Notizie febbraio 2016
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Notizie febbraio 2016
dalla biblioteca _______________________________________________ Febbraio 2016 Curatore Mario Grillandini n° 35 ____________________________________________________________ POLITICAMENTE CORRETTO 1 Nel quadro paradigmatico del “politicamente corretto”, in questo e nei prossimi due numeri del “Notiziario”, cercheremo di smascherare certi luoghi comuni che profumano di ipocrisia ed opportunismo. I temi riguarderanno il linguaggio, l’Africa e gli africani, la verità storica sullo schiavismo. Parole, soltanto parole Alla fine degli anni’70 ed all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso, andò ad affermarsi, soprattutto nel mondo accademico americano e, come sempre, ben presto esportata in Occidente, una certa forma di “pensiero debole” che vagheggiava sulla mancanza di sensibilità nel linguaggio usato nei confronti di alcune categorie di persone quali le donne, gli invalidi, i negri, gli omosessuali. Si rendeva, quindi, necessaria una revisione del vocabolario in nome del “Politically correct”. Tutto inizia con i movimenti femministi, quando ci si accorse che anche il lessico puzzava di “sessismo”, quindi bando a tutto cio che fa riferimento al maschio ed al suo linguaggio razzista. Infatti, nel mondo anglosassone si suppone che tutte le parole con “man” siano di genere maschile e, di conseguenza, insultino la sensibilità dell’universo femminile. Ad esempio “mankind” (umanità), implicherebbe che le donne non siano esseri umani; così al posto di “chairman” (presidente), si dice “chairperson” o, semplicemente, “chair” (sedia), vale a dire una signora di potere con quattro gambe e una spalliera. La lingua italiana, sfortunatamente, non ha il neutro per cui alcuni vocaboli, dalla “Divina Commedia” in poi, sono applicabili ad entrambi i generi. I lamenti delle “neo-postfemministe” nostrane vengono finalmente accolti tanto che, recentemente, la Camera dei Deputati si è dotata di una Pubblicazione sul lessico da adottare nei rapporti interni e in quelli tra cittadini e Pubblica Amministrazione. Il Ministro (donna) diventa la Ministra (termine che all’ora di pranzo evoca una zuppa fumante); l’avvocato si trasforma in “avvocata”, che suscita pensieri mistici vicini al Culto Mariano; il Colonnello diventa la “Colonnella” che però, nel gergo militare, indica un’insegna che si issa sul pennone della bandiera quando il Comandante è presente in caserma, e così via. Nel corso degli anni il linguaggio si affina: non siamo più spazzini ma “operatori ecologici”; non siamo più invalidi ma “diversamente abili”; non siamo vittime dell’inquinamento ma, a Trieste, afflitti da “stress da ferriera”. Nel “New England Journal of Medical” si legge che un cadavere dovrebbe essere chiamato “persona non vivente”; di conseguenza un cadavere grasso sarebbe “persona non vivente portatore di adipe”. Oggi i negri sono diventati “gente di colore” oppure “afroamericani”. E i bianchi? Perché non “euroamericani”? Perché, dicono, suonerebbe discriminatorio nei confronti di tutti gli altri. Tuttavia, cambiamenti di nome, indipendentemente dal tasso di melanina, da soli non possono modificare di un millimetro le loro condizioni socio-economiche ed il razzismo che le sottende. Ne sanno qualcosa gli omosessuali che pensano che gli altri li amino di più o li odino di meno perché sono chiamati “gay” (termine riesumato dal gergo criminale settecentesco inglese che stava ad indicare chi si prostituiva e viveva di espedienti). Il teppista che se la prende con i gay è “omofobico” che, per chi lo ignorasse, è un termine clinico che indica un disturbo patologico del tipo ossessivo causato dal timore represso di essere omosessuale. L’unico vantaggio è che quei teppisti che una volta prendevano a legnate le “checche”, oggi prendono a legnate i “gay”. Politicamente corretto! Come lettura suggeriamo “ La cultura del piagnisteo”, di Robert Hughes, Adelphi INVITO ALLA LETTURA La fisica classica ci ha insegnato che i fenomeni della natura tendono sempre ad un equilibrio, la fisica dei quanti, invece, ci racconta un’altra storia: ci svela come i fenomeni fisici si manifestino senza un attimo di pace, in perenne vibrazione in un mondo probabilistico dominato dall’indeterminatezza. Carlo Rovelli ci conduce nell’affascinante scenario della gravità quantistica, ultima frontiera della nuova prospettiva che la scienza svela ai nostri occhi. Un mondo nuovo che non esiste nello spazio e non evolve nel tempo. Un universo fatto solo di campi quantistici ed una fitta rete di iterazioni reciproche, senza infiniti e dove il tempo scompare. “LA REALTA’ NON E’ COME CI APPARE”, di Carlo Rovelli, Raffaele Cortina Editore (presente in Biblioteca). L’opera costituisce un valido ausilio per chi frequenta, o ha frequentato, i “Corsi scientifici” della nostra Università. L’ANGOLO DEL LATINISTA “SURSUM CORDA”. In alto i cuori. E’ l’esortazione dell’officiante durante la Messa, con riferimento alle “Lamentazioni” della Bibbia. Con “Sursum Corda” incoraggiamo chi è sfiduciato, avvilito, giù di morale. Tanto l’incoraggiamento non costa nulla, perché, come si dice, abbiamo tutti forza sufficiente per sopportare il dolore altrui. GIUDIZI, PREGIUDIZI ED IL SENSO DELLA VITA Dedicato a buonisti, bonaccioni e buoni a nulla “Chiunque tenti di essere buono in ogni occasione è destinato alla rovina per i tanti che buoni non sono”. Nicolò Machiavelli