Bollettino Aprile 2014

Transcript

Bollettino Aprile 2014
Anno II -
Nissan 5774
Numero 4
Aprile 2014
IL BOLLETTINO DELLA COMUNITA EBRAICA !
E’ arrivato Nissan il mese più lieto dell’anno.
Pesach è alle porte ed una serie di adempimenti affollano la nostra mente.
Le tradizionali pulizie delle abitazioni sono iniziate da tempo, le matzot sono
state prenotate, i partecipanti al seder sono già stati definiti in ogni famiglia;
anche i cibi, che verranno serviti, sono già stati pensati.
Nella Torà ci viene indicato l’obbligo perpetuo di ricordare la notte del 14 di
Nissan in cui, “..dopo 430 anni le schiere dell’Eterno uscirono dal paese
d’Egitto..”, …”per sette giorni mangerai pane senza lievito ed il settimo giorno
si faccia una festa all’Eterno..”, ”…al tempo stabilito nel mese di Aviv..ed
immolerai la Pasqua all’Eterno…nel luogo che il Signore avrà scelto per dimora
del suo Nome…”.
La Mishnà, in Pesachin, ci indica l’andamento dell’antico Seder che i Maestri nel
Talmud hanno interpretato fornendoci la sequenza delle fasi della cerimonia.
E’ tutto pronto!
In realtà non è proprio così; dentro di noi c’è una sottile, indefinita sensazione
di impreparazione.
1
E’ la nostra anima che non si sente preparata, adeguata a cogliere tutti i
profondi significati della ricorrenza.
La lettura dei commenti all’Haggadà, la rilettura di uno dei molti testi dei nostri
Maestri, scritti per analizzare i significati della ricorrenza, possono aiutarci a
trovare ciò che ci manca:
-
sentire di essere stati liberati, noi stessi, dalla schiavitù d’Egitto
-
sentire di esistere come popolo, proprio perché fummo liberati
-
sentire che ,seguendo le norme date dall’Eterno, possiamo cominciare a
capire cosa significa essere il popolo d’Israele.
Hag Sameah a tutti dalla Redazione del Bollettino !!
-
Comunicazione della Redazione
-
Ci scusiamo per il ritardo con cui uscirà questo numero del Bollettino e per i
suoi contenuti ridotti.
Importanti, e perduranti, problemi di funzionamento delle “rotative” hanno
pesantemente condizionato il nostro lavoro ed anche la grafica.
2
Talmud Torà &
Attività Giovani
Domenica 16 Marzo: Festa di Purim
per tutti i nostri ragazzi ed anche per
gli adulti !
Quindi niente lezioni di Talmud Torà, solo
giuochi e divertimento a “briglia sciolta”.
Attori 45 bambini, spettatori 85 adulti,
hanno trascorso gran parte della giornata
in Comunità per realizzare, o seguire, il programma impostato da Hilla Lavy:
8.30
Shachrit + seconda lettura della Meghillàt Ester
10.00
Programma di giochi in maschera tra le “bancarelle”
11.30
Spettacolo interattivo di illusionismo e bolle di sapone
13.00
Pranzo sociale “open” con oltre cento partecipanti
14.30
Soirée “La Storia di Purim” - Cast: la Compagnia dei Giovani
La rappresentazione, seguita solo da una parte dei partecipanti al pranzo, ha
suscitato gli apprezzamenti del pubblico e della “critica” sia per il taglio, sia
per la insolita sceneggiatura rispetto a
precedenti rappresentazioni.
Questa giornata è stata realizzata grazie
anche a tanti volontari, più dello scorso
anno, e grazie all’entusiasmo dei ragazzi
che con la loro immaginazione e le loro
emozioni ci hanno fatto trascorrere una
giornata emozionante.
3
Aggiungiamo una carrellata di foto di alcuni
dei momenti
enti più veri della Festa,
Festa in cui
traspaiono l’impegno professionale degli
attori e momenti di sincero divertimento.
divertiment
Lo testimoniano i volti dei ragazzi,
ragazzi quando
osservano, come spettatori questa volta, i
giochi di illusionismo.
Ringraziamo Hillà, la realizzatrice operaia come si è definita, delle fantastiche
idee dei suoi ragazzi.
Ringraziamo anche il nostro Rav Didi, sempre presente ed attento a “crescere
ebraicamente” i nostri ragazzi.
4
La Pagina della Tradizione
Riceviamo dall’Ufficio Rabbinico un augurio e delle considerazioni sulla
ricorrenza di Pesach, che integralmente vi proponiamo.
Queste note, che provengono dalla fonte
più autorevole della nostra Comunità, ci
devono guidare nel rispetto della Tradizione
e della Festa.
“Hag Pesach Sameach a tutti.
La festa di Pesach, che festeggiamo per celebrare la
liberazione del popolo ebraico, è l’occasione di festa
centrale per ricordare l’uscita dall’Egitto.
In realtà, in tutte le feste della Torà – perfino a Shabbat – ricordiamo l’uscita dall’Egitto.
E non è un caso se il primo comandamento inizia con: “Io sono il Signore tuo D-o Che ti ha fatto uscire dalla
terra d’Egitto” e non, per esempio, con “Io sono il Signore tuo D-o Che ha creato il mondo, o Che ti ha
creato.”
Questo è infatti l’avvenimento straordinario da cui ha origine il popolo ebraico e inizia la sua storia. Con
questo evento, e con i miracoli che vi sono collegati, il Signore ha – esplicitamente – dimostrato al mondo
intero che solo Lui governa il creato, così che il popolo ebraico fosse preparato a fondo a ricevere la Torà. E,
se ricordare la schiavitù non è certo piacevole, Kadosh Baruch Hu ci ha fatti passare attraverso questa
tremenda esperienza per insegnarci il rispetto del prossimo, la misericordia verso tutti gli uomini, come è
scritto nella Torà: “non opprimere lo straniero, perché stranieri siete stati in terra d’Egitto”, e per mostrare
la forza di Hashem.Sono lieto che da quest’anno organizzeremo due Sedarim in Comunità, per dare a tutti
la possibilità di festeggiare Pesach nel modo migliore, così come faremo per tutte le feste. Invito quindi
coloro che sono interessati, a prendere contatto con gli uffici della Comunità per organizzare le nostre feste
nel modo migliore e per stare insieme con gioia.
Chag Sameach”
Rav Yair Didi
5
PESACH 5774
La libertà, per ogni persona, per ogni popolo, non è mai un dono che ci viene da altri,
ma è una conquista lenta e faticosa che bisogna saper meritare e conservare ogni
giorno con grande cura.
Secondo la tradizione, gli Ebrei – pur ridotti in schiavitù dagli Egizi – erano rimasti
fedeli ai propri ideali ed alle proprie usanze. Narra infatti un Midrash che essi avevano
conservato i loro nomi ebraici, l’uso della lingua ebraica e della milà.
Nel mese di Nissan, dicono i nostri Maestri, il popolo ebraico ha conquistato la libertà;
nel mese di Nissan, aggiungono, giungerà per il popolo ebraico anche la libertà ultima
e più grande, l’avvento dell’Era Messianica.
Più volte nella Torà troviamo l’ordine di osservare la Pasqua: “osserverai la festa degli
azzimi.
Per sette giorni mangerai pane senza lievito, come te l’ho ordinato, al tempo stabilito
nel mese di Aviv, perché in quel mese tu uscisti dal paese d’Egitto e nessuno
comparirà da Me a mani vuote” (Shemoth, XXIII, v 15).
E ancora: “il primo mese, il quattordicesimo giorno del mese, sull’imbrunire, sarà la
Pasqua dell’Eterno; e il quindicesimo giorno dello stesso mese sarà la festa del pane
azzimo in onore dell’Eterno; per sette giorni mangerete pane azzimo. Il primo giorno
avrete una santa convocazione; non farete in esso alcun lavoro; e per sette giorni
offrirete al Signore dei sacrifici da ardere. Il settimo giorno si avrà una santa
convocazione, non farete alcun lavoro” (Vaikrà, XXIII, vv 5-8).
E così molte altre volte è ripetuto nella Torà, nel Profeti e nei libri storici del Tanach.
Vediamo quindi che nella Torà la festa è chiamata quasi sempre “festa delle azzime”.
Da dove deriva allora il nome di Pesach?
Come si racconta anche nella Haggadà, Kadosh Baruch Hu passò oltre (pasach) le
case degli Ebrei, mentre colpì gli Egizi con la decima piaga.
Le case degli Ebrei, segnate col sangue dell’agnello, chiamato con il nome di Sacrificio
di Pesach (Korban Pesach), furono risparmiate, e di qui anche il nome della festa.
Festa che è la prima dei Shalosh Regalim, che imponevano l’obbligo al tempo del Beth
ha-Mikdash del pellegrinaggio a Gerusalemme. Oggi, nella Diaspora, noi festeggiamo
il Pesach-Chag haMatzot per otto giorni così come abbiamo l’obbligo del Seder per le
prime due sere della festa.
A partire dalla vigilia del 15 (luna piena) del mese di Nissan, mese della prima vera
commemorazione dell’uscita dall’Egitto, seguiamo le regole della Torà: la proibizione
in ogni modo del Chametz e la sua sostituzione con pane azzimo (matzot).
6
È proibito mangiare – e avere nella proprietà – prodotti lievitati di farina di frumento,
orzo, avena, segale, e farro, così come ogni cibo che si sospetta possa contenerne. In
pratica, si sostituiscono tutti i prodotti Chametz – proibiti – con prodotti preparati
apposta Kasher le-Pesach.
Esiste oggi ogni tipo di prodotti preparati e controllati per poter vivere Pesach in modo
kasher. Inoltre, allegheremo a parte una lista di prodotti permessi da poter
acquistare prima di Pesach.
La prima e la seconda sera della festa, come abbiamo detto, celebriamo nelle nostre
case – e anche pubblicamente nelle Comunità – il Seder Lel Pesach.
Attraverso la lettura della Haggadà riviviamo la storia dei nostri Padri e l’uscita
dall’Egitto, fino a capire che il valore più grande per gli uomini è la libertà, che
abbiamo ottenuto per mano di Kadosh Baruch Hu.
A partire dalla seconda sera di Pesach si inizia a contare Sefirat ha-‘Omer, che
ripeteremo ogni giorno fino alla conclusione delle sette settimane che ci porteranno
alla festa di Shavuot, la festa del Matan Toratenu.
È invalso l’uso, anche nella nostra Comunità, di benedire Kadosh Baruch Hu per il Suo
mondo meraviglioso che ha creato – la Birkat ha Ilanot – che viene recitata quando si
vedono le prime gemme sugli alberi fioriti. A Livorno la faremo, B.H., mercoledì 16
aprile alla fine della Tefillà del mattino.
Leone Haim
- ATTIVITA’ della COMUNITA’ • Il Consiglio
Dopo quella del 17 Febbraio, non sono state tenute Riunioni di Consiglio;
non sono state individuate situazioni che richiedessero delibere del Consiglio.
Per aspetti di normale amministrazione è stato sufficiente che i Consiglieri si
sentissero telefonicamente per indicare al Segretario le azioni da effettuare.
7
EVENTI
• MISCELLANEA
&
INFORMAZIONI
Forniamo una rapida carrellata degli eventi del mese di Marzo, informandovi
anche di quello che è avvenuto, o avverrà, in quello di Aprile.
14 Marzo : Visita mensile della Addetta ai servizi Sociali Ucei, Dott.sa Giulia
Albertini. Sono stati ritarati i contributi di sostentamento - spese
mediche – affitto per i sussidiati Claim’s e della Comunità.
16 Marzo : Festa di Purim (vedi sezione dedicata) che ha coinvolto oltre 130
persone tra ragazzi ed adulti. Grande successo ed entusiasmo.
25-26 Marzo : Congresso dei rabbini Europei a Budapest. Siamo stati
rappresentati da Rav Didi che ci informa, brevemente, sui contenuti del
Convegno: ” L’occasione è stata il ricordo dei 70 anni trascorsi dalla deportazione (e
purtroppo lo sterminio) degli Ebrei d’Ungheria.
Rav Admor Mikeliv, unico sopravvissuto della Shoà in
cui ha perso tutti i suoi studenti, mantiene viva la
memoria degli Ebrei sterminati, ed ha istituito la
lettura del primo versetto dello Shemà alla fine di
ogni preghiera quotidiana.
Sulle rive del Danubio gli Ebrei furono stati incatenati
dai nazisti per poi essere colpiti e gettati nel fiume, di
loro rimasero solo le scarpe. Migliaia di scarpe. Su quello stesso luogo oggi è stato eretto un
monumento in ferro che raffigura quelle migliaia di scarpe, a commemorare quel terribile
episodio. Lì Rav AdHa, autorizzato da Admor Mikeliv, ha letto lo Shemà alla presenza di tutti
noi Rabbanim.
8
Il convegno, a cui hanno partecipato i Rabbini Capo di Israele Rav Josef e Rav Lau, oltre al
ministro israeliano per le religioni e Rav Ben ….., verteva principalmente sui matrimoni misti.
Sono stati presentati dati e grafici sull’andamento del problema e ci siamo confrontati su come
affrontare la questione.
Anche io ho preso parte al dibattito, presentando dati molto
importanti e positivi della nostra Comunità, dove negli ultimi
otto/nove anni – con 16 matrimoni celebrati – non abbiamo
avuto
nessun
matrimonio
misto.
Questo
dato
in
controtendenza ha stupito tutti i presenti. Ho spiegato come
ci siamo arrivati, con l’aiuto di Kadosh Baruch Hu.
Per questo mi è stata chiesta un’intervista anche dalla radio
israeliana (Kol Israel), dove ho spiegato questo “miracolo” e
come cercare di diffonderlo nel mondo ebraico. Anche se la nostra è una piccola Comunità,
questo ci fa molto onore.
27 Marzo :
L’Architetto Filippi, Sovraintendente delle Belle
Arti di Pisa, ha effettuato il sopralluogo al
Cimitero Monumentale. L’esecuzione dei lavori,
che stanno volgendo alla fine, è stata giudicata
positivamente e sono stati rivolti apprezzamenti
sia all’impresa CLC sia al Direttore del Cantiere.
E’ stata anche dato benestare al montaggio del restaurato
cancello d’ingresso. Ha, altresì, autorizzato la Fondazione
Livorno ad effettuare il rimborso della fattura relativa alla prima
trance di lavori (oltre 77.000 Euro) da noi anticipati.
1 Aprile :
Visita incaricato del Centro Elaborazione Dati di Ucei per
l’impostazione del sistema anagrafico collegato alla nuova
contabilità privatistica, che è entrata in vigore dal 1° Gennaio.
2 Aprile :
Il Direttore della Agenzia delle Entrate della Toscana, ha fornito
parere positivo alla richiesta della Comunità Ebraica di
Iscrizione all’Anagrafe Unica delle Onlus.
9
Con decorrenza 06.03.2014 la Comunità è iscritta, come Onlus,
nel settore ASSISTENZA SOCIALE E SOCIO-SANITARIA .
Il 5%° potrà, perciò, essere devoluto alla Comunità nella
prossima dichiarazione dei Redditi 2013.
6 Aprile :
Attività Chaghim (ragazzi 5-11 anni) in Comunità con la Madrichà
Karen Di Veroli.
Pitigliano, Sala A. Brozzi h 16.30, presentazione del Volume “Un
Askenazita tra Romania ed Eritrea”. Sarà presente l’Autrice
signora Dova Cahan.
14-15 aprile: La Comunità, con l’Uff. Rabbinico sta cercando di organizzare due
Sedarim di Pesach: prima e seconda sera. Come sapete il Seder in
Comunità viene, solitamente, effettuato solo la seconda sera.
Questa importante iniziativa verrà realizzata, se riusciremo a
raggiungere un congruo numero di partecipanti.
Vi sollecitiamo, pertanto, a telefonare in Segreteria per prenotare.
Il Seder : Com’era e com’é
Il seder lel Pesach, più generalmente noto come Seder, é forse il più antico
cerimoniale che resiste, a tutt'oggi, a qualunque innovazione.
Esso é costituito da un certo numero di formalità insite nell'andamento
dell'antica cena, basata sull'agnello pasquale, dal momento degli antipasti a
quello del dessert.
Dopo la distruzione del Tempio, e la conseguente abolizione dei sacrifici, esso
ha assunto la sua orma attuale.
Per avere un'idea chiara del significato di ogni singola fase del cerimoniale é
necessario conoscere l'andamento dell'antico Seder come é esposto nella
Mishnà.
10
Ecco il testo integrale (quasi):
Pes. X, § 2: Gli si mesce il primo bicchiere di vino. I seguaci della scuola di
Shammai sostengono che si deve recitare prima la benedizione
per il giorno e poi quella per il vino.
I seguaci della scuola di Hillel sostengono invece che prima va
recitata la benedizione per il vino e poi quella per il giorno (regola
odierna).
§ 3 : Si serve.Si inizia con l'intingere la “lattuga” (traduzione di
chazzéret), fino a quando si giunge alla parpéret ha-pat. Si serve
azzima, “lattuga”, e charoset, . Rabbì El'azarben Sadoq sostiene
invece che é obbligatorio. In presenza del tempio si porta il
sacrificio pasquale.
§ 4 : Si mesce il secondo bicchiere quindi il figlio domanda (o il padre
gli insegna) :
“Che cosa c'é di diverso questa sera da tutte le altre sere, che noi
mangiamo chametz e mazà, mentre questa sera solo mazzà....”
Il padre insegna al figlio, a secondo delle sue capacità intellettuali
iniziando a narrare la parte della storia a biasimo di Israele e
termina con quella a sua lode, spigando midrashicamente tutto il
passo che inizia con le parole ”mio padre era un arameo nomade”
DeutXXVI 5.
§ 5 : Rabban Gamliel diceva: non adempie il proprio dovere chi non
pronuncia, a Pasqua, le tre espressioni : “agnello pasquale,
azzima, erba amara”.
Agnello pasquale :perché D'o passò oltre le case dei nostri padri
in egitto.
Azzima : perché i nostri padri furono liberati dall'Egitto
Erba amara : perché gli egiziani amareggiarono la vita dei nostri
padri in Egitto.
In ogni generazione ciascuno ha il dovere di considerarsi come se
egli fosse uscito dall'Egitto, come è detto (Es.XIII,8) :
“Racconterai a tuo figlio in quel giorno dicendogli: Per quello che
mi fece il Signore quando uscii dall'Egitto.”
per questo é nostro dovere lodare, celebrare, glorificare, esaltare,
magnificare, benedire, encomiare colui che fece ai nostri padri ed
a noi tutti questi miracoli: ci trasse dalla schiavitù d'Egitto alla
libertà, dalla soggezione alla redenzione, dal dolore alla letizia, dal
lutto alla festa, dalle tenebre alla grande luce.
Diciamo, dunque, davanti a Lui : Halleluià (recitiamo l'Hallel).
§ 6 : Fino a quale punto si deve dire? Secondo la Scuola di Shammai
fino a “ Chi rende la donna sterile madre felice dei figli (Salmo
CXIII,9).
Secondo la Scuola di Hillel fino a “che muta la rupe in ricettacolo
d'acqua, il macigno in sorgente d'acqua” (Salmo CXIV,8). Si deve
concludere con la “Benedizione della redenzione” secondo Rabbì
Tarfon. Secondo Rabbì 'Akivà si deve aggiungere: “Così, Signore,
D'o nostro e D'o dei nostri padri, facci giungere in pace ad altre
11
future feste e ricorrenze, lieti per la ricostruzione della Tua Città e
felici nel tuo culto.....”
§ 7: Si mesce il terzo bicchiere e si recita la benedizione dopo il pasto.
Si mesce il quarto bicchiere e si termina con la hallel aggiungendo
la Birkat a Shir.
Tra i vari bicchieri é lecito bere altro vino. Tra il terzo ed il quarto
proibito.
§ 8: Non é lecito, dopo aver mangiato l'agnello pasquale, terminare il
pasto con “afiqomen”.
Il testo della Mishnà deve essere interpretato, ma conviene, prima, fornire
alcune notizie sull'andamento dei banchetti in epoca greco-romana, che molto
influenzarono quelli dei nostri antichi progenitori.
La tipica cena romana comprendeva tre momenti principali:
1. Gustatio o gustus
ovvero l’antipasto, che prevedeva erbe, uova, olive e
pesci in salsa piccante.
2. Cena
il pranzo propriamente detto che veniva consumato su
lettini bassi (lectus triclinaris), prevedeva almeno tre
portate di carni e pesci, stando adagiati con il gomito
sinistro sul cuscino.
3. Secundae mensae dessert che, nelle grandi cene, era l’introduzione alla
comissatio, cioè il dopo cena in cui si mangiava frutta e
cibi secchi, si beveva e discorreva di argomenti frivoli o
seri.
Nella letteratura rabbinica (Ber.53a) è accennato una specie di schema di
banchetto in un passo riguardante le benedizioni che vanno recitate per ogni
cibo: “…gli ospiti entrano e si accomodano (nel soggiorno) su sedie o sgabelli,
si porta del vino e ciascuno recita la benedizione per suo conto; si porta
dell’acqua e ciascuno si lava una mano.
Quando tutti sono arrivati, si prende posto nella sala sui lettini, si porta del
vino e, nonostante che sia già stata recitata, un commensale recita la
benedizione per tutti.
Si porta dell’acqua e tutti si lavano, nuovamente, le mani, si porta un nuovo
antipasto ed un commensale recita la benedizione per tutti.
E torniamo al Seder (ed alle cene delle sere di festa in cui si deve recitare il
Qiddush): la parte preliminare di aperitivi è soppressa perché prima del
Qiddush è vietato mangiare o bere qualsiasi cosa.
Il primo bicchiere di vino della cena di Pesach (§2 della Mishnà) e le prime
portate successive non sono altro che l’equivalente del gustus.
Si inizia con l’intingere la lattuga (§ 3 della Mishnà) che è una delle verdure
con le quali si assolve il dovere di mangiare erba amara.
Secondo la Mishnà si può usare alternativamente chazzèret (lattuga), ‘ulshin
(indivia o cicoria), tamkhà (picridio), charchavinà(eringio) e maror(sonco).
L’utilizzo della lattuga è discusso, ed accettato, anche nel Talmud.
Tutte queste verdure venivano intinte in aceto, che rimaneva sempre sulla
12
tavola.
A questo stadio della cena, la lattuga prende il posto del Karpas (sedano) cioè
sarebbe soltanto un antipasto, ma anche su questo
punto esistono diverse interpretazioni dei Maestri.
Siamo, così, giunti al “parpèret ha-pat”; ma il
significato di questo termine è molto discusso tra i
maestri:
-
Rabbenù Chananel la definisce come “azzima”
ovvero la cena vera e propria.
- Rashbam dice che il passo sarebbe una indicazione
circa l’ordine da seguire, che prevede di mangiare
l’erba amara e l’azzima prima della cena; la lattuga
sarebbe, quindi, l’equivalente del maror e non del
karpas.
- Albeck (nel commento alla Mishnà) sostiene che la
frase “si inizia ad intingere la lattuga fino a quando si
giunge al parpèret ha-pat…” sia una glossa
posteriore entrata poi nel testo.
- Goldschmidt sostiene che il parpèret fosse un altro
antipasto che Chananel definisce un pasticcio a base
di pane, mentre Rashì ritiene che sia un composto di
pesce e verdure.
Se fosse giusta la prima ipotesi il parpèret non poteva essere servito (in
quanto chamétz) ed allora il passo della Mishnà dovrebbe essere inteso “..si
servono gli antipasti fino al momento in cui si sarebbe dovuto servire il
parpèret.
Secondo l’interpretazione di Rashì questo poteva benissimo essere servito.
Comunque sia, si giungeva alla cena, vera e propria, costituita da: azzima –
lattuga – charoset – carne; quest’ultima, quando esisteva il Tempio ed a
Gerusalemme, era costituita dal sacrificio pasquale.
Fuori di Gerusalemme era sostituita con due portate a base di carni.
Finita la cena, si mesceva il secondo bicchiere di vino (§4 della Mishnà), ma
tra il 1° ed il 2° era previsto, e permesso, che ve fossero altri, e si giungeva
alla comissatio dei romani.
Durante la cena il/i bambini avevano notato le differenze dalle altre sere
festive : erbe amare, carni arrostite, solo azzime, charòset etc.. e partivano le
domande !!
Le spiegazioni del padre ai figli, in presenza di ospiti, diveniva una discussione
vera e propria che, allora, poteva arrivare all’alba come detto nel passo
dell’Haggadà riguardante Rabbì ‘Akivà a cena ,nella grotta, con altri rabbini.
La discussione terminava con la benedizione dopo il pasto e la Hallel, a
differenza del comissatio romano, era vietato terminare il pasto con “afikòmen”
dopo aver mangiato l’agnello pasquale. Ci sarebbe molto da dire sul significato
di “afiqòmen” ma molto probabilmente corrisponde a quei cibi dolci che
venivano consumati dai romani per bere altro vino e che i maestri proibiscono
13
per non ..finire ubriachi.
Dopo la distruzione del Tempio il Seder lel Pesach subì profonde modifiche; la
cerimonia che noi chiamiamo Seder è in realtà una commemorazione del Seder
lel Pesach mancando l’essenziale: il sacrificio pasquale.
Forse per questo motivo i Maestri hanno stabilito di anteporre il racconto
dell’uscita dall’Egitto, essendo passata in secondo piano l’importanza della cena
rispetto a quello della narrazione, anche le domande assumono, pertanto, un
aspetto piuttosto strano: se la Haggadà veniva letta, quando c’era il Tempio,
nel dopocena le domande potevano essere lette dall’officiante per introdurre la
discussione.
Le portate di antipasti di verdure, oggi, hanno assunto valore puramente
simbolico; per questo si trovano già nel vassoio tradizionale che si pone sul
tavolo prima di iniziare il Seder.
In questo vassoio sono sistemate tutte le cose necessarie alla Cerimonia,
escluso il vino (per l’ingombro) e cioè:
-
tre azzime sovrapposte intervallate una dall’altra da tovagliolini
zampa di agnello (o pollo) arrostita
un uovo sodo
erba amara o lattuga
sedano (karpas)
charoset
La disposizione nel vassoio varia secondo la tradizione, e per gli ebrei sefarditi
è la seguente:
- azzime su un bordo del vassoio e rispetto ad esse
- uovo a sinistra
- zampa agnello a destra
- lattuga, sotto, al centro del vassoio
- Karpas in basso a sinistra
- Charòset in basso a destra.
Sulla tavola, riccamente apparecchiata, davanti ad ogni commensale c’è un
calice per i quattro tradizionali bicchieri di vino. Rabbì Tarfòn dice che ai
quattro bicchieri bisognerebbe aggiungerne un quinto, ma secondo lo
“Shulchan ‘Aruch”, che è poi la norma generalmente seguita, dopo il quarto
bicchiere si può bere solo acqua.
14
Passiamo ora in rassegna le varie fasi del Seder moderno, ognuna delle quali è
scandita da composizioni in versi, lette o cantate:
1.Qaddesh Si recita il Qiddush e si beve il primo bicchiere di vino.
2.Urchas
Si porta l’acqua e si lavano le mani senza benedizione.
3. Karpas
Si intinge il sedano in aceto o acqua salata, si recita la
benedizione, e si mangia.
Si spezza in due parti l’azzima centrale, una metà si rimette a
posto e l’altra si nasconde sotto la tovaglia per l’afiqòmen.
Non si dice la benedizione come si faceva in epoca talmudica
sull’azzima spezzata.
4. Iàchas
5.Maghid
Si alza il vassoio, si recita “questo è il pane dell’afflizione…”; si
porta il vassoio ad una estremità del tavolo, si versa il secondo
bicchiere di vino e si legge il passo ”Cosa c’è di diverso questa
sera da tutte le altre…”. Si riporta il vassoio al centro del tavolo e
si scoprono le azzime e si legge il passo “ Noi fummo schiavi del
Faraone in Egitto…” procedendo nella narrazione con l’indicazione
delle piaghe, durante la lettura delle quali si versa una goccia di
vino per ogni parola. Si beve quindi il secondo bicchiere di vino,
senza benedizione, e si procede alla cena.
6. Rochsà
Si lavano le mani, con benedizione come per pasti a base di pane.
7. Mozzì Mazzà Si recita la benedizione sul pane sulle due azzime intere. Si
spezza quella superiore e, tenendo in mano la metà dell’azzima
spezzata prima, si recita la benedizione sull’azzima. Si mangiano
15
8. Maror
9. Korekh
insieme due pezzi, uno per ogni azzima senza intingerle.
Si intinge la lattuga nel charoset, tanto quanto il volume di
un’oliva, si recita la benedizione e si mangia.
Si avvolge con lattuga un pezzo della terza azzima, si intinge nel
charoset e si dice “In memoria del Santuario secondo l’uso di
Hillel…” e si mangia adagiati sul gomito sinistro.
10.Shulchan ‘Orekh Si consuma la cena iniziando con le uova sode.
11. Safùn
Si mangia un pezzetto dell’azzima nascosta “Afiqòmen” in
memoria del sacrificio pasquale che si mangiava a cena ultimata.
La cena è conclusa.
12. Barekh Si mesce il terzo bicchiere di vino si recita la Birkat ha-Mazon, cui
sono aggiunti Salmi di lode, ed al termine si beve adagiati sul
gomito sinistro. Si versa il quarto bicchiere di vino.
13. Hallel
Si termina l’Hallel, si aggiunge l’Hallel Gadol e si conclude la
cerimonia con il Birkàt ha-Shir. Si beve il quarto bicchiere di vino,
si recita la benedizione dopo averlo bevuto e non si può
mangiare niente fino all’indomani.
14. Nirsà
E’ consuetudine cantare assieme, in grande allegria, pezzi
tradizionali.
Speriamo di aver fatto cosa gradita, per meglio seguire i Sedarim
realizzati in Comunità o per realizzare il vostro Seder a casa,
secondo tradizione.
A voi tutti un caldo : HAG SAMEACH
16
Aprile
2014
17
Lunedì
1Martedì
Mercoledì
2
(1 Nissan)
Rosh Chodes
Shachrit 7.45
7
8
9
Giovedì
3
Venerdì
4
Shachrit
h.8.00
Accensione
candele 19.30
10
11
Sabato
5
Domenica
6
“Shabbat
Metzorà”
Lezioni Talmud
Torà
giovani/adulti
Incontro UGN
Attività
Chaghim
12
13
“Shabbat haShachrit
8.00
Shachrit
h.8.00
Lezioni Talmud
Torà Ragazzi
h.
Accensione
candele 19.39
Lezioni
Talmud Torà
Ragazzi
Ghadol
Parashàh
Aharè Moth
Aftarà
(Mal.3,4-24)
Lezioni Talmud
Torà per
giovani/adulti
Ricerca
Chametz
(sera)
Uscita 20.44
1414 Nissan
15
16
17
18
19
20
Digiuno dei
Primogeniti
Shachrit
h.
7.30 Bruciatura
Chametz h 11
VigiliaPesach
Minchà-Arvit
19.30 Seder in
Comunità (?)
Pesach 1°
Shachrit 9.00
Pesach 2°
Shachrit 9.00
Pesach 3°
Pesach 4°
Pesach 5°
Pesach 6°
Benedizione
Alberi h 12.00
Shachrit
h. 7.45
Shachrit
h. 7.45
“Shabbat Chòl
haMoed”
1° Sefer
Es. 33,12.23
2° Sefer
Num.28,19-25
Aftarà
Shachrit h 8.15
Minchà-Arvit h.
19.30
21
22
Pesach
7°
Shachrit h. 9.00
Minchà-Arvit
19.50
Seder in
Comunità
Pesach 8°
Shachrit h.9.00
Minchà-Arvit h.
19.50 Uscita
Pesach 20.54
Accensione
candele 19.47
Minchà-Arvit
h. 19.30
Uscita
h. 20.54
23
24
25
Uscita 20.51
Lezioni Talmud
Torà
Vigilia Moed
Minchà-Arvit
h. 19.50
Accensione
candele 19.48
26
27
“Shabbat
Lezione
Talmud Torà
h. 17.00
Shachrit
h. 8.00
h.
Accensione
candele 19.55
Kedoshim”
Parashàh
Lev.
19:1-20:27
Aftarà
Ez.20,1:20
Uscita 21.03
18
Lezione Talmud
Torà
adulti/ragazzi
28
29
Shachrit h. 8.00
Lezione Talmud
Torà ragazzi
3030 Nissan
Rosh
Chodesh
Shachrit 7.45
Yom haShoà
Ed anche
per questa
19
volta è
la…