Notre Dame de Paris. "Finalmente il teatro

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Notre Dame de Paris. "Finalmente il teatro
Notre Dame de Paris. "Finalmente il teatro accessibile ai sordi"
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Parla Laura Santarelli, ideatrice e regista dello spettacolo in scena a Salerno
Notre Dame de Paris. "Finalmente il teatro accessibile ai sordi"
"Ringrazio profondamente il Comune di Salerno e il suo sindaco perché è l’unica istituzione che ha creduto nel
progetto"
Al centro Laura Santarelli, ideatrice di Notre Dame de Paris in LIS
«La lingua dei segni va a toccare delle corde che le parole non riescono neanche a immaginare». E quando la musica incontra la
Lingua dei Segni porta alla realizzazione di un mix unico e speciale. Un’unione emozionante di suono, musica e parole. Un
riferimento, nelle parole di Laura Santarelli, al Notre Dame de Paris in LIS, il primo musical tradotto al mondo per i sordi, che
andrà in scena sabato 11 gennaio, alle ore 20.30, al Teatro Augusteo di Salerno.
Laura Santarelli è l’ideatrice e regista dello spettacolo Notre Dame de Paris in Lis, la versione del famoso musical prodotto da
David Zard con musiche di Riccardo Cocciante e parole di Luc Plamondon (la versione italiana è di Pasquale Panella), per
la prima volta accessibile sia a un pubblico di udenti che di non udenti. Nata in una famiglia di sordi segnanti, è figlia di
Benedetto Santarelli, l’icona della LIS in Italia.
Da sempre si batte per l’accessibilità all’informazione alla cultura per le persone sorde e ha ricevuto tre Medaglie al
valore dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Da vent’anni lavora in Rai, al Tg1, nell’edizione della Lingua dei
Segni e dirige una scuola per interpreti in LIS.
Per la prima volta a Salerno andrà in scena lo spettacolo “Notre Dame de Paris” in Lingua dei Segni. Dottoressa
Santarelli, da dove è nata questa idea e per quale motivo?
Questo progetto nasce da una mia idea, da sempre mi occupo di musica per sordi. Nasco in una famiglia di sordi da quattro
generazioni, mio padre è un’icona della LIS in Italia, è stato uno dei primi ricercatori a voler dimostrare, nel 1980, assieme a
Virginia Volterra e a Serena Corazza, che questa lingua meritava dignità. Da lì a essere riconosciuta ancora facciamo fatica.
Notre Dame de Paris nasce perché la scrittura dell’opera si presta all’interpretazione in Lingua dei Segni. Da sempre stiamo
cercando di portare avanti una battaglia affinché anche il teatro sia accessibile ai sordi. Un’iniziativa di questo tipo fa sì che
sordi e udenti possono seguire la stessa opera.
Cosa avverrà sul palco del Teatro Augusteo di Salerno sabato 11 gennaio? Come sarà organizzato lo spettacolo?
Viene proiettata sullo schermo l’edizione dell’Arena di Verona con Giò Di Tonno, come se lo spettatore stesse al cinema. Sul
palco avviene la rappresentazione teatrale, la stessa identica in Lingua dei Segni. È come se ci fosse una tridimensionalità tra
quello che accade sullo schermo e quello che accadrà sul palcoscenico. Ringrazio profondamente il Comune di Salerno e il suo
sindaco perché è l’unica istituzione che ha creduto nel progetto e ci ha supportato in tutto. Un plauso a questa città che ha capito
benissimo il tipo di operazione e ci è stata molto vicino.
26/11/2014 12:59
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Quali sono le città dove Notre Dame de Paris in LIS è stato rappresentato e come è stato accolto?
È stato rappresentato per due edizioni a Roma, un’altra a Nettuno e un’altra a Palermo. Abbiamo registrato il tutto esaurito.
Abbiamo avuto circa 1200 spettatori a serata, tra sordi e udenti. Alla fine dello spettacolo, per me che ne ho curato la regia, ho
visto sordi e udenti commuoversi allo stesso. Abbiamo avuto un riscontro di pari condivisione. Questo spettacolo è la sintesi di
un’integrazione possibile.
Quali e quante sono state le difficoltà che si incontrano nella realizzazione di uno spettacolo in LIS per non udenti?
La difficoltà sta nel fatto che questo non è un semplice spettacolo, ma un musical. I miei attori, oltre a essere interpreti, devono
avere una capacità come performer in LIS e io ho una scuola che insegna questo. È l’unica scuola in Italia che insegna a
interpretare la musica. Negli Stati Uniti questa figura esiste già da vent’anni, in Italia ci stiamo arrivando.
Quali sono le problematiche maggiori che incontra un non udente oggi?
Le problematiche sono dettate dal fatto che il mondo è articolato per suoni e per parole. Non sentire significa essere tagliati fuori
dal mondo attualmente. Però c’è anche da dire che con l’avvento della tecnologia i sordi stanno recuperando quest’esclusione.
Nel caso di Notre Dame de Paris l’opera non solo verrà tradotta in Lingua dei Segni ma sarà anche sottotitolata. C’è ancora tutto
da fare in termini di accessibilità. Noi come Accademia Europea Sordi Onlus ci stiamo battendo affinché i sordi possano essere
considerati anche a livello istituzionale, affinché non incontrino nel quotidiano ostacoli dettati dalle barriere della comunicazione.
E le difficoltà che si incontrano a livello giornalistico per affrontare e veicolare questa delicata tematica?
Difficoltà a livello giornalistico è far capire per esempio se si parla di news, di informazione, far arrivare il messaggio ai sordi.
Traduco il Tg1 del mattino ed è un’edizione limitata, sono tre minuti di news e ogni tanto diamo notizie relative al mondo dei sordi.
Fare giornalismo nel mondo dei sordi significa fare attenzione a quella che è l’accessibilità, cioè come rendere la notizia, come
farla veicolare, come farla arrivare. Se si tratta di giornalismo televisivo l’accessibilità avviene attraverso l’uso di interpreti in
Lingua dei Segni. Se si tratta di informazione in carta stampata va bene il quotidiano. Però sappiamo che la difficoltà del sordo
sta nel fatto che un sordo segnante nativo ha una struttura morfosintattica diversa dall’italiano. Far leggere un articolo in carta
stampata in italiano per un sordo potrebbe essere un problema. Ecco perché sarebbe opportuno promuovere le informazioni a
livello televisivo col supporto di un interprete in Lingua dei Segni.
Oggi va in scena Notre Dame De Paris in LIS. Prossimamente ci sarà un altro testo che verrà adattato in lingua dei
segni?
Sto lavorando su una nuova opera, è molto complicata, il Jesus Christ Superstar (il film del 1973 diretto da Norman Jewison,
trasposizione cinematografica del musical omonimo con testi di Tim Rice e musiche di Andrew Lloyd Webber, ndr). Notre Dame
de Paris mi ha richiesto nove anni di lungo lavoro, perché va scorporato, va vista la metrica musicale e vanno adeguate anche le
scelte linguistiche in LIS. Ci sono altre cose in programma però sono sorprese.
Anna Elena Caputano
10/01/2014
Tags: intervista, laura santarelli, notre dame de paris lis, lingua dei segni, spettacolo, teatro augusteo, salerno
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