dello spirito dell’Associazione, che si prefigge di promuovere la partecipazione dei propri
soci alla vita della comunità di cui li si
vuole parte integrante, si realizzano incontri culturali nelle varie forme espressive e creative.
E così, fra le iniziative di aggregazione,
socializzazione e animazione, si promuovono seminari, presentazioni di
libri, anche con ospiti stranieri, feste,
esibizioni, mostre fotografiche e di dipinti. Sono state promosse lezioni di
tango e di capoeira. Poesia e musica
sono stati presentati in un felice connubio in più di un’occasione.
La fine dei corsi e delle attività è salutata
ogni anno con un brindisi che accompagna la consegna degli attestati di frequenza a tutti gli studenti da parte dei
docenti. È un momento conviviale che
si celebra con gioia per i risultati raggiunti
e viene ad essere, allo stesso tempo,
una lezione di gastronomia, poiché ogni
ospite offre un piatto (e una ricetta)
della tradizione culinaria del proprio
paese, in modo che si possa, mentre si
assaporano, imparare a preparare empanadas, tortillas, coxinhas, pão de queijo,
La ragazza con il cerchietto bianco
caipirinha, quesillo, ecc., ecc...
Con tutto questo, un augurio “speciale”
per i quindici anni di Fondazione Casa
America!
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Associazione Amici
di Casa America:
lingue e integrazione
culturale
ALEJANDRINA BOLAÑOS ZUNIGA
INSEGNANTE DI LINGUA
QUECHUA
Con queste brevissime parole, vorrei
esprimere non soltanto ammirazione
per la vostra politica culturale, ma anche
un ringraziamento di cuore per tutta
l'accoglienza che mi diede Fondazione
Casa America nella città di Genova.
In Casa America trovai un'atmosfera
culturale intensa sotto tutti i punti di
vista e soprattutto per quanto riguarda
la divulgazione e l'insegnamento di Lingue e Culture di altri Paesi.
Con Casa America condivisi il progetto
della lingua Quechua, lingua che tutt'ora insegno e cultura a cui appartengo.
Posso ancora esprimermi sulla lingua e
cultura Andino-Inca dicendo che, anche
se c'è molto da dire su di essa, parlarne
non si limita alla lingua fine a se stessa
bensì all'indagine sulla antica civiltà Inca
del Tawantinsuyo, sulle quattro regioni
del continente latinoamericano, sulla
sua realtà politica, sociale, economica,
culturale, ecc., di cui storicamente un
popolo ne diviene ricettacolo tramite la
sua lingua. Parlare di comunicazione significa mettere in evidenza l’architettura, l'ingegneria, le scienze ma anche
altre espressioni culturali. Così il quechua cambia di regione in regione in
svariati dialetti e nelle sue tradizioni artistiche, nella letteratura, nel teatro, nelle
politiche di vita, che sono trasmesse ancora adesso in tutti i popoli dell’America
Latina, dialetti ai quali vorrei far riferimento come mezzo d’integrazione di
questa civiltà latinoamericana.
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OPINIONI DI
GIORNALISTI
E SCRITTORI
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Fondaziona Casa America,
un luogo d’incontro
DOMENICA CANCHANO
GIORNALISTA
SECOLO XIX
Una casa aperta. Un luogo di incontro
e di conoscenza per una città che vuole
vivere la multiculturalità come ricchezza
e non come un pericolo. Una casa che
nel corso del tempo ha ampliato le sue
“stanze”. Lì ho visto nascere tante associazioni che sono diventate poi punto
di riferimento per tanti genovesi che
credono nel dialogo e che praticano
ogni giorno una solidarietà fattiva. Questo per me è stato e continua ad essere
Casa America. Ho iniziato a frequentarla
dieci anni fa, quando ho mosso i miei
primi passi da giornalista. Lì ho avuto
modo di conoscere altre realtà del mio
continente, l’America Latina, attraverso
incontri, conferenze, letture, mostre, insomma da quella “casa” ho avuto la
fortuna di poter osservare un panorama
culturale a 360º. Ricordo, in particolare,
la affollata presentazione nel 2013 del
numero della Rivista di Casa America
dedicata al mio paese di origine, il Perù.
Per me è stato come un ritornare a
casa. Le immagini, le storie, che arricchivano quel numero sono state per
me un piacere e un motivo di orgoglio,
rinnovando un senso di appartenenza
che non va smarrito. Lo stesso orgoglio,
lo stesso piacere sono certa l’hanno
provato altri latinoamericani a cui la rivista di Casa America ha dedicato diversi
numeri nel corso degli anni. Tutto questo
è potuto essere grazie all’impegno generoso del presidente Roberto Speciale
e i suoi più stretti collaboratori, che
hanno sempre compreso l’importanza
di comunicare con i media. Per ciò che
mi riguarda, posso dire, che il loro supporto è stato prezioso nelle esperienze
che ho condotto prima con la pagina
Metropoli, inserto del quotidiano La
Repubblica, e ora con la pagina in spagnolo e italiano, Génova Semanal de Il
Secolo XIX. Questi purtoppo sono tempi
di ristrettezze e di rinunce che non risparmiano nessuno. È così la Fondazione
ha dovuto rinunciare alla sua sede originaria, Villa Rosazza, e spostarsi in
centro storico. L’importante però non
è la bellezza delle mura ma ciò che in
quella “casa” continuerà a vivere: un
patrimonio culturale di cui Genova non
può fare a meno.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Gli italiani d’oltreoceano
MARCO FERRARI
GIORNALISTA E SCRITTORE
Un mondo antico e lontano, un mondo
italiano. È quello che continua a crescere
e prosperare in America Latina e segnatamente in paesi come l’Argentina,
l’Uruguay, il Venezuela, il Paraguay e il
Brasile in cui l’italianità non viene mai
meno. Più lo stato italiano si allontana
dalle collettività di emigranti e discendenti, più il senso di appartenenza cresce. Casa America ha lasciato il segno
su quel solco oramai desueto, fuori
moda, incompreso. Ha percorso strade
sterrate, camionabili, autostrade per
scovare associazioni, enti, compagnie,
confraternite, società di mutuo soccorso
che ancora oggi perseguono l’idea di
restare attaccate alle loro radici. Certo,
l’Italia non è più al loro fianco, l’Italia
è un buco nero che vuole dimenticare
la sua dolorosa pagine dell’emigrazione.
Un tempo lo stato italiano seguì i suoi
emigranti costruendo scuole, ospedali,
cinema, teatri, organizzando consulte,
dando il voto agli italiani all’estero.
Oggi quel mondo discosto è quasi un
peso. E dire che potrebbe essere un’ec-
cellenza per lanciare nel mondo il prodotto Italia. A me ha stupito l’attaccamento alla lingua italiana delle nostre
comunità latino-americane. Siamo il
Paese europeo che investe di meno
nell’educazione alla lingua di Dante
eppure l’Italiano resta la quinta lingua
più studiata al mondo. In Uruguay
l’Italiano si studia a scuola. Nei licei
italiani d’Argentina lo stesso. Ci sono
quotidiani in lingua italiana in Uruguay
e Venezuela. Ci sono radio, canali televisivi, testate, pubblicazioni sparse in
ogni angolo del continente latino-americano. C’è la Rai che si accende in
tante case dove ancora si parla il dialetto,
si cucinano i ravioli, ci si perde nel
rimpianto delle vite perdute.
Quello che ha fatto Casa America è di
tenere una porta aperta verso gli italiani
d’America. Aver messo a sistema quel
mondo con varie iniziative, inchieste,
pubblicazioni o semplicemente indirizzari, contatti, incontri è forse l’elemento decisivo che porta a considerare
indispensabile uno strumento come
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
quello creato a Genova, forse più incisivo
di tanti inutili livelli istituzionali.
Considero il Dizionario storico biografico
dei Liguri in America Latina un’opera
231
fondamentale per fare il punto su duecento anni di emigrazioni. Quella ricerca
ci svela l’essenzialità del rapporto tra
la Liguria e il continente latino-americano. Ne esce fuori un puzzle di storie
e vicende che possono benissimo comporre uno, tanti copioni di cinema: dai
presidenti della repubblica uruguayana
di origine italiana alle vicende relative
all’apporto ligure all’indipendenza della
repubblica Dominicana; dagli artisti,
architetti e urbanisti che hanno edificato
metropoli come San Paolo del Brasile a
pionieri che si sono spinti in Patagonia
e nella Terra del Fuoco. Con queste
storie alle spalle si capisce l’anima commerciale, portuale e marittima che permea l’economia ligure. Ma grazie a
Casa America abbiamo anche scoperto
storie di piccoli e grandi eroismi, di sacrifici umani e di impegno politico. Il
contributo migliore che i liguri hanno
fornito all’America Latina sta proprio
nella forza delle idee. Se oggi l’America
Latina ha una coscienza politica così
elevata, possiamo dire grazie a coloro
che sono partiti da Genova portando
dietro il concetto di identità politica,
un nerbo che non muore e si distribuisce
ovunque, per fortuna nostra.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Il 23° Paese
dell’America Latina
FEDERICO GUIGLIA
GIORNALISTA E PRESENTATORE
TV
Da molti anni, e non soltanto negli
ultimi quindici, il rapporto fra l’America
Latina e l’Italia è diventato unilaterale.
Quanto maggiore è l’interesse di quel
continente verso la culla della latinità America “latina” non per caso essa si
chiama-, tanto minore è l’attenzione di
Roma verso il Sud del mondo che più le
somiglia e le vuole bene.
Che di un rapporto ormai impari si tratti,
non lo dicono soltanto le legioni di calciatori sudamericani che vanno per la
maggiore nel campionato di serie, in tutti
i sensi, “A”: il meglio del pallone sul pianeta i giocatori dell’altra parte dell’Oceano
continuano a considerarlo quello che si
vive in casa nostra. Basti sottolineare che
ben quattro dei cinque cannonieri del
torneo sono argentini, nell’ordine più o
meno ballerino Tévez (Juventus), Icardi
(Inter), Higuaín (Napoli) e Dybala (Palermo). Quattro argentini che rappresentano il giro d’Italia dei club e che oggi
fanno insieme l’unico e irripetibile Maradona, un altro argentino che già aveva
capito tutto negli anni Ottanta col Napoli.
Ma la novità degli ultimi tempi è che il
rapporto d’amore che l’America Latina
nutre per l’Italia non è più limitato allo
sport, peraltro il più popolare di tutti
come il calcio, o al mondo dello spettacolo
(un nome solo, l’ancora argentina e celeberrima Belén). A testimoniare che la
questione italo-latino-americana non
sia moda passeggera, né appagante e
molto retribuito lavoro per tutti, dal 13
marzo 2013 c’è un esempio, si può ben
dire, universale e francescano: l’elezione
di Mario Bergoglio a vescovo di Roma.
Chi meglio dell’argentino-italiano Francesco riassume tutte le ragioni del perché
un sudamericano si senta così a casa in
Italia, al punto da poter diventare Papa?
Felice come un Papa.
Ma ciò che è da sempre naturale per chi
arriva nella Penisola “quasi dalla fine
del mondo”, è invece trascurato, sottovalutato, snobbato, talvolta persino irriso
da chi rappresenta l’Italia ai vari livelli.
Le missioni di Stato dei presidenti della
Repubblica in Sudamerica si contano
sulle dita di una mano: un paio tra
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Luglio 2009. Presentazione del volume Ho toccato l'Italia col piede destro. Da sinistra Roberto Speciale, Federico
Guiglia e Carlo Rognoni
Ciampi e Napolitano negli ultimi quattordici anni. Per cercare notizie di alte
delegazioni politiche e imprenditoriali,
cioè guidate dal presidente del Consiglio
e dal ministro degli Esteri, che abbiano
compiuto viaggi di rilievo nell’America
tanto lontana ma a noi vicina, bisogna
scavare nei ricordi. Niente che sia rimasto
impresso nella memoria collettiva senza
ricorrere all’aiuto dell’archivio o di “google”, niente che suoni, oggi, come “visita
storica” del recente passato.
La verità è che le classi dirigenti in Italia
dovrebbero essere presbiti, ossia vedere
bene da lontano, e invece sono miopi: faticano a guardare al di là del proprio naso.
Altrimenti avrebbero capito ciò che poche
istituzioni, troppo poche, e fra questa la
Fondazione Casa America a Genova, hanno capito: che l’Italia è il ventitreesimo
Paese “ad honorem” dell’America Latina.
E che per milioni di sudamericani si dice
Europa, ma si sogna Italia.
Si può recuperare il tempo perduto?
Forse sì, anzi, certamente no.
Ma poco importa. Ci penseranno i latino-americani a ricordare sempre e per
sempre ai distratti italiani che cosa significa avere due patrie, molti calciatori
e un Papa in comune fra l’Atlantico, il
Pacifico e il Mediterraneo: perché anche
il mare racconta la leggenda.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Una storia italiana
del cinema latino americano
SILVANA PALUMBIERI
RAI TECHE
Un “giallo“ di cui il colpevole, o i colpevoli, non è mai stato trovato, ma non è
stato neppure mai cercato. È scomparso
il documentario “Historia della cultura
latino-americana” di Mario Sabato, atto
conclusivo di un’importante operazione
culturale portata avanti dalla RAI tra il
1971 e il 1975.
Prima sei film a soggetto del progetto
“L’America Latina vista dai suoi registi”
importanti opere dei giovani autori di
Argentina, Brasile, Cile e Bolivia. Quando
le hanno realizzato nessuno di loro aveva
più di quarant’anni, ma i loro primi film
erano già stati apprezzati nel festival internazionali.
Dopo il viaggio da Palos de la Frontera
di Cristoforo Colombo che nel 1492 ampliò
gli spazi del mondo, seguirono altri europei
che portarono la loro storia di negazione
delle altre culture, di dominazione, di interessi economici. Da Genova a metà
dell’800 e nei primi anni del ‘900 il viaggio
al di là dell’Atlantico è di lavoratori che
hanno addosso i racconti di un’Europa
povera e affamata, e inseguono la speranza
di una vita prospera nelle doviziose e generose Argentina e Brasile.
All’inizio degli anni ’70 del secolo scorso
è la RAI che questa volta offre ai registi
latino-americani di raccontarsi, di rappresentare le loro realtà cariche di
timori. Il responsabile del progetto è il
dirigente Alberto Luna che impegna
dall’Argentina Mario Sabato con “Colpi
bassi” , dal Brasile Joaquim Pedro de
Andrade con “La congiura” (Os inconfidentes) , dal Cile Raul Ruiz con “Nessuno disse niente” (Nadie djo nada),
dalla Bolivia Jorge Sanjinés con “La
notte di San Juan” ( La noche de San
Juan). e ancora dall’Argentina Octavio
Getino con “El Familiar” e dal Brasile
Gustavo Dahl con “Alla ricerca di Maira”
E lo fanno attraverso metafore, vecchie
storie delle loro terre: piccoli e grandi
racconti che richiamano condizioni elevate e infami, grandi e piccoli poteri.
Ma non più di due anni più tardi attraverso la stampa arrivano dai Paesi dei
registi chiamati a questo progetto altri
racconti:. le sparizioni senza tracce, le
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Bolivia. Un abitante della foresta.
torture, l’ eliminazione delle opposizioni
così come contemplava il “Piano Solo”.
La vocazione di Casa America di contribuire a diffondere in Italia una maggiore
conoscenza del grande patrimonio culturale ispanoamericano, può proprio investire una ricerca in casa nostra, su
questo grande episodio di impegno del
nostro Paese, attraverso la produzione
RAI, a raccogliere il racconto dell’America Latina raffigurata da suoi stessi
artisti. Trovare le tracce di quanto manca,
togliere la polvere di quanto c’è, e presentarlo al pubblico italiano. Dunque il
documentario “Historia della cultura latino-americana” di Mario Sabato con
le testimonianze irripetibili di Gabriel
Garcia Marquez, Octavio Paz, Ernesto
Vargas Llosa, Ernesto Sabato, e poi Angel
Rama, Josè Antono Portuondo, Darcy
Ribeiro, Manuel Scorza, Miguel Otero
Silva ed altri ancora. E i vari film mai più
visti, forse conservati dentro qualche
scatola di alluminio.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Il sentiero della memoria
RENZO PARODI
GIORNALISTA
SECOLO XIX
Mi chiedo a quale radice vada ascritto il
relativo disinteresse che la cultura ufficiale
italiana - fatte salve le sacche di specializzazione accademica - ha riservato ai fenomeni storici, sociali, economici e di costume
che riguardano il Sud America, o meglio
l’America Latina. Probabilmente la ragione
va ricercata nella ridondante ed invasiva
predominanza presso i nostri atenei e
presso gli studenti dei modelli di comportamento e di vita del Nord America, in
particolare degli Stati Uniti che hanno
esercitato nel secondo dopoguerra un
potere emulativo difficilmente contestabile
e contrastabile. A questa che mi appare
come una distorsione visiva e di prospettiva
storica, se non proprio una moda alquanto
corriva, Casa America ha tentato di rimediare varando una serie di iniziative destinate
a riannodare i fili della memoria spezzati
dal tempo e dalla adesione massificata a
convenzioni e a modelli di studio e di
comportamento che tradiscono, lo dico al
di fuori di ogni giudizio di merito, i forti
legami tra l’Italia e la Liguria in particolare
con i Paesi dell’America Latina.
Non basta ovviamente richiamarsi in maniera generica alla Storia per ritrovare il
senso di vicende che non molto tempo
addietro, un secolo o poco più, hanno
teso un lunghissimo ponte fra le due
sponde dell’Oceano Atlantico, partendo
dal Mediterraneo fino a sconfinare sul
versante opposto del Continente Sudamericano, quello che si affaccia sull’Oceano
Pacifico. Se ha un merito, Casa America,
è quello di averci amabilmente sollecitati,
e talvolta costretti, a respirare l’aria che
accolse i nostri antenati, i milioni di emigranti italiani (e torno a dire, Liguri prima
di tutti gli altri e spesso in proporzioni più
massicce) che affrontarono l’ignoto per
scoprire l’altra faccia del mondo.
Mi è capitato, e ne serbo gratitudine a
Roberto Speciale, di visitare Argentina e
Uruguay al seguito, oggi si direbbe come
giornalista embedded, di una spedizione
organizzata da Casa America nel 2006.
Fu un viaggio di istruzione, supportato
dalla presenza di studiosi ed esperti di
cose sudamericane, che toccò, fra le altre
località, Buenos Aires e Montevideo, le
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
capitali di due Paesi che ancora oggi
trasudano quell’italianità, quel comune
senso di appartenenza alla Nazione che
da noi, nella terra di origine, si è purtroppo
andato perdendo. Voglio dire che non
c’è come ripercorrere il sentiero della
memoria, anche e proprio materialmente,
per riscoprire una vicenda comune che
tutti ci portiamo dentro, spesso senza
saperlo. Gli italiani hanno letteralmente
costruito l’Argentina e i pionieri e gli
alfieri di quell’impresa ciclopica furono,
mi ripeto, i liguri. Ho visitato in altra occasione la città di Rosario che conserva
evidenti le tracce dell’operosa fatica dei
nostri antenati che in pochi decenni trasformarono un minuscolo agglomerato
di casupole in legno sulla sponde dell’immenso Rio Parana in una moderna
e febbrile metropoli di oltre un milione
di abitanti. A Rosario nacque Ernesto
Che Guevara che con l’Italia non ha
nulla da spartire, come pure Leo Messi,
Angel Di Maria, Mauro Icardi, Luis Cesar
Menotti, El Loco Bielsa, tutti artisti del
pallone ben conosciuti qui in Italia. Tutti
nati e cresciuti nella città della bandiera
argentina che per prima la vide sventolare
nel 1812. A Rosario le vestigia italiane e
liguri sono ancora ben visibili. Una per
tutte Il Museo delle Belle Arti “Juan B
Castagnino”, intitolato alla memoria del
figlio di immigrati di origine chiavarese,
precocemente scomparso nel 1925, munifico mecenate della città. Per non dire
dell’ospedale Garibaldi, ma si sa: il generale è più celebre e ammirato laggiù
dall’altra parte del mondo, come direbbe
237
papa Francesco, che nella terra ‘origine.
Casa America in questi anni si è adoperata
per rafforzare i legami fra l’Italia e le Nazioni sudamericane, inventando ricorrenze,
occasioni di studio, seminari. Richiamando
a Genova personaggi illustri come l’allora
presidente dell’Uruguay Julio Maria Sanguinetti, anch’egli di ascendenze chiavaresi.
Ha lavorato sul campo, è il caso di dirlo,
per abbattere steccati e diffidenze. Mi riferisco alle iniziative di studio e di insegnamento dedicate ai nuovi emigranti,
coloro che hanno percorso in senso inverso
il cammino dei nostri padri. Le decine di
migliaia di cittadini sudamericani approdati
negli ultimi tre decenni a Genova e in Liguria hanno trovato nella palazzina di
Villa Rosazza un punto di accoglienza
cordiale e un aggancio facile alla nuova
realtà che andavano ad incontrare. Ignari
e spaventati. Corsi di italiano per stranieri
(e di spagnolo e portoghese per italiani)
hanno saldato le diffidenze. Parlarsi per
conoscersi e superare i pregiudizi reciproci.
Questa in definitiva è stata, e sono certo
che sarà, la missione di Casa America.
Tanto più preziosa e difficile in tempi di
intolleranze e di nuovi muri innalzati per
dividersi e odiarsi.
Buon compleanno dunque, Casa America e mai augurio fu più sincero. Che
gli anni a venire dimostrino che la memoria non è un optional per intellettuali
annoiati, ma è un saggio antidoto, indispensabile contro i vecchi e i nuovi
razzismi. Scoprire da dove veniamo per
capire dove andiamo. La formula è
antica ma più che mai valida.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
C’era una volta
RAI International
CARLO ROGNONI
GIÀ PARLAMENTARE ITALIANO E CONSIGLIERE D’AMMINISTRAZIONE
C’era una volta Rai International… poi
arrivò la crisi economica e ispirati dalla
logica del risparmio, della spending review,
quello che era l’importante contributo
della presidenza del Consiglio dei ministri
alla Rai perché tenesse alta e rafforzasse
l’immagine dell’Italia nel mondo, si è
progressivamente ridotto. Oggi palazzo
Chigi eroga alla Rai un contributo di 7
milioni di euro all’anno, quando negli
anni delle vacche grasse era di 35 milioni.
Il risultato è che l’offerta internazionale
della Rai … ha cambiato nome! Adesso
si parla di Rai World. E i più di cento giornalisti che contribuivano a mettere in
onda programmi originali di informazione,
di calcio, di intrattenimento sia televisivi
sia radiofonici sono stati “rottamati”.
Diciamo la verità: anche nei vecchi tempi
l’offerta dei palinsesti che la Rai metteva
in campo sugli schermi di mezzo mondo
non è mai stata all’altezza di quella che è
l’ambizione di un Paese che ha il più
straordinario patrimonio culturale, il più
grande giacimento - come si diceva una
volta - di arte, pittura, scultura, siti ar-
RAI
cheologici. Ora è vero che i soldi non bastano a fare e garantire la qualità e tuttavia
con pochi soldi è più difficile lavorare,
mettere in onda programmi degni di attenzione e anche magari di essere esportati.
Ed è più difficile vincere il confronto dell’offerta di audiovisivi con altre importanti
televisioni pubbliche europee. La Francia,
la Germania - per non parlare di Bbc
World - non solo diffondono programmi
originali ad hoc in francese, tedesco,
inglese, ma questi Paesi si sono dati l’obiettivo di far conoscere la loro cultura, di diffondere la loro lingua, di far apprezzare il
meglio delle loro capacità di produzione
di audiovisivi.
C’è la possibilità che presto, nei prossimi
anni, si rimedi al vuoto di immagine
che sicuramente ha il nostro Paese rispetto alle televisioni di altri Paesi europei? C’è una frase che il premier
Matteo Renzi ha pronunciato che lascia
ben sperare. Intanto ha detto che vuole
che la Rai si meriti il riconoscimento di
grande azienda culturale europea. “La
più grande” ha detto. E poi ha aggiunto:
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
“Deve diventare la vetrina del nostro
Paese nel mondo”. Un impegno ambizioso. Ma soprattutto una sfida per il
nuovo vertice della Rai che Renzi ha in
mente. Non c’è dubbio infatti che cambierà la legge Gasparri, mandando in
soffitta gli attuali criteri di nomina del
consiglio di amministrazione e del direttore generale. E arriverà un amministratore delegato con ampi poteri e
con una missione ridefinita. Anche perché c’è un’occasione da non perdere.
Nel maggio 2016 scade la concessione
ventennale del servizio pubblico alla
Rai. Va dunque presto rinnovata e nel
bel mezzo di una straordinaria rivoluzione tecnologica qual è quella che
tutto il Sistema dei Media sta vivendo
con l’invasione della Rete, del Web, il
compito del governo è di rifondare la
Rai, che da broadcaster deve trasformarsi
in Media Company. E anche grazie alla
potenza della Rete l’immagine dell’Italia
attraverso gli audiovisivi può sperimentare nuove strade.
Da ex membro del consiglio di amministrazione dell’azienda di viale Mazzini
mi permetto di indicare quelle che dovrebbero essere delle assolute priorità: un
canale in lingua inglese, un canale dedicato
al Mediterraneo e un impegno straordinario
per far arrivare la nostra voce e la nostra
cultura in America Latina. Perché l’America
Latina? Intanto perché dentro di noi sappiamo bene che se non fossimo europei
vorremmo essere latinoamericani! E’ in
quel continente che vivono già milioni di
italiani, è in quel continente che parlano
239
spagnolo, portoghese. E tantissimi parlano
e capiscono l’italiano.
Quello straordinario lavoro che fa da
quindici anni la Fondazione Casa America voluta e presieduta da Roberto
Speciale non può essere lasciata sola,
unica testimonianza forte del senso di
responsabilità e di vicinanza culturale
che sentiamo verso quella parte del
mondo che ci è tanto cara.
Mi piace sperare che la Rai presto
“cambi verso” e pensi di poter usare
anche quel patrimonio di conoscenze
che abbiamo a Genova, grazie alla Fondazione Casa America. E questo per
sviluppare contenuti, format, fiction che
parlino di noi all’America Latina e dell’America Latina a noi.
Oggi Rai World offre tre canali televisivi
nei paesi extra europei: Rai Italia, che è
un canale generalista con “il meglio” della
produzione Rai; Rai News 24, canale di
informazione in diretta 24 ore su 24; Rai
World Premium che è un canale tematico
interamente dedicato alla fiction italiana.
In particolare Rai World Premium, lanciato
all’estero nel 2013, è presente in tre Paesi
(Argentina, Repubblica Dominicana, Panama) con circa 30 mila case raggiunte.
Rai News 24, con accordi in quattro Paesi
(Costa Rica, Repubblica Dominicana, Honduras e Uruguay) è disponibile complessivamente in 22 mila case.
Insomma c’è davvero ancora molta
strada da fare da parte del servizio pubblico per conquistare all’Italia un posto
d’onore nel dialogo con tutti i Paesi
che fanno parte dell’America Latina.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Genova e la “Merica”,
andata e ritorno
TERESA TACCHELLA
GIÀ GIORNALISTA TGR
LIGURIA
Le prime immagini sono in bianco e nero
e raccontano di vecchie partenze. Poi, i
nuovi arrivi e un mondo a colori che da
qualche tempo disegna Genova.
Viaggi di andata e di ritorno che si intrecciano. Con pesanti, e straordinari, bagagli
culturali. Le storie di migrazioni di ieri e
di oggi si incontrano idealmente ai piedi
della lanterna, vicino a quei moli che ricordano chi tanto tempo fa si avventurava
oltreoceano e che oggi accolgono la moltitudine di persone che qui approdano da
altre sponde. Sempre in cerca di fortuna,
di un futuro possibile.
È un po’ questo il mio personale filo della
memoria che tratteggia l’evoluzione di
Casa America, uno dei centri culturali più
attivi e interessanti del panorama ligure e
non solo. E mi piace srotolare questo filo
attraverso alcune immagini trasmesse
dalla Rai in TG e rubriche a livello regionale
e nazionale, ma anche diffuse in molti
casi in altre parti del mondo. Ben poca
cosa rispetto alle innumerevoli iniziative
di produzione e divulgazione culturale di
Casa America.
Immagini che raccontano di incontri, mostre, spettacoli, concorsi, libri, ricerche,
corsi di lingue spagnola, portoghese e
italiano per i nuovi arrivati. E se questo
viaggio di conoscenza è cominciato soprattutto con gli incontri e le iniziative
editoriali per approfondire la pagina storica
dell’emigrazione e di alcuni più o meno
conosciuti protagonisti, rigorosamente
poco considerati o dimenticati in patria,
nel tempo si è arricchito di nuove occasioni
culturali che hanno avvicinato i due mondi,
facendo di Genova un “ponte” fra Italia
e America Latina. Ricordo per esempio, i
temi della pace, dei diritti e della solidarietà
che hanno portato alla nascita dell’Associazione delle donne latinoamericane (la
donna, emerge da uno studio dell’Università genovese, è l’asse centrale della
migrazione). Poi, la campagna per i “ninos” argentini colpiti duramente dalla
crisi, il commercio equo e solidale.
I viaggi culturali ripercorrono storie straordinarie, come nelle giornate dedicate ai
Paesi latinoamericani, un esempio per
tutti la settimana del Messico. Un tuffo
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
nella storia della rivoluzione messicana,
dei suoi leader, personaggi conosciuti sui
libri o al cinema come Francisco Madero,
Emiliano Zapata e Pancho Villa, della sua
avanzata costituzione nata nel 1917 e diventata un punto di riferimento per molti
in Europa. Nella vecchia sede di Villa Rosazza, gli scatti dei pionieri del reportage
fotografico in America Latina, i fratelli
Casasola, che raccontano in modo straordinario il movimento degli eventi e il
volto espressivo dei protagonisti. Tra questi
ultimi, incontriamo anche la grande fotografa Tina Modotti, emigrante udinese
approdata in Messico. Il suo sguardo ci
mostra altri scatti di quel periodo di grande
fermento culturale: l’ingiustizia della povertà, la dignità degli operai, l’orgoglio
degli indios, il volto malinconico del Messico. E poi, guidati dal canto del quetzal,
alla scoperta dei colori del Paese dell’eterna
primavera, il Guatemala, e di un’altra Genova, ma molto più piccola. E la musica
dei diversi Paesi: note vibranti, malinconiche
e sensuali che ci hanno accompagnato e
coinvolto in molte serate.
Sulle orme di illustri viaggiatori ed esploratori italiani abbiamo potuto ammirare
le bellezze naturalistiche e artistiche di
Paesi lontani ma così familiari. In Patagonia
uno dei viaggi più recenti, per ripercorrere
le strade descritte dal navigatore piemontese Giacomo Bove nel suo diario di oltre
130 anni fa. Oppure, in compagnia del
botanico e garibaldino milanese Antonio
241
Raimondi che esplorò il Perù: sua la prima
carta geografica del Paese. A lui è dedicata
una pianta, la meraviglia delle Ande.
Sempre in Perù, la cultura Inca e la
moderna pedagogia Steineriana che rispetta le persone e la natura si incontrano
in una scuola di periferia nata per aiutare
i bambini che hanno meno. E’ stato
l’erede di una antica famiglia di “curanderos” a volere questa scuola ed è lui a
portare in Italia una bella riflessione sul
consumismo del nostro tempo che nella
corsa dimentica gli ultimi.
Nello scambio di conoscenza, i migranti
di oggi ci fanno assaporare anche il gusto
e i profumi di saperi antichi, difesi e
custoditi da oltre cinquemila anni. E le
serate profumate a Casa America hanno
il sapore intenso della quinoa, cibo essenziale per le popolazioni andine. I semi
gustosi sono senza glutine e molto nutrienti. Per questo la quinoa, la cui produzione fu contrastata dai conquistatori spagnoli a favore del frumento, in quechua
vuol dire “madre di tutti i semi”. La sua
coltivazione, nelle numerose varietà, rappresenta un importante valore aggiunto
per la difesa della biodiversità, accanto
alla salvaguardia delle foreste, sempre più
minacciate. Mi sembra di buon auspicio
nutrire la cultura del cibo sano tramandato
da civiltà millenarie, un tema di dirompente
attualità.
Buon compleanno Casa America.
E buon lavoro.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
L’America Latina
e la Superba.
Una storia infinita
PIETRO TARALLO
GIORNALISTA E SCRITTORE
La Fondazione Casa America compie 15
anni. E non li dimostra. Ormai quasi maggiorenne, ha reso manifesto nei fatti e nel
suo impegno culturale una notevole creatività e vitalità. Consolidando così il suo
ruolo di rilievo nel panorama culturale di
Genova. In particolare ha portato la voce
dell’America nella nostra città riannodando
i vincoli antichi che legano la Superba a
tutto il continente americano. Una storia
infinita e suggestiva che anche i nuovi
genovesi e i giovani hanno imparato a
conoscere grazie ai numerosi convegni,
incontri, presentazioni di libri, mostre
d’arte, spettacoli e eventi vari organizzati.
Tutte attività che il suo presidente, Roberto
Speciale, ha voluto e ideato con determinazione e costanza, creatività e fantasia.
Sostenuto dai suoi validi collaboratori e
dai consigli e dall’operato dei membri
del Comitato Scientifico, a cui ho l’onore
di far parte. Sempre aperto al nuovo e attento ai cambiamenti sociali, politici e
culturali, Roberto Speciale è stato per me
un ottimo presidente con cui ho lavorato
in modo proficuo e creativo. In particolare
Complesso archeologico di Chichen Itzá
partecipando alle iniziative di Casa America
legate al Messico, paese che conosco bene
e che mi è molto caro, e alla figura di
Frida Kahlo, organizzate in occasione
della fortunata mostra delle opere della
pittrice messicana a Palazzo Ducale, che
ha riscosso un successo strepitoso.
Inoltre la scelta di spostare la sede da Villa
Rosazza al palazzo di Via Giustiniani è sicuramente vincente. Una sede più centrale
e gestibile, che si apre al cuore della città,
è un ottimo palcoscenico per l’organizzazione di incontri di alto profilo che consentano una sempre più approfondita conoscenza delle problematiche del continente americano.
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Fondazione Casa America
e l'Acquario di Genova
a Buenos Aires
Dal 26 al 28 marzo 2015 una delegazione
genovese composta da Roberto Speciale,
presidente di Fondazione Casa America,
Giovanni Battista Costa, responsabile dell’Acquario di Genova, Lorenzo Senes,
biologo marino, e Lino De Benetti, si è
Uno scorcio di Buenos Aires
recata a Buenos Aires su invito della Città
autonoma della capitale e in particolare
del deputato Enzo Pagani, presidente della
Commissione per le opere e i servizi pubblici, e dell’architetto argentino e asesor
Edgardo Salamano.
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Da sinistra: Giovanni Battista Costa, Lorenzo Senes, Sergio Brignardello, presidente della mesa directiva del
Boca Juniors, Lino De Benetti, Roberto Speciale, Enzo Pagani ed Edgardo Salamano
L’occasione è nata per presentare pubblicamente l’esperienza dell’Acquario di
Genova nella sede del Comune di Buenos
Aires e nel quartiere La Boca. Nel corso
degli incontri si è discusso anche dei
legami da rinsaldare e rafforzare tra le
città di Genova e Buenos Aires e le due
rispettive Autorità portuali. In particolare
Roberto Speciale ha consegnato all’amministrazione della capitale argentina una
lettera del Sindaco di Genova che esprime
l’interesse a dare un nuovo slancio agli
storici rapporti tra le città.
L’amministrazione di Buenos Aires sta
verificando la possibilità di realizzare un
acquario in quella città e in particolare
nel quartiere La Boca, avvalendosi dell’esempio di professionalità ed esperienza
di una struttura di eccellenza come l’Acquario di Genova. Nel corso della visita la
delegazione si è incontrata in più occasioni
anche con l’Ambasciatrice italiana in Argentina e con i consiglieri d’ambasciata
che hanno appoggiato ed assistito le iniziative previste nelle tre giornate della
visita della delegazione genovese.
Si sono svolte infine una visita ed un incontro nello stadio e nel complesso chiamato “La Bomboniera” con i massimi responsabili del Boca Juniors, mitica squadra
di calcio ma anche fondazione sociale
che si è sviluppata dal 1905 ad oggi ad
opera di immigrati italiani e genovesi in
particolare.
Si è dato quindi vita ad un gruppo di
lavoro tra le parti e si costituirà nelle prossime settimane un comitato di sostegno
alle iniziative previste. Una delegazione
argentina sarà a Genova nei prossimi
mesi per concretizzare gli impegni di
lavoro assunti nel corso delle visite della
delegazione genovese.
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L E AT T I V I T À
D I F O N DA Z I O N E
CA S A A M E R I CA
SCHEDE
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
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Fondazione Casa America
e l’universo femminile
Tina Modotti e Frida Kahlo
Nel 2013 Fondazione Casa America ha
organizzato a Genova la mostra "Tina
Modotti. Un nuovo sguardo (Una nueva
mirada)" a Palazzo Ducale, in collaborazione con l'Ambasciata del Messico
in Italia.
Tina Modotti nacque in Italia ma giovanissima si trasferì prima negli USA e
poi in Messico, vivendo lo straordinario
periodo, fervido di creatività artistica
ed intellettuale, che caratterizzò il Messico dopo la Rivoluzione, lavorando
come fotografa e frequentando il mondo
intellettuale del periodo successivo alla
Rivoluzione del 1910.
La mostra ha avuto un grande successo
di pubblico, registrando settemila visitatori. Della mostra è stato pubblicato
un catalogo che riproduce alcune delle
migliori fotografie e contiene diversi
pregevoli interventi sulla vita e l'arte di
Tina Modotti, sul Messico, sulla Rivoluzione Messicana e sull'arte rivoluzionaria. Sono state inoltre organizzate
alcune iniziative collaterali, in particolare
una conferenza con lo scrittore Pino
Cacucci, un ciclo di tre proiezioni cinematografiche dedicate a Tina Modotti
e al Messico, e un appuntamento gastronomico con una cena "a tema messicano".
L'anno dopo, il 2014, Fondazione Casa
America è tornata ad occuparsi dell'arte
messicana dedicando due numeri della
sua rivista Quaderni di Casa America
alla celebre artista Frida Kahlo.
Questa particolare attenzione si spiega
con la concomitanza in Italia di due
grandi mostre dedicate a Frida Kahlo.
La prima a Roma presso le Scuderie
del Quirinale, la seconda a Genova
presso Palazzo Ducale. In questo secondo allestimento erano presenti opere
anche del grande pittore e muralista
Diego Rivera. Frida Kahlo è stata non
solo un'artista importante ma ha avuto
una vita eccezionale divenendo nel
tempo icona del Messico, della messicanità e straordinaria figura femminile.
Fondazione Casa America ha poi organizzato, in collaborazione con l'associazione R. Aiolfi di Savona e il Centro
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
in Europa "Color y vida: 20 artisti per
Frida Kahlo", una mostra di venti artisti
per lo più liguri e italiani che hanno
dedicato una loro opera, creata appositamente, a Frida. Le iniziative di Fondazione Casa America su Tina Modotti e
Frida Kahlo hanno molti parallelismi e
ancor più ne hanno le due artiste che abbiamo voluto celebrare, e che si sono conosciute e frequentate. Il più evidente su
tutti: il Messico e la sua grande Rivoluzione.
Fondazione Casa America ha però voluto
soprattutto ricordare il loro essere donne.
Tina Modotti e Frida Kahlo sono state
personalità moderne e protagoniste del
loro tempo. Non sono rimaste sullo "sfondo" dell'epoca e con la loro arte e la loro
vita hanno contribuito a cambiare l'immagine delle donne oggi. Un altro contributo dall'America Latina alla nostra
cultura odierna.
(Alcune copie delle pubblicazioni citate
sono ancora disponibili a presso la
nostra sede per chi fosse interessato ad
acquisirle).
Fondazione Casa America
e le migrazioni
Fondazione Casa America nel corso
dei suoi quindici anni di esistenza ha
dedicato molta della sua attività al tema
delle migrazioni, sia la grande emigrazione italiana in America Latina e nel
Nordamerica nei due secoli scorsi, sia
la più recente immigrazione in Italia,
in particolare in Liguria, di cittadini
provenienti da alcuni Paesi del continente latinoamericano. È in questo
sta un po' lo spirito della Fondazione:
voler essere un ponte tra l’Italia e le
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Americhe, con un occhio al passato e
uno al presente. Per esempio Fondazione Casa America ha compiuto una
ricerca e i cui risultati sono stati pubblicati nel 2006 con il volume "Il dizionario storico biografico dei Liguri
in America Latina da Colombo a tutto
il Novecento", un'opera che comprende
più di 2000 nomi di migranti liguri,
noti e meno noti, che si trasferirono in
quel continente.
Più recentemente si è data vita ad una
ricerca ed una pubblicazione "I primi
italiani in America del Nord", anche in
questo caso non mancano nomi sorprendenti e aspetti curiosi.
Una storia interessante è raccontata
nel volume "Il Viaggio inaspettato" (De
Ferrari editore, 2011), traduzione in
italiano del libro "El viaje inesperado"
e pubblicato da Fondazione Casa America. L'idea nacque da una scoperta,
appunto inaspettata, fatta dal presidente
Roberto Speciale durante un suo viaggio
in Messico nel 2008 a Guadalajara. Era
presente una nutrita e apparentemente
inspiegabile comunità italiana. Il motivo
era semplice: molti marinai di navi italiane nei porti e nelle acque territoriali
messicane furono arrestati ed internati
in Messico nel 1940 nel momento dell'entrata in guerra dell'Italia nel secondo
conflitto mondiale. Quegli italiani sono
i loro discendenti. Una storia troppo
interessante per non raccontarla.
Alla presenza latinoamericana in Liguria
è stato dedicato il concorso "Sguardi
249
latinoamericani" indetto da Fondazione
Casa America nell'autunno del 2006
per le categorie: giornalismo, fotografia
e video, riservato a latinoamericani residenti in Liguria.
Nel 2011 è stata poi pubblicata la ricerca
"Migranti latinoamericani e sistema finanziario" finalizzata a comprendere i
diversi aspetti relativi alle rimesse finanziarie dei cittadini migranti verso i
loro Paesi di origine.
Il passo successivo a questa ricerca è
stato il Progetto Edubank. Il Centro in
Europa e Fondazione Casa America
hanno avviato questa iniziativa con
una precisa convinzione: che l'integrazione dei cittadini migranti nel tessuto
sociale di un territorio passi anche attraverso un processo di integrazione
bancaria. Si sono così esplorate le difficoltà che i cittadini migranti incontrano
nel rapporto con il sistema bancario
italiano. Sono stati poi organizzati incontri di lavoro e iniziative pubbliche
tra rappresentanti delle banche, esperti
del settore e mediatori culturali per
mettere a fuoco problemi e soluzioni
possibili. Ulteriori progetti di avvicinamento tra cittadini migranti e le istituzioni locali (sui temi della salute, della
cultura, del riciclo) sono stati realizzati
tra il 2013 e il 2014, sempre in collaborazione con il Centro in Europa.
(Alcune copie di queste ricerche e di queste
pubblicazioni sono ancora disponibili presso
la sede di Fondazione Casa America).
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QUADERNI DI CASA AMERICA
ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Cristoforo Colombo
e Giuseppe Garibaldi
Fondazione Casa America, nel suo intento di sottolineare e rinsaldare i rapporti tra l'Italia e l'America Latina, non
ha potuto fare a meno di dedicare alcune
delle sue pubblicazioni e iniziative a due
personaggi italiani che sono, di questi legami, la principale icona: Cristoforo Colombo e Giuseppe Garibaldi.
Fondazione Casa America nel 2006, in occasione del V Centenario della morte del
grande Navigatore, ha organizzato una
manifestazione culturale "500 anni dopo
Colombo. Mostre e conferenze" durata
nove giorni, nella quale sono state allestite
tre mostre: la mostra fotografica “Cristoforo Colombo. Protagonista: il volto” di
Giuliana Traverso; la mostra di terrecotte
colorate di Umberto Piombino “Cristoforo
Colombo: il mito in un sorriso” nonché
la mostra di pannelli “Cristoforo Colombo. Ammiraglio del Mare Oceano”.
Sempre in quelle giornate ha avuto luogo
una conferenza internazionale alla quale
partecipò anche Cristobal Colón XX, Duque De Veragua, discendente del Grande
Navigatore; è stata poi presentata la storia
a fumetti "La sfida di Colombo. Oltre
l'Oceano" disegnata dal noto cartoonist
Renzo Calegari. Ne sono stati in seguito
pubblicati gli atti.
Su Giuseppe Garibaldi, e il Risorgimento
in Italia e in America Latina, Fondazione
Casa America ha preparato numerose
iniziative e pubblicato molti volumi. In
occasione del bicentenario della nascita
di Giuseppe Mazzini fu organizzato a
Palazzo Ducale, tra il 24 e il 26 novembre
2005, il convegno internazionale "Il Risorgimento italiano in America Latina".
Pochi mesi dopo venne allestita nei porticati di Palazzo Ducale la mostra "Risorgimento fra Due Mondi" di sculture,
dipinti, filmati, volumi, documenti e oggetti di Mazzini, Garibaldi provenienti
dall’Italia e dall’America Latina.
Il 30 luglio 2007 fu organizzato a Villa
Rosazza il convegno internazionale
"Giuseppe Garibaldi: liberatore globale
tra Italia, Europa e America", svoltosi
sotto l'alto patronato del Presidente della
Repubblica, costituito da due tavole rotonde internazionali, una delle quali si è
svolta sulla nave Amerigo Vespucci.
Sull'Eroe dei Due Mondi è stato anche
indetto, tra il 2007 e il 2008, un concorso
e allestita la mostra ex libris "Il Generale
Giuseppe Garibaldi: le imprese e i ricordi". Una delle più importanti pubblicazioni realizzate da Fondazione Casa
America è certamente "Garibaldi. Icono-
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
grafia tra Italia e Americhe" dove sono
raccolte le immagini e le schede analitiche
dei monumenti dedicati all’Eroe presenti
nelle Americhe e testi di esperti italiani e
251
americani, con più di 200 fotografie.
(Alcune copie di queste ricerche e di queste
pubblicazioni sono ancora disponibili presso
la sede di Fondazione Casa America).
Fondazione Casa America
e le mostre
Sin dai suoi esordi Fondazione Casa
America ha riconosciuto all'attività artistica un ruolo fondamentale nella comunicazione e nello scambio tra le
culture latinoamericane e quella italiana. Non è un caso che già durante la
Semana Argentina del giugno-luglio
2000, la manifestazione che aprì ufficialmente l'attività della Fondazione,
vennero inaugurate ben quattro mostre
fotografiche esposte a Villa Rosazza e
a Palazzo Ducale.
Sono seguite anche mostre di pittura,
scultura, ceramiche, ex libris, documenti e oggetti storici e artigianali.
Ogni settimana culturale di Fondazione
Casa America rivolta ad un Paese dell'America Latina è stata accompagnata
da un esposizione di artisti o fotografi
di qualità.
In questi quindici anni di storia della
Fondazione, un posto di prestigio è
stato assegnato agli ex libris, foglietti che
vengono lavorati con diverse tecniche di
incisione con lo scopo originale di personalizzare un libro, ma divenuti sempre
più vere e proprie opere d’arte da collezionismo. Fondazione Casa America ha
curato tre mostre di ex libris: nel 2004
"Introduzione all'ex libris latinoamericano" aveva lo scopo di valorizzare le
produzioni artistiche in America Latina;
"Il generale Giuseppe Garibaldi. Le imprese e i ricordi" tra il 2007 e il 2008,
sempre con una folta partecipazione di
artisti latinoamericani, intendeva celebrare l'Eroe dei Due Mondi; "Migrazione e cultura in America e in Europa"
(2009) era dedicata alla migrazione storica italiana attraverso l'oceano verso
l'America Latina. Le mostre di ex libris
non sono rimaste solo in Italia ma
hanno viaggiato in diversi Paesi: Cuba,
Messico, Nicaragua, Perù, Repubblica
Dominicana, Venezuela.
Una nostra mostra che vogliamo ricordare in particolare per la sua importanza è stata quella degli artisti
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ITALIA - AMERICA LATINA. UN PONTE LUNGO QUINDICI ANNI
Wilfredo Lam e Alfredo Sosabravo, nell'ambito delle Giornate culturali su
Cuba del novembre 2009.
Un' altra mostra molto originale è stata,
sempre a Villa Rosazza, quella intitolata
Genoa, Sampdoria e l'America Latina
allestita nel 2011. Non solo fotografie
ma documenti, filmati, magliette di calciatori e altri cimeli che ricordano la
presenza di giocatori latinoamericani
nella storia delle due compagini calcistiche della città di Genova.
Altre mostre importanti che vogliamo citare sono l’Archivio dei fratelli Casasola,
considerati i pionieri del reportage fotografico in Messico e in America Latina
(2006) e, nel 2011, e l’esposizione di una
preziosa collezione di 82 maschere nicaraguensi in legno (prestate dall’Istituto
di Storia del Nicaragua e del Centramerica) realizzate nel periodo compreso tra
il XVIII e gli inizi del XX secolo.
Il trasferimento della sede della Fondazione in via dei Giustiniani non ha rallentato l'attività espositiva di Casa
America, tant’è vero che, dopo solo due
mesi, il loggiato di Palazzo San Giorgio
dell’Autorità Portuale di Genova ha
ospitato "Color y vida: 20 artisti per
Frida Kahlo" mostra di quadri e sculture di artisti che hanno dedicato appositamente una loro opera a Frida Kahlo.
Inaugurazione della mostra di maschere nicaraguensi a Fondazione Casa America
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La rivista
Quaderni di Casa America
è arrivata al n. 20!
I volumi arretrati posso essere richiesti scrivendoci ([email protected])
o telefonandoci (010 2518368)
I NUMERI ARRETRATI
1)
Guatemala
2)
Argentina
3)
Immigrazione ed integrazione in Liguria
4)
Cuba
5)
Tra Italia e Perù: l’attualità di Antonio Raimondi
6)
Repubblica Dominicana. Juan Bosch e l’Italia
7)
Paraguay
8)
Brasile. Un grande Paese che guarda al futuro
9)
Italiani a Cuba
10)
Migranti latinoamericani e sistema finanziario
11)
Messico
12)
Il calcio tra Italia e America Latina
13)
Perù. Incontro al futuro
14)
Ecuador. Paese del “buen vivir”
15)
Il pensiero politico in America Latina
16)
Venezuela - Italia. Storia, attualità, futuro
17)
Frida Kahlo tra Messico e Italia
18)
Color y vida: 20 artisti per Frida Kahlo
19)
Bolivia
20/21) Italia - America Latina. Un ponte lungo 15 anni
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nome e cognome dell’abbonato e indirizzo
presso il quale si vuole ricevere la pubblicazione)
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Tutte le pubblicazioni
di Fondazione Casa America
Le pubblicazioni di Fondazione Casa America possono essere richieste
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Garibaldi. Iconografia tra Italia e Americhe
Giuseppe Garibaldi: liberatore globale tra Italia,
Europa e America
Il Generale Giuseppe Garibaldi e l’America Latina.
Le imprese e i ricordi
Sguardi Latinoamericani in Liguria
Gli italiani in America Latina
500 anni dopo Colombo
La Sfida di Colombo. Oltre l’Oceano
Il volume è pubblicato in tre edizioni
(italiano, spagnolo e portoghese)
Dizionario storico biografico dei Liguri in America
Latina. Da Colombo a tutto il Novecento
Il Grifone e l’Armadillo.
L’interscambio di immagini culturali tra le due
sponde dell’Oceano
Il Risorgimento Italiano in America Latina
Risorgimento tra Due Mondi
Immagini del Risorgimento Italiano in America Latina
Migrazione e cultura in America e in Europa. Gli ex
libris illustrano e narrano
Un mare di sviluppo tra Italia e America Latina. Porti,
trasporti, logistica
I primi italiani in America del Nord. Dizionario
Biografico dei liguri, piemontesi e altri. Storie e
presenze italiane tra Settecento e Ottocento
Il Risorgimento italiano. Una grande storia scritta dai
giovani. La componente democratico-repubblicana
del Risorgimento. Il ruolo dei Liguri
Va là che vai bene. L’emigrazione da Masone e dalla
Valle Stura verso l’America tra ‘800 e ‘900
Il viaggio inaspettato
Porti e città: una strategia globale e locale
La musica. Contesto e pretesto nella storia
Tina Modotti e il Messico
Fondazione Casa America, via dei Giustiniani, 12/4 - Tel. 010 2518368 - Fax 010 2542183
[email protected] www.casamerica.it
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FINITO DI STAMPARE
NEL MESE DI APRILE 2015