pagina L Arena atletica
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Sport 45 L'ARENA Lunedì 11 Agosto 2014 SPECIALE ATLETICA LEGGERA TRAPASSATOEFUTURO. Ilavoridirifacimento terminerannoa settembrein tempoperl’avvio della nuovastagione Maquillageperlapista Adami Cihannocorsograndi campioni DalkenianoBungeioroaPechinoalveroneseBenvenuticampioneeuropeoeolimpico Ghidini,tecnicodifamainternazionale:«ABussolengos’èscrittalastoriadiquestosport» Luca Mazzara Ogni pezzo racconta una storia. Grande o piccola, di vittorie o di sconfitte. Di allenamenti duri sotto l’acqua o sotto il sole, di momenti difficili e di gioie incredibili. Di tantissime emozioni, passate su una pista che ha fatto la storia dell’atletica veronese. Sono partiti ormai da qualche tempo i lavori per rifare la pista di atletica degli impianti sportivi Carlo Adami di Bussolengo, che dovrebbero essere pronti a settembre per l’inizio della nuova stagione. Ma ogni pezzo che viene tolto si porta dietro una serie infinita di ricordi: sono passati in tanti su quella pista, calpestata per anni da migliaia di ragazzini alle prese con i primi passi nell’atletica, da giovani atleti o da amatori, ma anche da campionissimi che le hanno regalato qualcosa di magico. Come Wilfred Bungei, il keniano medaglia d’oro a Pechino nel 2008 o come il veronese Andrea Benvenuti, oro europeo ad Helsinki nel 1994 e nella finale olimpica di Barcellona 1992. L’elenco però sarebbe lunghissimo, ed è destinato a crescere ancora visto che l’impianto di Bussolengo è stato individuato come uno dei centri nazionali di preparazione per il mezzofondo azzurro, come racconta Gianni Ghidini, il tecnico veronese di fama internazionale che ha passato una vita a Bussolengo seguendo da vicino i migliori talenti del mezzofondo internazionale. Mentre parla sembra quasi seguire la pista con lo sguardo, a volte si ferma un attimo e va a cercare meglio nel cassetto dei ricordi, sono troppi ed è difficile recuperarli tutti. Ma restano sempre lì, pronti a regalare nuove emozioni solo a sentirli raccontare. «Ci sono mille storie su quella pista, è un pezzo di storia dell’atletica veronese, italiana ed internazionale», sorride Ghidini, che oggi gestisce assieme ad altri l’Atletica Insie- Atletiazzurrie keniani si allenano sulla pistadelcentro sportivo diBussolengo,oggi in fase di restauro dopo33anni dallacostruzione Centrodilivello internazionale dovesisono allenatiatleti comePimazzoni, Bordin,Formenti me New Foods e per anni è stato il punto di riferimento per la Fidal nazionale per il mezzofondo, «dal 1999 sono iniziati ad arrivare gli atleti keniani e Bussolengo è diventato un centro di livello internazionale. Io avevo già seguito gente come Loris Pimazzoni e Gelindo Bordin, che ho allenato per 8 anni, poi ho seguito Benvenuti, Troiani, Formenti, è nato il gruppo del mezzofondo italiano che poi ci ha regalato tante soddisfazioni. Come il quinto posto di Andrea Benvenuti alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992, o come le partecipazioni mondiali ancora di Benvenuti e di Formenti». Senza dimenticare i risultati incredibili con il gruppo degli atleti keniani, arrivati dall’Africa per essere allenati dal guru del mezzofondo, richiesto da tanti ma ad un certo punto quasi dimenticato dalla Fidal nazionale. Poi riscoperto, con prestazioni incredibili da parte di chi passava dalle sue mani. Come con Gregory Konchellah, alias Kamel, che con Gianni Ghidini arrivò a miglioramenti straordinari. «In un anno era passato dal 75˚ posto al mondo alla seconda posizione nella graduatoria internazionale», racconta il tecnico veronese pensando all’atleta keniota poi naturalizzato del Bahrain e diventato campione del mondo nei 1500 metri a Berlino nel 2009. O come con Wilfred Bungei «che arrivato come atleta di buon livello riuscì subito ad arrivare all’argento mondiale di Edmonton diventando un mezzofondista di livello internazionale», con la consacrazione poi alle Olimpiadi di Pechino nel 2008 vincendo l’oro negli 800 metri. «Quella rimane la soddisfazione più bel- la, per me e tutta Bussolengo», ricorda Ghidini che fatica a trattenere l’emozione quando prova a rivivere quei momenti, «emergere in una specialità del genere è difficilissimo, quella è stata davvero un’impresa straordinaria. Ricordo ancora la grande festa che c’è stata a Bussolengo al suo ritorno da Pechino, Bungei piangeva a dirotto, gli hanno anche dato la cittadinanza onoraria, poi nello stesso anno ha vinto il premio Cangrande d’Oro assieme a Federica Pellegrini, lo ricevemmo anche io e Alberto Castagnetti per la categoria allenatori». Adesso quella pista viene sostituita con una tutta nuova, che si porta dietro il profumo della storia ma è pronta a scrivere nuove pagine e ad essere calpestata da altre promesse. «Da diverso tempo era difficile allenarsi, la pista è stata costruita negli anni ’80 e da tempo chiedevamo di rifarla. Qui è passata un pezzo di storia dell’atletica leggera, anche quella paralimpica con la nostra for- tissima Francesca Porcellato. Finalmente ci siamo riusciti grazie anche alla nuova amministrazione con l’intervento dell’assessore ai lavori pubblici Gilberto Pozzani, del sindaco Paola Boscaini e dell’assessore allo sport Cristiano Fontana. Nei ringraziamenti non possiamo dimenticare la ditta New Foods con il dottor Negri e il dottor Barbonetti, ci ha aiutato a raggiungere livelli altissimi e continua a sostenerci, è fondamentale per noi. Il futuro? Solo noi come Atletica Insieme a Bussolengo contiamo ben 386 persone che fanno riferimento a questa pista, in futuro però Bussolengo dovrebbe diventare anche un centro di allenamento Fidal per il mezzofondo, ci saranno diversi raduni nazionali, è un riconoscimento importante. Continueremo a fare del nostro meglio, e abbiamo voglia di crescere ancora. Nel mezzofondo, ma in tutte le specialità dell’atletica, e di rifare presto un meeting nazionale di buon livello». • Trentatréanni damanuale Dal1981inviaMolinara uncrescendodisuccessi etantesoddisfazioni Lapista diBussolengoè stata costruitanel1981e con i tecniciMario Piovesan e Dino Mascalzonisul nuovo impianto diviaMolinarasi è sviluppata da subitol’attività giovanile. Oltrea Gianluca Zocca tra le promessec’erano anche AndreaBenvenutinegli 800 metri,Vittorio Formentinei 3000siepi,il compiantoDavide Tacconi nei110 ostacoli, MicheleValentinonell’asta e ancoraRoberto Troianie MicheleSimoncelli. Nel 1985 entraa farpartedellostaff tecnicoGianniGhidini,già allenatoredegliazzurri Gelindo Bordine Loris Pimazzoni.Nel 1986sottola guida diGhidini AndreaBenvenutivince il titolo italianoallievinegli800, ma anchetuttigli altri atleti conseguonorisultatinotevoli centrandola vittoria con la squadramaschile nel campionatoitalianodisocietà allievi.Èsolol’inizio, Formenti arriva infinale aiMondiali canadesidel 1988e Benvenuti chiudequintoalle Olimpiadi di Barcellonanel1992e vince l’oroagli EuropeidiHelsinkinel 1994.Dal 1998inpoi è fondamentalel’apporto della dittaNew Foods cheha permessolosviluppo dell’atleticaa livello internazionalea Bussolengo. Nellaprimavera del1999 arrivano a Bussolengo4atleti kenianie un algerino,Hacini, checon 1’44”76sarà semifinalistaai Mondialidi Siviglia.Nel 2001Yiampoi vincei Trials keniani,Bungei è secondo,ai Mondialidi Edmonton2001Bungei è argentoe Yiampoiarriva quarto.Nel2003arrivano Kiptanui,poi quartoalle OlimpiadidiAtene nel2004, e KamelYusuf,oroai Mondialidi Berlinonei1500. Ecco quindi il bronzoai MondialidiHelsinki nel2005diWilliamYiampoi negli800,poi Diego Appoloni nel2009diventa campione italianopromessenelsaltoin alto.Ma aBussolengo sisono allenatiancheGiovanni Galbieri,piùvoltevincitore di titoliitaliani giovanili azzurroe bronzoai Mondialiallievi nei 100metri, e Riccardo Appoloni anchelui azzurro e vincitoredel L'INTERVISTA «Ilricordopiùbello?Ilcuoredellagente» Q titoloitaliani neltriplo. Sullapista veronese hanno corsopure GiuseppeD’Urso, medaglia d’argentonegli800 aiMondiali di Stoccarda1993,Fabia Trabaldo settimanella stessa competizione,e AndreaLongo finalistaolimpico e per duevolte quintoaiMondiali negli800. Senzadimenticareil compianto MimmoCaliandroe Silvia Weisteiner, oroe bronzo agli EuropeidiBirmingham2007, oppureElisaCusma settima ai MondialidiBerlino 2009e bronzo agliEuropeidi Torino2009e ChristianObrist, finalista olimpico nei1500metri a Pechino2008. ColtecnicoDiego Appoloni oggi si allenanoAnnaSchena, campionessae primatistaitaliana cadettenei300 metri e Leonardo Vanzo,nazionale azzurro e campioneitaliano allievie junior nei400 metri.EancoraFrancesca Tommasi,campionessa italiana nelcross e nei2000metri cadette edungruppo digiovani kenianiche corronodagli 800 metri fino alla maratona.Nel marzoscorso la Fidalha indicato Bussolengo comeunodei centrinazionali di allenamentoper il mezzofondo. Senzadimenticareche lapista di Bussolengoè lacasa anchedi FrancescaPorcellato, lasplendida atletachevantaben 8 partecipazioni alleParalimpiadi con11 medaglieconquistate,tra cuii 2ori olimpicia Seulnel 1998 e le 4vittorieneimondiali soloper parlaredell’atletica leggera dal momentochela Porcellatoè grandissimaprotagonistaanche nelloscidifondo. L.M. di Luca Mazzara WILFREDBUNGEI uella pista può solo immaginarla. A miglia di chilometri di distanza, ora che da due anni è tornato in Kenia nella sua Africa. Ma non appena possibile Wilfred Bungei tornerà a Bussolengo, per rivedere quell’impianto e quella gente che l’hanno aiutato a diventare uno dei più forti mezzofondisti del mondo. Il più forte di tutti in quella notte di Pechino, quando tagliava a braccia alzate il traguardo degli 800 Ghidinicon il campioneBungei metri e andava a prendersi una medaglia d’oro indimenticabile. Qual è il tuo ricordo della pista di Bussolengo? Mi ha dato tutto. Bussolengo mi ha fatto diventare quello che sono, su quella pista correvamo in tanti e sono passati atleti di valore e campioni. Se io sono diventato campione olimpico, lo devo a Bussolengo e a tutto il gruppo di lavoro che c’era e che seguiva noi keniani: quel team è diventato un riferimento internazionale, un gruppo di eccellenza pronto a sfornare campioni. Adesso stanno rifacendo l’impianto. Sono così felice che finalmente lo stiano sistemando e rifacendo la pista. Appena potrò voglio tornare, l’intenzione è di venire a vederla. Che ricordi hai di quell’ambiente e della tua esperienza in Italia? Tantissimi e stupendi. Anche se quello più forte di tutti rimane l’accoglienza che ho avuto quando sono tornato da Pechino dopo aver vinto l’oro olimpico. C’erano tantissime persone ad aspettarmi, le autorità di Bussolengo e della Provincia, mi hanno accolto come un figlio dandomi anche la cittadinanza onoraria. È la cosa più bella che mi sia mai capitata in tutta la vita. Ed il tuo rapporto con Gianni Ghidini? Wilfredoro aPechino 2008 Era come quello tra padre e figlio. Chi sono oggi è solo il risultato di quel rapporto e del lavoro fatto seguendo i consigli di Gianni Ghidini. Mi ha spinto quando c’era da spronarmi e darmi fiducia e mi ha ricordato di non montarmi la testa e di restare tranquillo dopo le vittorie, pensando solo alla prossima gara. È un allenatore fantastico, che pretende il massimo dai suoi atleti, ma da loro sa sempre tirare fuori il meglio. Sa essere severo ma anche divertente, i suoi programmi di allenamento mi mancano molto. Io adesso non gareggio più, ma se dovessi correre di nuovo vorrei solo Gianni come allenatore e nessun altro. Cosa ricordi di quel gruppo? Mi sembra ancora di essere lì con loro, era un rapporto speciale con tutto il team di Bussolengo e con persone che non dimentico mai, amici veri come Peo, Ilaria, Robby, Ale, Diego, Alpen, Sonia e gli altri. C’è un momento che non potrai mai dimenticare? Il ricordo più bello è senza dubbio la vittoria alle Olimpiadi, ma è diventata ancora più speciale con l'accoglienza che ho ricevuto a Bussolengo quando sono tornato. Non è facile e scontato per una comunità celebrare un atleta straniero, ma loro l’hanno fatto trattandomi come un figlio. Io mi sento figlio di Bussolengo, io mi sento figlio di quel gruppo meraviglioso.