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17/02/2012 - PAG. 95
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P INCONTRO CON GLI CHEF E DEGUSTAZIONI GIOVEDI’ 23 A SALBERTRAND
La patata alpina
Il rilancio passa dalla cucina
FIORENZO PANERO
Dopo aver salvato, recuperato e rilanciato le antiche varietà di mele del Pinerolese,
adesso da salvare e da rilanciare, in campo e in cucina, è
la patata di montagna, altro
prodotti tipico del territorio
che si è perso negli anni perché è dura coltivare la patata
sui ripidi pendii delle alte valli e perché la resa non è straordinaria come potrebbe essere in un campo di pianura.
Mai i montanari, si sa,
hanno la testa dura, così la
Provincia di Torino, la Comunità montana Valle Susa e Val
Sangone, il Parco naturale del
Gran Bosco di Salbertrand che adesso si chiama Parco
delle Alpi Cozie - il Museo del
Gusto di Frossasco e la scuola
agricola Malva Arnaldi di Bibiana, si fanno avanti e presentano un progetto europeo
che ha già dato, almeno in
campo, delle precise indicazioni sulla qualità del prodotto. Il primo raccolto ha dato
delle buone premesse con un
quantitativo di patate da non
sottovalutare: Agria, Ratte,
Piatlina e Vitelotte noire
(una varietà particolare a pasta viola), hanno fatto il loro
ingresso in società.
E il debutto ufficiale sarà
giovedì 23 febbraio a Salber-
Agria, Ratte, Piatlina e Vitelotte noire sono le qualità che possono dare vita a gnocchi molto gustosi
trand, nella sede del Parco, dove nel pomeriggio si potranno
degustare i piatti proposti ed
elaborati dagli chef che hanno
deciso di partecipare a questo
progetto di rilancio e valorizzazione di un prodotti che è sicuramente un simbolo delle
Terre Alte. Pietanze e primi
piatti (pare che gli gnocchi siano addirittura divini) dove la
patata di montagna è la sola e
assoluta protagonista.
E subito dopo queste patate le troverete proposte nei
menù del Faggio Rosso e de ‘L
Fouie, di Bardonecchia; Il Sentiero dei Franchi, di Sant’Antonino di Susa; la Cantina degli alpini, di Cesana; la Betulla,
di Trana; Agriturismo il Mulino, di Mattie; il Gigante e la
Gallina e le Due bandiere, di
Salbertrand; l'Hotel Stazione,
di Susa; le Pigne, di Coazze; il
rifugio Levi Molinari, di Exilles e il Ciabot, di Roletto.
Come si è già fatto con le
Antiche mele del Pinerolese,
prima occorre far conoscere il
PAGINA AD USO ESCLUSIVO DEL DESTINATARIO
prodotto attraverso i piatti
proposti da questi chef del territorio e poi lanciare la patata
di montagna anche e soprattutto nei mercati dei paesi e
delle città in modo da permettere ai montanari produttori
d’avere il giusto riconoscimento remunerativo per il difficile
lavoro che andranno a fare sulle Terre Alte delle nostre montagne. Ma il primo passo è già
stato fatto, fortunatamente.
Info: 0121/35.23.98; e-mail: [email protected].
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