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Comunicato stampa LAV – 12 ottobre 2016
COLONIE FELINE: IL MINISTERO DELLA SALUTE DÀ RAGIONE ALLA LAV CHE AVEVA
SOLLEVATO L’ILLEGITTIMITÀ DELLA CANCELLAZIONE DI 56 COLONIE DA PARTE DEL
COMUNE DI LUCCA
SE LE AUTORITÀ PREPOSTE NON PROVVEDONO ALLA STERILIZZAZIONE DI TUTTI I
GATTI LIBERI, SI PUÒ CONFIGURARE IL REATO DI “OMISSIONE DI ATTI DI UFFICIO”
“Si ritiene l'interpretazione data dalla ASL di Lucca non conforme alle disposizioni
nazionali vigenti nonché inconciliabile con gli obiettivi di tutela e di controllo della
popolazione felina (finalizzata peraltro alla tutela della salute pubblica e dell'ambiente)
che le stesse norme si pongono come obiettivo”. Questa è la risposta del dott. Dr. Ugo
Santucci, Direttore dell’Ufficio VI della Direzione Generale Sanità animale e farmaci
veterinari del Ministero della Salute, al quesito posto dalla LAV circa la cancellazione
di 56 colonie da parte del Comune di Lucca, avvenuta sulla base dell’interpretazione
fuorviante della normativa nazionale e regionale fornita dalla ASL di Lucca.
Nel 2015 il Comune di Lucca aveva infatti cancellato ben 56 colonie feline, attenendosi
al parere del Servizio veterinario di Lucca secondo cui le colonie feline il cui territorio
coincide genericamente con un paese o con una frazione non sono censibili e, dunque,
non poteva essere conferito loro lo status di colonia. E non solo, secondo il Servizio
veterinario, neppure i gruppi di gatti segnalati da cittadini o da imprese che vivono
all’interno di proprietà private potevano essere considerati come colonie.
Secondo il Ministero invece, il gatto libero per sua natura anche se stanziale,
soprattutto se maschio adulto, “può spostarsi nel territorio su spazi più o meno vasti che
possono ricomprendere anche proprietà private (spazi condominiali, giardini accessibili
ai gatti, aree industriali ecc.) senza che ciò comporti automaticamente per i proprietari
delle suddette aree l'obbligo di acquisirne la proprietà”. E ciò “anche nel caso in cui il
felino o il suo gruppo permangano per un periodo più lungo in tali luoghi o che i cittadini
per motivi etici provvedano al sostentamento degli animali”.
Dunque, secondo il Ministero anche se “alcune leggi regionali di recepimento della
norma quadro hanno stabilito la definizione di ‘colonia felina’ ma ciò non può esimere le
Autorità preposte a provvedere alla tutela e al controllo delle nascite di tutti i gatti liberi
non riferibili a un proprietario, altrimenti potrebbe configurarsi il reato di ‘omissione di
atti d'ufficio’ ".
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“Siamo perfettamente d’accordo con il parere espresso dal Ministero della Salute –
dichiara Ilaria Innocenti, responsabile nazionale dell’Area Animali Familiari LAV - la
legge non stabilisce alcun limite di collocazione della colonia per il suo riconoscimento,
così come non fa distinzione tra colonie alimentate in spazi pubblici o privati. Invitiamo
quindi la Regione Toscana, che con l’Assessore Saccardi e il Presidente Rossi aveva
avallato l’interpretazione della ASL di Lucca, e tutte le Regioni che dovessero operare
secondo gli stessi criteri, a conformarsi al parere del Ministero della Salute e a diramare
corrette linee guida sul riconoscimento e la gestione delle colonie. E’ pacifico che i gatti
di colonia non possono essere reclusi o confinati, in quanto la normativa nazionale e
regionale riconosce il gatto di colonia come un animale libero. La territorialità (già
sancita dalla Legge 281/91) è una caratteristica etologica del gatto, ma non è detto che
lo spazio in cui si muove il gatto alimentato su una proprietà privata, o in una frazione o
paese, sia uno spazio ridotto, potendo frequentare il territorio circostante rispetto a
quello in cui avviene la somministrazione degli alimenti. Ed è pacifico che alimentare un
gatto sul territorio pubblico o privato non significhi acquisirne la proprietà. Ignorare
questi aspetti fondamentali della legislazione vigente ha come unica conseguenza
l’incremento delle nascite: un grave danno per la salute dei gatti e per la loro
incolumità. Gatti liberi e colonie sterilizzate e ben gestite sono infatti i passi
fondamentali per il controllo demografico e l’integrazione degli animali nel tessuto
sociale”.
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