gestione della classe e nuove problematiche
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gestione della classe e nuove problematiche
GESTIONE DELLA CLASSE E NUOVE PROBLEMATICHE RELAZIONALI Formazione neoimmessi in ruolo a.s. 2014-2015 Scuola PLO 3 – “L. Einaudi” Chiari Dirigente scolastica Prof. ssa Vittorina Ferrari EDUCARE AD APPRENDERE •Quale istruzione nella sfida della complessità? •Stacco generazionale •Temporaneità degli strumenti e delle metodologie •Pluralità delle conoscenze e degli attori • necessità della mediazione del docente per il soggetto che apprende QUALI PROBLEMATICHE RELAZIONALI? Solitudine Leadership negativa Impulsività Iperattività Bullismo Disistima MOLTEPLICI GESTIRE E ORGANIZZARE GESTIONE: insieme di processi anche amministrativi ORGANIZZAZIONE: condizioni e modalità adottate dall’insegnante per consentire alla classe di essere contesto per la partecipazione e per il coinvolgimento di tutti COME ACCOGLIERE DOGANIERI Limitare i passaggi di campo solo a quelli consentiti Stabilire l’esatta appartenenza dei passeggeri Definire il proprio sistema di regole TRADUTTORI Rispettare le particolarità culturali di ciascun interlocutore Lavorare per l’integrazione e per la comunicazione Sviluppare significati condivisi Favorire le opportunità di dialogo e di relazione AULA E CLASSE QUALE AMBIENTE? Le modalità di accoglienza stabiliscono UNA RELAZIONE e definiscono nel tempo il modo in cui l’allievo può sentirsi accettato o cercare accettazione. D.M. 18 settembre 2002, n.100 “L’ambiente e l’accoglienza rappresentano due momenti essenziali e preliminari a un’integrazione non problematica di bambine e bambini nel contesto scolastico. Sono un momento privilegiato di incontro tra la scuola e la famiglia, di reciproca presentazione, conoscenza, scambio informativo e soprattutto di consapevole collaborazione” C.M. 10 gennaio 2014, n. 28 “Le scuole che accolgono bambini anticipatari debbono rivolgere agli stessi particolare attenzione e cura, soprattutto nella fase dell’accoglienza, ai fini di un efficace inserimento”. MANAGEMENT ANTICIPATORIO Dall’inizio: La prevenzione è la chiave per una gestione efficace esplicitare progressivamente le regole Le abitudini le norme da utilizzare nel gruppo classe. ( Jere Brophy, Motivare gli studenti ad apprendere) ORGANIZZAZIONE SPAZIO COLLETTIVO AULA Dimensioni, abbinamento aula-classi Disposizione banchi: a U, singoli, in file, disordinati, raggrupati….. Finestre, porta, Cestino spazzatura Assegnazione dei posti agli alunni rumori, pulizia Mobili, appendiabiti, cartelloni, lim, vdp Personalizzazione, addobbi, aula vissuta ORGANIZZAZIONE AULA: SPAZIO INDIVIDUALE Condivisione di regole comuni concordate a livello di consiglio di classe ( alcuni esempi) Collocazione materiali Materiale necessario Avere del materiale di riserva in classe Tenere sul banco solo il materiale necessario Controllo periodico del materiale FATTORI PRESENTI NELLA CLASSE Conoscenze e vissuti diversi Emozioni Comportamenti Apprendimenti Demotivazione Scoraggiamento Insuccesso Diversità SCUOLA: NUOVO CONTESTO DI APPRENDIMENTO L’apprendimento: non più acquisizione di informazioni MA ATTIVITA’ ORIENTATA a migliorare la conoscenza per la comunità di cui si è membri • Apprendimento come PROCESSO ATTIVO: azione soggettiva dell’alunno e interazione con conoscenze proposte da altri. CAPACITA’ DI ATTIVAZIONE . Soggetto attivo del proprio processo di apprendimento come pure in quello di gruppo (J.S. Bruner) CAMBIAMENTO DI PROSPETTIVA Insegnante come mediatore- facilitatore di apprendimenti Scuola: comunità di apprendimento Classe come ambiente di crescita Natura sociale dell’apprendimento e della conoscenza QUALI STRUMENTI •Programmazione didattica annuale •Scelta della metodologia didattica: lezione, lavoro di gruppo, ricerca, laboratorio, didattica laboratoriale •Equilibrio tra momenti di ascolto e momenti di attività •Preparazione delle singole unità (ud, udl, uda) •Criteri di valutazione (dar valore) •Valutare diverso da misurare DISTINZIONE TRA ISTRUTTORE E EDUCATORE ISTRTUTTORE EDUCATORE Riproduce indicazioni sempre uguali Impartisce istruzioni Finalizza le azioni ai risultati immediati ( profitti) Terminata l’attività, chiude i contatti e va a casa unidirezionalità Escogita strategie sempre nuove ed innovative Consiglia tecniche individualizzate Sceglie intenzionalmente le azioni da compiere atteggiamenti educativi: autorevolezza, reciprocità, incoraggiamento Rispetta e valorizza i ritmi di ciascuno DOCENTE COME FACILITATORE Carl R. Rogers: l’educatore è un facilitatore della comunicazione: -Autenticità nella comunicazione -Accettazione: predisposizione -- ad ascoltare l’altro Comprensione empatica: comprendere il più possibile i nostri interlocutori ( studenti e docenti) ATTEGGIAMENTI EDUCATIVI ATTEGIAMENTO DELL’INTENZIONALITA’: Riflettere individualmente, parlare con gli studenti e con i colleghi. Interrogarsi INSIEME. Prima di parlare e di agire in modo automatico, ricordarsi di ascoltare ATTEGIAMENTO DELL’AUTOREVOLEZZA: prevede l’assertività, linguaggio chiaro e diretto. Prendere atto del bisogno degli alunni di rendersi indipendenti ; concordare con loro alcune regole pratiche di comportamento ATTEGIAMENTI EDUCATIVI RECIPROCITA’: dialogo e scambio. INCORAGGIAMENTO: vedere gli aspetti positivi e non solo i rischi dei comportamenti. Fiducia nelle risorse degli allievi. • RIMOTIVAZIONE degli alunni e dell’insegnante (Preparazione collegiale delle lezioni non individuale, anche di discipline diverse; cooperare e negoziare con i propri studenti la costruzione del sapere) EDUCAZIONE ALLA CONSAPEVOLEZZA CAPIRE LA FINALITA: sollecitare l’alunno a domandarsi COSA APPRENDE e PERCHE’ lo sta apprendendo TROVARE LA MOTIVAZIONE ESTRINSECA dell’apprendere RIORGANIZZARE E FINALIZZARE la conoscenza: analisi della situazione di partenza •la scuola non sola agenzia educativa: saperi informali e non formali APPRENDIMENTO SIGNIFICATIVO e non meccanico ( Novak) I FATTORI DEL PROCESSO DI APPRENDIMENTO ANALIZZARE SITUAZIONI PROBLEMATICHE DIVERSE: caratteristiche degli allievi. Prevedere quali aspetti possano essere accattivanti per la classe STRATEGIE FORMATIVE DIFFERENZIATE: tempi di apprendimento variabili da studente a studente e tipologia degli stili di apprendimento, rispetto della diversità di ciascuno OPERARE MEDIAZIONI CULTURALI LA MEMORIA IMPLICITA Ogni alunno presenta modalità di reazioni emozionali ripetute e quasi automatiche che mette in atto. Spesso le interazioni non vengono registrate dalla coscienza e sembra che la persona non se ne accorga MEMORIA IMPLICITA e ALFABETIZZAZIONE EMOTIVA E RELAZIONALE I TEMPI dell’APPRENDIMENTO (W.Glasser) Impariamo Il 10% di ciò che leggiamo Il 20% di ciò che ascoltiamo Il 30 % di ciò che vediamo Il 50 % di ciò che ascoltiamo e vediamo Il 70 % di ciò che discutiamo Il 90 % di ciò che spieghiamo a qualcun’altro (attenzione alla modalità) MODALITA’ DI INTERAZIONE “Chiedi aiuto, se ne hai bisogno” Condivisione delle doti dei singoli, potenzia le risorse del gruppo “Tutti mi dovete dare un parere” e “Il tuo parere è importante” Disponibilità reciproca di feedback per incrementare le responsabilità assegnate e migliorare le prestazioni “Non adattarti, cerca una nuova strada” Stimolazione reciproca alla partecipazione e al coinvolgimento personale “Il confronto migliora la soluzione” Influenza reciproca per raggiungere gli obiettivi comuni. “Se tu ti impegni, mi impegno anch’io” e “Le tue azioni possono modificare le mie” Azioni che danno o ottengono la fiducia. Cosa valutare: TUTTE LE DIMENSIONI DELL’ESPERIERZA FORMATIVA: acquisizione conoscenze, vissuti emotivi, voti, motivazione impegno, fatica, sforzo, punto d’arrivo e percorso per raggiungerlo, studio individuale e apprendimento cooperativo, competenze scolastiche e esistenziali… Livelli di valutazione: Percorso coinvolgimento Risultato AUTOVALUTAZIONE INSEGNANTE VALUTAZIONE individuale –gruppo-classe INDIVIDUALE: quale contributo hai dato, quanto hai imparato da/con gli altri, cosa hai migliorato di te in questa esperienza e come? Quanto hai migliorato gli altri, quali contenuti hai assimilato, che padronanza hai, chi ti ha aiutato di più a apprendere meglio, come il gruppo ha migliorato le competenze di tutti, che domande hai posto, che risposte hai ottenuto, come vuoi essere aiutato per apprendere meglio, come pensi di aiutare gli altri e di contribuire al successo del gruppo? DI COPPIA o DI GRUPPO: come valutiamo il lavoro di gruppo, quali le criticità e come sono state superate,quale collaborazione e coinvolgimento, quale valorizzazione del contributo di tutti, come migliorare la collaborazione? DI CLASSE: valutare il senso del gruppo, chi ha partecipato più/ meno, chi ha portato contributi, chi ha più influenza quando parla, chi è autoritario, direttivo, conciliatore, decisionale, creativo, chi si è impegnato, chi ha dato sostegno, accoglienza, aiuto, rispettate le regole del gruppo? qualcuno escluso/bloccato/aggredito, create tensioni, comunicazione (monopolizzare/facilitare), contributi (idee proposte disaccordi),integrazione di gruppo, obiettivi: chiari, chiariti, accettati, collaborazione, competizione, procedure efficaci, ascolto, COME VALUTARE Aggiungere alla modalità quantitativa, una metodologia di valutazione qualitativa: metodi narrativi, riflessioni metacognitive, questionari di autovalutazione. Indivuale e collettiva: metodo di studio, incidenza dell’autostima sull’apprendimento, schede valutazione della motivazione, questionari sul clima di classe e sulla collaborazione di gruppo. composizioni scritte, orali, progetti, portfolio FATTORI DI MAGGIORE COESIONE DEL GRUPPO Definizione dei confini (regole condivise) Sensazione di partecipare al raggiungimento di un obiettivo condiviso Riconoscimento delle proprie risorse ALCUNI MODELLI DI CL Learning together Peer tutoring Reciprocal Teaching Per implementazione principi che caratterizzano i gruppi cooperativi 1. il principio della leadership distribuita 2. il principio del raggruppamento eterogeneo 3. il principio dell'interdipendenza positiva 4. il principio dell'acquisizione delle competenze sociali 5. il principio dell'autonomia del gruppo PEER TUTORING Metodo basato su di un approccio cooperativo dell'apprendimento. Gli allievi vengono divisi in coppie o in piccoli gruppi e si sceglie di volta in volta uno di loro per svolgere il ruolo di docente e spiegare ai suoi compagni il tema da trattare o aiutarlo a procedere di volta in volta con più indipendenza. I tutors possono smettere gli abiti dello studente "passivo" e per assumere un ruolo responsabile e propositivo, nel quale ciascuno possa misurare le proprie capacità di comunicazione e, nel confrontarsi con le risposte della classe, verificare gli effetti concreti del proprio lavoro. La Peer Education inoltre presuppone che i tutor abbiano acquisito delle specifiche competenze relazionali, e la capacità di crearsi un metodo di lavoro. LEARNING TOGETHER Applicazione della tecnica del Leraning Circles SERIE PRECIDA DI PASSAGGI: 1. Decisione preliminare: dimensione dei gruppi e regole per la loro formazione, ruoli e organizzazione dei materiali 2. Impostazione del lavoro: assegnazione del compito, illustrazione criteri di valutazione, interdipendenza 3. Monitoraggio del funzionamento dei gruppi 4. Valutazione della qualità del lavoro svolto, anche con la tecnica della narrazione( punti di forza e di debolezza) RECIPROCAL TEACHING È una modalità di allenamento all’uso delle abilità sociali e linguistiche complesse Simulazione svolta dal docente Ruolo del conduttore e dell’osservatore Discussione sui punti di forza e di debolezza IL GRUPPO DI LAVORO La classe può essere intesa come un gruppo di lavoro, ed ha bisogno dei seguenti elementi per essere considerata tale: OBIETTIVI: sono una “tensione verso il futuro” e creano una forma di identificazione dei membri di un gruppo. METODO: da un lato efinizione dei criteri per l’azione del gruppo e dall’altro le modalità che strutturano, nel tempo e nello spazio, l’intervento di un gruppo. RUOLI:ciascun membro del gruppo può apprendere, se trova il giusto spazio, ad assumersi ruoli diversi ed esserne mano a mano sempre più consapevole ( il conservatore, il negoziatore, il realizzatore, il creativo, il comunicatore, ecc.) IL GRUPPO DI LAVORO LEADERSHIP: un buon leader deve avere una serie di caratteristiche come la flessibilità, l’orientamento al dialogo, l’inserimento nelle situazioni, la lealtà verso le decisioni del gruppo, l’attenzione alle relazioni personali, il riconoscimento della competenza. COMUNICAZIONE: la comunicazione “fa” il gruppo. AMBIENTE: è dato dall’insieme delle percezioni, dei vissuti, dei sentimenti del gruppo e dipende dai modelli culturali dei gruppi. Spazi e tempi per una “vita di gruppo”. Il più delle volte, a scuola, i ragazzi agiscono individualmente: fa un compito, legge un testo, crea un elaborato… ma si dimentica che lo fa comunque all’interno di un gruppo: ciascuno è accolto con altre persone che condividono con lui un tempo e uno spazio. I ragazzi aggressivi o aggrediti sono accomunati dalla tendenza più o meno manifesta a essere isolati e a isolarsi. Uno spazio per il cambiamento. L’attività di gruppo può diventare lo “spazio per un cambiamento osservabile”, per predisporre, realizzare, valutare trasformazioni nelle seguenti relazioni: • relazione con se stesso (autorappresentazione) • relazione con gli altri ( rappresentazione della comunità) • relazione con gli adulti (rappresentazione di un riferimento) AZIONI DEL CONSIGLIO DI CLASSE Mettendo assieme i diversi modelli di gestione della classe (punti forti e aspetti da migliorare), costruire un modello di gestione della classe condiviso. Domanda guida: quali impegni comuni vi assumete come team o consiglio di classe? Quali conferme e quali nuovi impegni comuni assumere per orientarsi verso una gestione della classe su idee di apprendimento significativo e comprensione profonda? COME AFFRONTARE LE CITICITA’ A SCUOLA. Superare la logica della polarizzazione Una delle modalità di gestione del conflitto è quella detta “modalità violenta”, logica di polarizzazione, bene da una parte e il male dall’altra, la conclusione del conflitto nella prevalenza di una parte sull’altra. Ciascuna parte in causa attribuisce all’altra la colpa del conflitto, la violenza, mentre si genera un meccanismo di auto assolvimento per se stessi. Sviluppare capacità di “decentramento assumere un punto di vista diverso e sviluppare l’empatia. Porsi in situazione di ascolto e di percezione del quadro di riferimento interno anche dell’altro, prendere le distanze da sé e dalle proprie abituali modalità di comportamento e di giudizio. •Preferire la cooperazione alla competizione e la creatività alla routine relazionale nella gestione dei conflitti. Il conflitto deve essere visto come sfida alla cui soluzione tutte le parti possono e devono partecipare. La MEDIAZIONE non interviene dunque per negare il conflitto, ma per “gestirlo” partendo da situazioni concrete. Sbloccare i canali della comunicazione. MEDIARE = aprire nel mezzo. quali suggerimenti per l’insegnante? costruire ambienti di apprendimento per favorire l'esperienza diretta attraverso il processo di costruzione della conoscenza (maggiore responsabilizzazione degli studenti, ruolo di facilitatore dell'insegnante) promuovere esperienze diversificate di comprensione e verifica (risolvere lo stesso problema in diversi modi) inserire l'apprendimento in contesti realistici e rilevanti (osmosi tra teoria e vita reale) incoraggiare l'uso di più media e linguaggi promuovere l'autoconsapevolezza del processo di costruzione della conoscenza (metacognizione) favorire interpretazioni multiple per lo sviluppo della flessibilità cognitiva promuovere l'autonomia personale e il controllo dell'apprendimento inserire le ragioni dell'apprendimento internamente alle attività didattiche attivare feedback per l'apprendimento sostenere il coinvolgimento degli studenti in processi di apprendimento intenzionale, incoraggiando l’esplorazione dell'errore Caratteristiche dell’insegnante 1 2 3 4 5 6 7 8 9 osservatore sperimentatore educatore complice rassicurante educatore sperimentatore educatore multitasking adattabilità costruttiva disponibile deciso si mette in gioco si mette in discussione pronto all’ascolto autorevolezza efficace comprensivo disponibile al confronto regista ascolta l’alunno si mette in giusta … spiazza cambiando contesto alla ricerca di nuove strade figura di riferimento Stupisce/si stupisce scopre sperimenta studia approccio deduttivo lezione del docente approccio induttivo per domande riflessive per sequenza lavoro di gruppo analisi di caso esercitazione simulazione role playing problem solving discussione discussione guidata brainstorming/circle time verifica/valutazione misurativa/sommativa formativa