Lavorare all`estero, ci provano sempre più medici. Ecco come si fa

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Lavorare all`estero, ci provano sempre più medici. Ecco come si fa
Lavorare all'estero, ci provano sempre più medici. Ecco come si fa
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Lunedì, 07 Novembre 2016, 07.29
POLITICA E SANITÀ
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Lavorare all'estero, ci provano sempre più medici. Ecco come si fa
2016
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Dei 90 mila italiani che si sono trasferiti all'estero nel 2014,
2363 erano medici contro i 396 di cinque anni prima. Il tasso di
incremento, per uno spopolamento che colpisce soprattutto il
Nord, si arriverebbe a 5 mila richieste in tre anni. Per andare
dove? In Gran Bretagna, dove c'è carenza di camici, ma non
solo: anche in Germania e Scandinavia. Al di là dei requisiti
della conoscenza della lingua, materia dove ciascun paese alza e
abbassa l'asticella secondo necessità, esistono regole fisse per
chi dall'Italia vuol trasferirsi per esercitare fuori, le ricordiamo
con l'aiuto degli Uffici Estero - Legale e Legislativo della Federazione degli
Ordini. Le Autorità estere chiedono ai nostri camici una domanda di
riconoscimento di laurea e specialità, un "attestato di conformità" per la libera
circolazione nei paesi dell'U.E, in Svizzera o nell'Area SEE (Islanda,
Liechtenstein, Norvegia) e un certificato di onorabilità professionale ("good
professional standing"). Quest'ultimo è rilasciato dal Ministero della Salute per
i paesi europei citati mentre per gli altri paesi può essere rilasciato in
alternativa anche dagli Ordini provinciali e/o dalla Fnomceo.
Autocertificazioni - La domanda di riconoscimento si fa come medico
specialista (modello G1) o come medico di medicina generale (modello G3), la
modulistica è scaricabile dal portale del Ministero della Salute. Va presentata
al Ministero della Salute, Direzione Generale delle professioni sanitarie e delle
risorse umane del S.S.N. Uff. VII, Viale G. Ribotta 5, Roma o consegnata
all'Ufficio Accettazione Corrispondenza allo stesso indirizzo. Alla domanda su
modello G1 si allegano fotocopia della carta identità più autocertificazione
(dpr
445/2000 art 46) che attesta il possesso del titolo di laurea, la denominazione,
l'elenco degli esami sostenuti, date di immatricolazione e di conseguimento del
diploma di laurea, informazioni sulla durata legale del corso e sull'Università
che lo ha rilasciato, se si è svolto interamente in Italia (non lo fosse va allegata
documentazione della delibera dell'Università di convalida degli esami
sostenuti all'estero con firma del Rettore più elenco esami sostenuti in Italia).
In autocertificazione vanno poi indicati il possesso del titolo di abilitazione
con data di conseguimento; l'iscrizione all'Ordine con data e numero, eventuali
cancellazioni precedenti da altri Ordini. Bisogna infine indicare se si sono
riportate misure o sanzioni disciplinari "o amministrative". Su ogni domanda a
uno stato estero si paga una marca da bollo di 16 euro.
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Lavorare all'estero, ci provano sempre più medici. Ecco come si fa
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Particolarità - I medici specialisti di cui al modello G1 in autocertificazione
devono indicare anche il possesso del titolo di specialità con denominazione,
date di immatricolazione e conseguimento del diploma, durata legale del
corso, Università che lo ha rilasciato e stato di servizio specificando le
strutture pubbliche dove si è lavorato e, per le strutture private, si allega la
documentazione direttamente prodotta. Se il corso di specializzazione è
iniziato entro il 1983 o ci si è specializzati in oncologia medica con un corso di
4 anni anziché 5 (durata "Ue"), si deve dimostrare di avere lavorato in Italia
almeno 3 anni consecutivi negli ultimi 5 nella specialità per la quale si chiede
il rilascio dell'attestato. Chi aspira a fare il medico di famiglia Oltralpe deve
compilare il modulo G3, inviando carta d'identità ed autocertificazione dove
attesta la laurea, l'abilitazione, l'iscrizione all'ordine e il possesso dell'attestato
di formazione triennale indicando denominazione e data di conseguimento del
titolo e della regione che lo ha rilasciato.
Per chi viene dall'estero - Sia i medici e gli odontoiatri con titoli di laurea e/o
specializzazione conseguiti sia in Paesi comunitari, Svizzera o in Paesi SEE
sia quelli di paesi "non comunitari", devono fare domanda al Ministero della
salute e sottoporre il loro titolo di studio all'esame di una Conferenza dei
Servizi. La procedura di riconoscimento della qualifica professionale è molto
più rapida per i medici provenienti da Paesi comunitari. E' invece più lunga
per i medici provenienti da Paesi non comunitari e può concludersi con un
rinvio ad una specifica prova attitudinale - questionario scritto ed esame orale o con l'obbligo di seguire un tirocinio in una struttura sanitaria pubblica.
Tessera professionale alle porte - Per medici e odontoiatri con un titolo
comunitario conseguito in un Paese UE, della Confederazione svizzera o
dell'Area SEE (Norvegia, Islanda, Liechtenstein), o riconosciuto da un Paese
comunitario, la situazione cambierà in un prossimo futuro quando entrerà a
regime anche per la professione medica l'European professional card che
certificherà la legittimità dei titoli posseduti dal professionista ed è la prova
elettronica che il professionista ha superato i controlli amministrativi e
ottenuto il riconoscimento delle proprie qualifiche professionali nel paese ove
intende esercitare, o che risponde alle condizioni necessarie per prestare
temporaneamente i suoi servizi in tale paese.
Mauro Miserendino
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