La donna nella vita di Teilhard de Chardin
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La donna nella vita di Teilhard de Chardin
A . T a s s o n e B e r n a rd i — L a d o n n a n e l l a v i ta d i T e i l h a rd d e C h a rd i n Nessun uomo può fare a meno del femminino La donna nella vita di Teilhard de Chardin ProspettivA ·persona· 89-90 (2014), 78-83 Annamaria Tassone Bernardi N el 1950, a Parigi, Teilhard de Chardin redigeva, a conclusione del saggio Il Cristico, che costituisce la più alta ed estrema testimonianza della sua Fede, un breve capitolo intitolato Il Femminino ossia l’Unitivo, in cui dichiarava tra l’altro: …posso affermare una doppia convinzione, progressivamente nata in me al contatto dei fatti, e di cui voglio dare testimonianza con la piena serenità ed imparzialità che vengono con l’età. In primo luogo mi sembra indiscutibile (de iure e de facto) che nell’uomo – anche votato e per quanto votato sia, al servizio d’una causa o d’un Dio – nessun accesso alla maturità ed alla pienezza spirituale sia possibile al di fuori di qualche influsso “sentimentale” che venga a sensibilizzare in lui l’intelligenza ed eccitare, almeno all’inizio, le sue potenze d’amore. Come non può fare a meno della luce, dell’ossigeno o delle vitamine, l’uomo – nessun uomo – può fare a meno del Femminino…1 PP Da questo passo scaturiscono con forza due ammirevoli aspetti della sua personalità: 1) da un lato la maturità di coscienza che lo ha portato a superare l’atteggiamento di supponenza della propria autosufficienza maschile, caratteristico del passato, e che ancor oggi impera in alcune società e forse alligna pure nella nostra società occidentale; 2) dall’altro la generosità con la quale ha voluto porre deliberatamente al servizio dell’Uomo la sua esperienza di vita, anche la più intima. Nel secolo scorso si è molto parlato e molto lavorato in nome del femminismo, ma la dualità maschile e femminile è stata in genere Pierre Teilhard de Chardin, Il cuore della Materia, Brescia 1993, 50. affrontata in termini di lotta e si continua attualmente a portare avanti un discorso che fa magari oscillare l’equilibrio della bilancia ma sempre come risultato di un conflitto. Teilhard pone invece il problema in termini dialettici scoprendo la possibilità e la necessità della sintesi e dell’integrazione. La comparsa del pensiero riflesso è stata una soglia ma non un punto di arrivo. La coscienza ha da quel momento intrapreso un cammino di crescita in ordine al pieno sviluppo dell’Umano e in vista della realizzazione dell’Uomo totale. Teilhard scopre l’armonia di questo Umano, che è la realtà concreta “maschile e femminile”. La sua ricerca e riflessione mira ad un’antropologia relazionale che implica la totalità dell’essere umano. Prospettandoci questa visione nuova dell’uomo in senso relazionale ci aiuta a trasferire sul piano comportamentale ed etico un atteggiamento di superamento di una visione individualistica ed egoistica: proponendoci la sintesi ci orienta a quel “siate uno”2 che è la chiave di accesso al “più essere”. L’essere riflesso che si personalizza sempre di più lo fa includendo in sé l’altro. Naturalmente è valida e indispensabile l’attuazione di due percorsi che vadano ad incontrarsi: l’uomo che accetta e fa proprio il femminile e la donna che accoglie e assorbe il maschile. La personalità maschile che subendo il forte fascino dell’elemento femminile viene da esso stimolato a dare il meglio di sé in direzione dello spirito, la personalità femminile che esercitando la funzione dell’accoglienza che le è propria riceve in sé e trasforma le potenzialità maschili che potrebbero anche rimanere altrimenti prive di frutto. 1 78 Gv 17, 21-23. 2 89-90 (2014) p r o s p e t t i va d o n n a Man mano che gli studi teilhardiani si ap- vissuto forti esperienze di affettività psicoloprofondiscono appare sempre più evidente gica e spirituale. In alcuni casi lo scambio dei l’impianto trinitario sotteso alla sua visione del rispettivi modi di sentire e di agire propri dei mondo. Prima di passare al vissuto storico di due mondi, il maschile e il femminile, divenTeilhard de Chardin nei rapporti con le donne, tano stimolo reciproco alla santità. Talvolta la mi pare ancora assai importante sottolineare sintesi che ne nasce produce un filone di spiricome questo impianto trinitario assuma una tualità nuova in cui molti altri poi si ritrovano concreta e basilare esemplificazione proprio e si incanalano. Quanti esempi potremmo fanella valorizzazione dell’apporto del femmini- re! Benedetto e Scolastica, Angela da Foligno e no all’evoluzione del Mondo. L’amicizia, cioè il suo confessore Arnaldo, Caterina da Siena e il bisogno dell’altro da cui ricevere e a cui dare, Raimondo da Capua, Giovanna de Chantal e e che senza timore, a tutti i liFrancesco di Sales, per giungere velli, possiamo definire amore, ai giorni nostri per esempio a è un’esperienza umanizzante Giovanni Bosco, che, stimolato che ha in sé un’eco e un riflesso dalla psicologia femminile di della Trinità. Il Dio Trinitario Mamma Margherita, associanha lasciato nella profondità deldo alla propria attività Maria le cose la nostalgia dell’amore Mazzarello, insieme, possiamo trinitario. E questo è tanto più ben dirlo, hanno partorito una vero per l’essere umano! realtà di famiglia educante che Nessuno di noi se vuole agisce in tutto il mondo; e altri crescere, perfezionarsi, andare ancora. oltre, può rimanere solo. La Ma Cristo stesso non ha formonade aspira a diventare diase dialogato con l’amica Marta? de e la diade ben riuscita, che sa Non si è intrattenuto con la Sacrescere, si apre ulteriormente, maritana? Non è stato accomdiventa feconda, genera, – e più pagnato fino all’ultimo giorno cresce più genera nello spirito. dall’amata discepola Maria E generando in questo modo Maddalena? diventa strumento della Trinità In sostanza può esistere amiCreatrice. cizia autentica tra un uomo e Se gettiamo uno sguardo aluna donna, anche relazione fela storia della Chiesa riusciamo conda, senza che tra di essi esista facilmente a trovare esempi di alcun legame definibile erotico. diadi perfettamente riuscite Anzi azzarderei la tesi che una in questo percorso di unione Cola Petruccioli, Incoronazione personalità che non abbia mai perfetta a livello dello spirito. della Vergine, particolare subito questo positivo tipo di Un’amicizia profonda, vera, di scambio rimanga incompiuta amore, è stata alla base del rapporto tra Fran- nella sua maturazione umana, mentre è procesco e Chiara d’Assisi. Nella loro avventura, prio questo il sostrato necessario in modo umana e divina ad un tempo, si è rispecchia- ineludibile a quella crescita di coscienza che to il Dio Trinità in cui credevano. Della loro nell’interpretazione teilhardiana dell’evoluzionecessità di completezza, della loro alterità ne si identifica con un sempre ulteriore accesso reciprocamente finalizzata in Dio essi hanno allo spirito. fatto uno strumento di fecondità così come è Il percorso di Teilhard nella scoperta e ricersuccesso, nel corso della storia della spiritualità ca del femminile incomincia verso i trent’anni: cristiana, ad altre coppie di mistici che hanno quello che lui stesso definisce “uno strano ri78-83 PP 79 A . T a s s o n e B e r n a rd i — L a d o n n a n e l l a v i ta d i T e i l h a rd d e C h a rd i n Nulla si è sviluppato in me fuorché sotto uno sguardo e sotto un influsso femminili3. ProspettivA ·persona· 89-90 (2014), 78-83 Incoronazione della Vergine, particolari PP tardo” mi pare possa semplicemente attribuirsi alle circostanze e scelte di vita che avevano precedentemente impedito che ciò avvenisse: ambiente famigliare molto protetto, senza frequentazioni al di fuori della cerchia dei parenti, ingresso nel collegio dei gesuiti e scelta di essere sacerdote con una serie di anni vissuti in ambienti per tradizione esclusivamente maschili. Il fascino dell’alterità femminile lo colpisce quando a Parigi nel 1912 ritrova la cugina Marguerite Teilhard Chambon, reduce da studi di filosofia, ricca di cultura e di aspirazioni profonde, e l’affinità reciproca fa sì che tra loro si stabilisca una profonda amicizia. Tanto che i primi abbozzi del percorso intellettuale e spirituale del giovane gesuita si riversano nel ricco carteggio che le indirizza durante la prima guerra mondiale e lei, proprio perché donna e di conseguenza dotata di capacità intuitiva e di capacità di accogliere “il nuovo”, lo incoraggia a sviluppare le proprie idee mentre per parte sua fa tesoro delle sue esortazioni a procedere nella fiducia e nella gioia. In tal modo la loro amicizia giunge, in entrambi, a “creare”, secondo il significato del verbo latino educere, così che Teilhard dichiarerà, contemplando la sua vita passata con la consueta capacità di introspezione che gli era propria, e riferendosi non solo a Marguerite ma anche alle sue altre amicizie: Con Marguerite persegue e realizza quella fecondità che la sua scelta di vita gli consente, psicologica e spirituale: le potenzialità che l’attrazione tra l’uomo e la donna è in grado di scatenare e di sviluppare le sublima e le consegna a Dio. Nel 1918 pronuncia infatti i voti perpetui che lo vincolano per sempre nella sua scelta di vita religiosa. Un’altra amicizia femminile importante nella vita di Teilhard è quella con Léontine Zanta. Laureata in filosofia, ha la struttura mentale adeguata per interagire con un uomo così intellettualmente raffinato. Le lettere a Léontine Zanta che sono state raccolte in un libro, tradotto a suo tempo in Italia con il titolo Convergere in alto4, rivelano un’amicizia sicuramente stimolante per Padre Teilhard. Quando si trova a Parigi prende parte alle riunioni ch’ella tiene nel suo salotto filosofico e che sono frequentate da personaggi di spicco del milieu intellettuale cattolico dell’epoca. In tali occasioni egli espone con sobrietà e con fermezza le sue idee maturate ormai da anni di riflessione, di viaggi, di incontri con culture diverse in giro per il mondo. Le occasioni però non sono molto frequenti a causa dei suoi continui allontanamenti da Parigi che si concludono poi con il lungo esilio in Cina. Per via epistolare i due amici si tengono aggiornati e informati sul loro lavoro e anche sulle loro idee. Teilhard vuole molto bene a Léontine, quindi si tratta anche di un’amicizia positiva dal punto di vista affettivo, che si riversa con freschezza, senza complicazioni, nel cuore di un uomo che per altri versi nella sua vita soffre anche di molta incomprensione. Esiliato in Cina per diversi lustri, Teilhard vi fa la conoscenza della scultrice Lucile Swann e ne nasce una frequentazione personale, e poi epistolare durante i periodi di lontananza, che dura praticamente fino alla morte del Gesuita. In questo caso c’è affinità Ivi, 49. Per i tipi de Il Saggiatore, Milano 1969. 3 4 80 89-90 (2014) p r o s p e t t i va d o n n a intellettuale, c’è affetto reciproco, ma la profonda intesa cui Teilhard mira stenta a realizzarsi perché i livelli evolutivi spirituali sono sfasati e tali rimarranno fino alla fine o quasi. Nello stesso tempo però proprio la problematica posta al Padre dall’irruente americana che non riesce assolutamente a calarsi nel suo modo di concepire un’amicizia, anche totalizzante, ma priva dell’aspetto fisico, sono di valido stimolo alla stesura di quello splendido trattato sull’amore della coppia umana che è L’evoluzione della castità5. Sempre ne Il Cuore della Materia 6, Teilhard sostiene che dopo la comparsa della “monade riflessiva” (termine caratteristico della prosa teilhardiana e che si può più semplicemente tradurre in “l’individuo pensante”) è necessario che essa si perfezioni nella “diade riflessiva”: chiaramente questa affermazione pone molti problemi specialmente ai religiosi, ma va tenuta presente come prospettiva, come pista che in effetti porta molto lontano. Riflettere in profondità su questo saggio sulla castità, e anche sul famoso saggio dal titolo L’Eterno femminino7 significa capire che la verginità è un punto di arrivo e non di partenza. Quante vocazioni al celibato sono fallite proprio perché a monte non c’è stata piena maturazione umana seguita da questo percorso di sublimazione? Significa anche che il vero amore è un amore pleromizzato. E quante unioni coniugali crollano perché le due monadi, o una delle due, non sa condensare e far convergere il cammino a due sul termine finale pleromizzante, secondo la formula che Teilhard così bene enuncia qui di seguito? riuscita, sono vincolate all’equilibrio armonioso tra questi tre elementi8. Questa fedeltà non ha richiesto lotte che io ricordi. Non posso amare che Cristo9. Per stabilire una diade, secondo il termine precedentemente ricordato e da lui utilizzato per indicare il completamento tra l’elemento maschile e quello femminile, gli occorrevano donne che capissero un simile traguardo di sublimazione. Tornando a Lucille Swann, la sua fatica a capire tutto ciò trapela assai chiaramente da queste parole scritte a Teilhard: L’amore è una funzione a tre termini: l’uomo, la donna e Dio. Tutta la sua perfezione, tutta la sua In (ed.) G. Straniero, Teilhard de Chardin, Le direzioni del futuro, Torino 1996. 6 Teilhard de Chardin, Il cuore della materia, 51. 7 Id., La vita cosmica, Milano 1982, 317. Tu sostieni la necessità di lavorare a fondo con la materia allo scopo di arrivare alle idee astratte o divine, ma tu neghi l’uso della materia (umana) per arrivare al soprannaturale e a Dio. Dirai che neghi solo una parte dell’amore umano ma penso che tu 5 78-83 PP Teilhard votandosi alla castità era andato con passo spedito fino in fondo a questo percorso, con piena coscienza della propria opzione. E ricordiamo che a questa opzione ha tenuto fede, fermamente. Alla fine della sua vita Teilhard confermò la sua fedeltà indefettibile ai voti che aveva pronunciato, affermando tra l’altro: Id., Sull’amore, Brescia 1990, 25. Cf. nota 23 a pag. 50 de Il Cuore della Materia. 8 9 81 A . T a s s o n e B e r n a rd i — L a d o n n a n e l l a v i ta d i T e i l h a rd d e C h a rd i n ProspettivA ·persona· 89-90 (2014), 78-83 PP 82 Cina, a rivedere e redigere la stesura dei vari capitoli della fondamentale opera Il Fenomeno Umano. E soprattutto colpisce una caratteristica dell’amicizia di Lucille per Teilhard: fu Certamente l’arricchimento personalizzante veramente duratura, ostinatamente fedele e che venne a Lucille dall’amicizia con Teilhard tenera, e dal momento che fedeltà e tenerezza fu comunque notevole, ma non è difficile sup- sono caratteristiche dell’amore biblico di Dio porre che le abbia anche procurato sofferenza. per l’uomo10, ecco che in una qualche maniera Quell’inevitabile sofferenza che Teilhard chia- anche il suo modo di amare è riuscito a salire ma la sofferenza della “moltitudine irrisolta” in alto, ad andare “oltre”. ossia della pluralità non unificata. Essa è la faRicordiamo infine l’ultima grande amicitica propria di tutta la realtà in divenire e sua zia femminile di Padre Teilhard, quella con in particolare, e Jeanne Mortier, che fu la più ricrisentita per di più ca di fecondità in certamente in modo estremamente proiezione verso il acuto, alla radice futuro. A lei infatti della ricerca di toccò il passaggio del testimone nel unità nei rapporcammino di difti umani. D’altra fusione del penparte non si dice siero teilhardiano. forse che la sofChi conosce bene ferenza è l’altra faccia dell’amore? la vita di Teilhard Forse solo negli sa come proprio pochissimi anultimi anni della ni prima che lui vita di lui Lucilmorisse, cioè nel le Swann si rese 1951, le fu chieconto ed ammise sto, dal Padre Joudi avere ricevuto moltissimo, il ve allora redattore capo della rivista meglio di quanto Études, di accettaci si possa aspetre di essere l’erede tare da un uomo. dei suoi scritti al Per parte sua Teilhard ne eb- Allegretto Nuzzi, Madonna col Bambino, S. Severino, Pina- fine di salvare la possibilità di una be un’amicizia coteca loro integrale difpreziosa, di dedizione, – sia sul piano intellettuale, poiché il fusione, cosa che lei poi realizzò, lavorando confronto continuo delle proprie intuizioni con tutte le sue forze nei 27 anni di vita in cui con la sua mentalità culturalmente ricca e di gli sopravvisse: – pubblicò le opere, diede vita uno stampo che potremmo definire preva- alla Fondation di Parigi, creò e animò le prime lentemente laico gli permise di strutturare in Associazioni teilhardiane. È bello dedurre il senso del distacco, dell’obmodo definitivo la propria visione del mondo, – sia sul piano pratico, perché si occupò spesso bedienza e dell’adesione ad una volontà supedella traduzione dei suoi articoli in inglese e 10 Cf. Ugo Perone, Modernità e Memoria, Torino 1987, 114. fu proprio lei, nel periodo del soggiorno in stia eludendo il problema, perché la componente fisica non è solo una parte molto importante della nostra specie ma le è essenziale. 89-90 (2014) p r o s p e t t i va d o n n a riore dalla dichiarazione di Padre Teilhard il lio, abbiamo moltissime testimonianze epistoquale disse di aver prontamente redatto questo lari. Da esse ricaviamo i nomi di diverse altre testamento in favore di Jeanne Mortier amicizie femminili, più o meno durature e importanti, che potremmo quindi definire minoseguendo il segno divino, manifestatosi nell’inten- ri. Ricordiamo la cronista radiofonica Claude zione espressa dal Padre Jouve11. Rivière, la giornalista e scrittrice Maryse Choisy, Rhoda de Terra, vedova di uno scienziato Jeanne Mortier era certamente adatta a ca- suo amico e nella cui casa di New York, tropire, rispettare e condividere quel traguardo vandosi in visita all’ora del tè con altri amici, di sublimazione cui poco prima accennavamo nel pomeriggio di Pasqua del 1955 Teilhard fu e che Pierre Teilhard aveva raggiunto. Redu- colto dal malore che gli costò la vita all’istante. ce da studi di teologia si trovava, nel lontano Verso tutte esercitò un’azione di discreta ma 1939, assai insoddisfatta e poco convinta che, sollecita direzione spirituale, fedele al suo massecondo l’impostazione classica, si dovesse la- simo obbiettivo, quello di svelare e far amare il sciare il mondo per trovare pienamente Cristo. Cristo Universale. La lettura del dattiloscritto dell’Ambiente DiTeilhard ha molto amato: la sua famiglia vino fu per lei una folgorazione, una risposta prima di tutto, i suoi confratelli, i suoi amici alle sue aspirazioni. Fatta la conoscenza del suo e le sue amiche. Di che qualità è stato il suo autore, ne divenne la segretaria, non solo dal voler bene agli altri? In un passo dei suoi diari punto di vista pratico del raccogliere e ordi- Teilhard lo sintetizza splendidamente affernare i suoi scritti, ma soprattutto fu in gra- mando: do di recepire interiormente la sua esperienza di vita, il suo spirito, le sue intuizioni, tutta Non amo alcuna persona se non pleromizzata. una ricchezza che forse, altrimenti, sarebbero rimaste senza risonanza. Ella accolse, conserTutto, mondo e umanità, per lui si riconduvò, fece germogliare queste sue creature; diede ce e si sintetizza in Dio Omega. loro la continuità nel tempo, la possibilità che E dunque anche la sua ricerca e la sua adefossero trasmesse alle generazioni a venire. sione al femminile è stata di questo stampo. In sostanza mi pare di poter sostenere che il Sempre nei suoi diari leggiamo: rapporto Teilhard/Jeanne Mortier è diventato veramente fecondo in senso generativo, danNon sono potuto appartenere ad una donna sola, do a Teilhard una discendenza. Attraverso esso ma al femminile essenziale, perché una sola sarebassistiamo non alla realizzazione di interessi o be stata più piccola dell’Universo. di anche pur giuste aspirazioni individuali, ma all’Eterno Femminino, impersonale, universaE ancora si propone di «amare molte donne le che ha creato sintesi e trasmesso del “nuovo”. senza possederne alcuna». Pierre Teilhard è stato un uomo di grandi E infine e con quest’ultima frase, sempre e numerose amicizie, cercate e alimentate per tratta dai suoi diari, concludiamo e sanzionial’imperativa esigenza di unità che ha sempre mo senza esitazione la grandezza e la traspateorizzato ma anche profondamente sentito renza del suo animo: nel suo vissuto quotidiano. Non si contano Condensare tutto nel Cristo e il senso femminino gli amici che ebbe tra suoi confratelli e tra gli sulla Vergine Maria = [ossia] Amorizzare l’Universo12. scienziati colleghi di lavoro, e di tutti questi rapporti, a causa dei suoi lunghi periodi di esi- PP Queste frasi tratte dai diari di Teilhard sono state da me annotate durante una conferenza tenuta da Padre Pierre Noir a Nice nel 1991. 12 Leroy, H. Morin, S. Soulie, Pèlerin de l’Avenir, Paris 1989, 226. 11 78-83 83