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LE PATOLOGIE ASSOCIATE AL FUMO Dott.Gerardo Astorino Casalecchio, marzo 2009 PRODOTTI NOCIVI PRESENTI NEL FUMO Sono circa 4.000 le sostanze che si creano dalla combustione del tabacco alla temperatura di 830°-880° C NICOTINA: aggrava l’ipertensione arteriosa; arteriopatia obliterante AAII ( Burger) dipendenza farmacologica CO: danno cardiovascolare; intossicazione acuta e cronica CONDENSATO: (benzopirene) potenti cancerogeni, enfisema polmonare. Gli organi colpiti dal fumo di tabacco sono molteplici: l’apparato broncopolmonare e quello cardiovascolare sono i più colpiti Sono attualmente 27 le malattie identificate fumo-correlate PATOLOGIE ASSOCIATE AL FUMO NEGLI USA 150.000 decessi per neoplasia all’anno TUMORI delle vie aeree superiori (laringe, cavo orale) TUMORE esofago, stomaco, pancreas TUMORE AL POLMONE: rischio aumentato di 30 volte rispetto al non fumatore NEGLI USA 100.000 morti annuali per INFARTO del miocardio 23.000 decessi per ICTUS annuali BRONCHITE CRONICA 85.000 casi/anno Inoltre: OSTEOPOROSI, in gravidanza 5% di morte perinatale, rischio di aborto, esacerbazioni asmatiche nel neonato; microembolia polmonare associata alla contraccezione orale La gravita’ dei danni fisici dovuti all’esposizione (anche passiva) al fumo di tabacco, è direttamente proporzionale all’entità complessiva del suo abuso. Sono determinanti: • età di inizio • numero di sigarette giornaliere • numero di anni di fumo • inalazione più o meno profonda del fumo L'assunzione costante e prolungata di tabacco è in grado di incidere sulla durata della vita media oltre che sulla qualità della stessa: - 20 sigarette al giorno riducono di circa 4-6 anni la vita media di un giovane che inizia a fumare a 25 anni ovvero per ogni settimana di fumo si perde un giorno di vita. - Di 1.000 maschi adulti che fumano: 1 morirà di morte violenta 6 moriranno per incidente stradale 250 saranno uccisi dal tabacco per patologie ad esso correlate. Gli organi colpiti dal fumo di tabacco sono molteplici: l'apparato broncopolmonare e quello cardiovascolare sono i più bersagliati. In ogni boccata di fumo sono contenuti almeno 10-seguito da 15 zeri- di sostanze irritanti e ossidanti che sono le principali sostanze, responsabili: • bronchite acuta, bronchite cronica ed enfisema • attacchi asmatici ed infezioni respiratorie ricorrenti • tumori polmonari REAZIONI DEI RADICALI LIBERI: Un radicale può cedere il suo elettrone spaiato ad un non radicale oppure può ricevere un elettrone da un’altra molecola in modo da formare una coppia di elettroni. Qualunque reazione si verifichi, la specie non radicale si trasforma in un radicale libero capace di estendere e propagare il danno, in una reazione a catena in grado di automantenersi ed amplificarsi. La reazione termina in una fase in cui i radicali liberi vengono consumati attraverso una ricombinazione in prodotti stabili, detto processo di arresto della reazione a catena (Pryor W, 1976). •I processi quantitativamente più importanti nell’innesco e mantenimento di queste reazioni sono la riduzione monoelettronica dell’ossigeno e la perossidazione lipidica. Dalla riduzione monoelettronica dell’O2 si producono le seguenti specie: ANIONE SUPEROSSIDO (O2 -) PEROSSIDO DI IDROGENO (H2O2) RADICALE IDROSSILE (OH) OSSIGENO SINGOLETTO (1O ) 2 Fra queste specie, i principali responsabili di danni alle cellule aerobie sono il radicale idrossilico e l'ossigeno singoletto. RADICALI LIBERI E FUMO DI SIGARETTA: Pryor e Collaboratori (1, 14, 15) hanno identificato nel fumo di sigaretta due differenti gruppi di radicali liberi: radicali a lunga vita nella fase corpuscolata (fase tar), e radicali a vita breve, nella fase aeriforme (fase gas). Il principale radicale della "fase tar" è costituito dal complesso chinoneidrochinone, un sistema redox molto attivo e in grado di ridurre l’ossigeno molecolare a radicale superossido e quindi a perossido di idrogeno e a radicale idrossilico. La "fase gas" del fumo di sigaretta contiene invece piccoli radicali alchilici e alcossilici dotati di una reattività di gran lunga superiore ai radicali della fase corpuscolata. I radicali della "fase gas", contrariamente a quelli della "fase tar", non possono essere osservati direttamente usando la spettroscopia EPR perché hanno un tempo di vita di frazioni di secondo. L’indagine diventa però possibile utilizzando tecniche di "spin trapping" e misurazione della chemiluminescenza SOSTANZE OSSIDANTI E RADICALI LIBERI Queste sostanze sono presenti nel fumo di sigarette sia sotto forma di polveri (fenoli, acidi organici, aldeidi etc.) che in forma di gas (formaldeidi, biossido di azoto, acetone, etc.) e provocano irritazione delle mucose respiratorie e congiuntivali. Nel soggetto che non inala il fumo le alterazioni sono limitate al faringe-laringe per cui la mucosa è ipereremica, ipertrofica con presenza di secrezioni. Nel forte fumatore che inala, il faringe, il laringe ed i bronchi sono egualmente interessati. Nel gruppo delle sostanze irritanti vanno inclusi anche gli ossidanti e radicali liberi che sono sostanze capaci di pirossidare, cioè di invecchiare le mucose bronchiali e di determinare la progressione della bronchite cronica verso l'enfisema. In ogni boccata di fumo ne sono contenuti una quantità impressionante: 1015 (1 con 15 zeri, un numero impronunciabile). Il gruppo delle sostanze irritanti ha un'azione tossica specialmente sulle alte e basse vie respiratorie in quanto alterano uno dei principali meccanismi di difesa della mucosa bronchiale la cosiddetta CLEARANCE MUCO-CILIARE: gli irritanti determinano una alterazione funzionale fino alla paralisi delle ciglia vibratili della mucosa bronchiale con un ristagno di muco e di sostanze tossiche e cancerogene intrappolate dentro e con possibilità di sovrainfezioni da parte di virus e batteri; di conseguenza dalla bronchite acuta alla lunga si passerà alla bronchite cronica fino all'enfisema polmonare attraverso la forma ostruttiva. TUMORE POLMONARE Nei primi decenni del Novecento, il cancro del polmone non era molto diffuso, basti pensare che la prima resezione per tumore del polmone di cui si ha notizia fu eseguita nel 1933 su un medico quarantottenne che sopravvisse 24 anni. Secondo i più recenti dati dell'OMS, nel mondo oltre 1 milione di individui si ammala ogni anno di tumore del polmone con statistiche relative alla mortalità drammatiche e con tassi di incidenza molto alti nei paesi più economicamente sviluppati e, recentemente, anche nei paesi in via di sviluppo. Nel Cuneese, sono almeno 200 gli abitanti che annualmente vengono colpiti da tale neoplasia. L'analisi per classi di età rivela una maggiore frequenza, per entrambi i sessi, tra i 35 e 75 anni, con i massimi valori intorno ai 55-65 anni. Nei residenti nella città di Bologna i decessi per tumore polmonare sono aumentati da 227 nel 1975 a 327 nel 1993 (+ 44%) , 316 nel 1995 e 315 nel 1996. Di tutto ciò, il dato più allarmante è quello relativo alla mortalità per tumore polmonare nel sesso femminile: 36 nel 1973 contro i 91 del 1995, a testimonianza dell'aumentato trend tabagico nelle donne già da qualche decennio. Solo in Italia nel 1994 si sono verificati oltre 32.000 morti per tumore polmonare, con una netta prevalenza nelle regioni più industrializzate del nord e fra il sesso maschile. Oggi si ritiene che la mortalità mondiale per tumore polmonare (3.500.000/anno) abbia raggiunto una fase stazionaria nel sesso maschile, mentre nel sesso femminile essa appare in continua forte crescita. Cuneo Lung Cancer Study Group & Bologna senza fumo Il fumo è la causa principale di malattie coronariche in uomini e donne e si associa a: • 30% delle morti causate da malattie coronariche • aumentato rischio di morte improvvisa • aumentato rischio di morte per AAA • aumentato rischio di vasculopatia periferica aterosclerotica • aumentato rischio di malattie cerebro-vascolare • aumentato rischio di emorragie cerebrali Il fumo di sigaretta provoca, nei fumatori, numerose malattie: • Arteriopatia obliterante • Stroke • Aneurisma aortico • Cardiopatia ischemica La CARDIOPATIA ISCHEMICA è causata dal monossido di carbonio e dalla nicotina. Probabilmente cadmio, ossido nitrico, cianuri di solfuro di carbonio hanno una loro importanza che non è stata ancora accertata quantitativamente. La cardiopatia ischemica e' una delle malattie più frequenti nei paesi progrediti. I fumatori corrono un rischio di ammalarsi che è più del doppio di quello dei non fumatori. Si stima che il 20-25% degli incidenti cardiovascolari siano legati al fumo. •Rischio di tossicità da nicotina sull'apparato cardiovascolare (arteriosclerosi, ipertensione, tachicardia, maggior rischio di trombosi, cardiopatie, infarti e ictus cerebri) Il CO è una sostanza molto tossica per il sangue e le fibre muscolari specie del cuore. E' un gas micidiale che ha una speciale affinità per l'emoglobina (circa 200 volte superiore a quella che l'emoglobina ha per l'ossigeno) formando carbossiemoglobina molto stabile. Ciò comporta che essendoci meno emoglobina libera nel sangue, meno ossigeno sarà trasportato alle cellule dei vari tessuti. Tutto ciò ha una enorme importanza nei pazienti con insufficienza respiratoria, nei cardiopatici e infartuati, e negli atleti influendo negativamente sulla loro performance in quanto meno sangue ossigenato arriva a livello muscolare EFFETTI SULLA FERTILITA' E SULLA DONNA IN GRAVIDANZA Il fumo influisce negativamente sull'apparato riproduttivo, sia femminile che maschile. - Provoca menopause più precoci di circa 2 anni rispetto alle non fumatrici in quanto il fumo altera la normale produzione di ormoni sessuali femminili. Nell'uomo può ridurre la fertilità mediante riduzione della densità dello sperma, del numero e della mobilità degli spermatozoi. - Una donna gravida che fuma ha un aumentato rischio di aborti di bambini nati morti, e di avere neonati sottopeso (-200 g. in media). - Il fumo durante la gravidanza può causare un ritardo di crescita e di sviluppo mentale oltre che polmonare (capacità respiratoria inferiore del 10%) del bambino. - E' ormai accertato che attraverso la placenta non passa solo nicotina ma passano anche sostanze cancerogene come benzopirene (polmone), 4-ammino-bifenile (vescica) e acrino-nitrile (fegato), con aumentato rischio in età adulta. - Aumento del rischio di cancro al collo dell’utero Fumo di sigaretta, immunodepressione e citologia vaginale Da tempo è stato ipotizzato che il fumo di sigaretta abbia un ruolo di co-fattore nello sviluppo di displasie dell'epitelio del collo dell'utero versus il cancro a cellule squamose. Ma la abbastanza frequente associazione tra fumo e comportamenti sessuali "non morigerati" rendeva difficile separare l'effetto diretto da quello legato alla maggiore facilità di contagio da parte del Papillomavirus umano (HPV) oggi ormai accusato in primo appello di entrare notevolmente nel meccanismo etiopatogenetico del tumore. Ginecologi ed oncologi del Middlesex Hospital di Londra sono riusciti ad arruolare 82 fumatrici nelle quali l'ipotesi di una promiscuità sessuale poteva essere esclusa ed erano presenti all'esame colposcopico lesioni cervicali allo stadio iniziale (CIN 1). Si è cercato di supportare l'intenzione di smettere con successo soltanto in 17 e con riduzione in 11: cessazione e riduzione naturalmente controllate con la ricerca del metabolita della nicotina, la cotinina, nelle urine, mentre i controlli colposcopici con documentazione fotografica analizzata con computer digitale erano effettuati da operatori ignari dello status tabagico delle donne. Ed in effetti si è potuta dimostrare una lieve ma significativa riduzione del diametro della lesione cervicale identificata all'inizio: il che non significa che possa agire come salvavita la cessazione dal fumo, trattandosi in prevalenza di lesioni nettamente in "situ". D'altra parte l'indagine ha consentito di confermare l'ipotesi di un ruolo immunodepressivo da parte del fumo in quanto le cellule di Langerhans, così abbondanti in quell'epitelio, risultavano ridotte nelle donne che hanno continuato a fumare e sono invece aumentate in quelle che hanno smesso. Queste cellule paradendritiche hanno un ruolo fondamentale nella immunosorveglianza delle cellule squamose dell'epitelio vaginale, il che fa ipotizzare che una loro riduzione possa favorire l'infezione e la moltiplicazione dell'HPV. Dal Dipartimento di Ostetricia di Pavia viene una ulteriore conferma del ruolo delle cellule di Langerhans in quanto in donne sieropositive ma con reperto colposcopico normale si è costantemente notata una diminuzione netta di queste cellule sotto l'assai probabile azione immunosoppressiva dell'HIV nei confronti delle linee cellulari T. Ed è nota la frequenza di lesioni cervicali fra le HIV+: sarà interessante vedere se le terapie anti-retrovirali riescono a far aumentare queste cellule. -Diminuisce le difese immunitarie nei confronti della placca batterica. -Determina un ingiallimento della dentina. -Aumenta il rischio di gengiviti (fenoli, acidi organici, aldeidi; formaldeidi, biossido di azoto, acetone, etc.) -Promuove l'insorgenza del cancro della bocca. -Accelera l'invecchiamento della pelle etc. -Aumento dell'irsutismo del volto e della raucedine con un rischio relativo per le forti fumatrici (+ di 10 sigg./die) di 5,6 per l'irsutismo del volto e di 14,2 per la raucedine. Il fumo aumenta il rischio di cancro: -della vescica (amino-bifenile) -del fegato (acrino-nitrile) -della laringe -dell'esofago -del pancreas -cute (benzene, benzopirene) Il fumo è inoltre un fattore di rischio per lo sviluppo e la progressione di un precoce danno renale diabetico (albuminuria) e per il peggioramento della retinopatia nei giovani soggetti diabetici. Forse vale maggiormente un altro dato statistico: l’aspettativa di vita del fumatore è di 10 anni inferiore a quella del non fumatore, con una qualità di vita nettamente inferiore.